E mi innamorai di nuovo; e la maggior parte della mia vita fu per Lina che
indossava uno scialle rosso. La bimba che cresce con noi l'ha partorita lei. Per
lei ho scritto il mio libro più
sincero, lei me lo ha ispirato come me ne ha ispirato un altro la mia città,
Trieste. Fino ad oggi la mia anima non si è mai staccata da quella di Lina; ho
sperimentato ogni altro tipo di
amore umano, ma per stare con lei vorrei avere un'altra vita, vorrei ricominciare
di nuovo per stare con lei.
L'amai perché provava un dolore profondo; perché fu molte cose, ma non fu mai furba
e seppe amare tutto e tutti, tranne se stessa.
Analisi retorica
La poesia è composta di 4 strofe (una quartina e tre terzine), il verso è libero e
il metro dei versi è vario, anche se in maggioranza di tratta di endecasillabi.
Figure retoriche:
- enjambement ai vv. 1-2; vv. 3-4; vv. 6-7; vv. 9-10
- anastrofe al v. 4 (dal suo grembo uscita); v. 8 (Ogni altro conobbi umano amore);
v. 11 (Per l'altezze l'amai del suo dolore); v. 12 (tutto seppe, e non se stessa,
amare)
- chiasmo al v. 5: (Trieste- città: donna- Lina)
- antitesi al v. 12 (tutto fu….e non mai) e v. 13 (tutto seppe…e non se stessa)
Analisi e commento dei contenuti
La poesia è un’appassionata e sincera ode d’amore di Saba alla sua donna.
Il poeta, con una semplicità disarmante, senza far ricorso a paragoni sdolcinati o
metafore classiche dà un ritratto della moglie Lina e confessa il suo immenso
sentimento per lei.
Il primo quadro è quello di Lina, avvolta in uno scialle rosso, forse come la vide
al loro primo incontro.
Il secondo è per Lina madre, la cui maternità è testimoniata dalla bimba che viene
anch’essa ricordata attraverso una nota di colore: gli occhi azzurri.
La prima terzina è divisa equamente fra i due grandi amori di Saba: sua moglie e la
sua città. Le due fonti di ispirazione vengono accostate, entrambe hanno ispirato
al poeta versi sinceri, appassionati e ad entrambe viene riconosciuta la valenza di
muse.
La terzina si conclude con una splendida dichiarazione d’amore: l’anima del poeta,
dal primo incontro con Lina, è sempre stata legata alla sua e questo legame non è
ancora finito.
La seconda terzina prosegue nel discorso con l’affermazione del poeta che, per
stare con al sua donna, vivrebbe un’altra vita
(Da ricordare che Saba ebbe una vita non facile, crebbe senza il padre, subì le
leggi razziali ed ebbe anche una vita matrimoniale travagliata segnata da alcuni
tradimenti di Lina).
L’ultima terzina conclude il quadro dedicato a Lina, tratteggiandone il carattere
malinconico, segnato da profondo dolore; della sua donna Saba riconosce
l’altruismo,
la mancanza di malizia e furbizia, totalmente estranei al suo modo di essere, e
l’incapacità di amarsi opposta alla vocazione di dedicarsi agli altri.
La lirica è ricca di dolcezza, incentrata su una figura di donna insieme normale e
unica. Il poeta non la inventa, non la dipinge come un’eroina romantica,
una femme fatale o un angelo sceso in terra, eppure, con pochi tratti, individua la
sua unicità, la sua femminilità, maternità, caparbietà, e canta la sua totale
dedizione alla donna di
tutta la sua vita. Saba è il poeta delle cose quotidiane che insegna che non ci
deve essere per forza qualcosa di particolare per rendere speciale una persona.