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DOVE E QUANDO?
La lirica trobadorica, o anche chiamata poesia provenzale nasce verso la fine dell’XI secolo e
prosegue fino al XIII secolo circa e si diffonde soprattutto nella Francia del sud, per questo scritta
in lingua d’oc (dialetto francese del sud). Viene considerata come prima forma di lirica moderna e
tratta numerosi temi tra i come l’amore (amore cortese), la sofferenza e la gioia.
AMORE CORTESE
Viene visto un nuovo concetto di amore, l’amore cortese che è un amore che si diffonde soprattutto
nella classe aristocratica all’interno delle corti (da questo amore si ispira tutta la poesia dei secoli
XII e XIII). Questo amore si può dividere in tre elementi:
Il culto della donna La donna è un essere sublime con tratti quasi divini (è bella
fisicamente, paragonata ad un angelo), l’uomo è
spiritualmente inferiore e tenta di elevarsi al suo livello
senza riuscirci. La visione della donna come un essere
angelico è capace di avvicinare l’uomo a Dio.
Amore adulterino La donna amata in genere è la moglie del feudatario, si tratta
di un amore particolarmente rischioso che va tenuto segreto.
Non va letto come “tradimento” perché il matrimonio era
visto come un patto di convivenza.
L’amore rende più gentili e L’amore che ha l’uomo verso la donna lo ingentilisce, ossia
felici lo eleva spiritualmente. Produce anche sofferenza, ma molta
gioia e voglia di vivere per l’uomo.
Visto che i compositori giudicano letterariamente elevati i loro testi, e hanno conoscenza della
propria originalità, firmano le loro poesie con il proprio nome. È in questo modo che nasce la figura
dell’autore.
DI COSA PARLA?
Come già detto il tema dominante è l’amore cortese, il poeta innamorato omaggia la donna amata
ma non può essere ripagato in quanto la donna è già in fedeltà (sposata), spesso con il Signore
feudale. Il sentimento amoroso crea per l’uomo sia indicibili c che gioie che derivano proprio dalla
donna. È comunque un amore molto rischioso, quindi, rimane segreto e perciò il poeta è costretto a
chiamare la donna con un nome inventato (senhal). Ha lo scopo di intrattenere e educare il popolo.
LA SCUOLA SICILIANA
NASCITÀ DELLA POESIA ITALIANA
La poesia lirica italiana nasce con Giacomo da Lentini.
Federico II è un uomo molto raffinato che crede nella cultura e se ne fa promotore. Alla sua
corte convoca intellettuali arabi ed europei: poeti, scrittori, scienziati e artisti sono finanziati dal
sovrano. Nel giro di poco Palermo diventa capitale della cultura d’Europa e così in Sicilia nasce la
poesia italiana.
Il servizio d’amore: l’omaggio di tipo feudale alla donna, il poeta si pone come servitore
nella speranza di avere in cambio una ricompensa.
La lode della donna depositaria in ogni virtù: l’amata ha doti fisiche e spirituali superiori a
quelle di ogni altra persona; per questo motivo va costantemente lodata.
La centralità assegnata alla riflessione sulla natura e sugli effetti dell’amore: nell’animo del
poeta: quest’ultimo può sperare in una ricompensa per il suo vassallaggio d’amore.
L’amore descritto come esperienza della contraddizione: la donna dona benessere, ma allo
stesso tempo per il suo rifiuto ha tratti anche crudeli.
L’occultamento della vera identità della donna, per evitare la diffusione di dannosi e
pericolosi pettegolezzi.
Ci sono comunque delle discontinuità rispetto alla lirica trobadorica, vediamo quali.
I poeti siciliani sono quasi tutti borghesi, Giacomo da Lentini era un notaio
I poeti siciliani danno centralità al testo scritto che sono disponibili per la sola lettura, non
con un accompagnamento musicale.
Le poesie della Scuola Siciliana sono più astratte.
Questi poeti si ricollegano in parte alla poesia d’amore dei provenzali e di Guittone d’Arezzo
(poeta della sicula toscana) ma non si astengono a criticarlo e ritenerlo un poeta superato.
Il nome non si sa da dove viene, alcuni pensano che proviene da Dante che usa il termine “stilnovo”
nel canto XXIV del Purgatorio per indicare una poesia dolce.
Questi stilnovisti hanno creato un movimento poetico composto da un gruppo di poeti che
hanno la stessa visione riguardo alla poesia, al mondo e alla vita.
La concezione dell’amore: per gli stilnovisti l’amore non si risolve nel corteggiamento e
nelle buone maniere; è piuttosto un’elevazione spirituale, che rende l’uomo più completo e
realizzato.
L’interiorità: ciò che realmente contraddistingue la poesia stilnovista è l’assoluta fedeltà ad
amore, e dunque a quella nobile passione che eleva l’animo del poeta. Il poeta scrive i suoi
testi sotto dettatura di Amore che è un’entità divina e superiore.
La rappresentazione della donna: nelle poesie stilnoviste la donna non è oggetto di grandi
descrizioni fisiche.
La donna angelo: nasce l’immagine della donna-angelo: non una donna che ha alcuni
elementi che la fanno apparire angelica, ma un vero e proprio essere etero, divino, superiore;
un angelo appunto.
La nobiltà d’animo, l’amicizia, i lettori: spesso questi poeti stilnovisti nelle loro poesie
fanno delle dichiarazioni di amicizia tra di loro.
Tuttavia, Guinizzelli ci ha lasciato un corpus poetico molto ridotto, circa venti testi (cinque
canzoni e quindici sonetti).
GUIDO CAVALCANTI
Guido Cavalcanti nasce a Firenze probabilmente negli anni Cinquanta del Duecento. La sua
famiglia è ricchissima grazie a fortunate attività mercantili e commerciali. Muore a Firenze sul
finire dell’agosto del 1300.
LA POETICA
Il corpus di Guido Cavalcanti si costituisce di 52 testi tra sonetti (36), ballate (11) e canzoni (3).
Cavalcanti parla nei suoi testi per maggior parte di argomenti amorosi.
L’amore è passione: l’amore non è qualcosa di razionale, ma ha a che fare con la parte più
emotiva della nostra individualità.
L’amore è distruttivo: Secondo Cavalcanti, nell’uomo l’amore è talmente forte e violento
che distrugge tutte le funzioni vitali.
La necessaria sofferenza: amare dunque vuol dire soffrire, l’amore è anche sinonimo di
gioia.
La bellezza sconvolgente della donna: l’uomo si trova sempre in uno stato di inferiorità:
vive in una condizione di eterna rincorsa, ma senza mai riuscire a raggiungere la donna.
L’amore è anche conoscenza: permette di conoscere all’uomo una nuova condizione umana
spesso ignorata.