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SCUOLA SICILIANA: nella corte siciliana di Federico II di Svevia tra il 1230 e il 1250

sorgono imitatori della poesia trobadorica che non usano più la lingua d’oc ma il loro volgare
locale.(dialetto siciliano)
(nobilitato: elevato spiritualmente)
LA POESIA SICILIANA riprende i temi amorosi , i procedimenti stilistici, le forme metriche
dei modelli provenzali.
I poeti siciliani sono tutti funzionari dello stato,
1) notai (Iacopo da Lentini),
2) esperti di arti cancelleresche (Pier della Vigna)
3) giudici (Guido delle Colonne)

Ricorrono i temi dell’amore cortese:


 l’omaggio feudale alla dama,
 le lodi dell’eccellenza della donna,
 la speranza di ottenere una ricompensa al “servizio” d’amore,
 il ritegno a rilevare il proprio amore, (amore adultero)
 il dolore per la lontananza.
Tutti questi temi sono stilizzati ulteriormente .Rifiutano le aperture al mondo esterno e
privati di ogni legame con situazioni psicologiche comuni e concrete.

Questa chiusura esclusiva sul tema amoroso si può comprendere tenendo conto del diverso
ambiente sociale e politico in cui nasce la poesia siciliana, rispetto alla contemporanea poesia
in lingua d’oc nell’Italia settentrionale: ambiente ricco di contrasti tra corti guelfe e ghibelline
e una vita sociale intensa a cui l’intellettuale è indotto a partecipare attivamente.
In Sicilia, invece, c’è un forte potere monarchico assoluto, quindi tutta la vita politica si
conforma ad un unico volere, non ci sono contrasti e dinamiche di cui si possa nutrire una
poesia (che tratta anche argomenti politici e civili)
La poesia è un’ALLONTANAMENTO DALLA REALTÀ in cui L’AMORE(unico tema dei loro
versi)È UN GIOCO RAFFINATO E DELICATO (ARISOTCRATICO).
Questa scuola ha dato inizio alla tradizione poetica italiana

I RIMATORI TOSCANI DI TRANSIZIONE:


I testi siciliani, salvo poche eccezioni, non ci sono pervenuti nella trascrizione originale ma
bensì nella trascrizione di copisti toscani che hanno sovrapposto le caratteristiche del loro
volgare a quelle del siciliano.
Dopo il crollo della monarchia sveva, con la morte di Federico II di Svevia e del figlio Manfredi,
(e la conseguente dissluzione della scuola siciliana, )quindi la conservazione e l’eredità di
questa viene raccolta proprio dai poeti toscani.
Essi riprendono (nel loro volgare) i temi dell’amore e le convenzioni stilistiche dei siciliani ma
introducono un allargamento tematico
nell’ambiente toscano la vita civile è dinamica e percorsa da conflitti e lotte tra città fazioni e
classi (non monarchia accentratrice = Federico II).
Il poeta è il cittadino che è inserito nella vita politica della sua città e quindi tratta una
tematica civile e morale (ignota ai poeti siciliani)
Esempio più evidente Guittone d’Arezzo
Egli nacque ad Arezzo (1235) e morì a bologna (1294)
Da una famiglia della borghesia e fu esponente del guelfismo conservatore.
Opere:
scrisse
50 lettere in cui sviluppa argomenti ti tipo edificante (che incita, spinge al bene) e morale
50 canzoni e + di 250 sonetti in cui affronta tre distinti filoni tematici:
1) componimenti politici
2) le liriche d’amore (rielaborano motivi della tradizione provenzale e siciliana)
3) poesie religiose
Stile:
- arduo e complesso (opposto alla musicalità e semplicità dello stilnovo)

IACOPO DA LENTINI
nato a Lentini (pressi di Siracusa, in Sicilia) intorno al 1210, morì nel 1260 circa.
Dante in un canto del Purgatorio lo cita come autorevole rappresentante della scuola siciliana
Inventore del sonetto: componimento che durerà per secoli, ha dato inizio alla tradizione
poetica italiana.
impiegato da Dante, Petrarca, Tasso, Carducci, Pascoli, D’Annunzio fino alla rivoluzione
metrica del 900 che abbandonerà gli schemi chiusi (eccezione Saba e altri poeti che
resteranno fedeli alle tradizioni)
da inizio alla tradizione poetica italiana
composto da 14 endecasillabi diviso in 2 strofe di 4 versi (quartine) e in 2 strofe di 3 versi
(terzine)
le quartine possono avere
1. rime alternate (ABAB, ABAB)
2. incrociate (ABBA, ABBA)
- le terzine possono avere più opzioni
1. alternate (CDC, DCD)
2. incrociate (CDC, CDC),
3. ripetute (CDE,CDE)
4. invertite (CDE, EDC)

“Io m’aggio posto in core a Dio servire” Iacopo da Lentini


sonetto con schema rime alternate

io mi sono prefisso in cuore di servire dio in modo da poter andare in paradiso, al luogo
santo di cui ho sentito parlare dove c’è divertimento, il gioco e l’allegria per sempre:

non voglio andarci (non vorrei ) senza la mia donna, quella dalla testa bionda, e dal viso
luminoso. Perché senza di lei non potrei(gire) provare gioia(gioire; gaudere), stando
lontano dalla mia donna.

Non dico ciò perché voglio per commettere un peccato, ma bensì per vedere la il suo
bell’aspetto (la sua virtuosa condotta)

e il suo bel viso e il suo soave(gradevole, piacevole, soave, dolce) sguardo e me lo terrei
perché sarebbe una grande consolazione per me vedere la mia donna stare nella
gloria(sinonimo di paradiso)

all’interno della lirica cortese del XIII novità significativa:


- fonde il tema amoroso con quello religioso
(Il poeta dichiara anche di volersi mettere al servizio di Dio per conquistare il Paradiso.
(anticipa lo stilnovismo)

- la materia religiosa appare scritta comunque in termini feudali: infatti il rapporto di


devozione con Dio assume le vesti del rapporto vassallo-signore fondato sul “servire”.

- Attraverso il servizio il poeta mira a un beneficio: il paradiso è rappresentato in modo


terreno (solazzo, gioco e riso indicano le caratteristiche piacevoli della vita di corteinfatti
evoca la corte di Federico II di Svevia (dove lavora il poeta, una corte dove non può mancare la
donna. (perciò il poeta afferma che non potrebbe andare in paradiso senza la sua donna.)

- Ma il poeta non vuole avere la donna con sé in paradiso per commettere peccato, ma vedere
la sua donna in Paradiso per conciliare l’amore profano per la sua amata con l’amore per Dio
e per la gioia che egli immagina di condividere con la sua donna con la contemplazione della
sua bellezza.

UNO DEI PRIMI ESEMPI DI DIVINIZZAZIONE DELLA FIGURA FEMMINILE, poi proseguito da
dagli stilnovisti.

LINGUAGGIO CON RISIDUI SICILIANI:


nella trascrizione toscana restano elementi del testo siciliano:
1) verbo aggio
2) rima gire(non potrei)/gaudere (gioire) (infatti nell’originale si aveva la rima: giri/gaudiri,
in quanto in siciliano la “e” lunga del latino di trasformava in “i”----in toscano la “i” è un “e”
chiusa che elimina la rima)
in realtà TUTTA LA POESIA TOSCANA CONTINUA A MANTENERE UNA PSEUDO-RIMA IN
OMAGGIO AI MODELLI SICILIANI: per questo si dice rima siciliana.

 desiderio di dare vita a un siciliano illustre, purificato e nobilitato “sollazzo, blonda,


claro, intendimento, portamento”
 Forme latineggianti (audito, gaudere)
o Nelle rime ricche(quando l'identità tra le due parole coinvolge anche una o più lettere,
o una o più sillabe precedenti la vocale tonica) c’è una consonante prima della vocale
accentata (viso _ diviso; intendimento _ portamento)

“Amor è uno desio che ven da’ core” Iacopo da Lentini ---
Sonetto con rime alternate (nelle quartine: ABAB, ABAB) e rime ripetute (nelle terzine: CDE,
CDE)
Fa parte di una tenzone: cioè di una discussione in versi sulla natura dell’amore a cui
partecipano anche Iacopo Mostacci e Pier della Vigna.

Parafrasi: l’amore è un desiderio che proviene dal cuore per eccesso di piacere, ed è
dagli occhi che nasce l’amore inanzitutto e il cuore lo alimenta.

Si ama bensì talvolta senza vedere l’oggetto del proprio amore ma quell’amore (che
avvinge, incanta) con passione violenta nasce dallo sguardo
Perché gli occhi raffigurano al cuore i pregi e i difetti di ogni cosa cioè com’è in natura;
e il cuore che capisce ciò, ammira dentro di sé l’immagine (della donna amata) e
questo desiderio gli procura piacere: e questo è l’amore che domina nel mondo

Nelle quartine: enunciazioni (fa delle affermazioni ma non le argomenta)


Nelle terzine: argomentazione

L’amore è un desiderio che nasce dagli occhi e viene alimentato dal cuore
A volte si ama senza aver visto la donna amata ma l’amore più passionale nasce dallo sguardo
perché gli occhi fanno vedere al cuore tutto quello che vedono per come è fatto in natura (che
esso sia buono o cattivo) e il cuore può ammirare l’immagine della donna amata (nella
memoria) e questo provoca piacere. È questo l’amore che domina il mondo

LESSICO: semplice e ricco di termini appartenenti all’aerea semantica(?) dell’amore


- amor, core, ‘namoramento, desio
presenza del sicilianismo:
- zo
ripetizioni
- amor, occhi, core
RIPRENDE ANDREA CAPPELLANO

FENOMENOLOGIA DELL’AMORE:
fisicamente cosa succede quando interviene amore. Come esso nasce e come si manifesta
Si fa riferimento a Andrea Cappellano (visse nella seconda metà del XII secolo)
Nel 1185 scrisse in 3 libri il trattato De amore (riguardo l’amore) in cui
L’amore è visto come una passione generata attraverso la vista che arriva al cuore e scalda
l’animo, passione alimentata anche dal pensiero o dal ricordo di quella persona.
È fonte di angoscia e tormento sia quando
- corrisposto: per la paura di perdere l’amata
- non ricambiato: accresce il tormento dell’amante he vorrebbe corrisposto ma teme che non
si compia
un amante sincero non è avaro d’amore
quindi un’ amore sincero rende l’animo di chi lo prova nobile: rende migliori (umili, quindi)

saffo e Catullo poeti uno greco e latino: fenomenologia

DOLCE STIL NOVO: il termine viene usato per la prima volta (coniato)da Dante
nel canto XXIV del purgatorio
Si sviluppa tra il 1280 e 1310 a Firenze
DOLCE : semplicità , stile limpido e piano (accento tonico sulla penultima sillaba)
STIL: stile, modo di scrivere
NOVO: innovativo, novità

Poeti esponenti: Guido Cavalcanti, Dante Alighieri, Lapo Gianni, Dino Frescobaldi
Contenuti:

1) visione più spiritualizzata della donna , vista come angelo in terra


2) Non più omaggio alla donna amata(amore cortese) ma la donna è colei che porta alla
salvezza (salute)(quando l’uomo la guarda, si innamora e quando lei lo saluto succedono
cose meravigliose, rende umili)
3) salute: dal latino salutem : salvezza, perché la donna gentile nobilita l’animo dell’uomo
e quindi dona lui la salvezza (quindi recupera il senso originario del termine latino)
4) sostituzione da corte reale (della poesia provenzale e siciliana) a una corte ideale
composta da pochi eletti dotai di un’alta cultura.
questa sostituzione è dovuta al nuovo ambiente sociale che esclude la presenza della
corte, ci sono i comuni.
((((dove i sudditi solo tutti coloro che condividono l’amore per l’amata))))
5) La vera nobiltà (virtù )è data dal sapere amare con raffinatezza (saper scrivere poesia
d’amore, essere di cultura raffinata
((((((la gentilezza è un dato di natura legato alle qualità personali))))))

DIFFERENZE TRA LA PRECEDENTE POESIA CORTESE ITALIANA (SICILIANA E


GUITTONIANA) E QUELLA NUOVA,È INDICATA DA DANTE IN UNA PIÙ STRETTA ADERENZA
DEI POETI A CIÒ CHE AMORE “DITTA DENTRO”

Guido Guinizzelli nasce a Bologna nel 1235 di famiglia ghibellina. Si schierò dalle parte dei
Lambertazzi (famiglia bolognese ghibellina); quando questi vennero sconfitti, si rifugiò sui
colli Euganei (presso Padova, in veneto) dove morì nel 1276
------------------((((Nell’Italia del XII secolo 2 fazioni politicamente opposte:
guelfi: sostenevano il papa
ghibellini: sostenevano l’imperatore
verranno poi cacciati i ghibellini dall’Italia centro- settentrionale
e i guelfi si suddivideranno per ideologie:
guelfi bianchi: vogliono la sottomissione al papa
guelfi neri: vogliono l’autonomia)))-----------------------------
opere:
gli si possono attribuire sicuramente 5 canzoni e 15 sonetti
-al cor gentil rempaira sempre amore, canzone “manifesto” molto criticata ma comunque
riconoscimento da Dante( che nel purgatorio lo definisce maestro “padre mio e degli altri
poeti migliori di me che hanno composto rime d’amore eleganti”)
- Il suo canzoniere è esempio perfetto dei più tipici temi stilnovisti poi ripresi da Cavalcanti,
Dante e da altri poeti.
 Anche lo stile è dolce : limpido, semplice e piano.

“Io voglio del ver la mia donna laudare” Guido Guinizzelli-----


Sonetto con rime alternate (nelle quartine: ABAB, ABAB) e rime ripetute (nelle terzine:, CDE,
CDE)
Parafrasi: io voglio lodare la mia donna fedelmente (sinceramente,veridicamente) e
paragonarla con la rosa e il giglio: appare più splendente della stella che annuncia il
giorno, e paragono a lei ciò che è bello in cielo.
A lei paragono la verde campagna e l’aria, tutti i colori dei fiori, giallo, e rosso, l’oro e i
l’apislazzuli (minerali di colore prevalentemente azzurro) e i gioielli preziosi degni di
essere regalati perfino amore grazie a lei si perfeziona

Cammina per la mia strada ornata (ricca di decorazioni) e così nobile che rende umile
colui al quale concede il proprio saluto (abbassa l’orgoglio), e lo converte alla nostra
fede se non è credente.

E non le si può avvicinare uomo che sia ignobile (vile) vi dirò ancora (inoltre) che ha
un potere miracoloso (la mia donna ): nessun uomo può concepire pensieri malvagi fin
che la vede.

L’incontro con la donna consente al poeta di scrivere:


1) lode donna: la celebrazione della sua bellezza fisica e spirituale attraverso il paragone
con gli elementi belli della natura
2)
3) gli effetti miracolosi prodotti dalla donna,

TEMI
Il tema dominante è quello della lode
Nelle quartine: rappresentata attraverso il confronto della bellezza della donna con la
natura:

- le bellezze della natura con i colori (compresi quelli cangianti delle pietre preziose)
- i fiori (rosa e giglio) che simboleggiano l’amore e la purezza
LA DONNA È ISPIRATRICE E QUASI PURIFICATRICE DELLO STESSO AMORE
(PERSONIFICATO) E LA SUA APPARIZIONE PRODUCE EFFETTI MIRACOLOSI( può
addirittura convertire gli infedeli oltra ad allontanare ogni male o ogni cattivo
pensiero)
- corpi celesti (stella diana: Venere) che trasferiscono le virtù della donna su un piano
soprannaturale
tema della SUBLIMAZIONE DELLA DONNA DA CREATURA TERRENA A CELESTE
Non c’è rapporto tra vassallo e signore,
- verde river: verde della campagna
- are: aria (è di vitale importanza)

PRIMA PARTE: LODE DELLA DONNA


SECONDA PARTE: EFFETTI DEL PASSAGGIO DELLA DONNA

SALUTE DOPPIO SIGNIFICATO: A cui dona salute: a cui dona il saluto (salvezza,
perché la donna gentile nobilita l’animo dell’uomo e quindi dona lui la salvezza )

Aspetti formali:
stile dolce: assenza di suoni aspri e di rime difficile, fluidità del ritmo senza spezzature nei
versi (quindi non ci sono enjambements fortemente inarcati)
dietro questa linearità c’è una costruzione molto elaborata: ovvero una precisa scelta di stile.
1) La prima strofa si apre e si chiude con verbi in prima persona (io voglio, somiglio)
2) I primi 2 versi contengono 2 infiniti (laudare, ed assembrarli)
Costruzione simmetricamente speculare:
-complemento ogg. + verbo (la mia donna laudare)
-Verbo + complemento ogg. (ed assembrarli la rosa e lo giglio)

“Al cor gentil rempaira sempre amore” Guinizzelli ------

GUIDO CAVALCANTI: poeta stilnovista


nacque a Firenze, (1250) da una delle più potenti famiglie di Firenze di orientamento guelfo;
si schierò dalla parte dei bianchi e partecipò attivamente alle vicende politiche della città .

Nel 1280 fu uno di quelli che garantì la pace tra Guelfi e Ghibellini(provò a uccidere il capo dei
guelfi neri, corso donati)
Nel 1300 giugno: fu tra i capi delle opposte fazioni condannati all’esilio dai priori (una delle
cariche più elevate a Firenze, a cui apparteneva Dante)per riportare la pace in città
Atteggiamento aggressivo e deciso (provò a uccidere il capo dei guelfi neri, corso donati)
Opere:
36 sonetti, 11 ballate, 2 canzoni
nelle canzoni sono esaminati gli effetti prodotti dall’amore, affrontando anche gli effetti
sconvolgenti dell’amore (sul soggetto che ama) quindi i temi sono:
- il tremore, le lacrime, i sospiri, che conducono l’amante alla distruzione fisica e
psicologica
- l’immagine della donna resta lontana, e irraggiungibile
- dramma oggettivato attraverso numerose personificazioni.(tipico della lirica
amorosa medievale)
Stile:
o fluidità melodica (maggiore rispetto a quella di Guinizzelli) che nasce da:
- ritmo accenti
- tratti fonici del lessico impiegato
- assenza di spezzature e pause
- inversioni sintattiche (inversione di parole e frasi)

“voi che per li occhi mi passaste ‘l core” Guido Cavalcanti-------


sonetto con rime incrociate (ABBA, ABBA) e ripetute( CDE, CDE)
voi che con gli occhi mi trafiggeste il cuore e risvegliaste l’anima che dormiva guardate
la mia vita angosciosa che l’amore distrugge sospirando(a forza di sospiri,

egli viene avanti facendo a pezzi(la mia vita) con così tanta forza che i miei fragili spiriti
scappano via, rimane in mio potere solo l’aspetto esteriore e un po’ di voce che
essprime dolore.

Questa forza di amore che mi ha distrutto è giunta velocemente dai nobili occhi: una
freccia mi trafisse il fianco

Il colpo arrivò così dritto al primo colpo tanto che l’anima ebbe una scossa vedendo il
cuore morto sul fianco sinistro

lo sguardo della donna provoca effetti devastanti sul poeta; l’amore è una forza cieca,
irrazzionale che fa soffrire e distrugge l’amante. L’amore è qualcosa di doloroso, lo personifica
e lo rende oggetivo
Infatti il sonetto è costituito di immagini di violenza cone metafora dell’amore visto come una
guerra (bellica):
verbi riguardanti la guerra : passaste, distrugge, tagliando, disfatto, un dardo mi gittò dentro,
giungere un colpo

- annullamento funzioni vitali (deboletti spiriti) dell’amante


- cuore morto
- annullamento della personalità ricorda gli effetti dell’amore mistico:

o nell’amore mistico: con l’annullamento dell’io (del corpo) si ottengono aspetti


di ebrezza e di gioia (rinascita spirituale)
o cavalcanti: il senso di morte non conduce ad alcuna rinascita spirituale ma si
risolve in disperazione
o :VISIONE TRAGICA : questo per la cultura filosofica di Cavalcante che studia
concezione dell’amore mistico(monaci eremiti: che si isolavano, per loro amore
rivolto a dio, in questo caso rivolto alla donna): concezione di un amore violento,
sofferenza. Lui studiando questi testi riporta nelle sue poesie lo stesso tipo di modo
di parlare dell’amore. (non c’è una rinascita spirituale)

“Perch’i’ no spero di no tornar giammai” Cavalcanti


canzone
Guido cavalcanti: poeta stilnovista
nacque a Firenze, (1250) da una delle più potenti famiglie di Firenze di orientamento guelfo;
si schierò dalla parte dei bianchi e partecipò attivamente alle vicende politiche della città .

è una ballata (è simile alla canzone):


 forma polistrofica (fatta di + stanze con uguale struttura metrica ripetuta)
 numero di stanze (strofe) variabile
 versi endecasillabi o settenari (per dare ritmo, se no sarebbe troppo monotono)
 una stanza è divisa in 2 parti:
1) fronte: divisa in 2 piedi (ognuno con un numero uguale di versi)
2) sirima o sirma: di solito non divisa oppure divisa in 2 parti uguali (volte)
DIVERSAMENTE DALLA BALLATA, la canzone contiene:
3) verso di collegamento detto chiave o concatenazione (a volte)
4) congedo: tre versi finali
DIVERSAMENTE DALLA CANZONE, la ballata contiene:
1) una prima parte detta ripresa che segue lo schema della sirima (o sirma)

tu porterai la notizia dei miei sospiri piene di dolore e di molta paura guarda che
nessuna persona ostile alla natura gentile ti osservi.
(malparlieri)perché è sicuro per la sfortuna che ho io tu saresti contesa e ripresa
(rimproverata) da tutti tanto che questo mi provocherebbe angoscia; dopo la morte poi
questo mi provocherebbe pianto e nuovo dolore

malparlieri: l’amore per la donna deve rimanere segreto per paura che li altri ne parlino e che
inizia a girare voce e parlano male (come dice appunto il nome)
o ballata, tu senti (sai)che la morte m’incalza (sta arrivando), tanto che la vita
m’abbandona; e senti come il cuore batte forte, violentemente (si agita) per il contrasto
tra gli spiriti(sentimenti vitali: personificati: disctono)
la mia persona è così tanto distrutta che io non posso più sopportare questo
dolore(soffrire)( cieè sto per morire) se tu mi vuoi rendere un servizio porta la mia
anima con te(ti prego fortemente di questo)quando uscirà dal cuore

o mia cara ballatetta affido alla tua amicizia quest’anima che trema: portala con te,
nella condizione dolorosa in cui si trova, a quella bella donna da cui ti mando
o cara ballata, dille sospirando, quando sarai davanti a lei “questa vostra esrva (l’anima
del poeta) viene per stare con voi, separatasi da colui che fu servo d’amore)

O tu, mia scossa e flebile che esci piangendo dal cuore sofferente, riferisci insiemealla
(mia)anima e a questa ballata della (mia) mente distrutta
Voi(si riferisce a voce, nima e ballatetta, che sono personificate) troverete una donna
ornata di ogni bellezza do carattere (intelletto) tanto gentile chesarà per voi un piacere
stare sempre in compagnia.
Anima , e tu adorala sempre nelle sue virtù
vede l’amore come una forza che devasta: questo per la cultura filosofica di Cavalcante che
studia concezione dell’amore mistico(monaci eremiti: che si isolavano, per loro amore rivolto
a dio, in questo caso rivolto alla donna): concezione di un amore violento, sofferenza. Lui
studiando questi testi riporta nelle sue poesie lo stesso tipo di modo di parlare dell’amore.
(non c’è una rinascita spirituale)
 il poeta, lontano dalla donna amata e dalla patria, consegna alla ballata (la chiama
“ballatetta”) il suo ultimo saluto, dialogando con la poesia stessa a cui affida la propria
anima e a cui affida il compito di condurla (la sua anima) in Toscana dalla propria
amata.
TEMI STILNOVISTI:
termini stilnovisti (ultime strofe: bella, sevo d’amore, dolce, diletto, adora
- amore voce e anima, personificazione
1) piana scorrevolezza
2) Non analizza la propria vita interiore, ma la mette in azione, rendendo una serie di entità
astratte dei veri e propri personaggi : ballatetta, anima, vita, spiriti, voce
3) Cavalcanti riprende il tema del “servizio” della donna (ma il rapporto non uomo-donna
non rimanda a quello tra vassallo e signore)La vera nobiltà è data dal sapere amare con
raffinatezza (saper scrivere poesia d’amore, essere di cultura raffinata)
4) ((((La corte ideale è costituita dall’Élite dei nobili spiriti che si isolano dalla gente comune
orgogliosi della loro cultura superiore. ))))
Cavalcanti è un’intellettuale esperto dei meccanismi dell’anima e della poesia: sa fondere i
motivi ricorrenti della poesia cortese («Amore di terra lontana» Jaufré Rudel: trovatore
occitanico, celebre l’amore di una donna lontana che non aveva mai visto) con la sua
visione del mondo caratterizzata dal dolore, paura, distruzione fisica e psichica

STILNOVISMO TEMI:
 (non più omaggio feudale della donna dell’amor cortese)
(prende spunto dalla lirica provenzale)
visione più spiritualizzata della donna , vista come angelo in terra e dispensatrice di
salvezza(quando l’uomo la guarda si innamora, quando la donna saluta succedono cose
miracolose)
3)salute: dal latino salutem : salvezza: il saluto dona la salvezza spirituale all’uomo(quindi
recupera il senso originario del termine latino (io voglio del ver la mia donna laudare)
 l’attenzione è concentrata sulla interiorità dell’amante con esclusione a ogni
riferimento a situazioni esterne
 sostituzione da corte reale (ci sono comuni) (della poesia provenzale e siciliana) a una
corte ideale composta da pochi eletti dotai di un’alta cultura.
Non c’è più quella corte che non sarà più l’omaggio sovrano, ma l’omaggio alla donna
Nell’ambiente comunale, libero, partecipazione alla vita politica. Non più omaggio alla
“domina”(amore cortese) ma la donna è colei che mi porta alla salvezza (salute)
dove i sudditi solo tutti coloro che condividono l’amore per l’amata
questa sostituzione è dovuta al nuovo ambiente sociale che esclude la presenza della
corte con i comuni.
 Tema dell’amore e della gentilezza:
- La vera nobiltà è data dal sapere amare con raffinatezza (saper scrivere poesia d’amore,
essere di cultura raffinata
- la gentilezza è un dato di natura legato alle qualità personali(quando la donna passa
rende gli animi degli uomini gentili)
- quando l’uomo vede la donna subisce questo effetto
- gli amanti chiamavano la donna con un soprannome: (senhal, in francese antico)perché
è un amore adultero (in realtà la donna ha un marito) malparlieri: l’amore per la donna
deve rimanere segreto per paura che li altri ne parlino e che inizia a girare voce e parlano
male (come dice appunto il nome)
-

Analogie Cavalcanti Dalla


si rivolgono entrambi verso 2-4 Nei 3 ritornelli :
direttamente alla “ballatetta, in Toscana,
canzone va’ tu, leggera e piana, verso 25-28
per cercare la donna amata dritt’ a la donna mia” “Canzone cercala se puoi
e dichiararle il loro amore Dille che non mi perda mai
verso 2,17,27,31 Va’ per le strade tra la gente
“ballatetta” Diglielo veramente”

verso 41-44
Canzone cercala se puoi
Dille che non mi lasci mai
Và per le strade tra la gente
Diglielo dolcemente

Verso 53-56
Canzone trovala se puoi
Dille che l'amo e se lo vuoi
Và per le strade tra la gente
Diglielo veramente

Evidenziano entrambi la Verso 30 Verso 29-31


bellezza della “A quella bella donna a “Io i miei occhi dai tuoi occhi
donna cui ti mando” Non li staccherei mai
E adesso anzi io me li mangio”

Utilizzo di va’ Verso 3,40 Verso 27,43,55


Va’ tu… Va’ per le strade e tra la gente

L’amore nasce e si Verso 5-6 Verso 58


alimenta in un cuore “che per sua cortesia ti farà “non può restare indifferente.”
gentile molto onore”

Stando lontani dalla loro versi14-18 Verso 59-62


donna soffrono “che mi sarebbe angoscia “Stare lontano da lei non si
dopo la morte, poscia, vive, stare senza di lei mi
pianto e novel dolore uccide
tu senti,ballanatetta, che la
morte mi stringe si, che vita
m’abbandona”
verso 21-22
“tanto è distrutta già la mia
persona ch’i non posso
soffrire”
verso 29
“menala teco, nella sua
pietate”

5)

Differenze Cavalcanti Dalla


Cavalcanti non vuole che la donna si Verso 9-12 Verso 55-56
faccia vedere “ma guarda che persona “va per le strade tra la
Dalla vuole che la non ti miri gente diglielo
canzone gridi il suo amore tra la che sia nemica di dolcemente”
gente gentil natura:
ché certo per la mia
disaventura
tu saresti contesa”

Cavalcanti è sul punto di morte e Verso 1 e titolo Verso 1-4


affida alla ballata il suo ultimo saluto “Perch’io” no spero di “Non so aspettarti più di
alla donna. tornar giammai tanto Ogni minuto mi dà
Dalla è impaziente di rivedere la L'istinto di cucire il
donna tempo E di portarti di
qua”

Confronto tra “Io voglio del ver la mia donna laudare” “Chi è questa che vèn,
ch’ogn’om la mira” “voi che per li occhi mi passaste ‘l core”
Nel sonetto “io voglio del ver..” (guinizzelli)il tema dominante è quello della lode paragonando
la bellezza della donna a quella della natura:
- le bellezze della natura con i colori (compresi quelli cangianti delle pietre preziose)
- i fiori (rosa e giglio) che simboleggiano l’amore e la purezza
LA DONNA È ISPIRATRICE E QUASI PURIFICATRICE DELLO STESSO AMORE
(PERSONIFICATO) E LA SUA APPARIZIONE PRODUCE EFFETTI MIRACOLOSI( può
addirittura convertire gli infedeli oltra ad allontanare ogni male o ogni cattivo
pensiero)
- corpi celesti (stella diana: Venere) che trasferiscono le virtù della donna su un
piano soprannaturale
SUBLIMAZIONE DELLA DONNA DA CREATURA TERRENA A CELESTE

In “chi è questa che vèn…” Cavalcanti riprende il motivo della lode della donna di Guinizeli, ma
qui la sublimazione della donna è più radicale, rendendola un essere irraggiungibile. La sua
contemplazione provoca un forte turbamento di tutti i sensi e l’uomo davanti alla donna non
può che confessare la sua impotenza.

In “Voi che per li occhi…” (cavalcanti) la visione dell’amore è più tragica, l’amore è concepito
come passione irrazionale che fa soffrire, genera angoscia e dolore nel cuore dell’amante,
distruggendolo e annullando così ogni energia vitale.
Descritto con una serie di immagini di violenza (guerra) distruttiva
DANTE (colui che ha dato il nome allo stilnovo) nasce a Firenze nel 1265 da una famiglia
della piccola nobiltà cittadina da parte dei guelfi (sostenitori del papa) le condizioni
economiche della famiglie erano poco felici ma Dante poté studiare e procurarsi una raffinata
educazione
Il suo maestro fu Brunetto Latini che presenta con grande devozione nel XV canto
dell’inferno
La sua vocazione poetica avvenne con l’incontro un gruppo di poeti provenzali, i siciliani:
Guinizzelli, Guittone e Cavalcanti(più anziani di lui)
La sua esperienza intellettuale e sentimentale si riassume intorno alla figura di Beatrice
La morte di Beatrice nel 1290 segna per Dante un momento di tristezza e smarrimento che
però gli da lo stimolo di andare oltre lo stilnovismo; per trovare conforto Dante studia
filosofia e approfondisce la sua cultura poetica (Virgilio che considera suo maestro, e il suo
autore, Lucano, Ovidio, Stazio)
A queste esperienze culturali si aggiungono esperienze politiche:
nel 1293, con il provvedimento di giustizia: la nobiltà cittadina viene esclusa dalle cariche
pubbliche. Questo provvedimento venne attenuato nel 1295 e fu consentito ai nobili di
ricoprire le cariche solo se appartenessero a una corporazione ovvero associazioni di mestieri
nelle quali chi ne faceva parte imparava prima da maestri queste sono importanti :
1. per controllare il prodotto, garantivano produzioni di un certo livello
2. si autolimitavano, dando possibilità a tutti del libero mercato
Dante entra a far parte dei medici e speziali(corrispondono ai farmacisti di oggi) e nel 1300
inizia la sua carriera politica, diventando priore (carica più alta); quello era un periodo
difficile per Firenze che è divisa tra guelfi neri (vogliono la sottomissione al papa)e guelfi
bianchi (vogliono l’autonomia)e l’autonomia (di firenze) è minacciata da papa Bonifacio VIII
che voleva imporre il dominio della chiesa sulla Tosana.
Dante voleva la pace interna e l’autonomia esterna del comune e si impegnò con ogni
mezzo per ristabilire la concordia dei cittadini e per contrastare i maneggi (amministrazione)
del papa. Dante pur essendo, quindi, al di sopra delle parti , è più vicino ai Bianchi.
Il pontificio Carlo di Valois fu mandato a Firenze per rappacificare le 2 fazioni, egli favorì
invece i guelfi neri e questi nell’autunno del 1301 si impadronirono di Firenze e
iniziarono le persecuzioni dei guelfi Bianchi mentre i loro sostenitori venivano mandati
all’esilio.
Dante in quel momento non si trovava a Firenze, ma era stato inviato a Roma come
ambasciatore. Nel 1302 venne condannato all’esilio con l’accusa di baratteria
(corruzione nell’esercito delle cariche pubbliche) però non fa in tempo a tornare a firenze
per discolparsi è venne quindi condannato all’esilio.
Ebbe inizio il suo pellegrinaggio per varie regioni italiane, la sua funzione era quella di uomo
di corte presso signori magnanimi (Malaspina, Scaligeri …) che ospitavano uomini di cultura
per ricavarne lusto e pestigio. Dante, però , fiero del proprio valore e geloso della propria
autonomia, non voleva dover ricorrere alla generosità di qualcun altro per poter vivere; provò
diverse volte a rientrare con la forza a Firenze, ma senza successo.
Nel 1310 anche il suo sogno di restaurazione del potere imperiale svanisce (come svanisce
anche la sua possibilità di tornare in patria): il nuovo imperatore Enrico II scese in Italia per
essere incoronato con il consenso del papa clemente IV , Enrico arriva in Italia vede la
situazione e decide di tornare in germani , e poco dopo muore nel 1315
Negli ultimi 2 anni della sua vita, Dante vive a Ravenna dove morirà nel 1321 .

La vita nuova
Ai tempi della giovinezza di dante Firenze era un ambiente culturale ricco di stimoli, dante
cominciò , infatti, presto a dedicarsi alla poesia:
1) inizialmente si orienta verso la lirica d’amore di ascendenza cortese: riprende il
modello guittoniano (linguaggio astruso e agli artifici formali)
2) amicizia con Cavalcanti (più anziano di Dante) : (stile diverso da quello
guittoniano) tema(influenzato da Cavalcanti): motivo dell’amore come tormento e
sofferenze e analisi esclusiva dell’io dolente.
3) si libera dallo stilnovismo precedente (questa svolta decisiva è stata interpreta da
Dante stesso nella Vita nuova:(1293-1295)
prosimetro : introduzione in prosa, poesia, commento retorico (spiegazione stilistica)
Dopo la morte di Beatrice, dante decise di raccogliere dal complesso delle liriche scritte fino a
quel momento, quelle più significative, facendole precedere da un commento in prosa (che
spiega l’occasione da cui i singoli componimenti erano nati) e facendole seguire da un
commento retorico (senso più profondo e unitario)
TRE STADI DELL’AMORE:
1) amor cortese: (Dante spera in una ricompensa al suo amore)incontra Beatrice per
la prima volta a 9 anni e dice di aver provato una tale impressione che da quel
momento amore era diventato il signore del suo animo. a 18 anni, 9 anni
dopo(quadrato di 3 , numero della trinità )Dante incontra ancora beatrice e al suo
saluto capisce che quella è la sua ragione di vita
Rispettando l’amore cortese, Dante si sforza di tenere nascosta a tutti l’identità della
donna amata, e finge di rivolgere il suo amore ad altre donne (che chiama: dello
schermo, perché proteggono il suo amore dall’invidia dei “malparlieri”)
Però questa finzione provoca sdegno in Beatrice che gli nega il saluto. Questo genera a
Dante molta sofferenza : in questa sezione del libro viene utilizzato un modello di
poesia di imitazione di Cavalcanti incentrata sui tormenti provocati dall’amore.
2) Amore fino a se stesso: (appagamento scaturisce solamente dalla
contemplazione e dalla lode della donna amata)la negazione del saluto fa rendere
conto a Dante che la felicità deve nascere non da un appagamento esterno ma dalle
parole dette in lode della sua donna e dalla contemplazione di essa.
Dante non ama più la donna per avere qualcosa in cambio ma l’amore diviene fino a se
stesso
3) Amore mistico: (l’amore per la donna innalza l’anima sino alla contemplazione
di dio)
Beatrice si ammala, Dante è distrutto finché Beatrice non gli appare in un sogno come
gli era apparsa la prima volta a 9 anni. ((((visione si beatrice splendente in tutta la
gloria del paradiso))))
Dante inizia a lodare in un altro modo diverso (modo + degno: divina commedia,
paradiso, viaggio per raggiungere dio attraverso bea, guida) da:
 quello cortese dei trovatori: l’amore per Beatrice si è innalzato ad un livello ben
superiore: non è più una passione terrena(sia pur raffinata e sublimata) non si
limita a ingentilire l’animo, ma è la forza che innalza le creature sino al
ricongiungersi con Dio.
 Dallo Stilnovismo precedente: in esso l’amore era un processo discendente che
andava da dio al poeta(dio-donna – poeta), mentre il processo ascendente si
fermava alla donna (poeta – donna)al di sopra della quale , secondo l’amante,
non ci poteva essere nulla(inevitabile quindi il conflitto tra la donna e l‘amore
per dio: al cor gentil, Guinizzelli)
in Dante questo conflitto(tra donna e amore per dio) è superato:
il processo ascendente torna a dio tramite la donna. L’amore per la donna
innalza l’anima fino alla contemplazione del cielo. Beatrice in paradiso

Disputa: Autobiografia o significato simbolico


La vita nuova rappresenta un’esperienza sentimentale e intellettuale allo stesso tempo,
di vita e di poesia .
C’è chi la interpreta come reale documento autobiografico e c’è chi la ritiene una
trascrizione simbolica di idee e sentimenti.
(entrambi) Ma nel libro è probabilmente contenuta una trama di esperienze reali ma
dante mira soprattutto a cogliere i significati segreti che stanno al di là di queste
esperienze e comporli in una vicenda esemplare, sottratta ai limiti del tempo e dello
spazio.
Carattere irrealistico: Da qui deriva il carattere irrealistico della narrazione dantesca,
dove luoghi e persone perdono la loro fisionomia individuale(L'aspetto caratterizzante
dovuto ai tratti e agli atteggiamenti peculiari di qualcuno) e sfumano in un’estrema
indeterminatezza ne deriva l’impressione di un mondo diverso da quello reale,
un’atmosfera stranita, di sogno
Infatti alle vicende reali si mescolano spesso sogni e visioni senza sfasatura di
atmosfera

CAP I della VITA NUOVA: IL LIBRO DELLA MEMORIA


Costituisce un brevissimo proemio, che esprime le intenzioni
dell’autore nel comporre l’opera:
Dante afferma di voler trascrivere nel suo “libello”(libretto) una parte dell’esperienza
registrata nella sua memoria. Con “memoria” viene indicato il carattere autobiografico
dell’opera di Dante. La scelta della materia dell’esperienza vissuta, privilegia solo ciò
che è essenziale, disposto in un ordinato disegno letterario sulla base di precise
convenzioni retoriche.
Questa ricerca interiore è come una sorta di “diario” intimo.

CAP. II della VITA NUOVA: LA PRIMA APPARIZIOONE DI BEATRICE


Primo incontro di Dante con Beatrice all’età di 9 anni:
la visione della fanciulla causa alterazioni nel ritmo vitale del poeta:
o “spirito de la vita” (sede nel cuore) riconosce in Amore un Dio più forte che lo
dominerà .
o “spirito animale” (sede nel cervello) dirige la sensibilità , richiama
l’apparizione della beatitudine degli occhi di Beatrice
o “spirito naturale” (sede nello stomaco e nel fegato) controlla il nutrimento e
comprende che da questo momento in poi sarà spesso ostacolato nelle sue
funzioni
Il racconto del primo incontro con Beatrice conferma che non ci troviamo di fronte a un
semplice diario autobiografico, ma l’esperienza è trasformata in senso letterario e
simbolico:
o la perifrasi d’apertura(molto ampia)(consiste nell'utilizzare, anziché il
termine proprio, una sequenza di parole per indicare una persona o una cosa)
da un senso di solennità al racconto (sottolineando l’eccezionalità di ciò che
viene comunicato). Egualmente solenne è la perifrasi con cui è descritta
Beatrice “la gloriosa donna della mia mente”

elementi simbolici:
- nome della donna: con “colei che dà beatitudine” di allude a Beatrice
(concezione medievale: “i nomi sono conseguenza delle cose”)
- numero 9 (ricorrerà costantemente nell’opera): sottolinea il fatto che Bea è un
miracolo: (come spiega Dante nel cap. XXIX che 9 è 3 moltiplicato per se stesso, 3:
numero della trinità )
- colore rosso: vestito di Beatrice rosso “sanguigno” (secondo i canoni del tempo)
indica l’ardore di carità , da caritas cioè amore divino (una delle 3 virtù teologali,
insieme a fede e speranza)

a rendere eccezionali i dati dell’esperienza vissuta sono


- la cultura filosofo- scientifica(distinzione dei 3 spiriti: vitale, animale e naturale)
- l’uso solenne del latino (lingua dei testi scientifici o dei testi sacri, infatti le frasi
latine hanno qualcosa della sacralità rituale)

la ricerca di un solennità rituale è confermata dallo stile: fondato su simmetrie, parallelismi


(rispondenze, corrispondenze interne?)

(l’incontro si offre come un’apparizione)s

CAP. III della VITA NUOVA: LA SECONDA APPARIZIONE DI BEATRICE


ad ogni anima innamorata e ad ogni cuore nobile alla cui presenza giunge questo
componimento, affinché mi mandino in risposta il loro parere, saluto in nome del loro
signore (amore)

era già trascorso un terzo delle ore in cui ogni stella risplende, quando all’improvviso
mi apparve (in sogno )Amore, il cui modo di essere mi fa paura solo al ricordo

Amore mi sembrava lieto mentre teneva il mio cuore in mano, e tra le braccia aveva la
mia donna che dormiva avvolta in un drappo (rosso)

Poi la svegliava e con benevolenza faceva mangiare a lei, timorosa, questo cuore
ardente: dopo diche lo vedevo andarsene piangendo.

da questo sonetto nasce l’amicizia con Guido Cavalcanti.


Sonetto: (primo sonetto della vita nuova) rime incrociate nelle quartine(ABBA, ABBA)e
nelle terzine alternate(CDC,CDC)
- narra il secondo incontro con Beatrice, a 9 anni di distanza dal primo e introduce il
motivo importante del saluto.

Interessante è notare il rapporto tra poesia e prosa nell’opera che , s


1) narrazione dei fatti che costituiscono la poesia in prosa:
amplia la poesia preesistente arricchendola di sensi(nel sonetto mancanoil colore
rosso del drappo che avvolge beatrice, il vestito bianco,l’ascesa di Amore al cielo
insieme con la donna(prefigurazione morte di beatrice)
 indicazioni sulla genesi del sonetto, destinato a tutti “i fedeli d’amore” e i
trovatori(con i quali si stabilisce un rapporto di corrispondenza e di scambio
intellettuale)
MOTIVI E SIMBOLI DEL II CAPITOLO VENGONO RIPRESI:
1) numero 9
2) l’incontro è come un’apparizione (“apparve”)
3) colore del vestito della donna: bianco, cioè purezza.(poi tornerà rosso nel drappo
che avvolge beatrice in braccio ad amore)

4) Linguaggio superlativo:
a. Beatrice è “mirabile” “gentilissima”
b. La sua cortesia è “ineffabile” (straordinaria)

MOTIVO DIVERSO:
il saluto: dona salute, cioè la salvezza dell’anima, la beatitudine
(costituirà il motivo centrale di tutta la prima parte dell’opera)
ascesa di amore al cielo insieme con la donna: prefigurazione della morte di
Beatrice

il sogno: (definito come “maravigliosa visione” ): ricco di


elementi simbolico-rituali:
1) Fuoco
2) colore rosso del drappo (stoffa pregiata)
3) motivo del cuore mangiato
4) “Ego dominus tuus” richiama la forma biblica del decalogo “Ego sum Dominus
tuus” (io sono Dio tuo)(significato rituale)
valore profetico: prefigurando gli avvenimenti futuri(morte di beatrice)

TORNA UNA CONCEZIONE DELL’AMORE DRAMMATICA (DI CAVALCANTI ) (amore è


“amarissimo pianto; grande angoscia; segnore di pauroso aspetto” )

IL SALUTO, dalla VITA NUOVA, CAP. X, XI


Rispettando l’amore cortese, Dante si sforza di tenere nascosta a tutti l’identità della donna
amata, e finge di rivolgere il suo amore ad altre donne che chiama “dello schermo”
Però questa finzione provoca sdegno in Beatrice che gli nega il saluto

GUSTO INTELLETUALISTICO E RETORICO della cultura medeievale:


simmetrie, cadenze ritmiche(trasferite nel volgare da dante con molta raffinatezza)
Nel capitolo X, la simmetria della costruzione oppone membri paralleli: vizio, virtù
Il capitolo XI
- è diviso in 3 momenti con 3 gradazioni del sentimento e 3 diversi atteggiamenti:
segnati dalla ripresa dello stesso avverbio: quando (dico che quando, e quando, e
quando)
- Nella prosa sono presenti degli endecasillabi, il che dà carattere poetico e lirico a
questa prosa.
- Ricco di giochi di parole “saluto”/”salute” che terminano con “questa gentilissima
salute salutava”.
- Lessico aulico e poetico, ricco di latinismi(obumbare, redundava)

DALLA VITA NUOVA, CAP. XVIII


dopo aver manifestate in diverse poesie il suo sconforto causato dalla privazione del saluto di
Beatrice, dante ritiene opportuno parlare di altro (“ripigliare materia nuova e più nobile che la
passata”). Spiega quale è stata l’occasione che lo ha spinto a questa svolta determinante. Da
cui prendono inizio le “9 rime”
incontro con un gruppo di “donne gentili” e dialogo di dante con una di esse:
lo scambio di battute non ha alcuna intenzione di essere realistico, D. non vuole offrire una
scena di vita cittadina. Infatti vengono utilizzate linee estremamente stilizzate, con l’assenza
di elementi descritti dei luoghi, della donna…ecc..)
il dialogo:
occasione per una presa di coscienza fondamentale:
la “donna gentile” domanda a dante quale sia il fine del suo amore per beatrice, egli risponde
che inizialmente il suo fine era il saluto, ma quando esso gli è stato negato , egli aveva posto ò a
sua felicità in ciò che non gli potrebbe mai essergli sottratto: la lode con i versi di beatrice.
La “donna gentile” a questo punto fa notare a dante una contraddizione : invece di lodare
beatrice dante aveva continua a insistere sulla sua sofferenza.
Dante vergognato giunge al proposito che da quel momento in poi i sui versi sarebbero stati
costituiti solamente dalle lodi donna (materia che si rende conto essere troppo alta rispetto
alle sue capacità , e per cui resta diverso tempo senza osare cominciare)

SECONDA SEZIONE DELLA VITA NUOVA, SECONDO STADIO:L’AMORE PER BEATRICE FINO A
SE STESSO (SENZA ALCUNA RICOMPENSA)

DONNE C’HAVETE INTELLETTO D’AMORE:


 forma polistrofica (fatta di + stanze con uguale struttura metrica ripetuta)
 numero di stanze (strofe) variabile
 versi endecasillabi o settenari (per dare ritmo, se no sarebbe troppo monotono)
 una stanza è divisa in 2 parti:
5) fronte: divisa in 2 piedi (ognuno con un numero uguale di versi)
6) sirima o sirma: di solito non divisa oppure divisa in 2 parti uguali (volte)
DIVERSAMENTE DALLA BALLATA, la canzone contiene:
7) verso di collegamento detto chiave o concatenazione (a volte)
8) congedo: tre versi finali
DIVERSAMENTE DALLA CANZONE, la ballata contiene:
4) una prima parte detta ripresa che segue lo schema della sirima (o sirma)

Donne che comprendete l'esperienza d'amore io voglio parlare con voi della mia donna non perché
io creda di poter esaurire la sua lode ma voglio parlare per sfogare sentimenti del mio animo
Io voglio dire che considerando il suo valore amore si fa sentire così dolce che se io a quel punto
non perdessi il coraggio parlando farà innamorare la gente.
Eppure io non voglio parlare in stile tanto sublime da dover poi rinunciare temendo di non essere
all'altezza del compito ma parlerò della sua nobiltà superficialmente rispetto all'altezza del suo
valore con voi donne fanciulle esperte d'amore perché non è argomento di cui parlare con altri

PUBBLICO(ristretto)SI RIVOLGE ALLE DONNE CON ESPERIENZA DI AMOREDI


ARGOMENTO: lodare beatrice per sfogare la mente (per esprimere ciò che prova per lei)
Introduzione al resto della poesia.
-laude, sfogare la mente, il suo valore (della donna), Amore, dolce, innamorar la gente, stato
gentile, rispetto di lei, non è cosa da parlare altruis
Un angelo si rivolge direttamente alla mente Divina e dice “signore, nel mondo si vedono gli effetti
miracolosi negli atti di un'anima che risplende fin quassù in cielo “
Il Cielo, a cui non manca nulla se non avere lei, la chiede al suo signore e ogni tanto invoca Dio
che parla alludendo a beatrice, cive”miei cari adesso sopportate con pazienza che l’oggetto della
vostra speranza rimanga tutto il tempo che a me piacerà sulla terra là dove c'è qualcuno che teme
di perderla e che tira all'inferno ho d'andà ti ho conosciuto Beatrice e la speranza dei beati

piano divino, ed è prorio Dio a giustificare la presenza di Beatrice sulla terra.


Beatrice infatti costituisce il solo mezzo grazie a cui Dante potrà raggiungere la salvezza

Madonna è desiderata nel cielo più alto e ora voglio farvi sapere della sua virtù sostengo che
chiunque voglia apparire una donna Nobile deve andare con lei perché quando cammina per
strada amore produce nei cuori non Nobili uno sgomento in conseguenza del quale ogni loro
pensiero diventa ghiaccio e perisce e chi sostenesse la sua vista diventerebbe una creatura
Nobile o Morirebbe
E quando la mia donna trova qualcuno che sia degno di contemplarla quello sperimento il suo
potere Perché tutto quello che ella gli dona si tramuta per lui In occasione di salvezza e lo rende
tanto umile da permettergli di dimenticare qualsiasi offesa ricevuta Dio le ha concesso come
Grazie ancora Maggiore chi parla con lei non può essere punito come una fontana esterna

parte centrale del testo, in cui vengono descritti gli effetti benefici della donna sull’umanità .
(Il primo verso riepiloga la stanza precedente, nel secondo Dante annuncia invece il contenuto
della nuova)
Vuol far conoscere la virtù di Beatrice.
l’immagine della donna fa sparire ogni pensiero villano dai cuori e dona salvezza.
al suo passaggio, amore lancia nei cuori dei villani uno sgomento (gelo) a causa del quale, i
loro pensieri cattivi ghiacciano e muoiono.
Gli effetti quindi possono essere diversi, alla vista di Beatrice l’uomo villano può diventare
nobile oppure dannarsi, ma è certo che chiunque parla con lei non potrà mai dannarsi.

Amore dice di lei”Una creatura mortale Come può essere così bella e così pura?”Poi la guarda
attentamente e si dice che Dio intende farne una cosa straordinaria. Ha un colorito quasi di perla
nella misura che conviene a una donna non in modo eccessivo: Ella è il massimo di bellezza che
la natura può creare, la bellezza si può misurare Sulla base del modello da lei rappresentato.
Dai suoi occhi Non appena li muovi escono spiriti infiammati d'amore che feriscono gli occhi a
chiunque la guardi in quel momento E penetrano a tal punto che ciascuno degli spiriti raggiunge il
cuore:Voi le vedete amore dipinto sul viso in quel punto in cui nessuno può guardarla fissamente

personificazione di amore, che si chiede come possa una cosa mortale essere così bella e pura.
Dante passa quindi alla descrizione fisica di Beatrice, che però , seguendo i canoni stilnovistici,
si riduce solo alla sua carnagione chiare(perla) elemento che la lega sempre più al mondo
divino.
E’ importante però sottolineare come Dante identifichi Beatrice con la bellezza assoluta,
modello con cui si devono confrontare tutte le cose terrene.

Canzone, Io so che andrai a parlare a Monte donne quando io ti avrò resa nota Ora dato che io ti
ho creata come giovane e soase frutto di amore fai per cortesia che la dove arrivi tu dica
pregando” insegnatemi la strada Perché sono mandata aculei delle qui lodi sono adornata”
E se non vuoi Muoverti inutilmente non fermarti dove ci sia gente prima di nobiltà adopera ti se
vuoi in modo di rivelarti solo a donne uomini Cortesi che ti porteranno a Beatrice per la via più
rapida. insieme a lei troverai amore; raccomandami A lui meglio che puoi

quella del congedo, il poeta si rivolge alla sua canzone,


e le raccomanda di andare solo da persone gentili che la potranno condurre da Beatrice e da
Amore per una via rapida.

Ritmo piano, suoni dolci.

TANTO GENTILE TANTO ONESTA PARE

Appare tanto nobile e tanto onesta, la mia donna, quando porge il saluto a qualcuno, che ogni
lingua si zittisce per la trepidazione. E gli occhi non osano guardarla.

Ella procede, sentendosi lodare con quell’atteggiamento di nobiltà che rivela benevolenza; e
appare come un essere sceso dal cielo sulla Terra a manifestare a manifestare in concreto la
potenza divina.

Si manifesta con una tale bellezza a chi contempla, che dona attraverso gli occhi una dolcezza
al cuore, che chi non la prova non può capire

E sembra che dal suo viso e ,mani una soave ispirazione amorosa che suggerisce all’anima:
sospira

1) ALLITTERAZIONE(ripetizione di un suono o di una serie di suoni, vocaboli) tanto gentile


tanto onesta pare, significa la gentilezza della donna (importante perché): supera lo
stilnovismo
perché la donna porta l’uomo alla beatitudine (non c’è più conflitto tra l’amore per dio e
amore della donna)
2) Dante infine sospira: quello che provoca la donna all’animo quando la vede
In tutte le strofe c’è questa apparizione indicata dai
3) Verbi: pare in tutte le strofe (nella terza : mostrarsi) IMPORTANTE PERCHÉ L’APPARIRE
DELLA DONNA È LELEMENTO CHE POI SCATENA L’AMORE E PERCHE INDICA QUESTA
APPARIZIONE MIRACOLOSA:
pare, (apparire,: non arriva, ma lei appare)
tremando
mostrare
par che sia una cosa venuta, da cielo in terra a miracol mostrare (versi 7-8)

4) CONTEMPLAZIONE DELL’UOMO:
1. La vista della donna provoca qualcosa di contemplativo (piacere, dolcezza,) estatico,
(mistico) :
2. Sospiro: quello che provoca la donna all’animo di dante quando la vede (non guerra
come cavalcanti)
3. questa contemplazione estatica: ritmo lento, pacato con tante pause, stile molto dolce
(non spezzato) rende il senso di immobile, stupefatta contemplazione

sonetto:
impiegato da Dante, Petrarca, Tasso, Carducci, Pascoli, D’Annunzio fino alla rivoluzione
metrica del 900 che abbandonerà gli schemi chiusi (eccezione Saba e altri poeti che
resteranno fedeli alle tradizioni)
da inizio alla tradizione poetica italiana
composto da 14 endecasillabi diviso in 2 strofe di 4 versi (quartine) e in 2 strofe di 3 versi
(terzine)
le quartine possono avere
3. rime alternate (ABAB, ABAB)
4. incrociate (ABBA, ABBA)
- le terzine possono avere più opzioni
5. alternate (CDC, DCD)
6. incrociate (CDC, CDC),
7. ripetute (CDE,CDE)
8. invertite (CDE, EDC)

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