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(1265-1321)
Nuclei tematici 1
•Le rime stilnovistiche (1283-1293) sono le rime del tirocinio poetico di Dante e
appaiono dominate dal tema amoroso, declinato nei modi della lirica volgare
toscana del secondo Duecento.
•Le rime allegoriche e dottrinali (ultimo decennio del Duecento) appartengono alla
fase degli studi filosofico-teologici cui Dante si avvicina dopo la morte di Beatrice:
nelle prime la passione per la filosofia e l’ansia di conoscenza si esprimono in
forme allegoriche, nelle seconde predomina il tema morale.
•Le rime petrose (1296-1298) sono 4 componimenti che pongono come oggetto un
sentimento amoroso oppressivo e tormentoso per una donna dal cuore duro e
impenetrabile, chiamata col nome/senhal di bella petra.
Nuclei tematici 2
•Le rime dell’esilio (1302-1307) presentano Dante come “cantore della rettitudine”,
di virtù e giustizia: danno voce a tematiche etico-civili, alla critica della civiltà
comunale e dei suoi valori.
•La tenzone con Forese Donati (1293-1296) si compone di 6 sonetti, in cui, sulla
falsariga della poesia comico-realistica, i due contendenti si scambiano accuse
infamanti su temi tratti dalla quotidianità come il cibo, il sesso, il gioco.
Lo stile 1
•Le rime allegoriche e dottrinali risentono degli studi filosofici compiuti da Dante e
assumono perciò artifici retorici e stilistici propri della disputa filosofica, come la
dimostrazione e la confutazione.
•Le rime petrose presentano uno stile “aspro”, modellato sul trobar clus del
trovatore Arnaut Daniel: si caratterizzano per una forte tensione sperimentale che
induce Dante alla ricerca di parole rare (diaspro), suoni duri (scorza/forza,
squatra/latra), rime ricche (arretra/faretra) e immagini che rovesciano la topica
cortese (non esce di faretra/saetta che già mai la colga ignuda).
Lo stile 2
•Le rime dell’esilio hanno come punto di riferimento la produzione poetica di tema
civile di Guittone d’Arezzo: il tono è quello polemico e sdegnoso che tornerà poi in
alcuni passi della Commedia.
•La tenzone con Forese Donati è modellata sul precedente provenzale della
tenso, di cui recupera lo stile aspro e vigoroso dell’invettiva, espressa con un
linguaggio basso e triviale secondo i modi satirici, realistici, caricaturali e gergali
della poesia comico-realistica.
Nuclei tematici 1
•L’amore del poeta per Beatrice viene ripercorso dal primo incontro fino alla
morte e all’accenno, che l’opera lascia in sospeso, alla “mirabile visione” della
donna, accolta in gloria nella beatitudine dell’Empireo.
•Dante formula una nuova concezione dell’amore come desiderio che si appaga
nella sola “loda”, nella celebrazione cioè delle lodi della donna e nella
contemplazione disinteressata delle sue virtù morali.
Nuclei tematici 2
Lo stile 1
•La forma scelta da Dante è il prosimetro, un genere che alterna 31 liriche (25
sonetti, 5 canzoni e una ballata) a prose di commento, secondo il modello delle
razos provenzali.
Lo stile 2
•Diffuso è il simbolismo numerico (Nove fiate già appresso lo mio nascimento...
dal principio del suo anno nono...) e cromatico (vestita di nobilissimo colore umile
e onesto sanguigno), i quali raccordano gli episodi più rilevanti della vita di Beatrice
e del percorso amoroso del poeta.
•La prosa in volgare è lineare e presenta uno stile elegante e didascalico (Avenne
poi che passando per uno camino lungo lo quale sen gia uno rivo chiaro molto, a
me giunse tanta volontà di dire) che mira a ridurre la distanza tra volgare e latino.
•Lo stile poetico è caratterizzato da dolcezza (Io dico che pensando ’l suo
valore/Amor sì dolce mi si fa sentire): rispecchia quel “dolce stil novo” che
qualifica la nuova maniera di poetare cui Dante attribuisce una posizione di
superiorità rispetto alle esperienze precedenti.
Nuclei tematici
Lo stile
•La poesia si alterna alla prosa, che funge da commento alla poesia con stile
argomentativo vicino alla trattazione filosofica tradizionale (La vivanda di questo
convivio sarà di quattordici maniere ordinata, cioè [di] quattordici canzoni sì d’amor
come di vertù materiate).
•La sintassi e il lessico sono modellati sull’esempio del latino: ne consegue uno stile
elevato e un linguaggio ricco di metafore e similitudini (Elle soverchian lo nostro
intelletto/come raggio di sole un frale viso).
Nuclei tematici
• Dante traccia una storia della lingua dalle origini alla modernità, operando una
distinzione tra gli idiomi europei e tra le specificità dialettali della penisola. Da ciò
deriva la proposta di un volgare ideale, reso stabile dalla codificazione degli stili e
dall’uso regolato dei precetti retorici, capace di acquistare dignità di lingua letteraria.
• Si trattano gli stili della retorica medievale e, nel teorizzare una lingua idonea allo
stile tragico, si dà la definizione di “volgare illustre”, del quale Dante fornisce un
canone degli autori.
• La forma metrica della canzone è presentata come la più idonea allo stile tragico.
Lo stile
•Il latino dantesco è dotto e lo stile retorico è alto, arricchito dagli ornamenti della
retorica medievale (per colmare un vaso così grande non basterà che io attinga
l’acqua del mio ingegno, ma vi mescolerò miglior sostanza prendendo e
inframmettendo cose dette da altri, sì da potere quindi fornire l’idromele più dolce).
Nuclei tematici
•Dante propone la “teoria di due soli”: le due autorità del papa e dell’imperatore
sono autonome e complementari.
Lo stile
Nuclei tematici 1
•La crisi della società comunale, dei poteri universali e dei valori tradizionali è
l’orizzonte di riferimento di un vastissimo repertorio di temi morali, politici, religiosi:
tocca a Dante assolvere la missione profetica, mostrando l’itinerario della sua
anima dalla schiavitù del peccato alla libertà spirituale.
•Argomento centrale è anche quello politico, che Dante coniuga su due livelli,
municipale (Firenze) e universale (Papato e impero).
•Tra i temi ricorrenti spicca quello della riflessione sulla poesia e sul ruolo del
poeta: Dante sceglie come guida Virgilio e incontra nel suo cammino gli antichi e i
moderni, intrecciando un discorso continuo sulla propria esperienza poetica.
Lo stile 1
•Il volgare, basato sul dialetto fiorentino, è regolato sul principio della
convenientia, cioè l’adeguamento della lingua e dello stile ai temi, ai personaggi e
alle situazioni descritti nel poema. La molteplicità che caratterizza questi ultimi
corrisponde pertanto a una pluralità di livelli stilistici e linguistici.
•Se, pur nella generale commistione di stili, ogni cantica possiede una sua tonalità,
nel poema predominano:
-il realismo, l’uso cioè di elementi propri della lingua parlata e del dialogo
(manicare), nomi di persona e toponimi;
-la varietà espressiva, definita plurilinguismo, espressa soprattutto nella grande
ricchezza lessicale (scolorocci il viso) che annovera provenzalismi (affanno),
latinismi (latra), grecismi (tetragono), tecnicismi scientifici (complessione),
regionalismi o municipalismi (canoscenza) e neologismi (trasumanare).
Lo stile 2
•Sul piano metrico, la terza rima è invenzione dantesca. Le rime impiegate nel
poema sono spesso difficili e rare (incrocicchia/nicchia/picchia) e sempre di grande
effetto espressivo.
Nuclei tematici
Lo stile
•La prosa delle lettere dantesche mostra un tono sostenuto e rivela una grande
perizia nell’applicazione delle regole dell’ars dictandi medievale.
•La tematica politica determina non di rado l’emergere di toni accesi e ispirati: nei
passi emerge la passione, la condanna morale (scelleratissimi Fiorentini), i moti
d’orgoglio (fiorentino di nascita e non di costumi) e l’indignazione per un esilio
sempre sofferto (Dante Alighieri fiorentino ed esule senza colpa).
Nuclei tematici 1
•Il Detto d’amore proviene dal medesimo manoscritto del Fiore ed è ugualmente
una riduzione del Roman de la Rose: i temi sono quelli dell’amor cortese declinati
tuttavia in modi originali.
Nuclei tematici 2
•Le Egloghe sono due componimenti in latino indirizzati a Giovanni del Virgilio,
professore di grammatica dello Studio di Bologna, attraverso cui Dante conduce
una ferma difesa del volgare e delle proprie scelte poetiche.
•Nel Fiore la forma metrica del sonetto è assunta come sorta di strofa di un
componimento continuo: il registro prevalente è quello satirico e comico-realistico.
•Del Detto d’amore si conservano solo 480 versi in distici di settenari a rima
baciata, metro tipico della poesia allegorico-didattica.
•La Quaestio de aqua et terra riflette sul piano stilistico le dispute universitarie del
tempo sulle questioni di carattere dottrinale.