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La vita Dante Alighieri

(1265-1321)

Nasce a Firenze nel 1265.


 
Il padre, di piccola nobiltà cittadina di parte
guelfa, pratica il commercio e il prestito di
denaro. A Firenze compie gli studi di
grammatica e retorica e dal 1283 compone
liriche in volgare.
 
Nel 1274 incontra per la prima volta Beatrice.
Sposa però più tardi Gemma Donati, da cui
ha tre figli.
 
Nel 1295 si iscrive all’Arte dei Medici e degli
Speziali: inizia la partecipazione alla vita
politica di Firenze che lo porterà al priorato,
massima magistratura cittadina, nel 1300.
 

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La vita Dante Alighieri
(1265-1321)

Si reca a Roma per il Giubileo e l’anno


successivo intraprende l’attività diplomatica:
è in missione presso Bonifacio VIII quando i
Guelfi Neri si impadroniscono di Firenze.
Dante è condannato in contumacia.
 
Negli anni dell’esilio è ospite di varie corti
italiane, presso signori come Cangrande
della Scala a Verona, Guido dei conti Guidi a
Poppi nel Casentino e, in ultimo, Guido
Novello da Polenta a Ravenna.
 
Tra il 1310 e il 1311 incontra l’imperatore
Enrico VII forse a Milano, la cui morte però
nel 1313 segna per Dante la perdita di ogni
speranza di poter rientrare a Firenze.
 
Muore in esilio, malato di malaria, a
Ravenna nel 1321.

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Le opere
Rime (1283-1307/08)
Raccolta poetica riunita in epoca moderna,
distinta in 5 gruppi di poesie, diversi per temi e per metro
ma accomunati da uno stesso approccio sperimentale.

Nuclei tematici 1

•Le rime stilnovistiche (1283-1293) sono le rime del tirocinio poetico di Dante e
appaiono dominate dal tema amoroso, declinato nei modi della lirica volgare
toscana del secondo Duecento.

•Le rime allegoriche e dottrinali (ultimo decennio del Duecento) appartengono alla
fase degli studi filosofico-teologici cui Dante si avvicina dopo la morte di Beatrice:
nelle prime la passione per la filosofia e l’ansia di conoscenza si esprimono in
forme allegoriche, nelle seconde predomina il tema morale.

•Le rime petrose (1296-1298) sono 4 componimenti che pongono come oggetto un
sentimento amoroso oppressivo e tormentoso per una donna dal cuore duro e
impenetrabile, chiamata col nome/senhal di bella petra.

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Le opere
Rime

Nuclei tematici 2

•Le rime dell’esilio (1302-1307) presentano Dante come “cantore della rettitudine”,
di virtù e giustizia: danno voce a tematiche etico-civili, alla critica della civiltà
comunale e dei suoi valori.

•La tenzone con Forese Donati (1293-1296) si compone di 6 sonetti, in cui, sulla
falsariga della poesia comico-realistica, i due contendenti si scambiano accuse
infamanti su temi tratti dalla quotidianità come il cibo, il sesso, il gioco.

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Le opere
Rime

Lo stile 1

•Le rime stilnovistiche si ispirano alla lirica provenzale, mediata da Guittone


d’Arezzo, e ai massimi poeti dello Stilnovo, Guido Guinizzelli e Guido Cavalcanti
(Guido, i’ vorrei che tu e Lippo ed io), con uno stile che poi nella Vita Nuova troverà
una personale espressione.

•Le rime allegoriche e dottrinali risentono degli studi filosofici compiuti da Dante e
assumono perciò artifici retorici e stilistici propri della disputa filosofica, come la
dimostrazione e la confutazione.

•Le rime petrose presentano uno stile “aspro”, modellato sul trobar clus del
trovatore Arnaut Daniel: si caratterizzano per una forte tensione sperimentale che
induce Dante alla ricerca di parole rare (diaspro), suoni duri (scorza/forza,
squatra/latra), rime ricche (arretra/faretra) e immagini che rovesciano la topica
cortese (non esce di faretra/saetta che già mai la colga ignuda).

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Le opere
Rime

Lo stile 2

•Le rime dell’esilio hanno come punto di riferimento la produzione poetica di tema
civile di Guittone d’Arezzo: il tono è quello polemico e sdegnoso che tornerà poi in
alcuni passi della Commedia.

•La tenzone con Forese Donati è modellata sul precedente provenzale della
tenso, di cui recupera lo stile aspro e vigoroso dell’invettiva, espressa con un
linguaggio basso e triviale secondo i modi satirici, realistici, caricaturali e gergali
della poesia comico-realistica.

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Le opere
Vita Nova (1292-1294/95)
Libello autobiografico di tema amoroso in forma di prosimetro,
composto da 31 liriche accompagnate da prose di commento

Nuclei tematici 1

•L’amore del poeta per Beatrice viene ripercorso dal primo incontro fino alla
morte e all’accenno, che l’opera lascia in sospeso, alla “mirabile visione” della
donna, accolta in gloria nella beatitudine dell’Empireo.

•Dante formula una nuova concezione dell’amore come desiderio che si appaga
nella sola “loda”, nella celebrazione cioè delle lodi della donna e nella
contemplazione disinteressata delle sue virtù morali.

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Le opere
Vita Nova

Nuclei tematici 2

•I temi del discorso amoroso appartengono al repertorio cortese e stilnovistico, ma


già presentano caratteri di originalità:
- la celebrazione della donna amata si sposta dall’esaltazione della bellezza
a quella delle virtù morali e spirituali;
- il saluto della donna si fa dispensatore di salvezza cristianamente intesa;
- la creatura angelica degli stilnovisti diviene una figura sovrannaturale e
salvifica che trascende la dimensione umana e terrena;
- la gentilezza e la nobiltà si presentano come inclinazioni dell’animo proprie
di chi è disposto naturalmente ad accogliere Amore, indipendentemente dalle
condizioni sociali e di censo.

• La tematica amorosa si intreccia alla riflessione sulla poesia: l’opera si


configura come la storia della poesia giovanile di Dante che dalle premesse
stilnovistiche approda allo stile della “loda”.

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Le opere
Vita Nova

Lo stile 1

•La forma scelta da Dante è il prosimetro, un genere che alterna 31 liriche (25
sonetti, 5 canzoni e una ballata) a prose di commento, secondo il modello delle
razos provenzali.

•Ai modelli formali cortesi Dante affianca:


-procedimenti narrativi della letteratura agiografica, specie francescana (Madonna è
disïata in sommo cielo: or vo’ di sua virtù farvi savere);
-latinismi e stilemi retorico-stilistici che provengono dalle Sacre Scritture, come la
triplice anafora che ricalca la formula testamentaria illo tempore (In quel punto... In
quel punto... In quel punto...);
-formule tratte da testi della mistica medievale, come nei passi che alludono
all’impossibilità di comprendere l’esperienza del divino (‘ntender no·lla può chi
no·lla prova).

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Le opere
Vita Nova

Lo stile 2
 
•Diffuso è il simbolismo numerico (Nove fiate già appresso lo mio nascimento...
dal principio del suo anno nono...) e cromatico (vestita di nobilissimo colore umile
e onesto sanguigno), i quali raccordano gli episodi più rilevanti della vita di Beatrice
e del percorso amoroso del poeta.

•La prosa in volgare è lineare e presenta uno stile elegante e didascalico (Avenne
poi che passando per uno camino lungo lo quale sen gia uno rivo chiaro molto, a
me giunse tanta volontà di dire) che mira a ridurre la distanza tra volgare e latino.

•Lo stile poetico è caratterizzato da dolcezza (Io dico che pensando ’l suo
valore/Amor sì dolce mi si fa sentire): rispecchia quel “dolce stil novo” che
qualifica la nuova maniera di poetare cui Dante attribuisce una posizione di
superiorità rispetto alle esperienze precedenti.

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Le opere
Convivio (1304-1308)
Trattato dottrinario in volgare in 4 libri, strutturato come
commento in prosa di canzoni a contenuto dottrinale e filosofico

Nuclei tematici

•Il Convivio è il “banchetto” sapienziale apparecchiato da Dante per condividere


con il suo pubblico il cibo della scienza e l’amore per il sapere.

•I temi sono vari e abbracciano campi del sapere tradizionalmente riservati


all’erudizione in latino, ovvero la filosofia, la teologia, l’etica, la fisica, l’astronomia,
la politica.

•Emergono in particolare alcune riflessioni come:


-l’impegno del poeta nella rivalutazione del volgare;
-la ricerca di un nuovo pubblico di illetterati desiderosi di apprendere;
-il posto preminente assegnato alla filosofia;
-la nuova figura dell’intellettuale depositario di un sapere disinteressato;
-il concetto di vera nobiltà;
-l’esaltazione della monarchia universale.

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Le opere
Convivio

Lo stile

•La poesia si alterna alla prosa, che funge da commento alla poesia con stile
argomentativo vicino alla trattazione filosofica tradizionale (La vivanda di questo
convivio sarà di quattordici maniere ordinata, cioè [di] quattordici canzoni sì d’amor
come di vertù materiate).

•Dante adotta la prassi del sillogismo di stampo aristotelico-scolastico: posta la


quaestio (Poi che purgato è questo pane dalle macule accidentali, rimane ad
escusare lui da una sustanziale, cioè dall’essere volgare e non latino), viene
suddivisa e discussa nei vari articula (E [d]a ciò brievemente lo scusano tre
ragioni... l’una... l’altra... la terza...) fino alla responsio finale (Per che si conchiude
lo principale intendimento...).

•La sintassi e il lessico sono modellati sull’esempio del latino: ne consegue uno stile
elevato e un linguaggio ricco di metafore e similitudini (Elle soverchian lo nostro
intelletto/come raggio di sole un frale viso).

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Le opere
De Vulgari Eloquentia (1304-1305)
Trattato di eloquenza in latino incompiuto
in 2 libri sulla lingua e sulla poesia volgare

Nuclei tematici

• Il tema centrale è la questione della lingua: il volgare è ritenuto lingua naturale e,


in quanto tale, più nobile delle lingue artificiali come il latino.

• Dante traccia una storia della lingua dalle origini alla modernità, operando una
distinzione tra gli idiomi europei e tra le specificità dialettali della penisola. Da ciò
deriva la proposta di un volgare ideale, reso stabile dalla codificazione degli stili e
dall’uso regolato dei precetti retorici, capace di acquistare dignità di lingua letteraria.

• Si trattano gli stili della retorica medievale e, nel teorizzare una lingua idonea allo
stile tragico, si dà la definizione di “volgare illustre”, del quale Dante fornisce un
canone degli autori.

• La forma metrica della canzone è presentata come la più idonea allo stile tragico.

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Le opere
De Vulgari Eloquentia

Lo stile

•Il latino dantesco è dotto e lo stile retorico è alto, arricchito dagli ornamenti della
retorica medievale (per colmare un vaso così grande non basterà che io attinga
l’acqua del mio ingegno, ma vi mescolerò miglior sostanza prendendo e
inframmettendo cose dette da altri, sì da potere quindi fornire l’idromele più dolce).

•Molti sono i volgarismi e, secondo i precetti dell’ars dictandi, nel lessico si


incontrano vocaboli rari e preziosi (cardinale, curiale) : il dettato nel suo complesso
risente delle colte letture dantesche, dalla Bibbia (l’acqua del mio ingegno) ai poeti
e prosatori latini (grammatica, illustre).

•Frequente è il rimando ai principi filosofici della tradizione aristotelico-tomistica,


come la categoria di sostanza o i concetti di unità, di specie e di genere (ogni cosa,
in quanto fa parte di un genere, è misurabile da ciò che, nel dato genere, è l’unità),
che Dante ricalca impiegando il medesimo stile argomentativo.

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Le opere
Monarchia (1310-1313)
Trattato di argomento filosofico-politico
scritto in latino e composto di 3 libri

Nuclei tematici

•Servendosi di argomenti di diritto, di teologia e di logica, Dante espone la propria


concezione sulla natura della monarchia temporale e sul rapporto tra i poteri
universali di Chiesa e impero.

•Il potere dell’imperatore è legittimato sul piano storico e filosofico: la presenza


dell’impero è condizione indispensabile al mantenimento della pace e al benessere
dell’umanità, mentre è confutata la supremazia temporale del papa.

•Dante propone la “teoria di due soli”: le due autorità del papa e dell’imperatore
sono autonome e complementari.

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Le opere
Monarchia

Lo stile

•La struttura dell’argomentazione è quella della quaestio scolastica, una per


ciascun libro.

•Poiché si rivolge al pubblico dei dotti, l’opera è scritta in latino e impiega un


rigoroso procedimento sillogistico, come nel caso della dimostrazione per assurdo
(Adunque, cogli argomenti precedentemente addotti abbiamo provato quanto
basta, per riduzione “all’assurdo” che l’autorità dell’impero non dipende affatto dalla
Chiesa) propria dell’aristotelismo scolastico.

•Dante mostra grande abilità retorica nella costruzione sintattica e stilistica.

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Le opere Commedia (1306-1321)
Poema allegorico-didattico in 3 cantiche, ciascuna composta di 33 canti
più uno iniziale che funge da proemio

Nuclei tematici 1

•Tema centrale è il viaggio: Dante finge di compiere un viaggio ultraterreno, nei


regni dell’Inferno, del Purgatorio e del Paradiso, affinché la ricerca della propria
salvezza spirituale e morale sia di esempio per un’umanità che versa nel peccato.

•La crisi della società comunale, dei poteri universali e dei valori tradizionali è
l’orizzonte di riferimento di un vastissimo repertorio di temi morali, politici, religiosi:
tocca a Dante assolvere la missione profetica, mostrando l’itinerario della sua
anima dalla schiavitù del peccato alla libertà spirituale.

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Le opere Commedia
Nuclei tematici 2

•Oggetto di fondamentali riflessioni sono le questioni di carattere dottrinale come:


-il tema del libero arbitrio, inclinazione naturale al bene su cui agisce un’anima
razionale, e dunque una volontà, che orienta liberamente verso il bene o verso il
male;
-il tema della Provvidenza, volontà di Dio ineffabile e insondabile agente nella
storia.

•Argomento centrale è anche quello politico, che Dante coniuga su due livelli,
municipale (Firenze) e universale (Papato e impero).

•Tra i temi ricorrenti spicca quello della riflessione sulla poesia e sul ruolo del
poeta: Dante sceglie come guida Virgilio e incontra nel suo cammino gli antichi e i
moderni, intrecciando un discorso continuo sulla propria esperienza poetica.

•Notevole è anche il tema dell’ineffabilità: l’indicibilità, l’impossibilità a manifestare


in maniera adeguata, attraverso l’espressione poetica, le visioni dell’aldilà e la gloria
divina cui il poeta assiste nel mondo ultraterreno.

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Le opere Commedia

Lo stile 1

•Il volgare, basato sul dialetto fiorentino, è regolato sul principio della
convenientia, cioè l’adeguamento della lingua e dello stile ai temi, ai personaggi e
alle situazioni descritti nel poema. La molteplicità che caratterizza questi ultimi
corrisponde pertanto a una pluralità di livelli stilistici e linguistici.

•Se, pur nella generale commistione di stili, ogni cantica possiede una sua tonalità,
nel poema predominano:
-il realismo, l’uso cioè di elementi propri della lingua parlata e del dialogo
(manicare), nomi di persona e toponimi;
-la varietà espressiva, definita plurilinguismo, espressa soprattutto nella grande
ricchezza lessicale (scolorocci il viso) che annovera provenzalismi (affanno),
latinismi (latra), grecismi (tetragono), tecnicismi scientifici (complessione),
regionalismi o municipalismi (canoscenza) e neologismi (trasumanare).

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Le opere Commedia

Lo stile 2

•Largo è l’impiego di procedimenti retorici che servono a tenere viva la tensione


narrativa, tra cui l’apostrofe (O tu che leggi), l’agnizione (insieme fui cristiano e
Cacciaguida), la similitudine o l’allegoria (veltro) cui è affidata una funzione
pedagogica e morale.

•Sul piano metrico, la terza rima è invenzione dantesca. Le rime impiegate nel
poema sono spesso difficili e rare (incrocicchia/nicchia/picchia) e sempre di grande
effetto espressivo.

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Le opere
Epistolae (dopo il 1300)
Tredici lettere in latino
parte di un ampio corpus epistolare perduto

Nuclei tematici

Le tematiche delle epistole dantesche sono prevalentemente politiche:


•le epistole V, VI e VII si riferiscono alla discesa in Italia dell’imperatore Enrico VII e
alla speranza che egli possa restaurare l’autorità imperiale e, con essa, la pace e la
giustizia;
•le epistole VIII, IX e X appartengono a un gruppo di lettere dal carattere
occasionale, legate cioè a circostanze e convenzioni di natura diplomatica o di
corte;
•l’epistola III, IV e XII costituiscono un insieme di lettere di corrispondenza,
connesse alle vicende biografiche e intellettuali del poeta;
•l’epistola XI esorta i cardinali italiani riuniti in conclave a eleggere un papa italiano
che riporti la sede del papato da Avignone a Roma;
•l’epistola XIII è dedicata a Cangrande della Scala, signore di Verona, e costituisce
una sorta di introduzione e commento alla Commedia.

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Le opere
Epistolae

Lo stile

•La prosa delle lettere dantesche mostra un tono sostenuto e rivela una grande
perizia nell’applicazione delle regole dell’ars dictandi medievale.

•Frequenti sono i riferimenti scritturali (il timoniere e i rematori sulla navicella di


Pietro dormono) e le citazioni dagli autori classici (come Pallade si recò
sull’Elicona).

•La tematica politica determina non di rado l’emergere di toni accesi e ispirati: nei
passi emerge la passione, la condanna morale (scelleratissimi Fiorentini), i moti
d’orgoglio (fiorentino di nascita e non di costumi) e l’indignazione per un esilio
sempre sofferto (Dante Alighieri fiorentino ed esule senza colpa).

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Le opere Fiore e detto d’amore (1285-1290 ca)
Egloghe (1319-1321)
Quaestio de aqua et terra (1320)

Nuclei tematici 1

•Il Fiore, conservato da un unico manoscritto redatto in Francia da mano fiorentina,


è un poemetto composto da una corona di 232 sonetti che rielaborano in
volgare fiorentino, a scopo didattico e divulgativo, il poema francese del Roman de
la Rose di Jean de Meung.

•Il Detto d’amore proviene dal medesimo manoscritto del Fiore ed è ugualmente
una riduzione del Roman de la Rose: i temi sono quelli dell’amor cortese declinati
tuttavia in modi originali.

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Le opere Fiore e detto d’amore
Egloghe
Quaestio de aqua et terra

Nuclei tematici 2

•Le Egloghe sono due componimenti in latino indirizzati a Giovanni del Virgilio,
professore di grammatica dello Studio di Bologna, attraverso cui Dante conduce
una ferma difesa del volgare e delle proprie scelte poetiche.

•Le Quaestio de aqua et terra è un trattato cosmologico in latino, di paternità non


accertata, in cui Dante espone le proprie teorie sulla struttura dell’universo
secondo il modello cosmologico medievale geocentrico.

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Le opere Fiore e detto d’amore
Egloghe
Quaestio de aqua et terra
Lo stile

•Nel Fiore la forma metrica del sonetto è assunta come sorta di strofa di un
componimento continuo: il registro prevalente è quello satirico e comico-realistico.

•Del Detto d’amore si conservano solo 480 versi in distici di settenari a rima
baciata, metro tipico della poesia allegorico-didattica.

•Le Egloghe sono composte rispettivamente di 68 e di 97 esametri latini, condotti


secondo il modello della poesia bucolica virgiliana.

•La Quaestio de aqua et terra riflette sul piano stilistico le dispute universitarie del
tempo sulle questioni di carattere dottrinale.

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