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(1778-1827)
•I temi centrali sono la bellezza e la sua caducità, la morte, la madre come simbolo
di madre-terra, patria e rifugio familiare, l’esilio, le illusioni, il conflitto tra ragione e
sentimento, l’avversione per il proprio tempo opposto alla perduta classicità.
•Nelle odi la donna è assimilata a una divinità del mito, la sua bellezza ha un effetto
rassicurante sull’animo del poeta che come nuovo aedo potrà renderne eterna la
figura.
Nuclei tematici 2
•I sonetti si distinguono in due gruppi: i primi 8, legati all’esempio dell’Alfieri,
risentono della temperie dell’Ortis, i successivi 4, composti dopo il 1802, mostrano
una poesia più intimista e riflessiva.
•Alla sera pone, attraverso l’immagine metaforica della sera, il tema della morte in
quanto approdo finale capace di recare una quiete da sempre desiderata.
•In A Zacinto il tema è quello dell’esilio non solo dalla patria ma, simbolicamente,
da un ideale di bellezza e armonia che il mondo presente ha smarrito.
•In morte del fratello Giovanni il poeta celebra il ricordo del fratello suicida e
lamenta il destino ostile di esiliato che gli impedirà di tornare per piangere il fratello
davanti alla sua tomba.
•Il sonetto Alla sera si configura come un’apostrofe alla sera (tu sei l’imago a me sì
cara vieni / o Sera). Alla frammentazione ritmica delle quartine, dovuta a
enjambements e anastrofi (dal nevoso aere inquïete / tenebre e lunghe all’universo
meni), si oppone il ritmo più sciolto delle terzine; il lessico è letterario, ricco di
latinismi (cure) e lemmi aspri (torme).
Nuclei tematici 1
•La morte, secondo la concezione meccanicistica e sensistica del poeta propria del
materialismo settecentesco illuminista, è il nulla eterno.
•Le tombe degli spiriti illustri tuttavia, come quelle di Santa Croce a Firenze,
ispirano agli uomini sentimenti nobili, desiderio di alte imprese e amor di patria.
•La poesia, ancora più della tomba in quanto immateriale e non soggetta a
deperimento, è eternatrice: rende immortale la gloria degli uomini grandi e ha
perciò un alto valore civile.
•Lo stile è elevato e spazia tra registri diversi, dall’epico (balenar d’elmi e di
cozzanti brandi, / fumar le pire d’igneo vapor, corrusche / d’armi ferree vedea larve
guerriere / cercar la pugna) al sublime (uscir del teschio, ove fuggìa la Luna, /
l’upupa, e svolazzar su per le croci / sparse per la funerea campagna),
intervallando toni drammatici (e involve / tutte cose l’obblio nella sua notte) a
riflessioni intimiste (né da te, dolce amico, udrò più il verso), da brani dialogici a
monologhi, raccordati da “transizioni” pindariche, cioè brevi stacchi o passaggi
tematici (Ma perché pria del tempo ... Non vive ei forse ...).
Nuclei tematici 1
•Il poema nasce dalla visione dell’opera scultorea Le Grazie di Antonio Canova,
ammirata da Foscolo agli Uffizi di Firenze nel maggio del 1812.
•Il poema è strutturato in tre inni, dedicati a tre dee del mondo classico – Venere,
Vesta e Pallade-Minerva – e alle tre Grazie, divinità intermedie tra cielo e terra,
simboli della bellezza e avversarie degli istinti distruttivi e della bestialità dell’animo
umano.
•Nel poema si celebrano anche tre donne mortali, elette al rango di sacerdotesse e
rappresentanti delle tre arti, musica, poesia e danza.
•Il tema centrale è quello civile, qui travestito dal mito: le Grazie dovranno assistere
l’Italia in un difficile momento della sua storia. L’azione delle arti che esse
rappresentano è civilizzatrice nel cammino dell’umanità: in particolare, la poesia ha
funzione civica e esortativa.
•Il ritmo appare rallentato (Attenuando gli apollinei rai / volgeano i fusi nitidi le
pronte / Ore) e il verso acquista grande musicalità (e di grati olezzi Iride allegra).
Nuclei tematici 1
•Compare il tema del sepolcro che diverrà centrale nella produzione poetica.
•La delusione d’amore si assomma a quella civile e politica: unica via di fuga è il
suicidio.
Nuclei tematici 1
•Nell’Epistolario, raccolto oggi in diversi volumi e caratterizzato dai temi più vari,
Foscolo mira a presentarsi in maniera idealizzata, rispondendo così all’ideale
romantico che consiste nel fare della propria vita un’opera d’arte.
•Nella Notizia compare una nuova cifra stilistica che ha fatto parlare di “prosa
didimea”: armoniosa, sciolta, con una lingua che si caratterizza per una maggiore
spontaneità espressiva (si faceva chiamare Didimo di nome, e chierico di cognome;
ma gli rincresceva sentirsi dar dell’abate). Il registro ironico, proprio di Sterne,
rende il racconto leggero e antiretorico (Era devoto a Virgilio; nondimeno diceva:
Che s’era fatto prestare ogni cosa da Omero, dagli occhi in fuori).