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Ermetismo

Corrente poetica italiana nata all'inizio del Novecento e sviluppatasi


negli anni Trenta. Gli ermetici furono un gruppo di poeti raccolti
soprattutto intorno a due riviste fiorentine, "Il Frontespizio" e "Campo
di Marte", ed ebbero alcuni interlocutori critici privilegiati come il
cattolico Carlo Bo e Oreste Macrì.
La poesia di Giuseppe Ungaretti, Salvatore Quasimodo, Alfonso Gatto,
Mario Luzi, Piero Bigongiari, Leonardo Sinisgalli si può leggere come
una reazione sia all'elaborata retoricità dannunziana sia al simbolismo
poco concettuale e poco astratto di Giovanni Pascoli. I modelli positivi
di riferimento sono infatti soprattutto stranieri, come Stéphane
Mallarmé e Paul Valéry. Secondo gli ermetici, la poesia non deve
scendere a compromessi né con la realtà riconoscibile nell'esperienza di
tutti, né con un'antica tradizione poetica logorata come quella italiana,
e neppure con una facile comunicatività. Si tratta di una poesia
evocativa, oscura, non organizzata in modo logico ma ricca di
metafore, analogie e immagini perlopiù ricercate e astratte. Una
poesia che, aspirando alla "purezza", diventa in certi casi difficile da
comprendere. Proprio sottolineando questo ostentato distacco, gli
ermetici sostenevano di aver rifiutato ogni compromesso con il
fascismo.

Quasimodo Salvatore

(Modica, Ragusa 1901 - Napoli 1968), poeta, traduttore e critico


italiano, esponente di spicco del movimento ermetico. Cominciò a
scrivere versi giovanissimo, all'età di quindici anni, ed ebbe una
formazione caratterizzata da continui spostamenti di residenza (e
dunque dal variare di scuole e insegnanti) e dalla necessità di badare
economicamente a se stesso. Figura importante della giovinezza fu

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monsignor Rampolla del Tindaro, per il suo insegnamento, fondamentale
per Quasimodo, del greco e del latino.
Negli anni Trenta si stabilì a Firenze, presso il cognato Elio Vittorini.
Qui conobbe Eugenio Montale, Arturo Loria, Alessandro Bonsanti e il
gruppo di scrittori legato a "Solaria", rivista sulla quale pubblicò altre
poesie. La prima raccolta, Acque e terre, è del 1930; nel 1932 uscì
Oboe sommerso. Dopo altri viaggi fu assunto dal settimanale "Tempo",
quindi insegnò al conservatorio di Milano. Con Erato e Apollion (1932-
36), Nuove poesie (1936-42), La vita non è sogno (1949), Falso e vero
verde (1949-55), la sua fama di poeta crebbe progressivamente, e i
premi letterari si moltiplicarono, fino al conferimento del Nobel nel
1959. Molto importanti sono le traduzioni raccolte nel volume Lirici
greci (1940), in cui la sua vocazione alla semplicità e all'eleganza trova
nei testi antichi il luogo ideale in cui esercitarsi.
Mentre nella prima fase della sua evoluzione il poeta aveva mostrato
predilezione per le immagini rarefatte e per l'ambientazione in una
Sicilia dal sapore mitico, in seguito la sua opera cominciò a riflettere
in modo più diretto l'opposizione al regime fascista e l'orrore della
guerra, particolarmente in Giorno dopo giorno (1947). In seguito
prevalse un andamento di carattere narrativo, non di rado legato a
temi di cronaca.

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Alle fronde dei salici
E come potevamo noi cantare
con il piede straniero sopra il cuore,
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull’erba dura di ghiaccio, al lamento
d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per voto,
anche le nostre cetre erano appese,
oscillavano lievi al triste vento.

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