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Leopardi nasce il 29 giugno del 

1798 a Recanati, nelle Marche – al tempo parte dello Stato Pontificio.


Cresciuto in una famiglia nobile, il giovane Giacomo viene affidato inizialmente a un’istruzione
ecclesiastica, rivelando un’intelligenza eccezionale: a soli dieci anni compone in latino e traduce in
autonomia i testi classici.
La sua vita sociale e familiare è faticosa. Il rapporto con la madre Adelaide Antici è sempre molto difficile: è
fredda, lontana, attaccata morbosamente alla religione, incapace di dare ai figli il dovuto affetto.
Inoltre Giacomo resta spesso in disparte, rifugge sia appunto dai genitori che dai ragazzi della sua età, si
rifugia nello studio nella grande biblioteca del padre, con la sola compagnia degli autori classici.
Tra il 1809 e il 1816 passa “sette anni di studio matto e disperatissimo“. In questa fase si immerge nello
studio delle lingue, della poesia e della filosofia, nella traduzione e del componimento di opere letterarie.
Questa vita solitaria porterà effetti permanenti di privazione nel fisico e nello spirito.
Il 1816 è l’anno della “conversione letteraria“: passa dall’erudizione alla fascinazione per il bello e la poesia.
Un anno dopo inizia a scrivere il suo diario infinito: lo Zibaldone (1817-1832) e scrive le prime canzoni
civili.
Nel 1819 tenta di fuggire da casa, ma il padre lo ferma: Recanati diventa per il poeta una prigione. Si
sviluppano i primi segni di depressione. Tale condizione, radice del celebre pessimismo cosmico, incoraggia
una produzione poetica senza sosta: compone gli Idilli, tra i quali citiamo l’irrinunciabile L’Infinito, La sera
del dì di festa, Alla luna.
Lasciata la città natale, si trasferirà a Roma nel 1822, ma, deluso da i modi e l’incoerenza della vita mondana
della città, ritornerà a casa un anno dopo, successivamente si trasferirà poi a Milano nel 1825. In questi anni
compone le Operette Morali e lavora per l’editore Stella.
Nel 1828 a Pisa ritrova la vena poetica che pareva perduta: inizia il ciclo dei Grandi Idilli.
Torna di nuovo a Recanati – un periodo di crisi che ricorderà successivamente come “sedici mesi di notte
orribile”, seppur florido e prezioso dal punto di vista della produzione artistica. E proprio in questa fase che
scrive alcuni dei componimenti più celebri come La quiete dopo la tempesta e Il sabato del villaggio.
A Firenze sperimenta l’amore non corrisposto verso Fanny Targioni Tozzetti: nello stesso periodo nasce Il
ciclo di Aspasia. Nel 1832 sospende il diario dello Zibaldone.
Nell’ottobre del 1833 si trasferisce infine a Napoli, celebre intellettuale ormai molto provato nel fisico,
partecipando alla vita culturale partenopea.
A Torre del Greco compone due tra le sue più grandi poesie: La ginestra (1836) e Il tramonto della luna
(1837), considerate il suo testamento poetico e spirituale.
Il 14 giugno 1837 Giacomo Leopardi si spegne a Napoli, dove viene sepolto accanto all’amato Virgilio.

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