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ROMANTICISMO
- Tematiche cupe
- Isolamento
- Distaccamento dalla società
- Psicologia complessa
- Sregolatezza
- Eroe romantico genio = colui che rinnova
- Natura che rispetta interiorità artistica
- Riscoperta romanzo
È la corrente artistica che influenza l’arte, la letteratura, l’ideologia e la cultura europea
nella prima metà dell’800.
Il romanticismo genera una rottura con il passato.
Nel romanticismo abbiamo la perdita degli ideali classicisti quindi l’armonia e la bellezza
classicista.
La parola romanticismo nasce in Inghilterra inizialmente con una visione negativa.
ROMATICO natura selvaggia, estrema, che rispecchia l’animo e i sentimenti di colui
che
descrive.
abbiamo un richiamo alla fantasia
ripresa del passato no classico ma medioevale, ripresa cultura volgare e
identità popoli
Dal 1826 si inizia in Italia a parlare di Romanticismo.
Invitava gli Italiani a guardare Lei afferma che l’Italia era arretrata e che
la letteratura europea, una si poteva accettare il romanticismo. Ma
letteratura filosofica molti erano contrari alla sua idea
Rispetto alle linee generali il romanticismo Italiano presenta prospettive più limitate e ha
caratteri particolari.
Si distingue da quello europeo per la sua moderazione, per la sua cautela, perché abbiamo
ancora la classicità quindi si allontana dalla vista ribelle del romanticismo Europeo.
Nel romanticismo Italiano troviamo ancora attaccamento all’illuminismo.
Loro si ispirano a Parini e Alfieri e a Monti e Foscolo (anche se sono preromantici).
Il romanticismo accoglie la letteratura utile che porta alla perfezione umana, ma accetta la
reeliglione. In Italia i fenomeni romantici Europei vengono accolti come uno strumento
per interpretare contemporaneità ma non modifica la scrittura italiana.
Si impegnano poco a rinnovare poesia e in pochi producono cose romantiche: Manzoni e
Leopardi.
Questa biblioteca voluta dal padre di Leopardi e per il padre era aperto a amici e
conoscenti.
VITA
Leopardi nasce il 29 giugno 1798, per comprendere la sua poetica dobbiamo tenere in
mente l’ambiente in cui si è formato.
RECANATI borgo sui colli marchigiani, dove penetrano a fatica le nuove correnti
artistiche e moderne.
Leopardi ne parla sempre in maniera negativa e lo definisce:
“il nativo borgo selvaggio”
nello zibaldone è descritto in modo molto negativo
Nella sua vita sono stati fondamentali i suoi genitori:
Conte Monaldo:
- Rappresentante nobiltà, fortemente convinto del ruolo della nobiltà nella società.
- Molto colto e religioso
- Conservatore e fa di tutto per non far arrivare la modernità ai figli.
- Crea microcosmo famigliare dove i figli sono isolati dal mondo e seguono il suo
esempio.
Adelaide Antici
- Diversa dal padre
- Risolleva l’economia della famiglia abile amministratrice
- Solo la fede la accomuna a Monaldo
- Ruvide e fredda
Leopardi soffrì tantissimo per una madre quasi anaffettiva, infatti Leopardi la descrive
negativamente, nello Zibaldone la descrive Arida e fredda e lo collega alla religione.
Monaldo con l’aiuto della madre cerca di togliere la libertà di uscire ai figli.
“Monaldo cerca di proteggerli dal alito avvelenato della società” Cit. Leopardi.
Leopardi trascorre l’infanzia nella biblioteca interna.
Molto presto così nasce la passione per la letteratura.
Loro crescono come in un congresso gesuita e andavano a scuola con alla fine di ogni
trimestre un esame o grandi dispute filosofiche.
Casa di Recanati per Leopardi “Plumbea prigione” (grigia prigione)
Leopardi viene consolato solo dal rapporto con i fratelli Carlo e Paolina.
Tentò di scappare ma non ci riesce mai, tra il senso di colpa e le crisi di identità lo
impediscono di staccarsi da Recanati.
Tra i fratelli lui emerge per la sua spiccata intelligenza e viene ad occhi del padre come
figlio prediletto e quindi come sogno del padre che lui voleva un ecclesiastico ricco in
famiglia.
A 14 anni porta già la Tonsura (capelli da frate) e l’abito telare fino 20 anni.
A 14 anni compone una dissertazione filosofica.
A 17 anni scrive un’orazione politica.
Oltrepassa il padre come cultura.
La sua formazione avviene tra il 1809 – 1816.
2. LA SCOPERTA DELL’AMORE
Giacomo si infatua della cugina Geltrude Cassi, amore non corrisposto, ma prova
per la prima volta l’amore e si tratta di una pulsione che arriva in lui la necessità di
scrivere poesia: stesura di un diario d’amore e l’elegia “il primo amore”.
1819 pubblica l’”infinito” e 4 aldilli “la sera del dì di festa”, “alla luna” , altri 2 meno
noti
1822 Monaldo concede a Leopardi di uscire da Recanati e soggiornare a Roma dallo zio
Carlo Antici.
Esperienza deludente:
- Grande città: causa a Leopardi senso di
spaesamento e solitudine
- Società romana corrotta
- Città arretrata arcadica RIMPIANGE
RECANATI
- Delusione di non trovare l’amore neanche a
Roma
1827 Firenze come ogni luogo dopo un iniziale entusiasmo leopardi si chiude in se
stesso e si isola.
Non abbiamo una infelicità costitutiva ma storica quindi dall’allontanamento dalla natura.
Nell’antichità l’uomo viveva di illusioni e speranze quindi aveva la felicità, ora l’uomo ha
perso questa irrealtà perché vede tutto vero.
PESSIMISMO COSMICO
1819 – 1823 contemporaneo alla conversione filosofica
Abbiamo l’abbandono del pensiero storico per arrivare a quello cosmico.
Il sistema delle illusioni entra in crisi e sono anni di delusione sul piano storico-politico
(moti carbonali 1821) e sul piano personale abbiamo le esperienze deludenti.
Si allontana dal cristianesimo per arrivare al MATERIALISMO
Nega l’esistenza
dell’elemento
spirituale.
Leopardi elabora la “Teoria del piacere”, capisce che l’infelicità dell’uomo deriva dal
bisogno dell’uomo di essere felice e dall’impossibilità di arrivare a questo.
SENSISMO 1700, rintraccia nei sensi una fonte di conoscenza per l’uomo.
Nella “ginestra” la natura passa ad essere madre (pessimismo storico) an essere matrigna
(pessimismo cosmico).
Abbiamo anche un cambio sulla visione della civiltà che secondo Leopardi diventa più
consapevole verso l’uomo.
Ora gli antichi non li vede più in modo armonico e felice ma lo vede infelice.
UOMO INFELICE IN TUTTE LE EPOCHE pessimismo cosmico.
Perché sia che nell’antichità che nella modernità abbiamo gli ideali liberali, il moto
progresso e l’antropocentrismo.
ZIBALDONE
Inizia a comporlo nel 1817.
Ci mette 10 anni e lo chiama “Zibaldone di pensieri”.
La parola Zibaldone indica una raccolta, una mescolanza confusa senza criterio.
Leopardi lo chiama Zibaldone perché significa mescolanza di cose e per lui è una raccolta
di pensieri.
Leopardi allude al fatto che i pensieri nello Zibaldone siano i più veri.
Arriva aa scrivere 4426 pagine.
L’ultimo appunto risale al 18 dicembre 1832, l’ultima parte però viene pubblicata postuma
da Giosuè Carducci nel 1900.
Non nasce come un opera destinata alla pubblicazione ma allo stesso tempo non è un
diario privato.
È un diario intellettuale, perché è un insieme di riflessioni sul passato.
È importante per cogliere il pensiero filosofico di Leopardi, strumento importante anche
per l’evoluzione poetica, dato che annota tutte le sue riflessioni.
Questa opera non ha uno stile aulico dato che è stata scritta per se stesso infatti presenta
una sintassi non curata, una lingua semplice ma funzionale.
OPERETTE MORALI
Leopardi le compone tra il gennaio e novembre del 1824.
20 testi in prosa di argomento filosofico dal tono satirico.
Forma di narrazione dialogo, racconto, discorso
Stesura nel periodo del silenzio poetico che agisce in condizioni fisiche e psicologhe,
pessimismo cosmico.
Negli anni successivi compone altre 5 operette.
1827 Milano 1° edizione ( stesso anno edizione ventisettana promessi sposi)
1845 amico Ranieri le ripubblica ma 24 operette perché ne elimina una per volontà di
Leopardi.
OPERETTE narrazioni brevi con stile satirico (inferiore rispetto al lirico)
MORALI questioni filosofiche – morali
riflessioni sull’agire pratico dell’uomo
Caduto il sistema della natura e delle illusioni, abbiamo nuovi modelli per l’uomo dopo
aver scoperto l’infelicità.
(scheda)