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"La posizione del poeta non può essere passiva nella società: egli
"modifica" il mondo, abbiamo detto. Le sue immagini forti, quelle
create, battono sul cuore dell'uomo più della filosofia e della storia.
La poesia si trasforma in etica, proprio per la sua resa di bellezza:
la sua responsabilità è in diretto rapporto con la sua perfezione.
Scrivere versi significa subire un giudizio: quello estetico
comprende implicitamente le reazioni sociali che suscita una poesia.
Conosciamo le riserve a queste enunciazioni. Ma un poeta è tale
quando non rinuncia alla sua presenza in una data terra, in un
tempo esatto, definito politicamente. E poesia è libertà di quel
tempo e non modulazioni astratte del sentimento". (Discorso
sulla poesia, 1956)
La poetica di Quasimodo
è una creazione di Carlotta Ricci
Oboe sommerso
è la poesia che dà il titolo al secondo libro, pubblicato nel 1932; con
quest'opera si entra in pieno clima ermetico. Essa si distingue da
Acque e terre per l'assolutezza degli schemi poetici: metafore,
immagini, analogie, sono costruite mediante la semplificazione delle
strutture lessicali e sintattiche, cioè con l'eliminazione di articoli e
isolando la parola nel periodo, eliminando le proposizioni
subordinate, scalzando verbi e legamenti sintattici, favorendo forme
ambigue di rapporto fra oggetto e soggetto.
Versi, come quelli che seguono, brevi e brevissimi, sono costruiti
per favorire le "illuminazioni", ossia veloci impressioni, folgoranti
intuizioni di un attimo In me un albero oscilla
da assonnata riva,
alata aria
amare fronde esala.
(L'eucalyptus)
Erato e Apòllion
qui vengono ripresi con maggiore precisione i temi e le forme
mature di Oboe sommerso. La differenza sta nella consapevolezza
delle sue qualità espressive grazie anche ai riconoscimenti della
critica ottenuti dal poeta. Ne è un esempio la lettera del 26 luglio
1936 che indirizza a Maria Cumani:
Il mio impegno dinanzi all'arte è altissimo e non posso concedere
nulla: né una sillaba né un ritmo che aiuti l'analisi.
La poesia dunque è linguaggio e ritmo, e va compresa nella sua
globalità essenziale: il poeta non si cura di chi cerca la
comprensione letterale della lirica o che vuole trovarne i significati
esclusivamente nei temi, che in questa raccolta sono i miti
dell'infanzia perduta, di epoche d'oro scomparse, le isole e le patrie,
il naufrago, l'inferno di esistere, la ricerca senza oggetto, la morte,
la vita.
Nuove Poesie
appartengono agli anni fra il 1936 e il 1942. Comincia con
quest'opera un nuovo ciclo: accanto all'antica poetica compare una
realtà fatta di cose concrete, strade, campi, fiumi e città. Vi sono
spiragli, brani significativi, incontri cittadini, dediche a persone
fisiche e care della propria vita, fiumi e luoghi geografici identificati
dai nomi.
Così, nei versi di Ride la gazza, nera sugli aranci c'è una
ricostruzione del periodo attraverso l'uso delle subordinate, la
parola non è più assoluta nella frase, prevale l'endecasillabo sul
verso breve, l'accentazione è regolare e fortemente pausata:
La posizione del poeta non può essere passiva nella società: egli
"modifica" il mondo. Le sue immagini forti, quelle create, battono
sul cuore dell'uomo più della filosofia e della storia. La poesia si
trasforma in etica, proprio per la sua resa di bellezza: la sua
responsabilità è in diretto rapporto con la sua perfezione... un poeta
è tale quando non rinuncia alla sua presenza in una data terra, in
un tempo esatto, definito politicamente.
(Discorso sulla poesia)
Uguale a sé la morte:
una porta si apre, si ode un piano
sul video nella corsia a tende
di narcotici. Entra nella mente
un dialogo con l'al di là,
di sillabe a spirale che avvolgono
Requiem su curve d'ombra;
un sì o un forse involontario.
(Una notte di settembre)