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AUTORE : Eugenio MONTALE

DATE : Genova, 12 ottobre 1896 – Milano, 12 settembre 1981

VITA :

 1896 : nasce a Genova, in una famiglia di commercianti, ultimo di 6 fratelli


 1915 : si diploma come ragioniere
 1917 : interrompe gli studi di canto per diventare militare a Parma, combatte con il grado di
ufficiale di fanteria durante la Grande Guerra
 1919 : dopo il congedo, frequenta scrittori liguri e l’ambiente culturale torinese
 1925 : pubblica Ossi di seppia e Omaggio a Italo Svevo
Firma il crociano Manifesto degli intellettuali antifascisti
 1927 : si trasferisce a Firenze; conosce Drusilla Tanzi (Mosca), si unisce in matrimonio nel 1962, un
anno prima della morte di lei
 1929 : è direttore del gabinetto scientifico-letterario Vieusseux, lascia l’incarico ne 1938 perché non
iscritto al partito fascista
 1938 : si mantiene con traduzioni dall’inglese
 1939 : pubblica Le occasioni
 1943 : pubblica in Svizzera i versi Finisterre
 1945 : fonda a Firenze, il quindicinale Il mondo
 1948 : si trasferisce a Milano; collabora con il Corriere della sera
 1956 : pubblica La bufera e altro, e i racconti Farfalla di Dinard
 1967 : è nominato senatore a vita
 1971 : pubblica Satura
 1976 : pubblica la raccolta di pagine critiche Sulla poesia
 1977 : pubblica Quaderno di quattro anni
 1980 : pubblica L’opera in versi
 1981 : muore a Milano, a 85 anni. Riposa con la mgolie nel piccolo cimitero di San felice a Ema
(Firenze)
STILE :

La sua intera produzione lirica è stata riunita in Tutte le poesie (1977) poi in edizione critica nel volume
L’opera in versi (1980)

Si possono individuare 4 tempi fondamentali.

1. Esordio, Ossi di seppia (Torino, 1925)


Destinato a lasciare un segno definitivo nella storia della letteratura novecentesca
Rapporti d’affinità con altri poeti liguri
Non inno celebrativo ma neppure canto consolatorio, bensì una voce ferma, senza ironia e senza
sarcasmo, amara e desolata, consapevole della propria disarmonia con il mondo: non risuonano
accenti di ribellione, ma parole pacate che propongono la lucida indagine d’una condizione
d’inadattamento e il deciso rifiuto d’ogni surrogato sentimentale e irrazionale
La poesia non cambia la realtà ma aiuta a conoscerla nei suoi lati quotidiani, meno eroici e meno
esaltanti
La consapevolezza etica d’un mondo spietato e disgregato, accettato come tale senza illusioni, non
si traduce in disgregazione formale, ma viene espressa in strutture compositive organiche e
narrativamente costruite, sostenute da un linguaggio puntiglioso e tecnico che vuole torcere il colo
all’eloquenza presuntuosa o evasiva
Di fronte dunque al caos della storia e al male di vivere è difeso il ruolo razionalmente critico e
conoscitivo della poesia e della cultura, come un alto valore di civiltà da salvaguardare proprio negli
anni dell’avvento fascista
Il primo tempo mentre ribadisce strenua e coraggiosa fedeltà alla dolorosa cognizione razionale
d’una realtà dura e aspre, arida e scabra e dichiara di rifiutare l’avventurosa seduzione
dell’irrazionale, si mostra esposto alle suggestioni che possono regalare rari istanti d’illusioni e di
dolcezza
Sono doni misteriosi e repentini, che durano poco e presto svaniscono

2. Seconda racconta lirica, Le occasioni (Torino, 1939)


In primo piano risaltano le vicende della cronaca privata dell’autore, la sua volontà di dare un
senso alla vita, di non scambiare l’essenziale col transitorio
Nel contrasto dialettico tra la coscienza del male di vivere e il ruolo liberatorio e salvifico
riconosciuto a fantasmi femminili o a emblematici oggetti quotidiani che per un momento appaiono
come casuali spiragli di salvezza giunti da un mondo remoto e più umano

3. Terzo libro, La bufera e altro (Venezia, 1956)


I foschi presentimenti di tragedia che affiorano nelle Occasioni sono ora diventati sostanza effettiva,
a cospetto della bufera di un’Europa distrutta dalla seconda guerra mondiale, con immagini
apocalittiche di un universo sconvolto
Il male di vivere esistenziale ha assunto il volto ben individuato di avvenimenti concreti: non poesia
civile tuttavia, ma dramma interiore, proiettato in figure allegoriche, alleviato ancora una volta da
improbabili barlumi di speranza provenienti da lontano, dal dialogo con esseri distanti nel tempo e
nello spazio, come i poveri morti
4. Quarto e ultimo tempo, dopo una lunga pausa di silenzio
4 libri: Satura (1971), Diario del 71 e del 72 (1973), Quaderno di quattro anni (1977),
Altri versi (1980)
Stile per lo più drammatico, alto, teso e concettualmente arduo delle prove precedenti è
subentrato un linguaggio discorsivo e familiare
Scomparsa la possibilità di rintracciare oggetti o figure che riscattino nel sogno della speranza il
pessimismo dell’autore, l’attenzione s’è rivolta contro i miti e gli idoli della società consumistica
contemporanea: dietro l’ironia e il sarcasmo s’avverte un senso di smarrimento, di sconfitta, di
scetticismo che investe, con scatti d’umore polemico, anche il significato stesso della propria
attività di scrittore

La poesia monta liana ha mantenuto fede a un’ispirazione severamente riflessiva e meditativa, critica e
autocritica, estranea al lirismo come effusione soggettiva, come confessione sentimentale, come
consolatoria autoanalisi dell’io, bisogno di concretezza e di adesione a una furiosa passione del tangibile

Volontà di proiettare in umili oggetti reali, trasformati in emblemi metafisici, una disincantata visione
dell’esistenza e della storia umana, una tenace forza di resistenza di fronte alla negatività della vita
OPERE :

Mereggiare pallido e assorto (1916), il testo più antico della raccolta ossi di seppia (1925), si afferma, con
più secca determinazione, come emblematico manifesto del moderno male di vivere

Si lascia alle spalle l’immagine convenuta della natura come rifugio consolante, per guardare in faccia la
realtà squallida dell’esistere

L’orto di Montale comunica sofferta fatica

 Ossi di seppia (1925)


Pubblicato a Torino nelle edizioni di Gobetti
Non inno celebrativo ma neppure canto consolatorio, bensì una voce ferma, senza ironia e senza
sarcasmo, amara e desolata, consapevole della propria disarmonia con il mondo
Parole pacate che propongono la lucida indagine d’una condizione d’inadattamento e il deciso
rifiuto d’ogni surrogato sentimentale o irrazionale
Sono un’immagine dei frammenti gettati a riva della marea della vita
La poesia non cambia la realtà ma aiuta a conoscerla nei suoi lati quotidiani, meno eroici e meno
esaltanti
La consapevolezza d’un mondo spietato e disgregato, accettato come tale senza illusioni
Di fronte dunque al caos della storia e al male di vivere è difeso il ruolo razionalmente critico e
conoscitivo della poesia e della cultura, come un alto valore di civiltà da salvaguardare proprio negli
anni dell’avvento fascista

la desolata consapevolezza di una irreparabile disarmonia tra sé e la realtà, ha preso congedo dalla
Liguria. Quanto basta per intendere la segreta sofferenza di una vita non-vita perseguitata da ad
oltranza per ineludibile necessità, alimentata nell’ombra di acri mai sopiti dissensi silenziosi, di
sdegni repressi, di funesti presagi

 Le occasioni
Componimenti scritti tra il 1926 e il 1939, scanditi in 4 sezioni
I versi hanno reciso i legami con la situazione contingente, empirica e biografica, da cui sono nati
Ne deriva un impianto compositivo cifrato e allusivo
Il testo si intesse di immagini fisicamente concrete che sono sintesi e proiezione ellittica della
privata individualità del poeta
La posizione centrale del poeta (Mottetti) è costituita da 20 brevi poesie senza titolo, tutte
indirizzate a un’enigmatica figura femminile cantata con il nome di Clizia
Clizia è nella realtà storica una giovane italianista statunitense, Irma Brandeis, conosciuta da
Montale a Firenze nel 1933 e rientrata negli stati uniti nel 1938

Le motivazioni tendono a eclissarsi o almeno a farsi furtivamente segrete, lo stile a rendersi più
fermamente oggettivo, l’effusione a rientrare o a manifestarsi in modi più contenuti e allusivamente
filtrati, mentre affiorano misteriose interlocutrici, enigmatiche figurazioni
E’ al momento delle visitazioni salutifere, delle femminili apparizioni: creazioni angeliche che
introducono nelle tenebre della permanente prigionia del poeta spiragli repentini di luci, bagliori se
pur effimeri di speranza liberatori

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