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Foscolo

A Zacinto
Riassunto
Foscolo si rivolge direttamente all’isola di Zacinto, egli è consapevole che non potrà
più tornare, in quanto esule, su quell’isola che gli ha dato i natali, si limita quindi a
salutarla rievocandone la bellezza e il fascino: la bellezza del suo mare, dei suoi cieli
e dei suoi boschi e il fascino dei miti antichi di cui è stata testimone, come la nascita
della dea Venere, sorta dalle acque del suo mare. Omero ne ha cantato la bellezza
raccontando il viaggio avventuroso di Ulisse che riuscì ad approdare infine nella sua
amata Itaca. Per il poeta invece il ritorno a Zacinto sarà impossibile, egli sarà sepolto
in terra straniera, perché morirà esule e la sua isola natale avrà di lui solo la sua lirica.
Struttura
Il sonetto si divide in due parti molto diseguali tra loro:
o La prima parte è costituita dalle prime tre strofe, le due quartine e la prima
terzina, undici versi che costituiscono un unico periodo sintattico che unisce
una serie di immagini e richiami mitologici in un lungo e appassionato
crescendo.
o La seconda parte è costituita dall’ultima terzina che risulta isolata ed in cui
la forte tensione emotiva della prima parte si smorza in un’enunciazione secca
e concisa in cui bruscamente la realtà si sostituisce al mito.
Analisi del testo della poesia
L’inizio della poesia con quel né, trasmette l’impressione di essere all’interno di una
riflessione esistenziale cominciata da tempo da cui nasce il ricordo della lontana e
serena isola natale.
Il sonetto si basa sul confronto tra vicende personali e vicende mitiche.
Foscolo si paragona ad Ulisse, figure accomunate dal lungo peregrinare che tiene
entrambi lontani dall’amata terra natia, ma qualcosa li differenzia, come emerge
dall’uso del termine diverso al v.9, diversità che viene specificata nell’ultima
terzina: il ritorno alla propria patria.
Vi è dunque analogia, ma anche contrapposizione tra le figure di Ulisse e di
Foscolo che rappresentano due diverse tipologie di eroe:
o Ulisse è l’eroe classico, eroe positivo che conclude felicemente le
peregrinazioni con il rientro nell’amata Itaca;
o Foscolo è l’eroe romantico, eroe infelice che non riesce a realizzare
positivamente il suo peregrinare e non rientrerà nell’amata Zacinto.
Il sonetto si chiude sull’immagine dell’illacrimata sepoltura in cui viene anticipato
il tema dell’importanza del sepolcro, sviluppato nella poetica successiva, secondo cui
la morte può ricevere senso solo dal ricordo e dal dolore dei propri cari che piangono
sulla tomba. Morire e trovare sepoltura lontano dalla propria patria ha come
conseguenza il fatto di perdere la consolazione delle lacrime di familiari ed amici e
dunque di togliere senso alla morte.
Nell’ultima parte emerge anche la tematica della forza eternatrice della poesia,
grazie alla quale il poeta potrà rendere imperitura la fama della sua Zacinto.
Tematiche
Il tema è quello tipicamente foscoliano dell’esilio, da cui scaturiscono concetti
legati sia alla cultura neoclassica che preromantica, quali:
o L’amore per la patria;
o il mito classico;
o il valore della poesia eternatrice;
o l’importanza del Sepolcro.
Petrarca- Il Canzoniere
Il Canzoniere è una raccolta di testi poetici in volgari di Francesco Petrarca.
Caratteristiche del Canzoniere, composto da 366 componimenti, sono la
scrupolosissima organizzazione interna dei testi da parte del suo autore e la
tematica dominante, incentrata sull’amore non corrisposto del poeta per Laura. Il
titolo originale del componimento Rerum vulgarium fragmenta indica già di per sé
la novità dell’opera: una raccolta poetica in volgare da parte di un poeta "laureato" 1,
che vuol raccontare per "frammenti" poetici (ovvero, in testi di dimensioni brevi e
di genere prevalentemente lirico) una vicenda amorosa e, più in profondità, la storia
di un'anima tormentata. Infatti la linea dominante del Canzoniere, come già
avveniva nel Secretum, è quello di una profonda analisi psicologica e introspettiva,
che rimane tipica della poetica petrarchesca e che, in seguito, sarà capace di
caratterizzare una lunghissima tradizione della lirica in volgare. L’opera si presenta
insomma come un diario intimo, finemente lavorato ma considerato dall’autore stesso
intrinsecamente meno importante rispetto alle sue altre fatiche letterarie, come il
poema Africa e i Trionfi. Tuttavia l'impegno del poeta non è affatto secondario; ad un
lavoro di stesura e revisione accuratissimo 2 si accompagna una
considerevole eterogeneità metrica, tra sonetti, canzoni, madrigali, sestine e ballate,
mentre lo stile (assai influente sui continuatori del "petrarchismo") si mantiene
sempre su un livello medio-alto.
 Struttura
 L’importanza del Canzoniere all’interno della nostra tradizione letteraria si può
constatare anche dal fatto che esso fissa e stabilisce il modello della raccolta
organica della produzione poetica di un autore, rinnovando profondamente la
tradizione del libro di poesia dai tempi di Guittone d’Arezzo e della Vita
nova di Dante Alighieri. Rispetto agli antecedenti, Petrarca e i Rerum vulgarium
fragmenta diventano un nuovo termine di paragone per la capacità di connettere i
singoli testi tra di loro (attraverso una serie di riprese tematiche, sintattiche e
lessicali) e per l’attenta costruzione della “trama” dell’opera, che sviluppa il
rapporto con Laura e - soprattutto - presenta il lungo cammino morale dell’anima del
poeta. Le caratteristiche strutturali più evidenti del Canzoniere sono così:
 La suddivisione dei componimenti tra quelli composti “in vita di Madonna
Laura” (i primi 263 testi) e le “rime composte in morte di Madonna Laura”
(corrispondenti ai successivi 103 componimenti); si tratta di una scansione
tematica e non cronologica, tanto che alcuni testi della seconda sezione sono
composti prima  della morte dell’amata (e viceversa).
 La presenza dei cosiddetti “testi di anniversario”, ovvero quei componimenti
che ricordano al poeta e ai lettori le due date fondamentali dell’amore lirico di
Petrarca: la data dell’innamoramento (il 6 aprile 1327) e quello della morte di
Laura (6 aprile 1348).
 Tematiche: Laura, la morte, l’autoesame morale
Le 366 poesie del Canzoniere ci accompagnano così in un percorso
autobiografico che unisce all'esperienza amorosa quella del rinnovamento etico-
religioso, che culminerà nella conclusiva Canzone alla Vergine. Il tema amoroso, che
è eredità di tutta la tradizione dello Stilnovo, si salda così con l’autoanalisi intima da
parte del poeta, che confessa sulla pagina tutte le proprie debolezze e l’incapacitàà a
rinunciare ai beni terreni per aderire pienamente alla morale religiosa cristiana. A
questo conflitto tra cielo e terra, che trova ovviamente nell’amore non corrisposto per
Laura il suo campo d’applicazione privilegiato, si sommano gli altri temi principali
dei Rerum vulgarium fragmenta: il senso inesorabile del trascorrere del tempo e
l'approssimarsi della fine della vita, la complessa dimensione spirituale di chi mette
sotto analisi la propria vita per intero, i profondi rapporti culturali con i modelli
danteschi, stilnovisti e provenzali, l'impegno "civile" - limitato ad un numero ben
preciso di testi - contro la corruzione della curia papale ad Avignone o per il riscatto
delle sorti. Rilevante, per la lettura dell’opera e per il suo significato, il numero
complessivo dei testi (366), che trasformano il Canzoniere in una specie di
breviario sulla strada della spiritualizzazione, in cui cioè la vicenda del singolo può
acquisire valore paradigmatico, e invitare così tutti alla conversione morale. La novità
dell’impostazione dei Rerum vulgarium fragmenta sta nel fatto che questo percorso
scopre la dimensione dell’interiorità individuale, che assume così molta più
importanza rispetto alla serie degli eventi esterni reali.
Stile e figure retoriche
Dal punto di vita stilistico, pur nella sua ampiezza, il Canzoniere si caratterizza per
una notevole unità stilistica, dovuta soprattutto al lungo lavoro di revisione e
selezione della propria lingua poetica operato dal poeta nel corso di quasi
quarant’anni. Il successo è tale che la lingua della lirica italiana verrà fortemente
condizionata, nei secoli a venire, dallo stile dei Rerum vulgarium fragmenta. Alla
complessiva omogeneità dello stile contribuiscono anche la tecnica della ripresa e
il ricorso al Leitmotiv, che danno unità e creano connessioni multiple tra i diversi
testi. Le tematiche del Canzoniere (l’amore infelice per Laura, il tormento morale, la
percezione del passare del tempo) si traducono poi in un gruppo di figure
retoriche anch’esse ricorrenti: l’antitesi (come nei sonetti Zefiro torna, e ‘l bel tempo
rimena oppure Erano i capei d’oro a l’aura sparsi), l’endiadi (nel v. 5 di Voi
ch’ascoltate in rime sparse il suono: “piango et ragiono”), asindeti e polisindeti,
parallelismi (Movesi il vecchierel canuto e bianco) e chiasmi (Pace non trovo, et non
ò da far guerra), allitterazioni, anafore e climax.
Il Secretum (in prosa latina) è una delle opere più celebri di Francesco Petrarca. Il
titolo del componimento (per esteso De secreto conflictu curarum mearum; il segreto
conflitto dei miei afffanni), preannuncia una confessione da parte dell’autore, che
riguarda le angosce e i patimenti che agitano il suo animo. Petrarca inizia la stesura
del Secretum nel 1347, ma modifica e rivede l'opera più volte, in particolare negli
anni tra il 1353 e il 1358, nel culmine della crisi religiosa. La rielaborazione e il
cambiamento sono tendenze proprie di questo tipo di opera, che si articola come un
viaggio introspettivo del poeta nel proprio "io" più profondo e nascosto allo sguardo
altrui. L’opera è divisa in 3 libri, è strutturata come un dialogo e vede come unico
interlocutore S. Agostino  (la sua guisa spirituale )e come ‘testimone’ una donna
bellissima, la quale non prende mai parola; la  Verità. In realtà i due protagonisti sono
entrambi proiezioni di Petrarca stesso, e incarnano la parte morale e coscienziosa del
suo animo e quella mondana e più terrena. Tre libri dunque, come tre sono le ‘sedute’
con il Santo, in cui l’autore cerca, attraverso la propria esperienza personale, di
tracciare un esempio per i lettori. L’idea di fondo da cui nasce il turbamento che
sconvolge il poeta è la coscienza di una morte certa, che, incombente, vanifica ogni
esperienza su questo mondo. Nel primo libro, partendo proprio dal rapporto tra
vita e morte, Francesco e Agostino analizzano la futilità e l’inutilità dei patimenti del
Petrarca e la sua debolezza di volontà.. Il Santo sprona il poeta a rinunciare ai suoi
affanni e alla sue ambizioni mondane e di mirare a ciò che è realmente importante e
benefico, ovvero la virtù e la fede religiosa che conducono alla conoscenza di Dio,
unici valori che sopravvivono anche al confronto con la morte. Petrarca, a differenza
del fratello Gherardo, non riesce però a rinunciare davvero a beni ed illusioni del
mondo terreno, ed è questo il peccato da cui scaturiscono le sue sofferenze e i suoi
mali. Qui S. Agostino espone infatti la sua teoria del male, considerato la
conseguenza di una volontà fragile e poco convinta, di cui ci si può liberare se solo lo
si desidera realmente. Nel libro successivo il Santo presenta i sette peccati capitali e
si concentra su quello che affligge più gravemente  Petrarca: l’accidia. Il poeta infatti
si crogiola in questa inerte angoscia che lo blocca nel limbo che tutti noi proviamo
nell’abisso che divide la coscienza del male all’azione verso il bene. Nel terzo
volume del Secretum, il viaggio introspettivo si fa sempre più profondo e acuto
e Agostino tocca Petrarca nei suoi punti più deboli e scoperti, sottolineando con forza
i due peccati cui non riesce a rinunciare: l’amore per Laura e il desiderio di gloria. Il
Santo afferma cge questi due sentimenti distolgono il poeta da Dio e dalla salvezza
dell’anima, e che gli provocano angoscia e incertezza. Ma Petrarca non vuole
compiere l’estrema rinuncia, e decide di non ignorare la propria natura e di rimandare
a quando potrà la correzione della sua condotta, sottolineando un’altra grande
differenza con Dante, escludendo soluzioni definitive; diventando ormai l’uomo della
crisi. La modernità di quest'opera petrarchesca si trova esattamente in
quest’accettazione problematica della propria natura, e nella finezza con cui l'autore
mette in luce tutta la complessità interiore dell’animo umano, attraverso una
minuziosa indagine introspettiva e una confessione "aperta" di fronte al lettore. La
prosa del Secretum, composto in latino da Petrarca, si ispira in maniera esplicita a
quello di alcuni modelli di riferimento della tradizione: Cicerone, Boezio, Seneca e S.
Agostino stesso.

Goldoni
Les Memoires
È una delle sue ultime opere che scrisse a Parigi. L’opera è dedicata a Luigi XVI ed è
composta da 3 volumi. Questo libro percorre a ritroso il lungo tratto della vita ed è la
più viva testimonianza della civiltà teatrale del Settecento. L’opera è divisa in tre
parti:
-nella prima descrive i primi anni d’infanzia, delinea le figure dei suoi genitori,
rievoca gli studi fatti, i primi tentativi teatrali, i viaggi, i soggiorni e il suo
matrimonio.
-la seconda parte è quasi interamente dedicata ai riassunti delle commedie.
-la terza parte è dedicata al soggiorno in Francia. Egli era professore di lingua italiana
presso la corte di Luigi XVI.
La narrazione è spesso affidata a dialoghi veloci. La prima parte è ovviamente la
parte più vivace, la seconda è appesantita dalle riflessioni che interessano le su opere
e l’ultima parte riflette lo stupore di un viaggiatore.

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