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La vita Niccolò Machiavelli

(1469-1527)

Nasce a Firenze nel 1469.


 
Dopo gli studi umanistici, inizia la carriera
politica: dal 1498 è segretario della seconda
cancelleria della repubblica fiorentina. Nel
1500 è ambasciatore a Parigi presso Luigi XII.
 
Dal 1502 collabora con il gonfaloniere della
Repubblica Pier Soderini.
 
È in Romagna nel 1502 in missione
diplomatica presso il duca Valentino, Cesare
Borgia, e poi ancora l’anno successivo a
Roma, dove si reca in occasione dell’elezione
di papa Giulio II.
 
Nel 1507 compie un’ambasceria presso
l’imperatore Massimiliano d’Asburgo in Tirolo.
 
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La vita Niccolò Machiavelli
(1469-1527)

Con la fine della Repubblica e il ritorno dei


Medici a Firenze cade in disgrazia.
Sospettato di congiura, è imprigionato e
torturato, finché con l’amnistia del 1513 può
ritirarsi nella sua tenuta presso San
Casciano. Qui scrive il Principe e inizia i
Discorsi.
 
Il 1515 è l’anno del riavvicinamento ai Medici
e del rientro a Firenze, dove frequenta il
cenacolo intellettuale degli Orti Oricellari.
 
Viene incaricato di redigere gli annali
fiorentini e lentamente riprende l’attività
diplomatica, ma la caduta del Medici nel
1527 segna la fine dell’avventura politica.
 
Morirà poco dopo, il 21 giugno 1527, a
Firenze.
 
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Le opere Il principe (1513-1514)

Trattato politico in 26 capitoli dedicato al nipote del Magnifico

Nuclei tematici 1

•Il tema preliminare della discussione politica è quello dell’autonomia della


politica dalla metafisica, dalla religione e dall’etica.

•Figlio dell’umanesimo, Machiavelli tiene in buon conto l’insegnamento dei


classici che mette a frutto per l’agire presente.

•Fondante di tutto il discorso è il tema della stabilità dello Stato di cui il principe
non è che lo strumento: a questo fine va subordinato anche il rispetto della morale.

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Le opere Il principe

Nuclei tematici 2

•Tra virtù e fortuna s’instaura un rapporto dialettico: l’uomo, e ancor di più il


politico, può creare l’occasione propizia per esercitare le sue virtù e determinare il
proprio destino.

•La riflessione si fonda sull’osservazione diretta della realtà e non sull’ideale: di qui
la messa in valore della «verità effettuale della cosa», la realtà vera dei fatti.

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Le opere
Il principe

Lo stile 1

•Lo stile è chiaro e conciso, privo di ornamenti, secondo una scelta deliberata (la
quale opera io non ho ornata né ripiena di clausole ample e di parole ampullose e
magnifiche o di qualunque altro lenocinio o ornamento estrinseco).

•Il discorso procede per proposizioni disgiuntive che riducono via via le
alternative proposte (Tutti gli stati, tutti e’ dominii... sono stati e sono o republiche o
principati. E’ principati sono o ereditari... o sono nuovi... e aquistonsi o con l’arme
d’altri o con le proprie, o per fortuna o per virtù): Machiavelli rinuncia perciò
all’ipotassi e impiega frequenti connettivi di causalità (E perché conosceva le
rigorosità passate...).

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Le opere
Il principe

Lo stile 2

•La lingua è il fiorentino d’uso quotidiano (e se gli ordini sua non gli profittorno)
con un lessico che si avvale di latinismi del linguaggio burocratico e letterario
(ruinano li arbori), di parole comuni (per mettere le barbe sua) e finanche di un
registro plebeo (A ognuno puzza questo barbaro dominio) che conferisce grande
espressività.

•Ampio è il ricorso alle metafore (purgare li animi) e alle similitudini (Essendo


adunque un Principe necessitato sapere bene usare la bestia, debbe di quella
pigliare la volpe e il lione; perchè il lione non si defende da’ lacci, la volpe non si
defende da’ lupi) che collaborano all’efficacia comunicativa.

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Le opere Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio (1518)

Trattato storico-politico in tre libri

Nuclei tematici 1

•Approfondendo i temi già trattati nel Principe, Machiavelli affronta i nodi cruciali
della storia di Roma:
- l’organizzazione politica interna
- la politica estera e l’espansione militare dell’impero
- le azioni dei cittadini che fecero grande Roma

•La riflessione si appunta sull’analisi delle dinamiche politiche sia del principato
sia, in particolare, della repubblica, che si rivela come la forma più alta di Stato,
garante della stabilità delle istituzioni e sprone alle virtù civili.

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Le opere Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio

Nuclei tematici 2

•Tipica è la ripresa, dallo storico greco Polibio, del tema dell’anaciclosi,


l’andamento circolare nell’evoluzione dei regimi politici che dal principato passa per
la repubblica per tornare infine a forme di potere monarchico.

•Si distingue il giudizio negativo formulato da Machiavelli circa il ruolo esercitato


dalla Chiesa, cui si deve riferire il declino in cui versa l’Italia.

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Le opere
Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio

Lo stile 1

• Nei Discorsi Machiavelli abbandona la sintassi paratattica a favore della


subordinazione (Considerando adunque quanto onore si attribuisca alla
antiquità, e come molte volte... un frammento di una antiqua statua sia suto
comperato gran prezzo, per averlo appresso di sé, onorarne la sua casa e
poterlo fare imitare a coloro che di quella arte si dilettono, e quegli dipoi con ogni
industria si sforzono in tutte le loro opere rappresentarlo; e veggendo dall’altro
canto le virtuosissime operazioni che le storie ci mostrono che sono state
operate... essere più tosto ammirate che imitate... non posso fare che insieme
non me ne maravigli e dolga) dall’impostazione più articolata.

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Le opere
Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio

Lo stile 2

•La prosa, più ampia e complessa, asseconda così l’andamento ragionativo del
pensiero (E la cagione che la Italia non sia in quel medesimo termine, né abbia
anch’ella o una republica o uno principe che la governi, è solamente la Chiesa;
perché, avendovi quella abitato e tenuto imperio temporale, non è stata sì
potente né di tanta virtù che l’abbia potuto occupare la tirannide di Italia e
farsene principe, e non è stata, dall’altra parte, sì debole che, per paura di non
perdere il dominio delle sue cose temporali, la non abbia potuto convocare uno
potente che la difenda contro a quello che in Italia fusse diventato troppo
potente).

•Il sarcasmo in alcuni punti ricorda le invettive dantesche e dà forza polemica


all’argomentazione (Abbiamo adunque con la Chiesa e con i preti noi italiani
questo primo obligo).

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Le opere Istorie Fiorentine (1520)
Annali storici di Firenze

Nuclei tematici

•Gli annali fiorentini, commissionati dal cardinale Giulio de’ Medici, poi papa
Clemente VII, sono divisi in 8 libri:
- Il I libro tratta la storia d’Italia dalla caduta dell’impero romano al 1434
- i libri II-IV si occupano della storia di Firenze fino al 1434
- i libri V-VIII narrano la storia italiana e fiorentina dal 1434 alla morte di Lorenzo il
Magnifico nel 1492

•Machiavelli prende le distanze dalla storiografia dell’umanesimo civile e affronta


apertamente le questioni politiche, tra cui si distinguono tematiche come:
- la polemica sulle colpe e sulla corruzione dei principi italiani
- la critica alle milizie mercenarie
- la necessità che si apra una nuova stagione con l’avvento di un uomo forte,
capace di porre fine alle lotte intestine

•Un rilievo particolare assume il ricorso ai discorsi fittizi di personaggi storici, un


tipico espediente della storiografia classica e umanistica.

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Le opere
Istorie Fiorentine

Lo stile

•Il carattere eminentemente politico dell’opera dà ragione del disinteresse di


Machiavelli per la verifica delle fonti storiche: ci si avvale di compilazioni
preesistenti e si compiono talora interpretazioni inaccurate e tendenziose dei fatti.

•Le vicende sono pertanto drammatizzate per voce di personaggi storici che
entrano in gioco tramite dialoghi o anche monologhi e che propongono nel più
ampio scenario della storia collettiva episodi singolari e storie individuali.

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Le opere Arte della guerra (1519-1520)
Trattato di argomento militare
in sette libri in forma di dialogo

Nuclei tematici

•Il trattato si svolge intorno al nucleo tematico principale, la materia militare, che
ha come obiettivo la difesa delle «armi proprie», già avanzata nel Principe, a
scapito degli eserciti mercenari, dal cui impiego deriva, nella visione di Machiavelli,
l’insicurezza dello Stato e la sua debolezza politica.

•Temi secondari sono:


- la paga dei soldati
- il mantenimento della disciplina
- la disposizione in campo delle truppe
- gli alloggiamenti
- le fortificazioni

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Le opere
Arte della guerra

Lo stile

•Il carattere eminentemente politico dell’opera dà ragione del disinteresse di


Machiavelli per la verifica delle fonti storiche: ci si avvale di compilazioni
preesistenti e si compiono talora interpretazioni inaccurate e tendenziose dei fatti.

•Le vicende sono pertanto drammatizzate per voce di personaggi storici che
entrano in gioco tramite dialoghi o anche monologhi e che propongono nel più
ampio scenario della storia collettiva episodi singolari e storie individuali.

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Le opere La mandragola (1518)
Commedia in prosa in 5 atti
con prologo e cinque canzoni

Nuclei tematici

• Al centro della trama, sulla falsariga della commedia plautina degli equivoci, c’è il
motivo della beffa ordita attraverso una rete di finzioni e di inganni.

• Anche il tema dell’amore diviene spunto per delle trovate che fanno parte del
repertorio tradizionale della commedia classica.

• La comicità è però venata di amarezza e svela un mondo in cui vige l’interesse


personale, l’astuzia, il cinismo, la sete di denaro.

• Se emerge la condanna della corruzione e dell’amoralità, Machiavelli mostra


anche di ammirare le doti umane come il coraggio e la capacità di adattarsi alle
circostanze della vita, assecondando il mutevole girare della fortuna.

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Le opere
La mandragola

Lo stile

•La lingua è ancora il fiorentino, declinato maggiormente però sugli usi del parlato
(Non fu mai uccellatore più di me fortunato, che avendo oggi tese le panie a dui
magri uccelletti, che tutto el dì mi cantavano intorno, a caso una buona e grassa
perdice ci è venuta ad invescarsi). Compaiono perciò vernacolarismi (Andianci a
sbisacciare) che danno un tono efficacemente realistico, proverbi (in terra di
ciechi ch vi ha un occhio è signore) e frasi fatte (riempire una sedia in Paradiso), e
doppi sensi (E’ ci è cinquanta donne in questa terra che ne alzerebbono le mani a
cielo).

•La prosa è asciutta e caratterizzata da una logica stringente.

•Domina su tutto l’ironia (Poi che l’astuzia tua, la sciocchezza del mio marito, la
semplicità di mia madre e la tristizia del mio confessoro mi hanno condutto a fare
quello che mai per me medesima arei fatto, io voglio giudicare ch’e’ venga da una
celeste disposizione che abbi voluto così) che permea la commedia dalla scelta dei
nomi alle soluzioni linguistiche.

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