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MACCHIAVELLI

VITA

• Nacque a Firenze nel 1469 a una famiglia nobile di modeste condizioni economiche , si
hanno scarse notizie della sua formazione durante la prima repubblica certamente
compì studi umanistici e potè leggere i classici latini di cui era ben fornita la biblioteca
paterna. Le prime notizie sulla sue attività politica risalgono agli anni dell espulsione dei
medici da Firenze quando la città fu governata da Savonarola

• Nel febbraio 1498 fu tra i candidati al ruolo di segretario della seconda cancelleria del
comune ( ma non ottenne l incarico) ; successivamente il frate venne scomunicato da
papa Alesandro 6

• Nel giugno 1498 diventò segretario della seconda cancelleria e a luglio segretario delle
dieci libertà e di pace

• Grazie a questo incarico svolse numerose attività diplomatiche: andò nel 1500 in
Francia in missione diplomatica per conto della repubblica di Firenze , qui poté
apprezzare le solide strutture della monarchia di Luigi 12

- Nel 1503—>1503 fu ospite di Cesare Borgia , qui osservò la spregiudicata politici dai
Borgia che mirava ad instaurare una signoria nell’Italia centrale annientando l autorità
dei signori locali e ne trasse per delineare la gura di principe ideale

• Ritornato a Firenze riorganizzò l ‘esercito , formò una milizia cittadina , da questa


esperienza nacque la nuova magistratura dei nove u ciali dell’ordinanza e della milizia
a, di cui Machiavelli si fece nominare segretario; il governo per paura che Machiavelli
guadagnasse troppo potere elesse più comandanti temporanei con pesanti
conseguenze sulla formazione e sulla disciplina dei soldati

• Nel 1506 si recò a Roma per seguire la spedizione di Giulio 2 contro Perugia e Bologia e
nel 1507 in Germania presso l’imperatore Massimiliano 1

• Nel 1510 fu inviato in Francia per tentare di ricomporre i contrasti emersi tra Giulio 2 e
Luigi12, nel 1511 la crisi tra papato e Francia si inasprì no sfociare in un aperto
con itto . Firenze si alleo con la Francia e con lo stato della chiesa si alleò la Spagna . Il
con ito si concluse con la vittoria della chiesa che restauro a renze la signoria Medicea

• Con il ritorno dei medici Macchiavelli fu privato di ogni incarico

• Nel 1513 sospettato ad una congiura antimedicea fu torturato e imprigionato , rimesso


ili libertà ma escluso dalla vita politica

• Fu nel periodo dell esclusione dalla vita politica che compose le sue opere di maggior
importanza : il Principe , I Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio

• Nel 1513 mori Lorenzo 2 de medici ; la gestione del governo a data al cardinale Giulio
de medici , il quale dimostro un atteggiamento piu aperto e tollerante nei confronti di
Macchiavelli

• Nel 1521 dedico il trattato Dell arte della guerra e nel 1525 quando fu nominato papali
dedicò le istorie orentine

• Grazie al favore del papa Machiavelli potè ritornare alla vita politica , pero con incarichi
di bassa importanza

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• Un ultima delusione la ottenne quando , nella guerra tra Francia e impero di Carlo 5 ,
negli stessi giorni in cui ci fu il sacco di Roma , una rivolta della fazione repubblicana
che provocò il crollo della signoria Medicea e il ripristino delle istituzioni repubblicane , il
nuovo governo emargino Macchiavelli accusando di aver sostenuto apertamente i
medici .

• Nel 1527 ( poco dopo ) morì a causa di un improvvisa malattia

I trattati

Durante al periodo di allontanamento dalla vita politica , si dedicò alla stesura di tre
trattati di argomenti politico sono :

• IL PRINCIPE(1513 e rivisto più volte no al 1516):

- dedicato all analisi delle varie forme di principato e dei comportamenti che un principe
deve adottare per mantenere il potere e ra orzare lo stato

• DISCORSI SOPRA LA PRIMA DECA DI TITO LIVIO( 1513 —>1517 e 1517 ) :

- Consiste in una serie di osservazioni di carattere politico e sociale che prendono


spunto dai libri dell opera AB URBE CONDITA LIBRI ( libri sulla formazione di Roma e
sulla sua storia )

• DELL’ ARTE DELLA GUERRA (1519—->1520):

- Dedicato al cardinale e signore di Firenze Giuliano 2 d medici

- È un trattato in forma dialogica in sette libri ( sul modello dei trattati umanistici i che ha
come protagonista alcuni degli intellettuali che si radunavano negli orti oricellari )

- L’opera analizza in maniera dettagliata il problema dell esercito a rontando sia di


questioni politiche sia di argomenti di tecnica militare

Commedia

• LA MANDRAGOLA(1518) :

- Massima espressione del tetro del 1500

- L opera denuncia il vuoto di valori e il degrado morale della società orentina del primo
cinquecento del primo cinquecento

• CLIZIA (1525):

- Fu scritta su commissione del Fiorentino Iacopo Falconetti

- Irritato all casina di Plauto , è incentrata sull’amore del vecchio Nicomaco per la
giovane serva Clizia, della quale è innamorato anche suo glio Cleandro .Nicomaco
progetta di far sposare Clizia con un suo servo per poter goder liberamente della
giovane , mm all piano viene scoperto dalla moglie . Alla ne Cleandro può sposare
Clizia .

- L opera presenta spunti autobiogra ci , l analogia tra l autore e il protagonista ,


evidente della scelta del nome , dimostra come Macchiavelli intendesse trattare il tema
dell amore senile non solo in forma ironica e satirica ma anche con note malinconiche
ed elegiache

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Lettera a vettori

• Scritta il 10 dicembre 1513 all amico Francesco vettori dal suo forzato ritiro all
albergaccio

Il principe

• Viene citata il 10 Dicembre del 1513 in una lettera all’amico Francesco Vettori dove
annuncia di aver composto in pochi mesi un opuscolo sui vari tipi di principato dove
dice di essere indeciso se dedicarlo a Giuliano de medici , dato che morì lo dedicò a
Lorenzo 2 de medici sperando di poter tornare alla vita politica dimostrando le sue
competenze

• É un trattato politico di 26 capitoli che si possono dividere in 4 parti in base ai di erenti


tipi di principato

- Capitolo(1—>11) la conquista dei di erenti tipi di principato

- Capitolo( 12—>14)la questione delle milizie e

- Capitolo(15—>23)la gura del principe

- Capitolo(24—>26)la causa e i motivi delle scon tte dei principi italiani , la natura della
fortuna e sottrazione nale a Lorenzo 2 de Medici

• L opera rientra nel genere degli specula principis dove viene fornito un ritratto ideale di
un sovrano de nendo i comportamenti di un principe perfetto. Il trattato di Machiavelli
parte dal osservazione della situazione politica contemporanea per delineare una gura
reale , pragmatica, inserita nel contesto sociale e culturale in cui agisce ( le analogie con
questa categoria di opere è solo sul carattere esteriore: il titolo , la sottotitolazione latina
dei capitoli alcune elencazioni- e serve per dare un organizzazione riconoscibile al
trattato )

• Spoglia il principe idea dei ogni qualità morale: egli non deve essere necessariamente
buono ; dato che il suo ne è quello di mantenere il potere e ra orzare lo stato che
governa , può e deve ricorrere, se le circostanze lo richiedono anche ad azioni malvagie

• La rivoluzionaria dell opera consiste nel fatto che il principe ideale basandosi sulla
realtà così com’è.
• Secondo Machiavelli non esiste un elenco immutabile delle qualita da avere e dei vizi da
evitare sulla base di un ordine precostituito e libero dalla pratica politica , ma gli unici
insegnamenti utili si ricavano dalla storia cosi da evitare di ridere gli stessi errori .

• Dal momento che la natura umana tende al male , per un principe è necessario non
tanto godere dell’a etto dei sudditi quanto piuttosto possedere le virtù ovvero doti
intellettuali e capacità pratiche che gli permettono di raggiungere il suo scopo

• CONCETTO DI VIRTU : intende la facoltà individuale di operare per il raggiungimento di


un ne tenendo conto delle circostanze e della possibilità di volgerle a proprio
vantaggio .

• Per de nire il principe ricorre alla gura del centauro : un principe deve essere leone ( in
grado di terrorizzare, usare la forza e le leggi ) e volpe ( capace di riconoscere gli inganni
)

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• IMPORTANTE è il rapporto tra virtù e fortuna:
- La virtù consiste nel saper adattare di volta in volta il proprio modo di agire e persino il
propio temperamento alle circostanze

- La fortuna : governa per metà il destino degli uomini l ‘ altra metà dipende dalle loro
azioni

• Per Macchiavelli la virtù del principe è sempre nalizzata al mantenimento o al


ra orzamento del potere ; per questo il principe non deve preoccupersi della moralità
delle proprie azioni e se necessario deve ricorrere anche a comportamenti malvagi o
immorali ( il ne giusti ca i mezzi farse con l aula e viene sintetizzato il suo pensiero )

• Quindi Machiavelli si preoccupa di cosa sia il ne politico da raggiungere , il quale


coincide con la compattezza, la sicurezza, la prosperità dello stato , non con la libertà
dei sudditi. L interessa dell’autore si concentra sulla esigenza della solidità del sistema
politico

• Nell prima sezione indica un modello di principe ideale : quello di Cesare Borgia: grazie
la suo comportamento crudele e privo di scrupoli era riuscito a piegare a proprio favore
le circostanze con quietato in pochi anni vari territori della Romagna , con l appoggio
del padre e della Francia , solo una malignità di fortuna gli aveva impedito di realizzare il
progetto di un grande stato autonomo nell Italia centrale

• STILE:

- Il modo di argomentare è di grande rigore logico , stile dilemmatico( procedere per


dilemmi o per alternative {o……o ed ecc}

- Il periodare varia forme e modi a seconda dell’argomento trattato

- Frequenti sono le contrapposizioni concettuali cui è legato il procedimento dilemmatico

- La lingua del principe è molta diversa da quella trattatista classica e umanistica. I


latinismi non sono molto di usi , mentre è frequente l occorrenza di espressioni
popolari e di termini tecnici . Il ricorso a metafore mira a rendere i concetti piu chiari e
incisivi

- I numerosi esempi svolgono la funzione di dimostrare in concreto gli assunti teorici


astratti

CARATTERI PRINCIPALI DEL PRINCIPE


• che cosa è principato, di quale spezie sono, come e' si acquistano, come e' si
mantengono, perché e' si perdono", con dando all'amico di voler dimostrare
attraverso questo piccolo libro tutta la sua esperienza politica e sperare, in tal modo, di
essere riammesso al servizio dei Medici.

• Contrariamente a quanto solitamente avveniva nella trattatistica volgare del


Rinascimento ( da lui considerato strumento più e cace e di più immediata
comprensione, più adatta a divulgare contenuti politici presso un pubblico di non
specialisti), Machiavelli nel Principe non usa la forma dialogica (immaginando cioè un
dialogo ttizio tra interlocutori contemporanei reali, cosa che farà solo nell'Arte della
guerra), bensì sceglie una struttura snella e decisamente moderna, con una
dissertazione che l'autore rivolge direttamente al lettore in un libro di relativa brevità,
non a caso da lui de nito "opuscolo". Il trattato si rivolge del resto a un principe
"ideale", da non identi care necessariamente con Lorenzo de' Medici cui l'opera era
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dedicata, cui l'autore spiega come deve governare e cui fornisce indicazioni
pratiche per il mantenimento dello Stato,Il procedimento seguito dell'autore è
estremamente rigoroso e logico ed è stato de nito di tipo "dilemmatico", in quanto
Machiavelli spesso indica una alternativa perentoria tra due situazioni o due
classi cazioni e si concentra su una sola di esse

STATO{ :
• Lo Stato è un dominio esercitato dagli uomini (uno solo o un gruppo più o meno
ampio) sulla massa, per cui il ne principale dell'uomo di governo non è tanto il
"bene comune" o la giustizia nei confronti dei cittadini, quanto la sopravvivenza
dello Stato stesso, per ottenere la quale il principe è legittimato a usare anche la
violenza, la frode e altri metodi moralmente negativi

• Se la sopravvivenza dello Stato è il ne principale dell'uomo di governo, sia egli un


sovrano o il funzionario di un regime oligarchico, è ovvio che tutto il resto è
subordinato ad esso e quindi l'esercito diventa un mezzo per garantire non la
sicurezza dei cittadini ma il mantenimento del governo al potere, la legge serve più
che altro ad assicurare l'ordine pubblico ed evitare ribellioni popolari, per cui non di
rado il principe deve applicare "pene esemplari" per dissuadere i propri sudditi dal
contrastare il suo dominio (es Cesare Borgia)}

• Realismo e pragmatismo politico sono la caratteristica essenziale del trattato ( verità


e ettuale). Il risultato è la fondazione della politica come "scienza moderna" e la
separazione netta tra azione di governo e morale, per cui l'omicidio, la violenza, la frode
vengono legittimati come strumento politico per il mantenimento e la conservazione
dello Stato, cosa che nessun altro scrittore prima aveva mai messo nero su bianco in
modo altrettanto esplicito

• A sorreggere questa visione politica c'è naturalmente una concezione


assai pessimistica dell'umanità e dei rapporti tra gli individui, per cui secondo
l'autore gli uomini non sono buoni e sono naturalmente inclini a perseguire il loro
interesse privato e a compiere il male per raggiungere i loro scopi, quindi a maggior
ragione chi li governa deve essere pronto a ricorrere agli stessi metodi pur di
mantenere l'ordine ed evitare di essere travolto con conseguente perdita del
potere e dello Stato

• La trattazione del Principe è moderna anche per la particolare attenzione che


Machiavelli riserva a un aspetto quale l'immagine pubblica del sovrano ( nasce da qui il
concetto di , che secondo lui è fondamentale per ottenere il favore dei sudditi e
garantire così la stabilità del governo, che (lo si ricordi) dev'essere l'obiettivo
principale di chi regge uno Stato: da qui nasce il concetto di "simulazione" e
"dissimulazione", ovvero la capacità del principe di ngere di essere ciò che non è e
viceversa, indispensabile per non attirare critiche sul proprio comportamento che
possano ledere il prestigio politico di chi governa. (disiderare di essere tenuto pietoso, e
non crudele)

• l'autore a erma che il principe dovrebbe evitare quei "vizi" la cui "infamia"
potrebbe danneggiare la sua reputazione togliendogli lo Stato, mentre può
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lasciarsi andare a quei comportamenti che sono sì considerati immorali, ma non
sono tali da mettere in pericolo la sua leadership

• Machiavelli a erma anche che un principe, e soprattutto colui che è appena


arrivato al potere, deve aver cura di apparire pietoso, integro, religioso, mentre
nella prassi politica non sarà ovviamente sempre così e ciò in quanto gli uomini
"giudicano più agli occhi che alle mani", dal che emerge quel malcelato disprezzo che lo
scrittore mostra nei confronti della "massa", che deve essere anche manipolata da chi
la governa se questo è utile al mantenimento della pace e della stabilità dello Stato

• LA FORTUNA:
•  La fortuna viene del resto concepita ma in modo assai più laico come l'azione
capricciosa del caso, per cui essa domina solo la metà delle vicende umane e un
principe accorto deve saper prevedere le circostanze infauste che gli si possono
presentare in qualsiasi momento, proprio come un contadino previdente costruisce
argini per prevenire le distruzioni che un ume in piena può provocare alle coltivazioni

• .La fortuna è poi paragonata da Machiavelli a una donna, per cui "è necessario,
volendola tenere sotto, batterla e urtarla", a ermazione in cui si vede la misoginia

CREDE CHE LA RELIGIONE SIA UTILE PER MANTENERE IL POPOLO UNITO —>
QUANDO PARLA DI TESTI DELLA RELIGIONE LI USA IN MODO STRUMENTALE , PER
DIMOSTRARE

-CESARE BORGIA TERRITORI = ROMAGNA

Rapporto tra virtù e fortuna per Macchiavelli , la paragono ad un fume in piena ( metafora
del ume e delle dighe )

-citazione a Petrarca : virtù contro furore……

Il trattato ( il principe ) si chiude con questa parola ( virtù)

Stile del capitolo 26

L errore che compie Macchiavelli riguardo alla storia futura

I DISCORSI SOPRA L APRIMA DECA DI TITO LIVIO

(La novità dei Discorsi è tutta nell’attenzione che il Machiavelli rivolge alla repubblica in
quanto stato, capace di rappresentare le varie componenti della società quindi più forte di
un principato, che si fonda e si regge sulla sola virtù di un uomo eccezionale, ma
destinato sempre a cedere o a morire)

- sono ri essioni politiche scaturite dalla lettura dei primi dieci libri degli Ab Urbe condita
libri ( libri sulla storia di Roma della sua fondazione) dello storico Tito Livio , in cui viene
raccontata la storia di Roma dagli albori alla ne della guerra contro i Sanniti(294 a.c.)

- I discorsi furono ideati e scritti quasi contemporaneamente al principe , nei primi mesi
del 1513 ( subito dopo l allontanamento dal politica ) Macchiavelli scrisse i primi dieci
capitoli del primo libro , successivamente interruppe l opera , passo al principato e
scrisse il principe , il quale venne concluso in pochi mesi . Dopo riprese i discorsi e li
nì nel 1519 oppure 1520 ( anche i discorsi Come il Principe , circolarono inizialmente
solo in forma manoscritta , furono stampati nel 1531 e successivamente messi nell
indice dei libri proibiti nel 1559.

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- I discorsi sono costituiti da tre libri :

1. Il primo di 60 capitoli , presenta le istituzioni della repubblica romana ( le leggi , l


organizzazione dello stato ed ecc..) , a ronta il problema della formazione di uno
stato e quello della sua conservazione
2. Il secondo di 33 capitolo, è incentrato su problematiche di politica estera come l’
organizzazione militare e le deliberazioni prese da Roma per l’aumento dell impero
suo

3. Il terzo di 49 capitolo , illustra le azioni degli uomini “particolari” , che


contribuirono alla grandezza di Roma
- OGGETTO DELlA TRATTAZIONE : il mantenimento dello stato ; nel nono capitolo del
primo libro , a erma che mentre la creazione è piu facile ad opera di uno solo , il
mantenimento è garantito da molti . É dunque opportuno che al potere del singolo
subentrino in seguito gli ordinamenti repubblicani

- L’opera è una sorta di commento di parti della storia di Tito Livio , in cui lo storico latino
racconta i primi secoli della monarchia di Roma e il suo passaggio alla repubblica.
Macchiavelli fa un attenta lettura del passato in ricerca di analogia tra storia antica ed
eventi contemporanei, nella convinzione che la stori si ripete e che è qui di
indispensabile conoscerla per trarne insegnamenti e norme di carattere politico .

PRIMO LIBRO CAPITOLO 12 : “SULLA RELIGIONE”

• l passo è strettamente collegato al cap. 11, in cui l'autore descriveva la religione pagana
dell'antica Roma come un complesso di norme e rituali dal signi cato politico e
utilissimo per mantenere unito il popolo romano e saldo il suo governo, attribuendo
perciò alla religione un valore civile e di mezzo di regno; riprende la sua concezione e
a erma che la religione deve avere la stessa funzione anche negli Stati moderni, che si
mantengono saldi no a quando nel popolo è viva la devozione e iniziano a declinare
quando si di onde un sentimento irreligioso

• Ne emerge una ri essione di carattere laico e moderno che rompe i ponti con la
tradizione letteraria medievale e che concepisce la religione come un mezzo per
mantenere il potere e l'ordine politico non diversamente dalla legge, anch'essa del
resto descritta come espressione della giustizia terrena e non divina

• LA PRIMA ACCUSA : Machiavelli polemizza pesantemente contro la Chiesa di


Roma, (allontanatasi dai principi delle religione cristiana), accusata di aver provocato
la rovina politica d'Italia col cattivo esempio della corruzione della Curia che
avrebbe, a suo dire, allontanato dalla devozione molti cittadini e causato "in niti
inconvenienti e in niti disordini": la condanna della corruzione ecclesiastica è un tema
ricorrente nella nostra letteratura, tuttavia la novità sta nel fatto che Machiavelli
individua in essa un fattore di disgregazione sociale e di disordine in quanto la
religione è un mezzo per tenere unite le masse e disciplinarle al governo di uno o
di pochi, mentre tale e etto è venuto meno in quanto il cattivo esempio delle
gerarchie della Chiesa ha allontanato dalla fede molti italiani 
• LA SECONDA ACCUSA: La seconda accusa alla Chiesa è di aver contribuito alla
frammentazione politica degli Stati italiani e qui la novità consiste nel trattare la Curia
come una delle tanti corti della Penisola, impegnata in un'attività politica e di governo al
pari di città come Firenze o Milano e inserita nel gioco mobile delle alleanze, per cui
essa è stata un fattore di instabilità dell'Italia. L'autore a erma che la Chiesa è troppo
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debole per controllare tutta l’Italia ( esempio di Carlo Magno), ma abbastanza forte
da impedire che qualcun’altra lo faccia ( esempio la lega di Cambria) . Quindi tiene
l’italia divisa portandola all inevitabile rovina.

• Dal testo si evince che l’aspirazione all’unità d’Italia fosse già viva nel 500

Il principe è scritto di getto, nel corso I Discorsi sopra la prima deca di Tito
di pochi mesi Livio subiscono una gestazione più
lunga, di circa sei anni
Ne Il principe si può scorgere una Nei Discorsi sopra la prima deca di
architettura logica molto rigida e Tito Livio le osservazioni si
schematica. susseguono in modo estemporaneo,
senza obbedire ad un disegno
strutturale prede nito.
Qui il concetto di stato che emerge è Qui invece emerge un modello di
uno Stato forte e accentrato Stato-civiltà, che considera il diritto, e
non la forza come mezzo privilegiato
del potere.
Al centro de Il principe c’è Al centro dei Discorsi sopra la prima
l’individuo singolo, che con la sua deca di Tito Livio c’è un regime
virtù, può ottenere e conservare il complesso, in cui il potere non è
potere, anche al di fuori della concentrato su una sola persona, e in
religione e della morale. cui rivestono una notevole importanza
la tradizione e la religione. Anzi il
timore degli dei è alla base della
stabilità del regime.
Ne Il principe la tirannide è Qui invece la tirannide  è fortemente
giusti cata condannata
Qui il problema è creare uno stato Nei Discorsi sopra la prima deca di
Tito Livio una volta creato lo stato, il
problema è regolare i rapporti interni.
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L’opera è dedicata a Lorenzo di Piero L’opera è dedicata ad un membro
deMedici della famiglia Rucellai

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