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PREUMANESIMO
In Petrarca non troviamo alcuna traccia di preumanesimo per quanto riguarda
le tematiche in quanto nelle sue opere rispecchiava il proprio dissidio interiore
rispecchiante la crisi del 300, a differenza di Boccaccio che, invece, celebrava
con naturalezza i valori terreni. Invece ritroviamo il Petrarca preumanista dal
punto di vista stilistico e linguistico in quanto diventa bibliofilo appassionandosi
ai libri classici e in tal modo acquisisce la profondit storica che invece a Dante
mancava, venendo a conoscenza delle differenze tra latino antico e medio
latino. In tal modo Petrarca si rese conto degli errori commessi dagli amanuensi
nella confusione tra latino medio e antico e della perfezione dei classici.
Petrarca prese dunque la decisione di emulare Cicerone per quanto riguarda la
prosa e Virgilio nella poesia per poter raggiungere la gloria poetica. Tuttavia si
rese conto di stare, realt, semplicemente riproducendo la classicit, perci
apprende ulteriori tecniche stilistiche per poi elaborare opere in italiano, tra cui
il Canzoniere, che si rifanno allequilibrio, simmetria e armonia del bello ideale,
concetto derivato dalla filosofia platonica e dalla produzione classica.
UMANESIMO E RINASCIMENTO
Non abbiamo una data precisa che separi le due correnti letterarie, ma
sappiamo con certezza che lumanesimo vero e proprio si sviluppa nel 400. In
questo periodo lItalia piuttosto autonoma, mentre nel periodo del
Rinascimento diverr oggetto di conquista e teatrino di scontri.
Nellumanesimo nascono le signorie (unit territoriale sviluppatasi nel
Medioevo retta da un signore) i cui signori dovevano legittimare il proprio
potere e per far questo utilizzavano spesso il mecenatismo (divenendo in tal
modo protettori delle arti e delle lettere) o la commissione delle opere. Firenze,
tra il 1434 e il 1435, passa sotto il dominio dei Medici, e in questo periodo si
inizia a sviluppare lumanesimo civile, caratterizzato da intellettuali municipali
che danno pi importanza al negotium (inteso come occuparsi, pi per
necessit che per scelta, dei propri affari) che allotium (dedicarsi
completamente allo studio). Invece, laddove vi erano le corti, nascono gli
intellettuali cortigiani che saranno costretti a svolgere il ruolo di funzionari, cos
come capit ad Ariosto. Gli intellettuali cortigiani, inoltre, dovevano sviluppare
il motivo encomiastico, ossia la lode, lelogio a colui che ha commissionato
lopera o a colui che ospita lintellettuale nella propria corte. Si sviluppano
anche gli intellettuali chierici, ossia intellettuali che prendono gli ordini
ecclesiastici minori. Nellumanesimo assistiamo alla rinascita del mondo
classico, con lobiettivo di far rivivere la classicit senza le deformazioni
LA CULTURA DELLUMANESIMO
Con lumanesimo abbiamo una visione integrale delluomo che ne esalta la
centralit a livello spirituale, filosofico, antropologico, morale, politico e sociale.
IL MANIERISMO
La prima met del 500 fu caratterizzata dalle rivoluzioni causate
dallaffermarsi della riforma protestante e poi della controriforma cattolica.
Durante gli anni 30 lItalia passa sotto il dominio spagnolo e, con la pace di
Cateau-Cambresis del 1559, la Spagna applica un dominio forte e intollerante
dal punto di vista religioso (nasce, infatti, il Tribunale della Santa Inquisizione).
Galilei riprese e rielabor la teoria eliocentrica di Copernico, per tale motivo
venne costretto ad abiurare la propria tesi in quanto si pensava che andasse
contro quanto scritto nella Bibbia ed era perci ritenuta pericolosa (si pensava
che in realt fosse la Terra immobile e al centro delluniverso, perch alcuni
passi allegorici e metaforici della Bibbia venivano interpretati letteralmente,
come fermati o Sole). Durante questo periodo nacque lindice dei libri proibiti,
in cui erano elencati tutti i libri che andavano contro quanto detto dalla Chiesa
e quanto scritto nella Bibbia (ad esempio il De monarchia di Dante e il
Decameron di Boccaccio). LIndice dei Libri Proibiti causa la fuga di cervelli
dallimpero spagnolo. Con il Concilio di Trento la Chiesa diventa ulteriormente
intollerante nei confronti delle fedi riformate.
Nella seconda met del 500 si sviluppa una rivoluzione artistica e culturale che
sfocia nel Manierismo, una corrente anti-rinascimentale in quanto si ha il
ritorno allirrazionalit, si rompono i concetti di equilibrio, simmetria e armonia
TORQUATO TASSO
Torquato Tasso nasce a Sorrento nel 1544 da una nobildonna pistoiese e un
gentiluomo di corte e poeta. Tuttavia Sorrento non sar per Tasso una patria
stabile e la sua vita sar caratterizzata dallo sradicamento da essa. Tasso
frequenter le scuole dei gesuiti a Napoli per poi trasferirsi a Roma a soli dieci
anni per raggiungere il padre che era in esilio, da quel momento in poi non
rivedr pi sua madre.
Tasso oper nella corte di Ferrara con cui ebbe un rapporto di amore e odio,
infatti si allontan spesso dalla corte. Fu accusato di pazzia perch aveva
tentato di uccidere un servo perci venne rinchiuso per sette anni in un
manicomio; in realt Tasso venne allontanato per paura che avrebbe causato
problemi ad Alfonso II dEste: gi da alcuni anni gli estensi avevano paura che
potesse richiedere laiuto spagnolo per abbattere la casata estense.
Tasso non era un eretico, al contrario era un convinto assertore degli ideali
della controriforma e intendeva porsi come poeta cristiano, ossia come cantore
degli ideali controriformistici dominanti, che diffuse con lelaborazione de La
Gerusalemme Liberata (in cui sono presenti tutti gli elementi manieristici, come
LA GERUSALEMME LIBERATA
Riassunto: La trama ruota attorno allo storico condottiero Goffredo di Buglione
che, giunto al sesto anno della prima crociata a capo dell'esercito, attende la
fine dell'inverno in Libano, quando gli appare l'Arcangelo Gabriele che lo invita
ad assumere il comando dell'esercito e a portare l'attacco finale contro
Gerusalemme.
I cristiani accettano di eleggere Goffredo loro capo supremo e si mettono in
marcia verso la Citt Santa. Uno dei guerrieri musulmani decide di sfidare a
duello il crociato Tancredi, decretando che l'esito della guerra dipender da
quel duello. Il duello per viene sospeso per il sopraggiungere della notte e
rinviato. Tuttavia intervengono i diavoli che decidono di aiutare i musulmani a
vincere la guerra. Uno strumento di Satana la maga Armida che, con uno
stratagemma, fingendosi una principessa spartana proveniente da Damasco,
riesce a rinchiudere tutti i migliori eroi cristiani, tra cui Tancredi, in un castello
incantato. Infine anche l'eroe Rinaldo, per aver ucciso un altro crociato che lo
aveva offeso, viene cacciato via dal campo.
Il giorno del duello arriva e poich Tancredi scomparso viene sostituito da un
altro crociato aiutato da un angelo. I diavoli a loro volta aiutano il musulmano e
trasformano il duello in battaglia generale. I crociati sono sul punto di perdere
la guerra quando arrivano gli eroi imprigionati, liberati da Rinaldo, che
rovesciano la situazione e fanno vincere la battaglia ai cristiani.
Goffredo cos ordina ai suoi di costruire una torre per dare l'assalto a
Gerusalemme, ma di notte Argante e Clorinda (di cui Tancredi innamorato)
incendiano la torre. Clorinda tuttavia non riesce a entrare nelle mura e viene
uccisa in duello, in una delle scene pi significative del poema, proprio da colui
che la ama, Tancredi, che non l'ha riconosciuta perch coperta dalla corazza da
combattimento. Tancredi addolorato per aver ucciso la donna che ama e solo
l'apparizione in sogno di Clorinda gli impedisce di suicidarsi. Inoltre il mago
Ismeno lancia un incantesimo sul bosco in modo che i crociati non possano
ricostruire la torre in mancanza di materiale ligneo da costruzione. L'unico in
grado di spezzare l'incantesimo Rinaldo, che per stato fatto prigioniero
della maga Armida che lo trattiene presso di s con le sue arti magiche e
femminili. Due guerrieri vengono inviati da Goffredo per cercarlo e alla fine lo
trovano e lo liberano. Rinaldo, pentito di essersi lasciato irretire da Armida fino
a trascurare il suo dovere di guerriero e di cristiano, vince gli incantesimi della
selva e permette ai crociati di assalire e conquistare Gerusalemme. Il poema si
conclude con Goffredo che pianta il vessillo cristiano all'interno delle mura della
citt santa.
Dettagli: La Gerusalemme Liberata unopera aperta, non esiste un finale e il
poema assume quasi un carattere infinito sempre aperto a nuove variazioni e
mutazioni. Sono state pubblicate diverse versioni dellopera, ognuna dichiarata
definitiva, ma nessuna aveva mai rispecchiato la precisa volont dellautore;
tuttavia lopera suscit da subito grande interesse tra i lettori. Questo
incessante lavorare sullopera poi rispecchiato dalla Gerusalemme
Conquistata, generata dalla prima opera, ma completamente diversa da essa.
Lobiettivo del Tasso quello di diffondere gli ideali e i valori della
Controriforma, cambia quindi la propria poetica usando quella aristotelica,
secondo cui larte deve essere mimesi della realt. Viene elaborato, dunque, un
poema epico-storico in quanto nei poemi cortesi cavallereschi non si
rappresentava la realt e lobiettivo che Tasso si pone la conciliazione
dellinsegnare e del dilettare. Con il ritorno alla Poetica aristotelica si torna
indietro alla tradizione teologica e scolastica cristiana: lautore prende le
distanze dal modello dellintreccio aristotelico raccordando la vicenda di un
eroe a un unico evento e in precisi e definiti spazio e tempo. Un poema epicostorico ambientato in un determinato periodo storico e vengono narrate le
grandi gesta dei personaggi; si ha un rapporto tra vero e verosimile in modo da
poter trasmette un insegnamento per mezzo del poema. Per quanto riguarda il
vero possiamo dire che lambientazione riguarda la prima crociata del 1099 in
cui i cristiani erano impegnati nella conquista del Sacro Sepolcro, nelle mani dei
saraceni. Viene preso come sfondo storico questa vicenda perch si ha lo
scontro vero e proprio tra due fedi diverse che rispecchia e rappresenta la lotta
e la contrapposizione tra Riforma e Controriforma. In tal modo lautore
riafferma la forza della fede cristiana e il ruolo fondamentale che la Chiesa
riveste. Viene scelto, dunque, un periodo lontano ma neanche troppo inattuale,
basti pensare che Tasso aveva 27 anni quando si svolse la battaglia di Lepanto,
una nuova crociata avvenuta nel 1571 contro il pericolo musulmano. Per
quanto riguarda il verosimile possiamo invece dire che i personaggi sono
completamente inventati. Con lelaborazione di un poema epico-storico si
comporta laccentuazione delle forme di eroismo religioso, militare e politico,
ma anche una scelta stilistica adeguata: parliamo dello stile eroico, in mezzo
tra il tragico e il lirico. Anche lo stile diviene, dunque, espressione di
bifrontismo in quanto si ha lalternanza di moduli differenti.
Innovativo anche il cambiamento dello spazio: dalla Bretagna ci si sposta
verso il cuore del Mediterraneo, luogo dove si consumano i vari conflitti tra
nazioni. La Gerusalemme Liberata non altro che lo specchio delle varie
tensioni caratterizzanti del periodo, segnato in primo luogo dalla Controriforma:
Tasso raccoglie quanto detto e deciso nel Concilio di Trento e con il personaggio
di Goffredo di Buglione viene imposta la figura di capitano in grado di riportare
lunit necessaria tra i suoi compagni erranti. Goffredo il tipico eroe della
cristianit, il modello morale che unisce la classicit e la cristianit.
Inoltre dal meraviglioso fiabesco il Tasso passa al meraviglioso cristiano, che si
conforma perfettamente alla sua poetica e a quanto detto per sostenere i valori
e gli ideali della Controriforma. Il meraviglioso cristiano che viene inserito
nellopera si distacca dai miti e dalla fantasia della tradizione cavalleresca. Si
tratta di una nuova forma del meraviglioso legato allimmaginario cristiano e
dunque ai miracoli, alle visioni, ai sogni profetici, allo scontro tra potenze
infernali e celesti. Questo meraviglioso, tuttavia, si apre anche alluomo, ai suoi
sentimenti e alle sue trasformazioni, rompendo lo schema della qute
avventurosa e cavalleresca verso un oggetto sfuggente. Lo spazio da esplorare
diverso, lautore, infatti si avventura nellIo e nelle sue angosce. Quello della
Liberata un meraviglioso inusitato, un meraviglioso del cuore e dei
sentimenti, psicologico potremmo dire. Conseguenza del meraviglioso
linserimento del magico. Per un uomo del Cinquecento, infatti, non era strano
credere nellesistenza di forze diaboliche o magiche o di scontri tra magia
bianca e magia nera. Nasce una natura bifronte, che va oltre lesperienza
umana.
Il poema di Tasso, che in realt ambisce alla concordia, non occulta lesistenza
degli opposti da cui poi nascono i conflitti narrati nelle singole vicende del
poema. Le piccole lotte tra i vari opposti non sono altro che lo specchio del
conflitto cosmico tra Bene e Male, legato al destino stesso dellumanit. Anche
la lotta per Gerusalemme una manifestazione storica della lotta tra il Bene e
il Male. I conflitti del mondo degli uomini sono il riflesso di un conflitto molto pi
ampio, quello delle forze del mondo soprannaturale. Le forze infernali e le forze
celesti sono in continua lotta e partecipano attivamente agli scontri e alle
battaglie tra uomini manifestando nella Terra la lacerazione del Creato. Gli
IL PROEMIO
La Gerusalemme Liberata si apre nel rispetto della tradizione epica con la
protasi (ottava 1), in cui esposto largomento, linvocazione alla Musa (ottave
2-3) e la dedica al duca Alfonso II dEst, che introduce il motivo encomiastico
(ottave 4-5). Accanto al tema epico della guerra santa, affiorano gi in
questo canto introduttivo motivi pi intimi, come laccenno autobiografico alla
propria condizione di peregrino errante (4,3), il tema dellamore infelice nella
figura di Tancredi e il tema romanzesco dellavventura in quella di Rinaldo,
proteso allaffermazione di s.
Riassunto e analisi (internet): Tasso si rivolge al lettore esponendo
largomento dellopera: narrer delle armi pietose e del capitano Goffredo il
quale, grazie alle sue doti e allaiuto divino, riusc ad espugnare Gerusalemme.
Segue linvocazione alle muse: prima il poeta chiede unispirazione divina, poi
si scusa perch nel suo poema si intrecceranno storia e fantasia, in modo che i
lettori, attirati in primo luogo dal diletto, vengano poi a conoscenza del vero.
Per ultimo Tasso dedica lo scritto ad Alfonso dEste, chiedendogli di accettare
con benevolenza il proprio libro.
PRIMA OTTAVA
Le armi sono definite pietose perch consacrate ad una causa religiosa, cio la
liberazione della Terra Santa dai musulmani. Il condottiero Goffredo di Buglione
si diede molto da fare per conquistare Gerusalemme, egli and in guerra e
soffr fisicamente e moralmente, e le forze infernali si opposero invano perch
nonostante tutto il cielo gli fu favorevole e riport alla missione i compagni
erranti che divagarono dal loro compito. Sono presenti alcune figure retoriche:
lossimoro in armi pietose, lanastrofe in gran sepolcro, lenjambement in santi
segni e lanafora in moltomolto.
In questa prima ottava notiamo gi i principi dellopera e quindi che nel poema
in atto un triplice scontro svolto su tre piani diversi: cielo contro inferno,
cristiani contro pagani, il capitano contro i compagni erranti. Il rapporto tra
questi tre piani un processo di riduzione dal molteplice alluno, da qui
possiamo distinguere due fazioni che sono quella del bene e quella del male: le
parole del testo che ci riportano al male sono inferno, popolo misto e compagni
erranti, mentre al bene sono cielo, armi pietose, liber il sepolcro, molto opr,
Senno, glorioso acquisto e santi segni.
SECONDA OTTAVA
Linvocazione alla musa inizialmente alla musa classica e quindi pagana
infatti il poeta nomina il monte Elicona sacro alle muse e i caduchi allori di cui
le muse cingono il capo ai poeti, poi la musa si trasforma nella Madonna e lo
capiamo dalle parole su nel cielo e di stelle hai unaurea corona, quindi
troviamo la figura retorica dellallegoria alla madonna. Negli ultimi versi Tasso
chiede perdono alla Vergine perch per ottenere lattenzione del lettore
costretto ad adornare la sua opera con un margine di finzione e sempre nella
fine troviamo il climax in tu spira, rischiara, perdona. Queste contraddizioni
costituiscono il bifrontismo spirituale e culturale di Tasso: alla base del
bifrontismo c laspirazione del poeta ad unopera sublime negata da note
idilliche e forze che dal centripeto tendono al centrifugo, come Tancredi e
Rinaldo che si allontanano per seguire le loro passioni, quindi la struttura
unitaria sul punto di dissolversi come accadeva nei poemi cavallereschi,
queste contraddizioni per non riguardano solo Tasso ma tutta unepoca che
sta vivendo un periodo di transazione.
QUARTA OTTAVA
Le ultime due ottave costituiscono la dedica al principe, in questo caso Alfonso
dEste. Il poeta ringrazia Alfonso per avergli dato un posto sicuro, con le parole
del testo un porto, quando si sentiva quasi absorto, dal latino sommerso. Il
poeta si sentiva un pellegrino errante e quindi sommerso tra gli scogli e le
onde, quasi inghiottito dal mare e Alfonso lo guid in questo porto. Questa
unesemplificazione della lotta tra il bene e il male che si combatte nellanimo
umano. In pi chiede al signore di accettare lumile opera e gli augura che nel
caso di una nuova crociata ne ottenga il comando.
COMMENTO
Tasso vuole incuriosire il pubblico ravvivando linteresse con luso di intreccio
tra fantasia e realt, infatti alla materia storica aggiunge un margine di finzione
per aiutare il lettore ad assimilare agevolmente la lezione morale di cui il testo
veicolo, ci spiegabile con una similitudine che fa lautore latino Lucrezio: i
medici cospargono la coppa di miele per rendere la medicina amara meno
detestabile. In pi ci vuole far capire che nella nostra interiorit c un campo
di battaglia fra il bene e il male, seppure in scala, identico a quello raccontato
nellopera.
CONFRONTO
I personaggi presenti in questopera sono gli stessi dellOrlando Furioso di
Ariosto, scritto nel rinascimento puro quando le riforme erano in pieno sviluppo
infatti la visione del poema laica, mentre la Gerusalemme liberata viene
scritta in un periodo differente quindi della controriforma e la visione
cristiana. Possiamo quindi mettere a confronto queste due opere evidenziando
le differenze e le analogie. Prima di tutto possiamo dire che entrambi i proemi
sono fondati sullo schema classico, e anche nellOrlando furioso il tempo
verbale presente e il poeta parla in prima persona per a differenza di Tasso
nel secondo verso.
Per quanto riguarda la proposizione quindi la presentazione dellargomento:
Ariosto fonde la materia carolingia (la virt guerresca) con quella bretone del
ciclo di re Art ( amori, avventure, magia). Salvo rare eccezioni le vicende
narrate non corrispondono a eventi storici reali. La materia cavalleresca
favolosa, i cavalieri erranti sono spinti dal gusto avventuroso e la loro ricerca di
qualcosa o qualcuno affidata al caso. Invece in Tasso viene presentata la
materia unitaria degli ultimi mesi del sesto anno della prima crociata
(storicamente il terzo), per la liberazione del Sepolcro dagli infedeli. Loggetto
della poesia unazione illustre che si ispira alla storia perch lepico deve
cercare in ogni parte il verosimile. Limpresa capitanata da Goffredo di
Buglione, personaggio storico. La materia caratterizzata dalleterna vittoria
del Cielo contro linferno.
Linvocazione di Ariosto alla musa ispiratrice alla propria donna, Alessandra
Benucci che, detto con ironia, laveva fatto impazzire come Orlando. Il
passaggio dal tono epico allautobiografico consente allautore di presentare i
propri sentimenti e di riflettere sulle passioni umane, specialmente lamore. La
Musa di Tasso non la divinit pagana della poesia: secondo gli antichi
lallegoria alla Madonna, secondo i moderni Urania, ispiratrice della poesia
epico-religiosa, qui cristianizzata. Linvocazione contiene anche una
discorso di Satana ricco di elementi della retorica classica per dimostrare che
anche il diavolo colto e conosce le tecniche della persuasione. Satana usa, ad
esempio, la captatio benevolentiae definendo i demoni come divinit che
possono essere elevate allo stesso piano di Dio e che sono degni di vivere in
paradiso; notiamo un continuo procedimento di antitesi.
Chiostra verso 4, linferno
Nella DECIMA OTTAVA si prosegue con il bifrontismo, Satana insiste sul fatto
che i demoni dovrebbero vivere in paradiso, abbiamo un atteggiamento
accusatorio verso Dio, sembra quasi che li sia il mostro e i demoni delle vittime.
Notiamo il bifrontismo perch Satana, incarnazione del male, dice di provare
dolore, usa pure linteriezione ahi e lesclamativa per creare pathos. Il diavolo
sente ancora pi umiliato perch Dio ha permesso alluomo e non a lui di
entrare nel paradiso. Satana crea pathos per creare e suscitare una rivolta nei
confronti di Dio.
NellUNDICESIMA OTTAVA, si nota il polisindeto che va a creare un climax
ascendente, viene alimentato il fuoco dello sdegno nei confronti di Dio dicendo
che egli uccise il suo stesso figlio e questo fatto viene visto come unoffesa a
Satana perch tutti gli uomini vengono assolti dal peccato originale e il diavolo
ha meno prede per s; abbiamo un procedimento ellittico perch viene saltata
la citazione della resurrezione di Cristo. Inoltre Satana si sente offeso da Dio
quando questultimo liber tutti coloro che scrissero lAntico Testamento
dallinferno e gli concede laccesso al paradiso. Dio viene accusato di essere
ladro di ricche prede (verso 6), e questo diventa unulteriore segno di scherno
e sconfitta per aumentare la rivalsa nei confronti di Dio.
Nella DODICESIMA OTTAVA notiamo la crescita del climax ascendente e il
ricorso alle interrogative retoriche per coinvolgere il lettore e creare pathos,
sentimenti molto forti, si crea anche un sorta di gradatio e quindi di musicalit.
Il deh uninteriezione che implica coinvolgimento emotivo. Satana dice che
Dio vuole richiamare il mondo a un unico culto e per il diavolo questo
sbagliato e lo accusa di imperialismo e di non sopportare il pluralismo. Siamo
posti davanti a un forte bifrontismo e a una forte ambiguit perch Satana pu
esprimere la propria opinione e ha diritto di cittadinanza nellopera.
Nella TREDICESIMA OTTAVA continuano il climax ascendente e le interrogative
retoriche. Viene detto che noi aspettiamo impotenti che Dio imponga il suo
dominio nel mondo.
Nella QUATTORDICESIMA OTTAVA prosegue il climax ascendente. Viene detto
che Dio con il suo imperialismo distrugge i templi di Satana (esplicito
riferimento alla riforma) e gli vengono persino sottratte le anime.
Nella QUINDICESIMA OTTAVA si passa a una sorta di anticlimax. Il valor primero
il coraggio dimostrato da Satana nella lotta contro Dio, definita virtuosa. Se
TANCREDI E CLORINDA
Riassunto: Durante il primo scontro tra pagani e cristiani sotto le mura di
Gerusalemme, Tancredi decide di battersi contro un guerriero sconosciuto. Un
forte colpo, per, fa cadere lelmo dalla sua testa rivelandone lidentit: si
tratta di Clorinda, la donna di cui Tancredi si innamorato dopo averla
incontrata ad una fonte. Per questo motivo leroe non riesce a rispondere ai
colpi che la guerriera gli sferra e le chiede perci di continuare in disparte il loro
scontro. La donna accetta, ma quando i due si sono allontanati abbastanza
dalla battaglia, Tancredi svela a Clorinda il suo amore. Allimprovviso i pagani si
vedono costretti a fuggire dal campo di battaglia. A questo punto un guerriero
cristiano, uomo inumano, si ferma alle spalle di Clorinda ed alza la mano
armata per ferirla alla testa scoperta. Tancredi lancia un urlo e si avventa
sullassalitore, cercando di opporre resistenza con la spada al colpo del soldato.
Clorinda resta ferita al collo, ma il taglio piccolissimo; tuttavia Tancredi si
accende dira e prende ad inseguire lassalitore che fugge terrorizzato. Nel
frattempo Clorinda si ritira assieme al suo esercito, proteggendosi il capo
scoperto con lo scudo.
Analisi contenutistica: Il brano analizzato tratto dal terzo canto della
Gerusalemme liberata di Tasso e narra la dichiarazione di Tancredi del suo
amore per Clorinda. Leroe infatti si avventa su un guerriero pagano, senza
sapere che si tratta in realt della sua amata; ma lo scontro talmente forte
che lelmo di Clorinda viene scaraventato a terra, svelandone il bel viso e le
lunghe chiome. Nella strofa numero 22 Tasso parla in prima persona
manifestando al lettore i sentimenti di Tancredi. Egli infatti fa delle domande al
suo eroe: gli chiede come possano essere dolci gli occhi di Clorinda nel riso,
visto come sono dolci anche ora che lampeggiano di rabbia; gli chiede poi a
che cosa pensa e a che cosa guarda e se abbia riconosciuto in quel volto
severo la donna per cui egli arde damore, quella donna incontrata un giorno
presso una fonte, mentre si chinava a rinfrescar la fronte. La fanciulla
approfitta dellincertezza del suo avversario e si avventa su di lui con la furia di
una belva. Tancredi per non pu fare altro che arretrare senza neanche
provare a reagire per il terrore di ferire la sua amata. I violenti colpi della
fanciulla vanno a vuoto; ma c un attacco da cui Tancredi non riesce a
difendersi, ovvero quello dellAmore. Il bello ignudo volto di Clorinda, infatti,
non cade in fallo, ma colpisce in pieno il cuore delleroe. Improvvisamente,
allora, Tancredi decide di non voler morire tacendo alla sua amata il suo amore
e le chiede cos inerme, e supplichevole e tremante di porsi in disparte da
tutte quelle persone per provarsi in duello. La guerriera accetta e i due si
allontanano dal campo di battaglia, luna baldanzosa e sicura di s
nonostante abbia perso lelmo, e laltro che la seguia smarrito e turbato. A
questo punto Tancredi svela il suo amore. Egli, infatti, dona alla fanciulla il suo
cuore dandole il consenso di farne ci che vuole, anche ucciderlo se questo
ci che lei vuole. Clorinda rimane in silenzio; ma allimprovviso un terzo
personaggio entra in scena. Si tratta di un guerriero cristiano che voleva
approfittare della vulnerabilit di Clorinda per ucciderla alle spalle colpendola
alla testa. Di questo personaggio Tasso mette in evidenza la codardia, poich
egli si fa beffa delle regole cortesi della cavalleria attaccando un nemico alle
spalle. Tancredi si avventa sullassalitore pieno dira e comincia ad inseguirlo
inferocito, nonostante si tratti di un suo compagno. Nel frattempo Clorinda, a
cui non importa seguire Tancredi, decide di ritirarsi in Gerusalemme assieme al
suo esercito.
Analisi fatta in classe: Tancredi presentato nellopera come lalter-ego
dellautore ed un personaggio ambiguo per il suo amore e odio nei confronti
del dovere. un uomo dellesercito cristiano, importante per le sue abilit
militari, che si innamora di Clorinda, donna dellesercito musulmano, mentre
questultima si lava il sudore in una fonte. Unaltra donna dellesercito
musulmano, Eriminia, sinnamora di Tancredi e si va a formare cos un intreccio,
ma nessuno dei personaggi riuscir a raggiungere i propri obbiettivi. Il
personaggio di Clorinda ci viene presentata come il tipico personaggio
femminile dellumanesimo e del rinascimento che combatte per la gloria
personale. Come detto in precedenza, Clorinda, una donna soldato
dellesercito musulmano, ma non sembra essere musulmana in quanto ha
capelli biondi e occhi azzurri. Clorinda ci viene presentata come la tipica donnaguerriero secondo un punto di vista oggettivo e come la classica donna angelo
da un punto di vista soggettivo, lo notiamo ad esempio dal fatto che, pur
essendo musulmana ha capelli e occhi chiari.
In questo brano si narra del primo scontro tra Tancredi e Clorinda, che viene
riconosciuta dal cristiano in quanto priva di elmo. Le tecniche utilizzate dal
proprio e laltro in senso traslato) nella parola morte, si riferisce infatti alla
morte fisica dovuta al combattimento e a quella spirituale in quanto lei
dimostra al suo amante di non ricambiare i sentimenti (ottava 23, verso 8)
Amor larco inevitabil tende: una metafora usata per dire che gli occhi e le
guance di Clorinda colpiscono come frecce il cuore di Tancredi (ottava 24, verso
4)
Van le percossecolto: notiamo un forte concettismo nella parola colpo, si
riferisce sia ai colpi fisici che a quelli del volto che percuotono il cuore di
Tancredi. Oltre al concettismo evidente anche il bifrontismo in quanto i punti
di vista oggettivo e quello soggettivo si alternano (ottava 24, versi 5-8)
Vu chellatremante: notiamo un ulteriore concettismo nella parola
prigioniero, lui non prigioniero di guerra, bens di Clorinda (ottava 25, versi 34)
Core: gli viene tolto sia nel senso fisico che in quello traslato (ottava 27 verso
4)
Pauroso audace: ossimoro, nonostante la paura del rifiuto, prende coraggio e si
dichiara (ottava 27, verso 1)
Uomo inumano: ossimoro utilizzato in quanto il punto di vista prevalente
quello di Tancredi che non ha oggettivit in quanto innamorato. Viene detto
uomo inumano in quanto ferma il compagno nel combattere il nemico(ottava
29, verso 3)
Villano: inteso come persona poco elegante (ottava 30, verso 8)
LA MORTE DI CLORINDA
ANTEFATTO Clorinda e Argante sono usciti nottetempo per incendiare la
torre mobile con cui i crociati hanno dato lassalto alle mura. Riuscita limpresa
e dopo aver fatto strage di nemici, fuggono verso la citt. Qui nella mischia tra
i difensori usciti loro incontro e gli inseguitori cristiani, accade che Clorinda sia
inavvertitamente chiusa fuori dalle mura.
RIASSUNTO Vedendosi perduta, la guerriera si finge un soldato crociato,
approfittando dellinconsueta armatura nera indossata per essere meno visibile
nella sortita notturna. Il trucco riuscirebbe, se Clorinda non fosse stata
individuata e tenuta docchio proprio da Tancredi, il quale non riconoscendola,
la scambia per un nemico. Mentre la donna si defila tentando di raggiungere
unaltra porta, Tancredi la segue per sfidarla in duello. Lo scontro lungo ed
estenuante si conclude allalba con la vittoria di Tancredi.
Clorinda ferita a morte, chiede per alluccisore di battezzarla. Scoperto il volto
Arimon: combattente cristiano che venne ucciso da Clorinda, che, non essendo
riconosciuta, viene inseguita da Tancredi che pensa che sia un uomo(ottava 51,
verso 7)
Guerra e morte: si tratta di una coblas capfinidas, ossia la ripetizione di una
frase o di una parola che si trova alla fine di un verso, nel verso successivo
(ottava 52, verso 8)
A un certo punto il narratore si rivolge direttamente alla notte, infatti, nella
Liberata, le situazioni sono notturne in quanto la notte rappresenta lincapacit
delluomo di dominare la realt nelloscurit. Nel rivolgersi alla notte, lautore,
chiede a essa il permesso di descrivere le lotte tra i guerrieri (ottave 54-55)
Non: una litote e al contempo unanafora per evidenziare che il
combattimento diventa serrato, si parla infatti di furore e oscurit, che indica il
fatto che i guerrieri in questione non ricorrono alle regole del
combattimento(ottava 55, verso 1)
Onta: la vergogna(ottava 56, verso 1)
Nodi, ossia abbracci: antitesi e concettismo in quanto si tratta di strette da
nemico e non da amante (ottava 57, versi 3-4)
Notiamo una sentenzia, un proverbio dellautore per coinvolgere il lettore
Misero: intervento del narratore e apostrofe (ottava 59, verso 1)
Barbaro: straniero (ottava 61, verso 8)
Notiamo un forte uso di esclamative da parte del narratore per creare
coinvolgimento emotivo nel lettore. Lautore usa la similitudine dei venti
Aquilone e Note del Mar Egeo, che anche quando non ci sono scuotono
comunque il mare (ottava 63, verso 1)
Fede, carit, speranza: le tre virt teologali che consentono di conquistare la
vita eterna (ottava 65, verso 6)
Ferro e acqua: notiamo un concettismo in quanto con il ferro Tancredi ha dato a
Clorinda la morte concreta e con lacqua le ha donato la vita spirituale (ottava
68, verso 5)
il dolore della donna quando scopre la fuga dellamato, con il quale ha un aspro
confronto in una dolorosa scena daddio.
Riassunto: Carlo e Ubaldo, due cavalieri cristiani, sono stati inviati da Goffredo
alla ricerca di Rinaldo che, sedotto dalla pagana Armida, stato condotto con
linganno su unisola al centro delloceano. Qui si trova un giardino magico in
cui regna tutto lanno la primavera ed qui, allinterno di un intricato labirinto,
che Armida tiene prigioniero Rinaldo. Per districarsi allinterno del labirinto, i
due cavalieri fanno uso di un libro donato loro dal mago di Ascalona che
contiene la mappa di tutte le vie contorte del labirinto. Ad un certo punto, per,
i due si imbattono in un grande uccello colorato che intona una dolce melodia. I
due guerrieri, ammirato il prodigio, proseguono il loro cammino finch,
attraverso le fronde, scorgono finalmente Rinaldo disteso sullerba con il capo
appoggiato sul grembo della seduttrice Armida, nellatto di scambiarsi dolci
effusioni amorose. Dun tratto la fanciulla si alza e porge uno specchio a
Rinaldo perch lo tenga mentre lei si specchia. Rinaldo regge lo specchio e
comincia a tessere un discorso amoroso ad Armida, che ride allegra senza
smettere di intrecciarsi le chiome ornandole di fiori. Infine, avendo terminato di
rimirarsi allo specchio, Armida bacia Rinaldo e si allontana. La fanciulla infatti
solita ritirarsi durante le ore del giorno per occuparsi dei suoi affari e delle sue
magiche carte. Nei periodi di solitudine, quindi, Rinaldo si aggira tra gli animali
e le piante attendendo la sera, quando Armida torner da lui. Allontanatasi la
bella seduttrice, Carlo ed Ubaldo escono allo scoperto e si mostrano agli occhi
di Rinaldo. La vista delle armi risveglia lanimo assopito del guerriero che,
vedendo la sua immagine specchiata nello scudo di Ubaldo, prova vergogna
per come si comportato. A questo punto Ubaldo parla, rimprovera Rinaldo per
il suo comportamento e lo invita a ritornare sul campo di battaglia dove il pio
Goffredo lo attende. A queste parole Rinaldo si risveglia definitivamente dal suo
sonno e, preso da un novo foco che pi avvampa e che pi coce di quello
amoroso, parte con i suoi compagni verso Gerusalemme.
Analisi contenutistica: Il brano analizzato tratto dalla Gerusalemme
liberata, poema epico-didascalico composto da Torquato Tasso nel la seconda
met del 500. I protagonisti di questo canto sono Rinaldo e Armida. Se il primo
un personaggio famoso dell'epica medievale francese, le cui avventure sono
riprese e ampliate anche da Boiardo e Ariosto, Armida rappresenta invece una
invenzione poetica di Tasso. Dell'avvenente maga pagana l'autore si serve
infatti abilmente per giustificare una passione sensuale delleroe Rinaldo,
debolezza che risulta essere di certo scusabile, in quanto si pone in una
condizione di follia amorosa operata dalle pi diaboliche arti magiche. Rinaldo,
gi liberatore di molti compagni sedotti dall'incantatrice, non pu, a sua volta,
sottrarsi dall'ammaliante corteggiamento di Armida, che lo tiene imprigionato
tra le delizie del suo palazzo e le piacevolezze del suo giardino, nelle isole
Fortunate. L'incantesimo del luogo tuttavia tradito dalle strutture contorte
delle sue logge, che fanno di esso un vero e proprio labirinto e rendono
DANTE
CARATTERI GENERALI DEL PURGATORIO
Mentre nellinferno Dante attua una discesa negli inferi esaminando il mondo
del peccato, nel purgatorio pratica unascesa verso la redenzione. Nella
tradizione ebraica e cristiana si aveva una visione dicotomica dellaldil, si
credeva, infatti, solo nellinferno e nel paradiso. Nel popolo si diffonde lidea di
un terzo mondo, una seconda possibilit per i peccatori di peccati veniali. Nel
1272 fu convocato il Concilio di Lione in cui i vescovi decretarono lesistenza
del purgatorio. Secondo la Chiesa e Dante, il purgatorio non destinato solo ai
peccatori di peccati veniali e basta, partono infatti dal presupposto che ogni
peccato sia unoffesa a Dio. Per conquistare il purgatorio necessario il
pentimento mediante il quale i peccati vengono cancellati. Le anime vengono
destinate al purgatorio per correggere la mala tendenza dellanimo che li ha
spinti a peccare, in questo modo lanima viene rieducata e purificata. Solo
quando il peccatore elimina il proprio ricordo del peccato pu avere accesso al
paradiso. Il purgatorio fatto di sette cornici che corrispondono ai sette
peccati capitali. Ogni anima dovr attraversare tutto il purgatorio per purificarsi
da tutte le male tendenze che fanno parte delluomo. Le anime vengono
collocate nelle cornici non per il peccato commesso che ormai cancellato, ma
per la mala tendenza dellanimo che ha spinto il peccatore a peccare. Il
periodo pi lungo viene passato in una determinata cornice caratterizzante
dellanima. Abbiamo anche un antipurgatorio, luogo destinato a coloro che si
pentono qualche istante prima di morire, vi trascorrono tanto tempo quanto la
durata della loro vita. Queste anime si chiamano anime negligenti. Le anime
che si salvano dallinferno sono collocate vicino al Tevere per simboleggiare
SESTO CANTO
Introduzione: Dante si trova al secondo balzo dellAntipurgatorio, tra i morti
di morte violenta; secondo le indicazioni temporali dello svolgersi del suo
viaggio ultramondano siamo nelle prime ore dopo il mezzogiorno del giorno di
Pasqua, il 10 aprile del 1300. In questo canto la figura centrale Sordello da
Goito che - in virt dellaffetto che dimostra nei confronti di Virgilio dopo aver
saputo che anch'egli originario di Mantova - stimola in Dante una celebre e
dolorosa apostrofe contro lItalia e Firenze, che costituisce il tema politico del
canto.
Riassunto: Dante inizialmente viene accerchiato da una schiera di anime che,
comprendendo che il poeta proviene dal mondo dei vivi, chiedono con
insistenza (come gli spettatori che attorniano colui che vince al gioco dei dadi)
preghiere e suffragi dai vivi per poter aver ridotta in parte la pena che devono
scontare (segue qui un breve elenco di alcune figure del tempo riconosciute da
Dante). L'episodio, che chiude gli eventi narrati nel canto precedente, suscita
nel protagonista un dubbio, dato che Virgilio, suo maestro, aveva specificato, in
un passo dell'Eneide, che inutile qualsiasi preghiera di suffragio per i defunti.
Il poeta latino spiega che in quel caso le richieste non sortivano effetto perch
fatte da uomini pagani, e quindi irricevibili da Dio. I due si avvicinano poi ad
un'anima "sola, soletta", che mantiene un atteggiamento fiero ed altero: si
tratta del poeta trovatore e uomo di corte Sordello da Goito. Non appena il
poeta viene a sapere che anche Virgilio mantovano, scoppia tra loro un
innato moto daffetto innato dovuto allessere concittadini; Dante sfrutta
questo episodio per unamara apostrofe contro lItalia e Firenze in cui, lodio
personale, le divisioni politiche interne e la corruzione (in particolar modo a
Firenze) stanno portando alla crollo non solo della nazione italiana ma - cosa
che sta particolarmente a cuore a Dante - all'unit stessa dell'Impero, che
dovrebbe aver invece nell'Italia la propria sede privilegiata.
Tematiche: Il tema sviluppato in questo canto , come nei sesti canti delle tre
cantiche, il tema politico, che si concretizza, a partire dal verso 76 ("Ahi serva
Italia") in uninvettiva contro la situazione degenerata dellItalia. La causa
rinvenuta essenzialmente nella mancanza di una guida imperiale che sia in
grado di assumersi la responsabilit e di riportarla allantico splendore;
nell'immaginario di Dante, il mondo ideale coincide ancora con il modello della
societ feudale, coronata dall'intesa armonica e provvidenziale tra il potere
temporale dell'Impero e il potere spirituale della Chiesa. In tal senso, ogni
forma di divisione oppure ogni spinta separatrice viene considerata come un
elemento che turba e contraddice il disegno divino. La rabbia dantesca -
L'Italia (vv. 76-90), che viene definita come una "donna di bordello", per
denunciarne la bassezza morale e spirituale, e per mettere in luce le
infinite lotte intestine che la dilaniano e che hanno vanificato anche la
grande e mirabile operazione legislativa dell'imperatore Giustiniano e del
suo Corpus Iuris Civilis.
La "gente" (vv. 91-96) della penisola, che, sia dall'ordine ecclesiastico sia
da quello signorile, ha msotrato il pi completo disinteresse per il buon
governo e per la pace comune, con il risultato di rendere selvaggia e
"fella" (v. 94, cio "ribelle") l'Italia, paragonata ad un cavallo che non vuol
essere domato.
L'imperatore Alberto I d'Austria (1248-1308) che, nonostante il titolo che
porta, non mai sceso in Italia (vv. 97-117), preferendo lasciarla in
completo e totale abbandono,anzichi prenderne le redini e riportarla
sulla retta via. Lapostrofe allItalia viene poi seguita da una a Firenze,in
cui Dante denuncia la corruzione, linconsistenza e la falsa partecipazione
civile e politica dei cittadini interessati solamente al proprio interesse e
non pi alla cosa comune.
Il quarto interlocutore (l'unico su cui non si riversa l'astio di Dante) Dio
stesso (vv. 118-126) cui si chiede, retoricamente, se questa situazione di
degrado e corruzione (che sembra sovvertire tutte le regole del mondo,
come detto ai vv. 124-126) non sia forse un passaggio doloroso e
necessario per un futuro diverso.
-Firenze (vv. 127-151) su cui si riversano le accuse pi pesanti e
sarcastiche al tempo stesso. Dopo l'elenco dei mali italiani, Dante
afferma ironicamente che la citt toscana non deve preoccuparsi, perch
piena di virt civili, senso della rettitudine e della legge (tanto da stare
davanti anche as Atene e Sparta), e perch i suoi cittadini accorrono in
massa per ricevere cariche pubbliche (ovviamente, per la loro sete di
potere e denaro). La conclusione tuttavia amarissima: Firenze, se
avesse un po' di lume di ragione, capirebbe che si comporta come il
malato che non vuola affrontare la sua condizione
cercando di ottenere da lui parte della vincita. In modo analogo Dante quasi
sopraffatto dalle anime che gli chiedono preghiere e suffragi per poter vedere
ridotto il proprio soggiorno di purificazione nel Purgatorio. Nella parte centrale
troviamo la metafora che avvicina la situazione tra un cavallo e il suo cavaliere
e l'Italia e l'imperatore che dovrebbe riportare l'ordine. In questo momento
infatti il cavallo una bestia selvaggia, irrequieta e riottosa e necessita
assolutamente di un cavaliere che sia in grado di domarla e di addomesticarla
anche - se necessario - con gli speroni e la frusta. Infine lultima immagine
riguarda una vecchia malata (paragonata alla citt natale di Dante, Firenze),
che, nonostante sia distesa in un luogo confortevole come un materasso di
piume, non riesce a trovare la posizione ottimale e continua a muoversi per
cercare di allievare il dolore che sente. Dante usa l'immagine per indicare la
costante scontentezza ed insoddisfazione dei fiorentini, che sul piano politico si
traduce (oltre che nell'incapacit a guardare in faccia alla realt) in
provvedimenti e leggi che servono solo a perseguire interessi personali o a
colpire gli avversari politici, e non al bene della cittadinanza.
I personaggi: Sordello fu un trovatore provenzale di origine italiana, nato a
Goito, presso Mantova, da una famiglia della piccola nobilt, attorno al 1200;
inizi a frequentare da giovane le corti signorili del Veneto ed molto probabile
una sua frequentazione della corte Malaspina. In seguito allo scandalo in cui
sedusse, rap ed in seguito abbandon Cunizza da Romano, sorella di Ezzelino e
di Alberico, moglie del conte di San Bonifacio, Sordello scapp dal Veneto per
cercare salvezza in Provenza. Qui acquis grande fama presso i nobili della
regione, ricevendo onori e benefici prima da Raimondo Berengario V ed in
seguito da Carlo I d'Angi. Nel 1266 segu il conte di Provenza nella sua discesa
in Italia e qui gli furono donati alcuni feudi in Abruzzo, dove trov la morte poco
dopo. Sordello nei suoi testi conserva le caratteristiche della lirica amorosa, ma
presentando una ricercatezza formale di ottima qualit. Il trovatore mantovano
riusc per ad ottenere fama e gloria soprattutto grazie ai dibattiti con gli altri
poeti di quel periodo, ai sirventesi politici, al planh in ricordo di Blacaz e
all'Ensenhamen d'honor, tutte opere in cui lautore si presenta come custode
dei pi alti ideali cavallereschi: proprio per queste caratteristiche Dante lo
sceglie quale simbolo dellamor patrio.
Analisi fatta in classe: il sesto canto del purgatorio si riallaccia, anche per
quanto riguarda lambientazione, ossia il secondo balzo, al quinto canto. Nel
sesto canto di ogni cantica viene affrontata la tematica politica: nellinferno si
era parlato della politica di Firenze, nel purgatorio di quella italiana e nel
paradiso si affronter quella europea, andando a creare un vero e proprio
climax ascendente. A incipit canto abbiamo una similitudine che descrive le
anime del balzo che fanno pressione su Dante per richiedere le messe a
suffragio. Il canto si apre con la similitudine del gioco della zara, simile ai nostri
giochi con i dadi, era un gioco orientale e arabo. Con questa similitudine si
indica il fatto che Dante viene visto come un vincitore in quanto, pur essendo
Probabilmente Dante vuole solo dimostrare il fatto che le credenze e i dubbi dei
Catari e dei Valdesi (due movimenti ereticali) secondo cui il destino non si
possa cambiare con le preghiere, fossero sbagliati affermando in tal modo un
dogma cattolico.
Dante afferma che le anime per purificarsi debbano percorrere lantipurgatorio
e il purgatorio e solo dopo potranno avere accesso al paradiso, non conta il
tempo trascorso durante il processo di purificazione, la cosa fondamentale
lardente carit, lardente amore nei confronti di Dio.
Le preghiere disgiunte da Dio: verso 42, si riferisce ai pagani che, secondo
Dante, praticavano una fede sbagliata, pertanto le loro preghiere non potevano
modificare il giudizio di Dio, a differenza dellardore di carit cattolico; in queste
parole Virgilio sottolinea la storicit della sua opera. Nella terzina successiva
Dante si riferisce a Beatrice che, in quanto allegoria della teologia, risponder a
tutti i dubbi e le domande dellautore una volta giunto nel paradiso terrestre,
luogo del loro primo incontro situato sulla cima del monte del purgatorio.
Ci viene data unindicazione temporale nel dire che il monte proietta la sua
ombra, ci vuol dire che il sole sta tramontando.
Tornar..costa: versi 55-56, perifrasi per indicare il sole
Sappiamo che Dante e Virgilio impiegheranno tre giorni per attraversare tutto il
purgatorio; i due, una volta usciti dal secondo balzo, si dirigono verso il terzo,
chiamato Valletta dei principi, dove sono collocate le persone che
esercitarono poteri politici ma che in realt non si diedero da fare. Nel cammino
i due incontrano unanima, si tratta di Sordello da Goito, localit vicino a
Mantova, era il pi grande poeta che operava in lingua provenzale, imparata
grazie a scrittori francesi, proveniente dal nord Italia. Sordello durante la sua
vita soggiorn presso la corte di Berengario IV nel sud della Francia; qui
divenne famoso per un compianto (elogio funebre poetico) in onore della morte
di ser Blacatz. Ser Blacatz era un funzionario della corte di Berengario IV e nel
compianto invita i vigliacchi signori dEuropa a cibarsi del cuore di ser Blacatz
in modo da poter acquisire il suo valore per poi adempiere al loro compito.
Sordello lemblema dellamor di patria, della solidariet, della difesa, valori
che implicano sostegno tra due persone. Questo ci che fece Sordello
abbracciando un suo compatriota, gesto solidale che contrasta con le lotte tra
fazioni.
Ci fa scattare in Dante lindignazione verso la politica italiana, nasce una
lunga invettiva caratterizzata dalla retorica classica in modo da spingere lItalia
a porre fine alle lotte intestine. Il linguaggio si fa basso-comico nei confronti
dellItalia che viene personificata. Nellinvettiva vengono criticate le decadenze
delle istituzioni.
Ostello: verso 76, luogo di dolore
Nave: verso 77, metafora della navigazione, si tratta di una nave senza
nocchiere. La nave linfelice Italia e il nocchiero il sovrano.
Donna: verso 78, domina, padrona. LItalia non era pi signora dei popoli come
nel periodo dellantica Roma, era invece nel bel mezzo di un bordello di ogni
tipo di corruzione.
Viene creata unantitesi tra lAnima nobile di Sordello e i cittadini italiani, che
provocano luno il male dellaltro. LItalia viene definita misera in senso triste e
non in senso di commiserazione (verso 85). Viene poi citato Giustiano,
imperatore dellimpero romano doriente durante il crollo di quello doccidente,
ricordiamo Giustiniano per il corpus iuris civilis Giustiniano decise di porre
ordine tra le varie leggi, quindi nomin dei giuristi per raggiungere il suo scopo.
Nasce cos il corpus iuris civilis a cui tutte le societ si rifecero. Si procede fino
al verso 96 con la metafora del cavallo e del suo freno, riferendosi in questo
modo allItalia che un cavallo che non si lascia governare, un cavallo ribelle.
La metafora continua per poi creare uninvettiva contro la chiesa che anzich
occuparsi di cose spirituali, spesso si intrufolava negli affari politici. Si crea poi
uninvettiva contro limperatore che aveva sede in Germania e che aveva
smesso di occuparsi degli affari italiani; parliamo di Alberto dAustria, figlio di
Rodolfo dAustria e dAsburgo, questa generazione viene fortemente maledetta
dallautore e il linguaggio si fa decisamente pi aspro e violento. Il tono diventa
poi ironico con lantitesi, il climax ascendente e lanafora del verbo vieni
(versi 106,109,112,115).
Montecchi e Capelletti: verso 106-107, le due famiglie pi importanti di
Verona, rispettivamente ghibelline e guelfe, che si distrussero
vicendevolmente.
Santafiora: verso 111, il territorio degli Aldobrandeschi, i pi importanti
ghibellini italiani.
Al verso 112 abbiamo la personificazione della citt di Roma, che secondo la
visione di Dante, dovrebbe divenire caput mundi. Al verso 115 abbiamo
unantifrasi.
Dio viene definito Giove al verso 118, ma con rispetto: egli, infatti, viene
semplicemente associato alla giustizia, contenuta nel cielo di Giove. Lautore,
in tal modo, si rivolge a Dio e alla sua capacit di giustizia.
Claudio Marcello: verso 125, partigiano di Pompeo che nella guerra contro
Cesare, pur essendo solo un sempliciotto, occupandosi di politica, riesce a
dirigersi contro limperatore. la personificazione del nemico di Cesare, come
potrebbe diventare qualsiasi villano.
Dopo linvettiva italiana, Dante, riserva uno spazio a Firenze che viene criticata
aspramente; prevale il sarcasmo, che prevede un coinvolgimento emotivo, da
parte dellautore. Viene detto che linvettiva non riguarda Firenze, ma in realt
cos, si va a creare una continua antifrasi facendo riferimento ai sbagliati
comportamenti dei fiorentini. Viene usata la metafora della freccia e dellarco
per parlare dei giudici che, a differenza dei fiorentini, pensano prima di
giudicare, e per dire che i fiorentini presumono ingiustamente di poter
esercitare il potere politico.
Atene e Sparta: verso 139, continua il sarcasmo dicendo che Firenze
superiore rispetto a queste due citt in cui ebbe origine il diritto civile.
Sottile: verso 142, le deliberazioni e i provvedimenti fiorentini troppo sottili,
fragili in quanto non duravano nemmeno un mese e mezzo.
Cambiare membra: verso 147, cacciare in esilio la parte avversaria. Linvettiva
viene conclusa con una metafora, quella della donna malata e inferma.
UNDICESIMO CANTO
Riassunto: Il canto inizia con la preghiera cantata dalle anime: il Padre Nostro.
Nella traduzione in volgare dell'orazione il poeta non si limita a riportare i
versetti testamentari ma fa seguire a ciascuno di essi un commento, una
meditazione dell'animo pentito del peccato di superbia. L'ultima parte della
preghiera un atto di carit dell'anime nei confronti di chi corre ancora il
rischio di essere dannato. E' giusto quindi, osserva Dante, che i viventi in grazia
di Dio preghino nel mondo per abbreviare la loro pena. Virgilio augura agli
spiriti purganti di essere presto liberati dalla giustizia e misericordia divina e
chiede quale sia la via pi breve per raggiungere la seconda cornice. Il primo a
rispondere lo spirito di Omberto Aldobrandeschi, il quale confessa che
l'arroganza ispiratagli "dall'antico sangue e l'opere leggiadre" degli avi, lo
spinse ad un tale altezzoso spregio degli altri a essere ucciso per questo.
Mentre Dante ascolta il racconto di Omberto, un'altra anima tenta
faticosamente di attirare l'attenzione del poeta. E' Oderisi da Gubbio, il quale si
purga della sua vana gloria d'artista confessando che "lo grand disio/de
eccellenza" gli ha impedito in vita di essere "cortese" di riconoscimenti verso
un altro miniatore e spiega che "di tal superbia, appunto, si paga il fio nel primo
girone". Oderisi si spinge poi ad una disincantata condanna della gloria terrena,
mostrando il trapassare incessante della fama dall'uno all'altro artista,
confermati da due esempi storici contemporanei: Cimabue superato da Giotto;
Guido Guinizzelli da Cavalcanti, alludendo cos all'eccellenza poetica di Dante.
Oderisi conferma il suo discorso sull'effimera durata della fama mondana con
un esempio storico, legato alla vita politica del suo tempo: Provenzan Salvani,
che fu "presuntuoso/a recar Siena tutta alle sue mani". Dante chiede come mai
quest'anima sia gi qui nel purgatorio vero e proprio, malgrado la sua
arroganza, protratta per tutto il corso della vita, fino alle soglie della morte.
Oderisi narra allora che egli inizi ad espiare in vita la sua superbia, umiliandosi
a mendicare per un amico. Non passer molto tempo e Dante stesso prover,
per propria esperienza, cosa significhi stendere la mano per chiedere aiuto. E'
questa, nel Purgatorio, la seconda profezia dell'esilio dopo quella di Malaspina.
Analisi: facile - di fronte a canti che, come l'undicesimo, portano in primo
piano la presenza di amicizie, interessi e problemi personali del Poeta - rilevare
lo sfondo autobiografico, analizzare l'articolarsi narrativo di una confessione
che, con forza irresistibile, rivela l'antinomia fra il Dante reale, proteso ancora
nel mondo contingente (nel desiderio della gloria o nella dura critica politica
per il caso particolare dell'XI) e il Dante ideale, abbandonato ad un anelito
religioso che esige il superamento di quel mondo. Nonostante la vastit e
l'intensit di questa esperienza umana, tuttavia, sarebbe sempre un limite
necessariamente angusto e povero quello entro cui verrebbe chiuso uno
svolgimento poetico, che trova il suo lievito vitale nell'esperienza vissuta e
nella sofferta partecipazione di Dante, per trasfigurarle in quel valore
universale che all'arte si richiede perch sia tale. "Anche qui - afferma il
Grabher che ha dedicato un'acuta analisi al canto XI - il particolare trasceso
da una visione che attinge la sua altezza da un senso eterno e universale
dell'umana vita; senso a cui ha dato alimento la personale sofferenza del Poeta,
uomo tra gli uomini, peccatore tra i peccatori; ma nella superiore, distaccata
rappresentazione dell'arte, l'individuale esperienza dell'uomo non lascia altra
traccia che quella di una passione e di un patimento, che danno lo stesso
accento umano alla rappresentazione di tutti gli umani peccati". In altri termini,
accettando la definizione del Montano, secondo la quale la vicenda dell'anima
l'essenza della poesia del Purgatorio, nel canto XI ogni incontro costituisce una
nuova apertura, un altro momento del cammino per la conquista della
salvezza, durante il quale l'anima ripassa attraverso l'esperienza del male, ne
riconosce la natura e se ne libera, osservando questo suo processo come
qualcosa di passato, di staccato, che rimasto nella sua memoria e che deve
essere riprodotto come qualcosa di reale. Infatti "nella nostra mentalit
moderna un processo come questo riconosciuto e ritratto attraverso una
analisi interiore, una ricerca pi o meno sottile nei vari confusi moti della
coscienza. Nel Medioevo le fasi e le forze del dramma personale apparivano e
potevano essere obiettivate in figure e conflitti reali" (Montano). Perci le figure
di Omberto, Oderisi e Provenzano hanno una loro vita autonoma, un'interiore
coerenza drammatica secondo le manifestazioni della propria indole,
configurandosi in gesti, parole, reazioni, che appartengono a loro soltanto, che
si presentano come note peculiari della loro personalit, indipendentemente da
quella del Poeta, anche se a questa - per il rapporto fra creatore e creatura strettamente unite. Nell'ambito di questa trama interpretativa cosi possibile
seguire l'alternarsi - con una funzione dialetticamente drammatica dei momenti
di rappresentazione vasta e corale con quelli in cui la visione si restringe al
Deh: verso 37, Virgilio, nel chiedere indicazioni alle anime, utilizza la captatio
benevolentiae in quanto esser sono destinate a essere beate.
Disgrievi: verso 37, termine che viene dal latino gravis, utilizzato in senso
morale, col significato di liberare.
Parco: verso 45, significa misero, ma in tal caso vuol dire lento.
Ai versi 46,47,48 abbiamo una perifrasi per riferirsi a Virgilio, la quale evidenzia
la condizione delle anime dei superbi.
Come detto in precedenza i superbi sono costretti a guardare verso il basso e al
massimo verso lato a causa del peso che trasportano sulle spalle: per
proseguire con il processo di rieducazione nel pavimento vi erano dei
bassorilievi raffiguranti esempi di superbia punita e nella parete laterale vi
erano bassorilievi con la premiazione della virt dellumilt. Nessuna delle
anime a conoscenza della durata della propria permanenza nel purgatorio,
una decisione che spetta a Dio, basti pensare che Stazio vi rimase per ben
1100 anni.
Nel verso 52 viene presentato un nuovo personaggio, si tratta di Omberto degli
Aldobrandeschi, figlio di Guglielmo, appartenente alla famiglia dei ghibellini pi
potenti dItalia e questo personaggio un esempio di arroganza, tipica della
sua famiglia.
Latino: verso 58, italiano
Opere leggiadre: verso 61, in antichit i nobili erano dei guerrieri. Omberto
sviluppa l motivo della nobilt e della fama degli Aldobrandeschi, celebrando le
loro virt cavalleresche.
Campagnatico: verso 66, il castello degli Aldobrandeschi. Omberto voleva
nelle sue mani tutto il territorio senese, pertanto inizi a saccheggiare il popolo.
Questultimo, tuttavia, si organizz in un esercito che uccise Omberto nella
localit di Campagnatico.
Al verso 76 ritroviamo un polisindeto (eee).
Viene poi presentato un ulteriore personaggio nel verso 73, si tratta di Oderisi
da Gubbio, peccatore di vanagloria. Questa figura divenne famosa nel corso
della seconda met del 1200 per larte della miniatura, ossia larte che adorna
con pitture laterali le opere del Medioevo (mini molte opere appartenenti al
Vaticano per ordine di Bonifacio VIII).
Alluminar: verso 81, si tratta di un termine francese italianizzato.
Franco Bolognese era un miniatore che si afferm dopo la morte di Oderisi per
essere pi moderno e innovativo. Dante vuole evidenziare il fatto che la
vanagloria sia appunto vana, destinata a morire e dopo averla raggiunta ci sar
viene risolto da Oderisi che spiega che Provenzan Salvani in vita aveva
compiuto un atto di umilt: egli partecip alla battaglia di Tagliacozzo tra i
ghibellini capeggiati da Corradino IV e i guelfi di Carlo dAngi. Durante la
battaglia un amico di Provenzan Salvani fu fatto prigioniero e serviva un
riscatto per liberarlo. Allora, il ghibellino, non avendo soldi, si mise in Piazza del
Campo a Siena a chiedere lelemosina ai passanti, grande atto di umilt. Al
verso 135-136 abbiamo una sineddoche che evidenzia la sua umilt e
vergogna. Il canto si conclude con una similitudine tra Provenzan Salvani e
Dante che dal 1302 fu costretto a chiedere ospitalit ai vari signori.