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- pu accedere alla BIBLIOTECA REALE, infatti per Boccaccio sono questi gli anni dedicati alla
lettura dei poeti latini e allattenzione per la storiografia (= descrizione della storia,
comprende tutte le opere e le forme di interpretazione di essa). Per ovvie connessioni
dinastiche non mancano poi, nella biblioteca, testi francesi. Allinterno di essa B. avr anche
loccasione di far conoscenza con i dotti che tale biblioteca frequentano, tra cui ricordiamo il
gruppo dei giuristi-letterati (che comprendeva per esempio Cino da Pistoia, Pietro Piccolo,
Barili, Barbato da Sulmona e Dionigi da Borgo San Sepolcro). A essi viene attribuito il merito
di aver alimentato la propensione umanistica di Boccaccio, oltre a quello di aver
incrementato la sua ammirazione per Petrarca.
OPERE NAPOLETANE (1327-1340):
1) Elegia di Costanza (1332) = composizione poetica composta da 134 versi in latino.
Tratta del dialogo che avviene tra due personaggi: Costanza, giovane morta precocemente, e
un viandante che passa davanti al suo sepolcro. La ragazza lo invita a prestare attenzione
alla sua riflessione sulla bellezza guastata dalla morte.
2) Caccia di Diana (1334) = poemetto di 18 canti, composto in terzine dantesche (= il
passaggio alla terzina dantesca sta ad indicare il suo muoversi verso la narrazione, il
racconto, e il suo allontanarsi dal semplice desiderio di espressione lirica). Il testo ha lo
scopo di celebrare le donne della corte angioina. La trama basata sul contrasto tra Diana e
Venere, in cui la dea Diana rappresenta la castit e la dea Venere leros. Al termine di una
caccia Diana chiede alle donne di far sacrificio a Giove, poich essere possono ritenersi a lui
devote. Allappello risponde una donna piacente, affermando che lei e le sue compagne
sono accese dal fuoco damore, per cui non sono pi devote a Diana, bens a Venere. A
questo punto le fiere catturate di trasformano in uomini-amanti. Tra le fiere vi anche una
personificazione del poeta stesso, che viene rappresentato come un cervo (il quale
successivamente subisce la metamorfosi). il poeta stesso a segnalare la presenza della sua
personificazione allinizio del poemetto, descrivendo un soggetto afflitto per le pene
damore.
3) Filocolo (1336-1338) = un romanzo in prosa che richiese allautore pi anni di
graziosa fatica per essere creato. Per questo motivo, si va a creare una connessione tra
autore e personaggio: la graziosa fatica letteraria di Boccaccio viene posta in correlazione
alla fatica sopportata dal protagonista del romanzo, Florio. Si tratta di una fatica
damore, tanto che egli sceglie di mutare il suo nome in Filocolo (dal greco philos = amore;
colon = fatica). Il racconto ha inizio tramite la fictio pseudo autobiografica
(successivamente B. spiega al lettore che si tratta di una finzione narrativa, e a questo
proposito si parla di patto romanzesco tra autore, che viene trasferito al ruolo di narratore,
e lettore), in cui Maria dAquino commissiona allautore il lavoro da realizzare. Maria sollecita
Boccaccio a scrivere dellamore di Florio e Biancifiore, alludendo ad una critica nei confronti
della tradizione orale, con cui la storia era stata tramandata fino ad allora. Questo spiega
quindi che la storia di Florio si rif ad un racconto popolare, anche se in realt alla fine del
romanzo Boccaccio allude ad unaltra fonte, affermando che la vicenda era gi stata scritta
in greco dal reverendo re Ilario. A questo punto abbiamo un abbassamento dellautore dal
ruolo di narratore a quello di semplice ritrascrittore. Questo sta ad indicare un
atteggiamento di sublimazione dellopera rispetto ai classici della tradizione latina e greca,
nei riguardi dei quali Boccaccio si pone con molta modestia, definendo la sua una
letteratura mezzana. Tuttavia, secondo altri, la grandezza della letteratura che B. assume
a termine di paragone segnala la sua ambizione e il suo orgoglio per lopera. Maria DAngi
suggerisce a Boccaccio, nella cosiddetta fictio, che lopera sia scritta in volgare. In questo
modo Boccaccio si confronta anche con il modello pi importante della letteratura volgare,
cio Dante. Il Filocolo comunque il prototipo della letteratura mezzana di Boccaccio, in
quanto egli si pone come scopo quello di congiungere le due anime della corte angioina:
una cultura alta, scientifica, e una cultura bassa, di svago, rivolta ad un pubblico femminile.
Scopo dellopera istruire le donne e portare diletto ai dotti/sapienti.
La trama tratta di Florio, figlio del pagano re di Spagna Felice, e di Biancifiore, figlia di
romani e cristiani, discendenti dalla famiglia degli Scipioni. I due sono cresciuti insieme, in
quanto la ragazza rimasta orfana di entrambi i genitori: il padre morto in battaglia
quando le truppe del re Felice hanno avuto il sopravvento, mentre la madre morta nel
partorirla. La bambina viene quindi accolta nella dimora del re vincitore. Cresciuti, Florio e
Biancifiore si innamorano, ma vengono separati perch i genitori del giovane non accettano
che egli si unisca a una ragazza di rango inferiore (infatti, le sue antiche e nobili origini non
erano a loro note). Florio parte allora alla ricerca dellamata, e la trova prigioniera in una
torre dellAmmiraglio di Alessandria. Biancifiore viene liberata e i due si sposano, dopo che
stata riconosciuta la nobile casata dalla quale la ragazza proviene. Florio si converte al
cristianesimo e i suoi sudditi lo seguono.
Il Filocolo pu essere definito come un romanzo di iniziazione, che si concentra sul processo
di maturazione di Florio [al contrario, la figura di Biancifiore occupa un ruolo secondario, in
quanto risulta essere sempre in dominio della volont altrui]. Questo processo ha avvio
intorno ai 15 anni del protagonista, quando gli viene impartita la cosiddetta educazione da
principe. Successivamente, la condanna a morte di Biancifiore da parte del re Felice (che
laccusava ingiustamente di aver tentato di avvelenarlo) spinge Florio a prendere le armi, e
quindi a intraprendere il percorso del cavaliere. Ben pi importante per il processo di
EDUCAZIONE DEI SENTIMENTI in cui il protagonista viene coinvolto. Esso ha avvio con il
superamento del pericolo dellattrazione erotica: due giovane fanciulle vengono inviate da
lui affinch con la loro bellezza inducano Florio a dimenticarsi di Biancifiore, ma il giovane le
respinge in nome del leale amore. Successivamente, F. deve confrontarsi anche con il
sentimento della gelosia, in quanto un giovane, Fileno, si innamora della sua amata e si
vanta di essere ricambiato. Infine, Florio e i suoi compagni, alla ricerca di Biancifiore, sono
costretti a sostare a Napoli a causa del tempo sfavorevole e trovano accoglienza presso un
gruppo di giovani aristocratici, che lo coinvolgono nel gioco delle questioni damore (=
questo anticipatore di schemi narrativi presenti nel Decameron). I temi dibattuti, e le
risoluzioni dettate da colei che incaricata di dettare le risoluzioni definitive, Fiammetta,
completano leducazione dei sentimenti di Florio, integrandola dei valori cristiani. Infatti, per
esempio ricorre spesso allinterno delle questioni la critica al comandamento di Andrea
Cappellano, il quale sanciva lextraconiugalit dellamore: lunico amore che viene
riconosciuto onorevole da Florio e il gruppo di interlocutori invece quello coniugale, e una
donna coniugata non pu in nessun caso rientrare nella cerchia delle donne verso le quali
indirizzare il proprio desiderio amoroso. La trasmissione dei valori cristiani a Florio, che
avviene appunto con lincontro del gruppo di giovani, testimoniata da un sogno fatto dal
protagonista, ben diverso da quello oscuro che aveva fatto prima di giungere a Napoli:
Filocolo sogna un mare tranquillo (unimmagine, quindi, di serenit), e incontra 7 donne: 4,
conosciute dal protagonista, rappresentano le virt cardinali (= virt umane, costituiscono i
pilastri di una vita dedicata al bene: prudenza, giustizia, sapienza e temperanza); 3, che
Florio non conosce ancora, rappresentano le virt teologali (= virt che riguardano Dio: fede,
speranza, carit). Affinch egli venga a conoscenza delle ultime 3 necessaria, nel sogno di
Florio, lapparizione di Cristo.
Dopo che Biancifiore viene liberata (lAmmiraglio lo consente poich viene a conoscenza di
essere lo zio di Florio), i due innamorati si scambiano gli anelli, in attesa del battesimo del
protagonista, davanti alla statua di Cupido. In tale statua Cupido non viene rappresentato
con gli occhi chiusi (in questo caso sarebbe stato simbolo del desiderio sessuale), bens con
gli occhi aperti, a simboleggiare lamore coniugale.
Il processo di iniziazione di Florio termina nel quinto e ultimo libro, in cui egli viene
battezzato e converte anche tutto il suo popolo. In ogni modo, nel caso del Filocolo si tratta
riconquistarla. Sapendo che questa mostrava gradimento per le storie damore, egli decide
di scrivere per lei di una antichissima storia. I primi due libri dellopera (in totale sono 12)
sono incentrati sulle imprese di Teseo, duca di Atene, il quale sconfigge le Amazzoni. Alla fine
della guerra si stabilisce che Teseo debba sposare la regina delle Amazzoni, Ippolita, e porta
con s anche la sorella, Emilia. La seconda impresa vede impegnato invece Teseo presso
Tebe, dove sconfigge il re Creonte e fa prigionieri i suoi nipoti, Arcita e Palemone. Anche essi
sono condotti ad Atene, e rinchiusi in una prigione dorata (= rappresenta una prigionia
agiata, perch i due appartengono alla nobilt). Durante la prigionia i due si innamorano
entrambi di Emilia. Arcita riesce per primo a fuggire grazie allintervento di un amico, al
quale per promette che non torner pi ad Atene. Ma spinto dallamore infranger la
promessa e torner nella citt sotto falso nome, facendosi accogliere a corte a servizio di
Teseo. Lo riconosce per Panfilo, servitore di Palemone, che prende il suo posto nella prigione
in modo che egli possa riacquisire la sua libert. A questo punto Palemone si imbatte in
Arcita in un bosco e i due iniziano a duellare, fino al sopraggiungere, nel medesimo bosco,
del re Teseo con al seguito Ippolita ed Emilia. I due duellanti rivelano a Teseo la causa del
loro conflitto, e trattandosi di una nobile ragione il re decide di cancellare la loro pena.
Inoltre, suggerisce che sia organizzato un torneo che avr come trofeo lamore di Emilia. Il
vincitore sar alla fine Arcita, il quale per risulta ferito a morte. Per questo motivo egli
sposa ugualmente Emilia, ma impone che dopo la propria morte (che sar imminente) la
ragazza si unisca in nozze con Palemone.
Allinterno del Teseida contenuto un progetto ambizioso di Boccaccio, ovvero quello di
trattare, per la prima volta, in volgare, di temi epici. Per questo egli si rif ad alcuni auctores
della tradizione epica, in particolare Virgilio e Stazio, di cui emula anche alcuni fattori
extratestuali: prima di tutto, il titolo che rimanda per esempio allEneide, in secondo luogo la
ripartizione del poema in 12 libri. In ogni modo, possiamo affermare che lambizione di B. di
inserire il genere epico nella letteratura volgare non risulta del tutto esaurita, per alcuni
fattori:
1) il rapporto tra armi e amore risulta squilibrato (a vantaggio del secondo). Solo i primi due
libri dellopera rispettano le intenzioni epiche di B., per questo essa si incentra, ancora una
volta, sulla celebrazione dellamore (ma anche dellamicizia)
2) I due protagonisti (Palemone e Arcide) sembrano rispecchiare, pi che la fisionomia
delleroe, quella del cavaliere (dato soprattutto latto di magnanimit compiuto da Arcide
nella conclusione).
1340-1341 = il ritorno a Firenze. Boccaccino decide di tornare a Firenze in seguito alla morte
della moglie e alla crisi dei Bardi (che falliranno nel 1345). Il giovane Boccaccio, non ancora
trentenne, accusa duramente il colpo poich il passaggio dalla vita di corte a quella della
citt comunale di Firenze, dominata (come affermava Dante) da superbia, invidia e avarizia,
molto duro. B. reagisce sul piano sentimentale intensificando la nostalgia per il passato.
Sul piano letterario, invece, B. si confronta con altri generi letterari, in particolare Dante e il
dolce stilnovo.
OPERE FIORENTINE (1340-1348):
1) Comedia delle ninfe fiorentine (1341-42) = conosciuta anche con il nome di
Ninfale dAmeto, attribuitogli dai critici del Cinquecento. Si tratta di un prosimetro ( =
componimento misto di prosa e di poesia. Nella stesura dellopera B. si riconduce al Dante
della Divina Commedia per lutilizzo della terzina nella parte in versi e al Dante stilnovista in
quanto la trama incentrata su un itinerario ascensionale intrapreso dal protagonista,
Ameto. Egli un pastore, il quale in seguito allincontro con sette ninfe (che rappresentano
le virt) si libera della sua brutalit e riesce a conquistare tratti pi umani e civili. quindi il
Molti pensano che B. volesse con questa opera mirare allambizione di accostare le arti
visive e la letteratura, in modo da esaltarla. In ogni modo, il significato morale del poema
basato sulla dominanza dellinteresse per la vita mondana a discapito della preoccupazione
per il destino ultraterreno, che resta marginale. Per questo il poema non guarda al
sovrannaturale e non a caso allinizio del racconto il poeta-personaggio sceglie la seconda
porta. Inoltre, la dislocazione delle pitture in due sale legata ancora allesigenza di
affermare il dominio della vita mondana: infatti, da una parte vengono collocati i grandi
desideri della vita terrena, come sapienza, fama, amore e ricchezza, mentre nella seconda
stanza padroneggia la Fortuna, a s.
3) Lelegia di Madonna Fiammetta (1343-44) = un romanzo in prosa dimpronta
filopetrarchesca e quindi filoumanistica e B. ritorna con questopera al tema amoroso,
raccontando le sue pene damore attraverso Fiammetta, che in realt la donna amata. Per
questo possiamo parlare di uninversione di ruoli, la quale gli era stata suggerita da un
insegnamento di Ovidio riportato nellArs amandi. La trama incentrata su un dato
autobiografico, poich B. si innamora di Fiammetta a Napoli, ma successivamente
costretto a lasciarla per tornare a Firenze. La donna racconta in prima persona il suo dolore
per essere stata abbandonata (infatti elegia = lamento damore), inaugurando nella storia
della letteratura europea il genere del romanzo psicologico moderno. Un fatto di notevole
importanza che protagonista della narrazione una donna, che per la prima volta nella
storia della letteratura italiana non solo riflesso dellamore delluomo, ma agisce e scrive in
prima persona. In ogni modo, il suo racconto si configura come una lunga epistola, perci
essa assume anche il ruolo di epistolografa.
A differenza di quanto accade nel Filostrato e nel Teseida, dove la dimensione elegiaca si
realizza solo parzialmente, essa si realizza in modo completo nel racconto di Fiammetta.
Questa si pone come eroina dellelegia, in quanto va a confrontarsi con altri modelli della
letteratura che, come lei, hanno sopportato pene damore, concludendo sempre con
laffermare che il suo dolore sicuramente maggiore rispetto alle altre figure che andata
ad analizzare. Ci che maggiormente separa Fiammetta dagli altri personaggi da lei citati
una differente concezione del tempo, ovvero il tempo come durata. La protagonista va infatti
a sottolineare questo fatto facendo riferimento allesempio di chi immerge un dito nel fuoco
e lo ritrae e chi invece nel fuoco si immerge totalmente e vi rimane a lungo. Riguardo al
tempo, nellopera anche presente un sistema di compresenza di passato e presente, che
va a sottolineare che non si tratta di un racconto, di una narrazione incentrata sulle azioni,
bens su una condizione dellanimo. La storia di Fiammetta, infine, a differenza delle
precedenti opere a tema amoroso, non si concluder n con la morte, n con il lieto fine
della riconquista dellamato. Non si tratta quindi di un percorso narrativo che si muove dal
positivo verso il negativo (o viceversa), ma lelegia (cio il dolore) sar costante in tutta
lopera: non c una soluzione perch viene sempre lasciato aperto uno spiraglio di speranza
(che va ad identificarsi con lipotesi di una riapertura della storia). Per questo lelegia di
madonna Fiammetta si pu definire un libro aperto e si oppone alla tradizione cortese,
dove loggetto del desiderio era impossibile, mentre qui diventa possibile.
Dante, nel De vulgari eloquentia definisce lo stile elegiaco come uno stile basso, mentre B.
si oppone a questa definizione, tanto che sceglier per lopera Fiammetta, un personaggio
che ha ricevuto una notevole formazione letteraria e culturale e, inoltre, unaristocratica.
Anche il modello stilistico che B. usa per scrivere lopera di alto livello.
La storia di Fiammetta e Panfilo presenta tra le fonti sicuramente la Vita Nuova di Dante. Per
questo basti pensare che Dante, per esempio, incontra Beatrice in chiesa, mentre Panfilo e
Fiammetta si incontrano in una tempio. Tuttavia, lamore provato da Fiammetta sotto certi
aspetti diverso da quello riportato nella Vita Nova, poich la donna manifesta una
personalit e un sentimento scisso, tra amore inteso come concupiscenza e amore
tormentato. Infine, c da sottolineare che Fiammetta sia narratrice che personaggio
dellopera, e in alcuni casi la Fiammetta-narratrice prende il sopravvento (in una parte del
racconto, per esempio, la narratrice ci tiene a sottolineare la veridicit di quanto sta
raccontando).
4) Il ninfale fiesolano (1344-1346) = un poemetto in ottave di carattere mitologico, in
quanto narra della nascita dei torrenti Africo e Mensola a Fiesole. La trama racconta che
prima della costruzione della citt, Fiesole fosse sotto il controllo di Diana, che imponeva la
castit alle sue ninfe. Tuttavia un pastore, Africo, assiste un giorno ad una adunanza delle
ninfe e si innamora di Mensola. In soccorso al pastore viene Venere, che lo sprona a cercare
Mensola. Quando successivamente Africo la scorge in un bosco, la giovinetta gli scaglia
contro un dardo, che per lo manca. Questo sembra essere un segno della fortuna, poich
subito dopo aver lanciato il dardo la ninfa si rivela pentita del gesto. Dopo questo episodio,
Venere suggerisce ad Africo di travestirsi da donna in modo da essere accolto tra le ninfe.
Tuttavia, al momento del bagno le giovani si svestono e altrettanto fa Africo, scatenando le
urla e la fuga delle ninfe. Africo riesce comunque a trattenere Mensola e a impossessarsi di
lei. La giovane, scossa, torna alla sua normale vita e non si fa pi vedere da Africo, il quale
sconsolato si toglie la vita presso il corso dacqua dove era avvenuto il loro incontro (in sua
memoria il fiume viene denominato con il suo nome). Alcuni tempi dopo Mensola si accorge
di essere incinta e d vita al bambino di Africo, scatenando lira di Diana, la quale la
trasforma, per punirla, in fiume. Il bambino, Pruneo (chiamato cos perch fu ritrovato a
piangere tra i pruni in seguito alla morte della madre), sar allevato dai genitori della ninfa.
Divenuto grande, Pruneo diventer siniscalco ( = titolo attribuito nelle grandi monarchie a
dignitari con funzioni di amministrazione della giustizia e di comando militare) di Atlante
(fondatore di Fiesole), che promuove un tipo di convivenza civile volta ad eliminare i costumi
rozzi, ma anche le leggi disumane imposte da Diana. La storia di Africo e Mensola vede di
nuovo la contrapposizione tra Diana e Venere e anche in questo caso Venere ne uscir
vincitrice, nonostante la vendetta perpetrata da Diana sulla ninfa. Infatti, lopera non si
conclude con questo episodio, ma dal mito si passa alla storia, vista come un processo di
civilizzazione che avviene attraverso nuove leggi: non pi le disumane leggi di Diana, ma
nemmeno quelle volte al soddisfacimento delle pulsioni sessuali di Venere. Si tratta di una
legge, quindi, che permette di realizzare le proprie ambizioni sessuali, da realizzarsi per
esclusivamente allinterno del matrimonio e con finalit di procreare.
Anche allinterno del Ninfale Fiesolano si trovano alcune anticipazioni al Decameron, in
particolare con la presenza di nomi parlanti (come Pruneo), ma anche con lintento di
descrivere dettagliatamente la sensibilit tipica del mondo femminile (che in questo
contesto fatto attraverso le azioni compiute da Mensola).
Nel 1348 scoppia la peste a Firenze, un evento traumatico per Boccaccio in quanto
comporta la morte del padre e della moglie. La stesura del Decameron risale agli anni
immediatamente successivi, tra 1349 e 1351.
Dopo il 1351 si infittiscono per B. gli incarichi pubblici, e soprattutto le ambasciate. Inoltre,
diventa chierico (il che spiega il suo celibato, anche se gli sono riconosciuti 5 figli naturali),
con lunico scopo di avere unulteriore fonte di sostentamento, anche se alcuni sostengono
che in questa scelta possa aver avuto rilievo anche una visita fatta dal monaco Gioacchino
Ciani a B. nel 1362 (raccontata in una delle Seniles di Petrarca), il quale gli port un
messaggio da parte del certosino Pietro Petroni, da poco morto, che lo invitava ad
abbandonare la vita mondana.
A partire dal 1351 c unulteriore svolta nella vita di B.: cambiano i suoi gusti narrativi ed
egli non scrive pi opere narrative e poemi, ma solo trattati in latino. A influenzare questo
cambiamento lamicizia con Petrarca (che ha dato avvio allumanesimo e allo studio degli
antichi manoscritti degli scrittori latini, e quindi alle materie umanistiche). Per Petrarca e
Boccaccio esaminare i manoscritti dei latini significava anche tornare ai valori di quel tempo,
che sono alla base di una concezione laica della vita e basata sulla ragione, sullimportanza
delluomo del libero arbitrio.
B. incontra Petrarca nel 1350 a Firenze e lanno successivo va a trovarlo a Padova.
Unincrinatura turba lamicizia dei due, quando Petrarca decide di stabilirsi a Milano alla
corte di Giovanni Visconti, avversario di Firenze, ma ben presto i rapporti tornano come
prima e i due continuano i loro costanti dialoghi, soprattutto attraverso la corrispondenza
epistolare. Alcune analogie tra le opere di B. e di Petrarca di possono riscontrare anche nelle
opere precedenti, come per esempio tra il poema in latino Africa di P. e il poema epico in
volgare Teseida, ma anche tra i poemi allegorici in terzine dantesche Triumphi e
Amorosa visione. In ogni modo, quella per Petrarca di pu definire unammirazione non del
tutto ricambiata, in quanto questultimo riserver scarsa attenzione per esempio nei
confronti del Decameron, di cui esalter solo lultima novella (quella di Griselda),
traducendola in latino e inserendola in una delle Seniles.
Negli ultimi anni della vita di Boccaccio compare anche il culto per Dante, che di manifesta
soprattutto con la stesura della sua biografia (Il trattatello in laude di Dante) e con la
passione con cui egli riscrive pi volte a mano la Divina Commedia e la Vita Nova. Inoltre,
sotto commissione del Consiglio Comunale di Firenze, tiene 60 conferenze sulla Divina
Commedia, che saranno poi trascritte nel Esposizioni sopra la Commedia di Dante.
Tuttavia, se queste conferenze nacquero con liniziale intento di esaltare la grandezza di
Dante e la Commedia e di favorirne la diffusione, in 4 sonetti delle Rime Boccaccio
risponder alle critiche di un amico il quale lo accusava di aver concesso laccesso a
unopera cos grande al grande pubblico. E affermer che queste accuse sono pi che
fondate, ma che egli era stato indotto a farlo a causa delle insistenze del Consiglio
Comunale.
Nel 1374 la malattia costringe B. a ritirarsi a Certaldo, dove avr notizia anche della morte di
Petrarca, a cui dedicher lultimo sonetto delle Rime: Or sei salito, caro signor mio. B.
muore a Certaldo il 21 dicembre 1375 e la sua memoria sar evocata dalla canzone Or
mancata ogni poesia di Franco Sacchetti.
Anche se lammirazione per Petrarca e il culto per Dante sembrano essere dominanti della
seconda parte della vita di B., i due autori sono sempre stati presenti nella vita di Giovanni,
come testimonia linsieme di componimenti lirici (raccolti ne Le Rime), molti dei quali
appartengono alla sua giovinezza. Le Rime = insieme di componimenti lirici, consta di 126
componimenti attribuiti a Boccaccio e di 41 poesie di dubbia attribuzione. Nelle parti
attribuite a Boccaccio, evidente linfluenza di Dante e in particolare della Vita Nova, come
emerge dalla presenza di episodi in cui si ascende alla sfera celeste per ammirare la donna
amata. Per quanto riguarda Petrarca, invece, la sua presenza allinterno dellopera si
manifesta con la ripresa di alcuni temi a lui cari, come la meditazione sul tempo e sulla
morte e linvocazione a Dio e alla Madonna. Inoltre, alla memoria di Petrarca dedicato
lultimo sonetto, Or sei salito, caro signor mio, che a sua volta si rif ad un sonetto
commemorativo che Petrarca aveva dedicato alla morte di Sennuccio del Bene nel
Canzoniere.
In ogni modo, allinterno delle Rime costante lesaltazione delle bellezze naturali, della
rappresentazione paesaggistica, ma anche delle bellezze femminili e la presenza di
contenuti erotici.
Sebbene la maggior parte delle opere successive al Decameron siano in latino, Boccaccio si
dedica in questo periodo anche alla stesura di 2 OPERE IN VOLGARE:
1) Il trattatello in laude di Dante = vi sono tre redazioni: la prima, pi ampia, scritta tra il
1351 e il 1355, e due successive, una del 1360 e una del 1365. Si tratta della prima biografia
dedicata a Dante. In certi passaggi essa sembra intrecciarsi con quella di Boccaccio, in
particolar modo quando egli esalta la fama di poeta eccelso di Dante, nonostante i suoi
numerosi impegni politici. Altro elemento caratteristico costituito dal fatto che talvolta la
ricostruzione attendibile degli eventi biografici interrotta dalla favolistica: un esempio ne
il sogno premonitore della madre di Dante, in cui la presenza di un pavone la porta a
deduzioni sul destino della Divina Commedia.
2) Corbaccio o umile trattato (1366) = Protagonista lautore, respinto da una
vedova, a cui appare in sogno il marito di questultima. Il marito elenca tutti i vizi delle
donne e lo invita ad incentrare la sua vita non sullamore, ma sulla dedizione agli studi. Per
questo possiamo affermare che si tratti di un rovesciamento del Decameron e gli viene
attribuito il titolo di letteratura misogina. Non a caso il titolo Corbaccio associato al
corvo, che a sua volta associato allamore, perch cos come il corvo su di un cadavere
becca prima gli occhi e poi il cervello, cos la passione amorosa rende prima ciechi e poi folli.
In ogni modo, le parole dette dal marito che gli appare in sogno hanno una funzione
maieutica, in quanto lo portano a scoprire di essere saggio, nobile, cortese e dotato si
cultura. Con il Corbaccio, infatti, B. si congeda completamente dalla letteratura erotica,
come testimonia la sua derisione nei confronti della donna, che si diletta leggendo romanzi
franceschi come il Filocolo. Gli auctores a cui fa riferimento adesso B. non sono pi
prevalentemente poeti, ma filosofi e storiografi (Aristotele, Livio, Cicerone), ed il pubblico da
sempre prediletto da Boccaccio (cio quello femminile) viene qui rinnegato.
OPERE IN LATINO: in queste che spicca il modello petrarchesco.
1) Epistole (1339-1374) = sono circa 25, scritte in latino ed indirizzate a Petrarca. Le
prime 4 (del 1339) sono costituite da esercitazioni retoriche.
2) Buccolicum Carmen (1349-1367) = composto da 16 egloghe (egloga = componimento
della poesia bucolica in forma dialogica, con significato allegorico e celebrazione della vita
agreste) dedicate a Donato degli Albanzati. Si basano su fatti biografici ed eventi politici. La
pi importa egloga Olympia, dedicata alla figlia Violante, morta precocemente.
3) Trattati eruditi = attraverso di questi che spicca linteresse di B. per la storiografia,
nata negli anni della giovinezza grazie allo studio dei classici (presso Napoli), e influenzata
dallamicizia con Petrarca. Tra i pi importanti:
- De casibus virorum illustrium (1356-1360) = suddiviso in 9 libri, in cui presente una
rassegna di uomini illustri (da Adamo ai contemporanei) che dal potere sono precipitati nella
miseria per colpa della superbia o altro comportamento non virtuoso.
- De mulieribus claris (1361-1362) = rassegna delle donne pi celebri, comprese tra Eva e le
donne del Trecento. Prende in considerazione non solo le donne virtuose, ma anche quelle
che hanno acquisito fama per atti nefandi.
- Genealogie deorum gentilium (1350-1359, con successive revisioni) = suddiviso in
quindici capitoli. I primi 13 costituiscono unenciclopedia dei miti della tradizione letteraria
classica. Il 14esimo dedicato alla difesa della poesia e nellultimo fa un sommario del
proprio lavoro, lodandosi anche di essere stato il primo ad integrare nella cultura umanistica
il mondo greco (infatti, egli aveva ospitato a partire dal 1359 il calabrese Leonzio Pilato, il
primo a insegnare greco a Firenze. B. riusc ad assicurare a Pilato anche una cattedra presso
lo studio fiorentino, tuttavia il tentativo non ebbe successo perch luomo era dotato di
pessimo carattere). Linteresse per la lingua e la cultura greca costituisce un elemento di
distinzione da Petrarca, che invece si concentr solo sul mondo latino.