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La Storia
I Longobardi si insediarono nelle zone più fertili, a difesa dei guadi, ponti,
strade, quindi vicino ai fiumi ed alle grandi vie di comunicazione. L'insediamento
longobardo costituì un grande cambiamento dal punto di vista sociale, politico
ed economico.
Il re Alboino fece costruire a Forum Julii (l'attuale Cividale) una base militare
capace di resistere ad un eventuale attacco bizantino poiché riteneva
essenziale guardarsi le spalle per poter avanzare con sicurezza, nel nord
dell'Italia e per assicurarsi di avere libera la via della eventuale ritirata, che
venne affidato al nipote e scudiero Gisulfo I. Fin dalle sue origini il ducato del
Friuli ebbe un ruolo militare (quindi anche politico) di primo piano.
Nel 776 alla dominazione longobarda si sostituì quella franca, che portò
molti cambiamenti dal punto di vista dell'organizzazione del territorio, della
società e dell'economia.
I Longobardi hanno lasciato molte tracce della loro presenza, sopratutto a
Cividale. All'interno del Duomo si trovano le più grandi testimonianze
longobarde e dell'alto medioevo: tra i reperti longobardi si può trovare un altare
in pietra chiamato anche altare di Ratchis, che venne donato da Ratchis (duca
del Friuli dal 773 al 74, in seguito eletto re dei longobardi).
Altare di Ratchis
Un'altra grande testimonianza è il Tempietto Longobardo, costruito intorno al
760, al cui interno ormai rimangono pochi degli affreschi originali, ma la cui
celebrità è dovuta alle 6 statue di sante scolpite sulla parete a ovest, quella dell'
ingresso originale, risalenti, insieme alle altre decorazioni di stucco, appena alla
metà del VIII secolo.
“Allo stesso modo mosse dall'isola chiamata Scandinavia pure il popolo dei
Winnili, cioè dei Longobardi, che poi regnò felicemente in Italia, e che trae
origine dai popoli germanici. I popoli che la abitavano, moltiplicatisi al punto da
non potervi oramai vivere insieme, si divisero in tre parti e affidarono alla sorte
la scelta di quale di loro dovesse lasciare la patria e cercare nuove sedi. Il
gruppo così designato ad abbandonare la terra natale e ad andare in cerca di
paesi stranieri, si sceglie due capi, Ibor e Aio, che erano fratelli, nel pieno della
giovinezza e più di altri valorosi, e si mette in cammino, dicendo addio alla
propria gente ed alla patria, per trovare delle terre dove potere vivere e
stabilirsi. Era madre di questi capi Gambara, donna fra loro forte di ingegno e
provvida nel consiglio, sulla cui saggezza essi facevano grande affidamento per
le situazioni difficili.”
Croce di Gisulfo