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Il percorso didattico si propone di guidare lalunno a uneducazione letteraria seria, ma dinamica che consenta di legare il passato con il presente (anche quello pi vicino allo studente);
di rileggere la tradizione non come un passato lontano, ma come uno spunto sempre attuale
di riessione; di conoscere e confrontare culture diverse nello spazio e nel tempo.
Sul piano letterario e storico-culturale lintero percorso antologico tiene sempre vivo linteresse per la contestualizzazione storica dei testi, per i generi letterari di cui essi sono espressione e per la comprensione delle basi delle tradizioni letterarie europee.
Il testo di ogni volume inne completato da schede darte legate alle tematiche delle unit,
mentre uno specico percorso di schede di cinema viene offerto nella Risorse per linsegnante
da fotocopiare o stampare per la classe.
3121
BOTTA
GALEOTTO FU IL LIBRO
VOL.3 - IL TESTO EPICO
3121_Botta_R0n.indd 1
Lopera composta da tre volumi, dedicati rispettivamente al testo narrativo, al testo poetico e
allepica. Limpostazione privilegia il testo letterario, ma con possibilit di connessioni con altre
tipologie testuali. Lordine di presentazione dei testi , in linea di massima, cronologico; in ogni
unit sono tuttavia previste rubriche che riprendono determinate tematiche e generi nel tempo.
Ogni brano corredato da unampia e puntuale Analisi del testo. Le conoscenze sono articolate in
nuclei signicativi allinterno dellevoluzione del genere e/o della tematica. Pur nella centralit
del testo letterario, non si trascurano agganci a diversi linguaggi espressivi: nel primo volume al
testo argomentativo, saggistico e giornalistico; nel secondo al teatro; in tutti allarte.
Botta
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In copertina: Libro liturgico di scuola tedesca, XVI secolo, Gemaeldegalerie Alte Meister, Kassel. Bridgeman/Fototeca Alinari
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Galeotto fu il libro
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Galeotto fu il libro
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3-02-2010 11:28:14
3121_bottaEPICA_001_010:Introduzione Poesia
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Nerella Botta
Galeotto fu il libro
3 Il testo epico
A. La vita: unitariet e diversit dei viventi
LOESCHER EDITORE
Loescher Editore - Vietata la vendita e la diffusione
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Pagina 2
Ristampe
7
2015
2014
2013
2012
2011
2010
2009
ISBN 9788820131210
Nonostante la passione e la competenza delle persone coinvolte nella realizzazione
di questopera, possibile che in essa siano riscontrabili errori o imprecisioni.
Ce ne scusiamo fin dora con i lettori e ringraziamo coloro che, contribuendo
al miglioramento dellopera stessa, vorranno segnalarceli al seguente indirizzo:
Loescher Editore s.r.l.
Via Vittorio Amedeo II, 18
10121 Torino
Fax 011 5654200
clienti@loescher.it
Referenze fotografiche:
p. 14: Elliott Erwitt/Magnum Photos/Contrasto, Arnoldo Mondadori editore
S.p.A., 2005; p. 19: Lessing/Agenzia Contrasto/Milano, Mondadori Electa
S.p.A ., 2006; p. 23: G. dagli Or ti, Editori Later za, 2005; p. 24:
www.allmoviephoto.com; p. 27: Rizzoli, 2003; p. 29: RCS Quotidiani S.p.A.,
2006; p. 30: Muse du Louvre/Parigi, Logos, 2006; p. 32: Archivio
Scala/Firenze, Il Sole 24 Ore S.p.A., 2006; p. 34: Giunti Editore S.p.A., Firenze,
2005; p. 36: Photo Akg-Images, Londra/E. Lessing, Logos, 2006; p. 40:
Sothebys Picture Library, Logos, 2006; p. 42: Claudiana, 1997; p. 45: Gruppo
San Paolo e Edizioni Bolis, 1997; p. 47: Christies Images Ltd, Logos, 2006 ; p.
49: McRae Book srl, 2006; p. 54: Il Venerd di Repubblica, n. 981, 2007; p.
56: McRae Book srl, 2006; p. 58: British Museum/Londra, Mondadori Electa
S.p.A., 2007; p. 60: Gribaudo/Knemann, 2004; p. 63: RCS Quotidiani S.p.A.,
Milano, 2005; p. 65: Lessing/Contrasto, Il Sole 24 Ore S.p.A., 2006; p. 67:
Lessing/Contrasto, Il Sole 24 Ore S.p.A., 2006; p. 70: Gruppo Editoriale
lEspresso S.p.A., 2008; p. 71: Gruppo Editoriale lEspresso S.p.A., 2008; p. 77:
Logos, 2006; p. 81: Archivio Scala/Firenze, Il Sole 24 Ore S.p.A., 2006; p. 82:
Giunti Editore S.p.A., 2005; p. 88: Edizioni Piemme, 2005; p. 93: Rizzoli
Editore, Milano, 1977; p. 95: Giunti Editore S.p.A., 2005; p. 107: Bridgeman
Art Library, McRae Books sr, 2006; p. 112: Logos, 2006; p. 115: Utet, 2002; p.
118: H. Lewandowski/Photo RMN, Gruppo Editoriale lEspresso, 2008; p. 125:
Photoservice Electa/Akg-images, McRae Book srl, 2006; p. 126: Photoservice
Electa/Leemage, McRae Book srl, 2006; p. 139: Archivio Giunti, all. al n. 239
di Art e Dossier, n. 2007; p. 139: Photoservice Electa/Akg-images, McRae
Book srl, 2006; p. 143: Rizzoli, 2004; p. 149: E. Lessing/Vienna,
KeyBook/Rusconi Libri, srl, 2001; p. 154: Gruppo San Paolo, e Ed. Bolis, 1997;
p. 160: E. Fornaciari/G. Neri; p. 163: Archivio Giunti, all. al n. 165 di Art e
Dossier, n. 165, 2001; p. 165: Gruppo Editoriale lEspresso, 2007; p. 166:
Mondadori Electa S.p.A., Milano, 2005; p. 172: De Agositni Editore, 2005; p.
175: European Book, 2005; p. 176: Archivio Giunti, Giunti Gruppo
Editoriale/Firenze, 2001; p. 180: Istituto Geografico DE Agostini srl/Novara,
1980; p. 183: Mondadori Electa, 2002; p. 184: Logos, 2006; p. 187: Gruppo
San Paolo, e Ed. Bolis, 1997; p. 189: The Trustees of the British
Museum/Londra, McRae Books srl, 2004; p. 198: Logos, 2004; p. 201:
Edizioni Piemme S.p.A ., 2005; p. 202: Kimbell Ar t Museum/For t
Worth/Texas, Logos, 2006; p. 205: RCS Quotidiani S.p.A., 2006; p. 209:
Mondadori Electa S.p.A., 2002; p. 215: Archivio Scala/Firenze, Il Sole 24 Ore
S.p.A:, 2005; p. 217: Biblioteca Ambrosiana/Milano, Taschen GmbH, 2003; p.
219: RCS Quotidiani S.p.A., 2006; p. 222: Skira Editore/Milano, 2002; p. 223:
RCS Quotidiani S.p.A., Milano, 2006; p. 225: Rizzoli, 2003; p. 233: Electa
Napoli, 2002; p. 237: RES; p. 238: Mondadori Electa, 2002; p. 245: McRae
Books, 2007 p. 257: Archivio Scala/Firenze, Il Sole 24 Ore S.p.A:, Milano,
2005; p. 260: RES; p. 271: Il Medioevo, n. 10, 2006; p. 272: RCS Quotidiani
S.p.A., Milano, 2006; p. 273: The Bridgeman Art Library/Archivi Alinari,
Firenze; p. 274: (1)Rizzoli, Milano, 1977; (2)Arnoldo Mondadori Editore
S.p.A./Milano, 2007; p. 277: Rizzoli Editore, Milano, 1977; p. 279: Archivi
Alinari/Firenze; p. 280: Il Medioevo, n. 5, 2006; p. 281: Giunti Einaudi
Editore S.p.A., Torino, 2007; p. 283: BNF/Parigi, Editori Laterza, 2005; p. 289:
Gruppo Editoriale Fabbri, 1985; p. 290: Gruppo Editoriale Fabbri, 1985; p.
293: Gruppo Editoriale Fabbri, 1985; p. 294: Robert Burns/Sothebys Picture
Library, McRae Book srl, 2006; p. 297: BNF/Parigi, Editori Laterza, 2005; p.
299: De Agostini Editore S.p.A., 2005; p. 309: All. al n.5 di Art e Dossier, n.
1986; p. 321: Medioevo Dossier, n. 2, 2001; p. 322: RES; p. 323: RES; p.
325: Archivio Scala/Firenze, Il Sole 24 Ore S.p.A:, Milano, 2005; p. 326:
Archivio Scala/Firenze, Il Sole 24 Ore S.p.A:, Milano, 2005; p. 337: Il
Medioevo, n. 6, 1998; p. 334: Archivio Scala/Firenze, Il Sole 24 Ore S.p.A:,
Milano, 2005; p. 335: Edizione speciale per il Corriere della Sera, RCS
Quotidiani S.p.A., 2005; p. 339: Mondadori Electa S.p.A., Milano, 2004; p.
341: De Agostini Editore S.p.A., 2006; p. 351: Mondadori, 2002; p. 353:
Fabbri Editore, 1986; p. 356: Mondadori Electa S.p.A., Milano, 2004; p. 363:
Mondadori Electa S.p.A., Milano, 2004; p. 365: Mondadori Electa S.p.A.,
Milano, 2003; p. 373: Mondadori Electa S.p.A., Milano, 2005; p. 371: Rizzoli,
2003; p. 374: De Agostini Editore S.p.A., 2005.
Studio per corrida n. 1/Francis Bacon, Roma, Siae 2009
2
Loescher Editore - Vietata la vendita e la diffusione
3121_bottaEPICA_001_010:Introduzione Poesia
12-12-2008
16:17
Pagina 3
Galeotto fu il libro
Il linguaggio dellepica
Unit 3
Il viaggio e il ritorno
Io tho dato le ali, con le quali sul mare infinito
tu volerai e su tutta la terra, librandoti senza fatica...
Per tutti quanti amano il canto, anche futuri,
tu parimenti vivrai, finch la terra esista
ed esista il sole.
Il modello dellavventura
Omero
Intersezioni
Odissea:
Narrami, o Musa, delleroe multiforme...
Atena e Telemaco
La tempesta e lapprodo
Nausicaa: lospitalit ritrovata
Unit 2
Dossier:
Odisseo: aspetti
di un mito
Dante Aligheri
Lo maggior corno
della fiamma antica
Giovanni Pascoli
Sono Odisseo, figlio di Laerte...
Calypso
Polifemo:
mondo senza
leggi
Unaun
divina
superiorit
Constantinos Kavafis
Lincantesimo
di
Circe
Omero
Iliade:
Itaca
Il canto delle Sirene
Canta, o dea, lira di Achille...
lantico:
La lite tra Achille eRileggere
Agamennone
CredereealDiomede
ritorno
Il legame ospitale: Glauco
La prova e la vendetta
eRoberto
Mussapi
Lincontro tra Ettore
Andromaca
La prova con larco
La fine di Patroclo Non fu la spelonca,
Linizio della strage
non il buio...
Il duello finale
Il riconoscimento di Penelope
Fu un lungo viaggio...
Achille e Priamo
Lira e la guerra
Teognide I, 237
12
12
13
15
15
16
Lepica darte
Dallepica spontanea allepica riflessa
I livelli della narrazione
18
19
Unit 1
Il volume articolato in
unintroduzione generale,
IL LINGUAGGIO
DELLEPICA, e in sette
UNIT.
Lordine di presentazione dei
testi , in linea di massima,
quello cronologico.
22
24
In principio...
Intersezioni
Dossier: I volti di Elena
Saffo
La cosa pi bella
Stesicoro
Palinodia
Ghiorgos Seferis
Elena
Arte: Lavventura
Rileggere lantico:
Alle originideldel
mondo
desiderio
Il bagliore delle armi
Enuma ElishUlisse eQuando
le Sirene lass
Elena: la bellezza funesta
Alessandro Baricco
Marduk, un dio perfetto
Andromaca, sposa di guerra
Esiodo
Dal Caos al KsmosUnaltra bellezza.
Postilla sulla guerra
Lavvento di Zeus
Intersezioni
Luniverso femminile
Dossier: Prometeo,
il Titano dalla parte
delluomo
Eschilo
Prometeo incatenato
Wolfgang Goethe
Inno a Prometeo
Rileggere lantico:
La nascita di unamicizia
Paola Capriolo
Enkidu e il re
Arte: LOriente
e lOccidente
Il Trono Ludovisi
e la nascita di Venere
77
25
25
11
29
Il mito
e la storia
10
(Virgilio, Eneide,
trad. di
M. Ramous,
Venezia,
Marsilio,celebrandone
1998, I, vv. 1-11)
to nuovo
della
grandezza
di Roma,
la storia nazio-
Indipendentemente dagli echi letterari di chiara impronta omerica, lEneide opera di un unico artista colto, Virgilio: infatti un
poema di grande dottrina, frutto della cultura e della mentalit
romane, fondate sulle grandi virt delleroismo, della lealt,
dellobbedienza agli di; e in questo senso ben si comprende
perch Augusto lavesse concepita come il libro che celebrava la
Nicolas
Poussin,
storia
nazionale e lannuncio della missione universale di Roma.
Venere mostra le armi
a Enea,
1639.
220
In dettaglio
Una traduzione famosa
A chi
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notte partiene
la
di
second Troia? Si voce narra
nte ne
o gr
Anche per lEneide, come per i poemi omerici, riportiamo lincipit in una traduzione famosa: quella
ditratta
12 Indiv
suocinquecentesca
ruolo ado?
Per qu di un na llepisodio
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Annibal Caro (1507-1566) che presenta, rispetto al testo originale latino, diversi ampliamenti 9
e rimaneggiamenti.
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In quad Andes,
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Virgilio
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a
ali pu, pi
versione in endecasillabi sciolti, realizzata in soli tre anni dal 1563 al 1566, ma pubblicata postuma nel 1581
chere
Polidor
ea le
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metaf
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Mantova,
70del
a.principio
C. Doporinascimentale
aver compiuto
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studi
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abba o o di 13 Il nome
l bran
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una traduzione un vero e proprio rifacimento del
testo allanel
luce
dellimitazione.
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Polidor
mona e a Milano, si rec a Roma e poi an
a ale
Napoli,
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Larmi canto e l valor del granderoe fond gli interessiil per
nome
Latini, il regno
dAlba,
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letteratura
e la10
filosofia.
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del gio attinenza
AnalizzaQuando scoppinarratore? Polidoro
mil signif in greco
vane?
Vi sono puoi notar
che pria da Troia, per destino, a i liti la guerra civile, ine seguito
e spieg(44 a. C.),
le mura ealluccisione
limperio altodidide
Roma.
Giulio
Cesare
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e
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prole
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dItalia e di Lavinio errando venne; torn a MantovaMusa,
che di cilesai
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compose
Bucoliche,
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n la tra ni. Ha
Prod
Troia.
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e quanto err, quanto sofferse, in quanti
tu le mi ispirazione
detta. Qual dolor,
qual
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ti poetici che traggono
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vita onta
pastorale
e agricola.
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e di terra e di mar perigli incorse,
la dea ch
purterre
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e regina
Dopo aver subtofece
lesproprio
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indivipadre
simo
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duempia
come il traea linsuperabil forza
de gli
altri di, spremiare
nequitosa
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Fa
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to di Ottaviano che
intendeva
i
propri
veterani
e
quelli
mune
ep
i la
ce o su . Come
sfera isodio alc
del cielo, e di Giunon lira tenace;
contra
un sapio?
Qual dove
suo
nume
lespose
15 Le parafrasi di
di Antonio fece
ritorno
Roma,
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pubblicazione
erisce, si chiamdelle
un su
a la fig semantica uni termi
uno de
pisod
attradiveMeceonAhi!
e con che dura e sanguinosa guerra Bucoliche gli procur
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per tanti
casi fama
a tantieaffanni?
o reTanto
grande
soprattutto
la
i due
turna io Lultima
alestima
rso la ura retorica del rumo
brani.
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:
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veste
fond la sua cittade, e gli suoi di
ancordegli
l su artisti
lire e gli
sdegni?
nate, ricchissimopossono
protettore
e dei
letterati.
buisc secondo te, tte di Troia
fonica che riprodu :
e
ripose in Lazio: onde cotanto crebbe Come risarcimento delle terre che gli erano state sottratte, ricedelle
un co ad accresc questa dim ha unam
parole,
bie
mmen
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vette da Ottaviano una villa a Napoli e vi si trasfer. Qui, su invito di cir ne il fascin ensione tem ntazione
16 Ne
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po
ca die
o?
to di Mecenate, compose tra il 37 e il 30 a. C. le Georgiche, un
ci righe Motiva la rale contr
tragic to virgilian
Simone Martini,
risposta i.
a fine.
o
poema in quattro libri che ha per argomento la vita dei campi.
frontespizio di un
Prova Polidoro no
con
a narra
n ra
Fu Ottaviano Augusto, che regnava incontrastato su tutto lim- codice con le opere
rla co cconta nu
di Virgilio, 1340.
pero, a proporre a Virgilio, Le
ormai
n magg
lla de
pisodfamoso, di cantare la gloria di
lla
iori pa
Roma con unopera che, narcidi sia io virgilian
rticolar sua
o
no
i.
di Po
tra
rando le gesta degli
antichi
proco
Il tono
epico
del
latino
da Ramous, il
sfo mantenuto
rpo,testo
Comprensione
cos pe rmate, pe lidoro viene
genitori, esaltasse
lo spirito
Attraveitaliano,
r tuttamezzo rdipuuna
ripreso
.......................................
niz disposizione
rsand per
peche
guerriero e le virt morali
o la se leternit ione del lor da Dant
rch
1 Distingui, nel proemio dellEneide, i versi che contengono:
so
e,
dadiscosta
lva
delle parole
che si
dallordine
standard
soggeto
avevano reso grande
laglicitt
ere di l ramoscell dei suici no condan peccato, nel XIII ca
di, Da
nati a
a. Lenunciazione dellargomento: ..................................................
in tro
Fe oggettooe tro
nto de
fa uso
eterna. Il poeta to-verbo-complemento
lavor De
quindi
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nte
nc di .......................................
es
llepis deric
odio rip o II che, ac ato esce, , su esortaz serne privi hi e in stran llInferno
b. Linvocazione alla Musa: ..................................................................
con entusiasmo allEneide
per
instermini
.
cu to, di
e piante , dove
e .......................................; egli
ortiainoltre
ion
ieme
mo i ve sisaserve
al sang e di Virgil
pare
: come immagin
diecigianni,
via
rsi
2 Quali sono le tematiche del poema che emergono
dal perfezionando
ing
io, sp
a
All o di uso .......................................
iniziaaffinch ius
infatt
.......................................
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tamen ue, una vo
li, che il tesi nella che le anim
via il disegno generale del poe-or porsi la
ce ch za un ramo
proemio?
te, di
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sutoscrupolo
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ma e limando con
un .......................................
nno rif dei sui33 e la
te cos
il tem
l tronc ramicel da poco avan
iutato
3 Leroe protagonista non citato per nome, malingua.
individuaa della to, si era uc r essere
Nel 19 a........................................
C. ne termiil
.......................................
o su
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quell a un prod
Da ch delloriginale
cis
metam
to attraverso le fasi salienti della sua vita: rintracciale
e ma, insoddisfatto
igio str
e fatto o grid: P gran pruno;
n la stesura
orfos o per la ve a di Pier
aord
ric
er
fu
i:
7 Che cosa significa
delle
rgogna
om laggettivo
ch miQual la sua
spiega:
poi dieccelso?
Vign inario
della resa stilistica di certi
36 nopas-inci a
.
schia tale
nguein cui compaia
dir: P tresafrasi
e
etimologia?
almeno
nComponi
,
nte
a. Perch esule.
co
ha
brun
nsi?.
erch
saggi, decise di compiere
uni tu spirt
parola. Uomini
o di pie mi scer o,
b. Dove ha condotto e insediato la sua gente.viaggio in Grecia,
fum
patria
delpi?
tad alc
mo, e
ben do
c. Quale citt fonder.
or sianel etesto.
vrebb presenti
uno?
Individua
metafore
39 se lepoele arti e culla 8degli
antichi
m
es
fat
state
ser la
sterp condotta da
fossimlinvocatio
4 Quali erano le parole-chiave del proemio dellIliade
qua- 9suoPerch
mi dieOmero,
primo
ispiratua ma tiMusa
tuo avviso
Coame
o anim alla
n pi i:
dun
li quelle dellOdissea? Quali sono le parole-chiave
del proetore.
Ammalatosi
gravemente
e didi domande?
pia, Anche OmeVirgilio
una
serie
daattraverso
zzofitta
lun de sti
verde serpi.
ca
mio dellEneide? Che cosa puoi notare facendo
un condurante
il viaggio,
mor
al ritore cig
ch alla Musa con cos tanro42
e Apollonio
ola peRodiopi,sichrivolgevano
e da la arso sia
fronto tra i tre incipit (osserva anche lordine
cui
r
no a in
Brindisi,
dove
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s desbarcati interrogativi?
ltro ge
la sche vento che
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compaiono nellEneide i vocaboli pregnanti)? to. Nonostante avesse
parole dato
ggia ro va via,
e
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45
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disposizioni
5 Perch nellintroduzione abbiamo affermato che
il poeta testamentarie
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precise
perch
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dellEneide pi simile a quello delle Argonautiche che Produzione
come
luom i la cima
delrisposta
poema venisse distrutto,
non a quello dei poemi omerici? Giustifica la tua
che tem
lopera fu salvata
dallinterven10 A
tal punto giunge lira dei celesti?:e.con questa domananche in base al testo.
to di Ottaviano,
che
ordin
di linvocatio e passa allexspositio. Rilegda
Virgilio
chiude
Dopo
aver del poeta.
ignorare la volont
testo
proemio e cerca di individuare quale funzio1 Qu giletil to
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217
ali pane Virgilion attribuisca
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Omero.
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6 Completa il seguente testo inserendo adeguatamente
ha lala traduzione
od
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parole che trovi qui sotto:
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Carotosopra
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i di Po
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tam
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virgiliano - traduttore - aulici - anastrofi - traduzione stave
le due rese sia sulorpiano
su quelli sintattioroche
Virgil
in Vir
fos lessicale,
Dor
io che
gilio?
.
solennit - iperbati - non comune
co, metrico e retorico. i di Pier de
in Da
lle Vig
221 nte?
ne in
Dante
?
Un la
voro
per te
Polid
oro e
Pier
delle
Vigne
Esercizi
237
Dossier
fida unicamente dei propri mezzi e non ricerca soluzioni trascendenti. Eppure noi,
come Dante e come gli altri lettori successivi, non possiamo fare a meno di ammirare
la grandezza di un tentativo che, pur destinato al fallimento (e forse proprio per questo), ci ricorda che la scienza lultima perfezione della nostra anima, ne la quale sta
la nostra ultima felicitade (Dante, Convivio, I, I, 1). La storia di Ulisse riguarda allora lesistenza di ciascuno di noi tra essere e non-essere, fra desiderio, illusione e destino perch semenza delluomo [...] non di vivere da bruto, ma di vivere con la consapevolezza del morire: suprema virt e, nello stesso tempo, conoscenza ultima (P.
Boitani, Lombra di Ulisse, Bologna, Il Mulino, 1992).
Odisseo:
aspetti di un mito
Il mito di Odisseo, simbolo delluomo che in una sorta di inquietudine eternamente
insoddisfatta rifiuta soluzioni definitive, pervade tutta la letteratura occidentale,
ripresentandosi in momenti cruciali della storia umana. Privo dellaura reverenziale di
cui sono circondati altri eroi, Ulisse immagine di un uomo [...] che lott / dentro il
mondo, con lanima e col corpo (G. Seferis): lintelligenza la sua essenza costitutiva,
la dote innata che fa di lui luomo delle situazioni complesse.
Ripercorrere le tappe che nel tempo hanno segnato la vitalit di questo mito un compito che esula dal nostro assunto. Ci limiteremo pertanto a proporre alcuni motivi a esso
legati: dal tema affascinante dellultimo viaggio, cos come stato rielaborato da Dante
e da Pascoli, al simbolo di Itaca nella recente rilettura di Constantinos Kavafis.
85
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91
94
Gi gli autori antichi avevano visto in Odisseo un eroe della conoscenza, sempre volto alla virt e alla sapienza,
ma con Dante Alighieri (1265-1321) che la sua figura diventa il simbolo degli uomini di ogni tempo, fatti
non a viver come bruti, / ma per seguir virtute e conoscenza. Nel XXVI canto dellInferno, nella bolgia dei
consiglieri fraudolenti gli ingannatori che hanno abusato dellintelligenza contro ogni norma morale e religiosa , Dante incontra lantico eroe e fa di lui un personaggio indimenticabile, simbolo della tensione
delluomo a varcare il limite posto alla natura fino a sfidare lo stesso Creatore. Se sul piano morale Dante, da
uomo del Medioevo, non pu fare a meno di considerare la smisurata tensione alla conoscenza di Odisseo
come un peccato di orgoglio, la simpatia che egli prova
per leroe testimoniata dal lungo spazio che gli concede e dai versi immortali che delineano un personaggio
davvero senza tempo. Ulisse, racchiuso con il compagno Diomede nella fiamma che
fascia i loro spiriti, d voce a fatica al racconto: non racconta a Dante le colpe di inganno e di frode per cui si trova punito nellinferno, bens lesito del suo estremo viaggio, quando, ormai vecchio ma sempre desideroso di divenir del mondo esperto e
delli vizi umani e del valore, intraprese con pochi compagni il folle volo, varcando le colonne dErcole e lanciandosi nelloceano alla ricerca di terre sconosciute.
La sua impresa tragicamente conclusa nel naufragio, comaltrui piacque segno
dellimpossibilit della ragione umana a varcare i limiti che le sono imposti:
Ulisse non possiede la Grazia divina, il suo gesto la sconfitta dellintelligenza che si
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Rileggere lantico
La nascita di unamicizia
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PAOLA CAPRIOLO
Enkidu e il re
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Laocoonte
70
Unit 1 In principio...
71
Tra le varie versioni del mito gli autori sono particolarmente vicini a quella di Virgilio, soprattutto nella descrizione della lotta di
Laocoonte per liberare se stesso e i figli dai serpenti inviati da
Apollo. Secondo Virgilio infatti Laocoonte era un sacerdote troiano, che aveva invano cercato di mettere in guardia i cittadini dallinganno del cavallo donato dai Greci, incorrendo nellira del dio,
che aveva gi deciso la caduta della citt.
I tre scultori scelgono il momento culminante. Il padre al centro,
appoggiato allaltare su cui stava compiendo un sacrificio, tenta
di liberarsi dalle spire che lo avvolgono e di allontanare le fauci
spalancate del serpente che sta per morderlo. Il figlio a destra sta
ancora lottando e quasi sembrerebbe essere ancora in grado di
sottrarsi al destino, ma lo sguardo angosciato che rivolge al padre
fa presagire la sconfitta. Il figlio pi giovane a sinistra ha ormai
perso i sensi a causa del morso del serpente sul petto, e si accascia allindietro verso il padre.
La rappresentazione dei corpi in movimento rivela la straordinaria conoscenza dellanatomia raggiunta dagli artisti ellenistici, capaci di rendere con precisione il gioco della muscolatura, possente
nella figura del padre, ancora immatura nei figli. Il dinamismo della scena accentuato dalla struttura compositiva basata sulle diagonali e sullandamento ondulante delle spire dei serpenti. La cura
maggiore per riservata ai volti, in particolare a quello del padre,
reclinato allindietro, con gli occhi chiusi e le labbra aperte nel grido impotente rivolto verso il cielo, espressione del dolore fisico
ma anche dellangoscia impotente delluomo che non riesce a salvare i propri figli dalla morte.
Esercizi
1 In quale parte della statua gli scultori hanno mostrato maggiore abilit tecnica? Perch?
3 Il corpo di Laocoonte si dispone lungo una diagonale. Tracciala con laiuto della carta da lucido.
269
In dettaglio
La cultura della vergogna
La civilt omerica nel suo complesso
stata definita dallo studioso dellet classica Eric Dodds (1893-1979) una cultura di vergogna (shame-culture). Secondo un modello interpretativo derivato
dagli studi antropologici, esistono infatti due forme fondamentali di societ:
quelle che si appoggiano sul senso di
vergogna e quelle che si fondano soprattutto sul senso di colpa. La cultura di
colpa caratteristica della civilt occidentale moderna e cominci ad apparire in Grecia in un periodo successivo
allepica omerica (essa in effetti appare gi pienamente sviluppata nella tragedia). In una cultura di colpa, quando un uomo agisce in modo contrario al
codice di comportamento imposto dalla
societ in cui vive o dalla sua morale
religiosa, anche se riesce a evitare una
sanzione penale, tende a riconoscere il
proprio comportamento come errato e
prova rimorso.
Una cultura di vergogna si fonda
invece su un processo mentale opposto.
In essa il pensiero e lagire delluomo
sono totalmente proiettati verso lesterno: la sanzione per un comportamento
errato non risiede nel senso dindegnit
Johann Heinrich Fssli, Afrodite allontana Paride dopo il duello
che un uomo prova dentro di s, ma nel
con Menelao, 1766-70.
biasimo della comunit. Pertanto, un comportamento non considerato colpevole fino a quando su di esso non pesa la
disapprovazione della comunit, e la sanzione pu anche risiedere unicamente nel senso di vergogna che affligge chi
non si mostrato allaltezza della sua fama e viene segnalato al pubblico disprezzo. In questo tipo di societ, dunque,
il bene supremo non sta nel godere di una coscienza tranquilla, ma nella conquista della pubblica stima. Ci che
interessa non essere forti o coraggiosi ma essere detti dagli altri forti o coraggiosi: la gloria consiste nellammirazione e nella lode tributata dalla comunit a una persona che abbia mostrato il suo valore davanti agli occhi di tutti. Di qui limportanza che assume lonore, che deriva dal pubblico riconoscimento. La tim a sua volta non un sentimento astratto, ma si manifesta materialmente con doni, parole di elogio, tributi di onori, che vengono riservati alle
persone pi valorose. Cos, nellIliade, la schiava Briseide, il dono di guerra offerto da tutto lesercito ad Achille, equivale alla sua tim, vale a dire al pubblico riconoscimento del fatto che egli stato un guerriero prode. Quando Agamennone
sottrae la schiava ad Achille non fa altro che negare al rivale questonore, offendendolo davanti a tutti. appunto il
pubblico onore a creare le gerarchie sociali e a motivare i comportamenti pubblici. Di conseguenza, la principale forza morale della societ omerica il rispetto della pubblica opinione e il timore che una certa azione venga disapprovata dagli altri: di qui appunto la vergogna che un individuo prova quando non riesce a essere allaltezza della pubblica stima.
Una cultura di vergogna condiziona fortemente gli impulsi personali di un individuo e lo indirizza verso comportamenti conformisti, nel senso che egli tende ad agire secondo schemi precostituiti dallesterno, dai quali non osa discostarsi per non essere biasimato dalla comunit: tutto ci che lo espone al disprezzo pubblico, ci che lo rende ridicolo risulta per lui intollerabile, al punto che persino la morte preferibile.
285
290
295
stico.
Di testo in testo
Proposte di lettura
e approfondimento personale
93
Storia di parole
Penati
La religione romana assegnava un posto particolare alle divinit che proteggevano la famiglia e la comunit: tali erano la dea Vesta, i Lari e i Penati. Nel racconto virgiliano rientra nella missione di Enea salvare i Penati di Troia e introdurre a Roma il loro culto. I Penati sono propriamente gli spiriti tutelari della famiglia e del focolare domestico: secondo Cicerone il loro nome deriva da penus, che indica tutto ci di cui gli uomini si nutrono o da penitus,
ossia il ripostiglio dove sono conservate le vivande, la parte pi interna della casa. Da divinit legate allambito
domestico i Penati diventano in seguito divinit pubbliche: lo Stato era visto infatti come una sorta di grande famiglia costituita dai cittadini. Raffigurati come due giovani seduti, i Penati erano presenti nellatrio di ogni casa romana; come divinit pubbliche essi venivano invece venerati in un tempio a loro dedicato. Al loro culto era associato quello di Vesta la dea del fuoco sacro custodito dalle Vestali e quello dei Lari le anime dei defunti che continuavano
a proteggere la casa in cui avevano vissuto.
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76
ANDIAMO AL CINEMA
Il giro del mondo in 80 giorni,
di Michael Anderson (1956)
Mr. Fogg scommette con gli amici che far il giro del mondo
in soli 80 giorni. Alla fine la scommessa sembra perduta per
sole 24 ore, ma c una sorpresa finale. Tratto dal romanzo di
Jules Verne, il film una metafora del viaggio nel cinema e dellottimismo positivista.
2001 Odissea nello spazio, di Stanley Kubrick
(1968)
Dallalba delluomo (quattro milioni di anni fa) al primo volo
verso Giove: c un monolito levigato che atterrisce le scimmie antropoidi e sbalordisce gli scienziati sulla base lunare.
Una favola apocalittica sul destino dellumanit.
SCHEDA NELLA GUIDA PER LINSEGNANTE
Paris, Texas, di Wim Wenders (1984)
Tra autostrade desolate nel deserto, motel e cafeteries, un
uomo ricostruisce il rapporto col figlioletto, ma poi, affidatolo alla madre dalla quale sera separato quattro anni prima,
ricomincia il suo vagabondare.
Thelma e Louise, di Ridley Scott (1991)
Due amiche in auto per un tragico weekend. Quando Thelma,
la pi giovane, sta per essere violentata, Louise interviene e
uccide laggressore: la loro gita si trasforma in fuga. Braccate
dalla polizia, scoprono una nuova dimensione della vita e una
parte sconosciuta di loro stesse.
Fratello dove sei?, di Joel ed Ethan Coen (2000)
Durante la Grande Depressione tre delinquentelli evadono,
incatenati, dai lavori forzati per recuperare un tesoro che non
esiste. Riescono a cavarsela attraverso tragicomiche peripezie. Parodisticamente ispirato allOdissea, con i personaggi
di Tiresia, le Sirene, Polifemo e Penelope.
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Approfondimenti
Indice
Il linguaggio dellepica
Il mito, un vivaio di simboli
12
Che cos un mito (12) Le caratteristiche della narrazione mitica (12) Miti
di ieri e di oggi (13)
15
Lepica darte
18
22
Unit 1
25
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In principio...
30
La nascita degli di
ENUMA ELISH
Quando lass
Marduk, un dio perfetto
ESIODO, Teogonia
Dal Caos al Ksmos
Lavvento di Zeus
UN LAVORO PER TE Fare lo schema grafico di un testo
Linnocenza e la colpa
31
31
34
36
37
39
41
42
La creazione delluomo
43
Libert e trasgressione
Dossier
47
49
52
52
La radicale ribellione
55
58
59
IN DETTAGLIO
63
5
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Rileggere lantico
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Pagina 6
La nascita di unamicizia
Arte
LOriente e lOccidente
70
70
74
74
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DI TESTO IN TESTO
Unit 2
Approfondimenti
3121_bottaEPICA_001_010:Introduzione Poesia
Lira e la guerra
78
79
Il poeta e la musa
81
Un mondo di di e di eroi
Achille e Priamo
Luniverso femminile
Elena: la bellezza funesta
Andromaca, sposa di guerra
Dossier
I volti di Elena
83
85
87
92
97
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107
108
110
113
113
STESICORO, Palinodia
GHIORGOS SEFERIS, Elena
Rileggere lantico
Arte
LOlpe Chigi
DI TESTO IN TESTO
114
114
117
117
122
122
124
IN DETTAGLIO
Xenofobia (91)
Unit 3
Il viaggio e il ritorno
Il modello dellavventura
OMERO, Odissea
126
127
Leroe multiforme
129
Il protagonista assente
Atena e Telemaco
131
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3121_bottaEPICA_001_010:Introduzione Poesia
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Pagina 7
La tempesta e lapprodo
Nausicaa: lospitalit ritrovata
Rileggere lantico
Credere al ritorno
La prova e la vendetta
La prova con larco
Linizio della strage
Il riconoscimento di Penelope
Dossier
135
138
143
144
146
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160
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163
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169
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172
172
176
Arte
Ulisse e le Sirene
Unit 4
Rileggere lantico
Un destino di morte
Arte
180
180
IN DETTAGLIO
Unepica riflessa
Dossier
178
182
DI TESTO IN TESTO
Approfondimenti
184
185
186
188
192
195
196
197
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IN DETTAGLIO
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3121_bottaEPICA_001_010:Introduzione Poesia
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Pagina 8
Il mito e la storia
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222
223
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228
230
232
235
237
La tempesta
Lincontro di Enea e Didone
Linizio del racconto
Laocoonte, una vittima innocente
Lultima notte di Troia
Lombra di Polidoro
UN LAVORO PER TE Polidoro e Pier delle Vigne
La discesa nellOltretomba
Tra i mostri infernali: Caronte...
... Cerbero e Minosse
UN LAVORO PER TE Dante e Virgilio
La missione di Roma
Dossier
Lapprodo e la guerra
Lamicizia eroica: Eurialo e Niso
Il duello finale
UN LAVORO PER TE Enea/Turno, Achille/Ettore
Rileggere lantico
Un poema incompiuto
Arte
Approfondimenti
Unit 5
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268
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IN DETTAGLIO
DI TESTO IN TESTO
Unit 6
270
Penati (233)
Il cavaliere e la quest
La celebrazione delleroe
272
La storia di Sigfrido
273
275
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CHANSON DE ROLAND
La morte di Orlando
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CANTAR DE MO CID
La partenza per lesilio
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294
IL CICLO DI PERCEVAL
I cavalieri sono angeli!
295
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Lamorosa inchiesta
Rileggere lantico
Dossier
Arte
306
306
312
312
314
318
322
322
324
DI TESTO IN TESTO
Unit 7
301
302
IN DETTAGLIO
Cantare (289)
Romanzo (301)
Approfondimenti
3121_bottaEPICA_001_010:Introduzione Poesia
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Rileggere lantico
Un gioco di tarocchi
Il tramonto dellepica
334
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338
344
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Verso il romanzo
Dossier
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364
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369
Arte
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IN DETTAGLIO
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DI TESTO IN TESTO
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STORIA DI PAROLE
GLOSSARIO
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Douris, 212
Eschilo, 52
Esiodo, 36, 37, 39, 49
Euripide, 207
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Il linguaggio dellepica
Io tho dato le ali, con le quali sul mare infinito
tu volerai e su tutta la terra, librandoti senza fatica...
Per tutti quanti amano il canto, anche futuri,
tu parimenti vivrai, finch la terra esista
ed esista il sole.
Teognide I, 237
15
15
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Lepica darte
Dallepica spontanea allepica riflessa
I livelli della narrazione
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Il mito, un vivaio
di simboli
Che cos un mito
La parola mythos significa, in greco, favola, ma anche racconto, narrazione, discorso: si tratta per di un racconto molto particolare che ha come argomento gli di, gli
eroi, le loro imprese e i loro rapporti con il mondo degli uomini. Platone, il pi grande filosofo greco vissuto ad Atene nel IV sec. a. C., definisce la narrazione mitica un racconto attorno agli di e agli eroi, sintetizzando in questo modo lesigenza che da sempre gli uomini hanno avuto di ricondurre gli eventi della loro vita, i fenomeni naturali e
gli stessi avvenimenti storici, alla volont di una divinit superiore e potente. A differenza di quanto avviene ai nostri giorni, in cui il senso del divino si molto attenuato, nel
mondo antico ogni evento trovava spiegazione nel volere di un dio e anche fatti
che a noi potrebbero sembrare casuali come il volo degli uccelli o lo scoppio di un fulmine erano visti come segni di buono o di cattivo augurio mandati da una divinit. In
questo contesto il mito rappresentava allora lelaborazione di un patrimonio culturale e religioso fondamentale, il tentativo di spiegare attraverso una narrazione dai
tratti leggendari e fantastici le origini delluniverso, la creazione del mondo, la nascita
degli di e la loro rivelazione. Con le loro apparizioni sulla Terra negli aspetti pi vari, gli
di prendevano parte alle vicende degli uomini, per aiutarli, per ostacolarli o, pi semplicemente, per affidare loro un compito. La rivelazione della divinit agli uomini
la cosiddetta epifania (in greco, manifestazione) sempre un momento speciale,
un dono concesso ad alcuni individui prescelti: di fronte allapparizione del dio, luomo
prova un sentimento di timore e di rispetto, consapevole che il contatto con il mondo
del soprannaturale sempre unesperienza straordinaria.
Lesigenza di fornire una spiegazione agli avvenimenti della vita e alle manifestazioni del
mondo naturale, nello sforzo di dare risposta al senso di inquieto sbigottimento che luomo prova di fronte al mistero, trova nel mito spiegazione in una prospettiva immaginaria e fantasiosa: mentre oggi a questi interrogativi si cerca di dare una soluzione
per lo pi scientifica, nel mondo antico le interpretazioni razionali non erano considerate indispensabili e limmaginazione e la fantasia bastavano a elaborare racconti in cui,
sotto linvenzione narrativa, era possibile cogliere il senso profondo del rapporto delluomo con le forze che dominavano luniverso.
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Il linguaggio dellepica
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spesso per luomo troppo difficile portare a compimento quanto ordinato dalla divinit: molti miti si concludono con un finale tragico, lasciando trasparire lenorme
distanza tra il mondo beato degli di immortali e quello degli uomini, sottoposto al
male, al dolore e alla morte. Le qualit stesse delluomo o delleroe non bastano a
garantire un lieto fine: cos Prometeo (cfr. p. 49), malgrado le indiscusse doti di intelligenza e di abilit, non riesce a sottrarre lumanit al triste destino cui Zeus lha destinata e neppure Adamo ed Eva sono in grado di resistere al divieto di Dio (cfr. p. 47).
Nel finale tragico che molte narrazioni mitiche presentano, si coglie una pessimistica interpretazione dellesistenza terrena: la motivazione della condanna dei mortali alla fatica e al lavoro, la giustificazione della realt umana, dolorosa e imperfetta
rispetto alla creazione originaria;
i personaggi del mito hanno unidentit ben determinata, ravvisabile nel fatto che tutti hanno un nome proprio e precisi antenati. Malgrado questi aspetti, essi non sono per
uomini come tutti gli altri, piuttosto tendono a collocarsi al di sopra dei comuni mortali, per cui il lettore li tiene in qualche modo a distanza e li guarda come modelli
irraggiungibili. Tale lontananza non implica per distacco sul piano emotivo: seppure
tanto superiori allumanit comune, i personaggi del mito esercitano ancora oggi un indiscusso fascino per il modo spontaneo e insieme semplice di agire, per sentimenti e interrogativi che non sono poi cos distanti da quelli delluomo di oggi. Le loro azioni, che si
svolgono in un tempo al di fuori di ogni percezione umana, ci trasportano in una realt
del tutto diversa dalla nostra sfera di ogni giorno e, proprio per questo situarsi oltre il
tempo e lo spazio quotidiano, acquistano valore di modello valido per sempre.
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Pagina 14
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Il linguaggio dellepica
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Pagina 15
Lepica, racconto
sugli di e sugli eroi
Le origini dellepica
La parola epica deriva dal greco pos, termine che in origine significava parola, discorso e che in seguito passato a significare una narrazione in versi molto estesa, il
cui oggetto erano le imprese straordinarie, avvenute in un passato mitico o comunque remoto, di uomini dotati di qualit eccezionali, gli eroi, sostenuti od ostacolati dallintervento delle divinit.
Parlando di epica il nostro pensiero va immediatamente alla poesia pi antica e tradizionale della Grecia, ossia ai poemi omerici, lIliade e lOdissea, composti tra il IX e il VII
secolo a. C. da un poeta, o da poeti, che non conoscevano le tecniche della scrittura e
per un pubblico di ascoltatori che non era in grado di leggere. Fin dalle origini e per tutto il corso delle letterature greca e latina, lesametro il verso proprio del genere epico, e anzi ne costituisce uno dei tratti distintivi insieme alloralit e alla formularit,
ovvero la presenza di un vasto sistema di formule, cio di espressioni stereotipate che
avevano la funzione di facilitare la memorizzazione e la trasmissione dei testi.
La poesia epica orale non , per, patrimonio esclusivo del mondo classico: come lIliade
e lOdissea per i Greci, cos possiamo ricordare il Poema di Gilgamesh per i Babilonesi
(risalente al 2500-2000 a. C., ma composto unitariamente intorno al XIII secolo a. C.), il
Ramayana (I secolo a. C.) e il Mahabarata (II-III secolo d. C.) per gli Indiani. Forme
di poesia epica orale si ritrovano ancora oggi presso molti popoli della Terra, dove il racconto si tramanda nella memoria collettiva senza assumere forma scritta.
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sonaggio (Ettore, Achille) o una qualsiasi azione ripetuta pi volte (andare, dire,
rispondere). Simile per lo scopo allepiteto costante (mira infatti anchessa a comunicare rapidamente unidea a un pubblico di ascoltatori), si differenzia per per la forma: gli epiteti infatti occupano solo una parte del verso, mentre le formule metriche
sono pi estese e vengono impiegate in punti particolari del racconto (allinizio o alla
fine di un discorso, per introdurre certi movimenti e passaggi). In Omero, per esempio, lo spuntare del giorno quasi sempre annunciato da espressioni quali: quando
apparve lAurora dalle rosee dita, figlia del mattino, e linizio di un discorso segnalato in genere da formule come subito dolce e accorta parola parl, disse parole fugaci, dissi cos, e lui subito parl rispondendomi;
la presenza di tpoi, scene tipiche, descrizioni che possono occupare anche parecchi versi, dedicate a situazioni che compaiono pi volte allinterno dei poemi, quali la
partenza, la vestizione delle armi, la battaglia, i duelli, i concili degli di, i banchetti, i
funerali e altre immagini tradizionali;
la predilezione per le similitudini, paragoni tratti in genere dal mondo della natura,
che mirano a sottolineare il valore o i difetti di un determinato personaggio, la qualit delle sue azioni, laspetto particolare di qualche luogo o oggetto.
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Il patrimonio formulare fissato nella memoria facilitava la trasmissione orale del testo.
Dopo lunghi anni di apprendistato, il cantore arrivava a conoscere il repertorio tradizionale delle leggende del suo popolo e gli elementi formulari, accumulati dalle generazioni a lui precedenti. Con questi materiali costruiva il canto, mentre ogni recitazione,
adattandosi al pubblico, al gusto e allabilit personale, presentava sempre elementi di
novit rispetto al modello prescelto, che veniva cos ricreato, modificato e ampliato risultando ogni volta diverso.
La ripetizione di episodi familiari era per essenziale anche per il pubblico degli
ascoltatori: seguire un racconto denso di avvenimenti e recitato in un linguaggio che non
era quello della vita quotidiana avrebbe comportato serie difficolt. Ecco allora che le
parti formulari, indispensabili al poeta per ricordare la materia, concedevano anche al pubblico un momento di allentamento della tensione, in attesa degli episodi successivi.
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La voce dellaedo
Nel primo canto dellOdissea, in assenza di Ulisse, laedo Femio intrattiene i Proci dopo
il banchetto narrando i tristi ritorni dei capi achei dopo la guerra di Troia. Il suo canto
tanto seducente da indurre al silenzio anche i superbi pretendenti; solo Penelope, ascoltandolo, non prova gioia, ricordando il marito ancora lontano. Uscita dalle sue stanze, la
donna chiede a Femio di scegliere un argomento meno doloroso.
Nel passo centrale il personaggio dellaedo, presentato come una figura divina che
suscita forti emozioni, presenza di spicco nella societ omerica con il ruolo preciso di
recare gioia e allietare il pubblico degli ascoltatori. La sua funzione e la sua fama sono
evidenziati anche negli epiteti a lui riferiti (famoso, divino), mentre quelli di Penelope
(saggia, chiara tra le donne) mirano alla presentazione tradizionale della moglie di
Odisseo.
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Lepica darte
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Citazione e rielaborazione
I diversi livelli narrativi sono collegati tra loro secondo due modalit principali, che possiamo definire di citazione e di rielaborazione.
Il narratore interno:
racconta la storia in prima persona, da un punto di vista personale e soggettivo, narrando solo ci che rientra nella sua sfera di esperienza e quanto vede o riesce
a ipotizzare degli altri personaggi o dello svolgimento dei fatti;
fornisce una visione soggettiva della realt e, come tale, pu anche mentire o
riportare i fatti in maniera del tutto personale e distorta;
pu svolgere nel racconto la funzione di protagonista o di semplice testimone: nel
primo caso racconta avvenimenti cui ha partecipato direttamente, nel secondo fatti
accaduti ad altri;
la sua partecipazione emotiva alla vicenda narrata molto alta e nel racconto filtrano sentimenti e stati danimo che riescono a coinvolgere facilmente il lettore.
Il narratore esterno:
non racconta la propria storia, n un fatto al quale ha partecipato, ma una vicenda alla quale estraneo;
narra in terza persona ci che i personaggi dicono, fanno o pensano, ed esprime solo
raramente opinioni e commenti personali;
produce nel racconto una maggiore impressione di oggettivit e di verit, perch
tende a limitare il suo intervento nella narrazione.
La scelta delluna o dellaltra tipologia non mai casuale, ma sempre legata al tipo di
racconto, alle tematiche e agli effetti che lo scrittore intende produrre: per le caratteristiche che abbiamo enunciato, la presenza di un narratore interno molto utile quando si vogliono creare situazioni ambigue che pongano il lettore di fronte allinterrogativo sulla verit delle affermazioni della voce narrante. Quando invece si vuole comunicare
unimpressione di oggettivit, si preferisce far ricorso a una voce narrante esterna,
per definizione estranea alla storia narrata.
Il brano riportato qui sotto la parte conclusiva del lungo racconto che Odisseo, naufragato dopo molte avventure sullisola dei Feaci, fa al re Alcinoo e alla sua sposa Arete che
lo hanno accolto nella loro reggia. Narrando la sua storia, dal momento in cui ha lasciato
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Troia fino allapprodo allisola di Ogigia, Odisseo si presenta come narratore interno e protagonista. Quanto al livello narrativo, la sua una narrazione di secondo grado.
Le ultime due righe del testo, riportate in neretto, segnano invece il passaggio a un
narratore esterno di primo grado: chi prende la parola infatti Omero e questi versi
conclusivi segnano il ritorno al presente della vicenda.
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Mimesi e diegesi
Sin dalle origini della riflessione sulla narrativa, gli antichi filosofi greci Platone e
Aristotele hanno individuato due modelli narrativi opposti entro i quali le narrazioni possono oscillare: la mimesi (dalla parola mmesis, che in greco vuol dire imitazione) e la diegesi (da dighesis, che vuol dire narrazione).
Diegesi. Nella narrazione diegetica, invece, il narratore si attribuisce unidentit individuale: la sua voce e il suo modo di vedere le cose hanno ampio spazio, i fatti vengono
raccontati senza dialoghi e anche i discorsi sono riportati in forma indiretta.
Nel brano che segue, relativo al tentativo del superbo Antinoo che, con false proposte
di amicizia, tenta di rimandare il viaggio di Telemaco alla ricerca del padre, si alternano
sequenze mimetiche (evidenziate nel testo in neretto) e sequenze diegetiche.
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Il romance:
una favola eroica
Il mondo dellimmaginario
Il repertorio meraviglioso che abbiamo ritrovato nelle forme di racconto delle societ pi
arcaiche, quando luomo tendeva a dare ai diversi interrogativi dellesistenza una risposta che sconfinava nellambito dellimmaginario, non scompare nel tempo. Anche se, con
levolversi della societ e della scienza, gli elementi magici vanno perdendo la loro primitiva funzione di spiegazione di fenomeni reali, la presenza nel racconto di figure
soprannaturali tuttavia continua: fate, orchi, streghe e maghi popolano non solo il mondo della fiaba, ma danno vita al repertorio tradizionale dei poemi epici e cavallereschi, in cui apparizioni, metamorfosi e magie si susseguono senza sosta.
La narrativa dellimmaginario, attingendo ampiamente alla sfera del meraviglioso, si sviluppata nel tempo in forme assai diverse, dalla favola alla fiaba, al repertorio epico-cavalleresco, fino al romanzo a sfondo meraviglioso e alla moderna ripresa di temi epici e leggendari nel genere fantasy. Tutte queste forme si possono ricollegare alla tradizione narrativa
del romance, che la scrittrice inglese Clara Reeve, gi nel 1785, definiva come favola
eroica, che tratta di persone e di cose favolose e descrive, in un linguaggio elevato e nobile, ci che non mai successo, n probabilmente succeder mai. A differenza della narrativa a sfondo realistico (il novel), che mira a registrare con scrupolosa fedelt lesperienza umana, nel romance lo scrittore ha tutta la libert di presentare circostanze scelte e
create in larga misura dalla propria fantasia, introducendo nella narrazione elementi soprannaturali ed eventi straordinari che infrangono continuamente i limiti della realt.
Un labirinto di storie
La struttura classica del romance presenta una trama complessa, costituita da una serie
di imprese individuali, eroiche e avventurose che spesso si intrecciano con interruzioni e riprese in un labirinto di vicende che mantengono, pur nellapparente disordine, un ininterrotto filo narrativo. quanto avviene, ad esempio, nellOrlando furioso
di Ludovico Ariosto (1474-1533), in cui i nuclei che compongono il poema si presentano sapientemente variati e ripresi con un continuo passaggio da un racconto allaltro, da una trama allaltra, ottenuto ricorrendo alla tecnica dellentrelacement.
In questa ottava, la XVII del XII canto dellOrlando furioso, Ludovico Ariosto fornisce un esempio tra i tanti di questa tecnica: il racconto della vicenda di Orlando viene
infatti interrotto per riprendere quella di Ruggiero, abbandonata nel canto precedente.
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La quest
Al centro delle storie la figura delleroe che, investito di un difficile compito, passa
attraverso prove e peripezie in cui si rivela vincente o per qualit personali innate come
il coraggio, la forza e la nobilt , o per intervento di forze esterne come la fortuna o
la protezione di divinit e di esseri soprannaturali. Lelemento magico essenziale in
questo genere di racconto: contrastato o aiutato da creature dagli enormi poteri, leroe
pu attraversare luoghi incantati e affrontare avversari pi potenti di lui, che rappresentano spesso lincarnazione del Male.
Mediante queste prove si attua nei romanzi cavallereschi lavventura fondamentale,
quella che il critico canadese Northrop Frye chiama la quest, ossia la ricerca delleroe
o cavaliere e insieme la lotta di questi contro il nemico malvagio e la sua realizzazione morale, il vagare alla volta del ritrovamento di una identit che non solo materiale, ma
anche e soprattutto morale e psicologica.
Anche in tempi pi vicini a noi, la struttura classica dellitinerario di formazione, che prevede il percorso del giovane eroe dallinfanzia alladolescenza fino alla maturit, resta un
dato costante: il viaggio, volontario o involontario, e le prove da affrontare sono un passaggio essenziale per completare la formazione e per acquisire esperienze.
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Lottava
La struttura metrica in cui si esprime la narrativa in versi tra Medioevo e Rinascimento
dai cantari popolari alla Gerusalemme Liberata quella dellottava strofa: essa
composta da otto endecasillabi, di cui i primi sei a rima alternata e gli ultimi due a
rima baciata, secondo lo schema ABABABCC. Presente gi nei cantari del Trecento, lottava, detta anche ottava rima o stanza, il metro pi tipico dei poemi cavallereschi:
Luigi Pulci (1432-1484) la user nel suo Morgante, Matteo Maria Boiardo (1441-1494)
nellOrlando innamorato, quindi Torquanto Tasso (1544-1595) nella Gerusalemme
liberata e Ludovico Ariosto (1474-1533) nellOrlando furioso la porteranno alla sua
perfezione, sfruttandone ogni possibilit, utilizzandola per variare e riprendere motivi o
per accentuare e riprendere significati.
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Perch leggere
i classici?
Una definizione di classico
La parola classico deriva da classis, una voce che nella lingua latina in origine designava lintero esercito romano ma che in seguito pass a significare flotta, in quanto per indicare le forze militari di terra si utilizz il termine exercitus. Dopo la riforma attribuita al
re Servio Tullio, il termine pass a definire una suddivisione dei cittadini: la costituzione serviana divideva infatti i cittadini in cinque classi: le prime tre erano di fanteria di
linea, le ultime due di soldati armati alla leggera. Nella divisione operata da Servio Tullio
laggettivo classici designava i cittadini appartenenti alla prima delle classi in cui era stato diviso il popolo: da qui il senso traslato di autori classici per indicare gli scrittori di primo ordine, di prima classe, degni di imitazione. Con questo significato il termine giunto fino ai nostri giorni, designando una realizzazione culturale degna di studio ed
elevata a modello esemplare, rappresentativa di una determinata cultura e di una certa epoca.
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essere (magari nello stesso tempo) formative nel senso che danno una forma alle
esperienze future, fornendo modelli, contenitori, termini di paragone, schemi di
classificazione, scale di valori, paradigmi2 di bellezza: tutte cose che continuano
a operare anche se del libro letto in giovent ci si ricorda poco o nulla. Rileggendo
il libro in et matura, accade di ritrovare queste costanti che ormai fanno parte
dei nostri meccanismi interiori e di cui avevamo dimenticato lorigine. C una
particolare forza dellopera che riesce a farsi dimenticare in quanto tale, ma che
lascia il suo seme. La definizione che possiamo darne allora sar:
3. I classici sono libri che esercitano uninfluenza particolare sia quando simpongono come indimenticabili, sia quando si nascondono nelle pieghe della memoria mimetizzandosi da inconscio collettivo o individuale.
Per questo ci dovrebbe essere un tempo nella vita adulta dedicato a rivisitare
le letture pi importanti della giovent. Se i libri sono rimasti gli stessi (ma anchessi cambiano, nella luce duna prospettiva storica mutata) noi siamo certamente cambiati, e lincontro un avvenimento del tutto nuovo.
Dunque, che si usi il verbo leggere o il verbo rileggere non ha molta importanza. Potremmo infatti dire:
4. Dun classico ogni rilettura una lettura di scoperta come la prima.
5. Dun classico ogni prima lettura in realt una rilettura.
La definizione 4 pu essere considerata corollario di questa:
6. Un classico un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire.
Mentre la definizione 5 rimanda a una formulazione pi esplicativa, come:
7. I classici sono quei libri che ci arrivano portando su di s la traccia delle letture che hanno preceduto la nostra e dietro di s la traccia che hanno lasciato nella cultura o nelle culture che hanno attraversato (o pi semplicemente nel linguaggio o nel costume).
Questo vale per i classici antichi quanto per i classici moderni. Se leggo lOdissea
leggo il testo dOmero ma non posso dimenticare tutto quello che le avventure
dUlisse sono venute a significare durante i secoli, e non posso non domandarmi
se questi significati erano impliciti nel testo o se sono incrostazioni o deformazioni o dilatazioni.
La lettura dun classico deve darci qualche sorpresa, in rapporto allimmagine che ne avevamo. Per questo non si raccomander mai abbastanza la lettura
diretta dei testi originali scansando il pi possibile bibliografia critica, commenti, interpretazioni. La scuola e luniversit dovrebbero servire a far capire che nessun libro che parla dun libro dice di pi del libro in questione; invece fanno di
tutto per far credere il contrario. C un capovolgimento di valori molto diffuso
per cui lintroduzione, lapparato critico, la bibliografia vengono usati come una
cortina fumogena per nascondere quel che il testo ha da dire e che pu dire solo
se lo si lascia parlare senza intermediari che pretendano di saperne pi di lui.
Possiamo concludere che:
8. Un classico unopera che provoca incessantemente un pulviscolo di discorsi critici su di s, ma continuamente se li scrolla di dosso.
Non necessariamente il classico ci insegna qualcosa che non sapevamo; alle
volte vi scopriamo qualcosa che avevamo sempre saputo (o creduto di sapere) ma
non sapevamo che laveva detto lui per primo (o che comunque si collega a lui in
modo particolare). E anche questa una sorpresa che d molta soddisfazione,
come sempre la scoperta duna origine, duna relazione, duna appartenenza. Da
tutto questo potremmo derivare una definizione del tipo:
2. paradigmi: modelli.
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9. I classici sono libri che quanto pi si crede di conoscerli per sentito dire, tanto pi quando si leggono davvero si trovano nuovi, inaspettati, inediti.
Naturalmente questo avviene quando un classico funziona come tale, cio
stabilisce un rapporto personale con chi lo legge. Se la scintilla non scocca, niente da fare: non si leggono i classici per dovere o per rispetto, ma solo per amore.
Tranne che a scuola: la scuola deve farti conoscere bene o male un certo numero
di classici tra i quali (o in riferimento ai quali) tu potrai in seguito riconoscere i
tuoi classici. La scuola tenuta a darti degli strumenti per esercitare una scelta; ma le scelte che contano sono quelle che avvengono fuori e dopo ogni scuola.
solo nelle letture disinteressate che pu accadere dimbatterti nel libro che
diventa il tuo libro.
10. Il tuo classico quello che non pu esserti indifferente e che ti serve per
definire te stesso in rapporto e magari in contrasto con lui.
Credo di non aver bisogno di giustificarmi se uso il termine classico senza
fare distinzioni dantichit, di stile, dautorit. Quello che distingue il classico nel
discorso che sto facendo forse solo un effetto di risonanza che vale tanto per
unopera antica che per una moderna ma gi con un suo posto in una continuit culturale. Potremmo dire:
11. Un classico un libro che viene prima di altri classici; ma chi ha letto prima gli altri e poi legge quello, riconosce subito il suo posto nella genealogia.
A questo punto non posso pi rimandare il problema decisivo di come mettere
in rapporto la lettura dei classici con tutte le altre letture che classici non sono.
Problema che si connette con domande come: Perch leggere i classici anzich
concentrarci su letture che ci facciano capire pi a fondo il nostro tempo? e Dove
trovare il tempo e lagio della mente per leggere dei classici, soverchiati come siamo dalla valanga di carta stampata dellattualit?
Certo si pu ipotizzare una persona beata che dedichi il tempo-lettura delle
sue giornate esclusivamente a leggere Lucrezio, Luciano, Montaigne, Erasmo, Quevedo,
Marlowe, il Discours de la Mtode, il Wilhelm Meister, Coleridge, Ruskin, Proust e
Valry, con qualche divagazione verso Murasaki o le saghe islandesi. Tutto questo senza aver da fare recensioni dellultima ristampa, n pubblicazioni
Pierre-Auguste Renoir, La liseuse, 1875-1876.
per il concorso della cattedra, n
lavori editoriali con contratto a
scadenza ravvicinata. Questa persona beata per mantenere la sua
dieta senza nessuna contaminazione dovrebbe astenersi dal leggere i giornali, non lasciarsi mai
tentare dallultimo romanzo o dallultima inchiesta sociologica.
Resta da vedere quanto un simile
rigorismo sarebbe giusto e proficuo. Lattualit pu essere banale
e mortificante, ma pur sempre
un punto in cui situarci per guardare in avanti o indietro. Per poter
leggere i classici si deve pur stabilire da dove li stai leggendo,
altrimenti sia il libro che il lettore
si perdono in una nuvola senza
tempo. Ecco dunque che il massimo rendimento della lettura dei
classici si ha da parte di chi ad
essa sa alternare con sapiente
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dosaggio la lettura dattualit. E questo non presume necessariamente una equilibrata calma interiore: pu essere anche il frutto dun nervosismo impaziente, duna
insoddisfazione sbuffante.
Forse lideale sarebbe sentire lattualit come il brusio fuori della finestra, che
ci avverte degli ingorghi del traffico e degli sbalzi meteorologici, mentre seguiamo
il discorso dei classici che suona chiaro e articolato nella stanza. Ma ancora tanto se per i pi la presenza dei classici savverte come un rimbombo lontano, fuori
dalla stanza invasa dallattualit come dalla televisione a tutto volume. Aggiungiamo
dunque:
12. classico ci che tende a relegare lattualit al rango di rumore di fondo,
ma nello stesso tempo di questo rumore di fondo non pu fare a meno.
13. classico ci che persiste come rumore di fondo anche l dove lattualit pi
incompatibile fa da padrona.
Resta il fatto che il leggere i classici sembra in contraddizione col nostro ritmo
di vita, che non conosce i tempi lunghi, il respiro dellotium umanistico3; e anche
in contraddizione con leclettismo della nostra cultura che non saprebbe mai redigere un catalogo della classicit che fa al caso nostro.
Erano le condizioni che si realizzavano in pieno per Leopardi, data la sua vita
nel paterno ostello4, il culto dellantichit greca e latina e la formidabile biblioteca trasmessigli dal padre Monaldo [...].
Maccorgo che Leopardi il solo nome della letteratura italiana che ho citato [...].
Ora dovrei riscrivere tutto larticolo facendo risultare ben chiaro che i classici servono a capire chi siamo e dove siamo arrivati e perci gli italiani sono indispensabili
proprio per confrontarli agli stranieri, e gli stranieri sono indispensabili proprio per
confrontarli agli italiani.
Poi dovrei riscriverlo ancora una volta perch non si creda che i classici vanno letti perch servono a qualcosa. La sola ragione che si pu addurre che leggere i classici meglio che non leggere i classici.
E se qualcuno obietta che non val la pena di far tanta fatica, citer Cioran (non
un classico, almeno per ora, ma un pensatore contemporaneo che solo ora si comincia a tradurre in Italia): Mentre veniva preparata la cicuta, Socrate stava imparando unaria sul flauto. A cosa ti servir? gli fu chiesto. A sapere questaria
prima di morire.
I. Calvino, Perch leggere i classici
3. otium umanistico: lUmanesimo un movimento culturale durato per tutto il Quattrocento, caratterizzato da una riscoperta
Un lavoro per te
Uno spunto di discussione
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Dopo aver letto con attenzione il saggio, sottolinea i passaggi che ti sembrano maggiormente interessanti.
2
3
4
5
Prova a esporre oralmente il contenuto essenziale del testo. Qual la tesi dellautore?
Facendo riferimento alle tue conoscenze, in quali punti sei daccordo con Calvino?
Quali classici hai letto? Che impressione ne hai ricavato? Hai un tuo classico?
Perch, secondo te, la conoscenza dei classici importante ancora oggi per la formazione di
una persona?
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Unit 1
In principio...
Alle origini del mondo
Enuma Elish
Esiodo
Quando lass
Marduk, un dio perfetto
Dal Caos al Ksmos
Lavvento di Zeus
Linnocenza e la colpa
Genesi
Esiodo
Intersezioni
Dossier: Prometeo,
il Titano dalla parte
delluomo
Eschilo
Prometeo incatenato
Wolfgang Goethe
Inno a Prometeo
Rileggere lantico:
La nascita di unamicizia
Paola Capriolo
Enkidu e il re
Arte: LOriente
e lOccidente
Il Trono Ludovisi
e la nascita di Venere
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Alle origini
del mondo
La nascita di
Pallade Atena, che
secondo il mito
fuoriusc gi adulta
e in armi dalla testa
di Zeus, raffigurata
in un vaso a figure
nere, VI sec. a. C.
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Unit 1 In principio...
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La nascita degli di
LEnuma Elish
Un antico poema mesopotamico Il racconto della creazione presente nellantico poema mesopotamico dellEnuma Elish risale probabilmente agli ultimi due secoli
del II millennio: il testo, tramandato prima oralmente e poi scritto in caratteri cuneiformi, era costituito di circa 1100 versi. Nel tempo esso ha sicuramente subto varie
modificazioni; molti frammenti provengono dalla biblioteca di Assurbnipal a Ninive,
risalente al VII sec. a. C.
Lo scontro tra Marduk e Tiamat Il poema prende il nome dalle prime due parole
con cui si apre la narrazione: Enuma Elish significa Quando Lass, espressione
che pu essere accostata allincipit del libro della Genesi In principio.... Il poema,
noto anche con il nome di Epopea della Creazione, veniva cantato a Babilonia durante il quarto giorno delle feste per lanno nuovo nel tempio del dio Marduk, la pi importante divinit del mondo mesopotamico. Linizio dellanno rivestiva per i popoli antichi
unimportante funzione simbolica: momento di passaggio tra la morte e la vita, tra la fine
e linizio, esso simboleggiava anche la vittoria del Bene sul Male. In questo contesto aveva senso il canto dellantico poema che, allinterno della narrazione sulla nascita delluniverso, riportava alla memoria lo scontro tra le forze del Caos originario, personificato dalla dea Tiamat, con quelle dellordine cosmico, incarnato da Marduk che, con la
sua vittoria sullavversaria, aveva garantito lordine del creato.
Quando lass
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Quando lass
il cielo non aveva ancora nome,
e Quaggi la terra ferma
non era ancora chiamata con un nome,
soli, Aps1-il-primo,
loro progenitore,
e madre Tiamat2,
genitrice per tutti loro,
mescolavano insieme
le loro acque:
n banchi di canne vi erano ancora raggruppati
n canneti vi erano distinguibili.
E mentre degli di
nessuno era ancora apparso,
essi non erano n chiamati per nome
n definiti da un destino,
in (Aps-Tiamat) alcuni di
furono creati:
1. Aps: nella mitologia babilonese lOceano di acqua dolce,
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coppia primordiale.
4. Ansar e Kisar: indicano il mondo celeste e quello terrestre,
la divinit maschile e quella femminile.
5. Anu: figlio di Ansar e Kisar; a lui appartiene il dominio del
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