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Di G.Boccaccio
1. 1348 a Firenze 2. Pervenne la <<mortifera>> pestilenza da Oriente 3. A Firenze si ripulirono le strade dalle immondizie; non potevano entrare i malati in citt; si consigliavano precauzioni di tipo medico-sanitario 4. In Oriente il segno evidente della peste era il sangue dal naso, in Occidente le <<enfiature>> simili a un uovo o una mela (bubboni) 5. L'infezione si prendeva anche toccando i panni di un infermo e non solo frequentando direttamente le persone 6. La peste viene paragonata al fuoco che divampa, in effetti si propaga anche agli animali (es. maiali che morirono perch ebbero contatti con indumenti infetti) 7. Paure e fantasie sulla peste: alcuni si isolarono dagli altri, con poco cibo e conducendo una vita senza lussuria, altri invece si diedero a ogni piacere senza freno 8. Le leggi non erano pi applicate e ognuno faceva ci che voleva 9. Alcuni usavano erbe profumate per non sentire l'odore dei morti 10. La peste sembrava colpire di pi dentro Firenze, causando abbandono dei familiari nei confronti gli uni degli altri (fratello/sorella, padri/figli) 11. I serventi erano ben pagati per rimanere nelle case dei ricchi; molti malati per perdono ogni pudore, altri invece muoiono per abbandono 12. Non ci sono funerali n lacrime, ma solo fosse comuni e morti per strada; mancano anche i becchini e le bare 13. Si moriva per anche in campagna e gli animali non custoditi se ne andavano dappertutto
1. 1629-1630 a Milano e nel Bergamasco 2. Venne portata dai Lanzichenecchi che penetrarono in Italia arrivando dal Sacro Romano Impero, per partecipare all'assedio di Mantova 3. A Milano le strade e le abitazioni venivano ripulite dai monatti ma rimanevano molto sporche e sudice (alcuni cadaveri venivano lasciati apposta); vennero fatti controlli medici e vennero consegnate le bullette di sanit per avere il permesso di entrare in citt; venivano bruciati gli indumenti infetti 4. L'appestato si riconosceva dai bubboni e dagli occhi lucidi; in particolare il sintomo incriminante era la febbre elevata 5. L'infezione la si prendeva semplicemente sfiorando un oggetto o una persona infetta (es. Griso) 6. Non vengono descritti casi di propagazione della peste agli animali 7. A Milano la gente aveva bisogno di una spiegazione poich non si voleva credere al fatto che si stesse diffondendo un'epidemia: vennero accusati gli untori, individui che spargevano sui muri unguenti che al contatto infettavano le persone o polveri venefiche; chiunque si comportasse in un modo minimamente sospetto veniva accusato e torturato (a volte s'incriminavano i parenti) 8. Si persero di vista le leggi, che non venivano pi fatte rispettare in modo fiscale: gli sbirri approfittavano della confusione per rubare, cos come i monatti e gli apparitori; dilagava la corruzione, che permise a chiunque di entrare in citt pagando, anche se era senza bulletta 9. Per la strada si sentiva il puzzo dei cadaveri: molti usavano
14. 100.000 morti tra marzo e luglio 1348 15. Peste come male rapido: sani di mattina e morti di sera
profumi per coprirlo 10. La peste si era diffusa maggiormente nelle citt, specialmente in Milano, dove erano frequenti le vedove/i e gli orfani, che venivano portati al lazzaretto, dove venivano assistiti 11. I morti per abbandono sono molti, i pochi che riuscivano a salvarsi approfittavano della situazione per arricchirsi, a volte favorendo la diffusione della pestilenza (come i monatti) 12. Vi erano molte fosse comuni, dove i monatti, dopo aver prelevato i corpi e averli messi nei loro carri, buttavano i cadaveri. Molti erano consapevoli della morte imminente e non piangevano come la madre di Cecilia, altri scoppiavano in lacrime per la disperazione 13. Si moriva anche in campagna anche se la probabilit era inferiore: dovunque si vedevano campi incolti e cascine abbandonate 14. Dopo l'epidemia i sopravissuti furono solo 64.000 contro gli oltre 250.000 che vivevano prima in citt 15. Si avevano casi di morti rapide, per cui in meno di un giorno la persona era morta (come il Griso) e altri in cui la persona rimaneva in stato di agonia per qualche giorno prima di perire (come don Rodrigo)