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CAPITOLI 1/6 Non gli interessa la forma della repubblica e dei principati
TIPI DI GOVERNO ereditari, ironizza su quelli ecclesiastici, incentra il suo
ragionamento sul PRINCIPATO NUOVO, che si pone in un rapporto
conflittuale con quello che lo precede.
CAPITOLO 26
ESORTAZIONE
AI MEDICI
1
La giornata dell'autore si divide nettamente in due parti.
1. Durante il giorno, immedesimandosi con la plebaglia locale,
diventa anche lui uomo di poco conto.
2. Alla sera, rielaborando le esperienze del giorno e
rivolgendosi ai propri amati classici, getta le basi per la
propria opera politica, in una sorta di rituale che lo vede
"spogliarsi" degli abiti mondani, per indossare quelli
curiali e nobili adatti a una lettura colta e umanistica
IL GIORNO
● Si reca nel proprio bosco, dove passa il tempo con alcuni
taglialegna, con i quali nascono spesso delle dispute
riguardo a vili questioni economiche e traffico di legna.
● Recandosi ad una fonte, porta con sé un libro di Dante,
Petrarca o dei poeti elegiaci latini come Tibullo e
Ovidio.
● Mangia insieme alla propria famiglia un pasto modesto,
adeguato alla propria condizione economica
● Passa il pomeriggio a giocare a carte, dove si immedesima
completamente nel carattere dei giocatori d'azzardo,
diventando anche lui canaglia, e scorretto per il guadagno
di qualche soldo. Incontra persone di varia specie, delle
quali studia i comportamenti, per arricchire la sua
visione della realtà.
Machiavelli, abituato ad alti incarichi nella vita politica del
suo tempo, è costretto a passare le proprie giornate in un'osteria
di basso livello. La sua è, in realtà, una sfida verso la sorte,
che vedendolo in una condizione così povera non si aspetta che un
giorno egli potrà riscattarsi ritornando al posto che gli spetta.
Ciò che l'autore vuole creare è un effetto di contrasto, dove il
proprio ruolo non è passivo, bensì attivo.
LA SERA
Alla sera rientra in casa e, racchiuso nel proprio intimo,
riordina le idee riguardo a cosa ha potuto imparare durante la
giornata, prendendo però le distanze dal mondo volgare nel quale è
rimasto “invischiato” per tutto il dì. Per contro si dedica allo
studio dei propri classici, e nello specifico degli storici
latini, per lui utili alla redazione dell'opera: Il Principe.
Anche da essi cerca di trarre l'”esperienza” per ricavare le leggi
che determinano il funzionamento della vita politica odierna.
Secondo l'autore, infatti, si può cercare ovunque,
indipendentemente dal rango sociale o dal periodo storico, perché
l'uomo non cambia le proprie attitudini, rimanendo costante nel
tempo.
2
diventando da popolare e volgare, colta e ricca di latinismi,
adatta a trattare argomenti più elevati.
Nella sequenza successiva Machiavelli si presenta come osservatore
freddo e razionale della realtà effettiva che lo circonda, e lo
costringe in una situazione di degrado rispetto al proprio
glorioso passato. Nonostante la sua intenzione sia quella di
recarsi a Roma non può, in quanto cause di forza maggiore lo
danneggerebbero più di quanto non lo è adesso nel proprio esilio.
Il freddo ragionamento si scioglie soltanto in una frase che
indica il proprio voler, anche ripartendo da zero, rimettersi al
servizio della famiglia dei Medici, per ripristinare pian piano il
proprio valore, dimostrandolo sul campo[1].
Il primo modo di dimostrarlo è appunto inviare questo trattato,
dedicato a Giuliano de' Medici, che mostri a lui e a tutta la sua
famiglia come amministrare uno stato, ma soprattutto dimostri che
1
il periodo passato in esilio è stato produttivo e non sprecato.
● Ereditario
I Domini (Stati) possono essere abituati:
● a vivere sotto un solo Principe
● ad essere liberi
Gli Stati si acquistano con gli eserciti di ciascuno o quelli di
altri, o per fortuna o per virtù.
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● Prospettiva diversa: qui descrive lo stato in base alla
divisione interna delle CLASSI SOCIALi e alle
ISTITUZIONI che reggono lo stato stesso.
● Tre libri:
1. Il primo libro analizza i fondamenti del benessere
della Roma repubblicana che sono la sua intensa
vivacità sociale e la religione che ha creato un
vincolo civile
2. Nel secondo libro si trattano i rapporti tra virtù
e fortuna: Livio offre uno spunto chiedendosi se la
grandezza di Roma sia stata creata dalla fortuna o
dalla virtù del popolo romano
3. il terzo libro accorpa tutta una serie di argomenti
già affrontati e in particolare quello delle
Milizie
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deterioramento fondata sulla mera imitazione di stile e
lingua. Deve essere vista come un costume, uno stile.