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(1707-1793)
Calitti, 2.1
Autore, Autore,
e 2.2 AutoreTitolo
La vita dei testi
© Zanichelli
© Zanichelli
editore
20152009 3
Le opere Commedie (1743-1750)
Nuclei tematici 1
•Da Il servitore di due padroni (1745) prende avvio la riforma che porterà alla
nascita del teatro moderno basato sullo studio del personaggio.
•Ne La donna di garbo (scritta nel 1738 e rappresentata nel 1743) e La vedova
scaltra (1748) l’autore riserva una nuova attenzione alle figure femminili, in linea
con la rivalutazione sociale della donna nel pensiero illuminista.
Nuclei tematici 2
•Le commedie composte per Medebach al Teatro Sant’Angelo – tra cui La putta
onorata, La famiglia dell’antiquario, La bottega del caffé, I pettegolezzi delle donne
– condividono l’interesse per il carattere dei personaggi e gli intenti di satira verso
la vecchia aristocrazia veneziana.
•La prima raccolta, Le commedie del dottore Carlo Goldoni avvocato veneto,
pubblicata a Venezia nel 1750, pone nella prefazione una dichiarazione di poetica:
maestri della riforma sono due grandi libri, il Mondo, cioè la realtà quotidiana, e il
Teatro, il palcoscenico su cui va in scena la vita reale.
Lo stile 1
•Il servitore di due padroni è una commedia solo per metà affidata al canovaccio.
•Nelle commedie “riformate” degli anni del Teatro Sant’Angelo le vicende ruotano
attorno a un personaggio principale, il cui carattere si precisa con sempre maggiore
attenzione attraverso azioni e dialoghi.
Nuclei tematici 2
•La riforma del teatro si compie proprio attraverso il lavorio della scrittura sui
caratteri, che avviene all’interno del meccanismo classico della commedia svolto
sui toni giocosi e sui repentini cambi di situazione propri del genere.
Lo stile 1
•I dialoghi sono agili (Ridete? – Rido, perché m burla. – Mirandolina, non posso più.
– Le vien male? – Sì, mi sento mancare. – Tenga il suo spirito di melissa. – Non mi
trattate con tanta asprezza. Credetemi, vi amo, velo giuro. Aimè!) con frasi brevi e
una subordinazione ridotta, che rendono il ritmo incalzante.
•Il linguaggio è quello del parlato (Mi caschi il naso se avanti domani non
l’innamoro) e gli usi lessicali appaiono colloquiali (Bella fortezza! Bella virilità!
Avvilirsi subito per due smorfiette).
•L’italiano è ricalcato sul fiorentino parlato (Abbiamo altro in testa noi, che dar retta
alle loro ciarle), il lessico è arricchito da termini veneziani (rensa) e da francesismi
(una donna obbligante), ma non mancano parlate settentrionali e gergali.
Nuclei tematici 1
•Il tema di fondo è la critica alla borghesia che sembra aver smarrito il tradizionale
buon senso per seguire gli eccessi tipici dell’aristocrazia.
• Lo scambio dei dialoghi è costruito su frasi brevi e concise, con un lessico asciutto
ed efficace (Voi non l’aveste la sopravveste col cappuccietto? – Sì, sì, ce l’ho ancor
io; me l’ho fatta fin dall’anno passato. – Non ve l’ho veduta l’anno passato. – Non
l’ho portata, perché se vi ricordate, non c’era polvere. – Sì, sì, non c’era polvere).
• Frequente è il rivolgersi degli attori agli spettatori all’insaputa degli altri personaggi
(Posso trattenermi qui ancora un poco. [Vorrei vedere questo abito se potessi]. –
Sì, sì, ho capito. Aspettate un poco [verso la scena]) con l’effetto di tenere vivo
l’interesse del pubblico e coinvolgerlo nell’azione.
Nuclei tematici 1
•Sior Todero brontolon (1762) riprende il tema del “rustego” nei panni di un
vecchio fastidioso, avaro e prepotente.
•Una delle ultime sere di Carnevale (1762) è l’opera più autobiografica, in cui un
disegnatore di stoffe è in partenza per un Paese straniero. Segna l’addio di Goldoni
all’Italia, poco prima della partenza per la Francia.
Nuclei tematici 1
• Si divide in tre sezioni: gli anni giovanili, quelli della riforma del teatro e quelli
francesi. L’autore racconta le vicende seguendo un rigoroso ordine cronologico.
Lo stile 1
•La prosa è asciutta e priva di ostentazioni retoriche.
•La prima parte, che riguarda gli anni giovanili, presenta un racconto vivace di
piacevole lettura (Mia madre mi partorì quasi senza soffrire, e per questo mi volle
ancor più bene); la seconda riserva più spazio alla riflessione sull’opera;
la terza narra delle esperienze francesi in stile diaristico.