Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Carlo Goldoni
Tutto il mio piacere consiste in vedermi servita, vagheggiata, adorata. Questa la mia debolezza, e questa la debolezza di quasi tutte le donne. (Carlo Goldoni, La locandiera, 1751)
Carlo Osvaldo Goldoni (Venezia, 25 febbraio 1707 Parigi, 6 febbraio 1793) stato un drammaturgo, scrittore, librettista e avvocato italiano, cittadino della Repubblica di Venezia. Goldoni considerato uno dei padri della commedia moderna e deve parte della sua fama anche alle opere in lingua veneta.
Ella pure nel nostro Veneto idioma; ma colla scelta delle parole, e colla robustezza dei sentimenti, ha fatto conoscere che la lingua nostra capace di tutta la forza e di tutte le grazie dell'arte oratoria e poetica, e che usata anch'essa da mano maestra, non ha che invidiare alla pi elegante Toscana. Ella aveva ci dimostrato altre volte in varie pubbliche azioni, nelle quali vuole il sistema di questa ben regolata Repubblica Veneta che del proprio nativo idioma gli Oratori si valgano, e la di Lei naturale facondia, unita al chiarissimo suo talento, ed allo studio incessante di cui si compiace, rende l'E. V. ammirabile nell'et verde in cui si ritrova, e fa sperare in Lei coll'andar degli anni un benemerito cittadino di questa Patria gloriosa. (Carlo Goldoni, presentazione de Le Massere, 1755)
Carlo Goldoni
Biografia
Nacque a Venezia il 25 febbraio 1707, da una famiglia borghese di origini modenesi per parte dei nonni paterni. In difficolt finanziarie in seguito agli sperperi del nonno paterno Carlo Alessandro, il padre Giulio si trasfer a Roma per studiare medicina, lasciando Carlo con la madre Margherita Salvioni. Pare non fosse riuscito a conseguire la licenza di medico, ma divenne comunque farmacista ed esercit la professione a Perugia, richiamando a s tutta la famiglia. Goldoni si form da prima con un precettore, quindi fu in collegio dai gesuiti a Perugia e poi dai domenicani di Rimini, infine ancora con un insegnante privato, il domenicano Candini. Di questo periodo noto l'episodio della fuga da Rimini a Chioggia (dove nel frattempo si erano trasferiti i genitori) al seguito di una compagnia di comici. La fuga avvenne tramite una barca che trasportava i comici ed stata celebrata nel 2007 nel Piccolo Teatro di Milano, con uno spettacolo intitolato appunto "La barca dei comici". Tornato con la madre a Venezia nel 1721, fece praticantato presso lo studio legale dello zio Giampaolo Indric. Nel 1723 pass al collegio Ghislieri di Pavia grazie a una borsa di studio offerta dal marchese Pietro Goldoni Vidoni, protettore della famiglia, ma ne venne espulso prima di concludere il terzo anno per essere stato l'autore di un'opera satirica ispirata ad alcune fanciulle della borghesia locale. Fu poi a Udine e a Vipacco al seguito del padre, medico del conte Francesco Antonio Lantieri; qui si rec nel 1727 per un periodo di quattro mesi. qualche anno dopo, nella sua opera "Memoires", defin la sosta come una "scampagnata", caratterizzata ogni giorno da un "abbondantissimo" trattamento gastronomico; in particolare cita: "una certo vino rosso che era definito crea-bambini, offrendo pretesto per piacevoli scherzi". Ebbe cos inizio un periodo piuttosto avventuroso della sua vita e, dopo aver ancora seguito il padre in Friuli, Slovenia e Tirolo, riprese gli studi a Modena. A Feltre elabor le prime opere comiche, ancora in forma dilettantesca (Il buon padre e La cantatrice). La passione per il teatro caratterizzava gi la sua inquieta esistenza. Con l'improvvisa morte del padre nel 1731, si dovette prendere carico della famiglia: tornato a Venezia, complet gli studi a Padova e intraprese la carriera forense. Nel 1734 incontr a Verona il capocomico Giuseppe Imer e con lui torn a Venezia dopo aver ottenuto l'incarico di scrivere testi per il teatro San Samuele, di propriet Grimani. In questo periodo nacquero le prime tragicommedie scritte dal neo-avvocato per questa compagnia a partire da Il Belisario del 1734 fino al Giustino del 1738. Seguendo a Genova la compagnia Imer, conobbe e spos Nicoletta Conio. Con lei Goldoni torn a Venezia. Nel 1738 Goldoni diede al teatro San Samuele la sua prima vera commedia, il Momolo cortesan, con la sola parte del protagonista interamente scritta. A Venezia, dopo la stesura della sua prima commedia interamente scritta, La donna di garbo (1742-43), fu costretto a fuggire a causa dei debiti. Continu a lavorare nel teatro durante la guerra di successione austriaca curando gli spettacoli di Rimini occupata dagli austriaci; poi soggiorn in Toscana a Pisa (1744-1748) praticando principalmente l'attivit di avvocato. Goldoni non abbandona i contatti con il mondo teatrale e fu convinto dal capocomico Girolamo Medebach a sottoscrivere un contratto come scrittore per la propria compagnia che recitava a Venezia al teatro Sant'Angelo. Nel 1748 torna a Venezia e fino al 1753 scrive per la compagnia Medebach una serie di commedie, in cui, distaccandosi
La casa veneziana di Goldoni, ora adibita a museo
Carlo Goldoni dai modelli della commedia dell'arte, realizza i principi di una "riforma" del teatro. A questo periodo appartengono L'uomo prudente, La vedova scaltra, La putta onorata, Il cavaliere e la dama, La buona moglie, La famiglia dell'antiquario e L'erede fortunata: qui, tranne nell'ultima, emergono le polemiche sulla novit del teatro goldoniano e la rivalit con l'abate Pietro Chiari, che lavora per il teatro San Samuele. Realizza inoltre le famose sedici commedie in un solo anno (il 1750, frutto di una scommessa con il suo pubblico) tra cui Il teatro comico (primo importante esempio di teatro nel teatro e che si pu' considerare il manifesto della sua riforma teatrale), La bottega del caff, Il bugiardo, La Pamela, tratta dal romanzo di Samuel Richardson, Il giuocatore, La dama prudente, L'avventuriere onorato, I pettegolezzi delle donne. L'attivit per il Medebach continu poi con Il Molire, L'amante militare, Il feudatario, La serva amorosa, fino a La locandiera e a Le donne curiose. Dopo aver rotto con il Medebach, Goldoni assume un nuovo impegno nel 1753, questa volta con il teatro San Luca, di propriet Vendramin. Comincia quindi un periodo travagliato in cui Goldoni scrive varie tragicommedie e commedie. Deve adattare i propri testi innanzitutto per un edificio teatrale ed un palcoscenico pi grandi di quelli a cui era abituato, e per attori che non conoscevano il suo stile, lontano dai modelli della commedia dell'arte: fra le tragicommedie ebbe un gran successo la Trilogia persiana; tra le commedie si possono ricordare La cameriera brillante, Il filosofo inglese, Terenzio, Torquato Tasso ed il capolavoro Il campiello. Ebbe grandi risultati artistici con Gl'innamorati, commedia in italiano e in prosa, con I rusteghi, in veneziano e in prosa e con La casa nova e La buona madre. Nel 1761 Goldoni fu invitato a recarsi a Parigi per occuparsi della Comdie Italienne. Vitale fu l'ultima stagione per il Teatro San Luca, prima della partenza, ove produsse La trilogia della villeggiatura, Sior Todero brontolon, Le baruffe chiozzotte e Una delle ultime sere di carnovale. Giunto a Parigi nel 1762, Goldoni ader subito alla politica francese, dovendo anche affrontare varie difficolt a causa dello scarso Una targa su Palazzo Poli, a Chioggia, ricorda il periodo in cui lo scrittore abit nella citt lagunare nella quale ambient Le baruffe chiozzotte spazio concesso alla Commedia Italiana e per le richieste del pubblico francese, che identificava il teatro italiano con quella commedia dell'arte da cui Goldoni si era tanto allontanato. Goldoni riprese una battaglia di riforma: la sua produzione presentava testi destinati alle scene parigine e a quelle veneziane. Goldoni insegn l'italiano alla famiglia reale, alle figlie del re di Francia Luigi XV a Versailles e nel 1769 ebbe una pensione di corte. Tra il 1784 e l'87 scrisse in francese la sua autobiografia, Mmoires. La rivoluzione francese sconvolse la sua vita e, con la soppressione delle pensioni, in quanto concesse dal re, mor nella miseria il 6 febbraio 1793, 19 giorni prima di compiere 86 anni. Le sue ossa sono andate disperse.
Carlo Goldoni
L'opera
I testi goldoniani sono sempre legati a precise occasioni teatrali e tengono conto delle esigenze degli attori, delle compagnie, degli stessi edifici teatrali cui destinata la loro prima rappresentazione. Il passaggio alla stampa modificava spesso i testi: l'autore si rivolgeva, con le edizioni a stampa, ad un pubblico pi vasto ed esigente rispetto a quello che frequentava i teatri. L'opera di Goldoni piena di contraddizioni. L'intera opera goldoniana si offre come un'ininterrotta serie di situazioni, si svolge attraverso un "quotidiano parlare", ad una attenta rappresentazione del reale, volta a riportare nel teatro proprio quella realt' che il fenomeno della commedia dell'arte, attraverso la propria degenerazione, aveva allontanato; Il linguaggio dei personaggi, intriso di dati concreti, si risolve tutto nei loro incontri mostrandosi indifferente alle tradizionali prospettive letterarie e formali. Passando continuamente dall'Italiano al veneziano e viceversa, Goldoni d spazio a diversi usi sociali del linguaggio, in base alle varie situazioni in cui vengono a trovarsi i personaggi delle sue opere. Il suo italiano, influenzato dal veneziano e caratterizzato da elementi settentrionali, quello del mondo borghese, lontano dalla purezza della tradizione Monumento a Carlo Goldoni in Campo S. Bartolomeo a Venezia classicistica toscana. Il dialetto veneziano non per Goldoni uno strumento di gioco, ma un linguaggio concreto e autonomo, diversificato dagli strati sociali dei personaggi che lo utilizzano.
Periodizzazione
La prima fase dell'opera goldoniana arriva fino al 1748, quando accett in maniera definitiva la professione teatrale: comincia a sperimentare e confrontarsi con la commedia dell'arte. Goldoni, analizzando il ruolo del genere comico, rivendica l'onore e la dignit dei comici e critica la banalit delle convenzioni della commedia dell'arte. L'elemento principale della riforma il richiamo alla natura, che ti confronta continuamente con la realt quotidiana. La prefazione all'edizione Bettinelli indica i libri essenziali della formazione goldoniana: quello del "mondo", che gli ha mostrato gli aspetti naturali degli uomini, e quello del "teatro", che gli ha insegnato la tecnica della scena e del comico. Con la quarta fase, si presenta una'armonia e contraddittoriet tra "mondo" e "teatro". L'ultima fase, costituita dall'esperienza francese, nasce tra parecchie difficolt: non si ha pi riscontro dal mondo veneziano, che stato l'ispirazione di Goldoni. La sensibilit teatrale di Goldoni lo porta lontano dai principi della riforma. In alcune sue commedie vi sono parecchi riferimenti alla commedia dell'arte: la permanenza delle maschere e caricature e deformazioni di comicit. Altre tracce si possono ritrovare in certi intrecci e nella distribuzione delle scene. Goldoni scrisse anche libretti melodrammatici, quindici intermezzi e cinquanta drammi giocosi: tra questi L'Arcadia in Brenta, Il mondo della luna, La buona figliuola musicata da Niccol Piccinni.
Carlo Goldoni
Classi sociali
Egli fu conosciuto per il suo "illuminismo popolare", che critica ogni forma di ipocrisia dando importanza alla classe sociale dei piccoli borghesi. Goldoni aspira ad un pacifico mondo razionale, accettando le gerarchie sociali, distinguendo i diversi ruoli della nobilt, della borghesia e del popolo. Conscio dei conflitti che possono sorgere tra le varie classi, dando spazio nel suo teatro al conflitto tra nobilt e borghesia, secondo Goldoni, un uomo si pu affermare indipendentemente dalla classe cui appartiene, attraverso l'onore e la reputazione di fronte all'opinione pubblica. Ogni individuo se onorato accetta il proprio posto nella scala sociale e rimane fedele ai valori della tradizione mercantile veneziana: onest, laboriosit, ecc. Goldoni offre l'immagine di una trionfante affermazione della missione teatrale, di un sicuro proposito di riforma sostenuto da una spontanea gaiezza. La sua figura appare come un'immagine che rappresenta cordialit, disposizione al sorriso e alla gioia, disponibilit umana. Dietro quest'immagine gaia, vi un'inquietudine, scaturita dall'estraneit Carlo Goldoni, opera di Ulisse Cambi, Firenze dell'io narrante rispetto alle vicende, che si trasforma in un continuo interrogarsi su se stesso e sul mondo, in una forma di inquieta ipocondria. Per tutta la sua vita, Goldoni alla ricerca di legittimazione di se stesso, del proprio fare teatro: ci converge con il suo rifiuto di una tranquilla professione borghese. Non essendo nato all'interno dell'ambiente teatrale e venendo da un contesto diverso, non riesce ad accettare il teatro cos com', ma cerca di riformarlo, cercando di fondare un nuovo teatro onorato. Nel libro del Mondo, Goldoni rivolge la propria attenzione sia ai vizi, che il suo teatro vuole colpire e correggere, sia a qualit e virt, da mettere in risalto. Ogni opera di Goldoni contiene una sua morale, sottolineando nelle premesse il ruolo pedagogico dei caratteri. Il teatro attinge dal mondo riferimenti, spunti, allusioni e richiami alla vita quotidiana. L'opera goldoniana racchiude tutta la vita della Venezia e dell'Italia contemporanea, assumendo cos la qualit di un modernissimo realismo. I borghesi assumono il ruolo centrale tra le varie classi sociali sulle scene goldoniane: nelle prime opere sono positivi, a partire dalla figura di Momolo, "uomo di mondo". La maschera di Pantalone diventa immagine delle buone qualit del mercante veneziano. I nobili appaiono senza valori. I servi, conservando la schematicit della commedia dell'arte, si segnalano per la gratuita intelligenza, commedia esemplare in tal senso La famiglia dell'antiquario.
Carlo Goldoni
Il teatro e il mondo
Negli ultimi anni veneziani, le commedie cominciano ad andare in crisi. Ecco che le figure dei servi assumono un nuovo spazio, muovendo critica alla ragione borghese dei padroni. Il mondo popolare goldoniano, pieno di purezza e vitalit - qualit assenti in quello borghese -, si regge sugli stessi valori di quest'ultimo, ancora incontaminati. Per Goldoni, una componente essenziale del mondo l'amore. Questo sentimento presente nei giovani sulle scene subordinato a regole sociali e familiari, sottostante alla reputazione e all'onore. La reticenza di Goldoni sulle sue avventure amorose raccontate nei Mmoires presente anche nelle sue commedie. Per Goldoni il teatro ha una forte valenza istituzionale, una struttura produttiva, retta da principi economici simili a quelli che regolano la vita del mondo, va ricordato che egli fu uno scrittore che viveva, si manteneva con i profitti del suo lavoro, cosa che gli creo' non pochi problemi con la societa' intellettuale del tempo, che lo accuso' di ridurre a merce l' attivita' letteraria (ne un esempio la fortissima polemica mossagli dal conte Carlo Gozzi). Questa forza porta la commedia goldoniana al di l della naturale rappresentazione della vita contemporanea. Goldoni ha una visione critica del mondo, in quanto turba l'equilibrio dei valori della vita delle classi sociali rappresentate. Pantalone Tale visione va oltre le intenzioni dell'autore ed il modello della sua riforma. Nelle scene goldoniane si ha la sensazione di un'insanabile irrequietezza, che si sospende con il lieto fine tradizionale, sancito dai soliti matrimoni. I rapporti di questo mondo sono soltanto esteriori, sorretti dal principio della reputazione. Cos Goldoni anticipa alcune forme del dramma borghese ottocentesco. Il segreto del comico goldoniano consiste nel singolare piacere del vuoto dello scambio sociale, dell'estraneit tra i personaggi dialoganti e della crudelt di vita di relazione. La riforma del Goldoni il risultato di un'attenta osservazione delle tecniche dei commediografi del suo tempo, verso il progressivo distacco dalla Commedia dell'arte che dominava da oltre due secoli (fine del Cinquecento prima met del Settecento). Alla necessit di riformare la commedia molti avevano risposto con vari espedienti quali la traduzione in italiano di commedie spagnole o francesi. Spesso, per, come sottolinea Goldoni nella prefazione alla prima raccolta delle sue commedie, il prodotto finale si discostava dai gusti delle Nazioni in quanto, provenendo da un contesto estraneo, non teneva conto dei costumi e dei linguaggi dei destinatari. Mercenari comici per ovviare a tale difetto si impegnarono nell'alterare il recitato tramite improvvisazioni mirate a sfigurare le commedie d'origine, in modo che pi non si conobbero per Opere di que' celebri Poeti. Nel popolo, per, regnava il malcontento. Gli scrittori barocchi e soprattutto i marinisti, cos, avevano tentato di introdurre innovazioni quali macchine, trasformazioni, decorazioni, musica, canto, danza, pantomima, acrobazia, e persino gioco di prestigio. L'inserimento di intermezzi musicali era sembrato inizialmente una soluzione efficace, lo stesso Goldoni ne aveva fatto uso in la Pupilla, la Birba, il Filosofo, l'Ippocondriaco, il Caff, l'Amante Cabala, la Contessina, il Barcaiuolo, ma non tard l'Uditorio a sentire quanto poca relazione colla Commedia abbia la Musica. proprio confrontando le soluzioni dei vari commediografi che Goldoni riesce a cogliere che il successo di una rappresentazione risiedeva in alcuni gravi ragionamenti ed istruttivi, alcun dilicato scherzo, un accidente ben collocato, una qualche viva pennellata, alcun osservabil carattere, una dilicata critica di qualche moderno correggibil costume, ma soprattutto
Carlo Goldoni ci che pi allettava il pubblico era il ricorso al semplice ed al naturale. Come egli stesso ricorda, queste intuizioni non significarono immediatamente il successo delle sue opere: Quando si studia sul libro della Natura e del Mondo, e su quello della sperienza, non si pu per verit divenire Maestro tutto d'un colpo; ma egli ben certo che non vi si diviene giammai, se non si studiano codesti libri. Il successo della sua riforma teatrale indiscutibilmente, infatti, legato alla gradualit' nell'introduzione del rinnovamento. Sebben non ho trascurata la lettura de' pi venerabili e celebri Autori, da' quali, come da ottimi Maestri, non possono trarsi che utilissimi documenti ed esempli: contuttoci i due libri su' quali ho pi meditato, e di cui non mi pentir mai di essermi servito, furono il Mondo e il Teatro. Inizialmente Goldoni coglie naturalmente le peculiarit dei vari individui, analizzando allo stesso tempo i segni, la forza, gli effetti di tutte le umane passioni.; gli si presentano, cos, avvenimenti curiosi e situazioni che sottolineanoi vizi ed i difetti di ognuno. Come egli stesso evidenzia, si trattava di acquisire la consapevolezza di quel materiale degno della disapprovazione o della derisione de' Saggi. Osservare il reale allora consentiva anche di apprendere dai virtuosi quali fossero i mezzi con i quali la virt resisteva alla corruzione dei costumi; sottolineando l'importanza di un teatro a fine "propedeutico", che rappresentasse un mondo di valori positivi, ai quali il pubblico potesse ispirarsi attraverso la rappresentazione delle sue commedie (uno dei cardini fondamentali della sua riforma). Dall'analisi del secondo, invece, comprende come rappresentare sulla scena i caratteri, le passioni e gli avvenimenti che il libro del Mondo gli mostrava. Apprende quindi le tecniche per ombreggiare o dare rilievo alle diverse situazioni, destando la meraviglia o il riso. Il connubio naturalezza e buon garbo risultavano la formula vincente per generare nel cuore dello spettatore quel tal dilettevole solletico che nasce dall'aver riconosciuto come propri i comportamenti descritti, senza offendere. Il Teatro, inoltre, in particolare tramite la messa in scena delle sue Commedie, gli consente di conoscere il gusto del pubblico e dunque di regolare il proprio su quello di coloro che deve soddisfare. Nonostante le critiche che possono essere da tale atteggiamento generate, egli ricorda che convien lasciar padrone il Popolo egualmente che delle mode del vestire e de' linguaggi. Da qui il suo importante studio anche degli attori che poi dovevano dar vita ai personaggi delle sue commedie, il tener conto del loro carattere, natura e inclinazioni, fino a scrivere addirittura delle parti conseguenti a chi poi le avrebbe rappresentate, apporto fondamentale nel progetto di portare il "Mondo" nel " Teatro"', e garanzia di successo attraverso l'approvazione di un pubblico che si dimostrava sensibile alla rappresentazione della vita reale. La natura una universale e sicura maestra a chi l'osserva. Proprio perch la commedia frutto di osservazione ed analisi l'improvvisazione, corredata dal semplice canovaccio, sostituita da un dettagliato copione. Goldoni, cos, animato dall'amor di verit, abbandona la scrupolosa unit del luogo o quelle che definisce stiticit, come l'imposizione di impedire che pi di quattro personaggi parlino in una medesima scena. Inevitabile il ripudio della Commedia dell'arte e dell'imitazione degli antichi. Ne consegue il rifiuto di personaggi fissi stereotipati e di intrecci quasi obbligati. Scomparse le maschere, nacquero i caratteri e gli eventi ispirati alla vita semplice e modesta, borghese o popolana. Il linguaggio stesso ora teso a soddisfare la materia trattata ed il suo contesto, dunque non pi barocco, ma quotidiano, parlato e dialettale. Solo uno stile semplice, naturale, non accademico od elevato pu consentire ai sentimenti di esser veri, naturali, non ricercati ed alla portata di tutti. Questa la grand'Arte del Comico Poeta, di attaccarsi in tutto alla Natura, e non iscostarsene giammai. Innovare significa, per, scontrarsi contro la tradizione, perci Goldoni fu oggetto di numerose critiche, provenienti in particolare dagli accademici e conservatori del suo tempo. A questi che lo definivano plebeo, volgare, triviale Goldoni risponde che Coloro che amano tutto all'antica, ed odiano le novit, assolutamente parmi che si potrebbono paragonare a que' Medici, che non volessero nelle febbri periodiche far uso della chinchina per questa sola ragione, che Ippocrate o Galeno non l'hanno adoperata.
Carlo Goldoni Le stesse critiche sono per il commediografo una vittoria, il realizzarsi di un suo intento: se quelli che o due o tre anni fa sofferivano sul Teatro impropriet, inezie, Arlicchinate da mover nausea agli stomachi pi grossolani, son divenuti al presente cos dilicati, che ogn'ombra d'inverisimile, ogni picciolo neo, ogni frase o parola men che toscana li turba e travaglia, io posso senza arroganza attribuirmi il merito d'aver il primo loro ispirata una tal dilicatezza col mezzo di quelle stesse Commedie che alcuni di essi indiscretamente, ingratamente, e fors'anche talvolta senza ragione si sono messi, o si metteranno a lacerare.
Opere
Per approfondire, vedi Elenco delle opere di Carlo Goldoni.
Le tragicommedie
Nel 1734 inizia la vera carriera teatrale di Carlo Goldoni, come lui stesso ha testimoniato non poteva entrare nello spettacolo come guitto anche per il rispetto delle "sue vestimenta", allora inizi con un genere ibrido, ma nel Settecento molto gradito, che era la tragicommedia. Proprio l'incontro con la Compagnia di Imer Goldoni pot accedere al vasto repertorio delle tragicommedie dell'arte che la compagnia metteva in scena in genere per mettere in burla storie tragiche d'ambito antico o pastorale attraverso i lazzi degli zanni. Il giovane Goldoni giunto al teatro con idee rivoluzionarie non poteva tollerare che quest'insieme di lazzi slegati dalla trama, che servivano soltanto a mettere in luce i vari talenti degli attori, desse un effetto cos disorganico alla storia rappresentata da farla sparire tra i lazzi e le buffonerie. Goldoni inizi un ampio lavoro di ripulitura con la sua prima tragicommedia Il Belisario che fu un vero e proprio trionfo scenico per Goldoni, ben 40 rappresentazioni continuative soltanto nel carnevale del 1734, mai nessun'altra opera di Goldoni avr un successo cos unanime, Venezia aveva scoperto un giovane talento. Dopo Il Belisario Goldoni mise in scena altre tragicommedie riformate come Don Giovanni Tenorio, Il Rinaldo, Giustino e varie altre prima di iniziare la sua carriera di commediografo. Ma la sua inclinazione alla tragicommedia dopo il periodo della commedia riformata si fece di nuovo impellente e nacquero tragicommedie romanzesche come la Trilogia Persiana nata anche per tamponare gli attacchi dell'Abate Chiari, ma anche tragicommedie gi di stampo pre-illuminista come La Peruviana e La Bella selvaggia.
Carlo Goldoni La famiglia dell'antiquario L'equilibrio raggiunto ne La famiglia dell'antiquario (1749) in cui la situazione ben determinata e ricca di riferimenti alla vita contemporanea (urto fra generazioni, tensione fra suocera e nuora di differente estrazione sociale: la giovane, figlia di un ricco mercante e la matura dama orgogliosa e sprezzante. La linea secondaria giocata sulle figure dello sciocco antiquario e del suo servo truffatore). Tra il 1749 ed il 1750, Goldoni precis la propria poetica e difese la propria consapevole opera di riforma.
Le tragedie romanzesche
Il Goldoni, in concorrenza con il Chiari produsse alcune tragedie romanzesche in versi, di tipo letterario ed accademico, anche se i risultati pi felici del periodo sono le commedie, soprattutto Il campiello (in settenari pi endecasillabi) del 1755, denotato dal realismo borghese, anche se eccessivamente pittoresco e dispersivo. Il campiello Commedia corale che narra i diversi momenti della vita quotidiana del popolo in una piccola piazza veneziana. Gl'innamorati Con Gl'innamorati del 1759, si apre un nuovo periodo in cui il Goldoni approfondisce le sfumature psicologiche che ruotano intorno all'inquietudine d'amore che turba l'idillio smorzando la linea apertamente comica. La gelosia tra Eugenia e Fulgenzio (i due giovani protagonisti) il motore dell'opera. Ricca di situazioni comiche tipiche della commedia dell'arte il testo non risparmia critiche alla societ, mettendone in risalto la mediocrit e le ipocrisie, attraverso la caratterizzazione degli altri personaggi.
Carlo Goldoni
10
Carlo Goldoni
11
Il ventaglio
In tale ambito nacque Il ventaglio, opera di singolare finezza compositiva, che nel 1764 fu totalmente scritta in italiano ed inviata a Venezia per essere rappresentata. Nella commedia l'azione si materializza nel ventaglio che passa di mano in mano e si risolve nel fragile fuoco d'artificio di brevissime battute. La commedia veneziana, scritta a Parigi, segna l'abbandono da parte del Goldoni del teatro dei comici italiani in Francia; fuor che per un breve periodo verso il 1778, quando gli furono commissionati alcuni lavori per la Comdie-Italienne rimasti inediti.[2]
I libretti
La citt e l'anno si riferiscono alla prima rappresentazione. Libretti per opere serie: 1. 2. 3. 4. Amalasunta (composto nel 1732 e successivamente bruciato dall'autore) Gustavo I, re di Svezia (musicato da Baldassarre Galuppi, 1740) Oronte, re de' Sciti (musicato da Baldassarre Galuppi, 1740) Statira (musicata da Pietro Chiarini, 1741)
Libretti per opere giocose: 1. La contessina (revisione di Marco Coltellini, musicato da Florian Leopold Gassmann e Filippo Maria Gherardeschi, 3 settembre 1770, Mhrisch-Neustadt) 2. Il filosofo di campagna (musicato da Baldassarre Galuppi, 26 ottobre 1754, Venezia) 3. La buona figliuola (musicato da Egidio Romualdo Duni, 1756; musicato da Niccol Piccinni, 6 febbraio 1760, Roma) 4. La buona figliuola maritata (musicato da Niccol Piccinni, 10 giugno 1761, Bologna; musicato da Johann Gottfried Schwanenberger, 1764, Brunswick) 5. Il festino (musicato da Antonio Ferradini, 1757) 6. Il viaggiatore ridicolo (musicato da Antonio Maria Mazzoni, 1756) 7. Vittorina (musicato da Niccol Piccinni, 1763) 8. Il re alla caccia (musicato da Baldassarre Galuppi, 1763) 9. I volponi (compositore sconosciuto, 1777) 10. Il mercato di Malmantile (musicato da Domenico Fischietti, 26 dicembre 1757, Venezia; musicato da Domenico Cimarosa come La vanit delusa, primavera 1784, Firenze; musicato da Nicola Antonio Zingarelli come Il
Carlo Goldoni mercato di Monfregoso, 22 settembre 1792, Milano) 11. La calamit de' cuori (musicato da Baldassarre Galuppi, 26 dicembre 1752, Venezia) 12. Il mondo della luna (musicato da Baldassarre Galuppi, 29 gennaio 1750, Venezia; musicato da Franz Joseph Haydn, 3 agosto 1777, Esterhza; musicato da Giovanni Paisiello, 24 settembre 1783, San Pietroburgo) 13. L'arcadia in Brenta (musicato da Baldassarre Galuppi, 14 maggio 1749, Venezia) 14. Il mondo alla roversa ossia Le donne che comandano (musicato da Baldassarre Galuppi, 14 novembre 1750, Venezia) 15. Il paese della cuccagna (musicato da Baldassarre Galuppi, 7 maggio 1750, Venezia) 16. Il conte Caramella (musicato da Baldassarre Galuppi, 18 dicembre 1749, Verona) 17. Le nozze (musicato da Baldassarre Galuppi, 14 settembre 1755, Bologna; musicato da Giuseppe Sarti, 14 settembre 1782, Milano) 18. Gli uccellatori (musicato da Florian Leopold Gassmann, 1759, Venezia) 19. Arcifanfano, re de' matti (musicato da Baldassarre Galuppi, 27 dicembre 1749, Venezia; musicato da Carl Ditters von Dittersdorf, 1 maggio 1774, Johannisberg) 20. L'isola disabitata (musicato da Giuseppe Domenico Scarlatti, 20 novembre 1757, Venezia) 21. Il negligente (musicato da Vincenzo Legrenzio Ciampi, 1749, Venezia) 22. I bagni d'Abano (musicato da Baldassarre Galuppi e Ferdinando Bertoni, 1753, Venezia) 23. Le virtuose ridicole (musicato da Giovanni Paisiello, 21 gennaio 1764, Parma; musicato da Bernardo Ottani, Carnevale 1769, Dresda) 24. Il finto principe (compositore sconosciuto, 1749, Venezia) 25. L'astuzia felice (musicato da Filippo Maria Gherardeschi, 1767, Venezia) 26. Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno (musicato da Vincenzo Legrenzio Ciampi, 27 dicembre 1748, Venezia) 27. I portentosi affetti della madre natura (musicato da Giuseppe Domenico Scarlatti, 11 novembre 1752, Venezia) 28. Lucrezia romana (compositore sconosciuto) 29. Buovo d'Antona (musicato da Tommaso Traetta, 27 dicembre 1758, Venezia) 30. Le donne vendicate (musicato da Gioacchino Cocchi, Carnevale 1751, Venezia) 31. La mascherata (musicato da Gioacchino Cocchi, 27 dicembre 1751, Venezia) 32. Le pescatrici (musicato da Ferdinando Bertoni, 26 dicembre 1751, Venezia; musicato da Franz Joseph Haydn, 16 settembre 1770, Esterhza) 33. La donna di governo (musicato da Domenico Fischietti, autunno 1763, Praga) 34. La fiera di Sinigaglia (musicato da Domenico Fischietti, Carnevale 1760, Roma) 35. Il talismano (musicato da Antonio Salieri, 10 settembre 1788, Vienna) 36. Il Tigrane (revisione del libretto di Francesco Silvani La virt trionfante dell'amore, e dell'odio, musicato da Giuseppe Arena, autunno 1741, Venezia; musicato da Christoph Willibald Gluck, 9 settembre 1743, Crema; musicato da Daniel Dal Barba, Carnevale 1744, Verona; musicato da Giovanni Battista Lampugnani, 10 maggio 1747, Venezia) 37. Lo speziale (musicato da Vincenzo Pallavicini e Domenico Fischietti, Carnevale 1755, Carnevala; musicato da Franz Joseph Haydn, 28 settembre 1768, Esterhza) 38. La cascina (musicato da Giuseppe Scolari, 27 dicembre 1755, Venezia) 39. La ritornata di Londra (musicato da Domenico Fischietti, 7 febbraio 1756, Venezia) 40. Il signor dottore (musicato da Domenico Fischietti, autunno 1758, Venezia) 41. Amor contadino (musicato da Giovanni Battista Lampugnani, 12 novembre 1760, Venezia) 42. L'amore in musica (musicato da Antonio Boroni, 15 ottobre 1763, Venezia; musicato da Carl Ditters von Dittersdorf, 1768, Growardein) 43. La cantarina (musicato da Baldassarre Galuppi, 28 febbraio 1756, Roma) 44. L'amore artigiano (musicato da Florian Leopold Gassmann, 26 aprile 1767, Vienna; musicato da Carlo Canobbio, 1785, San Pietroburgo)
12
Carlo Goldoni 45. La notte critica (musicato da Florian Leopold Gassmann, 5 gennaio 1768, Vienna) Libretti revisionati di altri autori: 1. Griselda (scritto da Apostolo Zeno, musicato da Antonio Vivaldi, 18 maggio 1735, Venezia)
13
Critica goldoniana
I pregiudizi
Due sono i pregiudizi principali che hanno sempre pesato sulla critica goldoniana: 1. il primo di natura estetica: l'autore teatrale, cio, non viene ritenuto degno di produrre vera letteratura (un pregiudizio questo che in verit ha pesato per tanti anni su tutta la produzione teatrale italiana), negando quindi ogni valore poetico alla sua opera. 2. il secondo di natura ideologica: Goldoni, in quanto copiatore della natura, viene considerato soltanto come un piccolo bonario moralista, disconoscendone quindi il carattere rivoluzionario. Il primo pregiudizio trover il suo massimo espositore in Benedetto Croce, mentre il secondo verr affermato da Francesco De Sanctis; entrambi i critici operano tra Ottocento e Novecento e condizionano quindi la critica goldoniana moderna. Furono probabilmente i detrattori contemporanei di Goldoni ad intuire per primi la vera natura rivoluzionaria del suo nuovo teatro. Ci spiegabile per due motivi: 1. il primo che, Goldoni, seguendo in prima persona la messa in scena delle proprie opere, fornisce al pubblico la giusta chiave di lettura delle sue commedie; 2. il secondo che i contemporanei, pubblico e critica, avvertono con pi immediatezza gli aspetti realistici e rivoluzionari delle commedie goldoniane, vivendo all'interno di quella societ che Goldoni andava rappresentando. Il massimo critico (e assiduo spettatore) del Goldoni fu Carlo Gozzi, che nel formulare le sue accuse, in realt, da un punto di vista conservatore, colse in pieno gli elementi di profonda novit del teatro goldoniano. Egli infatti afferma che Goldoni: 1. "espose sul teatro tutte quelle verit che gli si parano dinanzi, ricopiate materialmente e trivialmente, e non imitate dalla natura, n coll'eleganza necessaria ad uno scrittore"; 2. "non seppe, o non volle, separare le verit, che si devono, da quelle che non si devono porre in vista sopra un teatro; ma si regolato con quel solo principio, che la verit piace sempre"; 3. Le commedie di Goldoni "odorano per lo pi di pernicioso costume. La lascia e il vizio gareggiano in esse colla modestia e colla virt, e bene spesso queste due ultime sono vinte da' primi"; 4. "ha fatto sovente de' veri nobili lo specchio dell'iniquit e il ridicolo; e della vera plebe l'esempio della virt e il serio in confronto, in parecchie delle sue commedie"; 5. Goldoni ha realizzato una scaltra operazione di avvicinamento alla plebe: "io sospetto (e forse troppo maliziosamente) ch'egli abbia ci fatto per guadagnarsi l'animo del minuto popolo, sempre sdegnoso col necessario giogo della subordinazione"; 6. Quanto allo stile: "Moltissime delle sue commedie non sono che un ammasso di scene, le quali contengono delle verit, ma delle verit tanto vili, goffe e fangose, che quantunque abbiano divertito anche me medesimo, animate dagli attori, non seppi giammai accomodare nella mia mente che uno scrittore dovesse umiliarsi a ricopiarle nelle pi basse pozzanghere del volgo, n come potesse aver l'ardire d'innalzarle alla decorazione d'un teatro, e soprattutto come potesse aver fronte di porre alle stampe per esemplari delle vere pidoccherie"; 7. Un'ultima accusa riguarda il fatto che Goldoni ricavi da vivere dal suo stesso mestiere di autore teatrale.[3] Si evince quindi che Gozzi comprese fino in fondo: L'assoluta novit del teatro di Goldoni e della sua figura di intellettuale
Carlo Goldoni Il carattere decisamente realistico del teatro goldoniano La pericolosit "pedagogica" (e quindi politica) di fare del realismo in scena La pericolosit politica ed ideologica di esaltare la plebe e ridicolizzare la nobilt La felice, ma pericolosa, combinazione di efficacia artistica e realismo
14
Per circa due secoli la stroncatura di Carlo Gozzi rappresent paradossalmente, con la sua doppia lettura positivo-negativo, l'interpretazione pi lucida del cuore dell'operazione teatrale goldoniana. In epoca successiva, per, si fecero strada i due pregiudizi primari, giustificabili con il fatto che l'opera di Goldoni venne valutata senza tener conto della sua corretta messa in scena. In contesti storici differenti ed in contesti culturali lontani dalla Venezia di met settecento, l'opera di Goldoni venne svalutata sia sul piano ideologico, che sul piano linguistico. Illuministi di rilievo come Baretti e Cesarotti finirono per dare giudizi molto riduttivi, formulando addirittura accuse di "sciatteria", "scorrettezza", "grossolanit"Wikipedia:Uso delle fonti. Nel frattempo si andava consolidando la tendenza a considerare le opere teatrali come forme di letteratura minore.
Dopo De Sanctis la riflessione critica su Goldoni insiste sugli aspetti di sensibilit psicologica, di bonomia dello sguardo, di poesia delle opere. Non-poetica viene considerata l'arte di Goldoni dal Momigliano, il quale pur riconoscendo una certa maestria all'autore esprime infine un giudizio riduttivo: fu grande quando seppe far con arte profonda un'interpretazione superficiale. A questi giudizio fa riferimento anche Benedetto Croce che, senza aver una conoscenza adeguata forse del teatro di Goldoni, ovvero della messa in scena delle commedie, esprime giudizi netti e riduttivi: inferiore al Molire
Carlo Goldoni nell'osservazione morale e aggirantesi in pi semplice cerchia di esperienze sta tutto nella capacit di un'ilare visione degli uomini, delle loro passioncelle, difetti e vizi o piuttosto difettucci e vizietti e curiose deviazioni, dei quali poi quasi sempre si ravvedono e si correggono. Era anche un buon uomo, di oneste intenzioni, bonario, pietoso, indulgente; la sua vena era quella e alla poesia propriamente detta non s'innalza. In definitiva, secondo Croce, il Goldoni: 1. 2. 3. 4. non ha grandi capacit nell'osservazione morale degli uomini non si impegna in uno studio profondo dell'umanit agito da un carattere bonario, da pap indulgente non raggiunge mai con le sue opere la vera poesia
15
Da quanto detto, emerge con chiarezza che Croce buca letteralmente il cuore stesso dell'opera di Goldoni, non considerando: 1. 2. 3. 4. 5. 6. lo sforzo di rinnovamento del teatro italiano le esigenze e le necessit della sua riforma il valore realistico dell'arte goldoniana lo spessore poetico di alcuni capolavori oggi indiscussi gli aspetti di critica, secca e talora feroce, verso talune realt sociali la necessit di una corretta messa in scena delle commedie
Pochi anni dopo, un altro critico italiano, Manlio Dazzi, torna a studiare l'ideologia goldoniana, individuando nel teatro di Goldoni l'oggettiva e realistica immagine di una societ dialetticamente articolata in luci e ombre, colta in un momento di profondo travaglio. Viene riconosciuto lo sforzo di Goldoni nel mettere in evidenza la classe politica in quel momento all'avanguardia; operazione che comunque non gli imped di guardare alla realt storica senza preconcetti e mistificazioni.
Carlo Goldoni
16
Film su Goldoni
Carlo Goldoni - Venezia Gran Teatro del Mondo - Un film di Alessandro Bettero goldonithemovie [4]
Goldoni personaggio
La figura di Carlo Goldoni ispir a lungo drammaturghi e teatranti tanto che, a cavallo tra Settecento ed Ottocento, la produzione drammaturgica italiana registr numerose commedie che riportavano Goldoni tra i personaggi. Nessun aspetto della vita del commediografo fu risparmiato: dagli amori alla vita parigina, dai successi alle gare fra poeti, Goldoni visse una seconda vita tra le pagine di meno fortunate commedie che lo dipinsero e ne perpetrarono la fama in Italia[5]. Tra queste: Carlo Goldoni, presumibilmente di Luigi Forti, senza data Le gare fra poeti di Giuseppe Gatti, 1754 Carlo Goldoni fra' comici di Gaetano Fiorio, 1791 Il matrimonio di Carlo Goldoni di Gaetano Fiorio, 1791 Sior Zanetto, ovvero un poeta ai Campi Elisi di Giovanni Smith, 1815 Madamigella Clairon di Giovan Carlo Cosenza, 1819 Carlo Goldoni in Genova di Luigi Marchese, 1825 Carlo Goldoni in Milano di Paolo Gindri, 1837 Carlo Goldoni di Angelo Ortolani, 1839 Goldoni e le sue sedici commedie nuove di Paolo Ferrari, 1852 Giuseppe Angeleri di Francesco Cameroni, 1852 Goldoni a Udine di Giuseppe Ullmann, 1876 Il primo passo. Una pagina delle memorie di Carlo Goldoni di Giacinto Gallina, 1877 Goldoni Bambino di Eugenio Zorzi, 1881 Un amoreto de Goldoni a Feltre di Libero Pilotto, 1883 Asmodeo di Luigi Alberti, 1886 Gli ultimi giorni di Goldoni di Valentino Carrera, 1887 Goldoni e Ferrari scherzo comico di Giuseppe Ottolenghi, 1889 La spigliatezza di Luigi Rasi, 1891 Goldoni a Parigi di Ruggero Luzzatto, 1894 I fioi de Goldoni di Giuseppe Adami, 1905 Goldoni e le sue quattro maschere di Pietro Pellizzari, 1907 L'avvocatino Goldoni di Nino Berrini, 1909 Goldoni e i suoi avversari di Giovanni Sfetez, 1910 Goldoni a Parigi. Scene storico-paradossali di Rodiolo Papa, 1911 Carlo Goldoni di Mario Macerata, 1913 Goldoni e la sua prima tragedia lirica di Giovanni Sfetez, 1913 Goldoni e la sua vecchiaia di Giovanni Sfetez, 1920 Goldoni in convento di Napoleone Girotto, 1923 Le Donne Di Carlo Goldoni, tra Venezia e Napoli di [(Giuseppina Scognamiglio)], 2011
Inoltre Goldoni apparso come personaggio in alcuni film: La Locandiera di Paolo Cavara, 1981 Piccoli delitti veneziani di Etienne Perier, 1988 Vivaldi, un principe a Venezia di Jean-Louis Guillermou, 2005 Nel 2010 Alitalia gli ha dedicato uno dei suoi Airbus A320-216 (EI-EIE).
Carlo Goldoni
17
Note
Il vero amico, Sparkling Books, 2009 [6] www.sparklingbooks.com
[1] S. Torresani, Invito alla lettura di Goldoni, Mursia, 1990 pag. 102 [2] 5. Memoires XXIX [3] Ragionamento ingenuo e storia sincera dell'origine delle mie dieci fiabe teatrali, 1722, oggi in Carlo Gozzi, Opere: teatro e polemiche teatrali, Rizzoli, Milano 1962 [4] http:/ / www. goldonithemovie. com [5] La catalogazione e lo studio delle opere in [6] http:/ / www. sparklingbooks. com/ the_true_friend. html
Voci correlate
Commedia dell'arte
Altri progetti
Wikisource contiene opere originali di o su Carlo Goldoni Wikiquote contiene citazioni di o su Carlo Goldoni
Commons (http://commons.wikimedia.org/wiki/Pagina_principale?uselang=it) contiene immagini o altri file su Carlo Goldoni (http://commons.wikimedia.org/wiki/Carlo_Goldoni?uselang=it) Wikisource contiene opere originali di o su Carlo Goldoni Commons (http://commons.wikimedia.org/wiki/Pagina_principale?uselang=it) contiene immagini o altri file su Carlo Goldoni (http://commons.wikimedia.org/wiki/Carlo_Goldoni?uselang=it) in lingua veneta
Collegamenti esterni
Autobiografia (francese e italiano) (http://digilander.libero.it/il_goldoni/index.html) e altri testi Approfondimento biografico di Carlo Goldoni (http://www.italialibri.net/autori/goldonic.html) Biografia e Studi critici (http://www.vicenzanews.it/apt_pro/goldonicarlo/) Carlo Goldoni, Drammi per musica (http://www.carlogoldoni.it)
Carlo Goldoni, Il teatro comico (http://blog.pereztonella.com/it/virtual-library/drama/ carlo-goldoni-il-teatro-comico/) Carlo Goldoni negli archivi del Piccolo Teatro di Milano (http://archivio.piccoloteatro.org/eurolab/index. php?IDanagrafica=18&tipo=1) Opere di Carlo Goldoni (http://www.intratext.com/Catalogo/Autori/AUT408.HTM) (testi con concordanze, lista delle parole e lista di frequenza) Premio Goldoni - Opera Prima (http://www.premiogoldoni.it) (concorso internazionale di scrittura per lo spettacolo) Dizionario biografico Treccani (http://www.treccani.it/enciclopedia/carlo-goldoni_(Dizionario_Biografico)/) Controllo di autorit VIAF: 44299511 (http:/ / viaf. org/ viaf/ 44299511) LCCN: n79046263 (http:/ / id. loc. gov/ authorities/names/n79046263) SBN: IT\ICCU\CFIV\006378 (http://id.sbn.it/af/IT\ICCU\CFIV\006378)
Portale Biografie Portale Letteratura Portale Musica
Portale Teatro
Portale Venezia
18
Licenza
Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 //creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/