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Carlo Goldoni

Vita, opere e la Locandiera


Indice
• La vita di Carlo Goldoni

• La produzione artistica

• La Locandiera

• La riforma goldoniana

• La poetica di Goldoni, lo stile


La vita
Storia di un uomo appassionato
Carlo Goldoni è stato un uomo appassionato, mosso da un
grande ingegno e tormentato da due nature contrapposte fra
loro: il bisogno di pace e di stabilità da una parte, l’assoluto
desiderio di viaggiare, conoscere e fare, dall’altra. Questa
personalità ha portato a dei risultati importantissimi
nell’ambito del teatro settecentesco che esce riformato dopo le
nuove idee introdotte da Goldoni.
L’esistenza di quest’uomo, poi, ruota intorno a Venezia,
sua città natale, che nel Settecento si trova ad attraversare una
profonda decadenza.
• Carlo Goldoni nasce a Venezia il 25 febbraio del 1707

• Nel 1719 A causa di rovesci economici segue il padre a Perugia e poi a Rimini

• Alla sola età di 15 anni, fugge in barca da Rimini per seguire una compagnia di attori
e raggiungere la madre a Chioggia.

• La sua vita prosegue attraverso momenti di grande instabilità in cui alterna fughe
e vagabondaggio allo studio della filosofia e della giurisprudenza presso
l’università di Pavia; fu ospite del prestigioso collegio Ghislierri, ma ne fu cacciato.

• La collaborazione con il San Samuele di Venezia:


trovandosi a Genova, Carlo Goldoni entra in
contatto con il capocomico Giuseppe Imer, del
teatro veneziano di San Samuele iniziando una
collaborazione durata 8 anni. Si trasferisce a
Venezia e comincia a comporre le prime opere
teatrali. In questo periodo alterna l’attività di
scrittore a quella di giurista e ai vecchi studi
intrapresi.
• Nel 1735, sposò Nicoletta Connio

Palazzo Centanni, “Casa di Carlo Goldoni” a Venezia


Il teatro a tempo pieno

• Medebach ed il Sant'Angelo di Venezia: Nel 1748 Carlo Goldoni


firma un contratto con Girolamo Medebach, impresario del teatro
veneziano Sant’Angelo.

Inizia il progressivo distacco dalla commedia dell'arte

• Nel 1753 l'autore rompe con Medebach per passare al


teatro San Luca.
Questi anni si stagliano sullo sfondo di una situazione
culturale vivacissima. Carlo Goldoni si troverà prima rivale
di Pietro Chiari e poi, molto più aspramente con Carlo Gozzi
che lo accusa di immoralità, volgarità e cattivo gusto.
Gli ultimi anni di Goldoni a Parigi

• Nel 1762 Carlo Goldoni si trasferisce così a Parigi, dove sono ancora
abituati a vedere il teatro italiano come la commedia dell’arte. Torna ad
alternare il lavoro di scrittore con altri incarichi più remunerativi come, ad
esempio, quello di insegnante di italiano delle principesse reali a Versailles
assegnatogli dal re di Francia Luigi XVI.

• Gli anni della Rivoluzione Francese (1789) portano a un capovolgimento


delle istituzioni e Carlo Goldoni perde ogni sicurezza economica per via
della soppressione della sua pensione.

• Morirà in piena miseria nel 1793.


La produzione
artistica
Ebbe un’intensissima produzione artistica: Goldoni scrive
commedie in un numero altissimo e mette in scena
spettacoli curando ogni dettaglio della rappresentazione e
molti dei suoi lavori confluiscono in raccolte che lui
stesso di preoccupa di curare.
Tra i testi, compose:
• 1730 Il buon padre e La cantatrice che appartengono al genere
dell’intermezzo accompagnate dalla musica

• 1738 Momolo cortesan

• 1743 La donna di garbo, la prima commedia interamente scritta, le


cui battute non erano più lasciate all’improvvisazione degli attori
secondo l’uso della Commedia dell’Arte.
• 1748 La vedova scaltra per Madebach, commedia di carattere, primo
passo significativo per la Riforma del teatro con la quale si
abbandonano le maschere.
• 1750 La famiglia dell'antiquario, opera in cui la figura di Pantalone
diventa un personaggio con una propria individualità, il mercante
veneziano, e con una psicologia maggiormente approfondita rispetto
alla maschera: ciò suscitò molte polemiche.

• 1750-51 16 commedie tra cui la prima Il teatro comico, manifesto del


nuovo progetto teatrale -> Il mondo come fonte di ispirazione
Il
• 1753 La Locandiera

• 1760 i Rusteghi, capolavoro dialettale

• 1761 Epilogia sulla Villeggiatura

• 1762 Sior Tiodero Brontolono sia il vecchio fastidioso, il cui bersaglio è il


vecchio veneziano dalle vedute ristrette, personaggio comico e patetico.

• 1764 Il ventaglio, prima opera che incontra il favore del pubblico dopo molto
tempo

• 1784/86 in francese Mémories, documento autobiografico e di testimonianza


sulla realtà del teatro nel corso del XVIII secolo
La Locandiera
Un esempio della commedia di Carlo Goldoni

La locandiera venne composta nell’ultimo anno trascorso da


Goldoni al teatro di Sant’Angelo, precisamente nel 1753 e venne
rappresentata dalla compagnia di Girolamo Medebach. Qui
troviamo raggiunto l’apice dell’esaltazione dei valori borghesi, il
gusto tipico di Carlo Goldoni per la rappresentazione psicologica
dei suoi personaggi, nonché la satira del parassitismo
dell’aristocrazia e della boria che è propria di questa classe. La
critica della nobiltà non è tanto indirizzata unicamente ad essa
quanto più verso gli universali vizi umani accompagnati al potere
e alla sua perdita, non escludendo però l’analisi sociologica.
Trama
Mirandolina è la proprietaria di una locanda a Firenze ed ha
una innata abilità nel far innamorare gli uomini che cadono
tutti ai suoi piedi. Il cavaliere di Ripafratta, però, la tratta con
disprezzo, canzonandola per la sua situazione sociale e
facendosi beffe degli altri spasimanti, cotti della bella
locandiera. Mirandolina è decisa a far capitolare ai suoi piedi
anche il cavaliere e di dare una lezione al ricco nobile. Riesce
nel suo intento e alla fine si fa beffe di lui davanti a tutti e
conclude invece le nozze con Fabrizio, cameriere della
locanda, obbedendo così ai desideri del padre.
I
personaggi
Mirandolina : Si tratta di un personaggio a tutto tondo, dinamico che
rappresenta le donne che si dilettano a tenere in proprio potere gli uomini.
Il personaggio di Mirandolina risulta come un condensato di astuzia
femminile e di concretezza borghese: lucida, sicura, padrona di sé e
capace di ottenere ciò che vuole calcolando a dovere ogni mossa. Alle
classiche arti femminili aggiunge qualità tradizionalmente maschili come
la capacità di calcolo, d’ingegno e gusto imprenditoriale.

Cavaliere di Ripafratta : misogino, odia le donne a tal punto che è


convinto di poter vivere senza. Ha la presunzione di essere inattaccabile
al fascino femminile, oppone alle arti delle donne il proprio disprezzo,
ma è facilmente vinto da Mirandolina. Quest’ultimo si vergogna dei suoi
sentimenti di fronte ai conoscenti. Alla fine ammette che per vincere le
donne non basta disprezzarle, ma fuggirle.
Fabrizio : è il cameriere della locanda, un ragazzo che, secondo il
defunto padre di Mirandolina, sarebbe l’uomo giusto per la ragazza.
Affidabile, buon lavoratore e da sempre innamorato della locandiera.
Gelosissimo di tutte le avances che i clienti fanno a Mirandolina, alla fine
sarà lui a vincere la mano della donna.

Marchese di Forlipopoli : nobile di nascita, ha ormai perso tutto il suo


patrimonio. Ma mantiene quella superbia che deriva dal suo ceto. In più,
durante la narrazione, si indebiterà ancora pur di conquistare la bella
locandiera, ma invano. Crede che Mirandolina sia un suo possesso.

Conte d’Albafiorita : uomo molto ricco, un parvenu, che grazie al


denaro accumulato è riuscito a comprare un titolo nobiliare. Riempe
Mirandolina di regali e doni per dimostrarle il suo interesse.
La morale educativa
La bella Locandiera chiede ai suoi nobili spasimanti un ultimo favore:
quello di provvedersi di un’altra locanda: sposandosi, Mirandolina vuole
infatti cambiar costume. Nella chiusa emerge l’intento morale di Goldoni,
che coincide con il trionfo della moderazione e della saggezza. Gli
spettatori sono invitati a trarre profitto da quanto hanno veduto, a non
cedere alle lusinghe, a non cadere in brutte avventure, a vantaggio e
sicurezza del loro cuore. Come in molte opere di stampo illuministico di
altri autori, anche nella commedia goldoniana viene così attribuito un fine
in qualche modo educativo.

Fra tutte le commedie da me sinora composte,


starei
per dire essere questa la più morale, la più utile, la
più
istruttiva. (…)
Lingua e stile
La lingua di Goldoni nella Locandiera è ispirata, oltre che al fiorentino
parlato, soprattutto all’uso delle persone colte delle regioni settentrionali,
cui spesso si aggiunge qualche sfumatura francesizzante.
Nonostante ciò ogni personaggio è caratterizzato da particolari abitudini
linguistiche.

Lo stile della Locandiera rispetta nelle sue linee essenziali il canone


settecentesco. A un’ideale di aderenza dello stile alla realtà fanno
riscontro l’attenuazione delle figure di parola ( metafora ) e, per contro,
l’insistenza sulle figure di pensiero ( reticenza, antitesi, iperbole e
allusione ).
Il ritmo sintattico è sempre breve e rapido, caratterizzato da dialoghi
incalzanti.
La Riforma goldoniana
Cambia il modo di rappresentare le opere

Vi è uno scontro con i due modi di far teatro al suo tempo :

1. La commedia dell’arte, un tipo di teatro popolare che si


avvicinava ai gusti del pubblico basso.
Con questa definizione si intende nel particolare il lavoro di compagnie teatrali di attori girovaghi, i quali
portavano i propri spettacoli soprattutto nelle piazze, intrattenendo il pubblico con rappresentazioni di
carattere molto vivace e coinvolgente, basate su una recitazione improvvisata, imbastita su un
semplice canovaccio: non un testo scritto organico e definito, ma piuttosto uno schema, una “scaletta”
dei momenti salienti della vicenda e delle azioni sceniche, sul quale ogni volta gli attori improvvisavano
battute e azioni, dando vita a personaggi che – nel tempo – giunsero ad assumere caratteristiche fisse
fisiche e comportamentali, da cui avranno origine le maschere tradizionali regionali.

2. Il teatro aristocratico che trovava spazio solamente in salotti


privati, nelle accademie e nelle corti.
In merito alla riforma del teatro Carlo Goldoni scrisse:

«Chi sono costoro, che pretendono tutto a un tratto di


rinnovare il teatro comico? Si danno ad intendere per aver
esposto al pubblico alcune commedie nuove di cancellare
tutte le vecchie? Non sarà mai vero, e con le loro novità, non
arriveranno mai a far tanti danari, quanti ne ha fatti per
tanti anni il gran Convitato di Pietra.»
Teatro goldoniano: ecco cosa
cambia
• ai canovacci della Commedia dell’Arte sostituisce un testo interamente scritto e
completo di ogni parte. Non sono però testi aulici e pomposi come quelli del teatro
aristocratico o del melodramma: il linguaggio è schietto, rapido, utilizza
spessissimo il dialetto e non in funzione caricaturale;

• alle maschere tipiche della Commedia dell’Arte, che rappresentano ognuna un tipo
prestabilito, sostituisce personaggi reali, psicologicamente definiti, derivati dalla
diretta osservazione del mondo e della società;

• ai personaggi femminili Goldoni attribuisce grande importanza, esaltandone


l’intraprendenza e l’astuzia;

• agli intrecci complessi e basati sugli imbrogli, scambi di persona e equivoci


preferisce vicende concrete e verosimili sviluppate da un intreccio misurato e
privo di eccessive complicazioni;

• mentre la Commedia dell’Arte si riferisce a un pubblico popolare quella


goldoniana, rivolgendosi ad un pubblico borghese, appare più misurata e raffinata
rispetto alla prima basata su lazzi, mimi, gesti, battute oscene o a doppio senso;

• si passa da una lingua caratterizzata dalla contaminazione dei dialetti all’italiano


parlato nell’Italia settentrionale o al dialetto veneziano, particolarmente naturale e
comunicativo.
Attua una profonda revisione del linguaggio: utilizza una sola forma lin
vicina a quella parlata. Attraverso uno stile medio anche il linguaggio r

La poetica
all’esigenza di realismo di Goldoni, cioè al suo desiderio di rendere più
possibile la rispondenza di quanto avviene sulla scena con la vita reale.

Nella lingua usata le proposizioni sono legate da rapporti di coordinazio


paratattico e asindetico). Si tratta di una lingua che raramente e in man
semplice, usa la subordinazione (elementare struttura ipotattica, povertà
subordinativi). Si conservano le caratteristiche del dialogo - elementi es
indicano le coordinate spazio-temporali. Privilegia gli aspetti del parlato
familiare veneziano, della conversazione, della comunicazione. Non a c
molte commedie si fonda essenzialmente sul dialogo fra i personaggi ch
agiscono soprattutto in quanto parlano.
Felici Benedetta,

Petroselli Alessandra,

Russo Alessandra,

Vinciguerra Ludovica

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