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Carlo Goldoni e la riforma del teatro

...sia merito della Commedia l'esatta imitazione della natura.


(Carlo Goldoni da Le baruffe chiozzotte )

Fin dall' antichit il teatro richiama lattenzione di una grande massa di


persone attratta dalla rappresentazione di una commedia o di una tragedia.
Lo spettatore, a cui piace immedesimarsi nel personaggio, generalmente,
durante le rappresentazioni, portato a riflettere su un determinato
aspetto della vita, del mondo, della societ, in generale su problematiche
che lo riguardano.
La bravura di un attore dipende non solo dalle capacit espressive
attraverso le quali trasmette gli stati d'animo, ma soprattutto dalla sua
abilit nel coinvolgere il pubblico.
Se adesso tutto questo ci sembra normale e scontato e non riusciamo a
concepire il teatro diversamente, grazie all'opera di Carlo Goldoni, uno dei
pi grandi commediografi della storia.
Inizialmente infatti non era cos: quando carlo goldoni inizi la sua attivit
di scrittore la scena comica era dominata dalla commedia dell'arte detta
anche commedia all'imporvviso che si diffonde in tutti i paesi europei.

La commedia dellarte
Prima di Goldoni ,nellItalia del sedicesimo secolo, si svilupp e diffuse
ampiamente la Commedia DellArte , detta anche Commedia Italiana. Gli
Attori erano individui professionisti che giravano l'Italia in compagnie
organizzate.
Le performance avevano luogo in strade, allestimenti temporanei,
soprattutto nei centri di citt, ma occasionalmente anche presso le corti
aristocratiche. Le compagnie pi rinomate - tra cui quella dei Gelosi,
Confidenti e Fedeli - si esibivano nei palazzi e divennero famose e richieste
anche all'estero.
All'interno delle loro esibizioni si mescolavano elementi diversi di
spettacolo: danza, canto, cabaret, dialoghi raffinati e satira grossolana. Non
esistevano battute o indicazioni precise ma soltanto un canovaccio, una
sorta di testo su cui era scritta la trama dellopera, sulla base del quale gli
attori improvvisavano. Tipico di questa corrente era luso della maschera
che aveva la funzione di rendere facilmente identificabile il personaggio
interpretato, anche davanti a un pubblico che faticava a comprendere la
lingua o il dialetto parlato dalla maschera. Molto spesso queste maschere
avevano origine italiana, tratte dal folklore di citt diverse. Particolarmente
diffuse erano quelle veneziane. A prevalere, nella comunicazione tra i
personaggi sulla scena, era la mimica e l'espressivit fisica, e dunque gli

attori dovevano cimentarsi con allenamenti fisici per elevare le doti


espressive del corpo.

La riforma goldoniana
In una prima fase Goldoni comincia con mettere per iscritto solo le parti dei
protagonisti fino ad arrivare alla stesura di un copione con cui egli
stabilisce a priori le battute di ogni attore e, cambiandolo ad ogni
rappresentazione, la rende pi imprevedibile anche grazie alla soppressione
delle maschere che avevano divertito l'Italia per secoli.
Questo costituisce un passo decisivo della riforma che persegue anche da
questo punto di vista un obiettivo di realismo decisivo tanto sul piano
psicologico tanto su quello sociale.
Goldoni voleva sopprimere le maschere e rendere la rappresentazione pi
espressiva, basando tutto sullo stretto rapporto tra le passioni dellanimo e
i tratti del volto: La maschera deve sempre far gran danno all'azione
dell'autore, sia nella gioia che nel dolore; sia innamorato, selvatico e
spassoso, si vede sempre lo stesso pezzo di cuoio; ha un bel gesticolare e
mutar tono, non potr mai far conoscere le varie passioni che gli gli agitano
l'anima con i tratti del volto che sono gli interpreti del cuore (dai
Mmories, capitolo XXIV). Questa novit come prevedibile non fu esente
dalle critiche infatti, come Goldoni stesso afferma, fu accusato dagli spiriti
rivoltanti e conservatori del tempo poco aperti alle novit che rimanevano
legati alla propria cultura e dicevano che quei personaggi avevano divertito
l'Italia per due secoli e non bisognava quindi privarla di un genere comico
cos ben sostenuto. Una risposta del genere comprensibile, dopotutto
l'arte del teatro fin dai tempi dei greci si era basata sulle maschere fisse,
immediatamente riconoscibili ma che tuttavia non davano spazio a un'
evoluzione psicologica dei personaggi e della storia.
Da adesso invece allo spettatore possibile immedesimarsi nei personaggi
nei quali sono riconoscibili i connotati precisi della realt presente.
Il teatro goldoniano ha lobiettivo di sensibilizzare il pubblico su un
problema sociale, mettendo al centro luomo e la sua natura che comprende
vizi e virt e per rendere pi realistiche le sue commedie Goldoni utilizza
come protagonisti personaggi che appartengono alle classi pi umili e che si
trovano ad affrontare situazioni tipiche di tutti i giorni, come nella
Locandiera, una delle opere pi famose in cui la trama ruota attorno una
locandiera appunto e alle sue vicende amorose.
Lo scopo ultimo quello di arrivare al pubblico: lo spettatore deve trarre
uno spunto di riflessione dalla visione dello spettacolo e deve potersi
riconoscere nel comportamento di un attore.
Goldoni riesce ad un certo punto a creare di fatto quella commedia nuova e
moderna, spettacolare ed educativa, realistica e critica a cui tutti
tendevano, a farla accettare a un pubblico composito di spettatori e di

lettori, veneziani e no, e a una societ di teatranti, attori e impresari, che la


fanno propria e le danno vita sulle scene della Penisola (M. Pieri, Manuale di
letteratura Italiana).
Cos, grazie alla coraggiosa opera riformatrice di Goldoni, oggi possiamo
avere unopera teatrale che ha uno scopo educativo e non mira solo al
divertimento. Lautore, rendendoci partecipi di una rappresentazione, ci
permette di trarre insegnamenti di vita dallazione rappresentata sulla
scena.

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