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Questo concept della campagna ha preso le mosse da un articolo pubblicato lo scorso 30 maggio

dalla webzine Chioggia News 24, a firma di Paolo Voltolina, che chiedeva a coloro che si sarebbero
candidati a guidare la città un “rendering” di Chioggia come diventerebbe nel 2030, a seguito degli
opportuni interventi amministrativi.

Di futuro, nelle campagne elettorali recenti, si è parlato sempre meno e non solo in questo ambiente.
Molti sono attenti a non turbare equilibri esistenti, altri sono epigoni del “si è sempre fatto così”,
oltre al quieto vivere per parecchi attori c’è l’incapacità a pensare al di là del proprio naso. Piace
immaginarsi “visionari”, senza dare però un seguito al disegno.

Negli anni Ottanta, invece, il futuro che sarebbe poi stato -il presente nel quale stiamo vivendo- era
al centro delle ossessioni della nascente cultura digitale di massa. A questa tensione contribuirono
non poco i grandi registi americani del periodo, che nello scrivere per l’infanzia e l’adolescenza
parlavano alla società per adeguarla al tempo.

Il Movimento 5 Stelle, fin da subito, si è rivelato una forza giovane, in grado di attrarre il voto dei
18-30enni offrendo un modello differente, argomenti allora laterali, il sollevamento efficace della
bandiera “green” lasciata cadere irresponsabilmente da chi nel Paese la deteneva, e una volta al
governo dando voce alla generazione derubata della dignità.

A Chioggia, amministrando negli ultimi cinque anni, il M5S ha recepito queste istanze e ha già
prodotto notevoli cambiamenti, assestando le pesanti eredità delle giunte precedenti e iniziando a
progettare la città del futuro. La candidatura di Daniele Stecco, persona apprezzata e stimata anche
al di fuori del Movimento, va in questa direzione.

Pertanto è venuto naturale il collegamento con le immagini plastiche, graficamente realizzate in un


compact coerente, per mostrare ai media e alla cittadinanza “come” cambieranno Chioggia,
Sottomarina, i paesi periferici del territorio comunale sotto la sua amministrazione, considerando un
ciclo di dieci anni per concludere i processi aperti.

L’immagine da cui prendere le mosse è quella della DeLorean di Doc Brown con Marty McFly a
bordo, che nel loro vagare cronologico sbarcano qui nel 2030: parcheggiano la loro vettura
all’attuale deposito dei bus di Borgo San Giovanni (che sarà interamente dedicato alle auto), o negli
stalli sotterranei all’hub d’interscambio in Val da Rio, e iniziano l’esplorazione urbana: «Dove
dobbiamo andare, non abbiamo bisogno di macchine».

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QUADRO 1
Pedonalizzazione del corso del Popolo

Storicamente, il corso del Popolo di una città medioevale come Chioggia ha visto il passaggio di
carri trainati da cavalli, di velocipedi, di rari mezzi a motore signorili, di autobus del servizio
pubblico (Siamic) che arrivavano fino alle estremità di Vigo. Nel Novecento la modernità e un
senso ancora labile per la protezione dei propri beni passati ha indotto gli amministratori ad
allargare le vie di entrata e di uscita a lato della porta Garibaldi, e di rendere carrabile calle San
Giacomo, ovvero la principale via di accesso per chi proviene da Sottomarina. Solo negli ultimi
anni la coscienza pedonale è aumentata, complice il flusso di nuove tipologie di turisti che cercano
più i bed and breakfast del centro storico che la spiaggia: la magnificenza visiva di Chioggia stona
clamorosamente con il consentire alle auto di parcheggiarvi e di transitarvi, e tanti sospiri al
pensiero di “come potrebbe essere se”.

Per arrivare a pedonalizzare integralmente il corso del Popolo di Chioggia, naturalmente, occorrono
tanti passaggi intermedi (oltre, magari, al cambio di mentalità di una parte della popolazione) e
progressivi, ma irreversibili: perché le città sono fatte per le persone, non per le automobili.

Cosa ha fatto la giunta Ferro: costruzione del parcheggio all’isola dell’Unione, che aprirà i
battenti tra qualche settimana. Avvio del progetto di zona a traffico limitato nel centro storico, con
telecamere per annotare le targhe. Utilizzo di navette gratuite (fornite da ArrivaVeneto) a fare la
spola tra i parcheggi di Borgo San Giovanni e dell’isola dell’Unione, passando per il corso del
Popolo.

Cosa farà la giunta Stecco: implementerà e metterà a sistema i parcheggi pubblici (presenti già
oggi all’isola dei Saloni e all’isola dell’Unione), aggiungendo quello ubicato all’attuale deposito
degli autobus di Borgo San Giovanni e trasferendo appunto le corriere nel costruendo hub
d’interscambio del trasporto urbano ed extraurbano in Val da Rio. Al di sotto del quale è logico
immaginare un grande parcheggio sotterraneo.
Inoltre, bisognerà accordarsi con ArrivaVeneto o altro partner per prolungare nel tempo (giorno e
sera) e nello spazio (tutto il centro fino a Vigo, i Saloni, Val da Rio) l’effetto delle navette gratuite.

Contestualmente, dar vita al progetto del ponte bypass che toglierà il traffico in transito dal corso
del Popolo, unendo la cittadella della giustizia ai piedi del ponte Cavanis -o direttamente il
parcheggio ex bus di Borgo San Giovanni?- con l’isola dell’Unione.

Nel mentre, i prossimi mesi vedranno l’avvio, finalmente, della ZTL con regolamentazione soft e
graduale, all’inizio priva di sanzioni per i trasgressori, che consentirà comunque il passaggio delle
auto lungo il corso del Popolo negli orari indicati.

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QUADRO 2
Nel corso pedonalizzato, sfilate di moda e giochi per bambini

Il timore principale riguardo la ZTL e poi la pedonalizzazione, temi divisivi come pochi altri in città
(ma bisogna pur prendere una posizione, comprensibile e convinta, non mirata a massimizzare il
consenso elettorale), è relativo al commercio di prossimità. Il corso del Popolo è un grande centro
commerciale diffuso, fondato nei secoli sotto i portici e nelle facciate frontaliere, mentre Curzio
Malaparte definiva Chioggia il più grande caffè a cielo aperto d’Europa. Questo concetto deve
passare, pensando ai plateatici allargati a causa dell’emergenza sanitaria, e mostrando come nelle
altre città (penso a Mirano, pur troppo limitata) la pedonalizzazione ha fatto il bene del piccolo
commercio: bisogna abituare le persone, residenti e turisti, a compiere i propri acquisti nei tanti
negozi del centro, in una riva Vena tornata a vivere, in una calle San Giacomo da ripopolare di
attività agendo sulla leva del calmiere degli affitti (possibile pensare a un sostegno economico in tal
senso?), che sono troppo alti per una strada devastata dalle auto e dai camion diretti al mercato
ittico.

Cosa ha fatto la giunta Ferro: ha patrocinato, in estate, le iniziative dell’Associazione


Commercianti e di ChioggiaTV che hanno pedonalizzato per una sera l’intero corso del Popolo,
quindi anche la parte che da San Giacomo va verso il Duomo, offrendo attrazioni, spettacoli, negozi
aperti, possibilità per i bambini e radunando appunto migliaia di persone nel passeggio libero dalle
auto. Con grande guadagno anche per i polmoni.

Cosa farà la giunta Stecco: offrire ai negozianti perplessi le possibilità aumentate dalla
pedonalizzazione. Si pensa, ad esempio, a utilizzare il corso del Popolo quale passerella naturale per
sfilate di moda dei negozi locali di abbigliamento, al recupero dei giochi di una volta per i bambini,
che già oggi affollano la zona del municipio e di piazza XX Settembre (stendardo), e potrebbero
essere ancora più liberi di stare in giro in bicicletta senza la preoccupazione di essere arrotati. Gli
esercizi pubblici, con plateatici confermati, costituirebbero una distesa quasi non interrotta -se non
dagli sbocchi delle calli- per attuare anche a Chioggia la pratica veneziana del bacaro tour,
“gareggiando” concorrenzialmente nell’offrire specialità veloci a km zero. Sull’esempio in corso a
palazzo Ravagnan “delle figure”, sarà più facile organizzare esposizioni artistiche di livello e di
richiamo anche per i turisti in un ambiente pedonale come i palazzi del centro storico, in
collaborazione con i privati. Il presidio di polizia locale, che tornerà ad essere collocato alla Loggia
dei Bandi, vigilerà sulla situazione, anche in forza di nuove assunzioni in organico.

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QUADRO 3
I campi senz’auto sono un teatro naturale

Tra le attrazioni della città, inutile nasconderlo, c’è il riferimento a Carlo Goldoni e alle sue
immortali Baruffe, scritte nel 1762 dopo che il commediografo veneziano in gioventù ha abitato a
Chioggia (nella casa ancor oggi esistente come Palazzo Goldoni), a seguito del lavoro legale del
padre. Se universalmente è riconosciuto come l’indole delle chioggiotte e dei chioggiotti non si
discosti poi molto, ancora, da quello illustrato nell’opera, questi nel secolo hanno messo a frutto gli
effetti della pièce sia costituendo importanti compagnie teatrali (Piccolo Teatro Città di Chioggia
già nel 1945, Teatronovo negli anni Ottanta, cui se ne sono aggiunte un paio negli ultimi dieci anni
e una scuola per giovani attori sta mettendo le proprie basi grazie alla coop sociale Titoli Minori),
sia dando vita -grazie alla visione del direttore di Arteven, il chioggiotto Pierluca Donin- alla
trasposizione delle Baruffe goldoniane nei luoghi veri, effettivi, aperti della loro ambientazione. Il
progetto dura da quasi trent’anni, fa il tutto esaurito ogni agosto per cinque giorni consecutivi (con
prenotazioni per l’anno successivo), porta il nome di Chioggia nel mondo: solo il Covid l’ha
fermato negli ultimi due anni.

Cosa ha fatto la giunta Ferro: ha sostituito, la scorsa estate, la rappresentazione fisica delle
Baruffe con 18 scritte luminose nei 9 ponti che solcano il canal Vena, recanti ognuna una frase
dell’opera, sollecitando l’attenzione di residenti e turisti.

Cosa farà la giunta Stecco: completare la pedonalizzazione del corso con quella delle calli e dei
campi (Santa Caterina, Benettei, Casette, crociera Muneghette, etc.), consentendo le
rappresentazioni teatrali -non solo goldoniane!- musicali e di danza in questi scenari naturali,
vivibili da chi abita la zona come è sempre accaduto nei secoli: in calle, assieme, seduti,
discorrendo tra le generazioni. Uno stile di vita slow e comunitario che appartiene al dna di questa
città. Una situazione del genere favorisce anche il lancio di residenze artistiche, per consentire ai
maker da ogni dove di produrre le proprie opere (teatrali, musicali, artistiche, visive,
cinematografiche, etc.) in città, sfruttando la manodopera artigiana e qualificata locale, oltre che
entrare in relazione con le compagnie e gli artisti del territorio, previ appositi bandi e location da
assegnare, secondo crismi già in vigore con successo nelle città delle buone pratiche da mutuare.

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QUADRO 4
le rive dei canali: convivio, arte di strada, vita peschereccia, set

Un giornalista trentino, osservando il canale San Domenico dal ponte omonimo, ha paragonato la
riva a Nyhaven, il celebre e colorato porto di Copenhagen, ricco di locali all’aperto e attrazione
turistica. Già oggi molti ospiti che parcheggiano all’isola dell’Unione scattano fotografie in serie ai
pescherecci e alle terrazze, sullo sfondo la chiesa millenaria e l’unico ponte in mattoni:
l’instagrammabilità di Chioggia è una delle chiavi del nuovo turismo, citata nelle più prestigiose
riviste e quotidiani internazionali come (nei giorni scorsi) il Guardian. Perfezionare questo aspetto è
possibile con la rimozione delle auto parcheggiate e con il divieto progressivo di transito:
l’assunzione di un numero cospicuo di agenti di polizia locale, da dedicare a questo argomento,
consentirà finalmente di applicare il divieto di parcheggio 0-24 già esistente, agevolando lo
sviluppo della mobilità dolce e l’impianto di ulteriori mescite e osterie in stile veneziano, come
quando la riva San Domenico e la riva del canal Lombardo erano la casa quotidiana per i nostri
nonni e nonne, al pari della piazza e delle calli. L’allargamento dei plateatici ha portato gli esercizi
esistenti ad utilizzare anche il lato della fondamenta adiacente alla riva, pranzando e cenando
praticamente a ridosso dei grandi pescherecci (quando non sono in mare per la battuta di pesca). Tra
un locale e l’altro, è possibile pensare a collocare piccoli spettacoli estemporanei (busker, musica in
acustico, giocoleria, i concerti jazz o classici della stagione musicale già finanziata dal Comune). Il
modello di riferimento diventa così la riva del canale di Cannaregio o la fondamenta Ormesini a
Venezia: luoghi giovani, sociali, dediti al turismo sia di giorno che nelle ore serali.

Mai come negli anni dell’amministrazione 5 Stelle Chioggia è stata interessata, in così poco tempo,
da una serie notevole di produzioni cinematografiche a livello nazionale e internazionale, oltre ad
alcuni spot pubblicitari di brand assai conosciuti. Dopo i fasti di “Io sono Li”, che Andrea Segre ha
portato in giro per l’Europa con il titolo di “La petit Venise” (ora il regista per metà chioggiotto è
direttore artistico del festival Laguna Sud, che si tiene in città a ogni fine agosto), si è scomodato
persino Martin Scorsese per raggiungere la figlia Francesca in corso del Popolo, dove erano in corso
i take di “We are who we are”, la fortunata serie diretta da Luca Guadagnino e trasmessa nel mondo
dal circuito HBO. Chi ha avuto modo di conversare con il celebre regista, ha carpito la sua
soddisfazione nel vedere una città così bella e misconosciuta. Dappertutto, dalla Puglia di Beautiful
alla Toscana di Pieraccioni, ambientare produzioni cinematografiche in un luogo specifico accresce
di gran lunga la potenzialità turistica di quello stesso luogo: pertanto è d’uopo l’impianto di una
Film Commission chioggiotta, approvata dalla Regione Veneto, allo scopo di convogliare qui le
produzioni in esubero a Venezia, potendo contare sopra costi inferiori e mobilità migliore (ad
esempio alloggiando negli hotel di Sottomarina, da tenere aperti anche d’inverno). Naturalmente,
per girare a Chioggia scene che rimandano alla laguna e a Venezia stessa, è sempre più necessario
pedonalizzare le calli, le rive e il corso del Popolo.

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QUADRO 5
Per tenere le auto fuori dal centro, servono parcheggi e navette

A noi per primi è chiaro che arrivare a questo importante passaggio storico, la pedonalizzazione
progressiva ma irreversibile del centro di Chioggia, è solo la conseguenza di azioni compiute prima.
Esse investono naturalmente la mobilità pubblica e la possibilità di depositare la propria vettura
privata in luoghi sicuri, custoditi, capienti e regolari. Senza questi presupposti, entrambi considerati
come contestuali e complementari, non sarà possibile procedere oltre: e i cittadini lo devono sapere.

Cosa ha fatto la giunta Ferro: costruzione del parcheggio all’isola dell’Unione, che aprirà i
battenti tra qualche settimana. Avvio del progetto di zona a traffico limitato nel centro storico, con
telecamere per annotare le targhe. Utilizzo di navette gratuite (fornite da ArrivaVeneto) a fare la
spola tra i parcheggi di Borgo San Giovanni e dell’isola dell’Unione, passando per il corso del
Popolo.

Cosa farà la giunta Stecco: implementerà e metterà a sistema i parcheggi pubblici (presenti già
oggi all’isola dei Saloni e all’isola dell’Unione), aggiungendo quello ubicato all’attuale deposito
degli autobus di Borgo San Giovanni e trasferendo appunto le corriere nel costruendo hub
d’interscambio del trasporto urbano ed extraurbano in Val da Rio. Al di sotto del quale è logico
immaginare un grande parcheggio sotterraneo.
Inoltre, bisognerà accordarsi con ArrivaVeneto o altro partner per prolungare nel tempo (giorno e
sera) e nello spazio (tutto il centro fino a Vigo, i Saloni, Val da Rio) l’effetto delle navette gratuite.

Contestualmente, dar vita al progetto del ponte bypass che toglierà il traffico in transito dal corso
del Popolo, unendo la cittadella della giustizia ai piedi del ponte Cavanis -o direttamente il
parcheggio ex bus di Borgo San Giovanni?- con l’isola dell’Unione.

Nel mentre, i prossimi mesi vedranno l’avvio, finalmente, della ZTL con regolamentazione soft e
graduale, all’inizio priva di sanzioni per i trasgressori, che consentirà comunque il passaggio delle
auto lungo il corso del Popolo negli orari indicati.

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QUADRO 6
demolito il deposito di gpl, spazio al polo ittico integrato

Se il Tribunale ricuserà il ricorso avanzato da Costa Bioenergie, nel giro di qualche anno il deposito
di gpl in Val da Rio sarà demolito, previo pagamento dell’indennizzo all’impresa di Fidenza. Nel
sito dove ora è ubicato l’impianto, il Movimento 5 Stelle ha stanziato 10 milioni di euro per
trasferire il mercato ittico all’ingrosso, all’interno di un polo integrato. Questo comprenderà le
condizioni per favorire lo sviluppo di imprese della conservazione e della trasformazione della
materia prima, marina e lagunare (pesce, crostacei, molluschi), rinverdendo una tradizione che a
Chioggia aveva messo piede nel dopoguerra con le aziende Parodi e De Maria, tra le altre. In questo
compendio, è lecito immaginare che – sul modello dei mercati di Tokyo e di Orbetello – le
cooperative di pescatori possano servire a chi arriva in città e parcheggia nel vicino sotterraneo
(scheda precedente) degustazioni a metro zero del pescato del giorno, oltre alla vendita diretta dei
prodotti conservati in loco, tramite empori aziendali. Al posto dell’attuale mercato ittico
all’ingrosso, il M5S vede lo spostamento della pescheria al minuto, attualmente ubicata sotto il
palazzo Granaio (in via di restauro, conterrà la pinacoteca civica): la zona risulta meglio servita dai
vicini parcheggi pubblici all’isola dell’Unione, consentendo quindi una miglior mobilità a chi
proviene da Sottomarina e dai paesi periferici del territorio comunale, senza diventare troppo
lontana per chi abita il centro storico di Chioggia.

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