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Chioggia
Foglio d’informazione della Sezione “Otilla Monti Pugno”
REFERENDUM
NOTA DELLA SEGRETERIA NAZIONALE A.N.P.I.
L’ istituto referendario, così come è stabilito dalla Costituzione, rappresenta un elemento
essenziale della democrazia partecipata e nella recente storia del nostro Paese si è più volte
dimostrato strumento indispensabile per la realizzazione della sovranità popolare.
Così è avvenuto, solo per fare alcuni esempi, in occasione dei referendum sul divorzio,
sull’aborto, sulle centrali nucleari, ed ancora in occasione dei referendum costituzionali del
2006 e del 2016, quando in entrambi i casi, a difesa dello spirito della Costituzione del 1948, la
maggioranza dei votanti ha bocciato le proposte di modifica.
Siamo oggi però davanti a cinque referendum, sui quali si voterà il 12 giugno, molto tecnici e
settoriali, scarsamente comprensibili da chiunque non sia specificatamente competente in
materia giuridica, irrilevanti ai fini di una seria e complessiva riforma della giustizia. Colpisce
che siano stati ammessi tali referendum e bocciati altri referendum, molto più comprensibili e
vicini all’interesse e al sentimento popolare, come quello sulla cannabis e sul fine vita.
L’attenzione va perciò rivolta ad una urgente riforma del sistema giudiziario, che attui
pienamente lo spirito e il disposto costituzionale, a cominciare dall’art.101, che dispone che
“La giustizia è amministrata in nome del popolo. I giudici sono soggetti soltanto alla legge”.
Ciò che occorre è salvaguardare il diritto dei cittadini ad avere accesso a una giustizia più
rapida, più giusta, più efficiente, in cui vengano on ogni modo tutelate l’imparzialità e
l’autonomia del sistema giudiziario, la professionalità dei giudici, siano garantiti tempi certi alla
giustizia penale ed alla giustizia civile, si salvaguardino i tre gradi di giudizio.
Roma, 18 maggio 2022
LA SEGRETERIA NAZIONALE ANPI
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CIAO CARLO !
UN GRAVE LUTTO HA COLPITO LA GRANDE FAMIGLIA A.N.P.I. LO SCORSO 31
MAGGIO: E’ VENUTO A MANCARE IL PARTIGIANO CARLO SMURAGLIA
PRESIDENTE EMERITO DELL’ASSOCIAZIONE.
La Festa della Repubblica si celebra il due giugno, giorno della ricorrenza del
referendum istituzionale del 2-3 giugno 1946. Un giorno storico quel due giugno, anche perché,
per la prima volta in Italia votarono anche le donne e si votò anche per eleggere l’Assemblea
Costituente che aveva il compito di erigere la Costituzione dell’Italia repubblicana.
TESI DI LAUREA
Una nostra cara amica sta preparando la Tesi di Laurea sulla Resistenza
Antifascista a Chioggia, con particolare attenzione all’azione politica e civile
della partigiana OTILLA MONTI PUGNO (cui è dedicata la nostra sezione
ANPI).
Alla laureanda, l’ANPI di Chioggia ha assicurato la massima collaborazione.
TANTISSIMI AUGURI DI BUON LAVORO !
Nella triste giornata del 5 luglio 1944, le operazioni di rappresaglia delle bande fasciste,
iniziarono già dal primo mattino a Cavarzere con incendi, devastazioni e l’uccisione di cinque
giovani nella frazione di San Pietro.
Nel pomeriggio, l’ondata di violenza si estese alla confinante Cavanella d’Adige, Frazione del
Comune di Chioggia. Vi presero parte militari della X Mas al comando di Umberto Pepi, le
brigate nere di Cavarzere, Chioggia e Sottomarina, oltre ad alcuni reparti tedeschi; ma la
strage venne compiuta quasi esclusivamente dalle brigate nere.
Circa in trecento cercavano, a Cavanella, un noto antifascista del Partito Popolare, Giuseppe
Mantovan. Non lo trovarono, ma c’è un altro Mantovan, NARCISO, e l’omonimia basta per
ucciderlo a raffiche di mitra.
Un altro gruppo si dirige a casa dei Baldin (che sono sospettati di nascondere alcuni
paracadutisti inglesi), che gestiscono lo spaccio-osteria presso Bosco Nordio nella Frazione di
S.Anna: lì c’è solamente la madre, ORTENSIA BOSCARATO che – dopo aver assistito alla
devastazione e all’incendio della propria casa – viene strattonata e trascinata sull’argine del
fiume Adige a Cavanella dove, arrivato da Chioggia, la raggiunge il marito MARIANO BALDIN,
catturato dai fascisti. Vengono freddati all’istante, gettati nella golena del fiume e abbandonati.
Allo stesso parroco, don Emilio Voltolina, viene impedito di sotterrare i corpi. Il più giovane dei
loro tre figli ENNIO, esce dal rifugio tra le dune dove, in seguito al rastrellamento si era
nascosto con i fratelli e altri giovani, si avvicina imprudentemente a casa. Viene sorpreso dalla
banda fascista, bruttalmente picchiato e portato via. Il suo corpo verrà ripescato dal mare dopo
16 giorni.
Nel luogo dell’eccidio venne eretto un cippo commemorativo in cui sono incisi i nomi delle
vittime, sul luogo esatto dell’uccisione di Ortensia e Mariano Baldin, lungo l’argine dell’Adige. Il
cippo si trova proprio dov’era posta una mitragliatrice tedesca e dov’è ancora visibile il
cemento di un fortino tedesco di postazione, parzialmente interrato.
(Nota compilata da Liana Isipato)