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Nella prima ricognizione abbiamo privilegiato gli anni del secondo dopoguerra, sulle tracce di Otilla
Monti vedova Pugno (Santarcangelo di Romagna 1902 – Chioggia 1978). Sapevamo che Otilla, figura
di spicco della Resistenza chioggiotta, aveva svolto funzioni di Direttrice economica della locale “Casa
della Madre e del Bambino”, situata in Calle Nordio Marangoni, ma nulla di più. Ora possiamo
aggiungere al profilo della Partigiana, nella cui casa trovarono rifugio i membri del CLN cittadino, il
ritratto di donna lavoratrice nell’Italia democratica e repubblicana. Al momento ci limitiamo ad offrire un
paio di spunti, documenti delle carte rinvenute nella Busta 9 del Fondo ONMI.
Il documento, la foto ricordo dei 57 componenti il SIP di Chioggia (il Servizio Informazione e
Propaganda del CLN, operativo dal 1944 alla Liberazione) che testimonia la partecipazione
attiva alla Resistenza di Otilla Monti Pugno.
La stampa è stata donata alla Biblioteca Comunale dalla famiglia Ravagnan il 24 aprile 2015.
Chioggia, 25 aprile 1968: Otilla Monti Pugno con l’ex Comandante Partigiano Walter Audisio
Otilla viene nominata direttrice il 15 maggio 1945 su proposta di Padre Antonio Carisi, Presidente dello
stesso CLN. Va a sostituire Diomira Venturini in Gallimberti, incaricata dal passato regime.
Di grande interesse il verbale dello scambio di consegne sottoscritto dalle due perché ci porta a
conoscenza del numero e della tipologia dei locali, degli utensili e della mobilia in dotazione. Scorrendo
l’elenco degli indumenti per la maternità e il nido prendiamo nota di: 32 bavaglini, 35 camicine, 29
costumini da sole, 35 mutandine, 65 grembiulini … Alcune stanze sono adibite ad abitazione e saranno
per qualche tempo occupate da Otilla.
Dal ’45 al ’51 Sindaco di Chioggia fu il comunista Antonio Ravagnan, genero di Otilla per averne
sposato la figlia Lucia.
Come nel resto del Paese, l’uscita dall’emergenza del dopoguerra fu difficile. Si procedette a ritmi
serrati con la ricostruzione edilizia; si cercò di riavviare l’economia. Tra i meriti della Giunta Ravagnan,
quello di aver pubblicato Bollettini Statistici Municipali a scadenza mensile per monitorare la situazione
in ogni ambito. Dai dati riguardanti l’assistenza sanitaria ONMI, si osserva l’aumento dei bambini
assistiti e delle donne ammesse al refettorio materno, sia gestanti che nutrici. La distribuzione dei
pacchi UNRRA contenenti alimenti o corredini per neonati, forniti dagli americani, impegnò
ulteriormente le dipendenti dell’ONMI. Otilla, giorno per giorno registra le presenze del personale e
degli assistiti; tutte queste informazioni confluiscono nei quadri mensili.
Perciò, crediamo, che la richiesta di Otilla, inoltrata nel 1950 al Presidente ONMI cittadina (che
secondo normativa era il Sindaco della città), di avere mezza giornata di vacanza per festeggiare l’otto
marzo, sia stata di stimolo per altre donne. A partire dalle compagne di lavoro.
Il testo sopra riprodotto è in forma breve perché si fa riferimento ad una consuetudine, si dà quindi per
scontato l’assenso. In un’altra lettere risalente al 4 marzo 1949 sono invece esplicitate le motivazioni:
le maestranze riunite in assemblea oggi 4 marzo 1949 hanno votato ad unanimità il
seguente Ordine del Giorno: “Da parecchi anni l’otto marzo, Giornata Internazionale della
Donna, viene festeggiato ovunque. E’ il giorno in cui la donna viene esaltata come madre,
come sorella, come sposa, come lavoratrice. Al fine di permettere alle maestranze di
prendere parte alle celebrazioni di detta giornata CHIEDONO che codesta Direzione
conceda la mezza giornata di festività retribuita”.
Il documento è prezioso perché porta le firme del gruppo completo. Membri della Commissione Interna
figurano nell’ordine: CROSARA LINA bambinaia, RANZATO ROSETTA bambinaia, BELLEMO
ENRICA bambinaia, LARDI MARIA bambinaia, PENZO REGINA lavandaia, MONTI OTILLA economa,
BULLO SOLIDEA guardarobiera, ZENNARO GIUSEPPINA cuoca, CHIEREGHINJONE infermiera,
BELLEMO GIOVANNA visitatrice, VIDO ZEFFERINA bambinaia. Di ognuna abbiamo indicato la
mansione, ricavata da altri elenchi.
I fascicoli del personale non più in servizio contenuti nella Busta 9 ci restituiscono i percorsi
professionali di alcune di loro, compreso quello di Otilla. L’ex partigiana sarà collocata a riposo per limiti
d’età a decorrere del 1 febbraio 1967. Sia la Federazione Provinciale ONMI di Venezia che il Comitato
Comunale di Chioggia presieduto dal Sindaco democristiano Marino Marangon, inviano un
ringraziamento per l’opera sempre prestata con encomiabile solerzia.
La formula è burocratica, per toccare con mano la popolarità della Signora dell’ONMI tra le donne di
Chioggia meglio leggere le loro domande di sussidi o di pacchi UNRRA. Scrive Clodia di Calle
Boegani: “… Prego dunque la S.V. di venirmi in aiuto anche me ed io pregherò per voi che vi possa
aiutare nel vostro lavoro che voi fate per questi piccoli bambini …”
La ricerca d’archivio si prospetta fruttuosa. A conclusione di questi primi risultati, riportiamo una
riflessione del Senatore comunista Riccardo RAVAGNAN tratta, come sempre, dal volume di Sergio
RAVAGNAN: “Riccardo Ravagnan (1894 – 1970) un padre della Costituzione” (Taglio di Po 1988),
p.256:
“Anche il movimento femminile lascia molto a desiderare, soprattutto nelle Regioni meno avanzate
come la nostra. Ma anche qui dobbiamo vedere se il difetto non risieda soprattutto in noi. E’ certo che
lo sviluppo economico, spercie in questi ultimi tempi, ha spostato largamente la donna dalla casa al
lavoro. Ma probabilmente noi schematizziamo troppo le conseguenze di questo fenomeno positivo, nel
senso che ci figuriamo, specialmente da noi, che la donna sia arrivata ad uno stadio di emancipazione
e di livello politico superiore a quello che, in linea di massima, effettivamente è, il che porta a
sottovalutare le remore, i pregiudizi, l’arretratezza politica e di costume che ancora largamente
persistono, specie, ripeto, in una Regione come la nostra. Per questo non è assolutamente pensabile,
perlomeno in una Regione come la nostra, ad assorbire totalmente nel Partito il movimento femminile
comunista. Occorre che esso abbia una determinata autonomia ed occorrono soprattutto forme di
propaganda e di organizzazione non indiscriminate, ma specifiche”.
Il brano non è datato, i riferimenti all’ottavo Congresso del PCI e al XX del PCUS ci riportano al 1956.
Riccardo Ravagnan mette in guardia dal settarismo: il mondo femminile non si presta a
schematizzazioni, la rappresentazione perciò va continuamente aggiornata e verificata nella realtà. Il
settarismo in questi casi è politicamente sterile, impedisce di cogliere quei minimi elementi su cui fare
leva per orientare i processi in corso.
L’ONMI a Chioggia è stato un vero e proprio laboratorio sociale; seguirne le fasi senza
dogmatismi consente di capire il cambio di mentalità che, seppure lentamente, cominciava a
manifestarsi anche tra le donne di Chioggia.
GINA DUSE
6 Marzo: Giornata dei Giusti dell’Umanità.
MARTEDI’ 6 MARZO SARA’ CELEBRATA, PER LA PRIMA VOLTA IN’ITALIA, LA
GIORNATA DEI GIUSTI DELL’UMANITA’.
La Giornata dei Giusti dell’Umanità è stata istituita il 7 dicembre 2017, con l’approvazione del Senato
della proposta di legge – Sen. Milena Santerini come prima firmataria – già approvata alla Camera il 26
luglio 2017. Tale ricorrenza, da celebrare ogni 6 marzo, è così entrata nell’Ordinamento italiano.
Punto di partenza è stato l’istituzione, nel 2012, della Giornata Europea dei Giusti dell’Umanità da parte
del Parlamento Europeo. La data del 6 marzo è stata scelta perché coincide con il giorno in cui è
scomparso Moshe Bejski, l’uomo che ha animato il Giardino dei Giusti di Yad Vashem in Israele.
Entrambe le ricorrenze hanno preso l’avvio da un appello di Gariwo, la onlus nata nel 2001 e
presieduta dallo scrittire Gabriele Nissim che si occupa di diffondere le storie e il messaggio di quanti si
sono battuti in difesa dei diritti e della dignità umana durante tutti i crimini della Storia.