Giampiero Carocci,
Il trasformismo dall’Unità ad oggi
Paul Corner,
Dall’agricoltura all’industria
David Bidussa,
Il sionismo politico
Anna Rossi-Doria,
Il primo femminismo (1791-1834)
Simonetta Ortaggi,
La formazione della classe operaia europea
Stuart Woolf,
Il nazionalismo in Europa
Giovanni Sabbatucci,
Le riforme elettorali in Italia (1848-1994)
Antonio Bechelloni,
Metamorfosi di un modello repubblicano. Francia 1944-1993
Camillo Daneo,
L’Italia “altra”. Il Mezzogiorno dall’Unità ai giorni nostri
Leonardo Rapone,
Antifascismo e società italiana (1926-1940)
Nicola Labanca,
L’istituzione militare in Italia. Politica e società
Daniele Pasquinucci,
I progetti di Costituzione europea
Dall’Assemblea “ad hoc” alla Dichiarazione di Laeken
Angelo Malinverno,
La scuola in Italia. Dalla legge Casati alla riforma Moratti (1860-2005)
Andrea Panaccione,
Il 1956. Una svolta nella storia del secolo
Jorge Torre Santos,
Il sindacato nell’Italia del secondo dopoguerra
Enrico Francia (a cura di),
Il Risorgimento in armi. Guerra, eserciti e immaginari militari
Simone Duranti
EDIZIONI UNICOPLI
Si ringraziano gli Autori e gli Editori per la cortese disponibilità alla ripro-
duzione dei brani riportati.
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limiti previsti dalla legge sul diritto d’autore.
ISBN: 9788840020587
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miti del 15% di ciascun volume dietro pagamento alla Siae del compenso
previsto dall’art. 68, comma 4, della legge 22 aprile 1941, n. 633, ovvero
dall’accordo stipulato fra Siae, Aie, Sns e Cna, Confartigianato, Casa, Claai,
Confcommercio, Confesercenti il 18 dicembre 2000.
INDICE
p. 7 Introduzione
1
La produzione scientifica sul rapporto fascismo/antisemitismo/leggi
razziali è ormai così ampia da aver generato frequenti e numerose messe a
punto storiografiche. Segnalo qui (in ordine cronologico) le rassegne che mi
sembrano più utili per indirizzare il lettore e chiarire genesi e sviluppo del di-
battito: M. Toscano, Gli ebrei in Italia dall’emancipazione alle persecuzioni, in
“Storia contemporanea”, a. XVIII, n. 5, ottobre 1986, pp. 905-954; E. Collotti,
Osservazioni sulla storiografia sulle leggi razziali, in “In Formazione” (noti-
ziario bibliografico di storia contemporanea italiana dell’Istituto storico della
Resistenza in Toscana), a. XVI, nn. 30/31, novembre 1998, pp. 3-11 (rassegna
che riprende con alcune modifiche il testo pubblicato in tedesco nel 1997 negli
scritti in onore di Wolfgang Schieder); E. Collotti, Il razzismo negato, in Id.
(a c. di), Fascismo e antifascismo. Rimozioni, revisioni, negazioni, Laterza,
Roma-Bari 2000, pp. 355-375; V. Galimi, La persecuzione degli ebrei in Italia
(1938-1943). Note sulla storiografia recente, in “Contemporanea”, a. V, n. 3,
luglio 2002, pp. 587-596; E. Collotti, Bibliografia ragionata, in Id., Il fascismo
e gli ebrei. Le leggi razziali in Italia, Laterza, Roma-Bari 2003, pp. 167-183;
M. Toscano, Ebraismo e antisemitismo in Italia. Dal 1848 alla guerra dei sei
giorni, Angeli, Milano 2003, cap. 10; T. Dell’Era, Scienza, politica e propa-
ganda. Il Manifesto del razzismo italiano: storiografia e nuovi documenti.
Prima parte. La storiografia, in “SIFP”, On-line Journal of the Società Italiana
di Filosofia Politica, December 2007, pp. 1-43; G. Rigano, Storia, memoria e
bibliografia delle leggi razziste in Italia, in M. Beer ― A. Foa ― I. Iannuzzi
(a c. di), Leggi del 1938 e cultura del razzismo. Storia, memoria, rimozione,
Viella, Roma 2010, pp. 187-209; I. Pavan, Gli storici e la Shoah in Italia, in M.
Flores et al. (a c. di), Storia della Shoah in Italia. Vicende, memorie, rappre-
8 Introduzione
sentazioni, vol. II, Memorie, rappresentazioni, eredità, Utet, Torino 2010, pp.
135-164; I. Pavan, Fascismo, antisemitismo, razzismo. Un dibattito aperto, in
D. Menozzi, A. Mariuzzo (a c. di), A settant’anni dalle leggi razziali, Carocci,
Roma 2010, pp. 31-52; V. Galimi, Politica della razza, antisemitismo, Shoah,
in “Studi Storici”, a. 55, n. 1, gennaio-marzo 2014, pp. 169-181; M. Toscano,
Il dibattito storiografico sulla politica razziale del fascismo, in G. Resta – V.
Zeno-Zencovich (a c. di), Leggi razziali. Passato/presente, Roma TrE-Press,
Roma 2015, pp. 9-41.
2
Ancora alla fine degli anni Novanta, Collotti si auspicava che la storio-
grafia fosse capace di reintegrare “in pieno la storia della persecuzione razziale
nel quadro della società italiana e non come storia separata degli ebrei”. Cfr. E.
Collotti, Il razzismo negato, cit. p. 374.
3
D. Bidussa, Il mito del bravo Italiano, il Saggiatore, Milano 1994.
Introduzione 9
4
Importante lo studio di F. Focardi, Il cattivo tedesco e il bravo italiano. La
rimozione delle colpe della seconda guerra mondiale, Laterza, Roma-Bari 2014.
5
Vale la pena ricordare l’intero passaggio da un intervista (“Corriere della
Sera”, 27 dicembre 1987) dove De Felice con Ferrara ragionava di necessità di re-
visione dei presupposti antifascisti della carta costituzionale: “Io ho fatto e faccio
il mio lavoro di storico del fascismo. So che il fascismo italiano è al riparo dall’ac-
cusa di genocidio, è fuori dal cono d’ombra dell’Olocausto. Per molti aspetti, il
fascismo italiano è stato “migliore” di quello francese o di quello olandese. Inol-
tre, da noi la revisione è più utile, per le ragioni che le ho appena esposto e che
riguardano la necessità di costruire una nuova Repubblica, e meno rischiosa. Noi
non abbiamo una tragedia sociale come quella dell’immigrazione nordafricana
in Francia, che ha portato il fascismo petainista fin dentro le fabbriche. Dunque
possiamo ragionare, informare, parlare del fascismo con maggiore serenità”.
6
R. De Felice, Storia degli ebrei italiani sotto il fascismo, Einaudi, To-
rino 1961. Fino alla edizione del 1988 il volume proponeva una prefazione di
Delio Cantimori. Per la ricostruzione della genesi della ricerca defeliciana sul-
la politica antisemita fascista, cfr., M. Sarfatti, La Storia della persecuzione
antiebraica di Renzo De Felice: contesto, dimensione cronologica e fonti, in
“Qualestoria”, a. XXXII, n. 2 (dicembre 2004), pp. 11–27.
7
R. De Felice, Intervista sul fascismo, a c. di M. A. Ledeen, Laterza, Ro-
ma-Bari 1975.
10 Introduzione
8
G. Santomassimo, Il ruolo di Renzo De Felice, in E. Collotti (a c. di), Fa-
scismo e antifascismo, cit., p. 425
9
Ibid., p. 417.
10
E. Momigliano, Storia tragica e grottesca del razzismo fascista, Mon-
dadori, Milano 1946.
11
Cfr., A. Spinosa, Le persecuzioni razziali in Italia, in “Il Ponte”, nei nu-
meri 7, 8 e 11 del 1952 e 7 del 1953. Il lavoro venne poi riedito in volume col
titolo Mussolini razzista riluttante, Bonacci, Roma 1994. Va ricordata la sensi-
bilità di questa rivista, di ispirazione antifascista socialista, al tema dell’antise-
mitismo fascista, che nel 1978 per il Quarantesimo delle leggi razziali uscì con
un numero speciale. Cfr. “Il Ponte”, 1978, n. 11-12, dedicato a La difesa della
razza, a c. di U. Caffaz.
12
G. Reitlinger, La soluzione finale. Il tentativo di sterminio degli Ebrei
d’Europa 1939-1945, Il Saggiatore, Milano 1962 (con qualche pagina sull’Ita-
lia), A. Milano, Storia degli ebrei in Italia, Einaudi, Torino 1963, L. Salvatorelli
– G. Mira, Storia d’Italia nel periodo fascista, Einaudi, Torino 1964 (unica
storia generale del fascismo a dedicare all’epoca spazio all’antisemitismo), L.
Preti, I miti dell’impero e della razza nell’Italia degli anni Trenta, Opere Nuo-
ve, Roma 1965, Id., Impero fascista, africani ed ebrei, Mursia, Milano 1968.
Per un quadro completo cfr. M. Sarfatti, Bibliografia per lo studio delle per-
secuzioni antiebraiche in Italia 1938-1945, in “La rassegna mensile di Israel”,
vol. LIV, nn. 1-2, 1988, pp. 435-475.
Introduzione 11
13
A. Ottolenghi, La legislazione antisemita in Italia, in Fascismo e antifa-
scismo (1918–1936). Lezioni e testimonianze, vol. 1, Feltrinelli, Milano 1962,
pp. 202–209.
14
La testimonianza di Ottolenghi merita di essere ricordata anche perché
Angelo Ventura, nel denunciare la mancanza di sensibilità sul tema da parte
degli storici in quegli anni ricordava l’assenza delle leggi razziali fra i temi dei
“grandi cicli di lezioni pubbliche (…) organizzati (…) tra il 1959 e il 1961 da
intellettuali e storici antifascisti”. Cfr., A. Ventura, Renzo De Felice: il fascismo
e gli ebrei, in Incontro di studio sull’opera di Renzo De Felice, Roma, Palazzo
Giustiniani 4 giugno 1997, Roma 2000, p. 47.
15
E. Collotti, Il razzismo negato, cit., p. 361.
12 Introduzione
16
Solo dagli anni Novanta il ragionamento su questo aspetto della storia
dell’ebraismo in Italia con l’unificazione del Paese è stato posto in termini com-
plessi. Si vedano: F. Sofia – M. Toscano (a c. di), Stato nazionale ed emancipa-
zione ebraica, Bonacci, Roma 1992; F. Sofia, Su assimilazione e autocoscienza
ebraica nell’Italia liberale, in “Italia judaica”, Gli ebrei nell’Italia unita 1870-
1945, Ministero per i Beni culturali e ambientali, Roma 1993, pp. 32-47; M.
Toscano, Integrazione e identità. L’esperienza ebraica in Germania e Italia
dall’Illuminismo al fascismo, Angeli, Milano 1998; E. Capuzzo, Gli ebrei nella
società italiana. Comunità e istituzioni tra Ottocento e Novecento, Carocci,
Roma 1999.
17
E. Collotti (a c. di), La persecuzione degli ebrei in Toscana (1938-1943),
2 voll., Carocci, Roma 1999. Sul ruolo della stampa giovanile si veda nel volume
il saggio di S. Duranti, Gli organi del GUF: Arezzo, Grosseto, Pisa e Siena, pp.
367-414 e il capitolo GUF e campagna razziale in S. Duranti, Lo spirito gre-
gario, I gruppi universitari fascisti tra politica e propaganda (1930-1940),
Donzelli, Roma 2008, pp. 309-362.
Introduzione 13
18
Francesco Torchiani ha giustamente rilevato che “Cantimori non aveva
digerito la genealogia intellettuale del razzismo tracciata da De Felice. Mette-
re alla stessa stregua pagine antiebraiche di Herder, Kant, Novalis, Fichte e
Nietzsche con quelle di Hitler e Rosenberg significava avallare gli schematismi
e le argomentazioni della stessa propaganda razzista, interessata a costruirsi
illustri precursori tra quegli “spiriti magni”. Non solo lo storico commetteva
l’errore di cedere alle sue fonti – una critica che, per De Felice biografo di Mus-
solini sarebbe tornata più di una volta negli anni successivi – ma contribuiva
a alimentare il mito del «rapporto intrinseco fra razzismo e cultura tedesca»”.
Citazione contenuta nella postfazione (Sdoppiarsi per comprendere) di F. Tor-
chiani al volume da lui curato: D. Cantimori, Il furibondo cavallo ideologico.
Scritti sul Novecento, Quodlibet, Macerata 2019, p. 332. Alle pp. 308-9 Tor-
chiani cita il giudizio negativo sul volume di De Felice espresso per via episto-
lare da Corrado Vivanti a Cantimori.
19
La cosiddetta biografia di Mussolini realizzata da Renzo De Felice, in
realtà non è propriamente né una storia del regime fascista, né una biografia,
piuttosto un tentativo di storia d’Italia durante il fascismo che ha abbracciato,
per la sua mole, circa trent’anni di ricerca. Otto i volumi che la compongono:
Mussolini il rivoluzionario 1883-1920 (1965); Mussolini il fascista I. La con-
quista del potere 1921-1925 (1966); Mussolini il fascista II. L’organizzazione
dello stato fascista 1925-1929 (1968); Mussolini il duce I. Gli anni del con-
senso 1929-1936 (1974); Mussolini il duce II. Lo stato totalitario 1936-1940
(1981); Mussolini l’alleato I.1. L’Italia in guerra 1940-1943. Dalla guerra bre-
ve alla guerra lunga (1990); Mussolini l’alleato I.2. L’Italia in guerra 1940-
1943. Crisi e agonia del regime (1990); Mussolini l’alleato II. La guerra civile
1943-1945 (1997), Torino, Einaudi, 1965-1997.
14 Introduzione
testo del complesso e corposo volume del 1961 rimaneva, pur con
aggiornamenti, il medesimo.
I principali commentatori della storia della storiografia sull’an-
tisemitismo fascista concordano nell’osservare quanto al contri-
buto di De Felice non facesse seguito quasi nessun altro lavoro
scientifico, a parte quello di Meir Michaelis giunto in traduzione
italiana nel 198220. Si deve pertanto attendere l’anniversario del
Cinquantesimo della promulgazione delle leggi razziali per la na-
scita di una storiografia sull’argomento. Particolarmente significa-
tivi furono i due convegni della Camera dei Deputati e del Senato, i
cui atti segnarono un importante approfondimento di ricerca sulla
materia21. Ripercorrere gli atti del convegno della Camera ci mostra
la presenza dei principali temi della futura indagine storiografica:
sia l’impianto delle leggi, sia le conseguenze sociali ed economi-
che sulle vittime; il ruolo degli intellettuali (compresa la comunità
scientifica) nella costruzione del razzismo antisemita; l’atteggia-
mento della Chiesa cattolica; il destino di quegli ebrei stranieri che
avevano trovato asilo in Italia, in fuga da quei Paesi che – non solo
la Germania – avevano avviato in precedenza una prassi discrimi-
natoria ai loro danni.
La ricostruzione della dimensione normativa dell’antisemiti-
smo fascista è stata condotta con precisione da Michele Sarfatti ed
affidata al suo volume del 1994 Mussolini contro gli ebrei22. La sua
indagine, dalla dimensione legislativa dell’antisemitismo, all’im-
patto che questa ebbe sugli israeliti dimoranti in Italia, ha avuto il
pregio di rilevare sia la non estemporaneità dei provvedimenti, sia
il loro inserirsi in una più ampia azione razzista del fascismo, a par-
tire dall’aggressione dell’Etiopia. Sarfatti – del quale si pubblica in
questa antologia un importante contributo del 2010 – si è sempre
distinto per un lavoro interpretativo della storia del razzismo anti-
semita durante il fascismo profondamente aderente alla ricerca do-
cumentaria; un paziente lavoro di ricerca decennale che dal 2000
20
M. Michaelis, Mussolini e la questione ebraica. Le relazioni italo-tede-
sche e la politica razziale in Italia, Edizioni di Comunità, Milano 1982 (ed. or.
1978).
21
La legislazione antiebraica in Italia e in Europa, Camera dei Deputati,
Roma 1989; M. Toscano (a cura e con introduzione di), L’abrogazione delle
leggi razziali in Italia (1943-1987). Reintegrazione dei diritti dei cittadini e
ritorno ai valori del Risorgimento, Servizio Studi del Senato della Repubblica,
Roma 1988.
22
M. Sarfatti, Mussolini contro gli ebrei. Cronaca dell’elaborazione delle
leggi del 1938, Zamorani, Torino 1994.
Introduzione 15
23
M. Sarfatti, Gli ebrei nell’Italia fascista. Vicende, identità, persecuzione,
Einaudi, Torino 2000.
24
1: Il periodo della persecuzione della parità dell’ebraismo (1922-36); 2: Il
periodo della persecuzione dei diritti degli ebrei (1936-43); 3: Il periodo della
persecuzione delle vite degli ebrei (1943-45).
25
La studiosa francese Matard-Bonucci, in un lavoro sulla dimensione po-
litica delle leggi razziali e della loro funzione nella costruzione dello stato tota-
litario, contestava a Sarfatti la retrodatazione dell’inizio della discriminazione
degli ebrei da parte fascista e rilanciava l’importanza del contesto internazio-
nale e del ruolo del nazismo nelle scelte mussoliniane. Cfr., M.-A. Matard-Bo-
nucci, L’Italia fascista e la persecuzione degli ebrei, Il Mulino, Bologna 2008
(ed. or. 2007). Per una articolata analisi di questo studio si veda M. Toscano,
Il dibattito storiografico sulla politica razziale del fascismo, cit., pp. 24-8.
Importante la lettura che ne propone Ilaria Pavan nel contesto storiografico
sull’antisemitismo fascista come “progressione o svolta”, in I. Pavan, Fasci-
smo, antisemitismo, razzismo, cit.
26
L’espressione, che coglie assai bene la condizione tragica degli ebrei
stranieri residenti in Italia al momento delle leggi razziali, è il titolo dell’impo-
nente ricerca dedicata a questo tema da K. Voigt, Il rifugio precario. Gli esuli
in Italia dal 1933 al 1945, 2 voll., La Nuova Italia, Firenze 1993-1996 (ed. or.
1989-1993).
16 Introduzione
27
E. Galli della Loggia, La morte della patria. La crisi dell’idea di nazione
tra Resistenza, antifascismo e Repubblica, Laterza, Roma-Bari 1996.
28
M. Sarfatti, Aspetti e problemi della legislazione antiebraica dell’Italia
fascista (1938-1943), in Le leggi antiebraiche del 1938, le società scientifiche
e la scuola in Italia, Accademia Nazionale delle Scienze detta dei XL, Roma
2009, pp. 15-30.
29
L. Salvatorelli – G. Mira, Storia d’Italia nel periodo fascista, cit.
30
Cfr., E. Collotti, Il razzismo negato, cit., p. 361.
31
La riflessione sulle caratteristiche dei razzismi nella storia d’Italia (non
solamente legati all’esperienza fascista) e sulla loro comparabilità ha riguarda-
to la seconda metà degli anni Novanta. Si veda: A. Burgio (a c. di), Nel nome
della razza. Il razzismo nella storia d’Italia 1870-1945, Il Mulino, Bologna
1999, atti del primo convegno del Centro studi sulla teoria e la storia del razzi-
smo italiano organizzato a Bologna nel novembre 1997.
32
Centro Furio Jesi (a c. di), La menzogna della razza. Documenti e im-
magini del razzismo e dell’antisemitismo fascista, Grafis, Bologna 1994. I sag-
gi di M. Raspanti, D. Bidussa e E. Collotti pubblicati nella presente antologia
sono tratti da questo volume.
Introduzione 17
33
Parlare fascista. Lingua del fascismo, politica linguistica del fascismo,
fasc. monografico di “Movimento operaio e socialista”, n. VII, a. 1, 1984.
34
M. Cortellazzo, Il lessico del razzismo fascista (1938), in Parlare fasci-
sta, cit., pp. 57-66.
35
Cfr., Introduzione a A. Cavaglion – G. P. Romagnani, Le interdizioni
del Duce. Le leggi razziali in Italia, Seconda edizione aggiornata, Claudiana,
Torino 2002, pp. 13-55, in particolare pp. 23-4.
18 Introduzione
36
G. Israel – P. Nastasi, Scienza e razza nell’Italia fascista, Il Mulino,
Bologna 1998 e R. Maiocchi, Scienza italiana e razzismo fascista, La Nuova
Italia, Firenze 1999. Più recentemente, G. Israel, Il fascismo e la razza. La
scienza italiana e le politiche razziali del regime, Il Mulino, Bologna 2010, che
lamenta la sottovalutazione storiografica del tema. Si veda la discussione sul
libro da parte di Finzi che precisa che se il pensiero scientifico ha avuto un ruo-
lo nell’alimentare un “senso comune” antisemita, non vanno trascurate altre
matrici culturali di lungo periodo. Cfr., R. Finzi, Partigianeria e partigianeria
legittima: a proposito di “Il fascismo e la razza” di Giorgio Israel, in “Studi
Storici”, n. 3, 2010, pp. 603-20.
37
Molti degli aspetti sollevati dal dibattito intellettuali/antisemitismo in
Italia sono ricordati nel saggio di R. Finzi, La cultura italiana e le leggi antie-
braiche del 1938, in “Studi Storici”, n. 4, 2008, pp. 895-929.
38
Bottai con interventi legislativi ed amministrativi indirizzò fra il set-
tembre e l’ottobre del 1938 le istruzioni per la creazione di corsi ex novo o la
trasformazione in senso razziale di insegnamenti già in essere. Si veda in detta-
glio, F. Pelini – I. Pavan, La doppia epurazione. L’università di Pisa e le leggi
razziali tra guerra e dopoguerra, Il Mulino, Bologna 2009, pp. 97-9.
39
Nel recente convegno Le “Leggi razziali” del 1938 e l’università italia-
na (Roma, 3-5 dicembre 2018) alcuni ricercatori continuavano a lamentare il
Introduzione 19
Altra voce nella cultura del Paese, che meritava uno studio ap-
profondito relativamente al suo rapporto col fascismo e alla que-
stione ebraica, rimaneva quella cattolica. Il tema, complesso e la-
cerante, delle permanenze della antica attitudine antigiudaica della
Chiesa di Roma nelle mentalità sia della struttura che dei fedeli in
epoca contemporanea fino al fascismo, è stato affrontato soprat-
tutto da Giovanni Miccoli e Renato Moro che coraggiosamente
hanno sollevato anche la questione della ritrosia culturale e delle
difficoltà ambientali a rendere accettabile in Italia la prospettiva
delle responsabilità del fronte cattolico. Anche su questo tema il
Cinquantesimo delle leggi razziali fu un momento di svolta, infatti
al convegno presso la Camera dei Deputati Miccoli propose una
relazione che inquadrava sia le credenze e le suggestioni antisemi-
te di parte della struttura cattolica, sia il ruolo di Pio XI, ponendo
difficili questioni sul suo sostanziale isolamento nella denuncia del
razzismo dei fascismi. Il lavoro di Miccoli venne proposto con am-
pliamenti nella rivista “Studi Storici”43 e per la sua lunghezza in
questa antologia ne viene pubblicata solo una parte. Gli studi sul
rapporto cattolicesimo/antisemitismo e sulle reazioni del clero alla
legislazione razzista sono assai cresciute negli anni44 anche grazie
allo stimolo fornito da Renato Moro a partire dal suo contributo
del 1988 dove denunciava la vera e propria assenza di ricerche in
materia: “Non abbiamo pertanto, fino ad oggi, praticamente nes-
suna idea storiograficamente fondata di quanto le tendenze anti-
semite fossero ancora vive tra i cattolici negli anni venti e trenta;
non siamo in grado di dire se esse fossero in crescita o in declino;
e nemmeno possiamo configurare le scansioni temporali e le varia-
zioni dei contorni, dei livelli e delle forme di rapporto tra comuni-
tà ebraica e cattolicesimo italiano; tanto meno sappiamo definire
l’immagine stessa dell’ebreo che doveva essere radicata e diffusa
tra i cattolici dell’età fascista”45.
fascista, Il Mulino, Bologna 2000. Turi, nel ricordato Convegno della Camera
dei Deputati del 1988, relazionò su Ruolo e destino degli intellettuali nella po-
litica razziale del fascismo, pp. 95-122.
43
G. Miccoli, Santa Sede e Chiesa italiana di fronte alle leggi antiebraiche
del 1938, in “Studi Storici”, n. 4, a. 29, 1988, pp. 821-902.
44
Si veda la rassegna bibliografica di L. Ceci, La Chiesa e il fascismo. Nuovi
paradigmi e nuove fonti, in “Studi Storici”, a. 55, n. 1, gennaio-marzo 2014,
pp. 123-137.
45
R. Moro, Le premesse dell’atteggiamento cattolico di fronte alla legi-
slazione razziale fascista. Cattolici ed ebrei nell’Italia degli anni venti (1919-
1932), in “Storia contemporanea”, a. 19, n. 6, dicembre 1988, pp. 1013-1119,
cit. p. 1014.
Introduzione 21
46
L. Ceci, in una delle rare monografie dedicate all’intero percorso della
Chiesa nel ventennio, ricordava che “nel rapporto tra la Chiesa e il fascismo
finiscono per confrontarsi due diversi modelli di pedagogia totale dell’uomo e
due mobilitazioni di massa”. Cfr., L. Ceci, L’interesse superiore. Il Vaticano e
l’Italia di Mussolini, Laterza, Roma-Bari 2013, p. VII.
47
Un recente contributo di Renato Moro, non limitato al solo ventennio
fascista, ci fornisce un ricco panorama delle diverse posizioni sull’ebraismo nel
modo cattolico italiano: cfr., R Moro, Ebraismo e Chiesa cattolica nel Nove-
cento, in F. Cavarocchi - E. Mazzini (a c. di), La Chiesa fiorentina e il soccorso
agli ebrei. Luoghi, istituzioni, percorsi (1943-1944), Viella, Roma 2018, pp.
23-46.
48
E. Mazzini, Ostilità convergenti. Stampa diocesana, razzismo e antise-
mitismo nell’Italia fascista (1937-1939), Edizioni scientifiche italiane, Napoli
2013.
49
E. Fattorini, Pio XI, Hitler e Mussolini. La solitudine di un papa, Einau-
di, Torino 2007.
50
Fra i principali lavori sul tema rimando a V. De Cesaris, Vaticano, fasci-
smo e questione razziale, Guerini e associati, Milano 2010; G. Fabre, Un «ac-
cordo felicemente conchiuso», in “Quaderni di storia”, n. 76, 2012, pp. 83-154;
G. Rigano, La svolta razzista. Controversie ideologiche tra Chiesa e fascismo,
Edb, Bologna 2013.
51
R. Perin, Pio XI e la mancata lettera sugli ebrei a Mussolini, in “Rivista
di Storia del cristianesimo”, X, 2013, n. 1, pp. 181-206. Come è noto, le pro-
teste della Chiesa per la legislazione antisemita si limitarono alla difesa degli
ebrei convertiti e al problema dei “matrimoni misti” giudicati un inaccettabi-
le vulnus al concordato. Un recente ed utile approfondimento sul tema in T.
Dell’Era, Leggi razziste, conversione degli ebrei e matrimoni misti a Torino
nel 1938: il cardinal Fossati, la S. Sede e il S. Ufficio, in “Giornale di Storia
Contemporanea”, XX, n.s., 1, 2018, pp. 17-42.
22 Introduzione
52
L. Ceci, L’interesse superiore, cit., pp. 256-7.
53
V. Galimi, La persecuzione degli ebrei in Italia (1938-1943), cit.
54
A. Cavaglion – G. P. Romagnani, Le interdizioni del Duce, cit.
55
Varie delle considerazioni che riprendo qui dall’introduzione del volume
sono rintracciabili anche nel lavoro del solo A. Cavaglion, Ebrei senza saperlo,
l’Ancora del Mediterraneo, Napoli 2002.
Introduzione 23
56
Importante il lavoro di Stefania Dazzetti sui rapporti giuridici fra il fasci-
smo e le Comunità ebraiche italiane e sul significato di quella “logica concorda-
taria” che in apparenza garantiva diritto di esistenza e libertà di culto. Cfr., S.
Dazzetti, L’autonomia delle comunità ebraiche italiane nel Novecento. Leggi,
intese, statuti, regolamenti, Giappichelli Editore, Torino 2008.
57
A. Cavaglion – G. P. Romagnani, Le interdizioni del Duce, cit., p. 49.
58
Ibid.
59
Ibid., p. 50, n. 62.
60
Ibid., p. 51.
61
Ibid., p. 33.
24 Introduzione
Fabio Levi62 che anticipava l’istituzione nel dicembre 1998 della co-
siddetta “Commissione Anselmi”63. La sensibilità di pochi studiosi
ha consentito negli anni di riflettere non soltanto sulla dimensione
del danno ma anche delle politiche risarcitorie del dopoguerra64. Se
in questa antologia compare la ricerca in materia di Fabio Levi con
due contributi – temporalmente distanti, a segnare l’origine e la
sintesi del suo lavoro sul tema ― , un apporto fondamentale è stato
svolto da Ilaria Pavan65. Di questo lavoro fa certamente scuola so-
prattutto l’ampia parte dedicata al dopoguerra dove, gettando uno
sguardo alle analoghe esperienze internazionali, emerge in grande
evidenza tutto il limite dell’azione risarcitoria italiana, come le gra-
vi responsabilità di quella magistratura chiamata ad esprimersi su-
gli effetti dell’emergenza razzista che aveva costretto molte vittime
a vendite fittizie e in condizione di evidente svantaggio.
La magistratura e la giurisprudenza tra leggi razziali e dimen-
sione risarcitoria è un ambito che ha visto fiorire numerosi studi
negli ultimi venti anni, anche se fin dal convegno del Senato per il
Cinquantesimo, la legislazione per il reintegro veniva posta come
problema autonomo66. Pavan ci ricorda la sostanziale accettazione
della storiografia di un paradigma che vede le corti inferiori più
sensibili ai diritti dei perseguitati a differenza di un settore apicale
come la Cassazione, più restia al riconoscimento dei torti subiti,
confermando un’evidente continuità di mentalità e formazione di
quei soggetti anziani che proprio nel fascismo avevano lavorato e
62
F. Levi, L’applicazione delle leggi contro le proprietà degli ebrei (1938-
1946), in “Studi Storici”, n. 3, a. 36, 1995, pp. 845-862 e Id., Le case e le cose.
La persecuzione degli ebrei torinesi nelle carte dell’Egeli (1938-45), Compa-
gnia di San Paolo, Torino 1998.
63
La Commissione per la ricostruzione delle vicende che hanno caratteriz-
zato in Italia le attività di acquisizione dei beni ebraici da parte di organismi
pubblici e privati, presieduta da Tina Anselmi col patrocinio della Presidenza
del Consiglio dei Ministri, terminò i lavori nel 2001 con la pubblicazione di un
Rapporto generale che censisce sia le vittime di espropri e confische nel perio-
do 1943-45, sia la legislazione razzista riguardante i beni nella fase 1938-43.
64
Ilaria Pavan ha recentemente sostenuto che “l’inerzia e il disinteresse
politico-istituzionale che ha caratterizzato il contesto italiano dopo la conclu-
sione dei lavori della Commissione Anselmi ha poi avuto come corollario un’a-
naloga passività nell’avvio di nuovi studi sul tema, che nel corso degli anni si
sono infatti limitati a ben pochi e isolati casi”. Cfr. I. Pavan, La spoliazione dei
beni ebraici in Italia. Occasioni mancate e reticenze (1997-2017), in “Italia
contemporanea”, agosto 2017, n. 284, pp. 123-133.
65
I. Pavan, Tra indifferenza e oblio. Le conseguenze economiche delle leg-
gi antiebraiche in Italia 1938-1970, Le Monnier, Firenze 2004.
66
M. Toscano (a c. di), L’abrogazione delle leggi razziali in Italia, cit.
Introduzione 25
67
I. Pavan, Gli incerti percorsi della reintegrazione. Note sugli atteggia-
menti della magistratura repubblicana 1945-1964, in I. Pavan – G. Schwarz (a
c. di), Gli ebrei in Italia tra persecuzione fascista e reintegrazione postbellica,
Giuntina, Firenze 2001, pp. 85-108.
68
S. Falconieri, Razzismo e antisemitismo. Percorsi della storiografia
giuridica, in “Studi Storici”, a. 55, n. 1, gennaio-marzo 2014, pp. 155-168.
69
A. Mazzacane, La cultura giuridica del fascismo: una questione aperta,
in Id. (a c. di), Diritto, economia e istituzioni dell’Italia fascista, Nomos, Ba-
den-Baden 2002, pp. 1-19, citato da S. Falconieri, Razzismo e antisemitismo,
cit., p. 161.
70
Questa lettura, piuttosto diffusa negli anni Ottanta, muoveva anche dai
ricordi personali. Si veda A. Galante Garrone, Ricordi e riflessioni di un magi-
strato, in “La Rassegna mensile di Israel”, LIV, 1988, nn. 1-2, pp. 19-31.
26 Introduzione
71
S. Falconieri, Razzismo e antisemitismo, cit., p. 167.
72
I. Pavan, Le «Holocaust Litigation» in Italia. Storia, burocrazia e giu-
stizia (1955-2015), in G. Focardi ― C. Nubola (a c. di), Nei tribunali. Pratiche e
protagonisti della giustizia di transizione nell’Italia repubblicana, Il Mulino,
Bologna 2015, pp. 303-333.
73
Per effetto delle leggi fasciste, la perdita del posto di lavoro e del salario
rappresentano uno degli aspetti fondamentali della precarizzazione della vita
degli ebrei, precondizione determinante, spesso, per intraprendere una dram-
matica emigrazione. Un recente studio, frutto di una accurata ricerca docu-
mentaria, sugli ebrei cacciati dalla pubblica amministrazione indaga le vite dei
colpiti e l’utilizzo della prassi persecutoria anche come squallido strumento
per regolare “conti in sospeso”. Cfr., G. Fabre – A. Capristo, Il Registro. La
Introduzione 27
cacciata degli ebrei dallo Stato italiano nei protocolli della Corte dei Conti
1938-1943, Il Mulino, Bologna 2018.
74
Sugli studenti ebrei stranieri si veda E. Signori, Una peregrinatio acade-
mica in età contemporanea: gli studenti ebrei stranieri nelle università italia-
ne tra le due guerre, in “Annali di storia delle università italiane”, 4, 2000, pp.
139-162. Per il caso bolognese, ateneo che al 1938 ospitava il maggior numero
di stranieri, cfr., G. P. Brizzi, Bologna 1938: silence and remembering: the ra-
cial laws and the foreign Jewish students at the University of Bologna, Clueb,
Bologna 2000. Assai utile anche la ricostruzione del caso pisano in F. Pelini – I.
Pavan, La doppia epurazione, cit.
28 Introduzione
75
A. Cavaglion – G. P. Romagnani, Le interdizioni del Duce, cit., pp. 24-5.