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Canti di protesta politica e sociale

Canzoniere completo
Aggiornato il 20/11/2021

pagina 1
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

ilDeposito.org è un sito internet che si pone l'obiettivo di essere un archivio di testi e musica
di canti di protesta politica e sociale, canti che hanno sempre accompagnato la lotta delle
classi oppresse e del movimento operaio, che rappresentano un patrimonio politico e
culturale di valore fondamentale, da preservare e fare rivivere.

In questi canti è racchiusa e raccolta la tradizione, la memoria delle lotte politiche e sociali
che hanno caratterizzato la storia, in Italia ma non solo, con tutte le contraddizioni tipiche
dello sviluppo storico, politico e culturale di un società.

Dalla rivoluzione francese al risorgimento, passando per i canti antipiemontesi. Dagli inni
anarchici e socialisti dei primi anni del '900 ai canti della Grande Guerra. Dal primo
dopoguerra, ai canti della Resistenza, passando per i canti antifascisti. E poi il secondo
dopoguerra, la ricostruzione, il 'boom economico', le lotte studentesche e operaie di fine anni
'60 e degli anni '70. Il periodo del reflusso e infine il mondo attuale e la "globalizzazione".
Ogni periodo ha avuto i suoi canti, che sono più di semplici colonne sonore: sono veri e propri
documenti storici che ci permettono di entrare nel cuore degli avvenimenti, passando per
canali non tradizionali.

La presentazione completa del progetto è presente al seguente indirizzo:


https://www.ildeposito.org/presentazione/il-progetto.

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Questo canzoniere è pubblicato cura de ilDeposito.org


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Questo canzoniere può essere stampato e distribuito come meglio si crede.
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Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento


(fino al 1870)

Il Settecento e l'Ottocento sono stati secoli caratterizzati dalla cosiddette rivoluzioni


borghesi, soprattutto in Europa. È il periodo in cui, anche dal punto di vista teorico, inizia a
presentarsi il movimento operaio organizzato, che poi irromperà nella storia nel secolo
seguente. Le lotte e le rivolte sono spesso popolari, spontanee, ma non per questo meno
importanti e meno politiche. I movimenti di indipendenza nazionale concludono questo
periodo, con le contraddizioni che lo caratterizzano.

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A tocchi a tocchi
Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: romanesco
Tags: carcere
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/tocchi-tocchi

A tocchi a tocchi la campana sona, Come te posso amà...


li turchi so' arivati a la marina.
Chi c'ha le scarpe rotte le risola, Come te possò amà,che c'ho marito?
io già l'ho risolate stamatina. sposete mi sorella,me sei cognato
Sposete mi sorella,me sei cognato
Come te posso amà (2 volte) e da cognato me diventi amico.
si scappo da sti cancelli
quarcuno l'ha da pagà. Come te posso amà...

All'erta all'erta la campana sona, Amore amore manneme un saluto


li turchi so arivati a la marina. che sto qui a San Micchele carcerato.
Viva li monticiani e viva Roma So addiventato n'arbero caduto,
viva la gioventù trasteverina. da amici e da parenti abbandonato.

Come te posso amà... Come te posso amà...

Se il papa me donasse tutta Roma, Amore amore manneme un saluto


me lo dicesse "Lassa annà chi t'ama" che so a Reggina Celi carcerato,
me lo dicesse "lassa annà chi t'ama" e da nessuno più so' conosciuto
io je direi de no, sagra corona. da amici e parenti abbandonato.

Come te posso amà...

Informazioni

Canto di carcere romano,conosciuto anche con il titolo "Alla Renella" (via diTrastevere), presente in molte raccolte
ottocentesche, ed è diffusa in tutta l'area centro-meridionale.

pagina 4
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A Torino, piazza San Carlo


(1831)
Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: italiano
Tags: antimilitaristi, repressione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/torino-piazza-san-carlo

A Torino, piazza San Carlo Dirà che barbaro, che crudeltà!


là ci sta scritta una gran sentenza
Cara Rosina, porta pazienza O mare mia, o mia Rosina
se alla morte mi tocca andar. non aspettate inutilmente.
Nessun difendere dell’innocente,
E alla morte io me ne vado nessun difendere, nessun saprà.
io me ne vado nocentemente
Che cosa mai dirà la gente? Nessun difendere, nessun potrà,
contro il tiranno la Libertà.

Informazioni

La canzone ricorda la feroce repressione del re Carlo Felice dei "moti del 1821" (Maria Rollero)
In alcune lezioni dice contro il Feroce, cenno al fatto che Carlo Felice era soprannominato appunto Carlo Feroce
(Dani Contardo)
In piazza San Carlo venivano affisse le cosentenze di condanna a morte, da qui il verso "là ci sta scritta 'na gran
sentenza"

Sui "moti di Torino"

Su Carlo Felice di Savoia e la "rivoluzione del 1821"

pagina 5
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Addio Livorno
(1848)
Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: toscano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/addio-livorno

Addio Livorno addio paterne mura e lo mio damo è sotto le bandiere


forse mai più non vi potrò vedere Io voglio seguitarlo alla ventura
i mi' parenti sono in sepoltura un'arma anch'io la so tenere!

Informazioni

Canto popolare del 1848 in cui la donna livornese immagina di seguire il volontario che va a combattere gli
austriaci sui campi di Lombardia.

pagina 6
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Ai 24 ma di settembre
Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: italiano
Tags: anticlericali
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ai-24-ma-di-settembre

Ai ventiquattro ma di settembre Grida il popolo


alle sette ma di mattina Ma questa l'è un'ingiustizia!
in piazza d'armi la ghigliottina Saranno stati due assassini
due teste si videro cader Ma no, sono due prodi garibaldini
che per l'Italia dovettero morir!

Informazioni

L'esecuzione narrata nel testo è quella di Giuseppe Monti e Gaetano Tognetti, avvenuta però il 24 novembre 1868,
due garibaldini arrestati e condannati a morte dopo la sconfitta di Garibaldi a Mentana (3 novembre 1867) ad
opera dall'esercito francese inviato da Napoleone III a difesa del papa.

Gaetano Tognetti

Giuseppe Monti

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Allons français au champ de Mars


(1790)
Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: francese
Tags: rivoluzione francese
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/allons-francais-au-champ-de-mars

Allons français au champ-de-Mars Non, jamais la ville et la cour


Pour la fête fédérative N'offrit un si charmant spectacle
Bravons les travaux, les hasards Dans les éclats de leur gaité
Voilà que le grand jour arrive Ils vont chantant la chansonnette
Bons citoyens accourez tous La liberté, l'égalité
Il faut creuser, il faut abattre Nos députés et La Fayette
Autour de ce champs, formez vous Nos députés et La Fayette
En magnifique amphithéâtre
Et de tous états, de tous rangs L'aristocratie frémira
Pour remplacer le mercenaire Qu'il vienne nous trouble, s'il ose !
Je vois trois cent mille habitants A ses dépens, il apprendra
La réussite est leur salaire Qu'un peuple libre est quelque chose
La réussite est leur salaire Quand il entendra le serment
De tout un peuple, et du monarque
Le Duc avec le portefaix Sur son front pâle, en ce moment
La charbonnière et la Marquise De l'effroi on verra la marque
Concourent ensemble au succès Pourquoi trembler ? Ah ! calme toi
De cette superbe entreprise Viens servir avec assurance
Nos petits maître élégants La nation, la loi, le Roi
Et vous aussi, femmes charmantes Ou bien abandonne la France
Avec vos pierrots galants Ou bien abandonne la France
Vos chapeaux, vos plumes flottantes
On vous voit bêcher, piocher Partie, élevons ton autel
Traîner camions et brouettes Sur les pierres de La Bastille
Ce travail peut vous attacher Comme un monument éternel
Au point d'oublier vos toilettes Où le bonheur des français brille
Au point d'oublier vos toilettes Venez de tous les lieux divers
Que renferme ce grand empire
Les abbés auprès des soldats Donnez aux yeux de l'univers
Et les moines, avec les filles L'exemple à tout ce qui respire !
Semblent, se tenant par le bras Que par la paix et l'union
Réunir toutes les familles Tout étranger soit notre frère
La marche est au son du tambour Et que la Fédération
Pluie ou vent n'y font point d'obstacle Sétende par toute la terre
Sétende par toute la terre

Informazioni

Sulla melodia di Soldats français, chantez Roland

pagina 8
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Andiremo in Roma santa


(1848)
Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/andiremo-roma-santa

Andiremo in Roma santa e la bandiera dei tre color.


andiremo in Campidoglio E pianteremo su quel soglio
e pianteremo su quel soglio e la bandiera dei tre color.

Informazioni

Reg. di F. Coggiola e M. Conati, 1974, contrada Chiesa di Fumane, Verona.

Strofa appartenente al notissimo inno del 1848 La bandiera tricolore, cantata su una melodia differente da quella
consueta.

pagina 9
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Bel paese l'Italia


Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: italiano
Tags: anticlericali
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/bel-paese-litalia

Il pederasta esercito di frati e se voglion poppar l'Italia madre


che ci mandò la Francia ha le mammelle grandi
or s'allarga tra noi
d'ozi beati ed allarga la pancia Trovano qui le fraterie fetenti
il terren che ci vuole
Piovon le losche compagnie aui tra noi ove crescono i conventi
fornite d'arti e maestri egregi e calano le scuole
per distillar veleni
ed acquavite o per fondar collegi E i giudici del re servon la messa
col candelotto in mano
Bel paese l'Italia e la bandiera dell'Italia è messa
a le budelle sacre degl'infingardi a guardia del Vaticano
che tra i pidocchi delle laide celle
sementano i bastardi E' pronta la prigion per chi non crede
alla virtù dei santi
Bel paese! Se l'Austria impone che bel paese per la Santa Sede
il veto se si muove la Spagna e i frati zoccolanti
ecco corrono i frati
a questo lieto terren della cuccagna Ahimè per questo incontro della fiumana
dei preti e dei ribaldi
Poichè le brame delle lerce squadre per questo andavi ad assalir Mentana
sono per noi comandi povero Garibaldi!

pagina 10
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Ça ira
(1789)
di Ladré
Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: francese
Tags: rivoluzione francese
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ca-ira

Ah ! Ça ira, ça ira, ça ira ! Nous n'avons plus ni nobles ni prêtres


Les aristocrates à la lanterne Ah ! Ça ira, ça ira, ça ira !
Ah ! Ça ira, ça ira, ça ira ! L'Egalité partout régnera
Les aristocrates on les pendra L'esclave autrichien le suivra
Le despotisme expirera Ah ! Ça ira, ça ira, ça ira !
La liberté triomphera Et leur infernale clique
Ah ! Ça ira, ça ira, ça ira ! Au diable s'envolera.

Informazioni

Probabile autore delle parole è Ladré; la musica è quella del Carillon national di Bécourt. Strofette improvvisate alla
Fête de la Fédération, l'anno dopo la distruzione della Bastiglia, il 14 luglio 1789. I primi 4 versi sono stati
incorporati nella Carmagnole, costituendo così un unico inno.

Per altre versioni e ulteriori informazioni:


http://fr.wikipedia.org/wiki/Ah!_%C3%A7a_ira
https://www.antiwarsongs.org/canzone.php?id=3917&lang=it

pagina 11
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Camicia rossa
di R. Traversa
Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/camicia-rossa

Quando all'appello di Garibaldi camicia rossa camicia rara


tutti i suoi figli suoi figli baldi per questo appunto mi sei più cara
daranno uniti fuoco alla mina camicia rossa camicia rara.
camicia rossa garibaldina
daranno uniti fuoco alla mina Fin dall'istante che ti indossai
camicia rossa garibaldina. le braccia d'oro ti ricamai
quando a Milazzo passai sergente
E tu ti svegliasti col sol d'aprile camicia rossa camicia ardente
e dimostravi che non sei vile quando a Milazzo passai sergente
per questo appunto mi sei più cara camicia rossa camicia ardente.
camicia rossa camicia rara
e poi per questo appunto mi sei più cara Odi la gloria dell'ardimento
camicia rossa camicia rara. il tuo colore mette spavento
Venezia e Roma poi nella fossa
E porti l'impronta di mia ferita cadremo assieme camicia rossa
sei tutta lacera tutta scucita Venezia e Roma poi nella fossa
per questo appunto mi sei più cara cadremo assieme camicia rossa.

Informazioni

Diffusissima già nei giorni seguenti l'impresa di Garibaldi in Sicilia e nel Meridione, la prima edizione conosciuta è
del 1860, ma passando su fogli volanti subì numerosi rimaneggiamenti e altre quartine furono aggiunte. Il canto ha
continuato ad avere diffusione anche ufficiale in periodo fascista, ma fu anche cantata durante la Resistenza dalle
formazioni garibaldine.

Fonte: note al CD "Camicia rossa. Antologia della canzone giacobina e garibaldina", a cura di Cesare Bermani.
(Francesca)

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Canto degli esuli piemontesi [Numi voi siete spietati]


(1921)
Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/canto-degli-esuli-piemontesi-numi-voi-siete-spietati

Numi voi siete spietati Di marmotte in mille pezzi


noi chiamammo libertà; vada il trono di un tal Re;
ma i prieghi sono andati la corona si disprezzi
dove manca la pietà. e si franga sotto i piè.

Re di Alpi Tiberino Chi sarà che a questi accenti


contro noi tutti s'armò; non andrà con gran valor
vince, vince l'assassino e tra fuochi e tra tormenti
e più d'uno al ciel mandò. e tra pene e tra dolor?

S'odon voci dalle tombe Van dicendo: noi siam morti


di Boyer, Chantel, Junod sol per man di crudeltà
e dan fiato a mille trombe vendicate i nostri torti
li due Bruti, Azari, Arò. figli voi di Libertà!

Informazioni

Torino, 11 gennaio 1821: quattro studenti vengono arrestati perché ostentano il berretto frigio, rosso ornato di un
fiocco nero (i colori della Carboneria). Intervengono i carabinieri (corpo fondato nel 1813 da Vittorio Emanuele I),
che avevano funzione di polizia politica. Il giorno dopo l’università viene occupata, si chiede la liberazione degli
arrestati. Divelte le pietre del cortile, costruiscono delle barricate. Il re decide di mandare i soldati che fanno
irruzione nell’università e la sgomberano. Al tiro di pietre degli studenti, il tamburo suona la carica, si menano
sciabolate, l’esercito ferisce 34 persone, anche gravemente. Si mormora che vi siano stati anche dei morti,
nascosti e portati via nottetempo dalle forze dell’ordine. L’ episodio scatena tutta una serie di moti insurrezionali. A
marzo dappertutto si vedono coccarde con i colori della carboneria, per le strade si sente gridare: “Guerra
all’Austria!”. Cominciano gli arresti di nobili liberali, molti giovani, ufficiali e studenti carbonari, vengono inviati in
esilio. E’ una repressione che durerà per oltre dieci anni.
Questo il canto, su schemi musicali settecenteschi e di autore anonimo, nato dal cuore di quegli esuli che
racchiude tutto l’odio verso la tirannia che ora li priva non solo della Patria amata ma anche degli affetti e dei
luoghi familiari. Ma dentro questo canto vive e palpita anche la speranza per le generazioni future ed un
incitamento a non scordare mai gli ideali di libertà.

I nomi citati nel testo sono quelli di vari oppositori dei governi reazionari e militaristi di Vittorio Amedeo III e del suo
successore Carlo Emanuele IV; il medico Giuseppe Chantel e l'ufficiale Francesco Junod, impiccati nel 1794, a
seguito di una congiura a Torino; il giovane avvocato Antonio "Giunio" Azari, tra gli organizzatori di un moto
rivoluzionario in Piemonte che avrebbe dovuto avere il suo centro a Pallanza, impiccato nel 1796; il medico Ignazio
Boyer, uno dei capi di un tentativo di rivoluzione repubblicana a Torino nel 1797, fucilato il 7 settembre; l'avvocato
Secondo Arò, eletto presidente della repubblica autonoma di Asti, costituitasi nell'ambito della sollevazione
generale in Piemonte che vide i "giacobini" alleati alle masse rurali esasperate dalla mancanza di grano e dal caro
prezzi, fucilato il 2 agosto.

La quarta strofa fa riferimento al soprannome di "marmotte" attribuito dai francesi ai piemontesi per la loro
sudditanza nei confronti del re, chiamato a sua volta "re delle marmotte".

Fonte

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Canzone dei bersaglieri


Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: romanesco
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/canzone-dei-bersaglieri

O vojantri bersajeri lo portate scritto in fronte


che c'avete la gamba bbona che ce date la libbertà.
fate presto a Venì a Roma,
a portacce la libbertà. Bersajeri avanti!
Prima Vittorio, poi Garibbardi,
Bersajeri avanti! bersajeri indietro,
Prima Vittorio, poi Garibardi, verso San Pietro s'ha da marcià.
bersajeri indietro,
verso San Pietro s'ha da marcià. La battuta de Porta Pia
l'hanno vinta li bersajeri,
Oh vojantri bersajeri quelli boja de li stranieri
che venite da Palermo, li volemo fucilà.
Pio IX sta all'inferno
co le gambe pell'insù. Oh vojantri bersajeri
quanno entravio a Porta Pia,
Bersajeri avanti! li zuavi scapporno via
Co Garibbardi, co' Garibbardi, co la cacca a li carzon.
bersajeri indietro,
verso San Pietro bisogna annà. Bersajeri avanti!
Prima Vittorio, poi Garibbardi,
O vojantri bersajeri bersajeri indietro,
che venite dar Piemonte, verso San Pietro dovemo annà.

Informazioni

Canto anonimo fatto come un collage di strofe, risalenti sia a prima che a dopo la breccia di Porta Pia. Le strofe si
cantano sull'aria di "Garibaldi fu ferito"...

pagina 14
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Cari signori mi son presentato


Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/cari-signori-mi-son-presentato

Cari signori mi son presentato molto di scherma si faceva insegnare


col lor silenzio ho compilato sempre più ansioso di guerreggiare.
un'acclamata tarantella
di Garibaldi porto novella. «Io sono stato sempre soldato
mai di ricchezze non ho parlato
Perciò vi prego di fare attenzione così farete miei cari figli
su questa nuova composizione ben comprendeteli i miei consigli.
spero che ognuno sarà contento
se ben comprende l'argomento. O che tripudio o che iniqua sorte
aver perduto la mia consorte
E Garibaldi da piccolino che maneggiava quell'arma fiera
lui dimostrava un talento fino contro il nemico sempre guerriera»
e tutti quelli che lo incontrava
questo bambin ognun lodava. Fece partenza per Monterotondo
per conquistarlo da cima a fondo
Giunto all'età dei quindici anni non fu la forza competente
per la marina spiegava i vanni di tutto ciò non si fece niente.
ma in breve tempo senza riparo
si fece un bravo marinaio. Fece partenza per Aspromonte
ebbe il nemico sempre di fronte
Poi da Mazzini lui fu guidato ma d'una palla a lui rivale
che lo rendeva in meglio stato il nostro eroe fu ferì mortale.

Informazioni

Reg. di R. Leydi, 1963, Ravenna, inf. Enrico Bazzoni, operaio

pagina 15
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Ch'è beddu Caribardu ca mi pari


Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: siciliano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/che-beddu-caribardu-ca-mi-pari

Ch'è beddu Caribardu ca mi pari e vinnicari a chiddi ca mureru;


san Micheluzzo arcancilu daveru, quannu talìa, Gesù Cristu pari,
la Sicilia la vinni a libbirari quannu cumanna Carlu Magnu veru.

Informazioni

Pubblicata per la prima volta nel 1931, ripresa da R. Leydi in Canti sociali italiani (1963)

pagina 16
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Ciapa Cialdini
Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: emiliano-romagnolo
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ciapa-cialdini

Ciapa Cialdini ciapa Persano se i vè Garibaldu i liga int'un fass


ciapa tot quant el Stét Magiòr lu i bota in te fù ste brüt cazzàs.

Informazioni

Emilia Romagna Reg. R. Leydi, 1963, Ravenna, inf. Gianfranco Casali detto "Pelacoc", macellaio.
Frammento del ritornello di una canzone molto lunga cantata dai garibaldini romagnoli dopo la guerra del 1866,
durante la quale il gen. Enrico Cialdini e l'ammiraglio Francesco Persano furono responsabili delle disfatte di
Custoza e Lissa (24 giugno e 20 luglio 1866).

pagina 17
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Colla testa del Gran Pio


Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: italiano
Tags: anticlericali
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/colla-testa-del-gran-pio

Colla testa del Gran Pio Sulla piazza di San Pietro


ci vogliamo giocà a pallone ci hanno messo i campanelli
ha finito di fà il birbone quell'infame d'Antonelli
lo vogliamo fucilà lo vogliamo impiccà

Informazioni

Dopo l'ingresso a Roma il 21 settembre, le truppe pontificie prigioniere sfilavano davanti ai generali italiani, mentre
i trasteverini minacciavano di linciare i gendarmi pontifici. In piazza S.Pietro ci fu uno scontro particolarmente
acceso fra i sostenitori del papa e un gruppo che cantava questa canzone, che terminò con morti e feriti da
entrambe le parti.
L'"Antonelli" citato è il cardinale Giacomo Antonelli (1806-1876) che fu l'ispiratore della politica papale. Dopo la
restaurazione del potere papale nel 1849, fu posto alla guida del neocostituito Consiglio di Stato che tenne
all'insegna di una linea conservatrice,perseguitando gli avversari politici e instaurando un regime di polizia.

Fonte: note al CD "Camicia rossa. Antologia della canzone giacobina e garibaldina", a cura di Cesare Bermani.
(Francesca)

pagina 18
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Coraggio fratelli
Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/coraggio-fratelli

Coraggio fratelli se viene i tedeschi


siam giovani e freschi paura non s'ha!

Informazioni

Riportato da Pietro Martini "Diario livornese" ed. 1961, p.161, che ne dice "Durante la notte si fece molto
schiamazzo, e si cantò a tutto spiano, imprecando ai codini e minacciando i tedeschi". Erano le giornate
direttamente precedenti l'arrivo degli oltre 10mila soldati imperiali, col duca di Modena in testa, che saranno
ricacciati indietro una prima volta da un pugno di popolani rivoluzionari (tra gli 800 ed i 1200) per entrare quindi in
Livorno grazie anche al Ricasoli, che segnalava all'artiglieria imperiale dove dirigere il tiro. Si canta sull'aria de "O
giovani ardenti" e "Diceva un codino"

pagina 19
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Curagi fiöi
Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: piemontese
Tags: anticlericali
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/curagi-fioi

Curagi fiöi Ai calava mac pij


sü e giü par la cità ad suné il campanün
l'è rivai Garibaldi e pö i eru turna
l'è rivai Garibaldi e pö i eru turna
curagi fiöi ai calava mac pij
sü e giü par la cità ad suné il campanün
l'è rivai Garibaldi e pö i eru turna
con tüti i so suldà. al tèmp 'd'l'anquisisiùn.

Informazioni

Reg. di C. Bermani, 1963, Novara, inf. Stefano Schiapparelli. Il testo, di impostazione esplicitamente anticlericale, si
riferisce al passaggio di Garibaldi a Biella con i suoi Cacciatori delle Alpi, il 16 maggio 1859.

pagina 20
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Di tutti i codini faremo uno scempio


Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/di-tutti-i-codini-faremo-uno-scempio

Di tutti i codini avranno l'esempio


faremo uno scempio che un popol tradito
Lontani e vicini si sa vendicar

Informazioni

Riportato da Pietro Martini "Diario livornese" ed. 1961, p.151, che ne dice "Ho tenuto a mente una strofa, che in
quella sera fu lodatissima, e la riscrivo per uso e consumo di quanti si piacciono far raccolta delle poesie...che la
Musa... partorì in que' tempi di gran vocìo e scampanìo senza posa". L'autore visse tutta la fase repubblicano-
rivoluzionaria livornese della primavera 1849, fino alla difesa del 10-12 maggio, all'ingresso degli Austroungarici in
città ed alle stragi successive. Non è chiaro su che aria fu cantata: l'autore accenna della "Tirolese", ma la metrica
non corrisponde. Poiché il Martini scrive qualche decennio dopo i fatti, è più probabile si tratti di "Diceva un codino"
che nella versione liberale era "O giovani ardenti", aria utilizzata numerose altre volte adattandovi i senari, versi di
facile invenzione.

pagina 21
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E a Roma a Roma
Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: italiano
Tags: anticlericali
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/e-roma-roma

E a Roma a Roma Lo butteremo in una pignatta


ci sta un papa o brutta vacca
che di soprannome buon brodo ci darà
si chiama Pio Nono
lo butteremo giù dal trono Chi siete voi?
dei papa in Roma Noi siamo piemontesi
non ne vogliamo più Voi siete vili
barbari e assassini
Lo butteremo giù dal trono Sì
dei papi in Roma No!
non ne vogliamo più
Siam valorosi garibaldini
Prima in San Pietro che anche Roma
e poi in San Paolo vogliamo liberar
e le lor teste
vogliamo far saltar Siam valorosi garibaldini
e in piazza d'armi la ghigliottina che anche Roma
e le lor teste vogliamo liberar
vogliamo far saltar
E sulle mura
E in piazza d'armi la ghigliottina di quei conventi
e le lor teste piazzeremo piazzeremo
vogliamo far saltar i nostri cannoni
e ai preti e ai frati
E a Roma a Roma quei birbantoni
suonavan le campane il buon giorno
piangevan le puttane lor lo daremo noi
gh'è mort al puttanè
lo butteremo in una pignatta E ai preti e ai frati
o brutta vacca quei bi-quei birbantoni
buon brodo ci darà il buon giorno
lor lo daremo noi

Informazioni

Registrazione di C. Bermani a Omegna (NO) nel 1963. E' un canto composito, formato da strofe di diversa origine,
non databile con precisione ma intorno al 1867-69. Nell'alto novarese divenne quasi l'inno ufficiale delle
celebrazioni del XX settembre da parte di repubblicani, socialisti e liberali fino ai primi anni del Noveceno. Ma
anche successivasmente mantenne una certa popolarità, testimoniata dal fatto che entrò a far parte del repertorio
resistenziale delle formazioni garibaldine della zona.

Fonte: note al CD "Camicia rossa. Antologia della canzone giacobina e garibaldina", a cura di Cesare Bermani.
(Francesca)

pagina 22
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E Cavour l'ha due donne


Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: piemontese
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/e-cavour-lha-due-donne

E Cavour l'ha due donne Trallallà


Bun bun bun la Venesia l'è malada
e Cavour l'ha due donne e Cavour l'è muribund
Trallallà
e Cavour l'ha due donne Dove l'ha seppel' Venesia
una sza e l'auta 'd là Bun bun bun
dove l'han seppellì Venesia
La Venesia è la più bella Trallallà
Bun bun bun dove l'han seppellì Venesia
la Venesia è la più bella sa i è nà tre pum granà
Trallallà
la Venesia è la più bella Custi pum l'à 'l foie larghe
e Cavour sa i fa l'amur Bun bun bun
custi pum l'à 'l foie larghe
La Venesia l'è malada Trallallà
Bun bun bun custi pum l'à 'l foie larghe
la Venesia l'è malada ca i fan umbra a la città

Informazioni

Raccolto a Castelnuovo Nigra da Amerigo Vigliermo. Questo canto rappresenta Cavour tra due donne, ovvero le
personificazioni di Roma e Venezia, riprendendo una diffusa iconografia risorgimentale.
Il finale è legato invece al mondo della ballata epico-lirica.

pagina 23
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E Garubaldo Si Lamenda
Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: abruzzese
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/e-garubaldo-si-lamenda

E Garubaldo si lamenda e Francischille se n'ha scappate


ca n'è poca di suldate e Vittorio è il nostro re
ariunème predde e frate
e lu furmème nu battaglion O branno andiamo alla guerra
o branno andiamo alla guerra
A li mura di Caete o branno andiamo alla guerra
e si sentiva li cannunate trionfa lariulà

Informazioni

Nella prima strofa si fa riferimento al reclutamento di un corpo di volontari (i Cacciatori delle Alpi) da parte di
Giuseppe Garibaldi in occasione della Seconda guerra di indipendenza italiana. Nella seconda si ricorda la fuga del
re Francesco II delle Due Sicilie da Gaeta.

pagina 24
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E il nostro prete che si chiama Don Luigi


Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/e-il-nostro-prete-che-si-chiama-don-luigi

E il nostro prete che si chiama Don Luigi il prete di Medicina


si chiama Don Luigi era lui che difende la causa
garibaldina.

Informazioni

Reg. di Rudy Assuntino, 1966, Medicina, Bologna, inf. una contadina locale. La strofetta ricorda uno dei numerosi
sacerdoti, tra cui Ugo Bassi e Fra' Pantaleo, che aderirono alla causa garibaldina.

pagina 25
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E lo mio damo
Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: toscano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/e-lo-mio-damo

E lo mio damo se n'è ito a Siena E gli dirò che il rosso il verde il bianco
e m'ha porto il brigidin da'due colori gli stanno bene, con la spada al fianco
Il bianco gli è la fe' che c'incatena E gli dirò che il bianco il verde il rosso
il rosso l'allegria dei nostri cori vuol dir che Italia il giogo suo l'ha scosso
ci mettero' una foglia di verbena E gli dirò che il bianco il rosso il verde
ch'io stessa alimentai di freschi umori è un terno che si gioca e non si perde

Informazioni

Sestine popolari della Val d'Elsa, risalenti al triennio unitario 1859-61

Cantate sull'aria di "E cinquecento catenelle d'oro"

pagina 26
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E quannu Garibardu s'affacciava


Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: siciliano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/e-quannu-garibardu-saffacciava

E quannu Garibardu s'affacciava E quannu lu cumannu iddu dava


cu dda cammisa russa si vidìa tuccava trumma e prima si mittìa
la truppa lu pujutu si pigghiava cu ddu cavaddu lu primu marciava
di Garibardu si un'attirruìa 'mmenzu li scupittati cci ridìa.

Informazioni

Pubblicata la prima volta nel 1882.

pagina 27
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E Roma Roma nova l'è la nostra


Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: italiano
Tags: anticlericali
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/e-roma-roma-nova-le-la-nostra

E Roma Roma nova l'è la nostra e ma chi è che se la gode


e l'è 'l più bel giardin d'Italia e preti e frati e tutte le canaglie

Informazioni

Registrato da Rudi Assuntino a Medicina (BO) nel 1966, è una strofetta risalente con ogni probabilità agli anni
intorno al 1870. "Roma nova" sta per "Roma rinnovata", come testimoniato da altre strofette risorgimentali. Fonte:
note al CD "Camicia rossa. Antologia della canzone giacobina e garibaldina", a cura di Cesare Bermani

pagina 28
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E' semo livornesi


Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: toscano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/e-semo-livornesi

E semo livornesi per corpa de' signori


dentro di noi c'è l'osso a questi traditori
viva 'r berretto rosso ni si farà vede'
viva la libbertà (rit.)

(rit.) E se triunfa E semo livornesi


la tirolese veri repubbri'ani
l'arbero livornese lo sa anco 'r Cipriani
nun ander? mai giù! se noi si sa pugna'
(rit.)
Ci semo nella rete

Informazioni

Canto popolare livornese, dapprima giacobino e quindi risorgimentale

pagina 29
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El pover Luisin
Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: lombardo
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/el-pover-luisin

Un dì per sta cuntrada Un dì piuveva, ver sira


pasava un bel fiö S’ciupavi del magun,
e un masulin del ros quand m’è rivà ‘na jetera
la trà in sul mè pugiö. cul bord de cundiziun.

E per tre mes de fila, Scriveva la surela


e squasi tüti i dì, Del pover Luisin
el pasegiava semper Che l’era mort in guera
dumà per vedem mi. De fianc al Castelin.

Vegnü el cinquantanöv, Hin già pasà tri an,


che guera desperada! le mort, el vedi pü,
E mi per sta cuntrada epür stu pover cör
Lu pü vedü a pasà. le chi ancamò per lü.

Informazioni

La guerra, seconda guerra d’indipendenza, 1859, infrange il tenero sogno di una ragazza, corteggiata da un “bel
fiö”, poi morto in guerra.

pagina 30
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Entra Cadorna
Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: romanesco
Tags: anticlericali
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/entra-cadorna

Entra Cadorna co' li cavalleggeri ritorna Garibbardi


viva l'Italia avanto o berzajeri e Pippo ha fatto tardi
entra l'Italia tutti a Porta Pia ma più ritornerà
sia quel che sia viva la libertà
Entra Cadorna in mezzo alle bandiere
Li caccialepri scappeno e er poro Pippo intona er miserere
dietro a li sampietrini preti a zuavi se ne vanno via
zanfritti e papalini quanta allegria viva la libertà
chi mai li po' fermà
Li caccialepri...
E già lassù ar Giannicolo

pagina 31
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Ero povero ma disertore


Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: italiano
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ero-povero-ma-disertore

Ero povero ma disertore Io gli risposi francamente:


E disertai dalle mie frontiere «Camminavo per la foresta
E Ferdinando l'impé-l'imperatore Quando un pensiero mi vie-mi viene in testa:
Che mi ha perseguità. Di non fare mai più il soldà».

Valli e monti ho scavalcato Caro padre, che sei già morto,


E dai gendarmi ero inseguito, E tu, madre, che vivi ancora,
Quando una sera mi addo-mi addormentai Se vuoi vedere tuo figlio alla-alla tortura,
E mi svegliai incatenà. Condannato senza ragion.

Incatenato le mani e i piedi O compagni che marciate,


E in tribunale mi hanno portato Che marciate al suon della tromba,
Ed il pretore mi ha do-mi ha domandato: Quando sarete su la-su la mia tomba
«Perché mai sei incatenà?». Griderete: pietà di me!

Informazioni

Probabilmente precedente il 1848, ma esistono diverse lezioni della Grande Guerra e della guerra di Resistenza.

E' interessante notare come il canto sia entrato a far parte del canzoniere ufficiale distribuito ai soldati durante la
Prima Guerra Mondiale. Il disertore veniva alla fine "giustamente" punito; doveva quindi servire da esempio agli
altri soldati.

(KGgB)

pagina 32
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Garibaldi fu ferito
Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: lombardo
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/garibaldi-fu-ferito

Garibaldi fu ferito coronel dei bersaglier


fu ferito in Aspromonte coronel dei bersaglier
porta scritto sulla fronte
di volersi vendicar Garibaldi fu ferito
di volersi vendicar fu ferito a una gamba
e piuttosto di cedere, strambla
Disi 'n po' oi Garibaldi e si volle vendicar
chi l'è stait che l'à ferito? e si volle vendicar
s'al è stait mio primo amico

Informazioni

Reg. di C. Bermani, 1964, Milano, inf. Paolo Castagnino "Saetta".

Una delle numerose canzoni che ebbero notevole diffusione dopo il ferimento di Garibaldi sull'Aspromonte, il 29
agosto 1862, da parte delle truppe regie.

pagina 33
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Garibaldi l'è morto l'è morto


Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/garibaldi-le-morto-le-morto

Garibaldi l'è morto l'è morto l'è vestito di terra rossa


Garibaldi non regna più Garibaldi non regna più

Informazioni

Registrata a Fornero Piana (Novara)

pagina 34
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Gigi, 'r fratello der prete


Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: toscano
Tags: anticlericali
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/gigi-r-fratello-der-prete

Gigi era n’chiesa e la messa ‘ntendeva Quelli bianchi e quelli bigi


Nel mentre che la fame lo rodeva rivò in casa e ti vidde Gigi.
Er prete dice:”siam tutti fratelli” “Sor riverendo”
Sicché Gigi pensa andare “Oh, oh disse perbacco questa ‘un la
in canoni’a a bussare ‘ntendo”.
per isfamassi
Però la serva un lo vol fare entrare “Ma forse tu Richetta l’hai invitato
a mangiare e a bere a casa mia?”.
Disse “so’ Gigi ‘r fratello der prete”. Ma lei gli disse “no, signor curato
“Non vi conosco ma sarà lo stesso ma su me non trovi appello
il prete sarà forse a mezza Messa che m’ha detto è ‘r su’ fratello”.
C’è del pane se volete “Non ci ‘ho fratelli,
c’è del vino se chiedete, levati da tre passi da’ corbelli”.
qui c’è di tutto
pane vino formaggio e der presciutto”. “Quando in chiesa predicavi
su fratelli ci chiamavi
“Per dirla giusta mi sento appetito Io avevo fame
di mangià pane vino formaggio e der Son venuto a mangiare ar tu tegame”.
presciutto”. Ma disse ‘r prete “ti metta veleno
Quando ‘r fiasco ebbe votato quello che tu hai mangiato a casa mia”
disse “ben che sono stato
che maraviglia” Ma Gigi disse “tanto il corpo è pieno”
la volle di vin santo una bottiglia. e prese l’uscio e se ne fuggì via.
Ma quel prete con la mazza
Ecco che la funzione fu finita se lo piglia te l’ammazza,
ir prete a casa se ne andò di corsa parea una berva
e riscontrando i sordi nella borsa … e dalla rabbia bacchettò la serva!

Informazioni

Sestine popolaresche maremmane. Questa stupenda canzoncina me la cantava mio nonno Cecco (Francesco)
Francini di Castel del Piano (GR). E' mancato a Genova nel 1965 ma io la rammento quando me la cantava negli
anni cinquanta; il suo bell'accento maremmano rendeva fluide e melodiose le strofe. Mi piacerebbe risentirle da
chi, con l'Amiata nel cuore, riesce ad esprimere la magia di quella musicalità. Io sono ormai un "vecchio" (62
anni) attore dialettale genovese che proprio per questo apprezza e plaude ai nostri dialetti che riescono a rendere
una frase, immagine e musica assieme, con un filo di nostalgia, arguzia, e voglia di sopravvivere. Vi ringrazio per
avermi fatto rivivere una vecchia emozione.

(giorgio oddone)

giorgio.oddone@libero.it

pagina 35
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Giovanottino dalla pupilla nera


di Domenico Carbone
Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/giovanottino-dalla-pupilla-nera

Giovanottino dalla pupilla nera è il mio destino.


sai dirmi tu il color della tua bandiera? Firenze è bella e Napoli italiana
Il color della mia bandiera copri le porte è nata in tutta Italia
è bianco, rosso e 'l gelsomino se vuoi sapere son nato a monte al piano
e l'Italia intrepido son italian sono italiano.

Informazioni

Versione frammentaria di Sono italiano; reg. di C. Bermani, Mimmo Boninelli e Sandra Boninelli, 1978, Cortenuova,
Bergamo, inf. Luigi Venturelli, muratore e operaio, e Alessandro Gesti, carpentiere.

pagina 36
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Gone to weave by steam


Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: inglese
Tags: lavoro/capitale, filanda
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/gone-weave-steam

Come all you cotton weavers, If you go into a loom-shop


your looms you may pull down; where there’s three or four pair of looms,
you must get employed in factories, they are all standing empty,
in country or in town, encumbrances of the rooms;
for our cotton masters have found out and if you ask the reason why,
a wonderful new scheme, the old mother will tell you plain,
these calico goods now wove by hand my daughters have forsaken them,
they’re going to weave by steam... and gone to weave by steam...

Informazioni

Con l'invenzione del telaio a vapore le tessitrici che sino ad allora lavoravano in casa con telai meccanici "a mano",
si ritrovarono tagliate fuori dalle grandi manifatture tessile, che reclutavano giovani donne e pagavano salari bassi.
Questa è la canzone di protesta delle tessitrici.

pagina 37
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Guantanamera
Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: spagnolo/castigliano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/guantanamera

Yo soy un hombre sincero Guantanamera, guajira guantanamera..


de donde crece la palma
Yo soy un hombre sincero Y para el cruel que me arranca
de donde crece la palma el corazón con que vivo,
y antes morir me quiero Y para el cruel que me arranca
echar mi versos del alma. el corazón con que vivo,
cardos ni ortigas cultivo:
Guantanamera, guajira guantanamera cultivo la rosa blanca
Guantanamera, guajira guantanamera
Guantanamera, guajira guantanamera..

My verso es de un verde claro Yo sé de un pensar profundo


y de un carmín encendido, entres la pena sin nombre:
My verso es de un verde claro Yo sé de un pensar profundo
y de un carmín encendido, entres la pena sin nombre:
my verso es un cervo herido la esclavitud de los hombres
que busca en el monte amparo es la gran pena del mundo

Guantanamera, guajira guantanamera.. Guantanamera, guajira guantanamera..

Cultivo la rosa blanca, Con los pobres de la tierra


en julio come en enero Quiero yo mi suerte echar.
Cultivo la rosa blanca, Con los pobres de la tierra
en julio come en enero Quiero yo mi suerte echar,
para el amigo sincero El arroyo de la sierra
que me da su mano franca Me complace más que el mar.
Guantanamera, guajira guantanamera..

pagina 38
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Guarda, Napoleone, quello che fai


Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/guarda-napoleone-quello-che-fai

Guarda, Napoleone, quello che fai: della vecchiaia che te ne farai?


la meglio gioventù tutta la vuoi
e le ragazze te le friggerai. Quando Napoleon mosse battaglia
fece tremar d'ogni albero la foglia,
Napoleone, fa le cose giuste, cannonate tirava di mitraglia.
falla la costrizion delle ragazze,
piglia le belle e lascia star le brutte. Napoleon, non ti stimar guerriero,
a Mosca lo trovasti l'osso duro,
Napoleone, te ne pentirai, all'isola dell'Elba prigioniero.
la meglio gioventù tutta la vuoi,

pagina 39
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Guerra guerra
Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/guerra-guerra

Guerra guerra che ci invita alla riva del mar


guerra guerra che ci invita alla riva del mar
guerra guerra che ci invita alla riva del mar
alla guerra ci aspetta che ci invita alla riva del mar
alla guerra ci aspetta che ci invita alla riva del mar
salita del cannone la riva del mar
gridasti vendetta la riva del mar
gridasti vendetta la riva del mar.
gridasti vendetta
------------------------------------
Guarda là in fondo ma che oscurità
guarda là in fondo ma che oscurità Andiamo tutti
andiamo tutti
Pian pianino andiamo tutti
se vado via a mangiare
con la speranza a mangiare
de ritornar e a bevér
e pian pianino Andiamo tutti
se vado via andiamo tutti
con la speranza andiamo tutti
de ritornar a mangiare
e de ritornar a mangiare
de ritornar e a bevér

Donne d'Italia Compreso l'ordine


leone dei sette pugnali dobbiamo mettere
ai nostri figli invocan te del vino più giovane
e per l'Italia si beverà
ed il valor si beverà
ed il valor si beverà
ed il valor
ed il valor Alle quattro
alle cinque
Piazza d'armi la ghigliottina d'un bel colpetto
le due teste si devono tagliar vino bianco e ver moscato
piazza d'armi la ghigliottina del più fino e buon mercato
le due teste si devono tagliar noi siam cortesi alle bandiere
e ci darem quel che ci dà
Cosa diresti voi alter milanesi noi siam cortesi alle bandiere
se questi due son due assassini e ci darem quel che ci dà
no no noi siam cortesi alle bandiere
son due bravi garibaldini e ci darem quel che ci dà
Venesia e Roma vogliamo liberar e ci darem quel che ci dà
son due bravi garinaldini
Venezia e Roma vogliamo liberar Guarda là in fondo ma che oscurità
guarda là in fondo ma che oscurità
Forsa dunque
forza dunque fratelli e compagni Ora è tardi nell'amor
giù le trombe ora è tardi nell'amor
giù le trombe la squilla ci chiama vennerà quel gior di sera
e la parola sarà "Italia e Roma" vennerà quel gior di sera
che ci invita alla riva del mar spunta il sol allegrinar
e la parola sarà "Italia e Roma" sì sì spunta il sol allegrinar.

pagina 40
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Informazioni

I testi riportati rappresentano due parti distinte di un "risotto" (termine con il quale si indica in Lombardia una
sequenza di canti diversi) cantate come un unico brano dagli informatori.
La prima parte contiene un riferimento all'esecuzione, mediante decapitazione, dei due garibaldini romani
Giuseppe Monti e Gaetano Tognetti che avrebbero dovuto preparare, il 22 ottobre 1867, l'insurrezione di Roma in
appoggio all'azione delle truppe garibaldine ma che, dopo la sconfitta di Garibaldi a Mentana e il fallimento
dell'insurrezione, vennero arrestati e condannati a morte.

pagina 41
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I Piemontesi son partiti


Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: veneto
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/i-piemontesi-son-partiti

I Piemontesi son partiti I Piemontesi coi suoi bafi


con la piva nel suo caso, j è 'na manega de mati birbanti,
Carlo Alberto è un gran macaco i coparemo tuti quanti,
Ch'el vogliamo fusilar. i metaremo soto i pié.

pagina 42
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I tedeschi par Ravenna


Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: emiliano-romagnolo
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/i-tedeschi-par-ravenna

I tedeschi par Ravenna I tedeschi batte i tacchi


chi s'met a fer i bul va dalla Mora va dalla Mora
con i baffi di Radeschi i tedeschi batte i tacchi
ci vogliam stoppare il cul. va dalla Mora tör e' tabach.

Trallallà la la la le ra Trallallà la la la le ra
tri bö e una vaca al fà do pèra tri bö e una vaca al fà do pèra
trallallà larallallà trallallà larallallà
lallallara lallerululà. lallallara lallerululà.

Informazioni

Reg. di R. Leydi, 1963, Ravenna, inf. Gianfranco Casali, detto "Pelacoc", macellaio. La Mora era una tabaccaia di
Ravenna.

pagina 43
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Il cantastorie del tardo settecento


Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-cantastorie-del-tardo-settecento

Omini e donne, arriva il cantastorie A Genova vi dico hanno bruciato


Ch’ha tante cose a voi da raccontare Il libro dell’antica nobiltà
Canto la povertà canto le glorie Nella piazza un albero hanno alzato
Di chi lavora e soffre per campare L’albero nuovo delle libertà

Li mille ed ottocento s’avvicina A Genova è repubblica, ascoltate


La fame abbiam dipinta sulla faccia Che Bonaparte grande condottiero
Regnanti e dinastie vanno in rovina La Francia, Europa e Italia ha liberato
Dovunque stanno, il popolo li scaccia E dice cose nove, se è sincero!

Informazioni

Raccolta da Ezio Cupone, del Canzoniere di Sesto S.Giovanni.

pagina 44
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Il creatore e il suo mondo


di Giuseppe Giusti
Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: italiano
Tags: anticlericali
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-creatore-e-il-suo-mondo

Messer Domine Iddio dopo tant'anni gli hanno il capo le mani e i piè legati
mostra pietà dei nostri lunghi affanni i potentati
aperto su nel cielo un finestrino
fe' capolino E con un filo a vicenda se lo girano
lo voltano lo piegano e lo aggirano
E con un colpo d'occhio da maestro e il popolo ignorante tutto vede
scorse il lato sinistro e il lato destro eppur ci crede
restò confuso e si rivolse a Pietro
che aveva dietro Guarda quei corvi neri appollaiati
che van gridando contro gli altrui peccati
E disse O Pietro o ch'io non son più Dio minacciando ruine e distruzioni
o che è venuto men l'ingegno mio come i padroni
affacciate e rimira l'universo
a tempo perso E poi ... se senti i frati
è Dio che li castiga dai peccati
E Pietro messo il capo al finestrino tutto s'addossa sulle spalle mie
disse Signor cos'è quel burattino anche le spie
che in Roma vedo di gran pompa
ornato e imbavagliato E Pietro allor Signor non v'affliggete
di tanti mali la cagion non siete
E sorridendo a lui disse il Signore sono i principi i frati i preti il papa
ah Pietro Pietro è il tuo gran successore teste di rapa.

Informazioni

Da: Leoncarlo Settimelli, L'ammazzapreti Canti satirici anticlericali, LP La Nuova Sinistra - Ed. Savelli LP 001

Da "La musica dell'altra Italia", sito non più online.

pagina 45
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Il garibaldino
Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: lombardo
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-garibaldino

L'oi bella va in giardino Mi son vegnù da Roma


e la si addormentò per dir chi ho massà
L'oi bella va in giardino Mi son vegnù da Roma
e la si addormentò (2) per dir chi ho massà (2)

Traverso il suo giardino E quel chi i massato


passò d'un cavalier com'erelo vestì
Traverso il suo giardino E quel chi i massato
passò d'un cavalier (2) com'erelo vestì (2)

La despicà 'na rosa L'era vestì di rosso


e ghe l'ha messa in sen col capelin turchin
La despicà 'na rosa L'era vestì di rosso
e ghe l'ha messa in sen (2) col capelin turchin (2)

La rosa l'era fresca E quel che i massato


l'oi bella si svegliò l'era il mio primo amor
La rosa l'era fresca E quel che i massato
l'oi bella si svegliò (2) l'era il mio primo amor (2)

Sassin d'un cavaliere E non star pianger bella


com'è la ca si chi che il primo amor son mi
Sassin d'un cavaliere E non star pianger bella
com'è la ca si chi (2) che il primo amor son mi (2)

Informazioni

Un canto che fonde un tema tipico della ballata epico-lirica con gli eventi storici.
Reg. di Gianni Bosio, 1965, Villa Garibaldi, Roncoferraro, Mantova.

pagina 46
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Inno dei socialisti còrsi


Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/inno-dei-socialisti-corsi

Prodi figli della Corsica Era Cristo un Socialista


valorosi di ogni età e morìa per l’altrui ben;
Socialisti democratici nacque figlio di un artista
risorgete a libertà nella stalla, sovra il fien.
Proclamate il socialismo Disse al ricco “Maledetto
che fratelli in Dio ci fa sarà l’oro il tuo velen;
e del ricco l’egoismo Va’! Nei regni dell’eletto
fulminato perirà non godrai l’eterno ben”

Informazioni

Composto da Luigia Piras, esule sardo-piemontese ad Ajaccio, è il primo canto socialista in lingua italiana, ma
rivolto ai còrsi all'epoca della rivoluzione socialista parigina del 1848, quando in Italia solo pochissimi epigoni di
Filippo Buonarroti parlavano di socialismo.

Si canta sull'aria di "Benedetta la repubblica", canto giacobino di primo Ottocento, ripreso dai partigiani
repubblicani ravennati. Lo spartito è reperibile nel volume di Nunzia Manicardi, Storia d'Italia nel canto popolare,
Forni ed., Bologna 1996, p.243

pagina 47
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Inno dell'albero
Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/inno-dellalbero

Or che innalzato è l'albero, ma suddito alla legge,


s'abbassino i tiranni è il popolo che regge
dai suoi superbi scanni sovrano ei sol sarà.
scenda la nobiltà.
Un dolce amor di patria...
Un dolce amor di patria
s'accenda in questi lidi Duri implacabili odio
formiam comuni i gridi: ai feudi, alle corone
viva la libertà! e sempre la Nazione
libera resterà.
L'indegno aristocratico
Non osi alzar la testa Un dolce amor di patria...
se l'alza, allor la festa
tragica si farà. Sul torbido Danubio
penda l'austriaca spada
Un dolce amor di patria... nell'itala contrada
mai più Iampeggerà.
Reso uguale e libero,
Un dolce amor di patria...

pagina 48
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Io vorrei che a Metternicche


(1847)
Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: toscano
Tags: satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/io-vorrei-che-metternicche

io vorrei che a Metternicche io vorrei che a Metternicche


gli tagliasser le basette gli tagliasser le budelle
vorrei farne le spazzette vorrei farci le bretelle
per le scarpe del su’ re pel vestito del su’ re

io vorrei che a Metternicche io vorrei che a Metternicche


gli tagliassero la testa gli tagliassero i coglioni
vorrei farne una gran festa vorrei farne du’ bottoni
nel giardino del su’ re per la giubba del su’ re

io vorrei che a Metternicche io vorrei che a Metternicche


gli tagliassero le gambe gli tagliassero l’uccello
vorrei farcene du’ stanghe pe’ infilallo sur cappello
pel carretto del su’ re coi pennacchi del su’ re.

Informazioni

Io vorrei che a Metternicche... dove Metternicche sta per Klemens Wanzel Lothar, principe di Metternich-
Winneburg, uomo politico austriaco di origine tedesca, uomo simbolo della Restaurazione, della Santa Alleanza,
della reazione europea e dell'oppressione austriaca sull'Italia.
A partire dal 1847, si inventarono sempre nuove quartine, sempre più beffarde e cruente, che accompagneranno e
scandiranno, di lì a breve, le marce dei volontari verso i campi di battaglia della prima guerra d'indipendenza.

(http://recensione.blogspot.com/2010/11/parole-e-musica-del-risorgimento-di.html)

pagina 49
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Italiani son stai vincitori


Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/italiani-son-stai-vincitori

Italiani son stai vincitori Evviva il sangue chi lo ha versato


si hanno vinto ma tutte le guerre, evviva la bandiera dei tricolor
i francesi han perso le guerre
nel sentire le bombe a sparar. Viva Italia Italia Garibaldi
l'è sempre stata la vincitor,
Si si gridavano all'armi all'armi viva Italia Italia Garibaldi
si si gridavano all'armi al sangue l'è sempre stata la vincitor.
al mio sangue allo stranier

Informazioni

Informatrice: Palma Faccheti

Insieme di quattro strofe su arie diverse, la prima in particolare rimanda alla melodia de Il tragico affondamento
del Sirio.

pagina 50
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L'abolition des privilèges


(1789)
Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: francese
Tags: rivoluzione francese
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/labolition-des-privileges

Enfans d'un vrai peuple de frères Des plus grands héros citoyens ! (bis)
Gouverné par les mêmes lois,
Sous l'empire heureux des lumières Jamais l'infâme despotisme
Jouissez tous des mêmes droits : N'osera souiller nos regards.
Non, la liberté n'est qu'un piège. Comme aujourd'hui si le civisme
Par l'avare orgueil apprêté, Brille toujours dans nos remparts ;
Tant que le mot de privilège Songeons qu'il conserve et féconde
Blesse la sainte égalité. (bis) Le bien, sans lui trop incertain,
Que pour le bonheur de ce monde
Amour sacré de la partie, Peut enfanter l'esprit humain. (bis)
Vertu la plus chère aux grands cœurs,
Tu fais, dans une âme flétrie, Ce monde entier qui nous contemple
Naître les plus nobles ardeurs : Brûle ici de nous imiter ;
Ces êtres, esclaves vulgaires L'honneur de lui donner l'exemple
Des préjugés et des abus, Est bien fait pour nous exalter :
Aussitôt que tu les éclaires, Prouvons-lui que de l'esclavage
Deviennent des Fabricius. (bis) Qu'il voit à nos pieds abattu,
Qui triomphe par le courage
Oui, je l'ai vu ce grand miracle S'en préserve par la vertu. (bis)
Ici s'opérer à mes yeux : Que notre accord inébranlable
Qu'il est bien digne spectacle Offre, législateurs unis,
De frapper le regard des dieux ! Une barrière insurmontable
O nuit d'immortelle mémoire, Aux efforts de nos ennemis :
Nuit que consacre notre amour, Contre eux, d'une ardeur peu commune,
Tu dois aux fastes de l'histoire Que chaque orateur transporté
L'emporter sur le plus beau jour. (bis) Lance du haut de la tribune
Les foudres de la vérité. (bis)
Dans cet auguste aréopage
Soudain se lèvent les vertus ; Sages, que la France rassemble
A l'instant le combat s'engage Pour concourir à son salut,
Contre les antiques abus : Unissez vos moyens ensemble,
Pour avoir part à la victoire, N'ayez jamais qu'un même but :
Développant tous ses moyens, Aux principes toujours fidèles,
Chacun n'aspire qu'à la gloire Tous n'ayez jamais qu'un seul cœur ;
Voilà les bases éternelles
De sa gloire et de son bonheur. (bis)

Informazioni

Nella notte del 4 agosto Nel 1789, l'Assemblea Costituente votò per abolire i privilegi, i diritti feudali e la decima.
Questi privilegi erano diritti ereditari e il simbolo di appartenenza alla nobiltà.Fu un gesto necessario poiché la
Convenzione aveva bisogno del massimo sostegno possibile da parte dei contadini che li subivano. Ci vollero quasi
quattro anni dopo la data simbolica del 4 agosto prima che fossero finalmente aboliti.
Il primo versetto della seconda strofa si trova così com'è nella Marsigliese.

Sulla melodia della canzone Avec les jeux dans le village (1781)

pagina 51
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L'addio del volontario


(1848)
di Carlo Alberto Bosi
Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/laddio-del-volontario

Addio, mia bella, addio, io vado in Lombardia


l'armata se ne va; incontro all'oppressor.
se non partissi anch'io
sarebbe una viltà ! Saran tremende l'ire,
Grande il morir sarà !
Non pianger, mio tesoro, Si mora: è un bel morire
forse ritornerò; morir per la libertà
ma se in battaglia io moro,
in ciel ti rivedrò. Tra quanti moriranno
forse ancor io morrò;
La spada, le pistole, non ti pigliare affanno,
lo schioppo l'ho con me; da vile non cadrò.
allo spuntar del sole
io partirò da te. Se più del tuo diletto
tu non udrai parlar,
Il sacco è preparato, perito di moschetto
sull'omero mi sta; per lui non sospirar.
son uomo e son soldato;
viva la libertà ! Io non ti lascio sola,
ti resta un figlio ancor;
Non è fraterna guerra nel figlio ti consola,
la guerra ch'io farò nel figlio dell'amor.
dall'italiana terra
l'estraneo caccerò. Squilla la tromba
l'armata se ne va:
L'antica tirannia un bacio al figlio mio;
grava l'Italia ancor viva la libertà !

Informazioni

Questa canzone fu scritta da alcuni volontari del battaglione toscano studentesco (Università di Pisa e Siena) che
partirono per respingere l'invasione austriaca lasciando i libri e imbracciando i fucili, a Curtatone e Montanara il 28
e 29 maggio. Per quanto poco romantico possa sembrare è il primo esempio di coscienza popolare italiana, dove
una classe medioborghese parte per il fronte (prima linea) professori e studenti accanto.
Di questi (erano poco più di trecento) ne tornarono una manciata, per poi vedere la Toscana cadere nel 1849 con
la presa di Livorno (16 maggio), operata dal Granduca che vendette tutto il Granducato per un milione di
Svanziche.

pagina 52
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L'aristocratie en déroute
(1790)
Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: francese
Tags: rivoluzione francese
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/laristocratie-en-deroute

Ah ! v'là qu'est fait, v'là qu'est fait, v'là Ah ! v'là qu'est fait, v'là qu'est fait, v'là
qu'est fait, qu'est fait,
On peut maintenant répéter sans cesses L'aristocratie a fait son paquet !
Ah ! v'là qu'est fait, v'là qu'est fait, v'là
qu'est fait, Quoi, dans leurs petits conciles secrets
L'aristocratie a fait son paquet ! Ils n'ont donc pu faire que du brouet !
Ah ! v'là qu'est fait, v'là qu'est fait, v'là
Baron, marquis, tout es stupéfait qu'est fait,
Le ci-devant Comte est presque muet Et ce financier bien gros, bien replet
Ah ! v'là qu'est fait, v'là qu'est fait, v'là Qui ne valait pas ce qu'il avalait
qu'est fait, A vu fondre sa graisse
Oui faisons bien voir a ce prestolet Avec le fond de son gousset
Qu'un bon citoyen n'est pas un valet
Quel miracle, la comtesse Ah ! v'là qu'est fait, v'là qu'est fait, v'là
A perdu jusqu'au caquet qu'est fait,
On peut maintenant répéter sans cesse
Ah ! v'là qu'est fait, v'là qu'est fait, v'là Ah ! v'là qu'est fait, v'là qu'est fait, v'là
qu'est fait, qu'est fait,
On peut maintenant répéter sans cesses L'aristocratie a fait son paquet !
Ah ! v'là qu'est fait, v'là qu'est fait, v'là
qu'est fait, L'aristocratie en soi-même espérait
L'aristocratie a fait son paquet ! Que le Champ-de-Mars du poivre chierait
Mais v'là qu'est fait, mais v'là qu'est fait,
Docteurs de Sorbonne avec leurs bonnets mais v'là qu'est fait
Croyaient pouvoir seuls jouer du toupet Alors comme au feu chacun y courait
Mais v'là qu'est fait, mais v'là qu'est fait, Chargeait piochait, il tirait, brouettait
mais v'là qu'est fait Avec si grande vitesse
Ce petit abbé Damaret Qu'on peut chanter ce couplet
Qui d'un air fripon, qui d'un air coquet
Dansait forces contredanses Ah ! v'là qu'est fait, v'là qu'est fait, v'là
Est réduit au menuet qu'est fait,
On peut maintenant répéter sans cesses
Ah ! v'là qu'est fait, v'là qu'est fait, v'là Ah ! v'là qu'est fait, v'là qu'est fait, v'là
qu'est fait, qu'est fait,
A tous les abbés nous donnons vacances L'aristocratie a fait son paquet !

Informazioni

Sulla melodia di Ça ira

pagina 53
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La bersagliera dell'artigiano
Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-bersagliera-dellartigiano

1) Bella Italia a nuova vita 3) Tutti uniti in un sol patto


risorgesti e non invano siamo alfine il volle Iddio
sappi alfin che l'artigiano regni il giusto e cada il rio
t'ama sempre e t'amerà e ciascun t'esalterà!
(rit.) larallarallallera
di lavoro abbisogniamo (2 vv.) (rit.)
d'istruzione e libertà
4) Non vogliam l'altrui sostanze
2) Tra l'incudine e il martello ma giustizia e libertade
il tuo nome augusto e santo che la nostra civiltade
esaltiamo, ergiamo un canto non ci astringa a tal viltà
alla tua prosperità
(rit.)
(rit.)

Informazioni

Canto progressista, ancorché legalista, di fine Ottocento; testimonianza della mobilitazione, anche sul piano
emblematico-canoro, delle classi medie, di fronte all'attività di proletari, anarchici prima e socialisti poi, nel
crogiolo risorgimentale postunitario. Sull'aria della Fanfara dei Bersaglieri.

pagina 54
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La Carmagnola livornese
Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: toscano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-carmagnola-livornese

Madame Verteau avez promis Voartri Nizzardi chiamar li Francé


de faire corgée tout Paris facer la gambetta alli piemonté

Non so la carmagnola Non so la carmagnola


vive le so' vive le so' vive le so' vive le so'
dican no di cannò dican no di cannò

Madame Toilette avez resolu Marsiià Paris Tolon


E non fait tonner sor cou Sanculotto scarpusciò
Non so la carmagnola
vive le so' vive le so' Non so la carmagnola
dican no di cannò vive le so' vive le so'
dican no di cannò

Informazioni

All'Archivio di Stato di Livorno - nelle carte riservate della polizia - sono stati ritrovati degli interrogatori fatti nel
1794 a quattro giovani arrestati con l'accusa di aver cantato canzoni rivoluzionarie all'Osteria dei Greci. Erano un
garzone di macellaio, e tre manovali non qualificati ("disponibili al bisogno di chi li paga", scriveva il poliziotto che li
interroga). Con le domande e risposte degli accusati, appaiono i testi delle canzoni. Ecco tra l'altro che cosa
cantavano, questi quattro operai analfabeti, che aspettavano dalla Francia, dove tagliavan la testa a nobili e a
padroni, la vendetta delle proprie sofferenze. Il verbale di polizia ci fornisce una sublime sequenza che fa diventare
Maria Antonietta (Marie Antoinette, regina di Francia)... Madame Toilette, ossia la Signora Gabinetto. Insomma a
Parigi perdé la testa, a Livorno la presero per il culo... (Pardo Fornaciari)

pagina 55
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La carmagnole
Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: francese
Tags: rivoluzione francese
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-carmagnole

Madam’ Veto avait promis (bis) Ne faisons pas de quartier.


De faire égorger tout Paris (bis)
Mais son coup a manqué Antoinette avait résolu (bis)
Grâce à nos canonniers. De nous faire tomber sur le cul (bis)
mais son coup a manqué,
Refrain: Ne faisons pas de quartier.
Dansons la Carmagnole
Vive le son (bis) Refrain
Dansons la Carmagnole
Vive le son du canon ! Amis, restons unis (bis)
Dansons la Carmagnole Ne craignons pas nos ennemis (bis)
Vive le son (bis) S’ils viennent nous attaquer,
Dansons la Carmagnole Nous les ferons sauter.
Vive le son du canon !
Ah ! ça ira, ça ira, ça ira Refrain
Les aristocrat’s à la lanterne
Ah ! ça ira, ça ira, ça ira Oui, nous nous souviendrons toujours (bis)
Les aristocrat’s on les pendra Des sans-culottes des faubourgs (bis)
Monsieur Veto avait promis (bis) A leur santé buvons,
D’être fidèle à son pays (bis) Vivent ces francs lurons.
Mais il y a manqué,
Refrain

Informazioni

Canto rivoluzionario dei sanculotti.

Il re e la regina son chiamati "Veto" per il diritto di veto di cui Luigi Capeto abusava nei confronti dei provvedimenti
dell'Assemblea Costituente. L'accenno al tradimento richiama la fuga di Varennes, che fini'miseramente grazie a
un ragazzino che aiutò il re a risalire in carrozza dopo una sosta ad una taverna. Il re per ringraziarlo gli dette un
luigi d'oro, il bimbo riconobbe nell'incisione sulla moneta che riproduceva il suo profilo, e da lì, il re perse la testa...
(Pardo Fornaciari)

pagina 56
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La dalha
(1789)
Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: occitano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-dalha

Mai de mila ans nos fa Al terç-estat disem :


Que lo pople de França Vos cal butar del col
Pels nobles e los grands Que nos ajuda lo rei
Susa tot ço que sap E dieu dins sa massada
Sans jamai dire rès Lo tropel tranquilet
Sens gès de remostrança Es enrabiat a mort
Lo poble que fa tot
Pot pay levar lo cap ! Mai de mila ans nos fa
Vesem veni l’auratge
Mai de mila ans nos fa Misera e poirider
Que senhonets e fraires Qu’ei la lei deu poder
Nos apèlan vilèn, manan e roturier Davant aquets mossurs
Avem dreit al molin Que cal lhevar la dalha
Al camp e a la caça Lo tropel tranquilet
Volem tot ço que cal Es enrabiat a mort
Al grand libre terrier !
Mes de mila ans que hè
Mai de mila ans nos fa Que lo pople de França
Vesem veni l’auratge Lo tropeth tranquilot
Qu’ei enrabiat a mort

Informazioni

Canto del dipartimento francese dell' Ariège (Midi-Pirenei) che illustra le condizioni di vita dei contadini oppressi
dalla nobiltà e dal clero, ma che incita anche alla rivolta... impugnando la falce ("dalha" in occitano significa
appunto falce).

Comunicata da i Lo cor de la plana (Marsiglia), nel corso di un laboratorio sui canti rivoluzionari marsigliesi, nel
novembre 2013 a Torino,

pagina 57
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La guillotine permanente
(1793)
Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: francese
Tags: rivoluzione francese
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-guillotine-permanente

Le député Guillotin De la France on a chassé


Dans la médecine La noble vermine
Très expert et très malin On a tout rasé, cassé
Fit une machine Et mis tout en ruine
Pour purger le corps français Mais de noble on a gardé
De tous les gens à projets De mourir le cou tranché
C'est la guillotine, ô gué Par la guillotine, ô gué
C'est la guillotine ! Par la guillotine !

Pour punir la trahison Messieurs les nobles mutins


La haute rapine Dont chacun s'échine
Ces amateurs de blasons Souffrant par des efforts vains
Ces gens qu'on devine La guerre intestine
Voilà pour qui l'on a fait Si nous vous prenons vraiment
Ce dont on connaît l'effet Vous mourrez très noblement
C'est la guillotine, ô gué A la guillotine, ô gué
C'est la guillotine ! A la guillotine

A force de compléter Le dix nous a procuré


La horde mutine Besogne de reste
A gagné sans y penser Les traîtres ont abondé
Migraine malice C'est pis qu'une peste
Pour guérir ces messieurs-là Comme on n'en veut pas manquer
Un jour on les mènera On punit sans déplanter
A la guillotine, ô gué La machine reste, ô gué
A la guillotine ! La machine reste !

Informazioni

Sulla melodia di Si le roi m' avait donné , canzone risalente al 1550 circa.

pagina 58
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La madre abbandonata in cerca del suo Achille


Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-madre-abbandonata-cerca-del-suo-achille

Addio o forlivesi quel pann che porti indosso


ci rivedremo un dì dove tu l'hai comprà?
se arrivo andare a Roma
non torno più a Forlì Non voglio dir bugie
voglio dire la verità
Scriverò una letterina a un generale sul campo
diretta alla mia mammà che noi abbiam spoglià
che suo figlio Achille
si trova in campo ammalà E lei si mise a piangere
a piangere e sospirar
Attacca i suoi cavalli Povero il mio Achille
la prende anche il fucil dove me l'hanno ammazzà?
e la si mette in strada
come un garibaldin Dimmi o contadino
sapresti voi insegnar
Quando fu a metà strada la tomba del Cantoni
incontra un contadin in dove la ci stà?
era vestito di panno
di panno del più fin Andate un po' più avanti
là c'è un alberin
Dimmi o contadino la tomba del Cantoni
dimmi la verità là ci sarà vicin.

Informazioni

Reg. di C. Bermani, 1979, Sesto S. Giovanni, inf. Carmen Pelucchi.


La canzone è ispirata alla morte del maggiore Achille Cantoni, giovane volontario di Forlì, definito da Garibaldi
"figlio prediletto delle Romagne", ucciso dai francesi a Mentana.
Cantoni era con Garibaldi sin dai tempi della Repubblica romana, dove era stato ferito il 30 aprile nella battaglia
contro i Francesi, e il 3 giugno 1849, e dopo essere finito in un ospedale nemico era stato lasciato libero dopo la
caduta della Repubblica romana.
Racconta Garibaldi nel suo Cantoni il volontario, romanzo storico pubblicato nel 1870, come il giovane forlivese
fosse stato sin dall'inizio seguito dalla sua compagna Ida che aveva allora quattordici anni e che "vestita da uomo
seguiva così Cantoni alla coda della colonna".

pagina 59
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La maldicion de Malinche
Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: spagnolo/castigliano
Tags: antimperialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-maldicion-de-malinche

Del mar los vieron llegar trescientos años esclavos...


mis hermanos emplumados
eran los hombres barbados Se nos quedó el maleficio
de la profecia esperada. de brindar al extranjero
nuestra fe, nuestra cultura,
Se oyó la voz del monarca nuestro pan, nuestro dinero.
de que el Dios había llegado
y les abrimos la puerta Y les seguimos cambiando oro
por temor a lo ignorado. por cuentas de vidrio
y damos nuestras riquezas
Iban montados en bestias por sus espejos con brillo.
como demonios del mal
iban con fuego en las manos Hoy, en pleno siglo veinte,
y cubiertos de metal. nos siguen llegando rubios
y les abrimos la casa
Solo el valor de unos cuantos y los llamamos amigos.
les opuso resistencia
y al mirar correr la sangre Pero si llega cansado un indio
se llenaron de vergüenza. de andar la sierra
lo humillamos y lo vemos
Porque los Dioses ni comen como extraño por su tierra.
ni gozan con lo robado
y cuando nos dimos cuenta Tu, hipócrita que te muestras
ya todo estaba acabado. humilde ante el extranjero
pero te vuelves soberbio
Y en este error entregamos con tus hermanos del pueblo.
la grandeza del pasado Oh, maldición de Malinche,
y en este error nos quedamos enfermedad del presente,
cuándo dejaras mi tierra,
cuándo harás libre a mi gente.

Informazioni

Hernán Cortés e i suoi 500 soldati pidocchiosi misero a ferro e fuoco il centro America e nel 1521 annientarono
l'impero azteca. Oggi in Messico l'espressione "maledizione di Malinche", o "malinchismo", sta a significare la
soggezione degli interessi nazionale a quelli del capitale straniero, soprattutto nord-americano.
paoletta51@gmail.com

pagina 60
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La Maria Antonia
di F. Dall'Ongaro
Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-maria-antonia

GRANDUCHESSA: e risarcir le fionde


Il dì ch'io tornerò ai difensori
ne' mi' paesi dell'onor toscano
mi rivedran or fasceran
ne' mie' sembianti veri le margini profonde
Vo'colle trecce ai volontari
delle livornesi del lombardo piano
farmi le materassa
e gli origlieri Ma voi non ci godrete
Sopra il trofeo ore tranquille
dei miei diritti offesi vi pungeranno, altezza,
avrò sogni più dolci al par di spille
e lusinghieri
Addio Livorno,
Io le farò tosar addio paterne mura
da' mi' croati forse mai più
come barboni non vi potrò vedere
'un furon mai tosati i miei parenti
sono in sepoltura
POPOLANA: e lo mio damo
Altezza queste trecce è sotto alle bandiere
o nere o bionde io vado a seguitare
l'abbiam già tronche alla ventura
noi di propria mano un’arma in mano
per tender l'archi anch’io la so tenere.

Informazioni

Scritto da F.Dall'Ongaro, ricorda il benevolo e materno affetto di Maria Antonietta seconda moglie di Leopoldo di
Lorena detto Canapone, granduca di Toscana, che, emula della prozia che voleva che ci era senza pane si
comprasse brioches, secondo l'opinione personale di Dell'Ongaro (non sostenuta da alcuna prova) avrebbe
immaginato di vendicarsi sulle donne di Livorno per la perdita del potere, tra l'autunno del '48 e la primavera del
'49.

pagina 61
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La mitraglia de'nostri cannoni


Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-mitraglia-denostri-cannoni

La mitraglia de'nostri cannoni una pioggia di fuoco sarà.


le cartucce de'nostri moschetti
sugli odiati codini birboni Barricate faremo co'petti
per la patria, per la libertà

Informazioni

Riportato da Pietro Martini Diario livornese ed. 1961, p.81, che ne dice: "la folla... si diè a percorrere la città
gridando ... morte a Leopoldo!... Ricordo che in quella processione venne cantata, come primizia, una strofa che
diceva: La mitraglia de'nostri cannoni le cartucce de'nostri moschetti sugli odiati codini birboni una pioggia di fuoco
sarà. Barricate faremo co'petti per la patria, per la libertà". L'autore visse tutta la fase repubblicano-rivoluzionaria
livornese della primavera 1849, fino alla difesa del 10-12 maggio, all'ingresso degli Austroungarici in città ed alle
stragi successive.Non è chiaro su che aria venisse cantata.

pagina 62
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La morte del padre Ugo Bassi


Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-morte-del-padre-ugo-bassi

1. Eccomi giunto a nozze già pronta e preparata


il viver mio è cessato è la mia sepoltura.
sol per amar l'Italia
io venni a condannato. Italia mia regina
di me non ti scordare
Il mio sangue è innocente possa l'esempio mio
vendetta tremenda il tuo destin cambiare.
dal cielo discende
dal crudo uccisor. Di un sangue innocente...

Maria di San Luca Il piombo mi farà privo


vergine mia tu sei mi farà cadere a terra
l'angel custode resterò al suolo estinto
angeli e santi miei. dalla nazione sgherra.

Il mio sangue è innocente... Ma prima di morire


io lascio una scrittura
Sia maledetta l'Austria e chiunque vorrà leggere
da un fulmine di guerra saprà la mia sventura.
da un fulmine di guerra
dal cielo e dalla terra. Di un sangue innocente...

Il mio sangue è innocente... La lascio per memoria


ai giovanotti accorti
E prima di morire perché contro l'Austria
vo' fare una scrittura sian soldati forti.
chi la saprà ben leggere
saprà la mia sventura. Alcun sulla mia tomba
a piangere non venga
Il mio sangue è innocente piuttosto che di piangere
la patria vendicare.
Poi si mise in ginocchio
e salutò Maria Siete bravi soldati
che venga a dar conforto all'ora del cimento
a questa anima mia. benché io sia morto
pur dormirò contento.
Il mio sangue è innocente...
Di un sangue innocente...
2. Eccomi giunto a morte
il viver mio è cessato Addio Italia mia
che per amar l'Italia fratelli parenti amici
io venni condannato, restate pure in pace
sarete un dì felici.
Lo so devo morire
ecco che giunto è il giorno Chi fu la mia sventura
o morte vien non temo e la mia triste sorte?
il tuo gran soggiorno. Furon quattro giudei
cagion della mia morte.
Di un sangue innocente
vendetta tremenda Di un sangue innocente...
dal cielo discenda
sul crudo uccisor. Maledetta sia l'Austria
non possa vincer guerra
Mentre a te men vengo maledetti gli uccisori
lascio le patrie mura maledetti in cielo e in terra.

pagina 63
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Morir muoio contento Ora siamo alla fine


perché men volo al cielo di questa bella istoria
muoio per predicare venitela a pigliare
di Cristo il suo vangelo. tenetela per memoria.

Di un sangue innocente... Vi prego tutti quanti


tenerla conservata
Ecco la morte appresso sperando che l'Italia
del ciel s'apre la via sia presto liberata.
ma prima di spirare
vo' salutar Maria. Di un sangue innocente...

O Vergine santissima 3. Venite buona gente


madre mia tu sei venite ad ascoltare
Angelo Custode venite la storia di Ugo Bassi
Angeli e Santi miei. vi voglio raccontare.

Di un sangue innocente... E prima di morire


voglio chiamar Maria
E si gittò in ginocchio che venga a dar conforto
e poi chiamò Maria a questa anima mia.
venite a dar conforto
a quest'anima mia. Ma prima di morire
voglio fare una scrittura
E come il piombo ardente e chi la saprà leggere
il suo bel cuore afferra saprà la mia sventura.
invocò Gesù e Maria
e cadde morto in terra. Saprà la mia sventura
e la mia triste sorte
Di un sangue innocente... furono quattro preti
cagion della mia morte.

Informazioni

1) Reg. di Rudy Assuntino, 1966, Medicina, Bologna, inf. un gruppo di contadine locali, melodia di "Tutte le feste al
tempio" dal Rigoletto di G. Verdi; 2) testo dal foglio volante "La morte del padre Ugo Bassi frate di Garibaldi fucilato
dagli austriaci in Bologna il 15 giugno 1849", Firenze, Stamperia Salani, 1873; 3) racc. da Gianni Rodari e pubbl. in
"Gli stornelli di Gelsomina e Vandea", L'Unità, 19 luglio 1949.

Su Ugo Bassi

pagina 64
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La presa di Roma
Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: romanesco
Tags: anticlericali
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-presa-di-roma

Alli sedici agnedero all'armi che anche ar bon dio metteva spavento
antiboini zanfritti e gendarmi bombardamento a grossa mitraglia
alli diciassette li papalini pare un campo de vera battaglia
evvero tutti li santi abbitini
alli diciotto che stava alle strette A San Pietro...
diedero a tutti le sante crocette
alli diciannove li confessorno Chi gridava Gesù e la madre pietosa
e tutti quanti li comunicorno chi scappava all'Acqua Acetosa
dopo scappato chi ha destra e chi a manca
A San Pietro e ar Vaticano arzata fu la bandiera bianca
C'è Nino Bixio che fa er guardiano quanno che furno a Santa Agnese
allegri italiani che Roma l'è presa
Era il venti settembre der mese quanno che entrorno a Porta Pia
suonava le cinque l'orologio francese li caccialepre scapporno via
e se sentiva da Porta Pia
le cannonate che annaveno via A San Pietro e ar Vaticano
e se sentiva un bombardamento mo' c'è Cadorna che fa er guardiano

Informazioni

Una cronaca della breccia di Porta Pia, quando fu conquistata Roma (a parte il Vaticano...).

Molto di più! Una chiara denuncia della presenza nelle truppe pontificie di forze "irregolari" costituite anche da
briganti che avrebbero avuto varie impunità per il loro appoggio (una sorta di camorra nostrana in difesa del
potere vigente ......). La storia si ripete poichè le genti rimangono le stesse!

pagina 65
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La prise de la Bastille
(1789)
Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: francese
Tags: rivoluzione francese
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-prise-de-la-bastille

D'un pas ferme et triomphant Le bruit de l'airain tonnant


R'li r'lan r'lan tan plan Contre la capitale
Tire lire en plan Contre la capitale
Le bourgeois tambour battant O Bastille fatale
Marche à la Bastille
Marche à la Bastille Tu vas dans quelques instants
Et partout l'ardeur brille R'li r'lan r'lan tan plan
Tire lire en plan
Les citoyens de tous rangs Céder aux bras triomphants
R'li r'lan r'lan tan plan De nos braves assiégean
Tire lire en plan
Suivant les frapeaux flottants Sortez de vos cachots funèbres
Vont d'un air intrépide Victimes d'un joug détesté,
Vont d'un air intrépide Voyez, à travers les ténèbres,
Rien ne les intimide Les rayons de la liberté !
Trop longtemps la sombre tristesse
De tous les côtés on entend Versa son poison dans vos cœurs,
R'li r'lan r'lan tan plan Baignez des pleurs de l'allégresse
Tire lire en plan Le front de vos libérateurs ! ...

pagina 66
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La rondinella di Mentana
Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: italiano
Tags: anticlericali
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-rondinella-di-mentana

D'infelice campagna racconta Ma rammenta o vilissmo Sire


i disastri o genti rondinella quando i Vespri nel siculo suolo
con l'accento di mesta favella fer completa la strage nè uno solo
che natura a te in don comparti rimaneva onde dir come fu

Quando solchi lo spazio infinito Sappi ancor la tua stirpe codarda


all'aprir della fredda stagione deve far la mertata sua fine
reca ovunque la triste canzone i destini hanno tutti un confine
ch'è il lamento del prode che muor a anche i troni san far vacillar

Vedi a rivi l'italico sangue Torna dopo il tuo volo sospendi


che bruttò di Mentana il paese sopra 'l suol che die' tomba agli arditi
Lo versò l'orgoglioso francese italiani che furono traditi
in difesa del Pontefice-re da chi un giorno offrì lor libertà

Maledetto di Francia il Signore E una prece alle vittime innalza


vil monarca spergiuro il più tristo nella dolce gentil tua favella
che al bugiardo Vicario di Cristo adorabile mia rondinella
sta in difesa di trono e d'altar dolce augel della mesta canzon

Informazioni

La canzone si riferisce all'eccidio di Mentana, nel quale le truppe francesi sperimentarono per la prima volta i nuovi
fucili a ripetizione.

pagina 67
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La rondinella livornese
Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: toscano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-rondinella-livornese

Sciogli pur, Livorno mia cadrà estinto innanzi a te


la tua libera canzone Via de' regi la corona
chi vigliacco ti tradìa solo il popolo sia re!

Informazioni

Sull'aria della Rondinella di Tommaso Grossi.

pagina 68
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La tresca nefanda
Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-tresca-nefanda

La tresca nefanda e cadde quel soglio


del trono e l'altare che il popol non diè
vorrebbe schiacciare
il popolo re. Il popol sovrano
vuol capi, non prenci
Ma il popolo è desto risiede in sua mano
la trama sconfuse lo scettro dei re.
dell'orrido incesto
e il trono crollò Non siamo più gregge
venduto ai regnanti.
Disparve dei regi Uniti, costanti
il fasto e l'orgoglio vogliam libertà!

Informazioni

Riportato da Pietro Martini "Diario livornese" ed. 1961, p.31, che ne dice "ecco spargersi la voce che il popolo
genovese aveva fatto deporre le armi alle truppe regie... poi quella che il generale Lamarmora si preparava a
bombardar Genova per rimettervi l'ordine. Tanto bastò per infiammare... gli esaltati,i quali tumultuatono...fino a
recarsi al Consolato piemontese situato in via Ferdinanda n°34, e atterrato lo stemma reale, spezzarlo e bruciarlo".
L'autore visse tutta la fase repubblicano-rivoluzionaria livornese della primavera 1849, fino alla difesa del 10-12
maggio, all'ingresso degli Austroungarici in città ed alle stragi successive. Si canta sull'aria di "O popolo re" e
"Diceva un codino"

pagina 69
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Lamento del contadino


Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: toscano
Tags: anticlericali, lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lamento-del-contadino

Vi prego tutti, o cittadini lo vuole il fieno per la cavalla.


di ascoltare o po'eri contadini,
che dopo tanto che si lavora Poi c'è i' dottore, i' veterinario,
e mai di pace non abbiamo un'ora. il fabbro, il sarto e i' carzolaio,
la levatrice con i' becchino,
Colla zappa e lo zappone e tutti addosso al po'ero contadino.
e lo zaino i 'ssu groppone
giovani e vecchi, tutti armati, Mangiare e bere a' mietitori,
noi sembriamo tanti soldati. e po' pagarli saran dolori;
e gli ci corre giù alla lesta,
Si va colla speranza della raccolta, al contadino cosa gli ci resta?
si spera sempre sarà di morta,
poi vene la ruggine e la brinata: Lasciamo stà queste partite,
ecco la vita bell'e disperata. ma ce n'è d'artre più squisite
e di tutte questa è peggiore:
Quando la faccenda è fatta la mezza parte la vol i' padrone.
qui' po' di grano s'arraccatta Poi vien i' tempo della vendemmia
e po' viene la battitura e allora sì che si bestemmia:
e tutti còrgano co' gran premura. e gli si mette dentro la botte
e gli si vende e bona notte.
I' primo frate che vien sull'aia
saluta i' cappoccia e po' la massaia Po' si prende un po' di vinaccia,
e a sedere si mette a i' fresco so fa una botte con acquettaccia
lo vole i' grano pe' San Francesco. e lì di beve tutto l'inverno,
si soffre pene dell'inferno.
Poi c'è i' cappuccino con quella barba
che gli ci viene dopo l'alba: Poi c'è la massaia che viene in piazza
padre Dionigi e San Gregorio con que' be' polli di prima razza;
accattate l'anime del Purgatorio. per rivestire i lor bambini
a casa porta de' savattini.
Po' c'è la monica colla sacchetta
lo vole i' gran per Santa 'Lisabetta, Po' c'è le ragazze fresche e belle:
per mantenere l'uso e 'l sistema pe' fassi il letto e le gonnelle
e a 'i contadino la raccolta scema. e dietro l'uscio depongan l'uova,
e chi le schiaccia e poi nessun le cova.
Po' c'è i' sensale colla bugia,
lui più di tutti ne porta via Così success'a' mie' finali
e colla scusa di vedé la stalla e si sta peggio de' maiali,
e si lavora quant'e vvoi
e i maltrattati siamo sempre noi.

Informazioni

Dal repertorio di Caterina Bueno.

pagina 70
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Lamento di un servo a un santo crocifisso


Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: siciliano
Tags: anticlericali, lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lamento-di-un-servo-un-santo-crocifisso

Un servu tempu fa, di chista piazza distruggìtila vui, Cristu, pri mia. -
cussì prijava a un Cristu, e cci dicìa:
- Signuri, 'u me' patruni mi strapazza, - E tu forsi chi hai ciunchi li razza,
mi tratta comu un cani di la via; o puru l'hai 'nchiuvati comu a mia?
tuttu si pigghia ccu la so manazza, Cui voli la giustizia si la fazza,
la vita dici ca mancu hedi mia; né speri ch'autru la fazza pri tia.
si jò mi lagnu,cchiù peju amminazza, Si tu si omu e non si' testa pazza,
ccu ferri mi castìja a prigionia; metti a prufittu sta sintenza mia:
undi jò vi preju, chista mala razza jò non sarìa supra sta cruciazza,
si avissi fattu quantu dicu a tia. -

Informazioni

Canto pubblicato - dopo una versione rimaneggiata per censura nel 1857 - nel 1870/74 nell'AmPlissima raccolta di
canti popolari siciliani, da Lionardo Vigo. Questo canto è stato usato da Dario Fo nei suoi spettacoli( La Giullarata,
Ci ragiono e canto ), Modugno ne ricavò il testo di Malarazza, interpretata in seguito da moltissimi gruppi e
cantanti, con l'aggiunta di un ritornello.

pagina 71
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Lasselo anna'
Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: romanesco
Tags: anticlericali
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lasselo-anna

Lasselo anna' Lasselo anna'


che volontario va che volontario va
e va co' Emmanuele e va co' Emmanuele
l'Italia a libberà l'Italia a libberà

Evviva Garibbaldi Evviva Emmanuele


strillaveno le belle co' li galloni bianchi
evviva Emmanuele noi sotto a 'sti briganti
e se l'Italia dorme nun ce volemo sta'
evviva la libbertà
Evviva Emmanuele
Evviva Garibbaldi co' le spalline d'oro
strillaveno le donne noi sotto a Pio nono
e se l'Italia dorme nun ce volemo sta'
presto se sveglierà

pagina 72
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Le chant du 14 juillet
(1791)
di Marie-Joseph Chénier
Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: francese
Tags: rivoluzione francese
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/le-chant-du-14-juillet

Dieu du peuple et des rois, des cités, des Blasphémaient au pied des autels.
campagnes,
De Luther, de Calvin, des enfants d’Israël, Ils n’existeront plus, ces abus innombrables
Dieu que le Guèbre adore au pied de ses La sainte liberté les a tous effacés ;
montagnes, Ils n’existeront plus, ces monuments
En invoquant l’astre du ciel. coupables :
Ici sont rassemblés sous ton regard immense Son bras les a tous renversés.
De l’empire français les fils et les Dix ans sont écoulés ; nos vaisseaux, rois de
soutiens, l’onde,
Célébrant devant toi leur bonheur qui À sa voix souveraine ont traversé les mers :
commence, Elle vient aujourd’hui des bords d’un nouveau
Égaux à leurs yeux comme aux tiens. monde
Régner sur l’antique univers.
Rappelons-nous les temps où des tyrans
sinistres Soleil, qui, parcourant ta route accoutumée,
Des Français asservis foulaient aux pieds les Donnes, ravis le jour, et règles les saisons
droits ; ;
Le temps, si près de nous, où d’infâmes Qui, versant des torrents de lumière
ministres enflammée,
Trompaient les peuples et les rois. Mûris nos fertiles moissons ;
Des brigands féodaux les rejetons gothiques Feu pur, oeil éternel, âme et ressort du
Alors à nos vertus opposaient leurs aïeux ; monde,
Et, le glaive à la main, des prêtres Puisses-tu des Français admirer la splendeur
fanatiques !
Versaient le sang au nom des cieux. Puisses-tu ne rien voir dans ta course
féconde
Princes, nobles, prélats, nageaient dans Qui soit égal à leur grandeur !
l’opulence
Le peuple gémissait de leurs prospérités ; Que les fers soient brisés ! Que la terre
Du sang des opprimés, des pleurs de respire !
l’indigence, Que la raison des lois, parlant aux nations,
Leurs palais étaient cimentés. Dans l’univers charmé fonde un nouvel empire,
En de pieux cachots l’oisiveté stupide, Qui dure autant que tes rayons !
Afin de plaire à Dieu, détestait les mortels Que des siècles trompés le long crime s’expie
; !
Des martyrs, périssant par un long homicide, Le ciel pour être libre a fait l’humanité :
Ainsi que le tyran, l’esclave est un impie,
Rebelle à la Divinité.

Informazioni

Inno su una poesia di Marie-Joseph Chénier. Prima rappresentazione: Parigi, Champs de Mars, 14 luglio 1791.
Ripresoreso nella prima scena del "Trionfo della Repubblica o Camp Grand Pré", rappresentato all'Opera di Parigi
(27 gennaio 1793). - Eseguita molte volte fino alla Fête de la Concorde del 14 luglio 1800.

Fonte

pagina 73
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Le chant du départ
(1794)
di Marie-Joseph Chénier
Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: francese
Tags: rivoluzione francese
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/le-chant-du-depart

Un député du peuple: Venez fermer notre paupière


Quand les tyrans ne seront plus.
La victoire en chantant nous ouvre la
barrière ; Choeur des vieillards:
La liberté guide nos pas.
Et du nord au midi la trompette guerrière La république nous appelle,
A sonné l'heure des combats. Sachons vaincre ou sachons périr ;
Tremblez, ennemis de la France, Un Français doit vivre pour elle,
Rois ivres de sang et d'orgueil ! Pour elle un Français doit mourir.
Le peuple souverain s'avance ;
Tyrans, descendez au cercueil : Un enfant
La république nous appelle,
Sachons vaincre ou sachons périr ; De Barra, de Viala le sort nous fait envie ;
Un Français doit vivre pour elle, Ils sont morts, mais ils ont vaincu.
Pour elle un Français doit mourir. Le lâche accablé d'ans n'a point connu la vie
!
Choeur des Guerriers: Qui meurt pour le peuple a vécu.
Vous êtes vaillans, nous le sommes :
La république nous appelle, Guidez-nous contre les tyrans ;
Sachons vaincre ou sachons périr ; Les républicains sont des hommes,
Un Français doit vivre pour elle, Les esclaves sont des enfants.
Pour elle un Français doit mourir.
Choeur des enfants:
Une mère de famille: La république nous appelle,
Sachons vaincre ou sachons périr ;
De nos yeux maternels ne craignez pas les Un Français doit vivre pour elle,
larmes : Pour elle un Français doit mourir.
Loin de nous de lâches douleurs !
Nous devons triompher quand vous prenez les Une épouse
armes :
C'est aux rois à verser des pleurs. Partez, vaillans époux: les combats sont vos
Nous vous avons donné la vie, fêtes;
Guerriers, elle n'est plus à vous ; Partez, modèles des guerriers;
Tous vos jours sont à la patrie : Nous cueillerons des fleurs pour en ceindre
Elle est votre mère avant nous. vos têtes;
Nos mains tresseront vos lauriers.
Choeur de mères de famille: Et, si le temple de mémoire
S'ouvrait à vos mânes vainqueurs,
La république nous appelle, Nos voix chanteront votre gloire.
Sachons vaincre ou sachons périr ; nos flancs porteront vos vengeurs.
Un Français doit vivre pour elle,
Pour elle un Français doit mourir. Choeur des épouses:

Deux Vieillards: La république nous appelle,


Sachons vaincre ou sachons périr ;
Que le fer paternel arme la main des braves ; Un Français doit vivre pour elle,
Songez à nous au champ de Mars : Pour elle un Français doit mourir.
Consacrez dans le sang des rois et des
esclaves Une jeune fille:
Le fer béni par vos vieillards ;
Et, rapportant sous la chaumière Et nous, soeurs des héros, nous qui de
Des blessures et des vertus, l'hymenée

pagina 74
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Ignorons les aimables noeuds; Sur le fer devant Dieu, nous jurons à nos
Si, pour s'unir un jour à notre destinée, pères,
Les citoyens forment des voeux, A nos épouses, à nos soeurs,
Qu'ils reviennent dans nos murailles A nos représentants, à nos fils, à nos mères,
Beaux de gloire et de liberté, D'anéantir les oppresseurs:
Et que leur sang, dans les batailles, En tous lieux, dans la nuit profonde,
Ait coulé pour l'égalité. Plongeant l'infâme royauté,
Les français donneront au monde
Choeur des jeunes filles: Et la paix et la liberté.

La république nous appelle, Choeur général:


Sachons vaincre ou sachons périr ;
Un Français doit vivre pour elle, La république nous appelle,
Pour elle un Français doit mourir. Sachons vaincre ou sachons périr ;
Un Français doit vivre pour elle,
Trois guérriers: Pour elle un Français doit mourir.

Informazioni

Accanto alla Marsigliese è stata, forse, la canzone più popolare della Rivoluzione Francese. Il Direttorio lo adottò e i
soldati di Napoleone se ne impadronirono nei primi giorni della Repubblica ed è stata soprannominata "il fratello
della Marsigliese " dai soldati repubblicani. Maximilien Robespierre la definì "una poesia magnifica e repubblicana
ben al di là di qualsiasi cosa mai fatta dal Girondino Chénier " .

Fu eseguita per la prima volta dall'orchestra e dai cori dell'Accademia di musica il 14 luglio 1794.
17.000 copie dei fogli musicali furono immediatamente stampate e distribuite alle 14 armate della Repubblica. Il
suo titolo originale era Inno alla libertà ma fu cambiato con il suo attuale titolo da Robespierre.

La canzone è un tableau musicale: ognuna delle sette stanze è cantata da un diverso personaggio o gruppo di
personaggi

Come la Marsigliese sopravvisse al periodo rivoluzionario e napoleonico. La melodia in alcuni punti ricorda quella
dell'Internazionale

Fonte delle informazioni e del canto

pagina 75
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Le temps des cérises


(1866)
di Jean-Baptiste Clément
Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: francese
Tags: comune di parigi, repressione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/le-temps-des-cerises

Quand nous en serons au temps des cerises Quand vous en serez au temps des cerises
Et gai rossignol et merle moqueur Si vous avez peur des chagrins d'amour
Seront tous en fête Evitez les belles
Les belles auront la folie en tête Moi qui ne crains pas les peines cruelles
Et les amoureux du soleil au cœur. Je ne vivrai pas sans souffrir un jour.
Quand nous en serons au temps des cerises Quand vous en serz au temps des cerises
Sifflera bien mieux le merle moqueur. Vous aurez aussi des chagrins d'amour.

Mais il est bien court le temps des cerises J'aimerai toujours le temps des cerises
Où l'on s'en va deux cueillir en rêvant C'est de ce temps là que je garde au cœur
Des pendants d'oreilles Une plaie ouverte
Cerises d'amour aux robes pareilles Et dame Fortune en m'étant offerte
Tombant sous la feuille en gouttes de sang. Ne saura jamais calmer ma douleur.
Mais il est bien court le temps des cerises J'aimerai toujours le temps des cerises
Pendants de corail qu'on cueille en rêvant. Et le souvenir que je garde au cœur.

Informazioni

E' una canzone d'amore che, benchè anteriore, dopo il massacro dei Comunardi nel maggio del 1871, diverrà il
simbolo struggente delle speranze che la Comune di Parigi aveva aperto. L'autore fu egli stesso un comunardo, e la
dedicò in seguito (nel 1882) ad una infermiera morta durante la Settimana di Sangue. E'tutt'ora la canzone che
unisce tutta la Sinistra francese.

pagina 76
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Les sans-culottes
(1793)
di Aristide Valcour
Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: francese
Tags: rivoluzione francese
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/les-sans-culottes

Amis, assez et trop longtemps Au règne désastreux des rois


Sous le règne affreux des tyrans Succède le règne des lois
On chanta les despotes (bis) De par les sans-culottes
Sous celui de la liberté
Des lois et de l'égalité Dumouriez voulut à son tour
Chantons les sans-culottes (bis) A Paris, venir faire un tour
Contre les patriotes
Si l'on ne voit plus à Paris C'est que Dumouriez n'avait pas
Les insolents petits marquis Prévu que ses braves soldats
Ni tyrans à calottes Étaient des sans-culottes
En brisant ce joug infernal
Si le pauvre au riche est l'égal Des traîtres siégeaient au Sénat
C'est grâce aux sans-culottes On les nommait hommes d'État
Ils servaient les despotes
Leurs fronts à la terre arrachés Paris en masse se leva
Dans la poussière était cachés Tout disparut, il ne resta
A l'aspect des despotes Que les vrais sans-culottes
Levons-nous ! Ont-ils dit un jour
A bas, messieurs ! chacun son tour De la Montagne, sans effort
Vivent les sans-culottes ! Sortit à l'instant ce trésor
L'espoir des patriotes
Malgré le quatorze juillet Car mes amis, à qui doit-on
Nous étions trompés, en effet Enfin la constitution ?
Par de faux patriotes Aux membres sans-culottes
Il nous fallait la Saint-Laurent
Et de ce jour, l'événement La première offerte à nos yeux
N'est dû qu'aux sans-culottes Était faite pour ces messieurs
Bas valets des despotes
Ce jour fit reculer Brunswick Celle-ci veut l'Égalité
Donna la chasse à Frédéric Consolide la Fraternité
A tous les nulsifrottes : Et tout est sans-culotte
Adieu leur voyage à Paris !
Mais pourquoi n'avaient ils pas pris Nous l'acceptons avec transport
Conseil des sans-culottes ? La maintiendrons jusqu'à la mort
En dépit des despotes
Le tête de Capet tomba Amis, leur règne va cesser
Son sceptre d'airain se courba Et le nôtre va commencer
Davant les patriotes Vivent les sans-culottes !

pagina 77
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Lettera del brigante Tiburzi dal Paradiso


Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lettera-del-brigante-tiburzi-dal-paradiso

Anno vi scrissi, amici, Mi venne il batticuore


dal baratro infernale,
facendovi conoscere mi cadde un luccicone;
che Tiburzi stava male. appena ci fu aperto
entrammo in un salone.
Sarà quindici giorni
San Pietro co' un sorriso, Un uom con grand'occhiali
mi disse: Caro Tiburzi, mi guardò tetro in viso;
venite in Paradiso. sentite, amici cari,
che cosa è il Paradiso.
Credevo di star bene In primis et ante omnia
o almen discretamente: vi debbo rammentare
credete a me, che il povero che i poveri coi ricchi
non gode proprio niente. non posson conversare.

Essere onesti e poveri Si sta tutti a buglione


nel mondo no! non vale: dai grandi ai più piccini,
si nasce in un tugurio, vi sono di tutte razze
si muore allo spedale. compresi i contadini.

E mentre un signoraccolo Si pratican soltanto


nasce tra dei coltroni, i ricchi con i santi,
si gode a più non posso i preti e i beati
in barba dei minchioni. sono sempre coi regnanti.

Chi ricco fu nel mondo Vi son tante beate


di qua trova ircetto, e queste tutte astute,
tutti gli voglion bene, che fanno gran baldoria
da tutti vien protetto. con preti e prostitute.

Chi chiede la limosina Si vede monachelle


vien messo in un cantone, con certi frataccioni,
acclamano quel ricco scherzar senza riguardo
che lo rubò un milione. dandosi sculaccioni.

Chi col sangue dei poveri Un branco di bambini


empì le proprie casse, in cuffia e bavaiola,
è ammesso al Paradiso che hanno quasi tutti
senza pagar le tasse. sempre la cacaiola.

Seguii il mio caro Pietro Credete, amici cari,


giulivo e baldanzoso: si sta meglio in galera
a guardia della porta dal puzzo solamente
trovai un cipicchioso. si muore di colera.

Informazioni

Canto ispirata dalla figura di Domenico Tiburzi, il più celebre brigante della Tuscia e della Maremma, che nacque a
Cellere (VT) il 28 maggio 1836 e morì, ucciso in un conflitto a fuoco con i Carabinieri, il 23 ottobre 1896. Rimase
latitante per ben 26 anni.(Francesca Prato)

pagina 78
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Mie care pute


Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: veneto
Tags: femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/mie-care-pute

Mie care pute, E lavorando


d'acordo tute, e sfadigando
no steve maridar! cossa vegnì a ciapar?

Parché sti tosi, bote da orbi


sti peociosi, bote da orbi
ve manda a lavorar! e in leto sensa magnar!

Informazioni

Una vecchissima canzoncina in veneziano, dalla musica molto semplice, che canta mia nonna (classe 1925).
L'invito al rifiuto del matrimonio ed il riferimento al lavoro mi paiono dare un certo tono femminista ante litteram al
testo. Non dispongo però di informazioni precise (Simone S. Venezia).

pagina 79
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Nanneddu Meu
di Peppino Mereu
Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: sardo
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/nanneddu-meu

Nanneddu meu, su mund'est gai, bussacas buidas, ispiantados


a sicut erat non torrat mai.
Semus in tempos de tirannias, in sas campagnas pappana mura,
infamidades e carestias. che crabas lanza in sa cesura.

Como sos populos cascant che cane, Cand'est famida s'avvocazia,


gridende forte: «Cherimus pane ». cheres chi penset in Beccaria?
Mancu pro sognu, su quisitu
Famidos, nois semus pappande est de cumbincher tant'appetitu.
pan'e castanza, terra cun lande.
Poi, abolidu pabillu e lapis
Terra c'a fangu torrat su poveru intrat in ballu su rapio rapis.
senz’alimentu, senza ricoveru.
Mudant sas tintas de su quadru,
B'est sa fillossera, impostas, tinzas, s'omin'onestu diventat ladru.
chi nos distruint campos e binzas.
Undas chi falant Ìn Campidanu Sos tristos corvos a chie los lassas?
Trazan tesoros a s'oceanu. Pienos de tirrias e malas trassas.
Cixerr'in Uda, Sumasu, Assemene
Domos e binzas torrant a tremene. Canaglia infame piena de braga,
cherent s'iscettru, cherent sa daga!
E non est semper ch’in iras malas
intrat in cheja Dionis'Iscalas. Ma non bi torrant a sos antigas
tempos de infamias e de intrigos.
Terra si pappat, pro cumpanaticu.
bi sunt sas ratas de su focaticu. Pretant a Roma, mannu est s'ostaculu;
ferru est s'ispada, linna est su baculu.
Cuddas banderas numeru trinta
de binu. onu, mudad'hant tinta. S'intulzu apostulu de su Segnore
si finghet santu, ite impostore!
Appenas mortas cussas banderas
non piùs s'osservant imbreagheras. Sos corvos suos tristos, molestos,
sunt sa discordia de sos onestos.
Amig'a tottus fit su Milesu,
como lu timent, che passant tesu. E gai chi tottus faghimus gherra,
pro pagas dies de vida in terra.
Santulussurzu cun Solarussa
non sunt amigos piùs de sa bussa. Dae sinistra oltad'a destra,
e semper bides una minestra.
Semus sididos in sas funtanas,
pretende s'abba parimus ranas. Maccos, famidos, ladros, baccanu
faghimus, nemos halzet sa manu.
Peus su famene chi, forte, sonat
sa janna a tottus e non perdonat. Adiosu, Nanni, tenedi conm,
faghe su surdu, ettad'a tontu.
Avvocadeddos, laureados,
A tantu, l'ides, su mund'est gai:
a sicut erat non torrat mai.

pagina 80
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Noi siamo i Cacciatori delle Alpi


Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/noi-siamo-i-cacciatori-delle-alpi

Noi siamo i Cacciatori delle Alpi si vince e poi si moia


il nostro generale è Garibaldi finché l'Italia
Savoia! Savoia! unità la sarà.

Informazioni

Reg. di Franco Castelli, 1968, Spinetta Marengo, Alessandria, inf. Ettore Boschi.

Sui Cacciatori delle Alpi

pagina 81
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Nun lo vedi
Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: italiano
Tags: anticlericali
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/nun-lo-vedi

Nun lo vedi che l'albero penne Dai monti de Cesena


e le foje cascheno giù sentirai sona' la banda
l'hai perse le Romagne Vittorio comanna
nun le riacquisti più li preti gnente più

pagina 82
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O Garibaldi e al Parlamento
Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/o-garibaldi-e-al-parlamento

O Garibaldi e al Parlamento E appena morto e mi brucerete


e vuol prendere Roma che ora è tempo e ma le mie ceneri le porterete
"e ma non lasciatevi lusingare e li porterete alla smarrita
con poca forza la si può pigliare là ov'i è la tomba della mia Anita
e ma non lasciatevi lusingare e li porterete alla smarrita
con poca forza la si può pigliare. là ov'i è la tomba della mia Anita

E ma Garibaldi partì da Genova E Garibaldi fin da piccino


e partì da Genova per Marsala lui si dimostrava prudente e fino
e sotto bandiera dell'Alta Italia e tutta la gente che l'incontrava
con mille uomini farem battaglia col suo bel garbo li salutava
e sotto bandiera dell'Alta Italia e tutta la gente che l'incontrava
con mille uomini farem battaglia col suo bel garbo li salutava

Informazioni

Reg. di F. Coggiola, Clara Longhini e Giovanni Pirelli, 1972, San Benedetto Belbo (CN), inf. anonimi avventori di
osteria.

pagina 83
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O Piamontesi
Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: italiano
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/o-piamontesi

O Piamontesi, mandìmi a casa, ma se io posso rivà-rivare a casa


che io son stanco ma di fa ‘l soldà, di capo ai piedi io mi laverò (2)
o Piamontesi mandìmi a casa,
che io son stanco ma di fa ‘l soldà(2) E poi con l’acqua e col sapone
di capo ai piedi io mi laverò,
Ma se io posso rivare a casa e poi con l’acqua e col sapone
si questi abiti io mi spoglierò, di capo ai piedi io mi laverò (2)
ma se io posso rivà-rivare a casa
di questi abiti io mi spoglierò(2) E con il gesso farem le pipe
e col tabacco poi si fumerà
Ma se io possso rivare a casa e con il gesso farem, farem le pipe,
di capo ai piedi io mi laverò, e col tabacco poi si fumerà(2)

Informazioni

Canzone di protesta contro il servizio militare obbligatorio (1860), raccolta a Dossena (Bergamo) nel 1966, da Leydi
e Fumagalli.

pagina 84
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O Venezia
Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/o-venezia

O Venezia che sei la più bella E per dote le chiavi di Roma


E che di Mantova tu sei la più forte E per anello le onde del mar
Gira l'acqua d'intorno alle porte
Sarà difficile poterti pigliar Un bel giorno entrando in Venezia
Vedevo il sangue scorreva per terra
O Venezia ti vuoi maritare E i feriti sul campo di guerra
Ma per marito ti daremo Ancona E tutto il popolo gridava pietà

Informazioni

Il testo colloca questa canzone, entrato a far parte del repertorio delle mondine, all'epoca della Repubblica Veneta
(1848).
Diffusa in tutto il centro-settentrione, ricalca il modello dell'aria del melodramma, caratteristica comune ad altri
canti popolari di fine secolo.

pagina 85
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Oh Poveri Soldati
Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: italiano
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/oh-poveri-soldati

O poveri soldati, bada agli armenti.


finita è la cuccagna
e su per la montagna Si sente spesso i venti
c'è quartieri. combatter tra di loro,
e quello gli è il ristoro
Ci si sta volentieri dei soldati.
si beve l'acqua bona,
se furmina e se tuona Poveri tribolati,
di qui si sente. non sanno come fare
perché non hanno pane
Si dorme malamente da mangiare.
sopra d'un tavolone,
il povero groppone Vada ogni cosa in fumo,
va in fracasso. capanne e capannini,
Modena e i suoi confini
Per capezzale un sasso non mi preme.
messo ch'è sotto il capo,
e ce l'hanno portato Con Cutigliano assieme
dall'Appennino. e tutto l'Abetone,
e su fino il Cimone
C'han proibito il vino, di Fanano.
sopra di questo monte
c'è solo un piccol fonte Viva il nostro sovrano,
d'acqua bona. sargenti e capitani
e tutti gli ufficiali
Non si vede persona delle bande.
solo che d'un pastore Ferdinandone grande
che con grande furore con la sua faccia oliva,
evviva Ferdinandone
evviva evviva!

Informazioni

Canzone che racconta le dure condizioni di vita dei soldati posti a guardia dei confini del Granducato di Toscana
sotto Ferdinando III

pagina 86
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Partire partirò, partir bisogna


di Anton Francesco Menchi
Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: italiano
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/partire-partiro-partir-bisogna

Partire partirò, partir bisogna Ah, che partenza amara,


dove comanderà nostro sovrano; Gigina cara, mi convien fare!
chi prenderà la strada di Bologna sono coscritto e mi conviene marciare
e chi andrà a Parigi e chi a Milano
Di Francia e di Germania sono venuti
Se tal partenza, o cara, a prenderci per forza militare,
ti sembra amara, non lacrimare; però allorqaundo ci sarem battuti
vado alla guerra e spero di tornare tutti, mia cara, speran di tornare

Quando saremo giunti all'Abetone Ah, che partenza amara,


riposeremo la nostra bandiera Gigina cara, Gigina bella!
e quando si udirà forte il cannone di me non udrai forse più novella
addio, Gigina, bona sera!

Informazioni
Canto attribuito al cantastorie toscano Anton Francesco Mechi, che l'avrebbe composto facendo riferimento ad un modulo musicale più antico, nel 1799, in
occasione della leva obbligatoria imposta da napoleone.
Il canto, che ebbe larga diffusione, fu cantato in diverse epoche, con testi adattati agli eventi.
La seguente variante è stata raccolta da Caterina Bueno.

pagina 87
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Povero Napoleone
Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: toscano
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/povero-napoleone

Viva la Russia, viva la Prussia, a questo povero Napoleon.


viva la Francia e l'inghilterra,
si m'ha 'ntimato d'una gran guerra Napoleone comincia a dire:

Informazioni

Canto popolare toscano, dell'appennino pistoiese (forse del 1812).

pagina 88
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Quel uselin del bosch


Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: lombardo
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/quel-uselin-del-bosch

Quel üselin del bosch Cus'è ghe sarà sü


quel üselin del bosch cus'è ghe sarà sü
che alla campagna al vola di liberar l'Italia
e quel üselin del bosch e cus'è ghe sarà sü
che alla campagna al vola di liberar l'Italia
la rataplam la rataplam
e plam e plam
e plam e la rataplam e plam e la rataplam
plam plam e la rataplam plam plam e la rataplam

Dove sarà vulà Chi l'è 'l liberator


dove 'l sarà vulà chi l'è 'l liberator
in piazza Garibaldi Giuseppe Garibaldi
e dove sarà 'l vulà e chi l'è 'l liberator
in piazza Garibaldi Giuseppe Garibaldi
la rataplam la rataplam
e plam e plam
e plam e la rataplam e plam e la rataplam
plam plam e la rataplam plam plam e la rataplam

Cus el g'avrà purtà Viva la libertà


cus el g'avrà purtà viva la libertà
na lettera sigillada e chi che sa goderla
e cus el g'avrà purtà e viva la libertà
na lettera sigillada e chi che sa goderla
la rataplam la rataplam
e plam e plam
e plam e la rataplam e plam e la rataplam
plam plam e la rataplam plam plam e la rataplam

Informazioni

Versione patriottico-risorgimentale di una canzone narrativa molto diffusa nell'Italia settentrionale e presente
nell'Italia centrale sino al Lazio; reg. di F. Coggiola, 1972, Sormano, Como, inf. anonimi di un'osteria.

pagina 89
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Roma capitale d'Italia


Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: italiano
Tags: anticlericali
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/roma-capitale-ditalia

Che vuole il Papa? vuol essere Re Se la man stendi alli tiranni


ma nel vangelo questo non c'è fonte sarai di lunghi affanni
anzi di Cristo l'alta missione allora vinto dall'ambizione
fu di disperdere ogni birbone corromperai la tua religione
fu di difendere color che in terra invece d'esser l'agnel di pace
dagli oppressori soffran la guerra ti grideranno lupo rapace

Fu di squarciar del falso il velo Invece d'esser Sommo Pontefice


colle parabole del suo vangelo tu pur dei deboli sarai carnefice
anzi ai Cesari li mosse guerra Se dunque Cristo parlò così
né altri nemici conobbe in terra perchè il Papa non l'obbedì
né alzò patiboli né usò cannoni perchè vuol essere tiranno re
come il compare del Re Borbone non già l'apostolo di santa fe'

San Pietro disse quando morrò io O se mirasse i rei tranelli


seguir tu devi l'esempio mio del De Merode ed Antonelli
io qui ti lascio gran sacerdote direbbe a questi vili sensali
per benedire l'alme devote germinatori di tutti i mali
e il patrimonio che serbar devi con spirituale e poter misto
è la mia chiesa qual la ricevi non rappresenti che l'Anticristo

Informazioni

I personaggi citati nell'ultima strofa sono l'arcivescovo Francesco Saverio de Mérode (1820-1874) e il
cardinale Giacomo Antonelli (1806-1876), che erano tra i principali esponenti della curia pontificia durante il
papato di Pio IX.

pagina 90
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Rondinella d'Aspromonte
Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/rondinella-daspromonte

O rondinella che libere l'ali quello è il mio cielo, il mio suolo natio
spieghi or fuggendo or tornando ver me, e di mia madre ti posa sul sen.
deh, se pur senti pietà de miei mali,
vai dove andare è negato al mio piè. Dille - Son io di color messaggera
che giuro fean d'aver Roma o morir,
Tu dèi volar da Aspromonte al Cimino ma pur la sorte si rese a noi fera
e dal Cimino all'Amiata passar, pur troppo il giuro ho dovuto fallir.
poi dell'Etruria nel dolce giardino,
sui freschi margini d'Arno posar. L'empio ministro che serve al tiranno
e della Senna il volere segnò,
Là dove franta più mormora l'onda, provocando con l'armi a noi danno
giunta di Flora il bel seno a lambir di sangue il suol d'Aspromonte bagnò.
mesto e romito vedrai sulla sponda
l'abbandonato mio letto apparir. Sì, ma dell'italo sangue ogni stilla
che fu versato un torrente darà
Stanza di pace, oh se farvi il tuo nido quando a riscossa, imitando Balilla,
tu pur volessi al ritorno d'april l'itala tromba l'appello farà. -
non mai la sorte un asilo più fido
darti potria, rondinella gentil. E detto questo se al primo barlume
io ti vedrò alla prigione venir,
E di volare t'arresti il desio raccoglierò sulle molli tue piume
lì ti riposa in l'etrusco terren: l'aure d'Etruria e i materni sospir.

Informazioni

Trasformazione di un precedente canto risorgimentale, ossia La Rondinella di Enrico Mayer (Livorno 1802-1877).
Nel 1862, dopo i fatti di Aspromonte, divenne popolarissimo un adattamento di tale testo, cui furono aggiunte tre
strofe finali. Del canto, di solito indicato col titolo Rondinella d’Aspromonte, viene considerato autore tale Angiolo
Talli. Il canto si diffuse anche attraverso numerosi fogli volanti sempre editi da Salani di Firenze. La Rondinella di
Enrico Mayer ha conosciuto, dopo l’eccidio di Mentana del 3 novembre 1867, un altro adattamento noto come
Rondinella di Mentana, che del modello originale mantiene solo lo schema metrico.

pagina 91
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Se il papa è andato via


Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: italiano
Tags: anticlericali
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/se-il-papa-e-andato

Se il Papa è andato via Se il Papa è andato via


buon viaggio e così sia buon viaggio e così sia

Al Campidoglio! il Popolo Viva l'Italia e il popolo


dica la gran parola: e il Papa che va via
daghe i Romani vogliono, se andranno in compagnia
non piú triregno e stola! viva anche gli altri re

Se il Papa è andato via Se il Papa è andato via


buon viaggio e così sia buon viaggio e così sia

Non morirem d'affanno Addio, Sacra Corona


perchè fuggì un tiranno Finí la Monarchia
perchè si ruppe il canapo Or ch'é sovrano il Popolo
che ci legava al pie' Mai piú ritorni un re.

Informazioni

Si dice che l'autore del canto, intonato a porta San Pancrazio dai repubblicani che difendevano Roma nel 1849, sia
Goffredo Mameli, lo stesso autore dell'inno libertario "Fratelli d'Italia". Quanto meno si può considerare certo che il
canto rappresenta un arrangiamento di una composizione poetica -quasi esattamente con le stesse parole- che il
Mameli, poco prima della morte nella difesa della Repubblica Romana, aveva inserito in un progetto di
pubblicazione delle proprie opere letterarie.

pagina 92
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Sei bella negli occhi


Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: italiano
Tags: antimilitaristi, emigrazione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sei-bella-negli-occhi

Sei bella negli occhi ..........


sei bella nel cuore Ma s'io da te parto
sei tutto un amore qui resto con l'alma
sei nata per me tu gioia tu calma
Ah no no non pianger sei solo per me
coraggio ben mio Ah no no non pianger
quest'ultimo addio ........
ricevi da me Sei bella e vagando
Ti vedo se veglio per rive straniere
se dormo ti vedo sarò col pensiere
e viver non credo per sempre con te
diviso da te Ah no no non pianger
Ah no no non pianger ...........
.......... Tu penza che fede
Sei bella nel riso ti do in questo giorno
nel pianto sei bella che s'io non ritorno
ah barbara stella son morto per te
mi parte da te Ah no no non pianger
Ah no no non pianger .............

Informazioni

Canto di separazione (per guerra o emigrazione) probabilmente di autore colto, di fine '800. Diffusa in Lazio e
Marche.Nota anche come "Coraggio ben mio".

pagina 93
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Siège et prise de la Bastille


(1789)
Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: francese
Tags: rivoluzione francese
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/siege-et-prise-de-la-bastille

En vain ce fort détestable Le citoyen intrépide


Dont la masse épouvantable Malgré la grêle homicide
Fit tête au bras formidable Que fait pleuvoir un perfide
Du plus fameux des Henrys Force cet affreux séjour
Veut encore braver la foudre Tout se disperse, tout plie
Qui va le réduire en poudre Planté d'une main hardie
Et tout prêt à se dissoudre L'étendard de la patrie
Menace de ses débris Flotte déjà sur la tour.

Informazioni

Sulla melodia del Chœur des Trembleurs, dall'opera Isis, atto IV, scena prima, di Jean-Baptiste Lully (1667)

pagina 94
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Sono italiano
(1848)
di Domenico Carbone
Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sono-italiano

- Giovanettino dalla bruna chioma - Giovanettin dalla dolce favella


il tuo loco natal come si noma? dimmi dunque il tuo re come s'appella?
- Io mi son nato, o forestier cortese - Tutti una patria abbiamo
nel paese più bel d'ogni paese. e tutti un dio;
S'io chiedo a te della nativa terra dal Tebro a tutti benedice Pio.
rispondi: io son di Francia o d'Inghilterra. Dell'Arno là sulle rive leggiadre
Firenze è bella, Napoli t'ammalia; sto Leopoldo, più che duca padre.
Torino è forte e dappertutto è Italia. Tardi Fernando si batte la guancia
Che vuoi saper se nacqui in monte o in piano? Alberto aguzza la terribil lancia.
Sono italiano. Biscia e leone cacceran l'estrano;
Sono italiano.
- Giovanettin dalla pupilla nera
qual'è il colore della tua bandiera? - Giovanettin sì fieramente armato
- Se una rosa vermiglia e un gelsomino tu se' giovane e se' soldato?
a una foglia d'allor metti vicino - Soldato no, son cittadino in armi;
i tre colori avrai più cari e belli sarò soldato quando udrò chiamarmi.
a noi che in quei ci conosciam fratelli; Che giovin son, ma profondo io fero
i tre colori avrai che più detesta vedran le file del predon straniero.
l'augel grifagno dalla doppia testa. Dunque ripeti o forestier cortese,
Beato il dì che li vedrà Milano; quando ritornerai nel tuo paese
Sono italiano. che di bandiera, di animo e di mano
Sono italiano.

Informazioni

Stornelli cantati in Toscana nel 1848. L'autore, di sentimenti accesamente liberali, compose varie poesie e liriche,
satiriche e politiche e prese parte alla prima guerra di indipendenza. Fra i suoi componimenti di poesia politica è
rimasto soprattutto celebre Re Tentenna che inviò anonimo per posta a Carlo Alberto e si diffuse manoscritto in
tutti gli Stati Sardi divenendo il grido di guerra di tutta la gioventù del Piemonte che chiedeva riforme al re.

L'intero testo non è mai stato registrato, ma una versione frammentaria, dal titolo Giovanottino dalla pupilla nera è
contenuto nell'LP Camicia rossa-Antologia della canzone giacobina e garibaldina 1979 - Dischi del Sole DS 1117/19

pagina 95
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Storia di Rodolfo Foscati


Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: italiano
Tags: carcere
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/storia-di-rodolfo-foscati

Caro padre, vi scrivo piangendo, e una scranna per farmi sede'.


questi righi per me dolorosi
e che mi restano ma tanto 'ngollosi, Con cattive maniere mi prese,
e nel vedermi trattare così. il rasoio 'un l'aveva perfetto,
e mi raschiava, parevo un capretto
E scrivendo la mano mi trema e i miei baffini li vidi andà' giù.
e di tutto vi faccio palese
'e m'hanno tolto la veste borghese Quando poi 'e gli èbban fatto tutto,
'e m'hanno tolto la mia gioventù. il guardiano m'accennò con un dito
e disse: Questo gli è i' vostro vestito,
Caro padre, che brutti momenti, e n'i'vedello mi fece tremà'.
e qui non contano né pugni e né stiaffi,
'e disse il guardia: Levategli i baffi, Questo numero che oggi indossate
e l'avrei presa la spina nel cuor. vi cancella da i'nome e casato,
Centosette sarete chiamato
E la mattina del venti di marzo e a Ridolfo Foscati mai più.
il guardiano mi venne a vedere,
e con sé ce l'aveva i' barbiere Centosette sarete chiamato
e a Rodolfo Foscati mai più.

Informazioni

Dal repertorio di Caterina Bueno e di Gildo dei Fantardi. La canzone ha un'origine oscura. C'è un Rodolfo Foscati
patriota milanese, imprigionato durante i moti carbonari del 1821. Ce n'è un altro in San Frediano, a Firenze,
protagonista di un non meglio precisato fatto di sangue e condannato all'ergastolo. Forse le due figure si
sonosovrapposte, forse no; la canzone è sicuramente toscana, e rappresenta in maniera cruda i primi, terribili
giorni dell'ergastolano (segnalata da Maria Rollero)

pagina 96
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Stornello livornese
Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: toscano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/stornello-livornese

Tonino che tornò da Barlassina E gli dirò che il dindio, il giallo e il nero
portommi un fiorellin di due colori emblema son d'un aborrito impero
Il giallo, un'itterizia malandrina E gli dirò che il dindio il nero e il giallo
il nero, il lutto delli nostri cori treman perché l'Italia torna in ballo
Io v'unirò una zampa di pollina E gli dirò che il nero il giallo e il pollo
usa a raschiar ne'più fetenti odori adranno quanto prima a rompicollo

Informazioni

Riportato da Pietro Martini "Diario livornese" ed. 1961, p.30-31, che ne dice "Gruppi di giovani entravano nel caffé
e sbirciato un codino o un retrogrado, gli declamavano o gli cantavano sulla ghigna questa parodia d'uno stornello
a imitazione di quelli del Dall'Ongaro". L'autore visse tutta la fase repubblicano-rivoluzionaria livornese della
primavera 1849, fino alla difesa del 10-12 maggio, all'ingresso degli Austroungarici in città ed alle stragi
successive.
Si canta sull'aria di "E cinquecento catenelle d'oro". La "zampa di pollina" (o meglio: da pollina) è una zampa di
pollo con cui si rimesta il guano del pollaio; il dindio è il tacchino. Notevole il fatto che l'aquila imperiale venga
chiamata tacchino, proprio come più tardi venivan chiamati tacchini gli emblemi dell'impero italiano, sotto il fascio.

pagina 97
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Stornello livornese
Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: toscano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/stornello-livornese-0

Dall'uscio alla finestra Bargagliotti, Leopoldaccio


Maria Antonietta vai lerì-lerà crudele
e la puttana fai se ci volevi bene
con chi ti piace a te non ci lasciavi accosì

Informazioni

Testimonianza della stima e dell'affetto del popolino livornese nei confronti della Granduchessa e dei suoi
impiegati, amore del tutto ricambiato da Maria Antonietta (pronipote di quella ghigliottinata) che sognava per
vendetta di far rapare a zero le donne livornesi

pagina 98
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Strofette [anticlericali]
Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: romanesco
Tags: anticlericali
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/strofette-anticlericali

Abbiamo visto a Monterotondo in paradiso va


il valore repubblicano
ha messo in fuga il Vaticano ---
il sire di Francia col papa-re
E la sciavata del Pio nono
Roma nefanda la bianca tua stola giù giù dal trono voiam butà
ancor rosseggia di sangue italiano viva Roma e la libertà

--- Noi andremo in Roma santa


col pugnale insanguinato
L'ha detto Garibbaldi uccideremo preti e frati
e questa è verità: e noi vogliam la libertà
chi mmore pe la patria

pagina 99
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Su fratelli lasciamo le spose


Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/su-fratelli-lasciamo-le-spose

Su fratelli lasciamo le spose nel sentire le trombe di guerra


e soccorriamo la bella bandiera e gli italiani d'accordo che eran
cinta di rose d'alloro di fiori e all'armi all'armi al sangue
che al sol vederla il cuore s'allegra all'armi al sangue allo stranier
ma i tedeschi si sono scordati

Informazioni

Reg. di F. Coggiola e Vittoria Fiora, 1974, Premana, Como, inf. Romilda Berera Spazzadeschi, casalinga.Il canto è
nato nella seconda o terza guerra di indipendenza.

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Su patriotu sardu a sos feudatarios [Procurade de


moderare]
(1794)
di Francesco Manno
Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: sardo
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/su-patriotu-sardu-sos-feudatarios-procurade-de-moderare

Procurade e moderare, Poveru genere humanu,


Barones, sa tirannia, Povera sarda zenia!
Chi si no, pro vida mia,
Torrades a pe' in terra! Deghe o doighi familias
Declarada est già sa gherra S'han partidu sa Sardigna,
Contra de sa prepotenzia, De una menera indigna
E cominzat sa passienzia Si 'nde sunt fattas pobiddas;
ln su pobulu a mancare Divididu s'han sas biddas
In sa zega antichidade,
Mirade ch'est azzendende Però sa presente edade
Contra de ois su fogu; Lu pensat rimediare.
Mirade chi non est giogu
Chi sa cosa andat a veras; Naschet su Sardu soggettu
Mirade chi sas aeras A milli cumandamentos,
Minettana temporale; Tributos e pagamentos
Zente cunsizzada male, Chi faghet a su segnore,
Iscultade sa 'oghe mia. In bestiamen et laore
In dinari e in natura,
No apprettedas s 'isprone E pagat pro sa pastura,
A su poveru ronzinu, E pagat pro laorare.
Si no in mesu caminu
S'arrempellat appuradu; Meda innantis de sos feudos
Mizzi ch'es tantu cansadu Esistiana sas biddas,
E non 'nde podet piusu; Et issas fìni pobiddas
Finalmente a fundu in susu De saltos e biddattones.
S'imbastu 'nd 'hat a bettare Comente a bois, Barones,
Sa cosa anzena est passada?
Su pobulu chi in profundu Cuddu chi bos l'hat dada
Letargu fit sepultadu Non bos la podiat dare.
Finalmente despertadu
S'abbizzat ch 'est in cadena, No est mai presumibile
Ch'istat suffrende sa pena Chi voluntariamente
De s'indolenzia antiga: Hapat sa povera zente
Feudu, legge inimiga Zedidu a tale derettu;
A bona filosofia! Su titulu ergo est infettu
De s'infeudassione
Che ch'esseret una inza, E i sas biddas reione
Una tanca, unu cunzadu, Tenene de l'impugnare
Sas biddas hana donadu
De regalu o a bendissione; Sas tassas in su prinzipiu
Comente unu cumone Esigiazis limitadas,
De bestias berveghinas Dae pustis sunt istadas
Sos homines et feminas Ogni die aumentende,
Han bendidu cun sa cria A misura chi creschende
Sezis andados in fastu,
Pro pagas mizzas de liras, A misura chi in su gastu
Et tale olta pro niente, Lassezis s 'economia.
Isclavas eternamente
Tantas pobulassiones, Non bos balet allegare
E migliares de persones S'antiga possessione
Servint a unu tirannu. Cun minettas de presone,

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Cun gastigos e cun penas, S'obbligassione sua,


Cun zippos e cun cadenas Vassallu, de parte tua
Sos poveros ignorantes A nudda ses obbligadu;
Derettos esorbitantes Sos derettos ch'hat crobadu
Hazis forzadu a pagare In tantos annos passodos
Sunu dinaris furados
A su mancu s 'impleerent Et ti los devet torrare.
In mantenner sa giustissia
Castighende sa malissia Sas rèntas servini solu
De sos malos de su logu, Pro mantenner cicisbeas,
A su mancu disaogu Pro carrozzas e livreas,
Sos bonos poterant tenner, Pro inutiles servissios,
Poterant andare e benner Pro alimentare sos vissios,
Seguros per i sa via. Pro giogare a sa bassetta,
E pro poder sa braghetta
Est cussu s'unicu fine Fora de domo isfogare,
De dogni tassa e derettu,
Chi seguru et chi chiettu Pro poder tenner piattos
Sutta sa legge si vivat, Bindighi e vinti in sa mesa,
De custu fine nos privat Pro chi potat sa marchesa
Su barone pro avarissia; Sempre andare in portantina;
In sos gastos de giustissia S'iscarpa istrinta mischina,
Faghet solu economia La faghet andare a toppu,
Sas pedras punghene troppu
Su primu chi si presenta E non podet camminare
Si nominat offissiale,
Fattat bene o fattat male Pro una littera solu
Bastat non chirchet salariu, Su vassallu, poverinu,
Procuradore o notariu, Faghet dies de caminu
O camareri o lacaju, A pe', senz 'esser pagadu,
Siat murru o siat baju, Mesu iscurzu e ispozzadu
Est bonu pro guvernare. Espostu a dogni inclemenzia;
Eppuru tenet passienzia,
Bastat chi prestet sa manu Eppuru devet cagliare.
Pro fagher crescher sa rènta,
Bastat si fetat cuntenta Ecco comente s 'impleat
Sa buscia de su Segnore; De su poveru su suore!
Chi aggiuet a su fattore Comente, Eternu Segnore,
A crobare prontamente Suffrides tanta ingiustissia?
Missu o attera zante Bois, Divina Giustissia,
Chi l'iscat esecutare Remediade sas cosas,
Bois, da ispinas, rosas
A boltas, de podattariu, Solu podides bogare.
Guvernat su cappellanu,
Sas biddas cun una manu Trabagliade trabagliade
Cun s'attera sa dispensa. O poveros de sas biddas,
Feudatariu, pensa, pensa Pro mantenner' in zittade
Chi sos vassallos non tenes Tantos caddos de istalla,
Solu pro crescher sos benes, A bois lassant sa palla
Solu pro los iscorzare. Issos regoglin' su ranu,
Et pensant sero e manzanu
Su patrimoniu, sa vida Solamente a ingrassare.
Pro difender su villanu
Cun sas armas a sa manu Su segnor feudatariu
Cheret ch 'istet notte e die; A sas undighi si pesat.
Già ch 'hat a esser gasie Dae su lettu a sa mesa,
Proite tantu tributu? Dae sa mesa a su giogu.
Si non si nd'hat haer fruttu Et pastis pro disaogu
Est locura su pagare. Andat a cicisbeare;
Giompidu a iscurigare
Si su barone non faghet Teatru, ballu, allegria

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Cantu differentemente, Si deviat umiliare...


su vassallu passat s'ora!
Innantis de s'aurora Issos dae custa terra
Già est bessidu in campagna; Ch'hana ogadu migliones,
Bentu o nie in sa muntagna. Beniant senza calzones
In su paris sole ardente. E si nd'handaiant gallonados;
Oh! poverittu, comente Mai ch'esserent istados
Lu podet agguantare!. Chi ch'hana postu su fogu
Malaittu cuddu logu
Cun su zappu e cun s'aradu Chi criat tale zenìa
Penat tota sa die,
A ora de mesudie Issos inoghe incontràna
Si zibat de solu pane. Vantaggiosos imeneos,
Mezzus paschidu est su cane Pro issos fint sos impleos,
De su Barone, in zittade, Pro issos sint sos onores,
S'est de cudda calidade Sas dignidades mazores
Chi in falda solent portare. De cheia, toga e ispada:
Et a su sardu restada
Timende chi si reforment Una fune a s'impiccare!
Disordines tantu mannos,
Cun manizzos et ingannos Sos disculos nos mandàna
Sas Cortes han impedidu; Pro castigu e curressione,
Et isperdere han cherfidu Cun paga e cun pensione
Sos patrizios pius zelantes, Cun impleu e cun patente;
Nende chi fint petulantes In Moscovia tale zente
Et contra sa monarchia Si mandat a sa Siberia
Pro chi morzat de miseria,
Ai caddos ch'in favore Però non pro guvernare
De sa patria han peroradu,
Chi s'ispada hana ogadu Intantu in s'insula nostra
Pro sa causa comune, Numerosa gioventude
O a su tuju sa fune De talentu e de virtude
Cheriant ponner meschinos. Ozïosa la lassàna:
O comente a Giacobinos E si algun 'nd'impleàna
Los cheriant massacrare. Chircaiant su pius tontu
Pro chi lis torrat a contu
Però su chelu hat difesu cun zente zega a trattare.
Sos bonos visibilmente,
Atterradu bat su potente, Si in impleos subalternos
Ei s'umile esaltadu, Algunu sardu avanzàna,
Deus, chi s'est declaradu In regalos non bastada
Pro custa patria nostra, Su mesu de su salariu,
De ogn'insidia bostra Mandare fit nezessariu
Isse nos hat a salvare. Caddos de casta a Turinu
Et bonas cassas de binu,
Perfidu feudatariu! Cannonau e malvasia.
Pro interesse privadu
Protettore declaradu De dare a su piemontesu
Ses de su piemontesu. Sa prata nostra ei s'oro
Cun issu ti fist intesu Est de su guvernu insoro
Cun meda fazilidade: Massimu fundamentale,
Isse papada in zittade Su regnu andet bene o male
E tue in bidda a porfia. No lis importat niente,
Antis creen incumbeniente
Fit pro sos piemontesos Lassarelu prosperare.
Sa Sardigna una cucagna;
Che in sas Indias s 'Ispagna S'isula hat arruinadu
Issos s 'incontrant inoghe; Custa razza de bastardos;
Nos alzaiat sa oghe Sos privilegios sardos
Finzas unu camareri, Issos nos hana leadu,
O plebeu o cavaglieri Dae sos archivios furadu

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Nos hana sas mezzus pezzas E titolu has acchistadu


Et che iscritturas bezzas De traitore e ispia.
Las hana fattas bruiare.
Su chelu non faghet sempre
De custu flagellu, in parte, Sa malissia triunfare,
Deus nos hat liberadu. Su mundu det reformare
Sos sardos ch'hana ogadu Sas cosas ch 'andana male,
Custu dannosu inimigu, Su sistema feudale
E tue li ses amigu, Non podet durare meda?
O sardu barone indignu, Custu bender pro moneda
E tue ses in s'impignu Sos pobulos det sensare.
De 'nde lu fagher torrare
S'homine chi s 'impostura
Pro custu, iscaradamente, Haiat già degradadu
Preigas pro su Piemonte, Paret chi a s'antigu gradu
Falzu chi portas in fronte Alzare cherfat de nou;
Su marcu de traitore; Paret chi su rangu sou
Fizzas tuas tant'honore Pretendat s'humanidade;
Faghent a su furisteri, Sardos mios, ischidade
Mancari siat basseri E sighide custa ghia.
Bastat chi sardu no siat.
Custa, pobulos, est s'hora
S'accas 'andas a Turinu D'estirpare sos abusos!
Inie basare dès A terra sos malos usos,
A su minustru sos pes A terra su dispotismu;
E a atter su... già m 'intendes; Gherra, gherra a s'egoismu,
Pro ottenner su chi pretendes Et gherra a sos oppressores;
Bendes sa patria tua, Custos tirannos minores
E procuras forsis a cua Est prezisu humiliare.
Sos sardos iscreditare
Si no, chalchi die a mossu
Sa buscia lassas inie, Bo 'nde segade' su didu.
Et in premiu 'nde torras Como ch'est su filu ordidu
Una rughitta in pettorra A bois toccat a tèssere,
Una giae in su traseri; Mizzi chi poi det essere
Pro fagher su quarteri Tardu s 'arrepentimentu;
Sa domo has arruinodu, Cando si tenet su bentu
Est prezisu bentulare.

Informazioni

L'autore, Francesco Ignazio Mannu, era Cavaliere e Magistrato (nato a Ozieri il 18 maggio 1758 e morto a Cagliari
nel 1839).
Questo inno, definito da alcuni "La Marsigliese Sarda", è stato scritto in seguito ai drammatici eventi vissuti dal
popolo sardo dopo i fatti del 28 aprile 1794, giorno in cui iniziò la rivolta guidata da Giovanni Maria Angioj. Può
essere annoverato tra i canti popolari più antichi d'Europa. L'opera è articolata in 47 ottave logudoresi e 375 versi
che evidenziano la forte identità del popolo sardo e la sua propensione alla ricerca della democrazia e della
giustizia anche attraverso la lotta al potere ingiustificato dei feudatari.Il libercolo del testo venne stampato
clandestinamente in Corsica, durante il cosiddetto "triennio rivoluzionario sardo".

pagina 104
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Sulla montagna del Monterotondo


Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: piemontese
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sulla-montagna-del-monterotondo

Sulla montagna del mondo rotondo Guarda là quella barchetta


j hö sentü sunè la banda che la va come il vapore
Garibaldi che comanda ci sta dentro il mio amore
ch'al cumanda i garibaldin l'è vestito da Garibaldin

Vieni bella vieni sul mar Vieni bella vieni sul mar
che t'aspettano i marinar che t'aspettano i marinar
vieni o cara vieni sul mar vieni o cara vieni sul mar
che t'aspetta i marinar che t'aspetta i marinar

Informazioni

Reg. di C. Bermani, 1966, Grignasco, Novara, inf. Elvira Zanolini Albertani.

"Mondo rotondo" è la cittadina fortificata di Monterotondo, nei pressi di Roma, che controllava le vie d'accesso
verso Roma dalla sinistra del Tevere e che venne occupata da Garibaldi il 26 ottobre 1867.

pagina 105
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Sulle mura di Civitella


(1862)
Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: abruzzese
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sulle-mura-di-civitella

1. Garibaldi fu ferite Sulle mura di Civitella


fu ferite in Aspromonte ci piantiamo il cannone
lu purtavale scritte in fronte Frenceschille nu berbone
chi ch'à state lu pagherà lu vogliamo sott'a li piè.

Senti belle senti care 2. Su lu forte de Civitelle


senti il fischio del vapor ce statave la cuelimbrine
ci imbarchiamo diretti ancora e lu generale Sepine
per Venezia a cunsolà ke la stave a huardeja'

Sulla mura di Civitella Su lu Forte de Civitelle


ci pianteme una scalette si sentive sonare la bbande
Garibaldi con la zappette kille sòne li brihande
li ranturche va a rannà ke si vole 'rrubare a mé.

Informazioni

Reg. di C. Bermani, 1966, Zaccheo, Teramo, inf. Giulia Di Marco, contadina.


1) La prima strofa ha avuto una notevole diffusione dopo il ferimento di Garibaldi sull'Aspromonte, il 29 agosto
1862, da parte delle truppe regie.
Il ritornello che segue la prima strofa ha probabilmente attinenza con la parola d'ordine fatta circolare durante la
permanenza siciliana di Garibaldi nel luglio 1862: "A Roma e Venezia con Garibaldi". E l'imbarco cui si allude
potrebbe essere quello effettuato a Catania la notte del 24 agosto, dopo che Garibaldi si era impadronito di un
piroscafo italiano e di uno francese ed era salpato per la Calabria, sbarcando a Melito e proseguendo poi in
direzione dell'Aspromonte.
L'accenno a Garibaldi che con la zappetta va a sarchiare il granoturco deve riferirsi al periodo successivo al 9
novembre 1860, quando si ritirò a Caprera, mentre gli ultimi versi si riferiscono all'assedio e alla resa, il 18 marzo
1861, del forte militare di Civitella del Tronto, ultimo baluardo della resistenza borbonica nel Regno delle Due
Sicilie.
2) La colubrina di Civitella era molto famosa e di essa si raccontava che nei tempi passati avesse sparato sul mare
Adriatico per tenere a bada i pirati. In alcune località dell'Abruzzo di una ragazza svelta, focosa, pericolosa si dice
"Ddije! Che cuelimbrine!".

pagina 106
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Tancas serradas a muru


di Melchiorre Murenu
Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: sardo
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/tancas-serradas-muru

Tancas serradas a muru chi su chelu fid in terra


fattas a s'afferra afferra; l'haiant serradu puru.

Informazioni

Il canto, contro la privatizzazione delle terre comuni in Sardegna a seguito della legge delle Chiudende promulgata
nel 1820 dal governo piemontese, è attribuito al poeta cieco Melchiorre Mureno, detto "l'Omero del Marghine".

pagina 107
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

The Internationale [L'internazionale in inglese]


Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: inglese
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/internationale-linternazionale-inglese

Arise! Ye starvelings (And) The last fight let us face.


from yours slumbers! The International
Arise! Ye criminals Unites the human race!
of want!
For reason in revolt now thunders, The kings of mines, ships, railways,
And away with all superstitions, Resplendent in their vulgar pride,
Servile masses arise! arise! Have plied their task to exploit always
We`ll change forthwith hose whose labor they`ve e`re decried.
the old conditions Great the spoil they hold in their coffers,
And spurn the dust To be spent on themselfes alone;
to win the prize We`ll seize it someday spite
of scoffers,
Then comrades come rally! And feel that we have got our own.
(And) The last fight let us face.
The International Then comrades come rally!
Unites the human race! (And) The last fight let us face.
The International
No saviours from on high deliver, Unites the human race!
No trust have we in prince or peer;
Our own right hand These kings defile us with their powder,
the chains must shiver. We want no war within the land;
Chains of hatred, of greed and fear. Let soldiers strike, for peace call louder,
Ere the thieves will out Lay down arms, and join hand in hand.
with their booty Should these vile monsters still determine.
And to all give a happier lot, Heroes to make us in despite,
Each at his forge must do his duty They`ll know full soon the kind of vemin
And strike the iron while it`s hot Our bullets hit in this lost fight.
!
Then comrades come rally! Then comrades come rally!
(And) The last fight let us face. (And) The last fight let us face.
The International The International
Unites the human race! Unites the human race!

We`re tricked by laws and regulations, We peasants, artisans, and others


Our taxes strip us to the bone. Enrolles among the sons of toil
The rich enjoy the wealth of nations, Let`s claim the earth henceforth for
But the poor naught can sell their own, brothers,
Long have we in vile bondage languished, Drive the indolent from the soil!
Yet we equal are every ones On our flesh too long
No rights but duties for the vanguish`d has fed the raven,
We claim our rights for duties done. We`ve too long been the vulture`s prey.
But now fare well the spirit craven,
Then comrades come rally! The dawn brings in a brighter day!

Informazioni

Da Arbeiterlieder.de (non più raggiunbile).

pagina 108
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Triallà
Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: toscano
Tags: femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/trialla

E la mi' mamma, per non darmi dote "E non mi dol la testa, non sono innamorata,
a quindici anni la mi mise in collegio avevo una colomba, la m'è volata"
e tirallà, tirallà-llà-allà.
"E se l'è volata lasciala andare al vento,
La prima sera che dormivo in cella chiudi la porta e rientra nel convento.
sentivo il mio amore che camminava.
E se l'è volata lasciala pure andare,
Scesi le scale per andare a aprillo le son pene d'amor, non pò tornare.
la madre superiora l'era levata.
E se l'è volata lasciala andare a Dio,
E lei mi disse: "Cosa fai levata? le son pene d'amor, le sento anch'io."
Ti dole la testa oppure se' innamorata."

Informazioni

Canzone sul tema "monacata per forza", che trae le sue radici da una tradizione assai antica.
Raccolta nel 1965 in provincia di Firenze e cantata da Caterina Buenonell'L.P. "Se vi assiste la memoria"

pagina 109
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Una per tutti i popoli


Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/una-tutti-i-popoli

Una per tutti i popoli risplendi sui patiboli


votati alla riscossa santa bandiera rossa.

Informazioni

E' attestata da Angelica Palli su un giornale moderato dell'epoca, che la indica come esempio di follia politica che
emerge in riunioni più o meno clandestine del '48-49 Livornese. Scoperta e pubblicata da Nicola Badaloni, non si è
riusciti, sinora, ad identificarne la linea melodica.

pagina 110
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Via da noi, tedesco infido


Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: italiano
Tags: antimperialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/da-noi-tedesco-infido

Via da noi, tedesco infido, Ogni spada divien santa


non più patti, non più accordi che ne'barbari si pianta:
Guerra! Guerra! Ogni altro grido è d'Italia indegno figlio
suona infamia e servitù chi all'acciar non dà di piglio
Su que' rei di sangue lordi e un nemico non atterra...
il furor si fa virtù Guerra! Guerra! Guerra! Guerra!

Informazioni

Riportata da Pietro Martini "Diario livornese" ed. 1961, p.246, che ne dice "un drappello di popolani entrò collo
schioppo in spalla cantando a coro". L'autore visse tutta la fase repubblicano-rivoluzionaria livornese della
primavera 1849, fino alla difesa del 10-12 maggio, all'ingresso degli Austroungarici in città ed alle stragi
successive. Non si sa su che aria fu cantata.

pagina 111
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Vinni cu' vinni, e cc'è lu triculuri


Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: siciliano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/vinni-cu-vinni-e-cce-lu-triculuri

Vinni cû vinni e c'è lu triculuri, Va, scatta e mori cu’ ‘na truppicìa
vinniru milli famusi guirreri, e prejatinni di ‘ssi beddi truppi.
vinni ‘Aribaldi lu libiraturi,
‘nta lu sô cori paura nun teni. Ah, ch’è beddu Caribardu câ mi pari
san Michiluzzu Arcangilu daveru.
Ora sì câ finiu Ciccu Burbuni, La Sicilia la vinni a libirari,
la terra si ci apriu sutta li pedi: a vinnicari a chiddi câ mureru.
fu pri chist'omu cu’ la fataciumi
câ la Sicilia fu libira arreri. Amaru di Franciscu povireddu,
e cû ci la purtau ‘sta malanova?
Ah, ch’è beddu Caribardu câ mi pari Ha statu Garibardi lu marteddu
san Michiluzzu Arcangilu daveru, câ nisciu ‘n quinta e ci ‘ncarcàu li chiova.
la Sicilia la vinni a libirari,
a vinnicari a chiddi câ mureru. Ci ha purtatu li truppi a lu maceddu,
ora lu vidi a chi puntu si trova.
Finiu lu tempu di la pucandria, Maistà quannu è tempu di la malura
vinni la paci e semu allegri tutti, cu l’havi si la chianci la vintura.
si nn’iu ‘ddu sbirru câ ‘n guerra tinìa:
poviri nui com’erâmu arridutti. Vinni cû vinni e c'è lu triculuri,
vinniru milli famusi guirreri,
Ma la Sicilia câ re lu facia, vinni ‘Aribaldi lu libiraturi,
cu’ Garibardi li trami ci ruppi. ‘nta lu so cori paura nun teni.

Informazioni

Pubblicata la prima volta nel 1867, poi inserita da Leydi in Canti sociali italiani (Milano 1963).

Il testo completo (dalla terza strofa in poi) sono state segnalate da Mimmo Mòllica, che scrive:

"Vinni cû vinni è un bellissimo esempio di poesia popolare del Risorgimento. Il canto esprime l’entusiasmo del
popolo siciliano per l’arrivo del leggendario Garibaldi, atteso come il liberatore. Nella sestina, qua cantata in due
quartine, è espressa l’immagine dell’eroe secondo il sentimento delle masse popolari: un san Michele Arcangelo
venuto a liberare la Sicilia dal Borbone oppressore e a vendicarne i morti, con il suo sguardo da Gesù Cristo e
l’autorità di Carlo Magno nel comandare.

Nell’ultima ottava, il giudizio espresso a fatti avvenuti diventa satira nei confronti di Francesco II «poveretto»
(detto Pepè, dal nome di uno scemo palermitano, v. Salomone Marino). Ovviamente, artefice delle disavventure di
Francesco II è sempre Garibaldi: il martello che gli ripassò i chiodi, che il popolo siciliano celebrò tra il mito e la
leggenda, riconoscendogli capacità soprannaturali e discendenze divine: i palermitani, infatti, lo credettero
discendente di Santa Rosalia, per assonanza con Sinibaldi, nome del padre della Santuzza. Garibaldi perciò, per i
siciliani, fu il liberatore dalla spada fatata, ‘consanguineo’ di Santa Rosalia, figlia del Signore della Quisquina e del
Monte delle Rose. L’equivoco era piuttosto diffuso nei canti e nelle leggende popolari dell'Isola".

pagina 112
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Vittorio che comandi


Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: italiano
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/vittorio-che-comandi

Vittorio che comandi il re dei regni, Se vuoi soldati fateli di legno,


oh quanta gente mandi a macellare! ma quel biondino lasciamelo stare.

pagina 113
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Viva la libertà!
Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: romanesco
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/viva-la-liberta

Noi semo l'assertori der libbero pensiero Semo tirannicidi, s'armamo de cortello
adesso er cielo è nero ma poi se schiarirà. e giù dal piedistallo lì famo ruzzica'!
Viva la libertà! Viva la libertà!

Qui nun se move foglia che 'r popolo non E' l'omo che propone, ma 'r popolo dispone:
voglia er cane c'ha 'r padrone ma l'omo nun ce l'ha!
chi vo' regna cor boia, da boia morirà! Viva la libertà, viva la libertà!
Viva la libertà!

Informazioni

Canzone giacobina coniata a Roma al tempo del Papa Re e della calata di Napoleone in Italia.

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Volemo vendetta
Periodo: Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/volemo-vendetta

Volemo vendetta, Avete sentito


già l'ora è sonata sonar la campana?
addosso li corra Si batta co'denti
la nostra vociata chi schioppo non ha

Informazioni

Riportato da Pietro Martini "Diario livornese" ed. 1961, p.151. L'autore visse tutta la fase repubblicano-
rivoluzionaria livornese della primavera 1849, fino alla difesa del 10-12 maggio, all'ingresso degli Austroungarici in
città ed alle stragi successive. Non si sa esattamente su che aria fu cantata, anche se probabilmente è la solita aria
di "O giovani ardenti" e di "Diceva un codino"; il Martini parla anche qui della "Tirolese" che ha una metrica del
tutto diversa.

pagina 115
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L'età dell'imperalismo (1870-1914)

La fine del periodo dei movimenti di unificazione nazionale vede crescere ed esplodere il
movimento operaio organizzato in Europa, nelle sue principali anime, quella socialista e
quella anarchica. Sono queste ad animare le lotte politiche e popolari in Italia e in Europa:
lotte per la terra, per il lavoro, per i diritti, per la libertà. Ma è anche il periodo delle grandi
migrazioni verso le Americhe, fenomeno diffuso e doloroso. Tutti elementi e fenomeni che
hanno rafforzato la consapevolezza delle classi popolari circa la loro centralità nella storia.

pagina 116
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1871
di Charles Keller
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: francese
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/1871

Pour la troisième fois le peuple, un moment reins.


roi,
S'est vu violemment dépouiller de son droit. C'est moi qui suis l'espoir! Peuples
La sainte Égalité, comme en rêve entrevue, contemporains,
Pour la troisième fois au monde est apparue, Ne vous y trompez pas; j'engage la bataille
Le niveau d'une main, de l'autre le fusil, Au nom des malheureux, de la maigre canaille
Seins au vent, et fronçant son superbe D'en bas, contre les grands, la racaille d'en
sourcil. haut.
Je brûle le palais des rois et l'échafaud;
Formidable, sa voix, sa grande voix profonde Je donne à la justice un gage indestructible;
Criait aux nations: "C'est moi seule qui Avec moi l'Avenir est frayé; l'invincible
fonde Est vaincu, le Tyran ne reviendra jamais.
La Liberté, fuyant idéal de vos voeux,
Parce que, seule, j'ai les bras assez nerveux L'Océan populaire envahit les sommets,
Pour saisir corps à corps la tyrannie Et sacre de ses flots, souverains de la
ancienne, terre,
La soulever de terre, et, sans reprendre Le Travail pacifique et la Justice austère.
haleine,
L'étouffer dans les airs, et lui briser les Et le Monde entendit durant deux mois la
Voix;
Puis elle s'éteignit pour la troisième fois.

Informazioni

Da "La musica dell'altra Italia", sito non più online.

pagina 117
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8 aprile 1887
di B. Merlino
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/8-aprile-1887

Quel mattino dell'otto d'aprile Veniva dalla città,


La banda del Matese nella piazza polverosa
Entrava a Letino parlò di libertà
Bandiera rossa e nera Strade deserte,
Strade deserte, polvere bianca, polvere bianca,
occhi che spiano orecchie attente
dietro le tende di gente stanca.
Aveva gli occhi blu del mare

Informazioni

La Banda del Matese: occupò senza spargimento di sangue il municipio di Letino, il giorno 8 aprile del 1877 (Carlo
Cafiero, Enrico Malatesta, Pietro Cesare Ceccarelli), definendosi "internazionalisti" per abolire la tassa sul macinato,
il servizio militare, la monarchia; furono dati alle fiamme l'archivio comunale e tutto ciò che avesse a che fare con
la proprietà, registri, ipoteche, etc. Nel 1878, la corte d'Assise di Benevento assolse e scarcerò la Banda del
Matese.

pagina 118
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A Fabriano l'han fatta grossa


Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/fabriano-lhan-fatta-grossa

L'anarchia è una grande idea Gli hanno tirato i pomodori.


Vuole la pace e la fratellanza
Vuole che siano tutti fratelli Ma i pomodori fanno la spia
Vuole il riscatto de' sti ribelli sono il puntello della borghesia.

Ma a Fabriano l'han fatta grossa (E gira,gira) Gira la ruota


Se la son presa con Pietro Gori la ruota del trentuno
Gli hanno tirato tanti bicchieri a morte preti e frati
viva Giordano Bruno

Informazioni

Questo canto potrebbe far riferimento ad un episodio avvenuto il 27 agosto 1893 quando, durante una
manifestazione al circolo del teatro “Gentile” di Fabriano, il repubblicano Antonio Fratti scagliò un bicchiere contro
Pietro Gori.

pagina 119
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A Ferrer
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ferrer

Il tredici ottobre Il popolo moderno


al grido della gente con lui fece partito
un povero innocente e forte si era unito
fu fatto assassinar giurando fedeltà

Di Spagna era il campione Ma i barbari di allora


gentile era di cuore in questo spaventati
insegnò la professione si sono vendicati
a tutta l'umanità facendolo ammazzar

Era contro a preti e frati Di Spagna era il campione


era contro l'impostura gentile era di cuore
combattendo addirittura insegnò la professione
che la morte gli costò a tutta l'umanità

Informazioni

La fucilazione del rivoluzionario spagnolo anticlericale e libero pensatore Francisco Ferrer, il 13 ottobre del 1909,
suscitò una grande impressione e una forte reazione popolare in Italia.
Vedi anche Della moderna scuola il prence e Francisco Ferrer

pagina 120
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A Francisco Ferrer
(1911)
di Angelo Fietti
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/francisco-ferrer-0

Splendeva nel ciel del pensiero per farlo trucidar.


in alto radiosa una stella,
splendeva la luce del Vero Pur egli non domo e sereno
di Ferrer nell’anima bella. la Scuola Moderna innalzava
e tutto d’affetto ripieno
Da quella gran luce inspirato, le leggi del cuore insegnava…
Apostolo nuovo e profeta,
al mondo additava prostrato Ma il prete s’univa al guerriero
più bella e più fulgida meta. la spada s’univa alla tiara,
e l’una recava il mistero,
Ma dalle oscure tenebre e l’altra recava la bara.
sbucano preti e monaci
per farlo trucidar. E dalle oscure tenebre
col piombo il dogma orribile
Ed egli diceva: La gente Lo fece fucilar.
già troppo si fece ingannare,
bisogna irradiare la mente Ma il piombo dal prete guidato
e templi alla Scienza innalzare. che il grande cervello colpìa
rifulge sul mondo angosciato
Diceva: Lontano dal Clero rischiara qual sole la via…
i giovani cuori tenete,
ché sol con la Scienza ed il Vero Ei vive nel nostro pensiero,
l’Emancipazione otterrete. nell’opera grande s’eterna,
insegna l’amore del Vero
Ma dalle oscure tenebre, ancor nella Scuola Moderna.
dai freddi e muti altar E invano dalle tenebre
sbucano preti e monaci dai freddi e muti altar
col piombo il dogma orribile
Lo fece fucilar.

Informazioni

Musica di G. Ferraris

Inno composto e eseguito per la posa di una lapide a ricordo di Francisco Ferrer a Santhià (Vc) il 15 novembre 1911
(fonte Carlo Ottone),

pagina 121
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A morte la casa Savoia


Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: anarchici, lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/morte-la-casa-savoia

A morte la Casa Savoia noi siamo le schiere ribelli,


bagnata da un'onda di sangue, sorgiamo che giunta è la fin!
si sveglia il popol che langue, sorgiamo che giunta è la fin!
si sveglia il popol che langue!
A morte il Re e il principin,
O ladri del nostro sudore a morte il Re e il principin!
nel mondo siam tutti fratelli,

Informazioni

Questa canzone venne cantata in Romagna, a Brisighella (Forlì) nel 1944, dai soldati della Divisione Friuli di
Badoglio, tutti ex partigiani della Brigata Bianconcini delle Marche ma anche dai partigiani della "Spartaco
Lavagnini" di Firenze.
Fonte: G. Lanotte, "Cantalo forte. La Resistenza raccontata dalle canzoni", Nuovi Equilibri Stampa Alternativa 2006.

pagina 122
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Addio compagni addio [Canto dei coatti]


di Pietro Gori
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/addio-compagni-addio-canto-dei-coatti

Addio compagni addio contro ogni autorità.


sorelle spose e madri.
La società dei ladri Vi giunga o plebi ignare
ci ha fatto relegar da questa fossa infame
sepolti in riva al mar! del freddo e delle fame
sdegnoso incitator
Siamo coatti e baldi quest'inno di dolor.
per l'isola partiamo
e non ci vergognamo O borghesia crudele
perché questo soffrir tu non ci fai paura
è sacro all'avvenir. la società futura
per la tua gran viltà
Ma la sublime idea te pur condannerà.
che il nostro cor sorregge
sfida l'infame legge Ma voi lavoratori
che ai cari ci strappò voi poveri sfruttati
e qui ci incatenò. per questi relegati
rei di bandire il ver
A viso aperto i diritti avrete un pio pensier.
al popolo insegnammo Addio dolente Italia
e a liberar pugnammo d'illustri ladri ostello
da tanta iniquità di tresche ree bordello
l'oppressa umanità. stretti alla nostra fé
oggi partiam da te.
Sognammo una felice
famiglia di fratelli Ma un dì ritorneremo
perciò fummo ribelli più fieri ed implacati
contro ogni sfruttator finché rivendicati
contro ogni oppressor. non sieno i diritti ancor
di ogni lavorator!
Vedemmo l'alba immensa
delle speranze umane Straziate o sgherri vili
lottammo per il pane le carni e i corpi nostri
e per la libertà ma sotto i colpi vostri
il cor non piegherà
l'idea non morirà.

Informazioni

Scritto da P. Gori probabilmente in seguito alla sua condanna al domicilio coatto all'isola d'Elba nel 1896, entra
subito nel repertorio politico e di protesta italiano. Se ne conoscono due versioni dal punto di vista musicale: la
prima, sull'aria toscana de “La sofferenza del carcerato”, la seconda su aria di “Addio Lugano bella”.

pagina 123
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Addio Lugano bella


di Pietro Gori
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: anarchici, carcere
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/addio-lugano-bella

Addio Lugano bella o dolce terra pia Cacciati senza tregua andrem di terra in
cacciati senza colpa gli anarchici van via terra
e partono cantando con la speranza in cuor. a predicar la pace ed a bandir la guerra
E partono cantando con la speranza in cuor. la pace tra gli oppressi, la guerra agli
oppressor.
Ed è per voi sfruttati per voi lavoratori La pace tra gli oppressi la guerra agli
che siamo incatenati al par dei malfattori oppressor.
eppur la nostra idea è solo idea d'amor.
Eppur la nostra idea è solo idea d'amor. Elvezia il tuo governo schiavo d'altrui si
rende
Anonimi compagni, amici che restate d'un popolo gagliardo le tradizioni offende
le verità sociali da forti propagate e insulta la leggenda del tuo Guglielmo Tell.
è questa la vendetta che noi vi domandiam. E insulta la leggenda del tuo Guglielmo Tell.
E questa la vendetta che noi vi domandiam.
Addio cari compagni amici luganesi
Ma tu che ci discacci con una vil menzogna addio bianche di neve montagne ticinesi
repubblica borghese un dì ne avrai vergogna i cavalieri erranti son trascinati al nord.
noi oggi ti accusiamo in faccia all'avvenir. I cavalieri erranti son trascinati al nord.
Noi oggi ti accusiamo in faccia all'avvenir.
[Vittorio Emanuele, figlio di un assassino
Evviva Gaetano Bresci che uccise Umberto I]

Informazioni

Canto scritto in carcere da Pietro Gori, quando fu costretto, insieme ad altri dodici fuoriusciti italiani, a lasciare la
Svizzera per motivi politici.

La data si riferisce all'arresto di Pietro Gori.

La musica è di origine popolare toscana.

pagina 124
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Addio, bella, addio!


di Andrea Costa
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/addio-bella-addio

Addio, bella, addio, di piombo o di fame, è tutt'un morir.


alla morte incontro si va;
e se non partissi anch'io, La bandiera è già spiegata,
sarebbe una viltà! né mai più la ripiegherem;
E se non partissi anch'io, o con essa otterem la vittoria,
sarebbe una viltà! o intorno ad essa noi morirem.

Ci hanno tanto martoriato, Non pianger, mio tesoro,


tanto fatto ci hanno soffrir, se alla morte incontro si va:
che morire di fame o di piombo non moriamo per nuovi padroni,
moriamo invece per l'umanità!

Informazioni

"Parodia" socialista della canzone risorgimentale di Carlo Bosi Addio mia bella addio, che si può ascoltare qui

http://www.youtube.com/watch?v=3_abCVrLiNw

pagina 125
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Alla mattina presto suonan le campane


Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/alla-mattina-presto-suonan-le-campane

E alla mattina presto suonan le campane Si si io li conosco ma non vi dirò chi sian
Ora è giunta l'ora dell'esecuzione Presidente faccio il fornaio e non la spia
E tutte le vie sono parate in nero
Or la morte di Caserio sarà davvero. Il presidente allor chiese a Caserio
Or dimmi se tu conosci questo pugnale
E il presidente allor chiese a Caserio Si si che io lo conosco al manico dorato
Or dimmi te tu conosci i tuoi compagni Nel cuore di Carnot è penetrato

Informazioni

Sull'aria di L'interrogatorio di Caserio.


Raccolta da C. Bermani a Milano, nel 1964 da Paolo Castagnino "Saetta"
Sante Caserio fu ghigliottinato a Lione per aver pugnalato Sadi Carnot, presidente della repubblica francese.

pagina 126
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Alla stazion di Monza


Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/alla-stazion-di-monza

Alla stazion di Monza hanno ammazzato il re


arriva un tren che ronza colpito con palle tre.

Informazioni

Probabilmente questo canto ha avuto una elaborazione di varie strofette indipendenti fra di loro. La prima quartina,
rielaborata, appare su varie pubblicazioni come opera di Leo Longanesi, mentre le rime "con le budella dell'ultimo
prete impiccheremo il papa e il re" riprendono dei versi di Diderot.

Fonte: S. Catanuto e F. Schirone, Il canto anarchico in Italia nell'Ottocento e nel Novecento, Milano, zeroincondotta,
2009.

Saluti, Francesca rediviva :-)

pagina 127
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Alle cinque e mezza


(1911)
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: lombardo
Tags: lavoro/capitale, femministi, filanda
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/alle-cinque-e-mezza

Alle cinque e mezza Quando viene la festa


suona la campanella tutti vanno a passeggio
e alle sei noi si ritiriamo
si ritira in un convento in questo misero convento

Povere forestiere Povere forestiere


bandonate dal padre e dalla madre purtèe pasiensa
e dei nostri che qualche giorno
primi innemorati ti daranno licenza.

Informazioni

Composto nel 1911 contro la decisione del direttore della filanda di Sala al Barro (Lecco) di proibire alle operaie
forestiere di uscire dallo stabilimento per impedire i contatti con i giovani del posto.

Da "La musica dell'altra Italia", sito non più online.

pagina 128
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Amore ribelle
di Pietro Gori
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/amore-ribelle

All'amor tuo fanciulla Dei ribelli sventoliamo


Altro amor io preferìa Le bandiere insanguinate
E' un ideal l'amante mia E innalziam le barricate
A cui detti braccio e cor. Per la vera libertà.

Il mio cuore aborre e sfida Se tu vuoi fanciulla cara


I potenti della terra Noi lassù combatteremo
Il mio braccio muove guerra E nel dì che vinceremo
Al codardo e all'oppressor. Braccio e cor ti donerò.

Perché amiamo l'uguaglianza Se tu vuoi fanciulla cara


Ci han chiamati malfattori Noi lassù combatteremo
Ma noi siam lavoratori E nel dì che vinceremo
Che padroni non vogliam. Braccio e cor ti donerò.

Informazioni

Sull’aria de “L’inno dei nichilisti”. Di “Amore ribelle”, che è pure conosciuta come “Canzonetta del libero amore”,
esistono altre incisioni pubblicate su melodie differenti.

pagina 129
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Anche mio padre


Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: miniera
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/anche-mio-padre

Anche 'l mio padre mi ha rovinato


sempre me lo diceva la vita mia
di star lontano
dalla miniera Non c'è né medici
nemmeno professori
Ed io testardo che fan guarire
ci sono sempre andato quei giovan minatori
finché di una mina
mi ha rovinato O santa Barbara
o santa Barberina
Finché una mina dei minatori
di quella galleria sei la regina

Informazioni

Canto tradizionale dei minatori della Val Trompia registrato da Bruno Pianta presso la famiglia Bregoli di Pezzaze
(Brescia) nel 1975

pagina 130
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Andiamo in Transilvania
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: emigrazione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/andiamo-transilvania

Andiamo in Transilvania Domani ci imbarchiamo


a menar la carioletta partiamo per l'Australia
che l'Italia poveretta e tu vedrai, Rosalia
che l'Italia poveretta che là staremo ben.

andiamo in Transilvania E dopo sei mesi


a menar la carioletta avremo la casetta
che l'Italia poveretta che a Trieste benedetta
non ha i soldi per pagar. io non l'ho avuta mai.
. .
I signori portan sassi Triestin, fate fagotto
le signore portan malta che il battello l'è in partenza
chi vuoi andar in Merica Trieste resta senza
che là ci starà ben d'un vero triestin.

Informazioni

Canto dell'emigrazione del primo novecento, che attesta una realtà poco nota, l'esodo di triestini, dopo
l'incorporazione al regno d'Italia, verso la Romania. Ancor oggi in Romania sopravvive una consistente comunità
italiana, a cui è tra l'altro riservato un seggio al parlamento, come minoranza etnica.

pagina 131
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Bandera Roja
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: spagnolo/castigliano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/bandera-roja

¡Avancemos! ¡A la revuelta! La roja enseña triunfara,


Bandera roja, roja bandera. la roja enseña triunfara,
¡Avancemos! Que en la revuelta la roja enseña triunfara.
la roja enseña triunfará. que sólo el Comunismo es la Libertad.
La roja enseña triunfará,
la roja enseña triunfará, ¡No hay enemigos! Las fronteras
la roja enseña triunfará. se alzarán de rojas banderas.
¡Viva el Comunismo y la libertad! ¡Ah, comunistas, a la revuelta!
¡Bandera roja triunfará!
De los parias, la inmensa hilera ¡Bandera roja triunfará!
alce la pura, roja bandera. ¡Bandera roja triunfará!
¡Ah, proletarios, a la revuelta! ¡Bandera roja triunfará!
¡Bandera roja triunfará! Comunismo sólo es paz y libertad.
¡Bandera roja triunfará!
¡Bandera roja triunfará! Falange audaz, consciente y fiera,
¡Bandera roja triunfará! ondea al sol la roja bandera,
El fruto del trabajo nuestro será. ¡Trabajadores, a la revuelta!
La roja enseña triunfará.
En el campo, el taller y la mina, La roja enseña triunfará,
suene ya para los que esperan la roja enseña triunfará,
la hora final de la revuelta. la roja enseña triunfará.
La roja enseña triunfara. ¡Viva el comunismo y la Libertad!

Informazioni

Versione spagnola di Bandiera Rossa

pagina 132
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Bandiera rossa
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/bandiera-rossa

Avanti o popolo alla riscossa Degli sfruttati, l'immensa schiera


Bandiera rossa, bandiera rossa La pura innalzi rossa bandiera,
Avanti o popolo alla riscossa O proletari, alla riscossa
Bandiera rossa trionferà Bandiera rossa trionferà

Bandiera rossa la trionferà Bandiera rossa la trionferà ...


Bandiera rossa la trionferà
Bandiera rossa la trionferà Dai campi al mare, alla miniera,
Evviva il comunismo e la libertà All' officina, chi soffre e spera,
Sia pronto, è l'ora della riscossa.
Avanti popolo tuona il cannone Bandiera rossa trionferà
rivoluzione rivoluzione
avanti popolo tuona il cannone Bandiera rossa la trionferà ...
rivoluzione vogliamo far
Non più nemici, non più frontiere,
Rivoluzione noi vogliamo far Lungo i confini rosse bandiere.
Rivoluzione noi vogliamo far O comunisti alla riscossa
Rivoluzione noi vogliamo far Bandiera rossa trionferà
Evviva il comunismo e la libertà
Bandiera rossa la trionferà ...

Informazioni

"...Bandiera rossa è l'unico inno della classe operaia che possa considerarsi come un vero canto popolare di
tradizione orale" (Cesare Bermani) Trae infatti origine dalle linee melodiche di due canzoni popolari lombarde,
usate anche per altri canti di protesta (Povre filandere), risalendo, anche per il testo, sino ai canti garibaldini e
repubblicani.

pagina 133
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Battan l'otto
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: anarchici, comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/battan-lotto

Battan l'otto ma saranno le nove, infame società, dovrai pagare.


i miei figlioli ma son digiuni ancora
ma viva il coraggio, Verrà qui' giorno della rivoluzione,
ma chi lo sa portare verrà qui' giorno che la dovrai pagare
infame società, dacci mangiare. ma verrà qui' giorno
della rossa bandiera
Viva il coraggio, ma chi lo sa portare infame società, dovrai pagare.
l'anarchia la lo difenderebbe
ma viva il coraggio, Bella è la vita, più bello gli è l'onore
ma chi lo sa portare amo mia moglie e la famiglia mia
i miei bambini han fame, chiedono pane. ma viva i' coraggio,
ma chi lo sa portare
Anch'io da socialista mi voglio vestire infame società, dacci mangiare.
bello gli è i' rosso,
rosse son le bandiere Dei socialisti è pieno le galere,
ma verrà qui' giorno bada governo, infame maltrattore
della rivoluzione ma verrà qui' giorno della rivoluzione
infame società, dovrai pagare.

Informazioni

Questo canto si riferisce probabilmente agli scioperi del 1907 delle acciaierie di Terni.

pagina 134
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Beppino
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: repressione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/beppino-0

L’era una sera che passeggiavo tengo un’amante poco distante


sotto il balcone della mia bella sono abitante in via libertà”
stavo cantando ‘na canzoncella
mai più credevo di andare alla prigion “Te lo do io girar di notte
con la chitarra e il mandolino
Si presentarono due signori sotto il giacchetto c’è un palanchino
“Oh giovanotto che cosa fate trentasei volte te lo farò passar”
è tarda l’ora, non puoi cantare
e le tue carte ci devi presentar” Era una notte e che sognavo
sognavo d’esser con la mia bella
“Io son Beppino, son qui presente e invece l’ero in una cella
non tengo carte non tengo niente cantar di notte non canterò mai più

pagina 135
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Bevi bevi compagno [La canzone che ammazza li preti]


Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: romanesco
Tags: anarchici, anticlericali
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/bevi-bevi-compagno-la-canzone-che-ammazza-li-preti

"Bevi, bevi compagno tutto vitella e manzo


sennò t'ammazzerò" se duimo da magnà
"Nun m'ammazza compagno
che adesso beverò" E fritarelle di monache
preti e frati spezzati
Mentre il compagno beve l'ossa de 'sti maiali
la canteremo, la canteremo. ai cani s'ha da dà
Mentre il compagno beve
la cantaremo larillerà E le chiese son botteghe
Li preti son mercanti
La la la la Vendono madonne e santi
La canzone che ammazza li preti e a noi ce credono vecchi poveri e ignoranti
La la la la vecchi poveri e ignoranti
'mazza monache, preti e fra'!
La la la la
La la la la La canzone che ammazza li preti
La canzone che ammazza li preti La la la la
La la la la 'mazza monache, preti e fra'!
'mazza monache, preti e fra'!
La la la la
Se nasce l'anarchia La canzone che ammazza li preti
un bel pranzo s'ha da fa La la la la
'mazza monache, preti e fra'!

Informazioni

Si trova in "Quando nascesti tune", del Canzoniere del Lazio, 1974

pagina 136
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Boghe longa [E tue senza pane]


Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: sardo
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/boghe-longa-e-tue-senza-pane

E tue senza pane, E su grasciu sarau


istancu, famidu e nudu, chi su riccu segnore
no alzas de disdignu una protesta. faghed a palas tuas cun fastizos:
populu, ses isciau,
Ses peus de su cane, fatigasa e sudorese
vile servis e mudu, cunsacras pro capriccioso e desizoso,
linghes sa man' ingrata e faghes festa e de cussa zente ischiva
a chie ti deridede tue, famidu, gridas: viva e viva!
cando pedinde a manu tesa t'idede.

Informazioni

La “boghe longa” è una delle forme del canto a tenore barbaricino, in provincia di Nuoro

pagina 137
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Bread and roses


(1912)
di James Oppenheim
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: inglese
Tags: lavoro/capitale, femministi, filanda
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/bread-and-roses

As we come marching, marching in the beauty As we come marching, marching, unnumbered


of the day, women dead
A million darkened kitchens, a thousand mill Go crying through our singing their ancient
lofts gray, cry for bread.
Are touched with all the radiance that a Small art and love and beauty their drudging
sudden sun discloses, spirits knew.
For the people hear us singing: "Bread and Yes, it is bread we fight for -- but we fight
roses! Bread and roses!" for roses, too!

As we come marching, marching, we battle too As we come marching, marching, we bring the
for men, greater days.
For they are women's children, and we mother The rising of the women means the rising of
them again. the race.
Our lives shall not be sweated from birth No more the drudge and idler -- ten that toil
until life closes; where one reposes,
Hearts starve as well as bodies; give us But a sharing of life's glories: Bread and
bread, but give us roses! roses! Bread and roses!

Informazioni

Una canzone sullo sciopero delle operaie tessili a Lawrence, Massachusetts, nel 1912. Fu musicata inizialmente da
Martha Coleman o Caroline Kohlsaat, ma la versine più nota è quella musicata da Mimi Baez Fariña , sorella minore
di Johan Baez nel 1974.

pagina 138
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Bruceremo le chiese
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: anticlericali
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/bruceremo-le-chiese

Bruceremo le chiese e gli altari e se il governo si opporrà


bruceremo i palazzi e le regge e se il governo si opporrà
con le budella dell'ultimo prete rivoluzione!
impiccheremo il papa re
Rivoluzione sia
Rivoluzione sia, guerra alla società - la società
guerra alla società piuttosto che vivere così
piuttosto che vivere così meglio morire per la libertà
meglio morire per la libertà.
Sono stato sul Monte Amiata
E il Vaticano brucerà dove è morto Gesù Cristo
e il Vaticano brucera anca lu l'era un socialisto
e il Vaticano brucerà e morì per la libertà
con dentro il papa!
Prete prete tu mi farai morire
E se il governo si opporrà prete prete tu mi farai morir
mi farai morir

pagina 139
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Canto degli affamati


Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/canto-degli-affamati

Morti di fame morti di stenti Pria di sentirci sfatti sfiniti


voi che dei ricchi l'orgia insultò per i digiuni per il soffrir
sorgete o vittime dei prepotenti suvvia scagliamoci sui parassiti
de la riscossa l'ora suonò. meglio è di piombo tosto perir.

Marciamo impavidi contro i vigliacchi Marciamo impavidi contro i vigliacchi


che ci rubano sangue e sudor. che ci rubano sangue e sudor.

Ossa spolpate nel gran festino Rullate o stinchi dei nostri morti
ci contentammo di rosicchiar sopra i tamburi l'inno feral
sorgiamo o Lazzari noi pure il vino o d'affamati torve coorti
noi pur l'ebbrezza vogliam gustar. pel pan si muoia per l'ideal.

Marciamo impavidi contro i vigliacchi Marciamo impavidi contro i vigliacchi


che ci rubano sangue e sudor. che ci rubano sangue e sudor.

Informazioni

Probabilmente su aria de La Marsigliese, questo canto appare in “Canti anarchici rivoluzionari” nel 1898 a Paterson
(N.Y.).

Da: S. Catanuto e F. Schirone, Il canto anarchico in Italia nell'Ottocento e nel Novecento, Milano, zeroincondotta,
2009.

pagina 140
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Canto dei giovani socialisti italiani


Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/canto-dei-giovani-socialisti-italiani

Su gagliardi voi che il viso entro il core la pietà


tinge il fior di puerizia
cui risplende nel sorriso Su corriamo giovanetti
la vittoria del lavor a incontrar la nova aurora
che più bella a chi lavora
Presto il sole di Giustizia nel futuro arriderà
splenderà nell'orizzonte
come brilla su la fronte Sul cammin...
de' verd'anni nostri il fior
E allorchè darà una squilla
Sul cammin de l'avvenire il segnal della riscossa
affrettiam compagni il piè noi avrem come Balilla
e giuriamo di morire fermo il braccio e forte il cor
pria che mai tradir la fé
Mentre in ciel un'alba rossa
Se dei Gracchi il sacro sangue fugherà la notte trista
scorre ognor nei vostri petti marceremo alla conquista
se vi parla per chi langue dei diritti del lavor

Sul cammin...

Informazioni

Sull'aria del "Canto dei lavoratori"

pagina 141
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Canto dei lavoratori [Inno dei lavoratori]


(1886)
di Filippo Turati
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/canto-dei-lavoratori-inno-dei-lavoratori

Su fratelli, su compagne, la consegna sia: sorgiamo


su, venite in fitta schiera: troppo lungo fu il dolor.
sulla libera bandiera Il riscatto del lavoro...
splende il sol dell'avvenir.
Nelle pene e nell'insulto Maledetto chi gavazza
ci stringemmo in mutuo patto, nell'ebbrezza dei festini,
la gran causa del riscatto fin che i giorni un uom trascini
niun di noi vorrà tradir. senza pane e senza amor.

Il riscatto del lavoro Maledetto chi non geme


dei suoi figli opra sarà: dello scempio dei fratelli,
o vivremo del lavoro chi di pace ne favelli
o pugnando si morrà. sotto il pie dell'oppressor.

o vivremo del lavoro Il riscatto del lavoro...


o pugnando si morrà.
o vivremo del lavoro I confini scellerati
o pugnando si morrà. cancelliam dagli emisferi;
i nemici, gli stranieri
La risaia e la miniera non son lungi ma son qui.
ci han fiaccati ad ogni stento
come i bruti d'un armento Guerra al regno della Guerra,
siam sfruttati dai signor. morte al regno della morte;
contro il dritto del del più forte,
I signor per cui pugnammo forza amici, è giunto il dì.
ci han rubato il nostro pane,
ci han promessa una dimane: Il riscatto del lavoro...
la dima si aspetta ancor.
O sorelle di fatica
Il riscatto del lavoro... o consorti negli affanni
che ai negrieri, che ai tiranni
L'esecrato capitale deste il sangue e la beltà.
nelle macchine ci schiaccia,
l'altrui solco queste braccia Agli imbelli, ai proni al giogo
son dannate a fecondar. mai non splenda il vostro riso:
un esercito diviso
Lo strumento del lavoro la vittoria non corrà.
nelle mani dei redenti
spenga gli odii e fra le genti Il riscatto del lavoro...
chiami il dritto a trionfar.
Se eguaglianza non è frode,
Il riscatto del lavoro... fratellanza un'ironia,
se pugnar non fu follia
Se divisi siam canaglia, per la santa libertà;
stretti in fascio siam potenti;
sono il nerbo delle genti Su fratelli, su compagne,
quei che han braccio e che han cor. tutti i poveri son servi:
cogli ignavi e coi protervi
Ogni cosa è sudor nostro, il transigere è viltà.
noi disfar, rifar possiamo;
Il riscatto del lavoro...

pagina 142
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Informazioni

La musica fu composta dal maestro Amintore Galli e la prima esecuzione pubblica avvenne a Milano il 27 marzo
1886 nel salone del Consolato operaio in via Campo Lodigiano ad opera della Corale Donizetti.
L'inno ebbe subito una grandissima diffusione e fu tra i più amati dai lavoratori italiani.(Riccardo Venturi)

pagina 143
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Canto dei mietitori


di Mario Rapisardi
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/canto-dei-mietitori

La falange noi siam dei mietitori ci disseta, ci allena, ci satolla,


e falciamo le messi a lor signori. Falciam, falciam le messi a quei signori.

Ben venga il Sol cocente, il Sol di giugno Il sol cuoce, il sudore ci bagna,
che ci arde il sangue e ci annerisce il suona la cornamusa e ci accompagna,
grugno finché cadiamo all'aperta campagna.
e ci arroventa la falce nel pugno, Falciam, falciam le messi a quei signori.
quando falciam le messi a lor signori.
Allegri o mietitori, o mietitrici:
Noi siam venuti di molto lontano, noi siamo, è vero, laceri e mendici,
scalzi, cenciosi, con la canna in mano, ma quei signori son tanto felici!
ammalati dall'aria del pantano, Falciam, falciam le messi a quei signori.
per falciare le messi a lor signori.
Che volete? Noi siam povera plebe,
I nostri figlioletti non han pane noi siamo nati a viver come zebre
e, chi sa?, forse moriran domane, ed a morir per ingrassar le glebe.
invidiando il pranzo al vostro cane... Falciam, falciam le messi a quei signori.
E noi falciam le messi a lor signori.
O benigni signori, o pingui eroi,
Ebbro di sole, ognun di noi barcolla vengano un po' dove falciamo noi:
acqua ed aceto, un tozzo e una cipolla balleremo il trescon, la ridda e poi...
poi falcerem le teste a lor signori.

Informazioni

Si riferisce alla rivolta dei Fasci siciliani (1892-94)

pagina 144
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Canto dei reclusi [I potenti della terra]


di Pietro Gori
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/canto-dei-reclusi-i-potenti-della-terra

I potenti della terra L’ideal per cui pugnammo..


i signor del mondo intero
dalla logica e dal vero Siamo anarchici e siam molti
si son visti minacciar e la vostra infame legge
non ci doma né corregge
Han risposto con l’esilio né ci desta alcun timor
con gli ergastoli e catene
con la morte speran bene Su vigliacchi incrudelite
di poterci sterminar che la morte non c’è nuova
lo sapete già per prova
L’ideal per cui pugnammo come muore un malfattor
no non teme i vostri errori
Siam ribelli e forti L’ideal per cui pugnammo..
siamo il terror degli oppressor
Guerra dunque e guerra sia
L’imperante borghesia già la pace fu bandita
sino ad or ci ha calunniati nulla restaci e la vita
ci han derisi e ci han chiamati la doniam all’ideal
folli e tristi malfattor
Cogli ergastoli e catene
Noi l’insulto abbiam raccolto colle barre e le ritorte
ne abbiam fatto una bandiera col terrore della morte
il vessillo per la schiera non si fiacca un ideal
dei novelli malfattor
L’ideal per cui pugnammo...

pagina 145
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Canto delle donne affiliate alla Asociación Nacional de


Trabajadores de España
(1882)
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: spagnolo/castigliano
Indirizzo:
https://www.ildeposito.org/canti/canto-delle-donne-affiliate-alla-asociacion-nacional-de-trabajadores-de-espana

Todas las niñas bonitas Con letras de oro que dicen:


Tienen en casa un letrero "Por un Asociado muero".

pagina 146
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Canzone che recita Giovanni Passannante


Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/canzone-che-recita-giovanni-passannante

Avete visto il poverello E il contadin di tute le contrade


in qualche canto lo avete visto
cencioso e scalzo a stendervi il cappello languir per fame su le raccolte biade?
e in un suon di pianto E al sere tristo
chiedervi un pane per i santi, le riciole di quello che raccoglie
quel pane che ora manca a tanti? chiedere, per isfamarsi colla moglie?
Se lo avete visto io vi voglio dire Se lo avete visto io vi voglio dire
è tempo che finisca di soffrire che si deve con lui vincere o morire
con lui ci armerem senza viltà allora che insorgeremo senza viltà
chiedendo al ricco pane e libertà. per acquistarci pane e libertà.

Avete mai sentito l'artigiano C'è stato il Nazzareno un giorno ancora


da mane a sera che predicava
batter la porta del padron villano dell'uguaglianza prossima l'aurora,
e con preghiera ed insegnava
chieder respinto un poco di lavoro che i grandi vivono dei nostri sudori
e s' che l'opra sua lo impingua d'oro? che son dei beni comuni usurpatori.
Se lo avete udito io vi voglio dire Ed essi perchè questo egli ebbe a dire
che il perfido padron s'avrà a pentire barbaramente il fecero morire
allora che psiegheremo senza viltà ma ora chi soccombere dovrà
bandiera rossa gridando liberà. saran quei che ci negan libertà.

Informazioni

Il canto venne pubblicato il 16 marzo 1879 su "Il Corriere del Mattino" di Napoli e poi ripresa e diffusa da fogli
volanti cenduti per le strade. Il testo venne attribuito dal popolo napoletano a Giovanni Passannante, il cuoco
anarchico, che, a Napoli, il 17 novembre 1878, attentò vanamente alla vita di Umberto I.

pagina 147
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Canzone dei petrolieri


(1878)
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/canzone-dei-petrolieri

Siam quelli del petrolio Né codici o bastoni


ciascuno lo sa già lo potranno soffocar
Quindi porgiamo encomio
al fuoco che farà Qua il petrolio là il petrolio
Siccome brucia bene petroleum bum bum
e molta luce fa Spilliamo fino a farlo traboccar
Petrolio è come birra qui Viva il petroleum!
e a fiumi scorrerà
Malgrado i tempi bui e
Qua il petrolio là il petrolio potente sia il nemico
petroleum bum bum Andiamo avanti uniti noi
Spilliamo fino a farlo traboccar col fuoco per amico
Viva il petroleum! E quando il signor giudice
ci incarcererà
Borghese storci il naso Avremo una ragione in più
dici “che brutto odore!” per farlo divampar
E credi che gli anarchici
sian gente senza cuore Qua il petrolio là il petrolio
Per te fa solo verità petroleum bum bum
la stampa qualunquista Spilliamo fino a farlo traboccar
Il fuoco ti rischiarerà Viva il petroleum!
le idee, il pensier, la vista
Compagno del petrolio
Qua il petrolio là il petrolio fratello non temere
petroleum bum bum Noi instancabilmente
Spilliamo fino a farlo traboccar faremo il tuo dovere
Viva il petroleum! Del falso liberismo
noi ce ne strasbattiamo
Libero chiaro e schietto E in nome della libertà
brucia nelle città battaglia scateniamo
Può altrettanto bene
nei villaggi divampar Qua il petrolio là il petrolio
Illumina l’esercito petroleum bum bum
la cosa può stupir Spilliamo fino a farlo traboccar
Viva il petroleum!

Informazioni

Versione in lingua italiana a cura di Santo Catanuto dal testo tedesco di Jacob Audorf Lied der Petroleure. Il canto in
lingua originale è pubblicato in E. Jona e S. Liberovici, Il ventinove luglio 1900, Milano, edizioni del Gallo, p.36, che
accompagna lomonimo disco, D/S 10 18 20.
Musica del brano La leggenda dall'opera comica in 3 atti La figlia di Madame Angot, di C. Lecoqc.
Questo testo è legato al viaggio compiuto da Gaetano Bresci dall'America all'Italia, poco prima dell'attentato al re
Umberto I. Il petrolio, come la dinamite, si incontra spesso nella mitologia del movimento internazionalista e
anarchico a partire dalla Comune di Parigi.

(da Catanuto S. Schirone F, Il canto anarchico in Italia bell'Ottocento e nel Novecento, Zero in condotta, Milano
2009)

pagina 148
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Cara moglie, di nuovo ti scrivo


Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: emigrazione, miniera
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/cara-moglie-di-nuovo-ti-scrivo

Cara moglie, di nuovo ti scrivo e i Bresciani se ne vanno al galoppo


che mi trovo al confin della Francia questa vita la posso più far.
anche quest'anno c'è poca speranza
di poterti mandar del denar. Cara moglie, di nuovo ti scrivo
di non darla né a preti né a frati
La cucina l'è molto assai cara e dalla pure ai più disperati
e di paga si piglia assai poco che nel mondo la pace non han.

Informazioni

Canto dell'emigrazione frontaliera del primo Novecento.


Raccolta nel bresciano, fa parte del repertorio della famiglia Bregoli, minatori della Valtrompia. (Maria Rollero)

Anche in: Bertelli G. CD Quando emigranti, Nota, 2003 (eseguita sulla melodia di Addio Padre)

pagina 149
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Carabina 30-30
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: spagnolo/castigliano
Tags: antimperialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/carabina-30-30

Carabina 30-30 "¿donde te hallas, Argumedo?


que los rebeldes portaban Ven, parate aquà adelante,
y decàan los maderistas tຠque nunca tienes miedo".
que con ellas no mataban. Con mi 30-30 me voy a marchar...
Con mi 30-30 me voy a marchar
a engrosar las filas de la rebeliòn, Ya nos vamos pa' Chihuahua,
si mi sangre piden, mi sangre les doy ya se va tu negro santo,
por los habitantes de nuestra naciòn. si me quebra alguna bala
ve a llorarme al camposanto.
Gritaba Francisco Villa, Con mi 30-30 me voy a marchar...

pagina 150
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Caserio passeggiava per la Francia


Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/caserio-passeggiava-la-francia

Caserio passeggiava per la Francia saluta i compagni suoi e andò al macello.


incontrò la carrozza del Presidente
monta sulla carrozza col mazzolino rosso La madre di Caserio forte piangeva
«È questo il pugnale che ti darà la morte". vedendo il suo figlio alla tortura.
«Se sei una vera anarchica non devi aver
Il presidente interrogò Caserio: paura
«E dimmi Caserio chi sono i tuoi compagni». se anche il figlio tuo è alla tortura».
«I miei compagni sono dell'anarchia
ed io faccio il fornaio e non la spia». «Boia dammi da bere che tengo sete
e dammi della marsala del vermut buono
Il presidente interrogava Caserio: e dammi del vino rosso quello che io langue
«E dimmi Caserio chi credi d'esser davanti». e quando mi taglierai la testa boia darò più
Caserio gli risponde con poca soggezione: sangue».
«Io so che sono davanti a un palandrone».
Quando il boia viene da Torino
Quando Caserio vide la ghigliottina e chiede dove è andato l'assassino
con una mano lui si levò il cappello Caserio gli risponde con voce lesta
«Mi salterà via la testa ma il pensiero
resta».

Informazioni

Sante Caserio fu ghigliottinato a Lione per aver pugnalato Sadi Carnot, presidente della repubblica francese.
Anche di questo canto si conoscono numerose versioni (vedi: Catanuto S. Schirone F. Il canto Anarchico in Italia
nell'Ottocento e nel Novecento, Zero in Condotta, Milano, 2009, pgg. 100-101-102)

pagina 151
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Caserne et forêt
di Eugene Pottier
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: francese
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/caserne-et-foret

J'espérais à Fontainebleau Refaisant le monde et chantant


Savourer les bois solitaires, L'avenir large et l'espérance,
Mais par malheur ce lieu si beau On s'éveille en sursaut, heurtant
Grouille de militaires. Un pantalon garance.

Parmi la feuille et le granit, Puant fort le vin et l'amour,


Dès l'aube en soldat malhonnête Des femmes à soldats font tache
Réveille l'oiseau dans son nid, Sur des prés où jusqu'à ce jour
Au son de la trompette. J'ai vu paître la vache.

Le silence étend son velours Ne pourrions-nous pas - en secret -


Dans le creux d'un vallon sauvage ; Sans nuire au pouvoir qui gouverne,
Mais sur les rochers, des tambours Une nuit porter la forêt
Font leur apprentissage. Bien loin de la caserne ?...

Informazioni

Fonte

pagina 152
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Caviam caviam
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: miniera
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/caviam-caviam

Caviam cantando, caviam la fossa marciran forse sotto le frane


dove c’è un nero tozzo di pane Pei ricchi il biondo oro cerchiam
qui dove un giorno, le nostre ossa caviam cantando, caviam, caviam

Informazioni

Di questo canto sembra che non esistano pubblicazioni e tanto meno registrazioni precedenti all'attuale. Il canto
l'ho appreso da Franco Coggiola, ricercatore dell'Istituto Ernesto De Martino. Amava cantarlo in auto quando lo
accompagnavo, dopo le prove, nella sua abitazione di viale Monza. Di certo è un documento frutto della sua ricerca
in una delle regioni in cui si estraeva un tempo il prezioso metallo.

In Italia esiste una zona aurifera attorno al Monte Rosa con miniere un tempo sfruttate a Pestarena e Vanzone in
Valle Anzasca; ad Alagna, Rimella e Fobello in Valsesia e perfino appena sotto i ghiacciai del Monte Rosa in località
"Le Pisse".
Ora le miniere italiane, sono tutte chiuse. L’ultima a cessare è stata quella di Pestarena, nel 1961.

Sono presenti miniere d'oro anche nella Valle Antrona, anche se gli ingressi ora sono chiusi, esiste ancora il vecchio
villaggio di minatore a 1700 metri e a valle c'è la fabbrica dove veniva lavorato il materiale estrattivo.

pagina 153
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Che cosa vogliamo


Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/che-cosa-vogliamo

Noi siamo da secoli calpesti e derisi la razza dei ladri dispersa sarà
perchè siam pecore, perchè siam divisi
ma un giorno, sia presto, faremo l'unione Vogliamo che la terra sia patria di tutti
allora i padroni avran da pensar che chi lavora raccolga i suoi frutti
E noi dai signori siam sempre sfruttati
Giuriam giuriam, padron non ne vogliamo ci han sempre rubato il nostro sudor
Vogliamo la pace, la scienza, il lavoro
La grande famiglia dell'umanità Giuriam giuriam...
Non più vagabondi che sfrutta con loro

Informazioni

Nel "Canzoniere sociale illustrato di vari autori" di A. Frizzi, Edizioni popolari, 1908, questo canto è attribuito a
Eusebio Bordel Marchetti (Desana Vercellese, 1871-?), membro della direzione del Partito Socialista e fondatore,
nel 1901, della Federazione dei lavoratori del legno.
A commento di una versione raccolta nel 1960 da Jona e Liberovici, l'informatore Camillo Cerrati dichiarato di aver
ascoltato per la prima volta questa canzone nel 1901.

Viene anche cantata sull'aria dell'Inno di Mameli, come parodia dello stesso.

Fonte: E. Jona, S. Liberovici, F. Castelli, A. Lovatto, "Le ciminiere non fanno più fumo - Canti e memorie degli operai
torinesi, Donzelli 2008.

pagina 154
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Chiantu de l'emigranti
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: calabrese
Tags: emigrazione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/chiantu-de-lemigranti

Strada mia abbandunata, mo te lassu tassu che m'entassau la vita mia.


chiagnennu me ne vaju le vie vie. Io partu pe' l'America luntana,
O quanti passi che da tia m'arrassu, nun sacciu adduje me porta la fortuna.
tante funtane faru l'uocchie mie.
Sant'Antuone mio fallo venire
Nun so' funtane, no, ma fele e tassu, e non mi fa' pigliare cchiu de pena!

Informazioni

Si tratta di un canto d'addio raccolto da Daisy Lumini a Cosenza, dalla voce di una vecchia contadina.Si riferisce
alle migrazioni intercontinentali dell'800 ed esprime il dolore di un emigrante che abbandona la sua terra per
cercare fortuna in America.la "risposta"è l'invocazione di chi resta al paese d'origine,affinchè la persona amata
presto ritorni. da "Canti dell'emigrazione" di Savona-Straniero.

Discografia: Le canzoni degli emigranti Vol 2°

pagina 155
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Cinturini
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: umbro
Tags: lavoro/capitale, femministi, filanda
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/cinturini

Semo de Cinturini siamo scicche in verità


laciatece passà,
semo belle e simbatiche Matina e sera, ticchetetà,
ce famo rispettà. infinu a sabadu ce tocca d'abbozzà
Matina e sera, ticchetetà,
Matina e sera, ticchetetà, infinu a sabadu ce tocca d'abbozzà
infinu a sabadu ce tocca d'abbozzà
Matina e sera, ticchetetà, Se quarcuno che se crede,
infinu a sabadu ce tocca d'abbozzà perchè semo tessitore,
ma se nui famo all'amore
Quanno fischia la sirena lo facemo pe' scherzà.
prima innanzi che fa giurnu,
ce sentite atturnu atturnu Matina e sera, ticchetetà,
dentro Terni da passà. infinu a sabadu ce tocca d'abbozzà
Matina e sera, ticchetetà,
Matina e sera, ticchetetà, infinu a sabadu ce tocca d'abbozzà
infinu a sabadu ce tocca d'abbozzà
Matina e sera, ticchetetà, E se ce dicono, tant'accuscì,
infinu a sabadu ce tocca d'abbozzà je dimo squajatela, pe' me tu poli ji
je dimo squajatela, pe' me tu poli ji
Quanno a festa ce vedete
quando semo arcutinate Matina e sera, ticchetetà,
pe signore ce pijate infinu a sabadu ce tocca d'abbozzà
Matina e sera, ticchetetà,
infinu a sabadu ce tocca d'abbozzà

Informazioni

Canzone delle lavoratrici della fabbrica tessile (iuta) impiantata a Terni, dall'inizio del '900, dall'ingegnere
Centurini, il cui cognome in ternano vedeva immancabilmente la storpiatura della e in i. Da una registrazione di
Lucilla Galeazzi e Valentino Paparelli.

pagina 156
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Contrasto tra l'aristocratica e la plebea sulla guerra di


Tripoli
(1911)
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: antimperialisti, antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/contrasto-tra-laristocratica-e-la-plebea-sulla-guerra-di-tripoli

Plebea: agli altri regala ciò che non hai.


Da piccola bambina io ave' 'mparato Prima di tutto civilizza i tuoi,
che c'era un solo Dio che ci comanda, perché se una statistica tu fai
ora si vede il mondo s'è cambiato troverai tra gli italici abitanti
perché si trova un Dio per ogni landa. il settanta per cento d'ignoranti.
Così rimane il popolo ingannato
dalla vostra fallace propaganda: Aristocratica:
mentre Dio ci descriveva: «Non ammazzare», Questo tu l'avrai letto sull'Avanti
oggi vediam le gente macellare. giornale socialista e temerario;
essere nun ci poi che lui fra tanti
Aristocratica: all'impresa di Tripoli contrario.
È sempre costumato guerreggiare Mentre gli altri giornali, tutti quanti,
e in oggi ce lo impone più che mai, rammentano d'un caso straordinario:
chi per voler le terre conquistare giornali fatti da' nazionalisti,
e chi per dar lavoro agli operai. e l'Avanti lo fanno i socialisti.
Intanto quei malvagi, piano piano,
un po' di educazione la impareranno, Plebea:
tralasceranno i rei costumi suoi, Chi ama la guerra sono òmini tristi,
diverranno educati come noi. privi di scienza e di cuore cattivo;
fossero stati invece i socialisti,
Plebea: il mio figlio sarebbe ancora vivo.
Dici che civilizzare tu li vòi, La guerra è bella pe' capitalisti,
pagherei a sapere come farai: perché ritrovan sempre il loro attivo:
fammi i' piacere e dimmi come fai dalle imposte che tengono impiegate
dicono sempre: Armiamoci ed andate.

Informazioni

Contrasto raccolto da C. Bueno a Stia, in Casentino, nel 1965, inf. Maria Ringressi.

pagina 157
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Corrido Villista
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: spagnolo/castigliano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/corrido-villista

Yo soy soldado de Pancho Villa, con sus dodrados valientes,


de sus dorados soy el mas fiel, que por el han de morir.
nada me importa perder la vida,
si es cosa de hombres morir por el. Adios villistas que alla en Celaya
su sangre diceron con gran valor,
De aquellas gran Division del Norte adios mi linda Ciudad Chihuahua,
solo unos cuantos quedamos ya, ya nos veremos otra ocasion.
subiendo sierras, bajando montes,
buscando siempre son quien pelear. Ya llego, y esta aqui,
Pancho Villa con su gente,
Ya llego, ya esta aqui, con sus dorados valientes
Pancho Villa con su gente, que por el han de morir...

pagina 158
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Da candu semu nati


Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: sardo
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/da-candu-semu-nati

Da candu semmu nati i li campagni e li nostri gadagni so' andendi


trabaddhendi versendi sinnò sangu cun sudori, in busciacca di li ricchi sfruttadori.

Informazioni

Canto con modulo musicale di origine sacra; uno dei pochi canti di protesta del repertorio degli Aggius

pagina 159
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Della moderna scuola il prence


di Carlo Gagne
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/della-moderna-scuola-il-prence

Della moderna scuola il prence Eterno il suo spirito aleggi


la chiesa tetra volle colpire tra le falangi dei morti eroi
vinto non domo tra carmi e canti sempre si inneggi
da iniqua sorte da iniqia sorte al martir spagnol
cadde Ferrer cadde Ferrer.
Ei vive ognor, ei vive ognor
Ei vive ognor, ei vive ognor ei vive ognor, ei vive ognor
ei vive ognor, ei vive ognor

Informazioni

La fucilazione del rivoluzionario spagnolo anticlericale e libero pensatore e pedagogista Francisco Ferrer, il 13
ottobre del 1909, suscitò una grande impressione e una forte reazione popolare in Italia.
Scrive P.Spriano che nel 1910 a Torino
sorse una "Scuola Moderna Francisco Ferrer", che diventò per i giovani una università proletaria, una palestra di
dibattiti tra socialisti e libertari, all'insegna dell'intransigenza politica e morale.
Questo canto fu scritto da Carlo Gagne, e raccolta nel 1960 a Torino, da Jona -Liberovici, con lo stesso autore come
testimone.

Vedi anche A Ferrer e Francisco Ferrer

pagina 160
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Die Internationale [L'internazionale in tedesco]


Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: tedesco
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/die-internationale-linternazionale-tedesco

Wacht auf, verdammte dieser Erde, duldet die Schmach nun länger nicht!
die stets man noch zum Hungern zwingt!
Das Recht wie Glut im Kraterherde Völker, hört die Signale!
nun mit Macht zum Durchbruch dringt. Reinen Auf, zum letzten Gefecht!
Tisch Die Internationale erkämpft
[macht das Menschenrecht!
mit dem Bedränger! Völker, hört die Signale!
Heer der Sklaven, wache auf! Auf, zum letzten Gefecht!
Ein Nichts zu sein, DieInternationale erkämpft
tragt es nicht länger, das Menschenrecht.
alles zu werden, störmt zuhauf.
In Stadt und Land, ihr Arbeitsleute,
Völker, hört die Signale! wir sind die stärkste der Partei´n.
Auf, zum letzten Gefecht! Die Müßiggnger schiebt beiseite!
Die Internationale erkämpft Diese Welt wird unser sein;
das Menschenrecht! unser Blut sei nicht mehr
Völker, hört die Signale! der Raben und der nächt´gen Geier Fraß! Erst
Auf, zum letzten Gefecht! wenn wir
DieInternationale erkämpft sie vertrieben haben,
das Menschenrecht.
Völker, hört die Signale!
Es rettet uns kein hö´hres Wesen, Auf, zum letzten Gefecht!
kein Gott, kein Kaiser, noch Tribun. Die Internationale erkämpft
Uns aus dem Elend zu erlösen, das Menschenrecht!
können wir nur selber tun! Völker, hört die Signale!
Leeres Wort: des Armen Rechte! Auf, zum letzten Gefecht!
Leeres Wort: des Reichen Pflicht! DieInternationale erkämpft
Unmündig nennt man uns und Knechte, das Menschenrecht.

pagina 161
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Dimmelo Pietro Gori dove sei


Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/dimmelo-pietro-gori-dove-sei

Dimmelo Pietro Gori dove sei O Pietro Gori sorti o dalla tomba
sono a Portoferraio a lavorare che già l'Italia è priva d'istruzione
qua siamo nelle mani de' giudei tu Malatesta sona la tromba
lavoro l'oro e mi pagan co' 'l rame. e dai lo squillo alla Rivoluzione.

Informazioni

Le strofe sono scritte da un anonimo nel periodo in cui Gori è costretto al soggiorno coatto all'isola d'Elba (1896). E'
nota anche un'altra strofa:

Evviva Pietro Gori e i' suo ideale


abbasso a quell'infame borghesia
evviva la rivoluzione sociale
abbasso i preti e viva l'anarchia.

Fonte: S. Catanuto e F. Schirone, Il canto anarchico in Italia nell'Ottocento e nel Novecento, Milano, zeroincondotta,
2009.

pagina 162
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Dimmi bel giovane


Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/dimmi-bel-giovane

Dimmi bel giovane è un vile chi lo ignora


onesto e biondo il tempo è dei filosofi
dimmi la patria la terrà è di chi la lavora.
tua qual'è
tua qual'è Addio mia bella
casetta addio
Adoro il popolo madre amatissima
la mia patria è il mondo e genitor
il pensier libero e genitor
è la mia fe'
è la mia fe' Io pugno intrepido
per la comune
La casa è di chi l'abita come Leonida
è un vile chi lo ignora saprò morir
il tempo è dei filosofi saprò morir
il tempo è dei filosofi
La casa è di chi l'abita...
La casa è di chi l'abita
La casa è di chi l'abita...

Informazioni

L. Settimelli ha avuto il pregio di raccogliere questo canto a Lastra Signa (Fi) attraverso Donato Settimelli il quale
ricorda di averlo conosciuto dopo la guerra del 1915-18. In effetti il brano non è riportato in alcuna stampa di
canzonieri anarchici o socialisti d’inizio secolo consultati; né lo riporta il Canzoniere Sociale che dal secondo
dopoguerra è forse il canzoniere anarchico più completo. Nella discografia degli anni ’70 è riportato, come autore
del testo, un “anonimo”; altri ancora fanno risalire, erroneamente, il testo a Pietro Gori. Per fare finalmente e
definitivamente chiarezza sulla vera origine del canto bisognerà attendere lo studio di Franco Bertolucci
(“Anarchismo e lotte sociali a Pisa. 1871-1901”, Pisa, BFS, 1988) che riporta alla luce alcuni fatti storici di indubbio
interesse. Fra questi il canto che oggi è noto col titolo “Dimmi bel giovane” che altro non è se non una poesia
dell’internazionalista pisano Francesco Bertelli, stampata nel 1873 presso la tipografia Citi, dal titolo “Dimmi buon
giovine. Esame d’ammissione del volontario alla Comune di Parigi”. Dunque il testo è stato scritto in ricordo della
Comune di Parigi del 1871 e solo successivamente è stato stampato. Il testo della poesia è molto più lungo e
articolato (ventidue strofe) rispetto a quello tramandato (di sole quattro strofe), con il ritornello (“La casa è di chi
l’abita un ladro chi l’ignora. La terra pei filosofi è di chi la lavora”) un po’ modificato ma profondamente diverso nel
significato politico che è l’incipit della poesia del Bertelli.

Da acrataz.oziosi.org (non più online).

pagina 163
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Dio lo vuole
di Guido Podrecca
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: anticlericali
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/dio-lo-vuole

Dio lo vuole! Al lavoro somari Oh leggera è la vita degli allegri


sotto il basto e il baston del signore ben pasciuti ministri di Dio
ogni stilla del nostro sudore cui nun piace del cielo il desìo
in denaro il padron muterà poiche in terra ce l'hanno di già

Dolce e dopo il durato lavoro Dio l vuole! Guardiamo quel cielo


non aver per la pentola il sale che sul capo ci splende stellato
mentre il principe a mensa reale è lassù che il salame appiccato
al curato vicin siederà troveremo che qua ci mancò

Dio lo vuole! Se poveri siamo Con tal speme ci sono soavi


e manchiamo di pane e lavoro sequestri le tasse la fame
non speriam che dal suo trono d'oro e se pure si muor nel letame
di noi tristi s'accorga il Signor un buon letto nel cielo si avrà

E il Signor che non lascia giammai Dio lo vuole! Siam schiavi fedeli
preti e frati di fame morire del padron del governo e del prete
non s'è visto in aiuto venire che ci pagan con poche monete
un sol giorno del lavorator ma con molte speranze... Iassù

Dio lo vuole! Portiamo contenti Dio lo vuole! Ecco il grido bugiardo


grano e vino in cantina al padrone che ci lanciano preti e padroni
e siam certi che per guiderdone e a quel grjdo gli eterni minchioni
a suo tempo sfruttarci saprà sin la pelle si lascian levar!

pagina 164
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Down in the Brunner Mine


Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: inglese
Tags: lavoro/capitale, miniera, morti sul lavoro
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/down-brunner-mine

They work in the heat and the coal black dust Down in the Brunner mine.
Sticks to the skin like a burn'd pie crust
We curse each day that the miner must A sound that'll creep through the miner's
Go down in the Brunner mine. soul
Is the shake and rattle and down she'll roll
Down at the face of the the Brunner mine A hundred feet of rubble and coal
Two hundred feet by the survey line Down in the Brunner mine.
There's never a sign of sun and sky
Down in the Brunner mine. A cave-in'll give us a shut down day
But that'll never make a miner gay
The miner's breath comes short and hot For the trembling earth speaks Judgment Day
He's using all the breath he's got Down in the Brunner mine.
Whether it's good for his lungs or not

Informazioni

Canzone neo-zelandese che illustra le condizioni di lavoro dei minatori della miniera di carbone di Brunner. Nel
1896 in questa miniera avvenne un grave incidente, per un'esplosione di gas metano morirono 65 minatori.

pagina 165
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E i' prete di Marignolle


Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: toscano
Tags: anticlericali
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/e-i-prete-di-marignolle

E i' prete di Marignolle gli garbò anche me ma'


gli garbava tutte le donne questo è i' regalo che i' prete mi fà

pagina 166
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E l'avvenire è bello
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/e-lavvenire-e-bello

E l'avvenire è bello Vanne sui campi


pieno di speranze impugna il fucile
il proletariato è povero uccidi il borghese
in mille circostanze l'uomo il più vile

Vanne sui campi O proletario all'erta


la terra a difendere il giorno è arrivato
scaccia il borghese d'uccider questa setta
l'eterno oppressor da noi maledetta

A te dolori e palpiti Giura vendetta


farò il palese appieno o proletario
mille borghesi giungono contro il borghese
a spezzarci il seno l'infame oppressor

Scendi in piazza Repubblicani e preti


alza il fronte la differenza è poca
reclama i diritti i primi sono tiranni
in faccia al padron i secondi son boia

Noi siamo proletari Guerra ai borghesi


privi di lavoro o proletari
la guerra vogliam fare per questa infamia
al vitello d'oro non v'è pietà

pagina 167
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E la mi' mamma
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: toscano
Tags: femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/e-la-mi-mamma

E la mi' mamma la me lo diceva: Quando ti credi d'andartene a dormire,


piglià marito e nun sarà ma'bene; piglialo l'ago e mettiti a cucire,
andare a letto al lume della luna quando ti credi di andartene a letto
il piatto in grembio e il piede sulla cuna. piglia il bambino e mettetelo al petto.

Informazioni

Ninna nanna raccolta da Caterina Bueno nel Senese, che ripropone la rabbia e la fatica per la condizione femminile
espressa soltanto nel privato e nell'intimità del rapporto con i figli piccoli.

pagina 168
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E per la strada
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/e-la-strada

E per la strada gridavan i scioperanti; Eppur convien restar senza dolore,


Non più vogliam da voi esser sfruttati; pronti a soffrir la fame e ogni tormento;
siam liberi, siam forti e siamo tanti bisogna far tacer pur anche il cuore,
e viver non vogliam di carcerati. di madre il puro affetto e il sentimento.

E nelle stalle più non vogliam morir; Sebbene oppressi e torturati ancor,
è giunta l'ora, siam stanchi di soffrir. noi combattiamo sempre, combatteremo ognor.

Ma da lontano giungono i soldati E presto il dì verrà che, vittoriosi,


avanti tutti assieme coi padroni vedrem la redenzion nell'albeggiare;
e contro gli scioperantì disarmati muti staran crumìri e paurosi
s'avanzan sguainando gli squadroni. vedendo l'idea nostra trionfare.

Essi non fuggono, forti del loro ardir; Così il lavoro redento alfin sarà
i figli del lavoro son pronti anche a morir, e il sol del socialismo su noi splendera

Informazioni

Nel 1908 la provincia di Parma fu oggetto di grandi scioperi di contadini e braccianti, che furono costretti a
mandare i figli ospiti presso famiglie di compagni di altre città. Il testo è ricavato da un foglio volante dell'epoca, la
musica è di anonimo.

pagina 169
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E si alza poi in piedi il presidente


Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/e-si-alza-poi-piedi-il-presidente

E si alza poi in piedi il presidente ma nel colpo fatale ero solo».


per domandare a Caserio il suo nome
Caserio gli risponde «Il mio nome è Gaetano Si alza allora in piedi il presidente
mi par d'esser di fronte ad un ruffiano». per domandar a Caserio se tiene complici
Caserio «Sì che ne tengo complici ma non dirò
Si alza poi in piedi l'avvocato [chi sia
per domandar Caserio dov'era stato io faccio il fornaio e non la spia».
Caserio gli risponde «Ero coi compagni

Informazioni

Raccolta da Cesare Bermani, nel 1963 a Novara, da Celeste Cascini

pagina 170
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E vén quel més


Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: lombardo
Tags: lavoro/capitale, filanda
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/e-ven-quel-mes

Végna quel més cun sapa e la badila


quel més di cavalé e «'nduma a lavurà»
e 'l pover paisàn
ne bev gnanca 'n bicér Végn San Martin
gh'è il ficc de pagà
I pover dunett pulaster e capún
sü e giò per i 'sti tavul lur devan andà a purtà
e i omen in sül murún
che paren tucc di diavul Lur van a Milàn
cun pulaster e capún
Végn al campé lur van in dal laté
su l'üss de la cà e bé van in dal gran salún

Informazioni

Reg. di Gianni Bosio, 1966, Arluno, Milano, esecuzione a due voci di inf. maschili anonimi.

pagina 171
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E verrà il dì che innalzerem le barricate


(1926)
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/e-verra-il-di-che-innalzerem-le-barricate

Prona la fronte sotto il peso del lavoro Pei nostri figli fino all'ultimo momento
piegato a corda è lo scudiscio del potente contro te vile borghesia combatteremo
purchè la gioia dia a chi vive nell'oro su da forti pugnam
senza dimani il lavorator morente. per la lotta final
l'Anarchia salutiam.
Siam nel dolore di un schiavitù tiranna
uniti insieme da sacramental promessa In questa notte...
sulla terra del duol, tutti pronti a morir
alla luce del sol. E redentrice...

In questa notte E verrà il dì che innalzerem le barricate


di tenebre secolari e tu borghese salirai alla ghigliottina
il nero drappo per quanto fosti sordo alle stremate
sventola su un carro di fuoco grida di chi morìa nell'officina

E redentrice Pei nostri figli fino all'ultimo momento


una marcia, siam proletari contro te vile borghesia combatteremo
l'anarchica gloria su da forti pugnam
alla nuova umanità. per la lotta final
l'Anarchia salutiam.
E verrà il dì che innalzerem le barricate
e tu borghese salirai alla ghigliottina
per quanto fosti sordo alle stremate In questa notte...
grida di chi morìa nell'officina
E redentrice...

Informazioni

Noto anche come Inno dei giovani libertari, Inno delle barricate o Marcia proletaria.
(S. Catanuto e F. Schirone, Il canto anarchico in Italia nell'Ottocento e nel Novecento, Milano, zeroincondotta,
2009.)

pagina 172
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

E'giunto Pietro Gori a Rosignano


(1911)
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/egiunto-pietro-gori-rosignano

E'giunto Pietro Gori a Rosignano I socialisti, uno stianto di mano


co la carrozza tutta illuminata e l'anarchia l'è tutta inginocchiata

Informazioni

Stornello toscano cantato a Rosignano Marittimo in occasione della traslazione del feretro di Pietro Gori dalla
stazione di Castiglioncello sin al cimitero del paese, a qualche chilometro di distanza, in collina. Raccolto a
Rosignano l'anno del centenario, dalla voce di Giacomo Luppichini (Pardo Fornaciari)

pagina 173
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El mayor de los dorados


Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: spagnolo/castigliano
Tags: antimperialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/el-mayor-de-los-dorados

Fui soldado de Francisco Villa Mi caballo que tanto montaba


de aquel hombre de fama inmortal en Jiménez la muerte alcanzó
que aunque estuvo sentado en la silla una bala que a mí me tocaba
no envidiara la presidencial. a su cuerpo se le atravesó.
Ahora vivo allá por la orilla Al morir de dolor relinchaba
recordando aquel tiempo inmortal, por la patria la vida entregó
ayaaay, ayaaay,
ahora vivo allá por la orilla al morir de dolor relinchaba
recordando a Villa allá por Parral. cómo le lloraba cuando se murió.

Yo fui uno de aquellos dorados Pancho Villa te llevo grabado


que con tiempo llegó a ser mayor en mi mente y en mi corazón
en la lucha quedamos lisiados y aunque a veces me vi derrotado
defendiendo la patria y honor. por las fuerzas de Álvaro Obregón
Hoy recuerdo los tiempos pasados siempre anduve como fiel soldado
que peleamos con el invasor hasta el fin de la revolución
ayaaay, ayaaay,
hoy recuerdo los tiempos pasados siempre anduve como fiel soldado
de aquellos dorados que yo fui mayor. que tanto ha luchado al pie del cañón.

pagina 174
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Elle n'est pas morte [Aux survivants de la Semaine


sanglante]
(1886)
di Eugene Pottier
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: francese
Tags: comune di parigi, repressione, comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/elle-nest-pas-morte-aux-survivants-de-la-semaine-sanglante

On l'a tuée à coups d' chassepot, Ruisselait sous la porte.


A coups de mitrailleuse, Tout ça n'empêch' pas, Nicolas,
Et roulée avec son drapeau Qu'la Commune n'est pas morte!
Dans la terre argileuse Tout ça n'empêch' pas, Nicolas,
Et la tourbe des bourreaux gras Qu'la Commune n'est pas morte!
Se croyait la plus forte.
Tout ça n'empêch' pas, Nicolas, Les journalistes policiers
Qu'la Commune n'est pas morte! Marchands de calomnies,
Tout ça n'empêch' pas, Nicolas, Ont répandu sur nos charniers
Qu'la Commune n'est pas morte! Leurs flots d'ignominies
Les Maxim' Ducamp, les Dumas,
Comme faucheurs rasant un pré, Ont vomi leur eau-forte.
Comme on abat des pommes, Tout ça n'empêch' pas, Nicolas,
Les Versaillais ont massacré Qu'la Commune n'est pas morte!
Pour le moins cent mille hommes. Tout ça n'empêch' pas, Nicolas,
Et ces cent mille assassinats Qu'la Commune n'est pas morte!
Voyez c' que ça rapporte.
Tout ça n'empêch' pas, Nicolas, C'est la hache de Damoclès,
Qu'la Commune n'est pas morte! Qui plane sur leurs têtes.
Tout ça n'empêch' pas, Nicolas, A l'enterrement de Vallès
Qu'la Commune n'est pas morte! Ils en étaient tout bêtes.
Fait est qu'on était un fier tas
On a bien fusillé Varlin. A lui servir d'escorte!
Flourens, Duval, Millière, C'qui vous prouve en tout cas, Nicolas,
Ferré, Rigault, Tony Moilin, Qu' la Commune n'est pas morte!
Gavé le cimetière. C'qui vous prouve en tout cas, Nicolas,
On croyait lui couper les bras Qu' la Commune n'est pas morte!
Et lui vider l'aorte.
Tout ça n'empêch' pas, Nicolas, Bref, tout ça prouve aux combattants
Qu'la Commune n'est pas morte! Qu'Marianne a la peau brune,
Tout ça n'empêch' pas, Nicolas, Du chien dans l'ventre et qu'il est temps
Qu'la Commune n'est pas morte! D'crier : Vive la Commune!
Et ça prouve à tous les Judas
Ils ont fait acte de bandits, Qu'si ça marche de la sorte,
Comptant sur le silence, Ils sentiront dans peu, Nom de Dieu!
Ach'vés les blessés dans leurs lits, Qu' la Commune n'est pas morte!
Dans leurs lits d'ambulance. Ils sentiront dans peu, Nom de Dieu!
Et le sang inondant les draps Qu' la Commune n'est pas morte!

Informazioni

Celeberrimo canto, dedicato da Eugène Poittier nel maggio 1886 "Aux survivants de la Semaine sanglante",
sull'aria di "T'en fais pas Nicolas" di M. Parizot.
Il testo è quello pubblicato dall'autore nel maggio 1886, che presenta alcune varianti rispetto a quello della sua
prima pubblicazione su La Question Sociale, n. 3, del 1885.
Vedi anche la traduzione pressochè letterale di Coggiola e del Nuovo Canzoniere Milanese, La comune non è morta

Fonte: Le Drapeau Rouge-Chants révolutioair

pagina 175
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Er bove Rosello
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: romanesco
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/er-bove-rosello

Tengo ‘no bove se chiamma Rosello E lo padrone mio è ‘nu lione


se l’è ‘mbarata l’ora di staccare che de fatica nun se sazzia mmai
e quando il sole è giunto ar Monticello tiè sembre quella stessa openione
caro Rosello nun vò più arare. de fa’ cento vutate a la jurnata

Ara Rosello mio, ara Rosello E la matina e sera co’ le stelle


‘n’ata votata¹ la vogliamo dare questo padrone ci leva la pelle
ca il nostro padrone è poverello questo padrone ci leva la pelle
poi ci darà da bere e da mangiare la stende pe’ le fratte4 e poi la vende.

Caro padrone co’ ‘sta camicia bianga ¹ voltata: giro d’aratro


ca Ddio te pozza dà la vita longa ² sfrontata
che a magnà e bbeve c’hai la faccia franga² ³ sciancata
ma a lavorà ce l’hai la vita cionga³ 4 cespugli

Informazioni

Questo è un bellissimo esempio di canto contadino che accompagna l’aratura, caratterizzato da un contenuto di
protesta sociale dal forte impatto. Raccolto da Graziella Di Prospero a Sezze, informatore Ignazio Ceccano, e a
Norma, informatore Ettore Riva.

pagina 176
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Eravamo in ventinove
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale, miniera
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/eravamo-ventinove

Eravamo in ventinove soto i colpi son restà


solo in séte siamo tornà
e li altri ventidue E le povere vedovèle
e li altri ventidue le va in chiesa per pregar
eravamo in ventinove per la perdita del marito
solo in séte siamo tornà per la perdita del marito
e li altri ventidue e le povere vedovèle
soto i colpi sono restà le va in chiesa per pregar
per la perdita del marito
Farem far d'un cimitero la pensione le g'à de ciapà
quatrocento metri quadrà
per quei poveri minatori maledet si-à 'l Gotardo
e per quei poveri minatori gl'ingegneri che l'àn progetà
farem far d'un cimitero per quei poveri minatori
quatrocento metri quadrà soto i colpi son restà
per quei poveri minatori per quei poveri minatori
soto i colpi son restà.

Informazioni

Canzone di miniera, sulle vittime dei lavori per il traforo del Gottardo, appartenente al repertorio dei fratelli Bregoli
di Pezzaze, in Val Trompia, Brescia.

pagina 177
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Evviva la Maria Goia


Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: anticlericali
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/evviva-la-maria-goia

Vogliamo l'uguaglianza, vogliamo che sia tremar.


giusta;
ai preti e ai signoroni noi gli darem la Con la pelle dei preti faremo le scarpette,
frusta. con la barba dei frati faremo le porchette.

Evviva la Maria Goia con il suo beI parlar; Evviva la Maria Goia...
se l'italia la si riunisce la faremo ben

Informazioni

Maria Goia Riccardi fu un'organizzatrice socialista.

pagina 178
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Evviva nüm
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: lombardo
Tags: lavoro/capitale, comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/evviva-num

Evviva nüm metà per ün


insema a quei d'Arlün
emm fa la spetasciada Evviva nüm
e l'em vingiüda nüm evviva quei d'Appian
e s'emm piantà el sciopero
Nüm mangerem per mangià pan
pulaster e capùn
e ai padrùn Evviva nüm
ghe tajum i cujùn evviva l'üniùn
e s'emm piantà el sciopero
Ai uperari che andaràn per pagà pü i capùn
a la giurnada del padrùn
ghe tajerem I sciuri sü l'albergo
'na piana de melgùn i sciuri su l'albergo
e i pover paisàn
La giurnada pü a nissün je mandan a l'inferno
la giurnada pü a nissün
e i capùn Trumbalalillallà trumbalalillallera.

Informazioni

Serie di strofette riferite ai moti contadini dell'Alto Milanese nel 1889, messe insieme da G. Bosio e F. Coggiola
sulla base di giornali dello stesso anno.
Le agitazioni agricole della primavera del 1889 nell'Alto Milanese ebbero il loro culmine nei fatti del 12-17 maggio,
allorché il malcontento dei contadini esplose a Casorezzo, investì Arluno, estendendosi anche alle filandiere,
finendo poi per generalizzarsi ad altri paesi: Inveruno, Santo Stefano, Sedriano, Magnago, Bareggio e Corbetta,
dove il 17 i carabinieri spararono sulla folla uccidendo due persone e ferendone numerose altre. A seguito di questi
fatti vennero condannate sommariamente alcune centinaia di contadini. Le agitazioni si conclusero comunque con
notevoli concessioni da parte dei proprietari.

pagina 179
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Evviva Pietro Gori e il suo ideale


Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: anarchici, antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/evviva-pietro-gori-e-il-suo-ideale

Evviva Pietro Gori e il suo ideale Evviva la rivoluzione sociale


e abbasso a quell'infame o borghesia. e abbasso al fascio e viva l'anarchia.

Informazioni

Stornello nato immediatamente dopo la morte di P. Gori (1911), ripreso e periodicamente riaggiornato: qui gli
antifascisti confinati modificano l'ultimo verso che ella versione originaria era: "E abbasso i preti e viva
l'anarchia".

pagina 180
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Figli della plebe


Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/figli-della-plebe

O figli oppressi di plebe in catena e il vil borghese morrà morrà


Tanta ingiustizia dovrà ben finir
Se nostra vita è un calvario di pena Se in petto un cuor all'unisono batte
Anziché schiavi è più fiero morir per una causa d'amore e di ben
Gli eroi borghesi ai superbi agli avari se con ardore e con fe' si combatte
Che mal dispregian l'umanità della vittoria la palma otterrem
Saran dispersi da noi libertari
All'alto grido di libertà O proletario la vil borghesia
dovrai sfidar con dignità
Vessillo ner non più soffrir dovrai dei ricchi troncar m
Lo sfruttamento si danni a perir la lor malvagia avidità
Popolo in piè per l'ideal
Al grido di rivoluzion social Vessillo ner....
Vendetta ognor dobbiam voler
solo l'union la potrà ottenere Vendetta ognor dobbiam....
vessillo ner trionferà

Informazioni

Vedi l'originale spagnolo:

Hijos del pueblo

pagina 181
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Francisco Ferrer
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/francisco-ferrer

Là nel carcere di Barcellona «Oh mantenete le mie scuole


han fucilato Francisco Ferrer con tanto onore con tanta umanità»
han fucilato quel buon pastore
con tanto onore con tanta umanità Anche la Francia ha protestato
contro la Spagna la sua malvagità
Bacia la moglie lasciando i figli Ferrer è morto senza peccati
con le parole che il padre non torna più vigliacchi quelli che l'hanno fucilà.

Informazioni

Raccolta da F. Coggiola a Trino Vercellese, 1969, inf. Maddalena Mondino.

La fucilazione del rivoluzionario spagnolo anticlericale e libero pensatore Francisco Ferrer, il 13 ottobre del 1909,
suscitò una grande impressione e una forte reazione popolare in Italia.

Vedi anche: Della moderna scuola il Prence e A Ferrer

pagina 182
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Fratelli pugniamo da forti


Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/fratelli-pugniamo-da-forti

Su fratelli pugnamo da forti Ma quelle terre che noi lavoriamo


Contro i vili tiranni borghesi A noi tutti le spese ci fa.
Ma come fece Caserio e compagni
Che la morte andiedero a incontrar. "La mia testa schiacciatela pure"
Disse Caseario agli inquisisi suoi
Non vogliamo più servi e padroni "Ma l'anarchia e più forte dei tuoi
L'eguaglianza sociale vogliamo Presto presto schiacciarvi dovrà"

Informazioni

Raccolta da Caterina Bueno a Diviliano, Fiesole, informatore Pietro Zeppi.

pagina 183
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Già allo sguardo [Il ritorno dell'esiliato]


di Carlo Vita
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: carcere
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/gia-allo-sguardo-il-ritorno-dellesiliato

Già allo sguardo Dell'amore


già allo sguardo mi apparve la terra dell'amore la colpa espiai
tra gli albori di un sole nascente e dall'isola infame ritorno
Nel vederla ma la fede
nel vederla il mio cuore si serra ma la fede che ho sempre nel cuore
nel mio petto mi balza fremente. la riservo in un triste soggiorno.

Tra le nebbie lontane lontane Fra un istante avrò il piede posato


già discorgo del porto i fanali nella terra ove nacqui ed amai
non più lungi dal bel suolo toscano e ove il duolo e la gioia provai
che fu patria di tanti immortali. dove tante memorie lasciai.

Perché mai Potrò alfine


perché mai da te sto lontano potrò alfine ristringere al seno
fui esiliato, qual colpa commisi? la mia sposa e i miei figli adorati
Perché mai ma l'amplesso
perché mai sì potente la mano ma l'amplesso più puro e sereno
mi strappò dai più dolci sorrisi? gioirò tra questi esseri amati.

Tra il lavoro e l'amore sognavo Ma per sempre la fede e il cuore


di vederlo il mio popol redento, serberò per chi soffre e chi geme
e nel mio petto l'amore albergavo, ma l'ideale di pace e d'amore
non dell'odio il terribil tormento. sarà sempre la sola mia speme.

Informazioni

Attribuito da alcuni (erroneamente) a Pietro Gori, Il canto è noto anche con il titolo "Il ritorno dell'esiliato", anche se
probabilmente si tratta del ritorno di un carcerato politico in qualche isola dell'arcipelago toscano. (Riccardo
Venturi)

pagina 184
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Giovinezza (versione dei sindacalisti nazionali


corridoniani)
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/giovinezza-versione-dei-sindacalisti-nazionali-corridoniani

Sventoliamo al sol di maggio che ci sfrutta e ognor offende


il vessillo redentore: i diritti del lavoro.
su compagni, su coraggio
della lotta suonan l'ore. Giovinezza, giovinezza,
primavera di bellezza
Siamo giovani, siam forti, della vita nell'ebbrezza,
non ci trema in petto il cuore; il tuo canto squillerà.
siam le vigili coorti
di un'Idea che mai non muor. Corridoni, o duce amato,
sorgi, ormai, dalla tua fossa.
Giovinezza, giovinezza, Vieni, esulta, è ormai spuntato
primavera di bellezza il gran dì della riscossa.
della vita nell'ebbrezza,
il tuo canto squillerà. Scritto sta sopra i destini
l'avvenire sindacale,
l'alto sogno di Mazzini
Corridoni, la tua schiera la Repubblica social.
è già pronta alla battaglia.
Con lo sguardo alla bandiera Giovinezza, giovinezza,
sui nemici essa si scaglia. primavera di bellezza
della vita nell'ebbrezza,
Sul borghese che si stende il tuo canto squillerà.
nel suo fango e nel suo oro,

Informazioni

Parodia della canzone goliardica Il commiato, di Oxilia-Blanc, 1908-1909, che ebbe versioni e riadatamenti anche
pro e contro la prima guerra mondial. Negli anni 30, con il testo di Salvator Gotta divenne l'inno del partito fascista.
In seguito, numerose furono le ulteriori parodie antifasciste di quest'ultimo, di cui si hanno testimonianze in tutta la
zona della pianura padana.
Vedi anche Giovinezza giovinezza (versione degli Arditi del Popolo) e Delinquenza delinquenza

pagina 185
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Gli anarchici noi siamo di Milano


(1920)
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: anarchici, antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/gli-anarchici-noi-siamo-di-milano

Gli anarchici noi siamo di Milano Urlerà la dinamite


E dei borghesi non abbiam paura Getterem le nostre vite
Fanno gli arditi con le bombe a mano Farem sul serio
Carabinieri e guardie di questura L'esempio ce lo dan Bresci e Caserio

Ma noi abbiamo forze unite La nostra storia è storia di vendetta


Il pensier la dinamite Contro una classe rea di ogni delitto
Ed il pugnale Contro una società ch'è maledetta
La fiamma agitiam di un'ideale Alla vita ha negato ogni diritto

Gli anarchici non hanno guerreggiato Seminando la tempesta


Per gli interessi della borghesia Rugge già sulla sua testa
Oltre i confini abbiamo disertato Il gran ciclone
Sfidando la più atroce tirannia Che si chiama sociale rivoluzione

Troppi estranei in un conflitto Hanno versato il sangue a fiotti a rivi


Tra la forza ed il diritto Per questa infame guerra della morte
E le frontiere Molti soldati son restati vivi
Vogliamo unire tutte le bandiere Di ribellione la massa più forte

Per la bandiera nostra in ogni terra Bomba a mano dinamite


Noi lotteremo con nuova energia Banclastite balistite
Abbiam da rinnovar la nostra guerra Farem la festa
E vincerla nel nome dell'anarchia Che ad ogni mal taglierà la testa

Informazioni

Il canto viene fatto risalire al periodo subito dopo la Prima Guerra Mondiale per i riferimenti al conflitto presenti nel
testo (e anche alla diserzione); ma potrebbe essere plausibile anche farla risalire al 1921, nel corso del conflitto
degli Arditi del popolo e gli Arditi d'Italia ("Fanno gli arditi con le bombe a mano Carabinieri e guardie di questura
").

Cesare Bermani attribuisce a questo canto la melodia popolare romanesca del "Sor Capanna", mentre Santo
Catanuto ritiene più plausibile la melodia di "Porta Romana bella", con i ritornelli sulla melodia di quelli di "Stornelli
d'esilio".

Fonte: S. Catanuto e F. Schirone, Il canto anarchico in Italia nell'Ottocento e nel Novecento, Milano, zeroincondotta,
2009.

pagina 186
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Gli scariolanti
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/gli-scariolanti

A mezzanotte in punto sono gli scariolanti lerì lerà


si sente un grande rumor che vanno a lavorar.
sono gli scariolanti lerì lerà
che vengono al lavor. Volta, rivolta...

Volta, rivolta Gli scariolanti belli


e torna a rivoltar. son tutti ingannator
noi siam gli scariolanti lerì lerà vanno a ingannar la bionda lerì lerà
che vanno a lavorar. per un bacin d'amor.

A mezzanotte in punto Volta, rivolta...


si sente una tromba suonar

Informazioni

La canzone si riferisce al reclutamento della manovalanza per i lavori della bonifica della Romagna (1880): la
mezzanotte della domenica il caporale suonava il corno e i braccianti correvano con le carriole verso il podere. I
primi ad arrivare venivano assunti per tutta la settimana, gli altri dovevano aspettare disoccupati sino alla
domenica successiva.

pagina 187
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Guarda giù dalla pianura


Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/guarda-giu-dalla-pianura

Guarda giù dalla pianura Nelle miniere scaviamo l'oro


le ciminiere non fanno più fumo nelle soffitte ci manca il pan
I padroni dalla paura
son compagnati dai carabinier E fate presto rivoluzione
che noi siam stanchi ma di soffrir
A centinaia ne sono usciti
gli operai dal loro lavor Avanti popolo alla riscossa
E hanno ingaggiato una gran battaglia Bandiera rossa trionferà
ma per distruggere il capital Bandiera rossa trionferà
Evviva il socialismo e la libertà
Facce nere mani callose Evviva il socialismo e la libertà
son gli stemma degli operai

pagina 188
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Guarda là 'n cula pianura


Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: piemontese
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/guarda-la-n-cula-pianura

Guarda là 'n cula pianura, ai manca 'l pan


le ciminéie sa l'è 'na cosa urdinaria
fan pì nèn füm i lavurié i lavurié i la fan tüt l'an
fan pì nèn füm tüt l'an i la fan
Guarda là 'n cula pianura, sa l'è 'na cosa urdinaria
le ciminéie i lavurié i lavurié i la fan tüt l'an
fan pì nèn füm tüt l'an i la fan
fan pì nèn füm
sa l'è 'na cosa straurdinaria E cule fìe cal travàiu
i lavurié i lavurié i la fan tüt l'an e cal travàiu cal travàiu
tüt l'an i la fan al fabricùn
sa l'è 'na cosa straurdinaria al fabricùn
i lavurié i lavurié i la fan tüt l'an e cule fìe cal travàiu
tüt l'an i la fan e cal travàiu cal travàiu
al fabricùn
Ant l’officina ai manca l’aria al fabricùn
ant le süfiette ant le süfiette e cule bèle e ben turnìe
ai manca ‘l pan a sun le gioie sun le gioie di padrùn
ai manca 'l pan cui lasarùn
Ant l’officina ai manca l’aria e cule bèle e ben turnìe
ant le süfiette ant le süfiette a sun le gioie sun le gioie di padrùn
ai manca ‘l pan cui lasarùn.

Informazioni

Una delle molte versioni di questa canzone, attribuita per altro a diversi autori, con diverse datazioni, e riferita a
svariati contesti di lotte operaie a cavallo tra '800 e '900.

Questa versione è stata raccolta da Roberto Leydi e Amerigo Vigliermo, nel 1972 a Perosa Canavese (TO).

Per ulteriori approfondimenti e altre versioni:

Gustavo Buratti
Le canzoni ed un poeta della protesta operaia in piemontese
"l'impegno", a. VIII, n. 3, dicembre 1988© Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea
nelle province di Biella e Vercelli.

Cesare Bermani
Guarda giù an cola pianura
Un canto sociale di non facile razionalizzazione
"l'impegno", a. IX, n. 1, aprile 1989© Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nelle
province di Biella e Vercelli.

Gustavo Buratti
A Bermani rispondo che...
"l'impegno", a. IX, n. 2, agosto 1989© Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nelle
province di Biella e Vercelli.

(Violadelpensiero)

pagina 189
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I 365 primi maggio dei preti


di Guido Podrecca
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: anticlericali
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/i-365-primi-maggio-dei-preti

Il mondo degli stolidi che il prete prudentissimo


ci guarda con stupor non applicherà mai
credendo che la chierica
distrugga il buon umnor Ciri ciricin nel nostro mestier
sono otto per riposo son otto per il ber
Invece che la chierica ciri ciricin ed otto per mangiar
permette d'ingrassar orario più gradito non si può trovar
a quel che il sacerdozio
sa bene interpretar Tutti i mariti sentono
per noi grande pietà
Ciri ciricin per amor divin pensando a quel che chiamasi
ciricin ciricin vengan quattrin voto di castità
ciri ciricin oh che bel mestier
senza fatica ognor mangiare e ber Ma come intender debbasi
quel voto original
Il contadino stupido lo imparan le loro femmine
pretente lavorar dentro al confessional
otto ore e otto spassarsela
e otto riposar Ciri ciricin oh che bel mestiere
senza fatica ognor mangiare e ber
E' questa una teorica ciri ciricin oh che carneval
pericolosa assai poter cambiare di moglie a ogni quaresimal

pagina 190
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I socialisti arditi
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/i-socialisti-arditi

Alle elezioni appunto di guerra ai socialisti larì lerà


si sente un gran rumore che sono i traditor
son liberali e preti larì lerà
che vanno a far l'amor E' una question di franchi
la loro idealità
Che vanno a far l'amor e sol nell'interesse larì lerà
scordando ogni rancor il fiero patto sta
scordando le insolenze larì lerà
in un bacin d'amor Evviva gli arlecchini
azzurri bianchi e ner
Il mazziniano puro uniti oggi in amplesso larì lerà
qualche garibaldin e pur nemici ier
allunga ei pur le labbra larì lerà
per dare il suo bacin Ma i socialisti arditi
non temono rincul
E' il patto di allenza han tagliatelle asciutte larì lerà
questo bacin d'amore e vanno ad Irminsul

Informazioni

Sull'aria de "Gli scariolanti". "Irminsul" era una località occupata dai missionari cattolici.

pagina 191
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Il canto dei Cooperatori


(1901)
di Giovanni Bertacchi
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-canto-dei-cooperatori

Fu germe che i pochi gettarono Fu germe che i pochi gettarono


nei solchi d'un popolo oscuro; nei solchi d'un popolo oscuro;
il sole di tutte le patrie il sole di tutte le patrie
lo crebbe in rigoglio maturo; lo crebbe in rigoglio maturo;
nei maggi del mondo nuovissimi nei maggi del mondo nuovissimi
la giovine flora si espande, la giovine flora si espande,
conquista le valli e le lande, conquista le valli e le lande,
avvolge borgate e città. avvolge borgate e città.

Un lungo dissidio nei secoli Dai porti dell'ampie metropoli,


fe' triste l'umano lavoro; dai regni dell'alma natura,
le folle ai potenti commisero le merci a'divisi giungeano
la sorte dell'opera loro; gravate di lucri e d'usura:
sui monti i coloni stancarono or ecco la strada dei popoli
dispersi il disperso podere; dischiusa sui grandi mercati...
nell'erma officina l'artiere Unite i guadagni fidati:
s'afflisse in solinga umiltà. le fonti del bene son là!

Ma poi che su tutte le patrie Oh, i treni e i navigli che tornano


la voce concorde s'è intesa, recando gli onesti tesori!...
il servo lavoro dai vincoli La sana fraterna dovizia
già sorge , e riscatta l'impresa... rinnova le menti ed i cuori;
La voce per valli e per pascoli da questa ricchezza si svolgono
suonò sui villaggi montani; le gioie dell'evo nascente;
gli sparsi divisi aritigiani per essa matura una gente
nell'erme officine cercò. sicura, superba di sè.

Ed ecco i recinti dischiudersi O schiera che ascendi dal lugubre


dei brevi, gelosi terreni... servaggio ad un libero fine,
E' sorto il fedel Sodalizio innalza le case del popolo
dei grani, dei mosti, dei fieni! ridenti sui campi e marine!...
Ed ecco la luce prorompere Quel ben che sognasti ne' secoli
dell'acque dei domi torrenti... è qui, sulla terra fiorita...
L'unione dei mille strumenti Avanti! La storia e la vita,
novelli prodigi creò! preparano i giorni per te!...

Informazioni

Una delle prime esecuzioni pubbliche del Canto dei Cooperatori risale al 10 novembre 1901 in occasione del primo
anniversario di fondazione della Società Anonima Cooperativa di Consumo fra gli Addetti allo Stabilimento Pirelli.
Nel corso della festa, tenutasi a Milano nella sede della cooperativa, l'interpretazione del canto fu affidata alla
Società Corale Verdi e alla Banda Gadda.
Gli autori furono un musicista e un poeta di una certa fama.

pagina 192
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Il canto dei Krumiri


Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-canto-dei-krumiri

Sono ignudi e sul volto d'idiota Essi gridan noi siamo krumiri
essi portano l'impronta del tristo siam la guardia dei ventri pasciuti
come Giuda tradì Gesù Cristo nel pantano noi siamo cresciuti
il krumiro tradisce il fratel. nel pantano vogliamo restar.

Informazioni

Questo canto, solitamente attribuito ad Antonio Vergnanini, è eseguito sull'aria di Va pensiero dall'atto terzo del
verdiano Nabucco.

pagina 193
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Il canto della prigione


(1890)
di Pietro Gori
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: carcere, anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-canto-della-prigione

Quando muore triste il giorno, niuno il cor ci ritemprava


e ne l'ombra è la prigione a le pugne de la vita.
de' reietti e de' perduti
intuoniamo la canzone. Noi cademmo, e giù sospinti
rotolammo per la china,
La canzone maledetta supplicammo, e de li sdegni
che ne' fieri petti rugge, ci travolse la ruina.
affocata da la rabbia
che c'infiamma e che ci strugge. Or, crucciosi e senza speme
qui da tutti abbandonati,
La canzon che di bestemmie maledetto abbiamo l'ora
e di lacrime è contesta; ed il giorno in cui siam nati.
la canzone disperata
de l'uman dolore è questa. Ma su voi, che luce e pane
a noi miseri negaste,
Noi nascemmo e fanciullini e caduti sotto il peso
per il pane abbiam lottato, de la croce c'insultaste;
senza gioia di sorrisi
sotto un tetto sconsolato. Sopra voi di questo canto
che ne l'aura morta trema,
Noi soffrimmo, e niun ci volse come strale di vendetta
un conforto, o porse aita si rovescia l'anatema.

Informazioni

Il canto è ripreso dalle opere di Pietro Gori, che ne ha scritto i versi nel penitenziario di S.Giorgio [a Lucca, ndr] il 20
settembre 1890. È lo stesso Gori che ci fornisce alcune note:
'Coteste strofe mi furono suggerite da una serie di stornelli improvvisati, sul far di una sera, da un recluso, e dei
quali giungeanmi le imprecazioni roventi sulle cadenze strascicate di una melodia popolare volgarissima, che
avevo tante volte udita per le vie e sulle piazze delle città di Toscana. Il triste cantore era stato condannato, pochi
dì innanzi, all'ergastolo per omicidio premeditato."
Con buona probabilità la melodia utilizzata dal carcerato citato da Pietro Gori è la stessa del tradizionale stornello
toscano Bolli, bolli pentolino, una ninna nanna presa spesso a modello per canzoni scurrili. Sotto tale veste
melodica il brano è stato ascoltato negli anni settanta dalla voce di Silvano Secchiari, e in tale veste è inserito nel
repertorio di S. Catanuto.
Il penitenziario di S.Giorgio, a sistema cellulare con l'obbligo del lavoro, raccoglie diverse centinaia di detenuti e il
lavoro riguarda prevalentemente i tessuti.

(S. Catanuto, F. Schirone - "Il canto Anarchico in Italia" - 2001 ed. Zero in condotta)

pagina 194
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Il Caserio lui davanti al tribunale


Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-caserio-lui-davanti-al-tribunale

Il Caserio lui davanti al tribunale e ma non dirò mai chi sia


le dice se conosci questo pugnale io faccio il fornaio e non la spia.
e sì e sì che lo conosco
ha il manico rotondo Il Caserio lui davanti al tribunale
nel cuore di Carnot lo gettai profondo. le dice sei pentito del tuo reato
se dieci minuti ancora
Il Caserio lui davanti al tribunale m'avesser dato
le dice se conosci i suoi compagni secondo dei presidenti ne avrei ammazzato.
e sì e sì che li conosco

Informazioni

Il canto viene diffuso nel mantovano, ma il testo è un rimaneggiamento di Partito da Milano senza un soldo.
Il motivo verrà ripreso in alcuni canti partigiani, il più noto dei quali è Quei briganti neri.

pagina 195
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Il crak delle banche


(1896)
di Ulisse Barbieri
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-crak-delle-banche

S'affondano le mani nelle casse -- crak! I nostri governator...


si trovano sacchetti pieni d'oro -- crak! Noi siam tre, ladri tutti e tre,
e per governare, come fare? che per aver rubato ci han fatto cugini del
Rubar, rubar, rubar, sempre rubare! re.
I nostri governator son tutti malfattor,
ci rubano tutto quanto per farci da tutor. Se rubi una pagnotta a un cascherino -- crak!
Noi siam tre celebri ladron te ne vai dritto iii cella senza onore; --
che per aver rubato ci han fatto senator. crak!
se rubi invece qualche milioncìno
Mazzini, Garibaldi e Masaniello -- crak! ti senti nominar comnìendatorc.
erano tutti quanti malfattori; -- crak!
gli onesti sono loro: i Cuciniello, I nostri governator...
Pelboux, Giolitti, Crispi e Lazzaroni. Noi sìam tre celebri ladron
che per aver rubato ci han fatto senator.

Informazioni

Il canto si riferisce allo scandalo della Banca Romana del 1893 e venne pubblicato nel 1896 sulla rivista L'Asino.

pagina 196
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Il feroce monarchico Bava


Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-feroce-monarchico-bava

Alle grida strazianti e dolenti Se i fratelli hanno ucciso i fratelli,


Di una folla che pan domandava, Sul tuo capo quel sangue cadrà.
Il feroce monarchico Bava
Gli affamati col piombo sfamò. La panciuta caterva dei ladri,
Dopo avervi ogni bene usurpato,
Furon mille i caduti innocenti La lor sete ha di sangue saziato
Sotto il fuoco degli armati caini In quel giorno nefasto e feral.
E al furor dei soldati assassini:
"Morte ai vili!", la plebe gridò. Su, piangete mestissime madri,
Quando scura discende la sera,
Deh, non rider, sabauda marmaglia: Per i figli gettati in galera,
Se il fucile ha domato i ribelli, Per gli uccisi dal piombo fatal.

Informazioni

Canzone nata in occasione dei tumulti di Milano del 6, 7, 8, 9, maggio1898 e della spietata repressione
dell'esercito.Bava Beccaris, generale dell'esercito, in occasione dei "moti del pane" sparò sui dimostranti con il
cannone. Alcuni parlarono di 127 morti, altri, tra cui i giornali, contarono 500 vittime.

Il generale fu premiato dal re Umberto I (re "buono") con la croce di Grand Uffciale dell'ordine militare dei Savoia.
(maria rollero)

pagina 197
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Il lunedì dei parrucchieri


Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-lunedi-dei-parrucchieri

Lunedì dei parrucchieri, oggi non si lavora: Operai che tutti insieme fate così:
non si fa barba e capelli, nemmeno per Per solidarietà è doloroso per chi lavora
un'ora. Per solidarietà, gnanca al giobia travaio
pa.
Operai che tutti insieme fate così:
Per solidarietà è doloroso per chi lavora Venerdì giorno di Venere, giorno per far
Per solidarietà, gnanca al lunes travaio pa. l'amore:
cala giù dio flip Carmela, che ti trafiggo il
Martedì giorno di Marte, giorno di iettatura cuore.
non si arriva e non si parte, non si va in
villeggiatura Operai che tutti insieme fate così:
Per solidarietà è doloroso per chi lavora
Operai che tutti insieme fate così: Per solidarietà, gnanca al venner travaio
Per solidarietà è doloroso per chi lavora pa.
Per solidarietà, gnanca al martes travaio
pa. È arrivato anche il sabato, giorno di gran
battaglia:
Mercoledì giorno dei ladri, compagni state alla moda torinese, oggi non si travaglia.
all'erta:
fate i sogni più leggiadri, non date mai Operai che tutti insieme fate così:
sospetto. Per solidarietà è doloroso per chi lavora
Per solidarietà, gnanca al saba travaio pa.
Operai che tutti insieme fate così:
Per solidarietà è doloroso per chi lavora La domenica la gente, santifica la festa:
Per solidarietà, gnanca al mercul travaio chi lavora onestamente, oggi riposa onesta.
pa.
Operai che tutti insieme fate così:
Giovedì degli scolari, oggi si fa vacanza: Per solidarietà è doloroso per chi lavora
fra le mura famigliari, oggi si fa la danza. Per solidarietà, gnanca 'd festa travaia pa.

Informazioni

Registrato da L' Estorio Drolo nel disco "Che ti trafiggo il cuore", 2003

pagina 198
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Il maschio di Volterra
(1900)
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: anarchici, carcere
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-maschio-di-volterra

E me ne stavo mesto a lavorare, Se gli innocenti li voglion qui serrar,


rinchiuso là ni' maschio di Volterra e i nostri patimenti
e un secondin mi viene a salutare chi li compenserà?
e nella sua la mia destra mi serra.
L'hanno riconosciuta la mia innocenza
E mi disse: " Allegro, grazia la fanno or che lo vedi il mio capello è grigio
a te, tutti i giornali parlano, viva l'adorno cavalier di scienza
combattono per te ". che ha convertito il bianco con il bigio.

"La grazia l'accetterò se me la danno, Mondo crudele, che desti luce a me,
coi miei diritti di buon cittadino: fui vittima di agenti di rinnegata fe'.
io son rinchiuso qui da ventun anno, E addio compagni, viva la libertà
non vo' mori' co i' marchio d'assassino. e se ne va il Batacchi,
ma non vi scorderà.

Informazioni

Il canto fa riferimento alla vicenda di Cesare Batacchi, anarchico condannato (innocente) per un attentato a Firenze
il 18 novembre 1878 avvenuto durante un corteo monarchico di solidarietà a Umberto I.

(Pardo Fornaciari)

pagina 199
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Il primo furto da me compiuto


Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: veneto
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-primo-furto-da-me-compiuto

Il primo furto da me compiuto circondavano l'ostarìa,


è stato quélo de la signora, a Santamaria i me g'ha portà.
col pugnale ne la gola
quanti schèi che ghe g'ho ciavà! Chi mi ha tradito era un mio amico
che di nome si chiamava Nero;
Sinquesento marenghi d'oro io lo credevo un amico sincero
mescolati con altri d'arsento e invece el m'ha rovinà.
e si misero a cuor contento
a l'ostarìa a magnar e a ber. O Nero Nero, dove tu sei,
inganatore de la vita mia?
Quando suona la mesanote fosti tu la mala spia
una patuglia di polissia che in galera m'ha fato 'ndar

pagina 200
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Il quindici gennaio [La lega di Genzano]


Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: romanesco
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-quindici-gennaio-la-lega-di-genzano

Il 15 gennaio Ma i patronati uniti


in Genzano de Roma dissero tra di loro:
se riunivano i braccianti sospendere il lavoro
cò gran volontà bbona per affamare il povero

E tutti uniti dissero allor: Compagni unimoci unimoci sì


famo la lega per il lavò ch'è ggiunta l'ora, venuto è quel dì

Noi preghiamo a vvoi Quinidici giorni intieri


civitani e nemesi senza provà lòavoro
de mettese alla lega sempre si confortavano
coi vostri genzanesi amandosi tra loro

Non ci tradite sarebbe 'n'eror Viva la lega evviva il lavor


ch'abbiam sofferto del gran dolor compagni unimoci di vero cuor

Noi abbracciamo tutti Dopo tanto soffrire


anche se so' frastieri si ebbe un dì vittoria
noi siamo dei fratelli si ebbe poi l'onore
però quelli veri di scrivere la storia

Non ci tradite sarebbe 'n'eror Compagni unimoci unimoci sì


ch'abbiam sofferto del gran dolor ch'è ggiunta l'ora, venuto è quel dì

Informazioni

Secondo varie testimonianze raccolte negli anni settanta, quando testimoni erano ancora vivi, la canzone fu
cantata per la prima volta durante la stagione di scioperi agrari del 1908, guidati dal capolega Tommaso Frasconi,
eletto nel 1914 sindaco, che nei Castelli Romani furono particolarmente intensi. Frasconi viene anche
unanimemente ritenuto l'autore delle parole.

Con "forestieri" si intendono i braccianti provenienti dalla Ciociaria che venivano spesso usati dai padroni come
crumiri, mentre i Civitani e Nemesi sono gli abitanti di Lanuvio (fino al 1914 Civita Lavinia) e Nemi.

(c. lampe)

pagina 201
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Il soldato Masetti
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-soldato-masetti

Nella cella del numero nove Buon guardiano, ti prego, ti prego,


lì fu posto il soldato Masetti, quando è l'ora e tu lasci il servizio,
ben serrato tra toppe e paletti, ma deh, consolami col tuo sagrifizio
ed angoscioso si mise a pensar. ed impostami un biglietto così:

«Fermi, fermi» el dice il guardiano ma gli è sopra gli è scritto un perdono


- e ci ha in testa una larga ferita - a mia madre, a mia moglie, ai miei figli;
«tu sarai messo in una cella imbottita madre, riabbraccia e ancora mio padre,
ma se continui a straziarti così. lor non son più padroni di me.

Ma dimmi, dimmi che cosa facesti, Io potessi morire all'istante,


perché attenti a spaccarti il cervello?» se la morte a me mi fosse concessa;
«Io ho sparato sul mio colonnello, non vorrei trovarmi al processo
non s se vive o se morirà. e condannato alla fucilazion».

Informazioni

Racc. da G. Bosio, Cotignola (Ravenna), 1968, inf. Rosita Benini Melandri.


Il testo fa riferimento all'attentato del soldato anarchico Augusto Masetti, muratore di San Giovanni in Persiceto,
contro il tenente colonnello Stroppa, nel 1911, alla vigilia della partenza per la Libia.

Viene anche cantata sulla melodia di Gorizia

pagina 202
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Il tragico affondamento del Sirio


(1906)
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: emigrazione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-tragico-affondamento-del-sirio

E da Genova i Sirio partivano che sparivano tra le onde, tra le onde del
per l’America varcare, varcare i confin mar.
e da bordo cantar si sentivano
tutti allegri del suo, del suo destin. Più di centocinquanta annegati,
che trovarli nessu-nessuno potrà;
Urtò il Sirio un terribile scoglio, e fra loro un vescovo c’era
di tanta gente la mi-la misera fin: dando a tutti la sua be-la sua benedizion.
padri e madri abbracciava i suoi figli

Informazioni

La ballata fa riferimento al naufragio del piroscafo Sirio, carico di emigranti italiani, verso l'America.

pagina 203
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In Ale Gasn /Hey Hey Daloy Politsey


Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: yiddish
Tags: anarchici, comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ale-gasn-hey-hey-daloy-politsey

In ale gasn vu men geyt Hey, hey, daloy politsey!


Hert men zabostovkes. Daloy samederzhavyets v’rasey!
Yinglekh, meydlekh, kind un keyt
Shmuesn fun pribovkes. Nekhtn hot er gefirt a vegele mit mist,
Haynt is er gevorn a kapitalist!
Genug shoyn brider horeven,
Genug shoyn borgn layen, Hey, hey, daloy politsey!
Makht a zabostovke, Daloy samederzhavyets v’rasey!
Lomir brider zikh bafrayen!
Brider un shvester, lomir geyn tsuzamen,
Brider un shvester, Lomir Nikolaykelen bagrobn mit der mamen!
Lumir zikh gehn di hent,
Lomir Nikolaykelen tsebrekhn di vent! Hey, hey, daloy politsey!
Daloy samederzhavyets v’rasey!
Hey, hey, daloy politsey!
Daloy samederzhavyets v’rasey! Kozakn, zhandarrnen, arop fun di ferd!
Der rusisher keyser ligt shoyn in dr'erd!
Brider un shvester, lomir zikh nit irtsn,
Lomir Nikolaykelen di yorelekh farkirtsn! Hey, hey, daloy politsey!
Daloy samederzhavyets v’rasey!

Informazioni

Zalmen Mlotek, compositore e direttore d’orchestra statunitense di origine polacca, un’autorità assoluta nel campo
della musica yiddish, arrangiò insieme queste due canzoni risalenti agli anni a cavallo tra 800 e 900, di autori ignoti
ma certo nate nell’Impero russo fra i giovani rivoluzionari socialisti eda anarchici, molti dei quali erano di fede
ebraica. Per quanto Hey Hey Daloy Politsey riguarda molto più probabile che la canzone sia stata composta subito
dopo la domenica di sangue del 22 gennaio 1905, quando a san Pietroburgo i soldati della guardia imperiale
aprirono il fuoco contro una manifestazione pacifica di dimostranti disarmati che si stava dirigendo al Palazzo
d'Inverno per presentare una supplica allo zar. La violenta e cruenta repressione – l’esatto numero dei morti non fu
mai accertato ma furono almeno un migliaio - provocò una vasta ondata di scioperi ed agitazioni che sfociò nella
Rivoluzione russa del 1905.(antiwarsongs.org)

Tesaurus of Jewish music

pagina 204
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In del Trisòld
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: lombardo
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/del-trisold

In del Trisòld Se 'l padrún


in via Buchètt con la sua lista
sem in sédes, darsètt ne farà girà i battista
tücc del Fascio del partì sachernún, sem sucialista
tücc insèmm e riunì rangiarèmm i cúnt un dì.

Informazioni

Dal 18 al 31 gennaio 1887 ebbe luogo alla Corte d'Assise di Milano il processo contro Alfredo Casati, Giuseppe
Croce, Emidio Brando, Costantino Lazzari e Augusto Dante, tutti dirigenti del Partito Operaio, incriminati per
eccitamento all'odio, al saccheggio, alla strage, che vennero però condannati a pene miti, varianti tra i nove e i due
mesi di carcere, per il solo reato di istigazione allo sciopero.

Tra le carte del processo, quale prova dell'intenzione eversiva degli imputati, compare il testo della canzone,
sequestrato a Dante Augusto, con una differenza rispetto al testo qui riportato: "In del Boschett" anziché "in via
Buchètt". Ma la seconda versione sembra la più corretta in quanto in quel periodo uno dei ritrovi abituali dei
dirigenti del Partito Operaio era la "Trattoria Tresoldi" in via Bocchetto.

La melodia utilizzata è quella di un canto numerativo diffuso in tutta la Lombardia: "Semm in vün semm in dü"

pagina 205
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In questa oscura cella


Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: carcere
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/questa-oscura-cella

In questa oscura cella, Il mare varcherò.


Sotto le basse arcate,
Son doppie le inferriate, Io sento un orologio
Si aumenta in me il dolor, E il suon d'una campana
Mi s'impietrisce il cuor; Venir dalla lontana
Nell'orrido bujor,
Son doppie le inferriate, Strazio dolente il cuor.
Si aumenta in me il dolor,
Mi s'impietrisce il cuor; Con la catena ai piedi
Mi trovo carcerato,
Addio bella pianura, Domando al creato
Addio monti e colline, Se questo è il mio soffrir;
Vedrete in me la fine Il ciel mi maledì.
Ma io non vi vedrò più:
Rinchiuso son quaggiù. E quando il duro anello
E' chiuso al destro piede,
E tante notti in sogno La mia innocenza vede
Mi trovo risvegliato, Colui che mi condannò
Sogno bugiardo, ingrato: Soffre dolente il cuor.
Mi pareva d'esser colà,
In braccio alla libertà. Non pianger, mia famiglia,
Non far per me preghiera;
Bagnate son le pietre, Quando imbruna la sera
In questa cruda terra Pensate al mio destin,
Dove il mio cuor si serra, Sono in carcere a soffir.
Nessun di me ha pietà.
Accompagnate, o lacrime,
Addio famiglia, addio, Il mio lungo dolore;
Vi lascio in abbandono, Spasimi del mio cuore
Quando in esilio sono E strazio del dolor,
Pregate per pietà, Qual è il commesso error?
Pietà del mio soffrir.
Basta, farò coraggio,
Addio mio bel Livorno, Fra poco è la partenza;
Addio compagni, addio, Addio Livorno, Fiorenza,
Non più farò ritorno, Ci rivedremo un dì
Io parto al primo albor, Ci rivedremo un dì

pagina 206
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Inno a Oberdan
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/inno-oberdan

Morte a Franz, viva Oberdan! noi vogliamo la libertà.


Morte a Franz, viva Oberdan!
Morte a Franz, viva Oberdan!
Le bombe, le bombe all'Orsini, Morte a Franz, viva Oberdan!
il pugnale, il pugnale alla mano;
a morte l'austriaco sovrano, Vogliamo spezzar sotto i piedi
noi vogliamo la libertà. l'austriaca odiata catena;
a morte gli Asburgo Lorena,
Morte a Franz, viva Oberdan! noi vogliamo la libertà.
Morte a Franz, viva Oberdan!
Morte a Franz, viva Oberdan!
Vogliamo formare una lapide Morte a Franz, viva Oberdan!
di pietra garibaldina; Morte a Franz, viva Oberdan!
a morte l'austriaca gallina,

Informazioni

Guglielmo Oberdan attentò, senza successo, alla vita di Francesco Giuseppe (Franz) e per questo venne impiccato
http://it.wikipedia.org/wiki/Guglielmo_Oberdan

pagina 207
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Inno a Tripoli
(1912)
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/inno-tripoli

Sai dove si stende il dolce sogno


più sterile il suol? dell'italo succhion
Sai dove dardeggia
sanguigno più il sol? A te marinaio
Di madri il singhiozzo va mesto il pensier
di spose il dolor tu salva la pelle
son doni che reca se puoi bersaglier
quest'Africa d'or va e spera vittoria
soldato perchè
Tripoli suol del dolore vi resta in Italia
ti giunga in pianto chi mangia per te
questa mia canzon
sventoli il bel tricolore Al nero fratello
mentre si muore del suolo fatal
al rombo del cannon darem la pellagra e marcia real
A Tripoli i turchi
Naviga su fornitore non regnano più
benigna è l'ora le forche d'Italia
e bella è l'occasion rizziamo laggiù
Tripoli tu sei l'amor
Tripoli...

Informazioni

Parodia assai diffusa della canzonetta pattriottica di propaganda "A Tripoli" di Colombino-Corvett.

Il testo integrale della parodia, senza indicazione dell'autore, apparve su "La Risaia-Giornale socialista vercellese",
il 6 aprile 1912.

pagina 208
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Inno abissino
di Ulisse Barbieri
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: antimperialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/inno-abissino

In nome d'un dritto che a noi si contende Ruggito di liberi che ai vostri moschetti
ognun le sue leggi la patria difende baluardo invincibile oppongono i petti
i martiri nostri li chiaman spioni Son cupe le gole dei nostri burroni,
con forti e cannoni ci voglion domar. saremo legioni la patria a salvar!

Le tende dei nostri son fatte per noi Va fuori dall'Africa...


son là oltremare le case dei tuoi!
Su armiamoci a battaglia! Su armiamoci a Son pochi mandati! Più ancor ne vogliamo
legioni migliaia e migliaia mandatene ancora
le forche e i cannoni sapremo sfidar! più bella la festa sarà se aspettiamo
più grande la strage che anela ogni cuor!
Va fuori dall'Africa
Non siamo predoni Intorno alle teste recise danzando
va fuori dall'Africa le membra dei corpi col fuoco bruciando
va fuori dall'Africa troncato col ferro l'anelito estremo
va fuori stranier ancora urleremo "Va fuori stranier"!

Dei nostri deserti son vaste le arene, Coll'odio nell'anima


ruggisce il leone vi urlan le iene ancora urleremo
e noi del leone più forte il ruggito va fuor dall'Africa
mandiam per l'immenso deserto infinito va fuor dall'Africa
va fuori stranier!

Informazioni

Sulla musica del canto risorgimentale "Inno di Garibaldi" (Jac)

pagina 209
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Inno dei lavoratori del mare


di Pietro Gori
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/inno-dei-lavoratori-del-mare

Lavoratori del mar s'intoni noi da la nave scorgiam le prode


l'inno che il mare con noi cantò dove le genti van col destin.
da che fatiche stenti e cicloni
la nostra errante vita affrontò Su canta o mare l'opra e gli eroi
tempeste e calme gioia e dolor
quando con baci d'oro ai velieri o mare canta canta con noi
l'ultimo raggio di sol morì l'inno di sdegno, l'inno d'amor.
e giù tra i gorghi de' flutti neri
qualcun de' nostri cadde e sparì. Già da ogni prora che il corso affretta
la evocatrice diana squillò
Su canta o mare l'opra e gli eroi e all'alba il grido della vendetta
tempeste e calme gioia e dolor la verde terra già salutò
o mare canta canta con noi
l'inno di sdegno, l'inno d'amor. terra ideale dell'alleanza
tra menti e braccia giustizia e cor
Canto d'aurore di rabbie atroci salute o porto de la speranza
sogni e singhiozzi del marinar che invoca il mesto navigator.
raccogli e irradia tutte le voci
che il nembo porta da mare a mar Su canta o mare l'opra e gli eroi
tempeste e calme gioia e dolor
e soffia dentro le vele forti o mare canta canta con noi
che al sole sciolse la nostra fè l'inno di sdegno, l'inno d'amor.
e chiama e chiama da tutti i porti
tutta la gente che al mar si die'. Noi sugli abissi tra le nazioni
di fratellanza ponti gettiam
Su canta o mare l'opra e gli eroi coi nostri corpi su dai pennoni
tempeste e calme gioia e dolor dell'uomo i nuovi diritti dettiam
o mare canta canta con noi
l'inno di sdegno, l'inno d'amor. ciò che dai mille muscoli spreme
con torchi immani la civiltà
Solo una voce da sponda a sponda portiam pel mondo gettando il seme
sollevi al patto di redenzion che un dì per tutti germoglierà.
quanti sudano solcando l'onda
per questa al pane sacra tenzon Su canta o mare l'opra e gli eroi
tempeste e calme gioia e dolor
mentre marosi gonfi di fronde o mare canta canta con noi
e irose attardan forze il cammin l'inno di sdegno, l'inno d'amor.

Informazioni

Questo inno era stampato nella penultima di copertina del libretto di navigazione dei marittimi del primo
Novecento, e vi rimase per un certo tempo anche sotto il fascismo, informazione di Mario Landini, 1906 -1999,
vicesindaco della Liberazione a Livorno sino al 1955, comunicata nel 1997 a Pardo Fornaciari

pagina 210
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Inno dei malfattori


(1892)
di Attilio Panizza
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/inno-dei-malfattori

Ai gridi ed ai lamenti sprezziam gli dei del cielo


di noi plebe tradita, e i falsi lor cultori,
la lega dei potenti del ver squarciamo il velo,
si scosse impaurita; perciò siam malfattori!
e prenci e magistrati Amor ritiene uniti
gridaron coi signori gli affetti naturali,
che siam degli arrabbiati, e non domanda riti
dei rudi malfattori! né lacci coniugali;
noi dai profan mercati
Folli non siam né tristi distor vogliam gli amori,
né bruti né birbanti, e sindaci e curati
ma siam degli anarchisti ci chiaman malfattori!
pel bene militanti;
al giusto, al ver mirando Deh t'affretta a sorgere...
strugger cerchiam gli errori,
perciò ci han messo la bando Divise hanno con frodi
col dirci malfattori! città, popoli e terre,
da ciò gli ingiusti odi
Deh t'affretta a sorgere che generan le guerre;
o sol dell'avvenir: noi, che seguendo il vero,
vivere vogliam liberi, gridiamo a tutti i cori
non vogliam più servir. che patria è il mondo intero,
ci chiaman malfattori!
Noi del lavor siam figli
e col lavor concordi, Leggi dannose e grame
sfuggir vogliam gli artigli di frodi alti strumenti
dei vil padroni ingordi, secondan sol le brame
che il pane han trafugato dei ricchi prepotenti;
a noi lavoratori, dàn pene a chi lavora,
e poscia han proclamato onor a sfruttatori,
che siam dei malfattori! conferman poscia ancora
che siam dei malfattori!
Natura, comun madre,
a niun nega i suoi frutti, Deh t'affretta a sorgere...
e caste ingorde e ladre
ruban quel ch'è di tutti. La chiesa e lo stato,
Che in comun si viva, l'ingorda borghesia
si goda e si lavori! contendono al creato
tal è l'aspettativa di libertà la via;
ch'abbiam noi malfattori! ma presto i dì verranno
che papa, re e signori
Deh t'affretta a sorgere... coi birri lor cadranno
per man dei malfattori!
Chi sparge l'impostura
avvolto in nera veste, Allor vedremo sorgere
chi nega la natura il sol dell'avvenir,
sfuggiam come la peste; in pace potrem vivere
e in libertà gioir!

pagina 211
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Informazioni

Si tratta di uno dei canti anarchici più conosciuti ed eseguiti, un vero "manifesto" dell'anarchismo.
Conosciuto semplicemente anche come l' "Inno di Panizza", è senz'altro uno dei più conosciuti canti anarchici in
lingua italiana. Vi è presente ovviamente anche una componente antimilitarista.

(maria rollero)

pagina 212
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Inno del Partito Socialista Anarchico


(1910)
di Pietro Gori
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: anarchici, comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/inno-del-partito-socialista-anarchico

Fratelli di pianto Noi siam dell’ingiustizia i picconieri


Sorelle d’amore Noi siamo i produttori senza pane
Torrente rigonfio Gli alfieri d’un pacifico dimane
D’umano dolore E d’ogni privilegio i giustizieri

Straripa All’armi, o plebi erranti


Precipita E combattiamo per l’umanità
Giù giù per la china Avanti, avanti, avanti
Abbatti, travolgi, ruina, ruina… Per l’uguaglianza e per la libertà

pagina 213
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Inno del primo maggio


(1892)
di Pietro Gori
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/inno-del-primo-maggio

Vieni o Maggio t'aspettan le genti Innalziamo le mani incallite


ti salutano i liberi cuori e sian fascio di forze fecondo
dolce Pasqua dei lavoratori noi vogliamo redimere il mondo
vieni e splendi alla gloria del sol dai tiranni de l'ozio e de l'or

Squilli un inno di alate speranze Giovinezze dolori ideali


al gran verde che il frutto matura primavere dal fascino arcano
a la vasta ideal fioritura verde maggio del genere umano
in cui freme il lucente avvenir date ai petti il coraggio e la fè

Disertate o falangi di schiavi Date fiori ai ribelli caduti


dai cantieri da l'arse officine collo sguardo rivolto all'aurora
via dai campi su da le marine al gagliardo che lotta e lavora
tregua tregua all'eterno sudor! al veggente poeta che muor!

Informazioni

L'Inno del Primo Maggio fu scritto da Pietro Gori sulla base della melodia del Va’ pensiero, il coro del Nabucco
verdiano, nel 1892, nel carcere milanese di San Vittore dove era stato rinchiuso preventivamente

pagina 214
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Inno dell'internazionale [Inno della pace]


(1874)
di Stanislao Alberici Giannini
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/inno-dellinternazionale-inno-della-pace

Su leviamo alta la fronte Pace pace al tugurio del povero...


o curvati dal lavoro
già sul culmine del monte Sotto vel di patrio amore
splende il sol dell'avvenir. gittan l'odio tra fratelli
Splende il sol dell'avvenir. ma dovunque è un oppressore
un fratello oppresso sta.
I superbi eroi dell'oro
i pastori d'ogni greggia un fratello oppresso sta.
sia nel tempio o nella reggia Nostro è il mondo e di novelli
fa quell'astro impallidir. a noi sacri un patto adduce
e quel patto e vita e luce
Pace pace al tugurio del povero fratellanza e libertà.
guerra guerra ai palagi e alle chiese
non sia scampo all'odiato borghese Pace pace al tugurio del povero...
che alla fame agli stracci insultò.
O giustizia nostra speme
I signori ci han rubato il tuo regno affretta affretta
il sudor dei nostri padri è da secoli che geme
le sorelle ci han stuprato la percossa umanità.
ogni gioia ci rapir.
la percossa umanità.
ogni gioia ci rapir. Ma nel dì della vendetta
Ma un sol grido: morte ai ladri questa plebe ognor tradita
sia dal campo all'officina come belva inferocita
non più leggi di rapina da ogni lato insorgerà.
non più l'onta del servir. Pace pace al tugurio del povero...

Informazioni

Il brano risale al 1874-75, anni in cui in varie regioni d'Italia si svilupparono moti indipendentisti e anticlericali. Pier
Carlo Masini ha potuto risalire alla genesi dell’inno: al congresso di Mirandola-Bologna della Federazione Italiana
dell’Internazionale (15-18 marzo 1873), Tito Zanardelli chiese “un inno del Lavoro, una Marsigliese del Proletariato
sublime per musica, concetto e poetica forma, che ravvivi il fuoco dell’entusiasmo nei combattenti della grande
lotta, distragga, lenisca per oggi l’operaio nelle sue fatiche, domani lo accompagni di vittoria in vittoria.” Il brano è
stato scritto da Stanislao Alberici Giannini sull'aria della Marsigliese e pubblicato per la prima volta sul numero 10
del "Bollettino del movimento sociale" del 1877. Un foglio volante su cui è riportato anche il nome dell'autore è
conservato nell'incartamento del processo del 1879 contro 18 internazionalisti imolesi, come capo d'accusa.
(KGgB)

pagina 215
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Inno della canaglia


(1891)
di Pietro Gori
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/inno-della-canaglia

O fratelli di miseria nel negarci scienza e pan.


o compagni di lavoro Se ribelli al duro giogo
che ai vigliacchi eroi dell’oro obliammo le preghiere,
deste il braccio ed il vigor. ci hanno schiuso le galere
O sorelle di fatica e ribelli fummo invan.
o compagne di catene
nate ai triboli alle pene Su moviamo alla battaglia....
e cresciute nel dolor
Se scendemmo per le vie
Su moviamo alla battaglia i fratelli a guerra armata
vogliam vincere o morire dei fratelli ammutinati
su marciam santa canaglia venner le ire ad affrontar.
e inneggiamo all’avvenir Mentre i ricchi dai palagi
che per loro abbiam costrutto
Noi la terra fecondiamo senza pietà e senza lutto
noi versiam sudore e pianto ci hanno fatto mitragliar.
per ornar d’un ricco manto
questa infame civiltà Su moviamo alla battaglia....
Le miniere le officine
le risaie i campi il mare Su leviamo il canto e il braccio
ci hanno visto faticare contro i vili ed i tiranni;
per l’altrui felicità ribelliamoci agli inganni
d'una ipocrita società.
Su moviamo alla battaglia.... Oltre i monti ed oltre i mari
i manipoli serriamo,
I padroni ci han rubato combattiamo, combattiamo
sul salario e su la vita, per la nostra umanità.
ogni gioia ci han rapita,
ogni speme ed ogni ardor. Su moviamo alla battaglia....
Le sorelle ci han sedotte
o per fame hanno comprate, Innalziam le nostre insegne,
poi nel trivio abbandonate sventoliamo le bandiere,
senza pane e senza onor. le orifiamme rosse e nere
de la balda nova età.
Su moviamo alla battaglia.... Combattiam per la giustizia
con l'ardor della speranza
I signori ci han promesso per l'umana fratellanza,
eque leggi e mite affetto per l'umana libertà.
ed i preti ci hanno detto
che ci attende un gaudio in ciel. Su moviamo alla battaglia....
E frattanto questa terra
di noi poveri è l'inferno, Combattiam finché un oppresso
sol pei ricchi è il gaudio eterno sotto il peso della croce
de la vita e de l'avel. levi a noi la flebil voce,
fin che regni un oppressor.
Su moviamo alla battaglia.... Splenda in alto il sol lucente
de la Idea solenne e pia...
Se noi scienza e pan ciedemmo Viva il sol dell'Anarchia,
ci buttaron su la faccia tutto pace e tutto amor.
un insulto e una minaccia
Su moviamo alla battaglia....

pagina 216
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Informazioni

Pubblicato nel volume “Battaglie” di P. Gori (La Spezia 1911), con sottotitolo Marcia dei Ribelli, fu scritto nel luglio
1891 a Milano nel carcere di S.Vittore.

Da: S. Catanuto e F. Schirone, Il canto anarchico in Italia nell'Ottocento e nel Novecento, Milano, zeroincondotta,
2009.

pagina 217
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Inno della libertà


Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/inno-della-liberta

Le plebi sotto il giogo del borghese risplenderà


Languendo stan (x2)
Da fame stenti da pellagra offese Ci succhian senza posa quei signori
Morendo van (x2) Sangue e sudor
Chi più non ha nè sangue nè sudori
Ma delle smorte plebi unite a un patto Non fa per lor
Il dì verrà (x2) Ma delle smorti plebi unite a un patto
Ma il dì solenne e grande del riscatto Il dì verrà
Presto verrà (x2) Ma il dì solenne e grande del riscatto
Presto verrà
Su compagni liberi sorgiam
Su compagni su la fronte alziam Su compagni liberi sorgiam
Già splende il Sol dell'avvenir Su compagni su la fronte alziam
Già splende il Sol dell'avvenir Già splende il Sol dell'avvenir
Di pace e libertà glorioso il Sol Già splende il Sol dell'avvenir
risplenderà Di pace e libertà glorioso il Sol
Di pace e libertà glorioso il Sol risplenderà
Di pace e libertà glorioso il Sol
risplenderà

Informazioni

Parole di anonimo operaio bresciano, riviste da Camillo Prampolini. Sull' aria della canzone napoletana (1880)
"Funiculì funiculà"

pagina 218
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Inno della rivolta


(1893)
di Luigi Molinari
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/inno-della-rivolta

Nel fosco fin del secolo morente, sul labbro il nome santo d'Anarchia,
sull'orizzonte cupo e desolato, Insorgeremo.
già spunta l'alba minacciosamente
del dì fatato. Per le vittime tutte invendicate,
là nel fragor dell'epico rimbombo,
Urlan l'odio, la fame ed il dolore compenseremo sulle barricate
da mille e mille facce ischeletrit piombo con piombo.
ed urla col suo schianto redentore
la dinamite. E noi cadrem in un fulgor di gloria,
schiudendo all'avvenir novella via:
Siam pronti e dal selciato d'ogni via, dal sangue spunterà la nuova istoria
spettri macàbri del momento estremo, de l'Anarchia

Informazioni

Conosciuto anche come Inno del Molinari, fu cantato nel corso dei moti della Lunigiana del gennaio 1894, tanto da
essere utilizzato come prova a carico nel processo che ne seguì.

Da: S. Catanuto e F. Schirone, Il canto anarchico in Italia nell'Ottocento e nel Novecento, Milano, zeroincondotta,
2009.

pagina 219
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Inno della rivoluzione


Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/inno-della-rivoluzione

Presto all'armi o fratelli chiamiamo Siam milioni la forza siam noi


a compir la tremenda vendetta né mancar ci potrà la vittoria
questa gente affamata che aspetta ove manchi - la forca e la gloria
della lotta suprema il segnal. per i forti che sanno morir.

Dei reietti il vessillo innalziamo Su da forti spezziam le catene


la bandiera color di sangue che ci avvinsero i polsi tanti anni
ed il popol che soffre e che langue sol lo schiavo che teme i tiranni
scenderà ne la pugna mortal. non è degno d'aver libertà.

I borghesi i regnanti ed i preti Ai borghesi diremo: per voi


con le ciarle bendaronci gli occhi di noi stessi ci femmo assassini
noi tremanti piegammo i ginocchi del fratello noi fummo i Caini
e per loro sgozzammo il fratel. ma or siam stanchi di tanta viltà.

Ora basta non stiam più queti Da le valli dai monti dal mare
sotto il peso di tanta vergogna scenda venga la santa canaglia
non più muti subiamo la gogna l'affamato che muor sulla paglia
de l'infamia lo scherno crudel. la venduta donzella e l'artier.

Ora basta le messi e le terre Implacata discenda a spezzare


i palagi son nostri e le reggie le barriere di tanti dolori
non vogliamo più essere un greggie distruggendo governi e signori
di codardi dannati a soffrir. oppressori del corpo e pensier.

Informazioni

Noto anche con il titolo di La Rivolta, viene erroneamente fatto risalire agli anni della rivoluzione russa, tra il 1917
e il 1921; in realtà il testo appare già nel Canzoniere dei Ribelli stampato in lingua italiana a Barre, nel Vermont
(senza data ma probabilmente del 1905) dalla tipografia della “Cronaca Sovversiva”, è quindi plausibile una
datazione alla fine dell'Ottocento.

Da: S. Catanuto e F. Schirone, Il canto anarchico in Italia nell'Ottocento e nel Novecento, Milano, zeroincondotta,
2009.

pagina 220
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Inno delle tessitrici


(1908)
di Ernesto Majocchi
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale, femministi, filanda
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/inno-delle-tessitrici

Presto, compagne, andiamo, E poi con una multa


Il fischio già ci chiama Ei mi dimezza il pan:
Mentre la ricca dama, Non mangerò diman.
Satnca d'amoreggiar,
Comincia a riposar. Noi siamo ognor sfruttate,
Noi siamo ognor derise,
Sono le cinque appena, Sol perché siam divise,
Ma già il padron ci vuole, Perché non ci associam,
Ci aspettano le spole; Perché non combattiam.
Corriamo a lavorar,
Il ricco ad ingrassar. Presto, compagne, in lega!
Più nulla temeremo
Batti, telaio, in fretta Se unite noi saremo;
Contro l'affranto seno, Non dovrem più soffrir,
Così il padrone almeno ché nostro è l'avvenir.
Per questo mio penar,
Nell'or potrà sguazzar. Compagni socialisti,
Alzate le bandiere:
Se mi si strappa il filo Con le ribelle schiere
Il Direttor m'insulta Pur noi vogliam pugnar
Il Diritto a conquistar.

Informazioni

Canto raccolto a Torino nel1960, daSergio Liberovici.


L'informatrice lo fa risalire agli scioperi del 1906 per le 10 ore lavorative.

pagina 221
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Inno individualista
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/inno-individualista

Pria di morir sul fango della via, in Spagna torturati a Montjuich ognor;
imiteremo Bresci e Ravachol; ma la razza trista del signor teppista
chi stende a te la mano, o borghesia, l'individualista sa colpir ancor.
è un uomo indegno di guardare il sol.
E a chi non soccombe si schiudan le tombe,
Le macchine stridenti dilaniano i pezzenti s'apprestin le bombe, s'affili il pugnal.
e pallide e piangenti stan le spose ognor, È l'azione l'ideal!
restano i campi incolti e i minator sepolti
e gli operai travolti da omicidio ognor. Finché siam gregge, è giusto che ci sia
cricca social per leggi decretar;
E a chi non soccombe si schiudan le tombe, finché non splende il sol dell'anarchia
s'apprestin le bombe, s'affili il pugnal. vedremo sempre il popol trucidar.
È l'azione l'ideal!
Sbirri, inorridite, se la dinamite
Francia all'erta, sulla ghigliottina, voi scrosciare udite contro l'oppressor;
tronca il capo a chi punirla vuol; abbiamo contro tutti, sbirri e farabutti,
Spagna vil garrotta ed assassina; e uno contro tutti noi li sperderem.
fucila Italia chi tremar non suol.
E a chi non soccombe si schiudan le tombe,
In America impiccati, in Africa sgozzati, s'apprestin le bombe, s'affili il pugnal.
È l'azione l'ideal!

pagina 222
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Inno nichilista
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/inno-nichilista

Noi siam come l'aria che tutto circonda che vuol la sua Patria che vuol Libertà.
noi siam come il sol che penetra inonda
non visti qual dio potenti qual re. Sia morte a colui che il popolo opprime
all'uomo sia gloria che il popol redime
Ci è culla ci è patria ci è tomba la terra giuriamo vendetta vendetta sarà.
viviam per la lotta viviam per la guerra
abbiamo nel nulla riposta ogni fé. Né l'aule regali di mezzo agli armati
in grembo alla madre ne' tempii sacrati
Strisciam come serpi quai falchi voliamo tra feste e splendori per terra e per mar.
or siam de' pigmei giganti ora siamo
abbiam mille braccia legate a un voler. Sapremo seguirlo e finirlo lo faremo
il diritto ne guida corriam vinceremo!
A cento si cade si sorge a milioni È dolce morendo la Russia salvar.
per noi non son ceppi non sono prigioni
muor l'uom nella pugna ne resta il pensier. Noi siam come l'aria che tutto circonda
noi siam come il sole che penetra inonda
Dal Caucaso a Tobolsk da Kiev all'Onèga non visti qual dio potenti qual re.
vi è un popol che piange che impreca che
prega Ci è culla ci è patria ci è tomba la terra
viviam per la lotta viviam per la guerra
abbiamo nel nulla riposta ogni fé.

pagina 223
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Internacional [L'internazionale in russo]


(1902)
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: russo
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/internacional-linternazionale-russo

Vstavaj prokljat’em zaklejmënnyj, ?to est’ naš poslednij


Ves’ mir golodnyx i rabov! I rešitel’nyj boj!
Kipit naš razum vozmuš?ennyj, S Internacionalom
I v smertnyj boj vesti gotov. Vosprjanem rod ljudskoj!
Ves’ mir nasil’a my razrušim, ?to est’ naš poslednij
Do osnovan’a, a zatem I rešitel’nyj boj!
My naš, my novyj mir postroim, S Internacionalom
Kto byl ni?em, tot stanet vsem. Vosprjanem rod ljudskoj!

?to est’ naš poslednij Liš' my, rabotniki vsemirnoj,


I rešitel’nyj boj! Velikoj armii truda,
S Internacionalom Vladet’ zemlej imeem pravo
Vosprjanem rod ljudskoj! Po parazity - nikogda.
?to est’ naš poslednij I esli grom velikij grjanet
I rešitel’nyj boj! Nad svoroj psov i pala?ej
S Internacionalom Dlja nas vse tak že solnce stanet
Vosprjanem rod ljudskoj! Sijat’ ognem svoix lu?ej

Nikto ne dast nam izbavlen’a, ?to est’ naš poslednij


Ni bog, ni car i ne geroj, I rešitel’nyj boj!
Dob’emsja my osvobožden’ja S Internacionalom
Svoeju sobstvennoj rukoj. Vosprjanem rod ljudskoj!
?tob svergnut’ gnet rukoj umeloj, ?to est’ naš poslednij
Otvoevat’ svoe dobro, I rešitel’nyj boj!
Vzduvajte gori i kujte smelo S Internacionalom
Poka železo gorja?o. Vosprjanem rod ljudskoj!

Informazioni

Translitterazione in caratteri latini della storica versione russa nel testo originale, visto e approvato da Lenin in
persona nel 1902. E' una versione piuttosto fedele dell'originale francese, autore è il poeta Aron Kots.

pagina 224
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Internacionala [L'Internazionale in serbo]


Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: serbo
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/internacionala-linternazionale-serbo

Ustajte, prezreni na svijetu, Sav svijet iz temelja se mijenja,


vi suzznji koje more glad! mi nismo nissta, bic'emo sve.

To razum grmi u svom gnjevu, To c'e biti poslednji


kraj u ognju bukti sad! i odluccni tesski boj,
Prosslost svu zbrissimo za svagda, sa internacionalom
ustaj, roblje, dizzi se! slobodu zemlji svoj!

pagina 225
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Italia bella mostrati gentile


Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: toscano
Tags: emigrazione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/italia-bella-mostrati-gentile

Italia bella, mostrati gentile Ragazze che cercavano marito


e i figli tuoi non li abbandonare, vedan partire il loro fidanzato,
sennò ne vanno tutti ni' Brasile vedan partire il loro fidanzato
e 'un si ricordan più di ritornare. e loro restan qui co' i' sor curato.

Ancor qua ci sarebbe da lavorà Verrà un dì che anche loro dovran partì
senza stà in America a emigrà. là dov'è la raccolta del caffè.

Il secolo presente qui ci lascia, Le case restan tutte spigionate,


il millenovecento s'avvicina; l'affittuari perdano l'affitto,
la fame ci han dipinto sulla faccia e i topi fanno lunghe passeggiate,
e per guarilla 'un c'è la medicina. vivan tranquilli con tutti i diritti.
Ogni po' noi si sente dire: «E vo
Là dov'è la raccolta del caffè». Verrà un dì che anche loro dovran partì
là dov'è la raccolta del caffè.
Nun ci rimane più che preti e frati,
moniche di convento e cappuccini, L'operaio non lavora
e certi commercianti disperati e la fame lo divora
di tasse non conoscono i confini. e qui' braccianti
'un san come si fare a andare avanti.
Verrà un dì che anche loro dovran partì Spererem ni' novecento,
là dov'è la raccolta del caffè. finirà questo tormento,
ma questo è il guaio:
il peggio tocca sempre all'operaio.

Informazioni

Stornelli satirici databili (dal testo) alla fine dell'800, raccolti da Caterina Bueno nella zona di Arezzo.

pagina 226
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L'America
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: salentino
Tags: emigrazione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lamerica

La meju gioventù partiu l'America Se iddu se lha truvata l'americana


(2 volte) (2 volte)
la meju gioventù, jeu m'aggiu truvatu
oh Maria, sorta mia, oh Maria, sorta mia,
la meju gioventù partiu l'America. jeu m'aggiu truvatu nu paisanu.

Maritama è sciutu l'America e nu me scrive (2 L'America nu se chiama chiui l'America


volte) (2 volte)
forse ca s'ha truvata, se chiama la ruvina,
oh Maria, sorta mia, oh Maria, sorta mia,
forse ca s'ha truvata n'americana. se chiama la ruvina de la casa.

Informazioni

Canto d'emigrazione salentino, abbastanza noto in una versione brindisina. Qui se ne riporta una "traduzione" in
leccese.

pagina 227
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L'americanu
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: salentino
Tags: emigrazione, femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lamericanu

Maritama è sciutu all'America mannagghia l'America e ci nci va,


e no mi scrivi,(2) mancu pi la farina mannu bastatu.
sarà ca si l'è acchiata,
mannagghia l'America e ci nci va, Iu lassu tre piccinni
sarà ca si l'è cchiata l'americana. e n'acchiu quattro(2)
zittu maritu mia,
Ci iddu si l'è acchiata mannagghia l'America e ci nci va,
l'americana,(2) zittu maritu mia
iu mi l'agghiu cchiatu, ca non è niente.
mannagghia l'America e ci nci va
e iu mi l'agghiu cchiatu lu paisanu Zittu maritu mia ca non è niente(2)
unu ti lu mannamu,
Cientucinquantaliri me mannatu(2) mannagghia l'America e ci nci va,
mancu pi la farina, unu ti lu mannamu alla cumentu.

Informazioni

Raccolta a San Vito dei Normanni. Storia di emigrazione forzata e sicuramente antica visto che si parla di America
(fine '800/inizio '900). Con alcune variazioni il canto è conosciuto anche nel resto del Salento.
E' una delle centinaia di canzoni registrate nel 1954 dall'etnomusicologo americano Alan Lomax, accompagnato da
Diego Carpitella.

Da La Terra del rimorso.it , vedi anche Canzoni contro la guerra

pagina 228
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L'avanguardia
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lavanguardia

Virtù del socialismo per la santa libertà


di Carlo Marx maestro
che della terra i popoli Dell'oscurantismo
fè liberi e forti noi siamo combattenti
guerra al confessionale
L'organizzazion s'avanza al misticismo all'impostura
così potente e balda
che 'l capital paventa Cannoni e fucili
di giorno in giorno alfin più non ne vogliamo
del Socialismo i figli
O salve o popoli la bandiera innalziamo
del mondo intero
siam stretti uniti O salve...
in forte schiera
ciascun di noi Libertà, libertà, libertà
s'affida e spera

pagina 229
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L'eccidio di Ancona
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: repressione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/leccidio-di-ancona

Il fatale sette giugno, fur purtroppo testimoni


proprio il dì dello Statuto, di una scena di terror.
degli onesti avean voluto
seriamente protestar Spinti, oppressi e circondati,
assaliti qual canaglia,
contro i capi e le feroci dello stato la sbirraglia
compagnie di disciplina; contro il popolo sparò.
ma il prefetto alla mattina
Malatesta fé arrestà. Fu per l'orrida tragedia,
che nel mondo non v'è uguali,
Il comizio fu inibito tra compagni a noi più cari
ed allora a Villa Rossa morti caddero nel suol.
quella gente, alquanto scossa
dal rifiuto, si adunò. Maledetta la sbirraglia
che ci ha immersi nel dolore!
Tutti quanti gli oratori, Lì per lì, colpita al cuore,
già d'accordo nel parlare, tutta Italia protestò.
stabiliron di iniziare
una seria agitazion. Ma non basta la protesta,
non è nulla il nostro pianto,
Nell'uscire i comizianti per coloro che soffron tanto,
dal local tranquilli e buoni, che hanno perso i lor figliol.

Informazioni

La fedele cronaca di una sollevazione popolare, del 1914.

pagina 230
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L'hanno arrestato Errico Malatesta


Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: anarchici, repressione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lhanno-arrestato-errico-malatesta

L'hanno arrestato Errico Malatesta; Ai poliziotti la galera a vita,


Perché alla borghesia non gli sparate? A' carabinieri la fucilazione!

Informazioni

Non è dato sapere di quale arresto si tratti in quanto Malatesta (1853-1932) fu più volte perseguitato e arrestato,
scontando oltre 10 anni di carcere – senza contare gli anni di esilio. Alcune fonti lo fanno risalire al 1873.

pagina 231
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L'Insurgé
(1880)
di Pierre Degeyter, Eugene Pottier
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: francese
Tags: lavoro/capitale, comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/linsurge

L’insurgé, son vrai nom, c’est l’Homme, Où tous ont le droit de puiser.
Qui n’est plus la bête de somme
Qui n’obéit qu’à la raison Devant toi, misère sauvage,
Et qui marche avec confiance Devant toi, pesant esclavage,
Car le soleil de la science L’insurgé se dresse
Se lève rouge à l’horizon. Le fusil chargé.

Devant toi, misère sauvage, Il revendique la machine,


Devant toi, pesant esclavage, Et ne veut plus courber l'échine
L’insurgé se dresse Sous la vapeur en action.
Le fusil chargé. Puisque l'exploiteur à main rude
Fait l'instrument de servitude
On peut le voir en barricades Un outil de rédemption.
Descendr’ avec les camarades,
Riant, blaguant, risquant sa peau. Devant toi, misère sauvage,
Et sa prunelle décidée Devant toi, pesant esclavage,
S’allum’ aux splendeurs de l’idée, L’insurgé se dresse
Aux reflets pourprés du drapeau. Le fusil chargé.

Devant toi, misère sauvage, Contre la classe patronale,


Devant toi, pesant esclavage, Il fait la guerre sociale
L’insurgé se dresse Dont on ne verra pas la fin
Le fusil chargé. Tant qu'un seul pourra, sur la sphère
Devenir sans rien faire
Il comprend notre mèr’ aimante, Tant qu'un travailleur aura faim !
La planète qui se lamente
Sous le joug individuel. Devant toi, misère sauvage,
Il veut organiser le monde Devant toi, pesant esclavage,
Pour que de sa mamell’ ronde L’insurgé se dresse
Coul’ un bien-être universel. Le fusil chargé.

Devant toi, misère sauvage, A la bourgeoisie écoeurante


Devant toi, pesant esclavage, Il ne veut plus payer de rente
L’insurgé se dresse Combien de milliards tous les ans ?
Le fusil chargé. C'est sur vous, c'est sur votre viande
Qu'on dépèce un tel dividende
En combattant pour la Commune, Ouvriers, mineurs, paysans.
Il savait que la terre est une,
Qu'on ne doit pas la diviser. Devant toi, misère sauvage,
Que la nature est une source Devant toi, pesant esclavage,
Et le capital une bourse L’insurgé se dresse
Le fusil chargé.

Informazioni

Canzone in onore e ricordo degli insorti della Comune di Parigi e di Auguste Blanqui, dei medesimi autori
dell'Internazionale.

pagina 232
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

L'Internationale [L'internazionale in francese]


(1871)
di Eugene Pottier
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: francese
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/linternationale-linternazionale-francese

Debout, les damnés de la terre Hideux dans leur apothéose


Debout, les forçats de la faim! Les rois de la mine et du rail
La raison tonne en son cratère Ont-ils jamais fait autre chose
C'est l'éruption de la fin. Que dévaliser le travail
Du passé faisons table rase Dans les coffres-forts de la bande
Foules, esclaves, debout, debout Ce qu'il a crée s'est fondu
Le monde va changer de base En décrétant qu'on le lui rende
Nous ne sommes rien, soyons tout! Le peuple ne veut que son dû.

C'est la lutte finale C'est la lutte finale


Groupons-nous, et demain Groupons-nous, et demain
L'Internationale L'Internationale
Sera le genre humain Sera le genre humain

Il n'est pas de sauveurs suprêmes Les rois nous saoulaient de fumées


Ni Dieu, ni César, ni tribun, Paix entre nous, guerre aux tyrans
Producteurs, sauvons-nous nous-mêmes Appliquons la grève aux armées
Décrétons le salut commun Crosse en l'air, et rompons les rangs
Pour que le voleur rende gorge S'ils s'obstinent, ces cannibales
Pour tirer l'esprit du cachot A faire de nous des héros
Soufflons nous-mêmes notre forge Ils sauront bientôt que nos balles
Battons le fer quand il est chaud. Sont pour nos propres généraux.

C'est la lutte finale C'est la lutte finale


Groupons-nous, et demain Groupons-nous, et demain
L'Internationale L'Internationale
Sera le genre humain Sera le genre humain

L'état comprime et la loi triche


L'impôt saigne le malheureux Ouvriers, paysans, nous sommes
Nul devoir ne s'impose au riche Le grand parti des travailleurs
Le droit du pauvre est un mot creux La terre n'appartient qu'aux hommes
C'est assez, languir en tutelle L'oisif ira loger ailleurs
L'égalité veut d'autres lois Combien, de nos chairs se repaissent
Pas de droits sans devoirs dit-elle Mais si les corbeaux, les vautours
Egaux, pas de devoirs sans droits. Un de ces matins disparaissent
Le soleil brillera toujours.
C'est la lutte finale
Groupons-nous, et demain C'est la lutte finale
L'Internationale Groupons-nous, et demain
Sera le genre humain L'Internationale
Sera le genre humain

Informazioni

Eugene Pottier scrisse i versi che sarebbero diventata le parole dell'Internazionale nel giugno 1871, nel bel mezzo
della repressione della Comune di Parigi. Nel 1888, l'operaio di Lille Pierre Degeyter mise in musica questa poesia.
Ed è stato a partire dal Congresso di Amsterdam della Seconda Internazionale del 1904 che questa canzone è
diventata l'inno del movimento operaio mondiale.

pagina 233
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L'internazionale
(1901)
di E. Bergeret
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/linternazionale

Compagni, avanti! Il gran Partito nella famiglia del lavor.


noi siamo dei lavorator.
Rosso un fiore in noi è fiorito Su lottiam...
e una fede ci è nata in cuor.
Noi non siamo più nell'officina, Lottiam, lottiam, la terra sia
entro terra, nei campi, al mar, di tutti eguale proprietà,
la plebe sempre all'opra china più nessuno nei campi dia
senza ideale in cui sperar. l'opra ad altri che in ozio sta.
E la macchina sia alleata
Su lottiam! non nemica ai lavorator;
L'Ideale nostro alfine sarà, così la vita rinnovata
l'Internazionale, futura umanità! all'uom darà pace ed amor!
Su lottiam!
L'Ideale nostro alfine sarà, Su lottiam...
l'Internazionale, futura umanità
Avanti, avanti, la vittoria
Un gran stendardo al sol fiammante è nostra e nostro è l'avvenir;
innanzi a noi glorioso va, più civile e giusta, la storia
noi vogliamo per esso giù infrante un'altra era sta per aprir.
le catene alla libertà! Largo a noi, all'alta battaglia
Che giustizia venga, noi vogliamo noi corriamo per l'Ideal:
non più servi, non più signor! via, largo, noi siam la canaglia
Fratelli tutti esser vogliamo che lotta pel suo Germinal!

Su lottiam...

Informazioni

La traduzione in italiano del testo originale francese di Eugèn Pottier non fu molto fedele e nacque da un concorso
indetto dal giornale satirico L'Asino nel 1901. Risultò vincitore la versione firmata con lo pseudonimo "E. Bergeret"
e che è ancora cantata oggi (con piccole variazioni secondo le fonti).

Fonte

pagina 234
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L'interrogatorio di Caserio
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/linterrogatorio-di-caserio

Entra la corte " Sì, lo conosco, ci ha il manico arrotondo:


esamina il Caserio nel cuore di Carnot
e gli domanda se si era pentito: l'ho penetrato a fondo ".

"Cinque minuti m'avessero dato, " Li conoscete voi vostri compagni? "
un altro presidente avrei ammazzato ". "Sì, li conosco, io son dell'anarchia:
Caserio fa il fornaio e no la spia ".
" Lo conoscete voi questo pugnale? ".

Informazioni

Sante Caserio fu ghigliottinato a Lione per aver pugnalato Sadi Carnot, presidente della repubblica francese.
Questo canto fu raccolto a Firenze da Caterina Bueno.

pagina 235
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L'obolo di S. Pietro
di Guerra Janqueiro
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: anticlericali
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lobolo-di-s-pietro

Con tale amore il papa imitò il gran candore con Rotschild il barone
del Martir del Calvario
che amministrando i beni con cristiano La croce che novella vita diè al mondo intero
fervore perchè ti diè la morte
divenne milionario è ritta nel "bureau" del Successor di Pietro
sopra una cassa forte...
Contempla in oggi o mite figliolo di Maria
il pasciuto pretone E la ricchezza immane da papi accumulata
che gioca a borsa i fondi di Russia e di (finanzieri preclari
Turchia sublime economia) fu cominciata con i trenta
denari

pagina 236
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La Adelita
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: spagnolo/castigliano
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-adelita

En lo alto de la abrupta serranía Recordando el sargento sus quereres,


acampado se encontraba un regimiento los soldados que volvían de la guerra,
y una moza que valiente lo seguía ofreciéndole su amor a las mujeres
locamente enamorada de un Sargento. entonaban este himno de la guerra.

Popular entre la tropa era Adelita Y se oía, que decía,


la mujer que el Sargento idolatraba, aquel que tanto la quería.
por que a más de ser valiente era bonita,
que hasta el mismo Coronel la respetaba. Que si Adelita se fuera con otro
la seguiría por tierra y por mar,
Y se oía, que decía, si por mar en un buque de guerra,
aquel que tanto la quería. si por tierra en un tren militar.

Que si Adelita se fuera con otro Y si acaso yo muero en campaña


la seguiría por tierra y por mar, y mi cadáver lo van a sepultar,
si por mar en un buque de guerra, Adelita ¡ por Dios ! te lo ruego,
y si por tierra en un tren militar. que con tus ojos me vayas a llorar.

Y después que terminó la cruel batalla Y si Adelita quisiera ser mi novia,


y la tropa regresó a su campamento, y si Adelita fuera mi mujer,
por la bajas que causara la metralla le compraría un vestido de seda
muy dizmado regresó el regimiento. para llevarla a bailar al cuartel.

pagina 237
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La beghina
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: anticlericali
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-beghina

E quando la beghina si marita mostrando al curato la nera coscienza


al damo dà la mano e la prete il resto o la fede o la fede or capisco il vantaggio
al damo dà la mano e la prete il resto che c'è
quando il parroco prega per me
E quando la beghina è maritata
per star col prete ha sempre un buon pretesto Ho preparato del brodo e un cappone
per star col prete ha sempre un buon pretesto da dare al curato per l'assoluzione

Vado a fare la mia confessione Ogni anno cresce in casa un nuovo figlio
non posso star senza l'assoluzione che ha il viso tale e quale del curato
o marito o marito quel che il prete può dare che ha il viso tale e quale del curato
a me
tanto è inutile non ce l'hai te Io dico che è un mistero della fede
e mio marito è sempre più beato
Ho messo in pegno orecchini e cordone e mio marito è sempre più beato
i soldi li ho dati per l'assoluzione
Sulla casa che ci ha religione
Mentre il marito mio se ne va ai campi dal cielo discende la benedizione
e sotto il sole abbrustolisce il viso quanti figli quanti figli tu domandi o marito
e sotto il sole abbrustolisce il viso perché
c'è il curato che prega per te
Io resto in casa e aspetto l'arciprete
che aprirmi sa la via del paradiso Tu non capisci mio caro babione
che aprirmi sa la via del paradiso che sono i misteri della religione
tu non capisci mio caro babione
Anche in casa so far penitenza che sono i misteri della religione.

Informazioni

Canto anticlericale ampiamente diffuso, attribuito a Guido Podrecca (Vimercate, 5 dicembre 1865 – New York, 29
aprile 1923), politico e giornalista italiano, fondatore della rivista «L'Asino» (che pubblicò il testo il 28 aprile 1907).

pagina 238
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La boje
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: emiliano-romagnolo
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-boje

L'Italia l'è malada L'Italia l'è malada


Sartori l'è il dutur Sartori l'è il dutur
Per far guarì l'Italia Per far guarì l'Italia
Per far guarì l'Italia Tajem la testa ai sciur

Informazioni

Canto politico legato al movimento contadino la boje, che nel 1885 mobilitò 40000 braccianti tra Mantova e
Rovigo.
Anche nota col titolo L'italia l'è malada
C'è una versione che dice: Lenin l'è 'l dutur. E altre che vedononello stesso ruolo ora Togliatti, Ora Garibaldi, come
pure Malatesta, eccetera.

Segnalata da francescomaura@gmail.com

pagina 239
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La canaille
di Jean-Baptiste Clément, J. Darcier
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: francese
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-canaille

Dans la vieille cité française C'est l'enfant que la destinée


Existe une race de fer Force à rejeter ses haillons
Dont l'âme comme une fournaise Quand sonne sa vingtième année,
A de son feu bronzé la chair. Pour entrer dans vos bataillons.
Tous ses fils naissent sur la paille, Chair à canon de la bataille,
Pour palais ils n'ont qu'un taudis. Toujours il succombe sans cris.
C'est la canaille, et bien j'en suis. C'est la canaille, et bien j'en suis.

Ce n'est pas le pilier du bagne, Ils fredonnaient la Marseillaise,


C'est l'honnête homme dont la main Nos pères les vieux vagabonds
Par la plume ou le marteau Attaquant en 93 les bastilles
Gagne en suant son morceau de pain. Dont les canons
C'est le père enfin qui travaille Défendaient la muraille
Des jours et quelques fois des nuits. Que d'étrangleurs ont dit depuis
C'est la canaille, et bien j'en suis. C'est la canaille, et bien j'en suis.

C'est l'artiste, c'est le bohème Les uns travaillent par la plume,


Qui sans souffler rime rêveur, Le front dégarni de cheveux
Un sonnet à celle qu'il aime Les autres martèlent l'enclume
Trompant l'estomac par le cœur. Et se saoûlent pour être heureux,
C'est à crédit qu'il fait ripaille Car la misère en sa tenaille
Qu'il loge et qu'il a des habits. Fait saigner leurs flancs amaigris.
C'est la canaille, et bien j'en suis. C'est la canaille, et bien j'en suis.

C'est l'homme à la face terreuse, Enfin c'est une armée immense


Au corps maigre, à l'œil de hibou, Vêtue en haillons, en sabots
Au bras de fer, à main nerveuse, Mais qu'aujourd'hui la france
Qui sort d'on ne sait où, Appelle sous ses drapeaux
Toujours avec esprit vous raille On les verra dans la mitraille,
Se riant de votre mépris. Ils feront dire aux ennemeis :
C'est la canaille, et bien j'en suis. C'est la canaille, et bien j'en suis

pagina 240
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

La cesa l'è 'na butega


Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: anticlericali
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-cesa-le-na-butega

La cesa l'è 'na butega la cesa l'è 'na butega


e i préive i i negussiant e i prèive i negussiant
negòssiu la Madòna negòssiu la Madòna
negòssiu la Madòna ansema a tuti i sant.

Informazioni

Strofetta anticlericale, sull'aria di La lega.


Nata e diffusa in valle padana all'inizio del '900, entrò stabilmente nel repertorio delle mondine.
Spesso le viene apposto l'incipit Evviva il primo maggio e chi lo ha inventato.
Una versione italiana è stata raccolta a Perugia.

pagina 241
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La colonia Cecilia [Il canto della foresta]


(1906)
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: anarchici, carcere
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-colonia-cecilia-il-canto-della-foresta

L'eco delle foreste e tutti uniti, a lavorare


dalle città insorte al nostro grido e formeremo una colonia sociale.
Or di vendetta sì, ora di morte
liberiamoci dal nemico. E tu borghese, ne paghi il fio
tutto precipita, re patria e dio
All'erta compagni dall'animo forte e l'Anarchia forte e gloriosa
più non ci turbino il dolore e la morte e vittoriosa trionferà,
All'erta compagni, formiamo l'unione
evviva evviva la rivoluzione. sì sì trionferà la nostra causa
e noi godremo dei diritti sociali
Ti lascio Italia, terra di ladri saremo liberi, saremo uguali
coi miei compagni vado in esilio la nostra idea trionferà.

Informazioni

Noto anche come Il canto della Foresta e Coro dei ribelli (che partivano per la Colonia Cecilia).
La Colonia Cecilia era una comunità anarchica fondata nel 1891 da Giovanni Rossi “Cardias” (Montescudaio (Pisa)
1857 - 1943) ed altri esuli italiani nei pressi di Palmeira, nello stato di Paranà in Brasile. La prima pubblicazione del
canto risale al 1906

pagina 242
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La Communarde
di Jean-Baptiste Clément
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: francese
Tags: comune di parigi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-communarde

Comme des rats dedans Paris Nom de nom !


Par trahison on nous a pris ;
Le macadam et les pavés Pour faire bien sans être long,
De notre sang furent lavés, La mitrailleuse avait du bon.
Lavés et tant lavés Qu'on en soit ou qu'on n'en soit pas,
Qu'ils en sont déjointés. Ils les ont fusillés au tas !
Pour eux un ouvrier
Dansons la communarde N'est qu'un bon à tuer.
Et tenons bon ! (bis)
Dansons la communarde, Dansons la communarde
Et tenons bon; Et tenons bon ! (bis)
Nom de nom ! Dansons la communarde,
Et tenons bon;
Les gredins de capitulards Nom de nom !
Ont mitraillé les communards,
Mais devant messieurs les Prussiens, Tous les bagnes, tous les pontons,
Tremblants comme des petits chiens, Tous les forts, toutes les prisons,
Ils ont vendu leur peau, Ont regorgé de malheureux
Leur pays, leur drapeau. A moitié nus, le ventre creux ;
Pendant que leurs bourreaux
Dansons la communarde Mangeaient de bons morceaux.
Et tenons bon ! (bis)
Dansons la communarde, Dansons la communarde
Et tenons bon; Et tenons bon ! (bis)
Nom de nom ! Dansons la communarde,
Et tenons bon;
Tous les Thiers, tous les Mac -Mahon, Nom de nom !
Pour se laver de leur affront,
Ont voulu prendre un bain de sang Avec les bourgeois aujourd'hui,
Ils l'ont pris en nous égorgeant. Entre nous tout est bien fini.
Mais ils en ont tant pris Quant aux gendarmes, aux roussins,
Qu'ils en sont avachis. Aux fusilleurs, aux assassins,
Leur compte sera bon
Dansons la communarde Aux jours du rigodon !
Et tenons bon ! (bis)
Dansons la communarde, Dansons la communarde
Et tenons bon; Et tenons bon ! (bis)
Nom de nom ! Dansons la communarde,
Et tenons bon, nom de nom !
Mais avec eux, ça n'est pas tout,
Les bons bourgeois ont fait le coup. Que voulions-nous : la Liberté
Et comme en Juin, tous les premiers, Et le bien de l'humanité.
Ils ont traqué les ouvriers. Pour nous venger des chenapans
Et nous savons qu'alors Il nous faut faire des enfants,
Trent'-cinq mille en sont morts ! Et faire des gaillards
Et de francs communards !
Dansons la communarde
Et tenons bon ! (bis) Dansons la communarde
Dansons la communarde, Et tenons bon ! (bis)
Et tenons bon; Dansons la communarde,
Et tenons bon, nom de nom !

pagina 243
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Informazioni

Sulla melodia de La carmagnole

pagina 244
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La cupacupa
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: salentino
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-cupacupa

La cupacupa vene de Pasticcia (2 volte) Quantu me piace lu sonnu alla mane


azzate patrunu e damme na sarciccia (2 volte)
(2 volte). quannu lu tata me chiama vau fore.
(2 volte)
Cara patruna taccate lu cane (2 volte)
ca nun me fa passare pe la via (2 volte) E quannu viciu ca picca è lu pane
(2 volte)
Lu cane meu nu te cerca pane (2 volte) mamma ci doja me sentu allu core.
guarda li muri de la casa sua (2 volte). (2 volte)

Informazioni

Canto di lotta diffuso tra Salento e Basilicata, tratto dal cd "Ninna morella" di Annacinzia Villani, (Anima mundi,
2008)

pagina 245
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La danse des bombes


(1871)
di Louise Michel
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: francese
Tags: anarchici, comune di parigi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-danse-des-bombes

Amis, il pleut de la mitraille. Ainsi dans la lutte géante,


En avant tous ! Volons, Volons! Montmartre, j’aime tes enfants.
Le tonnerre de la bataille La flamme est dans leurs yeux ardents,
Gronde sur nous… Amis, chantons! Ils sont à l’aise dans la tourmente.
Versailles, Montmartre salue.
Garde à vous ! Voici les lions! En avant, en avant sous les rouges drapeaux!
La mer des révolutions Vie ou tombeaux!
Vous emportera dans sa crue. Les horizons aujourd’hui sont tous beaux.

En avant, en avant sous les rouges drapeaux! C’est un brillant levé d’étoiles.
Vie ou tombeaux! Oui, tout aujourd’hui dit: Espoir!
Les horizons aujourd’hui sont tous beaux. Le dix-huit mars gonfle les voiles,
O fleur, dis-lui bien: au revoir.
Frères nous lèguerons nos mères
A ceux de nous qui survivront. En avant, en avant sous les rouges drapeaux!
Sur nous point de larmes amères! Vie ou tombeaux!
Tout en mourant nous chanterons. Les horizons aujourd’hui sont tous beaux.

Informazioni

Questo testo è stato reinterpreato in quello più conosciuto e cantato attualmente, da Michèle Bernard nel disco
Cantate pour Louise Michel del 2007 che si può ascoltare qui http://youtu.be/uMc7t6MKQKY. Vi si parla dell'episodio
che diede fuoco alle polveri dell'insurrezione di Parigi.

pagina 246
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La filanda de Ghisalba
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: lombardo
Tags: lavoro/capitale, filanda
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-filanda-de-ghisalba

La filanda de Ghisalba In filanda de Ghisalba


si l'è pientada in mezzo a l'erba gh'è de donn mezze malade
l'è pú tanta la superbia per la furia di aspade
che la paga che i me dà si han ciappàa la fugaziun
l'è pú tanta la superbia per la furia di aspade
che la paga che i me dà si han ciappàa la fugaziun

La filanda de Ghisalba In filanda de Ghisalba


si l'è una triste filandina i direttori sono intelligenti
e 'l cal e 'l pocch a la mattina loro fuman le sigarette
e 'l provin dopo 'l mesdé sempre ai spall dei lavorator
e 'l cal e 'l pocch a la mattina loro fuman le sigarette
e 'l provin dopo 'l mesdé sempre ai spall dei lavorator.

Informazioni

Una delle tante canzoni di filanda in cui vengono denunciate le condizioni di lavoro e salute, i controlli e i soprusi a
cui le operaie erano sottoposte da padroni, capi, e assistenti.
Il “cal”, il “poc”, e il “pruvin” erano controlli a cui era sottoposta la produzione delle “filandere”.

Da "La musica dell'altra Italia", sito non più online.

pagina 247
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La internacional [L'internazionale in spagnolo]


Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: spagnolo/castigliano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-internacional-linternazionale-spagnolo

¡Arriba, parias de la Tierra. ¡Agrupémonos todos,


En pie, famélica legión! en la lucha final!
Atruena la razón en marcha, El género humano
Es el fin de la opresión. es la Internacional.
Del pasado hay que hacer añicos, ¡Agrupémonos todos,
legión esclava en pie a vencer, en la lucha final!
el mundo va a cambiar de base, El género humano
los nada de hoy todo han de ser. es la Internacional.

¡Agrupémonos todos, La ley nos burla y el Estado


en la lucha final! oprime y sangra al productor.
El género humano Nos da derechos irrisorios,
es la Internacional. no hay deberes del señor.
¡Agrupémonos todos, Basta ya de tutela odiosa,
en la lucha final! que la igualdad ley ha de ser,
El género humano no más deberes sin derechos,
es la Internacional. ningún derecho sin deber.

Ni en dioses, reyes ni tribunos, ¡Agrupémonos todos,


está el supremo salvador. en la lucha final!
Nosotros mismos realicemos El género humano
el esfuerzo redentor. es la Internacional.
Para hacer que el tirano caiga ¡Agrupémonos todos,
y el mundo siervo liberar, en la lucha final!
soplemos la potente fragua El género humano
que el hombre libre ha de forjar. es la Internacional.

Informazioni

La versione standard spagnola

pagina 248
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La lega
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: antimilitaristi, femministi, risaia/mondine, comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-lega

Sebben che siamo donne, A oilì oilì oilà ...


Paura non abbiamo:
Per amor dei nostri figli, Sebben che siamo donne,
Per amor dei nostri figli; Paura non abbiamo:
Abbiamo delle belle buone lingue
Sebben che siamo donne, E ben ci difendiamo.
Paura non abbiamo,
Per amor dei nostri figli A oilì oilì...
In lega ci mettiamo.
E voialtri signoroni
A oilì oilì oilà e la lega la crescerà Che ci avete tanto orgoglio,
E noialtri socialisti, e noialtri socialisti Abbassate la superbia
A oilì oilì olià e la lega la crescerà E aprite il portafoglio.
E noialtri socialisti vogliamo la libertà .
A oilì oilì oilà e la lega la crescerà
E la libertà non vien E noialtri socialisti, e noialtri socialisti
Perchè non c'è l'unione: A oilì oilì olià e la lega la crescerà
Crumiri col padrone E noialtri socialisti i voroma vess pagà .
Son tutti da ammazzar.
A oilì oilì olià ...

Informazioni

Nata nella valle Padana tra 1890 e 1914, entra presto nel repertorio delle mondine. L'autore è anonimo e ne
esistono diverse versioni. Questa è stata raccolta da Bermani a Novara nel 1963/64. La canzone è inserita nel film
"Novecento" di Bernardo Bertolucci.

pagina 249
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

La libertat
(1892)
di J. Clozel
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: occitano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-libertat

Tu que siás arderosa e nusa Leis enemics de la paurilha


Tu qu'as sus leis ancas tei ponhs Car ton nom tu, ò santa filha
Tu qu'as una vòtz de cleron Es Libertat.
Uei sòna sòna a plens parmons
Ò bòna musa. Ò Libertat coma siás bela
Teis uelhs brilhan coma d'ulhauç
Siás la musa dei paurei gus E croses, liures de tot mau,
Ta cara es negra de fumada Tei braç fòrts coma de destraus
Teis uelhs senton la fusilhada Sus tei mamèlas.
Siás una flor de barricada
Siás la Venús. Mai puei, perfés diés de mòts raucs,
Tu pus doça que leis estelas
Dei mòrts de fam siás la mestressa, E nos treboles ò ma bela
D'aquelei qu'an ges de camiá Quand baisam clinant lei parpèlas
Lei gus que van sensa soliers Tei pès descauç.
Lei sensa pan, lei sensa liech
An tei careças. Tu que siás poderosa e ruda
Tu que luses dins lei raions
Mai leis autrei ti fan rotar, Tu qu'as una vòtz de cleron
Lei gròs cacans 'mbé sei familhas Uei sòna sòna a plens parmons
L'ora es venguda.

Informazioni

Si tratta di un testo ritrovato dal giornalista Claude Barsotti a Marsiglia, pubblicato con il titolo "Cançon de nèrvi",
il 6 febbraio 1892 sul giornale occitano di Marsiglia "La Sartan", dedicato a Pèire Bertas, docente marsigliese
all’istituto di Belle Arti, che fu allontananto per sempre dall’insegnamento per via delle sue idee socialiste e
federaliste. E' stato messo in musica dal marsigliese Manu Téron, ma dell'autore non si hanno notizie, a parte il
nome.

pagina 250
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La lingera di galleria
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale, miniera
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-lingera-di-galleria

E la lingera che mai non trema nemmeno il vento la porta via


e sul tremare la risolverà il problema ne va via una ne ritornan cento
va via una ne ritornan cento tutte lingere del sacramento
tutte lingere del sacramento
se il padron ci manda via
e l'assistente con il metro lungo canteremo la canzon
misura i buchi dell'avanzamento non è questa la maniera
e li misura da cima in fondo di trattare i lingeron
ma questi buchi sono troppo corti
se alla lingera le gira la testa
e se questi buchi oggi lavora e domani fa festa
sono troppo corti se alla lingera le gira i coglioni
i buchi lunghi ciapa la giacca e saluta il padron
fanno tutti canna
e una stazione la faremo a peidi
qua non c'è canna e né cannone e quell'altra cammineremo
ti faccio il bollo e ti mando dal padrone e sempre uniti noi resteremo
ti faccio il bollo e ti mando via e la lingera la trionferà
brutta lingera di galleria
o lingera dove vai
ma la lingera di galleria io ti vengo io ti vengo
a ritrovar.

Informazioni

Canzone di miniera, dal repertorio dei fratelli Bregoli di Pezzaze, Brescia.

pagina 251
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La malcontenta
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-malcontenta

Teresina la malcontenta Babbo mangia li fagioli


babbo gode e mamma stenta mamma tribola coi figlioli
Babbo va all'osteria Babbio mangia il baccalà
mamma tribola tuttavia mamma tribola a tutt'andà

Babbo mangia l'erbe cotte Babbo mangia le polpette


mamma tribola giorno e notte mamma fa delle crocette
Babbo mangia e beve vino Teresina la malcontenta
mamma tribola col cittino babbo gode e mamma stenta.

Informazioni

Conosciuta anche come "Dirindina la malcontenta".


Ninna nanna toscana raccolta da Caterina Bueno in Maremma.
Tipico esempio di sfogo femminile per una condizione faticosissima e sentita come ingiusta, ma che riesce a
trovare espressione solo nell'intimità del momento in cui si cullano e si addormentano i figli piccoli.

Brano riproposto nel disco "Canti di donne in lotta", del Canzoniere femminista-gruppo musicale del comitato per il
salario al lavoro domestico di Padova, Vedette, Zodiaco, VPA8259, 1975

pagina 252
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La Marseillaise anticléricale
(1881)
di Léo Taxil
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: francese
Tags: anticlericali
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-marseillaise-anticlericale

Allons ! Fils de la République, Tremblez,coquins!Cachez-vous,traitres !


Le jour du vote est arrivé ! Disparaissez loin de nos yeux !
Contre nous de la noire clique Le Peuple ne veut plus des prêtres,
L'oriflamme ignoble est levé. (bis) Patrie et Loi, voilà ses dieux (bis)
Entendez-vous tous ces infâmes Assez de vos pratiques niaises !
Croasser leurs stupides chants ? Les vices sont vos qualités.
Ils voudraient encore, les brigands, Vous réclamez des libertés ?
Salir nos enfants et nos femmes ! Il n'en est pas pour les punaises !

Aux urnes,citoyens,
Aux urnes,citoyens, contre les cléricaux !
contre les cléricaux ! Votons, votons et que nos voix
Votons, votons et que nos voix Dispersent les corbeaux !
Dispersent les corbeaux !

Citoyens, punissons les crimes


Que veut cette maudite engeance, De ces immondes calotins,
Cette canaille à jupon noir ? N'ayons pitié que des victimes
Elle veut étouffer la France Que la foi transforme en crétins (bis)
sous la calotte et l'éteignoir ! (bis) Mais les voleurs, les hypocrites,
Mais de nos bulletins de vote Mais les gros moines fainéants,
Nous accablerons ces gredins, Mais les escrocs, les charlatans...
Et les voix de tous les scrutins Pas de pitié pour les jésuites !
Leur crieront : A bas la calotte !
Aux urnes,citoyens,
Aux urnes,citoyens, contre les cléricaux !
contre les cléricaux ! Votons, votons et que nos voix
Votons, votons et que nos voix Dispersent les corbeaux !
Dispersent les corbeaux !

Que la haine de l'imposture


Quoi ! Ces curés et leurs vicaires Inspire nos votes vengeurs !
Feraient la loi dans nos foyers ! Expulsons l'horrible tonsure,
Quoi ! Ces assassins de nos pères Hors de France, les malfaiteurs ! (bis)
Seraient un jour nos meurtriers ! (bis) Formons l'union radicale,
Car ces cafards, de vile race, Allons au scrutin le front haut :
Sont nés pour être inquisiteurs... Pour sauver le pays il faut
A la porte, les imposteurs ! Une chambre anticléricale.
Place à la République ! Place !
Aux urnes,citoyens,
Aux urnes,citoyens, contre les cléricaux !
contre les cléricaux ! Votons, votons et que nos voix
Votons, votons et que nos voix Dispersent les corbeaux !
Dispersent les corbeaux !

Informazioni

Il testo di questo canto fu scritto da Léo Taxil nel 1881 sulla melodia della Marsigliese. L'ultima strofa fa riferimento
al Partito Radicale, diretto da Gambetta e Clemenceau, che combatteva allora una strenua battaglia contro la
chiesa.

pagina 253
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Fu ripresa dal cantante impegnato francese Marc Ogeret nel 1968.

pagina 254
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La marsigliese del lavoro [L'inno dei pezzenti]


di Carlo Monticelli
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: anarchici, emigrazione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-marsigliese-del-lavoro-linno-dei-pezzenti

Noi siamo i poveri siamo i pezzenti Di patria al nome talor sospinti


la sporca plebe di questa età contro altri popoli noi si pugnò
la schiera innumere dei sofferenti ma vincitori fossimo vinti
per cui la vita gioie non ha. la sorte nostra mai non mutò.
Nel crudo inverno la nostra prole Tedesco o italico se v'ha padrone
per lunga inedia languir vediam il sangue nostro vuole succhiar
solo pei ricchi risplende il sole. la patria italica è un'irrisione
Mentre essi esultano noi fame abbiam. se ancora il basto ci fa portar.

Per natura tutti eguali Per natura tutti eguali...


vi è diritti sulla terra.
E noi faremo un'aspra guerra Nelle officine sui monti e i piani
ai ladroni sfruttator. nelle miniere sudiam sodiam
ma delle nostre fatiche immani
Non sia pace tra i mortali il frutto intiero non raccogliam.
finchè un uom' sovr'altro imperi Poi fatti vecchi veniam rinchiusi
i nemici a noi più fieri dentro un ricovero di carità
sono i nostri sfruttator e sul berretto di noi reclusi
bollano i ricchi la lor pietà.
Triste spettacolo le nostre donne
per noi primizie non hanno d'amor Per natura tutti eguali...
ancora impuberi sciolgon le gonne Ma se sperare non è utopia
si danno in braccio a lor signor. nella giustizia dell'avvenir
il privilegio di tirannia
Son nostre figlie le prostitute e turpe regno dovrà finir!
che muoion tisiche negli ospedal Le nostre lacrime, gli stenti, l'onte
le disgraziate si son vendute le grandi ambasce sparir dovran
per una cena o per un grembial. noi già leviamo alta la fronte
per salutar l'astro lontan.
Per natura tutti eguali...
Per natura tutti eguali...

Informazioni

Deriva da una poesia di Carlo Ponticelli stampata nel 1881 e musicata intorno al 1895 da G. Vecchi, maestro della
banda di Gualtieri (RE).

pagina 255
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La povera Rosetta
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: repressione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-povera-rosetta

Il ventiquattro luglio, Giurò di far vendetta,


ma l'era una notte oscura,
commisero un delitto invece l'hano rinchiuso
gli agenti della questura. in una cella stretta stretta.

L'agenti della questura O guardia calabrese,


son vili e senza cuore, per te sarà finita,
hanno ucciso la Rosetta
con una pugnalata al cuore. te l'ha giurato a morte
la teppa della malavita.
Ma il fratello suo

pagina 256
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La Ravachole
(1883)
di Sébastien Faure
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: francese
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-ravachole

Dans la grand’ville de Paris Il y a les députés véreux,


Dans la grand’ville de Paris Il y a les députés véreux,
Il y a des bourgeois bien nourris Il y a les généraux,
Il y a des bourgeois bien nourris Assassins et bourreaux,
Il y a les miséreux Bouchers en uniforme,
Qui ont le ventre creux : Vive le son, vive le son,
Ceux-là ont les dents longues, Bouchers en uniforme,
Vive le son, vive le son, Vive le son
Ceux-là ont les dents longues, D’l’explosion !
Vive le son
D’l’explosion ! Dansons la Ravachole,
Vive le son, vive le son,
Dansons la Ravachole, Dansons la Ravachole,
Vive le son, vive le son, Vive le son
Dansons la Ravachole, D’l’explosion !
Vive le son Ah, ça ira, ça ira, ça ira,
D’l’explosion ! Tous les bourgeois goût’ront
Ah, ça ira, ça ira, ça ira, d’la bombe,
Tous les bourgeois goût’ront Ah ! ça ira, ça ira, ça ira,
d’la bombe, Tous les bourgeois on les saut’ra...
Ah ! ça ira, ça ira, ça ira, On les saut’ra !
Tous les bourgeois on les saut’ra...
On les saut’ra ! Il y a les hôtels des richards,
Il y a les hôtels des richards,
Tandis que les pauvres déchards,
Il y a les magistrats vendus, Tandis que les pauvres déchards,
Il y a les magistrats vendus, À demi morts de froid
Il y a les financiers ventrus, Et soufflant dans leurs doigts,
Il y a les financiers ventrus, Refilent la comète,
il y a les argousins. Vive le son, vive le son,
Mais pour tous ces coquins Refilent la comète,
Il y a d’la dynamite, Vive le son
Vive le son, vive le son, D’l’explosion !
Il y a d’la dynamite,
Vive le son Dansons la Ravachole,
D’l’explosion ! Vive le son, vive le son,
Dansons la Ravachole,
Dansons la Ravachole, Vive le son
Vive le son, vive le son, D’l’explosion !
Dansons la Ravachole, Ah, ça ira, ça ira, ça ira,
Vive le son Tous les bourgeois goût’ront
D’l’explosion ! d’la bombe,
Ah, ça ira, ça ira, ça ira, Ah ! ça ira, ça ira, ça ira,
Tous les bourgeois goût’ront Tous les bourgeois on les saut’ra...
d’la bombe, On les saut’ra !
Ah ! ça ira, ça ira, ça ira,
Tous les bourgeois on les saut’ra...
On les saut’ra !
Ah, nom de dieu, faut en finir !
Ah, nom de dieu, faut en finir !
Il y a les sénateurs gâteux, Assez longtemps geindre et souffrir !
Il y a les sénateurs gâteux, Assez longtemps geindre et souffrir !

pagina 257
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Pas de guerre à moitié ! Vive le son, vive le son,


Plus de lâche pitié ! Dansons la Ravachole,
Mort à la bourgeoisie, Vive le son
Vive le son, vive le son, D’l’explosion !
Mort à la bourgeoisie, Ah, ça ira, ça ira, ça ira,
Vive le son Tous les bourgeois goût’ront
D’l’explosion ! d’la bombe,
Ah ! ça ira, ça ira, ça ira,
Dansons la Ravachole, Tous les bourgeois on les saut’ra...
On les saut’ra !

Informazioni

Sull'aria de LaCarmagnole e di Ça ira

Questa canzone viene attribuita a S. Faure, che l'avrebbe scritta nel 1883, e fu pubblicata la prima volta nel 1894
nell' Almanach du Père Peinard, mensile anarchico fondato nel 1889.

Su François Koenigstein, conosciuto come Ravachol, vedi http://it.wikipedia.org/wiki/Ravachol

Qui un video della canzone


http://www.youtube.com/watch?v=3fLn_k8cwXI

pagina 258
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La rivoluzione è come la rugiada


Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-rivoluzione-e-come-la-rugiada

La rivoluzione è come la rugiada Il meglio del lavoro


Che fa le sementi diventare piante E guadagnare il merito
E agli alberi conserva foglie verdi. D'apprendere a leggere
La rivoluzione fa i poveri prosperare E a curarsi.
E li fa essere felici. La rivoluzione è la luce degli oppressi,
La rivoluzione dà agli uomini È la voce dei poveri.

pagina 259
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La Semaine Sanglante
(1871)
di Jean-Baptiste Clément, Pierre Dupont
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: francese
Tags: repressione, comune di parigi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-semaine-sanglante

Sauf des mouchards et des gendarmes, Il va pleuvoir des eaux bénites,


On ne voit plus par les chemins, Les troncs vont faire un argent fou.
Que des vieillards tristes en larmes, Dès demain, en réjouissance
Des veuves et des orphelins. Et Saint Eustache et l’Opéra
Paris suinte la misère, Vont se refaire concurrence,
Les heureux mêmes sont tremblant. Et le bagne se peuplera.
La mode est aux conseils de guerre,
Et les pavés sont tous sanglants. Refrain

Refrain : Demain les manons, les lorettes


Oui mais ! Ça branle dans le manche, Et les dames des beaux faubourgs
Les mauvais jours finiront. Porteront sur leurs collerettes
Et gare ! à la revanche, Des chassepots et des tampbours
Quand tous les pauvres s’y mettront. On mettra tout au tricolore,
Quand tous les pauvres s’y mettront. Les plats du jour et les rubans,
Pendant que le héros Pandore
Les journaux de l’ex-préfecture, Fera fusiller nos enfants.
Les flibustiers, les gens tarés,
Les parvenus par l’aventure, Refrain
Les complaisants, les décorés
Gens de Bourse et de coin de rues, Demain les gens de la police
Amants de filles au rebut, Refleuriront sur le trottoir,
Grouillent comme un tas de verrues, Fiers de leurs états de service,
Sur les cadavres des vaincus. Et le pistolet en sautoir.
Sans pain, sans travail et sans armes,
Refrain Nous allons être gouvernés
Par des mouchards et des gendarmes,
On traque, on enchaîne, on fusille Des sabre-peuple et des curés.
Tout ceux qu’on ramasse au hasard.
La mère à côté de sa fille, Refrain
L’enfant dans les bras du vieillard.
Les châtiments du drapeau rouge Le peuple au collier de misère
Sont remplacés par la terreur Sera-t-il donc toujours rivé ?
De tous les chenapans de bouges, Jusques à quand les gens de guerre
Valets de rois et d’empereurs. Tiendront-ils le haut du pavé ?
Jusques à quand la Sainte Clique
Refrain Nous croira-t-elle un vil bétail ?
À quand enfin la République
Nous voilà rendus aux jésuites De la Justice et du Travail ?
Aux Mac-Mahon, aux Dupanloup.
Refrain

Informazioni

La canzone fu scritta da Clément nel giugno 1871, in piena e sanguinosa repressione della Comune di Parigi e
subito dopo la "Settimana di sangue" (22-29 maggio) che aveva segnato il ristabilimento del potere dei
"Versagliesi" di Adolphe Thiers.
Dopo che i Comunardi ebbero tenuto la capitale per due mesi, i centomila uomini di Thiers riconquistarono Parigi
strada per strada e casa per casa, dal 22 al 29 maggio. La repressione fu spietata: si ebbero almeno trentamila
morti.

pagina 260
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La Veuve
(1887)
di Jules Jouy, Pierre Larrieu
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: francese
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-veuve

La veuve, auprès d'une prison, La Veuve.


Dans un hangar sombre, demeure.
Elle ne sort de sa maison Voici venir son prétendu,
Que lorsqu'il faut qu'un bandit meure. Sous le porche de la Roquette,
Dans sa voiture de gala Appelant le mâle attendu,
Qu'accompagne la populace, La Veuve, à lui, s'offre, coquette.
Elle se rend, non loin de là, Pendant que la foule autour d'eux,
Et, triste, descend sur la place. Regarde, frissonnante et pâle,
Dans un accouplement hideux,
Avec des airs d'enterrement, L'homme crache son dernier râle.
Qu'il gèle, qu'il vente,
ou qu'il pleuve, Car ses amants, claquant du bec,
Elle s'habille lentement, Tués dès la première épreuve,
La Veuve. Ne couchent qu'une fois avec
La Veuve.
Les témoins, le prêtre et la loi,
Voyez, tout est prêt pour la noce. Cynique, sous l'œil du badaud,
Chaque objet trouve son emploi : Comme, en son boudoir, une fille,
Ce fourgon noir, c'est le carrosse. La Veuve se lave à grande eau,
Tous les accessoires y sont: Se dévêt et se démaquille.
Les deux chevaux, pour le voyage, Impassible, au milieu des cris,
Et les deux paniers pleins de son : Elle retourne dans son bouge.
la corbeille de mariage. De ses innombrables amants
Elle porte le deuil en rouge,
Alors, tendant ses longs bras roux,
Bichonnée, ayant fait peau neuve, Dans sa voiture se hissant,
Elle attend son nouvel époux, Gouge horrible, que l'homme abreuve,
Elle rentre cuver son sang,
La Veuve.

Informazioni

La Veuve ("La Vedova" ovvero la ghigliottina) è, come dice Alessio Lega parlando di Jules Jouy nel suo "Canta che
non ti passa" (pag. 18), "un'agghiacciante allegoria della ghigliottina". La definisce però "una canzone del 1887",
quando invece era nata come poesia e testo da declamare semplicemente a voce; cosa che fece per primo l'attore
Mévisto lo stesso anno 1887. Perché divenisse una canzone occorse attendere il 1924, quando il musicista Pierre
Larrieu ne scrisse la musica; prima e più famosa interprete ne fu la cantante Damia (1889-1978), nome d'arte di
Marie-Louise Damien.

Fonte

pagina 261
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

La vittoria dei partiti popolari


Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-vittoria-dei-partiti-popolari

Poveri forcaioli faceste il ruzzolone


l'avete avuta forte
il blocco popolare Aveste ai vostri cenni
ve l'ha tirate a morte soldati e questurini
benchè sian mantenuti
La testa avete dura sol coi nostri quattrini
ed il cervello corto
o poveri consorti Ma il popolo cosciente
suonar vi tocca a morto armato sol del voto
tutti i vostri progetti
Avete messo in opera seppe mandare a vuoto
i vostri mezzi tutti
la volontà del popolo Sarà un dolore grande
però ve l'ha distrutti per voi questa sconfitta
che reca un gran piacere
E trappole e raggiri a chi ve l'ha detto
promesse e concussioni
ormai più non vi bastano e se le vostre brame
per fare le elezioni appagar voi poteste
noi siam più che sicuri
E sagrestani e chierici tutti c'impicchereste
monache preti e frati
a mantenervi il posto Ma i tempi son passati
per voi si son prestati che la forca imperava
ormai che non son più i tempi
ma quando scese in lotta che il prete comandava
la libera Ragione Poveri forcaioli
anche abbracciati a'preti restate a fronte bassa
E' il popolo che ha vinto
è il popolo che passa

Informazioni

Si fa probbabilmente riferimento all'affermazione della sinistra nelle elezioni del 1898.

pagina 262
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La vittoria dei socialisti


Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-vittoria-dei-socialisti

Socialisti mettetevi in testa Se i Credenti si sono astenuti


che a ragion ben dovete esultar perchè il Santo di Roma lo ordinò
questa volta Italia protesta la vittoria dei nuovi venuti
contro quei che non san governar simulare nè pur non si può

Voi lottaste a bandiera spiegata Operaio trionfa e va avanti


e Torino vittoria vi diè va a pugnar pel novo avvenir
ma la vostra vittoria insperata e lo stuolo de' rei trafficanti
segna un tempo che morto non è fa che debba presto finir

Liberali che all'acqua di rose Socialisti vinceste da forti


trafficate sul patrio amor siate saldi affarismo cadrà
delle Masse Sociali animose siamo stanchi di patir tanti torti
imitate lo slancio e il valor col pretesto d'aver libertà

Informazioni

Si fa probbabilmente riferimento all'affermazione della sinistra nelle elezioni del 1898.

pagina 263
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Laurina a la filanda
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: lombardo
Tags: lavoro/capitale, femministi, filanda
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/laurina-la-filanda

Laurina a la filanda vè dirò la verità


la si sent dei gran dolori vegnarì duman mattina
la ghè diis al direttore vè dirò la verità
di lasciarla andare a cà
la ghè diis al direttore Mamma mia non è il muratore
di lasciarla andare a cà sì l'è stato il direttore
direttur de la filanda
Laurina la va a casa m'à tradit questo mio cuor
la si getta sopra il letto direttur de la filanda
con le mani giunte al petto m'à tradit questo mio cuor
dei dolor che le la gaa
con le mani giunte al petto Ragazze belle ragazze care
dei dolor che le la gaa ai direttur non stè a parlaghe
iè baloss dè prima riga
Va di sura la sua mamma per tradir la gioventù
cusa ghèt o Laurina iè baloss dè prima riga
vegnarì duman mattina per tradir la gioventù.

Informazioni

Canto di filanda da cui si comprende quale fosse il grado di sottomissione, anche sessuale, delle operaie ai padroni,
che ne abusavano, forti della loro posizione di potere.

pagina 264
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Lavoura cuntadein a la sbaraja


Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: emiliano-romagnolo
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lavoura-cuntadein-la-sbaraja

Lavoura cuntadein a la sbaraja ló e dis chl’è steda curta la giurneda.


padròn e gran e al cuntadein la paja.
Sl’è steda curta cus a t’hoi da dì
Lavoura cuntadein a la sicura ciapa só al sol e falo rinvenì
padròn e gran e al cuntadein la pula.
Sl’è steda curta cus a t’hoi da fè
Lavoura cuntadein lavoura bene ciapa só al sol e falo riturnè.
che l’ocio del padròn l’è qua ch’el viene.
L’è steda curta un corno che te sfonda
S’è fati sera lu padròn suspira la paga è poca e la giurneda è longa.

Informazioni

Scrive Bruno Cuppi, inviando il canto: "Raccogliemmo questo canto, fra la provincia di Bologna (Imola e dintorni) e
quella di Forlì, infatti ci sono accenni romagnoli nelle parole quasi tutte del bolognese arioso dei dialetti di pianura.
Non mi pare che ci dicessero un titolo, ma doveva risalire ai primi anni del ‘900 quando iniziarono le lotte
contadine"

pagina 265
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Le canuts
di Aristide Bruant
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: francese
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/le-canuts

Pour chanter Veni Creator Manteaux ou rubans en sautoir


Il faut une chasuble d'or Nous en tissons pour vous grands de la terre
Pour chanter Veni Creator Et nous, pauvres canuts, sans drap on nous
Il faut une chasuble d'or enterre
Nous en tissons pour vous, grands de l'église
Et nous, pauvres canuts, n'avons pas de C'est nous les canuts
chemise Nous sommes tout nus

C'est nous les canuts Mais notre règne arrivera


Nous sommes tout nus Quand votre règne finira :
Mais notre règne arrivera
Pour gouverner, il faut avoir Quand votre règne finira :
Manteaux ou rubans en sautoir Nous tisserons le linceul du vieux monde.
Pour gouverner, il faut avoir

Informazioni

Les Canuts, è una canzone che prende esplicitamente posizione contro il potere: forse oggi la più nota delle
canzoni di Bruant, è un secco canto di rivolta dedicato ai lavoratori tessili in lotta contro rappresentanti del potere,
preti e governanti: «...stiamo tessendo il sudario del vecchio mondo/perché già sentiamo la tempesta che si
annuncia...». (Alessio Lega, Rivista anarchica online, anno 32 n. 286, dicembre 2002 - gennaio 2003)

pagina 266
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Le Drapeau rouge
(1877)
di Paul Brousse
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: francese
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/le-drapeau-rouge

Les révoltés du Moyen-Âge À la tête des bataillons


l’ont arboré sur maints beffrois. Et chaque barricade arbore
Emblème éclatant du courage, Ses longs plis taillés en haillons !
Toujours il fit pâlir les rois.
Refrain
Refrain:
Le voilà !, Le voilà ! Regardez !
Il flotte et fièrement il bouge, Variante:
Ses longs plis au combat préparés,
Osez, osez le défier ! Sous la Commune il flotte encore
Notre superbe drapeau rouge ! À la tête des bataillons
Rouge du sang de l’ouvrier ! (bis) L’infâme drapeau tricolore
En fit de glorieux haillons !
Il apparut dans le désordre
Parmi les cadavres épars, Refrain
Contre nous, le parti de l'Ordre
Le brandissait au Champ de Mars Noble étendard du prolétaire,
Des opprimés sois l’éclaireur.
Refrain À tous les peuples de la terre
Porte la paix et le bonheur !
Puis planté sur les barricades,
Par le peuple de février Refrain
Il devint pour les camarades, Les braves marins de Russie,
Le drapeau du peuple ouvrier. Contre le tsarisme en fureur,
Refrain Ont fait flotter jusqu’en Asie
Notre drapeau libérateur
Quand la deuxième République
Condamna ses fils à la faim, Refrain
Il fut de la lutte tragique,
Le drapeau rouge de juin ! Un jour sa flamme triomphale
Luira sur un monde meilleur,
Refrain Déjà l’Internationale
Acclame sa rouge couleur !
Sous la Commune il flotte encore
Refrain

Informazioni

La prima versione di questo canto (I, III, VI strofa) fu scritta nel 1877, dal socialista Paul Brousse, vecchio
Comunardo rifugiato in Svizzera, sull'aria di una canto locale Armiamoci, figli della Svizzera

pagina 267
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Le quattro stagioni
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: anarchici, carcere
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/le-quattro-stagioni

Ecco è l'aprile, il fiore della vita con i suoi canti d'allegria


l'aria l'è piena o di soavi odor amo il vino spumeggiar
scorgo lontano tra l'erba ch'è fiorita in mezzo ai canti all'osteria.
due che s'amano, sono confusi nell'amor.
Quando penso nel mio cuor
O degli uccelli amo lo sgorgheggiar alla mia piccola lontana
là sugli alberi e tra la verdura cade una lacrima dal cuor
amo coi piedi calpestar triste risuona una campana.
quel che produce la natura.
Ecco l'inverno, cade la neve bianca
Quando scorgo quel sentier e bianchi i tetti i camin son lì a fumar.
che mi conduce dov'io bramo Quel casolare anche di legna manca
tutti i miei sogni i miei pensier tutto è silenzio fuori che i marosi al mar.
volano verso colei ch'io amo.
Amo l'onda spumeggiar
E nell'estate il caldo soffocante contro lo scoglio che la spezza
nell'officina ci sta il buon lavorator amo il fulmine tuonar
pien di fatica e di sudor grondante nel fragor della tempesta.
mentre il borghese lui disprezza il suo
sudor. Quando son presso di te
mi sento il cuore in armonia
O del martello amo lo smartellar sento di amarti non so che
sull'incudine nell'officina sento di amarti alla follia.
amo il gallo canticchiar
con la sua sveglia matutina. Or son vent'anni in questa oscura cella
dimenticato da colei che amo ancor.
Quando penso che il mio ben Se ci ripenso io perdo la favella
tra le mie braccia s'addormenta con il pensar a quel mio soave amor.
chino il mio capo sul suo sen
vorrei saperla sempre contenta. Amo la notte lo ascoltar
il passo della sentinella
E nell'autunno cadono le foglie morte amo la luna salutar
le mie speranze con loro se ne van. quando rischiara la mia cella.
Vorrei morir per non veder più niente
ma poi mi pento, dico: Sarebbe una viltà. Quando penso all'avvenir
alla mia libertà perduta
Amo dell'uva il vendemmiar vorrei baciarla e poi morir
mentr'ella dorme, a l'insaputa.

Informazioni

Nota anche come "Il lamento del carcerato"

pagina 268
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Le tombeau des fusillés


di Jules Jouy
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: francese
Tags: comune di parigi, comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/le-tombeau-des-fusilles

Ornant largement la muraille, Consolant les morts sans cercueil.


Vingt drapeaux rouges assemblés
Cachent les trous de la mitraille Ecoute, bon bourgeois qui tremble :
Dont les vaincus furent criblés. Pleurant ceux qu'on croit oublier,
Bien plus belle que la sculpture Le peuple, tout entier s'assemble
Des tombes que bâtit l'orgueil, Et vient ensemble
L'herbe couvre la sépulture Près du tombeau des fusillés. (bis)
Des morts enterrés sans cercueil.
Loups de la Semaine Sanglante,
Ce gazon, que le soleil dore, Sachez-le, l'agneau se souvient.
Quand mai sort des bois réveillés, Du peuple, la justice est lente,
Ce mur que l'histoire décore, Elle est lente, mais elle vient !
Qui saigne encore, Le fils fera comme le père
C'est le tombeau des fusillés. (bis) La vengeance vous guette au seuil
Craignez de voir sortir de terre
Autour de ce tombeau sans bronze, Les morts enterrés sans cercueil !
Le prolétaire, au nez des lois,
Des héros de soixante-et-onze Tremblez ! Les lions qu'on courrouce
Ecoute chanter les exploits. Mordent quand ils sont réveillés !
Est-ce la tempête ou la houle Fleur rouge éclose dans la mousse,
Montant à l'assaut d'un écueil ? L'avenir pousse
C'est la grande voix de la foule Sur le tombeau des fusillés ! (bis)

Informazioni

Canzone in ricordo dei comunardi fucilati il 28 maggio 1871 al Père Lachaise, a Parigi, dalle truppe versagliesi.

pagina 269
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Le ultime ore e la decapitazione di Sante Caserio


di P. Cini
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/le-ultime-ore-e-la-decapitazione-di-sante-caserio

Il sedici di agosto, sul far della mattina, E datti pace del tuo figliuol".
Il boia avea disposto l'orrenda ghigliottina,
Mentre Caserio dormiva ancor Poi con precauzione dal boia fu legato
Senza pensare al triste orror. E in piazza di Lione fu quindi trasportato
E spinto a forza il capo entrò
Entran nella prigione direttore e prefetto, Nella mannaia che lo troncò.
Con voce di emozione svegliarono il
giovinetto; Spettacolo di gioia la Francia manifesta,
Disse svegliandosi: "Che cosa c'è?". Gridando: "Evviva il boia che gli tagliò la
"è giunta l'ora, alzatevi in piè". testa!"
Gente tiranna e senza cuor,
Udita la notizia si cambiò nell'istante, Chi sprezza e ride l'altrui dolor.
Veduta la giustizia stupì tutto tremante;
Il chieser: "Prima di andare a morir, Allor che n'ebbe avviso l'amata genitrice,
Dite se avete nulla da dir". Le lacrime nel viso scorreano all'infelice;
Era contenta la madre almen
Così disse al prefetto: "Allor ch'io morto Pria di morire stringerlo al sen.
sia,
Prego, questo biglietto date alla madre mia; L'orribile dolore le fè bagnare il ciglio,
Posso fidarmi che lei lo avrà ? Pensar solo al terrore che li piombò nel
Mi raccomando per carità . figlio;
Misera madre, quanto soffrì
Altro non ho da dire: schiudetemi le porte, Quando tal nuova del figlio udì!
Finito è il mio soffrire, via datemi la
morte; Io pregherò l'Eterno, o figlio sventurato,
E tu, mia madre, dai fine al duol Che dal tremendo averno ti faccia liberato;
Così, pregando con forte zel,
L'alma divisa ritorni in ciel!

Informazioni

Sante Caserio fu ghigliottinato a Lione per aver pugnalato Sadi Carnot, presidente della repubblica francese.
Di questo canto sono note diverse versioni, che riportano autori del testo diversi (vedi: Catanuto S. Schirone F. Il
canto Anarchico in Italia nell'Ottocento e nel Novecento, Zero in Condotta, Milano, 2009 pgg.96-97-98)

pagina 270
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Lu sule calau calau


Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: salentino
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lu-sule-calau-calau

E lu sule calau calau E ci li penne a fare


mena patrunu ca me ne vau pe doi sordi ca nna dare

E ci nu me ne porti E lu sule calau li munti


me ssettu n’terra e fazzu carotti mena patrunu facimu li cunti

E li fazzu larghi e nfunni E lu sule calau li risi


quannu passi cu te scunfunni mena patrunu damii i turnisi

E li fazzu nfunni e larghi E’ rrivata la curnacchiola


quannu passi cu te stampagni dice ca è ora, dice ca è ora

E lu sule clau le tende S’ha npuggiata sullu pajaru


allu patrunu lu muccu li pende dice ca è ura né ’nde sciamu

Informazioni

Canto tradizionale di lavoro e di protesta ne quale con sottile ironia si inveisce contro il padrone, sollecitandolo a
saldare il misero salario.

pagina 271
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Ma la vita
(1902)
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: piemontese
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ma-la-vita

Ij sagrin e le speranse 'l ciavatin tira la tra


le torture del travaj e 'l sartor 'bsogna ch'a porta
oh, descrivomie tute quante per mangé
le miserie e i nostri guaij la soa muda al mont 'd pietà
oh capital! son disperà.

Ma la vita l'é tanto bela Ma la vita ecc.


per il ij sgnor
ch'a vohjo mai cambiela O pajsan che la campagna
diso lor. it travaje tut el dì
Ma la vita l'é tanto bela 'l sol 't brusa e l'acqua 't bagna
per ij sgnor e 'd polenta it ses nutrì
si, l'é bela mac per lor oh fate ardì!
per i sgnor!
Ma la vita ecc.
'L forgeiron tira la forgia

Informazioni

Canto di origine controversa, attribuito a Antonino Mazzuccato(E.Jona), poeta e operaio torinese.

pagina 272
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Mamma mia dammi cento lire


Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: emigrazione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/mamma-mia-dammi-cento-lire

Mamma mia dammi cento lire son venute la verità


che in America voglio andar E le parole della miai mamma
Mamma mia dammi cento lire son venute la verità
che in America voglio andar
Mamma mia dammi cento lire E invece quelle dei miei fratelli
che in America voglio andar son stà quelle che m'han tradì
E invece quelle dei miei fratelli
Cento lire te le darò son stà quelle che m'han tradì
ma in America no no no E invece quelle dei miei fratelli
Cento lire te le darò son stà quelle che m'han tradì
ma in America no no no
Cento lire te le darò I miei capelli ricci e belli
ma in America no no no in fondo al mare si marciran
I miei capelli ricci e belli
Se in America non vuoi che vada in fondo al mare si marciran
vo lontano vo a fa il soldà I miei capelli ricci e belli
Se in America non vuoi che vada in fondo al mare si marciran
vo lontano vo a fa il soldà
Se in America non vuoi che vada E la mia carne è tanto tenera
vo lontano e farò il soldà i pesci del mare la mangeran
E la mia carne è tanto tenera
Vattene pure o figlio ingrato i pesci del mare la mangeran
ilbastimento si affonderà E la mia carne è tanto tenera
Vattene pure o figlio ingrato i pesci del mare la mangeran
il bastimento si affonderà
Vattene pure o figlio ingrato Ed il mio sangue è tanto dolce
il bastimento si affonderà la balena lo beverà
Ed il mio sangue è tanto dolce
E quan fui stato in mezzo al mare la balena lo beverà
il bastimento si rivoltò Ed il mio sangue è tanto dolce
E quan fui stato in mezzo al mare la balena lo beverà
il bastimento si rivoltò
Quan fui stato in mezzo al mare Addio mamma addio fratelli
il bastimento si rivoltò addio tutti più non vi vedrò
E addio mamma addio fratelli
E le parole della miai mamma addio tutti più non vi vedrò
son venute la verità Addio mamma addio fratelli
E le parole della miai mamma addio tutti più non vi vedrò

Informazioni

Popolarissima ballata, di cui esistono moltissime lezioni.


L'originale "Maledizione della madre", databile al 1850, è la storia di una giovane che, per amore, abbandona, la
casa materna per poi fare una misera fine. Molte versini hanno comunque come protagonista una ragazza.

Successivamente al testo originale fu adattato quello di arruolamento o di emigrazione.

pagina 273
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Marcia socialista mondiale


Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/marcia-socialista-mondiale

Su su compagni socialisti Perché sudar senza mercè?


Alziamo al vento la bandiera Perché quel fiacco inutil pianto
In noi ciascun s'affida e spera La voce unite al nostro canto
Giustizia e nuova libertà In passo egual moviamo il piè
La verde terra e il Sol lucente
L'onor del braccio e della mente Viril crociata...
E dell'intera umanità
Non più fraterne guerre omicide
Viril crociata del lavoro Non più di sangue oscena gloria
Lo sdegno vuoi non la pietà Avrà pacifica vittoria
Gridiamo al cielo l'inno sonoro Forte senno dei dolor
E in marcia orsù si vincerà A te gloria a te letizia
A te onore e te dovizia
O voi falangi innumerate O forte o nobile lavor
Traete qui da campi e mine
Uscite fuor dalle officine Viril crociata...

Informazioni

Versione italiana di autore anonimo di Sozialistenmarsch, registrata da Bosio e Lodi a Piadena, nel 1965.

pagina 274
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Maremma amara
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale, emigrazione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/maremma-amara

Tutti mi dicon Maremma, Maremma, Sia maledetta Maremma Maremma,


ma a me mi pare una Maremma amara. sia maledetta Maremma e chi l'ama.
L'uccello che ci va perde la penna, Sempre mi trema il cor quando ci vai
io c'ho perduto una persona cara. perchè ho paura che non torni mai.

Informazioni

Canto di transumanza di origine anrica, testimonia il fenomeno della migrazione interna stagionale. Si riferisce ai
pastori dell'Italia centrale che si recavano a svernare in Maremma, zona malsana, paludosa e infestata dalla
malaria. (Vettori).

pagina 275
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Mariolin, bella Mariolin


Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano, milanese
Tags: femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/mariolin-bella-mariolin

"Mariolin, bella Mariolin, sentivo dare d'un bussone alla porta:


Mariolin, bella Mariolin, la bella Mariolina cade a tera morta.
ma dove hai meso quel bambino che avevi?".
"Oi mama de la mi mama, l'ho getato in E l'hanno presa, l'hanno legà
peschiera". e l'hanno legata con catene sicure,
Ma dove l'hai meso quel bambino che avevi? la bella Mariolina l'è in prigioni scure.
Oi mama de la mi mama, l'ho ietato in
peschiera. "Mamma mia, vieni a slegar
e vien a slegare queste, dure catene".
"Figlia mia, parla più pian; "E chi ha fato il male sofrirano le pene".
e parla più piano che nesuno ti sente,
ti sente la giustisia e la ti vien viene a "Mamma mia, portìm del pà,
prendere". portìm del pane e del'acqua ben fresca:
e l'aria dela prigione mi fa male ala testa".
Mentre faceva quei discorsi

Informazioni

Canzone popolare del lombardo-milanese che racconta dei disagi e della tragicità della condizione della donna.

pagina 276
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Me vo' parti de qui


Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: umbro
Tags: emigrazione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/me-vo-parti-de-qui

Me vo' partì de qui,vò giu'n Maremma, piagne,bellina mia,che io so'morto;


per fa' contenta la ragazza mia; e quanno quella stella s'arrischiara
per compania me porterò 'na stella, piagne,bellina mia, so' sulla bara;
quella m'insegnerà la propria via. e quanno quella stella s'arriscura
piagne,bellina mia,so' 'n sepoltura.
E quanno quella stella è gionta al porto

Informazioni

Canto raccolto a Gubbio.

pagina 277
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Milongas sociales del payador libertario


(1902)
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: spagnolo/castigliano
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/milongas-sociales-del-payador-libertario

Grato auditorio que escuchas defensores del burgués,


al payador anarquista, porque asesinan al pueblo
no hagas a un lado la vista sin fijarse de antemano
con cierta expresión de horror, que asesinan a sus hermanos,
que si al decirte quién somos padres e hijos, tal vez.
vuelve a tu faz la alegría,
en nombre de la Anarquía Somos los que despreciamos
te saludo con amor. las religiones farsantes,
por ser ellas las causantes
Somos los que defendemos de la ignorancia mundial,
un ideal de justicia sus ministros son ladrones,
que no encierra en sí codicia sus dioses una mentira,
ni egoismo no ambiciones y todos comen de arriba
el ideal tan cantado en nombre de su moral.
por los Reclus y los Grave, Somos los que procuramos
los Salvochea y los Faure, la destrucción del dinero,
los Kropotkin y Proudhon. por ser éste el que al obrero
le priva del bienestar,
Somos los que propagamos porque cayendo el dinero,
la libertad verdadera caerá la burguesía,
detestamos las fronteras y reinará la armonía,
porque indican opresión, la paz y libertad.
y por eso procuramos
que toda la masa obrera Somos los que protestamos
no reconozca fronteras contra las autoridades,
y viva en completa unión. por ser de la libertades
el sempiterno panteón,
Somos lo que combatimos y nosotros, defensores
las mentiras patrioteras, de una ideal tan sublime,
que provocan la desgracia que todo aquello que oprime
de toda la humanidad, buscamos la destrucción.
porque son la ruina entera
son las que engendran la guerra Somos, en fin, la vanguardia
sembrando en toda la tierra del gran ejercito obrero,
la miseria y la orfandad. que se despierta altanero
del sueño que adormeció,
Somos los que aborrecemos que, despreciando gobierno,
a todos lo militares, capital y religiones,
por ser todos criminales alza por fin sus pendones
por su reivindicación.

Informazioni

Di origine sicuramente argentina (in Argentina il payador è una sorta di improvvisatore di canzoni, non dissimile
dagli improvvisatori di "ottave in rima" toscani; abbiamo tradotto con "cantastorie" per comodità), le Milongas
sociales furono pubblicate per la prima volta nel 1947 nel Cancionero Libertario delle edizioni Tierra y Libertad, a
Bordeaux in Francia.

Fonte

pagina 278
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Miseria, miseria
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: piemontese
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/miseria-miseria

Miseria, miseria, senza ‘n toch ‘d pan,


la dote unica
che ai duma ai nostri fioi. anduma, ‘nduma,
l’idea ‘n guida:
A piov, fa freid, a fioca, cumbate ‘preivi e ‘capital,
nui miseri cumbate ‘preivi e ‘capital,
e l’uma gnenti ch’a ’n cuata cumbate ‘preivi e ‘capital.
la miseria a j’è pur sempre
ch’a ‘n guida L’han fam, l’han fam
fin a la mort. I cit e a ciamu
‘dco lur al pan,
Malnutrì da lunga data, ‘dco lur al pan.
sucialismu vol salvene:
tuti quanti inscrit an lega, Carlu Marx, Carlu Marx a l’ha dì-lu
capital fuma murì. A l’ha dì-lu al mund inter:
uverié, uverié, univi,
La culpa l’è nostra, la vitoria a v’suridrà.
a le nui che s’lu vuruma,
le nui chi travajuma Eviva!
per mantenhi al lussu lur. Anduma, ‘nduma,
l’idea ‘n guida:
Disimpiegà, cumbate ‘preivi e ‘capital. (2 volte)

Informazioni

Raccolto da Jona-Liberovici a Torino nel febbraio 1959, riportato in registrazione originale nel disco "Canti di
protesta del popolo italiano 11962 - EP Italia Canta SP 33/R/0012 (ried. CEDI GEP 80027)".L'informatore si
chiamava Felice Carando, che ne riporta anche la diffusione a Torino negli anni 1919-20 soprattutto nel Circolo
socialista Oltre Po.

pagina 279
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Mo se parte la nave ra lo porto


Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: campano
Tags: emigrazione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/mo-se-parte-la-nave-ra-lo-porto

Mo se parte la nave ra lo porto L'acqua ca te vivi te sia chiara


resta quest' alma sconsolata e scura ca into non ce fosse na fattura
parte ninnillo mio ch'è lo chiù caro spartenza dolorosa è quanto fai
nienti vorria sapé, ca va sicuro. chi sa domani sera addò ti scura

Informazioni

Canto cilentano di emigrazione raccolto dalla viva voce di Luisa Tarallo nel 1980

pagina 280
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My family was poor


Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: inglese
Tags: lavoro/capitale, filanda
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/my-family-was-poor

My family was poor, examination.


at the tender age of twelve I was taken immediately to the cafeteria,
I was sold to a factory.... Where I asked what was for dinner.
I was told it was low-grade rice mixed with
I was carried away by sweet-sounding words. sand....
My money was stolen and thrown away.
Unaware of the hardship of the future, We friends are wretched,
I was duckweed in the wind. separated from our homes
in a strange place,
Excited I arrived at the gate, where I bowed put in a miserable dormitory
to the waken up at four-thirty in the morning,
[doorman, eating when five o’clock sounds,
I was taken immediately to the dormitory, dressing at the third bell,
Where I bowed to the room supervisor. glared at by the manager and section head,
I was taken immediately to the infirmary, used by the inspector.
Where I risked my life having a medical How wretched we are!

Informazioni

Canto di lavoro giapponese del tardo '800.


Da notare la straordinaria somiglianza con i canti di filanda e di risaia italiani più o meno della stessa epoca o di
qualche decennio più tardi.
Ed è da notare anche la straordinaria somiglianza con le condizioni di lavoro di moltissimi stranieri immigtrati in
Italia oggigiorno.

pagina 281
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Nebbi' a la valle
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: abruzzese
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/nebbi-la-valle

Nebbi' a la valle nebbi' a la muntagne, Casche la live e casche la genestre,


ne le campagne nun ce sta nesciune. casche la live e li frunne genestre.
Addije, addije amore, Addije, addije amore,
casch'e se coije...la live casch'e se coije...la live
casch'a l'albere li foije. casch'a l'albere li foije.

Informazioni

Canto abruzzese sul triste abbandono delle terre da parte dei contadini, conosciuto anche in altre versioni ("Cade
l'ulivo" "Nebbia alla valle") seppure modificato da Modugno con il titolo "Amara terra mia", resta uno dei canti più
belli legati al fenomeno della transumanza. (maria rollero)

pagina 282
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Noi siamo i poveri romagnoli


Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/noi-siamo-i-poveri-romagnoli

Noi siam poveri romagnoli quando l'armi impugneranno


ma siam tutti d'un sentimento e giustizia di faran
moriremo di fame e stento
ma vogliam l'emancipazion O borghesi...

O borghesi prepotenti Avanti avanti o giovanotti


è finita la cuccagna la bandiera rossa è spiegata
i plebei della Romagna e quando l'ora sia suonata
sono stanchi di soffrir combattiamo come un sol uom

Sono stanchi di soffrire O borghesi...


e ben presto lo mostreranno

pagina 283
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Noi siamo la canaglia pezzente


(1944)
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti, lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/noi-siamo-la-canaglia-pezzente

Noi non siam la canaglia pezzente: Già temano troni e corone


noi siamo chi suda e lavora, macchaiti di fango e di sangue
finiam di soffrire ch'è l'ora . (2 vv.) si sveglia il popol che langue. (2 vv.)

Ai Soviet stringiamo la mano, Ai Soviet...


l'Italia farem comunists,
a morte il regime fascista. Pei ladri del nostro sudore
Insorgiamo che è giunta la fin giustizia nei cuori già freme.
insorgiamo che è giunta la fin Spezziamo le servili catene! (2 vv.)
evviva la Russia
evviva Lenin! Ai Soviet...

Con falce e martello d'emblema Fratellanza e giustizia chiediamo,


non più vagabondi e signori, al mondo siam tutti fratelli.
un pane a ciascun che lavori. (2 vv.) Noi siamo le schiere ribelli! (2 vv.)

Ai Soviet... Ai Soviet...

Informazioni

Savona A. V., Straniero M. L., Canti della Resistenza italiana,BUR, Milano,1985

pagina 284
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Noi vogliamo l'uguaglianza


Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: anarchici, risaia/mondine
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/noi-vogliamo-luguaglianza

Noi vogliamo l'uguaglianza, vogliam la libertà


Siam chiamati malfattori siamo lavoratori
Ma noi siam lavoratori siamo lavoratori
che padroni non vogliamo. E giù la schiavitù
vogliam la libertà
E giù la schiavitù, siamo lavoratori
Vogliam la libertà, vogliamo la libertà
Siamo lavoratori,
Siamo lavoratori. E ancor ben che siamo donne
E giù la schiavitù, noi paura non abbiamo
Vogliam la libertà, per amor dei nostri figli
Siamo lavoratori, noi in lega ci mettiamo
Vogliamo la libertà!
E giù la schiavitù
Dei ribelli sventoliamo vogliam la libertà
le bandiere insanguinate siamo lavoratori
e farem le barricate siamo lavoratori
per la vera libertà E giù la schiavitù
vogliam la libertà
E giù la schiavitù siamo lavoratori
vogliamo la libertà

Informazioni

Canto di risaia, probabilmente tratto dalla canzone "Amore ribelle" di Pietro Gori, ha in comune parte della terza
strofa con la canzone "La lega".

pagina 285
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Non esiste Gesù


Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: anticlericali
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/non-esiste-gesu

Non esiste Gesù inventata da te


è soltanto una favola per burlarti di me

pagina 286
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Nuovi stornelli socialisti


Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: anticlericali, comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/nuovi-stornelli-socialisti

E quando muoio io non voglio preti, pagati.


non voglio avemarie nè paternostri,
non voglio avemarie nè paternostri E la rigi- la rigi- la rigiri,
ma la bandiera rossa dei socialisti. la rigira e la ferindora,
abbasso tutti i preti
E la rigi- la rigi- la rigiri, e chi ci crede ancora!
la rigira la sempre arditi,
evviva i socialisti, Ma se Giordano Bruno fosse campato,
abbasso i gesuiti! non esisterebbe più neanche il papato,
non esisterebbe più neanche il papato
Hanno arrestato tutti i socialisti, e il socialismo avrebbe già trionfato.
l'arresto fu ordinato dai ministri,
l'arresto fu ordinato dai ministri E la rigi- la rigi- la rigiri,
e questi sono i veri camorristi. la rigiri e la fa trentuno,
la rigiri la sul ventuno,
E la rigi- la rigi- la rigiri, evviva i socialisti,
la rigira e mai la sbaglia, evviva Giordano Bruno!
evviva i socialisti,
abbasso la sbirraglia! E quando muoio io non voglio preti,
ma quattro bimbe belle alla mia barella,
La Francia ha già scacciato i preti e i ma quattro bimbe belle alla mia barella,
frati, ci voglio il socialista e (con) la sua bella.
le monache, i conventi ed i prelati,
le monache, i conventi ed i prelati, E la rigi- la rigi- la rigiri,
perchè eran tutte spie e in ciò (perciò) la ruota e la rotella,
evviva Giordano Bruno,
Garibaldi e Campanella!

Informazioni

Strofette anonime di probabile origine anarchica, esiste una registrazione su disco Emerson, stampato negli Stati
Uniti nel 1908, interpretata dal baritono Giuseppe Milano.

Esistono tutta una serie di altre strofe, legate a diversi territori e vicende storiche.

pagina 287
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O cara la mia mama


Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: lombardo
Tags: lavoro/capitale, femministi, filanda
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/o-cara-la-mia-mama

"O cara la mia mama, a imprend a lavurà.


sì senza compassion,
qa lasciarmi qui in filanda Inscì, perchè sun povera,
morire di pasion" mi podi fà nient:
sta pura alegrament
"E se fudesse 'l caso stu mund al finirà,
te tegnerìa a cà, sta pura alegrament
te mandarìa a scola stu mund al finirà."

Informazioni

Canto raccolto nel 1965 dal Gruppo di Vimercate, a Missigliola, frazione di Missaglia (Como)

pagina 288
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O cielo cielo
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: antimilitaristi, emigrazione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/o-cielo-cielo

O cielo cielo sta pure sereno Per poter camminar


O cielo cielo sta pure sereno Senza aver soldi e senza scarpe
Che questa notte che questa notte Per poter camminar
Noi dovremo partir
Che questa notte che questa notte Domanderemo ‘la nostra regina
Noi dovremo partir Domanderemo ‘la nostra regina
Che qualche cosa che qualche cosa
Traverseremo pianure e colline Lei ci manderà a dir
Traverseremo pianure e colline Che qualche cosa che qualche cosa
Sulle montagne della Savoja Lei ci manderà a dir
Disertori sarem
Sulle montagne della Savoja Ci manda a dire tornate in Italia
Disertori sarem Ci manda a dire tornate in Italia
Turné In Italia turné In Italia
Come faremo a girare la Francia lalalalalala
Come faremo a girare la Francia Turné In Italia turné In Italia
Senza aver soldi e senza scarpe lalalalalala

Informazioni

Il tema di questo canto – la diserzione – si intreccia con quello dell’emigrazione verso la Francia, fenomeno molto
diffuso tra gli abitanti delle vallate alpine. Il canto sembra essere originario della bassa val Chisone (TO) e il
riferimento alla ferma di leva di 30 mesi, permette di datarlo tra la fine dell’800 e l’inizio del 900. C’è anche chi
attribuisce questa canzone al Trentino Alto Adige ma, come sempre, il canto popolare non ha padroni e ne
troviamo versioni raccolte in Val Vigezzo (VCO) e nella bergamasca (da Mountain for dummies)

Canto trasmessoci da Lorenzo Valera, nel corso del seminario sul canto popolare e di lotta, tenuto a Genova il 9 e
10 maggio 2015, presso la Casa Occupata Pellicceria.

pagina 289
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O iniqua, o infame Turchia


(1912)
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/o-iniqua-o-infame-turchia

O iniqua, infame Turchia Vado sempre vestita da lutto


l’ha ucciso il mio amato consorte quando guardo il tuo caro ritratto
ma quando ebbi l’annucio di morte poi di lacrime lo bagno ad un tratto
un dolore provai da morir oh, di baci lo devo coprir

M’ha lasciato una sola bambina Quel signore ch’è chiuso in palazzo
tutto il giorno il suo padre lamenta l’ha comprato l’elmetto e la spada
poera figlia l’è tutta sgomenta per morir gli ha insegnato la strada
dice “mamma mio padre dov’è?” ma i suoi figli li stringe sul cuor

Il suo padre è in quelli deserti Comanda Cristo oppure il padrone


che dalli mostri è stato afferrato maladetta sia sempre la guerra
come Cristo te l’hanno ammazzato chi di sangue ha sporcato la terra
manco un santo l’è ‘nnato a salvà che non possa il sole veder

Informazioni

Riferito alla guerra italo-turca, si canta sull'aria delle ballate d'area padana, come Cara moglie, di nuovo ti scrivo

pagina 290
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O Roma Roma
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: romanesco
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/o-roma-roma

O Roma Roma città tanto cara pe le vecchie ce stà sant'onofrio


dove se magna se beve (poco) e se paga
e allora cara gente
eee si c'è qualche disoccupato a Roma nostra nun ce manca niente
che nun ha magnato ce stà la ricchezza e la gran povertà
ce stà'l cosimato chi magna tanto e chi stà a sbadiglia
c'è villa borghese pe annà a digerì
regina coeli pe annacce a dormì O Roma Roma città tanto cara
ce stà caro perfino il carbone
e la mia cara gente
ce stà 'n po de tutto e la mia cara gente
'l ladro 'l farabbutto e l'impiegato c'è ce sta 'n po de tutto
io ce so stato e ce se stà bè 'l ladro 'l farabbutto e l'impiegato c'è
ce mancavamo noantri tre.
pe li vecchi ce sta santa calla

Informazioni

Canto popolare interpretato dal Canzoniere del Lazio in "Quando nascesti tune", 1973.

pagina 291
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O sciur padrun, i cavalé van male


Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: lombardo
Tags: lavoro/capitale, filanda
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/o-sciur-padrun-i-cavale-van-male

O sciur padrun impiantem su di scioper


i cavalé van male di scioper e di burdèi:
o sciur padrun ghe paserà l'anada
i cavalé van male senza ciapà cinq ghei.
i cavalé van male
furment e furmentun (variante)
ghe paserà l'anada O sciur padrun
senza pagà 'l padrun piantèm in pé sti scioper
sti scioper e sti burdèi
O paisan e paserà l'anada
impiantem su di scioper senza pagà cinq ghèi.

Informazioni

Reg. di Gianni Bosio, 1970, Seregno, Milano, inf. Giambattista Silva e Maria Adelaide Spreafico (variante).

pagina 292
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Padrone mio
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: pugliese
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/padrone-mio

Padrone mio, te vojo arrecchire, E quando sbajo e damme li botte,


padrone mio, te vojo arrecchire, vojo la morte, nun me caccià.
come nu cane i vò fatijà,
come nu cane i vò fatijà. Tengo tre fiji, vojono lu pane,
chi ci lu dà è lu tatà.

Informazioni

Canto tratto dal repertorio di Matteo Salvatore (Foggia) a sua volta appreso dall'anziano Moretti. Diffusa in diverse
lezioni nel meridione, straordinariamente interpretata da Giovanna Marini con il suo gruppo. (Maria Rollero)

pagina 293
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Partito da Milano senza un soldo


Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/partito-da-milano-senza-un-soldo

Partito da Milano senza un soldo gli domandarono se conosceva il suo pugnale


arrivai a Parigi a tasche vuote Sì sì che lo conosco ha il manico rotondo
sempre col mio pugnale ben affilato nel cuore di Carnot andò nel fondo.
il cuore di quel vigliacco devo spaccare.
Quando Caserio fu condannato
Quando Caserio vide la carrozza gli domandarono s'era pentito del suo reato
e lui s'avvicinava piano piano Se per dieci minuti m'avessero lasciato
quel mazzolin di fiori e che gridava amore il nuovo presidente l'avrei scannato.
gl'inferse il pugnale dentro il cuore.
Quando Caserio vide la ghigliottina
Quando Caserio fu arrestato a lei s'avvicinò pian piano
gli domandaron chi eran i suoi compagni con una mano levandosi il cappello
I miei compagni sono dell'anarchia Addio amici e compagni vado al macello
io facevo il fornaio e non la spia. ma prima di morire vo' dire una parola
sia maledetto il re, casa Savoia.
Quando Caserio fu in tribunale

Informazioni

Raccolto da S. Liberovici a Nonantola (NO) nel 1962, informatore Alfonso Assaloni. Esistono almeno altre quattro
versioni più o meno complete dello stesso testo, raccolte negli anni '60 tra Piemonte e Lombardia.

pagina 294
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Passannante
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: pugliese
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/passannante

Na giacchète de vellute che nu picchele pugnalétte


pe sé carrine l'agghie vennuùte, per'ammazzà lu rré Umbérte.
p'accattà lu pugnalette
p'ammazzà le rré Umbèrte. Passànnante sus'cangèlle,
gridava: "Allarme" la sentinélle.
Passànnante ére uagliòne, Passànnante non chiaànge cchiù,
mettéve lu péte sus'u staffòne, lo rré no règne cchiù

Informazioni

Testo anonimo, su filastrocca popolare pugliese. Raccolta a Massafra, nel 1980.

Del canto esiste un'altra versione Pasavvande, cantata nel barese;

Passavande ère uagglione,


se mbegnò le pandalòne.
Iàmme a lucchèse, iàmme a lucchèse
Passavande uccìse o rrè

Passavande non ghiangènne chiù.


la pèlle auuànde ca se n'è sciùte.
Iàmme a lucchèse, iàmme a lucchèse
Passavande uccìse o rrè

Notizie su Giovanni Passanante

pagina 295
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Petroliero
(1896)
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/petroliero

Petroliero, ascolta, ascolta Petroliero, petroliero.


è il segnal della rivolta
solo sguardo ardente e fiero Sopra i ruderi e gli ossami
alla stage o petroliero. dei borghesi vili e infami
vendicato, ardente e fiero
Petroliero, petroliero. mena danze petroliero.

Petroliero, avanti, avanti Sopra i ruderi e gli ossami


versa il liquido infiammanti dei borghesi vili e infami
dai palagi chiese e ville vendicato, ardente e fiero
sgorgan membri di faville. mena danze petroliero.

Più veloce del pensiero O petroliero, o petroliero.


corri, vola o petroliero.

Informazioni

Pubblicata sul giornale "Caserio", n°1, 11 febbraio, Buenos Aires, di cui uscirono solo due numeri, nel corso del
1896.

pagina 296
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Pi l'America partenza
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: siciliano
Tags: emigrazione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/pi-lamerica-partenza

Chi scunipigli ti chi c'è ni li paisi, A quant'è tinta ddra brutta spartenza,
ntra li famigli, ntra tutti li casi: lassari li famigli cu duluri.
di po' ca di l'America si 'ntisi Priava la divina onnipotenza
pi la partenza ognunu fa li basi. ca pi strata l'aiutassi lu Signuri.

Cu si pripara mutanni e cammisi A quant'è tinta ddra brutta spartenza,


cunn'avi grana si 'mpigna li casi. lassari li famigli cu duluri.
Afflittu cu a famiglia s'allicenza Iu stessu ca lu cantu mi cumpunnu
e poi pi l'America partenza. in ca di ccà v'attaccu n'antru munnu.

Informazioni

Canto raccolto nel 1974 a Favara, Agrigento, da Antonio Zarcone e Maurizio Piscopo.

pagina 297
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Piazza Barberina
(1900)
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: romanesco
Tags: repressione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/piazza-barberina

A piazza Barberina, più su der Tiritone, porta'.


sotto l'ombra de 'n lampione 'na pisciata me
metto a fa'. Me misero in priggione, fra cimici e
pidocchi,
Me s'avvicina un tale, vestito a la borghese, che faceveno a cazzotti co' le Guardie de
cor cappello a la calabbrese, che me se mette Città.
a fa':
Me diedero 'na pagnotta, mezza cruda e mezza
Giovanotto, documenti, via, nun fate lo cotta,
sfacciato, quei fiji de 'na mignotta de le Guardie de
Io sono il delegato de le Guardie de Città! Città.

Si séte un delegato nun me ne frega gnente, Me diedero 'na banana, mezza marcia e mezza
che vve piji un accidente, che vve sana,
possin'ammazza'! quei fiji de 'na puttana de le Guardie de
Città.
Se mise un dito ar culo, e fece un fischio
acuto, Ragazzini, ragazzetti, nun pisciate su li
segnale convenuto de le Guardie de Città. tetti,
ma pisciate sull'ermetti de le Guardie de
Coreveno, coreveno, pareveno pompieri Città.
'Sti quattro culattieri de le Guardie de
Città. Ragazzini, giovinotti, nun pisciate su li
muri,
In cinque contro uno ve ce sapete mette, ma pisciate su li culi de le Guardie de
me misero le manette, in priggione me fa Città.

Informazioni

Canto della malavita dei primi del '900, nato inizialmente con intenzioni seriose contro l'editto che vietava di
urinare per le strade di Roma, si era trasformato col passare degli anni, in un canto un po' boccacceso utilizzato dai
ragazzini dei quartieri più popolari. Di autore anonimo, è stato interpretato, fra gli altri, da Franco Nardi in "Canti de
la malavita a Roma", 1969 e da Luisa De Santis in "Roma", 1972

pagina 298
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Pugnale, pugnaletto
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/pugnale-pugnaletto

Pugnale, pugnaletto Mi si presenta un giudice ancor più serio


tu devi far la mossa dicendo «mio giovanotto il nome dei compagni»
e uccidere Canova* nella carrozza
«Il nome dei compagni
E appena l'ebbi ucciso si chiama l'anarchia
venni arrestato io faccio il panettiere e non la spia»
nel carcere di Lione fui trascinato
Ma il sedici d'agosto
Mi si presenta un giudice istruttore sul far della mattina
dicendo «mio giovanotto il vostro nome» il boia avea disposto
l'orrenda ghigliottina
«Di nome e di cognome mentre Caserio dormiva ancor
mi chiamo sì Caserio senza pensare al triste orror.
e so d'esser davanti a un mascalzone»

Informazioni

Questo testo è una miscellanea di diversi canti su Caserio.

*Carnot

pagina 299
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Quando avevo quindic'àni


Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale, miniera
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/quando-avevo-quindicani

Quando avevo quindic'àni fu 'n castigo del Signor


per il mondo me ne andai
far 'l mestier del minator poco dopo sono andato
perché i colpi non sparava
di un bel dí che lavoravo dieci metri mi spostava
lavoravo con sudor nei tormenti e nei dolor
me ne stavo bestemmiando
contro l'ira del Signor e buon Dio mi perdonasti
sensa un ochio e un bracio ancor
caricai l'avansamento fui laudato e fui premiato
e l'acesi con furor del mestier del minator
e fui proprio la mia rovina fui laudato e fui premiato
del mestier del minator.

Informazioni

Canzone di miniera, sul tragico argomento degli infortuni sul lavoro, appartenente al repertorio dei fratelli Bregoli
di Pezzaze, in Val Trompia, Brescia.

pagina 300
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Quando che more un prete


Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: anticlericali, comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/quando-che-more-un-prete

Quando che more un prete ma io c'ho un gran piacere


suonano le campane che è morto il puttanier
piangono le puttane
ch'è morto un avventor Quando che moio io
non voglio gesù cristi
Quando che more un papa ma la bandiera rossa
suonano il miserere dei veri socialisti.

pagina 301
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Quando l'anarchia verrà


di Ferrini
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/quando-lanarchia-verra

Quando l'anarchia verrà l'ideale di cui siamo animati.


tutto il mondo sarà trasformato
dei governi più non resterà E allor nel cuor...
che un ricordo d'infame passato.
Unita alle altre verrà Dovunque colpir si potrà
la famiglia del lavoratore, guerra, guerra all'odiato borghese;
ed in comune metterà finchè scendere a patti dovrà
il fruto del sudato lavor. guerra sempre in qualunque paese.
L'anarchia è propagata di già:
E allor nel cuor pensando all'avvenire quindi amici da forti lottiamo,
cesserà lo strazio ed il soffrire (bis) l'ideal s'avvererà
se uniti più forti vinciam.
La macchina aiuto darà
al progresso del nostro lavoro E allor nel cuor...
il borghese non la sfrutterà
per cavarne l'infamia dell'oro E allor
L'aborrito confin sparirà nel cuor
così pure preti e soldati pensando all'avvenire
e nel mondo sol spazierà cesserà
lo strazio ed il soffrire.

Informazioni

Sull'aria di Il mio ben amato papà.

pagina 302
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Quaranta ghei d'inverno


Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: lombardo
Tags: lavoro/capitale, filanda, comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/quaranta-ghei-dinverno

Quaranta ghei d'inverno, e pu pendissi de pagà;


cinquanta d'està; ma el padrun el diz inscì,
se ghe ie dassen, sti pover paisan, che i paisan i-a de fà murì;
nanca farìen una pell de pan. l'a de fà murì, l'a de fà crepà
O donn, o donn, andémm, andémm, ma la rivulusiun la se dev fà:
andémm in piazza a fà burdell! tuta la mubilia che gh'è in Milan
An piantà in pé sta rivulusiun l'è tuta roba di pòer paisan;
tutt in grasia di nòster padrun. i pòer paisan intanta in là a spettà
La rivulusiun l'àn piantà la letera dell'America che la dev rivà.
per fà calà i fitt de cà

pagina 303
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Regina Coeli
di Pompeo Bettini
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: antimperialisti, satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/regina-coeli

Il signor Commendatore Regina Coeli...


è un po' smorto poverino!
Ha gli accoliti d'onore Nella sala delle Assisi
che lo stringono al polsino. è il signor Commendatore;
E' un'accusa molto grave strizza l'occhiio, fa sorrisi:
sarà messo sotto chiave. par che sia di buon umore.
La Giustizia ha una gran mano, Cosa è stato? Mancan prove
ridi o popolo sovrano. se ne dicono di nuove:
C'è la donna, c'è l'amico...
Regina Coeli, ma che storie, c'era un plico.
Commendatorum sponsa
latromun advocata Regina Coeli
ora pro eo! Aula sacra misteriis
Regina Coeli... Schola sapientiae novae
ora pro eo!
Non si beffa: c'è il processo Regina Coeli...
nove giudici han cambiato;
l'istruttoria in luce ha messo Fa un inchino il presidente,
falso, truffa e peculato. si sberretta il cancelliere;
Già passaron cento occhiali tra gli evviva della gentre
sulla firma di cambiali. apre l'uscio il carceriere.
Viene il dì pei farabutti; Nella cella vuota e trista
la Giustizia c'è per tutti! chi si metta? un socialista.
La Giustizia ha una gran mano
Regina Coeli ridi o popolo sovrano.
Auxilium sgraffignorum Regina Coeli
Domus iustitiae caecae Claustrum populi ciuchi
ora pro eo! Riccorum gabbia aperta
et laus deo!
Regina Coeli...

pagina 304
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Sacco e Vanzetti
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: anarchici, emigrazione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sacco-e-vanzetti

Il ventitre d'agosto il bravo confessore


a Boston in America domanda a tutti e due
Sacco e Vanzetti la santa religione.
sopra la sedia elettrica Sacco e Vanzetti
e con un colpo con grande espressione
di elettricità «Noi moriremo
all'altro mondo senza religion».
li vollero mandar.
E tutto il mondo intero
Circa le undici e mezzo reclama la loro innocenza
giudici e la gran corte ma il presidente Fuller
entran poi tutti quanti non ebbe più clemenza
nella cella della morte «Siano pure
«Sacco e Vanzetti di qualunque nazion
state a sentir noi li uccidiamo
dite se avete con gran ragion».
da raccontar».
«Addio moglie e figlio
Sacco e Vanzetti a te sorella cara.
tranquilli e sereni E noi per tutti e due
«Noi siamo innocenti c'è pronta già la bara.
aprite le galere». Addio amici,
E Ior risposero in cuor la fe',
«Non c'è pietà viva l'Italia
voi alla morte e abbasso il re.
dovete andar». Addio amici,
in cuor la fe',
viva l'Italia
Entra poi nella cella e abbasso il re.

Informazioni

Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti erano 2 anarchici emigrati negli Usa, condannati a mortecon l'accusa di aver
ucciso un agente durante una rapina. Il presidente Clinton nel suo secondo mandato ha riconosciuto l'errore
giudiziario, ma non il complotto antioperaio e xenofobo che ne è stato alla base.

pagina 305
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Sante Caserio [Canto a Caserio]


di Pietro Gori
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sante-caserio-canto-caserio

Lavoratori a voi diretto è il canto E i tuoi vent'anni, una feral mattina


di questa mia canzon che sa di pianto gettasti al mondo dalla ghigliottina,
e che ricorda un baldo giovin forte al mondo villa tua grand'alma pia,
che per amor di voi sfidò la morte. alto gridando: «Viva l'Anarchia!».
A te, Caserio, ardea nella pupilla
de le vendette umane la scintilla, Ma il dì s'appressa, o bel ghigliottinato,
ed alla plebe che lavora e geme che il tuo nome verrà purificato,
donasti ogni tuo affetto, ogni tua speme. quando sacre saranno le vite umane
e diritto d'ognun la scienza e il pane.
Eri nello splendore della vita, Dormi, Caserio, entro la fredda terra
e non vedesti che notte infinita; donde ruggire udrai la final guerra,
la notte dei dolori e della fame, la gran battaglia contro gli oppressori
che incombe sull'immenso uman carname. la pugna tra sfruttati e sfruttatori.
E ti levasti in atto di dolore,
d'ignoti strazi altero vendicatore; Voi che la vita e l'avvenir fatale
e t'avventasti, tu si buono e mite, ofriste su l'altar dell'ideale
a scuoter l'alme schiave ed avvilite. o falangi di morti sul lavoro,
vittime de l'altrui ozio e dell'oro,
Tremarono i potenti all'atto fiero, martiri ignoti o sciera benedetta,
e nuove insidie tesero al pensiero; già spunta il giorno della gran vendetta,
e il popolo cui l'anima donasti de la giustizia già si leva ilsole;
non ti comprese, e pur tu non piegasti. il popolo tiranni più non vuole.

Informazioni

Musica forse di A. Capponi. Sante Caserio fu ghigliottinato a Lione per aver pugnalato Sadi Carnot, presidente della
repubblica francese. Anche nota come Canto a Caserio

pagina 306
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Se nasce l'anarchia
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: romanesco
Tags: anarchici, anticlericali
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/se-nasce-lanarchia

Se nasce l'anarchia ai cani s'ha da dà


un bel pranzo s'ha da fà
tutto vitello e manzo le chiese son botteghe
se duvimo da magnà i preti son mercanti
vendono madonne e santi
Un frittarel di monache a noi ce se credono
preti e frati spezzati vecchi poveri e ignoranti.
l'ossa de 'sti maiali

pagina 307
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Senti il martello che batte le ore


Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: emigrazione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/senti-il-martello-che-batte-le-ore

Senti il martello che batte le ore Noi partiremo domani mattina


senti il martello che batte le ore con la carrozzina del mio papà.
col primo vapore dobbiamo partir
col primo vapore dobbiamo partir. La carrozzina piena di fiori
con tutti gli odori del mio giardin.

Informazioni

Nenia istriana, canto d'emigrazione dei primi del Novecento.

pagina 308
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Senti mio caro Adolfo


Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: anticlericali
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/senti-mio-caro-adolfo

Senti mio caro Adolfo e tu mi vestirai


ascolta una parola di seta cruda
lo sai che del Signore le suore del convento
io son figliola le son tutte birbone
se tu giuri d'amarmi non vanno mai a messa
io sorto dal convento senza il montone
levo la veste nera quando io sarò sposa
vengo in camicia non andrò più a messa
se non mi vuoi in camicia vado pei casi miei
vengo ancor tutta gnuda e per me stessa.

pagina 309
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Serenata alfonsina
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: anticlericali
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/serenata-alfonsina

O mia bella gentil pecorella la dolcezza del verbo incarnato


il curato alla chiesa t'appella
vieni o car a gustar ti prepara Vieni dunque ho dei buoni argomenti
quanto al libro d'Alfonso s'impara sempre cari alle mie penitenti
vieni pure con gran confidenza
La moral pirulirulin pirulirulera ad aprire al pastor la coscienza
la moral pirulirulin pirulirulà
la moral pirulirulin pirulirulà La moral pirulirulin pirulirulera
la morale è questa qua la moral pirulirulin pirulirulà
la moral pirulirulin pirulirulà
Se il marito mancando di fede la morale è questa qua
ti dicesse che ai santi non crede Ma se in casa ti tengon serrata
tu rispondi con dolce sorriso entra in letto e ti fingi ammalata
con quel santo si va in paradiso chiama il prete verrò sul momento
con in mano quel tal sacramento
Non temere io sono discreto
confessarti può sempre in segreto Se il marito scoprisse la cosa
gusterai la dolcezza e il contento non mostrarti con lui timorosa
del permesso venial toccamento tu rispondigli finché ci crede
sposo mio non ho rotta la fede
La moral pirulirulin pirulirulera
la moral pirulirulin pirulirulà La moral pirulirulin pirulirulera
la moral pirulirulin pirulirulà la moral pirulirulin pirulirulà
la morale è questa qua la moral pirulirulin pirulirulà
la morale è questa qua
Ma se poscia in peccato mortale
si cadesse rimedio c'è al male Ed infatti l'anello intendendo
sant'Alfonso ha più d'una opinione sempre il vero diresti mentendo
che si presta per l'assoluzione è codesta un'equivoca azione
che il gran santo permette a ragione
Che se poi ti pigliassi un marmocchio
sant'Alfonso sa chiudere un occhio Se egli insiste il peccato ti addita
pur che in tempo si metta i bastardi tu rispondi l'ho sempre pulita
senza offendere gli umani riguardi la coscienza s'intende perché
dopo assolta più macchia non c'è
La moral pirulirulin pirulirulera
la moral pirulirulin pirulirulà La moral pirulirulin pirulirulera
la moral pirulirulin pirulirulà la moral pirulirulin pirulirulà
la morale è questa qua la moral pirulirulin pirulirulà
la morale è questa qua
Sta sicura che il confessionale
è più bello del tetto nuziale La moral pirulirulin pirulirulera
ivi solo sentire ci è dato la moral pirulirulin pirulirulà
la moral pirulirulin pirulirulà
la morale è questa qua

pagina 310
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Si chiama Papa
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: anticlericali
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/si-chiama-papa

Papa si rem tangimus cioè


nomen habet a re
quicquid habent alii Si chiama papa - è storico -
solut vult papare solamente perchè
la proprietà degli altri
vuole pap(p)ar per sè

pagina 311
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Siamo garibaldini
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/siamo-garibaldini

Siamo garibaldini siamo del sangue rosso


siamo del sangue rosso vogliamo Andrea Costa
vogliamo Andrea Costa vogliam la libertà
vogliamo Andrea Costa
Trallalla....
Siamo garibaldini

pagina 312
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Siete Leguas
(1914)
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: spagnolo/castigliano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/siete-leguas

Siete leguas, el caballo pongan la ametralladora!


que Villa más estimaba, como a las tres de la tarde
cuando oía silbar los trenes silbó la locomotora
se paraba y relinchaba;
siete leguas el caballo Oye tú, Francisco Villa
que Villa más estimaba. ¿que dice tu corazón?
¿ya no te acuerdas valiente
En la estación de Irapuato que atacaste a Torreón?
cantaban los Horizontes, ¿ya no te acuerdas valiente
ahí combatió formal que tomaste a Paredón?
la brigada Bracamontes;
en la estación de Irapuato Adiós torres de Chihuahua
cantaban los Horizontes. adiós torres de Cantera;
ya vino Francisco Villa
Como a las tres de la tarde a quitarles la frontera,
silbó la locomotora: ya vino Francisco Villa
¡Arriba, arriba muchachos a devolver la frontera.

Informazioni

Corrido che celebra uno dei cavalli di Pancho Villa; composto verosimilmente nell'inverno 1913-1914, da Pedro
Infante, giacché vi si parla della presa di Torreón che è dell'ottobre 1913.
Il corrido è una forma particolare di canzone popolare messicana, lontana evoluzione del romance andaluso; in
genere in 3/4, raramente in 2/4, ricorda lontanamente il laendler, una sorta di ballo progenitore del valzer.
Corrisponde, per ruolo sociale dei contenuti, alla ballata.

pagina 313
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So stato a lavora' a Monte Sicuro


Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: romanesco
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/so-stato-lavora-monte-sicuro

So stato a lavorà a Montesicuro e l’anema me va pè conto suo.


se tu sapessi quanto ho guadagnato,
ci manca quattro pavele a uno scudo. Mannaggia all’ora quanno ci ho pensato
d’annatte a laorà ma a quel disero,
Non posso dì però quanto ho sudato, che p’arricchì ‘n brigante so crepato.
so mezzo morto me se schianta il core

Informazioni

Raccolto da L. Firrao a Montefiascone (Viterbo) nel 1966.


(Maria Rollero)

pagina 314
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Son cieco
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/son-cieco

Son cieco e mi vedete che la miseria c'è.


devo chieder la carità Noi grideremo ai potenti
Ho quattro figli, piangono, che la miseria c'è.
del pane non ho da dar.
Ho quattro figli, piangono, E per le vie di Roma
del pane non ho da dar. la bandiera vogliamo alzar.
Sventola la bandiera
Noi anderemo a Roma il socialismo trionferà
davanti al papa e al re Sventola la bandiera
Noi grideremo ai potenti il socialismo trionferà

Informazioni

Canto antico, divenuto politico intorno al 1910, ad opera di anonimo, che ne adattò il testo.

pagina 315
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Son maritata giovane


Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: emigrazione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/son-maritata-giovane

Son maritata giovane, e l'altro per la man.


son maritata giovane,
son maritata giovane, Uno si chiama Pietro
l'età di quindici anni, e l'altro Franceschin.
l'età di quindici anni,
l'età di quindici anni. Tutte le ore che passano
mi sento di morir,
Mio marito è morto,
è morto militar. E devo andare in 'Merica,
'Merica a lavorar.
E son rimasta vedova
con due figli al cuor. 'Merica, 'Merica, 'Merìca,
'Merica a lavorar.
Uno lo tengo in braccio

pagina 316
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Sorgiamo
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: anarchici, antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sorgiamo

Schiavo secolar parìa del servaggio Leggi sopra leggi ei ti die' fin'ora
che alla fame ognor ti forza l'oppressor sol' per affamarti e farti massacrar'
la sorte lieta sta nel tuo coraggio
non più mendicanti non più sfruttator Giura fede al re, non si cura di te
Il pingue fannullon non vuol capir ragion spergiuro e mentitore uomo senza cuor'
cavazza col sudor frutto del tuo lavor Ministri e senator', deputati e signor'
Morte ai ladron, non vogliam più padron crudeli son' con noi, del lor già son gli
perchè non han pietà dell'umanità eroi

Sorgiam, sorgiam, sorgiamo! Sorgiam, sorgiam, sorgiamo...

Orsù lavorator, che spunta già l'albor Popolo oppresso da quest'orda infame
il dritto affermiamo all'esistenza Vano è il tuo ciarlar impugna orsù l'acciar
e dell'avvenir il sole splenderà Vittima sei sempre delle inique brame
d'indipendenza! dei mistificator che ti dicon "malfattor"
Se uniti noi sarem, da forti pugnerem
la vile tirannia disperderem' Non devi più servir, non devi più soffrir
corriamo ad espugnar' i troni e gli altar' è questo l'ideal, lo scopo tuo final
pel grande ideal dell'anarchia! Per te sarà l'onor, la gioia, lo splendor
se da oggi in poi combatterai con noi
Il politicante che promette ogn'ora
è un vile menzogner mai sazio di poter' Sorgiam, sorgiam, sorgiamo...

Informazioni

Il testo di questo canto appare in molti canzionieri di inizio del XX secolo e viene pubblicato per la prima volta nel
1903 ne Il canzoniere dei ribelli, tipografia della "Cronaca Sovversiva", Barre, Vermont (USA).

Fonte: S. Catanuto e F. Schirone, Il canto anarchico in Italia nell'Ottocento e nel Novecento, Milano, Zeroincondotta,
2009.

pagina 317
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Squarciate le tenebre
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/squarciate-le-tenebre

(Coro maschile) piegar ci farà


Squarciate le tenebre
alfin ci sorrise Al padre al fratello
un'era novella coorte serrata
di pace e d'amor e il nostro risveglio
si sprone sarà
Un solo per tutti di sprone sarà
il labbro promise
e tutti per uno Avanti avanti
risposero i cuor falange ardita
nessun ostacolo
...fatidico dì... fermar ci può
Verso la pace
Avanti avanti verso la vita
falange ardita la nuova idea
nessun ostacolo ci incamminò
fermar ci può
Verso la pace (coro di bambini)
verso la vita Se i nostri conati
la nuova idea quest'oggi son vani
ci incamminò se manca l'etade
non manca l'ardire
(coro femminile)
Per secoli e secoli Le forti speranze
oppresse e avvilite noi siam del dimani
fatal pregiudizio l'esercito baldo
noi donne lasciò degli anni a venir
degli anni avenir
Bugiarda una fede
ci tenne asservite Avanti avanti
ma il socialismo falange ardita
quel giogo spezzò nessun ostacolo
Non più l'ignoranza fermar ci può
all'uopo sfruttata Verso la pace
da opposti interessi verso la vita
la nuova idea
ci incamminò

Informazioni

Canto del primo decennio del '900, raccolto da Jona-Liberovici a Torino nel 1960.

pagina 318
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Storia per la morte di Lorenzo Panepinto


Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: siciliano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/storia-la-morte-di-lorenzo-panepinto

Lu sidici di maju a prima sira, ognunu la so’ lingua studiava.


lu tempu scuru e luna nun cci nn’era.
Ognunu la so’ lingua studiava
L’empij scillirati e traditura, a don Lorenzu la vita liggeva.
nun vosiru addumari li lampera.
Chiancimmu tutti genti siciliani:
A lu paisi quantu luttu c’era muriu lu patri chi dava lu pani.
quannu arrivau la figlia criatura.
Comprici sunnu li affittajola
Patruzzu miu, comu fazzu ora macari agenti di cancillaria.
ca piccilidda cci arristavu sula.
A li putenti chistu un ci calava
E don Lorenzu va a la sipultura ca don Lorenzu l’occhi nni grapria.
accumpagnatu di tutta la Lega.
E p’aviri a lu populu aiutatu
Accumpagnatu di tutta la lega a don Lorenzu ci finì ammazzatu.

Informazioni

Lorenzo Panepinto (http://it.wikipedia.org/wiki/Lorenzo_Panepinto), nato a Santo Stefano Quisquina (AG) il 4


gennaio 1865, fu insegnante, politico ed artista. Fondatore dei Fasci siciliani. Il canto è stato raccolto da Rosa
Balistreri.

pagina 319
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Stornelli d'esilio
(1895)
di Pietro Gori
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: anarchici, emigrazione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/stornelli-desilio

O profughi d'Italia a la ventura Raminghi per le terre e per i mari


si va senza rimpianti nè paura. per un'Idea lasciamo i nostri cari.

Nostra patria è il mondo intero Nostra patria è il mondo intero


nostra legge è la libertà nostra legge è la libertà
ed un pensiero ed un pensiero
ribelle in cor ci sta. ribelle in cor ci sta.

Dei miseri le turbe sollevando Passiam di plebi varie tra i dolori


fummo d'ogni nazione messi al bando. de la nazione umana precursori.

Nostra patria è il mondo intero Nostra patria è il mondo intero


nostra legge è la libertà nostra legge è la libertà
ed un pensiero ed un pensiero
ribelle in cor ci sta. ribelle in cor ci sta.

Dovunque uno sfruttato si ribelli Ma torneranno Italia i tuoi proscritti


noi troveremo schiere di fratelli. ad agitar la face dei diritti.

Nostra patria è il mondo intero Nostra patria è il mondo intero


nostra legge è la libertà nostra legge è la libertà
ed un pensiero ed un pensiero
ribelle in cor ci sta. ribelle in cor ci sta.

Informazioni

Probabilmente scritti dopo l'espulsione dalla Svizzera a seguito dell'attentato di Caserio, pubblicata in “Canti
anarchici rivoluzionari”, Paterson, N.J., Biblioteca della Questione Sociale, 1898. Canzone molto popolare, in alcune
regioni presenta delle varianti, non solo nel ritornello (“libero” al posto di “ribelle”) ma anche nelle strofe che
vengono adattate al momento contingente.

Da: S. Catanuto e F. Schirone, Il canto anarchico in Italia nell'Ottocento e nel Novecento, Milano, zeroincondotta,
2009.

pagina 320
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Stornelli su Caserio
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/stornelli-su-caserio

Quando Caserio fu tolto dalla prigione Il primo sono io e gli altri sono l'anarchia
e fu condotto davanti al tribunale Caserio fa il fornaio e non la spia.
lo comincian a interrogare
Ditemi Caserio è questo il vostro Madonna Madonna gridava ad alta voce
pugnale? quando sono morto me non voglio croce
non voglio preti che han la coscienza
Pugnale o mio bel pugnale ài fatto una gran nera
cosa ma voglio i miei compagni e la
ài messo il presidente dentro la fossa bandiera.
di questi pugnali ne vorrei una schiera
gridando viva l'anarchia e la bandiera. Prendete la mia testa se la volete
e fatela rigirar per tutta Francia
Si alza il presidente tutto arrabbiato per tutta Francia e ancor per tutto il mondo
Ditemi Caserio chi sono i vostri e dite che il pugnale di Caserio è
compagni. andato a fondo.

Informazioni

Dal repertorio del gruppo corale "Le mondine di Medicina"

pagina 321
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Su marciam lavoratori
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/su-marciam-lavoratori

Su marciam lavoratori All'armi cittadini...


della gloria il dì arrivò
contro noi, degli oppressori Sugli avel de' mille eroi
l'orda iniqua si levò. aguzziamo il nostro acciar:
maledetto chi fra noi
A que' pochi mercenari si rifiuta di pugnar.
senza fede né valor
mostrerem che i proletari L'odio accenda il nostro petto
no, non tremano di lor! l'ira infiammi il nostro cor...
maledetto, maledetto
All'armi cittadini chi non pugna con valor.
formiamo i battaglion
marciam marciam marciam All'armi cittadini...
da forti combattiam, e liberi sarem.
Su, fratelli militari
Guerra han detto e guerra sia nostro è il mondo e l'avvenir
senza tregua né pietà l'Ideal dei proletari
contro l'empia tirannia rifiutate di tradir.
gridiam «Morte o libertà».
Dietro front, l'armi in aria...
Via lasciate le miniere non si spari sul ribel:
l'officine ogni lavor chi fa fuoco contro il paria
bastan l'armi del mestiere spara contro un suo fratel!
per pugnar contro i signor.
All'armi cittadini...
All'armi cittadini...
Mille il posto prenderanno
No, non sia che ad un inferno di chi cade con valor...
di nequizie e schiavitù Libertà, contro il tiranno
ci condannino in eterno reggi il braccio all'uccisor!
pochi iniqui contro i più!
Vegga si la nostra gloria
Basti, basti il rios ervaggio il nemico che morrà...
abbia fine a fine avrà: fa che accorra la vittoria
splenda eterno il sol di Maggio al tuo nome, o libertà!
sulla nuova Umanità.
All'armi cittadini...

Informazioni

Detto anche “La marsigliese del lavoro”, è databile tra il 1904 e il 1914, ovvero tra lo sciopero generale del 15-20
settembre 1904 e la cosiddetta “Settimana rossa” (7-14 giugno 1914, in cui si verificò un'insurrezione popolare
ad Ancona che si estese alla Romagna, alla Toscana e ad altre parti d'Italia, per contestare una serie di riforme
introdotte da Giovanni Giolitti). Fonte: S. Catanuto e F. Schirone, Il canto anarchico in Italia nell'Ottocento e nel
Novecento, Milano, zeroincondotta, 2009.

pagina 322
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Su moviamo alla battaglia


(1894)
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/su-moviamo-alla-battaglia

Su leviamo il canto e il braccio Quest'infame borghesia


contro i vili ed i tiranni sino ad or ci ha calunniato,
non più leggi non più inganni ci ha deriso, ci ha chiamato
di una vecchia società. pochi e tristi malfattor.

La risaia, la miniera Noi l'insulto l'abbiam raccolto


l'officina, il campo e il mare ne abbiam fatto una bandiera
ci hanno visto a faticare il vessillo per la schiera
per l'altrui felicità. dei novelli malfattor.

Su moviamo alla battaglia Siamo anarchici e siam molti,


dobbiam vincere o morire e la vostra infame legge
su moviamo, santa canaglia non ci doma né corregge
inneggiando all'avvenir. né ci desta alcun timor.

I signori ci han promesso Su moviamo alla battaglia...


miti leggi ed equo affetto
ed i preti ci hanno detto Guerra dunque, guerra sia
che ci aspetta un gaudio in ciel. già la pace ci fu bandita
nulla restaci e la vita
Ma frattanto questa terra la doniamo all'ideal.
di noi poveri è l'inferno
sol pei ricchi gaudio eterno L'ideal per cui pugnamo
della vita e dell'aver. non lo ferma i vostri orrori
siam ribelli, forti siamo
Su moviamo alla battaglia... il terror degli oppressor.
Su moviamo alla battaglia...

Informazioni

Questo canto, adattamento dell'Inno della canaglia di P. Gori - ma con diversa veste canora - proviene dalla zona di
Carrara ed è databile intorno al 1894.

pagina 323
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The girl question


(1913)
di Joe Hill
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: inglese
Tags: lavoro/capitale, femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/girl-question

A little girl was working in a big department She told him she was down and out and had no
store, place
Her little wage for food was spent; [to stay.
[her dress was And this is what the holy man did say:
[old and tore.
She asked the foreman for a raise, Coro:
[so humbly and so shy, Why don't you get a beau?
And this is what the foreman did reply: Some nice old man, you know!
He'll give you money if you treat
Coro: him right.
Why don't you get a beau? If he has lots of gold,
Some nice old man, you know! Don't mind if he is old.
He'll give you money if you treat Go! Get some nice old gentleman tonight.
him right.
If he has lots of gold, Next day while walking round she saw a sign
Don't mind if he is old. inside
Go! Get some nice old gentleman tonight. [a hall,
It read: THE ONE BIG UNION WILL GIVE LIBERTY
The little girl then went to see the owner TO ALL.
[of the store, She said: I'll join that union, and I'll
She told the story that he'd heard so many surely do
[times before. [my best,
The owner cried: "You are discharged! Oh, my, And now she's gaily singing with the rest:
that
[big disgrace, Coro:
A ragged thing like you around my placel" Oh, Workers do unite!
To crush the tyrant's might,
The little girl she said: "I know a man that The ONE BIG UNION BANNER IS UNFURLED
[can't be wrong, Come slaves from every land,
I'll go and see the preacher in the church Come join this fighting band,
[where I belong.'' It's named INDUSTRIAL WORKERS
OF THE WORLD.

Informazioni

Musica di "Tell Mother I'll Be There" di Charles M. Fillmore, 1898. Pubblicata per la prima volta nell'edizione del 21
agosto 1913 dell'Industrial Worker "Little Red Songbook"

pagina 324
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The Preacher and the Slave


(1911)
di Joe Hill
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: inglese
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/preacher-and-slave

Long-haired preachers when you die


come out every night
Try to tell you what's wrong If you fight hard
and what's right for children and wife
But when asked how Try to get something good
'bout something to eat in this life
They will answer You're a sinner and bad man,
with voices so sweet they tell
When you die you will sure
You will eat, go to hell
bye and bye You will eat,
In that glorious land bye and bye
above the sky In that glorious land
Work and Pray, above the sky
live on hay Work and Pray,
You'll get pie in the sky live on hay
when you die You'll get pie in the sky
when you die
And the starvation army Workingmen of all
they play countries unite
And they sing and they clap Side by side we
and they pray for freedom will fight
Till they get all your coin When the world and its wealth
on the drum we have gained
Then they tell you To the grafters we'll sing
when you are on the bum this refrain

You will eat, You will eat,


bye and bye bye and bye
In that glorious land When you've learned how
above the sky to cook and to fry
Work and Pray, Chop some wood,
live on hay 'twill do you good
You'll get pie in the sky And you'll eat in the sweet
bye and bye

Informazioni

Da IWW Songbook 1911, Edition Tune "In the Sweet Bye and Bye"

pagina 325
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The rebel girl


(1915)
di Joe Hill
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: inglese
Tags: lavoro/capitale, femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/rebel-girl

There are women of many descriptions To the fighting Rebel Boy.


In this queer world, as everyone knows. We've had girls before,
Some are living in beautiful mansions, but we need some more
And are wearing the finest of clothes. In the Industrial Workers of the World.
There are blue blooded queens and princesses, For it's great to fight for freedom
Who have charms made of diamonds and pearl; With a Rebel Girl.
But the only and thoroughbred lady
Is the Rebel Girl. Yes, her hands may be hardened from labor,
And her dress may not be very fine;
Coro: But a heart in her bosom is beating
That's the Rebel Girl, That is true to her class and her kind.
that's the Rebel Girl! And the grafters in terror are trembling
To the working class she's When her spite and defiance she'll hurl;
a precious pearl. For the only and thoroughbred lady
She brings courage, pride and joy Is the Rebel Girl.

Informazioni

Pubblicata per la prima volta nell'edizione marzo 1916 "Joe Hill Memorial Edition" dell'Industrial Worker "Little Red
Songbook".
La canzone mostra l'importanza attribuita da Joe Hill alla partecipazione delle donne alla lotta di classe; ispirata
dall'amica Elizabeth Gurley Flynn, organizzatrice e attivista sindacale, è dedicata a tutte le donne dell'I.W.W.

pagina 326
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The red flag


di James O' Connel
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: inglese
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/red-flag

The people's flag is deepest red, When all ahead seemed dark as night;
It shrouded oft our martyred dead, It witnessed many a deed and vow,
And ere their limbs grew stiff and cold, We must not change its colour now.
Their hearts blood dyed its every fold.
It well recalls the triumphs past,
Then raise the scarlet standard high. It gives the hope of peace at last;
Within its shade we'll live and die, The banner bright, the symbol plain,
Though cowards flinch Of human right and human gain.
and traitors sneer,
We'll keep the red flag flying here. It suits today the weak and base,
Whose minds are fixed
Look round, the Frenchman on pelf and place
loves its blaze, To cringe before the rich man's frown,
The sturdy German chants its praise, And haul the sacred emblem down.
In Moscow's vaults its hymns are sung
Chicago swells the surging throng. With heads uncovered swear we all
To bear it onward till we fall;
It waved above our infant might, Come dungeons dark or gallows grim,
This song shall be our parting hymn.

Informazioni

La "Bandiera Rossa" inglese si canta sull'aria di "Oh, Tannenbaum".

pagina 327
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Trenta giorni di nave a vapore


Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: veneto
Tags: emigrazione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/trenta-giorni-di-nave-vapore

Trenta giorni di nave a vapore andremo coi carri dei zingari


fino in Merica ghe semo arivati, andremo coi carri dei zingari
fino in merica ghe semo arivati, in America io voglio andar
no abbiam trovato né paglia né fieno
abbiam dormito sul nudo terreno E la Merica e l’è lunga e l'è larga,
come le bestie che va a riposà… e circondata di fiumi e montagne.
come le bestie che va a riposà… E con l’aiuto dei nostri italiani
abbiamo formato paesi e città…
America allegra e bella abbiamo formato paesi e città…
tutti ti chiamano
l’America sorella! America allegra e bella
Tutti ti chiamano tutti ti chiamano
l'America sorella l’America sorella!
tralallallero lallallero Tutti ti chiamano
lallallà l'America sorella
tralallallero lallallero
Andremo coi carri dei zingari lallallà.

Informazioni

Uno dei canti più conosciuti del nord-italia sull’emigrazione, ne esistono diverse lezioni, molte raccolte nel cuneese.

Canto d'emigrazione, racc. da R. Leydi, 1963, Mercenasco, Torino; variante: racc. a Niella Belbo, Cuneo (maria
rollero)

pagina 328
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Un bel giorno andando in Francia


Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: emigrazione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/un-bel-giorno-andando-francia

Un bel giorno andando in Francia che non pensano ai dolori


in pover abiti borghesi di chi campa di lavor
pochi soldi e molte spese
per cercare di campà Noi partiamo con rimpianto
con in cuore la tristezza
Ringraziamo 'sta nazione ma la casa che ci aspetta
che ci accoglie tutti quanti un bel dì ci rivedrà
siamo poveri emigranti
che andiamo a lavorar O compagni che restate
combattete anche per noi
Maledetto 'sto governo anche lontani siam con voi
maledetti 'sti signori pronti a batterci e lottar

pagina 329
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Uno, evviva Giordano Bruno


di Alfredo Spinetti
Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: romanesco
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/uno-evviva-giordano-bruno

Uno, evviva Giordano Bruno Sette chi 'n c'ha 'r core 'n ce se mette
che diceva la verità, quando er botto se farà
trionfa socialismo, trionfa socialismo,
socialismo trionferà! socialismo trionferà!

Due, le mie braccia co' le tue, Otto, er crumiro fa er fagotto


tutte so' per lavora', perchè er posto nun ce sta,
trionfa socialismo, trionfa socialismo,
socialismo trionferà! socialismo trionferà!

Tre, so' formato come te, Nove, cominciamole a fa' le prove


più nessuno deve ozia', pe' campare in libertà,
trionfa socialismo, trionfa socialismo,
socialismo trionferà! socialismo trionferà!

Quattro, chi lavora è un gran matto Dieci, tutti quanti semo amici,
se si lascierà sfrutta', chi è che vo' la libertà,
trionfa socialismo, trionfa socialismo,
socialismo trionferà! socialismo trionferà!

Cinque, traditore è chiunque Undici, no volemo più li giudici,


sia il crumiro o lo farà, giusto er popolo sarà,
trionfa socialismo, trionfa socialismo,
socialismo trionferà! socialismo trionferà!

Sei, i miei figli come i tuoi Dodici, è finita la canzoncina


tutti devono studia', chi sta in cammera e chi in cucina,
trionfa socialismo, e chi sta a letto a riposa',
socialismo trionferà! trionfa socialismo,
socialismo trionferà!

Informazioni

Composta a Genzano. Registrato da Alessandro Portelli il 13/04/1970. Alfredo Spinetti - "Dandolo" (vignaiolo, classe
1900) , il portatore, la collega agli scioperi per le sei ore d’inizio secolo a Genzano, e dice che la composero in
carcere tra il 1910 e il 1911.
Negli anni del boom economico, il figlio di Alfredo Spinetti, Silvano, la riadattò ai contenuti di attualità, in questo
modo Mira la rondondella

Una versione di riproposta, che alterna le strofe di Uno evviva Giordano Bruno - I comandamenti del socialismo con
quelle di Mira la rondondella, è in Canzoniere del Lazio Quando nascesti tune, 1973

pagina 330
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Usii dall'avansamento allegramente


Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale, miniera
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/usii-dallavansamento-allegramente

Usii dall'avansamento allegramente due morti et un ferito sul treno viene


contento di aver fato il mio dovere col sangue mescolato nelle vene
e la disgrasia l'era ormai decisa e anche il ferito sul treno meso fu
cor prima di sortir di galleria al fischio di partenza vita non ebbe più
avanti avanti dove il destino fu
a metà galleria di un bloco cade giù due di quelli erano bresiani
cugini sulla leva dei vent'àni
subito un telegrama al diretore sangue bresiano ridotto sei così
che mandi sull'imboco di un dottore che alla tua Bresia a nascere
avanti avanti dove il detsino c'è all'estero morir
girando intorno al bloco che alla tua Bresia a nascere
si vede mani e piè all'estero perir.

Informazioni

Canzone di miniera, sul tragico argomento degli infortuni sul lavoro, appartenente al repertorio dei fratelli Bregoli
di Pezzaze, in Val Trompia, Brescia, su un modulo musciale da cantastorie.

pagina 331
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Vittorio Emanuele figlio di un assassino


Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/vittorio-emanuele-figlio-di-un-assassino

Vittorio Emanuele È questa la vendetta


figlio di un assassino. che gli anarchici san far.
Evviva Gaetano Bresci È questa la vendetta
che ha ucciso Umberto Primo. che gli anarchici san far.

Informazioni

Strofa inventata dagli anarchici di Livorno, attestata sicuramente nel dopoguerra (anni Cinquanta) ma forse
risalente ad un periodo precedente. Da aggiungere ad "Addio Lugano bella". Gaetano Bresci fu l'operaio tessile di
Prato, emigrato in America, anarchico, che tornò apposta in Italia perché fosse pagato il conto delle stragi del 5
maggio 1898 a Milano ed altrove. A Monza, il 29 luglio del 1900 Gaetano Bresci attentò alla vita del re Umberto I,
che aveva insignito della croce al merito dei Savoia il generale Bava Beccaris, che aveva fatto sparare sul popolo a
Porta Romana (MI) ad alzo zero dai cannoni dei suoi bersaglieri.

pagina 332
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Viva il nostro Bresci


Periodo: L'età dell'imperalismo (1870-1914)
Lingua: italiano
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/viva-il-nostro-bresci

Viva, viva il nostro Bresci, Sulla punta di quello stile


stato quello che lo ha ucciso c'eran scritte tre paroline:
e noi gridiamo sul suo viso: vogliamo morto Umberto primo
viva, viva la libertà! e vogliamo la libertà.

Informazioni

Ottonari cantati su un'antica melodia popolare (“Dieci anni e più d'amore”), raccolti da S. Liberovici nel 1966 da
due anonimi informatori di Pontestura (Al).

pagina 333
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La prima guerra mondiale (1914-1918)

La prima guerra mondiale, la "grande" guerra, oltre ad essere stata il più vasto conflitto
della storia con 16 milioni di vittime, è anche stata la prima vera esperienza della "società
di massa" che ha caratterizzato il Novecento. Per la prima volta nelle trincee si familiarizza
e solidarizza con persone con cui si condivide poco altro che la condizione di combattenti
per una guerra ingiusta e imperialista. Ma si condivide anche il rifiuto della guerra, della
trincea, della leva obbligatoria e in genere del combattere per gli interessi di altri.

pagina 334
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Addio padre e madre addio


Periodo: La prima guerra mondiale (1914-1918)
Lingua: italiano
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/addio-padre-e-madre-addio

Addio padre e madre addio, "Fermati o chiodo, che sto per morire,
che per la guerra mi tocca di partir, pensa a una moglie che piange per me",
ma che fu triste il mio destino, ma quell'infame col cuore crudele
che per l'Italia mi tocca morir. col suo pugnale morire mi fé.

Quando fui stato in terra austriaca Voi care mamme che soffrite così tanto,
subito l'ordine a me l'arrivò, per allevare la bella gioventù,
si dà l'assalto la baionetta in canna, nel cuor vi restano lacrime e pianto
addirittura un macello diventò. pei vostri figli che muore laggiù.

E fui ferito, ma una palla al petto, Sian maledetti quei giovani studenti
e i miei compagni li vedo a fuggir che hanno studiato e la guerra voluto,
ed io per terra rimasi costretto hanno gettato l'Italia nel lutto,
mentre quel chiodo lo vedo a venir. per cento anni dolor sentirà

Informazioni

Canto militare, Lombardia. Canzone su modulo di cantastorie, anche se manca il riscontro del "foglio volante".
Troviamo questo canto in gran parte dell'Italia settemtrionale, in numerose versioni. La versione della Prima Guerra
Mondiale pare essere tra le più conosciute, anche se probabilmente è antecedente. Da R. Leydi "I canti popolari
italiani".

pagina 335
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Ascoltate o popolo ignorante


Periodo: La prima guerra mondiale (1914-1918)
Lingua: italiano
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ascoltate-o-popolo-ignorante

Ascoltate o popolo ignorante (Parlato)


che della guerra notizia vi darò Attenzione!
se tutti quanti attenzione farete Sentirete chi sono
io tutti quanti a pianger vi farò i vigliacchi colpevoli
di questa guerra
Il ventinove dell’anno novello
Il primo sangue italiano fu sparso Ma l’è la colpa dei vigliacchi studenti
Ma il Novantotto nell’ordine sparso che per capriccio la guerra han voluta
diede l’assalto con gioia e valor e hanno messo l’Italia nel lutto
per cento anni nel lutto sarà
Ci furon morti e molti feriti
dalle granate sdrappam nemici E compatite una povera mamma
e un fuoco inferno delle mitragliatrici che ha perso il figlio
e il Novantotto in trincea restò sul fior dell'età
e compatite il vecchio suo padre
Ma e chi piangeva per non avere colpa che anche ai turchi farebbero pietà
e chi gridava implorando soccorso
ma le granate facevano il suo corso
e sfracellando chi tardi fuggì L'informatore ha cantato
in altra occasione anche
E chi in trincea e chi dietro le rocce questa strofa
riparandosi per non essere colpiti (quale seconda):
da quei vigliacchi crudeli austriaci Quando il foglio ci giunse in chiamata
che di nessuno non hanno pietà sotto l'armi ben noi si tornò
per l'Italia da noi tanto amata
di combattere il cuore giurò

Informazioni

Di anonimo, portatore: Vittorio Renoldi (Belochio). Ricerca e registrazione di Gianni Bosio. Acquanegra sul Chiese
(Mantova), 11 dicembre 1965. Depositato all'Istituto Ernesto De Martino, note tratte da "Ci ragiono e canto" (maria
rollero)

Sull'aria di Addio padre

pagina 336
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Cadorna
Periodo: La prima guerra mondiale (1914-1918)
Lingua: italiano
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/cadorna

Maledetto sia Cadorna, impugneranno la loro spada


prepotente come d'un cane, contro i vigliacchi di quei padron.
vuoI tenere la terra degli altri
che i tedeschi sono i padron. O vile Italia, come la pensi
del tuo popolo così innocente,
E i vigliacchi di quei ignori, che non ti ha mai fatto niente
che la credevano una passeggiata, e tu, vigliacca, lo vuoi tradir?
quando sentirono la loro chiamata
corse a Roma e s'imhosco, Dagli ufficiali siamo mal trattati
e dal governo siamo mal nutriti;
E quei pochi che ci resteranno, in quattro stati si sono riuniti
quando poi verranno a casa, per distruggere la povertà.

pagina 337
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E anche al mi' marito


(1917)
Periodo: La prima guerra mondiale (1914-1918)
Lingua: toscano
Tags: antimilitaristi, comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/e-anche-al-mi-marito

E anche al mi' marito tocca andare noi si patisce tutti questi pianti
a fa' barriera contro l'invasore, e te, nato d'un cane, non li senti,
ma se va a fa' la guerra e po' ci more
rimango sola con quattro creature. E 'un me ne 'mporta della tu' vittoria,
perché ci sputo sopra alla bandiera;
E avevano ragione i socialisti: sputo sopra l'Italia tutta 'ntera
ne more tanti e 'un semo ancora lesti; e vado 'n culo al re con la su' boria,
ma s'anco 'r prete dice che dovresti,
a morì te 'un ci vai, 'un ci hanno cristi. E quando si farà rivoluzione
ti voglio ammazzà io, nato d'un cane,
E a te, Cadorna, 'un mancan l'accidenti, e a' generali figli di puttane
ché a Caporetto n'hai ammazzati tanti; gli voglio sparà a tutti cor cannone.

Informazioni

Canzone popolare toscana di contenuto fortemente protestatario, che va bene al di là del semplice lamento,
individuando chiaramente i veri nemici e la prospettiva della rivolta armata. Raccolta a Pisa, nel 1966 dal
Canzoniere Pisano e da Pino Masi nel 1970.

pagina 338
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E più non canto


Periodo: La prima guerra mondiale (1914-1918)
Lingua: italiano
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/e-piu-non-canto

E più non canto, Avete visto


e più non ballo ‘l mio primo amor?
perche’l mio amore
l’è ‘ndà soldà Sì sì l’ho visto
in piazza d’armi
L’à ‘ndà soldato che lo portavano
l’è ‘ndà alla guerra a seppellir
E chi sa quando
ritornerà E la ragazza
a sentir questo
Ritornan tutti la casca in terra
Ritornan gli altri dal gran dolor
ma ‘l mio amore
non è tornà Gl’ha detto alzati
Su su rialzati
Faremo fare che sono io
ponte di ferro ‘l tuo primo amor
Per traversare
di là dal mar Se fossi stato
‘l mio primo amore
Quando fu stata due parole
di là dal mare dovevi dir
Ed un bel giovane
l’incontrò Ho fatto questo
per una prova
Gli ha detto: Giovane, se sei sincera
caro bel giovane nel far l’amor.

Informazioni

Canzone narrativa diffusa in tutto il centro–nord, entrata a far parte del repertorio militare e di monda. Rientra
nella categoria di Costantino Nigra "la prova" ( in cui un uomo si finge un'altra persona, o finge di essere morto, per
verificare la fedeltà della fidanzata o della moglie)

pagina 339
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E quei vigliacchi di quei signori


Periodo: La prima guerra mondiale (1914-1918)
Lingua: italiano
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/e-quei-vigliacchi-di-quei-signori

E quei vigliacchi di quei signori se ne avesse un figlio morto in guerra


che hanno gridato: viva la guerra viva la guerra non grideran mai più

Informazioni

Frammento raccolto da Gualtiero Bertelli in in provincia di Venezia, nel 1965, dalla voce di due fratelli durante una
cena all'osteria.

pagina 340
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Finalmente la guerra è finita


Periodo: La prima guerra mondiale (1914-1918)
Lingua: italiano
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/finalmente-la-guerra-e-finita

Finalmente la guerra è finita, Abbiam visto ma più d'una sol volta


che l'Auropa fu già dissanguata, cento Taliani e al pal maledetto,
siamo tornati e al suol dell'Italia, con baionetta puntata sul petto,
'biam terminato il nostro soffrir. ma chi si muove e ucciso sarà.

Pace, pace, ci hai 'perto la via Et al palo martirio crudele


per ritornare e al suol dell'Italia, ma e con le mani di dietro legate,
ma tu ci hai tolto di questa canaglia, ma e con la punta dei piedi sollevati
da tanto tempo ci hai fatto soffrir. per due ore martirio durò.

Austriaci, vil rassa dannata, In sette giorni ci daste un sol pane


gente infame, civile, senza cuore, ma e con un rancio rifiuto dei cani,
ma e vendicasti l'Italia il valore ma e siete stati con noi disumani,
con il martirio di noi prigionier. ma e con voi l'odio per sempre sarà.

Ai lavori ci avete portato, Pace, pace, 'biam fatto ritorno


peggio ancora dei schiavi venduti ma e dall'Italia, civile nasione,
e a piedi scals' afamati e batuti, ma e che dall'Austria la fame e il bastone
ma e sensa avere pietà e compasion. ma ed i tuoi figli non soffron mai più.

pagina 341
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Fuoco e mitragliatrici
(1917)
Periodo: La prima guerra mondiale (1914-1918)
Lingua: italiano
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/fuoco-e-mitragliatrici

Non ne parliamo di questa guerra O monte San Michele,


che sarà lunga un'eternità; bagnato di sangue italiano!
per conquistare un palmo di terra Tentato più volte, ma invano
quanti fratelli son morti di già! Gorizia pigliar.

Fuoco e mitragliatrici, Da monte Nero a monte Cappuccio


si sente il cannone che spara; fino all'altura di Doberdò,
per conquistar la trincea: un reggimento più volte distrutto:
Savoia! - si va. alfine indietro nessuno tornò.

Trincea di raggi, maledizioni, Fuoco e mitragliatrici,


quanti fratelli son morti lassù! si sente il cannone che spara;
Finirà dunque 'sta flagellazione? per conquistar la trincea:
di questa guerra non se ne parli più. Savoia! - si va.

Informazioni

Raccolto da Roberto Leidy ad Alfonsine da reduci della prima Guerra Mondiale(RA), il canto è anonimo. Dal
repertorio di Leonello Rambelli e Spartaco Pagani. Fu scritto probabilmente tra il 16/12/1915 (episodio della
"Trincea dei raggi" o "dei razzi", che gli eroici fanti della Brigata Sassari riuscirono a conquistare con un assalto alla
baionetta), ed il 29/3/1916 (quinta battaglia dell'Isonzo).
Alle pendici di Monte San Michele era allora situato un trincerone italiano, che verso valle andava al bosco
Cappuccio (qui chiamato "monte Cappuccio"). La melodia del canto, di cui sono state raccolte versioni più
esplicitamente protestatarie, è quella di una canzonetta napoletana di Libero Bovio ed Ernesto De Curtis,
pubblicata nel 1913 col titolo di Sona chitarra

pagina 342
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Hanging On The Old Barbed Wire


(1916)
Periodo: La prima guerra mondiale (1914-1918)
Lingua: inglese
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/hanging-old-barbed-wire

If you want to find the general Sitting in comfort stuffing his bloody gut
I know where he is
I know where he is If you want to find the seargent
I know where he is I know where he is
If you want to find the general I know where he is
I know where he is I know where he is
He's pinning another medal on his chest If you want to find the seargent
I know where he is
I saw him, I saw him He's drinking all the company rum
Pinning another medal on his chest
Pinning another medal on his chest I saw him, I saw him
Drinking all the company rum
If you want to find the colonel Drinking all the company rum
I know where he is
I know where he is If you want to find the private
I know where he is I know where he is
If you want to find the colonel I know where he is
I know where he is I know where he is
He's sitting in comfort stuffing his bloody If you want to find the private
gut I know where he is
He's hanging on the old barbed wire
I saw him, I saw him
Sitting in comfort stuffing his bloody gut I saw him, I saw him

Informazioni

Canto antimilitarista inglese della prima guerra mondiale, scritta in trincea dagli stessi soldati

pagina 343
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Il diciaoto novembre (Addio Venezia addio)


(1917)
Periodo: La prima guerra mondiale (1914-1918)
Lingua: italiano
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-diciaoto-novembre-addio-venezia-addio

Il diciaoto novembre siamo fugiti via


una giornata scura, col nostro fagotelo.
montando in vaporeto
i n'à fato ciapar paura. Ed arrivati a Chioggia
ci misero accampati
Col fischio de la sirena, come fussimo stati
col rombo del canone, i povari soldati.
noialtri povari profughi
intenti all'incursione. Dopo tre ore bone,
rivata la tradota,
El mariner da bordo ai poveri bambini
diceva "Andate a basso un poca de aqua sporca.
che qualche mitragliatrice
potrebbe farvi danno". E a noi per colazione
la carne congelada
Addio, Venessia addio che dentro ghe conteneva
noi ce ne andiamo qualche bona pissada.
addio Venessia addio
Venessia salutiamo. E da Rovigo a Ferrara
una lunga fermata
Passando par Malamocco durante tuta la note
ghe gera de le donete fino alla matinada.
che tutte ci dimandavano
"Ma da che parte siete?" Dopo quarantott'ore
del nostro penoso viaggio
Siamo da Canaregio siamo arrivati a Pesaro
San Giacomo e Castelo, uso pellegrinaggio.

Informazioni

Il canto si riferisce al 18 novembre 1917 e riguarda l'esodo dei profughi da Venezia durante la prima guerra
mondiale. Registrazione dal vivo raccolta da Gualtiero Bertelli nel 1965. (Ierina Dabalà)

Il file audio è un'esecuzione del Coro Pane e Guerra.

pagina 344
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Il general Cadorna
(1916)
Periodo: La prima guerra mondiale (1914-1918)
Lingua: italiano
Tags: antimilitaristi, satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-general-cadorna

Il general Cadorna ha scritto alla regina Il general Cadorna ha perso l'intelletto


«Se vuoi veder Trieste te la mando in chiamà il '99 che fa ancor pipì nel letto
cartolina»
Bom bom bom
Bom bom bom al rombo del cannon
al rombo del cannon
Il general Cadorna ha scritto la sentenza:
Il general Cadorna si mangia le bistecche «Pigliatemi Gorizia, vi manderò in licenza»
ai poveri soldati ci dà castagne secche
Bom bom bom
Bom bom bom al rombo del cannon
al rombo del cannon
Il general Cadorna 'l mangia 'l beve 'l dorma
Il general Cadorna è diventato matto e il povero soldato va in guerra e non
chiamà il '99 che l'è ancor ragazzo ritorna

Bom bom bom Bom bom bom


al rombo del cannon al rombo del cannon.

Informazioni

Strofette satiriche nate durante la prima guerra mondiale, ve ne sono infinite varianti, anche regionali

pagina 345
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Il valzer del disertore


Periodo: La prima guerra mondiale (1914-1918)
Lingua: italiano
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-valzer-del-disertore

Fuoco e mitragliatrice senti il cannone che e noi da bravi italiani dobbiamo avanzar
tuona
per conquistar la trincea Savoia si va. Voi altri disertori forse l’avrete capita
prima che guetta è finita dovete morir
Tuona cannone tuona, tuona sugli altipiani

Informazioni

Stefano Valla, pifferaio di Cegni, frazione di Santa Margherita di Staffora (PV) ha raccolto musica e testo da vecchi
suonatori dell'appennino

pagina 346
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La chansone de Craonne
(1917)
Periodo: La prima guerra mondiale (1914-1918)
Lingua: francese
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-chansone-de-craonne

Quand au bout d’huit jours, le r’pos terminé, tombes.


On va r’prendre les tranchées,
Notre place est si utile Adieu la vie, adieu l’amour,
Que sans nous on prend la pile. Adieu toutes les femmes.
Mais c’est bien fini, on en a assez, C’est bien fini, c’est pour toujours,
Personn’ ne veut plus marcher, De cette guerre infâme.
Et le cœur bien gros, comm’ dans un sanglot C’est à Craonne, sur le plateau,
On dit adieu aux civ’lots. Qu’on doit laisser sa peau
Même sans tambour, même sans trompette, Car nous sommes tous condamnés
On s’en va là haut en baissant la tête. C'est nous les sacrifiés !

Adieu la vie, adieu l’amour, C’est malheureux d’voir sur les grands
Adieu toutes les femmes. boul’vards
C’est bien fini, c’est pour toujours, Tous ces gros qui font leur foire ;
De cette guerre infâme. Si pour eux la vie est rose,
C’est à Craonne, sur le plateau, Pour nous c’est pas la mêm’ chose.
Qu’on doit laisser sa peau Au lieu de s’cacher, tous ces embusqués,
Car nous sommes tous condamnés F’raient mieux d’monter aux tranchées
C'est nous les sacrifiés ! Pour défendr’ leurs biens, car nous n’avons
rien,
Huit jours de tranchées, huit jours de Nous autr’s, les pauvr’s purotins.
souffrance, Tous les camarades sont enterrés là,
Pourtant on a l’espérance Pour défendr’ les biens de ces messieurs-là.
Que ce soir viendra la r’lève
Que nous attendons sans trêve. Ceux qu’ont l’pognon, ceux-là r’viendront,
Soudain, dans la nuit et dans le silence, Car c’est pour eux qu’on crève.
On voit quelqu’un qui s’avance, Mais c’est fini, car les trouffions
C’est un officier de chasseurs à pied, Vont tous se mettre en grève.
Qui vient pour nous remplacer. Ce s’ra votre tour, messieurs les gros,
Doucement dans l’ombre, sous la pluie qui De monter sur l’plateau,
tombe Car si vous voulez la guerre,
Les petits chasseurs vont chercher leurs Payez-la de votre peau !

Informazioni

Canzone di autore anonimo, sull'aria di Bonsoir M'amour (parole di Raoul Le Peltier, musica di Adelmar Sablon,
1911). Circolava nel 1917 dopo l'offensiva di Nivelles, nelle Ardenne belghe, e parla della stanchezza della guerra e
della numerose diserzioni ed ammutinamenti che ne risultavano. Ebbe una notevole circolazione attraverso la
trasmissione orale e fu adattata a diversi episodi della prima guerra monduale. La canzone fu immediatamente
condannata dalle autorità militari, che arrivarono a offrire una grossa taglia per chi ne avesse denunciato l'autore.
E' nota anche con altri nomi, tra i quali «Les sacrifiés» e «La chanson de Lorette». Molto famosa, può essere
definita la Gorizia francese. Il testo contiene anche riferimenti anticapitalisti.
Ringraziamo Lorenzo Valera per avercela fatta conoscere durante la trasmissione di Radiocane Il nemico alle
spalle, il canto popolare contro la Grande guerra. Vol. 3: qui si muore gridando “Assassini!”

pagina 347
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La mia morosa cara


Periodo: La prima guerra mondiale (1914-1918)
Lingua: lombardo
Tags: antimilitaristi, lavoro/capitale, filanda
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-mia-morosa-cara

La mia morosa cara noialtri giovanotti


la fa la filandera ci tocca fà 'l soldàa.
la vègn a cà la sera
col scossarín bagnàa Piuttost che fà 'l soldato
fò l'assassin di strada
Col scossarín bagnato la prima cannonada
la se frega giù li occhi mi ha ferito il cuor.

Informazioni

Canzone di filanda, raccolta in bergamasca, sul pianto delle ragazze per la morte dei giovani andati in guerra.

pagina 348
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

La tradotta che parte da Novara


Periodo: La prima guerra mondiale (1914-1918)
Lingua: italiano
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-tradotta-che-parte-da-novara

La tradotta che parte da Novara due stampelle mi hanno dato


e va diretta al Montesanto, e a casa mia br mi han mandà.
e va diretta al Montesanto,
il cimitero della gioventù. Appena giunto a casa mia,
fratelli e madre compiangentì
Sulle montagne fa molto freddo e tra i singhiozzi e tra i lamenti:
ed i miei piedi si son gelati, O figlio caro, tu sei rovinà.
ed i miei piedi si son gelati
e all'ospedale mi tocca andar. Mi hanno assegnato una pensione
Appena giunto all'ospedale di una lira e cinquantotto,
il professore mi ha visitato: mi tocca fare il galeotto
O figlio mio, sei rovinato per potermi ben disfamar,
ed i tuoi piedi li dohhiam tagliar.
Ho girato tutti i paesi
Ed i miei piedi mi hanno tagliato. e tutti quanti ne hanno compassione,
due stampelle mi hanno dato, ma quei vigliacchi di quei signori
nemmeno un soldo lor mi hanno dà.

Informazioni

Canto sulla prima guerra mondiale, facente parte del repertorio di risaia di Giovanna Daffini.

pagina 349
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La tradotta che parte da Torino


Periodo: La prima guerra mondiale (1914-1918)
Lingua: italiano
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-tradotta-che-parte-da-torino

La tradotta che parte da Torino sono morti tutti a San Donà.


a Milano non si ferma più
ma la va diretta al Piave, A Nervesa, a Nervesa c'è una croce
ma la va diretta al Piave. mio fratello è sepolto là,
La tradotta che parte da Torino io c'ho scritto su Ninetto,
a Milano non si ferma più io c'ho scritto su Ninetto.
ma la va diretta al Piave, A Nervesa, a Nervesa c'è una croce
cimitero della gioventù. mio fratello è sepolto là,
io c'ho scritto su Nineto,
Siam partiti, siam partiti che la mamma lo ritroverà.
in ventisette,]
solo in cinque siam tornati qua, Cara suora, cara suora son ferito
e gli altri ventidue? a domani non c'arrivo più,
e gli altri ventidue? se non c'è qui la mia mamma,
Siam partiti, siam partiti se non c'è qui la mia mamma.
in ventisette,] Cara suora, cara suora son ferito
solo in cinque siam tornati qua, a domani non c'arrivo più,
e gli altri ventidue? se non c'è qui la mia mamma,
un bel fiore me lo porti tu.

Informazioni

Canto della prima guerra mondiale. Il paese trevigiano Nervesa della Battaglia fu testimone di un sanguinario
scontro. Questo canto rievoca la battaglia del Montello. (Maria Rollero)

pagina 350
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Lu suldate che va a la guerre


Periodo: La prima guerra mondiale (1914-1918)
Lingua: abruzzese
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lu-suldate-che-va-la-guerre

Lu suldate che va a la guerre E t'arrimpiche a la trincee


magne e beve e dorme 'nterre, ndè nu ranceche ammonte ppe lu mure,
nghe 'na botta de cannone, o 'sta vite quant'è dure,
bim bum bom è dure pure pe' muri.
è fenite lu battaglione.
Se te scoppie na grenare,
Ticche ticche ticche ticche, na grenare lo vicine,
simbre povere e mai ricche, nen t 'accite , o porco boia,
e la guerre 'nte dà niente, e la morte è lente a veni.
te fa sole ji a muri.

Informazioni

Dallo spettacolo "Ci ragiono e canto", a cura di C. Bermani, F. Coggiola, portato in scena da Dario Fo nel 1966.

pagina 351
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Mi abuelo
di Mario Lopez
Periodo: La prima guerra mondiale (1914-1918)
Lingua: spagnolo/castigliano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/mi-abuelo

Mi abuelo mató franceses y mi padre federales a mi abuelo lo enterraron en olla de barro


y yo tan sólo heredé un jacal y tres nopales negro
a mí padre en un petate, más no al derecho
mi abuelo fue juarista y mi padre zapatista del pueblo
y yo siembro en tierra ajena y eso que soy
agrarista en el campo vuelve a oírse al campesino
gritando:
mi abuelo y mi padre murieron por la justicia "La tierra debe de ser de quien la esté
yo pienso que esa señora los jacales no trabajando".
visita

Informazioni

Ochoa Amparo, CD Cancionero popular mexicano, vol 1, 2006

pagina 352
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Ninna nanna della guerra


di Trilussa
Periodo: La prima guerra mondiale (1914-1918)
Lingua: romanesco
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ninna-nanna-della-guerra

Ninna nanna, nanna ninna, ma che serve da riparo


er pupetto vò la zinna, ar sovrano macellaro;
dormi dormi, cocco bello, che quer covo d'assassini
se no chiamo Farfarello, che c'insanguina la tera
Farfarello e Gujermone sa benone che la guera
che se mette a pecorone è un gran giro de quatrini
Gujermone e Cecco Peppe che prepara le risorse
che s'aregge co' le zeppe: pe li ladri de le borse.

co' le zeppe de un impero Fa la ninna, cocco bello,


mezzo giallo e mezzo nero; finché dura 'sto macello,
ninna nanna, pija sonno, fa la ninna, che domani
che se dormi nun vedrai rivedremo li sovrani
tante infamie e tanti guai che se scambieno la stima,
che succedeno ner monno, boni amichi come prima;
fra le spade e li fucili
de li popoli civili. so' cuggini, e fra parenti
nun se fanno complimenti!
Ninna nanna, tu nun senti Torneranno più cordiali
li sospiri e li lamenti li rapporti personali
de la gente che se scanna e, riuniti infra de loro,
per un matto che comanna, senza l'ombra de un rimorso,
che se scanna e che s'ammazza
a vantaggio de la razza, ce faranno un ber discorso
o a vantaggio de una fede, su la pace e sur lavoro
per un Dio che nun se vede, pe' quer popolo cojone
risparmiato dar cannone.

Informazioni

La poesia del 1914, la canzone veniva cantata in trincea.


Interpretata e incisa da Edmonda Aldini per Cantacronache, da I Gufi, e da Maria Monti.

pagina 353
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O Gorizia
Periodo: La prima guerra mondiale (1914-1918)
Lingua: italiano
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/o-gorizia

La mattina del cinque di agosto Voi chiamate il campo d'onore


si muovevano le truppe italiane questa terra di là dei confini;
per Gorizia, le terre lontane qui si muore gridando: assassini!
e dolente ognun si partì. maledetti sarete un dì.

Sotto l'acqua che cadeva a rovescio Cara moglie, che tu non mi senti
grandinavano le palle nemiche; raccomando ai compagni vicini
su quei monti, colline e gran valli di tenermi da conto i bambini,
si moriva dicendo così: che io muoio col suo nome nel cuor.

O Gorizia, tu sei maledetta Traditori signori ufficiali


per ogni cuore che sente coscienza; che la guerra l'avete voluta,
dolorosa ci fu la partenza scannatori di carne venduta,
e il ritorno per molti non fu e rovina della gioventù

O vigliacchi che voi ve ne state O Gorizia, tu sei maledetta


con le mogli sui letti di lana, per ogni cuore che sente coscienza;
schernitori di noi carne umana, dolorosa ci fu la partenza
questa guerra ci insegna a punir. e il ritorno per molti non fu.

Informazioni

La battaglia di Gorizia si svolse tra il 9 e il 10 agosto del 1916.

52.000 italiani e 41.000 austriaci morirono a Gorizia in un massacro. Questo canto, di anonimo, fu presentato a
Spoleto nello spettacolo "Bella ciao" e tutti gli artisti furono denunciati per "Vilipendio allao Stato ed alla Patria" da
due ufficiali presenti in sala.

(maria rollero)

La penultima strofa non è presente nella fonte citata.

pagina 354
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O mamma traditora
Periodo: La prima guerra mondiale (1914-1918)
Lingua: italiano
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/o-mamma-traditora

O mamma traditora ch’io va ch’io m’innamora E io glie lo domando amor quando ritorni
Ch’io va, ch’io va ch’io m’innamora di un Torno, torno ‘sta primavera colla santa
giovane imbosca’ bandiè’

Un giovane imboscato mi bacia e poi va via Colla santa bandiera che gridano le donne
E a me, e a me povera figlia mi lascia a E se, e se l’Italia dorme la famo risvejà’
sospira’

Informazioni

Registrazione di Sandro Portelli, Montasola (Rieti) 29/06/1970. Informatrici Maddalena, Irma e Penelope Colletti e
Amabilia Leti. La registrazione originale del brano è conservata presso l’Archivio Sonoro “Franco Coggiola” del
Circolo Gianni Bosio, Roma

"Una canzone della prima guerra mondiale che mostra come spesso le canzoni popolari nascondano un contenuto
rivoluzionario sotto apparenze innocue. Qui infatti, oltre all’evidente non conformismo del fatto di innamorarsi di un
imboscato in tempi di propaganda militarista, esistono una serie di elementi che mostrano come si tratti di una
vera e propria canzone rivoluzionaria: la “santa bandiera” con ogni probabilità non è il tricolore (in mano
all’imboscato?), ma proprio quella “rossa santissima bandiera” di cui parlano altre canzoni socialiste dell’epoca; il
verso sul risveglio dell’Italia riecheggia gli slogan socialisti dei primi del secolo; le “grida delle donne” stanno a
indicare le frequenti rivolte per il pane e per il ritorno degli uomini dal fronte di cui le donne furono protagonoste in
tutta Italia durante la guerra."

(Note da Sara Modigliani, CD Ma che razza de città, Materiali Musicali, i CD de Il Manifesto, 2007)

pagina 355
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Quand'ero monaca
Periodo: La prima guerra mondiale (1914-1918)
Lingua: italiano
Tags: anticlericali
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/quandero-monaca

Quand'ero monaca facevo scuola ora son monaca d'un reggimento


ora son monaca con la pistola
quand'ero monaca del campanile Oh oh oh lì oh oh oh là
ora son monaca porto il fucile monaca m'aveva fatto
e muoio per te
Oh oh oh lì oh oh oh là
monaca m'aveva fatto Quand'ero monaca portavo il cordone
e muoio per te ora son monaca servo un plotone

Quand'ero monaca baciavo i santi Oh oh oh lì oh oh oh là


ora son monaca bacio gli amanti monaca m'aveva fatto
quand'ero monaca di questo convento e muoio per te

pagina 356
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Regazzine vi prego ascoltare


(1918)
Periodo: La prima guerra mondiale (1914-1918)
Lingua: italiano
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/regazzine-vi-prego-ascoltare

Regazzine vi prego ascoltare sulla terra sei nata per me.


la mia storia con giusta ragìon,
io la voglio davver raccontare, Regazzine che fate l'amore,
che mi trovo nei grandi dolor. capirete quant'è il mio soffrir:
non c'è al mondo più grande dolore
Da quel dì dalla morte crudele di vedere l'amante a morir.
fianco mio l'amor mi rapì,
a pensar ch'ero tanto fedele, Son rimasta nel mondo smarrita,
trovo pace né notte e né di. senza aver la mia gioia al sen;
prego Dio che mi tolga la vita
Mi voleva per Pasqua sposarmi per andare a viver con sé.
ma il destino non volle così:
non avendo compiuto i vent 'anni Così disse con voce tremante,
che sul Piave innocente morì. per tre volte così replicò;
chiuse gli occhi dolenti all'istante
Mi ricordo dei cari suoi baci poi in cielo con lui se ne andò.
che mi dava stringendo al mio sen; Chiuse gli occhi dolenti all'istante
mi diceva: sei bella, mi piaci, poi in cielo con lui se ne andò.

Informazioni

Raccolta da R. Schwammentahal a Cologno sul Serio (BG) nel 1966.

pagina 357
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Sentite, buona gente


Periodo: La prima guerra mondiale (1914-1918)
Lingua: italiano
Tags: carcere
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sentite-buona-gente

Sentite, buona gente, «Non mi vedrai mai più,


un fatto di dolore o madre desolata».
d'un povero prigioniero
che mi commuove il cuore. Vigliacco d'un tenente,
non vuole dire il vero,
Trovandosi ammalato tenta di far morire
e non riconosciuto, il povero prigioniero.
ed il tenente ingrato
invece l'ha battuto. Vigliacco d'un tenente,
ha il cuore di un leone,
E mentre lo batteva meriteresti il fronte
correva in camerata: o la fucilazione.

Informazioni

Canto di risaia, di compianto per un prigioniero austriaco internato nel campo di concentramento di Ramezzana, a
3 km da Trino Vercellese; racc. da S. Liberovici a Trino Vercellese, informatrici un gruppo di mondine. (Maria
Rollero)

pagina 358
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Sui monti Scarpazi


(1917)
Periodo: La prima guerra mondiale (1914-1918)
Lingua: veneto
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sui-monti-scarpazi

Quando fui sui monti Scarpazi "Maledeta la sia questa guera


"miserere" sentivo cantar che mi ha dato sì tanto dolor,
t'ho cercato fra il vento e i crepazi, il tuo sangue hai donato a la tera,
ma una voce soltanto ho trova' hai distrutto la tua gioventù.

O mio sposo eri andato soldato "Io vorei scavarmi una fossa
per difendere l'imperator, sepelirmi vorei da me
ma la morte quassù hai trovato per poter colocar le mie ossa
e mai più non potrai ritornar. solo un palmo distante da te"

Informazioni

Questo è un canto dei giovani soldati del Trentino che nel 1917 furono mandati in Romania in un reparto
dell'esercito austriaco. "Scarpazi" è la deformazione dei monti Carpazi

pagina 359
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The Foggy Dew


(1916)
di Canon Charles O'Neill
Periodo: La prima guerra mondiale (1914-1918)
Lingua: inglese
Tags: antimperialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/foggy-dew

As down the glen one Easter morn to a city 'Twas England bade our Wild Geese go, that
fair rode I small nations might be free;
There Armed lines of marching men in Their lonely graves are by Suvla's waves or
squadrons passed me by the fringe of the great North Sea.
No pipe did hum nor battle drum did sound its Oh, had they died by Pearse's side or fought
loud tattoo with Cathal Brugha
But the Angelus Bell o'er the Liffey's swell Their graves we'd keep where the Fenians
rang out through the foggy dew sleep, 'neath the shroud of the foggy dew.

Right proudly high over Dublin Town they hung Oh the bravest fell, and the Requiem bell
out the flag of war rang mournfully and clear
'Twas better to die 'neath an Irish sky than For those who died that Easter tide in the
at Suvla or Sud-El-Bar spring time of the year
And from the plains of Royal Meath strong men And the world did gaze, in deep amaze, at
came hurrying through those fearless men, but few,
While Britannia's Huns, with their long range Who bore the fight that freedom's light might
guns sailed in through the foggy dew shine through the foggy dew

Informazioni

Si tratta di uno dei più noti canti tradizionali ispirati alla rivoluzione irlandese del 1916, culminata nella "Bloody
Easter"

Il testo fu scritto dal parroco irlandese Charles O'Neill con lo scopo di incoraggiare a combattere per la causa
irlandese, piuttosto che per gli inglesi, come molti giovani stavano facendo durante la prima guerra mondiale. Per
la musica si limito ad apportare delle modifiche ad una vecchia canzone d'amore irlandese "Star of the County
Down".

La canzone è stata interpretata ed incisa, con vari arrangiamenti, praticamente da tutti i più grandi nomi della
musica irlandese e di area celtica

pagina 360
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L'Europa e il mondo tra le due guerre


(1919-1938)

Il primo dopoguerra, con le sue contraddizioni, porta in Europa l'ombra cupa delle dittature
fasciste e vede nascere l'opposizione ad esse. Ma è anche il periodo che ha visto
l'affermarsi della Rivoluzione d'Ottobre in Russia, che diventerà il baluardo e il simbolo
della riscossa del proletariato a livello mondiale. Questa sezione si chiude con lo scoppio
della seconda guerra mondiale, scatenata dal nazifascismo della Germania e dell'Italia.

pagina 361
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A las barricadas
(1933)
di Valeriano Orobón Fernández
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: spagnolo/castigliano
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/las-barricadas

Negras tormentas agitan los aires, que del triunfo sin cesar nos lleva en pos.
nubes oscuras nos impiden ver,
aunque nos espere el dolor y la muerte, ¡En pie pueblo obrero, a la batalla!
contra el enemigo nos manda el deber. ¡Hay que derrocar a la reacción!
El bien más preciado es la libertad.
Hay que defenderla con fe y con valor. ¡A las barricadas! ¡A las barricadas
por el triunfo de la Confederación!
Alta la bandera revolucionaria ¡A las barricadas! ¡A las barricadas
que del triunfo sin cesar nos lleva en pos. por el triunfo de la Confederación!
Alta la bandera revolucionaria

Informazioni

Inno della Confederacion Nacional del Trabajo (CNT). Uno dei più famosi canti anarchici spagnoli, scritto in
occasione della guerra civile del 1936.
Questo inno anarchico ha una gloriosa storia rivoluzionaria e al tempo stesso è una delle canzoni più popolari delle
classi operaie della Polonia, dell'Unione Sovietica e della Germania antifascista, dove è conosciuta con il titolo
"Warsavianka".
La versione spagnola, con arrangiamento per coro misto di Angel Miret e testo spagnolo di Valeriano Orobón
Fernández, è stata pubblicata nel 1933, con il nome "Marcia trionfale" e il sottotitolo "A las barricadas", nel
supplemento della rivista "Tierra y Libertad" di Barcellona.

Vedi anche La Varsovienne

In :Carlos Palacio, Colección de Canciones de Lucha, Ediciones Pacific, Madrid, 1980 , facsimile della edizione della
Tipografía Moderna, Valencia Febbraio 1939

pagina 362
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A las Brigadas Internacionales


(1936)
di Rafael Alberti
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: spagnolo/castigliano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/las-brigadas-internacionales

Venis desde muy lejos mas esta lejania No conoceis siquiera ni el color de los muros
que es para vuestra sangre que canta sin que vuestra infranqueable compromiso amuralla
fronteras? La tierra que os entierra la defendeis,
La necesaria muerte os nombra cada dia seguros
no importa en que ciudades, campos o a tiros con la muerte vestida de batalla.
carreteras.
Quedad que asi lo quieren los árboles, los
De este pais, del otro, del grande, del llanos
pequeño las mínimas partidas de luz que reanima
del que apenas el mapa da un color desvaido un solo sentimiento que el mar sacude:
con las mismas raices que tiene un mismo Hermanos!
sueñoo Madrid con vuestro nombre se agranda y se
sencillamente anónimos y hablando habeis ilumina.
venido

Informazioni

Lirica di Rafael Alberti dedicata ai volontari delle brigate internazionali che combattevano in Spagna durante la
guerra civile.

pagina 363
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A las mujeres
(1936)
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: spagnolo/castigliano
Tags: anarchici, femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/las-mujeres

Ha de ser obra de la juventud Se acabarán los tiranos,


romper las cadenas guerras no queremos
de la esclavitud. ni la explotación.
Hacia otra vida mejor
donde los humanos Debeis las mujeres colaborar,
gocen del amor. en la hermosa obra de la humanidad;
mujeres, mujeres, necesitamos vuestra unión
Debeis las mujeres colaborar, el día que estalle nuestra grande revolución.
en la hermosa obra de la humanidad;
mujeres, mujeres, necesitamos vuestra unión Todos nacemos iguales,
el día que estalle nuestra grande revolución. la naturaleza
no hace distinción;
Hermanas que amais con fe la libertad comunistas libertarios,
habeis de crear la nueva sociedad... luchad con firmeza
El sol de gloria que nos tiene que cubrir por la revolución.
a todos en dulce vivir.
Debeis las mujeres colaborar,
Por una idea luchamos, en la hermosa obra de la humanidad;
la cual defendemos mujeres, mujeres, necesitamos vuestra unión
con mucha razón. el día que estalle nuestra grande revolución.

Informazioni

Canzone anarchica della Guerra Civile spagnola, la musica è il motivo della colonna sonora del film "Ramona" del
1928, l'autore della musica è Gene Austen

pagina 364
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Addio morettin ti lascio


Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale, femministi, risaia/mondine
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/addio-morettin-ti-lascio

Addio morettin ti lascio, e adesso ch'è giunta l'ora


finita è la mondada, e adesso ch'è giunta l'ora
tengo un altro amante a casa, t'ho amato per quaranta giorni
tengo un altro amante a casa, sol per passare un'ora
addio morettin ti lascio, e adesso ch'è giunta l'ora
finita è la mondada ti lascio in libertà.
tengo un altro amante a casa
più bellino assai di te. La libertà l'è quella
di non più lavorare,
Più bellino, più carino, casa vogliamo andare
più sincero nel far l'amore, casa vogliamo andare
ci ho donato la vita e il cuore La libertà l'è quella
ci ho donato la vita e il cuore di non più lavorare,
più bellino, più carino, casa vogliamo andare
più sincero nel far l'amore, in cima del vapor.
ci ho donato la vita e il cuore
e per sempre l'amerò. L'amore dei Piemontesi
la g'ha poca durada
Tu credevi ch'io ti amassi finita la mondada
mentre invece t'ho ingannato, finita la mondada
caramelle tu m'hai pagato L'amore dei Piemontesi
caramelle tu m'hai pagato la g'ha poca durada
tu credevi ch'io ti amassi finita la mondada
mentre invece t'ho ingannato, l'amor non si fa più.
caramelle tu m'hai pagato Io partirò, col cuor sospirerò
e vino bianco abbiam bevù. ma io per te, ma io per te
io partirò, col cuor sospirerò
T'ho amato per quaranta giorni ma io per te
sol per passare un'ora morire no no no.

Informazioni

Canto di risaia, dal repertorio di Giovanna Daffini, descrive e rappresenta la relatà "amorosa" piuttosto libera, dei
quaranta giorni della monda.

pagina 365
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Adelante, Brigada Internacional


Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: spagnolo/castigliano
Tags: antifascisti, comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/adelante-brigada-internacional

Nacidos en la lejana patria Nuestros hermanos de pie en las barricadas


como equipaje nuestro corazón proletarios españoles aquí están
Pero no hemos perdido nuestra patria solidarios, las banderas levantadas
lucha en Madrid por la revolución. Adelante Brigada Internacional
Pero no hemos perdido nuestra patria Solidarios, las banderas levantadas
lucha en Madrid por la revolución. Adelante, Brigada Internacional.

pagina 366
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All you fascists


(1936)
di Woody Guthrie
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: inglese
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/all-you-fascists

I’m gonna tell you fascists I’m going into this battle
You may be surprised And take my union gun
The people in this world We’ll end this world of slavery
Are getting organized Before this battle’s won
You’re bound to lose You’re bound to lose
You fascists bound to lose You fascists bound to lose!

Race hatred cannot stop us All of you fascists bound to lose:


This one thing we know I said, all of you fascists bound to lose:
Your poll tax and Jim Crow Yes sir, all of you fascists bound to lose:
And greed has got to go You’re bound to lose! You fascists:
You’re bound to lose Bound to lose!
You fascists bound to lose.
People of every color
All of you fascists bound to lose: Marching side to side
I said, all of you fascists bound to lose: Marching ‘cross these fields
Yes sir, all of you fascists bound to lose: Where a million fascists dies
You’re bound to lose! You fascists: You’re bound to lose
Bound to lose! You fascists bound to lose!

People of every color I’m going into this battle


Marching side to side And take my union gun
Marching ‘cross these fields We’ll end this world of slavery
Where a million fascists dies Before this battle’s won
You’re bound to lose You’re bound to lose
You fascists bound to lose! You fascists bound to lose!

pagina 367
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Amarrado a la cadena
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: spagnolo/castigliano
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/amarrado-la-cadena

Amarrado a la cadena no llevaron conducidos


de la inicua explotación presos e incomunicados.
con amor camina el paria
hacia la revolución Sin delito cometido
nos llevan a prisión,
Marcha en pos de la anarquía, debilitan nuestras fuerzas
y el yugo debe finir y aumentan nuestro valor.
con amor, paz y alegría
de una existencia feliz. Ya cansado estoy del yugo,
obreros, no más sufrir,
Donde los hombre sean libres, que el burgués es un verdugo,
libres cual la luz del sol, tirano y policía vil.
donde todo sea belleza,
libertad, flores y amor. ¡Libertad amada,
tu eres mi único anhelo,
¡Libertad amada, tu eres mi ensueño,
tu eres mi único anhelo, tu eres mi amor!
tu eres mi ensueño,
tu eres mi amor! Las cárceles y castillos
tendremos que derribar,
En la celda del castillo nos engañan los caudillos,
de Montjuich, número cuatro nos roban la libertad.

Informazioni

Canzone della Guerra Civil spagnola. Sull'aria di "Torna Sorrento"

pagina 368
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Amore mio non piangere


Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale, femministi, risaia/mondine
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/amore-mio-non-piangere

Amore mio non piangere Ma là nella casetta


se me ne vado via mi sveglia la mammina
Io lascio la risaia
ritorno a casa mia Vedo laggiù tra gli alberi
la bianca mia casetta
Amore mio non piangere E vedo laggiù la mamma
se me ne vò lontano he ansiosa lei m'aspetta
Ti scriverò da casa
per dirti che io t'amo Mamma papà non piangere
se sono consumata
Non sarà più la capa E' stata la risaia
che sveglia la mattina che mi ha rovinata

Informazioni

Dal repertorio di Giovanna Daffini, è tra i più noti canti di risaia. Esistono versiono partigiane(ALLO SPUNTAR
DELL'ALBA), politiche (MAMMA MIA NON PIANGERE SE SON SCOMUNICATA...), militari(SENTO LE RUOTE CHE
GIRANO) e di fabbrica.

In alcune versioni il canto si concludeva con i seguenti versi:

"Ama chi ti ama,


non amare chi ti vuol male
specialmente il caporale
e i padroni che sfruttano te".

(maria rollero)

pagina 369
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Arroja la bomba
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: spagnolo/castigliano
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/arroja-la-bomba

Arroja la bomba a combatir y destruir!


que escupe metralla.
Coloca petardo, Es hora que caiga
empuña la "Star". tanta dictadura
Propaga tu idea revolucionaria vergüenza de España
hasta que consigas por su proceder.
amplia libertad. No más militares,
beatas ni curas.
¡Acudid los anarquistas Abajo la Iglesia
empuñando la pistola que caiga el Poder.
hasta el morir,
con petróleo y dinamita, ¡Acudid los anarquistas....
toda clase de gobierno

Informazioni

Canzone della Guerra Civil spagnola. Questa canzone, ritenuta troppo aggressiva per gli anarchici non violenti, fu
ricomposta con un testo più edulcorato.

La versione italiana fu pubblicata su “Guerra di Classe”, giornale della CNT-FAI (Sección Italiana), Barcelona,
a.II,n.14, 1 maggio 1937, p. 6, col titolo “Mano alla bomba!” e l’indicazione “Adattazione di VIR. Motivo dell’inno
anarchico “Arroja la bomba”. VIR è lo pseudonimo di Virgilio Gazzoli, anarchico di Pistoia. “Arroja la bomba” nasce
durante la dittatura fascista di Primo de Rivera (1923-1930) e venne cantata nelle prigioni dagli anarchici
incarcerati. La “star” è un grosso revolver, molto utilizzato all’epoca.

Fonte non più raggiungibile: Acatraz.oziosi.org

pagina 370
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Arroja la bomba (versione moderata)


(1932)
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: spagnolo/castigliano
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/arroja-la-bomba-versione-moderata

Defiendete, pueblo Luchemos obreros


contra tus tiranos por el anarquismo,
hasta que consigas ideal hermoso
un mundo de hermanos lleno de altruismo.
Defiende tu idea Redímete pueblo
de la tiranía, de la autoridad,
que tu vida sea que mata y oprime
en plena anarquía. con impunidad.

¡Luchemos hombres conscientes, No ya más explotadores,


defendiendo nuestra vida y dignidad; resplandezca ya en la tierra la igualdad,
despejemos nuestras mentes, a luchar los productores
implantemos nuestra ansiada sociedad! por un mundo de justicia y de equidad.

La anarquía es orden Desnudos nacimos


y amor a la ciencia, hombre y mujeres
el funesto Estado igual en derechos
es la violencia. igual en deberes.
Rompe tus cadenas, Iguales nos hizo
no las sufras más la naturaleza,
si sabes romperlas iguales seremos
tendrás libertad. en la madre tierra.

¡A vivir como hombres libres; Ya no más pobres ni ricos,


anarquistas; imponed vuestra moral, suprimamos de una vez la esclavitud.
superior a la burguesa, Es misión del anarquismo
destruyamos para siempre al capital! si lo sabe defender la multitud.

Informazioni

Canzone della Guerra Civil spagnola. Versione "ammorbidita" della medesima

pagina 371
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Au-devant de la vie
(1932)
di Jeanne Perret
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: francese
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/au-devant-de-la-vie

Ma blond’, entends-tu dans la ville Et nous salu’rons la brigade


Siffler les fabriqu’s et les trains ? Et nous sourirons aux amis
Allons au-devant de la bise Mettons, en commun, camarades
Allons au-devant du matin Nos plans, nos travaux, nos soucis

Debout, ma blond’ ! chantons au vent ! Debout, ma blond’...


Debout, amis !
Il va vers le soleil levant Dans leur triomphant’ allégresse
Notre pays ! Les jeunes s’élanc’nt en chantant
Bientôt une nouvelle jeunesse
La joie te réveille, ma blonde Viendra au-devant de nos rangs
Allons nous unir à ce chœur
Marchons vers la gloir’ et le monde Debout, ma blond’...
Marchons au-devant du bonheur.
Amis, l’univers nous envie
Debout, ma blond’... Nos cœurs sont plus clairs que le jour
Allons au-devant de la vie
Allons au-devant de l’amour.

pagina 372
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Auf, auf zum Kampf


(1920)
di Bertold Brecht
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: tedesco
Tags: antifascisti, comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/auf-auf-zum-kampf

Auf, auf zum Kampf, zum Kampf! Es steht ein Mann, ein Mann
Zum Kampf sind wir geboren. So fest wie eine Eiche
Auf, auf zum Kampf, zum Kampf sind wir Er hat gewiß, gewiß schon manchen Sturm
bereit! erlebt.
Dem Karl Liebknecht, dem haben wir's Vielleicht ist er schon morgen eine Leiche,
geschworen, Wie es so vielen Freiheitskämpfern geht.
Der Rosa Luxemburg reichen wir die Hand.
Auf, auf zum Kampf, zum Kampf!
Wir fürchten nicht, ja nicht Zum Kampf sind wir geboren.
Den Donner der Kanonen! Auf, auf zum Kampf, zum Kampf sind wir
Wir fürchten nicht, ja nicht die Noskepolizei bereit!
Den Karl Liebknecht, den haben wir verloren, Dem Karl Liebknecht, dem haben wir's
Die Rosa Luxemburg fiel durch Mörderhand. geschworen,
Der Rosa Luxemburg reichen wir die Hand.

Informazioni

E' stata tradotta e interpretata dal Canzoniere delle Lame, vedi.

Fonte

pagina 373
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Bandera de Gloria
(1937)
di Garcia y Garcia
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: spagnolo/castigliano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/bandera-de-gloria

Doce Brigada Bandera de Gloria, pechos iguales, y un mismo corazon!-


Doce Brigada arrojo y valor,
Garibaldinos en piè y adelante, Hijos de acero del pueblo italiano
por la victoria del pueblo espanol. hombres que saben cumplir su deber,
Tienes la fè que destroza trincheras, vuestra conducta senalò el camino
tienes del pueblo el mando y timon, a nuestro pueblo que sabrà vencer,
oh Garibaldi tu nombre resuena Tras de los mares en esclava Italia,
como la base de nuestra redencion vuestros hermano que el fascio aplastò
saben que nuestra victoria en Espana
Somos hermanos de Espana e Italia, serà la aurora de su liberacion!
todos luchamos con igual valor, Somos hermanos de Espana e Italia,
ante la muerte, el dolor y la gloria, todos luchamos con igual valor,
pechos iguales, y un mismo corazon! ante la muerte, el dolor y la gloria,
pechos iguales, y un mismo corazon!-
En tu camino dejaste a la historia,
duras derrotas al fascio traidor, Vendràn manana las duras batallas,
tu nombre corre las lineas facciosas se oirà de nuevo rugir el canon,
llevando a ellas espanto y terror, mas ni las balas ni bombas traidoras
Duros los punos en tromba ataquemos haràn que tiemble tu bravo corazon,
La bestia inmunda que Espana invadiò, Doce Brigada Bandera de Gloria,
que nuestro emblema se clave en la tumba Doce Brigada arrojo valor,
del asesino que al pueblo vendiò! Garibaldinos en piè y adelante
Por la victoria del pueblo espanol
Somos hermanos de Espana e Italia, Somos hermanos de Espana e Italia,
todos luchamos con igual valor, todos luchamos con igual valor,
ante la muerte, el dolor y la gloria, ante la muerte, el dolor y la gloria,
pechos iguales, y un mismo corazon!-

Informazioni

"Ho salvato i due inni che la Brigata Internazionale italiana 'Garibaldi' in Spagna cantò. Nessuno, nè durante la
grande stagione del recupero del canto sociale e di lotta degli anni '60, ne prese nota. Da cui l'importanza. Ho
inserito la versione in spagnolo creata nel 1937; prima ne esisteva un'altra in italiano che non ho mai inciso...
adottata in Spagna come 'Non Passeran!', la conservo da testimonianze di sopravvissuti...Autore del testo, tale
spagnolo riferito come Garcia y Garcia e musica del garibaldino friulano Vittorio Cao, minatore e musicista
dilettante, combattente nella XII, poi partigiano. Dopo il 1945 emigrò per ragioni economiche in Belgio dove morì in
un incidente di miniera nel 1954 (non so se nel noto massacro di Marcinelle). Vera biografia proletaria" (Marco
Vecchi)

Testo dal sito dell'AICVAS (non più raggiungibile).

pagina 374
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pagina 375
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Belaja armija, čërnyj baron


(1920)
di Pavel Grigorev
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: russo
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/belaja-armija-cernyj-baron

Bełaja armija, čërnyj baron Tak pusť že Krasnaja


Snova gotovjat nam carskij tron. Sžimaet vłastno
No ot tajgi do britanskix morej Svoj štyk mozolistoj rukoj,
Krasnaja Armija vsex silnej. I vse dołžny my
Neuderžimo
Tak pusť že Krasnaja Idti v poslednyj smertnyj boj!
Sžimaet vłastno
Svoj štyk mozolistoj rukoj, My razduvaem požar mirovoj,
I vse dołžny my Cerkvi i tjuŕmy sravnjaem s zemlej.
Neuderžimo Veď ot tajgi do britanskix morej
Idti v poslednyj smertnyj boj! Krasnaja Armija vsex silnej.

Krasnaja Armija, marš vperëd! Tak pusť že Krasnaja


Revvoensovet nas v boj zovët. Sžimaet vłastno
Veď ot tajgi do britanskix morej Svoj štyk mozolistoj rukoj,
Krasnaja Armija vsex silnej. I vse dołžny my
Neuderžimo
Idti v poslednyj smertnyj boj!

Informazioni

Canzone di combattimento dell'Armata Rossa, composta e cantata durante la guerra civile del 1920.

La canzone fu una risposta agli eventi verificatisi durante l'estate del 1920. La Repubblica dei Soviet,
completamente accerchiata da un anello di fronti, lanciò dalla Crimea una controffensiva contro le truppe al
comando del barone Wrangel, il “Barone Nero”. La canzone fu pubblicata a stampa per la prima volta solo nel
1925, con nomi diversi: “Dalla Taigà ai mari britannici”, “L'Armata Rossa”, “La canzone dell'Armata Rossa”, finché,
a partire dal 1937, non ebbe il titolo definitivo, “L'Armata Rossa è la più forte” (ma è perlopiù conosciuta come
“L'Armata Bianca e il Barone Nero).

Nella sua prima trasmissione orale durante il 1920-1925, la canzone subì alcune variazioni. Gorinshtejn in seguito
ha ricordato che i suoi testi originali avevano quattro o cinque versi e che il suo ritornello originale era leggermente
diverso. La canzone fu riprodotta inizialmnte senza indicazione dei suoi autori. Fu solo negli anni '50 che il
musicologo A. Shilov stabilì la paternità di Gorinshtejn e Pokrass.

Ebbe un enorme successo, e venne considerata "la Marsigliese sovietica". Si diffuse in tutta Europa e fu adottata
dal battaglione Chapaev delle Brigate internazionali nella guerra civile spagnola. Durante la Rivolta di Luglio
viennese del 1927 la melodia è stata usata per la canzone Die Arbeiter von Wien e durante la resistenza al
nazifascismo in Italia la stessa melodia fu usata per comporre dei canti delle brigate garibaldine ( Armata Rossa, La
canzone dei Garibaldini Reggiani ).
Testi russi alternativi furono messi a punto durante la seconda guerra mondiale. Anche dopo la disintegrazione
dell'Unione Sovietica, la melodia è ancora suonata come una marcia durante le parate militari sulla Piazza Rossa .

pagina 376
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Bolscevismo
(1919)
di Raffaele Mario Offidani
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/bolscevismo

Dalla terra insanguinata la sua luce folgorante.


partì il grido di dolore
della plebe massacrata Sorgeranno i proletari
dal suo turpe sfruttatore. a schiacciare l'oppressore:
comunisti e libertari
Ma del popolo gemente si preparano a pugnar!
finì l'era del terrore:
una fiamma rifulgente Bolscevismo...
dalla Russia sfolgorò!
La calunnia velenosa,
Bolscevismo! Bolscevismo! Bolscevismo, non ti oscura.
Tu sei il vero socialismo! La tua luce portentosa
Bolscevismo! Bolscevismo! splenderà sempre più pura.
Tu ci dai la libertà!
La tua fiamma accende il cuore
Il Gran faro dell'Oriente dagli schiavi incatenati
splende sempre più grande che dal Polo all'Equatore
ed irradia l'Occidente tutti gridano così:

Bolscevismo...

Informazioni

Sull'aria di "Giovinezza", allora l'aria "Giovinezza" non era ancora stata adottata dal fascismo.

pagina 377
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Buchenwald-Lied
(1938)
di Fritz Löhner-Beda
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: tedesco
Tags: antifascisti, carcere
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/buchenwald-lied

Wenn der Tag erwacht, Unser Blut ist heiß


eh´ die Sonne lacht, und das Mädel fern,
Die Kolonnen ziehn Und der Wind singt leis,
zu des Tages Mühn und ich hab sie so gern,
Hinein in den grauenden Morgen. Wenn treu, wenn treu
Und der Wald ist schwarz sie mir bliebe!
und der Himmel rot, Die Steine sind hart,
Und wir tragen im Brotsack aber fest unser Schritt,
ein Stückchen Brot Und wir tragen die Picken
Und im Herzen, im Herzen die Sorgen. und Spaten mit
Und im Herzen, im Herzen die Liebe!
O Buchenwald,
ich kann dich nicht vergessen, O Buchenwald ...
Weil du mein Schicksal bist.
Wer dich verließ, Die Nacht ist so kurz
der kann es erst ermessen und der Tag so lang,
Wie wundervoll die Freiheit ist! Doch ein Lied erklingt,
O Buchenwald, das die Heimat sang,
wir jammern nicht und klagen, Wir lassen den Mut uns nicht rauben!
Und was auch unsere Zukunft sei - Halte Schritt, Kamerad,
Wir wollen trotzdem "ja" und verlier nicht den Mut,
zum Leben sagen, Denn wir tragen den Willen
Denn einmal kommt der Tag - zum Leben im Blut
Dann sind wir frei! Und im Herzen, im Herzen den Glauben!

O Buchenwald ...

Informazioni

Alla fine del 1938, il direttore del campo di concentramento di Buchenwald, edificato in mezzo a una foresta di
faggi a qualche chilometro da Weimar, lamentò che tutti i campi avessero un loro inno, tranne Buchenwald: fu così
dato mandato ai prigionieri di comporne uno. Ma nessuna delle proposte incontrava il favore della direzione,
finché, d’intesa con i prigionieri, il Kapò della stazione di posta, in buoni rapporti con le SS del campo, si spacciò
per autore di testo e di una musica che sarebbero divenute «La canzone di Buchenwald».
Le musiche le aveva composte Hermann Leopoldi, un cabarettista di Vienna, le parole erano di un artista, morto
sempre di Dicembre, il 4 Dicembre del 1942, ad Auschwitz-Monowitz, dopo essere stato furiosamente picchiato da
una sentinella. Il suo nome era Fritz Löhner-Beda, ed era stato il librettista di Franz Lehar, il principe dell’operetta.

Fonte informazioni

pagina 378
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Cadono a mille a mille i combattenti


Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti, comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/cadono-mille-mille-i-combattenti

Cadono a mille i combattenti Non invano voi siete caduti


della rivoluzione proletaria. col sangue che avete versato,
Ma nuove forze vengono alla battaglia la nuova civiltà avete cementato
per la rivoluzione internazional. che vuole l'uom redento e libero il lavor

Informazioni

Sull'aria della "Marcia dei caduti per la rivoluzione".

pagina 379
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Canción a Thaelmann
di Rafael Alberti
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: spagnolo/castigliano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/cancion-thaelmann

¡Camaradas, hombro con hombro! ¡Camaradas, hombro con hombro!


¡Camaradas, más firme el paso! ¡Camaradas, más firme el paso!
¡Para marchar en cadena ¡Para libertar a Thaelmann
una cadena tejamos! hoces y puños en alto!
¡Para marchar en cadena ¡Para libertar a Thaelmann
una cadena tejamos! hoces y puños en alto!

¡Norte, Sur, Este y Oeste! Ya las hachas retroceden,


Unidos vienen cantando, tiembla Alemania sangrando,
los proletarios avanzan, rueda por tierra el fascismo,
ya avanza el proletariado, ¡Muera!
¡Viva!. al pie del proletariado.
Thaelmann será libertado.

Informazioni

Canzone della Guerra Civil spagnola

pagina 380
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Canción de Bourg Madame


Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: spagnolo/castigliano
Tags: antifascisti, carcere
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/cancion-de-bourg-madame

Españoles, salís de vuestra patria para vengar la afrenta de la humanidad


después de haber luchado contra la invasión os juramos volver a nuestra España
caminando por tierras extranjeras para vengar la afrenta de la humanidad.
mirando hacia la estrella de la liberación
caminando por tierras extranjeras A ti Franco traidor vil asesino
mirando hacia la estrella de la liberación. de mujeres y niños del pueblo español
tú que abriste las puertas al fascismo
Camaradas caídos en la lucha tendrás eternamente nuestra maldición
que disteis vuestra sangre por la libertad tú que abriste las puertas al fascismo
os juramos volver a nuestra España tendrás eternamente nuestra maldición.

Informazioni

Canzone della Guerra Civil spagnola.

Bourg-Madame (in catalano: La Guingueta d'Ix) è il primo comune francese che s'incontra passando la frontiera
spagnola, nel dipartimento dei Pirenei Orientali provenendo da Barcellona. Era il primo luogo di esilio dei
repubblicani sconfitti nella guerra civile spagnola.

pagina 381
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Canción de la Sexta División


di Miguel Hernández
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: spagnolo/castigliano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/cancion-de-la-sexta-division

La libertad nos ha dado su aliento, De España, madre, es la sexta división,


la independencia y el pueblo su hogar. De España, madre, es la sexta división
En el combate por un mundo hermoso que España ha de salvar del pie de la
nos aconseja la esencia del mar. invasión.
Patria de mi vida, tierra de mi corazón.
De España, madre, es la sexta división, Patria de mi vida, tierra de mi corazón.
De España, madre, es la sexta división
que España ha de salvar del pie de la Se apagarán en la paz los fusiles,
invasión. al pie del árbol feliz de rumor.
Patria de mi vida, tierra de mi corazón. Y en donde entremos, talleres y pozos,
Patria de mi vida, tierra de mi corazón. tienen que entrar la alegría y el sol.

Al otro lado del fuego y el odio De España, madre, es la sexta división,


una mujer me requiere de amor. De España, madre, es la sexta división
Día vendrá que me lleve a su lado que España ha de salvar del pie de la
con la victoria y los brazos en flor. invasión.
Patria de mi vida, tierra de mi corazón.
Patria de mi vida, tierra de mi corazón.

Informazioni

Canzone della Guerra Civil spagnola.

pagina 382
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Cancion del Frente Unido


(1934)
di Bertold Brecht
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: spagnolo/castigliano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/cancion-del-frente-unido

Y como ser humano Nous allons vers la grande union


el hombre lo que quiere es su pan de tous les vrais travailleurs!
Las habladurías le bastan ya Marchons au pas,
Porque éstas nada le dan marchons au pas,
Pues, un, dos, tres, Camarades, vers notre front!
Pues, un, dos, tres. Range-toi dans le front de tous les ouvriers
Compañero, en tu lugar! Avec tous tes frères étrangers.
Porque eres del pueblo afíliate ya
En el Frente Popular. Und weil der Prolet ein Prolet ist,
Fromm sehr in Kein underer Refrain.
And just because he’s human es kahn gib freit unter Arbeiter nur
He doesn’t like a pistol to his head das Werker Arbeiter sein.
He wants no servants under him Drum links, zwei, drei,
And no boss over his head drum links, zwei, drei,
So, left, two, three! wo dein Platz, Genosse, ist!
So, left, two, three! Reih‘ dich ein in die Arbeitereinheitsfront,
To the work that we must do. weil du auch ein Arbeiter bist.
March on in the worker´s united front
For you are a worker, too. Drum links zwei, drei,
drum links zwei, drei,
Tu es un ouvrier-oui! wo dein Platz, Genosse, ist!
Viens avec nous, ami, n’aie pas peur! Reih‘ dich ein in die Arbeitereinheitsfront,
weil du auch ein Arbeiter bist.

Informazioni

Testo di Bertold Brecht Musica di Hans Eisler Fu composta durante l'esilio a Londra di Brecht e Eisler nel 1934.
Arrivò in Spagna con l'album di Ernst Busch "Seis canciones para la democracia" che accompagnava la
"Thaelmann". L'originale in tedesco fu tradotta in diverse lingue ("EINHEITSFRONTLIED"è la versione interamente in
tedesco)

pagina 383
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Canta di Matteotti
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti, comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/canta-di-matteotti

Or, se ascoltar mi state, In mezzo a un bosco


canto il delitto di quei galeotti fu trasportato là
che con gran rabbia vollero trucidare e quei vili aguzzini
il deputato Giacomo Matteotti, gli disser con furor:

Erano tanti: " Perché tu il fascismo hai sempre odiato,


Viola Rossi e Dumin, ora dovrai morì qui sull'istante "
il capo della banda e dopo averlo a torto bastonato
Benito Mussolin. di pugnalate gliene dieder tante.

Dopo che Matteotti avean trovato, Così, per mano


mentre che stava andando al Parlamento, di quei vili traditor,
venne su di una macchina caricato moriva Matteotti,
da quegl'ignobil della banda nera. capo dei lavorator.

Informazioni

Sull'aria de "Il Maschio di Volterra".

pagina 384
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Canto a la flota republicana


di Félix Vicente Ramos
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: spagnolo/castigliano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/canto-la-flota-republicana

Surca los mares de la nación tu triunfarás,


la flota republicana, tuyo es el mar.
puesta su proa con decisión
a rutas de salvación, Pecho a los vientos, cara a la mar,
brazos de acero bruñido,
Vanguardia firme del ideal en lejanías puesto el mirar,
son los marinos leales, se oye al marino cantar:
y su epopeya que es inmortal, "Sigue adelante, marino fiel,
abre los surcos de la paz mundial. que tu serás el vigía,
y de la patria gran timonel
Marino leal, que libre al mundo del fascismo cruel".

Informazioni

Canzone dell guerra civile spagnola.

pagina 385
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Canto dei confinati


Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: italiano
Tags: carcere
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/canto-dei-confinati

Siam malfattori rei di aver bandito e nell'amplesso il cuor sussulterà.


il verbo della fede e dell'amor;
il nostro motto è un programma, un rito: Al libro all'aratro al martello
'A ognuno il frutto del proprio lavor'. la borghesia tiranna ci strappò
È questo il sogno, l'orrida follia, manette ai polsi a bordo d'un battello
questa dei forti la santa utopia. su un isola lontan ci relegò.

Tessere si dovrà Ed or sereni siam sulla scogliera


un sol vessillo saldi nell'animo e con la fronte altera
una sol volontà; tessere si dovrà
coatti siam per l'idea solo un vessillo ed una volontà
e cavalieri dell'umanità. coatti per un idea
siam cavalieri dell'umanità.
Al libro alla falce e al martello,
la borghesia tiranna ci strappò; Siam malfattori e rei di aver bandito
i ferri ai polsi, a bordo d'un battello il motto del lavoro e dell'amor
sull'isola lontan ci relegò. il nostro motto è un programma ardito
Ed or sereni siam sulla scogliera, e a ognuno il frutto del proprio lavor.
Saldi nell'almo, con la fronte altera. Ed ora e sempre su santa canaglia
combatteremo questa aspra battaglia
Tessere si dovrà tessere si dovrà
un sol vessillo solo un vessillo ed una volontà
una sol volontà; coatti per un idea
coatti siam per l'idea siam cavalieri dell'umanità.
e cavalieri dell'umanità.
E quando all'alba dell'atteso giorno
Quando nell'alba dell'atteso giorno la bianca vela l'onda salperà
la bianca vela l'onda salperà daremo ai cari il bacio di ritorno
daremo ai cari il bacio del ritorno e nell'amplesso il cuor sussulterà.
e nell'amplesso il cuor sussulterà.
Ed ora e sempre noi vile canaglia Ed ora e sempre su santa canaglia
sarem nei ranghi per la gran battaglia. combatteremo questa aspra battaglia
tessere si dovrà
E quando all'alba dell'atteso giorno solo un vessillo ed una volontà
la bianca vela l'onda salperà coatti per un idea
daremo ai cari il bacio di ritorno siam cavalieri dell'umanità.

Informazioni

Canto attribuito ad Ezio Taddei, comunista libertario livornese (1894-1956). Fece circa 15 anni di galera, dal primo
dopoguerra (per diserzione) agli anni 30 sotto il fascio; poi fuggì clandestinamente negli USA, dove divenne
romanziere di successo (Il pino e la rufola, sul biennio rosso). Si scontrò con la mano nera ema riuscì a sfuggirle
rientrando in Italia nel 1945; giornalista all'Unità, in continua lite col giornale per le sue posizioni libertarie.(Pardo
Fornaciari)

pagina 386
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Canto dei deportati


(1933)
di Johann Esser, Wolfgang Langhoff
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti, carcere, campi di concentramento
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/canto-dei-deportati

Fosco il cielo sul lividore Suon di passi di spari e schianti


di paludi senza fin sentinelle notte e dì
tutto intorno è già morto o muore colpi grida lamenti e pianti
per dar vita agli aguzzin(o dar 'gloria') e la morte a chi fuggì ( o la forca )

Sul suolo desolato Sul suolo ...


con ritmo disperato
zappiam Pure un giorno la sospirata
primavera tornerà
Una rete spinosa serra libertà libertà dorata
il deserto in cui viviam ( o moriam) nessun più ci toglierà
non un fiore su questa terra
non un trillo in cielo udiam Dai campi del dolore
risorgerà l'amore
Sul suolo ... doman

Informazioni

Noto anche come Die moorsoldaten (I soldati della palude)ed anche Borgemoorlied (Canzone di Borgemoor)fu
composto nel lager di Borgemoor/Esterwegen dai deportati comunisti Johann Esser e Wolfgang Langhoff per il testo
e Rudi Goguel per la musica.
Dal '33 al '45 venne tradotto nei campi nazisti in tutte le lingue dei deportati. In italiano venne tradotto dal
francese nel lager di Ravensbruck.

pagina 387
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Canto dei Partigiani


Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti, comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/canto-dei-partigiani

Alla lotta, avanti, avanti Va pei monti va pei piani


l'arma in pugno, l'odio in cuor dai paesi alle città
Contro l'orda di briganti dalla Russia ai Balcani
che hanno invaso il patrio suol dalla Francia al nostro mar
Contro l'orda di briganti dalla Russia ai Balcani
che hanno invaso il patro suol! dalla Francia al nostro mar

E' un'ondata di riscossa Son le bande partigiane


che s'avanza con fragor che all'assalto se ne van
è l'eroica Armata Rossa Morte a Hitler ai suoi briganti
che s'avanza con fragor Viva l'internazional!
è l'eroica Armata Rossa Morte a Hitler ai suoi briganti
che s'avanza con fragor Viva l'internazional!

Informazioni

Conosciuta come "Canto dei partigiani" questa canzone si riferisce in realtà al periodo della Guerra civile russa;
ripresa negli anni '40, conosce versioni francesi e tedesche.
Questa versione italiana è stata raccolta a Monterotondo Marittimo il 23 ottobre 2009 da Pardo Fornaciari,
informatore il piombinese Giorgio Cortigiani.

pagina 388
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Canto nocturno en las trincheras


(1937)
di José Miguel Ripoll
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: spagnolo/castigliano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/canto-nocturno-en-las-trincheras

Al ronco vibrar del raudo cañón, con raudales de pasión,


se van las milicias que el pueblo forjó tu semilla es pura y fuerte,
forjando su fe con esta canción. pan de sangre y de dolor.
La muerte no importa,
la vida es muy corta; El sol ya se fue, el canto cesó,
si esclavo he de ser, centinela, alerta, vigila avizor
prefiero caer. por la libertad y un mundo mejor,
Sangre joven que se vierte centinela, alerta, vigila avizor.

Informazioni

Canzone della Guerra Civile spagnola.

in:Palacio C. (a cura di), Colección de Canciones de Lucha, Ediciones Pacific, Madrid, 1980 Facsímile della edizione
della Tipografía Moderna, Valencia Febbraio 1939

pagina 389
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Canzone d'Albania
(1920)
di Raffaele Mario Offidani
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: italiano
Tags: antimperialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/canzone-dalbania

Saldato proletario che in questo inferno ci trascinò.


che parti per Valona
Non ti scordar del Soldato proletario
popolo di Ancona che mamma tua lasciavi
Che volle col suo sangue E schiavo andavi a trucidar
la sua liberazione gli schiavi no non è là il nemico
Sol colla ribellione sorge Non è fra monti e mari lungi non lo cercare
radiosa la libertà il feroce tuo tirannoè qui

Fuggiamo via senza indugiar Fuggiamo via senza indugiar


dal suol dell'Albania dal suol dell'Albania
Fuggiamo la malaria Fuggiamo la malaria
il massacro e la fame il massacro e la fame
A morte il governo infame A morte il governo infame
che in questo inferno ci trascinò

Informazioni

Si canta sull'aria di "Santa Lucia luntana", nota canzone napoletana di E.A. Mario. Il fatto narrato avvenne ad
Ancona il 26 giugno 1920. Negli anni '40 Offidani ne modificò il testo adattandolo all'occupazione italiana in
Albania.

Da Jona E., Liberovici S., Castelli F., Lovatto A. Le ciminiere non fanno più fumo. Canti e memorie degli operai
torinesi, Donselli Editore, Roma, 2008

pagina 390
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Canzone di Karl Liebknecht


(1919)
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/canzone-di-karl-liebknecht

Su, su, alla lotta! Alla lotta! il rombo dei cannoni.


Per la lotta siamo nati! Non temiamo, no
Su, su, alla lotta! Alla lotta! la nera reazione.
Per la lotta siamo pronti. Il Karl Liebknecht
A Karl Liebknecht l'abbiamo giurato, l'abbiamo perduto
alla Rosa Luxemburg tendiamo la mano. la Rosa Luxemburg cadde
per mano assassina.
Non temiamo, no

pagina 391
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Chi non sgobba non magna


di Raffaele Mario Offidani
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti, comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/chi-non-sgobba-non-magna

Il macello scellerato La reazione sta in agguato


falciò vittime a milion e ci vuole incatenar,
e può aver per risultato ma dovrà morì ammazzato
il trionfo del succhion chi ci fece massacrar
che gridando “Duce! Duce!”
nelle bische e nei caffè O proletario rammentati i morti
alla morte ci conduce che dalla tomba oggi sono risorti,
per il fascio e per il re! per maledire chi li fece perire.
Oggi siamo compensati Non li tradire, non t’addormire!
con la fame e lo squallor,
ma i gerarchi snaturati Contro l’Unno disumano
fanno ancora i gran signor! e il fascista traditor,
marcia insieme al partigiano
Ed ora che il popolo soffre la fame o fratel lavorator!
di quegl’infami non cessan le brame Non ci dia più la tortura
sempre ai lor piedi ci voglion legati che l’Italia rovinò,
Che scellerati, che spudorati ma rendiamogli ad usura
tutto il mal che ci arrecò!
Questa banda di briganti, Per la Falce ed il Martello
di assassini e di ladron, sarà fulgido il destin:
di quattrin ne ha fatti tanti splenderà sole novello
con la carne da cannon, la gran Legge di Lenin.
ma temendo le nostre ire
ci vorrebbe ancor schiacciar, Disse Lenin: Chi nun sgobba nun magna!
ma italiano non dormire, Sta per finire l’infame cuccagna.
non lasciarti più fregar! Voi che del popolo il sangue succhiate:
se non sgobbate, manco magnate!

Informazioni

Sull’aria di “Come pioveva” (A.Gill-A.Testa)

pagina 392
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Combattete lavoratori
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale, risaia/mondine
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/combattete-lavoratori

Combattete lavoratori le otto ore di lavoro


che l'orario è arrivato in risaia che ci lasciò
alla Camera fu votato
e noi altri che lo vogliam Le otto ore di lavoro
noi faremo e solamente
Viva viva il nostro Cantelli per quei poveri innocenti
che aveva un cuore d'oro che in carcere stanno a penar.

Informazioni

Da una registrazione di Cesare Bermani del 1977

pagina 393
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Coplas de Guadalajara
(1937)
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: spagnolo/castigliano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/coplas-de-guadalajara

En el Ebro se han hundido Tercera brigada mixta


las banderas italianas (X 2) primera linea de fuego (X 2)
y en los puentes sólo quedan
las que son republicanas (X 2) Aunque me tiren el puente
y también la pasarela (X 2)
Los moros que trajo Franco me verás pasar el Ebro
en Madrid quieren entrar (X 2) en un barquito de vela (X 2)
Mientras que haya un miliciano
los moros no pasarán (X 2) Diez mil veces que lo tiren
diez mil veces que lo haremos (X 2)
Si me quieres escribir Tenemos cabeza dura
ya sabes mi paradero (X 2) los del cuerpo de ingenieros (X 2)

Informazioni

Quartine (coplas) che celebrano la battaglia di Guadalajara (che finisce il 23 marzo 1937) dove i fascisti italiani
furono sconfitti dalla brigata internazionale "Garibaldi" dell'esercito repubblicano, comandata da Randolfo
Pacciardi, Carlo Rosselli ed Ilio Barontini.

Testo dal sito del centro di quartiere Chico Malo, Livorno

pagina 394
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Coplas de la defensa de Madrid [Los cuatro generales]


Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: spagnolo/castigliano
Tags: antifascisti, comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/coplas-de-la-defensa-de-madrid-los-cuatro-generales

Los cuatro generales, De las bombas se rien,


los cuatro generales, mamita mía,
los cuatro generales, los madrileños.
mamita mía,
se habian alzado. Con la quinta columna,
mamita mía,
Para la Nochebuena, metida dentro.
mamita mía,
serán ahorcados. La Casa de Velázquez,
mamita mía,
Franco, Sanjurjo y Mola, se cae ardiendo.
mamita mía,
y Queipo de Llano. Marchan los invasores
mamita mía,
Puente de los Franceses, a nuestra tierra.
mamita mía,
nadie te pasa. Marchan los legionarios,
marchan los italianos,
Porque los milicianos, marchan los hitlerianos,
mamita mía, mamita mia,
qué bién te guardan. a nuestra tierra.

Por la Casa de Campo, Y nuestros milicianos


mamita mía, mamita mía
y el Manzanares. bién la defenden.

Quieren pasar los moros, Porque el proletariado,


mamita mía, mamita mía,
y no pasa nadie. ganó la guerra.

Madrid qué bién resistes, Arriba España roja,


mamita mía, republicana
los bombardeos! y comunista!

Informazioni

Nota anche coi titoli "Mamita Mia", "Puente de los Franceses", "Soldados de Levante".

pagina 395
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Delinquenza delinquenza
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/delinquenza-delinquenza

Sono ladri son predoni son peggior dei pellirossa


son banditi son ladroni li spaventa bandiera rossa
son la nuova mano nera perchè dovrebbero lavorar
al servizio dei padroni
Con le gesta brigantesche Delinquenza delinquenza...
disonorano l'Italia
son protetti dalla sbirraglia Dalla plebe insanguinata
e da sicura impunità parte un grido di dolore
dalla plebe massacrata
Delinquenza delinquenza dal suo turpe sfruttatore
del fascismo sei l'essenza ma pel popolo gemente
col delitto e la violenza finì l'era del terrore
tu oltraggi la civiltà d'una fiamma rifulgente
l'orizzonte sfolgorò
Sono avanzi di galera
son banditi son ladroni Bolscevismo bolscevismo
son la nuova mano nera tu sei il vero socialismo
al servizio dei padroni Bolscevismo bolscevismo
Nelle gesta brigantesche tu ci dai la libertà

Informazioni

Parodia di "Giovinezza", noto canto fascista, a sua volta parodia del canto goliardico Il commiato, del 1908, di
Oxilia-Blanc.
Esistono altre parodie de Il commiato, in chiave antifascista, raccolte un po' in tutta la pianura padana, anche
sull'assassinio di Matteotti, sulle elezioni del 1921, eccetera.
Anche l'Inno dei Lavoratori veniva talvolta cantato sull'aria di Giovinezza, per provocazione e per mimetizzarsi.Vedi
anche Giovinezza giovinezza (versione degli Arditi del Popolo) e Giovinezza (versione dei sindacalisti italiani
corridoniani)

pagina 396
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Die Arbeiter von Wien


(1927)
di Fritz Brügel
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: tedesco
Tags: lavoro/capitale, antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/die-arbeiter-von-wien

Wir sind das Bauvolk der kommenden Welt, Wir sind der Zukunft getreue Kämpfer,
wir sind der Sämann, die Saat und das Feld. wir sind die Arbeiter von Wien.
Wir sind die Schnitter der kommenden Mahd,
wir sind die Zukunft und wir sind die Tat. Wie auch die Lüge uns schmähend umkreist,
alles besiegend erhebt sich der Geist.
So flieg, du flammende, du rote Fahne, Kerker und Eisen zerbricht seine Macht,
voran dem Wege, den wir ziehn. wenn wir uns rüsten zur letzten Schlacht.
Wir sind der Zukunft getreue Kämpfer,
wir sind die Arbeiter von Wien. So flieg, du flammende, du rote Fahne,
voran dem Wege, den wir ziehn.
Herrn der Fabriken, ihr Herren der Welt, Wir sind der Zukunft getreue Kämpfer,
endlich wird eure Herrschaft gefällt. wir sind die Arbeiter von Wien.
Wir, die Armee, die die Zukunft erschafft,
sprengen der Fesseln engende Haft.
So flieg, du flammende, du rote Fahne,
So flieg, du flammende, du rote Fahne, voran dem Wege, den wir ziehn.
voran dem Wege, den wir ziehn. Wir sind der Zukunft getreue Kämpfer,
wir sind die Arbeiter von Wien.

Informazioni

Principale canzone di lotta nata durante la Rivolta di Luglio viennese del 1927; da allora fa parte integrante dei
canti antifascisti internazionali.
La musica è ripresa da quella che il compositore russo Samuel Pokrass aveva scritto nel 1920 per una celebre
canzone rivoluzionaria, Armata bianca, barone nero, sulla figura del barone Pjotr Wrangel.
La canzone, composta nelle immediatezze degli eventi, fu però eseguita per la prima volta solo nel 1929 in
occasione della II Giornata Internazionale della Gioventù Operaia. Nel 1934, in occasione della “Battaglia di
Febbraio” tra il movimento operaio austriaco e il governo fascista di Dollfuss, ebbe ancora maggiore diffusione
nella rivolta, poi repressa nel sangue.

pagina 397
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Die moorsoldaten [I soldati della palude]


(1933)
di Johann Esser, Rudi Goguel, Wolfgang Langhoff
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: tedesco
Tags: carcere, campi di concentramento
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/die-moorsoldaten-i-soldati-della-palude

Wohin hauch das Auge blichet Wir sind de Moorsoldaten


Moor und Heide nur ringsum und ziehen mit dem spaten
vogelsang uns nicht erquicket ins Moor!
eichen stehen kahl und kruum
Morgen ziehen die Kolonnen
Wir sind de Moorsoldaten in das Moor zur Arbeit hin
und ziehen mit dem spaten Graben bei dem Brand der Sonne
ins Moor! doch zur Heimat steht der Sinn

Hier in dieser oeden Heide Wir sind de Moorsoldaten


ist das lager aufgebaut und ziehen mit dem spaten
wo wir fern von jeder Freude ins Moor!
hinter Stacheldracht verstaut

Informazioni

Canto del lager di Esterwegen/Borgemoor, scritto nel 1933 da alcuni prigionieri (un sindacalista, un regista e un
musicista, tutti comunisti) con lo scopo di ritmare la marcia dei prigionieri verso il lavoro nelle paludi di Börger ma
anche come sfida alle SS , che dopo una prima violenta reazione, alla fine lo permisero. Può sorprendere il suo tono
quasi trionfale, che costituiva una risposta alle vessazioni e la fiducia nella vittoria contro il nazismo. Diffuso
all'estero, esso diventò infatti simbolo della resistenza al regime hitleriano. La versione qui riportata è incompleta,
in origine erano 6 strofe.
Anni dopo, a Ravensbruck ne venne fatta una versione italiana, cantata però clandestiname, vedi Il canto dei
deportati

pagina 398
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Dime donde vas morena


Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: spagnolo/castigliano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/dime-donde-vas-morena

Dime dónde vas, morena, que los tienen prisioneros


dime dónde vas, alada. en jaulas de fierro ardiente.
Dime dónde vas, morena,
a las tres de la mañana. Si te quieres casar
con la chica de aquí
Voy a la cárcel de Oviedo tienes que ir a Madrid
a ver a los pacifistas a empuñar un fusil.
que los tienen prisioneros
esa canalla fascista. Dime qué llevas, morena,
en esa jarra cerrada.
Si te quieres casar Dime qué llevas, morena,
con la chica de aquí a las tres de la mañana.
tienes que ir a Madrid
a empuñar un fusil. Llevo la sangre que corre
por las llanuras de Soria
Dime por qué vas llorando pa' tirarla a los fascistas
cuando recién te levantas. para que tengan memoria.
Dime por qué vas llorando,
dime por qué ya no cantas. Si te quieres casar
con la chica de aquí
Yo lloro por mis hermanos, tienes que ir a Madrid
yo lloro por mis valientes a empuñar un fusil.

Informazioni

Adattamento della canzone popolare della Cantabria intitolata La Fuente de Cacho, attribuito all'anarchico
spagnolo Emilio Carral, leader del Movimento Obrero. Nacque nelle Asturie in seguito all' insurrezione dei minatori
del 1934 ferocemente repressa dopo la quale il carcere di Oviedo, si riempì di prigionieri politici. Il ritornello non
ricorre in tutte le versioni, ed è anch'esso la parodia di una canzone spagnola per l'infanzia.

pagina 399
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Dio del cielo se fossi una rondinella


(1930)
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/dio-del-cielo-se-fossi-una-rondinella

Dio del cielo se fossi una rondinella Prendi il fucile e vattene alla frontiera.
Dio del cielo se fossi una rondinella Là c’è il nemico, là c’è il nemico
Vorrei volare, vorrei volare, Là c’è il nemico che alla frontiera aspetta.
vorrei volare in braccio alla mia bella
Prendi il fucile e gettalo giù per terra
Prendi quel secchio e vattene alla fontana. Prendi il fucile e gettalo giù per terra.
Prendi quel secchio e vattene alla fontana. Vogliam la pace, vogliam la pace
Là c’è il tuo amore, là c’è il tuo amore Vogliam la pace e non mai più la guerra
Là c’è il tuo amore che alla fontana aspetta Vogliam la pace, vogliam la pace
Vogliam la pace e non mai più la guerra.
Prendi il fucile e vattene alla frontiera

Informazioni

Ci sono due versioni, dal punto di vista musicale: O Dio del cielo (canto militare nato forse durante la Prima Grande
Guerra) e "Guarda la luna come la cammina" tipico canto del repertorio degli alpini

O Dio del cielo s’io fossi una rondinella o Dio del cielo s’io fossi una rondinella vorrei volare (3 volte) n braccio alla
mia bella Prendi la secchia e corri alla fontana c’è là il tuo amore (3 volte) che alla fontana aspetta

Prendi il fucile e innesta la baionetta c’è là il nemico (3 volte) che alla frontiera aspetta.

________________________________

Guarda la luna come la cammina e la scavalca i monti come noialtri alpin Ohi sì sì cara mamma, no! senza alpin
come farò

Guarda le stelle, come sono belle: somiglian le sorelle di noialtri alpin: Ohi sì sì cara mamma, no! senza alpin come
farò

Guarda il sole, come splende in cielo: la lunga penna nera si riscalderà: Ohi sì sì cara mamma, no! senza alpin
come farò

Guarda la neve, come scende lieve: la lunga penna nera la si imbiancherà: Ohi sì sì cara mamma, no! senza alpin
come farò

La versione pubblicata è stata invece cantata dalle Mondine di Opera ed è contenuta nel cd “Canti e ricordi delle
risaie” a cura dell’associazione Cantaia e Coro Ingrato. E’ un canto di pace; invita non a prendere il fucile ed
innestare la baionetta, ma a prendere il fucile e buttarlo per terra perchè “Vogliam la pace e non mai più la
guerra”.

pagina 400
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E quando alfine
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: italiano
Tags: anticlericali, comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/e-quando-alfine

E quando alfine sarà la resa Andremo in chiesa a pregar Lenin


andremo in chiesa andremo in chiesa andremo in chiesa a pregar Lenin
e quando alfine sarà la resa andremo in chiesa a pregar Lenin
andremo in chiesa a pregar Lenin con la camicia rossa
e 'l bottiglion del vin.

Informazioni

Sull'aria di "Bandiera rossa"

pagina 401
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E' ffinidi i bozzi boni


Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: marchigiano
Tags: lavoro/capitale, femministi, filanda
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/e-ffinidi-i-bozzi-boni

Oggi è l’ultimo giorno, a ’ste povere sottiere,


O che festa, che allegria! a ’ste povere sottiere, no’ le manna mai da
El padró ce manna via, perchè bozzi non c’è ca’.
più!
La provinatora poi,
E’ finidi i bozzi boni, che ne viene da Milano,
c’è rimasti li doppioni; coi provini sulle mano, alle donne fa tremà .
Venga avanti ’sti padroni, li volemo saludà .
E la piegatora poi,
E’ finidi i bozzi boni, che li piega li mazzetti,
c’è rimasti quelli tristi; e li piega stretti stretti, pe’ non falli
venga avanti ’sti ministri, li volemo saludà comparì.
.
Il padrone a noi ci grida,
E alla giratora poi, troppo tardi je venimo,
che la gira la filandra, con maniere je lo dimo: ce sentimo poco be’!
el padrone je domanda: e la seta come va?
E non giova medicine,
E la seta la va bene, nostra bocca è tanto amara,
el calor de la caldara ce consuma notte e dì.

Informazioni

Canto delle filandere marchigiane che descrive la candizione delle operaie, e le varie figure gerarchiche e di
controllo sulle lavoratrici. Si confronti con Mama mia mi sun stufa, con cui condivide numeosi elementi.
La produzione della seta, diffusa nelle Marche dal Seicento in poi, è fortemente legata al mondo rurale. Gli opifici
rappresentano uno dei principali esempi della struttura protoindustriale marchigiana dell’Ottocento, e sono il vero
e proprio anello di congiunzione tra città e campagna. Contadini e mezzadri infatti arrotondano i loro guadagni
allevando i bachi, mentre nei centri urbani sono attive le filande tra le poche attività extragricole. A Jesi nel 1837,
per opera del pioniere Pasquale Mancini, nasce la prima filanda, nel breve arco di un anno, la produzione di bozzoli
salirà da 129.000 a 175.000 libbre. Venti anni dopo, nel 1858, le filande diventeranno sette per arrivare al numero
di dodici agli albori del nuovo secolo. All'epoca, su una popolazione di 23.000 abitanti, si conteranno ben 1.055
operaie occupate negli stabilimenti cittadini.

pagina 402
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Einheitsfrontlirf (Frente Unido)


di Bertold Brecht
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: tedesco
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/einheitsfrontlirf-frente-unido

Und weil der Mensch ein Mensch ist, Und weil der Mensch ein Mensch ist,
drum braucht er was zum Essen, bitte sehr. drum hat er Stiefel im Gesicht nicht gern,
Es macht ihn ein Geschwätz nicht satt, er will unter sich keine Sklaven sehn
das schafft kein Essen her. und über sich keinen Herrn.

Drum links, zwei, drei! Drum links, zwei, drei!


Drum links, zwei, drei! Drum links, zwei, drei!
Wo dein Platz, Genosse, ist! Wo dein Platz, Genosse, ist!
Reih Dich ein in die Arbeitereinheitsfront, Reih Dich ein in die Arbeitereinheitsfront,
weil auch Du ein Arbeiter bist. weil auch Du ein Arbeiter bist.

Und weil der Mensch ein Mensch ist, Und weil der Prolet ein Prolet ist,
drum braucht er auch noch Kleider und Schuh'. drum wird ihn kein anderer befrein,
Es macht ihn ein Geschwätz nicht warm es kann die Befreiung der Arbeiter nur
und auch kein Trommeln dazu. das Werk der Arbeiter sein!

Drum links, zwei, drei! Drum links, zwei, drei!


Drum links, zwei, drei! Drum links, zwei, drei!
Wo dein Platz, Genosse, ist! Wo dein Platz, Genosse, ist!
Reih Dich ein in die Arbeitereinheitsfront, Reih Dich ein in die Arbeitereinheitsfront,
weil auch Du ein Arbeiter bist. weil auch Du ein Arbeiter bist.

Informazioni

Musica di Hans Eisler. Fu composta durante l'esilio a Londra di Brecht e Eisler nel 1934. Arrivò in Spagna con il CD
di Ernst Busch "Seis canciones para la democracia" che accompagnava la "Thaelmann". L'originale in tedesco fu
tradotta in diverse lingue ("EINHEITSFRONTLIED"è la versione interamente in tedesco)

pagina 403
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El dio del vilan


Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: lombardo
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/el-dio-del-vilan

El dio del vilan l'è la carriola alla sera quando va a casa senza sena
el so sacro santo è la badila se trova nel cantòn de la cüsina
tentando per i maùn la roda prila e lui si mise a bestemmiare.
e tera e sol che ghe seca la gola
Cosa è successo cosa l'è nato
Come l'è stà, come l'è 'ndà? l'è stà Lenin che mi ha abbandonato
l'è stà Lenìn ch'al m'ha abandonà e con quest'affar de sta questiòn
e mi par dir la me rason salta fora i fascista e col bastòn
ho trovà i fascisti col baston patapím patapòm.

E anche se la man de rabia trema Benito Benito


lu tuto el giorno se rompe la sciena te m'è ghe ciapà pulito
e quando ch'el va a cà a n'ha gnent da sena te me gh'è cresü l'affito
el se senta int' on canton e po' 'l biastema te me gh'è calà la paga

Come l'è stà, come l'è 'ndà? Mentre "Bandiera rossa" si cantava
l'è stà Lenìn ch'al m'ha abandonà e trenta lire al giorno si ciapava
e mi par dir la me rason e adesso che si canta "Giovinesa"
ho trovà i fascisti col baston (1) si crepa dalla fame e da debolessa

La vita del vilàn l'è la carriola E avanti popolo e alla riscossa


bandiera rossa trionferà (2)

Informazioni

Strofette, sull'aria di "Allarmi siam fascisti"; (1) racc. da G. Bosio, 1970, Milano, inf. Ferrari di Rovigo; (2) reg. di
Dante Bellamio, 1964, Vimodrone, Como, inf. Romolo Schenato.

pagina 404
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El ejército del Ebro [Ay Carmela]


(1936)
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: spagnolo/castigliano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/el-ejercito-del-ebro-ay-carmela

El ejército del Ebro, lo descarga su aviación,


rumba la rumba la rumbambá, ¡Ay Carmela! ¡Ay Carmela!
el ejército del Ebro,
rumba la rumba la rumbambá, Pero nada pueden bombas,
una noche el rio pasó, rumba la rumba la rumbambá,
¡Ay Carmela! ¡Ay Carmela! donde sobra corazón,
una noche el rio pasó, ¡Ay Carmela! ¡Ay Carmela!
¡Ay Carmela! ¡Ay Carmela!
Contrataques muy rabiosos
Y las tropas invasoras, rumba la rumba la rumbambá,
rumba la rumba la rumbambá, deberemos resistir
buena paliza le dio ¡Ay Carmela! ¡Ay Carmela!
¡Ay Carmela! ¡Ay Carmela!
Pero igual que combatimos
El furor de los traidores, rumba la rumba la rumbambá,
rumba la rumba la rumbambá, prometemos resistir
¡Ay Carmela! ¡Ay Carmela!

Informazioni

Canzone della "Guerra Civil" spagnola (1936-1938)

pagina 405
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

El Quinto Regimiento
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: spagnolo/castigliano
Tags: antifascisti, comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/el-quinto-regimiento

El dieciocho de julio Con los cuatro batallones


en el patio de un convento que Madrid están defendiendo
el partido comunista se va lo mejor de España
fundó el Quinto Regimiento. la flor más roja del pueblo.

Venga jaleo, jaleo Venga jaleo, jaleo


suena la ametralladora suena la ametralladora
y Franco se va a paseo. y Franco se va a paseo.

Con Líster, el Campesino, Con el quinto, quinto, quinto,


con Galán y con Modesto con el Quinto Regimiento
con el comandante Carlos madre yo me voy al frente
no hay miliciano con miedo. para las lineas de fuego.

Venga jaleo, jaleo Venga jaleo, jaleo


suena la ametralladora suena la ametralladora
y Franco se va a paseo. y Franco se va a paseo.

Informazioni

Il canto utilizza due temi popolari, la musica di "El Vito" nel testo e nel ritornello di "Los contrabandistas de Ronda
(Anda Jaleo)"

La 5 ^ milizia popolare conosciuta come Quinto Reggimento è stato un corpo militare di volontari della Seconda
repubblica spagnola durante i primi mesi del guerra civile spagnola, e divenne il fiore all'occhiello dell'esercito
popolare repubblicano .

pagina 406
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El Trágala
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: spagnolo/castigliano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/el-tragala

Tú que no quieres te cantaremos:


lo que queremos
la ley preciosa Tú que no quieres
do está el bien nuestro. lo que queremos
¡Trágala, trágala, la ley preciosa
trágala perro! do está el bien nuestro.
¡Trágala, trágala, ¡Trágala, trágala,
trágala perro! trágala perro!
¡Trágala, trágala,
Tú de la panza trágala perro!
mísero siervo
que la ley odias Dicen que el «¡Trágala!»
de tus abuelos. es insultante
porque en acíbar y lloro ha vuelto pero no insulta
tus gollerías y regodeos más que al tunante.
Y mientras dure
Tú que no quieres esta canalla
lo que queremos no cesaremos
la ley preciosa de decir `¡Trágala!'
do está el bien nuestro.
¡Trágala, trágala, Tú que no quieres
trágala perro! lo que queremos
¡Trágala, trágala, la ley preciosa
trágala perro! do está el bien nuestro.
¡Trágala, trágala,
Busca otros hombres, trágala perro!
otro hemisferio, ¡Trágala, trágala,
busca cuitado trágala perro!
déjanos quietos,
donde no sabe ¡Trágala, trágala,
que a voz en cuello
mientras vivieres trágala perro!
¡Trágala, trágala,
trágala perro!

Informazioni

Versione registrata durante la guerra civile di una canzone dell'epoca della rivoluzione del 1820

pagina 407
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El tren blindado
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: spagnolo/castigliano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/el-tren-blindado

Yo me subí a un pino verde Yo me fui en el tren blindado


por ver si Franco llegaba camino de Andalucía
y sólo vi un tren blindado y vi que Queipo de Llano
lo bien que tiroteaba. al verlo retrocedía.

Anda jaleo, jaleo, jaleo, Anda jaleo, jaleo, jaleo,


silba la locomodora silba la locomodora
y Franco se va a paseo y Queipo se va a paseo
y Franco se va a paseo. y Queipo se va a paseo.

Por tierras altas de Burgos El dieciocho dia de Julio


anda Mola sublevado, en el patio de un convento
ya veremos cómo corre el partido comunista
cuando llegue el tren blindado. fundò el quinto regimiento
el partido comunista
Anda jaleo, jaleo, jaleo, fundò el quinto regimiento
silba la locomodora
y Mola se va a paseo Anda jaleo, jaleo, jaleo,
y Mola se va a paseo. silba la locomodora
y Franco se va a paseo
y Franco se va a paseo.

Informazioni

Questo testo è un adattamento di una canzone popolare, "Los Contrabandistas de Ronda" .


Durante la guerra di Spagna, come per tutti gli adattamenti di canti popolari, se ne abbero diverse versioni. In
questa si parla di un treno blindato, come quelli della rivoluzione russa, da cui sparare ai tre generali più odiosi.

Fonte

pagina 408
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En el Pozo Maria Luísa


Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: spagnolo/castigliano
Tags: antifascisti, lavoro/capitale, miniera, anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/en-el-pozo-maria-luisa

En el pozo María Luisa, Me cago en los capataces


tranlaralará, tranlará, ranlaralará, tranlará,
murieron cuatro mineros, accionistas y esquiroles,
mira, mira Maruxina mira, mira, mira Maruxina, mira,
mira como vengo yo. Mira como vengo yo!
Murieron cuatro mineros, Accionistas y esquiroles,
mira, mira Maruxina mira, mira, mira Maruxina, mira,
mira como vengo yo Mira como vengo yo.

Traigo la camisa roja Mañana son los entierros,


tranlaralará, tranlará, tranlaralará, tranlará, tranlará,
del sangre de un compañero, de esos pobres compañeros,
mira,mira Maruxina mira, mira, mira Maruxina mira,
mira como vengo yo. mira como vengo yo.
Del sangre de un compañero, De esos pobres compañeros,
mira,mira Maruxina mira, mira, mira Maruxina mira,
mira como vengo yo. mira como vengo yo.

Traigo la cabeza rota, En el pozo María Luisa,


tranlaralará, tranlará, tranlaralará, tranlará,
que me la rompió un barreno, murieron cuatro mineros,
mira, mira Maruxina mira, mira, mira Maruxina mira,
mira como vengo yo. mira como vengo yo.
Que me la rompió un barreno, Murieron cuatro mineros,
mira, mira Maruxina mira, mira, mira Maruxina mira,
mira como vengo yo. mira como vengo yo

Informazioni

Un minatore ferito torna a casa e racconta alla moglie dell'incidente in miniera in cui sono morti 4 suoi compagni.
Si fa riferimento al Pozo Maria Luisa, una miniera di Langreo, nelle Asturie, tutt'ora attiva, in cui, nel 1949, 17
minatori motitono per una esplosione di grisù.
Anche se spesso viene catalogata nel repertorio dei canti anarchici della guerra civile spagnola, questo canto ha
una genesi complessa ed articolata nel tempo: canzone di miniera dagli antichi natali (e che iniziava con
l'invocazione a Santa Barbara), divenne anche un inno del movimento indipendetista asturiano nato nel 1934: i
lavoratori asturiani crearono la prima Armata Rossa e fondarono la Repubblica Socialista delle Asturie a Oviedo. Fu
poi ripreso durante la guerra civile spagnola. Ancora oggi vivida colonna sonora e fedele compagna dei minatori
spagnoli durante la lunga Marcha Negra verso la capitale, coinvolgendo nella loro giusta lotta milioni di persone.
Viene cantata anche durante cerimonie ufficiali, in quanto è fortemente radicata nella cultura popolare spagnola.

pagina 409
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En la plaza de mi pueblo
(1936)
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: spagnolo/castigliano
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/en-la-plaza-de-mi-pueblo

En la plaza de mi pueblo, porque nunca le hemos visto


dijo el jornalero al amo, trabajando en el arado.
nuestros hijos nacen ya
con el puño bien c errado. Con mi arado abro los surcos,
con mi arado escribo yo
Y esta tierra que no es mía, paginas sobre la tierra
esta tierra que es del amo, de miseria y de sudor.
la riego con mi sudor,
la trabajo con mis manos. Que mi voz suba los montes,
que mi voz baje al barranco.
Pero dime compañero, Que todos los jornaleros
si estas tierras son del amo se apoderen de los campos.

Informazioni

Canzone della guerra civile spagnola, Sulla musica di un'antica "petenera" di Malaga, "En el Café de Chinitas"
(celebre locale in cui si cantava musica flamenca)

(Canzoni contro la guerra)

pagina 410
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Es zog ein Rotgardist hinaus


(1924)
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: tedesco
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/es-zog-ein-rotgardist-hinaus

Es zog ein Rotgardist hinaus Nun greift die rote Garde an


für Freiheit und für Recht. mit jedem Widerstand.
Er ließ sein Mütterlein zuhaus Der Fahnenträger stürmt voran
zog mutig ins Gefecht. die Fahne in der Hand.
Und als die Stund der Trennung kam Im Schlachtgeschrei,
er traurig von ihr Abschied nahm im Pulverdampf
sie aber leise zu ihm spricht führt er die Garde in den Kampf.
"Spartakusmann, tu deine Pflicht" Bis ohne einen Laut er klagt
er mit der Fahn` zusammenbrach.
Das Volk stand auf,
die Schlacht begann Gleich neben ihm ein Kam`rad ruht
die rote Garde wacht ! er reicht ihm stumm die Händ`:
Die rote Fahne stolz voran "Kamerad, die Kugel traf mich gut
so ziehn sie in die Schlacht. es geht mit mir zuend !
Davon erzählt kein dickes Buch Grüß mir mein teures Mütterlein
was sich am Lippeschloß zutrug, sag ihm es soll nicht traurig sein.
wo eine kleine tapfre Schar Und sage ihm",
für Freiheit und Recht gefallen war. sein Auge bricht
"Spartakusmann tat seine Plicht!"
Granaten heulen wild im Chor
das rote Banner weht. Und als die Schlacht zuende war
Geht auch der Feind im Sturme vor da trat die Garde an.
die rote Garde steht. Und traurig schaut die kleine Schar
Sie wanket und sie weichet nicht auf ihren besten Mann.
tut bis zum Tode ihre Pflicht Mit seiner Fahne blutig rot
Für ihre Fahne, so blutig rot starb er den schönsten Heldentod.
gehn sie mit Freuden in den Tod. Und als man ihn zu Grabe trug
gab man ihm mit das Fahnentuch.

Informazioni

Fonte, con audio

pagina 411
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Eusko gudariak
(1932)
di José María De Garate
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: basco
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/eusko-gudariak

Eusko Gudariak gara Faxistak datoz eta


Euskadi askatzeko, Euskadi da altxatzen.
gerturik daukagu odola goazen gudari danok
bere aldez emateko. gure aberria askatzen.

Irrintzi bat entzun da Eusko Gudariak gara


mendi tontorrean Euskadi askatzeko,
goazen gudari danok gerturik daukagu odola
Ikurriñan atzean. bere aldez emateko.

Informazioni

Sull'aria della canzone basca Atzo Bilbon nengoen (Ieri ero a Bilbao).
Questa è la canzone-simbolo sia dei combattenti baschi antifascisti durante la guerra civile spagnola sia, in
generale, dell'antifranchismo e dell'indipendentismo dell'Euskadi.

Video

pagina 412
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Evviva il primo di maggio


Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/evviva-il-primo-di-maggio

Evviva il primo di maggio E giù la schiavitù,


e chi l'ha inventato: viva la libertà;
sono stati i comunisti noi siamo i comunisti,
e che l'hanno festeggiato. vogliamo star.

E giù la schiavitù, E seben ch'i siu doni


viva la libertà; paura non abbiamo
noi siamo i comunisti, e per mantenere i figli
vogliamo star. in lega ci mettiamo.

E voialtri signoroni E giù la schiavitù,


che avete molto orgoglio, viva la libertà;
abbassate la superbia noi siamo i comunisti,
e aprite il portafoglio. vogliamo star.

Informazioni

Sulla melodia de La lega, canto diffuso in area padana

pagina 413
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Figli dell'officina
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: italiano
Tags: anarchici, antifascisti, comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/figli-dellofficina

Figli dell'officina del popolo gli arditi,


o figli della terra, noi siamo i fior più puri,
già l'ora s'avvicina fiori non appassiti
della più giusta guerra, dal lezzo dei tuguri.
la guerra proletaria,
guerra senza frontiere, Avanti, siam ribelli...
innalzeremo al vento
bandiere rosse e nere, Noi salutiam la morte,
bella vendicatrice,
Avanti, siam ribelli, noi schiuderem le porte
fiori vendicator a un'era più felice;
un mondo di fratelli
di pace e di lavor. ai morti ci stringiamo
e senza impallidire
Dai monti e dalle valli per l'anarchia pugnamo;
giù giù scendiamo in fretta, o vincere o morire,
con queste man dai calli
noi la farem vendetta; Avanti, siam ribelli...

Informazioni

Legato all’epopea degli “Arditi del Popolo”, il canto, molto noto, è stato ideato da Giuseppe Raffaelli e scritto da
Giuseppe Del Freo su una musica probabilmente cantata in artiglieria.
Questo canto è tra i più diffusi nel movimento dei lavoratori ed ha subito diverse varianti a seconda
dell’organizzazione politica che lo ha utilizzato durante la lotta partigiana (ad esempio “libere bandiere” al posto di
“bandiere rosse e nere”).

Da acrataz.oziosi.org (non più online).

pagina 414
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Figli di nessuno
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/figli-di-nessuno

Noi siam nati chissà quando chissà dove e dagli aquilotti


allevati dalla pubblica carità ci facciam comandar
senza padre senza madre senza un nome ma il nemico nostro
e noi viviam come gli uccelli in libertà. dai confini scaccerem - e scaccerem
e l'Italia bella
Figli di nessuno noi la saprem - noi la sapremo liberar.
per i boschi noi viviam
ci disprezza ognuno Figli di nessuno
perché laceri noi siam per i monti noi viviam
ma se c'è qualcuno ci disprezza ognuno
che ci sappia ben guidar - e ben guidar perché laceri noi siam
figli di nessuno ma se c'è qualcuno
anche il digiuno saprem lottar. che ci sappia ben guidar - e ben guidar
figli di nessuno
Noi viviam fra i boschi anche il digiuno saprem lottare.
e sulle alte cime

Informazioni

I "Figli di nessuno" erano nel genovese le squadre d'azione che avevano l'incarico di contrapporre alla violenza
fascista azioni di rappresaglia; nel luglio 1921 confluirono negli Arditi del Popolo.

V'è una lezione del ritornello leggermente diversa:

"Figli di nessuno
per i monti noi andiam
ci disprezza ognuno
perché laceri noi siam
ma se troviam qualcuno
che ci sappia che ci sappia dominar e comandar
figli di nessuno - anche a digiuno saprem sparar"
(Pardo Fornaciari)

Da "La musica dell'altra Italia", sito non più online.

pagina 415
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Figlio del popolo


Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/figlio-del-popolo

Figlio del popolo oppresso in catene e libertà.


questa ingiustizia ormai deve finir
tua esistenza è un mondo di pene Sessanta secoli d'odio e di disprezzo
piuttoso che schiavo è meglo morir. v'han negli annali dell'umanità
di schiavitù era solo il progresso
Questi borghesi traditori egoisti di lotta errori e falsità.
che tanto disprezzan l'umanità
saran travolti da noi comunisti Sublimi nomi di martiri eletti
al forte grido di libertà. forman la storia della ragion
gli operai oh poveretti
Vessil d'amor sempre sfruttati vittime son.
basta il soffrir
lo sfruttamento Vessil d'amor
deve finir. basta il soffrir
lo sfruttamento
Scuotiti o popolo deve finir.
questo è il tuo sol
l'internazionale Scuotiti o popolo
dei lavorator. questo è il tuo sol
l'internazionale
O condottier dei lavorator.
o nostri eroi
orsù venite O condottier
siamo con voi. o nostri eroi
orsù venite
Trasformerem siamo con voi.
la società Trasformerem
e avremo pace la società
e avremo pace
e libertà.

Informazioni

Versione anonima italiana e comunista del canto anarchico spagnolo Hijos del pueblo

pagina 416
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Fimmine fimmine
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: salentino
Tags: lavoro/capitale, femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/fimmine-fimmine

Fimmine fimmine ca sciati allu tabaccu la ditta nu bbu dae li talaretti.‎


ne sciati ddoi e nne turnati quattru.‎
Fimmine fimmine ca sciati a vindimmiare
Fimmine fimmine ca sciati allu tabaccu e sutta allu cippune bu la faciti fare.‎
lu sule è forte e bbu lu sicca tuttu.‎
Fimmine fimmine ca sciati alle vulie
Fimmine fimmine ca sciati allu tabaccu ccugghitinde le fitte e le scigghiare.‎

Informazioni

Canto di lavoro e di denuncia delle condizioni delle “tabacchine”, le ‎lavoratrici del tabacco, una categoria che fu
molto sfruttata maanche molto attiva e ‎combattiva.
Il verso "Fimmine fimmine ca sciati allu tabaccu ne sciati ddoi e nne turnati quattru" lascia intendere che spesso le
lavoratrici erano oggetto di molestie e di violenze sessuali da parte dei superiori, che avevano come conseguenza
delle gravidanze non desiderate.
Vedi anche La tabaccara

pagina 417
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Fra il '19 fra l'anno 20


Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/fra-il-19-fra-lanno-20

Fra il diciannove fra l'anno venti Maledizione la guerra e il cannone


Gran cambiamenti gloriosi si dan La munizione che uso vi dà
Con l'elezioni con le comunali O santo giusto verrà quell'ora
Scaccià i clericali l'agrario e il pipì Che chi non lavora non deve mangiar

Via e via Basta e basta


La borghesia l'agrario e il pipì Massacratori dell'umanità...
Via e via
Fai i conti con Lenin Le guardie regie figura più brutta
L'è carne venduta che uccide ogni dì
Affittuari rimasti a mezzadri Rubare ammazzare pipì e clericali
È morto l'agrario e sta male il pipì Le cose bestiali non è santità
Fan compassione soltanto a vederli
Quei poveri merli che in gabbia restan Basta e basta
Via e via Massacratori dell'umanità...
La borghesia...
Dal '19 ormai giunti al '20
Siam comunisti artisti e valenti dei gran cambiamenti si doveva far:
Intelligenti e per lavorar bandiere rosse son tutti i comuni,
Per minoranza c'è qualce pipì ormai più nessuno strappar li potrà.
Ma poverino più forza non ha Questo gran fascio vigliacco e imprudente
maltratta la gente che colpa non ha:
Basta e basta le guardie regie, gli agrari e i borghesi
Massacratori dell'umanità. son tre corpi intesi per fà massacra.
Basta e basta,
Lenin vi pagherà. Via e via...

Informazioni

Parodia politica diffusa nel ferrarese sull'aria della nota canzone dell'epoca Donna, donna. "Pipì" è l'abbreviazione
di di Partito Popolare Italiano.

pagina 418
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Giovinezza (versione degli Arditi del Popolo)


(1921)
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/giovinezza-versione-degli-arditi-del-popolo

Or ci dicono che la pace siamo giovani, abbiam vent’anni


è voluta dai fascisti vogliam giustizia ed equità.
mentre l’arditismo tace
dagli sgherri siam malvisti Giovinezza, giovinezza
primavera di bellezza
ci vorrebbero accoppare il delitto e la violenza
colle bombe e coi bastoni tosto o tardi finiran.
sono peggio dei borboni
dei briganti ed assassini. È finita la cuccagna
dei briganti mercenari
Giovinezza, giovinezza perché adesso non se magna
primavera di bellezza col denaro degli agrari
il delitto e la violenza
tosto o tardi finiran. è finita anche per loro
che vorrebbero gli schiavi
E noi che abbiamo del buon senso lavoratori, gridiam in coro:
la vogliamo terminare Vogliam lavoro e libertà.
senza paga né compenso
li dobbiamo sterminare Giovinezza, giovinezza
primavera di bellezza
se il governo vuol la pace il delitto e la violenza
noi darem la soluzione tosto o tardi finiran.
siam leoni dal cuore audace
e la morte non temiam! Fascisti e agrari son canaglia
ma ben presto finiranno
Giovinezza, giovinezza questi al Ponte della Paglia
primavera di bellezza quei coi pazzi di Mogliano
il delitto e la violenza
tosto o tardi finiran. altrimenti sorte loro
sarà quella della morte
In Italia non vogliamo mentre noi gridiam in coro:
delinquenti ed assassini in Italia c’è un Lenin!!!...
non seguaci di Nerone
del nefando Mussolini Giovinezza, giovinezza
primavera di bellezza
colle braccia spezzeremo il delitto e la violenza
le catene dei tiranni tosto o tardi finiran

Informazioni

Pubblicato in “Eco dei Soviet”, Venezia, n. 20-21, 1921.


Parodia della canzone goliardica Il commiato, di Oxilia-Blanc, 1908-1909), che ebbe versioni e riadatamenti anche
pro e contro la prima guerra mondial. Negli anni 30, con il testo di Salvator Gotta divenne l'inno del partito fascista.
In seguito, numerose furono le ulteriori parodie antifasciste di quest'ultimo.Vedi anche Delinquenza delinquenza e
Giovinezza (versione dei sindacalisti nazionali corridoniani)

pagina 419
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Giovinezza pé 'n tal cü


Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: piemontese
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/giovinezza-pe-n-tal-cu

Giovinezza pé 'n tal cü la schifezza pé 'n tal cü


giovinezza pé 'n tal cü della nostra libertà
primavera di gaiezza pé 'n tal cü pé 'n tal cü
E 'l fascismo pé 'n tal cü

Informazioni

Parodia raccolta da Cesare Bermani a Lumellogno (NO), da una ex mondina. Cantata in risaia e in fabbrica tra gli
anni'20 e '30. (Iona, Liberovici, Castelli, Lovatto, Le ciminiere non fanno più fumo-Canti e memorie degli operai
torinesi,Donzelli Editori, 2008, pg.106)

Fonte del testo: Donata Pinti

pagina 420
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Grabschrift 1919
di Bertold Brecht
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: tedesco
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/grabschrift-1919

Die rote Rosa nun auch verschwand. Weil sie den Armen die Wahrheit gesagt
Wo sie liegt, ist unbekannt. Haben die Reichen sie aus der Welt gejagt.

Informazioni

Versi di Bertolt Brecht, in onore e memoria di Rosa Luxemburg e dei protagonisti della Rivoluzione Tedesca del
novembre 1918 e della Rivolta del Gennaio 1919

Si può ascoltare, interpretata da Milva, nel disco Milva Canta un Nuovo Brecht del 1996. In questo video, al minuto
55,53 https://youtu.be/7TxEu1DpftI

Rocco Rosignoli ha tradotto e arrangiato la medesima canzone, col titolo Epitaffio 1919

pagina 421
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Hijos del pueblo


(1936)
di Ramon Carratala
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: spagnolo/castigliano
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/hijos-del-pueblo

Hijo del pueblo, te oprimen cadenas Trabajador, no más sufrir,


y esa injusticia no puede seguir. la explotación ha de sucumbir.
Si tu existencia es un mundo de penas Levántate, pueblo leal,
antes que esclavo prefiere morir. al grito de revolución social.
Esos burgueses, asaz egoistas, Vindicación no hay que pedir;
que así desprecian la Humanidad, sólo la unión la podrá exigir.
serán barridos por los anarquistas Nuestro paves no romperás.
al fuerte grito de libertad. Torpe burgués.
¡Atrás! ¡Atrás!
Trabajador, no más sufrir,
la explotación ha de sucumbir. Trabajadores su sangre preciosa
Levántate, pueblo leal, por nuestra causa derramo Pallás.
al grito de revolución social. Nuestra venganza immediata reclama,
Vindicación no hay que pedir; justo es vengarla, aprestémonos ya!
sólo la unión la podrá exigir. El nos enseña que los anarchistas
Nuestro paves no romperás. saben cantando ir a morir
Torpe burgués. y que al llegar de la lucha el momento
¡Atrás! ¡Atrás! van qual leones a combatir.

Los corazones obreros que laten Trabajador, no más sufrir,


por nuestra causa, felices serán; la explotación ha de sucumbir.
si entusiasmados y unidos combaten, Levántate, pueblo leal,
de la victoria la palma obtendrán. al grito de revolución social.
Los proletarios a la burguesía Vindicación no hay que pedir;
han de tratarla con altivez, sólo la unión la podrá exigir.
y combartirla también a porfía Nuestro paves no romperás.
por su malvada estupidez. Torpe burgués.
¡Atrás! ¡Atrás!

pagina 422
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Himno del Batallón Mateotti


(1936)
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: spagnolo/castigliano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/himno-del-batallon-mateotti

Audaces, bravos leones, El bienestar de los pueblos


guerreros como el buen Cid, pretende, torvo, alterar
en Castellón se agruparon para que el mundo se encienda
para al fascismo batir; en una guerra mundial,
y un nombre digno buscaron y el pueblo dijo, rotundo,
que les sirviera de aliento con ira y sed de venganza:
y el nombre de Mateotii "El fascio no pasará, NO,
sonó oportuno y señero. en estas tierras de España.
EI fascio es vil enemigo Por el, honor de los muertos
de la paz y la cultura: Y de las mozas violadas .
suprime libros y escuelas y de los niños sin padres,
y es de la ciencia la tumba. venguemos tales infamias".

Batallón Mateottí. Batallón Mateottí.


al fascismo aplastará al fascismo aplastará
con honor y gallardía con honor y gallardía
en bien de la Humanidad. en bien de la Humanidad.
Batallón Mateottí. Batallón Mateottí.
al fascismo aplastará al fascismo aplastará
con honor y gallardía con honor y gallardía
en bien de la libertad. en bien de la libertad.

pagina 423
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I fascisti viareggini
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/i-fascisti-viareggini

I fascisti viareggini han voluto devastar


sono prodi son guerrier
han chiamato i forestieri Che prodezza in cinquecento
per uccidere e incendiar contro dieci tavolini
i fascisti viareggini
Coi camion son venuti sono prodi a quanto par
con le bombe e coi pugnal
per mostrarsi proprio uguali Oilì oilì oilà...
a Tiburzi e Barbablù
Sulla piazza del mercato
Oilì oilì oilà c'era un quadro alquanto triste
hanno incendiato han devastato i fascisti alle conquiste
spargendo ovunque sangue e terror l'han voluto buttar giù
ma il viareggino non è cambiato
la bandiera rossa è il suo color E sembrava un Don Chisciotte
quello scemo di Reggiani
Sulla zona dei cantieri che gridava "O italiani
c'era un clun di calafati il nemico è quello là"
i fascisti scalmanati
Oilì oilì oilà...

Informazioni

Cronaca di una spedizione squadrista, nel '21, contro il circolo dei lavoratori dei cantieri navali viareggini. Sull'aria
di una canzone del Caenevale: "Sulla coppa di champagne" scritto da compositore, d'origine ebrea, Sadun

pagina 424
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I ne g'ha messo de la Todt


Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: veneto
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/i-ne-gha-messo-de-la-todt

I ne g’ha messo de la Todt E la sera, za se sa,


tuti noi de la “legera” I i ne da’ quel fià de boba,
Co’ la pala e col picon do patate e tre fasoi:
De matina fin la sera. tuta quela xe la roba.

Informazioni

Nel settembre 1944 vi fu a Trieste, occupata e governata direttamente dai tedeschi, la prima chiamata al servizio
del lavoro (Arbeitsdienst) degli uomini delle classi 1923 e 1924. Dopo sei mesi furono chiamati gli uomini delle
classi 1916-1922. Successivamente la chiamata fu generale, per tutti gli uomini abili. I chiamati del primo
scaglione furono assegnati alla organizzazione Todt, gli altri furono invece portati in Germania. L'Organizzazione
Todt (OT) fu una grande impresa di costruzioni che operò, dapprima nella Germania nazista, e poi in tutti i paesi
occupati dalla Wehrmacht impiegando il lavoro coatto di più di 1.500.000 uomini e ragazzi. Il principale ruolo
dell'impresa era la costruzione di strade, ponti e altre opere di comunicazione, vitali per le armate tedesche e per
le linee di approvvigionamento, così come della costruzione di opere difensive. Il canto “I ne g’ha messo de la
Todt” è stato registrato a Trieste

pagina 425
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I padroni de le filande
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: veneto
Tags: lavoro/capitale, femministi, filanda
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/i-padroni-de-le-filande

I padroni de le filande e la nostra amica Ida


i vol darne trenta schèi in caserma l'è stà portà'.
ma noi le rispondiamo Ma noi siamo unite siamo in tante
i ghe li daga ai so putèi. in caserma siamo andà
E alora tute in siòpero e dopo circa un'ora
in piassa siamo andà' la nostra amica è in libertà.
si sperava che il nostro sindaco Ma dopo due tre giorni
ci potesse aiutar. il nostro bravo diretór ci à interogà
Ma dopo un'ora e trenta e lui con tanta calma
i carabinieri xe arivà' i sessanta schèi ci à fato aumentar.

Informazioni

Il canto si è formato in una situazione specifica di lotta: alla fine degli anni venti, le operaie della filanda Bonazzi di
Arzignano (Vicenza), per ottenere un aumento salariale, entrarono in sciopero. (De Michele Rino e altri, Never
forget Joe Hill, Fuori Posto edizioni, Venezia, 2015)
Raccolto nel 1986 da Luciano Zanonato (Canzoniere Vicentino), ad Arzignano (VI)
Faceva parte dello spettacolo Le putéle de la filanda, a cura del Cnzoniere Vicentino, basato sulle ricerche di
Luciano Zanonato negli anni 1986-1987 nella provincia di Vicenza.

pagina 426
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Ignoranti senza scuole


Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale, femministi, risaia/mondine
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ignoranti-senza-scuole

Ignoranti senza scuole, e se lottiamo avremo più giustizia,


calpestate dal padron, più diritto di pane e di lavoro.
noi eravam la plebe della terra
ma in risaia come in prigion. Ma i padroni hanno armi
di menzogna e corruzion
E ci hanno detto ma questa vita hanno i giornali il cinema la radio
la dovrete sempre far che difendono i profitti del padron.
e i padroni ci son sempre stati
e i padroni dovranno star. Ma “noi donne” è gran faro
che ci illumina il cammin
Ma un bel giorno ci abbiam risposto e per noi donne è un’arma di progresso
voi siete servi del padron e di giustizia per tutte noi mondin.

Informazioni

Canto del repertorio del Coro delle mondine della cooperativa dei Cappuccini di Vercelli ed eseguito durante il
primo folk-festival di Torino (1965).

pagina 427
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Il cafone sanguinario
di Raffaele Mario Offidani
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti, satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-cafone-sanguinario

Fra tutti i traditori e gli assassini se i due furono prima disarmati


nati quaggiù dal pattuglion,
nati quaggiù, dal pattuglion.
un delinquente come Mussolini Se protetti (che baldi guerrier)
giammai vi fu, dai tedeschi ed altri masnadier,
giammai vi fu. nel saccheggiar, nell’incendiar,
Con la feccia peggior della nazione nel trucidar, nel torturar,
che organizzò, gli sgherri del cafon
che organizzò, hanno un coraggio da leon.
il ceffo suo bestiale di cafone
terrorizzò Ma un dì di redenzione e di letizia
terrorizzò, sta per spuntar,
“Duce! Duce!” così urlava in cor sta per spuntar,
la ciurmaglia ch’egli sobillò. in cui nessun fascista alla Giustizia
Col saccheggiar, con l’incendiar, potrà scampar,
col trucidar, col torturar potrà scampar.
gli sgherri del cafon Il popolo che da trent’anni geme
fecero vittime a milion. vendetta avrà,
vendetta avrà,
Un uom più maledetto e più esecrato chè Mussolini e la sua banda insieme
giammai vi fu, vedrà impiccar,
giammai vi fu vedrà impiccar.
di questo masnadiero scellerato Lieti e insieme danzeremo allor
no, non vi fu, Tutti intorno a quei bei lampion,
no, non vi fu! dove gli eroi del saccheggiar,
Il boia, il megalomane e il buffone del trucidar, del torturar,
egli incarnò, vedrem con voluttà
egli incarnò! giù dalla forca penzolar.
Fin la sinistra fama di Nerone
egli eclissò, Da quei lampioni molto festeggiato
egli eclissò. certo sarà,
“Duce! Duce!” gli gridava in cor certo sarà,
la ciurmaglia ch’egli organizzò. quello da cui il brigante più esecrato
Col torturar, con l’incendiar, penzolerà,
col saccheggiar, col trucidar penzolerà.
gli sgherri del cafon La folla sotto un lieto girotondo
fecero vittime a milion. vi danzerà,
vi danzerà
Il truce e sanguinario Mussolini e un grido solo dal suo cor giocondo
non è un leon, proromperà,
non è un leon proromperà.
e quelle sue squadracce d’assassini “Truce! truce! Tu non mordi più!
neppure lor, Truce! Truce! Torna a Belzebù!”
neppure lor! Ma nel sentirsi nausear
Ma in venti contro due sono spietati da quel suo eterno trucidar,
pieni d’ardor, nemmeno Belzebù
pieni d’ardor, giù nell’inferno lo vuol più...

Informazioni

Sull’aria di Funiculì Funiculà (Turco-Denza)

pagina 428
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Il piccolo soldato
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: italiano
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-piccolo-soldato

Ho visto la fine dei miei giorni, la mano contratta nel fango


ho visto il diavolo negli occhi, e il suo corpo, coperto da un telo.
ho visitato l'Inferno e i suoi dintorni,
ho sentito gli ultimi rintocchi, C'era anche il diavolo scuro,
in quella piccola guerra mondiale,
ho accoltellato la mia ombra, nella trincee, in mezzo ai soldati,
ho soffocato la mia coscienza, vicino ai bambini, portava il suo male,
ho strappato le ali del mio angelo
e ho anticipato la mia partenza, cantava dolci canzoni,
si nascondeva dietro ad un prete,
ho sentito il sapore del sangue, portava la peste e i topi,
la bocca riempirsi di rosso, buttava coi pescatori la rete,
i pugni forti nello stomaco
ed il mio elmo dentro al Mar Rosso, e l'ho veduto soltanto io,
il diavolo del mare di Normandia,
ho visto la luce che bruciava, ho voluto avvertire Dio,
e il coltello del generale in cielo, ma mi han fucilato come una spia.

pagina 429
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Im tiefen Kerker
(1924)
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: tedesco
Tags: carcere
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/im-tiefen-kerker

Im tiefen Kerker bin ich gefangen, Wascht eure Hände in meinem Blut,
die Freiheit ist mir dahingegangen. damit ihr wißt, wie weh es tut!
Im tiefen Kerker sperrt man mich ein,
warum soll ich gefangen sein? Am ändern Morgen, es war beim Dämmern,
hört man am Schafott ein leichtes Hämmern.
Und vor den Richter, da soll ich treten, Sein Blut floß strömend wohl in den Sand,
drei Vaterunser, die soll ich beten, ade, geliebtes Heimatland!
drei Vaterunser, die bet' ich nicht,
ich schau' dem Tod ins Angesicht. Auf, Proletarier, ihr breiten Massen,
ihr sollt die Reichen, die Lumpen hassen!
Ade, lieb Vater, ade, lieb Mutter, Wißt ihr, wer heute ermordet ist?
ade, lieb Schwester, ade, lieb Bruder! Es war ein junger Rotgardist!

Informazioni

Fonte

pagina 430
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Ines
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: spagnolo/castigliano
Tags: antifascisti, anarchici, repressione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ines

Sola está en la casa Inés, Inés, que guapita es


sola está mujer (x2)
Será que luchaba
sola está mujer (x 2) pa’ poder vivir

Inés, Inés, Inesita, Inés Inés, Inés, Inesita, Inés


Inés, Inés, que guapita es! Inés, Inés, que guapita es!

Sólo está pensando Será que tendría


cuándo ha de volver algo que decir

Inés, Inés, Inesita, Inés Inés, Inés, Inesita, Inés


Inés, Inés, que guapita es Inés, Inés, que guapita es

Que se lo llevaron Triste está la barca


al amenecer triste está la red

Inés, Inés, Inesita, Inés Inés, Inés, Inesita, Inés


Inés, Inés, que guapita es Inés, Inés, que guapita es

Entre dos fusiles Triste está la mina


sin decir por qué el carro y el buey

Inés, Inés, Inesita, Inés Inés, Inés, Inesita, Inés


Inés, Inés, que guapita es

Informazioni

Versione della Federazione Anarchica Iberica di una filastrocca infantile

spagnola (asturiana), “Tres hojitas madre”.

Ci è stata comunicata alla Festa della Lega di Cultura di Piadena dai cori provenienti dalla Francia

pagina 431
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Inno Arditi Del Popolo


Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/inno-arditi-del-popolo

Dalle vecchie barricate Fra l'oppresso e l'oppressore


che fiammeggiano le idee c'è un pugnale arrugginito
son risorte le trincee ma il coraggio dell'Ardito
per la nuova libertà! quella lama spezzerà!

Siam del popolo le invitte schiere Sulle strade insanguinate


c'hanno sul bavero le fiamme nere da chi cade e da chi muore
ci muove un impeto che è sacro e forte schiacceremo il traditore
morte alla morte morte al dolor lo giuriamo: eccoci qua!
Difendiamo l'operaio
Non vogliamo più assassini dagli oltraggi e le disfatte
non vogliamo più briganti che l'Ardito oggi combatte
come un dì gridiamo: avanti! per l'altrui felicità.
Sempre il grido echeggerà!

pagina 432
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Inno del Komintern [Fabbriche insorgete]


Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/inno-del-komintern-fabbriche-insorgete

Fabbriche insorgete Il nostro motto è soviet mondial


le schiere serrate il nostro motto è soviet mondial.
alla lotta marciate
marciate marciate. Fabbriche insorgete...

Il cupo terrore fascista sfidiam L'arma è sicura è pronta è fredda


il mondo si incendia orsù proletari venite a pugnar.
compagni insorgiam.
Orsù proletari
Il mondo si incendia venite a pugnar.
compagni insorgiam La fiamma di Lenin
I nostri fratelli ci addita il cammino
rinchiusi in galera alla lotta del ricco
non sono presenti nel mondo bastiam.
ma sono con noi.
Di due classi la lotta è final...
Di due classi la lotta è final
Fabbriche insorgete...

pagina 433
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Invano Johnson si opporrà


Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/invano-johnson-si-opporra

Tutta la storia da quando esiste il sol per arrestar Lenin, per arrestar Lenin
è lotta degli oppressi contro gli oppressor.
Ogni sovrano , duce o re Come il fascismo le corna si spezzò
schiacciò la plebe sotto i piè si spezzeran quelle dei re dell'or.
Finchè arrivò Lenin, finchè arrivò Lenin Dollari e bomba nuclear
non perverranno ad arrestar
Per dei millenni la plebe si piegò la marcia di Lenin, la marcia di Lenin
sotto il bastone dello sfruttator,
ma dallo stato di terror Sol la dottrina del nostro gran Lenin
e dall'iniquo suo torpor può trasformar dei popoli il destin.
la risvegliò Lenin, la risvegliò Lenin Invano Johnson si opporrà
perché dovunque trionferà
Contro il riscatto del lavorator la legge di Lenin, la legge di Lenin
sorse il fascismo boia e traditor
e un Presidente d'oltremar
ora il gendarme vuole far sull'aria di "Lili Marleen"

pagina 434
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Iroes
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: greco
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/iroes

Iroes àparta vouna mes'tis pètres kai sta chòmata


iroes me dhodheka zoès
kàstra tou Olýmbou thànatos màvros adelfòs
kai tou Pàrnasou fantàsmata thànatos tha ghinei o thànatos
iroes mes ta chalàsmata pyr stin Alamana
kai fotià ston Gorgopòtamo
Aìmata kòkkino nerò kai fotià ston Gorgopòtamo
aìmata potàmi vouerò
pyr stin Alamàna (1) Aèra stis koryfès
kai fotià sto Gorgopòtamo (2) màvro feggàri stis avlès
èla kai pàr'ti
Embròs adhèrfia embròs mònos sou ti Lefterià
ki'nai mazì mas kai o laòs me traghoùdhia, òpla kai spathià
sta pio meghàla mas ta kathortomata me traghoùdhia, òpla kai spathià

Informazioni

Translitterazione in caratteri latini dal testo in caratteri greci. Alcuni caratteri non sono riportati fedelmente, per
impossibilità tecnica.

(1)Duplice riferimento alla battaglia di Alamana tra esercito ottomano e insorti greci, durante la guerra di
indipendenza (1821), e alla battaglia delle Termopili (1941), che ostacolò in parte l'avanzata delle forze di
occupazione tedesche. (2)Riferimento all'importante operazione di sabotaggio che si concluse con la distruzione
del ponte sul fiume Gorgopotamos, importante arteria viaria della Grecia centrale (1942)

pagina 435
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Jarama Valley
(1937)
di Alex Mc Dade
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: inglese
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/jarama-valley

There's a valley in Spain Perché è là che abbiam dato


called Jarama il nostro essere uomini
It’s a place that we all know E quasi tutti i nostri prodi compagni
right well son caduti.
For it's there that we gave
of our manhood Siamo gli uomini
And most of our brave della Brigata Lincoln,
comrades fell E siam fieri della resistenza
che abbiam fatto,
We're the men of the E sappiamo che
Lincoln Brigade la gente della valle
And we're proud of the Si ricorderà
stand that we made della Brigata Americana.
For we know that the people
of the valley Dicon che stiamo andando via
Will remember the da questa valle,
American Brigade Ma non affrettatevi
a darci l’addio;
From this valley they Anche se abbiamo perso la battaglia
say we are going per il Jarama,
Do not hasten to bid Questa valle la libereremo.
us adieu
For though we've lost Non avrete mai pace coi fascisti,
the battle for Jarama Non conoscerete mai degli
We'll set this valley free amici come noi,
Così, ricordatevi della battaglia
You will never find peace per il Jarama
with the fascists E di quelli che libereranno
You will never know friends questa valle.
such as we
So remember the battle C’è una valle in Spagna
for Jarama chiamata Jarama,
And the people who will set Ed è un posto che
that valley free tutti noi conosciamo bene,
Perché è la che abbiamo
There's a valley in Spain combattuto i fascisti
called Jarama E abbiam visto la bella valle
Its a place that we all know diventare un inferno.
right well
For it's there that we fought TESTO SPAGNOLO, cantato dagli
with the fascists stessi componenti della Brigata Lincoln:
And saw that pleasant
valley turn to Hell. EL VALLE DEL JARAMA

Traduzione (Riccardo Venturi): Fue en España en el valle del Jarama


lugar que nunca podré olvidar
LA VALLE DEL JARAMA pues allí cayeron camaradas
jóvenes que fueron a luchar.
C’è una valle in Spagna
chiamata Jarama Nuestro batallón era el Lincoln
Ed è un posto che tutti noi luchando por defender Madrid
conosciamo bene con el pueblo hermanados peleamos

pagina 436
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los de la Quince Brigada allí. recordemos quien murió allá.

Lejos ya de ese valle de lágrimas TRADUZIONE DEL TESTO SPAGNOLO (Riccardo


su recuerdo nadie borrará Venturi):
Y así antes de despedirnos
recordemos quien murió allá. LA VALLE DEL JARAMA

E’ stato in Spagna, nella valle del Jarama,


Fue en España en el valle del Jarama Un posto che non potrò mai scordare.
lugar que nunca podré olvidar Perché ci son morti dei giovani
pues allí cayeron camaradas Compagni che erano andati a combattere.
jóvenes que fueron a luchar.
Il nostro battaglione era il Lincoln
Nuestro batallón era el Lincoln Che lottava per difender Madrid;
luchando por defender Madrid Come fratelli, lottiamo col popolo
con el pueblo hermanados peleamos E con quelli della XV Brigata.
los de la Quince Brigada allí.
Già lontani da questa valle di lacrime,
Lejos ya de ese valle de lágrimas Il suo ricordo non sarà mai cancellato;
su recuerdo nadie borrará E così, prima di partire
Y así antes de despedirnos Ricordiamo chi vi morì.

Informazioni

Canzone del Battaglione Lincoln (450 volontari USA nelle fila dell'esercito repubblicano spagnolo, XV Brigada
internacional), che difese, fino ad essere sterminato, la valle del Jarama attaccata dai franchisti presso Madrid, tra i
6 ed il 27 febbraio 1937. Si canta sull'aria di "From this valley they say you are coming".
Incisa per la prima volta da Woody Guthrie.

pagina 437
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L'hanno ammazzato Aldo Massei


(1922)
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: italiano
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lhanno-ammazzato-aldo-massei

L'hanno ammazzato Aldo Massei La su' famiglia piange


figlio d'un ciabattino Tutto il paese è allegro
tutto il paese è in festa Gli fanno un bel corteo
è morto un assassino. cantando "Me ne frego".

Informazioni

Durante la guerra civile del 1919-22 Aldo Massei era un caporione fascista, che si fece scoppiare una bomba fra le
gambe, con la quale voleva far saltare per aria il municipio di Cecina, retto da socialisti. Si canta sull'aria di "Nostra
patria è il mondo intero". Raccolto a Rosignano Marittimo da Pardo Fornaciari dalla voce di Giacomo Luppichini
nell'inverno 2011.

pagina 438
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La battaglia di San Lorenzo


Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-battaglia-di-san-lorenzo

Il padre di famiglia se ne stava al suo E' stato ucciso proprio a papà tuo.
lavoro
per guadambiare il pane ai figli loro. Sparsa la voce per la capitale.
O quanta gente ho visto alla stazione, e "combatti" proclamò: sciopero generale!
furon visti: Sti quattro delinquenti co' le facce come er
eran quella canaglia dei fascisti. sego
Il treno ferma e non andò più avanti, portavano la morte e il "me ne frego";
erano armati peggio dei briganti; anche noi ce ne saressimo fregati
s'udiva solo un colpo di moschetto se il governo come a lor ci avesse armati.
e stramazzava al suolo il poveretto. Ma Roma è sempre stata bolscevica,
Disse la mamma allora al figlio suo: trionfa sempre, sì, falce martello e spiga

Informazioni

Composta a Roma per ricordare un episodio della resistenza antifascista nella città. Sull'aria di "La leggenda del
Piave".

pagina 439
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La bessa
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: emiliano-romagnolo
Tags: lavoro/capitale, femministi, risaia/mondine
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-bessa

Aven ciapè la bessa Caporale no’ ci sfidare


l’avem magneda aièr, alle crumire devi badar.
an magnarem un ètra, La Maria l’è ‘na ruffiena
cunzè cun di crumir. in risaia non la vogliam,
Crumiri schifosi, Siamo donne, non siamo bestie,
la vostra lega vogliam essere rispettà.
l’e una lega da ninèn.

Informazioni

Canto del repertorio delle mondine, che parla della loro dignità di donne, delle dure lotte contro lo sfruttamento,
contro i caporali, le crumire e le ruffiane.

pagina 440
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La Butte Rouge
(1923)
di Gaston Montéhus
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: francese
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-butte-rouge

Sur c'te butte là, Car les bandits,


y'avait pas d'gigolette, qui sont cause des guerres,
Pas de marlous, Ne pleurent jamais,
ni de beaux muscalins. car ce sont des tyrans.
Ah, c'était loin du moulin d'la galette,
Et de Paname, La Butte Rouge, c'est son nom,
qu'est le roi des pat'lins. l'baptème s'fit un matin
Où tous ceux qui grimpèrent,
C'qu'elle en a bu, roulèrent dans le ravin
du beau sang,cette terre, Aujourd'hui y'a des vignes,
Sang d'ouvrier et sang de paysan, il y pousse du raisin
Car les bandits, Qui boit de ce vin là,
qui sont cause des guerres, boira les larmes des copains
N'en meurent jamais,
on n'tue qu'les innocents. Sur c'te butte là,
on y r'fait des vendanges,
La Butte Rouge, c'est son nom, On y entend des cris et des chansons.
l'baptème s'fit un matin Filles et gars,
Où tous ceux qui grimpèrent, doucement, y échangent,
roulèrent dans le ravin Des mots d'amour,
Aujourd'hui y'a des vignes, qui donnent le frisson.
il y pousse du raisin
Qui boira d'ce vin là, Peuvent-ils songer
boira l'sang des copains dans leurs folles étreintes,
Qu'à cet endroit
Sur c'te butte là, où s'échangent leurs baisers,
on n'y f'sait pas la noce, J'ai entendu, la nuit,
Comme à Montmartre, monter des plaintes,
où l'champagne coule à flôts. Et j'y ai vu des gars au crâne brisé.
Mais les pauv' gars
qu'avaient laissé des gosses, La Butte Rouge, c'est son nom,
I f'saient entendre l'baptème s'fit un matin
de pénibles sanglots. Où tous ceux qui grimpèrent,
oulèrent dans le ravin
C'qu'elle en a bu, Aujourd'hui y'a des vignes,
des larmes, cette terre, il y pousse du raisin
Larmes d'ouvrier et larmes de paysan, Mais moi j'y vois des croix,
portant l'nom des copains.

Informazioni

Una delle canzoni che meglio esprime la condanna e il disgusto peril macello della prima guerra mondiale. Si crede
che questa canzone, di così forte impatto, sia nata spontaneamente nelle trincee, mentre invece fu scritta nel
1922/23 da Montèhus e Krier.Attualmente vine cantata durante tutte le manifestazioni, ed è considerata a tutti gli
effetti un canto contro la repressione del movimento operaio.(http://www.nancy-luttes.net/Chorale/repertoire.htm)

pagina 441
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La Comune di Parigi
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-comune-di-parigi

Non siam più la Comune di Parigi pace, lavoro e pane,


che tu, borghese, schiacciasti nel sangue; vogliamo alfine redimere
non più gruppi isolati e divisi tutta l'umanità.
ma la gran classe dei lavorator Vogliamo che sulla terra
che uniti e compatti marciamo sia pace e lavoro,
sotto il rosso vessillo dei Soviet, vogliamo che sulla terra
di Lenin i soldati noi siamo, non regni più il dolor,
siam la forza del lavor, non regni più il dolor.
siam la forza del lavor.
Non siam più la Comune di Parigi...
In piedi, o proletari,
giunto è il dì della riscossa, Doman nelle officine
in alto la bandiera rossa non si faran cannoni
simbolo di libertà! ma si faranno macchine
In piedi, o proletari, solo per lavorar:
giunto è il gran momento per lavorare il ferro
di dire alfin chi siamo, la pietra con la terra.
di dire cosa vogliam, Questa sarà la guerra,
di dire cosa vogliam. la guerra che vogliam
la guerra che vogliam!
Vogliam la libertà,
Non siam più la Comune di Parigi...

pagina 442
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

La guardia rossa
di Raffaele Mario Offidani
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-guardia-rossa

Quel che si avanza è uno strano soldato È la guardia rossa...


viene da Oriente e non monta destrier
la man callosa ed il viso abbronzato Accorre sotto la rossa bandiera
è il più glorioso fra tutti i guerrier. tutta la folla dei lavorator
rimbomba il passo dell'immensa schiera
Non ha pennacchi e galloni dorati sopra la tomba di un mondo che muor.
ma sul berretto scolpiti e nel cor
mostra un martello e una falce incrociati Tentano invano risorgere i morti
gli emblemi del lavor tanto a che vale lottar col destin
viva il lavor. marciano al sole più ardenti e più forti
le armate di Lenin
È la guardia rossa viva Lenin.
che marcia alla riscossa
e scuote dalla fossa È la guardia rossa...
la schiava umanità.
Quando alla notte la plebe riposa
Giacque vilmente la plebe in catene nella campagna e nell'ampia città
sotto il tallone dei ricco padron più non la turba la tema paurosa
dopo millenni di strazi e di pene del suo vampiro che la svenerà.
l'asino alfine si cangia in leon.
Ché sempre veglia devota e tremenda
Sbrana furente il succhion coronato la guardia rossa alla sua libertà
spoglia il nababbo dell'or che rubò la tirannia cancrenosa ed orrenda
danna per fame al lavoro forzato più non trionferà
chi mai non lavorò trionferà.
non lavorò. Ché la guardia rossa
già l'inchiodò alla fossa
nell'epica riscossa
dell'umanità.

pagina 443
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La jeune garde
(1920)
di Gaston Montéhus
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: francese
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-jeune-garde

Nous sommes la jeune garde Demain nous prendrons les usines,


Nous sommes les gars de l’avenir Nous sommes des hommes et non des chiens.
Elevés dans la souffrance,
Oui, nous saurons vaincre ou mourir. Nous n’ voulons plus de guerre
Nous combattons pour la bonne cause, Car nous aimons l’humanité,
Pour délivrer le genre humain Tous les hommes sont nos frères
Tant pis si notre sang arrose Nous clamons la fraternité,
Les pavés sur notre chemin. La République universelle,
Tyrans et rois tous au tombeau !
Refrain Tant pis si la lutte est cruelle
Prenez garde ! Prenez garde ! Après la pluie le temps est beau.
Vous les sabreurs, les bourgeois, les gavés,
et les curés Quelles que soient vos livrées,
V’là la jeune garde ! V’là la jeune garde, Tendez vous la main prolétaires.
Qui descend sur le pavé. Si vous fraternisez,
C’est la lutte finale qui commence, Vous serez maîtres de la terre.
C’est la revanch’ de tous les meurt de faim Brisons le joug capitaliste,
C’est la révolution qui s’avance, Et bâtissons dans l’monde entier,
Et qui sera victorieuse demain. Les Etats-Unis Socialistes,
Prenez garde ! Prenez garde ! A la jeune La seule patrie des opprimés.
garde !
Pour que le peuple bouge,
Enfants de la misère, Nous descendrons sur les boulevards.
De force nous sommes des révoltés La jeune Garde Rouge
Nous vengerons nos pères Fera trembler tous les richards !
Que des brigands ont exploité. Nous les enfants de Lénine
Nous ne voulons plus de famine Par la faucille et le marteau
A qui travaille il faut du pain, Et nous bâtirons sur vos ruines
Le communisme, ordre nouveau

Informazioni

Inno della gioventù comunista (ma anche socialista) francese, scritto da Monthéhus per il congresso di Tours, in cui
fu fondato il PCF (25 dicembre 1920)

pagina 444
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La leggenda della Neva


di Raffaele Mario Offidani
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-leggenda-della-neva

La Neva contemplava Oh quanto ne fu di fertile il terreno


della folla umile e oscura e non soltanto sulla Sprea e sul Reno!
il pianto silenzioso e la tortura. Ben disse il duce degli Spartachiani:
La plebe sanguinava "Malgrado tutto, sarà mio il domani".
come Cristo sulla Croce E l'eco ripetè a tutta la Terra:
svenata dalla monarchia feroce "Fra oppressi ed oppressor
che non paga di forche e di Siberia non pace mai, ma guerra!".
volle ancor della guerra la miseria...
Ma sorse alfin un Uomo di coraggio La Neva altri prodigi
che infranse le catene del servaggio non invano prometteva.
e sterminò le piovre fino in fondo. L'incendio all'universo si estendeva.
Quell'uomo fu Lenin Minaccia il Po, il Tamigi
liberator del mondo. il Danubio ed altre sponde.
Arrosserà del Tebro le acque bionde.
La Neva trasportava Spartaco ruggirà dalla sua fossa:
verso il Mar, da Pietrogrado, ... "Eserciti di schiavi, alla riscossa!".
il motto di Lenin "Chi è ricco è ladro" O sozza tirannia, da troppo langue
ed il motto volando la folla prona, cui succhiasti il sangue.
per i mari e i continenti O casta scellerata e maledetta,
destò dal sonno gi schiavi dormenti. è giunto anche per noi
E valicò gli Urali, il Kremlino il dì della vendetta!
e giunse sino a Monaco e Berlino...
Qui sventolando la Bandiera Rossa Là, sulla sacra Neva
"Spartaco" diè il segnal della riscossa. sta Lenin che ansioso osserva
E cadde. Ma alla notte, sulla Sprea se la plebe latina è ancora serva.
- qual immenso falò - Compagni, su mostriamo
la salma risplendea. ai fratelli bolscevichi
che noi non siamo più gli schiavi antichi!
La Neva commossa E le campane pur suonino a festa
alla Sprea vaticinava per salutar la plebe che s'è desta!
che non invano "Spartaco" spirava. Noi dei tiranni il cuore ed il cervello
La pura salma rossa frantumeremo a colpi di martello.
ingigantì la tormenta Si appressa il giorno del fraterno amore.
e... "di denti di draghi fu sementa". Mouor con la tirannia
il regno del terrore!

Informazioni

Sull'aria de "La leggenda del Piave". Canto che esprime le "febbrili speranze che nutriva nel 1919 il proletariato
italiano. Tali speranze (che a molti apparivano certezza) non si realizzarono: si scatenò invece la più bestiale e
crudele reazione della storia" (da "Canti Comunisti, di Spartacus Picenus).

pagina 445
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La leggera
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale, satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-leggera

Il lunedì la testa mi vacilla Io ti vengo io ti vengo a ritrovar


Oi che meraviglia non voglio lavorar
Il venerdì poi l’è un giorno di passione
Il lunedì la testa mi vacilla Io che son cattolica non voglio lavorar
Oi che meraviglia non voglio lavorar
Il sabato poi l’è l’ultimo giorno
Il martedì poi l’è un giorno seguente Oi che bel giorno non voglio lavorar
Io non mi sento di andare a lavorar
Arriva la domenica mi siedo sul portone
Il mercoledì poi l’è un giorno di baruffa Aspetto il mio padrone che mi venga a pagar
Io c’ho della ciucca non voglio lavorar
Padron l’è là che arriva l’è tutto arrabbiato
Il giovedì poi l’è festa nazionale Brutto scellerato lèvati di qua!
Il governo non permette ch’io vada a lavorar
Noi siam della leggera e poco ce ne importa
Oh leggera dove vai Vadan sull’ostia la fabbrica e il padron!

Informazioni

Testo diffuso nella zona dell'Appennino Emiliano, su un tema presente in tutto il nord Europa, e noto in tutta l'Italia
settentrionale e centrale, in diverse versioni.A proposito di questo modello di canzone, a pg 185 di Jona E.,
Liberovici S., Castelli F., Lovatto A., Le ciminiere non fanno più fumo. Canti e memorie degli operai torinesi, Donzelli
Editori, Roma, 2008, si può leggere: "questo canto pertanto può considerarsi come uno dei primi canti del
proletariato moderno non ancora costituito in gruppi organizzati: siamo cioè alla preistoria della classe operaia."
Per il significato del termine "leggera", vedi la nota a La lingera di galleria.

pagina 446
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La nostra società l'è la filanda


Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: lombardo
Tags: lavoro/capitale, filanda
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-nostra-societa-le-la-filanda

La nostra società l'è la filanda in punta di piè


quaranta lazarón che me comanda ma per vedere ma per vedere
i gh'eva l'assistenta forastiera se 'l direttor el gh'è
la manderemo in galera
La 'n voeur i sigari
Gh'el diseremo, gh'el diseremo la 'n voeur i soldi
al direttór la 'n voeur i sigari e de fa 'l caffè (3
che la 'sistenta la va di basso volte)
a fare l'amór
Biondina carina non sei più per me.
La va di basso la va di basso

Informazioni

Raccolta a Cologno sul Serio da Sandra Mantovani.

pagina 447
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La smortina
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale, femministi, risaia/mondine
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-smortina

Ama chi ti ama, Il mio cuore non è contento


Non amare chi ti vuol male, Ma è felice chi lo godrà.
Specialmente il caporale
E i padroni che sfruttano te. Io son nata risaiola,
Risaiola di Reggio Emilia,
Non badare se son smortina, Ho lasciato la mia famiglia
È la risaia che mi rovina, Per venire a lavorar.
Quando poi sarò a casa mia
I miei colori ritorneran. Per venire a lavorare
Ho lasciato la mia casa,
I miei colori son ritornati, Quaranta giorni dovrò restare
Il mio amore mi ha abbandonato, Sempre curva sul lavor.
Se saremo destinati
Torneremo a incominciar. Ama chi ti ama,
Non amare chi ti vuol male,
Non badare se io canto, Specialmente il caporale
La passione l'ho di dentro, E i padroni che sfruttano te.

Informazioni

Canto di risaia dal repertorio di Giovanna Daffini.

Vedi anche Ama chi ti ama, di Giovanna Marini.

pagina 448
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La tabaccara
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: salentino
Tags: lavoro/capitale, femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-tabaccara

Sta sonanu le sette, senza guadagnamu na lira.


tutte allu magazzinu:
cu lu scarpinu lucitu, Oilì...
lu solitu passettinu.
Ci ete sta maestra
Oilì, oilì, oilà, mo de stu magazzinu?
vota ca gira la tabaccà. Cacciatila ddhra fore,
vascia coja petrusinu.
E alle sette e dieci
è sciuta l'operaia: Oilì, oi...
se vota lu portinaru
ca è già passatu l'orariu. Ci ete sta maestra,
risponde lu Garzia
Oilì... mandatila dha fore,
vascia coja cignu e lissia
Ci 'zzamu moi de notte oilà oilà oilà
cujimu lu tabaccu: vota ca gira la tabacca'.
tuttu lu giurnu nfilamu
Oilì, oi...

Informazioni

Canto tradizionale salentino a tempo di valzer, con strofe dedicate al lavoro delle tabacchine.
"Mestiere scomparso. Nel dopoguerra era l’occupazione di moltissime donne che avevano la fortuna di lavorare in
paese e non nei campi. Era ritenuto un lavoro privilegiato ma le condizioni erano durissime perché le tabacchine
venivano controllate continuamente dalla sguardo di una maestra, a volte vera e propria aguzzina. Il luogo in cui
lavoravano si chiamava fabbrica. Era insalubre e chiuso da sbarre, come la galera. Ma le nostre donne riuscivano,
per sopravvivere, anche a ridere e fare satira" (Archivio sonoro della Puglia, Fondo Montinaro)
Vedi anche Fimmine fimmine

pagina 449
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La varsovienne [1905 roku]


Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: francese
Tags: comunisti/socialisti, lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-varsovienne-1905-roku

En rangs serrés l’ennemi nous attaque Les profiteurs vautrés dans la richesse
Autour de notre drapeau groupons-nous. Privent de pain l’ouvrier affamé.
Que nous importe la mort menaçante Ceux qui sont morts pour nos grandes idées
Pour notre cause soyons prêts à souffrir N’ont pas en vain combattu et péri.
Mais le genre humain courbé sous la honte Contre les richards et les ploutocrates.
Ne doit avoir qu’un seul étendard, Contre les rois, contre les trônes pourris,
Un seul mot d’ordre Travail et Justice, Nous lancerons la vengeance puissante
Fraternité de tous les ouvriers. Et nous serons à tout jamais victorieux.

O frères, aux armes, O frères, aux armes,


pour notre lutte, pour notre lutte,
Pour la victoire Pour la victoire
de tous les travailleurs. de tous les travailleurs.

Informazioni

La melodia è una musica tradizionale polacca, usata anche per altri canti rivoluzionari, come ad esempio A las
barricadas, o Stato e padroni fate attenzione.

Fonte: Presso questo link si possono trovare molte notizie specifiche sulla complessa storia di questa canzone e
versioni plurilingue della stessa.

pagina 450
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La vittoria del comunismo


di Raffaele Mario Offidani
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-vittoria-del-comunismo

(Vieni pei campi o tesor, Ed il Comunismo allora sarà


fuggi l'ombra del villaggio...) la Fulgida realtà!

Oh, la notte fosca che fu...


Quando la terrà godrà
lo splendor del Nuovo Maggio Sfruttare il suo sudor
la schiava umanità mai vedrà il lavoratore
sarà redenta dal servggio. né le fanciulle ai signor
Darà la Rossa Bandiera venderanno più l'onore.
nuove gioie sconosciute Per sempre sarà morto
alla lunghissima schiera l'evo triste del dolore.
delle perdute Potrà cantare il risorto
folle sparute... lavoratore,
inni d'amore!
Oh, la notte fosca che fu
no, non farà ritorno mai più, Oh, la notte fosca che fu...
mai più!
Oh, la notte fosca che fu...

Informazioni

Sull'aria de "I milioni d'Arlecchino".

pagina 451
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Lacreme e' cundannate


Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: napoletano
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lacreme-e-cundannate

Sta tutt’o munne sane arrevutate Sulo ‘o governatore


pe’ Ssacch’e ppe’ Vanzette cundannate ggiustizia la po’ ffà
e chi vvigliaccamente l’ha ‘nfamate Si Die ‘n ce mette ‘o core
maj n’ura ‘e pace nunn ha dda truva’ ‘a grazzia la farrà

A ttutt’ i pparte arrivane So’ state senza core


pruteste ‘n quantità tutte quante
facenne appelle cercano pure e’ ggiurate
‘e farle aggrazzia’ ma che ‘nfame ggente

Doppo sett’anni ‘e pene e’ carcerate Nun sentene raggione


tra vita e mmorte chi è ‘nnucente
chisti sventurate Chesta nunn è ggiustizzia,
mo’ ca ‘a cundanna è ‘nfamità
ll’hanno cunfermate Sti sfortunate chiagnene
nun ce sta mezze pe’ ‘e puté salvà so’ rrassignate ggià
e dint’a cella spettano
ccà Ddio l’ha dda salvà

Informazioni

Canzone in napoletano che circolava negli USA incisa in vinile a 78 giri, a testimonianza della popolarità del caso
dei due anarchici imputati di rapina ed omicidio di un agente, ma in realtà presi di mira proprio perché anarchici e
per di più italiani.

pagina 452
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Lamento del carbonaro


Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: toscano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lamento-del-carbonaro

Vita tremenda e vita disperata una e ottanta ce lo fan bastare.


chi un l'ha provato un lo po' immaginare Ci danno la farina a caro prezzo
credo all'inferno un'anima dannata cinquanta lire la fanno i' quintale
che così tanto possi tribolare puzza di riscaldato e sa di lezzo
quant'è lo spasimo e i' dolore sarebbe roba da darsi al maiale.
quella del carbonaro il tagliatore.
Bisogna tace e non c'è via di mezzo
Parti da casa ha poco lieto il core tanto se si reclama è sempre uguale
si riunisce assoma a diversi compagni se da qualcuno siamo ascoltati
lascia la moglie immersa in un dolore si passa da 'gnoranti e da sfacciati.
e i figli scarzi e 'gnudi come ragni
dicendogli: se giova el mio sudore 'Un se lo rammentan più quegli esaltati
ho la speranza farli bon guadagni che si mangiava il pane a pari eguale
soccorso vi darò come vedrete ora che a mangià 'l pan si son trovati
vi comprerò le scarpe e mangerete son quelli che si fanno tanto male
tra il capo macchia ministri fattori e
Le speranzi son boni capirete dispensieri
perché il padron ci fa bon promessione son quelli che ci mettono i pensieri.
si va in Corsica in Sardegna fino a Riete
si va a seconda le combinazione Ora ch'a' conti ci siamo arrivati
credessimo trovare maggior fortuna là giò 'l ministro li ha già sistemati.
s'anderebbe nel mondo della luna. Ci consegnano biglietti sigillati
par che d'aprirgli a lor molto gli prema
In secca in una foresta alta e dura quando che gli hanno letti esaminati
gli par d'aver trovato un gran tesoro quello che gli par troppo ce lo scema
l'è lì che tutt'insieme ci si adduna tutt'a utile suo la somma tira
possibilmente ne'ccentro di'llavoro lo chiude 'l conto e 'l povero sospira.
e lì chi di una parte alcuna
forman la cella per il suo demoro Quello che gli rispondo a piena ira
la fabbrica con legna terra zolle e sassi Mi scusi signor padrone ma qui ha sbagliato
pare proprio i'rricovero de' tassi. più s'arrabbia più s'infama più s'adira
dicendo: È troppo quello che ti ho dato
Otto mesi bisogna coricarsi se stavi più accorto e lavoravi
nutrendosi di un cibo più meschino di certo che di più tu guadagnavi
pure'n di cacio un se doventa grassi
per risparmiar se ne mangia pochino Pensate un po': essere stati otto mesi
otto mesi si dorme sotto le oscure zolle schiavi
col capo in terra come le cipolle. pensate un po' come taglian la giubba
in centonovantanove tutti ladri
Vi posso dire sopra quel terreno fanno a gara tra loro a chi più rubba
ci siamo tanti assoma a lavorare Ritorno a casa stracanato e scotto
ci volesse due lire e non di meno senza quattrini e con la febbre addosso.

Informazioni

Reg. di Caterina Bueno, Tirli, Grosseto, 1965, inf. Domenico Bartoletti.

pagina 453
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Lenin e Stalin
di Raffaele Mario Offidani
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lenin-e-stalin

Quasi un ventennio è passato Piomba la belva fascista


Da quando sorge quaggiù Sopra ogni gran civiltà
Un genio atteso e adorato L'umanità socialista
Come un novello Gesù Or si accingeva a sbranar
Ed ogni oppresso cantava Ma un uomo tutto d'acciaio
Non lagrimando già più Ad aspettarlo era là

Lenin la tua dottrina si diffonde e vola Stalin di Stalingrado la leggenda vola


Lenin la tua parola è quella che consola Stalin fermava il mostro la tua forza sola

Il dolce sogno santo Gloria sia a te in eterno


Della gran città del Sole Senza la tua grande vittoria
Che vagheggiava ogni cuore Ritorna indietro la storia
Tu realizzasti quaggiù Di due millenni o anche più
Lenin il più grand'uomo del mondo sei tu
E come il Sole il tuo ideale non si spegne Stalin il degno erede del gran Lenin sei
mai più tu
Due vostri pari sopra la terra non
verranno mai più
Stalin mai più

pagina 454
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Les Partisans
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: francese
Tags: antifascisti, comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/les-partisans

Par le froid et la famine Notre paix c’est leur conquête


Dans les villes et dans les champs Car en mil neuf-cent-dix-sept
A l’appel du grand Lénine Sous les neiges et les tempêtes
Se levaient les Partisans. (bis) Ils sauvèrent les Soviets. (bis)

Pour reprendre le rivage Ecrasant les armées blanches


Le dernier rempart des Blancs Et chassant les atamans
Par les monts et par les plaines Ils finirent leur campagne
S’avançaient les Partisans. (bis) Sur les bords de l'océan. (bis)

Informazioni

Versione francese di una canzone dell'Armata Rossa, Po dolinam i po vzgoryam.

Fonte

pagina 455
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Lottete combattete (Stornelli 1918-1948)


Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: romanesco
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lottete-combattete-stornelli-1918-1948

"Lottete combattete, vi attende vittoria! so stati na massa d'assassini


Figli d'Italia, per il Re vincerete: povera Italia
quando tornate a casa coperti di gloria come ce l'ha ridotta sta canaja
onori e in cambio la terra ne avrete"
Umbertino credeva d'esse 'n dritto
Più di quattrocentomila fanti crepati come Pilato se lavò le mano
ebber la terra sul Carso e sul Grappa: ma er popolo italiano zitto zitto
quando tornarono a casa feriti, accecati - c'ha levato l'Italia tra le mano.
bastone, galera, esilio e scialappa. Er due de giugno s'è unito fitto fitto
Vittorio che fu il primo traditore assieme a'n po' de democristiani
e che lo vorse fa vortabandiera l'ha tolto re Umbertino a fallo er gallo
diede er cummanno a'n porco dittatore si vadi a fa' ammazzare ar Portogallo
pe farla fa' na disastrosa guera
Er diciotto d'aprile l'Italiani
Vittorio Emanuele, che cosa voi? svortorno in un'acerima battaja
tutta la gioventù mori' la fai più peggio che si fusse na mitraja
tutta la gioventù co te la voi ricominciorno tutti quanti i mali
ma verà er dì che te ne pentirai certi boja carcerati
perché tu pe strano caso se so troppo arifrancati
non sei ancora persuaso nun ce so santi
che sarvo ognuno bisognaria cacciarli a tutti quanti
la monarchia nun la vo' più neciuno
Mo governaccio sei tutto no sfacello
Per ordine del Duce stasera senza luce te dico male no nun t'arigrazio
stanotte rioplani inglesi e mericani Ce tratti accome carne da macello
e così sia Tutto hai mangiato tutto e non sei sazio
abbiamo perso Africa e Tunisia Ma è inutile aripete er ritornello
ché oggi pe campa' è tutto no strazio
Pe l'insalata ce vole l'ojo chi ce cummanna è na grossa balena
pe scappa' ce vo' Badojo che coi pesci più piccoli fa cena
pe perde li confini
ce vonno Hitler e Musolini Questi signori de la maggioranza
che in tutto er monno la fanno schifenza
Vittorio Emmanuele falla finita rinchiuderli vorei drento una stanza
non vedi che l'Italia è ruvinata? e falli resta' poi de cibo senza
non vedi che l'Italia è disistrata? e si c'ha fame er proletario
bandiera dei Savoja è bifinita magna bene er mijonario
e la casa dei Savoja co questa vita
è la casa de l'imbroja: la fame drento all'ossa s'è ingarnita
è'n fatto strano
vedello scappa'n re come a'n somaro Ma noi che semo de la fila manca
e troppa ce n'avemo de pazienza
Manco si questo fusse troppo poco noi li volemo i condottieri onesti
so venuti i Tedeschi puzzolenti perciò ce vonno i veri communisti
pe mette lo Stivale tra fero e foco che da sempre poveretti
e massacra' li poveri inocenti nun c'hanno secondi piatti:
E li Tedeschi e Musolini cari fratelli,
basso lo scudo e in alto li martelli!

Informazioni

Stornelli storico-politici di area romana, dalla fine della prima guerra mondiale alle elezioni del 18 aprile 1948.

Melodie tradizionali del Lazio (ottave e stornelli alla maniera del "sor Capanna")

pagina 456
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Ma lu trenu di Bastie
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: toscano
Tags: emigrazione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ma-lu-trenu-di-bastie

Ma lu trenu di Bastie per girar tutti i paesi.


fatto gli è per li signori
piangano li carrettieri Juccumero juccumero juccunero juccumè
si lamentano i pastori. Juccumero juccumero juccunero juccumè

Juccumero juccumero juccunero juccumè Non piangete donne corse


Juccumero juccumero juccunero juccumè se i lucchesi se ne vanno
preparate le fascette
Agnulina mia Agnulina gli zitelli nasceranno.
voglio dirtela una cosa
quando passa lu trenu Juccumero juccumero juccunero juccumè
tiragli una mitragliosa Juccumero juccumero juccunero juccumè
e la gente che sta dentro
morirà dallo spavento. Mamma mia voglio marito
io zitella un vo' più stare
Juccumero juccumero juccunero juccumè mama cercami un partito
Juccumero juccumero juccunero juccumè io mi voglio maritare

Donne corse state allegre Juccumero juccumero juccunero juccumè


ch'è sbarcato li lucchesi Juccumero juccumero juccunero juccumè
hanno fogli e passaporti Juccumero juccumero juccunero juccumè
Juccumero juccumero juccunero juccumè

Informazioni

Raccolto a Campotizzoro (Pistoia), maggio 1978. Informatric: Anna Buonuomini di Campotizzoro e Luisa Sabatini di
Granaglione. Raccoglitore e registrazione: Sergio Gargini. Trascrittore del testo e della musica: Simone Faraoni.

Si tratta di un "canto corso", ovvero uno dei canti che, mescolando e integrando dialetti e contenuti locali e corsi,
raccontano della vita e delle vicende degli emigranti dall'Appennino toscano in Corsica, dove andavano a lavorare
per molti mesi all'anno come carbonai. Analoghi canti si trovano in Sardegna.In particolare di questo canto si
trovano versioni corse e sarde, con testo e soggetto in parte differente e differente melodia.

pagina 457
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Makhnovtchina
(1920)
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: russo
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/makhnovtchina

Makhnovtchina, Makhnovtchina Ty pogibla, maxnovšćina,


veter flagi tvoi vil, no dala zavet vojcam.
počernevšie s kručiny, My v surovuju godinu
pokrasnevšie s krovi sberegli tebja v serdcax
počernevšie s kručiny, My v surovuju godinu
pokrasnevšie s krovi. sberegli tebja v serdcax.

Po xolmam i po ravninam Ty zaveš naš, maxnovšćina,


v dožď i veter i tuman na grjadušćie goda,
čerez sveti Ukrainy ty xotela s Ukrainy
šli otrjady partizan gnať tiranov navsegda
čerez sveti Ukrainy ty xotela s Ukrainy
šli otrjady partizan. gnať tiranov navsegda.

V Brest-Litovske Ukrainu I segodnja, maxnovšćina,


Lenin nemcam ustupil – tvoi flagi v’jutsja vnov’.
za polgoda maxnovšćina Oni černy kak kručina,
ix razvejala kak pyľ oni krasnye kak krov’
za polgoda maxnovšćina Oni černy kak kručina,
ix razvejala kak pyľ. oni krasnye kak krov’.

Šli denikincy lavinoj, Ty voskresneš’, maxnovšćina,


sobiralis’ až v Moskvu – i buržui pobegut
vse ix vojsko maxnovšćina čerez stepi Ukrainy,
pokosila kak travu čerez tundru i tajgu
vse ix vojsko maxnovšćina čerez stepi Ukrainy,
pokosila kak travu. čerez tundru i tajgu.

No udar narodu v spinu Nikakie reki krovi


nanesli boľševiki, ne zaľjut ogon’ bor’by.
i pogibla maxnovšćina Nas ničto ne ostanovit,
ot predateľskoj ruki Kommunizmu zavtra byť !
i pogibla maxnovšćina Nas ničto ne ostanovit,
ot predateľskoj ruki. Kommunizmu zavtra byť !

Informazioni

Inno della Esercito insurrezionale rivoluzionario ucraino esistito trail 1918 e il 1921, Originariamente canto popolare
russo e inno zarista, poi dell'armata bianca di Denikin, quindi bolscevico, e dei ribelli libertari ucraini di Makhno, e
per finire, passando di versione in versione dalla guerra civile di Spagna e ai partigiani di tutta Europa contro il
nazifascismo (in Italia ne esisteranno tante versioni), inno delle JCR francesi nel 1968.

Da Canzoni contro la guerra

pagina 458
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Mano alla bomba


(1937)
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: italiano
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/mano-alla-bomba

Su mano alla bomba che scoppi mitraglia Ogni classe ed il governo a disfar e
Disponi i petardi e impugna le Star, debellar
e impugna le Star
Si propaga l'idea rivoluzionaria E'ora che spenta sia la dittatura
La gran libertaria che i ceppi spezzò Vergogna e tortura del mondo civil
Non più militari ne classi borghese
Presto anarchici accorriamo Su fuoco alle chiese e abbasso il poter
A pugnar per la vittoria od il morire
Con petrolio e dinamite Presto anarchici...

Informazioni

E' la traduzione in italiano di una canzone spagnola del '36, Arroja la bomba.
Pubblicata su “Guerra di Classe”, giornale della CNT-FAI (Seccion Italiana), Barcelona, a.II,n.14, 1 maggio 1937, p.
6, col titolo Mano alla bomba! e l’indicazione: “Adattazione di VIR. Motivo dell’inno anarchico Arroja la bomba". VIR
è lo pseudonimo di Virgilio Gozzoli, anarchico di Pistoia.
Arroja la bomba nasce durante la dittatura fascista di Primo de Rivera (1923-1930) e venne cantata nelle prigioni
dagli anarchici incarcerati. La “Star” è un grosso revolver, molto utilizzato all’epoca.

Da acrataz.oziosi.org (non più online).

pagina 459
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Màvra koràkia
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: greco
Tags: antifascisti, comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/mavra-korakia

Màvra koràkia me nýchia ghampsà tous proletàrious tis ikoumènis


pèsane pàno stin erghatià to dhròmo ghià to lytromò
àghira kràzoun ghià aìma dhipsoùn
to Dimitròf sti kremàla na dhoun Iroes tètoioi boroùn monachà
na vghoùne mèsa ap'tin erghatià
To Danef kai Popof ton Delman ki àllous dhokimasmènos sti màchi sklirà
andifasìstes archighoùs kratàs esý ti simaìa psilà
ke stin Kandòna chiliàdhes sfàzoun
proletarìous iroikoùs tis tritis dhìethnous tou Lenin Stalin
ki èdheixes s'òlous tous laoùs
Ghìghas stous ghìghantes o Dimitròf pos na palèvoun pos na nikàne
vràchos ghranìtis stèki orthòs tous taxikoùs tous tous ekthroùs
tous dhikastès tou chtypài sklirà
tous xeskepàzei tous podhopatà tis epanàstasis kai tis thysìas
ki èdheixes s'òlous tous laoùs
kai bros sto thànato kai stin kremàla pos na palèvun pos na nikàne
èdheixes s'òlous Dimitròf tous taxikoùs tous tous ekthroùs

pagina 460
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Mené Trevès Turati


Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/mene-treves-turati

Mené Trevès Turati tutte le vostre lotte a dar in man l’Italia alla feccia più pura
finiron col fascismo per mezzo delle botte (rit.)
Ir più feroce in trono è Cesare de Vecchi
Agitiamoci tutti quanti chissà quando ma presto lo vedremo in piazza sugli stecchi
la finirà (rit.) (rit.)
Bandiera Rossa quando trionferà Ma il core resta rosso e non si muta mai
il giorno del riscatto, ai rinnegati guai!
Quel porco di Esse Emme l’ha fatto per paura

Informazioni

Questo canto socialista (rivolto ai dirigenti socialisti Treves, Turati e Mené, nomignolo affettuoso e familiare per
Giuseppe Emanuele Modigliani, deputato di Livorno) fa riferimento a Esse Emme= SM, ossia sua maestà vittorio
emanuele terzo, ed a Cesare De Vecchi, quadrumviro della marcia su Roma, governatore di Rodi, della Somalia,
ministro della educaz.nazionale, generale comandante della piazza di Piombino fino al '43. Non aderì a Salò, alla
fine... gli fu riconosciuta la partecipazione alla Resistenza, per la battaglia di Piombino del 10-11 settembre contro i
tedeschi che volevano occupare la città! Altro che infilzato dalla giustizia popolare, come il canto auspica! La
penultima strofa è quindi sicuramente degli ultimi anni del ventennio, quando De Vecchi era a Piombino; le altre si
riferiscono a persone e fatti degli anni Venti, quindi sono probabilmente più antiche. Tràdito da Luigi Fantolini,
cantastorie livornese del Novecento.

pagina 461
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My children are seven in number


(1933)
di Eleanor Kellogg
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: inglese
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/my-children-are-seven-number

My children are seven in number, My house is a shack on the hillside,


We have to sleep four in a bed; Its doors are unpainted and bare;
I'm striking with my fellow workers. I haven't a screen to my windows,
To get them more clothes and more bread. And carbide cans do for a chair.

Shoes, shoes, we're striking Homes, homes, we're striking


for pairs of shoes, for better homes,
Shoes, shoes, we're striking Homes, homes, we're striking
for pairs of shoes. for better homes.

Pellagra is cramping my stomach, They shot Barney Graham our leader,


My wife is sick with TB; His spirit abides with us still;
My babies are starving for sweet milk, The spirit of strength for justice,
Oh, there as so much sickness for me. No bullets have power to kill.

Milk, milk, we're striking Barney, Barney, we're thinking


for gallons of milk, of you today,
Milk, milk, we're striking Barney, Barney, we're thinking
for gallons of milk. of you today.

I'm needing a shave and a haircut, Oh, miners, go on with the union,
But barbers I cannot afford; Oh, miners, go on with the fight;
My wife cannot wash without soapsuds, For we're in the struggle for justice,
And she had to borrow a board. And we're in the struggle for right.

Soap, soap, we're striking Justice, justice, we're striking


for bars of soap, for justice for all,
Soap, soap, we're striking Justice, justice, we're striking
for bars of soap. for justice for all.

Informazioni

Sulla melodia tradizionale di "My Bonnie lies over the Ocean"


Nell'inverno del 1933 i minatori di carbone di Davidson e Wilder in Tennessee scesero in sciopero. Le due cittadine
erano completamente controllate dalla compagnia mineraria, che pagava i lavoratori con buoni spendibili solo nei
suoi negozi.
Leader della protesta era Barney Graham, freddato nel mese di aprile 1933 da gansters prezzolati dall compagnia
mineraria.

pagina 462
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Nati noi siam nell'umida tana


Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/nati-noi-siam-nellumida-tana

Nati noi siami nell'umida tana ci condannano militar


che il borghese ci condannò quando il popol chiede pan
siam senza pane siam senza lavor lor del piombo
lor del piombo ci fan dar
A lor ricchezze vasti palagi
a noi miseria fame e dolor Non sparerem no
a lor ricchezze vasti palagi no sparerem no
a noi miseria fame e dolor
Non vogliam più miseria
Su compagni alziamoci in piè nè armi omicide
vogliam giustizia e libertà vogliamo lìeguaglianza
non più miseria noi vogliam viva la libertà
voglia vogliam
Su compagni alziamoci in piè
In silenzio e con dolor vogliam giustizia e libertà
con dolor non più miseria noi vogliam
voglia vogliam

Informazioni

Cantata operaia che utilizza frammenti di arie di varie opere liriche, raccolta da Jona -Liberivici nel 1960 a Torino,
dall'autore Carlo Gagne, maestro dei cori legati ai circoli e alle associazioni operaie del periodo pre fascista.

pagina 463
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Ningú no compren ningú


di Xesco Boix
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: catalano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ningu-no-compren-ningu

Ningú no compren ningú amb tres núvels per quan plou


peró nosaltres som nosaltres amb el mar a quatre passes
i sabem alló que és bó: i els que som companys, i prou.
Sentir el sol damunt la cara,
i estimar-se de debó, Ningú no compren ningú
i trobar-se viu encara, peró nosaltres som nosaltres
i cantar sense cap dò. i sabem la veritat:
que la terra no és partida
Ningú no compren ningú como um mapa mal pintat,
peró nosaltres som nosaltres i que aixó és uma mentida
i volem un món tot nou: de molt mala voluntat.
amb un cel net d'amenaces

Informazioni

Registrat0 per la prima volta nel 1971dal Gruppo catalano La trinca, in un 45 giri per l'etichetta spagnola Edigsa.
(El Gallo Rojo, lapalabramasnuestra@gmail.com)

pagina 464
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Noi siamo la gioventù comunista


di D. Settimelli
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/noi-siamo-la-gioventu-comunista

Noi siamo la gioventù comunista tutti compatti noi vogliam pugnar


il mondo lo vogliamo liberare
vogliamo sopraffar l'onta fascista Quei vili mercenari dei fascisti
il drappo di Lenin si vuol innalzare devastator del mondo ed incendiari
credevan col terrore dei teppisti
Avanti avanti compagni tutti di sopraffar le classi proletarie
è giunta l'ora della libertà
avanti avanti tutti compatti Invece tutti in un sol momento
ed il fascismo la dovrà pagar siamo risorti a difendere il lavor
e l'oppressore dovrà finire
Con il vessillo rosso innalzato per la Comune noi dobbiam pugnar
che calpestato era da lor signor
per il trionfo della Comune Con il vessillo...

Informazioni

Sull'aria di Allarmi siam fascisti.

pagina 465
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Nuestro México, febrero veintitrés


Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: spagnolo/castigliano
Tags: antimperialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/nuestro-mexico-febrero-veintitres

Nuestro México, febrero veintitrés, se bajaron con todo y aeroplanos


dejó Carranza pasar americanos, y Pancho Villa prisioneros los tomó.
diez mil soldados, seiscientos aeroplanos,
buscando a Villa por todo el país. Todas las gentes en Chihuahua y Ciudad Juarez
muy asustada y asombrada se quedó
Los de a caballo no se podían sentar de ver tanto gringo y carrancista
y los de a pie no podían caminar que Pancho Villa en los postes les colgó.
entonces Villa los pasa en aeroplanos
y desde arriba les dice good bye. Qué se creían los soldados de Texas
que combatir era un baile de carquiz.
Comenzaron a volar los aeroplanos Con la cara llena de vergüenza
entonces Villa un gran plan les formó se regresaron todos a su país.
se vistió de soldado americano
y a sus tropas también las transformó. Yo les encargo mis fieles compañeros
que se estén firmes al pie de su cañón
Mas cuando vieron los gringos las maderas que disparen la última metralla
con muchas barras que Villa les pintó para defensa de nuestra nación.

Informazioni

Un corrido villista che racconta una delle gesta di Pancho Villa durante la rivoluzione messicana.

pagina 466
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O cara mamma vienimi incontra


Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale, risaia/mondine
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/o-cara-mamma-vienimi-incontra

O cara mamma vienimi incontra e a mezzogiorno quel brutto sole


che ho tante cose da raccontare che ci faceva abbrustolir
che nel parlare mi fan tremare
la brutta vita che ho passà A mezzogiorno fagioli e riso
e alla sera riso e fagioli
La brutta vita che ho passato e quel pane non naturale
là sul trapianto e nella monda che l'appetito ci fa mancar
la mia bella faccia rotonda
come prima non la vedrai più E alle nove la ritirata
e alle dieci c'è l'ispezione
Alla mattina quei moscerini l'ispezione del padrone
che ci succhiavano tutto quel sangue tutte in branda a riposar

Informazioni

Canzone di risaia. Registrazione di Lionello Gennero, Garbagna, Novara, informatrici: un gruppo di mondine.

pagina 467
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O mamma mia tegnìm a cà


Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: lombardo
Tags: lavoro/capitale, filanda
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/o-mamma-mia-tegnim-ca

O mamma mia tegnìm a cà L'è di vilàn per laurà


o mamma mia tegnìm a cà e mi 'n filanda mi vöi pu 'nà
o mamma mia tegnìm a cà
che mi 'n filanda Gh'è giò 'l sentón ferma 'l rudón
mi 'n filanda mi vöi pü 'nà e la filanda l'è la presón

Me dör i pé me dör i man L'è la presón di presoné


e la filanda l'è di vilàn e mi 'n filanda son stüfa asé.

pagina 468
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O Russia bella
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/o-russia-bella

O Russia bella Avanti avanti avanti


tu sei ribella sorgiamo è l'avvenir
l'Italia a te sorgiamo è l'avvenir
sarà sorella
e nel vederti Avanti avanti avanti
ancor più bella sorgiamo è l'avvenir
falce e martello vogliam la libertà
è l'avvenir

pagina 469
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Po dolinam i po vzgoriam
(1929)
di Sergej Alimov
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: russo
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/po-dolinam-i-po-vzgoriam

Po dolinam i po vzgoriam Partizanskie otriady


Shla diviziia vpered, Zanimali goroda.
Chtoby s boiu vziat Primore
Beloj armii oplot. I ostanutsia kak v skazke,
Nalivalisia znamena Kak maniashchie ogni,
Kumachom poslednikh ran, Shturmovye nochi Spasska,
Shli likhie ehskadrony Volochaevskie dni.
Priamurskikh partizan. Razgromili atamanov,
Razognali voevod,
Ehtikh let ne smolknet slava, I na Tikhom okeane
Ne pomerknet nikogda, Svoj zakonchili pokhod.

Informazioni

Originariamente canto popolare russo e inno zarista, poi dell'armata bianca di Denikin, quindi bolscevico, e dei
ribelli libertari ucraini di Makhno, e per finire, passando di versione in versione dalla guerra civile di Spagna e ai
partigiani di tutta Europa contro il nazifascismo (in Italia ne esisteranno tante versioni), inno delle JCR francesi nel
1968. La versione italiana

Dal sito Canzoni contro la guerra

pagina 470
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Povere filandine
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: veneto
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/povere-filandine

Povere filandine, la paga che ciapemo


desfortunàe che semo, li ne la vol magnar.
la paga che ciapemo
li ne la vol magnar. Povere filandine,
levemo su a bonora,
Che ne ciapemo trenta, ciapemo una malora
li ne magna quaranta, par mèso franco al dì.
al sioba li ne la canta,
al sabo li ne la tien. E anche 'l caposala,
che no xe bon da gnente,
Povere filandine, ghe venga un asidente
desfortunàe che semo, su la punta del cor.

pagina 471
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Povero Matteotti
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti, comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/povero-matteotti

Povero Matteotti, E mentre lui moriva,


te l'hanno fatta brutta così diceva
i vili assassini ucciderete me
la vita t'han distrutta! ma non l'idea

Lasciasti qui la moglie Vigliacchi son d'ucciderlo


abbandonata così dobbiamo fare
veniva quasi pazza uniti proletari
dalla notizia data. dobbiamo vendicare.

Vigliacchi son l'uccisero Quando sarà il processo


così dobbiamo fare all'aula noi andremo
uniti proletari se un giudice non vale
dobbiamo vendicare. protesteremo.

Corso Regina Coeli


c'è una salita Vigliacchi son d'ucciderlo
dove Matteotti così dobbiamo fare
lasciò la vita uniti proletari
dobbiamo vendicare.

Informazioni

Raccolta nel 1960 da Jona e Liberovici a Vercelli, dl Coro delle mondine di Trino Vercellese, si tratta di una delle
svariate versioni entrate a far parte del repertorio dei canti delle mondine.

pagina 472
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Povre filandere
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: lombardo
Tags: lavoro/capitale, filanda
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/povre-filandere

Povre filandere Al suna la campanela


non gh'avrì mai ben gh'è né ciar né scür
dormerì 'n de paja povre filandere
creperì nel fen pichi 'l co nel mür

dormerì 'n de paja al suna la campanela


creperì nel fen gh'è né ciar né scür
povre filandere povre filandere
non gh'avrì mai ben pichi 'l co nel mür

Informazioni

Dal repertorio della filanda, raccolta da Bosio, Boccardo e Vailati, a Cologno sul Serio, 1966.

pagina 473
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Preti e borghesi
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/preti-e-borghesi

Preti e borghesi guarda a voi all'erta con le armi pronte


preti e borghesi guarda a voi siam fedel a nostra fede
ché l'ora santa sta per suonar corriam compagni
le smorte plebi a vendicar a distrugger l'onta.
sì, a vendicar.
Morrà il capitalismo
Compagni andiamo alla riscossa che ci tiene schiavi ognor
senza temere nè di qua né di là evviva il socialialismo
affrettiam la nostra propaganda che è gioia e lavor.
cantiam cantiam
all'armi stiam Morrà il capitalismo
cantiam cantiam che ci tiene schiavi ognor
la libertà. cantiam
evviva il socialialismo
Prodi fratelli dal piano al monte che è gioia e lavor.
all'erta stiam

Informazioni

Su aria parzialmente mutuata da "Funiculì funiculà", è stata raccolta da Jona-Liberovici a Torino nel febbraio 1959.
Informatore: Felice Carando (classe 1902, militante socialista del Circolo Oltre Po, Ardito del Popolo che partecipò
gli scontri con i fascisti nei primi anni '20).

pagina 474
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Quando sento il primo fischio


Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale, filanda
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/quando-sento-il-primo-fischio

Quando sento il primo fischio E la multa che noi paghiamo


il mio cuore comincia a tremar, l’è la mancia dei direttor,
e se sbaglio una sola volta, loro 'n fuman le sigarette
e se sbaglio una sola volta… loro 'n fuman le sigarette…

Quando sento il primo fischio E la multa che noi paghiamo


il mio sangue comincia a tremar, l’è la mancia dei direttor,
e se sbaglio una sola volta loro 'n fuman le sigarette
me la multa mi tocca pagar. sempre a spal dei lavorator.

Informazioni

Canzone di filanda del bergamasco, raccolta da Gianni Bosio nel 1966.


Del repertorio di Palma Falchetti di Cologno al Serio.
(Maria Rollero)

pagina 475
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Quattro signori
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/quattro-signori

Quattro signori a Parigi vanno gambe per aria par che debba andar,
a commerciare e a dividere il bottino;
la guerra han fatto, altro più non sanno, Evviva dunque la rivoluzione,
e la vittoria vuol la pace-inganno. la "borghesia più non regnerà ,
il bolscevismo sta per trionfare:
Il tribunale han confezionato o dunque, o popolo, unito sta!
di giudicare la pace imputata
e la giustizia han dimenticato: La dittatura del proletariato,
han troppa fame, han voglia di rubar, dopo la Russia, avremo in tutto il mondo;
viva il Soviet, Lenin glorificato
Finito giugno, pace non è fatta in un gran simbolo di civiltà !
in sette mesi e più di discussione;
fan fallimento, tutto il mondo scatta, Evviva dunque la rivoluzione...

Informazioni

Sull'aria della canzonetta del 1919 "Bambola". Descrive il giudizio popolare sulla conferenza di pace di Parigi che si
protrasse dal gennaio 1919 al giugno del 1920.

pagina 476
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Sciur padrun da li béli braghi bianchi


Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: emiliano-romagnolo
Tags: lavoro/capitale, risaia/mondine
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sciur-padrun-da-li-beli-braghi-bianchi

Sciur padrun da li béli braghi bianchi la va a pochi giorni


fora li palanchi fora li palanchi e non va più a mesi
sciur padrun da li béli braghi bianchi e nemmeno a settimane
fora li palanchi ch'anduma a cà la va a pochi giorni
e poi dopo andiamo a cà
A scüsa sciur padrun
sa l'èm fat tribülèr Sciur padrun da li béli braghi bianchi
i era li prèmi volti fora li palanchi fora li palanchi
i era li prèmi volti sciur padrun da li béli braghi bianchi
fora li palanchi ch'anduma a cà
a scüsa sciur padrun
sa l'èm fat tribülèr Incö l'è l'ultim giürën
i era li prèmi volti e adman l'è la partenza
ca 'n saiévum cuma fèr farem la riverenza
farem la riverenza
Sciur padrun da li béli braghi bianchi incö l'è l'ultim giürën
fora li palanchi fora li palanchi e adman l'è la partenza
sciur padrun da li béli braghi bianchi farem la riverenza
fora li palanchi ch'anduma a cà al noster sciur padrun

Prèma al rancaun Sciur padrun da li béli braghi bianchi


e po' dopu a 'l sciancàun fora li palanchi fora li palanchi
e adés ca l'èm tot via sciur padrun da li béli braghi bianchi
e adés ca l'èm tot via li palanchi ch'anduma a cà
prèma al rancaun
e po' dopu a 'l sciancàun E quando al treno a scëffla
e adés ca l'èm tot via i mundèin a la stassion
al salutém e po' andèm via con la cassiétta in spala
con la cassiétta in spala
Sciur padrun da li béli braghi bianchi e quando al treno a scëffla
fora li palanchi fora li palanchi i mundèin a la stassion
sciur padrun da li béli braghi bianchi con la cassiétta in spala
fora li palanchi ch'anduma a cà su e giù per i vagon

Al nostar sciur padrun Sciur padrun da li béli braghi bianchi


l'è bon come 'l bon pan fora li palanchi fora li palanchi
da stér insëma a l'érsën sciur padrun da li béli braghi bianchi
da stér insëma a l'érsën fora li palanchi ch'anduma a cà
al noster sciur padrun
l'è bon com'è 'l bon pan Quando saremo a casa
da stér insëma a l'érsën dai nostri fidanzati
al dis - Fé andèr cal man - ci daremo tanti baci
ci daremo tanti baci
Sciur padrun da li béli braghi bianchi quando saremo a casa
fora li palanchi fora li palanchi dai nostri fidanzati
sciur padrun da li béli braghi bianchi ci daremo tanti baci
fora li palanchi ch'anduma a cà tanti baci in quantità

E non va più a mesi Sciur padrun da li béli braghi bianchi


e nemmeno a settimane fora li palanchi fora li palanchi
la va a pochi giorni sciur padrun da li béli braghi bianchi
fora li palanchi ch'anduma a cà

pagina 477
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Informazioni

Raccolta da G. Bosio e R. Leydi a Gualtieri (RE) questa canzone di risaia fa parte del repertorio di Giovanna Daffini.
(G. Vettori)

pagina 478
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Se arriverà Lenin
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti, lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/se-arrivera-lenin

Se arriverà Lenin e arrosto il maresciallo.


faremo una gran festa:
andremo dai signori, Oilà oilà e la lega la crescerà ...
gli taglierem la testa
State attente vedovelle,
A oilì oilì oilà che g'han firmà la pace,
e la lega la crescerà ghe vegnarà a ca' i zuven,
E noialtri socialisti, ve basarà 'e culate.
e noialtri socialisti
A oilì oilì olià Oilà oilà e la lega la crescerà ...
e la lega la crescerà
E noialtri socialisti E se verrà Lenin
vogliamo la libertà . faremo una gran festa:
andremo dai signori,
Le guardie regie in pentola gli taglierem la testa.
le fanno il brodo giallo,
carabinieri in umido Oilà oilà e la lega la crescerà ...

Informazioni

Tre strofette di origine diversa, riconducibili all'epoca 1919-21. La prima raccolta da C.Bermani a Novara nel 1963,
la seconda da M.L. Straniero a firenze nel 1962, e da B. Andreoli a Modena nel 1970, la terza da G. Bosio a Cologno
al Serio nel 1969.

Sull'aria de La lega

pagina 479
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Secours Rouge
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: francese
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/secours-rouge

Pour briser l'ardeur des meilleurs Secours à nos combattants !


combattants,
Pour vaincre l’essor ouvrier montant, Martyrs blancs et noirs des pays coloniaux,
Le Bourgeois fait donner sa police. Chinois et Roumains tous unis au tombeau,
Prison, tribunaux, matraqueurs, répression, Innocents qu’on refuse d’absoudre
Fascistes tout prêts à servir les patrons, Vos cris resteraient sans écho, sans espoir
Ont jeté tout un peuple au supplice. Si chacun de nous comprenant son devoir
N’allait vers vous par le Secours Rouge.
Refrain:
Contre ce monde malade Chacun des méfaits du bourgeois assassin
Jusqu’au jour de l’assaut final Dressant contre lui tout le genre humain
Protégeons nos camarades Porte atteinte à sa propre puissance.
Qu’un régime infernal Unis par ses coups ceux qu’il frappe si fort
Frappe dans nos rangs Invinciblement lui préparent le sort
Du tsarisme écroulé dans sa fange.

Informazioni

E' il canto del Soccorso Rosso Internazionale, organizzazione internazionale fondata nel 1928/29, per venire in
aiuto ai militanti della III Internazionale incappati nella repressione.

pagina 480
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Semo tute impiraresse


Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: veneto
Tags: lavoro/capitale, femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/semo-tute-impiraresse

Semo tute impiraresse par noialtre poarete


semo qua de vita piene dunque altro no ne resta
tuto fògo ne le vene che sbasàr sempre la testa
core sangue venessiàn, al silensio e a lavorar
no ghe gnente che ne tegna
quando furie deventèmo, Se se tase i ne maltrata
semo done che impiremo e se stufe se lagnemo
e chi impira gà rason. come ladre se vedemo
a cassar drento in preson,
Se lavora tuto il giorno so ste mistre che vorave
come macchine viventi tuto quanto a magnar lore
ma par far astussie e stenti co la sessola a' ste siore
tra le mille umiliasiòn, su desfemoghe el cocòn(2)!
semo tose che consuma
de la vita i più bei ani Su compagne avanti sempre
par un fià de carantani no badè che vinsaremo
che ne basta par magnar. uso perle impiraremo
chi che torto ne darà,
Anca e sessole(1) pol dirlo su compagne avanti sempre
quante lagrime che femo, no badè che vinsaremo
su ogni perla che impiremo uso perle impiraremo
z'è na giossa de suòr, chi che torto ne darà.

Informazioni

(1) paletta per togliere l'acqua dalle imbarcazioni


(2) scignòn, tipica pettinatura delle donne veneziane dell'epoca.
Dal disco La donna nella tradizione popolare (1978) a cura di Luisa Ronchini: "le impiraresse, infilatrici di perle a
Venezia erano lavoratrici a domicilio e il loro lavoro dipendeva dal collegamento con le fabbriche di perle di
Murano. Lavoravano generalmente durante l'estate davanti agli usci delle loro case nei sestieri popolari e
specialmente a Castello. Cantavano assieme le loro rivendicazioni e le loro lotte"
Questa canzone è collegabile al sorgere delle prime leghe operaie.

pagina 481
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Senti le rane che cantano


Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale, risaia/mondine
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/senti-le-rane-che-cantano

Senti le rane che cantano mi sveglia la mammina


che gusto che piacere
lasciare la risaia Vedo laggiù tra gli alberi
tornare al mio paese la bianca mia casetta
lasciare la risaia vedo laggiù sull'uscio
tornare al mio paese la mamma che mi aspetta

Amore mio non piangere Mamma papà non piangere


se me ne vado via, non sono più mondina
io lascio la risaia son ritornata a casa
ritorno a casa mia a far la contadina

Non sarà più la capa Mamma papà non piangere


che sveglia a la mattina se sono consumata
ma là nella casetta è stata la risaia
che mi ha rovinata

Informazioni

Uno dei più conosciuti e antichi canti di monda, sul ritorno dalla risaia.

pagina 482
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Sento il fischio del vapore


Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: italiano
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sento-il-fischio-del-vapore

Sento il fischio del vapore, Oh che pena, oh che dolore,


l'è il mio amore che 'l va via, che brutta bestia è mai l'amore!
Sento il fischio del vapore, Starò piuttosto senza mangiare,
l'è il mio amore che 'l va via, ma l'amore lo voglio far.
e l'è partito per l'Albania,
chissà quando ritornerà! Lo voglio far mattina e sera
e l'è partito per l'Albania, finchè vien la primavera;
chissà quando ritornerà! Lo voglio far mattina e sera
finchè vien la primavera;
Ritornerà sta primavera la primavera è ritornata,
con la spada insanguinata; ma il amore m'ha abbandonà.
Ritornerà sta primavera
con la spada insanguinata; Mi hanno rinchiuso in un convento
e se mi trova già maritata, e mi han tagliato i miei capelli;
oh che pena, oh che dolor! Mi hanno rinchiuso in un convento
e mi han tagliato i miei capelli;
Oh che pena, oh che dolore, ed eran biondi e ricci e belli,
che brutta bestia è mai l'amore! m'han tagliato le mie beltà

Informazioni

Probabilmente ispirato dalla spedizione italiana in Albania del 1914 ed inserito nel clima antimilitarista della
Settimana Rossa, questo canto ci viene tramandato da Giovanna Daffini, mondina e cantastorie.

pagina 483
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Serenata a Benito Mussolini


(1919)
di Raffaele Mario Offidani
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/serenata-benito-mussolini

Quel lurido giornal che compilate Quando modestamente pranzavate


m'impedisce il pudor di nominare con qualche lira in prestito carpita
in quattromila copie voi incensate già forse intimamente pensavate
tutti i ladroni di terra e di mare... a voltar la giacca e far le bella vita...

Chi paga? Io non lo so! Chi paga? Io non lo so...


Chi paga? Io non lo so!
Ma voi ben conoscete Vi protegge di fronte e alla schiena
quell'or che la coscienza vi comprò! una masnada molto singolare,
ma il pugnal della teppa di Via Arena
Voi prima della guerra abitavate dal mar di fango non vi può salvare...
una stanzetta nuda al quinto piano
ed oggi delle ville mobiliate La teppa vi circonda
con molto lusso, e ciò mi sembra strano... e vuol tirarvi su,
ma ne la melma immonda,
Chi paga? Io non lo so... voi sprofondate sempre, sempre più!

Informazioni

Sull'aria di "Chi siete?".

pagina 484
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Sin pan
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: spagnolo/castigliano
Tags: anticlericali
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sin-pan

Sin pan, sin pan, sin pan sin pan, sin pan, sin pan
sin pan, sin pan, sin pan y trabajar.
sin pan, sin pan, sin pan
y trabajar. Una gracia pa' comer
una gracia pa' cenar
San Antonio pa' comer una gracia pa' comer
San Antonio pa' cenar y trabajar.
San Antonio pa' comer
y trabajar. Sin pan, sin pan, sin pan
sin pan, sin pan, sin pan
Sin pan, sin pan, sin pan sin pan, sin pan, sin pan
sin pan, sin pan, sin pan y trabajar.

Informazioni

Canzone popolare del XIX secolo, che conobbe varie versioni e momenti di maggior popolarità a seconda delle
circostanze storiche, tra le quali la guerra civile spagnola.

L'abbiamo imparata da Giulia Jonica Lucà

pagina 485
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Solidaritätslied
di Bertold Brecht, Hans Eisler
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: tedesco
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/solidaritatslied

Vorwärts und nicht vergessen, Wer im Stich läßt seinesgleichen,


worin unsere Stärke besteht! läßt ja nur sich selbst im Stich.
Beim Hungern und beim Essen, Vorwärts und nicht vergessen,
vorwärts nie vergessen:
die Solidarität! worin unsere Stärke besteht!
Beim Hungern und beim Essen,
Auf ihr Völker dieser Erde, vorwärts nie vergessen:
einigt euch in diesem Sinn, die Solidarität!
daß sie jetzt die eure werde,
und die große Nährerin. Unsre Herrn, wer sie auch seien,
sehen unsre Zwietracht gern,
Vorwärts und nicht vergessen, denn solang sie uns entzweien,
worin unsere Stärke besteht! bleiben sie doch unsre Herrn.
Beim Hungern und beim Essen,
vorwärts nie vergessen: Vorwärts und nicht vergessen,
die Solidarität! worin unsere Stärke besteht!
Beim Hungern und beim Essen,
Schwarzer, Weißer, Brauner, Gelber! vorwärts nie vergessen:
Endet ihre Schlächterei! die Solidarität!
Reden erst die Völker selber,
werden sie schnell einig sein. Proletarier aller Länder,
einigt euch und ihr seid frei.
Vorwärts und nicht vergessen, Eure großen Regimenter
worin unsere Stärke besteht! brechen jede Tyrannei!
Beim Hungern und beim Essen,
vorwärts nie vergessen: Vorwärts und nicht vergessen
die Solidarität! und die Frage korekt gestellt
beim Hungern und beim Essen:
Wollen wir es schnell erreichen, Wessen Morgen ist der Morgen?
brauchen wir noch dich und dich. Wessen Welt ist die Welt?

Informazioni

Da http://www.arbeiterlieder.de/arbeiterliederframe.htm (non più raggiungibile).

pagina 486
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Son passata di Garlate


Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: lombardo
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/son-passata-di-garlate

Son passata di Garlate come cani alla catena


ed ho visto le filandere non è questa la maniera
che sembravano prigioniere di tenerci a lavorar
con la faccia da ospitàl
Chi vuol scoltare scolti.....
Chi vuol scoltare scolti
non staga alle finestre Eviva qui che canta ....
noi siamo le foreste
siam padrone di cantà A cantare ghe dém fastidi
a parlare sém tutt vilani
Eviva qui che canta torneremo alle montagne
e martur qui che sculta torneremo ai nostri pais.
stan lì con vert la buca
spetà che vegnan giò Chi vuol scoltare scolti.....

Con la faccia da ospitale Eviva qui che canta ....

Informazioni

pagina 487
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Sono andato a Ventimiglia


(1928)
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sono-andato-ventimiglia

Sono andato a Ventimiglia E la bella non mi vuole


a pagare il celibato e la brutta non mi piace
cento lire m’han rubato pagherò trecento tasse.
Cento lire m’ha rubato Pagherò trecento tasse

Sono andato a Ventimiglia se la bella non mi vuole


a pagare il celibato e la brutta non mi piace
cento lire m’han rubato pagherò trecento tasse
e non mi sposerò mai più. Mai più

Informazioni

È questo un canto trasmesso dai cantastorie che durante il periodo della monda rallegravano le serate delle
mondine con canti e balli.

pagina 488
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Spartaco incatenato
di Raffaele Mario Offidani
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: italiano
Tags: carcere, comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/spartaco-incatenato

(Come un sogno d'or di mirar l'azzurro Ciel!...


scolpito è nel cuore) Morrò nel tetro squallor,
ma con la fede in cuor.
L'orrida prigion Sento già venir
che mi ha sepolto, della vittoria il dì!
santa ribellion L'umanità redenta sarà!
del mio pensier, Sul funereo mio lenzuol
giammai ti domerà! già sorride il Nuovo Sol
Il truce furor d'Amor!...
dell'oppressore O Rossa Bandiera
mi farà spirar, dalla mia tomba io ti vedrò lassù.
ma l'Ideal, no, non soccomberà! Lassù!... lassù!...
... Or vien pur conteso a me

Informazioni

Il canto del prigioniero politico (sui motivi della serenata "Rimpianto" di Toselli).

pagina 489
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Stornelli di Padule di Fucecchio


Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: toscano
Tags: lavoro/capitale, femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/stornelli-di-padule-di-fucecchio

Mammà non mi mandà fori la sera, mi dican le cosine in un orecchio,


so piccolina e nun mi so abbadare, le man voglian tenè sotto il grembiule.
c'è i giovinotti fori di maniera,
noiosi, mi vorrebbero baciare. E quando vedo te,
io chiudo gli occhi per nun ti vedè,
E quando vedo te, quando ti vedo là
io chiudo gli occhi per nun ti vedè, io chiudo gli occhi per nun te guardà.
quando ti vedo là
io chiudo gli occhi per nun te guardà. Mammà, non mi mandà fori la sera,
so piccolina e nun mi so abbadare,
Mammà, non mi mandà alla fornacina, se puracaso trovo un militare,
ce l'hanno costruiti tre cancelli: o mamma, mi potrebbe rovinare.
quello di mezzo ci passa i'padrone,
quelli alla proda i giovanotti belli. E quando vedo te,
io chiudo gli occhi per nun ti vedè,
E quando vedo te, quando ti vedo là
io chiudo gli occhi per nun ti vedè, io chiudo gli occhi per nun te guardà.
quando ti vedo là
io chiudo gli occhi per nun te guardà. O mamma, mamma nun la rigirare
col dirmi : "Devi fare, 'un devi fare".
Mammà, non mi mandà a Lamporecchio, Nun me lo dire più: "LAvora bimba!"
perchè ce n'è di Stabbia e del Padule, So' piccolina e là gioco alla donna.

pagina 490
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Stornelli viterbesi (So'stato al lavorà)


Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: romanesco
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/stornelli-viterbesi-sostato-al-lavora

1) So' stato a lavorà pe' coprì er fosso; Nel diciannove dopo il conflitto immane
un giorno o l'altro lo farò un fracasso: il popolo chiede al re lavoro e pane
pe' sei e cinquanta lavorà nun posso, ai reduci del Carso sul mantello
me torna mejo conto de stà a spasso. je rispose con ojo e manganello.
Ma chi magna la carne e chi l'osso:
è l'ora adesso de cambiallo er passo. 4) Prima che se cantava Bandiera rossa
Nun è più tempo de vecchi fascisti, tutti se guadagnava quarche cosa;
in Italia semo tutti comunisti. adesso che se canta Giovinezza
ce fanno morì a tutti de debolezza.
2) Ci alziamo la mattina e guardiamo intorno Finche gira questa rota
perché noi non sappiamo dove andiamo la saccoccia è sempre vota:
in cerca di lavoro è proibbito co 'sto bell'uso
che nun se trova manco a batte un chiodo ce fanno sdiggiunà er pezzo der muso.
E mi moje che me sgrida
dice: Oddio che brutta vita! 5) Cent'anni fa, mannaggia la paletta,
Vita da cani li muratori annaveno in carrozza;
perché noi siamo tutti disoccupati. se lavorava come 'na saetta,
tutti se guadagnaveno la stozza.
3) Cinque guerre ci ha dato re Vittorio Ma adesso, poveracci,
più vent'anni de fascio obbligatorio nun se ponno fà du' stracci.
non contento di tutto l'animale Co' questa vita
cercava ancora un posto ar Quirinale. sarebbe ora da falla fenita.

Informazioni

Raccolti a Viterbo e a Roma tra il 1969 e il 1971, da diversi informatori.

pagina 491
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Stornello antifascista livornese


(1920)
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/stornello-antifascista-livornese

Girate per le strade di Livorno e gli ardenzini vogliono vendicare


ma nei sobborghi non potrete entrare
ci son gli arditi che vi stan dintorno a tradimento
sapete ammazzare

Informazioni

Stornello in ricordo di Baldasseroni e Nardi, operai del sobborgo livornese dell'Ardenza, uccisi dai fascisti nel 1920.
Comunicato da Mario Landini (vicesindaco della Liberazione, a Livorno, per il PSI), che nel 1921 aveva 14 anni e
faceva parte della Gioventù Spartachista, sezione dell'Istituto Nautico, che si batteva contro i giovani fascisti del
Liceo Classico. Gli Arditi che vi sono ricordati sono gli Arditi del Popolo.

pagina 492
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Strofette satiriche antifasciste


Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: lombardo, milanese
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/strofette-satiriche-antifasciste

Mateòti, Mateòti, Addio panini imburrati,


grande martire d'Italia salami affettati vi devo lasciar
Musolin coi gambe a l'aria ora che siam tesserati,
lo faremo fucilare, abbiamo finito così di mangiar.
Mussolino traditore, La gioventù non sta più su,
che a l'Italia fè teróre si sente un certo languor
Mateòti uomo d'onore, in Italia si vive d'amor.
lo faremo incoronar, Non ti potrò scordare, o bella pagnottella,
Mateòti uomo d'onore, tu sei la sola stella, che brillerà per me.
lo faremo incoronar. Ricordi le patate, piantate al Valentino
ci manca pure il vino, di fame ci fan morir!
(sull'aria di "Piemontesina bella")
Ta senterét che ròba o Rosa stèla
che pitansèla O Musso, o Musso
che 'l vén föra de lì ‘nscì te m’é ciavà pulito
quan’ sarà ben bé rüstì. te m’é calà la paga
Rosa stèla sta a sentir, te m’é cressù 'l'afito,
ciapa 'l Duce e fal rüstì quando bandiera rossa se cantava,
che 'l bötér ghe 'l mète mi, almén 'na volta al giorno se mangiava
l'ó comprat incö al mesdì. e adesso che se canta Giovinessa
con conturno de spinàs gha trema i gambe da la debolessa
te ghe agiünget öna Petàs Come l'è stà, come l'è 'ndà,
e con quater fasulì, l'è stà Benito che 'l m’à fregà,
Farinacci e fa bulì. e al fin de la questiùn,
Ta senterét che ròba o Rosa stèla j è stà i fascisti col bastùn.
che pitansèla (sull'aria di "Allarmi siam fascisti")
che 'l ven föra de lì ‘nscì
quan ' sarà bèn bé rüstì.
(parodia di "Rosabella del Molise") Giovinessa pé ‘n tal cü
giovinessa pé ‘n tal cü
Tute le sére 'ndo ‘n lèi sènsa mangià primavera di tristessa, pé ‘n tal cü
perché 'l Benito 'l m’à dit de risparmià, del fascismo pé ‘n tal cü
mentre i inglés i mangia 'l rost l’è la schifessa pé ‘n tal cü
i Italià i cicia i òs de la nostra civiltà.
per tè sucù de lègn Pé ‘n tal cü, pé ‘n tal cü, pé ‘n tal cü
sta 'n pé söl dit marmèl. (parodia di "Giovinezza")
(sull'aria di "Lilì Marlene")

Informazioni

Si tratta di strofette e parodie di diverse canzonette d'epoca e di inni fascisti, raccolti da vari ricercatori in
Lombardia e Piemonte.
Incise nel cd "Legàmi" (2005) da Sandra e Mimmo Boninelli. A questo link:
http://www.sandraboninelli.it/download/video/ttb/sandra_boninelli_-_strofette_satiriche.mpg
un video di questi brani.

Mateòti Mateòti: Reg. R Leydi. Inf. Palma Facchetti, Cologno al Serio (BG), 4 luglio 1964
Te senterét che roba o Rosa stèla: Reg. Cesare Bermani. Inf. Enrica Calvi, Zogno (BG), maggio 1964.
Tute le sére ‘ndo ‘n lèi sènsa mangià: Reg. Riccardo Schwamenthal. Inf. Piero Soglian, Ornella Nardari, Gianpiero
Bossi, Bergamo, 23 novembre 1965.
Addio panini imburrati: Reg. originale C.Bermani. Inf. gruppo di partigiani di Mondovì (CN), 31 marzo 1964.

pagina 493
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Fonte

pagina 494
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Sventola bandiera rossa


di Raffaele Mario Offidani
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sventola-bandiera-rossa

T'amo, con tutto il cuore ribelli dal terreno insanguinato


o mia bellissima rossa bandiera e l'oppressor, preda al terror
tu sei il vero amore la nostra forza l'ha ormai schiaccato
del derelitto che sospira e spera
quando morrò, ti bacerò Io ti vedrò...
come si bacia l'amante sincera
La vile guardia bianca
Io ti vedrò lassù che i comunisti mette alla tortura
sulle rovine di un mondo che fu orsù, compagni avanti
Bandiera rossa sventolare ognor' della sbirraglia non abbiam paura.
sul tuo gran popolo in rivolta La libertà, trionferà
la nostra meta è ormai sicura
E' vano ogni tormento
per ogni comunista assassinato Io ti vedrò...
sorgono nuovi a cento Bandiera rossa sventolerai lassù!

pagina 495
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Un cavallo si lamenta
(1931)
di Bertold Brecht
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/un-cavallo-si-lamenta

Tiravo il mio carro senza più forze Era la gente che conoscevo diversa
lungo la Frankfurter Allee la stessa che prima mi dava del pane
Fu lì che pensai: O je! Come son stanco e mi metteva i sacchi sul dorso
Se mi lasciassi andare per un momento per proteggermi dalle mosche.
Forse cadrei per sempre Ieri tanto umana e oggi tanto disumana.
Due minuti dopo non restavano di me S'eran d'improvviso trasformati
[che ossa nude. [in tante belve. Come mai?

Perchè non appena sfinito crollai Morendo, pensai: quanto gelo è sceso
e il padrone si precipitava al primo tra loro per renderli senza pietà?
telefono. Chi li ha frustati così?
Gente affamata mi fu sopra coi coltelli E chi continua ancora a frustarli?
per disputarsi l'un con l'altro la mia carne. Se voi non saprete dar loro una mano
Non attesero neppure che finissi almeno questa volta vi succederà qualcosa
[di crepare. [di terribile...

Informazioni

Titolo originale: O Falladah, die du hangest! trad. G. Strehler.

pagina 496
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Va in filànda laùra bén


Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: lombardo
Tags: lavoro/capitale, filanda
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/va-filanda-laura-ben

Va in filànda laùra bén la mì vuol bén fino a un cèrtu sègn


che l’asisténta che l’asisténta e poi dopo la ciàpa ‘l lègn
va in filànda laùra bén
che l’asisténta la mì vuol bén La ciàpa ‘l lègn me la dà süi spàll
óia mè e óia mè
La mì vuol bén fino a un cèrtu sègn la ciàpa ‘l lègn me la dà süi spàll
e poi dopo e poi dopo óia mè che la mì fa màl.

Informazioni

Fonte

pagina 497
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Vientos del pueblo


di Miguel Hernández
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: spagnolo/castigliano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/vientos-del-pueblo

Vientos del pueblo me llevan, frutalmente propagada,


vientos del pueblo me arrastran, leoneses, navarros, dueños
me esparcen el corazón del hambre, el sudor y el hacha,
y me aventan la garganta. reyes de la minería,
señores de la labranza,
Los bueyes doblan la frente, hombres que entre las raíces,
impotentemente mansa, como raíces gallardas,
delante de los castigos: vais de la vida a la muerte,
los leones la levantan vais de la nada a la nada:
y al mismo tiempo castigan yugos os quieren poner
con su clamorosa zarpa. gentes de la hierba mala,
yugos que habéis de dejar
No soy de un pueblo de bueyes, rotos sobre sus espaldas.
que soy de un pueblo que embargan Crepúsculo de los bueyes
yacimientos de leones, está despuntando el alba.
desfiladeros de águilas
y cordilleras de toros Los bueyes mueren vestidos
con el orgullo en el asta. de humildad y olor de cuadra:
Nunca medraron los bueyes las águilas, los leones
en los páramos de España. y los toros de arrogancia,
¿Quién habló de echar un yugo y detrás de ellos, el cielo
sobre el cuello de esta raza? ni se enturbia ni se acaba.
¿Quién ha puesto al huracán La agonía de los bueyes
jamás ni yugos ni trabas, tiene pequeña la cara,
ni quién al rayo detuvo la del animal varón
prisionero en una jaula? toda la creación agranda.

Asturianos de braveza, Si me muero, que me muera


vascos de piedra blindada, con la cabeza muy alta.
valencianos de alegría Muerto y veinte veces muerto,
y castellanos de alma, la boca contra la grama,
labrados como la tierra tendré apretados los dientes
y airosos como las alas; y decidida la barba.
andaluces de relámpagos,
nacidos entre guitarras Cantando espero a la muerte,
y forjados en los yunques que hay ruiseñores que cantan
torrenciales de las lágrimas; encima de los fusiles
extremeños de centeno, y en medio de las batallas.
gallegos de lluvia y calma,
catalanes de firmeza, Vientos del pueblo me llevan,
aragoneses de casta, vientos del pueblo me arrastran,
murcianos de dinamita me esparcen el corazón
y me aventan la garganta.

Informazioni

Poesia, poi musicata, dell'opera "Viento del pueblo". E' anche conosciuta come una canzone della Guerra Civil
spagnola. La poesia fu pubblicata per la prima volta il 22 ottobre 1936 nella rivista madrilena El mono azul.

pagina 498
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Viva Lenin
di Raffaele Mario Offidani
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/viva-lenin

Fuggite o schiavi la malinconia Che mi darà il mio pane


Perché incomincia la felicità E punirà l'infamia del destin
Sullo sfacelo della borghesia
Nasce l'aurora della libertà Nei pressi della lurida galera
Il figlio dell'ergastolano va
Si la bandiera di Lenin s'innalzerà E al soffio della rossa primavera
E nella terra e nel cielo Implora che gli renda il suo papà
La legge di Lenin trionferà
Si grida il bambino si viva Lenin
L'imboscato guerrier nazionalista Perché Lenin soltanto
Innaffia i suoi tartufi col Bordeaux Ritorna l'innocente al suo piccin
Il povero soldato trincerista
Son tanti mesi che non si sfamò Venite libertari e socialisti
Le turbe degli oppressi a liberar
Si grida il soldato si Lenin verrà Il santo gonfalone dei comunisti
E i vili pescicani Sventoli vittorioso in ogni mar
Colpisce con la spada del destin
Si grida la folla si Lenin verrà
La pallida figliola della via Viva Lenin ch'è amore
Sui marciapiedi il corpo trascinò Ch'è faro do giustizia e libertà
La vile e lussuriosa borghesia
Per un tozzo di pane la comprò Si la bandiera di Lenin s'innalzerà
Nella terra e nel cielo
Si geme l'afflitta si verrà Lenin La legge di Lenin trionferà

pagina 499
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¡No pasarán!
(1937)
di Herrera Petere
Periodo: L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938)
Lingua: spagnolo/castigliano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/no-pasaran

¡No pasarán! que el acero le opondrá, ¡vencerá!


¡no pasarán! por la España antifascista,
los de acero firmes están! a la guerra acero va, ¡pasará!
temple duro, roca viva
que al fascismo aplastará, ¡vencerá! ¡No pasarán!
bomba al cinto, bayonetas, ¡no pasarán!
al combate acero va, ¡pasará! corte el viento el ademán,
las bayonetas de acero
¡No pasarán! al invasor detendrán, ¡clavarán!
¡no pasarán! en la tierra que es de España
por la tierra y por el pan y del pueblo, acero va, ¡pasara!,
vista al frente, pulso firme,
los fusiles apuntad: ¡disparar! Ra ra ra ra
salte tierra a cañonazos ra ra ra ra
nada importa, ¡acero va! ¡pasará! metalúrgicos a luchar.
Con el 5º Regimiento
!No pasarán! los obreros del metal ¡vencerán!
¡no pasaran! Adelante, compañías
el fascismo se detendrá al grito de acero va
ante el muro de granito ¡pasará!

Informazioni

Eisler, il grande compositore espulso dalla Germania hitleriana per le sue origini ebraiche, scrisse la musica di
questa canzone all'inizio del 1937, quando da New York si recò in Spagna.

pagina 500
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La seconda guerra mondiale e la Resistenza


(1939 -1945)

Il movimento di Resistenza, in Italia e in Europa, ha rappresentato un'esperienza collettiva


fondamentale, che ha segnato profondamente la storia. In questa sezione sono raccontati
fatti diversi e drammatici, come la persecuzione, la deportazione, lo sterminio degli ebrei e
delle minoranze in genere, le azioni e le battaglie dei partigiani e dei resistenti, e gli eccidi
di civili perpetrati dai nazifascisti in Italia e in Europa.

pagina 501
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75^ Brigata Garibaldi


di Mario Giusti
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/75-brigata-garibaldi

Noi siam Garibaldini e siamo fieri Vogliamo vedere tutti quei fascisti
ce ne infischiamo dei briganti neri, e quei brutti ceffi un dì finiti.
lottiamo per il bene dell'Italia Soltanto allora ce ne torneremo
e l'Ideale mai lo perderemo. a casa nostra e liberi saremo!

Informazioni

Versi scritti dal partigiano-musicista aquilano Mario Giusti “Masciù” durante la Resistenza. Questi versi erano
cantati durante le marce dai partigiani della 75^ Brigata Garibaldi che era operativa sui monti intorno a Biella.

pagina 502
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Addio Bologna bella


di Alberto Marzoli
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/addio-bologna-bella

Addio Bologna bella, E tu che ci discacci


o dolce terra pia, con una vil menzogna,
per una vil menzogna repubblica fascista,
i partigiani van via. un dì ne avrai vergogna

Vanno sulle montagne Il partigiano errante


con la speranza sul cuor ha la sua fede nel cuor.

Informazioni

Sull'aria di "Addio a Lugano"

pagina 503
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Addio mammina addio


Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/addio-mammina-addio

Addio mammina addio Se tu sapessi o bella


cantava il partigiano nel partire per la bandiera che piantai lassù
pregando in alto Iddio ci sto di sentinella
per questo figlio che non vuol tradir e dei fascisti non la 'forcan più
la causa santa della riscossa moschetto pronto mitragliatrice
di Garibaldi camicia rossa prendi la vita schiere felici
sono orgoglioso d'esser coi ribelli la bomba sempre pronta nella mano
prima d'andare contro i miei fratelli. il distintivo gli è del partigiano.

Se tu sapessi o mamma Tremate o maledetti


quanti compagni che trovai lassù questo è il destino della gioventù
lassù sulla montagna che irrompe in tutti i petti
che è presidiata dalla gioventù e il desiderio non si ferma più
pien di gioia come una festa di liberar la patria nostra
anche se infurian vento e tempesta da questa setta schifosa e tosta
noi siamo fieri coraggiosi e baldi con tutti i pianti che c'hai fatto fare
le gesta seguirem di Garibaldi. con la lor pelle la dovran pagare.

Informazioni

Con lievi varianti questo canto l'ho ascoltato dalla voce del partigiano Volpe (nome di battaglia) della XXIII Brigata
Garibaldi "Guido Boscaglia" nel luglio 2003, all'annuale raduno dei reduci della Brigata sui monti delle Carline tra
Siena e Grosseto (Pardo Fornaciari).

All'indirizzo http://www.memoria.provincia.arezzo.it/canti/canti_partigiani.asp si può ascoltare questo canto con


lievissime variazioni; un po' diverso (ma con spartito e qualche informazione) è stato pubblicato anche da M.
Gatteschi "Il canto popolare aretino. La ricerca di Diego Carpitella", Le Balze, Arezzo, 2004. (Francesca Prato)

pagina 504
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Addio valle Roja


Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/addio-valle-roja

Montagne di Val Roja Vi diamo tutti in coro


Valloni e valloncelli
Dove noi siam passati Forse ci rivedremo
NEi nostri giorni belli Nel tempo che verrà

I partigiani vanno Valoni di Val Roja


Seguendo il lor destin. Dove noi siam passati
Che i rombi cupi al vento
Addio bel Casterino avete riecheggiati
O dolce terra amica
Scendiamo verso il piano Tra i canti di vittoria
Lasciando Pejrafica Un giorno tornerem

Di questa cara terra Addio belle ragazze


Giammai ci scorderem Di Mesce e Casterino
Ci avete reso liete
Bei prati del Sabbione Le tappe del cammino
Eccelsa Scandejera
Foste la nostra casa I vostri bei ricordi
Sulla montagna nera Nel cuore porterem

Voi pure salutiamo Voi tutti amici cari


Colla speranza in cor Amici che restate
Del partigiano alpino
Addio bei laghi azzurri Sempre vi ricordate
Dai bei riflessi d'oro
Un canto di saluto Un giorno assai più bello
Forse ci rivedrem

Informazioni

Sull'aria di "Addio a Lugano"

pagina 505
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Alle fosse ardeatine


di Raffaele Mario Offidani
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/alle-fosse-ardeatine

Laggiù sotto il suol, Dal Rodano al Don


nel tenebror a cento a cento
dove li ha spenti per quante stelle
il barbaro oppressor, son nel firmamento
il sangue lor come Gesù
li congiunge gl'innocenti salgono
nel più sacro abbraccio il Calvario
che li affratella ognor. per poi volar lassù...
Dormon laggiù S'inebria ognor
trecentoventi col loro sangue
uomi puri l'idra nazista
generosi ardenti, folle di furor.
che morti son Muoion così
per aver desiderato per aver desiderato
con ardore appassionato con ardore appassionato
te, o divina, o cara te, o divina, o cara
Libertà! Libertà!
Libertà santa, Libertà santa,
sacra ad ogni cuor! sara ad ogni cuor!
Sacro ad ogni cuor Sacro ad ogni cuor
sia il martirio lor! sia il martirio lor!

Informazioni

Spartacus Picenus usò per questo testo la famosa melodia dello Studio op.10, N.3, in Mi maggiore di F.Chopin, che
proprio negli anni della guerra il cantante di musica leggera Natalino Otto aveva divulgato con una incisione
discografica dal titolo Tistezze.

Fonte del testo e delle note:


A.Savona-M.L.Straniero
Canti della resistenza italiana
1985 Rizzoli

pagina 506
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Ardere!
di Raffaele Mario Offidani
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ardere

Fascisti vigliacchi e assassini gl'infami di ferir!


l'Italia leggiadra sfiorì.
Voi e il truce ladron Mussolini Non paghi del sangue e del pianto
l'avete straziata così. che l'Itala patria versò,
Mai stanchi di rubar; il corpo suo lacero e infranto
voracissimi vendeste al tedesco padron.
insaziabili Voleste perpetrar
del suo sangue, il vilissmo
godeste a rovinar abbiettissimo
la bellissima tradimento.
patria nostra, Mai sazi di denar,
cara e immortal! la vendeste ancor
al nemico suo secolar!
Ardere, ardere, ardere!
Noi sì. arderemo d'odio sovrumano Ardere, ardere, ardere!
contro gl'infami despoti Noi sì. arderemo d'odio sovrumano
che la ridussero così! contro gl'infami despoti
Ardere, ardere, ardere che la ridussero così!
ad ogn istante d'odio infernal! Ardere, ardere, ardere
I nostri cuori vibrano ad ogn istante d'odio infernal!
nell'ansia di punir I nostri cuori vibrano
e i nostri acciari anelano la patria vendicar
e i nostri acciari anelano
gl'infami d'ammazzar!

Informazioni

Sull'aria di "Vincere"

pagina 507
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Armata Rossa
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/armata-rossa

Armata Rossa torrente d'acciaio Stride la macchina, romba il motore,


Nelle tue file si vince o si muor; tuona il cannone, lo sterminator.
Armata Rossa torrente d'ardore
L'imperialismo saprai schiacciar. Avanti avanti rosse falangi, ecc.

Avanti avanti, rosse falangi, Alzatevi in piedi proletari del mondo,


spezziam le reni dell'oppressor; per il comunismo venite a lottar,
al sole brillano le baionette guai a chi tocca la Russia dei Sovieti (!)
dei battaglioni del lavor. 2 volte contro di noi dovrà cozzar.

Nelle officine sui campi e sui mar, Avanti avanti ecc.


son gli sfruttati decisi a lottar.

Informazioni

Da Romano-Solza, Canti della Resistenza italiana, Milano, Ed. Avanti, 1960: "Questa canzone è di origine russa e fu
cantata dalle Brigate garibaldine". Effettivamente la melodia è quella di Belaja armija, čërnyj baron

pagina 508
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Attraverso valli e monti


(1944)
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/attraverso-valli-e-monti

Attraverso valli e monti sotto il fuoco avanti van


eroico avanza il partigian
per scacciare l'invasore I tedeschi e i traditori
all'istante e non doman. saran scacciati con l'acciar
Per scacciare l'invasore e il clamor della vittoria
all'istante e non doman. varcherà le Alpi e il mar.

E si arrossan le bandiere Combattiam per vendicare


tinte nel sangue del partigian; tanta infamia e atrocità
giù dai monti a balde schiere combattiam perchè l'Italia
viva in pace e libertà

Informazioni

Versione italiana della nota canzone partigiana russa Po dolinam i po vzgoriam (Per colline e per montagne), parole
di Piotr Parfenov rielaborate nel 1929 dal poeta Serghei Alimov, nota in Italia perché trasmessa ogni giorno da
Radio Mosca. Essa fu ripresa dal fuoruscitismo antifascista negli anni '43-'44 ed era diffusa soprattutto tra i
partigiani del Friuli-Venezia Giulia.

pagina 509
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Avevo una casetta


Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/avevo-una-casetta

Avevo una casetta E Lodati** e Lodati con le ghette


tra tante rose; a passeggio per Campitello
me l'han bruciata una raffica di parabello
quei porci de' muc*. l'ha mandato all'ospedal

Informazioni

* tedeschi. ** repubblichino ferito in un attentato

pagina 510
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Ballata del Partigiano


(1945)
di Franco Matacotta
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ballata-del-partigiano

Non riconosco mio padre e mia madre Faccio io saltare i ponti


Non ricordo più il mio nome E spezzo le strade ferrate
Io sono nato in mezzo alle squadre Io taglio i fili dei monti
Non so quando né come. Atterro le tigri blindate.

Ieri ero un fanciullo Col riso di gelatina


Giocavo alle stelle e alla vita Faccio schiantare i colossi
Oggi il mio solo trastullo Con lagrime di benzina
è la pallottoliera del mitra. Accendo i bengala rossi.

Cammino sopra la terra Non so perché né come


Come su un pavimento di lampi Ho ancora fede e bontà
All'odio e al dolore fo guerra Ho ritrovato il mio nome
Non c'è nessuno che scampi. Mi chiamo Libertà.

Informazioni

Testo poetico musicato da Giada Salerno, che precisa: "Questa canzone è stata scritta dal partigiano e poeta
marchigiano Franco Matacotta, nome di battaglia Francesco Monterosso. Il brano è uscito in due successive
raccolte: Fisarmonica rossa (1945) e Canzoniere di libertà (1953) con significative varianti.Mi sono rifatta alla
seconda stesura recuperando però una strofa (l'ultima da me cantata) della prima redazione"

pagina 511
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Balmafol è un'alta cima


(1944)
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/balmafol-e-unalta-cima

Balmafol è un’alta cima I fascisti sbaragliati


gloria nostra partigian già si vedono a scappar
c’è la morte a noi vicina son malconci e malmenati
ma il nemico non temiam più non vè per loro ripar

L’otto luglio di mattina Fanno salti da campioni


c’è l’allarme alla sezion ma ogni sforzo è loro invan
il nemico si avvicina perdon fino i pantaloni
ognun corre in postazion pur di giunger lesti al pian

Già si vedon da lontano Ci son morti dappertutto


circospetti nel salir e feriti in quantità
son fascisti e vanno piano per i fascisti è un gran lutto
si conoscon nel vestir han perdù la dignità

La battaglia si scatena Escon tosto gli aquilotti


furibonda e dura ognor dalle loro postazion
per i fascisti - ohimé che pena sono fieri giovanotti
già gli trema in petto il cuor han battuto i fanfaron
sono fieri giovanotti
Canta a morte la mitraglia han battuto i fanfaron
giù i macigni a rotolon
dagli addosso a ’sta gentaglia Balmafol è un’alta cima
trema tutto il gran vallon gloria nostra partigian
c’è la morte a noi vicina
ma il nemico non temiam

Informazioni

Testo trovato da mio padre leggendo un vecchio libro edito dalla Regione Piemonte nel lontano 1985: «L’orrido di
Chianocco», a cura del Gruppo Ricerche Cultura Montana.

(cit. dal sito http://www.antiwarsongs.org/canzone.php?lang=it&id=43552)

L’8 luglio del 1944, mentre vigeva una tregua nei combattimenti tra partigiani e tedeschi che nella vicina Bruzolo
stavano trattando uno scambio di prigionieri, i fascisti pensarono bene di attaccare le postazioni partigiane
attestate tra le alpi Balmafol e Le Combe, il colle delle Coupe e la punta Grand’Uia. I partigiani della 42ma brigata
garibaldina «Walter Fontan» (dal nome del comandante nativo di Bussoleno caduto in combattimento poche
settimane prima, il 25 febbraio) erano numerosi (tra loro anche partigiani russi ed ex soldati del regio esercito
originari del Sud Italia) ma male armati e con poche munizioni, e i fascisti lo sapevano. Infatti, ai primi colpi, gli
attaccanti si nascosero e diedero vita ad uno scontro di posizione molto pericoloso per i partigiani a corto di
pallottole. L’idea che sbloccò la situazione venne al pastore dell’alpeggio di Balmafol (o a suo figlio, qui le
ricostruzioni divergono): «Cômandant, l’hai nen d’armi... Campô n’ roch?» («Comandante, sono senza armi... Che
faccio? Tiro giù un masso?...»). Nessuno aspettò la risposta del comandante Alessandro Ciamei detto «Falco» (un
ex tenente originario di Faenza), tutti cominciarono a far rotolare giù dal pendio quanti più macigni riuscivano. I
fascisti acquattati più in basso furono letteralmente travolti dalle scariche di massi e, costretti ad uscire dai loro
rifugi, furono ben bene impallinati: tra loro si contarono 18 o addirittura 21 morti e parecchi feriti. Una disfatta
totale.

pagina 512
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

(dal sito http://www.antiwarsongs.org/canzone.php?lang=it&id=43552)

pagina 513
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Banditi dell'Acqui
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/banditi-dellacqui

Banditi dell'Acqui, Soldati prigionieri


in alto il cuore! già trucidati
Sui monti di Cefalonia nel mare e le cisterne
sta il tricolore. furon gettati.

Quelli che han combattuto Quelli che han combattuto


non son tornati; e torneranno
sui monti di Cefalonia la sorte dei compagni
sono restati. vi narreranno.

Informazioni

Sull'aria di "Un ponte sul Perati"

pagina 514
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Basta col manganello [E' arrivato l'ambasciatore]


(1945)
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti, comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/basta-col-manganello-e-arrivato-lambasciatore

Italiani ascoltate con gioia È arrivato l'ambasciatare


questa bella e sincera canzon con la Falce e col Martello
e tenetela bene a memoria e arrivato l'ambasciatore
è per tutti una grande vittoria e sparito il manganello
su compatti alziam le bandiere se uniti saremo tutti
di giustizia e di libertà contro gli aprofittator
e cantando con vero fervore su comapgni al lavor
il lavoratore dovrà trionfar siamo tutti fratel
ora basta col manganel
È arrivato l'ambasciatare
con la Falce e col Martello Ora tutti dobbiamo lavorare
e arrivato l'ambasciatore col piccone la penna e il martel
e sparito il manganello se vogliamo l'Italia rifare
se uniti saremo tutti da questo grande e terribile male
contro gli aprofittator parassiti mettetevi in testa
su comapgni al lavor è finito il bel tempo che fù
siamo tutti fratel e l'Italia così rinnovata
ora basta col manganel la vecchia masnada non torna mai più

Per vent'anni abbiamo patito È arrivato l'ambasciatare


sotto un regime di schiavitù con la Falce e col Martello
se non eri iscritto al partito e arrivato l'ambasciatore
di parlar non avevi diritto e sparito il manganello
sofocavano tutte le idee se uniti saremo tutti
con la forca stozzava i pensier contro gli aprofittator
ma gli eventi del mese di aprile su comapgni al lavor
han fatto gioire il mondo inter siamo tutti fratel
ora basta col manganel

Informazioni

Dell cantastorie Alfredo Silvagni, detto "Caserio" di Bagnacavallo, veniva cantata sulla melodia di una allora nota
canzonetta: "E' arrivato l'amasciator"
Una versione di questo canto risulta incisa nel disco "Antologia della canzone comunista in Italia 2- Sventolerai
lassù" a cura di Cesare Bermani per I dischi del Sole, raccolta a Genova nel 1976.

pagina 515
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Battaglioni del duce


Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/battaglioni-del-duce

Battaglioni del duce, battaglioni Han firmato un patto criminale


son formati da avanzi di galera, hanno giurato di vincere o morire,
hanno indossato una camicia nera non hanno vinto perciò dovran perire:
e un distintivo per poter rubar. di quella gente non aver pietà!
Attenti cittadini al portafoglio Li ammazzeremo tutti come cani,
che, se non altro, ve lo fan saltar! libereremo così l'umanità!

Farabutti! Delinquenti! Farabutti! Delinquenti!


Il peggior della malavita Il peggior della malavita
la vedrete riunita la vedrete riunita
quando passa il battaglion! se vedrete i battaglion!

Informazioni

Sull'aria di "Battaglioni M"

pagina 516
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Bel partigian
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/bel-partigian

Lasciando la sua casa e la sua mamma sei tu l'eroe


raggiunge la capanna il partigian della mia patria bella
ricorda Garibaldi e le sue gesta del suo valor ritorna vincitor.
il salvatore dell'Italia un dì.
Marciando su per l'aspre mulattiere
Accetta con piacer in cerca dei fascisti allegro va
il suo dover nell'ora che l'Italia si ridesta
fulgido e fiero combatti perché sai che vincerà.
questo è il guerriero
dell'umanità. Abbasso i traditor
gli affamator
Bel partigian nella riscossa
che sfidi tu la morte bandiera rossa
bel partigian la trionferà.
non temi più la sorte

Informazioni

Sull'aria di "Bel soldatin che passi per la via"

pagina 517
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Bella ciao
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/bella-ciao

Una mattina mi sono alzato Seppellire lassù in montagna


o bella ciao bella ciao o bella ciao bella ciao
bella ciao ciao ciao bella ciao ciao ciao
una mattina mi sono alzato seppellire lassù in montagna
e ci ho trovato l'invasor. sotto l"ombra di un bel fior.

O partigiano, portami via E le genti che passeranno


o bella ciao bella ciao o bella ciao bella ciao
bella ciao ciao ciao bella ciao ciao ciao
o partigiano, portami via e le genti che passeranno
che mi sento di morir. e diranno: o che bel fior!.

E se muoio da partigiano E" questo il fiore del partigiano


o bella ciao bella ciao o bella ciao bella ciao
bella ciao ciao ciao bella ciao ciao ciao
e se muoio da partigiano è questo il fiore del partigiano
tu mi devi seppellir. morto per la libertà

Informazioni

Roberto Leydi fa risalire il testo alla nota ballata popolare Fior di tomba, e la musica ad una filastrocca infantile
derivata dall'altra nota ballata popolare Bevanda sonnifera.

Posteriore alla versione partigiana è un canto di risaia, dal repertorio di Giovanna Daffini, ma la musica di Bella
Ciao è stata anche più volte utilizzata per canzoni nate in occasione di lotte di fabbrica.

pagina 518
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Benito! Benito!
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: veneto
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/benito-benito

Benito! Benito! si casca in terra dalla debolezza.


te m'è calà la paga
te m'è cresü l'affito. Come l'è sta, come sarà
l'è sta Benito che n'à fregà
Quando «Bandiera rossa» se cantava e in fin de la question
cinquanta lire al giorno si pigliava l'è sta Benito col baston.
e adesso che se canta «Giovinezza»

Informazioni

Sull'aria di "All'armi siam fascisti"

pagina 519
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Beppino
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/beppino

Se ne andava alla macchia Beppino per Beppino divenne il suo regno


con la fede e fa il partigian... e su ogni monte il suo nome segnò
per Beppino divenne il suo regno
Lei gli disse Beppin non partire e su ogni monte il suo nome segnò.
con il volto sconvolta dal pianto
la sui monti potresti morire Dopo mesi di combattimenti
se muori tu pure io morirò tra la neve, la pioggia e gli stenti
la sui monti potresti morire superati i rastrellamenti
se muori tu pure io morirò. con Potente a Firenze arrivò
superati i rastrellamenti
E da Pian d'Albero al Pratomagno con Potente* a Firenze arrivò
da Monte Giovi a Monte Morello

Informazioni

Sulla melodia di O Gorizia.

*"Potente" fu il nome di battaglia di Aligi Balducci, eroe della Resistenza toscana, protagonista di numerose azioni
tra cui la liberazione di Firenze nell'agosto del 1944, decorato con la medaglia d'oro al valor militare alla memoria.

http://it.wikipedia.org/wiki/Aligi_Barducci

pagina 520
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Bojorno
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: veneto
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/bojorno

E se i tedeschi madona che bote


ne ciapa de giorno madona che bote.
allora bojorno,
allora bojorno. Ma se i tedeschi
te ciapan tel treno
E se i tedeschi vedemo, spetemo
ne ciapa de note vedemo, spetemo.

Informazioni

Sull'aria di "Là sul Cervino"

pagina 521
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Boves [Non ti ricordi il trentun di dicembre]


(1944)
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/boves-non-ti-ricordi-il-trentun-di-dicembre

Non ti ricordi il trentun di dicembre, non son riusciti coi barbari sistemi
quella colonna di camion per Boves noi partigiani poterci scacciar.
che trasportava migliaia di ``Tuder''
contro sol cento di noi partigian. Povere mamme che han perso i suoi figli,
povere spose che han perso i mariti,
E tra San Giacomo e la Rivoira povera Boves che e` tutta distrutta
e Castellar e Madonna dei Boschi, per la barbarie del vile invasor.
la` infuriava la grande battaglia
contro i tedeschi e i fascisti traditor. Ma dopo un anno di vita montana
tra fame e freddo e dure fatiche
Dopo tre giorni di lotta accanita e` giunta l'ora della nostra riscossa,
fra tanti incendi e vittime borghesi noi partigiani sapremo vendicar.

Informazioni

Sull'aria di "Non ti ricordi quel mese d'aprile" o "Addio padre". Raccolta da Coggiola e Deichman da un grupppo di
donne di Boves (CN). Cronaca partigiana della battaglia e delle rappresaglie naziste a Boves, nell'inverno tra 1943
e 1944, cha costarono la vita a 132 civili e l'incendio e la distruzionedi più di 700 case di Boves (CN)

vedi anche: http://www.storia900bivc.it/pagine/boves.html

pagina 522
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Brigata partigiana
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/brigata-partigiana

Mentre il popolo languiva vogliono pace e libertà


triste e stanco nel dolor hanno il fuoco nei lor petti,
con le armi si partiva vogliono pace e libertà
per la Patria e per l'onor
con le armi si partiva Senza tema nè paura
per la Patria e per l'onor la Brigata innanzi va
sulla strada lunga e dura,
Verso i monti, sulle vette, ed il sogno arriverà.
nelle valli, lungo il pian, sulla strada lunga e dura,
son per fare le vendette ed il sogno arriverà
i soldati partigian
son per fare le vendette Pace eterna gloria a voi!
i soldati partigian Mai nessuno scorderà
tutti i nomi degli eroi
Sono imberbi giovanetti morti per la libertà
e qualcuno è un uomo già; tutti i nomi degli eroi
hanno il fuoco nei lor petti, morti per la libertà

Informazioni

Esiste una versione di questo canto intitolata "Brigata Caio", che non prevede la terza strofa, e che modifica la
quarta così:

Senza tregua ne paura


la brigata Caio va
sulla strada lunga e dura
ed il sole arriderà

e tra la quarta e la quinta inserisce la seguente:

Non ci scorderemo mai


dell'esempio nel dover
il suo motto fu "dai dai"
Caio è il primo nel cader

La brigata Caio operava sull'Appennino Ligure, al confine tra la provincia di Alessandria e la Liguria

pagina 523
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Cameraten, questa guerra


Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/cameraten-questa-guerra

Cameraten, questa guerra Cameraten, tutti i giorni


ha segnaten la mia sorte, mi ritiren un pochino,
mi credevo tanto forte quando arriverò a Berlino
ma mi manca già la terra... già ci troverò Baffon!

Informazioni

Sull'aria di "Camerata Richard"

pagina 524
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Camicia rossa [2]


Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/camicia-rossa-2

Camicia rossa color del sangue, vincere o morir abbiam giurato,


i nostri bei gruppetti son più forti abbiamo giurato con grande amor,
Avanti sempre avanti andiam Viva l'Italia e il tricolor!
noi partigian della morte.
Abbasso i signor!
Noi siamo i partigiani,

pagina 525
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Cantano i mitra
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/cantano-i-mitra

Cacciatori sotto il cielo di Vittorio, contro un popolo barbaro e incivile.


avanti, a guerreggiar si va! Baldi garibaldini
Si lotta per l'Italia del domani, sognanti una nuova gioventù.
si lotta per l nostra libertà. E quando la battaglia inizierà
la "Cacciatro della Alpi" scatterà.
E sotto il sole d'or
raccoglierò un bel fior, Cantano i mitra
lo porterò alla donna del mio cuore. ed ogni cuore sempre canterà,
cantano i mitra
Oè! Cantano i mitra che mai nessuno al mondo fermerà

Informazioni

Inno ufficiale della brigata "Cacciatori delle Alpi".

pagina 526
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Canto con lo Sten


Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/canto-con-lo-sten

Canto con il breda, con le bombe a mano,


canto con il bren, con il mitra, il bren.
con le bombe a mano, Viva i partigiani
con il mitra, lo sten che sui monti stan
canto col moschetto, quando scenderemo
canto con lo sten, i tedeschi fuggiran!

pagina 527
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Canto del martirio


(1973)
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/canto-del-martirio

Caduti voi siete Ma l’ora suonò


per quelli che han fame Ed il popolo eroe
per tutti gli oppressi e i liberi. Si stende, respira, ricresce
Del vostro amore
per la verità Addio cari compagni
voi siete le vittime sublimi. Addio puri cuori
Addio tra i più nobili fratelli

Informazioni

È la versione italiana di una canzone popolare sovietica, tradotta in inglese con il titolo ”Innocent victims”,
pubblicata nel 1973 sul doppio album STORIA DEL PCI.

pagina 528
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Canzone del ghetto di Varsavia


(1943)
di Reuven Lifshutz
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: yiddish
Tags: antifascisti, carcere, campi di concentramento
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/canzone-del-ghetto-di-varsavia

Il buongiorno brava gente E la fame ci tormenta


questo organetto vi da i morti sono tra noi
se in cambio un tozzo di pane presto di tutti gli ebrei
mi date allora Iddio vivrà solo il ricordo
di certo vi benedirà ormai lo sapete anche voi

Io che avevo padre e madre Mentre suono l'organetto


e sorelline ben tre in cenere sono di già
sono rimasto da solo finiti di noi altri mille
e dove son finiti Treblinka è là che aspetta
inutile chiederlo a me e tutti a morirvi si andrà

Io canto sull'organetto Che sprofondi questo ghetto


quello che ognuno ben sa la spada occorre impugnar
non serve fingere ancora meglio morir per la strada
perché tra poco tutti piuttosto che a Treblinka
in cenere si finirà andar come stracci a bruciar

Informazioni

Una canzone nata per spingere gli ebrei del Ghetto di Varsavia a ribellarsi alle tremende condizioni imposte dagli
occupanti tedeschi (1940). In effetti una parte degli ebrei che vi furono rinchiusi scatenarono una rivolta, purtroppo
presto soffocata dalle SS. Ma quello del ghetto di Varsavia resta uno degli episodi più gloriosi della resistenza
ebraica ai nazisti.

Il testo presente è una traduzione dall'yddish, di Leoncarlo Settimelli

pagina 529
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Canzone del gruppo 201


Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/canzone-del-gruppo-201

C’è una casetta alpina Giuriam fede di combatter


dove siamo noi partigiani per la patria fino alla fine
Combattiamo con ardore E i nemici dell’Italia
per l’Italia dell’indomani scacceremo oltre il confine
E il mitra par che dica E tanto tanto correran
ognor scacciamo tutti i traditor coi piedi ed anche colle man
Fascisti e nazisti lor Alfin liberi sarem e in pace
che ci han traditi nell’onor a casa tornerem

Tutti abbiamo una casa I fascisti e i nazisti


familiare che è pur lontano salutiamo con condoglianze
Ove attende e prega ognor Scenderemo coi ribelli
la nostra mamma che tanto amiamo per finire le loro danze
Ma noi sulle montagne stiam A morte a morte i traditor
e con coraggio combattiam che ci hanno offesi nell’onor
Non per cercar comodità Evviva evviva i partigian
ma per la sola libertà evviva evviva la libertà

Informazioni

Canzone dei Partigiani del gruppo 201, formazione della Divisione Garibaldi “Spartaco”, operante in provincia di
Macerata, nella zona di Tolentino, della quale ben 27 partigiani sono stati trucidati dai fascisti il 22 marzo 1944 a
Montalto di Cessapalombo. Ogni anno l’avvenimento viene commemorato a Tolentino con una fitta serie di
iniziative dirette soprattutto ai giovani. Da cantarsi sull’aria di “Chiesetta alpina”. Comunicazione di Giampiero
Angeli di Siena.

pagina 530
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Canzone del partigiano


di Giovanni Menozzi
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/canzone-del-partigiano

Ricordi mamma quando ti lasciai, Ma quei nostri cuor


tremavala tua mano nel saluto, spuntava sempre il sol
forse credevi rivedermi mai, al grido dell'amor,
e invece vedi, mamma, son venuto. la patria è che lo vuol.
Ho combattuto là sopra quel monte,
coi miei compagni e tanti ne morì, E tante volte in una quieta sera
ma per la patria e con il sole in fronte, vedeva il cuor lontano il casolare
credimi, bello era morir così. ma sempre fra quei boschi han sventolato
alti nel sole liberi i colori
E m'era tetto il ciel di questa terra, perchè mai piegato
con tutte le sue stelle, giacque per lei l'amor dei nostri cuori
e m'era amico il gel,
amico per la pelle. E m'era tetto il ciel...

pagina 531
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Canzone dell'8 settembre


Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: carcere
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/canzone-dell8-settembre

L'otto settembre fu la data, mi hanno fatto prigioniero


l'armistizio fu firmato, e in Germania mi mandar.
mi credevo congedato
e alla mamma ritornai. Lunghi son quei tristi giorni
di tristezza e patimenti.
Al giorno dopo fu fallito Siam rivati a tanti stenti
quel bel sogno lusinghiero, che in Italia tornerò.

pagina 532
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Canzone su Licio Nencetti partigiano


Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/canzone-su-licio-nencetti-partigiano

Compagni se vi assiste la memoria E Licio nel successo non s’incaglia


ricorderete i tempi d’oppressione rinnova coi compagni il giuramento
quella punta funesta della storia e dice: "Per maggior precauzione
che mise tutto il mondo in perdizione. decido di cambia' la posizione.
I popoli fra lor fecero guerra Ritorneranno a fare un’incursione
ognuno perse il senno e la ragione e battendo e mulattiere e strade e ponti
la morte dilagò sopra la terra e quando ci sarà il rastrellamento
ovunque fu rovina e distruzione. col piombo gli faremo un complimento".

Nel cielo tonò il rombo del cannone A Monterosi fu il trasferimento


l'Italia si dovette inginocchiare ma vennero scoperti e circondati
i tedeschi vi fecero invasione però la sorte non recò sgomento
si videro i fratelli deportare. dal gran coraggio furono animati.
Per noi non ci fu pace e compassione Ognuno tenne fede al giuramento
abbandonati fummo a trista sorte per quanto si trovassero isolati
il re tradì per primo la nazione passarono con impeto all’attacco
ed al nemico spalancò le porte. ed al nemico ancor diedero smacco.

Molti fatti di sangue e disumani Ma la sciagura era già in vedetta


si videro dovunque consumare e contro Licio preparò l’agguato
famiglie trucidate come cani il 23* di maggio per disdetta
in ogni strada e in ogni casolare. da quelle belve venne catturato.
A quei tempi a Arezzo fu Licio Nencetti In carcere fu messo a tutta fretta
che alla ventura gli toccò scappare fra pugni e calci poi fu torturato,
la sua memoria meriti rispetti ma Licio a loro nulla volle dire
e la sua storia ognun deve ascoltare. perché i compagni lui 'un volea tradire.

Con lui lasciaron molti e terra e tetti Più d’uno strazio gli toccò subire,
e le proprie famiglie abbandonate ma solo alla sua mamma lui pensava
armati di coraggio e di moschetto qualche notizia pe' falli pervenire
col nome degli eroi stampato in petto. ormai che a morte certa se ne andava.
L’8 settembre Licio aveva detto Nulla importava a lui quel partire,
che vendicato alfin avrebbe il padre nessuna grazia ai sgherri domandava
pure pensando bene il poveretto e dopo un giorno che fu carcerato
al gran dolore della vecchia madre. solo per finzione venne liberato.

E sempre più su lui furor si scaglia Di nuovo fu ripreso e interrogato,


da Lucignano gli toccò scappare ma nessuna risposta volle dare
perseguitato da tanta canaglia e allora col sistema più spietato
in Casentin si dovette rifugiare. pugni e pedate presero a menare.
E allora Licio dichiarò battaglia Pe' l’ira furibonda il disgraziato
e si mise i partigiani a radunare vide la dura sorte preparare,
facendo su quei monti accampamento tutto il veleno de quei delinquenti
della vendetta attese il gran momento. s’accese fracassandogli anche i denti.

Rapidamente passano le ore Il nostro eroe mantenne il suo coraggio


si scorge già il nemico da lontano disprezzò il nemico con fierezza
il cuor di Licio palpita d’ardore finché un mattin del ventisette maggio
ed a' compagni tende la sua mano. finir doveva la sua giovinezza.
Ognuno sa che sono in minoranza Di salvarlo non c’era alcun miraggio
però d'ave' timore nessun lo dice attese il suo verdetto con fermezza
al primo cenno scoppia la battaglia fori della prigione fu portato
e sibila rabbiosa la mitraglia. dove un plotone stava preparato.

pagina 533
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

E l'ordine di foco gli fu dato e sulla tomba a lui gli ponga un fiore
e sparan su di lui quegli assassini che esalti della gloria tutto il vanto.
e mentre a Licio la fine gli scocca
stramazza a terra col sorriso in bocca. Licio Nencetti, è tua questa canzone
Alla sua cara mamma con amore col cuore di compagno te la canto
ogni persona onesta asciuga il pianto riposa in pace non ti scorderemo
la tua memoria rivendicheremo.

Informazioni

Canto raccolto da Diego Carpitella nell'aretino.L'informatore Enzo Piccoletti attribuisce la paternità del canto
(composto da venti strofe) a un poeta improvvisatore di nome Casini. La versione qui presentata è quella cantata
da Caterina Bueno nel disco "Se vi assiste la memoria" (Fonit Cetra 1974).

*Licio Nencetti venne fucilato precisamente il 26 maggio 1944

pagina 534
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Cara mamma sono partigiano


Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/cara-mamma-sono-partigiano

Lieber Mutter wir sind partisanen, lotteremo per l'Italia,


dammi un bacio senza lacrimar! vincere o morir!
Son contento sempre ben armato,
vittorioso voglio ritornar. La bandiera è simbolo di gloria,
sempre in alto, in testa marcerà.
Lotterem ognor, I partigiani sorridono alla gloria
morte all'oppressor! e vibranti lancian l'aillalà!
Conquisterem la nostra libertà,
con valor lotteremo, Lotterem ognor...

Informazioni

pagina 535
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Chi va là!
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti, comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/chi-va-la

Chi va là! con la falce e il martello,


Odon ogni rumor il nuovo emblema giustizia farà!
le nostre vedette attente a guardar:
se soffia il vento e la tempesta Chi sarà?
il partigiano è sempre all'erta Sarà forse la bimba
tra rocce, a fianco dei burroni, al baldo passare dei nostri battaglioni,
la fede mai gli mancherà. per un cuore che ama e sorride
e pensa al suo garibaldino
Le marce tra vallate e forcelle che un giorno ritornerà vicino,
le notti al chiaror delle stelle e un sol radioso splenderà.
la fam, la sete che soffrimmo,
ti vedemmo "Stella Rossa" Le marce tra vallate e forcelle...
portarci il segno della Libertà;

pagina 536
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Cime nevose
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/cime-nevose

Là sulle cime nevose L'è un partigian, l'é un partigian


una croce l'è piantà. che il nemico uccise
Non vi son fiori né rose l'è un partigian
l'è la tomba di un soldà. che nel fuoco morì.

L'è un partigian, l'é un partigian Vi vedo e penso ancora


che il nemico uccise nell'ora dei tramonti
l'è un partigian al sorger dell'aurora
che nel fuoco morì. montagne del mio cuor.
Questo dolce ricordo
Pensando alle alte vette mi fa sognare, mi fa cantare
fra i dolci acuti canti tutta la melodia
fra i rivoli fruscianti che riempie il cuore di nostalgia.
snodati verso il pian
la mamma più non piange Vi vedo e penso ancora
il figlio suo perduto: nell'ora dei tramonti
sull'alpe sconosciuto al sorger dell'aurora
un altro eroe sta. montagne del mio cuor.

Informazioni

La melodia è quella del noto canto friulano "Ai preà le biele stele e le sant del Paradis"

pagina 537
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Col parabello in spalla


Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/col-parabello-spalla

Col parabello in spalla e allora il capobanda


caricato a palla giunta la pattuglia
sempre bene armato mi strinse la mano
paura non ho e poi mi disse
quando avrò vinto «I fascisti son là».
quando avrò vinto
E a colpi disperati
col parabello in spalla mezzi massacrati
caricato a palla dalle bombe scippe
sempre bene armato i fascisti sparivano
paura non ho gridando «Ribelli»
quando avrò vinto gridando «Ribelli»
ritornerò.
e a colpi disperati
E allora il capobanda mezzi massacrati
giunta la pattuglia dalle bombe scippe
mi vuol salutare i fascisti sparivano
e poi mi disse gridando «Ribelli
e poi mi disse abbiale pietà!»

Informazioni

Derivato dal canto degli alpini "Col fucile sulle spalle", fu cantata soprattutto in Veneto, Liguria e Piemonte.
Le "bombe scippe" erano ordigni in uso nella prima guerra mondiale, prodotte dalla SIPPE (Società Italiana Per
Prodott iEsplosivi).
La melodia è quella di una nota canzonetta a doppio senso dell'epoca.

pagina 538
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Compagni fratelli Cervi


Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/compagni-fratelli-cervi

Metti la giubba di battaglia, Compagni, fratelli Cervi,


mitra, fucile e bombe a mano, cosa importa se si muore
per la libertà lottiamo, per la libertà e l'onore
per il tuo popolo fedel. al tuo popolo fedel.

E' giunta l'ora dell'assalto, E' giunta l'ora dell'assalto...


il vessillo tricolore,
e noi dei Cervi l'abbiam giurato Compagni, fratelli Cervi...
vogliam pace e libertà, e libertà.

pagina 539
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Compagno partigiano
di Raffaele Mario Offidani
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti, comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/compagno-partigiano

Nella russa pianura nevosa contro quelli che l'Itala terra


e sui gioghi dei Monti Balcani ai tedeschi vilmente hanno venduto.
hanno scritto gli eroi partigiani Vien l'Italia distrutta e predata
l'epopea più sublime e gloriosa dal tedesco crudele e ladrone,
Con guierriglia tremenda e incessante, e il fascista gli tiene bordone
ai selvaggi tedeschi invasori perchè sia maggiormente straziata.
danno eterni tormenti e terrori Ma ogni oltraggio alla patria adorata
rievocanti l'inferno di Dante. abbia ancor più feroce reazione.
Quelle steppe e quei gioghi montani
sono tombe ai banditi hitleriani. O compagno bolscevico...

O compagno bolscevico, Tutti all'armi ci chiami la tromba


o fratello partigiano, contro il vil traditore fascista
dacci sempre la tua fede e il feroce brigante nazista:
e il tuo cuore sovrumano! sia l'Italia d'entrambi la tomba!
O compagno bolscevico, La guerriglia divampi spietata
o fratello partigiano, contro quei vigliacchi assassini.
bello e battersi e morire Pure i vecchi le donne e i bambini
per la santa Libertà prendan parte alla santa crociata.
Allo slavo leon partigiano
Il gran dì della lotta è venuto, sarà pari il leone italiano.
il gran dì implacabile di guerra
O compagno bolscevico...

Informazioni

Sull'aria di "Camerata Richard".

pagina 540
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Complainte du partisan
(1943)
di Emmanuel D'Astier de la Vigerie
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: francese
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/complainte-du-partisan

Les Allemands étaient chez moi Un vieil homme dans un grenier


On m'a dit résigne toi Pour la nuit nous a cachés
Mais je n'ai pas pu Les Allemands l'ont pris
Et j'ai repris mon arme. Il est mort sans surprise.

Personne ne m'a demandé Hier encore nous étions trois


D'où je viens et où je vais Il ne reste plus que moi
Vous qui le savez Et je tourne en rond
Effacez mon passage. Dans la prison des frontières.

J'ai changé cent fois de nom Le vent souffle sur les tombes
J'ai perdu femme et enfants La liberté reviendra
Mais j'ai tant d'amis On nous oubliera
Et j'ai la France entière. Nous rentrerons dans l'ombre.

Informazioni

Scritta a Londra nel 1943, venne resa famosa da Leonard Cohen nel 1969 che la riadattò in The partisan

Fonte

pagina 541
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Con il freddo e con la fame


Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/con-il-freddo-e-con-la-fame

Con il freddo e con la fame, e scacciare l'invasor,


dai paesi e le città, per i monti e per le piane
al richiamo della Patria avanzaron i Partigian.
si levaron i Partigian.
Al richiamo della Patria Con la lotta e con la vittoria,
si levaron i Partigian. con la forza e la lealtà,
renderanno che sia l'Italia
Per guidare l'Italia libera pane, pace e libertà.

pagina 542
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Con la guerriglia
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/con-la-guerriglia

E noi farem del mondo un baluardo Per la vittoria


Sapremo rider e disprezzar la vita Al piano scenderem per la battaglia
Per noi risorgerà la nuova Italia Per la vittoria
Con la guerriglia
Per noi risorgerà la nuova Italia Famelici di pace e di giustizia
Con la guerriglia Annienterem il fascismo ed i tiranni
Per tutte le vittime nostre invendicate Rossi di sangue e carichi di gloria
Per liberar l'oppressa nostra gente Nel fior degli anni
Ritorna sempre invitto nella lotta Rossi di sangue e carichi di gloria
Il patriota Nel fior degli anni
Ritorna sempre invitto nella lotta
Il patriota Ai nostri morti scaverem la fossa
Sulle rupestri cime sarà posta
Il nostro grido è libertà o morte Per noi risorgerà la nuova Italia
Sull'aspro monte ci siam fatti lupi Con la guerriglia
Al piano scenderem per la battaglia Per noi risorgerà la nuova Italia
Con la guerriglia

Informazioni

Canto di battaglia della Brigata Garibaldina Cichero e di altre formazioni partigiane combattenti sull 'appennino
ligure. Nell 'immediato dopoguerra il brano verrà poi rielaborato in differenti versioni, diffuse prevalentemente
nell\'Italia Centrale, Lazio in particolare, come la nota Orsù Compagni di Civitavecchia. In realtà Con la Guerriglia
ha genesi ben più lontane nel tempo, traendo le sue antiche e nobili origini dall\'Inno della Rivolta, canto anarchico
il cui testo ricalcava fedelmente la poesia Dies Irae, scritta nel 1893 da Luigi Molinari, pubblicata l 'anno seguente
sull 'Almanacco della Favilla, periodico bimestrale di propaganda libertaria edito a Mantova, e successivamente
musicata nel 1904.

pagina 543
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Cosa importa se ci chiaman banditi?


Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/cosa-importa-se-ci-chiaman-banditi

Portiamo l'Italia nel cuore, esempio per chi resta a lottare;


abbiamo il moschetto alla mano, da forti accettiamo il destino,
a morte il tedesco invasore, nel sacro nome della libertà!
ché noi vogliamo la libertà.
A morte il fascio repubblican...
A morte il fascio repubblican,
a morte il fascio, siam partigian. In piedi, ché il giorno è vicino;
A morte il fascio repubblichin, avanti, Seconda Brigata!
a morte Hitler, viva Stalin. Compagni, già sorge il mattino,
l'alba serena di libertà.
Cosa importa se ci chiaman banditi?
Ma il popolo conosce i suoi figli. A morte il fascio repubblican...
Vedremo i fascisti finiti,
conquisteremo la libertà. Nel segno di falce e martello
lottiamo per il popolo nostro,
A morte il fascio repubblican... domani sarà il giorno più bello,
che noi vivremo in libertà!
Onore a chi cade in cammino,
A morte il fascio repubblican...

Informazioni

Sull'aria dell'"Inno a Oberdan"

pagina 544
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Cosa rimiri mio bel partigiano


Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/cosa-rimiri-mio-bel-partigiano

Cosa rimiri mio bel partigiano? dei tedeschi paura non ho


Io rimiro la figlia tua con la mia banda li vincerò
è la più bella della città
Partigiano, indov'è la tua banda?
La mia figlia l'è giovine e bella, La mia banda l'è qui e l'è là
ai partigiani non ce la do sugli alti monti a guerreggiar
in camerella la chiuderò
Partigiano se vuoi la mia figlia
In camerella chiudetela pure di un giuramento tu devi far
verrò di notte la ruberò di star sett'anni senza baciar
sugli alti monti la porterò
Mamma mia che mal giuramento
Sugli alti monti portatela pure, aver l'amante così vicin
verran i tedeschi a rastrellar e star sett'anni senza bacin
e la biondina l'ammazzeran
Quando fu stato sulle alte montagne
La mia banda l'è forte e armata una bufera si scatenò
e la biondina in braccio andò.

Informazioni

Sull'aria del canto deglla prima guerra mondiale Cosa rimiri mio bell'alpino.
La particolarità di questo canto sta nella struttura, che è tipicamente quella del canto epico-lirico dell'Italia
settentrionale.

pagina 545
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Crematorio nera porta


Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti, campi di concentramento
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/crematorio-nera-porta

Crematorio nera porta Solo tu perché non parli


che all'inferno porterà tu che sai la verità
vi trascino neri corpi era solo di tre anni
che la fiamma brucerà ma non ebbero pietà
Vi trascino il mio figliolo I suoi occhi silenziosi
con i suoi capelli d'or che ti guardano lassù
coi suoi pugni in mezzo ai denti hanno lacrime di pietra
figlio mio come farò che non scenderanno più

O mi sbaglio e dormi tu O mi sbaglio e dormi tu


ed allora figlio tu ed allora figlio tu
dormi e intanto ninna-ò dormi e intanto ninna-ò
io ti cullerò io ti cullerò

Informazioni

Canzone del campo di Treblinka, composta su frasi del deportato Liebeskind, portatore di cadaveri, di fronte al
corpo del figlioletto.

pagina 546
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Dai monti di Sarzana


Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: anarchici, antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/dai-monti-di-sarzana

Momenti di dolore, la morte e nulla più.


giornate di passione, Coraggio e sempre avanti
ti scrivo cara mamma, la morte e nulla più.
domani c'è l'azione
e la brigata nera, Bombardano i cannoni
noi la farem morire. dai monti sarzanesi
all'erta partigiani
Dai monti di Sarzana del battaglion Lucetti
un dì discenderemo più forte sarà il grido
all'erta partigiani che salirà lassù
del battaglion Lucetti. fedeli a Pietro Gori
noi scenderemo giù.
Il battaglion Lucetti Fedeli a Pietro Gori
son libertari e nulla più noi scenderemo giù.
coraggio e sempre avanti

Informazioni

Canzone dei partigiani anarchici del “Battaglione Gino Lucetti” che operò nel Carrarese e attorno a Sarzana. Il
canto è stato riferito in modo frammentario nel 1962 a Roberto Leydi da due partigiani di Carrara. Gino Lucetti è
l’anarchico che nel 1926 fece un attentato a Mussolini lanciandogli una bomba nei pressi di Porta Pia a Roma.
Arrestato, venne condannato l’anno successivo dal Tribunale Speciale a 30 anni. Nel 1943 viene mandato al
confino ad Ischia dove muore sotto un bombardamento “alleato”.

Da acrataz.oziosi.org (non più online).

pagina 547
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Dalle belle città


di Emilio Casalini
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti, antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/dalle-belle-citta

Dalle belle città date al nemico ma quella fede che ci accompagna


fuggimmo un dì su per l'aride montagne, sarà la legge dell'avvenir.
cercando libertà tra rupe e rupe,
contro la schiavitù del suol tradito. Di giustizia è la nostra disciplina,
libertà è l'idea che ci avvicina,
Lasciammo case, scuole ed officine, rosso sangue è il color della bandiera
mutammo in caserme le vecchie cascine, partigian della folta e ardente schiera.
armammo le mani di bombe e mitraglia,
temprammo i muscoli ed i cuori in battaglia. Sulle strade dal nemico assediate
lasciammo talvolta le carni straziate.
Siamo i ribelli della montagna, sentimmo l'ardor per la grande riscossa,
viviam di stenti e di patimenti, sentimmo l'amor per la patria nostra.
ma quella fede che ci accompagna
sarà la legge dell'avvenir Siamo i ribelli della montagna...

Informazioni

E' l'inno della III Brigata garibaldina Liguria.L'autore delle parole è Emilio Casalini "Cini", assieme ai partigiani della
Brigata; l'autore della musica- una tra le poche completamente originali - è Luciano Rossi " Lanfranco " che la
compose durante i turni di guardia.

pagina 548
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Dongo
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/dongo

Del fu Duce i giornali han narrato Il tiranno portava un berretto


la sua ultima disavventura della fu guardia repubblichina,
che seguì alla fatal sua cattura un cappotto color nocciolina,
e il destin che su lui si compì. era un uomo finito di già.

Come fu Mussolini arrestato, Mussolini ascese al potere


custodito insieme a Claretta, colla forza in quel di già lontano,
messo in una colora stanzetta ma la forza di ogni italiano
dove stette all'incirca tre dì. annientò quel crudele oppressor.

Buia e tetra era quella stanzetta, Nel vedere il patriota gli ha detto:
ben guardata da due Partigiani "Cosa c'è che venite a fare"?
che la sorte avean nelle mani "Ambedue vogliam liberare,
di chi fu la cagion d'ogni mal. sì davver questa è la libertà".

Lui fu messo insieme a Claretta Mussolini da buon cavaliere,


per goder tutto quel che doveva, ora quel luogo lui sta per lasciare,
per goder tutto quel che voleva precedenza alle donne vuol dare
dall'Italia il fratel suo carnal. ma precederlo lei non vuol.

In quel luogo entrò il giustiziere. Detto ciò il giustiziere decide


Mussolini vicino era al letto, di colpire il tiranno e Claretta.
fuor dall'orbita gli occhi e nel petto Sui tiranni alfin la vendetta
un terribilim mortal terror. sarà sempre tremenda quaggiù.
Sui tiranni alfin la vendetta
sarà sempre tremenda quaggiù.

pagina 549
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Dopo tre giorni di strada asfaltata


Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/dopo-tre-giorni-di-strada-asfaltata

Dopo tre giorni di strada asfaltata e dei fascisti vogliamo la pelle


dopo tre giorni di lungo cammino, perchè già troppo c'han fatto soffrir!
l'ardita banda di Mario Borghese
raggiunse il fronte per fare il suo dover. Farem la pelle a quel boia di Hitler
e a quel vigliacco di Mussolini
Nel bel paese della Romagna perchè per colpa di quegli assassini
ogni mamma con ansia vi aspetta, già troppa gente ha dovuto morir.
ma i nostri morti che gridan vendetta
nostro dovere è andarli a vendicar. Voi tedeschi che siete i più forti
venite avanti se avete il coraggio:
Abbiam la fiamma che brucia nel petto e se gli inglesi vi danno il passaggio
e per le pene il sangue ribelle, noi partigiani fermarvi saprem!

pagina 550
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Duce, duce, il vestito mi si scuce


Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/duce-duce-il-vestito-mi-si-scuce

Duce, duce, il vestito mi si scuce, per il nostro duce e per il nostro re.
duce, duce, chi lo ricucirà?
Verrà, quel di verrà,
Tutta la Spagna brustola caffè che anche il duce popolari fumerà!

Informazioni

Sull'aria di "Inno dei giovani fascisti".

Nel 1939 dapprima vi fu l'invito da parte del governo Mussolini, di non bere caffè, in quanto doveva essere pagato
in oro, successivamente ne fu vietata la vendita, con eccezione di quello importato dalla Spagna. Le sigarette
"popolari" erano le più economiche, ma anche le più scadenti.

pagina 551
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E giustizia farà
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/e-giustizia-fara

Partigiano, uno solo: giustizia sarà.


una fede ci lega e c'infiamma:
alza al vento la nostra orifiamma; Partigiano,
come falchi dal monte sul piano siam legati da nu vindice ardore
noi caliamo e giustizia sarà. contro il barbaro sangue nemico;
se io muoio mi abbraccia un amico,
Partigiano, vita e onori son vivi per te.
nudo e scalzo nel gelido vento,
riscaldato da un fervido amore, Partigiano,
a vendetta discendi, il lamento il compagno che muore è uno solo
del tuo popolo pronto a lenir. diecimila al suo posto verranno;
se anche mille a quel posto cadranno
Partigiano, una fede immortale vivrà.
cosa importa se il pianto e la morte
ci separan dai figli: la sorte Partigiano.
è una sola, ma grande ed il canto

pagina 552
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E la mula
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: Triestino
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/e-la-mula

E la mula che sposarò mi E la festa che faremo noi


dovarà esser ‘na partigiana la faremo a guera finida
Casa se va Casa se va

E el prete che ne sposarà E la vita che vivaremo noi


dovarà esser stado in galera dovarà esser libera e bela
Casa se va Casa se va

Informazioni

Fu cantata dai partigiani del Battaglione Triestino durante la guerra di liberazione. Il Battaglione, attivo dall’inverno
del 1942 all’aprile del 1944, fu una delle prime formazioni organizzate a combattere i fascisti e fu una brigata
partigiana di “confine” che riunì al suo interno combattenti di lingua e cultura sia italiana che slovena (informazioni
a cura del Coro sociale di Trieste)

pagina 553
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E sbarcarà i inglesi
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/e-sbarcara-i-inglesi

Sono passati gli anni, salvar l'umanità!


sono passati i mesi,
non passeranno i giorni E voi fanciulle belle
e sbarcherà i inglesi. che coi fascisti andate,
le vostre chiome belle
La nostra patria è il mondo intero, presto saran tagliate.
la nostra fede è la libertà,
solo pensiero: La nostra patria...

Informazioni

Sull'aria degli "Stornelli d'esilio".

pagina 554
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E' l'alba cupa del dieci aprile


Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/e-lalba-cupa-del-dieci-aprile

E' l'alba cupa del dieci aprile, la "brava" gente li chiama ribelli,
sopra il crinale che porta a Saltino, son Volontati della Libertà.
con passo stanco pel lungo cammino
con l'arme a spalla passano i partigian. Ma è un giorno cupo quel dieci d'aprile,
la lotta è dura e voluto i migliori,
E' la brigata "Gi Elle" montagna, il comandante la morte ha ghermito
la "Santa Giulia" di Mario Allegretti e i partigian piangono dal dolor.
che va a scovar del tedesco la tana
che già vicina è ormai la libertà. Piangono muti il valore del forte,
trema sul labbro il suo nome ch'è gloria,
Son lunghi mesi che sono "banditi", Mario Allegretti passato è alla storia
da lungo tempo si senton fratelli, come gran cuore di capo partigian.

Informazioni

Sull'aria di "Monte Canino", racconta un episodio della Resistenza.

pagina 555
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Era una notte nera


Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/era-una-notte-nera

Passa la ronda dei garibaldini Prestami la borraccia,


l'eco risponde un bicchier di vin questo l'è il mio bicchiere
che noi vogliamo bere
Era una notte nera, nera se non vogliam morir!
soffiava il vento e la bufera Morir, morir, dovrete voi fascsiti
soffiava il vento e la bufera... questa è l'ultima vostra ora.
Garibaldin, riman lassù... Dalle man garibaldine
Piano, piano garibaldino lìè difficile scappar.
cerca di usare la precauzione. Dalle man garibaldine l'è difficile scappar
Scendi a valle dai burroni L'è difficile scappar!
che il nemico ti sta asoettar.

pagina 556
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Fischia il vento
(1943)
di Felice Cascione
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/fischia-il-vento

Fischia il vento e infuria la bufera, Se ci coglie la crudele morte,


scarpe rotte e pur bisogna andar dura vendetta verrà dal partigian;
a conquistare la rossa primavera ormai sicura è già la dura sorte
dove sorge il sol dell'avvenir. del fascista vile e traditor.
A conquistare... Ormai sicura...

Ogni contrada è patria del ribelle, Cessa il vento, calma è la bufera,


ogni donna a lui dona un sospir, torna a casa il fiero partigian,
nella notte lo guidano le stelle, sventolando la rossa sua bandiera;
forte il cuor e il braccio nel colpir. vittoriosi, al fin liberi siam!
Nella notte... Sventolando...

Informazioni

Sull'aria della canzone russa "Katiuscia". di Michail Isakovski.

Cantata un po' ovunque dalle varie brigate, è stato forse il canto più eseguito durante la Resistenza.

L'autore del testo, Felice Cascione, comandante della II Divisione d'assalto garibaldina di Imperia, è morto nelle
montagne della provincia di Cuneo nel 1944 in uno scontro a fuoco con i fascisti. Solo pochi giorni prima aveva
composto questo canto che poi, in modo spontaneo, ha iniziato a diffondersi tanto da diventare un vero e proprio
inno dei partigiani.

Beppe Fenoglio, nel celebre romanzo "Il partigiano Johnny" scrive: "Fischia il vento è una vera e propria arma
contro i fascisti. Li fa impazzire, mi dicono, al solo sentirla".

pagina 557
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Foglie tremule
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/foglie-tremule

Foglie portate dal vento Autunno diccelo ancora


che incominciate a cader che presto noi scenderem
nei cuori un po' di sgomento verso la nostra dimora
voi ci infondete davver e i bruti noi scaccerem
Pensar ci fate all'inverno Pensar ci fate all'inverno
che triste e duro sarà che triste e duro sarà
e dure come all'inferno saran se in Alemania i tedeschi non van
le pene di noi partigian scacciati da noi partigian

Foglie tremule Foglie tremule


restate su restate su
se cadete, ahimé, voi se cadete, ahimé, \ voi
triste è la gioventù triste è la gioventù
Sole e luce Per stroncare
ci voglion qua quelle viltà
Ma se la nebbia ci copre che quei tedeschi e fascisti
noi mesti pensiamo alle nostre città da vili egoisti consumano là

Informazioni

Raccolta dalla voce di Tullio Cammellini, operaio genovese, antifascista, cantastorie, famoso perché girava per i
carugi con i volantini contro l'occupazione nascosti dentro la chitarra.

pagina 558
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Fronte Liberatore
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/fronte-liberatore

Un vessillo in alto sventola, combattiamo con l'arma in pugno


una tela di un sol color, contro il barbaro oppressor.
emblema d'amor per tutti i popoli
combattenti al Fronte Liberator. Se difendendo la grande causa
morte gloriosa ci coglierà
Senza tema nè rimpianto la vita non sarà sprecata
la più ardita gioventù a tutti i popoli servirà.
ha lasciato città e paesi
per combattere lassù. Un vessillo in altro sventola,
una tela di un sol color
Tutti uniti tutti fratelli ricorda il sangue dei tuoi fratelli
la sul Fronte Liberator caduti al Fronte Liberator

Informazioni

Canzone che veniva cantata la mattina all'alza bandiera dai componenti della Divisione d'Assalto "Garibaldi-
Natisone". Per testimonianza diretta del partigano Walter Zorzenone "Vipera" già componente della stessa
Divisione, gli stessi partigiani la chiamavano scherzosamente "il caffè" in quanto era in qualche modo sostitutivo
della bevanda logicamente non disponibile (Luciano Marcolini Provenza , segretario ANPI di Cividale del Friuli)

pagina 559
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Garibaldi, Brigate d'assalto


Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/garibaldi-brigate-dassalto

Garibaldi, brigate d'assalto, la vittoria più bella sarà.


tu che sorgi dall'italo cuore,
per la patria, la fede e l'onore Partigiani levate i vessilli
contro chi maledetto tradì. che bagnaron di sangue i Bandiera
con Battisti e del Piave la schiera
Partigiano di tutte le valli, l'invasore scacciato sarà!
pronto il mitra, le bombe e cammina
la tua patria travolta rovina, Garibaldi, brigate d'assalto...
la tua patria non deve morir.
Non pennacchi, galloni dorati
Giù dai monti discendi alle valli segno ambito ferita vermiglia
se il nemico distrugge il tuo tetto nostro motto la santa guerriglia
partigiano, impugna il moschetto la divisa del nostro guerrier.
partigiano non devi morir.
Libertà nel lavoro vogliamo
Garibaldi, brigate d'assalto… sia per tutti il pane che sfama
partigiano la patria ti chiama
* Se la morte ci sfiora o ci coglie col tuo braccio, il tuo sangue, il tuo cuor!
cosa importa se tuona il cannone
partigiano, glorioso leone Garibaldi, brigate d'assalto...

pagina 560
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Guardia regia, guardia regia


Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/guardia-regia-guardia-regia

Per un pugno di monete, con i quali nel passato


per un pane che ti han dato tu lottasti per l'avvenir.
rinnegasti la tua meta,
quella del proletariato. Guardia regia, guardia regia,
contro te la guardia rossa
Hai tradito e abbandonato alla prossima riscossa
i compagni di lavoro la tua infamia punirà.

Informazioni

Sull'aria di "Giovinezza".

pagina 561
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I Felsari
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/i-felsari

Son partigiani Diciam presente


quelli che avanzano per i compagni
con passo rapido che qui perirono
e man sicura nelle battaglie
dalla montagna gridiamo forte
alla pianura e combattiamo
finché arrivano finché arrivano
i vincitor. i vincitor.

Se troviamo i felsari Se troviamo i felsari


a combatter contro a noi a combatter contro a noi
li mettrem fuori d’uso li mettrem fuori d’uso
con tutto il nostro ardor con tutto il nostro ardor
siam leoni per forza siam leoni per forza
di tutti i traditor di tutti i traditor
che rinnegano l’Italia e gl’italian che rinnegano l’Italia e gl’italian
partigian. partigian.

Informazioni

Per “Felsari” si possono intendere sia le spie e i delatori ma anche in senso generico tutti i fascisti, in quanto falsi
italiani che hanno rinnegato l’Italia.

La registrazione di questo canto è del maggio 1975 e si trova nel Centro Etnografico del Comune di Carpi.
Nella testimonianza, che raccoglie canti di un gruppo di muratori di Carpi e Novi di Modena, un muratore afferma
che era un canto che cantava, da bambino, subito dopo la guerra, mentre tornava a casa da scuola.

Il primo verso “Son partigiani” è un aggiunta dei Violenti Piovaschi per questioni metriche, la registrazione originale
è priva del primo verso.

pagina 562
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I partigiani di Castellino
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/i-partigiani-di-castellino

Al comando di Granzino, Tra boschi e macchie nelle tane


dalle Langhe noi veniam come lupi noi viviam
partigiani di Castellino aspra guerriglia
che la patria difendiam. che da giorni e da mesi conduciam!

Barbe lunghe e scarpe rotte La nostra fede


un fucile nella man sarà quella che sui vili vincerà
noi pugnamo sempre giorno e notte c'è una voce che dirà:
e l'onor ti vendichiam. «Viva i baldi, viva i veci
partigian di Castellin!»
Quando il cammin si fa più duro C'è una voce che dirà:
noi resistiam e non ci arrestiam «Viva i baldi, viva i veci
quando il ciel si fa più scuro partigian di Castellin!»
allora noi cantiam!

Informazioni

Sull'aria dell'"Inno degli studenti universitari fascisti".

pagina 563
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I patrioti della Maiella


di Alfredo Picconi
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/i-patrioti-della-maiella

Siamo i patrioti della Montagna, hanno lordate le nostre chiese,


i disperati senza più tetto, sputato sopra la nostra fame.
senza famiglia, senza campagna,
col cuore a brani nel nudo petto. Ma il cuor non è distrutto...

Ma il cuor non è distrutto, Ormai per letto nulla ci rest


o razza maledetta, che neve e fango lungo i fossati;
e invoca dal Dio pel suo lutto e per guanciale sotto la testa
il pugnal della vendetta l'ossa dei nostri figli ammazzati.

Tutto ci han tolto, mèsse e bestiame, Ma il cuor non è distrutto...


badili e vesti, casa e paese;

pagina 564
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Il bersagliere ha cento penne [Il partigiano]


Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti, comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-bersagliere-ha-cento-penne-il-partigiano

Il bersagliere ha cento penne il partigiano riman lassù.


e l'alpino ne ha una sola,
il partigiano ne ha nessuna Quando viene la notte scura
e sta sui monti a guerreggiar. tutti dormono alla pieve,
il partigiano ne ha nessuna ma camminando sopra la neve
e sta sui monti a guerreggiar. il partigiano scende in azion.

Là sui monti vien giù la neve, Quando poi ferito cade


la bufera dell'inverno, non piangetelo dentro al cuore,
ma se venisse anche l'inferno perchè se libero un uomo muore
che cosa importa di morir.

Informazioni

Adattamento partigiano di un canto militare risalente alla prima guerra mondiale.

(maria rollero)

pagina 565
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Il brigadier tre stelle


Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: carcere
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-brigadier-tre-stelle

Mamma, il brigadier tre stelle Ohi mamma, mamma mia,


s'è messo in testa di mandarmi via, ahi mamma mia!
s'è messo in testa di mandarmi all'isola, Ecco la regia marina,
all'isola di Pantelleria. mi porta via.

Pantelleria, scoglio, Mamma, i muri cantano,


scoglio di dolore, cantano tutti per la stessa fiamma;
dove son nato io ahi, quanta gioventù che s'arrovinano,
voglio morire. che non conosce ancor amor di mamma.

Mamma, tu che sei un angelo, Ahi mamma, che tu tieni


scongiura il brigadier a mani giunte; sto cuore allegro!
non metterò più piede su quel ponte Non sai che hai un figlio
dove m'hai dato il latte da orfanello. ch'è carcerato?

pagina 566
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Il canto dei sopravvissuti


Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti, carcere, campi di concentramento
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-canto-dei-sopravvissuti

Braccato, raggiunto e straziato da fedeli compagni


le jene sapesti umiliar la vita, la lotta, il morir
per fari "parlare" la vita, la lotta, il morir.
t'hanno il cuor dilaniato.
Tu-morto- li hai fatt tremar A terra è la spoglia diletta,
Tu-morto-li hai fatti tremar. che tomba, che croce non ha,
avrà come prece
Non fiori portiamo né lagni la giusta vendetta.
non pianti, né vani sospir Giustizia compagni sarà
siam qui per capire giustizia, compagni sarà.

Informazioni

In T. Romano- G. Solza, Canti della Resistenza italiana, Milano, Ed. Avanti, 1960:"Si tratta forse di una canzone dei
partigiani francesi, portata poi dai progionieri nel campo di Ravensbruck. Anche questo testo , come già Il canto dei
deportati, è una traduzione e un adattamento italiano del testooriginale francese".

pagina 567
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Il massacro dei trecentoventi


di Egidio Cristini
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-massacro-dei-trecentoventi

Padre Celeste, Iddio di tanto amore Il ventiquattro marzo


d'una forza mia musa o gran sovrano, alla mattina a Regina Coeli presso le porte
un fatto orrendo che mi strazia il cuore presero questa gente -poverina-
e mentre scrivo mi trema la mano. innocenti li portano alla morte

Roma, giardino di rose e di fiori neanche se fosse carne selvaggina


sei comandata da un popolo strano -o gran Dio onnipotente, in te so' forte-
per dominare la nostra capitale parte l'autocolonna, si distese
non spera bene chi ci portò il male. giusto all'imbocco delle sette chiese.

Via Romagna, Via Tasso, principale Alle ore diciassette sono scesi,
ventitrè marzo fu la ricorrenza le SS fecero un confino,
di chi ci fe' passar tempi brutali presso le grotte a squadre sono presi
li tedeschi lo presero avvertenza. pe' fa rifugio a chi sfollò a Cassino.

Misero gran pattuglia a ogni viale; Cu a fulla a falsità fu palese:


chi s'ha da vendicà, no ha più pazienza, già stava pronto quel boia assassino
chi cui bombe a mano, chi cui rivultella: certo che il mastro giustiziere
tedeschi morti pe' la via Rasella. finchè c'ha vita non potrà godere.

La notizia pe' Roma non fu bella; La gente in vista -dovete sapere-


il Comando tedesco fa li piani: raffiche di mitraglia udir si sente
«Ogni vittima nostra si cancella, -Dio dall'alto dei cieli stà a vedere,
vale col prezzo di dieci romani.» abbi pietà di una misera gente.-

Presero chi già stava nella cella: Trecentoventi restano a giacere


se l'avventorno peggio de li cani. la tortura fu data "So' innocente!"
Il carro 99 s'incammina po' 'e mine nelle grotte fe' saltare
chi è condannato pe' la ghigliottina. pe' potere li morti seppellire.

Informazioni

Canzone che ricorda il massacro delle Fosse Ardeatine, in cui furono trucidate dalle SS 335 persone.

pagina 568
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Il parroco di Cinaglio
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti, anticlericali
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-parroco-di-cinaglio

E il parroco di Cinaglio - sul paiùn gli ha dato una risposta - sul paiùn
l'ha predicato in chiesa - sul paiùn se il partigian ci frega - sul paiùn
attente ragazzine - sul paiùn l'è tuta roba nostra
che il partigian vi frega sul paiùn dela caserma...
sul paiùn dela caserma
requiem aeternam e così sia E una della più brutte - sul paiùn
va' a ramengo ti, to pari, to mari e to zia ha scritto sopra i muri - sul paiùn
e la Muti in compagnia se il partigian ci frega
sul paiùn sul paiùn sul paiùn. saranno cazzi duri
sul paiùn dela caserma...
E una della più belle - sul paiùn

Informazioni

Versione partigiana di una canzone satirica degli alpini. Ne esistono tante versioni locali, con innumerevoli
strofette.

pagina 569
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Il partigiano di Oliveto
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-partigiano-di-oliveto

Il partigiano questo l'è il mio nome Alla mia mamma che sola mi aspetta
e gli avversari mi chiamano ribelle forse piangendo per il suo amato figlio
sulle mie labbra c'è d'Italia il nome alla morosa sposa mia diletta
ch'io voglio unita con fraterno amor dirò che seguo la via del dover
perché sorga il sol della giustizia e se muoio portatemi un fiore
e ci renda tutti fratelli alfin il saluto sarà del mio amor
questo è il motto che ho sulla bandiera le direte soltanto 'ste parole:
e l'uguaglianza e la fede in ogni cuor "sparse il sangue per la comunità"

Sui monti fra neve e gelo Sui monti fra neve e gelo
oppur nascosti in misere cantine oppur nascosti in misere cantine
perché il nemico mio è così vile perché il nemico mio è così vile
cerca il fratello e lo uccide ognora cerca il fratello e lo uccide ognora
che importa se vo a morire che importa se vo a morire
quando ci guida l'amor d'ideale se con la morte muore il mio ideale
la schiavitù dovrà finire la schiavitù dovrà finire
e deve sorgere l'umana libertà! e deve sorgere l'umana libertà!

Informazioni

Il Partigiano di Oliveto è un canto "recuperato" da Otello Palmieri (Grizzana, Bologna, 1927), ex partigiano
comunista originario del borgo di Oliveto, frazione del comune di Monteveglio (Bologna). È stato composto fra il
1944 e il 1945 da Corrado Degli Esposti e Marziano Sorzini, anche loro partigiani, insieme ad altre persone
inquadrate o vicine ai battaglioni «Angelo Artioli» e «Gastone Sozzi» della 63a brigata Garibaldi «Bolero». Le due
formazioni furono attive fra i torrenti Lavino e Samoggia, in parte spostatesi a supporto della 5^ armata
statunitense oltre la linea Gotica nel dicembre 1944.

La trascrizione qui presentata è tratta, con alcuni lievissimi interventi a correggerne l'ortografia, da una
trascrizione conservata nelle carte private di Otello Palmieri, aggiustata con la versione cantata e registrata a
Stiore (Monteveglio) il 28 aprile 2019 da Enrico Pontieri e Alfredo Mignini.

Riferimenti: Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel Bolognese (1919-1945), a cura di Alessandro
Albertazzi, Luigi Arbizzani, Nazario Sauro Onofri, 6 voll., Bologna, Istituto per la storia di Bologna (poi Istituto per la
storia della Resistenza e della società contemporanea nella provincia di Bologna “Luciano Bergonzini”),
1985-2005, ad nomina, (profili disponibili anche su http://www.storiaememoriadibologna.it) Alfredo Mignini, Enrico
Pontieri, Qualcosa di meglio. biografia partigiana di Otello Palmieri, Bologna, Pendragon, 2019.

Informazioni a cura di Alfredo Mignini.

pagina 570
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Il partigiano di Pozzaglio
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-partigiano-di-pozzaglio

La giusta pace è giunta alle porte Ora è giunto finalmente il gran momento
bandiera rossa ormai vittoriosa che i Tedeschi e i fascisti van come il
troppi eroi han raccolto la morte vento.
ognun di loro avrà la sua rosa.
Dalla sua mamma ritorna il partigiano
E gli eroi che son caduti per la vittoria dalla sua mamma oppur dalla morosa
passeran nel libro sacro di questa storia. per tanti giorni gli è stato lontano
ma per la fede ormai vittoriosa.
Belle bambine venite ad abbracciare
chi colla fede e speranza nel cuore Partigiano son due anni che soffri tanto
l'Italia nostra seppe liberare ma il soffrire per la patria è sempre un
col proprio, sangue e il proprio onore. vanto.

Partigian son due anni che soffri tanto Il primo ucciso è stato a Pozzaglio
ma il soffrire per la patria è sempre un era innocente e chiamava la mamma
vanto. pietà invocava lor l'han fucilato
lo sdegno in tutti accese la fiamma.
Mille tormenti hai sfidato cantando
col tuo bel mitra fedele in compagnia Mai pietà di quelle bestie ma bestie vili
nazifascisti ti stavan cercando donne e vecchi han picchiato coi loro fucili
erano in troppi e dovevi andar via. assassini vi daremo ciò che vi aspetta
siam milioni d'Italiani vogliam vendetta.

Informazioni

Sull'aria di "Ho detto al sole".

pagina 571
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Il traditore Tanturi
di Daniele Bartolini
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-traditore-tanturi

Non ti ricordi ancor del dieci marzo in quel giorno ebbe a morir.
quello che facesti a Poggio tu?
Volevi a noi tutti fucilare In piazza principale del paese
mentre questo non accadde più. i rastrellati conducesti tu,
Vile Tanturi, tra questi altrettanti ne chiamasti
la condanna si avvicina ed al supplizio li portasti tu.
e la tua carneficina Quanta importanza!
la dovrai presto scontar. Con quel tuo modo di agire
ci sembravi il padrone
Or chiuso te ne stai nella prigione, dell'intera umanità.
un rimorso ti sta a lacerà,
certo ti pentirai di quello che hai fatto, Per fortuna qualcuno del paese
ma il pentimento più non gioverà. andiede ad avvertire i partigiani
O scellerato che in brutto stato si trova il paese
traditor degli italiani, e presto lo venissero a salvar.
hai difeso i pescicani I partigiani,
pe aumentar la schiavitù. come lupi so' arrivati,
tanto rapidi e assetati
Mentre passeggiavi per le strade di quel sangue traditor.
il mattin del dieci marzo, tu Un'ora di terribile bufera
un intimo compagno ci ammazzasti; rese la vittoria ai partigiani:
o vigliacco, che facesti tu! diciotto so' i fascisti che ammazati,
Tre nostri cari tra questi anche il questore a comandà.
in qurl giorno so' scomparsi, Dei fascisti
anche lor dalle lor tombe superavano i duecento,
griderà vendetta a te. sol diciotto partigiani
glielo misero spavento.
Eran le dieci e venti del mattino,
di partigiani si stava a parlà, C'erano tra famosi comandanti
tu coraggiosamente sei partito tra i fascisti e i questurini
a chiedere rinforzo alla città. che fecero succede 'l gran macello,
Al tuo partire al tribunale dovrà comparì.
al comando fu il questore, Mi scuserete,
quel vigliacco e senza cuore io non son compositore,
figlio di un lavoratore,
meglio non vi posso dir.

Informazioni

Cronaca della Battaglia di Poggio Bustone, una delle più note battaglie sostenute dalla Brigata Garibaldina"Antonio
Gramsci". Il 10 marzo 1944, a Poggio Bustone era in corso un rastrellamento di renitenti alla leva e fiancheggiatori
della Resistenza a opera di un folto gruppo di militi della GNR capeggiati dal questore di Rieti: avvertiti da alcuni
paesani, intervenne un piccolo distaccamento di partigiani della Gramsci di stanza a Cepparo, che, guidati dal
giovane Emo Battisti, colsero di sorpresa i fascisti, ingaggiando una lunga e furiosa battaglia alla quale prese
attivamente parte la popolazione di Poggio Bustone.
Come rappresaglia per la battaglia, nel corso di un grande rastrellamento condotto dalle truppe tedesche e fasciste
nei primi giorni di aprile del 1944, Poggio Bustone venne interamente dato alle fiamme.

pagina 572
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Inno a Curiel
(1944)
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/inno-curiel

Uniamoci, compagni! Con la rossa bandiera,


Su questa nostra terra con la fede nel cuore,
Noi non vogliam la guerra: nel ciel facciam tuonare
la guerra non si fa – non si fa! il grido: “Libertà! – Libertà!”
Noi non vogliam moschetti La nostra primavera
Per ammazzar fratelli sono i nostri vent’anni:
Noi non siam dei ribelli: cessiamo questi affanni,
noi siam la nuova umanità! abbiamo un cuore per amar.

Siamo la gioventù, Siamo la gioventù,


la balda schiera di Eugenio Curiel, la balda schiera di Eugenio Curiel,
nel mondo noi vogliam nel mondo noi vogliam
pace, lavoro e libertà. pace, lavoro e libertà.
Siamo la gioventù, Siamo la gioventù,
il nuovo sol della nuova Italia, il nuovo sol della nuova Italia,
sempre decisi a lottar: sempre decisi a lottar:
vogliam la pace – pace sarà! vogliam la pace – pace sarà!

Informazioni

Il "Fronte della Gioventù", la più nota ed estesa organizzazione dei giovani impegnati nella lotta di liberazione in
Italia, venne costituito a Milano nel gennaio 1944, in forma unitaria, dai rappresentanti dei giovani comunisti,
socialisti, democratici cristiani, al quali si uniscono subito i giovani liberali, del Partito d’Azione, repubblicani,
cattolici comunisti, le ragazze dei Gruppi di Difesa della Donna (dai quali in seguito sorgerà l’UDI), dei giovani del
Comitato contadini. La base ideale e programmatica fu elaborata da Eugenio Curiel, giovane scienziato triestino,
già confinato dal fascismo a Ventotene, ucciso a Milano il 24 febbraio 1945. Per il suo eccezionale contributo recato
alla mobilitazione dei giovani nella lotta partigiana Curiel è stato insignito di medaglia d’oro alla memoria.

pagina 573
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Inno dei "patrioti della montagna"


Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/inno-dei-patrioti-della-montagna

Siam gli eroi della riscossa, schiavitù, furo, rapina,


Patrioti di Maiella, ogni oltraggio, ogn dispregio,
L'odio eterno, al vendetta sparse fame e povertà.
Noi giurammo pel nemico, Ma pel Dio che tutto sente,
Sulla via sempre più bella ma pel Dio che tutto vede,
Di una ardente libertà. il germano, ora sorridente,
i delitti sconterà.
Col cuore gonfio di livore
nuovo e antico, ricomparve, Siam gli eroi della riscossa...
ed il torbido furore
sull'italico sfogò. Pel moncone isceletrito,
Per la barbara insolenza per la casa arsa e distrutta,
Fu giustizia la ferocia per il monte almo ed avito,
fu diritto la violenza, onde ognuno si nomò,
legge, arbitrio e crudeltà. per la zolla fresca ancora
sulla tomba del caduto,
Siam gli eroi della riscossa... lotteremo ora per ora
finchè il "giusto" trionferà!
Tutti i nostri focolari
ha distrutto, ed indifesi Siam gli eroi della riscossa...
trucidato i nostri cari
con teutonica viltà. Fa, o Signore, che alla squilla
Ha schernito, ha martoriato di battaglia, sia certezza:
il fratello che moriva, finchè avremo l'ultima stilla,
di suo pugno assassinato finchè il cuore pulserà,
con orrenda atrocità. per la vita e per la morte,
per l'oblio e per la riscossa,
Siam gli eroi della riscossa... combattendo anche la sorte
finchè il barbaro cadrà
Ogni infamia e sacrilegio
Siam gli eroi della riscossa...

pagina 574
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Inno dei partigiani


di Arturo Richard
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/inno-dei-partigiani

Il 25 luglio l'Italia si scagliava i partigiani. "Dunque andiamo avant!"


contro l'Idra fascista, che schiacciava.
L'esercito già stanco, diviso, disarmato Reduci, donne, anziani e giovinetti
allor fu dal tedesco suo alleato. marciaron con bombe e con moschetti.
Tema non ha! Combatterà! Sola vincerà! Un grido risuonò alto e sincero:
"Morte al fascismoo, guerra allo straniero!"
Poi sfiduciata ricadde dal suo soglio,
ma giunse alfin l'appello di Badoglio. Alfin gli odiati Unni furono sbaragliati
da' prodi patrioti affratellati.
Si videro allor, dalle Alpi al mare, L'Italia alzò la fronte, più a nessuno
dal più lontan, modesto casolare, schiava
accorrere giù, da monti ed altipiani, e il nuovo sol di Roma la baciava.
a mille a mille i baldi partigiani. Faro sarà di civiltà! L'Orbe ammirerà!

Un dì la triste nuova si sparse con sgomento, In alto, dunque, i cuori, o partigiani,


il duce era fuggito a tradimento; per le più grandi lotte di domani!
voleva insieme con l'Unno repubblica fondare
per i più pazzi disegni realizzare. Avrem la vittoria del nobile lavoro
Più schiava sarà! In libertà! Sola trionferà! più bella assai del corruttibil oro
e con la fede, il genio ed il valore
"Pronti noi siam!" gridaron tutti quanti risorgerà l'Italia al suo splendore!

pagina 575
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Inno dei partigiani casentinesi


Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/inno-dei-partigiani-casentinesi

Dalle valli e dai monti lontani Della 23' brigata


un canto si sente avvicinar noi siamo del gruppo Casentino
é l’inno di tutti i partigiani siam pronti a sfidare il destino
che sanno morire e pur cantar e l’onore d’Italia a salvar
O gioventù d’Italia ascolta In piedi compagni alla riscossa
non senti la Patria tua chiamar? i fascisti dobbiam scacciar
È giunto il momento di riscossa al canto della mitraglia nostra
i tedeschi dobbiam scacciar i morti dobbiamo vendicar
Italiano italiano Italiano italiano
se redimerti tu vuoi se redimerti tu vuoi
devi farti partigiano devi farti partigiano
e salvar l’Italia puoi e salvar l’Italia puoi
Prendi in pugno qualche arma Prendi in pugno qualche arma
e vieni via con noi e vieni via con noi
la bella terra nostra la bella terra nostra
purifichiamo dai traditor purifichiamo dai traditor

Informazioni

L'inno è stato scritto da William Pallanti pochi giorni prima di essere fucilato dai tedeschi, per rappresaglia, a
Pievequinta, il 26 luglio 1944. paoletta51@gmail.com

pagina 576
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Inno dei partigiani [2]


di Raffaele Mario Offidani
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/inno-dei-partigiani-2

Siamo fulmini di guerra, Parte un grido di vendetta


puri e vindici italiani; dai paesi devastati,
siamo i forti partigiani da gl'intermi sventurati
della santa Libertà. che il tedesco assasinò.

Tra la fame, l'ansia, il gelo Giustiziamo, o partigiani,


inseguiti e tormentati, quelle belve senza cuore!
combattiam da disperati Massacriamo con furore
per l'umana dignità chi l'Italia massacrò!

Noi daremo piombo e morte Noi daremo piombo e morte...


al germanico invasor!
Noi daremo piombo e morte Se in passato fu matrigna
al fascista traditor! a noi plebe sfortunata,
questa Patria oggi prostrata
Son carnefici del mondo noi vogliamo riscattar.
i fascisti e gl'hitleriani
e il dover degl'italiani Sia più cara al nostro cuore
quegl'infami è di ammazzar. la grande madre oggi avvilita:
nel curarle ogni ferita
Su, compagni, sterminiamo la potrem rigenerar.
tale razza maledetta!
All'italica vendetta Questa nostra Italia bella
niun di loro dovrà scampar col Lavoro risorgerà!
Sia il Lavoro la sua Stella
Noi daremo piombo e morte... e l'Italia non morrà!

Informazioni

Sull'aria del "Canto dei lavoratori [Inno dei lavoratori]".

pagina 577
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Inno dei perseguitati antifascisti


di Raffaele Mario Offidani
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/inno-dei-perseguitati-antifascisti

Noi siamo degli antifascisti A morte ogni nuovo schiavismo


l'invitta, indomabile schiera. e noi adoriamo la Libertà!
Soffrimmo tormenti e galera Difendiam...
perchè adoriamo la Libertà!
Difendiam la Libertà! Salvaron l'onore d'Italia
Difendiam la Libertà! i nostri compagni caduti.
A morte i vigliacchi e i venduti
Di mille legioni di martiri che hanno tradito la Libertà!
che il boia fascisti ha abbattuti Difendiam...
noi siamo i sopravvissuti
e noi adoriamo la libertà! Gridiamo alle penne vendute,
Difendiam... gridiamo ad ogni carogna:
"Il fosco passato non torna!
Dovunque ogni zolla di terra Noi difendiam la Libertà!"
nasconde negletta la fossa Difendiam...
che accolse le lacrime e l'ossa
di chi adorava la Libertà Non vale pugnale e mitraglia,
Difendiam... non valgon manette e tormenti!
Finchè noi saremo viventi
Sia sempre bollato d'infamia difenderemo la Libertà!
l'infame e crudele fascismo! Difendiam...

Informazioni

Sull'aria dell'"Inno a Oberdan".

pagina 578
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Inno delle "Fiamme verdi"


di Vittorio Ragazzi
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/inno-delle-fiamme-verdi

Noi baldi ribelli d'Italia Le fiamme verdi dei vecchi alpini...


dal fuoco e dal freddo temprati,
sui monti ci siamo portati La sera sui monti s'innalza
a difendere la patria e l'onor. un coro di voci che ammalia,
siam noi,che pensando all'Italia
Le fiamme verdi dei vecchi alpini insieme cantiamo così.
i nostri petti fregiano ancora,
noi vogliam libera la patria nostra Le fiamme verdi dei vecchi alpini...
o per l'Italia tutti si muor!
Sui monti più alti d'Italia
Tedeschi e fascisti ci temono abbiamo giurato vendetta,
perché ci san forti e decisi, i nostri caduti l'aspettan
coi nostri fucili precisi e il giuro giammai tradirem.
il colpo fallire non potrà.
Le fiamme verdi dei vecchi alpini...

pagina 579
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Inno delle donne


Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti, femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/inno-delle-donne

O donne d'Italia, o madri, o ragazze, Su, donne d'Italia, marciam tutte insieme
su, presto, accorriamo per tutte le piazze: addosso al nemico coll'odio che freme;
tornato è il fascista a opprimere ancora, unite coi nostri fratelli, coi figli,
suonata è già l'ora, bisogna lottar. comuni perigli: lottare o perir!

Tornò col tedesco l'abietto fascista, Al fianco accorriamo di chi per le strade
la casa, la patria ridusse a conquista: combatte a difesa di nostre contrade,
vendette la madre, il fratello, l'amico, ristoro a chi stanco, a chi geme ferito,
condusse il nemico l'Italia a predar. o cadde ferito e continua a ferir.

Su, donne, in aiuto dei nostri fratelli, Su, donne, in aiuto dei nostri fratelli,
di tutti i ribelli che lottano ognor. di tutti i ribelli che lottano ognor.

Entrò nelle nostre dimore a rubare, Già grande s'appressa la nostra riscossa,
il pane ci tolse, ci volle affamare; il suolo d'Italia di sangue s'arrossa;
dal petto a noi madri la prole strappava la lotta è ingaggiata coi nostri oppressori:
per renderla schiava del nostro oppressor. tedesco, va' fuori; fascista, anche tu.

Dal vedovo tetto a noi, spose piangenti, Vogliamo che torni la patria affrancata
ci trasse in Germania mariti e parenti; dal giogo nemico, la casa allietata
del vecchio aguzzino li ha posti a servizio: dal riso dei figli, coi nostri mariti
mutato in supplizio è il sacro lavor. di nuovo a noi uniti, non più in servitù.

Su, donne, in aiuto dei nostri fratelli, Su, donne, in aiuto dei nostri fratelli,
di tutti i ribelli che lottano ognor. di tutti i ribelli che lottano ognor.

Informazioni

Sull'aria dell'"Inno di Garibaldi"

pagina 580
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Insorgete!
di Giovanni Serbandini
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/insorgete

Lasciate le fabbriche, la tortura e la morte;


le scuole, le case, avanti fratelli,
correte correte siam pronti, siam forti.
uniti all'attacco. A noi la vittoria.
Brigate d'assalto Sorgete, Italiani!
le armi impugnate
e contro i fascisti Il sangue dei nostri
e i tedeschi sparate. ci grida vendetta;
Compagni insorgete! nulla può arrestare
Son qui i partigian. il furor delle masse.
A Genova, Spezia,
I nostri migliori Torino e Milano,
finito han la lotta, scacciate i nazisti
colpiti, accoppati, con l'arma alla mano.
inchiodati alla gogna. Scacciate i nazisti.
Noi non paventiam Avanti, Italiani!

Informazioni

Sull'aria dell'"Inno del Komintern".

pagina 581
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Io son nata 'na campagnola


Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/io-son-nata-na-campagnola

Ed io son nata 'na campagnola Dopo sei mesi di ospedale


'na campagnola di Reggio Emilia due stampelle mi hanno dato
ed ho lasciato la mia famiglia due stampelle mi hanno dato
sol per venirti a liberà e a casa mi han mandà

Ed ho lasciato la mia famiglia Due stampelle mi hanno dato


sol per venirti a liberà e a casa mi han mandà

Sol per venirti a liberare Sono 'rivato a casa mia


e ho varcato le valli e i monti la mia casa era crollata
ed io ho varcato le valli e i monti e i miei fratelli erano in guerra
i miei piedini son congelà papà e mamma al camposà

Ed io ho varcato le valli e i monti E i miei fratelli erano in guerra


i miei piedini son congelà papà e mamma al camposà

Fui diportato a l'ospedale Ritorneremo a Reggio Emilia


quattro dottori mi han visitato noi pianteremo la bandiera rossa
mi han detto «Bimba sei rovinata noi pianteremo bandiera rossa
i tuoi piedini son da taglià» finché la pace trionferà

Mi han detto «Bimba sei rovinata Noi pianteremo bandiera rossa


i tuoi piedini son da taglià» finché la pace trionferà

pagina 582
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Italia bella
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/italia-bella

Steso dietro un masso il partigiano sta per crepitar.


col suo mitra in mano,
pronto è a sparar. Italia bella...

Italia bella, Vampa il cielo, infuria la battaglia.


noi combattiam per te, Fuor della boscaglia
per liberarti dagli oppressori, corre il partigian.
fulgente stella.
Italia bella, Italia bella...
la "Osoppo" sì, vincerà,
essa è una stella Ma d'un tratto il piombo lo raggiunge.
che irradia fuoco di libertà! Ei le mani giunte,
mormora pian pian:
Nella valle irrompe la battaglia.
Ecco la mitraglia: Italia bella...

Informazioni

Sull'aria di "Contadinella".

pagina 583
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Italia combatte
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/italia-combatte

Va fuori d'Italia, per l'Italia bella tutto daremo ancor


va fuori che è l'ora, contro i barbari nazifascisti
va fuori d'Italia, l'inesorabile nostro valor.
va fuori che è l'ora.
Va fuori d'Italia...
Sinigaglia, Lanciotto, Rosselli
son brigate di garibaldini Fanciullacci, Caiani, "Potente"
che guidate dagli inni più belli son tre nomi coperti di gloria
combattiam per migliori destini trucidati così barbaramente
d'una patria tradita vilmente dai nemici di tutta la storia
da un ventennio di lutti ed orror ma sapranno che i martiri nostri
liberata sarà finalmente son con noi sempre in piedi così
dal tiranno tedesco invasor. e gridando che: "Noi non siam morti"
marceremo con voi un dì.
Siamo i partigiani
si lotta, si vince, si muor Siamo i partigiani...
siamo gli Italiani e abbiamo una fede nel
cuor Va fuori d'Italia...

Informazioni

Inno dei partigiani fiorentini delle Brigate Garibaldi Sinigaglia, Lavagnini ed Arno, poi intitolata a Potente (Aligi
Barducci) dopo la sua morte in seguito ad un colpo di mortaio, che lo colpì presso Piazza S.Spirito, in azione nella
battaglia d'Oltrarno, nella prima decade di agosto 1944. Questo inno, come la maggior parte dei canti partigiani, fu
cantato dopo la liberazione (come testimoniato da vari vecchi partigiani).

pagina 584
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Italia libera
di Lorenzo Ottoz
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/italia-libera

Scendi dai monti o fiero partigiano, Impugna l'arme: fucile e bomba a mano,
da te l'Italia attende la salvezza. tu scaccerai col tuo valor
nemico ed invasor...

pagina 585
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L'allegria di Scaletta
(1944)
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lallegria-di-scaletta

Qui comincia la strofetta ti presenta la parcella.


degli allegri di Scaletta
che la tira a tutti quanti, Sotto quest'altra, sotto quest'altra...
partigiani e comandanti.
Il comandante di vallata
Sotto quest'altra, sotto quest'altra, ha con sé la fidanzata,
ed insieme la cantiam, per noialtri partigiani
sotto quest'altra, sotto quest'altra, se ne parlerà domani.
buon umor di partigian.
Sotto quest'altra, sotto quest'altra...
Noi quassù sempre parliamo
di Ettorre il capitano, Abbiam Piero il gran dottore,
ma da quando è generale se tu accusi mal di cuore
non ci viene più a trovare. ti prescrive senza falli
la pomata per i calli.
Sotto quest'altra, sotto quest'altra...
Sotto quest'altra, sotto quest'altra...
Te lo vedi pel paese
con a spalla l'arma inglese, In amore il nostro Nello
la pancetta ed il bastone è alquanto timidello
e la boccetta di Migone. e s'occulta con la bella
sul roccion di Rocca Stella.
Sotto quest'altra, sotto quest'altra...
Sotto quest'altra, sotto quest'altra...
C'è poi Livio il commissario
che val quanto il signor Mario: All'albergo di Tre Verghe
se ti fa una discussione non c'è posto per chi è al verde
ti dimostra che ha ragione. ma se hai dei bigliettoni
ti puliscono i bottoni.
Sotto quest'altra, sotto quest'altra...
Viva la banda, viva la banda,
Si riscalda con gran foga, viva la banda di Monte Bram.
non gli manca che la toga, Viva la banda, viva la banda,
ma per farla un po' più bella viva la banda di Monte Bram.

Informazioni

Sull'aria di "La cucaracha"

pagina 586
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L'armata del popolo [Inno dei volontati della libertà]


(1945)
di Ernesto Venzi
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/larmata-del-popolo-inno-dei-volontati-della-liberta

Sulle vette dorate dell'italo sole L'armata del popolo


si fondano i cuori in sacro ideal: vi chiama fratelli...
combattano e muoiano le balde schiere vi chiama a combattere
ridanno alla Patria il perduto onor. chi Italia ognor tradì.
Son lacrime e sangue, Risorgono i martiri
son genti finite, in piedi son tutti,
immane tristezza uniti noi siamo
paura ed orror... a lottare come un dì
che scuotensi fiere
a luce d'un sole, L'armata del popolo
per cacciare vi chiama fratelli...
il barbaro oppressor... vi chiama a combattere
chi Italia ognor tradì.

pagina 587
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L'assassinio di Giacomo Matteotti


Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lassassinio-di-giacomo-matteotti

Dopo due anni fatti dai sicari al parlamento metterono in azion loro progetti.
riuscirono alla fine un lieto evento.
Della titana forza repugnante costruzione Chiamarono Dumini, Albino, Corsi, Corviola,
mandavano in frantumi la nazione. banditi antichi della vecchia scola
Cesare Rossi, Naldi e Filippelli,
Giacomo Matteotti deputato socialista assieme al caporale Marinelli
credea opportuno mette tutti in vista.
Un giorno avrebbe tutto risvelato pagarono la banda maledetta
se i traditori non l'avessero spiato, però Dumini lasciò la cosa assai imperfetta.

ma non poteva uscire in quel momento Per questa volta è andato tutto male:
perché l'hanno soppresso col vile tradimento. stanno a Regina Coeli
Riunitisi in consiglio li sicari maledetti e non più al Viminale.

Informazioni

Sull'aria della "Leggenda del Piave", notevole esempio di controinformazione popolare, elenca tutti inomi dei
personaggi coinvolti nel rapimento e nell'assassinio di Giacomo MAtteotti

pagina 588
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L'eccidio di Civitella
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: toscano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/leccidio-di-civitella

Vollono a dire non sarò un signore i tedeschi dovettero scappare


le tasche piene ci ho senza quattrini e l'italiano disse: a ca' arrivati
sian maledetti quei repubblichini l'alleati ci vengono a salvare
che a un giorno sfrutteranno il mio sudore ma l'italiano che sopporta tutto
la leggeranno voi grandi e piccini e anche questa la sopporteremo
non so se versi avranno amore nel nostro petto lo portiamo il lutto
ma le mie scaltrezze applaudite ma i nostri babbi rivendicheremo.
e se son fatte mal vo' me lo dite.
Il dovere ci resta soprattutto
La tiran core più di calamite i capi complici giustizieremo
e un disiderio parlar l'è più profondo e no baciando ognuno ne la fronte
parla' vorrei di mille partite lo passeremo al novo l'orizzonte
e di gente che lottano nel mondo lodati furon quelli del Piemonte
da me la verità vo' preferite quelli furono veri partigiani
e già che ve lo parla Dio giocondo uniti assieme verso l'orizzonte
vi parlerò di zone disgraziate liberaron l'Italia e l'italiani.
che dai tedeschi furono bruciate. Andìa un saluto fiero a quella gente
lombardetti piemontesi e veneziani
Molti paesi l'erano già visti e sventolando la bella bandiera
S.Pancrazio, La Cornia e Civitella andìa un saluto pe' l'Italia intera
ma i tedeschi insieme ai fascisti Mussolini da la nostra frontiera
credettero di fa' una cosa bella un giorno che passava con l'amante
lassù furon di gran momenti tristi ma un partigiano della grande schiera
e sempre son svegliati a sentinella gli disse: Fermati subito nell'estante
e più furiosa fu quella rappresaglia
fecero strage con la loro mitraglia. E Mussolini da la gran paura
salì sull'atumobile di quello
Ma sempre più il furore si scaglia e non sapeva lì 'n quella sventura
perché la cosa l'è di già alla fine pe' lu' sonava a morte el campanello.
molti italiani da quella rappresaglia Il partigiano dalla gran premura
furon bruciati drento alle cantine gli disse: Alza le bracce o brutto fello
ma dissero fra sé qui non si sbaglia che tu da me sarà arrestato
molestando diverse signorine da tutto el mondo sarè giustiziato.
e non gli basta quegli scellerati
in fiamme mison diversi abitanti. E tutti pronti col cappello nero
e pe' portallo el babbo al cimitero
Ora giunsero presto gli alleati e tutti pronti col cappello bianco
pe' porta' la Petacci al camposanto.

Informazioni

Il 18 giugno 1944 i partigiani sorprendono nel circolo ricreativo di Civitella (AR) quattro soldati tedeschi. Si apre
uno scontro a fuoco in cui cadono uccisi 2 dei militari; un terzo morirà di lì a poco per le gravi ferite riportate. Il
locale comando tedesco chiede alla popolazione di fare i nomi dei colpevoli, lanciando un ultimatum di 24 ore.
Nessuno collabora e molti civili lasciano il centro abitato per precauzione. Tuttavia i tedeschi non fanno nulla e,
dopo alcune perquisizioni, assicurano che non sarà effettuata alcuna rappresaglia. Invece, il mattino del 29 giugno,
i tedeschi si dividono in tre squadroni, muovendo verso Civitella e le vicine frazioni di Cornia e San Pancrazio. Alla
fine si conteranno 244 morti.
Registrato a Gebbia di Civitella in Valdichiana (AR) il 15 maggio 1966.

pagina 589
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L'eccidio di Fucecchio
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/leccidio-di-fucecchio

Popolo se m’ascolti per ammazzarla la gioventù:


ti spiego la tragedia di fucili e mitraglie
del 23 d’agosto il Padule fu accerchiato,
l’orribile commedia: dall’ìnfame canaglia
a raccontarla mi proverò del tedesco spietato.
ma ‘un so se in fondo ci arriverò. Eran tutti innocenti,
L’umanità tremante poveri cuori umani,
da cannoni e granate dissen que’ malviventi:
cercò d’andar distante, «Vo’ siete partigiani!»
dove non eran picchiate. Vecchi e ragazzi,
Le sue capanne ognuno fabbricò donne e bambini,
per esser sicuro si rifugiò: barbaramente fecen morì.
dal Ponte Buggianese Teniamo in mente tutti
ci avean preso dimora, quell’accaduto atroce,
da Pieve, il Cintolese ci hanno pieni di lutti,
e altri villaggi ancora. spregiando anche la croce.
E una mattina corsen laggiù, Questi misfatti non so’ a scorda’
noi comunisti a vendica’!

Informazioni

Questo canto ricorda l'eccidio nazista del Padule di Fucecchio (FI) , e fu pubblicato nella rivista "Cerreto tra l’Arno e
il Padule", a cura dell’amministrazione comunale di Cerreto Guidi, Ottobre 2005. Nella pubblicazione è contenuta
questa citazione: "Allora ‘ste canzoncette si cantavano, c’era chi le diceva in poesia come quello che aveva
inventato questa qui - era un certo Mazzei, della Colonna di San Rocco, ora è morto... si cantavano a veglia, o
quando c’era qualche riunione al partito... (Liduino Tofanelli, 10 giugno 1997

Un video di approfondimento, in cui si può ascoltare la prima strofa del canto


http://www.youtube.com/watch?v=_dJ0_TuDRes&fb_source=message

pagina 590
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L'esercito rosso verrà


di Raffaele Mario Offidani
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti, comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lesercito-rosso-verra

Sangue ed orror Che importa poi morir


Fame e terror
Regnano sopra Verrà Stalin
le campagne e le città Il gran Stalin
L'umanità Per giustiziare chi
In altre età gli innocenti torturò
Mai non conobbe Incatenò
sì feroci iniquità E trucidò
Così il fascismo E la terra in mar
maledetto e scellerato di sangue tramutò
Ha rovinato Or tutti i morti in coro
L'umanità chiedono vendetta
Dal cuore affranto Una vendetta
di dolore di chi Senza pietà
sussiste ancor Nessun fascista
Si leva un grido sfugge al giusto suo destino
di speranza e di passion L'inesorabile giustizia di Stalin

L'esercito rosso verrà L'esercito rosso verrà


Ci porterà la libertà Ci porterà la libertà
L'esercito rosso è in cammin L'esercito rosso è in cammin
Verrà Stalin verrà Stalin Verrà Stalin verrà Stalin
Si vieni o glorioso Stalin Si vieni o glorioso Stalin
E impicca il fascista assassin E impicca il fascista assassin
Vederlo impiccar Vederlo impiccar
Qual voluttà Qual voluttà
Che importa poi morir

pagina 591
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L'inverno in Carnia
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/linverno-carnia

L'inverno è nero e duro Il tempo della prova


sulla montagna sempre non dura.
ma, pur tremante e nudo,
ei non si lagna. Quando la primavera
verrà coi fiori
Quanti dei suoi compagni è il tempo, Patriota,
sono perduti: dei tuoi allori!
in mano del nemico
sono caduti. Patriota dell'"Osoppo",
in alto il cuore:
Coraggio, Patriota, sui monti della Carnia
nella Sventura. c'è il tricolore!

Informazioni

Sull'aria di "Sul ponte di Perati".

pagina 592
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L'oriente è rosso
(1944)
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: cinese
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/loriente-e-rosso

Hong fang dong la Cina ha generato un Mao Tse-tung.


t'ai cheng Egli vive per il popolo,
Ciung kuo liao ko a lui dobbiamo la nostra salvezza.
Mao Zedong
Mao Tse-tung ama il suo popolo;
Sull'oriente rosso egli è il nostro timoniere,
sorge il sole nel costruire la nuova Cina
Lì dirige la Cina avanziamo sotto la sua guida.
Mao Zedong
Il Partito comunista è come il sole,
Seconda versione: al suo apparire si diradano, le tenebre.
Dove è il Partito comunista
L'Oriente è rosso, il sole è sorto, il popolo rompe le catene.

Informazioni

Il testo in cinese (con la traduzione) è stato tratto da una pubblicazione degli anni sessanta.
La seconda versione è tratta dall' EP: - L'Oriente è rosso 1949-1966.Canti della Rivoluzione cinese e della
Repubblica Popolare,Cori popolari di Pechino - a cura di M. L. Straniero

pagina 593
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La badoglieide
di Nuto Revelli
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti, satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-badoglieide

O Badoglio, o Pietro Badoglio ti mettevi a fare il dittator.


ingrassato dal Fascio Littorio,
col tuo degno compare Vittorio Gli squadristi li hai richiamati,
ci hai già rotto abbastanza i coglion. gli antifascisti li hai messi in galera,
la camicia non era più nera
T' l'as mai dit parei, ma il fascismo restava il padron.
t' l'as mail dit parei,
t' l'as mai dit, t' l'as mai fait, Era tuo quell'Adami Rossi
t' l'as mai dit parei, che a Torino sparava ai borghesi;
t' l'as mai dilu: sì sì se durava ancora due mesi
t' l'as falu: no no tutti quanti facevi ammazzar.
tutto questo salvarti non può. Mentre tu sull'amor di Petacci
t'affannavi a dar fiato alle trombe,
Ti ricordi quand'eri fascista sull'Italia calavan le bombe
e facevi il saluto romano e Vittorio calava i calzon.
ed al Duce stringevi la mano?
sei davvero un gran bel porcaccion. I calzoni li hai calati
anche tu nello stesso momento,
Ti ricordi l'impresa d'Etiopia ti credevi di fare un portento
e il ducato di Addis Abeba? ed invece facevi pietà .
meritavi di prendere l'ameba
ed invece facevi i milion. Ti ricordi la fuga ingloriosa
con il re, verso terre sicure?
Ti ricordi la guerra di Francia Siete proprio due sporche figure
che l'Italia copriva d'infamia? meritate la fucilazion.
ma tu intanto prendevi la mancia
e col Duce facevi ispezion. Noi crepiamo sui monti d'Italia
mentre voi ve ne state tranquilli,
Ti ricordi la guerra di Grecia ma non crederci tanto imbecilli
e i soldati mandati al macello, di lasciarci di nuovo fregar.
e tu allora per farti più bello
rassegnavi le tue dimission? No, per quante moine facciate
state certi, più non vi vogliamo,
A Grazzano giocavi alle bocce dillo pure a quel gran ciarlatano
mentre in Russia crepavan gli alpini, che sul trono vorrebbe restar.
ma che importa ci sono i quattrini
e si aspetta la grande occasion. Se Benito ci ha rotto le tasche
tu, Badoglio, ci hai rotto i coglioni;
L'occasione è arrivata pei fascisti e pei vecchi cialtroni
è arrivata alla fine di luglio in Italia più posto non c'è.
ed allor, per domare il subbuglio,
T' l'as mai dit parei,...

Informazioni

Sull'aria di "E non vedi che son toscano". Testo improvvisato da un gruppo di partigiani il 25 aprile 1944*. Grazzano
è il paese natale di Badoglio.

* "Alle Grangie di Narbona ci siamo sistemati in alto, aspettando gli eventi. E lì, tra il 25 e il 26 aprile, nasce La
Badoglieide, una canzone partigiana che se la prende con Badoglio e il re Vittorio. La Badoglieide è nata su
suggerimento di Livio. L'abbiamo combinata assieme, in gruppo, nella notte tra il 25 e il 26."

pagina 594
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(tratto da Nuto Revelli, Le due guerre, Einaudi ,2005, pag.160)

pagina 595
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La Brigata Garibaldi
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-brigata-garibaldi

Fate largo che passa La Brigata Garibaldi


La Brigata Garibaldi La più bella la più forte
La più bella la più forte La più ardita che ci sia
La più forte che ci sia Fate largo quando passa
Il nemico fugge allor
Fate largo quando passa Siam fieri siam forti
Il nemico fugge allor Per cacciare l'invasor
Siam fieri siam forti
Per cacciare l'invasor Col mitra e col fucile
Siam pronti per scattare
Abbiam la giovinezza in cor Ai trditori fascisti
Simbolo di vittoria Gliela la faremo pagare
Marciamo sempre forte Con la mitraglia fissa
E siamo pieni di gloria E con le bombe a mano
Ai traditor e ai fascisti
La stella rossa in fronte Gliela farem pagar
La libertà portiamo
Ai popolo oppressi Noi lottiam per l'Italia
La libertà noi porterem Per il popolo ideale
Per il popolo italiano
Fate largo che passa Noi sempre lotterem

Informazioni

Composto collettivamente da un gruppo di partigiani a Castagneto di Ramisèto nella primavera del 1944 sull'aria di
una vecchia marcia fascista cantata durante anche la guerra di Spagna (ma la cui origine più antica potrebbe
essere ottocentesca e garibaldina), è considerato l'inno quasi ufficiale delle brigate garibaldine della provincia di
Reggio Emilia.

pagina 596
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La canzone dei Garibaldini Reggiani


(1944)
di Didimo Ferrari
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-canzone-dei-garibaldini-reggiani

Ben per vent’anni il fascismo ha sfruttato e distruggiamo senza pietà.


lavoratori dei campi e del mar.
A chi creava ricchezze e letizie E tutto spezza tutto travolge
carcere e piombo gli ha dato per pan. per conquistare la libertà.
Ma finalmente il popolo insorge E tutto spezza tutto travolge
forma le schiere dei Partigian. per conquistare la libertà.

E tutto spezza tutto travolge Siamo Reggiani, siam forti, siam fieri
per conquistare la libertà. siam Partigiani decisi a lottar
E tutto spezza tutto travolge contro i tedeschi e i fascisti bestiali
per conquistare la libertà. i nostri colpi sapremo vibrar.
Per la vittoria dei Partigiani
A grandi schiere falangi e brigate per la vittoria del lavor.
i Partigiani accorrono già
Garibaldini ci sentiam chiamare… E tutto spezza tutto travolge
veri alfieri della liberta! per conquistare la libertà.
Andiamo all’assalto con cuore fermo E tutto spezza tutto travolge
per conquistare la libertà.

Informazioni

Il canto è pubblicato nella rivista La piva del carner, numero di aprile 2015

La melodia è quella del canto sovietico Belaja armija, čërnyj baron

pagina 597
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La canzone di Paralup
(1944)
di Nuto Revelli
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: piemontese
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-canzone-di-paralup

Quand ca j eru a Paralup l'è Dio en tera


i dürmiu suta i cup
e sensa paja Oh oh oh

Oh oh oh A l'à mac na fissasiun:


pal e tampa e füsilasiun
A fasiu tirè i cinghin, per tüti quanti
a s’fasiu j tajarin
cun ël tritolo Oh oh oh

Oh oh oh Peui i luma 'n culunel,


l'à le mine 'n t' el servel,
E Albèrt per risparmiè fa sautè tüti
a fasia fin da mangè
l’pan ‘d merda Oh oh oh

Oh Oh oh A j è Nino cul vigliac,


l'è beivüsse ël cugnac
E se Leo da Türin 'd tüta la banda
riva nen cun i quatrin Oh oh oh
tiruma cinghia
A j è Marco 'l nost tenent,
Oh oh oh a l'ha d'pui d'alevament
per tüti quanti
J è peui Livio cul sgnunfiun,
cun ‘l so Partì d’Asiun, Oh oh oh
a straca tüti
A j è Ivano che a i so umnet,
Oh oh oh ciula sempre i sigaret
giugand a scupa.
Adesi luma 'n capitan
ch'a l'è brau parei del pan, Oh oh oh

Informazioni

Comunicataci da Le Primule Rosse (Torino)

Paralup è una borgata del comune di Rittana, tra le valli Stura e Grana dove salirono i primi partigiani piemontesi e
forse d'Italia, guidati da Duccio Galimberti, e dove operò la banda "Italia Libera", che poi dette vita alla Prima e
Terza divisione di Giustizia e Libertà. Il testo fu composto collettivamente dai componenti del gruppo mentre
abbandonavano la valle (marzo 1944) sull'aria della canzone satirica degli alpini Quand ch'a j eru a Pampaloc. Nel
testo sono ricordati alcuni dei partigiani che laggiù operarono e cioè, nell'ordine: Alberto Bianco, Leandro Scamuzzi
("Leo"), Dante Livio Bianco, Nuto Revelli (il capitano), Ezio Aceto (il colonnello), Giovanni Monaco ("Nino"),
Giuseppe Martorelll ("Marco"), Ivanoe Bellino.

Vedi anche: http://youtu.be/TUHJ3Uq3AwM

pagina 598
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La canzone di Radio Libertà


Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-canzone-di-radio-liberta

Una voce nella notte, Una voce nella notte,


dalle valli scende al piano, dalli valli scende al piano,
dalle valli al piano. dalle valli al piano.
Ascoltate il partigiano, Ascoltate il partigiano
che vi da la buone notte, che vi da la buona notte,
che vi parla di lassù. che vi parla di lassù.

Parla una voce nelle vostre case Va per le lande azzurre dello spazio,
ed è come se fossimo presenti, della libera gente il grido ardito,
col nostro cuore, con la nostra fede la mamma ascolta e un fremito d’amore
che alla vittoria crede. le palpita nel cuore.
(Strofa non eseguita nello spettacolo)

Informazioni

Questa canzone eseguita in diretta chiudeva i programmi di Radio Libertà (Musica di Hans Stricher, nome di
battaglia”Scat”(austriaco), parole di Ugo Aglietta”Ugo Secondo”).
Radio Libertà è stata un canale radio italiano. Risulta essere stata la sola emittente radiofonica rivolta al pubblico,
e che avesse quindi una funzione non direttamente militare, gestita dai partigiani nel corso della Resistenza.
Radio Libertà operò a partire dal 14 dicembre 1944 a Callabiana (BI): le prime trasmissioni avvennero dalla
frazione Trabbia e proseguirono per diverse sere.

Informazioni da Lorenzo Preaoloni

pagina 599
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La polenta gialla
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-polenta-gialla

C'è un gruppo partigiano Gridiam perchè, gridiam perchè...


nel garfagnin
che da parecchi mesi E quando sei di guardia
non beve il vin. oh non dormir,
Sempre polenta gialla se no vien Bartelloni
c'è da mangiar ch ti fa morir.
e guardia sempre guardia C'è lo sceriffo nero
a volontà. coi basetton
se c'è da prelevar
Gridiam perchè, gridiam perchè, qualche minchion!
fan male i piè, fan male i piè,
si mangia mal, si dorme mal, si vive mal! Gridiam perchè, gridiam perchè...

Tedeschi tutt'intorno Ma un giorno questa vita


pronti a venir pur finirà
e da un momento all'altro e tutti quanti a casa
c'è da morir. si tornerà.
Ma della morte pure E allora tutti in coro
ce ne freghiam. si canterà:
quest'è la bella vita "O bella romanina
del partigian! vienti a far baciar".

Gridiam perchè, gridiam perchè...

pagina 600
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La preghiera del partigiano


Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-preghiera-del-partigiano

Là sulle cime nevose il figlio suo perduto


una croce sta piantà. sull'Alpe sconosciuto
Non vi sono né fiori né rose un altro eroe sta là.
è la tomba d'un soldà. Vi vedo e penso ancora
D'un partigian che il nemico uccise, nell'ora dei tramonti,
d'un partigian che tra il fuoco morì; al sorger dell'aurora,
la mamma tua lontana montagne del mio cuor.
ti piange sconsolata Questo dolce ricordo
mentre una campana mi fa sognare, mi fa cantare
in ciel prega per te. tutta la melodia
E noi ti ricordiamo, che riempie il cuor di nostalgia.
o partigiano che guardi di lassù, Vi vedo e penso ancora
mentre scendiamo al piano nell'ora dei tramonti
ti salutiamo, caro compagno. l sorger dell'aurora
montagne del mio cuor.
Non pianga più la mamma

pagina 601
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La ronda
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-ronda

Passa la ronda del partigiano tutti uniti in un sol pensiero.


l'eco risponde con bombe a mano. Prendi la mia borraccia,
Era notte nera nera versami nel bicchiere,
soffiava il vento e la bufera se voi volete bere
e il partigian sta a vigilar dovete voi morir.
Morir, soffrir dovete voi fascisti,
Va' piano mio partigiano questa è l'ultima vostra ora
cerca di usare la precauzione dalla man del partigian è difficile scappar.
scendi abbasso dai buroni Morir, soffrir dovete voi fascisti,
e i fascisti va' a aspettar questa è l'ultima vostra ora
dalla man del partigian è difficile scappar.
Aspettar, cantiam, beviam, siam partigiani

pagina 602
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Là su quei monti
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-su-quei-monti

Là su quei monti fuma la grangia, Il partigiano, l'arma alla mano...


dove s'arrangia, dove s'arrangia...
là su quei monti fuma la grangia Là su quei monti le stelle alpine
dove s'arrangia il partigian. crescon vicne, crescon vicine...
là su quei monti le stelle alpine
Il partigiano, l'arma alla mano crescon vicine ai partigian.
guarda lontano, guarda lontano,
con la certezza che porterà Il partigiano, l'arma alla mano...
giustizia, giustizia e libertà.
Là su quei monti, sotto quei fiori,
Là su quei monti stanno sparando, stanno i migliori, stanno i migliori...
là c'è il comando, là c'è il comando... là su quei monti, sotto quei fiori,
là su quei monti stanno sparando, stanno i migliori dei partigian.
là c'è il comando dei partigian.
Il partigiano, l'arma alla mano...

Informazioni

Sull'aria di "Là su quei monti c'è un'osteria".

pagina 603
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

La vien giù dalle montagne [La bella partigiana]


Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: anticlericali
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-vien-giu-dalle-montagne-la-bella-partigiana

La vien giù dalla montagna, sue sorelle son le stelle


1'è vestita a partigiana, che scintillano nel ciel.
ha di fiamma la sottana
ed ha al collo il tricolor. Se la guarda un giovanotto
e l'invita a far l'amore,
Non è nata cittadina lei gli mostra il tricolore
e nemmeno paesana: è la fiamma del suo cuor.
essa è nata partigiana
e sui monti ha il casolar... Contro i vili e i traditori
essa ha dato la sua vita
La montagna fu sua madre e con gioia infinita
ed il bosco fu suo padre, essa vuol la libertà.

pagina 604
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Lamento del prigioniero


(1944)
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti, carcere
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lamento-del-prigioniero-0

l'8 settembre fu un giorno decisivo e per questo io canto cosi':


che con gli amici si divento' nemici milena (serse moie-cuore mio)
e a pane e acqua, fra gli spini piu' spinosi. milena (juba moia-amore mio)
questo e' il destino di noi prigionier (la catena che stringe il mio cuore)
milena bimba bionda, tu non sei del mio sono un passero senza allegria
paese tu mi guardi e mi sorridi ho per vita una lunga prigione
e sei cortese tu che godi la libera via
se d'amor parlarti non so fa che almeno non pesi di piu'
gli occhi belli cerchiati di blu milena (serse moie-cuore mio)
mi hanno detto che mi ami anche tu milena (juba moia-amore mio)

Informazioni

"Testo trovato su dei fogli scritti a mano da mio suocero (?) deceduto 27-09-2008 che era stato in campo di
concentramento in distaccamenti di mauthaussen non abbiamo trovato nessun autore lui la cantava ce l'ho anche
registrata ci sara' un autore?"

[Informazioni scritte da chi ha mandato la canzone, che però non ha lasciato contatti...]

pagina 605
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Lamento del prigioniero


(1944)
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: siciliano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lamento-del-prigioniero

Bimba bionda con gli occhi di mare, Milena, juba moia,


li scintillano fiamme d'amore. è una catena che stringe il mio cuore,
Non guardarmi così, non guardare fa che almeno non penso di più.
perché brucia il mio povero cuore. Prigioniero sono anch'io d'amore,
Milena, bimba bionda che non sei del mio ma l'amore gentile sei tu.
paese, Se tu sapessi soltanto le pene
tu mi guardi, mi sorridi e sei cortese dell'amore quel triste destino
ma il tuo labbro non sa dir cos'è prigioniero son ancora d'amore
tutto quello che risente il mio cuore. ma l'amore gentile sei tu.
Milena, serse moie,

Informazioni

Canto composto del sergente Romeo da Catania scritto da Giuseppe Perrera da Baglio Nuovo (Trapani) .

33° Reggimento artiglieria terrestre "Acqui".

1944 Rostov sul Don

pagina 606
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Lamento per la guerra


Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lamento-la-guerra

Quando nel millenovecentoquaranta sapendo di aver perso i loro gigli;


spuntò l'alba di quel giorno fatale povere madri, in mezzo a quel dolor,
era di giugno e non ci dié speranza, dovran subire ancora altre tribolazion!
ché la notizia fu tanto brutale;
e quella sera, ahimé, ci si annunciò Intanto di lontano si avvicina
la guerra dichiarata tra le varie nazion. tutto il conflitto della grande guerra
e mentre città e paesi già macìna
Da tempo tutti si sperava invano migliaia di person giaciono a terra:
che tal notizia fosse risparmiata, è l'aviazion che passa con terror
ma tutto il mondo lavorava in pieno, senza misericordia sulla popolazion.
anche l'Italia si era preparata;
quando nei fronti di cielo, terra e mar Ma non bastando ancor quel gastigo:
tutto è in un terrore dal gran cannoneggiar. destino volle il fronte far passare,
mitra, fucil, cannone nel ripiego
Ma quante madri intanto stan piangendo purtroppo a tutti ci toccò sentire,
pei loro figli là tanto lontani! le nostre case dovettono subir
e mentre mesi ed anni stan passando gli sfregi dei Tedeschi e dei repubblichin.
pene e dolori attaccano pian piano;
in tutto il mondo oggi si sente dir Ma finalmente anco' ci ha liberati
che questa grande guerra ci farà ben soffrir. da quel martirio de quegli assassini,
dove un inferno tutti abbiam passato
Qualche notizia intanto sta arrivando cogli innocenti dei nostri bambini;
dei nostri figli, amici oppur fratelli forse il destino mai più non fu crudel
e tutti i nostri cuori palpitando così di tanta strage in tutto il mondo inter.
leggono quelle frasi brutte o belle;
così alle volte si vedono arrivar Or che la pace infine è ritornata,
terribili notizie da non poté affrontar. in cuor la gioia ci infonde speranza,
ma per l'umanità va ricordata
Infatti a tante madri sventurate che l'avvenir sia stretto in fratellanza.
venivano a mancare i proprii figli Così, ogni cuore, vivendo in piena fé,
e tal notizie ed anzi dolorose, rimargina le piaghe che ognuno porta in sé.

pagina 607
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Lascia i campi e le officine


Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lascia-i-campi-e-le-officine

Lascia i campi e le officine a noi venga ognun che insorge


e scacciamo il tedesco invasor che non tema di morir.
senza fregi nè stelline
sulla tuta del lavor Sono rosse le bandiere
senza fregi nè stelline come il sangue dei garibaldin
sulla tuta del lavor. son compatte e fitte schiere
son le armate del lavor
A noi venga ognun che insorge son compatte fitte schere
che non tema di lottar per il popol combattiam
a noi venga ognun che insorge son compatte fitte schiere
che non tema di morir per il popol combattiam.

Informazioni

Dal repertorio del Coro Bajolese, di Bajo Dora (TO)

pagina 608
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Lasciando la sua casa e la sua mamma


Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lasciando-la-sua-casa-e-la-sua-mamma

Lasciando la sua casa e la sua mamma sei tu l'eroe


raggiunge la capanna il partigian della mia patria bella
ricorda Garibaldi e le sue gesta del suo valor ritorna vincitor.
il salvatore dell'Italia un dì.
Marciando su per l'aspre mulattiere
Accetta con piacer in cerca dei fascisti allegro va
il suo dover nell'ora che l'Italia si ridesta
fulgido e fiero combatti perché sai che vincerà.
questo è il guerriero
dell'umanità. Abbasso i traditor
gli affamator
Bel partigian nella riscossa
che sfidi tu la morte bandiera rossa
bel partigian la trionferà.
non temi più la sorte

pagina 609
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Lassù a Noveis
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lassu-noveis

Lassù a Noveis c'è un'osteria Là sulla vetta c'è un fiorellino,


è l'allegria... è l'allegria... segna il destino... segna il destino...
lassù a Noveis c'è un'osteria, là sulla vetta c'è un fiorellino,
è l'allegria dei garibaldin. segna il destino del garibaldin.

All'armi! All'armi! All'armi! All'armi...


Garibaldino,
entro i confini Squadra volante fedele alla morte,
annienta i traditor. tu sei la forte... tu sei la forte...
Impugna l'armi, squadra volante fedele alla morte,
garibaldino tu sei la forte del garibaldin.
oltre i confini
ricaccia l'invasore. All'armi! All'armi...

Là in postazione c'è una mitraglia; In fondo alla valle c'è una ragazza
essa è il terrore... essa è il terrore... ch'è la speranza... ch'è la speranza...
là in postazione c'è una mitraglia; in fondo alla valle c'è una ragazza
essa è il terrore dei repubblican. ch'è la speranza del garibaldin.

All'armi! All'armi... All'armi! All'armi...

Informazioni

Sull'aria di "Là sul Cervino" e "Vinassa vinassa".

pagina 610
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Lassù su quel sentiero


Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lassu-su-quel-sentiero

Lassù su quel sentiero e un dì ritornerò:


dov'è il cannon che vampa noi combattiam per l'Italia e l'onor!
c'è un garibaldin che canta,
canta la sua canzon. Un bacio ed un sospiro
e porta il vento tra le rose tutte in fior!
Non piangere mio tesoro Uccideremo tutti i fascistoni
se un dì dovrò partire, e insieme a loro il barbaro invasor.
se non mi vedrai tornare
combatti tu per me! Di questo cuore...

Di questo cuore giammai non ti scordar, Se un dì dovrò cadere


ché il garibaldino deve ritornar! sotto il nemico acciaio,
rimani tu compagno
Non piangere mio tesoro che lotterai per me!
se col pensiero ti so dimenticar

Informazioni

Sull'aria della "Marcia del Genio Ferrovieri".

pagina 611
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Lassù sui monti


Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lassu-sui-monti

Lassù sui monti nel cuore delle Alpi E se i tedeschi ci chiaman banditi
vieni o nazista se hai del coraggio e se i fascisti ci chiaman ribelli
e se qualcuno ti lascia il passaggio e invece siamo soltanto di quelli
noi partigiani fermarti saprem che l’Italia vogliamo liberar
e se qualcuno ti lascia il passaggio e invece siamo soltanto di quelli
noi partigiani fermarti saprem. che l’Italia vogliamo liberar.

Dove più aspra si fa la battaglia O care mamme che tanto piangete


a corpo a corpo verremo alle mani non disperate pei vostri figlioli
farem vedere che siam partigiani che qui sull’Alpe non siamo mai soli
faremo onore al patrio valor c’è tutta Italia che a fianco ci sta
farem vedere che siam partigiani che qui sull’Alpe non siamo mai soli
faremo onore al patrio valor. c’è tutta Italia che a fianco ci sta..

Informazioni

Riprende musica di “Quanti morti e quanti feriti”, un canto della I° Guerra Mondiale.

pagina 612
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Lassù sul Monte Grappa


Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lassu-sul-monte-grappa

E lassù sul Monte Grappa e le forche giù nel borgo


son trecento i partigiani, son già pronte ai partigian!"
tutti giovani, italiani,
la lor vita non torna più. Ma dal monte giù risponde:
"Vegnè a ciorne fioi de cani,
I tedeschi son partiti siamo giovani, italiani,
col cannon e la mitraglia, siam trecento partigian".
son venuti a dar battaglia
ai trecento partigian. E lassù sul Monte Grappa
son trecento i partigiani,
Dalla valle s'alza un grido: tutti giovani, italiani,
"Siam tremila, alto le mani, la lor vita non torna più.

Informazioni

Sull'aria di "Lassù sulle montagne".

pagina 613
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Lassù sulle colline del Piemonte


Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lassu-sulle-colline-del-piemonte

Lassù sulle colline del Piemonte Lassù in un lontano casolare


ci stanno i partigiani a guerreggiar la mamma con le mani giunte stà
guardando la pianura all'orizzonte pregando per il figlio che combatte
aspettano il momento di calar, per dare all'Italia libertà
ma un dì pure tu laggiù ritornerai ma un dì pure tu laggiù ritornerai
la mamma e la bella abbraccerai, la mamma e la bella bacerai,
ma un dì pure tu laggiù ritornerai ma un dì pure tu laggiù ritornerai
la mamma e la bella bacerai. la mamma e la bella abbraccerai.

Informazioni

Trasformazione della canzonetta "Laggiù nel paradiso delle Haway" operata da tre studenti partigiani milanesi sulla
stessa melodia.

E' nota anche un'ulteriore strofa, che ci ha comunicato Alberto, figlio del partigiano garibaldino Enzo Lalli,
protagonista della resistenza torinese:
Lassù un partigiano vince o muore
lottando per la patria con valor,
scacciando giù dai monti l'invasore
per dare all'Italia un po' d'onor.

Esiste anche una versione dei partigiani dell'Appennino Emiliano : Lassù sulle colline di Bologna

pagina 614
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Lassù sulle colline di Bologna


Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lassu-sulle-colline-di-bologna

Lassù sulle colline di Bologna pregando per il figlio che combatte


ci stanno i partigiani ad aspettar per dare all'Italia libertà.
guardando le colline all'orizzonte
'spettando il momento per calar. Ma se un di potrò...

Ma se un dì potrò Lassù il partigiano vince o muore


laggiù ritornerò cacciando dall'Italia l'invasor
la mamma la bella bacerò. cacciando dall'Italia l'invasore
sfogando tutto l'odio che ha nel cuor.
Lassù in un lontano casolare
'na mamma a mani giunte se ne sta Ma se un di potrò...

pagina 615
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Le chant des partisans


(1943)
di Maurice Druon, Joseph Kessel
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: francese
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/le-chant-des-partisans

[La canzone comincia con i rumori e le voci La haine à nos trousses


di soldati tedeschi che marciano su Parigi] et la faim qui nous pousse la misère.
Il y a des pays où les gens
Ami, entends-tu le vol noir au creux de lits font de reves.
des corbeaux sur nos plaines? Ici, nous, vois-tu,
Ami, entends-tu les cris nous on marche et nous on tue,
sourds du pays qu'on enchaine? nous on crève.
Ohè partisans, ouvriers et paysans,
c'est l'alarme. Ici chacun sait.ce qu'il veut,
Ce soir l'ennemi connaitra ce qui'il fait quand il passe.
le prix du sang et les larmes. Ami, si tui tombes un ami
sort de l'ombre à ta place.
Montez de la mine, Demain du sang noir
descendez des collines, camarades! sèchera au grand soleil
Sortez de la paille le fusils, sur les routes.
la mitraille, les granades. Chantez, compagnons,
Ohè, les tueurs, à la balle dans la nuit la Liberté
et au couteau, tuez le vite! nous écoute.
Ohè, saboteur, attention
à ton fardeau: dynamite... Ami, entends-tu ces cris sourds
du pays qu'on enchaine?
C'est nous qui brisons Ami,entends-tu le vol noir
les barreaux des prisons des corbeaux sur nos plaines?
pour nos freres. oh oh oh oh oh oh oh oh oh ....

Informazioni

E' stato l'inno della Resistenza francese, composto a Londra e subito diventato così importante, diffuso, amato, da
essere anche conosciuto come "La nuova Marsigliese".

pagina 616
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Le tre bandiere
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/le-tre-bandiere

Bandiera nera la vogliamo: No! Bandiera rossa la vogliamo: Si!


Perchè l'è il simbolo della galera Perchè l'è il simbolo della riscossa
Bandiera nera la vogliamo: No! Bandiera rossa la vogliamo: Si!

Bandiera bianca la vogliamo: No! Perchè l'è il simbolo della riscossa


Perchè l'è il simbolo dell'ignoranza Bandiera rossa la vogliamo: Si!
Bandiera bianca la vogliamo: No!

pagina 617
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Lero
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lero

Lero, stanotte ti vedo in mezzo ai bagliori: Di sopra ci sono i Tedeschi


tra ferro, tra fuoco e luci di riflettori che sono sorpresi dalla situazion.
si sentono i colpi tremendi Sul mare d'argento
di bombe esplodenti si specchia un vasto incendio,
che picchian vicino. mentre una nave scende
nel fondo del mar...

Informazioni

Sull'aria di "Firenze sogna".

pagina 618
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Ludlow massacre
(1944)
di Woody Guthrie
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: inglese
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ludlow-massacre

It was early springtime killed us all around.


when the strike was on,
They drove us miners out of doors, I never will forget t
Out from the houses he look on the faces
that the Company owned, Of the men and women t
We moved into tents up at old Ludlow. hat awful day,
When we stood around
I was worried bad about my children, to preach their funerals,
Soldiers guarding the railroad bridge, And lay the corpses
Every once in a while a bullet would fly, of the dead away.
Kick up gravel under my feet.
We told the Colorado Governor
We were so afraid to call the President,
you would kill our children, Tell him to call off
We dug us a cave that was seven foot deep, his National Guard,
Carried our young ones and pregnant women But the National Guard
Down inside the cave to sleep. belonged to the Governor,
So he didn't try so very hard.
That very night your soldiers waited,
Until all us miners were asleep, Our women from Trinidad
You snuck around our little tent town, they hauled some potatoes,
Soaked our tents with your kerosene. Up to Walsenburg in a little cart,
They sold their potatoes a
You struck a match nd brought some guns back,
and in the blaze that started, And they put a gun in every hand.
You pulled the triggers
of your gatling guns, The state soldiers jumped us
I made a run for the children in a wire fence corners,
but the fire wall stopped me They did not know we had these guns,
Thirteen children died And the Red-neck Miners
from your guns. mowed down these troopers,
You should have seen those poor boys run.
I carried my blanket
to a wire fence corner, We took some cement
Watched the fire till and walled that cave up,
the blaze died down, Where you killed
I helped some people these thirteen children inside,
drag their belongings, I said, "God bless the Mine Workers' Union"
While your bullets And then I hung my head and cried.

Informazioni

Il Massacro di Ludlow (Colorado) avvenne il 20 aprile 1914, a seguito della feroce repressione degli scioperi dei
minatori da parte delle guardie private dei proprietari delle miniere, guidati dalla Colorado Fuel and Iron Company
(della famiglia Rockefeller). Furono uccise almeno venti persone, fra cui dodici fra donne e bambini. Esso fu il
momento più tragico della lotta dei minatori, che coinvolse fino a dodicimila lavoratori e durò dall'autunno del 1913
fino al dicembre 1914

pagina 619
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Lungo la strada
(1965)
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lungo-la-strada

Lungo la strada Vola il mio passo


che mi porterà lontano sopra questa terra amata
penso alle lotte disperate e sogno suona il mio passo come un gran tamburo
una vicina libertà ritmo di gioia e libertà

Vado cantando Sento vicina


fino a che avrò fiato in cuore sento nelle nostre mani
ed il compagno che mi ascolta vedo negli occhi dei compagni, tocco
canti, canti con me la libertà la sospirata Libertà

Informazioni

Sulle note di Polyushka Polye, canto della Rivoluzione d'ottobre

pagina 620
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Malga Lunga
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/malga-lunga

Il 17 del triste novembre e gli altri cinque, seppure stranieri,


una giornata di cupo grigiore tutti caduti sono per la libertà.
che ai partigiani sarà sempre nel cuore
per la sciagura che tutti li colpì. Il giorno dopo due altri compagni,
Falce e Martello furon catturati,
O Malga lunga tu sei il sacrario, ed anche loro poi furon fucilati,
tappa fatale del nostro cammino, Falce e Martello, voi siete il nostro onor.
rudere nero segnato dal destino,
dolore e gloria della Cinquantatre. O nostri morti sarete vendicati,
per voi daremo anche la vita,
Tenente Giorgio, compagno Barbieri, la vostra fede il cammino ci addita,
Rocco e Tormenta, di voi siamo fieri, questo è l'impegno del garibaldin!

Informazioni

Sull'aria del canto della prima guerra mondiale Monte Canino.


Ricorda l'eroica morte di un gruppo di partigiani della 53^ Brigata Garibaldi, che circindati in località Laga Lunga
(BG) combatterono sino all'ultima cartuccia. I superstiti, fatti progionieri, furono fucilati a Costa Volpino (Savona A.
Virgilio, Straniero Michele L., Canti della Resistenza italiana, Milano, Rizzoli, 1985).

pagina 621
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Mama mia mi sun stufa


(1940)
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: lombardo
Tags: lavoro/capitale, filanda
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/mama-mia-mi-sun-stufa

Mama mia mi sun stufa Siam trattati come cani,


O de fa la filerina come cani alla catena,
el cal e el poc a la matina non è questa la maniera
el pruvin du volt al di. o di farci lavorar.

Mama mia mi sun stufa Tutt me disen che sun gialda


tutt al di a fa andà l’aspa l’è ‘l culur della filanda
voglio andare in bergamasca quando poi sarò in campagna
in bergamasca a lavorar. miei colo ritorneran.

El mestè de la filanda Tutt me disen che sun nera


l’è el mestè degli assassini l’è ‘l culur della candela
poverette quelle figlie il mio amor me lo diceva
che son dentro a lavorar. de fa no ‘stu brut mestè.

Informazioni

Canto di filanda pubblicato nel 1940 da Bollini e Frescura. (Maria Rollero)


Il “cal”, il “poc”, e il “pruvin” erano controlli a cui era sottoposta la produzione delle “filandere”.

pagina 622
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Marcia della VI brigata d'assalto "Garibaldi"


di Eraldo Gastone, Cino Moscatelli, Elisio Scabbia
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/marcia-della-vi-brigata-dassalto-garibaldi

"Garibaldi", Brigata d'assalto la Vittoria più bella sarà!


che risorgi nell'Italo cuor,
per la Patria la Fede, l'Onore, Partigiani, levate i vessilli
contro chi, maledetto, ti tradì! che bagnaron di sangue i Bandiera.
Con Battisti e del Piave la schiera
Partigiano di tutte le valli, l'invasore schiacciato sarà!
pronto il mitra, le bombe: cammina! Con Battisti e del Piave la schiera
La tua Patria, travolta in rovina, l'invasore schiacciato sarà!
la tua Patria non deve morir!
"Garibaldi", Brigata d'assalto...
Giù dai monti! Discendi dalle valli!
Il nemico distrugge il tuo tetto. Non pennacchi, galloni dorati;
Partigiano, impugna il moschetto, segno ambito: ferita vermiglia;
già il tuo giorno di gloria suono! nostro motto: la Santa Guerriglia,
Partigiano, impugna il moschetto, la divisa del nuovo Guerrier.
già il tuo giorno di gloria suono!
Libertà nel lavoro vogliamo;
"Garibaldi", Brigata d'assalto... sia per tutti il pane che sfama.
Partigiano, la patria ti chiama
Se la morte ti sfiora, ti coglie, col suo braccio, il tuo sangue, il tuo cuor.
cosa importa, se tuona il cannone? Partigiano, la patria ti chiama
Partigiano, glorioso leone, col suo braccio, il tuo sangue, il tuo cuor.

Informazioni

Nota anche come Garibaldi, brigata d'assalto.

pagina 623
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Marciar Marciar
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/marciar-marciar

Marciar marciar, marciar con gioia e con ardor.


gli batte il cuore
s'accende la fiamma, Marciar marciar, marciar
la fiamma dell'amore gli batte il cuore
s'accende la fiamma, s'accende la fiamma,
la fiamma dell'amore la fiamma dell'amore
quando vede un partigian passar s'accende la fiamma,
un patigano vorrei sposar. la fiamma dell'amore
quando vede un partigian passar
E sotto il sole ardente
col passo accelerato non c'è tenente, ne' capitano,
cammina il partigiano ne' colonnello, ne' generale:
col zaino affardellato questa è la marcia,
cammina il partigiano dell'ideal, dell'ideal...
che stanco ormai si sente
cammina allegramente un partigiano vorrei sposar

pagina 624
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Mi avete incatenato
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti, carcere
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/mi-avete-incatenato

Mi avete incatenato e non fa niente perché vorremmo battere i signor.


vostro mestiere è fare gli aguzzin,
mi avete bastonato crudelmente Fui condannato perché ho un ideale
siete pagati a fare gli assassin. e lotto per scacciar lo sfruttator
che tiene schiavo sotto il giogo del bastone
Son comunista e questo lo sapete e
ed il mio cuore è pien di ribellion [del terror
ma voi sbagliate se credete coi martìri di il proletario che di fame muor.
fiaccar
questa mia fede di rivoluzione. Compagni che soffrite alle catene
sperate in un gran giorno di riscossa
Compagni che rinchiusi sopportate che uniti e fieri marceremo verso il sol
la vil vendetta del dominator dell'avvenir
forze di energia incatenate portando in alto la bandiera rossa.

pagina 625
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Na juriš!
(1943)
di Tone Seliskar
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: Sloveno
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/na-juris

Na juriš, na juriš, na juriš, Na juriš, na juriš, na juriš,


Krik borcev vihra skozi hoste, Maš?ujmo požgane domove,
Sovragove vrste so goste! Maš?ujmo vse naše grobove
Udari, navali, usekaj, izpali, Preženi besne?e in reši trpe?e!
Na jurišš, o-hej, partizan, Na juriš, o-hej, partizan
Pred tabo svobode je dan! Pred tabo svobode je dan.

Na juriš, na juriš, na juriš, Na juriš, na juriš, na juriš,


Požgimo vsa gnila drevesa, Vsi bratje teptani za nami,
Zemljo spremenimo v nebesa, Svobodo si vzamemo sami!
Vsem sonce naj sije, Skoz glad in trpljenje
le radost naj klije! v lepše življenje!
Na juriš, o-hej, partizan, Na juriš, o-hej, partizan,
Pred tabo svobode je dan. Pred tabo svobode je dan!

Informazioni

Canzone della Resistenza jugoslava. Composta nel novembre 1943 per i partigiani della VIII Brigata Slovena
"Levstik" operante nei dintorni di Lubiana, venne fatta propria anche dalla Brigata Garibaldina "Fontanot",
appartenente al VII Corpo partigiani della Slovenia; la versione italiana venne pubblicata in un foglio volante
intitolato "Canti proletari". Nella sua versione italiana (ma che ripeteva nel ritornello non "all'assalto" ma in sloveno
"na juris") era cantata anche dai componenti della Divisione d'Assalto Garibaldi-Natisone che operava in attuale
territorio sloveno alle dipendenze operative del IX Korpus ma con insegne e bandiera italiana.

Da Canzoni contro la guerra

pagina 626
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Ninna nanna della guerra [2]


Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: siciliano
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ninna-nanna-della-guerra-2

Ed alavò... sunnuzzu viniti ca tu nascisti e to’ patri murìu.


ca ju l’annacu* e vui l’addummisciti**.
Ed alavò... figliuzzu ammannatu*** Murìu a la guerra ‘un ti potti vidìri
suliddi semu to’ patri è surdato. suliddi semu suliddi a patiri.

Ed alavò... figliuzzu di Diu Bò bò bò… dormi figliu e fai la vò.

Informazioni

Canto del repertorio di Rosa Balistreri, musica e testo tradizionali, rielaborazione di Rosa Balistreri e Otello Profazio
(maria rollero)

La collacazione temporale è dubbia.

NOTE
* Ju l’annacu: io lo cullo
** Vui l’addummisciti: voi l’addormentate
*** Ammannatu: il grano ammannato, scelto a mano chicco per chicco, era la parte migliore del raccolto destinata
alla nuova semina.

pagina 627
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Noi della Val Camonica


Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/noi-della-val-camonica

Noi della Val Camonica ohi che bel fior, ohi che bel fior,
discenderemo al pian; la luna, le stelle, parlavan d'amor.
non più la fisarmonica
ma il mitra fra le man. E su è giù...

E su e giù per la Val Camonica Li vogliamo fuori quei traditori


non si sente, non si sente, noi li vogliam scacciar,
e su e giù per la Val Camonica o mia morosa ti farò sposa sol se li vincerò!
non si sente che sparar! Senza i fascisti ritroveremo la bella libertà
o mia morosa ti farò sposa sol se ritornerò!
Ricordi Ninetta quel mese d'aprile
la luna, le stelle parlavan d'amor! E su è giù...
Ohi che bel fiore, ohi che bel fior,

Informazioni

Sull'aria dell'omonima canzone alpina. Canto partigiano delle formazioni "Fiamme Verdi".

pagina 628
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Noi partigiani bolognesi


Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/noi-partigiani-bolognesi

Noi partigiani bolognesi Quando si tratta di scattare


siam vecchi lupi di montagna noi partigiani siamo i primi
abbiamo issato una bandiera tutti si affacciano a guardare
solo per vincere o morir tutti si affacciano al balcon
e sulle cime dei nostri monti e se qualcuno dichiara guerra
noi partigiani siam sempre pronti e se minaccia la nostra terra
noi partigiani saremo i primi noi partigiani saremo i primi
a dar prova di valor a dar prova di valor
di valor di valor di valor di valor

Ribelli ribelli Ribelli ribelli


cosa importa se si muore cosa importa se si muore
questo è il grido del valore questo è il grido del valore
siam ribelli avanti andiam siam ribelli avanti andiam
avanti andiam avanti andiam

Informazioni

Sulla melodia di Valsesia, o meglio del canto irredentista Dalmazia

pagina 629
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Noi siamo gli internati


Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti, carcere, campi di concentramento
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/noi-siamo-gli-internati

Quando vedremmo lontano e tu che ci vuoi bene


il nostro bel tricolor non ci lasciare più!
pregammo tutti, pian piano Patria, ma tanti e tanti son rimasti laggiù,
col pianto ingola, il Signor. morti insepolti,
Sia maledetto il germano! che il tuo bel sole non vedrà mai più.
Morte al tedesco oppressor.
Fame, torture e lavoro,
Patria, dalla Germania siamo ritornati... questo il tedesco ci die'...
Patria, apri le braccia! Siamo gli Se avevi un ciondolo d'oro
internati! te lo strappavan, perchè
Sui visi torturati erano belve e tra loro
c'è il marchio delle pene essere umano non c'è...

pagina 630
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Noi siamo la classe operaia


Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti, comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/noi-siamo-la-classe-operaia

Noi siamo la classe operaia Giustizia, Eguaglianza vogliamo,


che suda, che soffre e lavora; al mondo sìam tutti fratelli,
smettiam di soffrire ch'è l'ora, noi siamo le schiere ribelli,
finiam di soffrire ch'è l'ora. sorgiamo, che giunta e la fin,
sorgiamo, che giunta e la fin.
O ladri del nostro sudore,
l'Italia farem comunista,
scacciam la canaglia fascista, Già trema la classe borghese,
sorgiamo, che giunta e la fin, già sporca, già lorda dì sangue;
sorgiamo, che giunta è la fin. si sveglia il popol che langue,
si sveglia il popol che langue.
La falce e il martello e l'emblema:
non più vagabondi e signori, O ladri del nostro sudore,
il pane ha sol chi lavora, l'italia farem comunista,
il pane ha sol chi lavora. scacciam la canaglia fascista,
sorgìamo, che giunta è la fin,
sorgiamo, che giunta è la fin

Informazioni

Variante di Noi siam la canaglia pezzente

pagina 631
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Noi traditi
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/noi-traditi

Noi, traditi dai nostri generali, Se un giorno i baldi soldati ritornano


sima diventati partigiani italiani. ed il mio nome rimane quaggiù,
Le speranze noi siam del domani; non pianger, mamma, grida: "Viva l'Italia!".
la nostra lotta dovrà trionfar. Tuo figlio è vivo, sorridi anche tu.

Della Bosnia noi siamo i guerrieri Quando in Italia potrem ritornare


e combattiamo il nemico potente la nostra bandiera farem sventolare
che ci ha rubato il nostro continente tutti i fascisti dovremo annientare
e pure presto lasciarlo dovrà. la nostra legge dovrà trionfare.

Informazioni

Sull'aria di Addio madre e padre addio.

pagina 632
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Noi vogliam Dio


(1945)
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: anticlericali, comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/noi-vogliam-dio

Noi vogliam Dio in camicia rossa e san Giuseppe


e la madonna col mitra in man con il mitra in man,
e San Giuseppe in motocicletta vogliam la Madonna in bicicletta
a far la staffetta da partigian 1'è la staffetta di noi partigian.
Lo benedici o Stalin
al grido di Lenin Deh, benedici o Stàlin
vogliam Togliatti che nostro padre i nostri partigian,
Luigi Longo che nostro re vogliam Togliatti
vogliam Pajetta per far la legge ch'è nostro padre
per la difesa ai lavorator. vogliamo Lénin
ch'è nostro re,
Variante: vogliam Togliatti
ch'è nostro padre
Noi vogliam Dio vogliamo Lénin
in camicia rossa ch'è nostro re.

Informazioni

L'informatrice, Ebe Vescovi, ha appreso il canto nell'aprile del 1945 da alcuni partigiani appartenenti alle brigate
garibaldine. Si tratta ovviamente di una irriverente satira del notissimo inno ecclesiastico Noi vogliam Dio ch'è
nostro padre e il canto in questa versione era noto, oltre che nel Piacentino, anche nel Novarese. La registrazione è
stata effettuata da Mario Di Stefano a Monticelli d'Ongina il 29 maggio 1975

pagina 633
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Non c'è tenente


Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/non-ce-tenente

Non c'è tenete, Questa è la marcia


né capitano, dell'Ideale;
né colonnello, questa è la marcia
né generale! del Partigiano!

pagina 634
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Non ti ricordi mamma


di Dante Bartolini
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/non-ti-ricordi-mamma

Non ti ricordi, mamma, quella notte l'esercito italiano fu sbandato


dei fascisti le perquisizioni: e pe' non mandarlo in precipizio
chi dava le purghe e chi le botte, l'esercito si forma partigiano.
così faceva in tutta la nazione. Contro i fascisti e il barbaro invasor
Colla violenza mi volevan piegar, presero l'arme in mano per acquistar l'onor.
non feci l'obbedienza, dovetti via scappar. Quanti sospiri e pianti, mamma mia!
Colla violenza mi volevan piegar, Fratelli, spose, i figli e le sorelle,
non feci l'obbedienza, dovetti via scappar dal cuore levate la malinconia,
presto leggete pagine più belle.
Coi partigiani andai sulla montagna Che il socialismo vuole la libertà,
dov'è la neve, il freddo e la bufera non vuole il servilismo che è condannato già.
sentivo solo il fischio della mitraglia
giorno e notte, mattina e sera. La morte, la tortura e la prigione
Senza paura, o vincere o morir, se tu cadevi nelle loro mani;
ora la nostra patria dobbiamo ripulir. fascismo e monarchia fu la cagione
se diventammo tutti partigiani.
Dopo l'otto settembre, l'armistizio, Il venticinque del mese di april
venne l'insurrezione e fu la loro fin.

pagina 635
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Non ti ricordi quel 25 maggio


Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/non-ti-ricordi-quel-25-maggio

Non ti ricordi quel 25 maggio, siamo arrivati sui monti piacentini


quei truci bandi che hanno emanato. dove i compagni ci stavan ad aspettar.
In Germania noi eravamo destinati,
noi rispondemmo ch'è giunta l'ora di agir. Non più tedeschi e nemmeno fascisti,
non più carogne e repubblicani,
Dopo tre giorni di aperta campagna solo vogliamo l'Italia ed un domani.
ed altri due di lungo cammino Col nostro sangue la sapremo ricostruir.

Informazioni

Sull'aria di "Monte Canino".

Il 18 aprile 1944 il governo della repubblica Sociale offrì l'esenzione dalla pena di morte per i partigiani che si
fossero consegnati volontariamente entro il 25 maggio.

pagina 636
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Non ti ricordi, fanciulla mia cara


Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/non-ti-ricordi-fanciulla-mia-cara

Non ti ricordi, fanciulla mia cara il tedesco bisogna cacciar.


quei brutti giorni per l'otto settembre:
noi ci lasciammo con ansia e tormento Un lungo inverno, disagi, perigli;
per affrettare l'Italia a liberar. perdemmo molti dei cari compagni:
Noi ci lasciammo con ansia e tormento erano giovani sul fiore degli anni
per affrettare l'Italia a liberar. che alla morte sorridono ancor.

Non rimanemmo che pochi compagni Ma quel sangue non fu sparso invano;
quando l'impresa del Cippo svanì, suonò la diana pei suoi fratelli:
ma eravamo tutti d'accordo ovunque c'era un buon italiano
per nostra terra decisi a morir. sui monti accorse e fucile sparò.

Un giuramento col sangue facemmo: Quando passammo decisi all'attacco


morire tutti per la nostra terra; con braccio fermo impugnammo le armi,
per tutti i morti dell'altra guerra calmi mirando sui petti assassini:
la nostra terra riuscimmo a liberar.

pagina 637
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Notte di neve riposa la Coduri


Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/notte-di-neve-riposa-la-coduri

Notte di neve, riposa la Coduri ed è gia come un rogo la montagna.


coi mucchi dei moschetti per cuscino
batte sicuro cuor mio da partigiano Montagna...
al rombo cadenzato del cannone. montagna rossa
protesa sotto il cielo di Liguria
O partigiano, tu rassomigli alla passione mia
su tutti i monti che brucia sempre e mai si spegnerà.
su trutti i fronti
combatte e va Giorno si sole, innalza la bandiera
combatte e va... e la Coduri carica di gloria
l'alpe e la duna che sulla vetta scrisse la sua storia
l'amba e la sierra col sangue di Coduri e dei compagni
questa è la guerra dei partigian
dei partigian... Montagna...
montagna verde
Sera di guerra, il vento ci accompagna, fiorita sotto il cielo di Liguria
dei ribelli è una valanga che discende, tu rassomigli alla montagna mia
tutta la roccia attorno a lui s'accende dove in attesa un altro cuore sta.

Informazioni

Successivamente alla strage della Benedicta, all'eccidio del Turchino e all'incendio del paese di Cichero, la "Banda
Virgola" entra a far parte della "Cichero". Il 2 agosto 1944, in un combattimento a Carro, muore Giuseppe Coduri
(Scioa)generoso combattente di origine francese giunto in formazione soltanto il mese prima fuggendo dalla
marina germanica dove prestava servizio coatto, di cui la "Virgola" assumerà, da quel momento in poi, il nome.

Fonte: http://www.netpoetry.it/IIpuntata.html

pagina 638
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

O coraggiosi fratelli,
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/o-coraggiosi-fratelli

O coraggiosi fratelli, luce che smaschera e brucia


libero sole spuntò. vincoli di schiavitù.
Fuori dal buio passato
chiaro il sole brillò. Una soltanto la mano,
uno il cuore sarà.
Ecco dei popoli l'alba, Su, disprezziamo la morte:
l'alba di nuove virtù, nostra la vita sarà!

pagina 639
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O fucile, vecchio mio compagno


Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/o-fucile-vecchio-mio-compagno

O fucile, vecchio mio compagno dal fascismo l'Italia a liberar


che m'aiuti nel combattimento e davvero tu ci sei d'aiuto
e tu vali molto più d'un regno per ridare a noi la libertà.
sei la chiave della libertà.
E tu vali molto più d'un regno Sul cammin dell'onor...
sei la chiave della libertà.
O fucil compagno della lotta
Sul cammin dell'onor tu continui nel combattimento
combattiamo con ardor per spezzare quelle catene
sul cammino dell'onore combattiam che vent'anni il popolo legò.
combattiamo con onor.
Sul cammin dell'onor...
O fucile tu mi sei d'aiuto

pagina 640
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O Germania che sei la più forte


Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/o-germania-che-sei-la-piu-forte

O Germania che sei la più forte caricheremo fucile e mitraglia


fatti avanti se ci hai del coraggio ma se per caso il colpo si sbaglia
se la repubblica ti lascia il passaggio a bombe a mano l'assalto si dà.
noi partigiani fermarti saprem.
Se la repubblica ti lascia il passaggio Quanti morti e quanti feriti
noi partigiani fermarti saprem. quanto sangue s'è sparso per terra
ma il partigiano sul campo di guerra
Al comando dei nostri ufficiali sarà difficile poterlo fermar.

pagina 641
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O ìmnos tou ELAS


(1944)
di Sofia Mavreidi-Papadaki
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: greco
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/o-imnos-tou-elas

Me to doufèki mou ston omo Embròs ELAS....


se pòleis kàmbous kai vounà
tis lefteriàs anoìgho dhròmo Pandoù i patrìdha m'èchei steìlei
to strono vàghia ke pernà frourò mazi kai ekdhikiti
kai ap'tin pnoi mou th'anateìlei
Embròs ELAS ELAS ELAS ghià tin Ellàdha kainoùrghia lèfteri zoi
to dhìkio kai ti lefterià
s'akrovounò kai se koilàdha Embròs ELAS....
pèta polèma me kardhià o ELLAS
èna traghoùdhi eìn'i pnoi sou Alì tou pou tha m'apeilisi
kathos sti machi polemàs me ti sklavià kai me tin dropi
ki andilaloùn ap'ti foni sou to thànato echo katarghisei
plaghiès kai kàmboi ELAS ELAS dhen xèro fovos ti tha pei

Me chìlia onòmata mia chàri Embròs ELAS....


akrìtas eit'armatolòs
andàrtis, klèftis, palikàri Me to doufèki mou ston omo
eìm'o ìdhios o laòs tha làmpsi mèra dhen argheì
tis lefterià n'anoìxo dhròmo
ghià na dhiavo òli ti ghi

Informazioni

Inno ufficiale dell'ELAS (Ethnikòs Laikòs Apelefther?tikòs Stratòs, cioè Esercito Nazionale Popolare di Liberazione),
la più importante formazione militare della resistenza greca, costituta nel 1942

pagina 642
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O mia bella morettina


(1944)
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/o-mia-bella-morettina

O mia bella morettina Noi siamo i partigiani


l’Italia è lunga assai vincere per vivere\o morire vogliamo
il partigian cammina e lo gridiam con fede e con ardor
e non si ferma mai evviva l’Internazional!
cammina il partigiano
che stanco mai si sente Fate largo quando passa
cammina allegramente la Brigata Garibaldi
cantando la sua canzon la piu bella, la piu forte
la più ardita che ci sia
Camicia rossa color del sangue
i nostri gruppi son più forti Fate largo quando passa
avanti sempre avanti il nemico fugge allor
noi partigiani della vita siam fieri e siam forti
per scacciare l'invasor.

Informazioni

Canto partigiano raccolto a Livorno; informatori Bellandi Eugenio (pensionato portuale, non partigiano) e Valchiria
Gattavecchi (già staffetta partigiana), che lo presentano come inno delle locali brigate di partigiani garibaldini (la III
“Oberdan Chiesa”); da cantarsi integrato con le parole di “Brigata Garibaldi”.

pagina 643
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O partigiano
di Carlo Grassi
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/o-partigiano

Lontan dal materno sorriso, o volontario della libertà,


lontan dalla patria terra il più bel dono a te dobbiamo,
subisti sereno e deciso a noi lo serbi la tua lealtà.
le sorti di un'orrida guerra.
Volesti l'Italia tua bella Per te, partigiano, è tornato
risorta all'antico splendor, il volto sereno delle spose,
le genti di nostra favella sei tu che col sangue versato
unite da un nodo d'amor. i campi hai coperto di rose.
Per te quest'Italia avvilita
O partigiano, ritorna a sorridere ancor,
o volontari della libertà, per te quest'Italia tradita
hai per divisa ritorna al mondo, all'onor...
la fiamma accesa della volontà.
O partigiano...
O partigiano,

pagina 644
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Odi il rombo del cannone


Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/odi-il-rombo-del-cannone

Odi il rombo del cannone Un vessillo in alto sventola,


che da ponente si fa sentir. una tela di un sol color:
Cosa aspetti, o proletario? ricorda il sangue dei tuoi fratelli
Giunta è l'ora ormai d'agir. caduti al fronte liberator.

Informazioni

Il testo segnalato è largamente incompleto: era il canto funebre della divisione d'assalto "Garibaldi - Natisione".
Dalle mie parti il titolo è "Il vessillo". Ancora oggi viene cantata ai funerali dei compagni partigiani.

incomincia cosi:

un vessillo in alto sventola, una tela di un sol color, emblema d'amor di tutti i popoli combattenti sul fronte
liberator

al richiamo del ribelle anche la donna rispose si, fiera e forte, umana sempre, combatte e cura la notte el dì

al richiamo del cannone anche l'ardita gioventù, ha lasciato città e paesi per combattere quassù.

se combattendo la lunga lotta morte gloriosa ci accoglierà, la vita non sarà sprecata e a tutti i popoli servirà.

Stefano da San Canzian d'Isonzo - Gorizia -

cuciuti@yahoo.it

pagina 645
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Ohi partigian, non pianger più


di Beppe Milano
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ohi-partigian-non-pianger-piu

Canto l'armi pietose e il capitano Ohi partigian non pianger più...


che mi passò la visita al distretto
voleva far di me un repubblicano Nel quarto del cammin di nostra vita
per farsi il cadreghino al gabinetto. ci ritrovammo un di sul pian d'la Tura
là basso al pian per noi era finita
Ohi partigian non pianger più ahi quant'al dir qual'era ahi cosa dura.
se qui non c'è la mamma
tra pochi dì si cala al pian Ohi partigian non pianger più...
la mamma ci sarà.
Chiediamo scusa se con frasi stolte
E allora noi partimmo per i monti abbiam storpiato pure il padre Dante
dove incontrammo un altro capitano la colpa è del bicchier che troppe volte
e lui ci chiese se eravamo pronti la bocca ci baciò tutto tremante.
a vivere l'ideale partigiano.
Ohi partigian non pianger più...

pagina 646
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Orsù compagni di Civitavecchia


Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti, comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/orsu-compagni-di-civitavecchia

Orsù compagni di Civitavecchia non hanno spento mai nel comunista


è giunto alfine il dì de la riscossa: la convinzione.
corriamo ad innalzar la nostra vecchia
bandiera rossa! La convinzione che la nuova era
il mondo condurrà a la redenzione.
Della città ribelle e mai domata, Un motto noi rechiam su la bandiera:
su le rovine dei bombardamenti, "Rivoluzione!"
la Guardia Rossa suona l'adunata:
tutti presenti! La dittatura del proletariato
sarà la giusta legge universale,
Vent'anni e più di tirannia fascista, finché scomparirà l'iniquo Stato
di carcere, confino e di bastone, del capitale!

Informazioni

Questa canzone è nata durante il periodo della Resistenza. I comunisti di Civitavecchia avevano dovuto
abbandonare la loro città distrutta da innumerevoli bombardamenti aerei. Parte di essi andarono a costituire la
formazione partigiana che operò sui monti della Tolfa, e gli altri costituirono la formazione partigiana che operò nel
viterbese, nella zona circostante al paese di Bieda.

Vedi anche Su comunisti della capitale

pagina 647
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Parodie antifasciste di "Lilì Marlene"


Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: emiliano-romagnolo, milanese, piemontese
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/parodie-antifasciste-di-lili-marlene

Tutte le sere tröuvi là nagotta e me meti a bestemà.


’ndà in lett sensa mangiar Una scigula e un toch de pan
e la matina a un’ora andà a lavorar, cheschì a l’è mangià di can
dopu mezz dì, patati e ris (sull'aria di Lili Marlene,
e ’noster dus el fa on sorìs... raccolta nel milanese,
Evviva l’italian a Sesto S.Giovanni)
c’un et e mezz de pan
(sull'aria di Lili Marlene, Duce duce mè a son bèl e stöf
raccolta in Lombardia da C.Bermani) a me vr’ev un piat ed taiadel sciött
de mò sö vö ch’al sia per me
Quand ch’as cantava la Béla un èt e mès ed pan al dé.
Gigögìn o duce an in pos piö
’nsima le tàule as mangiava i o duce an in pos piö
tajarin (sull'aria di Lili Marlene,
Adès ca véini Lilì Marlen raccolta nel milanese)
la pansa vöja e ’l tübu pièn.
Ma mì lulì m'arven
ma mì lulì m'arven Duce, o duce me a san bel e stuff
(sull'aria di Lili Marlene, al me v’rev un piatt de tajadel
raccolta nel cuneese, da C.Bermani) asutt»
(sull'aria di Lili Marlene,
Mi a la sera quand vu a cà mangià raccolta in Emilia)

Informazioni

Lilì Marlene, la canzone più nota e cantata dai combattenti di tutti i fronti, si prestò per fare il verso al potere:
brano il cui primo successo, nella versione di Lale Andersen, è decretato dai soldati tedeschi che lo impongono al
posto dei soliti motivi marzialigraditi a Goebbels. La canzone, incisa in italiano nel ’42 da LinaTermini con
l’orchestra Angelini, dà ben presto origine a numerose parodie con le quali raccontare gli ultimi anni di guerra e di
fame (Filippo Colombara)

Fonte (non più raggiungibile): www.anpi.it - patria_2007/011/12-17_COLOMBARA.pdf

pagina 648
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Partigian bel ragazzo innamorato


Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/partigian-bel-ragazzo-innamorato

Partigian bel ragazzo innnamorato dal vile piombo traditor.


che affrontasti la vita con ardor,
affrontasti il pericolo, spensierato La terra si bagnò
andasti al fronte a formare un battaglion. col sangue di colui
che per la libertà la gloria conquistò.
Il battaglione andava ardito
contro il nemico invasor. La libertà, sì, sì, la libertà!
Il partigian restò ferito Del comunismo, libertà e lavor!

Informazioni

Sull'aria della "Madelon".

pagina 649
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Partigiani di Romagna siam


Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/partigiani-di-romagna-siam

Siam partigiani di Romagna noi vogliamo giustiziare


che veniamo in fitta schiera; ed il popol liberar...
sulla libera bandiera noi vogliamo giustiziare
brilla il sol dell'avvenir... ed il popol liberar... liberar!
brilla il sol dell'avvenir E giustizia noi faremo
per la santà libertà!
Dalle valli noi veniamo
con fucile e bombe a mano Di Garibaldi siam partigiani,
liberando il nostro suolo di Romagna siam volontari,
anche a costoro di morir... pronti anche domani
di morir! se l'Italia chiamerà!

I fascisti traditori, I fascisti traditori...


i nazisti usurpator

Informazioni

Sull'aria del "Canto dei lavoratori [Inno dei lavoratori]".

pagina 650
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Partigiani siam del "Lori"


Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/partigiani-siam-del-lori

Partigiani siam del "Lori", liberando il nostro suolo


siam dei fieri volontari, anche a costo di morir.
sarem pronto anche domani
se l'Italia chiamerà. I fascisti traditori,
i nazisti usurpatori
Dalle valli noi scendiamo noi vogliamo giustiziar
con fucili e bombe a mano ed il popol liberar...

pagina 651
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Partigiano di Valle Susa


(1943)
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/partigiano-di-valle-susa

La sulle cime nevose Molti già son mancanti all'appello


cavalieri di fede ed onor e la morte ci insidia tuttor
ricordate le gesta gloriose il compagno caduto è un fratello
ed il sacro ricordo non muor e il suo sacro ricordo non muor

La vittoria non è più lontana La vittoria non è più lontana


già si schiude nell'ombra radiosa del dì già si schiude nell'ombra radiosa del dì
voi non fuggite alla battaglia voi non fuggite alla battaglia
ma al suon della mitraglia cacciate i ma al suon della mitraglia cacciate i
traditor traditor

Partigiano di Valle Susa Partigiano di Valle Susa


balda schiera ci invita ad eroi balda schiera ci invita ad eroi
dei confini custodia sicura dei confini custodia sicura
il Piemonte l'è fiero di voi il Piemonte l'è fiero di voi

Mentre soffia lassù la bufera Mentre soffia lassù la bufera


ed il gelo tormenta i tuoi piè ed il gelo tormenta i tuoi piè
partigiano di Valle Susa partigiano di Valle Susa
tu sorridi cantando con me tu sorridi cantando con me

Informazioni

Canto della 41 Brigata Garibaldi "Carlo Carli"

pagina 652
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Partisanen vom Amur


Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: tedesco
Tags: antifascisti, comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/partisanen-vom-amur

Durch's Gebirge durch die Steppen Das 'Hurra' der Partisanen,


Zog unsre k?hne Division Als der Sturm auf Spassk gelang.
Hin zur K?ste dieser weissen,
Hei? umstrittenen Bastion. Klings es auch wie eine Sage,
Kann es doch kein M?rchen sein:
Rot vom Blut, wie unsere Fahne, Wolotschajewska genommen!
War das Zeug. Doch treu dem Schwur, Rotarmisten zogen ein
St?rmten wir die Eskadronen,
Partisanen vom Amur. Und so jagten wir zum Teufel
General und Ataman.
Kampft und Ruhm und bittere Jahre! Unser Feldzug fand sein Ende
Ewig bleibt im Ohr der Klang, Erst am Stillen Ozean

Informazioni

Versione tedesca di una canzone dell'Armata Rossa, Po dolinam i po vzgoryam.

Fonte

pagina 653
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Passa la ronda
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/passa-la-ronda

Passa la ronda un sol pensiero.


del partigiano Prendi la mia borraccia
l'eco risponde bevi nel mio bicchiere
con bombe a mano. se voi volete bere
se voi volete bere.
Nella notte nera nera Prendi la mia borraccia
urla il vento e la bufera... bevi nel mio bicchiere
urla il vento e la bufera. se voi volete bere
dovete voi morir.
Va' piano piano, o partigiano,
scendi a valle con precauzione, Morir soffrir
scendi a valle dal burrone dovete voi fascisti
ché i fascisti sono ad aspettar. questa è l'ultima vostra ora
dalle man del partigian
Andiam partigian è difficile scappar.
siam partigiani Dalle man del partigian
un sorriso è difficile scappar.

pagina 654
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Patria nostra che fosti tradita


Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/patria-nostra-che-fosti-tradita

Patria nostra che fosti tradita in pace giusta ciascun vivrà!


dal più vile di tutti i tiranni,
splenderà ancor più bella la tua vita I nemici saranno finiti
quando vinti i nemici saran. dalle armi e dal fuoco alleato,
dal valore dei cinque partiti,
Avanti allor, con fede e con ardor da italiani che in petto hanno un cuore.
conquisteremo la libertà!
Senza fascisti, senza tedeschi, Avanti allor, con fede e con ardor...

pagina 655
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Per voi bambine belle della via


Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/voi-bambine-belle-della

Per voi bambine belle della via se vuoi sapere questo come mai
per voi future spose di domani se no da noi le botte prenderanno
per voi che siete tutta poesia perché intanto è inutile fuggire
e sorridete a tutti i partigiani ad uno ad uno lor dovran morire.
per voi le canzoni canteremo
e dalla schiavitù vi leveremo. Ohé partigiani...

Ohé partigiani Quando l'Italia sarà liberata


c'è da menar le mani e gli squadristi non esisteranno
urrà. la schiavitù sarà dimenticata
Ohé partigiani e ognun al suo lavoro torneranno
c'è da menar le mani e ringraziar dovranno sempre quelli
urrà che un giorno si chiamarono i ribelli.

E quando gli squadristi tu vedrai Ohé partigiani...


le gambe in capo se le metteranno

pagina 656
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Perché porti quel fazzolettino?


Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/perche-porti-quel-fazzolettino

Perché porti quel fazzolettino? Non posso darti questa mia fiamma
Perché porti quel fazzolettino? Non posso darti questa mia fiamma
Perché porti quel fazzolettino contro i fascisti vo a guerreggiar.
tutto bel verde di vivo color?
Perché porti quel fazzolettino? Se mi dai quel fazzolettino
tutto bel verde di vivo color Se mi dai quel fazzolettino
vengo stasera a fare l'amor.
Sono un ribelle della montagna
Sono un ribelle della montagna Io te lo dono per mio ricordo
la fiamma verde la porto sul cuor. Io te lo dono per mio ricordo
se combattendo poi morirò.
Me lo dai quel fazzolettino?
Me lo dai quel fazzolettino? Andrò a lavarlo con il mio pianto
ché alla fonte lo vado a lavar. Andrò a lavarlo con il mio pianto
o fiamma verde non mi lasciar.

Informazioni

Sulla melodia del canto popolare Amor dammi quel fazzolettino

pagina 657
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Piavola
(1944)
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/piavola

E' l'alba del 23 luglio E vennero da tre direzioni


lassù tra scoscesi dirupi quell'alba del 23 luglio
avevan trovato rifugio apparvero all'improvviso
pacifiche e oneste person. con fredda determinazion.

Insieme eran giovani e anziani Disperati cercavano scampo


e tutti volevan la pace correndo tra sassi e tra i pruni,
fuggivano allor dalle case sinistre esplosion di mitraglia
in famiglia volevan restar. falciavano tutti quel dì.

Chi vuoi quassù che ci venga Il sole è tornato e risplende


qui siamo in un posto sicuro il vento si adagia tra i pini
in questa selva di pruni il sangue è scomparso dai sassi
con passo in angusto sentier. il tempo cancella l'orror.

Eppure qualcuno zelante ma è nostro dover ricordare


schierato coi nazi-fascisti l'azione spietata fascista,
svelava i recessi nascosti così non saran morti invano
alle truppe dell'odio e furor. e un mondo migliore sarà.

Informazioni

Inviata da Francesca Prato

Domenica 23 luglio 1944, verso le undici, gruppi di soldati tedeschi invasero i boschi in località Piavola, sopra il
borgo di Buti, in provincia di Pisa, ed uccisero, senza apparente motivo, 18 uomini: il più giovane aveva 16 anni, il
più anziano 62. In quei giorni i monti Pisani erano popolati da sfollati che vi si erano rifugiati con crescente
intensità dopo i disastrosi bombardamenti dell'estate 1943 e del successivo autunno. Nessuno degli uccisi era
partigiano.

pagina 658
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Pietà l'è morta


(1944)
di Nuto Revelli
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/pieta-le-morta

Lassù sulle montagne bandiera nera: Che Dio maledica chi ci ha tradito
è morto un partigiano nel far la guerra. lasciandoci sul Don e poi è fuggito.
E' morto un partigiano nel far la guerra, lasciandoci sul Don e poi è fuggito.
un altro italiano va sotto terra.
Tedeschi traditori, l'alpino è morto
Laggiù sotto terra trova un alpino, ma un altro combattente oggi è risorto.
caduto nella Russia con il Cervino. ma un altro combattente oggi è risorto.
caduto nella Russia con il Cervino.
Combatte il partigiano la sua battaglia:
Ma prima di morire ha ancor pregato: Tedeschi e fascisti, fuori d'Italia!
che Dio maledica quell'alleato!
che Dio maledica quell'alleato! Tedeschi e fascisti, fuori d'Italia!
Gridiamo a tutta forza: Pietà l'è morta!

Informazioni

Sull'aria di "Sul ponte di Perati".


Il testo fu steso collettivamente dai partigiani di Nuto Revelli sui monti cuneesi.

(Maria Rollero)

pagina 659
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Primavera giovanile
di Ernesto Venzi
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/primavera-giovanile

Primavera giovanile dolce terra dell'amor.


pien di fede e di speranza,
sei risorta con baldanza Non più guerre fratricide,
nella gloria e nell'onor. non più ansie alle tue genti,
sol le messi e sol gli armenti
Hai tu i ceppi già spezzato alla vita son forier.
del fascismo traditore,
or un nome hai nel core Sempre uniti voi marciate,
del tuo giovin condottier. fieri giovani frontisti.
Dell'Italia i progressisti
O Italia, o Italia bella, siete l'alma del lavor.
d'una luce sei radiata,
dal tuo sole sei baciata, O Italia, o Italia bella...

pagina 660
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Quando il grano maturò


(1945)
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/quando-il-grano-maturo

Quando il grano maturò Il tuo sole di lassù,


tutta Italia di levò, lo portasti anche quaggiù.
l'Italia dai monti ai piani Ehi, ehi ehi compagno, attento!
piena di partigiani,ohè! Questo è il tuo momento,ohè!
Ehi, ehi ehi compagno, attento! Avanti partigiano,
Questo è il tuo momento,ohè! un pugno è la tua mano,ohè

Informazioni

Questo singolare canto nacque nei giorni caldi della lotta armata, quando i partigiani entrarono in Milano.
Si basa su una melodia albanese intonata dal pittore Kodra, in un bar del quartiere di Brera. Su questa melodia
venne improvvisato il testo dai vari poeti, artisti e intellettuali presenti.
Fa parte della colonna sonora del film "Il sole sorge ancora" (1947) di Aldo Vergano.

pagina 661
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Quando saremo a Varzi


Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/quando-saremo-varzi

Quando saremo a Varzi s' mangia, s' bev, as canta,


nella caserma alpina pensieri non ce n'è.
ti scriverò biondina
la vita del partigian. Pensieri ce n'è uno solo,
l'è quel della morosa,
La vita del partigiano che gli altri fanno sposa
si 1'è una vita santa e mi fo il partigian.

pagina 662
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Quando vedrai
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/quando-vedrai

Quando vedrai brillare la stella blu vuol dire che Benito l'è in galera.
vuol dire che Benito non c'è più.
Quando vedrai brillare la stella rossa
Quando vedrai brillare la stella nera vuol dire che Benito è nella fossa.

pagina 663
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Quei briganti neri


(1944)
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti, carcere
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/quei-briganti-neri

E quei briganti neri mi hanno arrestato, Dicendo se conosco il mio pugnale:


In una cella scura mi han portato. Sì sì che lo conosco, ha il manico rotondo,
Mamma, non devi piangere per la mia triste Nel cuore dei fascisti lo cacciai a fondo.
sorte:
Piuttosto di parlare vado alla morte. E quando l'esecuzione fu preparata,
Fucile e mitraglie eran puntati,
E quando mi han portato alla tortura, Non si sentiva i colpi, i colpi di mitraglia,
Legandomi le mani alla catena: Ma si sentiva un grido: Viva l'Italia!
Tirate pure forte le mani alla catena,
Piuttosto che parlare torno in galera. Non si sentiva i colpi della fucilazione,
Ma si sentiva un grido: Rivoluzione!
E quando mi portarono al tribunale

Informazioni

Canto partigiano molto popolare nell'Ossola, con alcuni elementi testuali tratti da L'interrogatorio di Caserio. Il
testo e la musica si possono leggere in I canti popolari italiani, di Roberto Leydi (Oscar Mondadori, Milano 1973).

Questo canto fu interpretato da Fausto Amodei e Michele Luciano Straniero, in Canti della resistenza italiana 2,
Dischi del Sole.

pagina 664
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Raminghi per le terre


Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/raminghi-le-terre

Raminghi per le terre e un sol pensiero,


e per i mari e un sol pensiero...
per una sacra idea
lasciammo i nostri cari. Nostra patria è il mondo intero
nostra legge è la libertà
Nostra patria è il mondo intero e un sol pensiero,
nostra legge è la libertà regna l'umanità

Informazioni

Sull'aria degli "Stornelli d'esilio" di Pietro Gori.

pagina 665
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Rivkele del sabato


Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: campi di concentramento
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/rivkele-del-sabato

Rivkele del sabato che inizia il lunedì perché


a intrecciare le sue corde nella fabbrica i "chissà se qualche volta riuscirà a pensare
ogni dì a me
e intrecciando la settimana passerà e come starà e che vita farà
lento scorre il tempo col pensiero sempre là da quel freddo lager chissà mai se tornerà"

Rivkele del sabato che a casa tornerà Rivkele del sabato che chiamano così
quante lacrime stanotte sul cuscino verserà perché fu proprio di sabato che un grido si
ed ad ognuna chiede su dimmi come sta sentì
ma nell'alba grigia la sirena chiama già e nel ghetto il passo straniero risuonò
e il suo amore come tanti a casa non tornò
Rivkele del sabato che intraccia i suoi

Informazioni

Canto del ghetto di Bialystok (Polonia), nato dopo l'irruzione delle SS che nel 1942 trasferirono centinaia di giovani
nei lager. Le loro mogli e fidanzate vennero chiamate "shabesdike", cioè "del sabato" (shabbat), giorno sacro agli
ebrei e in cui avenne l'irruzione. "Rivkele" è invece, in yiddish, il diminutivo di "Rivka", ovvero "Rebecca". La
traduzione italiana è di Leoncarlo Settimelli.

Fonte

pagina 666
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Russia fatale
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/russia-fatale

Russia fatale Noi bolscevichi


Russia rivoluzione no bolscevichi in guerra
al rombo del cannone siam su lontana terra
al rombo del cannone. siam su lontana terra

Russia fatale Noi bolscevichi


Russia rivoluzione noi bolscevichi in guerra
al rombo del cannone vogliam la rossa bandiera
vogliamo la libertà. vogliam la libertà.

pagina 667
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Schiavi
(1967)
di Belgrado Pedrini
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: carcere, anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/schiavi

Siamo la ciurma ignota di un galeon mortale morremo


su cui brontola il tuono dell'avvenir fatale Remiam finchè la nave si schianti sui
Mai orizzonti limpidi schiude la nostra frangenti
aurora alte le rossonere tra il sibilar dei venti
e sulla tolda squallida urla la scolta ognora Cos'è gementi schiavi questo remar remare?
I nostri dì s'involano tra fetide carene meglio cader da prodi sul biancheggiar del
siam macri, emunti schiavi stretti in ferral mare
catene E sia pietosa coltrice l'onda spumosa e ria
Nessun nocchiero ardito sfida dei venti l'ira ma pera in tutto il mondo l'infame borghesia
? Falci del messidoro picche vermiglie al vento
Pur sulla nave muda* vespero ognun sospira! sarete i nostri labari nell'epico cimento
Sorge sul mar la luna ruotan le stelle in
cielo Su, su gementi schiavi l'onda gorgoglia e
ma sulle nostre tombe steso è un funereo velo sale:
di già balena e fulmina sul galeon fatale
Torme di schiavi adusti chini a gemer sul
remo Si schiavi all'armi all'armi! Pugnam col
spezziam queste carene o chini a remar braccio forte
gridiam gridiam giustizia o libertade o morte

Informazioni

Il testo riportato è tratto dal manoscritto originale di Belgrado Pedrini (prima stesura) e redatto quando si trovava
nella casa penale di Fossombrone nel 1967.

* Muda è il termine con il quale venivano designate nel Medioevo le carovane navali periodicamente organizzate
dalle Repubbliche Marinare italiane. In particolar modo a Venezia le mude erano organizzate dallo Stato e si
distinguevano dalle imprese mercantili completamente private per il fatto di essere guidate da comandanti della
Repubblica e di rappresentarne ufficialmente gli interessi nei mercati levantini. Le mude prendevano il nome dalle
principali regioni nelle quali operavano (Muda di Siria, Muda d'Egitto, etc.) e il termine stesso (muda, cioè muta)
traeva spunto dalla loro periodicità (gli arrivi e le partenze avvenivano in determinati periodi dell'anno), simile a
quella degli uccelli migratori. Tali viaggi, nati nel XIII secolo, furono via via regolarizzati nel corso del Trecento,
divenendo di voga nel Quattrocento per terminare nella prima metà del Cinquecento.

Per la melodia e gli accordi vedi "Il Galeone"

pagina 668
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Se non ci ammazza i crucchi


(1943)
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/se-non-ci-ammazza-i-crucchi

Se non ci ammazza i crucchi, Sul cuscino a riposar


Se non ci ammazza i bricchi, Non avrai più i miei lunghi capellì
I bricchi ed i crepacci sul cuscino a riposar
E il vento di Marenca,
Se non ci ammazza i crucchi, Se non ci ammazza i crucchi...
Se non ci ammazza i bricchi,
Quando saremo vecchi Questa notte mi sono insognato
Ne avrem da raccontar Ch'ero sceso giù ibn città,
Quando saremo vecchi C'era mia mamma vestita di rosso
Ne avrem da raccontar Che ballava col mio papà
C'era mia mamma vestita di rosso
Se non ci ammazza i crucchi... Che ballava col mio papà

La mia mamma la mi diceva C'era i tedeschi buttati in ginocchio


Non andare sulle montagne Che chiamavano pietà
Mangerai sol polenta e castagne C'era i tedeschi buttati in ginocchio
Ti verrà l'acidità Che chiamavano pietà
Mangerai sol polenta e castagne
Ti verrà l'acidità C'era i fascisti vestiti da prete
Che scappavan di qua e di là
La mia morosa la mi diceva C'era i fascisti vestiti da prete
Non andare con i ribelli Che scappavan di qua e di là
Non avrai più i miei lunghi capelli
Se non ci ammazza i crucchi...

Informazioni

LA "leggenda" narra che questa canzone sia stata raccolta da Dario Fo in un'osteria della Val Travaglia nell'autunno
del 1943 (taluni dicono che sia appunto una leggenda, e che Fo abbia composto personalmente questo canto)

pagina 669
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Se partigiano io son
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/se-partigiano-io-son

Se partigiano io son Mamma non piangere più


non arrossire sulla mia fossa,
tu sai che è meglio morir, un giorno vedrai a garrir
ma non tradire bandiera rossa,
certo una fede abbiam sì, come quel sangue che un dì
dentro nel cuore; versai in guerra
fiamma che brucia d'amor a redenzione d'amor
quando si muore. per la mia terra

Informazioni

Stranamente questo bellissimo canto partigiano noto ai componenti delle Brigate Garibaldi di Vetto d’Enza (RE)
non è poi stato ripreso e divulgato dalle altre brigate presenti nella zona, nè viene riproposto o pubblicato in
nessuno dei volumi di canti partigiani editi dopo la Liberazione, almeno per quanto ci risulta. La musica si rifà ad
una canzonetta ballabile dell’epoca il cui titolo era “Il valzer di ogni bambina” cantato da Silvana Fioresi ed
Ermesto Bonino (autori Di Lazzaro-Mari)

Il testo di questa canzone partigiana è di autore sconosciuto. Il canto è stato raccolto proprio nella zone di Vetto
d’Enza. Informatrice è stata Carmen Pelucchi, una ex libraia di Sesto San Giovanni, vissuta in Val d’Enza durante
l’occupazione fascista, la quale ricordava perfettamente l’aria e le parole apprese dai partigiani di quella zona che
amavano cantarla durante le loro marce.

L'unica registrazione esistente di questo canto è nel Cd "Se partigiano io son" ed eseguito dal Coro Ingrato

pagina 670
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Siam soldati dei gruppi Stelina


Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/siam-soldati-dei-gruppi-stelina

Siam soldati dei gruppi Stelina: Scoppi e spari nel pineto


le stellette ci sono gradite. dal meriggio sino a notte;
Non vi illuda se il nome par mite, sempre avanti a cuore lieto
perchè Alpini d'Italia noi siam. col vessilli tricolor.
Son del Susa risorti gli Alpini
per ridare al 3° la gloria: E con l'armi duecento s'arrendon
a Sevine una grande vittoria dal valore di pochi piegati
coronava cimenti e passione e s'avvian coi capi abbassati
per rifarsi l'onore con noi.
Non sgomento se la sorte Siam soldati dei gruppo Stellina,
lo cogliesse al passo ardito; le stellette ci sono gradite.
fa la corte anche alla morte Non vi illuda se il nome par mite,
ogni Alpino partigiano. perchè Alpini d'Italia noi siam

pagina 671
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Siamo di guardia sul Montoso


Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/siamo-di-guardia-sul-montoso

Siamo di guardia sul Montoso, e nessuno passerà!


siamo dei vecchi partigiani,
abbiam piantato una bandiera Partigiano, partigiano,
quella di vincere o morir! cosa importa se si muore
nostro grido ed il valore
Se il nemico viene su il fascismo sparirà!
canteranno le mitraglie Sparirà!

pagina 672
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Son proletari i partigiani


di Ernesto Venzi
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/son-proletari-i-partigiani

Son proletari i partigiani, che non dan sosta


sono del popolo lavorator. all'oppressor.
Un dì sfruttati incatenati,
oggi son essi i liberator Son tutti consci
del gran domani
La plebe si scuote, sarà la patria
la plebe si desta, del lavor!
e la gran marcia
segue con ardor. Nella risaia e nell'officina,
nella campagna e nel gran mar
Contro il fascismo regna il lavoro già regna la pace,
contro il tiranno non più l'incertezza dobbiam tutti amar
combattono uniti
i lavorator! Sventola al sole
la nostra bandiera
Povera Italia venduta ed oppressa il grande simbolo
il tuo bel nome il fascismo giocò del lavor
il grande popolo del sole e del canto
tallone tedesco nel sangue affogò Non mai più guerre
morte ai tiranni
Son oggi in piedi vigili sempre
son partigiani il lavorator!

Informazioni

Sull'aria di "Armata rossa".

pagina 673
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Sono povero ma disertore


Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sono-povero-ma-disertore

Sono povero ma disertore ed il pretore m'ha do-, m'ha domandato


e disertavo per la foresta perché mai so"ncatenà.
quando un pensiero mi viene,
mi viene in testa di non fare mai più il Io gli risposi delicatamente
soldà, che il disertore aveo fatto
quando un pensiero mi viene, e disertavo per la-, per la foresta
mi viene in testa di non fare mai più il disperato de fa '1 soldà.'
soldà.
Padre mio che sei già morto,
Monti e valli ho scavalcato madre mia che vivi ancora,
e dai fascisti ero inseguito se vuoi vedere tuo figlio torturato
quando una sera m'ado-, m'adormentai e 'mprigionato senza ragion.
e mi svegliai incatenà.
O soldati che marciate,
Incatenato le mani e i piedi che marciate al suon della tromba
e dal questore fui trasportato quando sarete su la-, su la mia tomba
griderete: "Pietà di me".

Informazioni

Sull'aria di Ero povero, ma disertore

pagina 674
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Sono un povero innocente


(1943)
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sono-un-povero-innocente

Sono un povero innocente ai doveri dello stato


che non ha mai fatto niente sono in galera
per avere ottemperato lunga l'attesa

Informazioni

Canzone cantata dagli internati militari italiani (I.M.I.), i 650 mila soldati che dopo l'8 settembre si sono rifiutati di
firmare la dichiarazione di impegno che li avrebbe fatti aderire alla repubblica sociale, preferendo la deportazione e
l'internamento nei lager tedeschi.

pagina 675
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Sorgi Piemonte, è l'ora!


(1945)
di Franco Antonicelli
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sorgi-piemonte-e-lora

Terra di partigiani, Voi, nostre madri e spose,


all'armi, il tuo domani unite a noi nei triboli,
nel tuo valore sta. voi, scesi dai patiboli,
all'odio disuman
Per te fra mille lutti
torni a fiorire la pace, fratelli a noi correte
alza per te la face ove è una barricata:
l'invittà libertà. vive la sua giornata
la nostra gioventù.
Venga giustizia!
Al vento spieghi le sue bandiere! Soergi Piemonte, è l'ora!
Nazi e brigate nere Terra di patrioti,
crolleran! del General Perotti,
Di Nanni e di Chanoux!

Informazioni

Da: L. Mercuri, C. Tuzzi, Canti politici italiani: 1793 – 1945, Roma, Editori Riuniti, 1962, Vol II, pp.110-111:
"Quest'inno, scritto verso la metà dell'anno 1945 a Torino da Franco Antonicelli e musicato da Fuga e Ghedini,
molto probabilmente al tempo dello sciopero generale, conobbe subito una certa notorietà e fu trasmesso, nei
primi periodi della liberazione, anche dalla radio. (ricordi di Antonicelli)"

pagina 676
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Stalingrado
(1943)
di Raffaele Mario Offidani
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti, comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/stalingrado

Mosca è tutta un rombo di salve Morti son laggiù


e la gioia erompe dai cuor. centomila masnadieri e più
Le musiche di gloria e il gran Volga blù
cantan la vittoria quelle belve nei gorghi trascina.
sopra il barbaro invasor.
Oggi il mondo redento esulta
Giunta nella sera è la nuova osannando ai liberator,
che il tedesco mostro assassin perchè gli Unni crudeli
schiacciato fu sul Volga, son puniti alfin
sotto Stalingrado, nella patria di Lenìn.
dalle armate di Stalìn. Nella patria di Lenìn!...

Informazioni

Sull'aria della "Serenata a Vallechiara".

pagina 677
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Stoppa e Vanna
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/stoppa-e-vanna

Santa Sofia, paese degli amori Fece ritorno la brigata un giorno,


viveva Vanna: fanciulla deliziosa, sulla bandiera v'era un vessillo nero:
aveva gli occhi profondi ed azzurrini, fra i partigiani che fecero ritorno
amava Stoppa il suo bel partigian. Stoppa non c'era, ahimè non c'era più,

Ma un triste giorno egli dovè partire Disse a Giovanna di farle i suoi rimpianti
per la consueta caccia ai traditori; «Stoppa riposa lassù in cima a quel monte.»
ella piangendo l'accompagnò sul monte Ella piangendo sentì strapparsi il cuore
e lui dal monte la salutò così: e in mezzo al suo dolore sentì cantar così:

«O Vanna mia, mia fanciulla divina, «O Vanna mia, mia fanciulla divina,
o Vanna mia, tu appartieni al mio cuor o Vanna mia, tu appartieni al mio cuor
tu sarai sempre la mia dolce bambina, tu sarai sempre la mia dolce bambina,
di questo cuor, o Vanna mia!» di questo cuor, o Vanna mia!»

Informazioni

Sulla melodia della canzonetta Laggiù in Olanda paese dei mulini.

pagina 678
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Strofette antifasciste sulla fame e "la borsa nera"


Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: emiliano-romagnolo, italiano, milanese
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/strofette-antifasciste-sulla-fame-e-la-borsa-nera

Capitano non voglio l’acqua qualunque prezzo che ci chiede


dammi un fiasco di bardolino il contadino
col sapore di questo vino È così che vive l’italian:
la mia sete si spegnerà. compra sotto man
Capitano non voglio il pane la polenta e il pan.
dammi un piatto di spaghetti Delle leggi e dell’avversità
se i è cólcc i mange söbet se ne infischia perché sa
se i è frècc mi fa scoldà. che mangerà!
Colonnello non voglio il pane (sull'aria della "Canzone dei sommergibili",
dammi un piatto di pastasciutta raccolta nel cuneese)
se l’è cólda la mangio tutta
se l’è fregia la fó scoldà.
(sull'aria della Oh com’è bella la vita
"Sagra di Giarabub", quando mi metto a mangiar
raccolta in bergamasca) sento la gente che dice:
“Oh preparatevi un po’
a prenotar le patate
Stringer stringere riso e fagioli e caffè”.
e stringeremo Pasta, sessanta grammi
fino all’öltem büs e poi ti dico basta,
(sull'aria di "Vincere") riso, quando ti mangio
sembra un paradiso,
io mangio sempre zuppa
È così che vive il podestà di cavol e di verdura
col bötér in ma la vita è troppo dura
la farina söl spassacà così non si può andar.
del nemico e delle avversità Pane, ma la sostanza mia
lui se ne infischia perché sa più cara sei tu,
che mangerà però sei poca e io la cinghia
(sull'aria della "Canzone dei sommergibili", debbo stringer di più.
raccolta in Lombardia) Da tempo manca una bevanda
ed anche pure il caffè,
non c’è che una bevanda
Andar di qua e di là, un surrogato per me,
chiedendo pasta, frutta, riso, la dolce marmellata
uva e vino. non mi ricordo cos’è.
Pagar senza esitar (sull'aria di "Mamma")

Informazioni

Parodie satiriche sul tema della penuria e del fenomeno della "borsa nera" durante la seconda guerra mondiale.

pagina 679
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Su al passo dei Guselli


(1944)
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/su-al-passo-dei-guselli

Su al passo dei Guselli Quelli sono partiti


bandiera nera non son tornati
è il lutto partigiano al passo dei Guselli
che va alla guerra sono restati
‎ ‎
L’è il lutto partigiano Compagni partigiani
che va alla guerra la terra è rossa
la meglio gioventù è il sangue partigiano
l’è sotto terra che vuol riscoss

Informazioni

Canto che celebra i 34 partigiani del gruppo comandato da Giacomo Callegari che morirono ‎in una imboscata
nazifascista nell’inverno del 1944 ai “Gusei”, nei pressi di Morfasso, ‎sull'appennino piacentino, fra la val Nure e la
val d'Arda.

Sull'aria del canto della prima guerra mondiale "Sul ponte di Perati"

Dal sito "Canzoni contro la guerra"

pagina 680
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Su comunisti della capitale


Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti, comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/su-comunisti-della-capitale

Su, comunisti della capitale, La convinzione di una nuova era


è giunto alfine il dì della riscossa, che al mondo porterà la redenzione
quando alzeremo sopra al Quirinale e porta scritto sulla sua bandiera:
bandiera rossa. rivoluzione.

Questa città ribelle e mai domata E se la polizia 'n ce lascia pèrde,


dalle rovine e dai bombardamenti; e se la polizia 'n ce lascia in pace,
la guardia rossa suona l'adunata: risponderemo sulle barricate
tutti presenti. piombo con piombo.

Vent'anni e più di tirannia fascista, E se cadremo in un fulgor di gloria,


col carcere, il confino ed il bastone, schiacciando borghesia e capitalismo,
non hanno menomato al comunista dal sangue sorgerà la nuova storia
la convinzione. del comunismo.

Informazioni

Canzone di lotta tra le più diffuse tra i militanti comunisti di Roma e Lazio. Questa versione (in "Quando nascesti
tune", Canzoniere del Lazio 1974) è stata registrata da S. Portelli a Roma nel gennaio del 1971; informatori Marisa,
Alfio e Sergio Taborri.

Condivide la melodia e verosimilmente l'origine con Orsù compagni di Civitavecchia

pagina 681
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Su fratelli su compagni
(1943)
di Dante Bartolini
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/su-fratelli-su-compagni

Su fratelli su compagni Operai e contadini


su villaggi su città distruggete l'invasor
siamo noi i partigiani i fascisti burattini
per la vostra libertà. e il tedesco distruttor.

Operai e contadini Italiani alla riscossa


tutti uniti vincerem giunta è l'ora di pugnar
all'appello di Stalin comunisti bandiera rossa
siamo i primi partigian. già si vede sventolar.

Informazioni

Una delle canzoni della Brigata Garibaldina Gramsci, operante tra la Valnerina e l'alto Lazio tra l'ottobre 1943 e il
giugno 1944; reperibile su "La Valnerina Ternana" dei Dischi del Sole. Secondo le memorie del comandante della
brigata Alfredo Filipponi, sarebbe stato insegnato loro da un disertore, noto come "Pietro l'Albanese".

Effettivamente, la base musicale è tratta da una canzone della Resistenza Jugoslava, "Po šumama i gorama".

pagina 682
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Su pei monti
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/su-pei-monti

Su pei monti su pel piano E disfecero il Lemano


la brigata se ne andò il fascismo sterminò
col nemico inumano e all'oceano lontano
la battaglia s'ingaggiò. la gran marcia terminò.

E innalzaron le bandiere Partigiani evviva Bulow


di lavoro e libertà viva l'Internazional
nelle vigili lor schiere partigiani evviva Bulow
grande fu l'attività. viva l'Internazional

Informazioni

da "Canti della resistenza armata in Italia" - Canzoniere della protesta vol.2 - Milano 1972 ed. Del Gallo

pagina 683
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Sui monti di val Trebbia


Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sui-monti-di-val-trebbia

Sui monti di val Trebbia la nostra libertà


c'è il partigiano riconquisteremo.
che marcia alla riscossa
col suo Bisagno Un giorno scenderemo
per la vittoria,
Vicini alla strada col sangue partigiano
ci siam postati, farem la storia.
quei vili traditori
abbiam decimati. Da Varzi son partiti,
non son tornati;
Di qua e di là sui monti sui monti a Montebruno
combatteremom sono restati.

Informazioni

Sull'aria di "Sul ponte di Perati".

pagina 684
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Sul ponte fiume Sangro


Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sul-ponte-fiume-sangro

Sul ponte fiume Sangro bandiera nera Quelli che son partiti non son tornati
è il lutto della Maiella che va alla guerra.
sui monti dell'Abruzzo sono restati.
La meglio gioventù che va sotto terra. Sui monti della Romagna sono caduti.

Informazioni

Inno della formazione Maiella, gruppo partigianpo abruzzese, che operò anche nell'Appennino romagnolo. La
melodia, così come per "Pietà l'è morta", prende spunto da "Sul ponte di Perati".

pagina 685
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Sutta a chi tucca


(1943)
di Canepa Gianbattista
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: ligure
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sutta-chi-tucca

Sciu pe' i munti e zu inte-e valli, Quando u partigian u sciurtiva


in mezo a e rocche e inte buscagge da-a so' tanna cumme in lu
a u criu de "Sutta a chi tucca!" u fascista da-a puia muiva
Ï sciurtiva il partigen. e u scapava u traditu.
A u criu de "Sutta a chi tucca!" U fascista da-a puia u muiva
Ï sciurtiva il partigen. e u scapava u traditu.

Cun 'e bumbe e cui cutelli, Quando u partigian u caseiva


cue pistole e cui muschettuin i cumpagni nu cianseivan, nu,
faxeivan rende i cunti a e spie e ai ma tosto faxevian case
traditui! atritanti traditui.
Faxeivan rende i cunti a e spie e ai Ma tosto faxevian case
traditui! atritanti traditui.

Informazioni

Canzone partigiana ligure. Originariamente canto popolare russo e inno zarista, poi dell'armata bianca di Denikin,
quindi bolscevico, e dei ribelli libertari ucraini di Makhno, e per finire, passando di versione in versione dalla guerra
civile di Spagna e ai partigiani di tutta Europa contro il nazifascismo (in Italia ne esisteranno tante versioni), inno
delle JCR francesi nel 1968.
Nacque nell’inverno 1943/44 ed ebbe subito una grande diffusione in tutta la Liguria.
Le parole vennero stampate per la prima volta nel giornale “il Partigiano“, organo della Divisione, nell’Agosto 1944.

pagina 686
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Ta pum
(1944)
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ta-pum

Questa sera si va in azione, Il fascista feroce e inumano


partigiano non farti ammazzare: bimbi e donne sa solo ammazzare:

ta pum ta pum ta pum ta pum ta pum ta pum


ta pum ta pum ta pum. ta pum ta pum ta pum.

A Cosbana c'è un cimitero Cimitero di Cosbana


cimitero di noi partigian: forse un giorno ti vengo atrovar:

Ta pum ta pum ta pum Ta pum ta pum ta pum


ta pum ta pum ta pum. tapum ta pum ta pum.

Informazioni

Canti della Resistenza armata in Italia - Canzoniere della protesta vol.2 - 1972 Milano - ed. Del Gallo

La canzone, di ignoto autore, fu adottata a partire dall'invero 1944 da varie formazioni partigiane che operarono
nella zona di Gorizia. La melodia è la stessa della nota canzone omonima in uso durante la guerra del 1915-'18. II
cimitero di Cosbana, di cui si parla nel testo, è situato nei pressi di Dolegna
del Collio (Gorizia). (fonte cantidilotta.org)

pagina 687
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Tango di Auschwitz
(1942)
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: yiddish
Tags: antifascisti, campi di concentramento
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/tango-di-auschwitz

Mir hob-n tangos fun dem oshwientzimer lager


foks-trotn un melodies shtolene shpiz-n
gezungen un getantzt fun di vechter kha
nokh far dem krig o es ruft di froih
di tzarte lider un di tzoit di froi
tzeklungene farbenk-t
hobn mit libe Der neger nemt vald
unz dem kop farvigt ahèr sein màndolìne
Un itzt milkhomme Un veit vold àifdrimplen
keiner shaft kain lide sein lid-l do
fun yene yunge yorn Un der englender,
in dèr shtot zìng frantzois singen a nigun
o-if o meid-l vet fun troì-er vern a trio
an ander lid-l Un oich der polak
fun tog un nockht a nem tot vald sain feif
in lager hinter drot Un er wet geben
filen gar der velt
Unzer shklaf-n tango vet das gezang dan
unter knut fun shleger antzinden di hèrtzer
oder shklaf-n tango vas lekhtzen nakh
der froiheit vas zei felt

Informazioni

Scritto nel campo da una ragazza rimasta sconosciuta e perita così.


Da un testo di Furio Biagini (Il ballo proibito. Storie di Ebrei e di tango, ed. Le Lettere 2005), che a sua volta cita un
volume del 1948: Kaczerginsky, Shlomo - Lider fun di Getto un Lagern: tekste un melodies gesamlt, N.York 1948.

pagina 688
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Tutti quei monti che io cavalcai


Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/tutti-quei-monti-che-io-cavalcai

Tutti quei monti che io cavalcai ed un pensiero mi vien - mi vien in testa


e dai Tedeschi fui sta' inseguito di non fare mai più il soldà.
e sotto un albero mi addormentai
mi risvegliai incatenà. O voi padre che siete morto
o voi madre che vivete ancora
Incatenato alle mani e ai piedi se vuoi vedere tuo figlio alla tortura
e in questura mi han portato condannato senza ragion.
ed il questore mi ha domandato
per qual fine son prigionier. O compagni o cari compagni
che marciate al suon d'una tromba
Io gli risposi cosi innocentemente quando verrete sulla - sulla mia tomba
vivevo un giorno laggiù nella foresta griderete pietà di me.

Informazioni

Canto della Resistenza partigiana cantato sulla melodia di "Ero povero ma disertore"

pagina 689
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Un giorno Mussolini andò al balcone


(1943)
di Franco Antonicelli
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: romanesco
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/un-giorno-mussolini-ando-al-balcone

Introduzione: Er re e l'è squajata ar primo sole,


Questa è la storia der passato ce vole la repubblica, ce vole.
ch'era finito ed è ricominciato, e chi la vole farsa e chi la vera,
queste è la storia del presente nessuno vole più camicia nera!
ché se ce guardi nun capisci gnente.
Ma è puro la storia del futuro, Nun importa si è lontano
chi la capisce ce pò annà sicuro er sordato ammericano
------------------- quello che 'mporta
che de priggione ce apreno la porta!
Un giorno Mussolini andò al balcone
e disse che facessero attenzione, E quando sorte chi 'n priggione è stato
che aveva ricevuto li dispacci, l'hai da vedé che razza de bbucato!
che je mannava i baci la Petacci. Chi ha fatto er male ce l'ha da pagà,
chi ha fatto er bene lo po' continuà.
E poi disse "Ho un modo novo
perchè er gallo faccia l'ovo! Rifaremo, sacramento,
Vittoria o fuga, er governo e 'r parlamento.
dovete adoperà er bagnasciuga" Rivoluzione!
N'ammazza più er cervello che 'r bastone!
Er re se vorse allora a la riggina
e disse "Senti un po', montenegrina, Ragazzi, sotto che c'è la battaja
qui si nun se combina n'antra lega e maledite, donne, chi se squaja!
finisce tutti quanto che ce frega!" E chi annerà pe' mare e chi pe' monte,
chi more ha da morì la palla 'n fronte.
Je rispose la riggina:
"Caro re, perdirindina, Quando soneno l'appello
lo sai che vojo, ogni omo è mi fratello.
che je lo metti in culo co' Badojo". Chi more spera
che n'antro j'arriccoje la bandiera!
Se venne allora ar granne guazzabujo
che fu chiamato "er venticinque lujo". E la bandiera è bianca, verde e rossa
Er duce fu portato all'ospedale ma er fascio sta seporto nella fossa
ma er re nun vole che je fanno male. e su ce starà scritta quella data
che tutt'Itaja avremo liberata.
J'hanno tolto lo stipendio
ma poi tutto quell'incendio Libertà nun mette fiore
a poco a poco si sei nato servitore.
l'hanno smorzato sotto ar coprifuoco Risorgimento,
te faccelo sbocciare cor tuo vento!
E s'arivenne allora ar tira e molla,
c'erano i pezzi, ma nun c'era colla. Asciughete quell'occhi, mamma mia,
E li fascisti se so' convertiti, ché doppo er pianto viene l'allegria.
e l'itajani fecero li partiti. Io ci ho i capelli neri e tu l'hai bianchi,
te vojo fà contenta finché campi.
Ma poi vennero i tedeschi,
tutti quanti stamo freschi. E me vò' sposà 'na Tizia
Ma la Nazione ch'è la fija de Giustizia
ci ha er Comitato de Liberazione e dall'amore
ce nascheno du' fiji: fede ed onore.

pagina 690
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Informazioni

Sull'aria degli "Stornelli del Sor Capanna".

pagina 691
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Und was bekam des Soldaten Weib


(1942)
di Bertold Brecht, Kurt Weill
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: tedesco
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/und-was-bekam-des-soldaten-weib

Und was bekam des Soldaten Weib Und was bekam des Soldaten Weib
Aus der alten Hauptstadt Prag? Aus Brüssel im belgischen Land?
Aus Prag bekam sie die Stöckelschuh. Aus Brüssel bekam sie
Einen Gruß und dazu die Stöckelschuh die seltenen Spitzen.
Das bekam sie aus der Stadt Prag. Ach, das zu besitzen,
so seltene Spitzen!
Und was bekam des Soldaten Weib Sie bekam sie aus belgischem Land.
Aus Warschau am Weichselstrand?
Aus Warschau bekam sie Und was bekam des Soldaten Weib
das leinene Hemd Aus der Lichterstadt Paris?
So bunt und so fremd, Aus Paris bekam sie
ein polnisches Hemd! das seidene Kleid.
Das bekam sie vom Weichselstrand. Zu der Nachbarin Neid
das seidene Kleid
Und was bekam des Soldaten Weib Das bekam sie aus Paris.
Aus Oslo über dem Sund?
Aus Oslo bekam Und was bekam des Soldaten Weib
sie das Kräglein aus Pelz. Aus dem libyschen Tripolis?
Hoffentlich gefällt‘s, Aus Tripolis bekam sie das Kettchen.
das Kräglein aus Pelz! Das Amulettchen am kupfernen Kettchen
Das bekam sie aus Oslo am Sund. Das bekam sie aus Tripolis.

Und was bekam des Soldaten Weib Und was bekam des Soldaten Weib
Aus dem reichen Rotterdam? Aus dem weiten Russenland?
Aus Rotterdam bekam sie den Hut. Aus Rußland bekam sie
Und er steht ihr gut, den Witwenschleier.
der holländische Hut. Zu der Totenfeier
Den bekam sie aus Rotterdam. den Witwenschleier
Das bekam sie aus Rußland.

Informazioni

Vedi anche La canzone della donna del soldato nazista


Di Giorgio Strehler.
Ne esiste anche una versione musicata da Hans
Eisler:http://www.youtube.com/watch?v=ul_JysG9KT4&feature=related

Fonte

pagina 692
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Union Maid
(1940)
di Woody Guthrie
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: inglese
Tags: lavoro/capitale, femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/union-maid

There once was a union maid, This union maid was wise
she never was afraid to the tricks of company spies,
Of goons and ginks and company finks She couldn't be fooled by
and the deputy sheriffs who made the raid. a company stool,
She went to the union hall she'd always organize the guys.
when a meeting it was called, She always got her way
And when the Legion boys come 'round when she struck for better pay.
She always stood her ground. She'd show her card
to the National Guard
Oh, you can't scare me, And this is what she'd say
I'm sticking to the union,
I'm sticking to the union, You gals who want to be free,
I'm sticking to the union. just take a tip from me:
Oh, you can't scare me, get you a man who's a union man
I'm sticking to the union, and join the ladies' auxiliary.
I'm sticking to the union Married life ain't hard
'til the day I die. when you got a union card,
A union man has a happy life
when he's got a union wife.

Informazioni

La canzone venne alla luce in un pomeriggio di giugno del 1940, quando W. Guthrie, adattando il suo testo alla
musica di una ballata già esistente ("Red wing"), la eseguì su richiesta dell'organizzatore della sede locale del
partito comunista, in un ufficietto di Oklahoma City, alla presenza di un piccolo gruppo di operai addetti
all'estrazione del petrolio dai giacimenti.
Il primo frammento (di quella che successivamente sarebbe diventata la terza strofa), fu registrato sempre in un
pomeriggio, ma del 1946, su un disco in acetato da Moses Asch della Smithsonian ed è l'unico in cui Guthrie
esegue personalmente la sua canzone (insieme a P. Seeger che era con lui in quel momento), di cui si conosca
l'esistenza (tutte le incisioni successive di "Union maid" infatti, sono eseguite da altri cantanti).

pagina 693
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Val Sesia
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/val-sesia

Quando si tratta di attaccare per la libertà d'Italia


noi Garibaldini siamo i primi si dovrà vincere o morir
tutti si affacaino a gurdare
tutti si affacciano ai balcon E' giunta l'ora dell'attacco
il nostro simbolo bandiera rossa
Contro i fascisti repubblichini ai nostri morti l'abbiam giurato
combatteremo siam partigiani dobbiam vincere o morir
ai nostri morti l'abbiam giurato
dobbiam vincere o morir Valsesia Valsesia
cosa importa se si muor
Valsesia Valsesia questo è il grido del valore
cosa importa se si muor partigiano vincerà
questo è il grido del valore
partigiano vincerà
(Ndr nella versione studentesca,
Vesti la giubba partigiano a questo punto, si rispondeva
prendi il fucile da battaglia "..ha vinto già")

Informazioni

Canto partigiano tramandato oralmente e ripreso a Torino negli anni '70, molto diffuso e cantato dagli studenti del
movimento. "Contraffacta" della canzone irredentista Dalmazia, Dalmazia.

Esiste anche un'altra strofa:

Qundo si tratta di attaccare


quelli del Pesgu sono i primi
tutti incominciano a sparare
ed a Romagnao vincerem.

A Moscatelli l'abbiam giurato


ai nostri morti gridiam così
ai nostri figli l'abbiam giurato
dobbiamo vincere o morire.

pagina 694
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Vigliacco Mussolini
Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/vigliacco-mussolini

Vigliacco Mussolini nella valle di Carpi


con tutte le sue dame le case saccheggiate
il popolo italiano
fece morir di fame E per la patria il mondo intero etc.

E per la patria il mondo intero E voi bambine belle


la nostra legge è la libertà chiamate i partigiani
solo un pensiero non sono dei banditi
salva l'umanità. ma veri italiani

E voi brigate nere E per la patria il mondo intero etc.


che a rastrellare andate

Informazioni

Canti della Resistenza armata in Italia - Canzoniere della protesta vol2 - 1972 Milano - Ed. Del Gallo

pagina 695
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Viva la Valle Gesso


Periodo: La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/viva-la-valle-gesso

Le montagne, le montagne di Valle Gesso protestare, protestare non le senti


sono state, sono state la nostra casa se le imbasta, se le imbasta un partigian.
quando tutta, tutta l'Italia era invasa Oilalà!
da Tedeschi, da Tedeschi e traditor.
Oilalà Evviva evviva la Valle Gesso ecc.

Evviva evviva la Valle di Gesso I valligiani, i valligiani di Entraque


la Terza Banda e il suo capitan. sono forti, sono forti camminatori;
Evviva evviva la Valle di Gesso alla sera, alla sera nei loro cori
la Terza Banda e il suo capitan. cantan l’inno, cantan l’inno dei partigian.
Oilalà!
I ragazzi, i ragazzi di Valle Gesso
sono tutti, sono tutti partigiani Evviva evviva la Valle Gesso ecc.
hanno appreso, hanno appreso dagli anziani
ad odiare, ad odiare i tugnìn. I pastori, i pastori di Roaschia
Oilalà! sono molto, sono molto italiani:
se gli offri, se gli offri due toscani
Evviva evviva la Valle Gesso ecc: danno aiuto, danno aiuto ai partigian.
Oilalà!
Le ragazze, le ragazze di Valle Gesso
son le nostre, son le nostre stelle alpine Evviva evviva la Valle Gesso ecc.
che con cuore, che con cuore di bambine
fan l’amore, fan l’amore coi partigian. A Valdieri, a Valdieri abbiam piazzato
Oilalà! il comando, il comando della Banda
della Banda, della Banda “Ildo Vivanti”
Evviva evviva la Valle Gesso ecc. il migliore, il migliore dei partigian.
Oilalà!
E le mule, e le mule di Valle Gesso
sono i nostri, sono i nostri semoventi; Evviva evviva la Valle Gesso ecc.

Informazioni

Canti della Resistenza armata in Italia - Canzoniere della protesta vol.2 - Milano 1972 - Ed. Del Gallo

pagina 696
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La ricostruzione e il boom economico


(1946-1966)

Il secondo dopoguerra è caratterizzato dalla ricostruzione conseguenti ai drammi e alla


distruzione della seconda guerra mondiale. In Italia si riacutizza il divario tra meridione e
settentrione, con i fenomeni di migrazione dal sud al nord. Esplodono le lotte per il lavoro,
per la casa, e quelle contro la presenza del fascismo anche dopo la Liberazione. Sono i
temi che porteranno alla nascita dei movimenti di contestazione in tutto il mondo.

pagina 697
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

'l nostro prete


Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: toscano
Tags: anticlericali
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/l-nostro-prete

Pover'annoi chi ci dirà la messa gli ha preso pe' le man la fattoressa


i' nostro prete gli è andato a ballare 'un si ricorda gli ha da confessare

pagina 698
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'O millinovicentuquarantottu
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: siciliano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/o-millinovicentuquarantottu

'O millinovicentuquarantottu non manca pani pi-llu talianu.


u populu 'utau soddisfattu,
cridennu, quattru e-ccincu fanu ottu, Ma si cc'è statu quacchi-ssaccu chiunu,
d'aviri assicuratu lu sò piattu. lu populu l'ha vistu di luntanu.

Di Gaspiri dicìa di luntanu: Ccu-cciarli e mbrogli iru a lu putiri:


semu rridotti tutti a lu suffriri.

Informazioni

Sulle elezioni del 1948 e la vittoria della Democrazia Cristiana e di De Gasperi.

pagina 699
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A chi chiama rispondiamo NO


di Fausto Amodei, Michele Luciano Straniero
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/chi-chiama-rispondiamo-no

A chi chiama A qui appelle


rispondiamo NO on répond que non
per la guerra pour la guerre
rispondiamo NO on répond que non
e su di noi è inutile contare et sur nous c'est inutile de compter
per ricominciar pour recommencer

Volan sulla testa Sur nos tetes volent


rispondiamo NO on répond que non
bombe nucleari des U2 qui affolent
rispondiamo NO on répond que non
e su di noi è inutile contare et sur nous c'est inutile de compter
per ricominciar pour recommencer

Missili Polaris Bombes nucléaires


rispondiamo NO on répond que non
bombe nucleari Polaris, fusées
rispondiamo NO on répond que non
e su di noi è inutile contare et sur nous c'est inutile de compter
per ricominciar pour recommencer!

Informazioni

Cantata da Fausto Amodei e Michele Straniero agli inizi degli anni Sessanta, la versione francese è di Pardo
Fornaciari, che la cantava a Parigi nelle estati del 1965 e 66

pagina 700
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A Fiumicino c'è un aeroporto


(1963)
di Fausto Amodei
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/fiumicino-ce-un-aeroporto

E gira gira l'elica fa i suoi svolazzi senza guardare


romba il motor perché è sicuro che per lui basti
questa è la bella vita posare pietre tagliare nastri.
la vita bella dell'aviator.
Ai Ministeri non che si rubi
A Fiumicino c'è un aeroporto solo han la testa ben tra le nubi
che poverino è nato morto: e li hanno fatti per 'sta ragione
tutte le piste per l'atterraggio membri onorari dell'aviazione.
ci han tanti buchi come il formaggio.
E gira gira l'elica...
E gira gira l'elica...
E l'aviazione con eroismo
Fare intrallazzi cogli impresari ci vuol difendere dal comunismo
con i ministri e i segretari ma dagli Amici mi guardi Iddio
è la precipua occupazione che i miei nemici li scelgo io.
dei colonnelli dell'aviazione.
E gira gira l'elica...
E gira gira l'elica...
Su cittadino, dei manigoldi
Preti ministri e così via fanno li giochi con i tuoi soldi
per l'aviazione ci han simpatia se vuoi puntare più sul sicuro
perch'essa è un'arma che con gran zelo vota un po' meglio per il futuro.
più di ogni altra va verso il cielo.
E gira gira l'elica
E gira gira l'elica... cessa così
la dolorosa istoria
Qualche ministro se ha da firmare del monopolio della DC.

Informazioni

Canzone satirica sullo scandalo dell'aeroporto di Fiumicino, sul motivo della canzonetta "E gira gira l'elica".

pagina 701
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A la Huelga
(1962)
di Chicho Sánchez Ferlosio
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: spagnolo/castigliano
Tags: antifascisti, lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-huelga

A la huelga, compañero; todos los trabajadores,


no vayas a trabajar. codo a codo con el pan.
Deja quieta la herramienta
que es la hora de luchar. Desde el pozo y la besana
desde el torno y el telar,
A la huelga diez, a la huelga cien, ¡vivan los hombres del pueblo,
a la huelga, madre, yo voy también. a la huelga federal!
A la huelga cien, a la huelga mil,
yo por ellos, madre, y ellos por mí. Todos los pueblos del mundo
la mano nos la van a dar
Contra el gobierno del hambre para devolver a España
nos vamos a levantar su perdida libertad.

Informazioni

Questo canto chiama allo scipero generale durante la sollevazione delle Asturie nel 1962 contro il regime
franchista. La prima volta fu incisa a Madrid clandestinamente nel 1963. Segnalata da Nicoletta Ciari
(nciari@yahoo.it)

pagina 702
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A lavorar la terra
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: risaia/mondine
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lavorar-la-terra

A lavorar la terra ci vuol le contadine, all’occhiello,


noi siamo le mondine, noi siamo le mondine. portiam falce e martello,
A lavorar la terra ci vuol le contadine, portiam falce e martello
noi siamo le mondine, siamo lavorator. Se non ci conoscete, guardateci
Vogliam la libertà all’occhiello,
Noi siamo le mondine, siamo lavorator, portiam falce e martello, simbolo del lavor.
vogliam la libertà Vogliam la libertà
Portiam falce e martello, simbolo del lavor.
Se non ci conoscete, guardateci vogliam la libertà

Informazioni

Dal repertorio delle Mondine di Opera Registrazione dal vivo del 23 novembre 2002 al Centro Sociale Leoncavallo
di Milano durante la rassegna "Politicanto"

pagina 703
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A Portomarghera
di Gualtiero Bertelli
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/portomarghera

L'altro giorno a Portomarghera Il padrone che ha licenziato


gli operai han scioperato è lo stesso che manda a morire
eran gli stessi che hanno gridato è lo stesso che ammazza nel Texas
due mesi fa per salari migliori. in Rhodesia, nel Congo e in Vietnam.

Questa volta chiedevano pace I compagni che han scioperato


con la stessa forza di ieri hanno detto che 'sta brutta guerra
perché pace vuoi dire per tutti deve essere l'ultima guerra
«no alla guerra e no al padrone». per distruggere tutti i padroni.

pagina 704
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A quel omm
(1965)
di Ivan Della Mea
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: milanese
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/quel-omm

A quel omm, che incuntravi de nott A quel omm, ma te seret on omm,


in vial Gorizia, là sul Navili, quater strasc, on po' d'ombra,
quand i viv dormen, sognen tranquili [nient'alter,
e per i strad giren quei ch'inn mort. no Giusepp, no Gioann, gnanca Walter
e gnanca adess mi cognossi el to nom.
A quel omm, ma te seret 'na magia
che vegniva su l'asfalt de la strada A quel omm, a quel tocc de silenzi
cont la facia on po' gialda e stranida, a la nott e anca a lu voeuri dii:
cont i oeucc on po' stracc, un po' in vial Gorizia ghe sont mi de per mi
[smort. e so no se 'sti robb g'hann on sens.

pagina 705
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À tous les enfants


(1954)
di Boris Vian
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: francese
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/tous-les-enfants

A tous les enfants qui sont partis Un monde neuf où


le sac à dos sur un corps qui va tomber
Par un brumeux matin d'avril grandit une tache de sang
Je voudrais faire un monument
A tous les enfants qui ont pleuré Mais à tous ceux qui
le sac au dos sont restés les pieds au chaud,
Les yeux baissés sur leurs chagrins sous leur bureau en calculant
Je voudrais faire un monument le rendement de la guerre qu'ils ont voulue
A tous les gras, tous les cocus qui
Pas de pierre, pas de béton, ni ventripotent dans la vie et
de bronze qui devient vert comptent et comptent leurs écus
sous la morsure A tous ceux-là
aiguë du temps je dresserai le monument
Un monument de leur souffrance qui leur convient avec la schlague
Un monument de leur terreur avec le fouet, avec mes pieds,
Aussi de leur étonnement avec mes poings
Avec des mots qui colleront sur leurs
Voilà le monde parfumé, plein de faux-plis, sur leurs bajoues,
rires, plein d'oiseaux bleus, soudain des marques
griffé d'un coup de feu de honte et de boue.

Informazioni

Forse la più bella canzone di Boris Vian, ancor più di Le Déserteur. È nota anche nell'interpretazione (in francese) di
Joan Baez e di Catherine Sauvage.

Vedi anche l'articolo di Alessio Lega su A Rivista anarchica Online

Fonte

pagina 706
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Al mulin gross
(1966)
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale, filanda
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/al-mulin-gross

Questa mattina m'han licenziata sol con l'unione possiam piegare


o bella ciao, bella ciao, capitale e servitor.
bella ciao ciao ciao
questa mattina m'han licenziata Noi proletari abbiam risposto
quei vigliacchi dei padron. o bella ciao, bella ciao,
bella ciao ciao ciao
La Botto Albino s'è ribellata noi proletari abbiam risposto
o bella ciao, bella ciao, occupand il Mulin Gross.
bella ciao ciao ciao
la Botto Albino s'è ribellata Lavoratori tutti compatti
contro il vile sfruttator. o bella ciao, bella ciao,
bella ciao ciao ciao
I rami secchi voglion tagliare lavoratori tutti compatti
o bella ciao, bella ciao, nella lotta agli oppressor.
bella ciao ciao ciao
i rami secchi sono i padroni E se il padrone vuol licenziare
sono i nostri sfruttator. o bella ciao, bella ciao,
bella ciao ciao ciao
Sol con l'unione possiam piegare e se il padrone vuol licenziare
o bella ciao, bella ciao, un giorno lui licenzierem
bella ciao ciao ciao e se il padrone vuol licenziare
un giorno lui licenzierem!

Informazioni

Scritta dalle operaie dell'industria tessile "Botto Albino" di Biella durante l'occupazione contro la ristrutturazione e i
licenziamenti, nel settembre 1966.(Donata Pinti)
Sulla melodia di Bella ciao delle mondine, così come la cantava Giovanna Daffini.

pagina 707
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Al Vent
(1958)
di Ramón Pelegero Sanchís
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: catalano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/al-vent

Al vent, la vida pot ser eixe plor;


la cara al vent, però nosaltres
el cor al vent,
les mans al vent, al vent,
els ulls al vent, la cara al vent,
al vent del món. el cor al vent,
les mans al vent,
I tots, els ulls al vent,
tots plens de nit, al vent del món.
buscant la llum,
buscant la pau, I tots,
buscant a déu, tots plens de nit,
al vent del món. buscant la llum,
buscant la pau,
La vida ens dóna penes, buscant a déu,
ja el nàixer és un gran plor: al vent del món.

Informazioni

La prima canzone scritta e incisa da Raimon, divenuta subito uno degli inni della resistenza anti-franchista.

Segnalata da Nicoletta Ciari

pagina 708
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Alice's Restaurant Massacree


(1966)
di Arlo Guthrie
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: inglese
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/alices-restaurant-massacree

You can get anything you want at Alice's and with tears in our eyes we drove off
Restaurant into the sunset looking
You can get anything you want at Alice's for another place to put the garbage.
Restaurant
Walk right in it's around the back We didn't find one.
Just a half a mile from the railroad track Until we came to a side road,
You can get anything you want at Alice's and off the side of the
Restaurant side road there was
another fifteen foot cliff
Now it all started and at the bottom of the
two Thanksgivings ago, was on - cliff there was
two years ago on another pile of garbage.
Thanksgiving, And we decided
when my friend that one big pile
and I went up is better than two little piles,
to visit Alice at the restaurant, and rather than bring that one up we
but Alice doesn't live decided to throw our's down.
in the restaurant, she lives in the
church nearby the restaurant, That's what we did,
in the bell-tower, and drove back to the church,
with her husband Ray had a thanksgiving
andFasha the dog. dinner that couldn't be beat,
And livin' in the bell tower like that, went to sleep and didn't get up
[they got a lot of until the
room downstairs where next morning,
the pews used to be in. when we got a phone
Havin' all that room, all from officer Obie.
seein' as how they took out He said,
all the pews, they decided that they didn't "Kid,
have to take out their garbage we found your name
for a long time. on an envelope at the bottom
of a half
We got up there, a ton of
we found all the garbage in there, garbage, and just wanted to know
and we decided it'd be if you had any
a friendly gesture information about it."
for us AndI said,
to take the garbage down "Yes, sir, Officer Obie,
to the city dump. I cannot tell a lie,
Sowe took the half a ton of garbage, I put that envelope
put it in the back of a red VW under that garbage."
microbus, took shovels and rakes and
implements After speaking to Obie for about
of destruction and headed fourty-five minutes
on toward the city dump. on the telephone we
finally arrived at the truth
Well we got there of the matter and said that we had
and there was a big sign and a chain across to go down
across the dump saying, "Closed on and pick up the garbage,
Thanksgiving." and also had to go down and speak
And we had never heard of a dump to him at the
closed on Thanksgiving before, police officer's station.

pagina 709
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So we got in the red VW microbus foot prints, dog smelling prints, and
with the they took twenty seven eight-by-ten
shovels and rakes and colour glossy photographs with circles
implements of destruction and arrows and a paragraph
and headed on toward the on the back of each one explaining what each
police officer's station. one was to be used as evidence
against us.
Now friends, there was only Took pictures
one or two things that Obie of the approach,
coulda done at the getaway,
the police station, the northwest corner
and the first was he could have the southwest corner and that's not to
given us mention the aerial photography.
a medal for
being so brave and honest on the telephone, After the ordeal, we went back to the jail.
which wasn't very likely, Obie said he was going to put
andwe didn't expect it, us in the cell. Said,
and the other thing was "Kid, I'm going to put you in the cell,
he could have bawled us out I want your
and told us never to be see wallet and your belt." And I said,
driving garbage around "Obie, I can understand you wanting my
the vicinity again, wallet so I don't have any money
which is what we expected, to spend in the cell, but what do you
but when we got want my belt for?" And he said,
to the police officer's station "Kid, we don't want any hangings."
there was a third possibility Isaid, "Obie, did you think
that we hadn't even counted upon, I was going to hang myself
and we was for littering?"
both immediately arrested. Obie said he was making sure,
Handcuffed. and friends Obie was,
And I said cause he took out thetoilet seat so
"Obie, I don't think I I couldn't hit myself over the head
can pick up the garbage with these handcuffs and drown, and he took
on." out the toilet paper so
He said, "Shut up, kid. I couldn't bend the bars roll out the - roll
Get in the back of the patrol car." the
toilet paper out the window,
And that's what we did, slide down the roll and have an escape.
sat in the back of the patrol car and drove
to the Obi ewas making sure,
quote Scene of the Crime unquote. and it was about four or five hours
I want tell you about the town of later that Alice
Stockbridge, Massachusets, (remember Alice?
where this happened here, It's a song about Alice),
they got three stop Alice came by and with a few
signs, two police officers, nasty words to Obie on the side,
and one police car, bailed us out of jail,
but when we got to the and we went back
Scene of the Crime there was to the church,
five police officers and three had a another thanksgiving dinner
police cars, that couldn't be beat,
being the biggest crime and didn't get up until
of the last fifty years, the next morning,
and everybody wanted to when we all had to go to court.
get in the newspaper story about it.
And they was using up all kinds of We walked in, sat down,
cop equipment that Obie came in with the twenty seven eight-by-
they had hanging around the police officer's ten
station. colour glossy pictures
with circles and arrows
They was taking plaster tire tracks, and a paragraph on the back

pagina 710
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of each one, sat down. I went in that morning.


an came in said, "All rise." `Cause I wanted to
We all stood up, look like the all-American kid
and Obie stood up from New York City,
with the man I wanted, I wanted
twenty seven eight-by-ten to feel like the all-,
colour glossy I wanted to be the all American kid
pictures, from New York,
and the judge walked in sat down and I walked in, sat down,
with a seeing eye dog, I was hung down, brung down,
and he hung up, and all
sat down, we sat down. kinds o' mean nasty ugly things.
Obie looked at the seeing eye dog, And I waked in and sat down
and then at the and they gave
twenty seven eight-by-ten colour me a piece of paper, said,
glossy pictures "Kid, see the phsychiatrist,
with circles and arrows room 604."
and a paragraph on the back
of each one, And I went up there,
and looked at the seeing eye dog. I said, "Shrink, I want to kill.
And then I mean, I wanna, I
at twenty seven eight-by-ten colour wanna kill. Kill.
glossy pictures with circles I wanna, I wanna see,
and arrows and a paragraph I wanna see blood and gore and
on the back of each one guts and veins in my teeth.
and began to cry, Eat dead burnt bodies.
'cause Obie came to I mean kill, Kill,
the realization that it was KILL, KILL."
a typical case of American And I started jumpin up and down
blind justice, yelling, "KILL, KILL,"
and there wasn't nothing he could do and he started jumpin up and down
about it, and the with me
judge wasn't going to look at and we was both jumping up and down
the twenty seven eight-by-ten yelling, "KILL, KILL."
colour glossy And the sargent came over,
pictures with pinned a medal on me,
the circles and arrows sent me down the hall,
and a paragraph on the back of e said, "You're our boy."
ach one explaining
what each one was to be used Didn't feel too good about it.
as evidence against us.
And we was fined $50 Proceeded on
and had to pick up the garbage down the hall gettin more
in the snow, but thats not injections, inspections,
what I came to tell you about. detections, neglections
and all kinds of stuff
Came to talk about the draft. that they was doin' to me
at the thing there,
They got a building and I was there for two hours,
down New York City, three hours,
it's called Whitehall Street, four hours,
where you walk in, I was there for a long time
you get injected,
inspected, detected, infected, going through all kinds
neglected and selected. of mean nasty
I went down to get ugly things
my physical examination one and I was just having
day, and I walked in, a tough time there,
I sat down, got good and drunk and they was
the night before, so inspecting, injecting
I looked and felt my best when every single part of me,

pagina 711
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and they was leaving no and he was mean 'n' ugly


part untouched. 'n' nasty 'n' horrible
Proceeded through, and all kind of things
and when I finally came to the see and he sat down next to me
the last man, and said, "Kid, whad'ya get?"
I walked in, walked in sat down I said, "I didn't get nothing,
after a whole big thing there, I had to pay
and I walked up and said, $50 and pick up the garbage."
"What do you want?" ùHe said, "Kid, we only He said,
got "What were you arrested for, kid?"
one question. And I said,
Have you ever been arrested?" "Littering."
And they all moved away from me o
And I proceeded to tell him n the bench
the story of the there,
Alice's Restaurant Massacre, and the hairy eyeball
with full orchestration and all kinds of mean nasty things,
and five part harmony till I
and stuff like that and all said,
the phenome... "And creating a nuisance."
- and he stopped me right there And they all came back,
and said, shook my hand,
"Kid, did you ever and we had a great time
go to court?" on the bench, talkin about crime,
mother stabbing,
And I proceeded to tell him father raping,
the story all kinds of groovy things
of the twenty seven eight-by-ten that we was talking about
colour glossy pictures on the bench.
with the circles and arrows And everything was fine,
and the paragraph on we was smoking cigarettes
the back of each one, and all kinds of
and he stopped me right there things, until the Sargeant came over,
and said, "Kid, I want had some paper in his hand,
you to go and sit down on that bench held it up and said.
that says Group W ....
NOW kid!!" "Kids, this-piece-of-paper's-got-47-words-
37-sentences-58-words-we-wanna-
And I, I walked over to the, know-details-of-the-crime-time-
to the bench there, of-the-crime-and-any-other-kind-
and there is, Group W's of-thing-
where they put you if you-gotta-say-pertaining-to-
you may not be moral enough and-about-the-crime-
to join the army after I-want-to-know-arresting-
committing your special crime, officer's-name-and-any-other-kind-
and there was of-thing-you-gotta-say",
all kinds of mean nasty ugly and talked for
looking people on the bench there. forty-five minutes
Mother rapers. and nobody understood
Father stabbers. a word that he said, but we had
Father rapers the bench next to me! fun filling out the forms
And they was mean and nasty and playing with the pencils
and ugly on the bench there,
and horrible crime-type guys and I filled out
sitting on the the massacre with
bench next to me. the four part harmony,
And the meanest, and wrote it
ugliest, nastiest one, down there, just like it was,
the meanest and everything was fine
father raper of them all, and I put down the
was coming over to me pencil, and I turned over

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the piece of paper, and there, can you imagine,


there on the three people walking in
other side, singin a bar of Alice's Restaurant
in the middle of the other side, and walking out.
away from everything else on They may think it's an
the other side, i organization.
n parentheses, capital letters, And can you,
quotated, read the can you imagine fifty people a day,
following words: I said
fifty people a day
("KID, HAVE YOU REHABILITATED YOURSELF?") walking in singin a bar of Alice's Restaurant
and
I went over to the walking out.
sargent, said, "Sargeant, And friends they may thinks
you got a lot a damn gall to it's a movement.
ask me if I've rehabilitated myself,
I mean, I mean, And that's what it is ,
I mean that just, I'm the Alice's Restaurant Anti-Massacre
sittin' here on the bench, Movement, and
I mean I'm sittin here on the all you got to do to join
Group W bench is sing it the next time
'cause you want to know if it come's around on the
I'm moral enough join the army, guitar.
burn women,
kids, houses and villages With feeling.
after bein' a litterbug." So we'll wait for it
He looked at me and to come around on the guitar,
said, "Kid, we don't like your kind, here and
and we're gonna send you fingerprints sing it when it does.
off to Washington." Here it comes.

And friends, somewhere You can get anything you want,


in Washington enshrined at Alice's Restaurant
in some little folder, is a You can get anything you want,
study in black and white of my fingerprints. at Alice's Restaurant
And the only reason I'm Walk right in it's around the back
singing you this song now is cause Just a half a mile from
you may know somebody in a similar the railroad track
situation, or you may be in a similar You can get anything you want,
situation, at Alice's Restaurant
and if your in a
situation like that there's That was horrible. If you want
only one thing you can do to end war and stuff
and that's walk into you got to sing loud.
the shrink wherever you are , I've been singing this song now
just walk in say "Shrink, for twenty five minutes.
You can get I could sing it
anything you want, for another twenty five minutes.
at Alice's restaurant.". I'm not proud... or tired.
And walk out.
You know, if So we'll wait till
one person, it comes around again,
just one person does it and this time with four part
they may think he's really sick and harmony and feeling.
they won't take him.
And if two people, two people do it, We're just waitin' for it
in harmony, to come around is what we're doing.
they may think they're
both faggots and they won't take All right now.
either of them.
And three people do it, three, You can get anything you want, at Alice's

pagina 713
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Restaurant Just a half a mile from the railroad track


Excepting Alice You can get anything you want, at Alice's
You can get anything you want, at Alice's Restaurant
Restaurant
Walk right in it's around the back Da da da da da da da dum
At Alice's Restaurant

Informazioni

"Alice's Restaurant Massacree" (comunemente chiamata Alice's Restaurant) è la più famosa canzone di Arlo
Guthrie. È una canzone che racconta una storia, basata su avvenimenti veramente accaduti, che dura 18 minuti e
20 secondi ed occupa infatti l'intera facciata A dell'album di debutto di Arlo Guthrie, del 1967, anch'esso intitolato
Alice's Restaurant.

Arlo Guthrie la presentò a Woodstock nel 1966.

pagina 714
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All'alba se ne va
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/allalba-se-ne-va

All'alba se ne va il lavoratore C'è il gran partito dei lavoratori


con nella sporta poco da mangiare, che comunisti vengono chiamati,
il caso si fa sempre disperato capitalisti li hanno intimoriti,
e a casa non vorrebbe più tornar per questo il papa li ha scomunicati.

Ma perchè lavorar Ma un bel dì finirà


quando a casa non c'è da mangiar? la cuccagna dei democristian;
C'è mia moglie che piange e che spera, marceremo uniti e compatti
con tanta miseria non sa come far. con Nenni e Togliatti per la libertà

Informazioni

Sull'aria di "All'alba se ne parte il marinaio".

pagina 715
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All'alba son giunti


(1965)
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti, lavoro/capitale, filanda
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/allalba-son-giunti

All'alba son giunti settecento poliziotti sono vent'anni che lo conosciamo


con mitra, manganelli e candelotti, e sulla pelle noi bruciar sentiamo
mentr'eravam dentro
son giunti dal di fuori Di fronte a questi drammi della vita,
per fare uscire noi lavoratori gridiam tutti ai padroni:
NOI LA FAREM FINITA!
Ci portan la giustizia dei padroni Bastard!
ch'è fatta di fascismo e costrizioni;

Informazioni

Sull'aria di La leggenda del Piave. Scritta dale operaie di una fabbrica tessile tra le più importanti del biellese, la
"Botto Albino".
Per porre fine alle proteste fu fatto intervenire l'allora famosi "Battaglione Padova" della polizia, e a questo
episodio si riferisce il canto (Donata Pinti)

pagina 716
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Alla memoria del compagno J. Grimau


(1963)
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/alla-memoria-del-compagno-j-grimau

Ho saputo del delitto una mattina; Maledetto chi vive nella vendetta
il mio dolore ha il colore del sangue umano. mentre muoiono i popoli per la speranza;
Solo nubi e piombo furono presenti: silenzio della mia terra, come suoni amaro!
Juliàn Grimau, fratello, ti assassinarono, Le pietre della strada oggi dan sangue, oggi
[ti assassinarono! dan
[sangue!
Da questa terra non potrà più crescere un
fiore Nascerà grano giovane tra la sterpaglia;
che non porti il segno di questo dolore. la ragione di nuovo è calpestata,
Dal dolore del popolo nasce il mio canto: ma nonostante tutto, io so che un giorno
corde della chitarra, siate compagne del tu sarai insieme a noi, come volevi, come
nostro volevi!
[pianto!

Informazioni

Canzone della Resistenza antifranchista spagnola. Questa versione italiana di Sergio liberovici venne cantata da
Margot. La versione originale spagnola si può trovare qui

http://www.antiwarsongs.org/canzone.php?lang=it&id=1779

e un video in cui si può ascoltare qui

https://www.youtube.com/watch?v=UJ0HE162NdE

Julián Grimau García, nato a Madrid nel 1911, militante della Gioventù socialista unificata e poi del Partito
comunista spagnolo, partecipò alla guerra civile come soldato e come funzionario del governo e delle
organizzazioni popolari. Nel 1939 riparò in Francia dove visse per qualche tempo nel campo di concentramento di
Argelés.
Eletto membro del Comitato Centrale del Partito comunista spagnolo nel 1954 venne delegato al lavoro politico in
Spagna; nel 1959 assunse la direzione di tutte le attività del partito in Spagna. Arrestato l'8 novembre 1962 su un
autobus a Madrid, venne portato alla Direzione Generale di Sicurezza, dove venne picchiato a sangue e gettato da
una finestra per simularne il suicidio.
Sopravvissuto, venne trasferito all'Ospedale Penitenziario di Yeserías; processato il 18 aprile 1963 da un Tribunale
militare per rispondere dei presunti delitti commessi venticinque anni prima, fu condannato a morte; la sentenza
venne eseguita due giorni dopo, nel cortile della prigione di Carabanchel, a Madrid.

Vedi anche nota a:


Declaracion

pagina 717
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Alle monache
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: romanesco
Tags: anticlericali
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/alle-monache

Se 'n'è quest'anno sarà 'n'artr'anno alle moniche picche e pala


moniche e preti lavoreranno alli preti la pertegara

pagina 718
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Amore mio non piangere [la Botto Albino]


(1965)
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: filanda
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/amore-mio-non-piangere-la-botto-albino

Amore mio non piangere Vedo laggiù fra gli alberi


se mi hanno licenziata la bianca mia casetta
lascio la Botto Albino e vedo la mia mamma
ritorno a casa mia. che ansiosa là mi aspetta.

Amore mio non piangereùse Mama papà non piangere


se me ne vo lontano se sono licenziata
ti scriverò da casa è stato Botto Albino
per dirti che io t'amo. che mi ha rovinata.

Non sarà la sirena Se il Botto mi ha licenziata


che sveglia la mattina uniti lotteremo
ma là nella casetta la lotta continueremo
mi sveglia la mammina. e l'Eligio* vinceremo.

Informazioni

Sull'ariandel canto di risaia. Scritto dalle operaie del Lanificio Botto Albino di Biella, durante le lotte contro i
licenziamenti nel 1965. (Donata Pinti)

* Eligio Botto, il padrone della tessitura.

pagina 719
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Anche per quest'anno


Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale, femministi, risaia/mondine
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/anche-questanno

Anche per quest'anno, vanno col rallentamento


ragazza, ci han fregato, per portarla all'ospedal.
con tutte le sue chiacchere
in risaia ci han mandato C'è poi un'altra cosa
e noi povere donne da fare ben presente:
ci tocca lavorar con pane, riso e vitto
per mantenere i ricchi non si capisce niente;
al suo paese a passeggiar. e riso e sempre riso,
con acqua in quantità,
Ci sono dei padroni e Scelba è al governo
che sono un po' impazienti, coi signori a consolar.
comandano, bestemmiano,
con la bava fra i denti, E tutto quel sudore
dicendo: "Queste donne che noi quaggiù prendiamo
lavor non lo san far. saranno poi le lacrime
Dovrebbero far presto dei figli che abbiamo;
come il treno a camminar". e grideranno "mamma,
vogliamo da mangiar!"
Se si parla del trapianto allora lotteremo
l'è una cosa da spavento, per lavoro e libertà.
lo voglion le file dritte
anche se siamo in duecento; E grideranno "mamma,
se c'è una povera donna vogliamo da mangiar!"
che la si sente mal e lotteremo allora
per lavoro e libertà.

Informazioni

Canto tratto dal repertorio di Giovanna Daffini, databile per il riferimento a Scelba. La melodia richiama, almeno
nella prima parte della strofa, Il general Cadorna

pagina 720
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Arneo
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/arneo

Sulle terre incolte d'Arneo Or nella lotta più forti noi siamo
noi porteremo la vita ed il lavoro, Più con i mitra fermarci non potranno
darem le terre a tutti coloro Le terre incolte che noi conquistiamo
a cui l'agrario per anni negò. Noi contadini fruttarle farem.

Per anni e anni noi fummo derisi Sulle terre incolte d'Arneo
dai governi, dai preti e signori noi porteremo la vita ed il lavoro,
che con i mitra ci tennero divisi darem le terre a tutti coloro
negando a noi il pane e il lavor. a cui l'agrario per anni negò.

Sulle terre incolte d'Arneo E forte in faccia noi tutti gridiamo


noi porteremo la vita ed il lavoro, e d'Arneo una voce innalziamo
darem le terre a tutti coloro non più cannoni, trattori vogliamo
a cui l'agrario per anni negò. e non più guerra ma pace e lavor

Informazioni

Sull'occupazione delle terre incolte d'Arneo (lembo costiero che va da Nardò - Lecce - fino all'inizio della provincia
di Taranto).

pagina 721
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Arriba quemando el sol


(1960)
di Violeta Parra
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: spagnolo/castigliano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/arriba-quemando-el-sol

Cuando fui para la Pampa "Zona seca de la Pampa",


llevaba mi corazón yo leo en un cartelón.
contento como un chirigüe, Sin embargo, van y vienen
pero allá se me murió. las botellas de licor.
Primero perdí las plumas Claro que no son del pobre,
y luego perdí la voz. contrabando, o qué sé yo.
Y arriba quemando el sol. Y arriba quemando el sol.

Cuando vide los mineros Paso por un pueblo muerto,


dentro de su habitación, se me nubla el corazón,
me dije: "Mejor habita aunque donde habita gente
en su concha el caracol, la muerte es mucho mayor.
o a la sombra de las leyes Enterraron la justicia
el refinado ladrón". enterraron la razón.
Y arriba quemando el sol. Y arriba quemando el sol.

Las hileras de casuchas Si alguien dice que yo sueño


frente a frente, sí, señor; cuentos de ponderación,
las hileras de mujeres digo que esto pasa en Chuqui,
frente al único pilón, pero en Santa Juana es peor.
cada una con su balde El minero ya no sabe
y con su cara de aflicción. lo que vale su dolor.
Y arriba quemando el sol. Y arriba quemando el sol.

Fuimos a la pulpería Me volví para Santiago


para comprar la ración, sin comprender el color
veinte artículos no cuentan con que pintan la noticia
la rebaja de rigor. cuando el pobre dice "no".
Con la canasta vacía Abajo, la noche oscura,
volvimos a la pensión. oro, salitre y carbón.
Y arriba quemando el sol. Y arriba quemando el sol.

Informazioni

Canzone che parla delle durissime condizioni di povertà in cui vivevano i minatori del Cile centrale, ricchissimo di
rame, oro, carbone. Le vicende delle miniere cilene, che formarono una delle più sensibili classi operaie fin dagli
inizi del XX secolo. Chuqui e Santa Juana, nominate nella canzone, sono tra le principali miniere di rame cilene. Fu
scritta da Violeta Parra tra il 1960 e il 1963; la versione completa di otto strofe, che qui si presenta, compare
esclusivamente nell'album tributo "Testimonio" del 1983; in altre incisioni di Violeta Parra vengono invece omesse
delle strofe. Maggiori informazioni su questo canto e le sue versioni nel sito Canzoni contro la guerra

pagina 722
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Balada del carovida


(1965)
di Gualtiero Bertelli
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: veneto
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/balada-del-carovida

Se ale cinque di sera no ti me vedi arivar [vol pagar.


viene pur incontro, me so fermà a lavorar
ti lo sa che a fine mese i schei no basta mai I ne ga da' la qualifica più bona
ghe xe le scarpe dei fioi e i vestiti co i tre giorni di malatia
d'inverno la scala mobile con i scati de anzianità
[da comprar. ma i ga cresuo el late e i ne ga fregà.

I ne ga da' le quarantadò ore Dighe a sior Antonio che domenega no posso


la tredicesima mensilità andar
al sabo festa e a gratis da magnar a la partia de calcio che se gera combinà.
ma i ga cresuo l'afito e i ne ga fregà. Dighe ch'el me scusa tanto, ma dopo che so
sta amalà
Per 'sto sabo pomerigio te averto non state a se volemo tirar avanti, me toca andar a
impegnar lavorar.
co visite ai parenti o altre robe da far
lo so che ghe xe i scuri novi da piturar I ne ga da' l'indenità de lavoro
ma se sabo no vado a lavorar co che schei te co i aretrati da un anno in qua
li cotimi alti e diese ferie in più
ma i ga cresuo el pan e i ne ga fregà

pagina 723
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Ballata ai dittatori
(1963)
di Fausto Amodei, Cantacronache
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ballata-ai-dittatori

Tiranni e generali, la libertà soppressa,


marescialli e imperatori, l'onore calpestato:
uomini del destino,
colonnelli e dittatori, la sua carogna, è cosa certa,
voi che credete d'essere la lasceranno all'aria aperta,
diversi da noi altri, e il suo valore andrà stimato
voi che credete d'essere meno di un bue scannato.
più forti, saggi e scaltri:
Quanti di voi ci credono
ora, finché ne avete il tempo, un gregge di montoni
su, date agli altri il buon esempio, che solo col bastone
e scomparite ai nostri sguardi si può far stare buoni
prima che sia già tardi. e pensan che si scusino
le loro bastonate
Quanti di voi non sentono perché non perdon Messa
timori ed apprensioni, le feste comandate:
solo perché posseggono
le bombe ed i cannoni, avranno la soddisfazione di recitare
quanti di voi non temon un'orazione per affidare,
nemici e congiurati a malincuore,
perché son ben sicuri l'anima al Creatore.
di averli già ammazzati:
Tiranni e generali,
faran la parte, prima o dopo, marescialli e imperatori,
non più del gatto, ma del topo, uomini del destino,
con una corda al collo stretta, colonnelli e dittatori,
come una marionetta. voi che credete d'essere
diversi da noi altri,
Quel che di voi si sente voi che credete d'essere
potente ed importante, più forti, saggi e scaltri:
solo perché è pagato
dal ricco e dal mercante, tutti gli oppressi di 'sto mondo
e pensa di comprare, un dì faranno un girotondo
persino a buon mercato, e suoneran tamburi e trombe
sopra le vostre tombe.

pagina 724
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Ballata del soldato Adeodato


(1960)
di Michele Luciano Straniero, Cantacronache
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ballata-del-soldato-adeodato

Era nato sfortunato, l'han fregato.


di famiglia contadina:
dalla madre, una beghina Amava le stelle
fu educato.
Quando furono sul fronte
Amava le stelle comandava l'ufficiale
ma non potè vederle di tirare sopra un tale
che di notte. dietro il ponte.

Fu per bene battezzato, Amava le stelle


ricevette ogni notizia
sulla ritmica letizia Poiché quello era il nemico,
del creato. lui sparò, col dito, piano;
gli brillava sulla mano
Amava le stelle.. il sole antico.

Fu convinto che il buon Dio Amava le stelle


benedice i gagliardetti
e che i re sono perfetti. Il nemico cadde giù,
Crebbe pio. ma improvviso su quel ponte
venne scuro l'orizzonte e così fu
Amava le stelle che con un tiro ben segnato
ed un colpo forte forte
A vent'anni andò soldato abbracciò sorella morte
per la Patria e per il Re Adeodato
e per Dio: ma tutti e tre Amava le stelle,
ma non potè vederle
quella notte.

pagina 725
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Ballata di Mauthausen
di Jacobus Kambanellis
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti, carcere, campi di concentramento
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ballata-di-mauthausen

1 - Cantico dei cantici Antonio si sente chiamare


(Asma asmaton) da un vecchio ebreo barcollante
(traduz. S. Tumminelli) "Compagno vieni ad aiutarmi
questa pietra è troppo pesante"
Era bello bello e dolce il mio amore Ma là su quella lunga scala
col suo vestito bianco della festa come una maledizione
e un fiore rosso tra i capelli una esse esse si avvicina
Nessuno può sapere quanto fosse bella e colpisce con un bastone
Nessuno può sapere quanto fosse bella
Nessuno può sapere quanto fosse bella L'ebreo sullo scalino crolla
Ragazze di Auscwitz e l'aguzzino "vedrai
ragazze di Dachau di massi signor partigiano
non uno, due ne porterai"
Avete visto il mio amore "Ne porto due ed anche tre
Avete visto il mio amore sono partigiano e sono forte
Avete visto il mio amore e dopo se non sei codardo
tibatterai con me fino alla morte"
L'abbiamo visto in quel lungo viaggio
ma senza il suo vestito bianco
né il fiore rosso tra i capelli 3-L'evaso
(O thrape'tis)
Era bello e dolce il mio amore (traduz. L. Settimelli)
coi suoi capelli lungi e neri
cresciuti tra le mie carezze A Jannis prigioniero al Nord
Nessuno può sapere quanto fosse bella il filo spinato non va giù
Nessuno può sapere quanto fosse bella mette le ali e se ne va
Nessuno può sapere quanto fosse bella e vola via in mezzo ai boschi
Ragazze di Mauthausen e vola via in mezzo ai boschi
ragazze di Belsen
Signora su dammi da mangiar
Avete visto il mio amore ed un vestito da indossar
Avete visto il mio amore tanta è la strada che ho da far
Avete visto il mio amore il mio paese è ben lontano
il mio paese è ben lontano
L'abbiamo visto in uno spiazzo nudo
un numero marchiato sulla mano Ma dove arriva il prigionier
ed una stella gialla sopra il cuore paura semina e terror
mangiare no vestiti no
Era bello... pericoloso è quell'evaso
pericoloso è quell'evaso

2-Antonio Cristiano perché guardi così


(O Andonis) non sono né belva né assassin
(traduz. L. Settimelli) non voglio che la libertà
e a casa mia ritornare
Mauthausen una lunga scala e a casa mia ritornare
bianco granito e dolore
scalini centottantasei Ma nella terra che era un dì
giornata dodici ore di Schiller e di Bertolt Brecht
Laggiù ebrei e partigiani chiamato han gia le esse ess
massi trasportano in sorte che Jannis vanno a fucilare
piegati sotto quelle pietre che Jannis vanno a fucilare
bianchi crocefissi di morte

pagina 726
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

4-Quando la guerra finirà regazza che hai le mani congelate


(Otan telio'si o pòlemos) quel giorno che la guerra sarà già finita
(traduz. L. Settimelli) quel giorno che la guerra sarà già finita
l'amore io e te faremo
Ragazza che negli occhi hai lo sgomento nel crematorio nella cava
regazza che hai le mani congelate o dentro la camera a gas
quel giorno che la guerra sarà già finita
quel giorno che la guerra sarà già finita Ragazza che negli occhi hai lo sgomento
allora io verrò a cercarti regazza che hai le mani congelate
di baci poi ci colpiremo quel giorno che la guerra sarà già finita
e il sole ci riscalderà quel giorno che la guerra sarà già finita
noi ci ameremo fino a quando
Ragazza che negli occhi hai lo sgomento sconfiggeremo anche la morte
e la sua ombra sparirà.

Informazioni

Jacobus Kambanellis, drammaturgo e regista greco, fu deportato a Mauthausen e compose al ritorno questi quattro
poemetti. Col primo, egli inseriva la composizione biblica (Il Cantico dei cantici, appunto) nell'orrore dei lager, col
secondo e il terzo raccontava due esperienze da lui vissute, col quarto narrava il suo sogno di deportato quando -
la domenica - donne e uomini prigioneri si guardavano attraverso il filo spinato.

pagina 727
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Ballata per l'Ardizzone


(1962)
di Ivan Della Mea
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: milanese
Tags: comunisti/socialisti, repressione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ballata-lardizzone

M'han dit che incö la pulisia In via Grossi i pulé cui manganell,
a l'ha cupà un giuvin ne la via; vegnü da Padova,
sarà stà, m'han dit, vers i sett ur specialisà in dimustrasiun,
a un cumisi dei lauradur. han tacà cunt i gipp un carusel
e cunt i röd han schiscià l'Ardissun.
Giovanni Ardizzone l'era el so nom,
de mesté stüdent üniversitari, A la gent gh'è andà inséma la vista,
comunista, amis dei proletari: per la mort del giuvin stüdent
a l'han cupà visin al noster Domm. e pien de rabia: «Pulé fascista -
vusaven - mascalsun e delinquent».
E i giurnai de tüta la tera
diseven: Castro, Kennedy e Krusciòv; E i giurnai de l'ultima edisiun
e lü 'l vusava: «Si alla pace e no alla a disen tücc: «Un giovane studente,
[guerra!» e incö una gran dimustrasiun,
e cun la pace in buca a l'è mort. è morto per fatale incidente,
è morto per fatale incidente,
è morto per fatale incidente».

Informazioni

Sulla morte di Giovanni Ardizzone vedi la scheda di Gianfranco Ginestri (Canzoniere delle
Lame):http://www.reti-invisibili.net/giovanniardizzone/

Vedi anche le canzoni:Dopo Ardisun e Quatr'asüs par l'Ardizôn

pagina 728
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Bella ciao (versione in tedesco)


Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: tedesco
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/bella-ciao-versione-tedesco

Eines Morgens, in aller Frühe, In den Schatten der kleinen Blume,


o bella ciao, bella ciao, o bella ciao, bella ciao,
bella ciao, ciao, ciao, bella ciao, ciao, ciao,
eines Morgens, in aller Frühe in den Schatten der kleinen Blume,
trafen wir auf unser’n Feind. in die Berge bringt mich dann!

Partisanen, kommt, nehmt mich mit euch, Und die Leute, die geh’n vorüber,
o bella ciao, bella ciao, o bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao,
bella ciao, ciao, ciao, ciao,
Partisanen, kommt, nehmt mich mit euch und die Leute, die geh’n vorüber,
denn ich fühl’, der Tod ist nah. seh’n die kleine Blume steh’n.

Wenn ich sterbe, oh ihr Genossen, Diese Blume, so sagen alle,


o bella ciao, bella ciao, o bella ciao, bella ciao,
bella ciao, ciao, ciao, bella ciao, ciao, ciao,
wenn ich sterbe, oh ihr Genossen, ist die Blume des Partisanen,
bringt mich dann zur letzten Ruh’! der für uns’re Freiheit starb.

Informazioni

Versione in lingua tedesca di Bella ciao, parole di H. Berner

Da "La musica dell'altra Italia", sito non più online.

pagina 729
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Bella ciao delle mondine


Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale, risaia/mondine
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/bella-ciao-delle-mondine

Alla mattina appena alzate Il capo in piedi col suo bastone


O bella ciau, bella ciau, bella ciau, ciau e noi curve a lavorar.
ciau
Alla mattina appena alzate O mamma mia, o che tormento!
in risaia ci tocca andar. O bella ciau…
O mamma mia, o che tormento
E fra gli insetti e le zanzare io ti invoco ogni doman.
O bella ciau…
E fra gli insetti e le zanzare Ma verrà un giorno che tutte quante
un dur lavoro ci tocca far. O bella ciau…
Ma verrà un giorno che tutte quante
Il capo in piedi col suo bastone lavoreremo in libertà. bis
O bella ciau…

Informazioni

Canzone di risaia, dal repertorio di Giovanna Daffini, sull'aria di "Bella ciao". Rielaborazione successiva alla guerra
partigiana.

pagina 730
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C'era un dì un soldato
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/cera-un-di-un-soldato

C'era un dì un soldato è andato a morire


tornato dalla guerra per una causa che non era la sua.
c'era un dì un soldato Quelli che non sono morti
tornato dalla guerra e sono tornati a casa,
hanno trovato ad attenderli
Giunto al suo paese distruzione, rovina e morte.
incontrò la sua mamma In guerra avevano imparato a sparare:
incontrò la sua mamma tornati a casa,
che forte la piangeva hanno capito contro chi dovevano sparare.

Mamma mia cara mamma Sia maledetto il giorno


e dammi le notizia ch'io son partì soldato
e dammi le notizia sia maledetto il giorno
della diletta sposa che in guerra sono andato

Bruno mio caro Bruno Scampato alla morte


la sposa è sotterrata sui campi di battaglia
Bruno mio caro Bruno trovo la morte a casa
la guerra l'ha perduta che tutto m'ha rubato

intorno al tuo paese Siano maledetti quelli


tutto è rovina e morte che in guerra m'han mandato
anche i figli tuoi che dalla nostra sorte
hanno la stessa sorte tutto han guadagnato
Contro altri compagni
Questa è una delle tante storie non voglio più sparare
che si raccontano in osteria: ma contro quei vigliacchi
la storia del soldato Bruno, che guerre voglion fare
del soldato John, del soldato
che nelle guerre di ieri e di oggi ma contro quei vigliacchi
che guerre voglion fare

Informazioni

Canto popolare, registrato dal Canzoniere Veneto, in Addio Venezia addio


1968 - LP Dischi del Sole DS 173/75

pagina 731
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Cantata della donna nubile


(1960)
di Emilio Jona, Cantacronache
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/cantata-della-donna-nubile

Luna lunella Io sposerò un'atleta


tanto chiara e tanto bella dai muscoli infernali
fammi sognar dormendo dagli ampi pettorali
chi sposerò nel mondo. cinti di nero vel.

Io sposerò un signore Luna lunella..


con tre forzieri d'oro
con stemma e con decoro Io sposerò un attore
che mi terrà in onore alto e passionale
tenero e pur sensuale
Luna lunella.. nei giuochi d'amore.

Io sposerò un cantante Luna lunella..


dall'ugola d'argento
che sia uno struggimento Ma se io guardo in fondo
tutta la notte e il dì in fondo io lo so
se sposerò i miei sogni
Luna lunella.. zitella morirò.

Luna lunella..

pagina 732
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Canti a méte dell'Alto Lazio


Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: romanesco
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/canti-mete-dellalto-lazio

E quanno vojo mète, e mète vojo, padrò, passa er barlozzo, vengo meno.
padrò, non me passà cipolla e l'ajo,
padrò, non me passà cipolla e l'ajo Al contadino che mete lo grano
sinnò la metitura te l'imbrojo. la farce je diventa un filo d'oro.

E quanto vojo mète e meterìa E viene mezzodì pe' li signori


si ce l'avessi la farcetta nova ma pe' li contadì nun verrà mai.
e sotto all'ombra co' la bella mia.
È notte, è notte e lo padrò sospira,
Fiore de lino, dice ch'è stata curta la giornata.
e quanto è bello er campo a mète 'r grano,
è quello che produce il contadino. Zitto, padrone mio, non sospirare,
prendi la borsa e prencepia a pagare.
E la vorpe giù ner fosso perde er pelo,

Informazioni

Canto di mietitura raccolto nella provincia di Roma, interpretato dal Canzoniere del Lazio in "Lassa stà la me
creatura", 1974

Da "La musica dell'altra Italia", sito non più online.

pagina 733
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Cantiamo al sole
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/cantiamo-al-sole

Cantiamo al sole il canto della vita e del e sorriderà nelle conquiste del lavor
lavor
ma la speranza porterà nel cuore Compagna che lavori duramente
come si porta su l'uccello un fior col braccio e con la mente e con ferma
volontà
Ma i campi ci daranno spighe d'oro uniti andiamo incontro all'avvenire
l'acciaio incandescente per noi splenderà più fulgido del sole per noi dovrà apparir.
compagna per i tuoi figli anche lavoro
lottiamo insieme per l'umanità Prenderà la prima stella con la certezza
d'ogni cuor
Prenderà la prima stella con la certezza Per noi domani la vita è bella
d'ogni cuor E sorriderà nelle conquiste del lavor
per noi domani la vita è bella

Informazioni

Sull'occupazione delle terre incolte d'Arneo (lembo costiero che va da Nardò - Lecce - fino all'inizio della provincia
di Taranto).

pagina 734
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Canto a Camilo
(1960)
di Carlos Puebla
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: spagnolo/castigliano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/canto-camilo

Te canto porque no es cierto Te canto ...


que tu hayas muerto Camilo
te canto porque estàs vivo Porque estàs vivo soldado
y no porque te hayas muerto por la patria siempre en vela
porque estàs vivo en la escuela
Porque estàs vivo en el alma en la tierra y el arado
del pueblo de tu carino
en la risa de los ninos Vivo tu rostro de miel
y en el verde de las palmas en la estrella solitaria
vivo en la reforma agraria
Te canto porque estàs vivo Camilo y en el sueno de Fidel
y no porque te hayas muerto
Te canto ...
Porque vives justiciero
en el hierro bravo y fino Vivo estarà en la pelea
del machete campesino tu brazo de guerrillero
y del fusil del obrero si por el patrio sendero
asoma una mala idea
Porque vive tu presencia
en el pueblo que te escucha Y despues noble y tranquilo
porque estàs vivo en la lucha como en el momento aquél
y vivo en la independencia oiras de nuevo a Fidel
preguntar Voy bien Camilo?

Informazioni

Dedicata a Camilo Cienfuegos, morto in un incidente aereo il 28 ottobre 1959. L'episodio citato nell'ultima strofa è
vero: durante un comizio(8 gen.1959) Fidel interruppe il discorso per girarsi verso Camilo e chiedergli: Vado bene
Camilo? Come 'Hasta siempre' anche questa canzone è una guajira( cioè un canto alla 'contadina'). N.B. Nella
tastiera italiana mancano vocali accentate e segni particolari per una corretta scrittura in spagnolo, come per
esempio la n di carino o sueno, che si leggono carigno e suegno.

pagina 735
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Canto di pesca
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: veneto
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/canto-di-pesca

Eh - e tiorte i remi e voga A cà - a cà senza mangiare


che fermo sta calà no no se puol tornar

Se - se no se ciapa gnente Cia - ciaperemo un'anguèla


no tornaremo a cà la spartiremo in tre.

pagina 736
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Canto per noi


(1963)
di Franco Fortini, Sergio Liberovici
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/canto-noi

State a sentire. Grimau era nostro Il capitale internazionale


dentro la bocca gli han messo terra. che la sua legge è sempre il profitto,
Ed ora è un nome che si allontana e fino a quando non sarà sconfitto
ma che ci lascia la verità. la vita vera - ci ruberà.

Juliàn Grimau Juliàn Grimau


Juliàn Garcìa Grimau. Juliàn Garcìa Grimau.

Amici vivi, compagni uccisi, Dalle officine sappiamo uscire.


il capitale sa ben colpire. Coi suoi compagni grimau ci aspetta.
Là con le armi, qui coi sorrisi: Faremo insieme altro avvenire,
se ci ha divisi - ci vincerà. altra vendetta - altra città.

Juliàn Grimau Juliàn Grimau


Juliàn Garcìa Grimau. Juliàn Garcìa Grimau.

Amici furbi, compagni vili, State a sentire. Grimau era nostro:


non fate pianto su questi morti: sta dentro i nostri anni sepolto
non ce l hanno ammazzati i fucili e ora è un nome senza più volto,
ma i rapporti - di proprietà. un'altra sillaba - di verità.

Juliàn Grimau Juliàn Grimau


Juliàn Garcìa Grimau. Juliàn Garcìa Grimau.

Informazioni

Juliàn Garcìa Grimau, dirigente comunista spagnolo, venne fucilato il 20 aprile 1963.

Vedi anchele note a:


Declaracion

Alla memoria del compagno J. Grimau

pagina 737
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Canzone alla mia chitarra


(1963)
di Fausto Amodei, Cantacronache
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti, satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/canzone-alla-mia-chitarra

Ho trovato la vera amica mia La mia chitarra lei non se l'ha a male
che quando mi si chiude l'uscio in faccia se il potente o il mercante di cannoni
Resta a lungo a farmi compagnia non la paga a cantar nelle fanfare
e fa l'amore qui tra le mie braccia le sue glorie con pifferi e tromboni

E quando l'altra gente a me vicina Lei sa, la mia chitarra forte e scaltra
Non posso amarla più perchè m'inganna che un giorno canterà canti felici
Mi viene in braccio come una bambina per gente amica nostra, mentre l'altra
e si lascia cantar la ninna nanna le rape guarderà dalle radici

La mia chitarra canta La mia chitarra allora


senza darsi importanza si darà un po' importanza
se canta cose tristi e canterà soltanto
lascia un po' di speranza la gioia e la speranza
se canta cose allegre quando le cose allegre
le rende un poco tristi saran più delle tristi
proprio come è la vita quando non ci saranno
di noi poveri cristi mai più poveri cristi
proprio come per noi non ci saranno più
poveri cristi poveri cristi

pagina 738
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Canzone dei fiori e del silenzio


di Emilio Jona, Cantacronache
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/canzone-dei-fiori-e-del-silenzio

Ci dicono cantate e di cieli dorati


dei boschi e dei fiori ma soprattutto gonfiate
degli amori felici le bolle di sapone.
della gente lietamente
con filo di ferro E se la ruota gira...
le palpebre cucite
e di sorda ovatta Ci dicono tacete
le orecchie riempite. perché il silenzio è d’oro
su miseria e lavoro
E se la ruota gira tacete della vita
lasciatela girare se ha giorni grigi e duri
se l’uomo s’addormenta tacete degli amori
lasciatelo dormire se sono tristi e oscuri
se la terra scompare tacete anche dei fiori.
lasciatela scomparire
e se qualcuno muore Ma se la ruota gira
lasciatelo morire. non lasciamola girare
se l’uomo s’addormenta
Ci dicono cantate non lasciamolo dormire
svenevoli e amorosi, siate se la terra scompare
i ritmici giullari facciamola riapparire
dell’era industriale e se qualcuno muore
siate mercanti di piccola illusione non lasciamolo morire.

pagina 739
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Canzone del 30 giugno


(1960)
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: genovese
Tags: antifascisti, repressione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/canzone-del-30-giugno

Emmu vintu a battaglia vegnì a ottu a ottu


emmu vintu a de ferrari sci ben che ghei u scioppu
i fascisti e i se cumpari
han piggiou de priuné semmu du meu
purtemmu a maggia russa
vegnì a quattru a quattru guai chi ne tucca
sci ben che ghei u baccu u pigemmu a priunè.

Informazioni

È la canzone, in genovese, dei ragazzi del centro storico che furono in prima linea a piazza De Ferrari contro la
celere inviata da Tambroni il 30 giugno 1960 per permettere lo svolgimento del congresso del MSI.

pagina 740
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Canzone del popolo algerino


(1959)
di Fausto Amodei
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: antimperialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/canzone-del-popolo-algerino

Chi ti ha mandato, soldato, La terra che ti brucia sotto i piedi


col fucile alla mano? ci costa tanti morti:
chi ti ha mandato, ragazzo, fermati e pensa a tutto ciò che vedi,
a sparare lontano? al grido degl'insorti.

Tu vieni con la rabbia nella voce, Dal tuo paese un giorno, dalla Francia,
vieni con l'odio in faccia: venne una luce immensa:
è tuo dovere d'essere feroce, dicevano "uguaglianza, fratellanza"
sangue lasci per traccia. ora fermati e pensa:

Non senti ribellarsi nelle vene Chi ti ha mandato, soldato,


il grido della gente, col fucile alla mano?
non sai più cosa sono il male e il bene chi ti ha mandato,
quando gridi "presente!". ragazzo, a morire lontano?

Chi ti ha mandato, soldato, Ritorna a casa, racconta,


col fucile alla mano? tutto quello che vedi:
chi ti ha mandato, ragazzo, offesa, invasa, sconvolta,
a ferire lontano? la terra d'Algeria rimane in piedi!

pagina 741
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Canzone della marcia della pace


(1961)
di Fausto Amodei, Franco Fortini
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/canzone-della-marcia-della-pace

E se Berlino chiama servizio militare


ditele che s'impicchi: solo con lei farò.
crepare per i ricchi
no! non ci garba più. E se la patria chiama
lasciatela chiamare:
E se la Nato chiama oltre le Alpi e il mare
ditele che ripassi: un'altra patria c'è.
lo sanno pure i sassi:
non ci si crede più. E se la patria chiede
di offrirgli la tua vita
Se la ragazza chiama rispondi che la vita
non fatela aspettare: per ora serve a te.

Informazioni

Canzone improvvisata da Fausto Amodei e Franco Fortini il 24 settembre 1961 durante la prima Marcia per la pace
Perugia-Assisi. Nel 1964 la canzone fu incisa da Maria Monti nell'EP intitolato Le canzoni del no. Il 4 febbraio 1965
il senatore dell'MSI Ezio Maria Grey presentò un'interrogazione, all'allora ministro della Difesa Giulio Andreotti,
citando alcuni versi del brano, denunciando che era ancora in libera vendita un microsolco di cinico atteggiamento
a disprezzare in pace e in guerra il dovere militare. Così il 29 dicembre 1965 il sostituto procuratore della
repubblica Carcasio ordinò il sequestro del disco in tutto il territorio nazionale.

pagina 742
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Canzone della Michelin


(1962)
di Fausto Amodei
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti, lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/canzone-della-michelin

Cantiamo questa sera una canzone che ci hanno sempre e solo comandati,
per tutti i cittadini di Torino, ci han fatto far le guerre in casa altrui,
che serva a darci a tutti uno scrollone che ci hanno addormentati e comperati
e a dire pane al pane e vino al vino. per fare sempre i comodacci sui.

Noi crediamo fascista vero Cerchiam d'esser cittadini


solo chi ha l'orbace nero; e non sudditi cretini:
ma ci son quelli dobbiam capire
colla camicia bianca ed i gemelli. che è finito il tempo di servire.

Fascisti, qui da noi, sono i padroni Togliamoci di dosso 'sta mania


di oggi alla Michelin, ieri alla Lancia: che chi ci ha i soldi deve aver ragione:
se non riusciamo a farli stare buoni piantiamola così di dario via
finisce a casa nostra come in Francia. in cambio a un'auto e ad un televisore,

Non nutriamo le pretese che diventa un fatto comico


di chiamarci il "Bel paese": 'sto miracolo economico
questo è retaggio, se tanta gente
al massimo, di un tipo di formaggio. da ben due mesi vive senza niente.

Sentite, impiegati e contadini, Facciamolo noi altri, 'sto miracolo


sentite voi, studenti ed artigiani: di unirci nella lotta all'ingiustizia:
ci son quattromila cittadini su questa strada non esiste ostacolo
che da due mesi sono senza pane. che possa trattenere chi la inizia.

Stan lottando, per noi tutti, La bandiera del lavoro


contro i vecchi farabutti è di noi, come di loro:
che, guarda caso, andiamo avanti,
da un secolo ci menan per il naso; tenendoci per mano tutti quanti

Informazioni

"Nella primavera del 1962 si svolsero a Torino due lunghi scioperi, uno alla LANCIA che durò 25 giorni ed uno alla
MICHELIN che durò circa due mesi. Data l'intransigenza della parte padronale (oltretutto uno dei pezzi grossi della
Michelin, che era la filiale della casa madre francese, era un ex ufficiale che aveva preso parte alla guerra
d'Algeria) lo sciopero fu dichiarato ad oltranza e, da parte dei sindacati, fu chiesta ed ottenuta una larga solidarietà
da parte della cittadinanza. Nel quadro di questa solidarietà fu organizzato uno spettacolo all'Alleati per raccogliere
fondi a sostegno dello sciopero. Vi parteciparono gratuitamente il fior fiore di artisti e cantanti italiani (fra gli altri
Dario Fo). Per l'occasione composi ed eseguii in palcoscenico questa canzone" - (Fausto Amodei in Jona Emilio,
Straniero Michele L., Cantacronache - Un'avventura politico-musicale degli anni cinquanta, Torino, Crel, 1996

pagina 743
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Canzone di Togliatti
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/canzone-di-togliatti

Il 14 luglio alle undici "Io sono un democristiano


Togliatti uscì dal Parlamento ma dono volentieri il mio sangue
fu colpito a tradimento per Togliatti che soffre che langue
gravemente ferito restò perchè merita poterlo salvare"

Dal senato Rita Montagnana Non appena si è spanta la voce


accorreva vicino al marito dell'infame e vile attentato
all'ospedale dissanguato e sfinito tutto il popolo in piedi è scattato
con la morte lui stava a lottar e il suo sdegno ha fatto sentir

L'onorevole professor Valdoni Finalmente è il ventidue di luglio


gran chirurgo di fama mondiale otto giorni già sono passati
per salvare Togliatti dal male si alza dal letto Togliatti
procedeva all'operazion redivivo chiamare si può

Per salvare Togliatti dal male Interrogato dal procuratore


centinaia di donatori di sangue rispondeva alle sue domande
nel corridoio un infermiere all'istante e parlando del reo Pallante
si fa avanti poi dice così non nutriva nè odio nè rancor

pagina 744
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Canzone di viaggio
di Cantacronache, Emilio Jona
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/canzone-di-viaggio

Io traverso a primavera c’è chi solo guarda e tace


lunghi campi d'erba nuova mentre corre cielo e terra.
e ritrovo verde schiera
d'alti pioppi e le stazioni E nell'alba in vecchio treno ..
mentre incontro visi noti
ferrovieri, professori, Io traverso nell'autunno
e commessi viaggiatori la pianura già appassita
con degli occhi insonnoliti. con la meliga finita ai balconi delle case
mentre gridano i giornali
E nell'alba in vecchio treno di chi muore in ogni ora
mi sparisce la tua mano per le strade, tra i fucili
ed un figlio, un quinto piano di violenza che divora.
ogni alba in vecchio treno.
E nell'alba in vecchio treno..
Nella sera un vecchio treno
mi riporta la tua mano Poi l'inverno al finestrino
ed un figlio, un quinto piano con il sonno della neve
ogni sera un vecchio treno. e la spalla del vicino
che la sera ha addormentato
Io traverso nell'estate guardo questa nostra vita
greti bianchi ed acque scarse dove passa in altalena
siamo tutti scamiciati ora un giorno buono
ed il verde è impallidito. appena ora di malinconia.
C'è chi spera nella pace
c'è chi vuole ancora guerra E nell'alba in vecchio treno..

pagina 745
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Canzone lieta
di Emilio Jona, Cantacronache
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/canzone-lieta

Voi mi chiedete una lieta canzone mentre voi in quell'aurora


per rallegrarvi le ore di sera, tristi state ancora al bar.
io senza troppa immaginazione
posso stasera cantarvi così: Io domenica riposo, tralalà
od abbraccio la mia moglie, tralalà
Io lavoro alla miniera, tralalà mentre con le vostre voglie
nei cunicoli più stretti, tralalà tristi discendete al mar.
mentre voi, oh poveretti,
tristi andate a passeggiar. Ma mi vado organizzando, tralalà
io preparo qualche cosa, tralalà
Io ritorno nella casa, tralalà che non è bianca né rosa
dove trovo acciughe e croste, tralalà non vi dico che cos'è.
mentre voi con le aragoste
tristi andate a passeggiar. Oh così vi ho spaventato, tralalà
l'intenzione era piccina, tralalà
Io riparto in sul mattino, tralalà compilavo la schedina
quando il sol non nasce ancora, tralalà arma mia domenical.

pagina 746
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Canzone triste
(1958)
di Italo Calvino, Cantacronache
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/canzone-triste

Erano sposi. Lei s'alzava all'alba Lui in cucina con la stufa accesa,
prendeva il tram, correva al suo lavoro. fanno da cena e poi già lui partiva.
Lui aveva il turno che finisce all'alba
entrava in letto e lei n'era già fuori. Soltanto un bacio ...
Soltanto un bacio in fretta posso darti
bere un caffè tenendoti per mano. Mattina e sera i tram degli operai
Il tuo cappotto è umido di nebbia. portano gente dagli sguardi tetri;
Il nostro letto serba il tuo tepor. fissar la nebbia non si stancan mai
cercando invano il sol,fuori dai vetri.
Dopo il lavoro lei faceva spesa
-buio era già - le scale risaliva. Soltanto un bacio ...

Informazioni

Nel disco Cantacronache sperimentale EP Italia Canta 45 CS, del 1958, primo in assoluto dei Cantacronache

Gli stessi temi sono stati sviluppati da Calvino nel racconto, scritto nello stesso anno, "L'avventura di due sposi".

pagina 747
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Cara maestra
(1963)
di Luigi Tenco
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti, anticlericali
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/cara-maestra

Cara maestra, un giorno m'insegnavi di tende d'oro e marmi colorati;


che a questo mondo noi, noi siamo tutti come può adesso un povero che entra
uguali; sentirsi come fosse a casa sua?...
ma quando entrava in classe il Direttore
tu ci facevi alzare tutti in piedi, Egregio sindaco, m'hanno detto
e quando entrava in classe il bidello che un giorno tu gridavi alla gente:
ci permettevi di restar seduti... Vincere o morire! Ora vorrei sapere come mai
vinto non hai eppure non sei morto,
Mio buon curato, dicevi che la chiesa e al posto tuo è morta tanta gente
è la casa dei poveri, della povera gente; che non voleva né vincere né morire...
però hai rivestito la tua chiesa

pagina 748
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Che ne sapete voi


(1964)
di Francesco "Ciccio" Giuffrida
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale, emigrazione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/che-ne-sapete-voi

Che ne sapete voi la fame ed il dolore


di queste nostre cose viviamo senza vita
di morte e di lavoro crepiamo di più morti
lavoro senza posa
Che ne sapete voi
Il nostro mondo è fatto di queste nostre cose
di buio e di squallore di morte e di lavoro
di grida soffocate lavoro senza posa
di cose non pensate
di morti silenziose Nel giorno dell'accusa
e di vite sprecate staremo sempre zitti
diranno i nostri volti
Che ne sapete voi ottusi ed abbrutiti
di queste nostre cose nel giorno dell'accusa
di morte e di lavoro comincia l'altra vita
lavoro senza posa
Che ne sapete voi
Non state a raccontarci di queste nostre cose
che questo mondo è nostro di morte e di lavoro
è nostra la fatica lavoro senza posa

Informazioni

Nei primi anni '60 facevo parte del Comitato Federale della FGCI catanese; alle riunioni del Comitato venivano i
compagni di tutta la provincia e così conobbi un giovane bracciante di 15/16 anni. Era di Bronte, era scuro scuro,
con gli occhi intelligentissimi e vivaci. Dopo circa un anno lo rividi, ma era completamente spento. Il lavoro in
campagna, sotto padrone, lo aveva schiantato. La canzone è nata per lui. Dopo più di 50 anni ho rivisto gli stessi
occhi, nei visi degli immigrati deportati nei 'centri di accoglienza'; dopo mesi e mesi di ozio forzato guardano da
dietro le reti e aspettano, spenti anche loro (Francesco "Ciccio" Giuffrida)

pagina 749
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Con De Gasperi alla testa


Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/con-de-gasperi-alla-testa

Con De Gasperi alla testa E con de Gasperi...


non si mangia la minestra
noi vogliamo un altro capo E la guerra non la vogliamo
che mantenga l'unità e nemmen chi la vuol fare
noi vogliamo lavorare
E con de Gasperi non si va - e non si va perché siam lavorator
l'è contro noi lavorator - lavorator
vogliam Togliatti E con de Gasperi...
Nenni i capi del lavor
E De Gasperi in pignata
E De Gasperi ci ha promesso e Stalin al ghi fa fuoco
ci ha promesso pane e vino e Togliatti tasta il brodo
ma De Gasperi l'è un 'sasino se l'è zevat o salà.
non mantiene l'unità
E con de Gasperi...

pagina 750
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Con De Gasperi non se magna


Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/con-de-gasperi-non-se-magna

Qui comincia la rassegna Ole olè olè...


dei ministri democristiani,
attaccati ah portafogli, All'istruzione pubblica
affamati come cani c'è san Guido Gonella,
occupato tutto il giorno
Ole ole olè, con De Gasperi non se magna, a istruire la cappella.
ole ole ole, il cancelliere arrivòle il re.
Ole olè olè...
Ministro dei trasporti
è Guido Corbellinì: Il ministro dell'industria
se magna li binari ci vien da Pontedera:
co tutti i traversini. egli è Giuseppe Togni,
amico di Scalera.
Olè olè... Ole olè olè...

A commerciar con l'estero Il feudatario Segni


han messo Merzagòra: Resta all'agricoltura:
lui sta in Brasile e ingrassa nelle nostre saccocce
e noi restamo fora, vuoi far la trebbiatura.

Olè olè... Ole olè olè...

Poi viene Mario Scelba, A bordo di un naviglio


ministro per l'interno: gridava Paolo Cappa:
prima spara sul prossimo " Merlin, rnettici il bollo,
poi prega il Padreterno. che qui tutti si pappa ".

Olè olè... Ole olè olè..,

Ministro del lavoro Einaudi, Sforza e Grassi


è Amintore Fanfani: fanno gli indipendenti,
vorra porta in Italia ma senza averne l'aria
i sistemi americani. s'arrotano già i denti,

Ole olè olè... Ole olè olè...

Per i lavori ppubblici Guida la processione,


ce sta Umberto Tupini: con il messale in mano,
farà la vita facile Alcide von De Ga peri,
a Vaselli e Manzolini. il cancelliere americano,

Ole olè olè...

Informazioni

Strofette satiriche su musica tipica da osteria, riferite ai vari governi che De Gasperi presiedette dopo l'esclusione
del PCI e del PSI. L'autore è anonimo. Ne sono state registrate diverse lezioni, una delle quali da Cesare Bermani a
Milano, nel 1964. Il ritornello era molto diffuso anche nell'Italia centrale.

pagina 751
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Congo [Ballata di Stanleyville]


(1965)
di Ivan Della Mea
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/congo-ballata-di-stanleyville

Ho letto sul giornale: La verità è un fatto


"Trecento bianchi morti; che non si può mai dire,
la furia nera nel Congo anche perchè qualcuno
uccide in libertà". forse la può capire.

Ho letto fra le righe Che me ne frega, allora,


del misero sommario: se Baldovino piange
"Quattromila negri sulla salma del bianco
uccisi dai paras". ucciso dai ribelli?

Dieci negri uccisi Sui dieci negri morti,


per ogni bianco morto su quattromila pelli,
sono l'equo rapporto non c'è un cane che pianga
per il ministro Spaak. la loro libertà

pagina 752
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Contessa
(1966)
di Paolo Pietrangeli
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/contessa

"Che roba contessa, all'industria di Aldo vogliamo vedervi finir sotto terra,
han fatto uno sciopero quei quattro ma se questo è il prezzo lo abbiamo pagato,
ignoranti; nessuno piu al mondo dev'essere sfruttato.
volevano avere i salari aumentati,
gridavano, pensi, di esser sfruttati. "Sapesse, mia cara che cosa mi ha detto
un caro parente, dell'occupazione
E quando è arrivata la polizia che quella gentaglia rinchiusa lì dentro
quei pazzi straccioni han gridato più forte, di libero amore facea professione...
di sangue han sporcato il cortile e le porte, Del resto, mia cara, di che si stupisce?
chissa quanto tempo ci vorrà per pulire...". anche l'operaio vuole il figlio dottore
e pensi che ambiente che può venir fuori:
Compagni, dai campi e dalle officine non c'è più morale, contessa..."
prendete la falce, portate il martello,
scendete giù in piazza, picchiate con Se il vento fischiava ora fischia più forte
quello, le idee di rivolta non sono mai morte;
scendete giù in piazza, affossate il se c'è chi lo afferma non state a sentire,
sistema. è uno che vuole soltanto tradire;
se c'è chi lo afferma sputategli addosso,
Voi gente per bene che pace cercate, la bandiera rossa ha gettato in un fosso.
la pace per far quello che voi volete,
ma se questo è il prezzo vogliamo la guerra, Voi gente per bene che pace cercate...

Informazioni

Scritta in occasione della prima occupazione studentesca dell'università a Roma, in seguito all'assassinio da parte
fascista di Paolo Rossi. la canzone divenne tra le più eseguite durante il Maggio del '68.

pagina 753
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Contrasto tra Damiano e il prete


Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: anticlericali
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/contrasto-tra-damiano-e-il-prete

Prete: dei ricchi e della gente che non l'hanno;


O mio caritatevole Damiano, come farebbe me lo fa sapere
tu che sei stato sempre un uomo onesto, a due che interessi avversi fanno,
io ti conobbi un tempo lontano, fare del bene e che sia giocondo
sei sempre stato savio e modesto; senza pregiudicarlo un po' il secondo.
ora ti vedo «L'unità» in mano
ed io nessun parere te l'ho chiesto, Prete:
però me l'hanno detto che sei in lista A una domanda io ti rispondo:
in testa del partito comunista. il bene va fatto per bontà del cuore,
il prenderlo per forza è un atto immondo
Damiano: ed è un violar la legge del Signore;
Sì, lei l'ha indovinata a prima vista voi pensate solo a questo mondo
sor reverendo, lei non si è sbagliato; e non pensate mai che il corpo muore,
per me questa dottrina è umanista, l'anima nostra è sempre un varco aperto
mi pento prima 'unn'essermi segnato; e per chi in vita gli ha tanto sofferto.
il benessere che ognun di noi acquista
il cancro della guerra sarà stirpato; Damiano:
così la vita è una soddisfazione , Ma se del ben dell'altro mondo è certo
porta la pace in tutte le persone. che si guadagna con le privazioni,
perché non dorme lei a cielo aperto
Prete: e non sta tutto il giorno in ginocchioni?
Ma allora tu sei contro la religione, Ma perché veste bene e sta coperto,
eppure della chiesa eri un devoto, tiene la serva e mangia dei capponi?
ancora tu vuoi fare il mascalzone, Se in ciel si sale dopo gran soffrire
al buio vuoi pescare nell'ignoto; lei che non soffre non ci può salire.
ma io che te la insegno l'educazione
voglio salvarti di cascar nel vuoto Prete:
e se ti preme salvar la tua partita Damiano, tu ti prendi troppo ardire,
preparatelo il ben per la tua vita. tu non devi guardar quel che fo io,
al prete non si deve contraddire,
Damiano: che sulla terra simboleggia Dio;
Sor reverendo, facciamola finita, ma guarda un po', ti sembra un bell'agire
non venga fuori con queste ragioni passare avanti al mistero mio
perché la società è costituita, e farmi della critica allo staccio
si compone di servi e padroni; di tutto quel ch'io dico e quel che faccio?
non me lo dica a me, che l'ho capita:
i furbi sfruttan sempre i più minchioni Damiano:
e voi legate il ricco al poveretto Fino a che i preti tenderanno il laccio
perché succeda quanto abbiamo detto. della superstizione agli incoscienti
io dirò: come il sarto, un tanto al braccio,
Prete: vendete voi le messe e i sacramenti;
Tu non conosci il nobile concetto Gesù ve lo vestite da pagliaccio
della Lega cattolica, ed è strano; per dar nell'occhio ai poveri credenti
non vedi che cerchiam Dio benedetto e della chiesa sua fate bottega;
che stenda il ricco al povero la mano, io me ne infischio della vostra Lega.
legarli insieme a un vincolo d'affetto
ma santa cosa non c'è; suvvia Damiano, Prete:
se tu parli così, mi fai sapere Damiano, ti scomunico e rinnego,
che la guerra fraterna è il tuo volere. tu che rinnegasti il bene supremo
esci dal quadro mio, tartara strega,
Damiano: ti maledico al vituperio eterno,
Pievano, sono vecchie sicutere, vai domani con gli altri a far congrega
pace giustizia affetto non saranno giù nell'ultima gorgia dell'inferno,
dove vi son delle sottane nere, la mia maledizione sia feroce e forte,

pagina 754
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ti tenga male in vita e peggio in morte. mangiare, come noi lavoreranno.

Damiano: Morale:
Per ora vado dalla mia consorte, Colmo di ira e di infernale affanno,
dai cari figli e dai compagni miei; il pievan grasso come belva umana
se a bussar Lucifero alle porte, lasciò Damiano, che chiarì l'inganno
se c'è giustizia, tocca prima a lei; di questa grave Democrazia Cristiana;
se un giorno cambierà l'umana sorte e convinto che compreso avranno
finiranno gli anni santi e Giubilei, gli operai di tutta Italia e di Toscana,
così ancora i preti, se vorranno io penso che in un giorno non lontano
tutti si debba far come Damiano.

pagina 755
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Coraggio la Democrazia Cristiana... propone le pensioni


a settant'anni
(1964)
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: sardo
Tags: comunisti/socialisti, satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/coraggio-la-democrazia-cristiana-propone-le-pensioni-settantanni

Carapezza fusilai custrintus a sopportai.


po sa vili intenzioni A settantannus...
a settantannus sa pensioni
hat propostu de donai. Po binci custa battaglia
bisongiu a essi unius
Custu maccu Direttori o dunca prus'avilius
de sa previdenza sociali si rendi custa canaglia
chidi pighidi unu mali custa vili marmaglia
non di passit su dolori da deppeus debbellai.
mancu su mellus dottori A settantannus...
non du pozzat prus curai
A settantannus sa pensioni Su notabili Carapezza
hat propostu de donai... passat fida tranquilla
su pistiddu a dua pilla
Hat fattu custa proposta puita papat pisc'e pezza
po ndi tenni mann'incomiu sa pension'e mesu pezza
inzerrau in manicomiu su poberu po affamai.
siat custu facci tosta A settantannus...
non d'atturit una costa
sana po porri campai Certu passat'a sa storia
A settantannus... su governu de ... sinistra!
Operaio totu registra
Su minadori a settantannus de sa sporca vanagloria
est prus mortu chi no biu sa pensioni e sa memoria
custu burdu scimuniu iat'a bolli liquidai.
bolli tenni gradus mannus
a chi tengat setti dannus
su zugu pozzat segai. Si torressit Di Vittoriu
A settantannus... e biessit custu dannu
unu burdellu mannu
E cust'altru della Fava... fiat in Montecitoriu;
Persona pagu seria una dose dormitoriu
inzurtendi sa miseria... si dongat po creppai.
Riputau anima brava!! A settantannus...
Su poberu in forma schiava
iat'abbolli assoggettai. Pietru Nenni e Aldu Moru
A settantannus... in su fatt'e sa pensioni
cal'e sa posizion???
Su gruppu Cumunista Chi pigais cun decoru?
dàt fatt'una domanda Punta manna a su coru
sa risposta branda branda si pighit senz'e fiatai.
hat donau a facci trista A settantannus...
pozzat perdi sa vista
po no porri camminai. S'appuntamentu è fissau
A settantannus... su bintidus'e bintitresi
de novembre giustu su mesi.
Su poberu contadinu Bint'annus s'antingannau,
cun'is manus totus callus; po biri totu cambiau
cussus gi funti traballaus sindi deppeus sbarazzai!
marrendi de continu A settantannus...
pagu pani e nudda binu

pagina 756
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Po respingi cuss'azzardu Carapezza fusilai


cest'una cosa bella: po sa vili intenzioni
falci martedd'e stella a settantannus sa pensioni
vota populu sardu hat propostu de donai.
non aspettis prus'atardu
custa genti a giubilai. Contro la dimsumana
e disonesta proposta Carapezza
VOTA COMUNISTA

Informazioni

"Goccius" in sardo (cagliaritano) sulle elezioni amministrative del 1964.

pagina 757
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De Gasperi bidendesi isoladu


(1953)
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: sardo
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/de-gasperi-bidendesi-isoladu

De Gasperi bidendesi isoladu E forma nu blocco unidamente


da es' elettorado andende male battos partidos boiados appare
farà sa legge noa elettorale ponche bode su seggiol furare
cha da e Mussolini ha copiadu. a modu insoru politicamente.

Ma si gomente solu non podia I soldistos articulos famadonna


cun Saragat s'este apparentadu sa legge des apparentamentu
e Pacciardi che fradi ada abbrazziadu du nu supera su cimbanta in chentu
e a Villabruno regalos inviadu. po premio ha noranta deputatoso.

Informazioni

Reg. di C. Bermani, Sesto San Giovanni, 1964, inf. Efisio Usai, originario di Azzara, Nuoro.
Strofe (rapantiana) cantate durante la campagna elettorale del 1953, tese a porre in evidenza i pericoli della legge
maggioritaria, la cosiddetta "legge truffa".

pagina 758
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Declaracion
(1963)
di Sergio Liberovici
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: spagnolo/castigliano
Tags: antifascisti, comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/declaracion

Yo declaro Yo declaro
- y es la pura verdad - que me encuentro en Madrid
que soy miembro del Partido Comunista. para cimplir mi deber de comunista.
No diré una palabra mas... No diré una palabra mas...
mas!

Informazioni

Il testo è stato ricavato da una dichiarazione scritta consegnata da J. G. Grimau alla polizia franchista il giorno del
suo arresto, l'8 novembre 1962:"J. G. G., nato a Madrid il 18 febbraio 1911, figlio di Enrique e Maria, dichiaro di
essere membro del Comitato centrale del Partito comunista spagnolo, e che mi trovo a Madrid per compiere il mio
dovere di comunista. Madrid, 8 novembre 1962". Il dirigente comunista spagnolo venne fucilato il 20 aprile 1963.

Vedi anche note a :


Alla memoria del compagno J. Grimau

pagina 759
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Deportees
(1948)
di Woody Guthrie
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: inglese
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/deportees

The crops are all in and the peaches are We died in your hills and we died in your
rotting deserts
The oranges are packed in the creosote dumps We died in your valleys we died on your
They're flying you back to the Mexico border plains
To pay all your money to wade back again We died 'neath your trees and we died in your
bushes
Goodbye to my Juan, goodbye Rosalita Both sides of the river we died just the same
Adios mis amigos, Jesus y Maria
You won't have a name when you ride the big Goodbye to my Juan, goodbye Rosalita
airplane Adios mis amigos, Jesus y Maria
All they will call you will be deportees You won't have a name when you ride the big
airplane
My father's own father, he waded that river All they will call you will be deportees
They took all the money he made in his life Some of us are illegal, and others not wanted
My brothers and sisters come working the Our work contract's out and we have to move
fruit trees on
They rode the big trucks till they lay down But it's six hundred miles to that Mexican
and die border
They chase us like outlaws, like rustlers,
Goodbye to my Juan, goodbye Rosalita [like thieves.
Adios mis amigos, Jesus y Maria
You won't have a name when you ride the big Goodbye to my Juan, goodbye Rosalita
airplane Adios mis amigos, Jesus y Maria
All they will call you will be deportees You won't have a name when you ride the big
airplane
The skyplane caught fire over Los Gatos All they will call you will be deportees
Canyon
A fireball of lightning, and it shook all the Is this the best way we can grow our big
hills orchards
Who are these comrades that died like the dry Is this the best way we can grow our good
leaves fruit
The radio tells me they're just deportees To fall like dry leaves and rot on the top
soil
Goodbye to my Juan, goodbye Rosalita and be called by no name except "deportee"
Adios mis amigos, Jesus y Maria
You won't have a name when you ride the big Goodbye to my Juan, goodbye Rosalita
airplane Adios mis amigos, Jesus y Maria
All they will call you will be deportees You won't have a name when you ride the big
airplane
All they will call you will be deportees.

Informazioni

Woody Guthrie scrisse il testo di questa canzone, che fu poi musicata, dieci anni dopo, da Martin Hoffman, e
cantata per la prima volta da Pete Seeger nel 1958. Il 28 gennaio del 1948, in un incidente aereo in California,
vicino al confine con il Messico, persero la vita 28 "deportati", ovvero 28 lavoratori messicani che stavano per
essere forzatamente rimpatriati.

pagina 760
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Dove vola l'avvoltoio?


(1958)
di Italo Calvino, Cantacronache
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/dove-vola-lavvoltoio

Un giorno nel mondo L'avvoltoio andò ai tedeschi


finita fu l'ultima guerra, e i tedeschi disse: "No
il cupo cannone si tacque avvoltoio vola via,
e più non sparò, avvoltoio vola via.
e privo del tristo suo cibo Non vogliam mangiar più fango,
dall'arida terra, odio e piombo nelle guerre,
un branco di neri avvoltoi pane e case in terra altrui
si levò. non vogliamo più rubar".
Dove vola l'avvoltoio?
avvoltoio vola via, Dove vola l'avvoltoio...
vola via dalla terra mia,
che è la terra dell'amor. L'avvoltoio andò alla madre
e la madre disse: "No
L'avvoltoio andò dal fiume avvoltoio vola via,
ed il fiume disse: "No, avvoltoio vola via.
avvoltoio vola via, I miei figli li dò solo
avvoltoio vola via. a una bella fidanzata
Nella limpida corrente che li porti nel suo letto
ora scendon carpe e trote non li mando più a ammazzar"
non più i corpi dei soldati
che la fanno insanguinar". Dove vola l'avvoltoio...

Dove vola l'avvoltoio... L'avvoltoio andò all'uranio


e l'uranio disse: "No,
L'avvoltoio andò dal bosco avvoltoio vola via,
ed il bosco disse: "No avvoltoio vola via.
avvoltoio vola via, La mia forza nucleare
avvoltoio vola via. farà andare sulla Luna,
Tra le foglie in mezzo ai rami non deflagrerà infuocata
passan sol raggi di sole, distruggendo le città".
gli scoiattoli e le rane
non più i colpi del fucil". Dove vola l'avvoltoio...

Dove vola l'avvoltoio... Ma chi delle guerre quel giorno


aveva il rimpianto
L'avvoltoio andò dall'eco in un luogo deserto a complotto
e anche l'eco disse "No si radunò
avvoltoio vola via, e vide nel cielo arrivare
avvoltoio vola via. girando quel branco
Sono canti che io porto e scendere scendere finché
sono i tonfi delle zappe, qualcuno gridò:
girotondi e ninnenanne,
non più il rombo del cannon". Dove vola l'avvoltoio?
avvoltoio vola via,
Dove vola l'avvoltoio... vola via dalla testa mia...
ma il rapace li sbranò.

pagina 761
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E forza comunisti
di Mario Andreini
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/e-forza-comunisti

E forza comunisti di tutto il mondo e aborrire tutti i capitani


leghiamo tutta l'idea in questa schiera: e nella vita vivere tutt'eguali.
levar lo sfruttatore e il vagabondo Dagli un giro di rota senza egoismo,
perché nun torni la camicia nera, fra dieci anni nel mondo c'è il comunismo.

pagina 762
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E la si liscia
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: anticlericali
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/e-la-si-liscia

E la si liscia la si fa bella Torna il marito da lavorare


ma per andare al convento dei fra' trova la moglie a letto che ma mal

Quando l'arriva in cima a i' convento Subito lesto chiama il dottore


bella sposina passate di qua porvera figlia che male che ha

La prima cosa che gli domanda Se vuoi guarire di questo male


vostro marito dove l'avete devi lasciare il convento dei fra'

Il mio marito è a lavorare Direi piuttosto cento rosari


state sicuri che a casa non c'è ma che lasciare il convento dei fra'

Male di testa malinconia Il suo marito prende il bastone


povera figlia che male che ha tippete tappete fuori di qua

pagina 763
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E lu menestre Cololombe
(1963)
di Giuseppe Miriello
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: lucano
Tags: lavoro/capitale, emigrazione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/e-lu-menestre-cololombe

E lu menestre Colombe ha fètte lu progette, Stèteve attente e voi la pop'lazione,


e lu menestre Colombe ha fètte lu progette, 'mparateve a legge e scrive
ha fètte lu progette pe li disoccupète. pe' difèndeve dai patrone.

Stèteve attente e voi la pop'lazione, Tutt'i disoccupète dai mugghieri l'ha


'mparateve a legge e scrive separète,
pe' difèndeve dai patrone. tutt'i disoccupète dai mugghieri l'ha
separète,
Tutt'i disoccupète dai mugghieri l'ha ha fètte lu bollettine
separète, alla Germania l'have mannète.
tutt'i disoccupète dai mugghieri l'ha
separète, Stèteve attente e voi la pop'lazione,
dai mugghieri l'ha separète, 'mparateve a legge e scrive
a lu confine l'have mannète. pe' difèndeve dai patrone.

Informazioni

Raccolta a Matera nel 1963, informatore Eustachio Fiore

pagina 764
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E poi ci chiamavano teddy boys


(1963)
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/e-poi-ci-chiamavano-teddy-boys

Fascisti e missini col capo Michelini E poi poi poi ci chiamavano teddy boys
appoggiati da Tambroni facevan da padroni
E poi poi poi ci chiamavano teddy boys E piazza de Ferrari in un attimo fu presa
fascisti e celerini chiedevano la resa
Teatro Margherita volean fare il congressone E poi poi poi ci chiamavano teddy boys
ma c'eran i genovesi armati di bastone
E poi poi poi ci chiamavano teddy boys Il 30 giugno è un giorno che passera alla
storia
Le strade e le traverse tutte erano sbarrate perché la Resistenza coperta fu di gloria
per proteggere i fascisti e le loro buffonate E poi poi poi ci chiamavano teddy boys

Informazioni

Canzone popolare sul luglio '60 a Genova, si canta sulla melodia delle Strofette del general Cadorna

pagina 765
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E' festa d'aprile


(1948)
di Franco Antonicelli
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti, comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/e-festa-daprile

E' già da qualche tempo che i nostri alza il braccio destro al saluto romano.
fascisti ma se per caso incontra partigiani
si fan vedere poco e sempre più tristi, per salutare alza entrambe le mani.
hanno capito forse, se non son proprio tonti,
che sta arrivare la resa dei conti. Forza che è giunta l'ora, infuria la
battaglia...
Forza che è giunta l'ora, infuria la In queste settimane, miei cari tedeschi,
battaglia maturano le nespole persino sui peschi;
per conquistare la pace, per liberare l'amato Duce e il Fuhrer ci davano per morti
l'Italia; ma noi partigiani siam sempre risorti.
scendiamo giù dai monti a colpi di fucile;
evviva i partigiani! è festa d'Aprile. Forza che è giunta l'ora, infuria la
battaglia...
Nera camicia nera, che noi abbiam lavata,
non sei di marca buona, ti sei ritirata; Ma è già da qualche tempo che i nostri
si sa, la moda cambia quasi ogni mese, fascisti
ora per il fascista s'addice il borghese. si fan vedere spesso, e non certo tristi;
forse non han capito, e sono proprio tonti,
Forza che è giunta l'ora, infuria la che sta per arrivare la resa dei conti.
battaglia...
Forza che è giunta l'ora, infuria la
Quando un repubblichino omaggia un germano battaglia...

Informazioni

Brano nato dall'elaborazione degli stornelli trasmessi da Radio Libertà, la sola emittente radiofonica rivolta al
pubblico (quindi non esclusivamente militare) gestita dai partigiani. Trasmise nel Biellese dall'autunno '44 al 19
aprile 1945.
Le trasmissioni comprendevano anche una parte musicale eseguita da una piccola orchestra e da un coro stabili
che elaboravano stornelli, utilizzati come intermezzo nella lettura dei bollettini di guerra partigiani, delle notizie su
avvenimenti locali e nazionali di rilievo, di lettere e saluti a casa ecc.

Fonte: G. Lanotte, "Cantalo forte. La Resistenza raccontata dalle canzoni", Nuovi Equilibri Stampa Alternativa 2006.

(Saluti, Francesca)

pagina 766
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Ed or gridiamo evviva a tutti i morti


Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ed-or-gridiamo-evviva-tutti-i-morti

Ed or gridiamo evviva a tutti i morti anche a quelli che non ho conosciuto


che per la libertà han combattuto
il vento il mio saluto a tutti porti Ed ora tutto - il mondo griderà
invece delle bombe - dateci libertà

Informazioni

Sestina raccolta a Rosignano Marittimo durante le celebrazioni per il centenario della morte di Pietro Gori (inverno
2011) da un anonimo informatore, sull'aria della Giulia (detta anche del Batacchi)

pagina 767
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El diluvi
(1966)
di Ivan Della Mea
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: milanese
Tags: ambiente
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/el-diluvi

Te se ricordet, Gioan, del diluvi doa gh’era i cà, el gran e poeu la vita
de l’inverno cinquantun-cinquantaduu: adess gh’è acqua e acqua e poeu dolor.
– ALLUVIONE – su tucc i giornaj
– IN POLESINE – in tucc i edizion E mi hoo vist, Gioan, a la stazion
– IL PO STRARIPA – giò acqua! fagott e fioeu e mocol, “Mondo boja!”
– IL PO IN PIENA e la speranza l’è vizi e religion,
– CASE ALLAGATE DISPERSI A CENTINAIA – e quela gent de sperà g’ha minga voeuia.
riva i pompieri e riva anca l’esercit CAMPO PROFUGHI DI GRECO, una scuola,
a fermà ‘l Po con sabia e ball de paja. i han piantaa là ind ona quaj manera
e preti e suore intorn a fà la spola
E poeu le foto, Gioan, te se ricordet, e di cartell VIETATO BESTEMMIARE.
galline e cani e mucche nella fanga,
la gent quatada là in cima ai tecc El pret ‘lè ‘ndaa da vun: «’Ndemm a pregà,
(l’è on gran silensi d’acqua e de dolor)… gh’è’l paradis, prega!», ‘l g’ha propost;
Se gh’è de dì, Gioan?, me par nient’alter, e quel là ‘l s’è traa su: «Mi sont danaa,
i mort hinn mort, i viv mort anca lor, mi sont già mò a l’inferno!», ‘l g’ha
rispost.

Informazioni

tratto dal disco "Io so che un giorno" - 1966 ed. I dischi del sole.

Il canto racconta è dedicato alla tragica alluvione del Polesine del 1951.

Fa parte del ciclo di canti nel quale l'autore parla a Gioan (Gianni Bosio).

pagina 768
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El me gatt
(1962)
di Ivan Della Mea
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: milanese
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/el-me-gatt

A l'han trovàa distes in mezz a i orti dopo mezzdì, quand lee la torna a cà
i oeucc a eren ross e un poo sversàa ghe sont rivàa adrée a la barbona
me piasaria savè chi l'è quel ostia e su la gamba giusta giò legnàa.
che al me gatt la panscia al g'ha sbusàa.
Ho sentù on crach de ossa rott
L'era insci bell, insci simpatich l'è 'ndada in terra come on fagott
negher e bianch, propri on belée lee la vosava «oi mamma mia»
se ciapi quel che l'ha copàa me sont stremì, sont scapàa via
mi a pesciàa ghe s'ceppi 'l dedrée.
Stasera voo a dormì al riformatóri
I amis m'han dit «L'è stada la Ninetta in quel di Filangieri al numer duu
quella cont la gambetta sifolina m'han dàa del teddy-boy, del brutt demoni
l'emm vista in mezz a i orti ier matina mi sont convint istess d'avegh reson.
che la lumava 'l gatt cont on cortel».
Se g'hoo de divv, o brava gent
L'è malmostosa, de bruta cera, de la Ninetta me frega niént
e l'ha g'ha on nas svisser e gross l'è la giustissia che me fa tort
vedella in gir fa propi péna Ninetta è viva, ma el gatt l'è mort,
e tucc i fioeu ghe dann adoss.
l'è la giustissia che me fa tort
Incoeu a l'hoo spetada in via Savona Ninetta è viva, ma el gatt l'è mort.

pagina 769
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El pueblo [Paseaba el pueblo sus banderas rojas]


(1957)
di Violeta Parra
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: spagnolo/castigliano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/el-pueblo-paseaba-el-pueblo-sus-banderas-rojas

Paseaba el pueblo sus banderas rojas Juntos en la unidad hecha en silencio,


y entre ellos en la piedra que tocaron eran el fuego, el canto indestructible,
estuve en la jornada fragorosa el lento paso del hombre en la tierra
y en las altas canciones de la lucha. hecho profundidades y batallas.
Vi como paso a paso conquistaban. Eran la dignidad que combatía
Sólo su resistencia era camino, Lo que fue pisoteado, y despertaba
Y aislados eran como trozos rotos como un sistema, el orden de sus vidas
De una estrella, sin bocas y sin brillo. que tocaban la puerta y se sentaban
En la sala central con sus banderas.

Informazioni

Il testo di questo canto si ispira all'opera poetica "Canto general" di Pablo Neruda, pubblicata in Messico nel 1950

pagina 770
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Ero un consumatore
(1960)
di Fausto Amodei, Cantacronache
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ero-un-consumatore

Ero un bravo cittadino senza ubbie ha messo, anziché cemento, gesso;


e badavo solamente a cose mie: con cura ha ridotto l'armatura
davo il voto a chi sedeva già al potere e così l'appartamento
per timor d'avere qualche dispiacere; con struttura di cemento
concordavo col padrone e la Questura una notte sulla testa mi crollò.
su un progresso senza l'ombra d'avventura.
La mia pace fu, però, pregiudicata, *
per il fatto che mi piace l'insalata.
E così, per questa storia sfortunata,
La condivo con genuino olio d'olivo; mi trovai colla salute rovinata,
ero ignaro ch'era olio di somaro, e mia moglie mi privò del proprio affetto
messo insieme a carogne di balene; e restai senza famiglia e senza tetto;
l'olio è sterilizzato, immerso in una gran disperazione,
contraffatto e adulterato, cercai conforto nella religione,
reni, fegato e budella mi schiantò. sperando di ottener consolazione
in atti di profonda devozione.
Per escludere del tutto dai miei pasti
il pericolo di condimenti guasti, Ma, pensate!
fui costretto a eliminar dalla cucina Le candele eran truccate:
burro, lardo, grasso, strutto e margarina. dopo un poco non facevano più fuoco.
Ed a forza di pensare, infine volli Che disdetta! Anche l'acqua benedetta
far la prova di mangiare solo polli: era stata mescolata
polli lessi, fatti in pentola, alla buona, con dell'acqua sconsacrata
con dell'acqua, sale, pepe e qualche aroma. che, per sempre, la mia anima dannò.

Ma i pollastri son più grassi se li castri,


e i capponi son castrati con gli ormoni, *
che son cose sempre un po' pericolose, Fui convinto d'aver perso la partita,
tant'è vero che io, adesso, non cercai più alcun conforto, dalla vita;
sono lì per cambiar sesso mi decisi, lì per lì, di farle corte,
e una femmina tra un po' diventerò. e cercare quel conforto dalla morte.
Sono andato in farmacia una mattina,
Abitavo in un moderno appartamento ho comprato mezzo chilo di stricnina,
con struttura "a faccia vista" di cemento, poi mi son nascosto, presso il Cimitero,
marmo rosa nel soggiorno e nell'ingresso e ho mangiato il mezzo chilo, tutto intero.
e mosaico rosso e verde dentro il cesso;
il mobilio, per mio gusto personale, Or saprete come mai qui mi vedete,
era in stile barocchetto e chippendale, ben vivo, sano, trullare e giulivo:
ma convenni, poi, con grossa delusione, per dire come tutto andò a finire
che l'alloggio era di speculazione. la stricnina ingurgitata
era stata adulterata
L'impresa, per ridurre un po' la spesa, e soltanto una diarrea mi procurò.

pagina 771
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Evviva il Natale
(1966)
di Nanni Svampa
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/evviva-il-natale

A mio papà due cravatte, Stamattina ci ha chiamati


ne bastava anche una: nell'ufficio del padrone,
non ha messo su nemmeno siamo usciti, indovinate,
quella dell'anno prima. con in mano il panettone,
A mia mamma guanti lunghi, meno male che è piccino,
di riguardo, in seta nera pare sia congiunturale
si, però dovrei convincerla forse non è neanche il caso
ad uscire qualche sera. di inchinarsi e ringraziare.

Evviva il Natale Evviva il Natale


ci vogliamo bene ci vogliamo bene
tra un po' c'è Capodanno tra un po' c'è Capodanno
auguri di buon anno auguri di buon anno
poi verrà l'Epifania poi verrà l'Epifania
tutte le feste le porta via. tutte le feste le porta via..

Per te un foulard sportivo Nelle sedi dei giornali


con un profumo con due dischi: si preparano i cenoni
oh Madonna, che distratto, per un giorno mangeranno
non hai il giradischi. anche i poveri e i barboni
Tu m'hai regalato un “tranch” per calmare la coscienza
sembro un commilitone e non aumentare il rischio
non si può neanche cambiarlo, si fa nascere e morire
era in liquidazione! il giorno dopo Gesù Cristo.

Evviva il Natale Abbasso il Natale


ci vogliamo bene aumentano le spese
tra un po' c'è Capodanno fortuna che non viene
auguri di buon anno trenta volta al mese.
poi verrà l'Epifania Poi verrà l'Epifania
tutte le feste le porta via. tutti i vecchi li porta via

Informazioni

Cantata anche con I Gufi, lo storico gruppo di cui Svampa faceva parte, incisa nell' LP Il teatrino dei Gufi n°2, EMI-
Columbia, 1966

pagina 772
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Eye of Destruction
(1965)
di P.F. Sloan
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: inglese
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/eye-destruction

The eastern world it is explodin', it knows no regulation,


Violence flarin', bullets loadin', Handful of Senators
You're old enough to kill don't pass legislation,
but not for votin', And marches alone
You don't believe in war, can't bring integration,
what's that gun you're totin', When human respect is disintegratin',
And even the Jordan river This whole crazy world
has bodies floatin', is just too frustratin',
But you tell me over and over And you tell me over and over
and over again my friend, and over again my friend,
Ah, you don't believe Ah, you don't believe
we're on the eve of destruction. we're on the eve of destruction.

Don't you understand, Think of all the hate


what I'm trying to say? there is in Red China!
Can't you see the fear Then take a look around
that I'm feeling today? to Selma, Alabama!
If the button is pushed, Ah, you may leave here,
there's no running away, for four days in space,
There'll be no one to save But when your return,
with the world in a grave, it's the same old place,
Take a look around you, boy, The poundin' of the drums,
it's bound to scare you, boy, the pride and disgrace,
And you tell me over and over You can bury your dead,
and over again my friend, but don't leave a trace,
Ah, you don't believe Hate your next-door-neighbour,
we're on the eve of destruction. but don't forget to say grace,
And you tell me over and over
Yeah, my blood's so mad, and over and over again my friend,
feels like coagulatin', you don't believe
I'm sittin' here, just contemplatin', we're on the eve of destruction.
I can't twist the truth, you don't believe
we're on the eve of destruction.

Informazioni

Uno degli inni della contestazione alla guerra in Vietnam, portato al successo da Barry Mc Guire. La melodia servì
come base per L'ora del fucile, di Pino Masi, con un testo volutamente diverso.

Fonte

pagina 773
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Figlia ti voglio dare


Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti, satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/figlia-ti-voglio-dare

"Figlia ti voglio dar un giovane fascista "Un giovane liberale non lo voglio no"
(3x)" "Perché? Perché?"
"Un giovane fascista non lo voglio no" "Perché tutta la notte lui vuole conquistare
"Perché? Perché?" Un giovane liberale non lo voglio no"
"Perché tutta la notte col manganello in
vista "Figlia ti voglio dar un democristiano (3x)”
Un giovane fascista non lo voglio no" "Un democristiano non lo voglio no"
"Perché? Perché?"
"Figlia ti voglio dar un repubblicano (3x)" "Perché tutta la notte lui sogna il Vaticano
"Un repubblicano non lo voglio no" Un democristiano non lo voglio no"
"Perché? Perché?"
"Perché tutta la notte con l'edera in mano "Figlia ti voglio dar un giovane comunista
un repubblicano non lo voglio no" (3x)"
"Un giovane comunista io lo voglio si"
"Figlia ti voglio dar un giovane liberale "Perché? Perché?"
(3x)" "Perché tutta la notte si parla di rivista
un giovane comunista io lo voglio si"

Informazioni

Strofette da caserma, rielaborate in senso politico

pagina 774
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Forza Giuan l'idea non è morta


(1969)
di Ivan Della Mea
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/forza-giuan-lidea-non-e-morta

Basta sperare, Franco, amico mio! E Viva Mao grido anch'io, nel vento,
La ruota gira, il mondo è ben rotondo. vento dell'est, un coro, un'idea.
La luna, invece, Cristo, è fatta a pera: sperare è idiota! Fare!... e sul momento!
chi spera campa a giorno e muore a sera. Quale momento fare, Della Mea?
Le novità? Un anno senza canto, Un anno, Franco, e poi mi volto indietro:
un anno di silenzi per capire! un mare di bandiere lacerate
Non volli più sperare, nè cantare. da bimbi vecchi, rotti al vecchio gioco
Giuan è morto senza riso o pianto. d'essere capi, con il gregge addietro.
E' morto di vecchiaia, al primo grido: E ogni gregge ha la sua bandiera;
"Bandiera Rossa!" a Roma e a Milano. rossa il P.C.I. e ricucita a toppa.
Un vento nuovo corre per l'Italia. E come t'ho parato, patà, il culo
Giuan è morto. Franco è chi non sbaglia! del capo che li guida... e ha la rotta!
Un vento nuovo, Franco, e non ha tempo, Sperare è idiota? Forse! Ma io dico
non ha momento scrivere canzoni: che l'uomo nuovo, a me, è una speranza.
è l'ora della lotta, delle azioni. E' tutta mia, so sperar da solo!
Crepa Giuan, crepa e son contento! Di capi, greggi e toppe ne ho abbastanza.
Basta sperare, Franco, amico mio! Sperare è idiota? Forse!... Non m'importa,
Il giorno giusto sembra non lontano, già oggi siamo in tanti, una lega.
sperare è idiota. "Fare!" grido io: Angela, io,... Due? Che mi frega?
"Fare che cosa?", fare Viva Mao! Forza, Giuan, l'idea non è morta!
Forza, Giuan, l'idea non è morta!

Informazioni

Il secondo brano, per altro strettamente connesso al primo (Venne Maggio), per quanto riguarda formulario e
contenuto, dell'album di crisi ideologica di Ivan Della Mea, "Il rosso è diventato giallo". In questa canzone il
cantautore cerca una via alternativa ai "greggi", alle "toppe" e ai "capi" partitici, convenzionali e che fino ad allora
si sono rivelati fallimentari. Di un attualità sconvolgente! (Salvo Lo Galbo)

pagina 775
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Fusiles contra el patrón


(1964)
di Chicho Sánchez Ferlosio
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: spagnolo/castigliano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/fusiles-contra-el-patron

Ganaron los nacionales, De madera el ataud.


perdimos los españoles.
Ganaron los capitales ¡Ay!, capitán general
la guerra contra los hombres. de la tierra y el aire,
Perdimos los españoles. del aire y el mar.

¡Ay!, capitán general Obreros y campesinos,


de la tierra y el aire, fusiles contra el patrón.
del aire y el mar. Es guerra contra nosotros
la paz de la explotación.
Las cadenas son de hierro, Fusiles contra el patrón.
de madera el ataud.
Si la guerra trajo muerte ¡Ay!, capitán general
la paz trajo esclavitud. de la tierra y el aire,
del aire y el mar.

pagina 776
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Gallo rojo, gallo negro [Lo dos gallos]


(1964)
di Chicho Sánchez Ferlosio
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: spagnolo/castigliano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/gallo-rojo-gallo-negro-lo-dos-gallos

Cuando canta el gallo negro Ay, si es que yo miento...


es que ya se acaba el día.(2)
Si cantara el gallo rojo Se miraron cara a cara
otro gallo cantaría.(2) y atacó el negro primero.(2)
El gallo rojo es valiente
Ay, si es que yo miento, pero el negro es traicionero.(2)
que el cantar que yo canto
lo borre el viento. Ay, si es que yo miento...
Ay, qué desencanto
si me borrara el viento Gallo negro, gallo negro,
lo que yo canto. gallo negro, te lo advierto:(2)
no se rinde un gallo rojo
Se encontraron en la arena más que cuando está ya muerto. (2)
los dos gallos frente a frente.(2)
El gallo negro era grande Ay, si es que yo miento...
pero el rojo era valiente.(2)

Informazioni

Canto di protesta antifranchista intorno al 1964 (data precisa ancora da verificare)e incisa insieme ad altre sue
canzoni in Svezia,nell'anonimato per ragioni di sicurezza. Nel 1978 è inclusa nell' LP A contratiempo, che viene poi
riedito su cd nel 2007.

pagina 777
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Gira e rigira
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: anticlericali
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/gira-e-rigira

Gira e rigira il mondo in un'ora ha formato una cricca


lo scudo crociato cadrà con la chiesa e il vaticano
il clero più nei parrochi viene a parlar di religione
propaganda non fa che ti vogliono alludere
perchè l'avversario troverà questo pugno di buffone

Cari cattolichi signor clericali Mia cara non m'alludi più


smettetela di dire falsità con le chiacchere che mi vieni
perchè altrimenti a raccontare di Gesù
la cosa va male e finirà vai lavorare in fattoria
che nessuno vi salverà che lo Stato ti paga
ti scorderai la sagrestia
Il partito democristiano

pagina 778
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Ha detto De Gasperi a tutti i divoti


di De Marco
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: calabrese
Tags: satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ha-detto-de-gasperi-tutti-i-divoti

Ha detto De Gàspere a tutti i divoti m'avete a dire ca signu pazzu.


dàtemi u voto e non ci pinzate.
Lu voto chi vua mi date Nun signu pazzu né testa di rapa
lu paradiso vi l'accattate. ca pazzu è chillu chi volu lu papa.
Vi l'accattate ppe vitam aeternam Lu papa ha ditto pòari pizzienti
jennu raminghi ccu na linterna. salvaci l'anima e tìraci i dienti.
Tìraci i dienti ppe non mangiari
A ppe dispietto dei comunisti tàppaci 'a vucca ppe non fumà.
chi vonno a morte dei capitalisti.
I capitalisti nui a ci vulemo Io né li dienti l'aiu tirate
si no a sso munnu cume suffremo? e né la vucca m'aiu tappatu.
'Bbiato chi soffre, a dissi Piu, Mi l'aiu lassata ppi cc'incantà
di fare soffrire ci pienzo io. avanzi di ziti ppe 'unn'accattà
ppe 'unn'accattare nemmenu na sarda
Vi fazzu fare na cura sto vierno ppe penitenza rrobba si guarda.
ma se murite nun gghiate a lu infìerno.
A lu infierno arrasusìa. Quannu si guarda c'è l'abbundanza
meglio murire di checchisìa. ca pu sperare e t'inchi la panza.
Di checchisìa nun mora a nissuno T'inchi la panza asciutta
supa na lunga cura e dijuno. si ti lamienti ssi farabuttu.
Si farabuttu senza cuscienza
Co'u dijunare sun fatti li santi a nnomu du papa ti bbenedicu.
no co 'u mangiari brutt'ignorante
brutte ignorante ch' 'un capisciti Ti bbenedicu gran populuni
chi mi parrati quannu 'un sapete. ca si legatu ccu su curdunu.
Quannu 'un sapete chillu chi fazzu Sii cristiane e statti cuntientu
ti salvi l'anima e campi di viento.

pagina 779
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Hasta siempre comandante


(1965)
di Carlos Puebla
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: spagnolo/castigliano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/hasta-siempre-comandante

Aprendimos a quererte con soles de primavera


desde la historica altura para plantar la bandera
donde el sol de tu bravura con la luz de tu sonrisa.
le puso cerco a la muerte.
Aqui ...
Aqui se queda la clara,
la entrañable transparencia Tu amor revolucionario
de tu querida presencia, te conduce a nueva empresa,
comandante Che Guevara. donde esperan la firmeza
de tu brazo libertario.
Tu mano gloriosa y fuerte
sobre la historia dispara, Aqui ...
cuando todo Santa Clara Seguiremos adelante
se despierta para verte. como junto a ti seguimos
y con Fidel te decimos:
Aqui ... "Hasta siempre, Comandante!"

Vienes quemando la brisa Aqui ...

Informazioni

Scrita alla viglilia della partenza di Ernesto Che Guevara per la Bolivia

pagina 780
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I girasoli
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti, lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/i-girasoli

La Comune è una vite rigogliosa, La Comune è un sole rosso,


i suoi membri i frutti succosi: ogni membro un girasole:
come la pianta e il frutto uniti, questi fiori sono rivolti verso il sole,
crescono la Comune e i suoi membri. questi fiori più di macine son grossi.
Robusto il ceppo, sana la pianta, Sfideremo il vento, sfideremo la pioggia,
dolci e dorati pendono i grappoli. ma la Comune non la lasceremo.

Essa unisce le nostre famiglie, Questo sole ci scalda la casa,


comune è il raccolto per cui lavoriamo; esso unisce le nostre famiglie;
l'unione significa la forza, noi amiamo la nostra Comune,
il raccolto dipende dal nostro sudore. noi seguiamo il nostro Partito;
La prosperità viene dal lavoro di tutti, sbocciato è il fiore della rivoluzione
esultano i membri della Comune popolare. dal fondo dei nostri cuori.

Informazioni

Dall' EP:
L'Oriente è rosso 1949-1966Canti della Rivoluzione cinese e della Repubblica Popolare
Cori popolari di Pechino - a cura di M. L. Straniero

Da "La musica dell'altra Italia", sito non più online.

pagina 781
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I just want to sing your name


(1946)
di Woody Guthrie
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: inglese
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/i-just-want-sing-your-name

Oh Sacco Sacco, Oh Nicola Sacco Oh Sacco I don’t want to sing your name.
Sacco
I just want to sing your name. Bart Vanzetti and Nicola Sacco
Bart Vanzetti and Nicola Sacco
Sacco Sacco Sacco Sacco Sacco, Oh Sacco, Come here looking for the land of freedom
Nicola Sacco Sacco I just want to sing your name.
I just want to sing your name.
Vanzetti sold fish around the Plymouth Harbor
Oh Rosie Rosie Oh Miz Rosie Sacco Oh Rosie Sacco was a shoe factory’s best shoe-cutter
Rosie all of my sons and all of my daughters
I just want to sing your name. they’re gonna help me sing your name.

I never did see you see you I never did get Oh Sacco Sacco Hey Bart Vanzetti
you see you Your wife and kids and all your family
I just heard your story story I just want to sing your name.
And I just want to sing your name.
Oh Sacco Vanzetti Hey Sacco Vanzetti
Hey hey Bart Vanzetti Hey hey Bart Vanzetti Hey Nicola Sacco, Bart Vanzetti
You made speeches for the workers workers I just want to sing your name.
Well I just want to sing your name.
Oh oh oh ho ho ho
Hey judge Webster Thayer Yes yes yes yes yes yes
Ho ho judge Webster Thayer Yes yes yes yes yes yes
Hey hey old judge Webster Thayer Well I just want to sing your name.

pagina 782
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I leventis
(1965)
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: greco
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/i-leventis

San don aitó phteroúgaye Sphaloún da mátia ke i kardhiés


sti stráta sphaloún da parathýria
ton gamarón’i yitoniá metá hymái o hárondas kavála
sta parathýria ke kínos hamoyélaye.
me hamilá ta mávra tou ta mátia Pios katevéni símera ston Adhi?
levéndis erovólaye. Pios kouvendiáz’i yitoniá ke
Sta mátia tou éna sýnepho anandariázi?
mes sti kardhiá tou sídhero. Yiatí vouvénonde vouná ke kámbi?
Kylái to éma, sképase ton ílio Levéndis erovólaye.
ke o háros erovólaye.

Informazioni

Una canzone popolare sull'assassinio di Sotiris Petrulas; fu intonata dalla folla durante i suoi funerali. Porta come
sottotitolo Leventis erovolaye infatti la canzone è in forma di λεβενταρι ("levendarià", o "canto eroico"), antico
componimento in onore degli eroi caduti che affonda le sue radici nell'Ellade medievale più profonda. Il termine
Λεβεντης decretato a Sotiris Petrulas deriva, attraverso il turco levend, dal veneziano antico leventi nel senso di
"pirati del Levante" (Riccardo Venturi)

La trascrizione di massima in caratteri latini basata sull'effettiva pronuncia è a cura di Riccardo Venturi

pagina 783
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I patti colonici
(1953)
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/i-patti-colonici

Contadino: non ci sarà padroni


È finita la cuccagna e tutti quanti a lavorar
caro signor padrone
hai visto la figura Padrone:
che hai fatto all'elezione; Magari fosse vero
hai fatto quarantanove divenire tutti uguali
invece del cinquantun lavorare per lo Stato
così dentro la trappola e abolire i capitali,
non c'è entrato nessun sotto la disciplina,
la miseria e povertà
Padrone: ti pentiresti presto
Di queste cose, o contadino, uomo senza libertà
non ti devi interessare
soltanto il podere Contadino:
tu devi lavorare Sono tutte fandonie,
lo devi coltivare quel che lei racconta adesso
con tenacia a passion noi siamo per il lavoro,
così alla fin dell'anno per il vero progresso;
io incasso dei milion se retta a voi signori
ancora si darà
Contadino: si manerà cipolla,
E con le sue pretese saraga e baccalà
d'incassar molti quatrini
e far lavorà forte Padrone:
noi poveri contadini Ora tu ti lamenti
non ci fa mai i conti che il brodo è troppo grasso
per non darci i denar hai uova, latte e galline
e i patti colonici e n bel maiale grasso,
da cent'anni son da far la serva e il servitore
ed anche il boar
Padrone: sul povero padrone
Tu caro contadino continui a grattar
sei troppo prepotente
parlare in questo modo Contadino:
tu non capisci niente Basta signor padrone,
ti ho motorizzato lei ha parlato troppo
per meno faticar ci rivedremo alle elezioni
hai la moto e l'automobile del novecentosettantotto
e continui a brontolar. la vittoria del lavoro
certo non mancherà
Contadino: la vera uguaglianza
È giusto signor padrone allora si vedrà
che anche noi lavoratori
possiamo i comodi insieme:
che avete voi signori; La vittoria del lavoro
presto verrà quel giorno certo non mancherà
saremo tutti ugual la vera uguaglianza
allora si vedrà

Informazioni

Di autore ignoto. Versione dei Fratelli Marsella di Velletri. Registrazione dal vivo 1976 di Corrado Lampe e Pietro

pagina 784
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Lolletti. Gli esecutori hanno dichiarato di averla appresa in occasione di feste o altre iniziative di partito. La
canzone risale al periodo della "legge truffa" (1953). Evidentemente nell'ultima strofa l'anno delle elezioni
incombenti è stato modificato al momento. (Corrado Lampe)

pagina 785
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If nothing happens
(1951)
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: inglese
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/if-nothing-happens

If nothing happens beside the music of the water


they will electrocute us the peacefulness of nature,
right after midnight she will enjoy it very much
therefore here I am as you will surely too
right with you But son, you must remember:
with love and with open heart, don’t use all yourself
as I was yesterday but down yourself
Don’t cry Dante just one step
for many many tears to help the weak ones at your side.
have been wasted The weaker ones,
as yours mothers tears that cry for help,
have already wasted they are yours friends,
for seven years the persecuted and the victims,
and never did any good they are the comrades that fights
So, son, instead of crying friends of yours and mine,
be strong, be brave Yes, and sometimes fall.
so as to be able Just as your father,
to comfort your mother your father and Bartolo
And when you want have fallen
to distract her have fought and fell
from the discouraging soulness yesterday
take her for a long walk for the conquest of the joy
in the quiet countryside of freedom for all
gathering flowers In the struggle of life you’ll find
here and there you’ll find more love
And resting under And in the struggle
the shade of trees you will be loved also.

Informazioni

Testo dell'ultima lettera di Nicola Sacco al figlio Dante (22 agosto 1927) - traduz. in inglese di anonimo - musica di
Pete Seeger

pagina 786
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Il canto degli italioti


(1964)
di Dario Fo
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-canto-degli-italioti

Siam felici, siam contenti per andar sempre col vento.


del cervello che teniamo Trapaniamoci festanti,
abbiam l'elica che ci obbliga riduciamoci il cervello
ad andar sempre col vento. e così sarà più bello,
Se ci dicon: quello ruba, non avremo da pensar
quello truffa, quello frega, Se diranno: quello ruba,
noi alziamo la spalluccia quello truffa, quello frega,
e da idioti sorridiam. gli daremo i nostri voti,
Perchè siamo gli italioti, tutta quanta la fiducia
razza antica indo-fenicia e sarem tutti italioti,
Siam felici, siam contenti un po' ottusi di cervel.
del cervello che teniamo Su sbrigatevi, curatevi,
anche voi dovreste farlo anche voi fate così
trapanatevi il cervello anche voi fate così ....
e mettetevi anche un'elica

Informazioni

Dallo spettacolo "Settimo: ruba un po' meno", 1964.

pagina 787
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Il censore
(1963)
di Fausto Amodei, Cantacronache
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: carcere, satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-censore

Non so dirvi se sia nato sotto un cavolo Fu boy-scout fino all'età di quarant'anni
o se l'abbia trasportato una cicogna, e divenne, nel frattempo, un vero mago
ma per lui sarebbe stata una vergogna a far nodi d'ogni specie con lo spago
esser nato come siete nati voi. e ad accender degli splendidi falò.

Solamente colle pappe artificiali Era un tutore ecc.


lo poterono allattare da neonato
perché, certo, non avrebbe mai succhiato Mise un giorno un bell'annuncio su un
qualche cosa che non fosse il biberon. giornale:
« Illibato, con ingente patrimonio
Era un tutore relazionerebbe scopo matrimonio
della pubblica morale con fanciulla d'incrollabile onestà ».
che vede il male
anche dove non ce n'è. Prese in moglie una distinta signorina
religiosa, possidente e molto brutta,
All'età di sette anni e quattro mesi ma la signorina ce la mise tutta
vide un giorno per la strada, con orrore, e d'un colpo nove figli gli sfornò.
due formiche che facevano all'amore
ed allora, detto fatto, le schiacciò. Era un tutore ecc.
L'evidenza lo costrinse a rinnegare
A trent'anni, divenuto adolescente, l'esperienza di quell'unico atto impuro
non sofferse né di crisi né di dramma: e a promettere a se stesso che in futuro
gli bastava la sottana della mamma non l'avrebbe ripetuto proprio più.
per godersi la sua bella gioventù.
E scoperto finalmente il suo nemico
Era un tutore ecc. intraprese una carriera di successo:
dàgli e dàgli a far la guerra contro il sesso
Ed ancora lui leggeva Il Vittorioso diventò procuratore generale
nell'età che l'altra gente, anche se austera,
legge almeno già Il Corriere della sera ed è un tutore della pubblica morale
quando non arriva a legger L'Unità. che vede il male
anche dove non ce n'è.

pagina 788
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Il diciotto aprile
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti, femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-diciotto-aprile

Il diciotto aprile lui capirà.


a votare noi andrem
per il Fronte uniti Senza pane senza paga senza lavoro
tutti quanti voterem vivon oggi gli operai in quantità
e se c'è qualcuno manganello sfollagente la prigione
che capito ancor non ha sono i doni che De Gasperi ci dà.
ancor non ha
guardi al due giugno Il diciotto aprile...
che qualche cosa

Informazioni

Canzone sulle elezioni politiche del 1948, vinte dalla Democrazia Cristiana contro il Fronte popolare delle sinistre.

pagina 789
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Il disertore
(1954)
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-disertore

In piena facoltà Quand'ero in prigionia


egregio Presidente qualcuno mi ha rubato
le scrivo la presente la moglie il mio passato
che spero leggerà la mia migliore età
la cartolina qui domani mi alzerò
mi dice terra terra e chiuderò la porta
di andare a far la guerra sulla stagione morta
quest'altro lunedì e m'incamminerò
Ma io non sono qui
egregio Presidente Vivrò di carità
per ammazzar la gente per strade di campagna
più o meno com me d'Alsazia e di Bretagna
io non ce l'ho con lei e a tutti griderò
sia detto per inciso di non partire più
ma sento che ho deciso e di non obbedire
e che diserterò uccidere e morire
per non importa chi
Ho avuto solo guai Per cui se servirà
da quando sono nato del sangue ad ogni costo
e i figli che ho allevato andate a dare il vostro
han pianto insieme a me se vi divertirà
mia mamma e mio papà e dica pure ai suoi
ormai son sotto terra se vengono a cercarmi
e a loro della guerra che possono spararmi
non gliene frega più io armi non ne ho.

Informazioni

Canzone di Boris Vian e Harold Berg.La traduzione è di Giorgio Calabrese, con lievi modifiche.Tradotta in tutte le
lingue del mondo è diventata la canzone simbolo dei Refusnik israeliani.

pagina 790
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Il dodici dicembre a mattina


(1953)
di Dante Bartolini
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-dodici-dicembre-mattina

Il dodici dicembre a mattina Le urne tutte saranno affollate


Brutta sorpresa la nostra famiglia Per condannare chi ha tolto il lavor.
Piange la mamma, la sposa e la figlia
Che più nessuno gli porta i denar. Hanno ammazzato Luigi Trastulli
Lavoratore giovane e forte
Settecento famiglie affamate Nel fior degli anni ha trovato la morte
Abbandonate nel cuor dell’inverno Ma non è morto il grande ideal.
Questo regalo ci ha fatto il governo
I bisognosi ha voluto colpir. Maria Margotti e Giuditta Lovato
Furono uccisi dai stessi assassini
Tutti uniti, uniti sul posto I seguaci del fu Mussolini
Con la speranza riprender lavoro Di chi lavora non hanno pietà.
Noi vinceremo con questo decoro
La Cgil ci ha detto così. Finchè avremo una stilla di sangue
Non cederemo il passo in avanti
Non ci piega la Terni e il governo Fermiamo il piede di questi birbanti
Con la minestra e un tozzo di pane Che ci hanno dato miseria e dolor.
Sopporteremo la vita da cane
Finchè un giorno riavremo il lavor. Il socialismo è la nostra speranza
Di chi lavora è questa la storia
Il sette giugno andremo a votare Non è lontano la grande vittoria
Le settecento famiglie affamate Lavoratori avanti così.

Informazioni

Sull'aria di "Addio padre", il canto racconta dei licenziamenti di massa avvenuti nel 1953 alle Acciaierie di Terni.
Nella memoria e nella canzone, tali eventi si intrecciano con la morte del giovane operaio Luigi Trastulli, ucciso
dalla polizia il 17 marzo 1949 nel corso di una manifestazione contro l'adesione dell'Italia alla Nato, e sono ricordati
i nomi della mondina Maria Margotti e di Giuditta Lovato, uccise dalla celere durante manifestazioni di piazza nel
1949.

pagina 791
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Il fazzoletto rosso
(1962)
di Fausto Amodei, Cantacronache
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti, comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-fazzoletto-rosso

C'era una volta un soldato Ma venne un giorno diverso


un piccolo soldato del nostro paese un giorno ben diverso dai giorni passati
mandato alla guerra sul fronte albanese in cui quel soldato con gli altri soldati
con tanta paura addosso. capì cosa aveva perso.

La fidanzata quel giorno, Avevo perso per niente degli anni


che lui saliva sulla tradotta a vapore, di lavoro, degli anni felici
gli annodò al collo, in pegno d'amore, per fare la guerra alla povera gente
un gran fazzoletto rosso. per far la guerra degli amici.

Per darsi un po' di speranza A dei contadini, dei muratori


fu cura di quel piccolo bravo soldato a degli operai, a dei pastori
tener sempre quel fazzoletto annodato senza avere proprio niente contro quella
sull'uniforme d'ordinanza gente!

Era più prezioso quel fazzoletto, Ed il soldato partì


delle scarpe rotte o del moschetto tutto solo e senza fretta portandosi addosso
e valeva tutto intero il romano impero! la vecchia divisa, la vecchia gavetta
ed il fazzoletto rosso.
Ma quel colore violento
che non era per niente regolamentare Ed un mattino di sole
lo fece in principio un po' tribolare dai monti e giù dai prati, a rotta di collo,
per via del regolamento. gli vennero incontro degli uomini armati
con un fazzoletto al collo.
Poi quando col 91
aveva da mirare e schiacciare il grilletto E il fazzoletto era rosso
lui stava a guardare il suo fazzoletto era rosso come quello del bravo soldato
e non colpì mai nessuno. ma in più c'era sopra un falce e un martello
chissà in che modo ricamato!
Il fazzoletto servì di nascosto
a metter dentro i lamponi e le more Ogni contadino e muratore
ma non si sporcò perchè i frutti del bosco ogni operaio e ogni pastore
avevano un egual colore. di quel fazzoletto si era fatta una
bandiera!
E se qualche volta fasciò un ferito Era una bandiera fatta di stracci
il suo fazzoletto restò pulito come si conviene ai poveracci
perchè il sangue, è naturale, ha un colore che han deciso, per protesta, con la
eguale! propria testa

Il fazzoletto sbiadì Che han deciso che in fondo


per il sole ed il sudore di tanta fatica su tutti i paralleli ed i meridiani
e si colorò di mirtilli, di more, la povera gente di tutto 'sto mondo
del sangue di gente amica. è fatta di paesani...
di paesani...
di paesani...

pagina 792
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Il Fronte Popolare
di Raffaele Mario Offidani
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-fronte-popolare

Le elezioni le preparò Scarpìa Han tiratofuori il Padre Eterno


per schiacciare il Fronte Popolar fame guerra e bombe a volontà
Viva il Ministro della Polizia han promesso le fiamme dell'infernoo
che Mussolini volle superar a chi vota per Fronte Popolar

La calunnia non è un venticello Ci han dipinti peggio di una peste


quando vuole i rossi diffamar che l'Italia vuole rovinar
ma un ciclone un orrido flagello ci han promesso subito Trieste
che solo i preti sanno scatenar se non vince il Fronte Popolar

Preti e frati ladri e stampa gialla Non è ver che Cristo stia con voi
pescicani giunti da oltremar traditori della libertà
moribondi defunti a Santa Galla foste sempre gli aguzzini suoi
tutti contro il Fronte Popolar ma lui sta col Fronte Popolar

Negator di Dio della famiglia Stretti intorno al Fronte Popolare


distruttore della civiltà per l'Italia noi si vincerà
tali accuse dall'Alpe alla Sicilia Viva sempre il Fronte Popolare
son piovute sul Fronte Popolar Viva il fronte della libertà

Informazioni

Sull'aria di "Fischia il vento".


Il "Fronte Popolare" era la coalizione delle sinistre che partecipò alle elezioni del 18 aprile del 1948, quando vinse
la Democrazia Cristiana.

pagina 793
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Il gallo
(1963)
di Fausto Amodei, Cantacronache
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-gallo

Son nato maschio al duecento per cento Con questi soldi, che male c'è in fondo
sono fornito di un grande talento mi fu permesso di entrar nel gran mondo
tutte le donne a cui faccio la corte e proseguire i miei studi pratici
sono il mio debole e pure il mio forte sopra le mogli di quei diplomatici

Aspiro al titolo di professore Finchè sposai con un colpo di mano


nell'arte nobile di far l'amore la ricca figlia di un conte romano
e le mie leggi teoriche e pratiche
son più precise di molte grammatiche L'amor non è soltanto
Poichè sottratte alla rozza esperienza l'effimero diletto...
si son portate al livello di scienza Dopo la guerra di liberazione
per evitare di andare in prigione
L'amor non è soltanto ebbi l'idea, in fondo assai savia,
l'effimero diletto di rifugiarmi lassù in scandinavia
che provi andando a letto
con una che ci sta ed in quel tempo fra genti stranieri
L'amore è soprattutto ebbi da assolvere al grande dovere
l'orgoglio ed il prestigio di dimostrar che la patria lontana
di chi sa d'esser ligio era pur sempre virile italiana
a un mito nazional
Feci ritorno perchè là oltre al resto
Fino da giovane avevo intenzione nessuna donna pagava per questo
di sviluppare la mia vocazione
contro il giudizio piuttosto antiquato L'amor non è soltanto
di chi voleva che fossi avvocato l'effimero diletto...

Feci le prime esperienza amorose Feci ritorno perchè al mio passato


con delle donne non molto virtuose tutto il mio merito fu addebitato
ma mi convinsi che era umiliante ma in quel frattempo con leggi inaudite
comprar l'amore e pagarlo in contante le case chiuse eran state proibite

Finchè mi venne a portata di mano Riorganizzai per innata missione


un'occasione per fare il ruffiano qualche altra forma di prostituzione
trovai appoggi con mossa maestra
L'amor non è soltanto presso taluni partiti di destra
l'effimero diletto...
Per la difesa che è sacra ed umana
Sotto il ventennio non persi di vista della potenza sessuale italiana
di usare il mito del maschio fascista
duci, gerarchi milizie ufficiali L'amor non è soltanto
incrementarono i miei capitali l'effimero diletto...

pagina 794
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Il giorno dell'eguaglianza
(1963)
di Fausto Amodei, Cantacronache
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-giorno-delleguaglianza

Ci sveglieremo un mattino gli dice di no.


diverso da tanti
e sentiremo un silenzio Così, d'allora in poi,
mai prima ascoltato, non sarem più costretti
spalancheremo finestre a giocare agli eroi,
e persiane, esitanti, ai reprobi e agli eletti.
ci accorgeremo che il mondo,
quel giorno, è cambiato. 'Sto mondo, che ora è pieno
di oppressi e di oppressori,
E sentiremo che quella 'sto mondo farà a meno
mattina è venuta, di vinti e vincitori.
che porterà sulla terra
una vita migliore, Non ci saranno più martiri,
che il giorno prima si è chiuso, boia e tiranni,
a nostra insaputa, saremo tutti un po' santi
un tempo triste che non ed un po' peccatori;
rivedremo mai più. non ci sarà più, per molte
migliaia di anni,
Da quel mattino in poi gente che voglia atteggiarsi
sapremo finalmente a nostri tutori.
che ciascuno di noi
è uguale all'altra gente. Scompariranno i soldati
ed i generali,
Ciascuno, tutt'a un tratto, scompariranno scomuniche,
sarà così capace preti e censori,
di dirsi soddisfatto diventeremo un pianeta
e viversene in pace. di esseri uguali
dove ciascuno ha rispetto
Sapremo tutti, da quella degli altri e di sé.
mattina in avanti,
e penseremo lo stesso Per essere beati,
di noi e di tutti, per vivere contenti,
d'essere, in fondo, degli ottimi non saremo obbligati
stinchi di santi, a sentirci potenti.
e, nello stesso momento,
dei bei farabutti. Saremo alfine onesti
senza essere scaltri,
Non ci sarà più nessuno senza che si calpesti
che spinga la gente la libertà degli altri.
ad "obbedire, combattere e
credere" in lui, Quel giorno, non lontano,
e che prometta un Impero faremo un girotondo
a chi fa l'obbediente per le piazze del mondo,
ed un Inferno a chi, invece, tenendoci per mano.

pagina 795
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Il giuramento
(1959)
di Fausto Amodei, Cantacronache
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-giuramento

Si fa presto a esclamare: "Lo giuro!" Si fa presto a giurare davanti


e a promettere sul proprio onore, ai ministri ed alle autorità,
petto in fuori, lo sguardo sicuro, di servirli, fedeli e festanti,
e una mano appoggiata sul cuore. con italica virilità.

Poi magari, la donna alla quale Quando, dopo, ministri e governo


hai promesso un amore esclusivo si trasformano, ahimè in dittatori,
ti fa becco, ed allor, bene o male, puoi star certo che il Padreterno
sei costretto a cambiar preventivo. ti permette di sbatterli fuori.

Ma spesso al Padreterno, In quanto al Padreterno,


ch'è molto previdente, ch'è in fondo, un bravo amico,
di certi giuramenti di certi giuramenti
non gliene importante nientem non gliene importa un fico,
anche perchè tien conto anche perchè tien conto
che gli uomini più scaltri che chi ti fa giurare
son soliti giurare lo fa per star sicuro,
sulla testa degli altri quando ti vuole fregar.

pagina 796
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Il lamento dei mendicanti


(1966)
di Matteo Salvatore
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: pugliese
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-lamento-dei-mendicanti

Facite l'alamosena a 'sti pezzente Lu sacche già è chiene nu ci li eme


e quedde ca ce dete nui pigghieme li figghi a nui ci aspettene c'anna a magnà
quedde ca dete a nui vanne ch'li morte li chene tirene verse la chesa nostra
arrefreschete l'anema d'lu priatorie li figghi vonnu lu pene ann'a magnà

Li puverette tutti ce l'anne dete E sime arrivete a li mura nostra


li ricchi 'nc'anne avute dà nu stozze li figghi a nui ce venne a cumprentà
o Gesù Criste tu l' a fa' murì ch'li mene dint' lu sacche pigghianu lu pene
li ricchi lu pene a nnui nun 'nce l'anne dete magnete figghi mia fino a quanno ve saziete.‎

pagina 797
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Il nostro giorno
(1965)
di Giorgio Gaber
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale, comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-nostro-giorno

Un giorno per chi lotta con coraggio padrone.


è il nostro giorno è il primo maggio.
Un giorno per chi vive nel lavoro
Un garofano è spuntato d’un sol colpo fra le un giorno per chi spera nel futuro
dita un giorno per chi lotta con coraggio
ma sicuro che sbadato oggi è maggio che ci è il nostro giorno è il primo maggio
invita
ad unirci fino a sera per la nostra primavera Un giorno per chi lotta con coraggio
forza amici in allegria questa nostra festa è il nostro giorno è il primo maggio.
sia.
Questo giorno è tutti i giorni tutto l’anno
Un giorno per chi vive nel lavoro vi è racchiuso
un giorno per chi spera nel futuro primo maggio tu ritorni a dar forza a chi è
un giorno per chi lotta con coraggio deluso.
è il nostro giorno è il primo maggio. Questa festa è una gran festa non ce l’hanno
regalata
Un giorno per chi lotta con coraggio su leviamo alta la testa noi l’abbiamo
è il nostro giorno è il primo maggio. conquistata.

Via di corsa tutti in piazza tutti fuori ad Un giorno per chi vive nel lavoro
applaudire un giorno per chi spera nel futuro
c’è persin la mia ragazza sotto il sol un giorno per chi lotta con coraggio
dell’avvenire è il nostro giorno è il primo maggio
Le officine oggi son vuote dorme il tram nel
capannone Un giorno per chi lotta con coraggio
rosso maggio le tue note della strada son è il nostro giorno è il primo maggio.
Un giorno per chi lotta con coraggio
è il nostro giorno è il primo maggio.

pagina 798
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Il padrone del mondo


di Italo Calvino, Cantacronache
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-padrone-del-mondo

Sono io alla donna che passa e non guarda:


il ciclista che passa per strada ‎"Bella bruna!" e le strappa un’occhiata
al mattino sul presto cantando che dura soltanto un secondo.
mentre voi vi girate nel letto Ma in quell'attimo è come essa fosse
destati al penultimo sonno più mia che di tutti voi altri
quel canto che non fate in tempo e continuo la strada inghiottendo
a sentirne la fine e si perde aria gelida e canto tossendo:
e non siete riusciti a capire
se canto per gioia o per rabbia: Io sono il padrone del mondo..

Io sono il padrone del mondo - ah - il Sono io


padrone che disturbo il riposo di voi
e basta che alzi una leva che tenete in mano i comandi
e vi spengo - ah - la luna. del potere o magari soltanto
Ridò fuoco al sole buttandoci vi fate illusione di tenerli
dentro - ah - il carbone, e vi dite: "Ma questa canzone
so leggere bene le stelle è l’annuncio che non conteremo più niente
e c’è scritto - ahahah.‎ od invece è qualcuno che vuol
canzonare se stesso cantando?"
Sono io
il ciclista che grida correndo Io sono il padrone del mondo..

pagina 799
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Il padrone socialista
(1964)
di Gruppo padano di Piadena
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: lombardo
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-padrone-socialista

El me partit el va al mercat n'è success üna propira büna:


(ogni tant en succed üna); «Vòi la tessera del Pi Esse I
al mercat della borghesia perché el padron l'è socialista».
el cuntratta 'na pultruna. Tal e qual
Porco can! El m'ha dit en manuval.
L'è andà insema ai demucristian.
No, la tessera te la dümm mia,
In di paes propria per questo perché el partito socialista,
ogni tant en succed üna: anca se adess l'è là al governo,
i se becca fra cumpagn, l'è el partit de chi laura.
mamma mia che vergogna! Cui padron
Che cuion! se pos mia cullaborà,
Andà insema cui padron. se pos mia cullaborà,
se pos mia cullaborà.
In della session del me paes,

Informazioni

E' lo sfogo di un iscritto al PSI, in un momento politico (PSI nella maggioranza governativa) che produce
disorientamento tra la base, che vuole ancora credere che il PSI sia il partito dei lavoratori.. La melodia deriva da
una popolare filastrocca per bambini

pagina 800
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Il papà
(1965)
di Francesco "Ciccio" Giuffrida
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-papa

< Ieri sono stato a un funerale lui teneva una parrocchia


era morta una gran signora sol coi soldi dei fedeli
amica di potenti e titolati dell'amico podestà
che sono tutti dietro la sua bara. la perpetua ancora fresca
Loro piangono la borghesia si parlava di una tresca
ch'era amica della zia pien di soldi e riverito
ch'era amica del papà. prima Cristo e poi Benito
Ma chi era il papà? > sono un prete fortunato

Il papà < ai cattolici è piaciuto il concordato >


circa due decenni fa
nella Spagna se ne stava Ed il nonno
per vedere il venticello che potente antifascista
venticello che tirava voi pensate un comunista
dopo un poco poi è tornato no monarchico convinto
non gli è andata mica male forse un poco troppo spinto
lo chiamavan liberale non voleva americani
gran patriota ed altruista non voleva nenache il re
ma voleva la regina
< il liberale si sa è antifascista > al governo dello stato

E la zia < il monarchico è un uomo emancipato >


anche lei mezza spagnola
nel senso dell'Opus Dei Il cugino
la domenica mattina del partito dell'azione
figli miei figli miei divideva tutto il tempo
non vi vedo mai pregare tra il suo letto e l'Ucciardone
quelle giovani italiane quando poi cadde Benito
sono giovani e balzane scelse Nenni e il suo partito
e rispondon per le rime or lo vedo soddisfatto
di vedere realizzato
< dei cattolici le critiche al regime > l'ideale socialista

E la mamma < che come tutti sanno è il centrosinistra >


molto sveglia lei non era
una donna casa e chiesa E su questi
casa e chiesa e le sfilate miserabili cretini
delle donne dell'Impero il padrone sta contento
maritate ma illibate non lavora e fa quattrini
-passa il Duce passa il duce dello zerouno per cento
metti fuori la bandiera per tenerseli un po' cari
metti fuori il gagliardetto- fa l'aumento dei salari
la migliore delle unioni
< libro e moschetto fascista perfetto > simbiotica e perfetta

E lo zio < il padrone è buono se viene dalla


gavetta >

Informazioni

I primi 8 righi, così come le frasi tra strofa e strofa, vanno detti, non cantati.

pagina 801
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Il povero Echileo
di Gruppo padano di Piadena
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: anticlericali
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-povero-echileo

Il povero Echileo a entrar nel cimitero


è morto dopo tanto patire senza benedizioni
così gracile eppur così forte
Non c'era il prete
Perchè ci vuole coraggio ma dietro la sua bara
a respingere il prete c'era la bandiera della libertà
Perchè ci vuole coraggio

pagina 802
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Il povero Elia
(1959)
di Fausto Amodei, Cantacronache
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-povero-elia

Lo chiamavano il povero Elia E le donne, persin le puttane,


un campione di nullatenente che di solito son generose
all'anagrafe sanno chi sia si curavan men che di un cane
ma del resto nessuno sa niente delle sue prestazioni amorose

fin dal giorno che al mondo egli venne ma l'Elia anche senza l'amore
non si sa che mammella succhiò non sentì né provo delusione
il suo padre era un certo N.N. ne si appese dal grande dolore
chi sa mai come Elia non crepò ad un laccio ed un po' di sapone

Poveraccio! Se anche crepava Poveraccio! Se anche crepava


gli poteva importar poco o niente gli poteva importar poco o niente
questa vita da cani gli dava questa vita da cani gli dava
da rimpiangere un bell'accidente da rimpiangere un bell'accidente

non sapeva neppure poppare Non sapendone il significato


né giocare un bel gioco sul serio dell'amor non sentì la mancanza
non potè fin da allora peccare e per questo non fece peccato
né di gola né di desiderio di lussuria, né d'intemperanza

Non aveva una faccia da furbo Quando in guerra ebbe a fare il soldato
e nessuno si volle fidare a nessuno potè far del male
a pigliarsi l'ingrato disturbo Perché di diserzione accusato
d'insegnargli a che serva rubare lo spedirono in corte marziale

non fu mai molestato da un cane Quando uscì per la fucilazione


nessun colpo su lui fu sparato - Così almeno la storia ci dice, -
Questo è vero, moriva di fame solo un tale da dentro il plotone
ma passava per tipo fidato gli sorrise con aria infelice

Poveraccio! Se anche crepava Poveraccio! Di fronte alla morte


gli poteva importar poco o niente non avrà certo fatto buon viso
questa vita da cani gli dava proprio quando gli dava la sorte
da rimpiangere un bell'accidente da rimpiangere un triste sorriso

non sapeva a che serve l'argento ed adesso ch'è ben sotterrato


né i pollastri degli altri e così non avrà da temere l'inferno
anche al settimo comandamento non aveva mai fatto peccato
si tramanda che non trasgredì lo terrà ben con sé il Padreterno

pagina 803
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Il prezzo del mondo


(1965)
di Fausto Amodei
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-prezzo-del-mondo

Tutto quanto ha un'etichetta L'uomo ormai riesce a trovare


con un prezzo di mercato; qualcheduno che gli crede
tutto quanto è lì che aspetta non per quello che sa fare
solo d'essere comprato. ma per quello che possiede.

C'era un mondo tutto nostro Ci han rubato poco a poco


destinato a tutti quanti i cervelli ed anche i cuori
ed adesso lo dobbiamo ci han persuasi a stare al gioco
comperare dai mercanti. in veste di consumatori.

Ci han rubato tutto il mondo Ci permettono soltanto


ch'era nostro di diritto di acquistare i loro doni
per rivendercelo concedendoci uno sconto
e trarne del profitto. se stiam buoni.

Affittiamo il mondo ad ore Ricordiamoci che il mondo


da chi l'ha ridotto in pezzi: siamo noi che lo facciamo
nessun pezzo ha più valore ogni giorno dando fondo
ma soltanto più dei prezzi. alla forza che vendiamo

Eravamo tutti eguali; che il denaro guadagnato


l'eguaglianza è andata in fumo, per produrre il mondo tutto
ci han persuasi a ricomprarla ci permette di comprarne
come bene di consumo. solo un pezzo ch'è il più brutto.

Ci han rubato l'abbondanza Questo vecchio mondo d'oggi


per rivendercela adesso riponiamolo da un canto
sotto forma chè non merita
di conquista del successo. il più piccolo rimpianto
e che il mondo
torni nostro tutto quanto.

pagina 804
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Il ratto della chitarra


di Fausto Amodei, Cantacronache
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-ratto-della-chitarra

La mia povera chitarra prostituta e svergognata


ha subito un incidente un bel dì la sentiremo
l'altro giorno fu rapita a suonar sui marciapiedi
da un ignoto malvivente le canzoni di Sanremo
era una chitarra vecchia,
senza classe, un po' ridicola Cantava senza timore,
non aveva sangue illustre senza badare agli offesi
nè una cifra di matricola anche argomenti d'amore,
ma senza far sottointesi
Non so proprio la ragione Si era una coppia ideale,
che me l'han portata via c'era una splendida intesa
e no ho neppur pensato si stava insieme anche se non
d'avvertir la polizia eravamo sposati in chiesa
perchè so che alla questura Non mi han detto fino ad ora
era in fondo un po' mal vista qual'è il prezzo del riscatto
l'han schedata sotto il nome ma ci sono altre maniere
di "chitarra comunista" per far ben fruttare un ratto
per esempio legalmente
Cantava senza paura non c'è manco un codicillo
dei versi un poco insolenti che consideri reato
in barba alla censura, lo sfruttar chitarre squillo
contro i padroni e i potenti
era alle volte estremista, Istruiranno la chitarra
e la sua grande ambizione a sedurre gli italiani
era di accompagnare la musica miagolando e dando baci
della rivoluzione su dei ritmi afro-cubani
prenderanno loro i soldi
La chitarra ripulita ed a mo' di conclusione
ben lavata ed elegante la faranno anche cantare
sarà spinta a far la parte alla Rai Televisione
di chitarra benpensante
per seguire la corrente, La mia chitarra perduta
per salvarsi un po' la faccia era chitarra d'onore
d'ora in poi dovrà evitare non si sarebbe venduta
di dir qualche parolaccia neppure per un milione
poichè era molto espansiva
Mi vorrei proprio sbagliare non era certo illibata
ma so già che il rapitore ma concedeva i propri favori
porterà la mia chitarra soltanto se innamorata
sulla via del disonore ma concedeva i propri favori
soltanto se innamorata...

pagina 805
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Il suo nome era


Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: anticlericali
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-suo-nome-era

Il suo nome era ma lo chiamavan drago


Gesù Bambino gli amici del cenacolino
dicevan ch'era un mago

Informazioni

Probabile seguito:

trent'anni, biondo con la barba


girava in israele;
per amico aveva Barabba
mangiava pane e fiele

pagina 806
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Il tarlo
(1963)
di Fausto Amodei, Cantacronache
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti, lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-tarlo

In una vecchia casa, di quel che era scavato,


piena di cianfrusaglie, grazie al lavoro altrui,
di storici cimeli, una metà se la mangiava lui.
pezzi autentici ed anticaglie,
c'era una volta un tarlo, Avanzare, per mangiare
di discendenza nobile, qualche piccolo boccone,
che cominciò a mangiare che dia forza di scavare
un vecchio mobile. per il padrone.
L'altra parte del raccolto
Avanzare con i denti ch'è mangiato dal signore
per avere da mangiare prende il nome di "maltolto"
e mangiare a due palmenti o plusvalore.
per avanzare. Poi, col passar degli anni,
Il proverbio che il lavoro venne la concorrenza
ti nobilita, nel farlo, da parte d'altri tarli,
non riguarda solo l'uomo, colla stessa intraprendenza:
ma pure il tarlo. il tarlo proprietario
ristrutturò i salari
Il tarlo, in breve tempo, e organizzò dei turni
grazie alla sua ambizione, straordinari.
riuscì ad accelerare
il proprio ritmo di produzione: Lavorare a perdifiato,
andando sempre avanti, accorciare ancora i tempi,
senza voltarsi indietro, perché aumenti il fatturato
riuscì così a avanzar e i dividendi.
di qualche metro. Ci si accorse poi ch'è bene,
anziché restare soli,
Farsi strada con i denti far d'accordo, tutti insieme,
per mangiare, mal che vada, dei monopoli.
e mangiare a due palmenti
per farsi strada. Si sa com'è la vita:
Quel che resta dietro a noi ormai giunto al traguardo,
non importa che si perda: per i trascorsi affanni
ci si accorge, prima o poi, il nostro tarlo crepò d'infarto.
ch'è solo merda. Sulla sua tomba è scritto:

Per legge di mercato, PER L'IDEALE NOBILE


assunse poi, per via, DI DIVORARSI TUTTO QUANTO UN MOBILE
un certo personale, CHIARO MONITO PER I POSTERI
con contratto di mezzadria: QUESTO TARLO VISSE E MORI'.

pagina 807
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Il trenino che parte e va


(1948)
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-trenino-che-parte-e-va

Ecco i' trenino che parte e va Bada governo bada, l'è tinta male,
a San Giovanni deve porta'. si chiede solamente di lavorare.
Donne dei minatori Basta con le promesse fatte da Togni,
fiere nei loro cuori si chiede pane e te non ti vergogni.
che tutti i giorni debban lotta' Negare pane poi 'un è da cristiani,
per un pezzo di pan. per voi si mangerebbe sempre domani.

Informazioni

San Giovanni = San Giovanni Valdarno;


Togni = Giuseppe Togni, Ministro dell'Industria nel 1948.

Le mogli dei minatori si recavano quotidinamente in treno a questuare, a causa della grande miseria in cui
versavano le famiglie nel dopoguerra.

pagina 808
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Il ventitré di Marzo a San Severo


(1950)
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: pugliese
Tags: carcere, lavoro/capitale, repressione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-ventitre-di-marzo-san-severo

Il ventitré di marzo Alleghete è jut’a Rouma


Successe‘n’arruina pe’ddu belle San Sevjire Purtete i connutete de li
Nnand’a la Cammera del lavoro povere carcirete
Vulevene eccide a li lavoratour’ Ha pigghiete la parola
Cacciete four’li lavoratour’
U commessarie Fratelle
Ne pers’li cerevelle andù‘rriga’li femenelle Ha pigghiete la parola
Avevane deic’come diceve jsse L’aveite misse jind’pe’pane e lavour’ .
Pe’‘rrista’li comunist’

Informazioni

Scritto dalle donne di San Severo carcerate a Lucera dopo i fatti del 23 marzo 1950.
Il 23 marzo 1950 i lavoratori di San Severo, all'indomani di uno sciopero generale, insorsero contro le forze di
polizia, innalzando barricate e assaltando le armerie e la sede del MSI. Gli scontri causarono un morto e circa
quaranta feriti tra civili e militari, e l'esercito occupò coi carri armati le principali vie della città. Nei giorni seguenti,
coll'accusa di insurrezione armata contro i poteri dello Stato, furono arrestate centoottantaquattro persone, assolte
e rilasciate dopo il processo, un anno dopo.

Fonte

pagina 809
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Il vestito di Rossini
(1969)
di Paolo Pietrangeli
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: repressione, carcere
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-vestito-di-rossini

"Come ti chiami?". "Ve l'ho già detto". "Ti han visto tutti, tu sei finito,
"Ripeti ancora, non ho capito". c'è anche del sangue sul tuo vestito:
"Sono Rossini, iscritto al partito, quei cinque uomini che sono morti
sor commissario, mi conoscete". sulla coscienza li hai anche tu".

"Confessa allora, tu l'hai colpito, "Sor commissario voi lo sapete


non mi costringere a farti del male, quali che sono i veri assassini,
tu sai benissimo, conosco dei mezzi quelli al servizio degli aguzzini
che anche le tombe fanno parlare". che questa vita ci fanno fare.

"Sor commissario, i vostri mezzi E questo sangue che ho sul vestito


sono due ore che li sopporto è solo il sangue degli innocenti
e se volete vedermi morto che protestavano perchè fra i denti
continuate pure così". solo ingiustizia hanno ingoiato".

Aveva solo un vestito da festa, Aveva solo un vestito da festa,


se lo metteva alle grandi occasioni; se lo metteva alle grandi occasioni;
a lui gli dissero: domani ai padroni a lui gli dissero: domani ai padroni
gliela faremo, faremo pagar. gliela faremo, faremo pagar.

E l'indomani, quando era già l'alba, Ma l'hanno visto con un sasso in mano
apri l'armadio e il vestito si mise, che difendeva un ragazzo già morto,
guardo allo specchio e la faccia sorrise, ma quel che conta è che a uno di loro
guardo allo specchio e si disse di sì. un sampietrino la testa sfasciò.

E andò alla fabbrica ed erano in mille, Ed ha scontato vent'anni in prigione


tutti gridavano l'odio e il furore; perchè un gendarme s'è rotto la testa;
forse Giovanna il vestito vedeva ormai Giovanna ha tre figli, è in pensione,
in quella folla fra tanto colore. chissà se ha visto il vestito da festa
ormai Giovanna ha tre figli, è in pensione,
chissà se ha visto il vestito da festa.

pagina 810
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Illu Vietnam nostri compagni (Ballo tondo del Vietnam)


(1966)
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: sardo
Tags: antimperialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/illu-vietnam-nostri-compagni-ballo-tondo-del-vietnam

Illu Vietnam nostri compagni pouro ancora voli i so gadagni.


so luttenni si onni libarà Oggi lu tempo è vinenti cusì
so luttenni si onni libarà oggi lu tempo è vinenti cusì
so ispaldiziati illi campagni hann'à lottà però hanno a vinzì.
so ispaldiziati illi campagni Oggi lu tempo è vinenti cusì
chi lu riccu vo sempri duminà. hann'à lottà però hanno a vinzì
Ma lu tempo cusì non può andà hann'à lottà però hanno a vinzì.
pouro ancora voli i so gadagni

Informazioni

Parole improvvisate dal Coro del Galletto di Gallura di Aggius, Sassari. Reg. di M. L. Straniero, Milano, 1966.

pagina 811
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Inno dei teppisti


(1963)
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/inno-dei-teppisti

E ci chiamano teppisti alle tresche con i preti


e ci dicon provocatori col governo e il capital.
ma noi siam lavoratori
che Togliatti non amiam. Su compagni in fitta schiera
innalziamo le barricate
Non vogliamo il centro-sinistra e leviamo la bandiera
preferiamo l'idea socialista quella rossa del lavor.

Informazioni

Cantata a Torino, sull'aria dell'Inno dei lavoratori, dopo i "fatti di piaza Statuto". La prima e la terza strofa di questo
canto si rifanno nel testo ad Amore ribelle di Pietro Gori

pagina 812
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Inno della gioventù della pace


(1950)
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/inno-della-gioventu-della-pace

Sulle voci di guerra LA libertà sull'oscuro mondo brillerà


sorge il canto dell'umanità
chiama tutta la terra Questa nostra,,,
a quest'inno di fraternità
Giovinezza del mondo Apriremo le porte
il tuo coro fecondo al cammino della civiltà
si leva unito vinceremo la morte
echeggia ardito e perenne la pace sarà
domanda libertà Giovinezza del mondo
il tuo coro fecondo
Questa nostra voce non si spegnerà si leva unito
durerà echeggia ardito
crescerà domanda libertà
le menzogne non ci tradiranno più
gioventù gioventù Questa nostra...

Informazioni

Sull'aria di un motivo sovietico.

Inno pacifista dell'Associazione Pionieri d'Italia (i boy-scout rossi...)

Questo inno è presente in un canzoniere della FGCI di Reggio E. in mio possesso; il titolo riportato è "Gioventù nel
mondo" ed era l'Inno della Federazione Mondiale della Gioventù Democratica.In un altro canzoniere (FGCI
catanese) il titolo riportato è Inno della gioventù per la pace. Ambedue riportano al 3°rigo 1^strofa 'freme' invece
di 'chiama'. Nel Deposito questo inno è riportato due volte con titolo lievemente differente, ma è lo stesso. ( Ciccio
)

pagina 813
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Inno della Repubblica


di Matteo Salvatore
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: antimperialisti, antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/inno-della-repubblica

Fratelli tutti uniti E la Repubblica è bella


facciamo l'Italia nuova non va trovando guerra
c'hanno rimasti nudi vuole la libertà
tutti traditori. tutti dobbiamo lavorare.
Dobbiamo distruggere Chi sono i cristiani?
tutte le radici siamo noi lavoratori
rimaniamo amici dalla mattina alla sera
con tutte le nazioni. buttiamo il sudore.

Evvivo la Repubblica dei lavoratori Evvivo la Repubblica dei lavoratori


Evvivo la Repubblica della libertà Evvivo la Repubblica della libertà

pagina 814
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Inquilino e padrone
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: lotta per la casa
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/inquilino-e-padrone

Padrone: veva un casamento


Mio caro inquilino aveva progettato
io te lo voglio dire di far lo sventramento
fai un chiasso d'inferno con i danni di guerra
che non si può dormire e la ricostruzion
tra te la moglie e i figli a spese dello Stato
fate na confusion si ha fatto un palazzon.
che sembra una fiera
con tutti i baraccon Padrone:
Attento come parli
Inquilino: e non dir cose da matto
Lei parla in questo modo perché ci metto poco
perché non ha bambini a darti anche lo sfratto
pensi agli affari suoi se cambierai di casa
e rispetti gli inquilini per te saranno guai
io sono in casa mia se pagherai l'affitto
e fo come mi par non so se mangerai
piuttosto lei la smetta
l'affitto aumentar Inquilino:
Invece di cambiar casa
Padrone: cambiassi la fazione
Hai un bel coraggio si un giorno arrivasse
in quel modo di parlare la legge di baffone
oltre che a pigliar poco finirebbe la cuccagna
hai due anni da pagare caro signor padron
con quello che guadagno tu prega giorno e notte
dai miei inquilini che non cambia la stagion
avrei fatto la fine
del conte Ugolini insieme:
Finirebbe la cuccagna
Inquilino: caro signor padron
Lei prima della guerra a tu prega giorno e notte
che non cambia la stagion.

Informazioni

Autore anonimo. Versione dei Fratelli Marsella di Velletri. Registrazione dal vivo 1976 di Corradlo Lampe e Pietro
Lolletti.

pagina 815
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Io so che un giorno
(1966)
di Ivan Della Mea
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: disagio mentale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/io-so-che-un-giorno

Io so che un giorno verrà quell'uomo


verrà da me con tanti altri forti e bianchi
un uomo bianco e al mio letto
vestito di bianco stretto con cinghie mi legherà.
e mi dirà:
«Mio caro amico tu sei stanco» «La libertà
e la sua mano - dirò - è un fatto,
con un sorriso mi darà. voi mi legate
ma essa resiste».
Mi porterà Sorrideranno:
tra bianche case «Mio caro amico tu sei matto,
di bianche mura la libertà,
in bianchi cieli la libertà più non esiste».
mi vestirà
di tela greggia dura e bianca Io riderò
e avrò una stanza il mondo è bello
un letto bianco anche per me. tutto ha un prezzo
anche il cervello
Vedrò il giorno «Vendilo, amico,
e tanta gente con la tua libertà
anche ragazzi e un posto avrai
di bianco vestiti in questa società».
mi parleranno
dei loro sogni Viva la vita
come se fosse pagata a rate
la realtà. con la Seicento
la lavatrice
Li guarderò viva il sistema
con occhi calmi che rende uguale e fa felice
e dirò loro chi ha il potere
di libertà; e chi invece non ce l'ha.

pagina 816
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L'affiche rouge
(1959)
di Louis Aragon
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: francese
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/laffiche-rouge

Vous n'avez réclamé ni gloire ni les larmes allemand


Ni l'orgue ni la prière aux agonisants
Onze ans déjà que cela passe vite onze ans Adieu la peine et le plaisir Adieu les roses
Vous vous étiez servis simplement de vos Adieu la vie adieu la lumière et le vent
armes Marie-toi sois heureuse et pense à moi
La mort n'éblouit pas les yeux des Partisans souvent
Toi qui vas demeurer dans la beauté des
Vous aviez vos portraits sur les murs de nos choses
villes Quand tout sera fini plus tard en Erivan
Noirs de barbe et de nuit hirsutes menaçants
L'affiche qui semblait une tache de sang Un grand soleil d'hiver éclaire la colline
Parce qu'à prononcer vos noms sont difficiles Que la nature est belle et que le coeur me
Y cherchait un effet de peur sur les passants fend
La justice viendra sur nos pas triomphants
Nul ne semblait vous voir Français de Ma Mélinée ô mon amour mon orpheline
préférence Et je te dis de vivre et d'avoir un enfant
Les gens allaient sans yeux pour vous le jour
durant Ils étaient vingt et trois quand les fusils
Mais à l'heure du couvre-feu des doigts fleurirent
errants Vingt et trois qui donnaient le coeur avant
Avaient écrit sous vos photos MORTS POUR LA le temps
FRANCE Vingt et trois étrangers et nos frères
pourtant
Et les mornes matins en étaient différents Vingt et trois amoureux de vivre à en mourir
Tout avait la couleur uniforme du givre Vingt et trois qui criaient la France en
A la fin février pour vos derniers moments s'abattant
Et c'est alors que l'un de vous dit calmement *[capitale dell’Armenia, terra d’origine di
Bonheur à tous Bonheur à ceux qui vont Manuscian]
survivre
Je meurs sans haine en moi pour le peuple **[la compagna di Manouscian]

Informazioni

Il testo di Louis Aragon fu scritto nel 1956 in onore dei 23 partigiani del réseau Manouscian, combattenti antinazisti
di Francia, tutti comunisti, ebrei, rumeni, armeni ed italiani, fatti arrestare da una spia, torturati e uccisi dalle SS il
21 febbraio 1944.Nel 1959 Leo Ferrè scrisse la musica.

Vedi anche

pagina 817
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L'amarezza delle mondine


Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale, risaia/mondine
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lamarezza-delle-mondine

Quando saremo a Reggio Emilia Di salute la mi va bene


al mè murùs al sarà in piassa le borsette quasi vuote
Bella mia sei arrivata e di cuor siam malcontente
bella mia sei arrivata d'aver tanto lavorà
quando saremo a Reggio Emilia
al mè murùs al sarà in piassa Quando saremo a Reggio Emilia
Bella mia sei arrivata i creditùr i v'gnarà incuntra
dimmi un po' come la va Mundarìs föra la bursa
ca vuruma a ves pagà

pagina 818
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L'appartamento
(1964)
di Franco Trincale
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: lotta per la casa, lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lappartamento

E se l'Italia è una repubblica il mio trasporto al cementificio.


fondata sul lavoro
e se per lavorare bisogna riposare Ho reclamato con il mio padrone
e se per riposare vuol dire anche dormire, "Non c'è negozio nel quartierato,
un letto, un dormitorio A far la spesa si va in città
il padron te lo darà. e questa cosa non può durar".

Appena fuori dalla città E lui, sensibile e molto umano,


i dormitori han fabbrica', un supermarket ha messo in piano
e il mio padrone tutto contenuto è molto pratico ed elegante
mi ha da' le chiavi dell'appartamento. le mattonelle son come quelle,

Oh come è bello l'appartamento, son come quelle, son come quelle


come son lucide le mattonelle, son come quelle che io fo.
che bella camera dove dormiamo,
una piazza e mezza e ben ci stiamo. E piano piano io sto prendendo
un bel colore bianco cemento.
Io e mia moglie nel comodino Anche la mutua se n'è accorta
possiamo metterci anche il bambino. ma al mio padrone non gliene importa.

E il mio padrone ora mi dà La busta paga è già prenotata,


la busta paga meno metà non ci son soldi per la salute
perchè trattiene ogni fine mese ma in fondo fondo sono contento,
cinquantamila in più le spese. fo sacrifici per l'appartamento.

A dire il vero me ne risento, E se Dio vuole tra venti anni


ma è molto comodo il pagamento avrò la casa di proprietà.
e il mio padrone mi ha detto "Dai,
mettiti sotto che se ce la fai Ma Dio non volle perchè una sera
sbiancò il suo viso come la cera.
fra venti anni potrai avere È morto in fabbrica e gli han trovato
l'appartamento di proprietà". dentro i polmoni cemento armato.
E quanto è comodo il pagamento
Ho reclamato con il mio padrone per il trasporto al camposanto,
"Non c'è trasporto, come si fa?". un metro e mezzo d'appartamento,
E lui ha messo il collegamento e lui soltanto se lo godrà.
sin dalla fabbrica all'appartamento.
Tutto gratuito e a fine mese
E quanto è comodo il pagamento la trattenuta più non avrà.
per il trasporto di ogni giorno.
Parto al mattino la sera torno E se l'Italia è una repubblica
e a fine mese lui detrarrà. fondata sul lavoro
e se per lavorare bisogna riposare
È quasi quasi un beneficio e se per riposare vuol dire anche dormire,
allora dico che, signori della borghesia
l'affitto non lo pago perchè la casa è mia!

pagina 819
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L'attentato a Togliatti
di Marino Piazza
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lattentato-togliatti

Alle ore undici del quattordici luglio Rita Montagnana, che è al Senato,
dalla Camera usciva Togliatti, coi dottori e tutto il personale,
quattro colpi gli furono sparati han condotto il marito all'ospedale
da uno studente vile e senza cuor. sottoposto alla operazion.

L'onorevole, a terra colpito, L'onorato chirurgo Valdoni,


soccorso venne immediatamente, con i ferri che sa adoperare,
grida e lutto ovunque si sente, ha saputo la pallottola levare
corron subito deputati e dottor. e la vita potergli serbare.

L'assassino è stato arrestato Il gesto insano, brutale e crudele


dai carabinieri di Montecitorio al deputato dei lavoratori,
e davanti all'interrogatorio protestino contro gli attentatori
ha confessato dicendo così: della pace e della libertà .

"«Già da tempo io meditavo L'onorevole Togliatti auguriamo


di riuscire a questo delitto, che ben presto ritorni al suo posto,
appartengo a nessun partito, a difendere il paese nostro,
è uno scopo mio personal"». l'interesse di noi lavorator.

Informazioni

Canzone del cantastorie Marini Piazza, scritta in occasione del grave attentato compiuto da Antonio Pallante
(giovane siciliano, studente fuori corso di Giurisprudenza), il 14 luglio 1948.

pagina 820
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L'ecatombe
di Carlo Ferrari, Georges Brassens
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: satirici, repressione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lecatombe

Al mercato ieri mattina Attaccandosi una comare


per un mazzo di qualche ortaggio a un maresciallo di polizia
di massaie una dozzina "Morte alla legge!" lo fa gridare
si esibiva in un bel pestaggio. ed inneggiare all'anarchia.

A piedi, a cavallo, in vettura Una delle più forsennate


intervenne l'autorità stringe il cranio di un questurino
a provarsi nell'avventura tra le chiappe sue smisurate
di fermare le ostilità! come macine d'un mulino!

Senza dubbio sapete tutti La più grassa del gruppetto


di una ben radicata usanza con due tette che fanno per sei,
se per dar contro ai poliziotti sbottonato il reggipetto,
tutti quanti fanno alleanza. mena sberle alla Cassius Clai.

Sui gendarmi furiosamente Il fioccare di tali bombe


si gettarono le matrone è il sigillo della vittoria,
dando vita in quel frangente è la fine di un ecatombe
ad un numero d'eccezione! da citare nei libri di scuola!

Nei confronti dei piedipiatti Non contente del consuntivo


sono pervaso da tanto amore e di quella bella razione
che nel vederli sopraffatti come oltraggio definitivo
io tifavo per le signore. prima di lasciar la tenzone.

E dal lato del mio abbaino Le comari a quel nemico,


le mie grida univo al clamore perdonatemi l'indecenza,
incoraggiando il plotoncino certe cose volevan tagliare,
come fosse la squadra del cuore! per fortuna ne eran già senza!

Informazioni

Traduzione di Carlo Ferrari.

pagina 821
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L'intellettuale
di Michele Luciano Straniero, Cantacronache
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lintellettuale

Io sono l'esangue, Io sono il pingue


l'intellettuale, intellettuale,
con eleganza so parlar male: studio i dialetti e conosco le lingue:
con frizzi e lazzi, pochi giudizi,
motti sui razzi, molti indirizzi,
sempre mi batto per un ideale. è la ricetta che mi distingue.

Ma non chiedetemi scelte concrete: Ma preferisco la lotta verbale,


son già troppo impegnato a pensare, dove il mio genio può meglio brillare,
ci vogliono due staffe, si sa, per ci voglion due staffe, si sa, per cavalcare.
cavalcare.

pagina 822
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La ballata dell'ex
(1966)
di Sergio Endrigo
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-ballata-dellex

Andava per i boschi con due mitra e tre bombe Un mondo tutto nuovo sorgerà
a mano Per tutti l’uguaglianza e la libertà
La notte solo il vento gli faceva compagnia
Laggiù nella vallata è già pronta l’imboscata E torna al suo paese che è rimasto sempre
Nell’alba senza sole eccoci qua quello
Qualcuno il conto oggi pagherà Con qualche casa in meno ed un campanile in
Andava per i boschi con due mitra e tre bombe più
a mano C’è il vecchio maresciallo che lo vuole
Il mondo è un mondo cane ma stavolta cambierà interrogare
Tra poco finiranno i giorni neri di paura Così per niente per formalità
Un mondo tutto nuovo sorgerà Mi chiamano Danilo e sono qua
Per tutti l’uguaglianza e la libertà E vogliono sapere perché come quando e dove
Soltanto per vedere se ha diritto alla
In soli cinque anni questa guerra è già pensione
finita Gli chiedono per caso come è andata quella
È libera l’Italia l’oppressore non c’è più sera
Si canta per i campi dove il grano ride al Che son partiti il conte e il podestà
sole E chi li ha fatti fuori non si sa
La gente è ritornata giù in città E chi li ha fatti fuori non si sa
Ci son nell’aria grandi novità
E scese dai suoi monti per i boschi fino al Se il tempo è galantuomo io son figlio di
piano nessuno
Passava tra la gente che applaudiva gli Vent’anni son passati e il nemico è sempre là
alleati Ma i tuoi compagni ormai non ci son più
Andava a consegnare mitra barba e bombe a Son tutti al ministero o all’aldilà
mano Ci fosse un cane a ricordare che
Ormai l’artiglieria non serve più Andavi per i monti con due mitra e tre bombe
a mano...

Informazioni

L'abbiamo ascoltata la prima volta da "Il canzoniere della rivolta-Mucchio selvaggio", Fosdinovo (MC), 7 agosto
2012, durante il festival "Fino al cuore della rivolta"

pagina 823
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La ballata della piccolo-borghese


(1965)
di Francesco "Ciccio" Giuffrida
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-ballata-della-piccolo-borghese

Il mio primo grande amore Andavamo spesso al cine


fu il ragazzo di rimpetto ma non ci capivo niente
certo non potea durare figuratevi che al buio
ma fu bello finchè fu mi parlava anche del film

Poi compiuti diciott’anni Poi ci aveva tanti amici


cominciò una nuova vita forse più pazzi di lui
il permesso di fumare sempre con il libro in mano
entrai nella società o a parlare del Viet-Nam

Ne conobbi di ragazzi Finchè un giorno mi propose


alle feste delle amiche di abitare a casa sua
per qualcun provai affetto lui ci aveva una stanzetta
ma davvero niente più senza bagno né bidet

Il mio vero grande amore Quando lo lasciai io piansi


lo conobbi un pomeriggio perché gli volevo bene
dentro ad una farmacia ma io sono molto seria
che comprava degli Hatù e non lo vedrò mai più.

Ci vedemmo molto spesso Ora sono fidanzata


ma non ero ancor felice con un bravo ragioniere
mi parlava della guerra che ha parlato con i miei
della NATO e di HO CHI MINH di sposarmi pensa già

Non capivo che volesse Questo sì che è roba seria


tutto quel suo gran parlare vuole farsi una famiglia
gli occhi accesi e rosso in faccia vuol pensare al suo lavoro
di una nuova società. vuol pensare solo a me – al suo lavoro –
e a me – amen.

pagina 824
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La canzone della donna del soldato nazista


di Giorgio Strehler, Kurt Weill
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-canzone-della-donna-del-soldato-nazista

Da Praga alla sua donna cosa il soldato E da Bruxelles alla sua donna cosa il soldato
regalò regalò
Un paio di stivaletti ed un saluto, a lei due pizzi e quattro merletti "che bello
mandò averli!", a lei,
Questo il soldato le mandò a lei mandò
Questo dalle Fiandre arrivò
E da Varsavia alla donna cosa il soldato
regalò E da Parigi alla donna cosa il soldato regalò
Un bel bustino a colori e che colori, a lei La sottoveste di seta plissé alle amiche, a
mandò lei,
Questo da Varsavia arrivò a lei mandò
Questo da Parigi arrivò
Da Oslo alla donna cosa il soldato regalò
Da Oslo una scarpetta, forse ti piace, a lei, Da Tripoli alla sua donna cosa il soldato
a lei mandò regalò
Questo a lei da Oslo arrivò Coralli e un amuleto portafortuna a lei,
a lei regalò
Da Rotterdam alla donna cosa il soldato Questo dalla Libia arrivò
regalò
Da Rotterdam la cuffietta: "come sei buffa!" Ma dalla gelida Russia, che cosa le arrivò
a lei, Un velo, un velo da lutto, un velo nero
a lei mandò arrivò
Questo dall'Olanda arrivò Dalla Russia arrivò.

Informazioni

Canzone di Bertolt Brecht, traduzione elaborata da Giorgio Strehler di Und was bekam des Soldaten Weib?

pagina 825
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La canzone delle reggiane [R60]


(1951)
di Rivetti
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti, lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-canzone-delle-reggiane-r60

Schiere d'eroi umili ed offesi Trattore passa e va


Affratellati da un ideal Bandiera di pace e di liberta'
Marciamo uniti contro i borghesi Trattore passa e va
Pronti a sferrare l'attacco fatal
Grande e gloriosa
All'erta compagni E' la classe operaia
Io giogo si schianta Alle Reggiane lotta con valor
Alziamo il vessillo Dalla miniera alla risaia
Sull'erre sessanta S'ode il fragore del nuovo trattor
Sul nostro cammino
Di strazi e di pene All'erta compagni...
Bandiera di pace e di liberta'

Informazioni

Rivetti è l'autore delle parole; la musica fu composta da un operaio appassionato di musica e di opera che dopo il
licenziamento mise su un'orchestrina; si chiamava Isernia ed è deceduto; Rivetti è vivo e sta in Piemonte.

L' "R60" è un potente trattore prodotto dalle OMI-Officine Meccaniche Reggiane di Reggio Emilia, nel corso di uno
dei primi esperimenti di autogestione operaia di una fabbrica in Italia. Tra il 1950 e il 1951 le Officine Reggiane
vennero occupate dai lavoratori in sciopero contro la direzione della fabbrica, impegnata da sempre nelle
costruzioni di automezzi e componenti per uso militare; nel corso dell'occupazione, per dimostrare la capacità
gestionale delle maestranze in lotta, fu decisa la progettazione e la realizzazione di un trattore, di uno strumento di
lavoro e di pace. Un episodio straordinario che fu celebrato con questo canto popolare.(da Canzoni contro la guerra
)

pagina 826
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La carta
(1962)
di Violeta Parra
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: spagnolo/castigliano
Tags: repressione, lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-carta

Me mandaron una carta sin tener merecimiento,


por el correo temprano van y vienen de la iglesia
en esa carta me dicen y olvidan los mandamientos, sí.
que cayó preso mi hermano
y sin compasión con grillos Habrase visto insolencia,
por las calles lo arrastraron. Si! barbarie y alevosía,
de presentar el trabuco
La carta dice el motivo y matar a sangre fría
que ha cometido Roberto: a quien defensa no tiene
haber adherido al paro con las dos manos vacías, si.
que ya se había resuelto
si acaso esto es un motivo La carta que me mandaron
presa voy también, sargento. Si! me pide contestación
yo pido que se propale
Yo que me encuentro tan lejos por toda la población
esperando una noticia qu´ el León es un sanguinario
me viene a decir la carta en toda generación. Si!
qu´en mi patria no hay justicia
los hambrientos piden pan Por suerte tengo guitarra
plomo les da la milicia. Si! para llorar mi dolór
también tengo nueve hermanos
De esta manera pomposa fuera del que se engrilló
quieren conservar su asiento los nueve son comunistas
los de abanico y de frac, con el favor de Dios. Si!

Informazioni

La canzone La Carta ("La Lettera") è considerata il punto di partenza della Nueva Canción Chilena. Si tratta della
prima canzone che denuncia un fatto concreto: la lettera giuntale a Parigi dal Cile in cui la si informava dell’arresto
di suo fratello Roberto, che aveva preso parte ad uno sciopero ed all’occupazione di una fabbrica.

pagina 827
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La confessione [Padre Formicola]


Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: anticlericali
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-confessione-padre-formicola

Chi è che bussa a 'sto convento T'han toccato mai il petto


co' 'sta pioggia e co' 'sto vento? Sì ma padre con rispetto

E' 'na povera vecchiarella T'han toccato mai la panza


che se vole confessà Si ma padre con creanza

Mandatela via mandatela via T'han toccato mai il culo


mandatela via per' carità Sì ma padre co' 'n''osso duro

Chi è che bussa a 'sto convento T'han toccato mai la fica


co' 'sta pioggia e co' 'sto vento? Sì ma padre con fatica

E' 'na povera verginella Se tuo vuoi la confessione


che se vole confessa' bacia e tocca 'sto cordone

Fatela entrà fatela entrà Nè so' scema nè so' orba


fatela entrà pe' carità questo è un cazzo no 'na corda

pagina 828
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La crociata
di Fausto Amodei, Cantacronache
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: anticlericali, satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-crociata

Ho letto sui giornali sponsali e Comunioni,


che certi Cardinali e voglion celebrare nuovamente
sono dell'opinione un po' d'Estreme Unzioni.
di spingere cattolici e cristiani
contro la distensione Si dichiarano ostili
a che scuole ed asili
Per rendere più ardente vengano benedetti;
la fede della gente voglion tornare a benedir fucili,
che s'è un po' raffreddata, cannoni e gagliardetti.
son persuasi che, in fondo, non c'è niente
meglio d'una Crociata. Se in Francia i generali
e gli ultras coloniali
Per dar nuovi elementi fanno il colpo di Stato,
ai ranghi insufficienti da noi lo voglion fare i Cardinali
dei martiri ed eroi, e l'alto Episcopato,
voglion formarne nuovi contingenti
reclutati tra noi. che non hanno paura
di far brutta figura,
Giudicano avvilente messi a lor paragone:
celebrar solamente han già seguito un corso di tortura
sotto l'Inquisizione.

pagina 829
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La famigliola
(1966)
di Francesco "Ciccio" Giuffrida
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-famigliola

Oh che bella famigliola però può ancor parlar 2 v.


che mi vuole tanto bene
se mi fermo e non lavoro Il fratello del mio padrone
non sa più che cosa far 2 volte si chiama plusvalore
è alto grasso e grosso
Alla testa c'è il padrone è unto dal Signore 2 v.
che mi dà da lavorare
e perciò gli voglio bene Il nipote del mio padrone
devo solo collaborare 2 v. si chiama liberismo
incanta a destra e a manca
Il figliolo del mio padrone chi mai lo arresterà 2 v.
si chiama salario
è nato piccolino L'altra figlia del mio padrone
chissà se crescerà 2 v. la globalizzazione
riduce alla miseria
La figliola del mio padrone chi è povero di già 2 v.
si chiama polizia
e vuol la sicurezza Oh che bella famigliola
la sua e non la mia 2 v. alla testa c'è il padrone
il figliolo del mio padrone
L'altro figlio del mio padrone l'altro figlio del mio padrone
si chiama profitto e la figlia del mio padrone
è nato già affamato l'altra figlia del mioo padrone
da solo mangia tutto 2 v. il nipote delmio padrone
il fratello del mio padrone
Ed il nonno del mio padrone ed il nonno del mio padrone
si chiama fascismo sono tutti da ammazzare
è sordo e non ragiona sono tutti da ammazzare
sono tutti da ammazzar

Informazioni

Musicata da Gianni Famoso (un bellissimo minuetto); le ultime due strofe (il nipote e l'altra figlia) sono state
aggiunte nel 2005. E' stata incisa dal Canzoniere Internazionale nel disco "Il bastone e la carota".

pagina 830
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La leggenda della suora


di Fausto Amodei, Georges Brassens
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-leggenda-della-suora

Venite voi gente curiosa I banditi son rubacuori


per una nuova storia ancor: più di certuna nobiltà
questa è la storia avventurosa Attenti che passano i tori:
di Doña Padilla del Flor. chi veste in rosso, via di qua!

La sua terra che vide i mori Non era bello, questo è vero,
nutre cinghiali in libertà. era volgare, anzi che no,
Attenti che passano i tori: ma l'amore, si sa, è un mistero
chi veste in rosso, via di qua! e la suora il bandito amò.

Ci son ragazze qui a Granada C'è chi concede i suoi favori


ed a Siviglia anche ce n'è a ceffi privi di beltà.
che ascoltano ogni serenata Attenti che passano i tori:
quasi a cantarla fosse un re! chi veste in rosso, via di qua!

Quindi si intrecciano gli amori A quel bandito che, si dice,


di sera in tutta la città! fosse legato a Belzebù
Attenti che passano i tori: ai piedi di Santa Beatrice
chi veste in rosso, via di qua! la suora diede un rendez-vous

Nessuna infamia e nessun dolo All'or che i corvi vengon fuori


mai su Padilla trapelò gracchiando nell'oscurità.
perchè in nessun occhio spagnolo Attenti che passano i tori:
fuoco più casto mai brillò. chi veste in rosso, via di qua!

Sotto gli alberi e in mezzo ai fiori Or quando entrata nella chiesa


nessuno l'ebbe in potestà. la suora il bandito chiamò,
Attenti che passano i tori: al posto della voce attesa
chi veste in rosso, via di qua! un grande fulmine scoppiò

Lei prese i voti e questa fine Dio volle con questi bagliori
destò il rimpianto pure mio, colpire a morte l'empietà.
quasi che solo alle bruttine Attenti che passano i tori:
fosse concesso sposar Dio. chi veste in rosso, via di qua!

Furono pianti e gran dolori Questa leggenda che ho narrato


tra maschi di qualunque età. sant'Idelfonso decretò
Attenti che passano i tori: per preservare dal peccato
chi veste in rosso, via di qua! chi la sua vita a Dio votò

Fattasi monaca da un mese La raccontassero i priori


l'amore giunse là per là in conventi e comunità.
quando un bandito del paese Attenti che passano i tori:
venne e le disse "Eccomi qua!". chi veste in rosso, via di qua!

Informazioni

Traduzione della canzone "La Légende de la Nonne" di Georges Brassens.

pagina 831
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La madre del partigiano


(1953)
di Gianni Rodari
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-madre-del-partigiano

Sulla neve bianca bianca o tu che passi, non lo strappare,


c’è una macchia color vermiglio; è il fiore della libertà.
è il sangue, il sangue di mio figlio,
morto per la libertà. Quando scesero i partigiani
a liberare le nostre case,
Quando il sole la neve scioglie sui monti azzurri mio figlio rimase
un fiore rosso vedi spuntare: a far la guardia alla libertà.

Informazioni

Abbiamo deciso di inserire questi celebri versi di Gianni Rodari nel nostro archivio perché diversi muscisti hanno
cantato questo testo. Ne citiamo alcuni: Stefano Panzarasa, Banda POPolare dell'Emilia Rossa, Rocco Rosignoli.

pagina 832
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La morte di Anita Garibaldi


di Massimo Dursi, Cantacronache
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-morte-di-anita-garibaldi

Noi t'aspettiamo nell'alba fiorita Ma della morte sul tuo bel viso
camicia rossa, fiore di vita è già discesa l'ombra crudel.
noi t'aspettiamo nell'alba fiorita
camicia rossa, piena di vita. La barca nera sulla laguna
porta l'Anita come una cuna.
Per i tuoi figli sola a morire Canta nel cielo l'Ave Maria
o sposo mio mi devi lasciare. che l'accompagna nell'agonia.
Se gli occhi miei ti voglion mirare
tu con un bacio li chiuderai. È morta Anita all'Ave Maria
quando la rondine scende dal cielo.
Sale la febbre nella laguna Il Generale la bacia e piange. Deve
come l'allodola trema l'Anita. lasciarla.
Tende allo sposo la mano sfinita, Deve salvarsi, per riportarci la libertà.
la guarda e prega con un sospir.
E chi lo salva e dai Tedeschi,
«Per il tuo cuore questo sospiro e tutta Italia la salverà,
per i miei figli questo sorriso...» e chi lo salva e dai Tedeschi
e tutta Italia la salverà.

Informazioni

Canzone composta nel 1963 per lo spettacolo "Stefano Pelloni detto il Passatore", cronache popolari di massimo
D'Ursi, allestito al teatro Stabile di Bologna. Giovanna Daffini eseguì poi questa canzone con il Nuovo Canzoniere
Italiano. Nell'acquisizione del testo la Daffini ne modificò alcuni versi. (maria rollero)

pagina 833
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La nostra lotta [La Cavigioli]


(1966)
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-nostra-lotta-la-cavigioli

La Cavigioli è in lotta Non vogliam più le multe


contro lo sfruttamento e nenache l'incentivo
è giunto il gran momento non ci capiamo niente
assieme di lottar. come fa andar su e giù.

Lottiamo tutti uniti Facciamo il Comitato


contro l'assegnazione che ci organizza tutte
di tutte quelle macchine che dica alto e forte
che ci fanno morir. la nostra opinion.

Lottiamo tutte unite Lottiamo tutte unite


per non esser maltrattate non siamo bestie nè robot
di qua e di là spostate ma siamo donne e uomini
dai servi dei padron. ci dovere rispettar!

Informazioni

"Questo canto mi fu dato dalle operaie tessili della Cavigioli nel Biellese, che lo composero sia per il testo che per
la musica, durante l'occupazione della fabbrica, nel giugno 1966" (Donata Pinti)

pagina 834
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La poesia di un cieco
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: anticlericali
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-poesia-di-un-cieco

E nella religione Ma il cielo se ne accorse


non c'è umanità che quella setta nera
la poesia di un cieco non verseranno mai
vi dice la verità una lacrima sincera

La falsità dei preti Solo per un istante


specula sugli infelici l'hanno portato fuori
lasciandoci loro credere ma quell'amicizia falsa
che fossero degli amici durò per poche ore

Hanno beffato un cieco Basta con le chiacchere


portandolo a passeggiare basta con i fandoni
gli fecero il trucchetto niente confessare
per farlo confessare niente comunioni

Ma quando questo cieco Perchè solo la vista


si aveva confessato può dar consolazioni
nessuno andava a trovarlo quando uno è insultato
nessuno lo ha pensato poi diventa esasperato

Il cieco gli rimase E dice a quella gente


solo la delusione voi fate la fine dell'Oriente
che l'hanno preso in giro e dice con la bocca
quel pugno di buffoni andate a finire sulla forca
perchè siete una setta sporca

pagina 835
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La santa Caterina dei pastai


(1964)
di Gruppo padano di Piadena
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale, satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-santa-caterina-dei-pastai

Per Santa Caterina dei pastai anca lee


Il mio padrone ha fatto una bella festa in dè 'na bèla curnis durada. Sé!
Il mio padrone ha fatto una bella festa
Insieme a tutti i suoi operai Per Santa Caterina dei pastai
Il mio padrone ha fatto una bella festa
Una bella festa tutta pagata Il mio padrone ha fatto una bella festa
Dalla minestra all'insalata Insieme a tutti i suoi operai
E alla fine della bella festa
Una sigaretta…a testa! Una bella festa tutta pagata
Dalla minestra all'insalata
O come è generoso il mio padrone! E alla fine della bella festa
(parlato) mia tropp! Una sigaretta…a testa!
Disse che siamo bravi a lavorare
Disse che bisogna collaborare (parlato) Coda!
Per costruire nuovi capannoni.
E alla fine della settimana
(parlato) Sulla busta paga abbiam trovato
Sé, sé…però i capannoon, La trattenuta della bella festa
la fuori serie, èl palas che custa 'na mucia Una trattenuta…a testa.
dè milion,
l'è tuta roba nostra. Una bella festa tutta pagata
E la Santa Caterina quest che la la sa; Dalla minestra all'insalata
però la la diis mia, imprisunada cuma l'è E alla fine della bella festa
Una sigaretta…a testa!

Informazioni

La canzone si riferisce a un fatto realmente accaduto in un pastificio locale. La testimonianza è stata raccolta da un
operaio e trascritta da Mario Lodi.
E' stata musicata dal Gruppo Padano di Piadena utilizzando ed elaborando inconsapevolmente un motivo popolare
di autore ignoto

pagina 836
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La scomunica
di Raffaele Mario Offidani
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: anticlericali
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-scomunica

Chi incatenò l'umanità che langue Ma chi per la giustizia tutto ha dato
e l'inondò di lacrime e di sangue dal Sant'Uffizio fu scomunicato
ci non ebbe nè cuore nè coscienza Chiediamo a chi ci guarda da lassù
fu detto "l'Uomo della Provvidenza" "Quale è il vero cristiano buon Gesù"

Informazioni

Si riferisce alla scomunica, da parte del Vaticano, dei marxisti italiani e degli aderenti al Partito Comunista.

pagina 837
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La terribile sciagura di Mattmark


(1965)
di Adriano Callegari
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale, emigrazione, morti sul lavoro
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-terribile-sciagura-di-mattmark

Il bel sole volgeva al tramonto ad un tratto si è sentito un ronzio


tra le cime deserte e ghiacciate che diventò man mano stridore
già le squadre eran tutte tornate poi sembrò di tuono un fragore
da un infido e pesante lavor che dall'alto veloce arrivò

era gente di varie nazioni non si ebbe il tempo nemen di parlare


ma in gran parte era gente italiana o di corere a qualche riparo
che lasiata la casa lontana prima ancora che il peril fosse chiaro
a Mattmark lor trovaron lavor la tragedia si volse al final

la montagna a vederla era imensa giunse alora la morte veloce


la oservan gli adetti al cantiere sivolando il ghiacciaio falciava
a ciascuno sembrava vedere e sicura rovina portava
un gigante forgiato di acciar né una forma fermarlo poté

dopo il turno di dura fatica un boato tremar fe' le valli


si lasiavan gli arnesi a riposo poi tornò il silenzio assoluto
e si andava con anim gioioso il tremendo destin fu compiuto
alla mensa dov'era pronto il cenar nello spazio di un attimo sol

chi pensava alla casa natia ancor ogi una coltre ricopre
alla moglie ai figli adorati operai ch'eran pieni di vita
ai parenti al paese lasiati è una bara di neve indurita
fiduciosi di un lieto avenir dove salvarli nessuno riuscì

chi pensava al denar guadagnato passa il tempo e forse per sempre


e a quello che risparmiato aveva resteranno dei corpi nel ghiaccio
i progetti da solo faceva la montagna col bianco suo abracio
fiducioso d'un lieto avenir se li tiene li prese con sé.

Informazioni

La canzone rievoca l'episodio del 30 agosto 1965 a Mattmark, in Svizzera, che costò la vita a ottantotto operai,
cinquantasei dei quali italiani, travolti da una valanga, staccatasi dal ghiacciaio di Mattmark.

Vedi anche: L'inferno bianco

pagina 838
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La zolfara
di Cantacronache, Michele Luciano Straniero
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale, miniera, morti sul lavoro
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-zolfara

Otto sono i minatori con san Marco e san Matteo,


ammazzati a Gessolungo.
Ora piangono, i signori con san Luca e san Giovanni
e gli portano dei fiori. e i compagni che da prima
lavorando nella mina
Hanno fatto in Paradiso sono morti in questi anni.
un corteo lungo lungo;
da quel treno dove assiso Sparala prima la mina...
Gesù Cristo gli ha sorriso.
Dopo la dimostrazione
Sparala prima la mina Gesù Cristo li ha chiamati,
mezz'ora si guadagna con la sua benedizione
me n'infischio se rischio li ha raccolti fra i beati.
che di sangue poi si bagna!
Tu prepara la bara Poi levando poco poco
minatore di zolfara. la sua mano giustiziera
con un fulmine di fuoco
Hanno fatto un gran corteo ha distrutto la miniera.
con i quattro evangelisti:
tutti quanti li hanno visti Sparala prima la mina...

Informazioni

La canzone si riferisce ad un disastro avvenuto nel 1881, ma numerosi incidenti sul lavoro (quelli che si sarebbero
poi giustamente chiamati "omicidi bianchi") si verificarono anche tra il 1957 e il 1958 nelle principali cave di zolfo
siciliane, provocando decine di morti e feriti, di cui riferirono ampiamente le cronache dell'epoca. Le zolfatare,
divenute antieconomiche, vennero poi chiuse e abbandonate dai proprietari. (maria rollero)

pagina 839
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Lassù sui monti


di Fausto Amodei
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lassu-sui-monti-0

Sono andato l'altro giorno di buon ora e la Gigia l'hanno scorso ha maritato
a cercare là sui monti la pastora. quel tenente che l'aveva messa incinta.
Quella che lassù nell'erba fresca e bella
pascolava i suoi caprini: proprio quella. Col vestito bianco, comperato a rate,
per salvar la faccia della forze armate!
M'hanno detto che di lì passò un signore
che le disse "Pastorella, fai il favore: Ripartito per trovar la bella bionda
lascia perdere le favole e gli gnomi, che portava i bei capelli come l'onda,
passa alla FederConsorzi di Bonomi!" l'ho trovata sotto il casco giù in bottega
che li aveva ossigenati e messi in piega.
E così la pastorella fa carriera
con i lupi con la faccia nera nera! E la bella Gigogin che a sedici anni
divorziava con ardore giovanile,
Io deluso e un po' con l'animo in subbuglio s'è sposata con un ricco barbagianni
son partito per cercare più lontano che oramai l'ha trasformata in baciapile.
la bambina nata il 29 luglio,
proprio quando stava maturando il grano. E la bella Cinciuncia marusca boia
anche lei legge Moravia e poi s'annoia!
Nata appena, vide lì per prima cosa
Mussolini a petto nuda che trebbiava. Ma la sorte, la più tragica e balzana,
Ma che colpa aveva lei, povera tosa, è la sorte che tocco a Maria Giuana,
d'esser nata quando il grano maturava? che si sta curando il fegato a Chianciano
e si è messa a bere acqua a tutto spiano.
E m'ha detto, con la rosa ancora in pugno.
"Se rinasco, meglio nascere di giugno!" Gioca pure con dei trucchi alla canasta
per far su quel po' di grana che la basta
Ho rifatto un'altra volta la valigia, per vestirsi, per dormire, far la pappa,
ho viaggiato e camminato ore ed ore ma da anni non assaggia più la grappa.
per trovarmi di persona con la Gigia,
quella che si dice sia "mala" d'amore. Era chiaro che nel canto popolare
da trent'anni è tutto quanto da rifare!
La faccenda, messa in mano a un avvocato,
da un bel pezzo aveva avuto causa vinta, E quei canti se li cantino oramai
solo i cori polifonici del CAI.

pagina 840
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Lavoro tra le pecore e li cani


Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano, romanesco
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lavoro-tra-le-pecore-e-li-cani

Se avessi conosciuto lo padrone, Lavoro tra le pecore e li cani


ti giuro, mi sarei fatto frate, pe' fa magnà l'agnelli alli padroni,
ti giuro, mi sarei fatto frate. pe' fa magnà l'agnelli alli padroni.

Io invece avrei preso lo bastone Ce so' venuti coll'americani


e tante ne darei di bastonate, e a noi ce fa magnare li bastoni,
e tante ne darei di bastonate. e a noi ce fa magnare li bastoni.

pagina 841
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Le basi americane [Rossa provvidenza]


di Rudi Assuntino
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti, antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/le-basi-americane-rossa-provvidenza

La cosa più penosa Nel mondo c'è una lotta


in giorni come questi che non si è mai placata
è di trovar tra voi rompiamo le abitudini
le facce di sempre torniamo ad esser uomini
E invece sta cambiando
la storia di ciascuno Buttiamo a mare...
perchè dai grandi fatti
matura una lezione" Non serve domandare
se poi ce la faremo
Buttiamo a mare le basi americane lasciamo alle parole
cessiamo di fare da spalla agli assassini il tempo di aspettare
giriamo una pagina lunga di vent'anni
andiamo a guadagnare la nostra libertà O forse qui si aspetta
la rossa provvidenza
In una ragnatela per cui gli altri decidono
di fatti quotidiani e noi portiam pazienza"
abbiam dimenticato
di essere compagni Buttiamo a mare...

Informazioni

Canto antiamericano, antimperialista e antinucleare.

(maria rollero)

pagina 842
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Le cose vietate
(1958)
di Fausto Amodei
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/le-cose-vietate

Per ogni divieto che può provocare


che ci ha dato il buon Dio il problema del sesso,
col nome, ben noto, a tutti i minori di sedici anni
di "comandamento", in certi locali
la gente ha creduto è "Vietato l'ingresso".
che fosse assai pio
crearne e redigerne Ma tutte queste cose
almeno altri cento. non sono molto gravi
son lievi precauzioni
"Vietato il sorpasso", per farci star più bravi.
"Vietato fumare" Il guaio è che quei tipi
e, per non esporre che vietano e fan storie
le nostre sporcizie, le cose non vietate
in certi locali le han rese obbligatorie.
è "Vietato sputare",
in altri "Lo scarico "Il senso è vietato",
delle immondizie". "Vietato affacciarsi",
"Divieto di transito ai ciclomotori",
Ma tutte queste cose "Vietato il posteggio",
non sono molto gravi "Vietato bagnarsi",
son lievi precauzioni "Vietato parlare coi manovratori":
per farci star più bravi.
Fra tanti divieti
Il guaio è che quei tipi di tutti i modelli
che vietano e fan storie la legge non vieta,
le cose non vietate un po' stranamente
le han rese obbligatorie. di andare ad uccidere
i nostri fratelli,
Son molti i cartelli di andare a far guerra
che trovi per strada: alla povera gente:
"Vietato il passaggio",
"Divieto di sosta" ché, anzi, ci costringe
e, in molti negozi, in termini palesi
dovunque tu vada ad imparar 'ste cose
"Vietato toccare per ben diciotto mesi
la merche che è esposta", e quel comandamento
lo ha lasciato stare
e, per evitare che dice chiaramente:
ai giovani i danni "È vietato ammazzare".

Informazioni

Inviata da Riccardi Venturi

pagina 843
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Le mondine contro la cavalleria


(1912)
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: repressione, risaia/mondine
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/le-mondine-contro-la-cavalleria

Il ventiquattro di maggio a Ferrera, si ferma solo la Provera Maria,


un grande sciopero, terribile guerra: che con noi la vogliamo portar ".
erano tutti in una stretta via,
'accompagnati dalla polizia. La ragazza andav pian piano,
l'hanno condotta davanti al Sultano;
Nel veder le crumire uscire il Sultano sbeffando gli disse:
le scioperanti si misero davanti: " Son contento e ancor più felice ".
" Se avete il coraggio di andare
ci tradite noi tutti quanti ". Le scioperanti non dicon parola,
si recarono in mezzo alla folla
Nel veder le crumire ostinate e sentiron la brutta novità:
le scioperanti si misero davanti " li vostro Riha ve l'hanno arresta ",
e lor si sono gettate per terra:
" Calpestateci se avete il coraggio Quando Riba fu giunto sul treno,
con la mano ci diede l'addio:
Il commissario, con grande amarezza: Non piangete, miei cari compagni.
"Non ubbidite alla pubblica sicurezza; che ben presto sarò qui con voi ".
non vedete che questa è viltà?
se non vi alzate vi faccio 'restà . A Sannazaro che sono arrivati
l'hanno rinchiusi in una prigione
Le scioperanti si sono alzate: come se fossero dei malfattori,
" Non è vero che questa è viltà; mentre invece era gente d'onor.
son venuti e han fatto violenza
trascinandoci con libertà ", Tredici giorni di malinconia
fu terminato in grande allegria:
Il commisario, con grande ironia, hanno lasciato il Elba e Maria,
disse agli altri: Andate pur via: l'ahbiam coperto di rose e di flor.

Informazioni

Il canto si riferisce a un episodio successo a Ferrera Erbognone, un paesino tra le risaie della Lomellina nel pavese,
nel maggio del 1912. Fu scritta e cantata collettivamente nei giorni stessi della rivolta.

pagina 844
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Lettera dalla caserma


(1963)
di Fausto Amodei, Cantacronache
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: antimilitaristi, satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lettera-dalla-caserma

Amore mio, ti prego di capire Piuttosto male spesi


Se ti scrivo qualcosa solo adesso; Ma questo si sapeva dall'inizio :
Per far più in fretta, te lo mando espresso Per circa un anno e mezzo
Che fa, di francobolli, cento lire. Risolvono a buon prezzo
La crisi delle donne di servizio.
E cento lire, mica si discute, Difenderemo America ed Europa
Son la paga di un giorno tutta quanta: Amati di un moschetto e di una scopa.
La decade è di millecentottanta
In dieci giorni, salvo trattenute. Amore mio, ti dicono " Fa questo! "
E non c'e scampo, tu lo devi fare.
Diciotto lunghi mesi Non è neppur permesso brontolare,
Piuttosto male spesi, Devi star zitto e devi farlo presto.
Ma a questo siamo, in fondo, rassegnati.
Ma non è di mio gusto Anche se hai sonno devi stare sveglio,
E non mi sembra giusto Anche se hai freddo "credere e obbedire"
Che sian diciotto mesi mal pagati. Anche se hai caldo "vincere o morire"
Diremo, un po' sul serio e un po' per gioco, Se poi hai fame e sete, tanto meglio.
"Chi per la patria muor, pagato è poco"
E tutti i pezzi grossi
Amore mio, ti dico dall'inizio Che esclamano commossi
Che scrivo in fretta solo pochi righi Che siamo noi la gioventù più sana
Perché tra poco bisogna che mi sbrighi Ci trattano, lo vedi,
All'adunata-squadra-di-servizio. Da pezze per i piedi
Ci trattano da figli di puttana,
E dovrò fare per bene pulizia Tenendo sempre buona l'occasione
Nell'atrio, in camerata ed all'ingresso, Di usarci come carne da cannone.
Dovrò pulire lavatoio e cesso,
Refettorio, cucina e fureria. Amore mio, un tale mi comanda
Di piantar lì, 'sta lettera d'amore
Diciotto lunghi mesi E di andarmene in cella di rigore
Per disordine grave al posto branda.

pagina 845
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Li mestieri
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: salentino
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/li-mestieri

Mo' ve cuntu de li mestieri: Lariro...


li scarpari su li primi,
se la inchiene la panza Mo' ve cuntu de li ferrari,
cu nu piattu de lupini. tuttu lu giurnu batti batti,
quannu spicciane li crauni
Lariro, larirollallero, lariro, se li rattane li pampasciuni.
larirollallà.
Lariro...
Mo' ve cuntu li falignami,
tuttu lu giurnu liscia liscia, Mo' ve cuntu de li 'mpiegati,
quannu spicciane la sciurnata, fannu na vita de padreternu,
se la futtene la pignata. quannu 'rriva lu ventisette,
te lu squajane lu guvernu.
Lariro...
Lariro...
Ca po rriane li trainieri,
fannu na vita de cavalieri, Mo' ve cuntu li contadini,
quannu rriane alla 'nchianata fannu figura de pezzenti,
la castimane l'Immacolata. quannu spicciane la staggione,
nun hannu cotu propriu nienti.

Informazioni

Canto tradizionale salentino con cui, con grande ironia e forza, si denuncia il sottopagamento e le cattive condizioni
di molti lavori.

pagina 846
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Lu furastiero
(1966)
di Matteo Salvatore
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: pugliese
Tags: emigrazione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lu-furastiero

Lu furastiero dorme stanotte sull'aia, pe' cuscine na sacchettola;


dorme sull'aia a la frescura. pe' cuperte na racanella,
pe' cuscine na sacchettola.
Lu furastiero dorme stanotte sull'aia,
dorme sull'aia a la frescura. Lu furastiero dorme sull'aia,
lu furastiero dorme sull'aia.
Pe' cuperte na racanella,

pagina 847
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Lu pecurere
(1966)
di Matteo Salvatore
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: pugliese
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lu-pecurere

Lu pecurére pè li Murgje vaje Cammine e ssò arrivéto a llu Garghéno


a ppasculá li pècore sólo sólo, e trovo nna cappèlla e ttréscje dinte,
lassá la nnammeréta a llu pajése dicevano la messa a la Madonna
e sse la strégna aspètte a llu ritorna. tutte li fréte ngjuncchjéte ntèrra.
Ój nnamuréta mia, tu sta maléta Fretè guardjéne mio appiccja la lampa
e prego io pe tte ca te guarisce. appiccjamè la lampa tutte le ssére

pagina 848
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Lu polverone
(1961)
di Matteo Salvatore
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: pugliese
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lu-polverone

Quanne hê finùto da fatijà' passa lu King de lu patrone


m'assetto 'nu poco 'nnanze a la porta, lu polverone me fa murì'.
passa lu King de lu patróne
lu polveróne me fa murì'. E la ttérra quanno è bbona
a c'li la fatìja lu ricco sı la gode.
C'li poveretti pène e cipolla Quanne hê finuto da fatijà'
e c'li signùre quelle ca vonno, nnanze a la porta je m'haj' assittà',
Quanne hê finuto da fatijà' passa lu King de lu patróne
pène e cipolla j' m'haj' 'a magnà', lu polveróne me fa murì'.

pagina 849
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Lu trenu da disperaziuni
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: siciliano
Tags: emigrazione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lu-trenu-da-disperaziuni

Guardati chistu trenu cum'è nivuru pi' vinti franchi di 'sti corvi nivuri
oi cum'è nivuru pi' vinti franchi di 'sti corvi nivuri.
è lu trenu d'a disperaziuni
è lu trenu d'a disperaziuni. Là subba dintu u' Nordu amu pagari,
oi amu pagari
Chianciti forti mugghieri, mammi chianciti, cu la vita nu tuozzo di pani
oi mammi chianciti, cu la vita nu tuozzo di pani.
l'omini vosta aviti da lassari
l'omini vosta aviti da lassari. Lavuratura ca jittati 'u sangu
ca jittati 'u sangu
Pi putiri sfamari 'sti piccirilli pi anni e anni 'nta na terra luntana
oi 'sti piccirilli pi anni e anni 'nta na terra luntana
ninn'amu iri luntanu assai
ninn'amu iri luntanu assai. Lu jurnu ca turnati s'avvicina
oi, s'avvicina
A terra nostra amu da lassari, pi nun partiri chiù d'a terra nostra
oi amu lassari pi nun partiri chiù d'a terra nostra.

pagina 850
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Lu Trenu di lu suli
(1963)
di Ignazio Buttitta
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: siciliano
Tags: lavoro/capitale, emigrazione, miniera, morti sul lavoro
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lu-trenu-di-lu-suli

1.Turi Scordu, surfararu, e lu cori ci sunava


abitanti a Mazzarinu; a martoriu la campana.
cu lu Trenu di lu suli
s’avvintura a lu distinu. 12. Ca si c’era la minestra
di patati e di fasoli,
2. Chi faceva a Mazzarinu nni dda tana c’era festa
si travagghiu nun ci nn’era? pi la mogghi e li figghioli.
fici sciopiru na vota
e lu misiru ngalera. 13. Comu arvulu scippatu
senza radichi e né fogghi,
3. Una tana la sò casa, si sinteva Turi Scordu
quattru ossa la muggheri; quannu penza figghi e mogghi.
e la fami lu circava
cu li carti di l’usceri. 14. Doppu un annu di patiri
finalmenti si dicisi:
4. Sette figghi e la muggheri, «Mogghi mia, pigghia la roba,
ottu vucchi ed ottu panzi, venitinni a stu paisi».
e lu cori un camiuni
carricatu di dugghianzi. 15. E parteru matri e figghi,
salutaru Mazzarinu;
5. Nni lu Belgiu, nveci, li parenti pi d’appressu
ora travagghiava jornu e notti; ci facevanu fistinu.
a la mogghi ci scriveva:
nun manciati favi cotti. 16. Na valiggia di cartuni
cu la corda pi traversu;
6. Cu li sordi chi ricivi nni lu pettu lu nutricu
compra roba e li linzola, chi sucava a tempu persu.
e li scarpi pi li figghi
pi putiri jri a scola. 17. Pi davanti la cuvata
di li zingari camina:
7. Li mineri di lu Belgiu, trusci e sacchi nni li manu,
li mineri di carbuni: muntarozzi fini la schina.
sunnu niri niri niri
comu sangu di draguni. 18. La cuvata cu la ciocca
quannu fu supra lu trenu,
8. Turi Scordu, un pezzu d’omu, nun sapeva s’era ncelu...
a la sira dormi sulu; si tuccavà lu tirrenu.
ntra lu lettu a pedi fora
smaniava comu un mulu. 19. Lu paisi di luntanu
ora acchiana e ora scinni;
9. Cu li fimmini ntintava; e lu trenu ca vulava
ma essennu analfabeta, senza ali e senza pinni.
nun aveva pi ncantarli
li paroli di pueta. 20. Ogni tantu si firmava
pi nfurnari passaggeri:
10. E faceva pinitenza emigranti surfarara,
Turi Scordu nni lu Belgiu: figghi, patri e li muggheri.
senza tònaca e né mitra
ci pareva un sacrilegiu. 21. Patri e matri si prisentanu,
li fa amici la svintura:
11. Certi voti lu pinseri l’emigranti na famigghia
lu purtava ntra la tana, fannu dintra la vittura.

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22. «Lu me nomu? Rosa Scordu». Ecco il primo elenco


«Lu paisi? Mazzarinu». delle vittime.
«Unni jiti ?». «Unni jiamu? Natale Fatta, di Riesi provincia di
Unni voli lu distinu!». Caltanissetta
Francesco Tilotta, di Villarosa provincia di
23. Quantu cosi si cuntaru! Enna
ca li poviri, si sapi, Alfio Calabrò, di Agrigento
hanno guai a miliuna: Salvatore Scordu... ».
muzzicati di li lapi!
31. Un trimotu: «Me maritu!
24. Quannu vinni la nuttata me maritu!» grida e chianci,
doppu Villa San Giuvanni e li vuci sangu e focu
una radiu tascabili dintra l’occhi comu lanci.
addiverti nichi e granni.
32. Cu na manti e centu vucchi,
25. Tutti sentinu la radiu, addumata comu torcia,
l’havi nmanu n’emigranti; si lamenta e l’ugna affunna
li carusi un hannu sonnu, ntra li carni e si li scorcia.
fannu l’occhi granni tanti.
33. L’àutra manu strinci e ammacca
26. Rosa Scordu ascuta e penza, 1u nutricu stramurtutu,
cu lusapi chi va a trova... ca si torci mentri chianci
n’àtra genti e nazioni, affucatu e senza aiutu.
una storia tutta nova.
34. E li figghi? cu capisci,
27. E si strinci pi difisa cu capisci e cu un capisci,
lu nutricu nsunnacchiatu annigati nmenzu a l’unni
mentri l’occhi teni ncoddu di ddu mari senza pisci.
di li figghi a lu sò latu.
35. Rosa Scordu, svinturata,
28. E la radiu tascabili nun è fimmina e né matri,
sona musica di ballu; e li figghi sunnu orfani
un discursu di ministru; di la matri e di lu patri.
un minutu d’intervallu.
36. Misi attornu l’emigranti
29. Poi detti li nutizii, ca nun sannu zoccu fari;
era quasi menzannotti: sunnu puru nmenzu a l’unni:
sunnu l’ultimi nutizii stracinati di ddu mari.
li nutizii di la notti.
37. Va lu trenu nni la notti,
La radio trasmette: chi nuttata longa e scura:
«Ultime notizie della notte. non ci fu lu funirali,
Una grave sciagura si è verificata è na fossa la vittura.
in Belgio nel distretto min:erario
di Charleroi. 38. Turi Scordu a la finestra,
Per cause non ancora note a lu vitru mpiccicatu,
una esplosione ha sconvolto senza occhi, senza vucca:
uno dei livelli della è un schelitru abbruciatu.
miniera di Marcinelle.
Il numero delle vittime è 39. L’arba vinci senza lustru,
assai elevato ». Turi Scordu ddà ristava:
Rosa Scordu lu strinceva
30. Ci fu un lampu di spaventu nni li vrazza, e s’abbruciava.
chi siccò lu ciatu a tutti;
Rosa Scordu sbarra l’occhi, 1. Turi Scordu, zolfataro,
focu e lacrimi s’agghiutti. abitante a Mazzarino,
La radio continua a trasmettere: con il Treno del sole
«I primi cadaveri riportati si avventura al suo destino.
alla superficie dalle squadre di soccorso
appartengono a nostri connazionali 2. Che faceva a Mazzarino
emigrati dalla Sicilia. se lavoro non ce n’era?

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fece sciopero una volta vieni tu in questo paese».


e lo misero in galera.
15. E partirono madre e figli
3. Una tana la sua casa, salutando Mazzarino; i parenti per d’appresso
sua moglie quattro ossa, gli facevano festino.
e la fame lo cercava
con le carte dell’usciere. 16. Di cartone la valigia
con la corda per traverso;
4. Sette figli e la moglie, il lattante sopra il seno
tto bocche e otto pance che succhiava a tempo perso.
e un camion per cuore
caricato di doglianze. 17. Lei davanti, e la covata
degli zingari la segue:
5. Nel Belgio, invece, ora con fagotti e sacchi in mano,
lavorava giorno e notte; montarozzi sulla schiena.
alla moglie scriveva:
non mangiate fave cotte. 18. La covata con la chioccia
quando fu sopra il treno,
6. Con i soldi che ricevi non sapeva s’era in cielo...
compra roba e le lenzuola e nemmeno sulla terra.
e le scarpe per i figli
per potere andare a scuola. 19. Il paese da lontano
ora sale ed ora scende;
7. Nel Belgio, le miniere, e il treno che volava
le miniere di carbone: senza ali e senza penne.
sono nere nere nere
come sangue di dragone. 20. Ogni tanto si fermava
nfornando passeggeri:
8. Turi Scordu, un pezzo d’uomo, emigranti zolfatari,
quand’è sera dorme solo; figli e padri con le mogli.
dentro il letto, e i piedi in fuori,
smaniava come un mulo. 21. Padri e madri si presentano,
li fa amici la sventura:
9. Con le donne ci tentava; gli emigranti una famiglia
ma essendo analfabeta fanno dentro la vettura.
incantarle non sapeva
con le parole di poeta. 22. «Il mio nome? Rosa Scordu».
«Il paese? Mazzarino».
10. E faceva penitenza, «Dove andate ?». «Dove andiamo?
Turi Scordu, Il nel Belgio: Dove vuole il destino».
senza tonaca né mitra
gli pareva un sacrilegio. 23. Quante cose si dicevano!
perché i poveri, si sa,
11. Il pensiero, certe volte, hanno milioni di guai:
lo portava nella tana, morsicati dalle api!
e il cuore gli sonava
a mortorio la campana. 24. Quando venne la nottata
dopo Villa San Giovanni
12. Che se c’era la minestra una radio tascabile
di patate e di fagiuoli, grandi e piccoli diverte.
nella tana c’era festa
per la moglie e i figliuoli. 25. Tutti sentono la radio,
l’ha in mano un emigrante;
13. Come albero strappato i bambini senza sonno
senza foglie né radici, fanno gli occhi grandi tanto.
si sentiva Turi Scordu
quando pensa figli e moglie. 26. Rosa Scordu ascolta e pensa,
arrivando; cosa trova...
14. Dopo un anno di patire altra gente e nazione,
finalmente si decise: una storia tutta nuoVa.
«Moglie mia, piglia la roba,

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27. E si stringe per difesa 31. Un terremoto: «Mio marito!


il lattante insonnolito mio marito!» grida e piange,
non lasciando di guardare e le voci sangue e fuoco
gli altri figli a lei accanto. come lance dentro gli occhi.

28. E la radio tascabile 32. Una mano e cento bocche,


suona musica da ballo; mentre brucia come torcia,
un discorso di ministro; si lamenta e l’unghie affonda
un minuto d’intervallo. scorticandosi le carni.

29. Poi diede le notizie, 33. L’altra mano stringe e ammacca


era quasi mezzanotte: il lattante tramortito,
sono le ultime notizie che si torce mentre piange
le notizie della notte. affogato e senza aiuto.
La radio trasmette:
«Ultime notizie della notte. 34. E i figli? chi capisce,
Una grave sciagura si è verificata chi capisce e non capisce,
in Belgio nel distretto minerario annegati in mezzo a l’onde
di Charleroi. di quel mare senza pesci.
Per cause non ancora note
una esplosione ha sconvolto 35. Rosa Scordu, sventurata,
uno dei livelli della non è donna e non è madre,
miniera di Marcinelle. e i figli sono orfani
Il numero delle vittime è sia di madre che di padre.
assai elevato».
36. Stanno intorno gli emigranti
30. Vi fu un lampo di spavento e non sanno cosa fare;
che seccò il fiato a tutti; pure loro in mezzo a l’onde:
Rosa Scordu sbarra gli occhi trascinati da quel mare!
fuoco e lacrime inghiotte.
La radio continua a trasmettere: 37. Va il treno nella notte,
«I primi cadaveri riportati che nottata lunga e scura:
alla superficie dalle squadre di soccorso non ci fu il funerale,
appartengono a nostri è una fossa la vettura.
connazionali emigrati
dalla Sicilia. 38. Turi Scordu alla finestra,
Ecco il primo elenco sopra il vetro appiccicato,
delle vittime. senza occhi, senza bocca
Natale Fatta, di Riesi provincia di è uno scheletro bruciato.
Caltanissetta
Francesco Tilotta, di Villarosa provincia di 39. L’alba venne senza luce,
Enna Turi Scordu là restava:
Alfio Calabrò, di Agrigento Rosa Scordu lo stringeva
Salvatore Scordu...». nelle braccia, e si bruciava.

Informazioni

Dedicata alla tragedia della miniera di Marcinelle (220 morti) nel distretto di Charleroi, in Belgio, nel 1956, in cui
trovarono la morte 130 emigrati italiani, specialmente delle provincie meridionali.

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Lupi e agnelli
(1965)
di Fausto Amodei
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale, satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lupi-e-agnelli

I Movimento - ALLEGRO: LE CAUSE struttura,


mancando ogni controllo, vi fu una
L'aneddoto racconta che, in riva ad un strozzatura:
ruscello, la quantità di agnelli che, al giorno, si
eran venuti a bere un lupo ed un agnello uccideva
e il lupo, nonostante che si trovasse a divenne ben maggiore di quella che nasceva;
monte,
rimproverò l'agnello d'intorbidargli la paurosi di potere morire ad ogni passo
fonte. gli agnelli, a poco a poco, perdevan tutto il
grasso
Smentito su 'sto punto il lupo tagliò corto: e i lupi e gli sciacalli si posero in esame
«Tuo padre - disse - un giorno mi fece un il rischio di dover morir di fame.
grave torto!»
E, prima che l'agnello muovesse Ma per rimediare alla congiuntura
un'obbiezione, la programmazione
apri la bocca e ne fece un boccone. ti razionalizza questa struttura
che poi va benone:
La leggenda è vecchia e la sua morale
è già bell'e guasta; gli uni mangian gli altri col vecchio schema
la contraddizione fondamentale però a condizione
però c'è rimasta: che non si squilibri tutto il sistema
come, d'altra parte, dice la Costituzione.
là nella foresta ci son due classi,
i lupi e gli agnelli; II Movimento - VALZER LENTO: I RIMEDI
gli uni mangian gli altri: questa è la prassi
grazie a cui le bestie credon d'essere A favore degli agnelli si fissò, con un
fratelli. editto
che nessuno ne mangiasse oltre un massimo
La legge della jungla si esprime in forme prescritto;
chiare: si ammazzavano gli agnelli con sei mesi di
«Se tu sei lupo, mangi, se no ti fai preavviso
mangiare». e seguendo sempre un turno regolare e ben
Perciò, fatti mangiare, se il lupo sono io, preciso.
in quanto siamo entrambi figlioli del buon
Dio. Gli animali più istruiti si associarono a
difesa
Per evitar gli estremi c'è il metodo consueto dei diritti degli agnelli, coll'appoggio
di fare gli sciacalli, ovvero il medio ceto: della Chiesa.
si mangian le carogne uccise in eccedenza,
le mani stan pulite e la coscienza. Poi, per opera di un gruppo di sciacalli un
po' ribelli
Il funzionamento è garantito fu votata un'altra legge a favore degli
a tutto il sistema agnelli
dal fatto che i lupi ci hanno appetito che fissava, per chiunque intendesse farli
a pranzo ed a cena, fuori,
il dovere di adottare solo metodi indolori.
ma una debolezza, molto evidente,
è il fatto scontato E cosi, poco per volta, ci si avviava, bene o
che chi vuol mangiare deve ovviamente male,
essere in minore quantità di chi è mangiato. verso una democrazia veramente occidentale.

Infatti a un certo punto in tutta la Colle mutue, le pensioni, l'assistenza agli

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orfanelli, Ma il diavolo si sa che, per quanti trucchi


si decise, come premio per la classe degli cerchi,
agnelli sa fare ben le pentole ma non i coperchi:
di donare l'erba e il fieno, fino al giorno cioè, a dirlo in forma più esatta e
della morte, perentoria
a un agnello su duecento, legalmente estratto ci ha sempre una dialettica la storia.
a sorte.
Gli agnelli, messi in gruppo, per esser
III Movimento - RUMBA: LE PREVISIONI quindi uccisi
capiron d'esser molti, ma d'essere divisi:
Per abbassare i costi e per ridurre i tempi così, poco per volta, in seno a quelle masse
gli agnelli erano uccisi, in base a noti si aprì quella ch'è detta «coscienza della
esempi, classe».
non più, così al minuto, o come merce
sciolta, «Coscienza della classe», è facile a spiegare
ma solo più all'ingrosso e tutti in una vuol dire solo voglia di non farsi mangiare.
volta. La fine del racconto, la storia che vien poi,
quella che vivremo presto noi.

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Ma 'sti signori
(1965)
di Gualtiero Bertelli
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: veneto
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ma-sti-signori

Da 30 giorni semo de bando come 'sto popolo pien de malani


par diminusiòn de personal viva da cani, morto di fame
vintitrè òmeni i ga cassà fora,
tutto un'inverno sensa lavorar... E che no i vegna a dirne "pase"
finchè se vive in 'sta maniera
Ma 'sti signori che 'desso dise 'che non se pol gnanca parlar
che da un bel toco la guera xe finìa sinò i te spara, i te cassa in galera
che i vegna a veder la polisia
come che spara, come che copa Ghe vol el coragio dei disonesti
per dirne "pase" in 'ste condisiòn
cChe i vegna a veder, tra un timbro e Forse co i altri la xe finìa,
staltro, 'sta bruta guera, ma no col paròn.
tra un discorso e un'inaugurasiòn

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Ma mi
di Giorgio Strehler
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: milanese
Tags: carcere
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ma-mi

Serom in quatter col Padola, Ma mi, ma mi, ma mi,


el Rodolfo, el Gaina e poeu mi: quaranta dì, quaranta nott,
quatter amis, quatter malnatt, A San Vittur a ciapaa i bott,
vegnu su insemma compagn di gatt. dormì de can, pien de malann!...
Emm fa la guera in Albania, Ma mi, ma mi, ma mi,
poeu su in montagna a ciapà i ratt: quaranta dì, quaranta nott,
negher Todesch del la Wermacht, sbattuu de su, sbattuu de giò:
mi fan morire domaa a pensagh! mi sont de quei che parlen no!
Poeu m’hann cataa in d’una imboscada:
pugnn e pesciad e ’na fusilada... Sont saraa su in ’sta ratera
piena de nebbia, de fregg e de scur,
Ma mi, ma mi, ma mi, sotta a ’sti mur passen i tramm,
quaranta dì, quaranta nott, frecass e vita del ma Milan...
A San Vittur a ciapaa i bott, El coeur se streng, venn giò la sira,
dormì de can, pien de malann!... me senti mal, e stoo minga in pee,
Ma mi, ma mi, ma mi, cucciaa in sul lett in d’on canton
quaranta dì, quaranta nott, me par de vess propri nissun!
sbattuu de su, sbattuu de giò: L’è pegg che in guera staa su la tera:
mi sont de quei che parlen no! la libertà la var ’na spiada!

El Commissari ’na mattina Ma mi, ma mi, ma mi,


el me manda a ciamà lì per lì: quaranta dì, quaranta nott,
"Noi siamo qui, non sente alcun- A San Vittur a ciapaa i bott,
el me diseva ’sto brutt terron! dormì de can, pien de malann!...
El me diseva - i tuoi compari Ma mi, ma mi, ma mi,
nui li pigliasse senza di te... quaranta dì, quaranta nott,
ma se parlasse ti firmo accà sbattuu de su, sbattuu de giò:
il tuo condono: la libertà! mi sont de quei che parlen no!
Fesso sì tu se resti contento
d’essere solo chiuso qua ddentro..." Mi parli no!

pagina 858
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Madame la misère
di Leo Ferrè
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/madame-la-misere

Signora miseria ascolta il clamore Trascinando illusioni ed inghiottendo insulti


Di chi stringe la cinghia di chi piega E tenendo per mano dalle collere adulte
il groppone Perché non restino sole
Quando muore di sete si abbevera di pianto
Quando non piange più crepa Sono degli arrabbiati che disturbano la
sotto l'incanto storia
Della natura e della distruzione E mettono talvolta del sangue sulle cifre
come se uno debba toccare perché alla fine
Sono dei suppliziati dal ventre trasparente sappia
Senza fede né legge che regolano il conto Che un popolo felice ruttando nella greppia
Al signor Effemeride che li ha derubati Val bene una testa di re
Dei vent'anni ponendoseli fra gli occhi
cerchiati Signora miseria ascolta il silenzio
E non lasciando loro più niente Che attorno ai letti sfatti dei magistrati
troverai
Signora miseria ascolta il tumulto Il codice del terrore fa rima con forca
Che come un carro funebre dai bassifondi sale Basta solo trovare impiccati di scorta
E ciò Dio mio non manca mai.

pagina 859
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Mangia el carbon e tira l'ultim fiaa


(1966)
di Ivan Della Mea
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: milanese
Tags: lavoro/capitale, miniera, morti sul lavoro
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/mangia-el-carbon-e-tira-lultim-fiaa

Sont in vial Monza, visin a l'ABC la famm col pan bagnà matina e sera:
gh'è on cartelon della benzina Shell, ciapa el bigliett, teron, forsa, gh'è 'l
distributor, garage e gente in tuta, treno!
l'è on gran vosà: sterza, inanz, indree e va a crepà ind el fumm de la minera...
Gh'è vun che spèta e intant legg el giornal:
«Dusent vint mort» gh'è scritt «a Mangia el carbon e tira l'ultim fiaa
Marcinelle». e sara i oeucc e slarga pian i man,
e spera sempre: Nenni e Saragat
'Sti chi lauren, quij là intant a moeuren; s'hin incontraa, silensi a Pralognan...
sora dusent, cent trenta hinn italian, Gh'è anmò speransa e fiada, fiada fort
gh'era el paes, el laurà e poeu la vita, e crepa svelt, che ti te set già mort.

Informazioni

L'ultima ballata della serie di "Gioan" (Gianni Bosio). Fa riferimento al disastro della miniera di Marcinelle, nel 1956

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Marcha del 26 de Julio


(1953)
di Augustin Diaz Cartaya
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: spagnolo/castigliano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/marcha-del-26-de-julio

Marchando, vamos hacia un ideal nosotros no debemos olvidar


sabiendo que hemos de triunfar por eso unidos hemos de estar
en aras de paz y prosperidad recordando a aquellos que muertos están.
lucharemos todos por la libertad.
La muerte es victoria y gloria que al fin
Adelante cubanos la historia por siempre recordará
que Cuba premiará nuestro heroísmo la antorcha que airosa alumbrando va
pues somos soldados nuestros ideales por la Libertad.
que vamos a la Patria liberar
limpiando con fuego El pueblo de Cuba...
que arrase con esta plaga infernal sumido en su dolor se siente herido
de gobernantes indeseables y se ha decidido...
y de tiranos insaciables hallar sin tregua una solución
que a Cuba que sirva de ejemplo
han hundido en el Mal. a ésos que no tienen compasión
y arriesgaremos decididos
La sangre que en Oriente se derramó por esa causa hasta la vida
¡que viva la Revolución!

Informazioni

E' la marcia dei rivoluzionari cubani: il 26 luglio, anniversario dell'assalto alla Caserma Moncada, è divenuta la data
della festa nazionale cubana.

pagina 861
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Marcinelle
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale, emigrazione, miniera, morti sul lavoro
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/marcinelle

Laggiù nel Borinage la terra è nera Turiddu e Rodriguez gridan presente


per tutti gli emigranti morti in miniera
Morti di Marcinelle
Sepolti ad uno ad uno quella miniera
complice oblio non è più una tomba, ma una bandiera
per lor vogliam riscossa e non addio
Compagno minatore
Venuti dalla morte la tua memoria
le braccia strette riempie di coscienza la nostra storia .

Informazioni

Questo canto, composto sull'aria di "Sul ponte di Perati", arriva dal Belgio e racconta la tragedia della miniera di
Marcinelle.
Secondo la lista della miniera i morti sono 263. I minatori italiani che non sono tornati vivi da quel tragico pozzo
sono 136, di cui ben 40 provenienti da Manopello, paese abruzzese in provincia di Chieti.

pagina 862
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Mattmark
(1980)
di Ezio Cuppone
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: emigrazione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/mattmark

C’è chi ha detto è stato un caso, chi è colpevole non si sa niente,


c’è chi dice fatalità, paga sempre la povera gente.
noi gridiamo che non è vero,
non è questa la verità. A Sion sembrava ci fosse
l’occasione per fare giustizia.
A Mattmark son morti in tanti L’incredibile nero verdetto
pel progresso dell’umanità, ci ha lasciati con l’odio nel cuor.
che progresso è poi questo qua
se con vite si deve pagar? E se un altro processo faranno
ai morti la colpa daranno
O emigrante tu dammi retta accusati che nella baracca
Stiamo uniti a gridare giustizia, si parlava con voce un po’ alta.
dei padroni la pelle è sicura
e chi paga è il lavorator. Mattmark tu resterai
nella mente di ognuno di noi
C’è chi ha detto è stato un caso, sotto il ghiaccio son morti emigranti
c’è chi dice fatalità, e i colpevoli in libertà
noi gridiamo che non è vero,
non è questa la verità. C’è chi ha detto è stato un caso,
c’è chi dice fatalità,
A Visp han fatto un processo noi compagni l’abbiamo capito
noi sappiamo cosa è successo; che uniti dobbiamo lottar.

Informazioni

Il canto è stato pubblicato dai dischi del sole circa nel 1980 e porta il numero di catalogo DS213

Nel 45 giri c'erano appunto Mattmark e La ballata dell'emigrazione

pagina 863
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Melissa
di Otello Profazio
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: calabrese
Tags: repressione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/melissa

Pueta impegnatu tu si lu nostru eroi A Fragalà trasimmu 'nt 'e terre du baruni,
ndi fai nchianari 'n celu cu li paroli toi cu zappi muli e ciucci, cu' pali e cu'
furcuni,
Sonasti la to' citra cantasti cu' maestria, ma all'improvvisu vinniru i carabineri 'i
ndi 'mbriacasti a tutti cu' la to' deologia, Scerba
sonasti la fanfarra e dopu ti ndi jisti e ndi trattaru' peggiu d 'i servi di la
nta 'na turri d'avoriu sicuru ti chiudisti. grebba.
Pueta, tu chi dici? Fusti veru cristianu
tu chi tirasti a petra ed ammucciasti 'a Und'eri pueta? Und'eri 'ddha matina
manu. quando di nostri carni ndi ficiru tunnina.
Und'eri pueta? 'Ddha matina senz'arba
Und'eri pueta? Mi lu vo' diri und'eri quando d'u nostru sangu ndi ficiru
quando supra lu campu arrivaru i mustarda.
carabineri?
Und'eri pueta ? A scriviri strambotti Und'eri pueta? Cantavi ni' on salottu
quandu li carabineri spararu 'ddhi gran quando Franciscu Nigru cadiva 'nterra mortu.
botti. Quando Angiulina Mauro muriva supra all'erba
c'u corpo sfracillatu d'i carabineri i Scerba
Tu ndi 'nsignasti l'odiu p'a mafia e p'e Quando Giovanni Zitu cadea senza un lamentuu
patruni pueta und'eri jiutu? A lu divertimentu?
e nui di to' paroli ndi ficimu un buccuni Pueta, tu venisti dopu, a lu camposantu
la terra – ndi dicisti – è di cu' la lavura assiemi allu parrinu c'u 'ncensu e l'ogghiu
abbassu li baruna viva 'i lavuratura santu
lu vintinovi ottobri di lu quatantanovi leggisti l'orazioni senza fari un sbagghiu.
'nt 'e terri di Melissa nui ficimu li provi Peta noinisti a ciangiri comu a lu
cuccutrigghiu
Und'eri pueta? Mi lu vo' diri und'eri
quando supra lu campu arrivaru i Und'eri pueta? Mi lu vo' diri und'eri
carabineri? quando supra lu campu arrivaru i
Und'eri pueta ? A scriviri strambotti carabineri?
quandu li carabineri spararu 'ddhi gran Und'eri pueta ? A scriviri strambotti
botti. quandu li carabineri spararu 'ddhi gran
botti.

Informazioni

Il 30 ottobre 1949 a Melissa, piccolo paese calabrese, la polizia di Scelba sparò contro i contadini che lavoavano le
terre occupate di un latifondista, uccidendone tre.

Questa canzone è stata comunicata da Massimo Ferrante durante un laboratorio sui canti politici calabresi,
nell'ambito della festa della Lega di Cultura di Piadena, il 25 marzo 2018

pagina 864
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Mira la rondondella
di Silvano Spinetti
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: romanesco
Tags: comunisti/socialisti, satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/mira-la-rondondella

Uno, non lo può saper nessuno sta facendo ogni esposto


solo Andreotti co curato pe' non fa' approva' il divorzio
può saper per chi ha votato ma nessuno ce crederà.
se giammai si pentirà
Mira...
Mira la rondondella,
mira la rondondà. Otto, l'ho dovete fa' er fagotto
Mira la rondondella, ve daremo la pensione
mira la rondondà. senza la liquidazione
voi 'n sapete amministra'.
Due, 'sto governo c'ha la lue
s'e ammalato con li piani Mira...
de Marshall e de Fanfani
quello è pure c'è sta' Nove, ve l'avemo date le prove
che noi semo superiori
Mira... per domarli 'sti signori
voi 'n sapete amministra'.
Tre, noi volissimo sape'
se Rumor mo' s'è deciso Mira...
a mandarci al paradiso,
se all'inferno ce vo' manna' Dieci, ce sta' Longo fa' le veci
de la gente che lavora
Mira... 'sto governo ce se accora
perchè niente gli fa fa'.
E quattro, c'è Romita sotto sotto
'sto vecchiaccio rimbambito Mira...
ce dà sempre qualche invito
mo' de qua e mo' de là Undici, no' ce vonno manco li giudici
l'hanno sempre mascherati
Mira... tutti i nostri deputati
al Parlamento nel parla'.
E cinque c'è Bevin che se distingue
c'è Truman che accende er foco Mira...
c'è Baffo' che parla poco
ma de fatti assai ne fa Dodici, noi volemo che al Governo
c'è chi c'abbia er porso fermo
Mira... tutti quanti so' persuasi
abbian visto mille casi
Sei, s'hanno tanti farisei tanto è chiaro ormai si vede
stanno a fa' la finta unione sempre giusto andando il prete
pe' paura de Baffone pe' riempicce le scudelle
che giammai s'aggredirà. ce vo' Longo e Berlinguerre
pe' riempicce le scudelle
Mira... ce vo' Longo e Berlinguerre

Sette, pure il papa ce se mette Mira...

Informazioni

Nel dopoguerra, Silvano Spinetti - "Cicala" (vignaiolo, nato nel 1927) – figlio di Alfredo Spinetti "Dandolo" –
aggiorna la canzone Uno evviva Girdano Bruno - I comandamenti del socialismo , con riferimenti alla

pagina 865
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contemporaneità (che poi aggiorna ancora quando la canta nel 1970) e al discorso comunista del tempo,
collegando il quadro internazionale. (Portelli S. (a cura di) Mira la rondondella - Musica, storia e storie dai Castelli
Romani, Squilibri, Roma,2012)

Una versione di riproposta, che alterna le strofe di Uno evviva Giordano Bruno - I comandamenti del socialismo con
quelle di Mira la rondondella, è in Canzoniere del Lazio Quando nascesti tune, 1973

pagina 866
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Mo' che pure


di Silvano Spinetti
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: romanesco
Tags: antimperialisti, antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/mo-che-pure

Mo' che pure chist'americani Ma la gente nun crede più a niente


che come li cani ce vonno trattà perchè se n'avvede ch'è 'n brutto campà,
e ce chiamino fratelli li governi stanno fermi,
pe' 'na zuppa de piselli fanno solo discussioni
che ci hanno fatto magnà, pe' qua' piano organizzà;
e la carne quann'è congelata fino ad oggi vediamo i vantaggi
che j'è rivanzata la mannino qua con il patto atlantico e il piano Marshàll.

Ce sfàmino davero, lo dice pure er clero Ma qualcuno se sbaja si vo rifà la guera


che senza 'sti fetenti qua in Italia 'b se perchè stavorta unito tutto er popolo dirà:
po stà; Si 'a guerra vui a vulite, 'a guerra v'a
e prima ci hanno oppressi, poi ci hanno facite,
fatto fessi, a noi non ce fregate perchè ci avete fregato
e mo' vanno dicenno ' ci hanno dato la già
libbertà.

Informazioni

Sull'aria della canzone napoletana "Chi ha avuto ha avuto".

pagina 867
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Ni Dieu ni Maitre
(1964)
di Leo Ferrè
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: francese
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ni-dieu-ni-maitre

La cigarette sans cravate Ces bois qu'on dit de justice


Qu'on fume à l'aube démocrate Et qui poussent dans les supplices
Et le remords des cous-de-jatte Et pour meubler le sacrifice
Avec la peur qui tend la patte Avec le sapin de service
Le ministère de ce prêtre Cette procédure qui guette
Et la pitié à la fenêtre Ceux que la société rejette
Et le client qui n'a peut-être Sous prétexte qu'ils n'ont peut-être
NI DIEU NI MAÎTRE NI DIEU NI MAÎTRE

Le fardeau blême qu'on emballe Cette parole d'évangile


Comme un paquet vers les étoiles Qui fait plier les imbéciles
Qui tombent froides sur la dalle Et qui met dans l'horreur civile
Et cette rose sans pétale De la noblesse et puis du style
Cet avocat à la serviette Ce cri qui n'a pas de rosette
Cette aube qui met la voilette Cette parole de prophète
Pour des larmes qui n'ont peut-être Je la revendique et je vous souhaite
NI DIEU NI MAÎTRE
NI DIEU NI MAÎTRE
NI DIEU NI MAÎTRE !

pagina 868
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Ninna nanna del capitale


(1965)
di Fausto Amodei, Cantacronache
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ninna-nanna-del-capitale

Quando di notte dormiam tranquilli Dorme il padrone e il proletario


da bravi figli di madre natura ma silenzioso ed infaticabile
non c'è miliardo di stelle che brilli si accresce il reddito parassitario
che basti a fare dormir la struttura sopra di un'area purché fabbricabile

Quando di notte dormiamo quieti Questo miracolo leva d'intorno


da bravi figli del regno animale l'antica biblica maledizione
non bastan tute le stelle e i pianeti che il pane che si mangia ogni giorno
a fare dormire con noi il capitale va guadagnato col nostro sudore

Dormon gli onesti e i manigoldi Su questa terra verrà creato


ma non si stancano a nostra insaputa il paradiso miglior che sia
tutti i quattrini a produrre dei soldi non sarà quello del proletariato
e tutti i soldi a produrre valuta ma sarà quello della borghesia

Dorme la mamma coi suoi bambini Fa ninna nanna, dormi e sta zitto
ma si rinnovano i vecchi processi continua solo a tenere nascosto
per cui i soldi producon quattrini che quella quota detta profitto
e il capitale matura interessi qualchedun altro la paga al tuo posto

Dorme di notte la terra stanca Fa ninna nanna, dormi e riposa


dorme la fauna dei cieli e dei mari riposa e sogna quello che vuoi
ma non riposano i conti in banca che come mamma solerte amorosa
non hanno sonno i pacchetti azionari c'è il capitale che veglia su noi

pagina 869
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Ninna Nenni
di Marco Ligini
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ninna-nenni

Dormi, dormi, proletario, vai ad Ostia in un momento


che cessato è quel divario e con il televisore
che esisteva fra le classi, ti diverti a tutte l'ore.
perché adesso c'è Tanassi, Dormi, dormi, carpentiere,
c'è Tanassi e Brodolini, manovale e ferroviere.
c'è Colombo e Pieraccini:
quindi dormi e stai tranquillo Guarda, guarda il contadino
e se vuoi qualcosa dillo. mentre dorme, che carino;

La tua mamma è l'industriale, c'è Bonomi che lo culla


che allontana il temporale, e nel sonno lo trastulla.
Non commetter più peccato,
il tuo babbo è il costruttore, né pensare al sindacato,
che ti stringe forte al cuore, al suo tono rumoroso
che ti fa veder le stelle che disturba il tuo riposo.
da una stanza a Centocelle. Ma se poi rompi i coglioni,
Dormi, dormi, mio angioletto, chiamerò un altro Tambroni,
ché la balia col baschetto,
col baschetto e con gli occhiali, chiamerò la polizia
tien lontani tutti i mali. che ti ammazza e porta via.

Con la lavabiancheria Quindi, dormi quieto e muto


ogni macchia mandi via, e nel nero più assoluto;
senza grida e senza pianto
quella rossa specialmente, ti trascini questo canto.
ch'è una macchia resistente.
Con la Fiat Cinquecento Ninna nanna, Ninna Nenni,
fa la ninna, fa la Nenni.

Informazioni

Sull'aria di Ninna nanna della guerra

pagina 870
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Noi siamo la mondine


Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti, lavoro/capitale, risaia/mondine
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/noi-siamo-la-mondine

Noi siamo le mondine, siamo di Bentivoglio 'biam fatto la Resistenza, 'biam fatto la
viva il nostro convoglio, viva il nostro Resistenza
convoglio Noi siamo le mondine, siamo degli anni 30
Noi siamo le mondine, siamo di Bentivoglio 'biam fatto la Resistenza, viva la libertà
viva il nostro convoglio, viva la libertà
Tialalalalalalà tialalalalalalà tialalalalalà
Noi siamo le mondine, siamo degli anni 30

pagina 871
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Non date retta ai preti


Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: anticlericali
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/non-date-retta-ai-preti

Non date retta ai preti Truffaioli requiem eterna e così sia


Son tutti traditori Abbasso lo scudo e tutta la democrazia
Hanno tradito Dio [dei truffaioli
E vogliono tradire noi. Vanno cercando voti per rinforzare la lista
E dicono alle donne votate Gesù Crist

Informazioni

Canzone sulla legge truffa del 1953, raccolta da Enzo Del Re

pagina 872
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Nove maggio
(1965)
di Ivan Della Mea
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/nove-maggio

E nei giorni della lotta ed al collo mi son messo


rosso era il mio colore quello che è solo rosso.
ma nell'ora del ricordo
oggi porto il tricolore. E mi hanno dato del cinese
mi hanno detto "disfattista"
Tricolore è la piazza ho risposto secco secco
tricolori i partigiani «Ero e sono comunista».
«Siamo tutti italiani»
«Viva viva la nuova unità». Ieri ho fatto la guerra
contro il fascio e l'invasore
E che festa e che canti oggi lotto contro il padrone
e che grida e che botti per la stessa libertà.
e c'è Longo e c'è Parri
e c'è anche Andreotti. E se vi va bene il liberale
con Andreotti e il tricolore
E c'è il mio principale io vi dico «Siete fottuti
quello che mi ha licenziato vi siete fatti incastrar».
quello sporco liberale
anche lui tricolorato. E mi hanno dato del cinese
mi hanno detto "disfattista"
Mi son tolto il fazzoletto ho risposto secco secco
quello bianco verde e rosso «Ero e sono comunista».

Informazioni

Il 9 maggio 1965 si è svolta la commemorazione ufficiale e unitaria del ventennale della Resistenza, a Milano.

pagina 873
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O cancellier che tieni la penna in mano


Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: carcere
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/o-cancellier-che-tieni-la-penna-mano

O cancellier che tieni la penna in mano Sentii chiamar «Giancarlo fatti coraggio
scrivé 'na letterina alla mia mamma tre anni di galera son di passaggio
scrivé 'na letterina alla mia mamma. tre anni di galera son di passaggio».

Scrivé 'na letterina alla mia mamma Andrem tanto lontano, tanto lontano
dille che so' in galera per una lotta dove la bella Russia ci dona il pane
dille che so' in galera per una lotta. dove la bella Russia ci dona il pane.

Per una lotta giusta m'han condannato Dove la bella Russia ci dona il pane
lor m'han promesso il pane non me l'han dato non vogliam più menzogne democristiane
lor m'han promesso il pane non me l'han dato. non vogliam più menzogne democristiane.

Informazioni

Di origine ottocentesca, è stata raccolta da Lomax e Carpitella nel 1954, in provincia di Ferrara, dal repertorio di un
gruppo di lavoratori che avevano partecipato, nel 1948 ad una lotta bracciantile.

pagina 874
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O cara moglie
(1966)
di Ivan Della Mea
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti, lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/o-cara-moglie

O cara moglie, stasera ti prego, Questo si è visto davanti ai cancelli:


dì a mio figlio che vada a dormire, noi si chiamava i compagni alla lotta,
perchè le cose che io ho da dire ecco: il padrone fa un cenno, una mossa,
non sono cose che deve sentir. e un dopo l'altro cominciano a entrar.

Proprio stamane là sul lavoro, O cara moglie, dovevi vederli


con il sorriso del caposezione, venir avanti curvati e piegati;
mi è arrivata la liquidazion, e noi gridare: crumiri, venduti!
m'han licenziato senza pietà. e loro dritti senza piegar.

E la ragione è perchè ho scioperato Quei poveretti facevano pena


per la difesa dei nostri diritti, ma dietro loro, la sul portone,
per la difesa del mio sindacato, rideva allegro il porco padrone:
del mio lavoro, della libertà . l'ho maledetto senza pietà .

Quando la lotta è di tutti per tutti O cara moglie, prima ho sbagliato,


il tuo padrone, vedrai, cederà ; dì a mio figlio che venga a sentire,
se invece vince è perchè i crumiri chè ha da capire che cosa vuol dire
gli dan la forza che lui non ha. lottare per la libertà
chè ha da capire che cosa vuol dire
lottare per la libertà.

pagina 875
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O care mamme
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale, risaia/mondine, femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/o-care-mamme

O care mamme apriteci le porte Quando saremo alla stazion centrale


le vostre figlie le vostre figlie ad abbracciar ad abbracciar
o care mamme apriteci le porte quando saremo alla stazion centrale
le vostre figlie gh'è drè rivà ad abbracciar i nostri genitor
le vostre figlie gh'è drè rivà. ad abbracciar i nostri genitor.

Arriveremo al sabato di sera Li abbracceremo e poi li stringeremo


con la bandiera con la bandiera con tanta gioia con tanta gioia
arriveremo al sabato di sera li abbracceremo e poi li stringeremo
con la bandiera in sul vapor con tanta gioia nei nostri cuor
con la bandiera in sul vapor. con tanta gioia nei nostri cuor.

E se 'l vapore al va e se 'l camina O care mamme siam tutte rovinate


l'è l'alegria l'è l'alegria dalle zanzare dalle zanzare
e se 'l vapore al va e se 'l camina o care mamme siam tutte rovinate
l'è l'alegria dei mondaris dalle zanzare e dai moscerin
l'è l'alegria dei mondaris. dalle zanzare e dai moscerin.
e dai capresti e scarfolin,
e dai capresti e scarfolin.

Informazioni

Dal repertorio di Giovanna Daffini

pagina 876
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Old Judge Thayer


(1946)
di Woody Guthrie
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: inglese
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/old-judge-thayer

Old Judge Thayer, Said, "I was there an' seen the whole durn
take your shackle off of me; thing;
Old Judge Thayer, Saw the robbers fire their guns,
take your shackle off of me. But I didn't see these men, neither one."
Turn your key and set me free,
Old Judge Thayer, Well, the big-eyed owl looked around,
take your shackle off of me. "They said that Sacco's cap was found
Down on Pearl Street, on the ground,
The monkey unlocked the courthouse door, Where the payroll guards both got shot down."
An' the elephant oiled the hardwood floor;
In did jump the kangaroo, "That cap don't fit on Sacco's head,"
An' in did hop the rabbits, too. The big black crow flapped up and said,
"They tried that cap on Sacco here,
Next in come the two baboons, And it fell down around both his ears."
Next in rolled a dusty storm,
Next in waddled the polar bear Well, the camel asked the old giraffe,
To keep the judge and jury warm. "Did these two fellas duck the draft,
By runnin' down below the Mexican line?
Ever'body knows the mockingbird To keep from fightin' on the rich man's
Wrote down ever' word he heard; side?"
The lawyers all were foxy-sly,
With a foxy nose an' a foxy eye. The lumber duck did rattle his bill,
"All the ducks and geese are flyin' still
The 'possum used the big stiff broom, Down toward Mexico's warm sun
Then he polished the new spitoon; To try to dodge the rich man's gun."
Up did smile the crocodile,
Said, "Here comes the jury down the aisle." Up did waddle a lucey goose,
"I think these men ought to be turned loose.
Old momma catfish asked the trout, But old Judge Thayer, he swore to his friends
"What's this trial here all about?" These men'll get a chair or the noose."
Little baby suckerfish upped and said,
"The Judge has caught him a couple of Reds." When the guilty verdict came,
An' seven years in jail they'd laid,
Well, the rattlesnake asked the bumble bee, When these two men there did die,
"Who's this Sacco an' Vanzetti?" The animals met on the earth and sky.
"Are they the men," asked the momma quail,
"That shot the clerks at the Slater Mill?" "See what fear and greed can do,
See how it killed these sons so true.
The mosquito sung out with his wings, Us varmints has got to get together, too,
Before Judge Thayer kills me and you."

Informazioni

Una delle numerose ballate dedicate a Sacco e Vanzetti

pagina 877
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Oltre il ponte
(1959)
di Italo Calvino, Cantacronache
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/oltre-il-ponte

O ragazza dalle guance di pesca conquistandoci l'armi in battaglia


o ragazza dalle guance d'aurora scalzi e laceri eppure felici.
io spero che a narrarti riesca
la mia vita all'eta` che tu hai ora. Avevamo vent'anni...

Coprifuoco, la truppa tedesca Non e` detto che fossimo santi


la citta` dominava, siam pronti: l'eroismo non e` sovrumano
chi non vuole chinare la testa corri, abbassati, dai corri avanti!
con noi prenda la strada dei monti. ogni passo che fai non e` vano.

Avevamo vent'anni e oltre il ponte Vedevamo a portata di mano


oltre il ponte ch'e` in mano nemica oltre il tronco il cespuglio il canneto
vedevam l'altra riva, la vita l'avvenire di un giorno piu' umano
tutto il bene del mondo oltre il ponte. e piu' giusto piu' libero e lieto.

Tutto il male avevamo di fronte Avevamo vent'anni...


tutto il bene avevamo nel cuore
a vent'anni la vita e` oltre il ponte Ormai tutti han famiglia hanno figli
oltre il fuoco comincia l'amore. che non sanno la storia di ieri
io son solo e passeggio fra i tigli
Silenziosa sugli aghi di pino con te cara che allora non c'eri.
su spinosi ricci di castagna
una squadra nel buio mattino E vorrei che quei nostri pensieri
discendeva l'oscura montagna. quelle nostre speranze di allora
rivivessero in quel che tu speri
La speranza era nostra compagna o ragazza color dell'aurora.
a assaltar caposaldi nemici
Avevamo vent'anni...

pagina 878
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Only our rivers run free


(1965)
di Mickey McConnell
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: inglese
Tags: antimperialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/only-our-rivers-run-free

When apples still grow in November, Oh where are you now when we need you,
When Blossoms still bloom from each tree, What burns where the flame used to be,
When leaves are still green in December, Are you gone like the snows of last winter,
It's then that our land will be free, And will only our rivers run free?
I wander her hills and her valleys,
And still through my sorrow I see, How sweet is life but we're crying,
A land that has never known freedom, How mellow the wine but it's dry,
And only her rivers run free How fragrant the rose but it's dying,
How gentle the breeze but it sighs,
I drink to the death of her manhood, What good is in youth when it's aging,
Those men who'd rather they died, What joy is in eyes that can't see,
Than to live in the cold chains of bondage, When there's sorrow in sunshine and flowers,
When to bring back their rights were denied, And still only our rivers run free

Informazioni

E'una canzone scritta per denunciare il perdurare dello stato di discriminazione dei cattolici in terra d’Irlanda, sotto
il controllo-dominio inglese ai tempi delle proteste civili nell’Irlanda del Nord, era il 1965 e l’anno precedente era
iniziata a Belfast la campagna per la giustizia sociale, quando la comunità cattolica - prima dell'escalation dello
scontro violento tra IRA da una parte, esercito inglese, polizia e gruppi paramilitari protestanti dall'altra - promosse
importanti iniziative non violente, come la campagna per la giustizia sociale e la campagna di disobbedienza civile.
Fu il Bloody Sunday del 1972 a mettere di fatto in crisi l'approccio non violento alla soluzione del conflitto e a
sprofondare l'Irlanda del Nord nel periodo denominato The Troubles, la cosiddetta guerra a bassa densità, un
coacervo di violenza e sordi rancori, di marce per la pace e bombe.

pagina 879
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Operai e contadini
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/operai-e-contadini

Operai e contadini e i lor figli ancor vedranno


abbiamo perso le elezioni, abbandonare il suo casolar.
è stata colpa dei traditori
che han tradito la libertà. Cosa dirà poi Mario Scelba
con la sua celere questura
Si son lasciati comperare ma i comunisti non han paura
da quei signori capitalisti difenderanno la libertà.
e han tradito i comunisti,
i suoi compagni lavorator. Forza compagni lavoratori,
che sempre uniti noi saremo
Voialtre mamme dell'Italia e tutti in coro noi canteremo
che ancora un giorno si pentiranno «Bandiera rossa la trionferà».

Informazioni

Sulla melodia di Vi ricordate quel 18 aprile

pagina 880
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Or che mussolini
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/or-che-mussolini

Or che Mussolini Ma chi sorgevan suo rival


non ci frutta più li eliminava col pugnal
L'hanno messo in alto L'infame traditor,
con la testa in giù di belva aveva il cuor
Tutta Milano l'ammirò
ma di sputacchi l'onorò Quando Mussolino
Questa è la giusta fin all'inferno andò
del boia Mussolin. Appena che lo vide
il diavolo scappò
Venticinque anni Subito un fascio rifondò
solo lui parlò e duce ancora si proclamò
E la folla schiava Stringendo con ardor
per forza l'ascoltò la sua Petacci al cuor
Sempre voleva aveva ragion
il delinquente di quel buffon E la gerarchia
Or già non parla più l'han raggiunto già
e sta col bel [...] Che la maggior parte
son ancor di qua
Col manganello Volevan viver di leon
con l'olio di ricinin ed ora fanno i pecoron
Conquistò il potere Ma andate per piacer
il boia del Mussolin del vostro conto fier

Informazioni

Il canto è di un anonimo cantastorie della seconda metà degli anni '40.Sulla melodia di Lilì Marlene

pagina 881
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Ormai lontano quel giorno fatale


Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ormai-lontano-quel-giorno-fatale

Ormai lontano quel giorno fatale un po' di rancio rifiuto dei cani
come bestie venimmo graditi ventiquattr'ore doveva bastar.
da gente infame incivil senza cuori
e condannati ad un duro lavoro Alla sera al tramonto del sole
da gente infame incivil senza cuori stanchi e affammati cessava il lavoro
e condannati ad un duro lavoro deboli e lenti si faceva ritorno
per confortar sulle asse il dolor,
La ferocie vitale canaglia deboli e lenti si faceva ritorno
si scatenava con grande furore per confortar sulle asse il dolor.
che con pistoli pugnali e metraglia
sui nostri corpi cercavan sfogar Finalmente nel mese di aprile
che con pistoli pugnali e metraglia in lontananza schiudeva un fragor
sui nostri corpi cercavan sfogar noi si attendeva con ansia febbrile
l'ora e il momento dei liberator,
Quante più volte eravam torturati noi si attendeva con ansia febbrile
perchè a una...avevamo il Badoglio l'ora e il momento dei liberator.
nel nostro sangue esisteva l'orgoglio
dei marturiati ma non traditor Finalmente la guerra è finita
nel nostro sangue esisteva l'orgoglio e l'Europa si è ben dissanguata
dei marturiati ma non traditor noi ritorniamo la madre sognata
è terminato il nostro soffrir,
Un po' d'acqua e un tozzo di pane noi ritorniamo la madre sognata
da quelle tigri veniva a noi dato è terminato il nostro soffrir,
un po' di rancio rifiuto dei cani noi ritorniamo alla madre sognata
ventiquattr'ore doveva bastar è terminato il nostro patir.

Informazioni

Una straziante testimonianza di deportazione e concentramento.

pagina 882
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Padrone e Contadino
(1953)
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti, lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/padrone-e-contadino

Padrone: guardi, guardi il mondo intero


Contadino birbaccione dalla Russia fin Ia Cina
come è ver che son padrone i padroni c'eran prima
tu di certo voterai ma da quando è andato su
pei partiti del governo il Partito Comunista
altrimenti avrai l'inferno il padrone non c'è più.
e con me avrai dei guai.
Padrone:
Contadino: Oh birbante! Questo vuoi?
Lei mi vuole spaventare Ma ti insegneremo noi
so ben io per chi votare; la ragione ed il dovere,
se io voto pel governo se avremo più potere.
starò male estate e inverno.
Per aver giorni men tristi Contadino:
voterò pei comunisti. Più potere voi bramate
e la legge truffa fate
Padrone: per poterci comandare,
Oh cattivo! Non lo fare per non farci più parlare
io t' ho dato da mangiare. per poterci derubare
per poterci ricattare
Contadino: con lo sfratto e la disdetta.
Ma son io che ho sudato Ma non abbia tanta fretta,
e se Lei ha ben mangiato sor padrone, lei vedrà
è perchè io ho lavorato. che la truffa fallirà
e il governo non avrà
Padrone: il percento di cinquanta
Tu non sai la verità quindi è inutile che canta.
il padron c'è sempre stato Voterem tutti compatti
e per sempre ci sarà. pel Partito di Togliatti
e così non sarà guerra
Contadino: nostra alfin sarà la terra
Anche questo non è vero e se a lei anche dispiace
un governo avrem di Pace.

Informazioni

Di autore anonimo, tratto da un volantino (stampato a Pesaro presso la Soc. Tip. Nobili) diffuso dal PCI durante una
campagna elettorale. Questo testo, grazie all'allusione alla "legge truffa" è databile senza dubbio alla campagna
elettorale del 1953. (Corrado Lampe)

pagina 883
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Partigiani fratelli maggiori


di Cantacronache, Michele Luciano Straniero
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/partigiani-fratelli-maggiori

Partigiani che adesso cantate, Eravate partiti cantando


partigiani che fate all'amore sulla montagna la speranza nel cuore, occhi aperti, sulla
ricordando le notti passate montagna,
quando l'aria sapeva di foglie eravate partiti sognando.
vi mancava la madre e la moglie e l'Italia Noi sapemmo di favole strane,
ascoltate le nostre parole. noi ragazzi, e di guerre lontane per
l'Italia,
Se cerchiamo sui libri di storia, noi fratelli minori inesperti.
se cerchiamo tra i grossi discorsi fatti
d'aria Una voce nell’ora dei morti
non troviamo la vostra memoria, ci ha chiamati alle vostre bandiere con
ma se invece spiamo sui volti l’Italia
dei fratelli, sui tratti sconvolti a vegliare la fiamma sui monti;
dell'Italia ma se un giorno tornasse quell’ora,
riviviamo quegli anni trascorsi. per i morti che avete lasciato sulla
montagna,
partigiani, chiamateci ancora!

pagina 884
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Partigiano sconosciuto
(1945)
di Cantacronache, Claudina Vaccari
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/partigiano-sconosciuto

A Modena, liberata dai suoi partigiani a liberarci tu sei venuto,


domenica 22 aprile 1945, la sera del 23 Partigiano Sconosciuto.
aprile
fu data la notizia che era stato trovato Quanto, ignoto protettore lontano,
un partigiano ucciso, sconosciuto a tutti, ti avevamo invocato
il quale aveva in tasca soltanto un pezzo di e nei giorni del terrore
pane. sotto il giogo maledetto
La sua fotografia fu esposta per alcuni solo appoggio era il tuo aiuto,
giorni sotto il portico del Collegio, Partigiano Sconosciuto.
della località più centrale e più
frequentata della città. Ma l'odio in contro ti mosse,
Poi non se ne seppe più nulla. il dì della lotta aperta
Questa poesia di un anonimo, appunto e camicia e bandiera
ispirata a questo episodio, comparve in rosse ti diventarono sul petto
quei giorni accanto alla fotografia dello e il tuo cuore si serbò muto,
sconosciuto. Partigiano Sconosciuto.

In quel terribile schianto,


Dalle contese montagne, che barcollavi e morivi :
dalla ribelle pianura o nostro fratello santo, santo
con in tasca un pezzo di pane figlio nostro benedetto,
a tracolla un vecchio moschetto il tuo volto l'abbiam saputo,
Partigiano sconosciuto.

Informazioni

Dal libretto contenuto nel cd allegato al libro Jona-Straniero, Cantacronache, un'avventura politico-musicale degli
anni '50, CREL-Scriptorium, Torino 1995:
"Nelle prime edizioni discografiche l'autore del testo è indicato come Anonimo. Sergio Liberovici musicò infatti una
poesia senza firma, appuntata manoscritta, il 25 aprile 1945, nel luogo in cui, a Modena, era stato fucilato un
partifgiano. Successivamente (segnalazione di Ennio Pennacchioni) il nome dell'autore, anzi dell'autrice, di quel
testo, fu conosciuto: la partigiana modenese Claudina Vaccari."

pagina 885
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Passa la banda
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: anticlericali
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/passa-la-banda

Passa la banda passa la banda che poi quando muoiono


passa la banda dei clericali loro il fanno martiri
dei clericali dei clericali ma non hanno che fare
in Ungheria la partita c'è andata male che le forze popolari
hanno perduto che il potere non hanno avuto se non si arrenderanno
tutti quanto moriranno
Il papa e il vaticano Per un soldo si portarono la vittoria
dissero ai preti da lontano con il voto andò a finir tutta la gloria
ai cattolichi vi sono ordini ma chi lotta per il clero
di combattere si distrugge e si manda al cimitero

Informazioni

Sull'aria di "Il tamburo della banda d'Affori".

pagina 886
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Per i morti di Reggio Emilia


(1960)
di Fausto Amodei, Cantacronache
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/i-morti-di-reggio-emilia

Compagno cittadino fratello partigiano tutti


teniamoci per mano in questi giorni tristi
Di nuovo a reggio Emilia di nuovo la` in Sangue del nostro sangue nervi dei nostri
Sicilia nervi
son morti dei compagni per mano dei fascisti Come fu quello dei Fratelli Cervi

Di nuovo come un tempo sopra l'Italia intera Il solo vero amico che abbiamo al fianco
Fischia il vento infuria la bufera adesso
e` sempre quello stesso che fu con noi in
A diciannove anni e` morto Ovidio Franchi montagna
per quelli che son stanchi o sono ancora Ed il nemico attuale e` sempre ancora eguale
incerti a quel che combattemmo sui nostri monti e in
Lauro Farioli e` morto per riparare al torto Spagna
di chi si è gia` scordato di Duccio
Galimberti Uguale la canzone che abbiamo da cantare
Scarpe rotte eppur bisogna andare
Son morti sui vent'anni per il nostro domani
Son morti come vecchi partigiani Compagno Ovidio Franchi, compagno Afro
Tondelli
Marino Serri e` morto e` morto Afro Tondelli e voi Marino Serri, Reverberi e Farioli
ma gli occhi dei fratelli si son tenuti Dovremo tutti quanti aver d'ora in avanti
asciutti voialtri al nostro fianco per non sentirci
Compagni sia ben chiaro che questo sangue soli
amaro
versato a Reggio Emilia e` sangue di noi Morti di Reggio Emilia uscite dalla fossa
fuori a cantar con noi Bandiera Rossa!

Informazioni

Canzone dedicata ai morti, assassinati dalla polizia, durante le manifestazioni del luglio del 1960.

Approfondimenti: http://it.wikipedia.org/wiki/Strage_di_Reggio_Emilia e http://www.reti-invisibili.net/reggioemilia/

pagina 887
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Per volontà del papa


Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: anticlericali
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/volonta-del-papa

Per volontà del papa e del governo non san come far
il popolo italiano va in rovina italian digli ancor
il pane da mangiar non ce lo danno noi vogliamo la pace e il lavor
ci danno la madonna pellegrina
Se un giorno la madonna giù dal cielo
E così italian in terra discendesse per davvero
non ti svegli a veder che cos'è il clero già l'avrebbe condanato
questo mondo son pien di carogne color che di lei ne fan mercato
ed assai di menzogne
ti fanno crepar E così finirà
lo sai già italian la cuccagna dei democristian
l'energia ti voglion levar chi ha votato
lo scudo crociato
E mentre il popolo vive di stenti ma questo peccato
pagare gli aumenti lo devi scontar.

pagina 888
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Petrolio
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: anticlericali, comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/petrolio

Petrolio, petrolio, petrolio... bumh! Su una stele di sterco d'uccelli


a morte il papa Pacelli,
Petrolio... bruceremo le chiese su una stele di sterco d'uccelli
a morte lo stato borghese. e noi vogliamo la libertà.
Petrolio... bruceremo le chiese
e noi vogliamo la libertà. A morte il papa, viva Stalin...
A morte il papa, viva Stalin...
A morte il papa, viva Stalin! A morte il papa, viva Stalin...
A morte il papa, viva Stalin! a morte il papa!

Informazioni

Sull'aria di Inno A Oberdan

Nel libretto, a cura di Rino de Michele, che citiamo come fonte, si dice che il canto è di "derivazione" comunista e
nella versione iniziale c'era "Stalin", come abbiamo inserito noi, mentre nel cd è presente "Bakunin".

pagina 889
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Piccolo uomo
di Paolo Ciarchi
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/piccolo-uomo

Piccolo uomo, oggi è la tua festa Piccolo uomo oggi è giovedì


e la tua donna è pronta per l'amore; - com'era caldo il seno nella mano! -.
tuo figlio è in piazza, grida la protesta La tua strada è piena di operai:
per il Vietnam; «Ma è così lontano!», «Oggi si lotta, evviva il sindacato!».
tu pensi e ridi e poi scuoti la testa Ti gridano crumiro, e perché mai?
e cerchi il seno caldo con la mano. Non ti riguarda, tu sei un impiegato.

Piccolo uomo oggi è lunedì Piccolo uomo oggi è venerdì


- com'era caldo il seno nella mano! -. - com'era caldo il seno nella mano! -.
Compra il giornale: «Ieri quattro negri In tasca hai l'assegno del padrone:
negli USA son stati massacrati». «Lei è fedele, non ha scioperato»;
Ma che t'importa? Leggi i risultati: e tu sei fiero e mandi un bel maglione
l'Inter ha vinto allora stiamo allegri. a qualche fiorentino alluvionato.

Dì, come va, piccolo uomo? Dì...


Tu mi rispondi che non va male.
Bene, amico, buon anno nuovo Piccolo uomo, è sabato vigilia
e buone feste e buon Natale! - com'era caldo il seno nella mano! -.
Stamane tu lavori quattro ore;
Piccolo uomo oggi è martedì a mezzogiorno stop: pace e famiglia.
- com'era caldo il seno nella mano! -. Scende la sera, TV, primo canale:
Tuo figlio Piero torna dalla scuola. «Accendi, Piero, c'è 'Scala Reale!'».
«Com'è andata?». «Be', tutto normale...
papà, hai letto le stragi in Angola?». Piccolo uomo; è ancora la mia festa
«Io lavoro, tu pensa a studiare». e la mia donna ancora chiede amore,
mio figlio Piero ancora fa protesta
Piccolo uomo oggi è mercoledì per il Vietnam, ancora ben lontano;
- com'era caldo il seno nella mano! -. io rido ancora e poi scuoto la testa
Sei stanco, corri a casa come il vento; e ancora cerco il seno con la mano...
ecco la radio: «Frana ad Agrigento,
case distrutte, morti e senza tetto». Dì, come va, piccolo uomo?
Spegni la radio, spegni e corri a letto. Io mi rispondo che non va male.
Così comincia quest'anno nuovo,
Dì, come va, piccolo uomo... per noi c'è sempre un bel carnevale.

pagina 890
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Polesine
(1961)
di Luigi Fossati
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: veneto
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/polesine

Tera e aqua, aqua e tera no gh'è aqua che lo bagna


da putini che da grandi: e ghé aqua tuto intorno;
« Siora tera, ai so comandi, tuto intorno.
siora aqua, bonasera;
bonasera ». Tera e aqua! Co vien sera
tuti intorno, dona e fioi,
Tera e aqua! Se lavora a una tecia de fasoi,
soro .un sole che cusina se ghe fa un bona siera;
Tera e aqua! A la matina bona siera.
se scomissia de bonora; de
bonora. Tera e aqua! Po la la note
se se buta sora el leto
Tera e aqua! Tera nuda, e se sogna, par dispeto
gnente piante, gnente ombrìa. aqua e tera, piene e rote;
Sta fadiga mai finia: piene e rote.
la comanda che se suda;
che se suda. Sempre aqua e sempre tera
da putini che da grandi:
Tera e aqua! -A mezogiorno « Siora tera, ai so comandi... »;
quel paneto che se magna po se crepa e... bonasera;
bonasera.

pagina 891
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Por allì vinieron


di Carlos Puebla
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: spagnolo/castigliano
Tags: antimperialisti, comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/por-alli-vinieron

Vinieron los mercenarios contrarevolutionarios.


por el unico camino
la Ensenada de Cochinos Por alli vinieron, pero alli quedaron
cochinos extraordinarios. por alli vinieron, los pobres
pero alli quedaron.
Por alli vinieron, pero alli quedaron
por alli vinieron, los pobres Vinieron con un criterio
pero alli quedaron. de turista americanos,
pero aqui los milicianos
No vino ni un proletario, los esperaban en serio.
no vino ni un campesino,
vinieron los asesinos Por alli vinieron...

pagina 892
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Qualcosa da aspettare
(1959)
di Fausto Amodei, Cantacronache
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/qualcosa-da-aspettare

Ogni sera, fra i rumori tante coppie che, anche al chiuso,


di serrande che si abbassano non rinunciano ad amare;
e gli scoppi dei motori che poi, prima di lasciarsi,
delle macchine che passano, si daranno brevemente
alla luce dei lampioni la promessa di trovarsi
che si sono accesi appena, la domenica seguente:
puoi assistere agli amori
che si fan prima di cena... questa promessa che è poi la sola cosa
che importa ed ha uno scopo:
Sporchi ancora del sudore ci fa sembrare un pò meno noiosa
del lavoro appena smesso, la settimana dopo...
per un bacio, un po' d'amore, Per sette giorni non ci potrà mancare
ci si vuol bene lo stesso. qualcosa da aspettare!
Basta già quell'ora sola Se tu vuoi che nel momento
per tenersi per le mani che vi avete da lasciare
e per darsi la parola non si senta lo spavento
di vedersi all'indomani; di non saper più cosa fare.
Se la tua vita normale,
quella parola è poi la sola cosa in assenza del tuo amore,
che importa ed ha uno scopo: vuoi che resti tale e quale,
ci fa sembrare un po' meno noiosa e persino un po' migliore.
la vita il giorno dopo...
Anche domani non ci potrà mancare Se pretendi che il lavoro,
qualcosa da aspettare! l'amicizia, l'altrui stima
abbian sempre un senso loro
Le domeniche che piove, chiaro ancora più di prima.
guardi i vetri che si bagnano; Basta solo ricordarsi,
e la goccia che si muove, perchè avvenga tutto questo,
e le gocce che ristagnano... la promessa di trovarsi
Quando il buio è poi venuto, e vedersi ancora presto.
nell'oscuro della stanza
tu ti accorgi che hai perduto Questa promessa è poi la sola cosa
tutto un giorno di vacanza... che abbia un valore vero
ti fa sembrare un po' color di rosa
Ne hanno fatto miglior uso, il mondo anche più nero...
dentro i cine ed a ballare, Basta che non ci debba mai mancare
qualcosa da aspettare!

pagina 893
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Quand 'riva 'l cald


(1966)
di Ivan Della Mea
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: milanese
Tags: comunisti/socialisti, satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/quand-riva-l-cald

Quand riva 'l cald, mi riessi no a dormì là 'ndove 'l tram el svolta giò a sinistra.
e troeuvi pu la strada de 'ndà a cà, Perché te ridet? Ah sì. Quaderni Rossi,
riva la nott e mi son an'mò in gir eh già, 'l g'ha scritt: «No al centro-
piazza del Domm, Lorett de chi e de là. sinistra!»

Cosa te diset (se te frega a ti? ) Mes'ora a pee, Milan l'è on gran paes;
Speta compagno, mi voeuri cuntà l'ha tiraa el fiaa domaa in Piazza Argentina;
quel che gh'hoo vist, speta, l'alter dì fiadi anca mi lu 'l scriv: «Viva la Cina».
cioè l'altra nott e tant per no sbajà. Tas lì, ho capìi, quel lì a l'è on cines.

Sagrat del Domm, la vuna, giò per terra Metes d'acord: alora l'è un trotskista
gh'è un giuinott de quej consciaa a l'artista oppure vun del grupp Falce e Martello,
che scriv tranquill: «Sia guerra alla magari anca dei Quaderni Rossi,
guerra». Classe Operaia, cines o stalinista...
Cosa te diset? A sì, a l'è un trotskista.
La verità, compagni, (e questo è il bello ! )
Quand l'ha finii l'è 'ndaa 'rcivescovado, quel giuin là, è solo comunista...
g'ha scritt sul mur: «Padroni al macello».
bel ciar e nett, ma ti cosa te diset? Dare etichette è sempre da coglioni,
Ah sì, l'è vun del grupp Falce e Martello. chi ci guadagna poi sono i padroni,
a meno che il gioco sia finito,
L'è tornaa indree fino in Tommaso Grossi e allora ci guadagna anche il Partito.

pagina 894
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Qué linda es Cuba


(1961)
di E. Saborit
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: spagnolo/castigliano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/que-linda-es-cuba

Oye: tu que dices que mi patria un Fidel que vibra en las montañas,
no es tan linda un rubí, cinco franjas y una estrella
oye: tu que dices que lo nuestro
no es tan bello: Cuba, ¡qué linda es Cuba!
yo te invito a que busques quien la defiende la quiero mas.
por el mundo Cuba, ¡qué linda es Cuba!
otro ciel tan azul como mi cielo. ahora que es libre la quiero mas.
Una luna tan brillante como aquella Cuba, ¡qué linda es Cuba!
que se pierde en la dulzura ahora sin yanquis la quiero mas.
de la cãna,

pagina 895
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Questa democrazia
di Cantacronache, Mario Pogliotti
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/questa-democrazia

Ammesso e non concesso La libertà di fumo


che l'italiano medio è un poco fesso la libertà d'ingresso
è democratico, ma è un gran pericolo quella d'affermare
lasciar permettere troppe libertà. «c'accà nisciuno è fesso!»
Di stendere verbali
Abbiam la libertà spedire contrassegno,
di esporre i panni al vento la libertà di nuoto
nell'ore consentite e tiro a segno.
dal regolamento
Abbiam la libertà D'emettere cambiali
di attraversare i viali condurre cani sciolti
fruendo delle strisce pedonali. di tutelar minori capovolti.
D'appenderci sui tram Di battere primati
al mancorrente di catturare vermi
di scendere e salire di far votare suore, frati e infermi.
ripetutamente.
Di far firmare il padre Ammesso e non concesso
o chi ne fa le veci che l'italiano medio è un poco fesso
ed innalzare al cielo è democratico, ma è un gran pericolo
laudi e preci. lasciar permettere troppe libertà.

Eppoi la libertà, E non abbiam parlato


dove la mettiamo di libertà di stampa
d'emettere un assegno, la carta ed i caratteri
di sporgere reclamo, nessun vi mette zampa.
d'evadere le pratiche E poi la libertà cosiddetta di pensiero:
emarginare i codici poter pensare un gatto od un veliero!
estendere le analisi La libertà di sogno: sognare donne nude
estinguere i depositi? d'andare in aeroplano alle Bermude,
eppoi la libertà che a queste s'accompagna
Ammesso e non concesso è di salir lassù sulla montagna.
che l'italiano medio è un poco fesso
dovete credere è un gran pericolo E là in questa Italia
lasciar permettere troppe libertà. che al rosso dei vulcani
accosta il verde degli ippocastani
La libertà di sesso e il magico candore delle sue nevi annali
di mistificazione che cosa ci consentono
d'accattonaggio le autorità centrali?
di supposizione. La libertà più bella
La libertà di moto potete qui trovare
e, questo ci conforta, è quella di sciare
la libertà di palpo e manomorta. sciare sciare sciaaareee !

pagina 896
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Questa è una storia


(1965)
di Ivan Della Mea
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/questa-e-una-storia

Questa è una storia, solo una storia è un'altra storia, è tutta vera.
una di tante da raccontare.
Poi l'arresto e la prigione
Certo il racconto non è perfetto e la licenza d'accattone.
l'abbiam sentito per una sera
ma non è storia di nessun libro Certo il racconto non è perfetto
è un altra storia, è tutta vera. l'abbiam sentito per una sera
ma non è storia di nessun libro
Lui ebbe moglie, figli e lavoro è un'altra storia, è tutta vera.
ebbe la guerra, rimase solo.
Poi la pensione, si fa per dire:
Certo il racconto non è perfetto erano quindicimila lire.
l'abbiam sentito per una sera
ma non è storia di nessun libro Certo il racconto non è perfetto
è un altra storia, è tutta vera. l'abbiam sentito per una sera
ma non è storia di nessun libro
Lui ebbe un tornio e ghisa e schegge è un'altra storia, è tutta vera.
una nell'occhio, una alla schiena.
Ieri ha trovato un'altra donna
Certo il racconto non è perfetto hanno deciso di stare insieme.
l'abbiam sentito per una sera
ma non è storia di nessun libro Certo il racconto non è perfetto
è un'altra storia, è tutta vera. l'abbiam sentito per una sera
ma non è storia di nessun libro
Poi perse l'occhio ed ebbe il busto è un'altra storia, è tutta vera.
e per finire perse il lavoro.
Gli hanno detto tutti che è brutta
Certo il racconto non è perfetto lui ha risposto: cosa vuol dire ?
l'abbiam sentito per una sera
ma non è storia di nessun libro E nel suo dire c'è solo vita
è un'altra storia, è tutta vera. e né rimpianto e né dolore
e neanche il senso di cosa sia
Ebbe le strade della città questa storia che è storia sua.
e la pietà della società.
Certo il racconto non è perfetto
Certo il racconto non è perfetto l'abbiam sentito per una sera
l'abbiam sentito per una sera ma non è storia di nessun libro
ma non è storia di nessun libro è un'altra storia, è tutta vera.

Informazioni

pagina 897
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Questo mio amore (Una cosa già detta)


di Fausto Amodei
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/questo-mio-amore-una-cosa-gia-detta

Vorrei dirtelo tutto d'un fiato Chi per la libertà lotta e muore
E gridartelo questo mio amore Verso la libertà di chi vive
Come grida un bambino ch'è nato Che chi vive vorrebbe provare
Come grida la gente che muore Per la vita che l'ha riscattato
Come grida chi s'è ribellato Ma ti riesco soltanto ad amare
Come grida chi chiede vendetta Come un cucciolo buffo e impacciato
Ed invece sto qui senza fiato
E ti dico una cosa già detta Vorrei farti capire che t'amo
Perché tu riesci a darmi il coraggio
Vorrei dirtelo questo mio amore Di ascoltare l'antico richiamo
E parlartene a lungo ed a fondo Verso un mondo più giusto e più saggio
Come parla di un mondo migliore Perché tu riesci a starmi qui a fianco
Chi vuol render migliore 'sto mondo E ascoltare i miei sogni ribelli
Come parla chi vuol risvegliare Mentre sembra che ami soltanto
La coscienza di un popolo stanco Il tuo viso e i tuoi lunghi capelli
Ma sto zitto per non disturbare
Te che dormi tranquilla al mio fianco Te beata che riesci ad amarmi
Alla buona così come viene
Vorrei dirti che questo mio amore Quando ancora sorridi a guardarmi
È l'amore che riesce a sentire E mi mormori che mi vuoi bene.

pagina 898
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Raffaele
(1958)
di Dario Baraldi, Cantacronache
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: antimilitaristi, satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/raffaele

Raffaele si chiamava e nel Messico era nato Raffael le donò il cuore


in un giorno un po' agitato, tutt'intorno si
sparava Mamma: dimmi è proprio male...

quando seppe un po' parlare Ma alla lor felicità qualche cosa ancor
con un viso d'angioletto mancava
e un sorriso leziosetto La fanciulla sospirava il consenso di papà
cominciò così a cantare
Lei gli disse un po' orgogliosa
Mamma: dimmi è proprio male che era un prode generale
impiccare un generale Raffael rimase male
uno solo a testa in giù e lo convinse l'amorosa
poi non chiedere di più
poi non chiedere di più Mamma: credo che si male
impiccare un generale
La sua mamma si inquietava e lo fece benedire ora che amo a testa in giù
Raffael lasciava dire ed al general pensava non lo voglio appender più
non lo voglio appender più
Quando era ancor fanciullo Ma quel caro paparino non lo stette ad
e giocava ai soldatini ascoltare
li appendevai pei piedini E ordinò senza esitare di impiccarlo ad un
con diletto e con trastullo susino

Mamma: dimmi è proprio male... Fu così che il ribelle


Raffael fu giustiziato
Quando un giorno la scintilla arse E con l'ultimo suo fiato
dell'insurrezione sospirò verso le stelle
Senza alcuna esitazione se ne andò con Pancho
Villa Ora: so che non è male
impiccare un generale
Ma poichè benchè l'amore impiccarlo a testa in giù
la fanciulla era assai bella ma non posso farlo più
il suo viso era una stella ma non posso farlo più

pagina 899
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Red wine
(1947)
di Woody Guthrie
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: inglese
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/red-wine

Oh, pour me a drink of Italian red wine; Or just a moonshiner's bucket of chock.
And let me taste it and call back to mind
Once more in my thoughts, and once more in my Now, let me think, and let me see
soul, How these two men were found guilty.
This story as great, if not greater, than How a hundred and sixty witnesses passed by,
all. And the ones spoke for them was a hundred and
five.
The AP news on June 24th Out of the rest, about fifty just guessed,
Told about a patrolman named Earl J. Vaugh. Out of the five that was put to the test
He stepped on a Main Street trolley car Only the story of one held true,
And arrested Sacco and Vanzetti there. After a hundred and fifty nine got through.

The article tells how Earl J. Vaugh And on this one, uncertain and afraid,
Is now retiring as an officer of law; She saw the carload of robbers, she said.
This cop goes down in my history One year later, she remembered his face,
For arresting Sacco and Vanzetti that day. After seein' his car for a second and a half.

It was 1920, the 5th of May, She told of his hand, an' his gun, an' his
The cop and some buddies took these men away, ears,
Off of the car and out and down, She told of his shirt, an' the cut of his
And down to the jail in Brockton town. hair.
Remembered his eyes, an' his lips, an' his
"There's been a killing and a robbery cheeks,
At the Slater Morrill shoe factory; And Eva Splaine's tale sent these men to the
You two gents are carryin' guns, chair.
And you dodged the draft when the war did
come." I was right there in Boston the night that
they died,
"Yes, 'tis so, 'tis so, 'tis so, I never did see such sight in my life;
We made for the borders of Mexico. I thought the crowds would pull down the
The rich man's war we could not fight, town,
So we crossed the border to keep out of An' I was hopin' they'd do it and change
sight." things around.

"You men are known as radical sons, I hoped they'd pull Judge Thayer on down
You must be killers, you both carry guns." From off of his bench and they'd chase him
"I'm a night watchman, my friend peddles around.
fish, Hoped they'd run him around this stump
And he carries his gun when he's got lots of And stick him with a devil tails about ever'
cash." jump.

Oh, pour me a glass of Germany's beer, Wash this tequila down with gin
Russia's hot vodka, so strong and clear, An' a double straight shot of your black
Pour me a glass of Palestine's Hock, Virgin rum.
My ale bubbled out an' my champagne is flat,
I hear the man comin', I'm grabbin' my hat.

pagina 900
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Ricordo di Togliatti
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ricordo-di-togliatti

(parlato) Ed il partito del comunismo


A Genova in via albergo dei poveri fu fuorilegge dichiarò
Ai coniugi Antonio e Teresa Togliatti Fu messa a sacco la redazione
Il 26 di marzo dell'anno 1893 nasceva un di ogni giornale dei lavorator.
bimbo
Cui veniva dato il nome Avanti o popolo alla riscossa...
di Palmiro Michele Nicola Togliatti.
Nel millenovecentoventiquattro
(cantato) finiva assassinato Matteotti
Aveva tanta sete di sapere Nel millenovecentoventisei
Studiava con profitto e con passione il carcere anche Gramsci inghiotti.
Palmiro era il modello di studente
La borsa poi di studio conquistò. Egli cercò riparo verso Algera
un abitato sul lago maggiore
Studente all'università a Torino E' qui che il comitato esecutivo
Conobbe Antonio Gramsci e con lui del comunismo si riprestinò
Collaborò col quotidiano Avanti
Ma poi la grande guerra lo chiamo'. Già dilagava l'ombra del duce
in ogni casa ogni quartier
Era un alpino di gran valore Il manganello di ogni sicario
Per la sua Italia combattè faceva strage fra i lavorator
A fine guerra fu congedato
la sua dottrina riabbracciò Avanti o popolo alla riscossa...

Avanti o popolo alla riscossa Fu vana ogni rivolta nei cantieri


bandiera rossa trionferà. la resistenza in ogni officina
La forza della legge soffocava
Furon momenti tristi per l'Italia nel sangue il grido dei lavorator
ovunque generava la discordia
Come un presagio nero si spandeva Togliatti combattè con più energia
l'ombra di quel fascismo distruttor. ma fu braccato e presto arrestato
Dopo tre mesi venne liberato
Togliatti combattè con tanto ardore sotto la sorveglianza lui restò
contro quell'orda nera di spavaldi
Ma il fascio era soretto e finanziato Tra le torture moriva Gramsci
da pescicani senza un po' di cuor. incarcerato senza ragion
Intanto il duce portò la guerra
Antonio Gramsci venne arrestato nell'abbissinia senza pudor
e torturato senza pietà
Mentre Palmiro eletto capo Avanti o popolo alla riscossa...
del comunismo combatte ancor.
Ed operava ancora clandestino
Avanti o popolo alla riscossa... Togliatti tra le file comuniste
Alla difesa del lavoratore
Le scorribande di camice nere si dedicò sempre con più ardor
predoni nella pace e nel lavoro
Distrussero le sedi dei giornali E mentre Antonio Gramsci si spengeva
che difendevano i lavorator. nel carcere del duce dittatore
Il fascio si recava nella Spagna
I pescicani entraron a far parte per soffocare il grido del lavor.
in massa del partito dei fascisti
Ed il 28 ottobre Mussolini Ogni italiano buon comunista
a Roma istallava il suo quartier. contro il fascismo si schierò
Ma per togliatti non ci fu scampo

pagina 901
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e nella Russia lui riparò. La fibra di Togliatti resistette


al piombo vile di un traditor
Avanti o popolo alla riscossa...
Con più ardore dopo l'attentato
E si batteva prode nella Spagna Togliatti ritornò alla battaglia
Togliatti contro il fascio traditore Alla battaglia del lavoratore
Ma vana fu la lotta senza mezzi a cui tutta la vita dedicò
contro il capitalismo distruttor
Passò il tempo la chioma bianca
E quando a fine guerra molto sangue lo sguardo fiero del condottier
scorreva nella lotta fratricida All'avanguardia del comunismo
Nell'Africa Togliatti riparava si dedicava Togliati ancor
deciso a non arrendersi ancor.
Avanti o popolo alla riscossa...
Ma mussolini formava l'asse
l'apocalisse tornò ancor E si preoccupò di addolcire
Con i nazisti sferrò la guerra le divergenze tra Mosca e Pechino
contro la Russia lavorator E rafforzò le sedi dei giornali
alla difesa dei lavorator
Avanti o popolo alla riscossa...
Togliatti baluardo del lavoro
Dall'Africa tornava nella Russia una muraglia contro i pescicani
e dalla Russia ancora nella Francia Un uomo che la vita ha dedicato
E qui che ricercato fu arrestato per il lavoro pace e libertà
ma scarcerato solo per error.
Nelle officine nelle campagne
E mentre a Stalingrado la battaglia la gente mai l'abbandonò
volgeva contro il fascio ed i nazisti Sempre più forte la rossa schiera
Togliatti trasmetteva con la radio del condottiero lavorator
contro la guerra ai lavorator.
Avanti o popolo alla riscossa...
Intanto Longo formò le bande
di partigiani che con valor Andava a riposarsi qualche giorno
Dissero basta con la mitraglia Togliatti nello stato bolscevico
contro il mondo lavorator. Il grande stato che gli fu amico
amico dell'Italia e del lavor
Avanti o popolo alla riscossa...
Un male inesorabile lo colse
Fini a piazza Loreto mussolini lontano dalla terra sua amata
risorse più gagliardo il comunismo Ed ogni cura medica fu vana a
Togliatti che guidava con perizia Yalta in ospedale lui morì.
la causa di noi lavorator
Morì con lui il condottiero
E l'Unità giornale comunista di ogni ceto lavorator
guidato da Palmiro difendeva Ma resta ancora Luigi Longo
La giusta libertà ed il diritto il partigiano liberator
di tutti i proletari con amor
Avanti o popolo alla riscossa...
La rigogliosa bandiera rossa
tornò a sventolare ancor (parlato)
Ma un sicario venne armato
perché Togliatti facesse fuor. un uomo che ha donato se stesso
per la causa di giustizia del suo simile
Avanti o popolo alla riscossa... può morire solo nelle carni ,
lo spirito della sua vita vissuta
Fu vile l'attentato di Pallante appartiene alla storia.
ma fu più vile chi pagò il sicario

pagina 902
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Romanelle
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale, femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/romanelle

Io canto le stornelle un popolo più forte diventeremo


le canto all'ombra il voto ai diciottenni
attendo la Micalina è stato una conquista
che mi risponda il 15 giugno e gli italiani
io canto le stornelle alla romana hanno sconfitto il gioco di Fanfani
le canto allegra
perchè sono una partigiana Trent'anni di clientelismo
e di mal governo
I voti alle sinistre han dato alle sinistre
sono stati tanti un grande aumento
e noi lavoratori E han dato tanti voti alle sinistre
andremo avanti battendo il padrone fascista
dimmi perchè ti lavi
o bambina mia E se volevi più voti caro Fanfani
tanto le mani callose dovevi accontentar di più gli italiani
non vanno via Vola colomba vola son in tla bisécia
vorrei portare a spasso Almirante con la
Avanti nella lotta noi andremo murdècia.

pagina 903
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Rosso levante e ponente


Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti, lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/rosso-levante-e-ponente

Rosso a levante e ponente Marcia con noi chi combatte


Rosso scolpito nel cuor Dietro al compagno Stalin.
Rossa è la nostra bandiera
Emblema di pace e lavor. La guerra è voluta dai ricchi
Non porta che fame e terror
La celere ci lega le mani Su avanti compagni lottiamo
Il clero ci lega il cervel A morte il fascismo oppressor
Chi libera i popoli schiavi
è solo la falce e martel. Quanti son morti per noi
Lunga la lotta fatal
Schiere di masse compatte Gloria eterna agli eroi
Pronte se occorre a morir Morti son per l'ideal

Informazioni

Musica tradizionale russa (1905) e testo di anonimi partigiani italiani combattenti in Slovenia, con l'Armata di
Liberazione.

pagina 904
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Saluteremo il signor padrone


Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale, risaia/mondine
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/saluteremo-il-signor-padrone

Saluteremo il signor padrone Macchinista macchinista faccia sporca


Per il male che ci ha fatto Metti l'olio nei stantuffi
Che ci ha sempre maltrattato Di risaia siamo stufi
Fino all'ultimo momen' A casa nostra vogliamo andar
Saluteremo il signor padrone
Per la sua risera neta Con un piede con un piede sulla staffa
Pochi soldi in la casseta E quell'altro sul vagone
Ed i debiti a pagar Ti saluto cappellone
Ti saluto cappellone
Macchinista macchinista faccia sporca Con un piede con un piede sulla staffa
Metti l'olio nei stantuffi E quell'altro sul vagone
Di risaia siamo stufi Ti saluto cappellone
Di risaia siamo stufi

Informazioni

Canto di risaia del repertorio di Giovanna Daffini

pagina 905
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Saragat
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/saragat

Il buon Giuseppe Saragat la CED si deve far


per nostra gran fortuna di fronte al cielo e al mar
non suona il flauto magico si è messo a strombazzar
che tutti fa incantar
O Saragat poco pacifico
Ma un giorno dall'America così cedifico e dollarifico
gli mandano una tromba o Saragat europeifico
e lui stormbetta subito questo è cedifico la CED non si farà

Informazioni

Sull'aria di "Papà pacifico". CED sta per Comunitò Europea di Difesa.

pagina 906
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Se il cielo fosse bianco di carta


(1965)
di Ivan Della Mea
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti, carcere, campi di concentramento
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/se-il-cielo-fosse-bianco-di-carta

Se il cielo fosse bianco di carta Franz ride e lancia una carota


e tutti i mari neri d'inchiostro e noi, come larve affamate,
non saprei dire a voi, miei cari, ci si contende unghie e denti
quanta tristezza ho in fondo al cuore, l'ultima foglia.
qual è il pianto, qual è il dolore
intorno a me. Due ragazzi sono fuggiti:
ci hanno raccolto in un quadrato,
Si sveglia l'alba nel livore uno su cinque han fucilato,
di noi sparsi per la foresta, ma anche se io non ero un quinto
a tagliar legna seminudi, non ha domani questo campo...
coi piedi torti e sanguinanti; ed io non vivo...
ci hanno preso scarpe e mantelli,
dormiamo in terra. questo è l'addio
a tutti voi, genitori cari,
Quasi ogni notte, come un rito, fratelli e amici,
ci danno la sveglia a bastonate; vi saluto e piango.
Chaïm.

Informazioni

Dalla lettera di addio del giovanissimo Chaim, prigioniero nel campo di Pustkòv, uscita dal lager grazie all'aiuto di
un contadino. "Se il cielo fosse bianco di carta" è espressione derivante dal Talmud

Fonte

pagina 907
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Se non è oggi
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: anticlericali
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/se-non-e-oggi

Se non è oggi sarà un altr'anno Se non è oggi sarà stasera


monache e preti lavoreranno camicia nera la pagherà

Informazioni

Sulla melodia della strofa di "Bandiera rossa"

pagina 908
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Se otto ore vi sembran poche


(1906)
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti, comunisti/socialisti, lavoro/capitale, risaia/mondine
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/se-otto-ore-vi-sembran-poche

Se otto ore vi sembran poche E noi faremo come la Cina,


provate voi a lavorare suoneremo il campanello,
e sentirete la differenza innalzeremo falce e martello
di lavorar e di comandar. e griderem viva Mao Tse Tung.

O Mario Scelba se non la smetti E noi faremo come la Russia,


di arrestare i lavoratori suoneremo il campanello,
noi ti (e noi) faremo come al duce innalzeremo falce e martello
in Piazza Loreto ti ammazzerem. e grideremo viva Stalin.

Informazioni

Canto nato nel 1906, quando il deputato Conoglio, presentò alle Camere il progetto di legge per ridurre a otto ore
la giornata lavorativa delle mondine.
Il riferimento alla Russia riguarda la Rivoluzione del 1905, ma la canzone va collegata alle grandi lotte del 1921/22,
per le otto ore lavorative.
La musica ricorda la canzone risorgimentale La bandiera tricolore, e i testi furono moltissimi, in quanto adattati a
diverse occasioni e spesso cambiati

pagina 909
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Sei minuti all'alba


(1965)
di Dario Fo, Enzo Jannacci
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: milanese
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sei-minuti-allalba

Sei minuti all'alba n'altra volta sunt scapà,


el gh'è gnanca ciar, in montagna sono andato, ma l'altr'er
sei minuti all'alba, cui ribelli m'han ciapà.
il prete è pronto già.
L'è giamò mes'ura Entra un ufficiale,
ch'el va drè a parlà: mi offre da fumar:
«Gliel'ho detto, padre, debun «Grazie, ma non fumo
mi hu giamò pregà». prima di mangiar».
Fa la faccia offesa,
Nella cella accanto mi tocca di accettar,
canten na cansun: le manette ai polsi son già,
«Sì, ma non è il momento, quei lì van a drè a cantà.
un pu' d'educasiun!».
Mi anca piangiarìa, E strascino i piedi
il groppo è pronto già; e mi sento mal;
piangere, d'accordo, e perché: sei minuti all'alba,
mi han da fucilà. Dio, cume l'è ciar.
Tocca farsi forza,
Vott setember sunt scapà, ci vuole un bel final,
hu finì de fa el suldà, dai, allunga il passo, perché
al paes mi sunt turnà, ci vuole dignità.
disertore m'han ciamà.
De sul treno caregà, Vott setember sunt scapà...

pagina 910
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Sent on po' Gioan, te se ricordet


(1966)
di Ivan Della Mea
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: milanese
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sent-po-gioan-te-se-ricordet

Sent on po' Gioan, te se ricordet la speransa pussee bela, pussee vera;


del quarantott, bei temp de buriana... "Bandiera Rossa", Gioan, te se ricordet...
Vegniven giò da la Rocca de Berghem
i tosan brascià su tutt insema E quij oeucc mi hoo vist, dopo tri dì,
tutt insema cantaven, cantaven inscì neger de rabia e de dolor:
"Bandiera Rossa", Gioan, te se ricordet.. l'ha vint el pret cont i so beghin,
l'ha vint el pret cont i ball e i orazion.
Mi s'eri nient, vott ann Ma ind i oeucc di tosann gh'era la guera;
e calsetonùe duu oeucc pien de fam per vedè. "Bandiera Rossa", Gioan, te se ricordet
e mi ho vist, Gioan, e mi ho vist Te se ricordet...
ind i oecc di tosann brasciaa su insema

Informazioni

La prima di una serie di ballate in dialetto milanese scritte da Ivan Della Mea, e dedicate a Gianni Bosio, storico,
animatore culturale, fondatore e direttore della rivista "Mondo operaio", fondatore e direttore delle edizioni
"Avanti" poi del "Gallo", dei "Dischi del sole" e dell'Istituto Ernesto De Martino. Questa prima rievoca le speranzr
del 1948, la prova elettorale , la sconfitta bruciante.

pagina 911
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Si può morire
(1963)
di Nanni Svampa
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/si-puo-morire

Si può morire facendo il presidente, Si può morire a furia d'esser madri,


si può morire scavando una miniera, si può morire cercando un ospedale,
si può morire d'infarto all'osteria si può morire in servizio militare
o per vendetta di chi non ha niente. o per il solo fatto d'esser negri.

Si può morire uccisi da un regime, Si può morire dicendo: Ave Maria,


si può morire schiacciati sotto il fango, si può morire gridando: Mondo porco!,
si può morire attraversando il Congo si può morire per un sorpasso storto
o lavorando in alto sul cantiere. o sotto il fuoco della polizia.

pagina 912
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Siamo l'Emilia rossa


Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti, risaia/mondine
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/siamo-lemilia-rossa

Se non ci conoscete Se non ci conoscete


guardateci la bocca guardateci all'occhiello
Siamo l'Emilia rossa portiam falce e martello
siamo l'emilia rossa portiam falce e martello

Se non ci conoscete Se non ci conoscete


guardateci la bocca guardateci all'occhiello
siamo l'Emilia rossa portiam falce e martello
siamo lavorator simboli del lavor
viva la libertà viva la libertà

Informazioni

Canto di mondine e partigiani con molte varianti e titoli, sulla melodia della canzone popolare padana "Tutti mi
dicono bionda"

pagina 913
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Sixteen Tons
(1946)
di Travis Merle
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: inglese
Tags: lavoro/capitale, miniera
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sixteen-tons

Some people say a man is made out of mud I was raised in a cane-brake by an old mama
A poor man's made out of muscle and blood lion
Muscle and blood, skin and bones... can't no high-toned woman make me walk no
A mind that's weak and a back that's strong line

You load sixteen tons, and what do you get? You load sixteen tons, and what do you get?
another day older and deeper in debt another day older and deeper in debt
St. Peter, don't you call me, 'cause I can't St. Peter, don't you call me, 'cause I can't
go go
I owe my soul to the company store I owe my soul to the company store

I was born one mornin' and the sun didn't If you see me comin', better step aside
shine A lot of men didn't, a lot of men died
I picked up my shovel and I walked to the One fist of iron, the other of steel
mine If the right one don't get you, then the left
I loaded sixteen tons of number nine coal and one will
the straw boss said, "well bless my soul!"
.....you loaded... You load sixteen tons, and what do you get?
another day older and deeper in debt
You load sixteen tons, and what do you get? St. Peter, don't you call me, 'cause I can't
another day older and deeper in debt go
St. Peter, don't you call me, 'cause I can't I owe my soul to the company store
go
I owe my soul to the company store You load sixteen tons, and what do you get?
Another day older and deeper in debt
I was born one mornin' it was drizzlin' rain St. Peter don't you call me, 'cause I can't
fightin' and trouble are my middle name go
I owe my soul to the company store

Informazioni

Canzone che racconta della dura vita del minatore di carbone, che si spezza la schiena dall’alba al tramonto e che
nemmeno può concedersi il lusso di morire perché “pieno di debiti, ha venduto l’anima alla compagnia mineraria”.
Infatti, nonostante le decine di grandi e sanguinosi scioperi organizzati dalla United Mine Workers of America
specie nei primi due decenni del 20° secolo, in molte miniere le compagnie non pagavano i lavoratori in denaro
corrente ma in assegni o buoni illegali che essi erano costretti a spendere, spesso indebitandosi, negli spacci
gestiti dalle stesse compagnie, che così da datrici di lavoro diventavano creditrici e quindi “proprietarie” della forza
lavoro alle loro dipendenze. (Canzoni contro la Guerra)

pagina 914
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Soldato Nencini
(1966)
di Enzo Jannacci
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/soldato-nencini

Soldato Nencini, soldato d'Italia e piove, e di dentro c'è tante persone.


semianalfabeta, schedato: "terrone", S'inganna ridendo l'odore di piedi,
l'han messo a Alessandria perché c'è più e là, più di tutti, chi ride è il terrone:
nebbia; gli stanno leggendo del padre a Corfù;
ben presto ha capito che a volergli bene C'è stata una capra malata... e continua:
c'è solo quel cane che mangia la stoppa "Sai, tristi è aspettari: se non t'amo più,
fra i vecchi autoblindo, pezzato marrone... conviene lasciarsi..." Firmato: Mariù

Due o anche tre volte ha chiesto il tenente Soldato Nencini, soldato d'Italia
a un suo subalterno: "Ma questo Nencini, di stanza a Alessandria, schedato: "terrone",
cos'ha, da sorridere sempre per niente? si è messo in disparte, sorride un po' meno;
Sorride un po' perso... magari a nessuno; ma di tanto in tanto, ti ferma qualcuno
e mangia di gusto 'sto rancio puzzone!... e gira e rigira quel foglio marrone:
Ma è analfabeta, e per giunta, terrone!" ti legge un frase; ti dice: "c'è scritto
"Sai, tristi è aspettari: se non t'amo più,
E arriva anche il giorno che arriva la posta; conviene lasciarsi..." Firmato: Mariù

pagina 915
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Son de la alfabetizaciòn
(1961)
di Carlos Puebla
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: spagnolo/castigliano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/son-de-la-alfabetizacion

Que no se quede nadie Que no se quede nadie


sin aprender… sin aprender…

La cultura es la verdad El patriota siempre en vela


que es el pueblo debe saber cumple su deber civil:
para màs nunca perder ayuda con el fusil
su amor a la libertad. y también desde la escuela.

Que no se quede nadie Que no se quede nadie


sin aprender… sin aprender…

Nadie deje transcurrir Que recurde y tome nota,


esta ocasiòn de aprender, que tome nota y reuerde:
porque aprender a leer aquel que su tiempo pierde
es aprender a vivir. no es cubano, ni es patriota.

Que no se quede nadie Que no se quede nadie


sin aprender… sin aprender…

No hay que dejar para luego Y que el entusiasmo vibre


el gesto maravilloso, con el mensaje sagrado
profundamente glorioso de nuestro apòstol amado:
de darle la luz al ciego. "Se culto para ser libre".

Informazioni

pagina 916
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Son la mondina son la sfruttata [Volontà di pace]


(1950)
di Pietro Besate
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti, lavoro/capitale, risaia/mondine
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/son-la-mondina-son-la-sfruttata-volonta-di-pace

Son la mondina, son la sfruttata Ma più forti dei cannoni noi sarem
Son la proletaria che giammai tremò
Mi hanno uccisa e incatenata Questa bandiera gloriosa e bella
Carcere e violenza nulla mi fermò Noi l'abbiam raccolta e la portiam più in su
Dal Vercellese a Molinella
Coi nostri corpi sulle rotaie Alla testa della nostra gioventù
Noi abbiam fermato il nostro sfruttator
C'è tanto fango nelle risaie E lotteremo per il lavoro
Ma non porta macchia il simbol del lavor Per la pace il pane e per la libertà
E costruiremo un mondo nuovo
Ed ai padroni farem la guerra Di giustizia e di vera civiltà
Tutti uniti insieme noi vincerem E costruiremo un mondo nuovo
Non più sfruttati sulla terra di giustizia e di vera civiltà

Informazioni

Sull'aria di "La rondinellala va per aria", canzone di risaia. Scritta da P. Besate (funzionario del PCI) per un
congresso della Federbraccianti.

pagina 917
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Strofette della verità


di Giovanni Parenti
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/strofette-della-verita

Questa si che fa successo adesso chi lavora suda.


quale che or vi canto adesso
dopo il brutto viene il bello A comprar la bicicletta
non più olio e manganello. costa più di una casetta
a pagarlo anche un milione
Ora che un'altra aria tira non trovavi un copertone.
finalmente si respira
ve lo dico senza imbroglio Tornerà or l'abbondanza
trema chi ci ha dato l'olio. mangeremo a crepa panza
chi lavora torna stanco
Si son persi ora di vista mangerò il pane bianco.
non si trova più squadrista
che tremarella al sol pensare Dobbiam fare un elogio
han dovuto ben scappare. che i Partigiani con coraggio
han saputo dal monte al piano
Chi ne ha troppo e chi ne ha zero scacciare i due nemici assai lontano.
finirà il mercato nero
chi vuol cotta e chi vuol cruda Parapon zibon zibon
ti voglio ben biondina

pagina 918
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Suasso lane
(1946)
di Woody Guthrie
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: inglese
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/suasso-lane

Goodbye, my comrades, Showed me the cloth with big hole in it.


Goodbye, my north Plymouth, One block from Suassos Lane.
Goodbye to the Boston harbor,
Goodbye, Suassos Lane. My name is Melvin Corl,
I's paintin' my fishin' schooner.
Suassos Lane is just an alley Vanzetti talked to me an hour,
Up here in old north Plymouth. About a mile from Suassos Lane.
You saw my fish cart
Roll here in Suassos Lane. How could I be in South Braintree,
Killin' men there in front of the fact'ry,
They say I killed him, When all these friends and others saw me
Said I killed the payroll carrier, Cartin' my fish in Suassos Lane?
Over there in South Braintree,
Thirty-five miles from Suassos Lane. I tell you workin' people,
Fight hard for higher wages,
My name is Lefevre Brini, Fight to kill blackmarket prices,
On the same day, Bart Vanzetti This is why you take my life.
Brought fish to the Cherry Court,
One block from Suassos Lane. I tell you workin' people,
Fight hard for cleaner houses,
My name is Joseph Rosen, Fight hard for the wife and children,
I am a woolen peddler, That's why they took my life.
I sold Vanzetti a roll of cloth,
That day in Suassos Lane. Suassos Lane is just an alley
Up here in old north Plymouth.
I'm Mrs. Alphonsine Brini, You saw my fish cart
Mr. Rosen and Bart Vanzetti Roll here in Suassos Lane.

Informazioni

Una delle numerose ballate dedicate a Sacco e Vanzetti

pagina 919
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The 1913 Massacre


(1944)
di Woody Guthrie
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: inglese
Tags: lavoro/capitale, repressione, miniera
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/1913-massacre

Take a trip with me in nineteen thirteen The copper-boss thugs stuck their heads in
To Calumet, Michigan, in the copper country the
I'll take you to a place called Italian Hall [door
Where the miners are having their big One of them yelled and he screamed, "There's
Christmas ball a fire!"
A lady, she hollered, "There's no such a
I'll take you through a door, and up a high thing!
stairs Keep on with your party, there's no such a
Singing and dancing is heard everywhere thing"
I will let you shake hands with the people
you see A few people rushed, and it was only a few
And watch the kids dance round that big "It's only the thugs and the scabs fooling
Christmas tree you"
A man grabbed his daughter and carried her
You ask about work and you ask about pay down
They'll tell you that they make less than a But the thugs held the door and he could not
dollar get out
[a day
Working the copper claims, risking their And then others followed, a hundred or more
lives But most everybody remained on the floor
So it's fun to spend Christmas with children The gun-thugs they laughed at their murderous
and wives joke
While the children were smothered on the
There's talking and laughing and songs in the stair by the
air [door
And the spirit of Christmas is there
everywhere Such a terrible sight I never did see
Before you know it, you're friends with us We carried our children back up to their tree
all The scabs outside still laughed at their
And you're dancing around and around in the spree
hall And the children that died there were
seventy-three
Well, a little girl sits down by the
Christmas tree The piano played a slow funeral tune
[lights And the town was lit up by a cold Christmas
To play the piano, so you gotta keep quiet moon
To hear all this fun you would not realize The parents they cried and the miners they
That the copper-boss thug-men are milling moaned
outside "See what your greed for money has done"

Informazioni

Una canzone sul terribile massacro di Calumet, nel Michigan, dove, il 24 dicembre del 1913, dei poliziotti e delle
guardie private al soldo della locale compagnia mineraria del rame irruppero ad una festa natalizia (!) organizzata
dai minatori in sciopero facendo fuoco ed uccidendo otto persone. Nel panico che ne seguì, 73 bambini vennero poi
calpestati a morte.

pagina 920
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Ti passi de giorno da Porto Marghera


(1973)
di Canzoniere Popolare del Veneto
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: veneto
Tags: ambiente
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ti-passi-de-giorno-da-porto-marghera

Ti passi de giorno da Porto Marghera Le strade xe nere fate de fumo


te par che sia sera dal scuro che xe le ciminiere buta velen‎
Ti passi de note dal steso logo El ponte xe longo come una vita
ghe xe un gran fogo che pare el dì Marghera xe in fondo ti xe rivà

Informazioni

testo e musica di Luisa Ronchini

pagina 921
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Ti sa miga
di Alberto D'Amico
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: veneto
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ti-sa-miga

Ti sa miga anca quele par


cossa xe Marghera: le se brusarà
xe quel logo le deventarà
dove el mar ghe gera case nove da fitàr.
tanto tempo fa
pensa: xe cascà Tuto brusa
un pianeta in mar no capisso come
tuto infogà. i pensieri
Pensa: l'aria me deventa fiame
la xe quasi morta, foghi vien e va
tuto el cielo no vorìa pensar
brusa come carta, ma i va su i vien xo
fiame vien e va come el Redentor.
alte sora el mar
no se pol vardar Ti sa miga
el fogo pol ciecar. i copi che se lava
mi vorìa
Case vecie che venisse la piova
a Campalto e in Bàia «piova piova vien
ghe n'è tante che te vogio ben
piene da maràia che te vogio mal
piova va in canal».

pagina 922
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Tiro a segno
di Cantacronache, Mario Pogliotti
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/tiro-segno

E' chiaro che un giorno di festa Sia detto che, se vi diverte,


ognuno va dove va: ognuno va dove va:
amore, osteria, juke-box, cinemà. amore, il ballo, la partita, il cinemà.
Ma non giudicatelo indegno Ma, se preferite sfogare il vostro ingegno
il vecchio, un po' frusto, tiro a segno. c'è il mio tiro a segno

Dieci colpi, cento lire - Su sparate cittadini -


il tiro a segno "Universal" sul servo sciocco e sul protettor
dieci centri da colpire - sul mercante di bambini -
per un ricco premio final. sul boia e sul dittator,
Molti tipi d bersagli . sugli sbirri e i parrucconi -
fantocci, pipe, vecchi general, sui baciapile e i leccaltar
avvocati ed ammiragli - sui fascisti e sui cialtroni -
scrittori e gente d'affar. e sui capitani d'affar.

C'è un ministro. un ciambellano, Dieci colpi, su brava gente,


un consigliere e accanto a sua Maestà, sparate e vedrete saltar
un addetto, un capo-gabinetto: vecchie pipe, grossi palloni
tanti bei palloni d'ogni qualità. d'azoto vuoto.
C'è il ruffiano di un potente - E su tutto quel rottame -
la mantenuta d'un industrial, vedrete che dileguerà
un censore intransigente - il fantasma della fame
e un Principe omosessual. e questo il mio premio sarà.

pagina 923
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Torna a casa americano


Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: antimperialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/torna-casa-americano

Per le strade e per le città se alla vecchia Europa non dirai good-bye
dove combattesti già
sei tornato soldatino american Vuoi Firenze tu occupar
non è più come allor a Livorno vuoi sbarcar
senza evviva se senza fior ma l'Italia a casa ti rimanderà
non hai pace non hai fede nel doman Eisenhower può viaggiar
mister Dayton può trescar
Go home Ami Ami go home ma nessuno per Wall Street combatterà
la tua bomba atomica che val
se la guerra scoppierà Go home...
anche te travolgerà
non han pace gli aggressori e tu lo sai Dice Francia Ami go home
Cina incalza Ami ho home
Torna a casa americano tutto il mondo ti ripete Ami go
il tuo fucile lascia star se ti stanno ancora a cuor
lo zio Truman sta laggiù la tua casa e il tuo lavor
e nei guai ci resti tu anche tu alla guerra devi dire no

Go home...

pagina 924
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Tragoudhi Sotiri Petroula


(1965)
di Jacobus Kambanellis , Mikis Teodorakis
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/tragoudhi-sotiri-petroula

Sotíri Pétroula, Sotíri Pétroula Sotíri Pétroula, Sotíri Pétroula


se píre o Lambrákis, se píre i lefteriá. kopéles, pallikária se klínoun stin kardiá.

Mártyres, íroes odhigoúne Mártyres, íroes odhigoúne


ta galázia mátia sou mas kaloúne. ta galázia mátia sou mas kaloúne.

Sotíri Pétroula, Sotíri Pétroula Sotíri Pétroula, Sotíri Pétroula


aidhóni ke liondári, vounó ke xasteriá. odhíga to Laó sou, odhíga mas brostá.

Mártyres, íroes odhigoúne Mártyres, íroes odhigoúne


ta galázia mátia sou mas kaloúne. ta galázia mátia sou mas kaloúne.

Informazioni

Per approfondimenti su questo canto rimandiamo a questa pagina di "Canzoni contro la guerra"

Trascrizione di massima del testo greco in caratteri latini a cura di Riccardo Venturi

pagina 925
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Tredici milioni di uomini


di Cantacronache, Emilio Jona
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti, carcere, campi di concentramento
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/tredici-milioni-di-uomini

Ero per una strada, chiedevo solo di Per le terre d'Europa, correvano vagoni
camminare. piombati.
Ero un contadino, andavo i verdi campi a Un popolo di uomini, spingevano tra fili
lavorare. spinati.
Ero un ragazzo ebreo, chiedevo una vita agli Di odio e di paura, vivevano tra volti
altri spietati.
[uguale. Di fame e di tortura, morivano tutti
Ero un partigiano, volevo la mia terra assassinati.
liberare.
Erano tredici milioni di uomini ed i nazi
Erano tredici milioni di uomini ed i nazi fecero
fecero Tredici milioni di grigia grigia cenere...
Tredici milioni di grigia grigia cenere... non lo dovete dimenticare:
non lo dovete dimenticare: scolpitelo nei cuori e in ogni casolare.
scolpitelo nei cuori e in ogni casolare.

pagina 926
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Tu lo sai compagno a Marzabotto


(1966)
di Ivan Della Mea
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti, antimperialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/tu-lo-sai-compagno-marzabotto

Tu lo sai compagno a Marzabotto ma c'è una donna che oggi non crede
i fascisti hanno preso una donna in questa pace che pace non dà.
le hanno tolto il figlio dal ventre
e ridendo gli hanno sparato. Ma come è dolce poter dire « pace
pace fratelli su tutta la terra »
Io ti dico compagno nel Vietnam lo disse Hitler lo dice oggi Nixon
para e marines hanno preso una donna e i padroni che ci fanno guerra.
le hanno tolto il figlio dal ventre
e ridendo gli hanno sparato. Ora sappiamo compagni nel Vietnam
c'è quella donna più sola e tace
Ma come è dolce poter dire « pace e non si può non si può dire « pace »
pace fratelli su tutta la terra » su quel ventre che frutti non dà.
lo disse Hitler lo dice oggi Nixon
e i padroni che ci fanno guerra. Poiché non siamo degli ex partigiani
diciamo « basta » ai fascisti ai padroni
Tu lo sai compagno che il tempo ai loro servi assassini e cialtroni
è ancora rosso di vecchie ferite diciamo « guerra » e guerra sarà.
e ha la voce di orfane madri
ed il silenzio dei forni nei lager. E allora basta parlare di pace
non siam fratelli su tutta la terra
O partigiano in tutti quest'anni siam partigiani e facciamo la guerra
ci siamo fatti un partito una fede la nostra guerra per la nostra pace.

Informazioni

Incisa da Cristina Rapisarda e il Nuovo canzoniere Milanese nell'album "Compagno Vietnam"

pagina 927
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Tutti ciànno quarche cosa


Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano, romanesco
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/tutti-cianno-quarche-cosa

Tutti ciànno quarche cosa, e c'è pure chi se lagna


er più misero so' io. che nun rende la campagna.
Trallallero lallero lallero
trallallero lallero lallà. Chi lavora è pallido e giallo:
va sempre a piedi e mai a cavallo,
Tutta colpa di coloro chi lavora fa la gobba,
che su fanno il concistoro chi non lavora fa la robba.

Informazioni

Canto popolare interpretato dal Canzoniere del Lazio in "Quando nascesti tune", 1973

pagina 928
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Tutti gli amori


di Cantacronache, Franco Fortini
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/tutti-gli-amori

Io non avrei creduto mai e anche l'amore per la libertà.


che un giorno t'avrei vista senza gioia. Spesso gli amori finiscono male:
Tu non avresti mai creduto chi tanto amò va via
che un giorno avrei vissuto senza te. lavoro non c'è più
Nulla rimane eguale, la libertà diventa una bugia...
si muta il bene in male, Ma non si perde più
si muta il bianco in nero quel che è stato vero
ma quel che è stato vero sempre ritornerà. un mese o un giorno:
Tutti gli amori cominciano bene: altri nel mondo si vorranno bene,
l'amore di una donna, altri lavoreranno senza pene,
l'amore di un lavoro, altri vivranno in libertà.
e anche l'amore per la libertà.
Spesso gli amori finiscono male: Io non avrei creduto mai
la donna resta sola di rivedere il popolo ingannato.
lavoro è servitù, Tu non avresti mai creduto
la libertà diventa una parola... che chi ci sfrutta insegni la virtù.
Ma non si perde più Nulla rimane eguale:
quel che è stato vero si muta il bene in male,
un anno un giorno: si muta il bianco in nero,
altri nel mondo si vorranno bene, ma quel che è stato vero sempre ritornerà.
altri lavoreranno senza pene,
altri vivranno in libertà. Tutti gli amori cominciano bene:
l'amore di una donna,
Io non avrei creduto mai l'amore di un lavoro,
di tornare la sera senza gioia. e anche l'amore per la libertà
Tu non avresti mai creduto Spesso gli amori finiscono male:
che il laavoro è venduto a chi non ha. chi è amato nonsa amare,
Nulla rimane uguale lavora chi tradì
si muta il bene in male, la libertrà è di chi la può comprare
si muta il verde in nero: Ma ricomincia qui,
ma quel che stato vero sempre ritornerà. quel che è stato vero
un nostro giorno.
Tutti gli amori cominciano bene: Tanti ne mondo già si voglion bene,
l'amore di una donna, tanti lavoran già senza più pene,
l'amore di un lavoro, tanti già ridon nella libertà.

pagina 929
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Two Good Men


(1946)
di Woody Guthrie
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: inglese
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/two-good-men

Say, there, did you hear the news? 'Bout this payroll robbery.
Sacco worked at trimmin' shoes; Two clerks was killed by the shoe fact'ry,
Vanzetti was a peddlin' man, On the streets in South Braintree.
Pushed his fish cart with his hand.
Judge Thayer told his friends around
Two good men a long time gone, That he had cut the radicals down.
Two good men a long time gone, "Anarchist bastard" was the name
Sacco an' Vanzetti are gone, Judge Thayer called these two good men.
Two good men a long time gone
(Left me here to sing this song). I'll tell you the prosecutor's name,
Katzman, Adams, Williams, Kane.
Sacco's born across the sea, The Judge and lawyers strutted down,
Somewhere over in Italy; They done more tricks than circus clowns.
Vanzetti born of parents fine,
Drank the best Italian wine. Vanzetti docked in nineteen eight;
Slept along the dirty street,
Sacco sailed the sea one day, Told the workers "Organize,"
Landed up in the Boston Bay. And on the 'lectric chair he dies.
Vanzetti sailed the ocean blue,
An' landed up in Boston, too. All you people ought to be like me,
And work like Sacco and Vanzetti,
Sacco's wife three children had; And everyday find ways to fight
Sacco was a family man. On the union side for the workers' rights.
Vanzetti was a dreamin' man,
His book was always in his hands. Well, I ain't got time to tell this tale,
The dicks and bulls are on my trail.
Sacco earned his bread and butter But I'll remember these two good men
Bein' the factory's best shoe cutter. That died to show me how to live.
Vanzetti spoke both day and night,
Told the workers how to fight. All you people in Suassos Lane,
Sing this song and sing it plain.
I'll tell you if you ask me All you folks that's comin' along,
Jump in with me and sing this song

pagina 930
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Un bel dì finirà
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/un-bel-di-finira

All'alba se ne parte l'operaio C'è il gran partito dei lavoratori


con nella sporta poco da mangiare che comunisti vengono chiamati
il caso si fa sempre disperato capitalisti li hanno intimoriti
e a casa non vorrebbe più tornare per questo il Papa li ha scomunicati
Ma perché lavorar Ma un bel dì finirà
se non basta neppur da mangiar la cuccagna dei democristiani
c'è mia moglie che piange e che spera ed un giorno uniti e compatti
con tanta miseria non sa come far. col nostro Togliatti per la libertà.

pagina 931
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Un paese vuol dire non essere soli


(1960)
di Mario Pogliotti, Cantacronache
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/un-paese-vuol-dire-non-essere-soli

Un paese vuol dire non essere soli, le rocce scoperte, la sterilità


avere gli amici, del vino, un caffè. lavoro non serve più, non serve schiantarsi
Io sono della città; riconosco le strade e le mani tenerle dietro la schiena,
dalle buche rimaste, dalle case sparite, non fare più nulla pensando al futuro.
dalle cose sepolte che appartengono a me.
La sola freschezza è rimasta il respiro,
Al di là delle gialle colline c'è il mare, la grande fatica è salire quassù.
un mare di stoppie, non cessano mai: Ci venni una volta quassù e quassù son
il mare non voglio più, ne ho visto rimasto
abbastanza; a rifarmi le forze, a cercarmi i compagni,
preferisco una rampa e bere in silenzio, a trovarmi una terra, a trovarmi un paese.
quel grande silenzio che è la vostra virtù.
Un paese vuol dire non essere soli.
E in silenzio girare per quelle colline,

Informazioni

Scritta nel 1960, a dieci anni dalla scomparsa di Cesare Pavese. Il testo riprende un celebre passo tratto dal
romanzo "La luna e i falò".

pagina 932
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Una vita di carta


(1963)
di Fausto Amodei, Cantacronache
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/una-vita-di-carta

Un certificato di nascita di Congedo Illimitato Provvisorio,


e dopo un certificato la domanda su bollo competente
di nazionalità italiana, per il primo impiego da militesente;
un certificato di residenza, le pubblicazioni di matrimonio,
un certificato di nullatenenza, i documenti delle nozze per fare la luna di
un certificato di Cresima, miele,
subordinato a un precedente la domanda di assegni di famiglia
certificato di Battesimo, dopo ch'è venuta al mondo una figlia.
un certificato di Comunione,
un certificato di vaccinazione. Il sottoscritto, Signor Tizio Caio,
nato a Torino il 28 Febbraio,
Il sottoscritto, Signor Tizio Caio, dato che s'incomincia a stufare
nato a Torino il 28 Febbraio, di questa vita così regolare,
chiede gli venga notificato chiede d'esercitare, per via legale,
cosa comporta l'essere nato. un poco d'infedeltà coniugale.
Previa vidimazione del notaio,
firmato: In fede Signor Tizio Caio. Poi c'è l'attestato del Parroco
di non aver mai fatto parte
Un certificato di iscrizione di alcun partito di sinistra,
al primo corso obbligatorio la dichiarazione dei Tribunali
di scuola mista elementare, che ti danno privo di carichi penali;
un elogio scritto su pergamena poi c'è pure la raccomandazione,
per il patriottismo col quale ha svolto il sopra carta intestata
tema; del noto Sottosegretario,
poi c'è la pagella di fine anno la dichiarazione di bancarotta,
che rimanda, in tre materie, il certificato di buona condotta.
agli esami di riparazione,
i conti correnti, ben compilati, Il sottoscritto, Signor Tizio Caio,
per un'iscrizione al Collegio dei frati. nato a Torino il 28 Febbraio,
chiede se gli si vuole accordare
Il sottoscritto, Signor Tizio Caio, di fare a meno d'andare a votare
nato a Torino il 28 Febbraio, la scheda elettorale è un grosso intralcio;
con un apposito documento meglio, se mai, quella del Totocalcio.
fa qui presente d'esser scontento,
e chiede i documenti da presentare Il sottoscritto, Signor Tizio Caio,
per esser libero di protestare. nato a Torino il 28 Febbraio,
non è sicuro d'essersi accorto
Una cartolina precetto se è ancora vivo o già bell'e morto,
e, in seguito, il Foglio e chiede che il decesso sia confermato
con un apposito certificato.

pagina 933
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Uno uguale a me
(1961)
di Mario Pogliotti, Cantacronache
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/uno-uguale-me

C'è per le strade uno uguale a me, sto con il muso in terra
ma non mi viene incontro dieci ore a scavare i condotti
sta fermo contro il muro, appiccicato. di fogne ed acquedotti
per non so quali alberghi
Sotto c'ha scritto "Riviera dei fiori", e mille palazzi.
è un uomo disegnato dalla pubblicità
per quelli che d'estate vengon qua. Il mare lo vedo soltanto la domenica
ci vado con l'Elvira,
Mi somiglia sicuro con quel viso duro, che non ci so che fare,
ed una rete in mano per pescare perché segui a scavare
e dietro a lui c'è il mare. tutto il santo giorno,
succede che uno
Mi somiglia davvero, ma ad essere sincero, dimentica che attorno
non faccio il pescatore c'è pure il mare.. il mare..

pagina 934
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Vedrai com'è bello


(1966)
di Gualtiero Bertelli
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/vedrai-come-bello

M'hanno detto a quindici anni m'hanno pur perfezionato


di studiare elettrotecnica
è un diploma sicuro, Vedrai com'è bello...
d'avvenire tranquillo,
Tutto quello che hai studiato
con quel pezzo di carta dentro qui non serve a niente,
non avrai mai problemi, non importa un accidente
non avrai mai padroni, cosa poi tu voglia fare
avrai sempre il tuo lavoro.
il diritto più importante
Vedrai com'è bello è catena di montaggio,
lavorare con piacere modi e tempi di lavoro
in una fabbrica di sogno ogni giorno, ogni ora.
tutta luce e libertà!
Qui dentro non c'è tempo,
M'hanno detto a quindici anni non c'è spazio per la gente,
fai la specializzazione, qui si marcia con le macchine
è importante, nella fabbrica e non si parla di libertà.
farai il lavoro che ti piace.
La tua libertà
lo l'ho fatta, ed a vent'anni resta fuori dai cancelli,
poi mi sono diplomato la puoi ritrovare
e ad un corso aziendale fra le mura di casa.

Vedrai com'è bello...

Informazioni

La prima parte di questa canzone, quella più innocua, interpretata da Bruno Lauzi, fu la sigla di una trasmissione
televisiva pomeridiana sul lavoro negli anni '60.

pagina 935
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Vento portami via a sinistra


di G. Pappalardo
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/vento-portami-sinistra

Non ti ricordi quando in primavera tutti comunista


prese il potere la setta nera vento vento portami via a sinistra
la setta nera dei democristiani
e i pecori gli battono le mani E 'nta la sede la democrazia
con il riarmo dell'occidentalo si suona e canta si scampanìa
stanno facendo al popolo tanti mali e ogni sera fanno lusso andar
poi lanciano calunnie e falsità
Vento vento portami via a sinistra gli spassatempo giù nella sezione
non mi portare al centro sulla destra specializzati a fare i buffoni
senno'più non va bene la minestra
e senza alcun rimpianto votate Vento vento...

Informazioni

Sull'aria di "Vento"

pagina 936
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Vi ricordate quel diciotto aprile


(1948)
di Lanfranco Bellotti
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/vi-ricordate-quel-diciotto-aprile

Vi ricordate quel diciotto aprile Che cosa fa quel Mario Scelba


d'aver votato democristiani con la sua celere questura?
Senza pensare all'indomani Ma i comunisti non han paura
a rovinare la gioventù difenderanno la libertà

O care madri dell'Italia E operai e compagni tutti,


e che ben presto vi pentirete che sempre uniti noi saremo
I vostri figli ancor vedrete e tutti in coro noi canteremo:
abbandonare lor casolar Bandiera rossa trionferà.

Informazioni
1948, di L. Bellotti. Contadino, militante del P.C.I., scritto l’indomani della sconfitta del Fronte Popolare alle elezioni.
La versione contenente una strofa in più, nel finale, che dice: E operai e compagni tutti/che sempre uniti noi saremo/e tutti in coro noi canteremo: “Bandiera rossa
trionferà”, è stata raccolta da Bermani e Leydi dal repertorio della mondina R. Varotto (Novara)

pagina 937
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Vien la primavera
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/vien-la-primavera

Vien la primavera, fioriscono i bei fiori, Viene l’ottobre e si coglie il granturco,


chi non lavora son tutti sfruttatori. ‘riva il padrone e se lo piglia tutto.

E cielo mare e terra E cielo mare e terra...


che ci appartiene a tutti
su combà che liberi siam già Viene l’autunno e si raccoglie l’uva,
che liberi siam già e chi non beve vino si beve l’acqua pura.
che liberi siam già.
E cielo mare e terra...
Viene l’estate e si raccoglie il grano,
chi ha lavorato, ha lavorato invano. Viene l’inverno comincia a nevicare,
ricco ‘l poltrona povero a lavorare.
E cielo mare e terra...
E cielo mare e terra...

Informazioni

Canto, raccolto da Caterina Bueno nel fiorentino, di denuncia delle condizioni di lavoro del bracciantato agricolo.

pagina 938
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Vota il Fronte!
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/vota-il-fronte

Operaie contadini la vittoria se la vuoi


impiegati ed artigiani vota il Fronte popolar

pagina 939
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Where have all the flowers gone


(1956)
di Pete Seeger
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: inglese
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/where-have-all-flowers-gone

Where have all the flowers gone, And where have all the soldiers gone,
long time passing? long time passing?
Where have all the flowers gone, Where have all the soldiers gone,
long time ago? long time ago?
Where have all the flowers gone? Where have all the soldiers gone?
Gone to young girls, every one! Gone to graveyards, every one!
When will they ever learn, When will they ever learn,
when will they ever learn? when will they ever learn?

Where have all the young girls gone, And where have all the graveyards gone,
long time passing? long time passing?
Where have all the young girls gone, Where have all the graveyards gone,
long time ago? long time ago?
Where have all the young girls gone? Where have all the graveyards gone?
Gone to young men, every one! Gone to flowers, every one!
When will they ever learn, When will they ever learn,
when will they ever learn? oh when will they ever learn?

Where have all the young men gone, Where have all the flowers gone?
long time passing? Long time passing.
Where have all the young men gone, Where have all the flowers gone?
long time ago? Long time ago.
Where have all the young men gone? Where have all the flowers gone?
Gone to soldiers, every one! Young girls picked them, every one.
When will they ever learn, Oh, when will they ever learn?
when will they ever learn? Oh, when will they ever learn?

Informazioni

Secondo la sua stessa ammissione, Seeger si ispirò ad un brano del Placido Don dello scrittore russo Michajil
Solochov, dove si riportavano tre versi di una canzone popolare ucraina il cui testo Seegar cercò infruttuosamente
per anni. La musica, sempre come raccontato da Seeger, è ripresa da una canzone popolare americana.La versione
più nota è probabilmente quella cantata da Joan Baez. La versione tedesca di Max Colpet (risalente al 1962) è
celebre almeno quanto l'originale, se non addirittura maggiormente. Fu interpretata e resa nota da Marlene
Dietrich.

pagina 940
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Yo canto a la diferencia
(1960)
di Violeta Parra
Periodo: La ricostruzione e il boom economico (1946-1966)
Lingua: spagnolo/castigliano
Tags: satirici, anticlericali, repressione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/yo-canto-la-diferencia

Yo canto a la chillaneja oírme una palabrita?


si tengo que decir algo. Los niños andan con hambre,
Y no tomo la guitarra les dan una medallita,
por conseguir un aplauso. o bien una banderita.
Yo canto la diferencia
que hay de lo cierto a lo falso, Por eso, su Señoría,
De lo contrario, no canto. dice el sabio Salomón,
hay descontento en el cielo,
Les voy a hablar en seguida en Chuqui y en Concepción.
de un caso muy alarmante: Ya no florece el copihue
Atención al auditorio y no canta el picaflor.
que va a tragarse el purgante, Centenario de dolor.
ahora que celebramos
el dieciocho más galante Un caballero pudiente
la bandera es un calmante. agudo como un puñal,
me mira con la mirada
Yo paso el mes de septiembre de un poderoso volcán
con el corazón crecido y con relámpagos de oro
de pena y de sufrimiento desliza su Cadillac.
del ver mi pueblo afligido. ¡Y viva la libertad!
El pueblo amando a la Patria
y tan mal correspondido. De arriba alumbra la luna
El emblema por testigo. con tan amarga verdad
la vivienda de la Luisa
En comandos importantes, que espera maternidad.
juramento a la bandera. Sus gritos llegan al cielo.
Sus palabras me repican Nadie la habrá de escuchar
de tricolor las cadenas, en la Fiesta Nacional.
con alguaciles armados
en plazas y en alamedas La Luisa no tiene casa,
y al frente de las iglesias. ni una vela, ni un pañal.
El niño nació en las manos
Los ángeles de la guarda de la que cantando está.
vinieron de otro planeta. Por un reguero de sangre
¿Por qué su mirada turbia, mañana irá el Cadillac.
su sangre de mala fiesta? ¡Y viva la libertad!
Profanos suenan tambores,
clarines y bayonetas. La fecha más resaltante,
Dolorosa la retreta. la bandera va a flamear.
La Luisa no tiene casa,
Afirmo, señor Ministro, La parada militar.
que se murió la verdad. Y si va al parque la Luisa
Hoy día se jura en falso ¿Adónde va a regresar?
por puro gusto, no más. Cueca amarga militar.
Engañan al inocente
sin ni una necesidad. Yo soy a la chillaneja,
Y arriba la libertad. señores, para cantar.
Si yo levanto mi grito
Ahí pasa el señor Vicario no es tan sólo por gritar.
con su palabra bendita. Perdóneme el auditorio
¿Podría, su Santidad, si ofende mi claridad.
Cueca larga militar.

pagina 941
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Informazioni

Questa canzone fu scritta nel 1960 per commemorare il 150° anniversario dell'Independenza del Cile. Si tratta
della dichiarazione pubblica di Violeta Parra dell'impegno a cantare canzoni come un vero strumento di denuncia
contro l'ingiustizia, concetto poi ripreso da Víctor Jara in Manifiesto

pagina 942
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La contestazione e i movimenti di
liberazione (1967-1979)

Questo periodo ha rappresentato l'apice dei movimenti di contestazione: femminismo,


lotte operaie, studentesche, contro la repressione, contro il carcere, l'emigrazione,
l'emarginazione. Il tutto caratterizzato, in Italia ma anche nel resto mondo, nell'acutizzarsi
dello scontro con le forze dell'ordine e della strategia della tensione. È anche il periodo di
movimenti di decolonizzazione e liberazione in Irlanda, in Palestina e della dittatura in Cile.

pagina 943
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"La..."
(1972)
di Ivan Della Mea
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la

Troppo spesso ti sento accusare, La cacca.


sento dire che hai colpa di tutto,
tu, o cara, che invece, modesta, Il furore allo sbirro cha attacca,
stai serena e non drizzi la testa. ai cialtroni nascosti e palesi,
La cacca. ai padroni, agli sporchi borghesi,
perchè mai accostarlo a te, cacca?
Siamo noi che da sempre sprechiamo
di te, cara, lo splendido nome, A te, cara, che in uttta coscienza
quando, a forza, appiopparlo vogliamo dai sollievo e non fai mai violenza,
ad un Nixon, un Agnelli, un padrone. che fra le opere umane, in natura,
La cacca. sei de sempre, si sa, la più pura.
La cacca.
E tu, cara, che male ci hai fatto,
tu, pacifica e in tutto pudore, Allo sbirro che sempre ci attacca,
tu, che noi abbiamo costretto ai padroni ed agli imperialisti,
ad esprimere il nostro furore? è sbagliato accostare la cacca.
E' più giusto dire loro fascisti.

Informazioni

E' un blues esilarante, penultima canzone dell'album "La balorda", del 1972. (Salvo Lo Galbo)

pagina 944
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'A Flobert
(1976)
di Gruppo Operaio 'E Zezi
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: napoletano
Tags: comunisti/socialisti, lavoro/capitale, morti sul lavoro
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/flobert

Viernarì unnice aprile p'ò l'urdemo saluto


'a Sant'Anastasia p'e cumpagne sfurtunate.
nu tratto nu rummore
sentiett' 'e ch' paura. P'e mmane nuje pigliammo
tutti sti telegrammi
Je ascevo 'a faticà sò lettere 'e condoglianze
manc'a forza 'e cammenà mannate pè crianza.
p'à via addumandà
sta botta che sarrà. Atterrà l'ajmm' accumpagnat'
cu arraggiar'a 'ncuorpo
'A Massaria 'e Rumano e 'ncopp' 'a chisti muort'
na fabbrica è scuppiata giurammo ll'ata pavà...
e 'a ggente ca fujeva
e ll'ate ca chiagneva. E chi và 'a faticà
pur' 'a morte addà affruntà
Chi jeva e chi turnava murimm' 'a uno 'a uno
p'à paura e ll'ati botte p'e colpa 'e 'sti padrune.
ma arrivato nnanz' 'o canciello
maronn' e ch' maciello! A chi ajmma aspettà
sti padrune a' cundannà
Din't vuliette trasì ca ce fanno faticà
me sentiette ' e svenì cu 'o pericolo 'e schiattà.
'nterr' na capa steva
e 'o cuorpo n' 'o teneva. Sta ggente senza core
cu 'a bandiera tricolore
Cammino e ch' tristezza cerca d'arriparà
m'avoto e ncopp' 'a rezza tutt' 'e sbagli ca fà.
dduje pover' operaje
cu 'e carne tutt'abbruciat'. Ma vuje nun'ò sapite
qual'è 'o dolore nuosto
Quann' arrivano 'e pariente cummigliate cu 'o tricolore
'e chilli puverielle sti durici lavoratori.
chiagnevano disperati
pè 'lloro figlie perdute. Ma nuje l'ajmm' capito
cagnamm' sti culuri
«'O figlio mio addò stà pigliammo a sti padrune
aiutateme a cercà e mannammel' 'affanculo.
facitelo pè pietà
pè fforza ccà adda stà». E cu 'a disperazion'
sti fascisti e sti padrune
«Signò nun alluccate facimmo un ' muntone
ca forse s'è salvato» nu grand' fucarone.
e 'a mamma se và avvutà
sott' 'a terra ' o vede piglià. Cert' chisto è 'o mumento
e 'o mumento 'e cagnà
Sò state duricie ' e muorte e 'a guida nostra è grossa
p'è famiglie e ch' scunfuorto è 'a bandiera rossa.
ma uno nun s'è trovato
povera mamma scunzulata. Compagni pè luttà
nun s'adda avè pietà
Sò arrivat' 'e tavule me chesta è 'a verità
e 'a chiesa simmo jute

pagina 945
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'o comunismo è 'a libertà.

Informazioni

Venerdì 11 aprile 1975, alle 13,25, una terribile esplosione distrugge la Flobert, una fabbrica che produce proiettili
d’arma giocattolo e fuochi d’artificio, situata alla contrada Romani a Sant’Anastasia, alle pendici del Monte Somma,
nel vesuviano.

Altre informazioni

pagina 946
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'Na specie di speranza


(1974)
di Gianni Nebbiosi
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/na-specie-di-speranza

Giocavo al Totocalcio con i soffitti alti


nutrendo la speranza completo di accessori.
che un giorno t'avrei fatta
uscir da quella stanza. Tu mi guardavi triste
nel giorno della festa
Quella soffitta umida col mio terno sbagliato
dove non si sta dritto a scuotere la testa.
pagata con la schiena
oltre che con l'affitto. E poi ricordi il giorno
quando m'alzai di scatto
Tu mi guardavi triste e cominciai a gridare
il giorno della festa quasi che fossi matto.
con la schedina in mano
a scuotere la testa... «Perché mi son stufato
di 'sto sistema cane
Passato quindi al Lotto che loro fanno i soldi
nutrivo l'illusione e a noi nemmeno il pane».
che un giorno avrei potuto
pagarti la pigione Tu mi guardasti in viso
in mezzo a quella stanza
di un grande appartamento e avevi un che negli occhi...
'na roba da signori 'na specie di speranza.

pagina 947
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'Na volta me ricordo


(1977)
di Alberto D'Amico
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: veneto
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/na-volta-me-ricordo

'Na volta me ricordo E anca a Dorsoduro


no gera rose e fiori co' 'n altro maleficio
ma almanco i cantieri bondì cotonificio
ne dava da lavorar i ne lo ga serà

I turni la sirena Gavevimo i teeri


i colpi de marteo coton per far la stofa
faseva un bel bordeo adeso femo la mufa
po' tuto s'à fermà senza più lavorar

Se ga fermà i reogi I ne ga dito done


se ga fermà i lavori ste' casa a far i fioi
fora dai cantieri l'omo porta i schei
fora i ne ga mandà no' steve lamentar

Se 'ndava a la Giudeca Semo de Canaregio


a lavorar da Stuky ne toca de 'ndar fora
e dopo tanti sachi magari a Marghera
i ne ga licensià a farse infumegar

Barconi caricava Un popolo de bando


montagne de farina xe fiapo e avilio
i galegiava apena che musi a Castelo
bianchi come el pan xe ora de cambiar

I silos gera pieni Cambiemo che xe ora


de gran salo e maturo metemose de sesto
Stuky pien de oro! femo femo presto
i ne lo ga svodà salvemo 'sta cità

pagina 948
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'Nu frate 'n polizia


di Tonino Zurlo
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: pugliese
Tags: repressione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/nu-frate-n-polizia

Tegne 'nu frate 'n polizia, do cum'ire te sì scurdate,


fu costretto a chéla via, pe ce faje chera vita
che la paja che pigghiava te lassaste puro la zita.
manca a ieddì la vastava.
È la colpa de li padroni...
È la colpa de li padroni,
è la colpa de li padroni, Tu cu mia t' curcave
è la colpa de li padroni e lu ljette me scarfeve,
ca s'accattano li guajoni. mò te ne sciute da Stune
a defende li padrune.
Ne portamme iove a gajine
a 'u capitane de marina, È la colpa de li padroni...
lu vulemme sistemate
ma cure frate l'ha precipitate. I' so' contro li padrune
ca so' tutte lazzarune,
È la colpa de li padroni... s'hanno cattate pure a te
e t'hanno misse contr' a me.
Lu dolore de mamma e tatà
a nissule se pò cuntà, È la colpa de li padroni...
lu guverne n'ha fregato
e luntane s'l'ha purtate. Quando ve' cu cu' omme armète
penso sempre cure frate
È la colpa de li padroni... e se m'haio a scioperà
tu sopra me t'a puoi sparà.
Qua tu iere 'nu sfruttate
e mò tu te sì scurdate, È la colpa de li padroni...
da lu core t'hanno luate
e 'nu chingone t'hanno 'nsaccate. Manna 'fancule la polizia,
torna iesse frate mie,
È la colpa de li padroni... vieni con me a scioperà
ca li padroni l'amme a caccià.
Ta la cape t'hanno scuadrate,
È la colpa de li padroni...

pagina 949
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'Sta cità
(1977)
di Alberto D'Amico
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: veneto
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sta-cita

'Sta cità xe ricamada Sarà bela la Regata


imperlada de bomboni quando passa le Caorline
xe un sucaro de galani le Sampierote le Bissone
el dialeto venesian el Bucintoro col leon

La xe bela no se discute Sarà beli i vogadori


la xe proprio 'na gran Dama col costume de 'na volta
che Firense ma che Roma par che el tempo se revolta
la più bela xe 'sta qua che no'l sia mai passà

La più bela de tutto el mondo La più bela de tuto el mondo


xe Venesia co le so rive xe Vensia co' le so barche
ma la zente che ghe vive ma la ga le onde sporche
ga paura de 'sto mar el palugo incatramà
mar che cresse mar che cala l'aqua ciara de 'na volta
co' le piove coi sirochi gera come madreperla
'sta cità ne casca in tochi dovaremo ben netarla
la xe tuta da salvar se volemo 'ndar pescar

A San Marco in agosto Sarà beli i gondolieri


se ti vien come turista co le magete bianche e rosse
i colombi te fa festa tuto el mondo li conosse
i te speta par magnar come el simbolo de la cità

Ma che bela la Ca' D'Oro Ma però in fotografia


co' i so marmi che se specia no gavemo visto mai
anca l'aqua la xe vecia quarantamila operai
qua xe tuto antichità de la zona industrial

La più bela de tuto el mondo La più bela de tuto el mondo


xe Venesia co la so storia xe Venesia in cartolina
ma le case fa miseria ma mostré anca Fusina
quanti busi che le ga Ca' Emiliani e Macalè
sarà bei i palassi la più bela de tuto el mondo
xe magnifiche le cese xe Venesia che lavora
ma se casca zo le case xe le lote de Marghera
dime dove 'ndemo star che fa granda 'sta cità
che fa granda 'sta cità

pagina 950
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15 ottobre alla Saint Gobain


(1968)
di Canzoniere Pisano
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/15-ottobre-alla-saint-gobain

Sono arrivati quasi quattrocento a chi un gli garba se ne pole andare


e c'è l'avviso dell'integrazione ma non c'era un compagno che cedeva.
ma cosa vuole 'r porco der padrone
se un ci vede crepà nun è contento. Sono arrivati allora i celerini
sono arrivati un fottìo di baschi neri
Ma la risposta è arrivata lesta a fa' contento l'ingegner Masini
a Porta a Mare non ci si passava a levare 'r prefetto da' pensieri.
e s'era tutti lì per fa' protesta
la S. Gobé ci aveva messo in strada. E chi domanda: «Lo stato un interviene?»
ha avuto oggi la risposta giusta:
E insieme a noi c'eran gli studenti i padroni e lo stato colla frusta
e c'era la Marzotto e gli spazzini fan tutti e due 'r medesimo mestiere.
siam tutti sotto 'r giogo de' potenti
siam tutti oppressi da' soliti aguzzini. E noi sfruttati oggi s'è imparato
cosa vor di' lottà contro 'r padrone
S'era sur ponte e non ci si moveva contro di lui e contro 'r su' stato
qui si lavora e qui si vo' restare ci vor violenza e l'organizzazione.

Informazioni

In Quarant’anni di canzoni – dal Canzoniere Pisano al Tribal Karma Ensemble 1966/2005” (una 'autoproduzione' di
Pino Masi del 2005), si legge: “L'intervento davanti alle fabbriche (la Piaggio, la Olivetti di Massa, la Saint Gobain,
la Fiat di Marina) fornisce militanti operai e storie di operai. Il frutto del lavoro politico del Potere Operaio pisano (la
saldatura tra operai e studenti, a Pisa già operante), porta subito alle lotte, agli scioperi spontanei, agli scontri con
la polizia, nel'68 il 15 Ottobre alla Saint Gobain” (su cui scrisse una bellissima canzone Alfredo Bandelli....)” (p. 15).

pagina 951
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1° Maggio
(1975)
di Canzoniere femminista
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/1deg-maggio

Che 1° Maggio è? 1° Maggio .


Che 1° Maggio è? festa di tutti
che tutte le donne contro il lavoro gratis
sono in piazza scioperiamo tutte!
sono in piazza.
Donne andiamo fuori
E' il 1° Maggio tutte fuori dalle case!
che tutte le donne
non stanno più a casa Oggi a mezzogiorno
a menar la ramazza. non tutto è terminato
le operaie della casa
Donne andiamo fuori hanno scioperato.
tutte fuori dalle case!
Oggi a mezzogiorno
Donne è sciopero non tutto è terminato
generale attenti padroni
salario e ore , il vostro tempo è ormai contato!
cominciamo a contare! Che 1° Maggio è?
Che 1° Maggio è?

Informazioni

Canzone scritta in occasione del 1 maggio 1975. In molti paesi per l'anno 1975 le donne dichiararono per la prima
volta il 1 maggio "giornata di sciopero del lavoro domestico" (dal fascicolo allegato al disco)

pagina 952
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2 Agosto Oltretorrente
(1974)
di Canzoniere Il Contemporaneo
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/2-agosto-oltretorrente

2 agosto Oltretorrente innalzò le barricate


Parma vecchia scende in strada che rimangono nel cuor.
ventimila camicie nere
troveranno gli operai. Tutti accorsero i partiti
e chi un partito non ce l’ha
Vecchia Parma non sapevi cinque giorni hai resistito
di vent’anni in lutto nero Cittadella di libertà.
era allora un fatto nuovo
ma imparammo che cos’è. Il fascista si è sbandato
ha raccolto armi e bagagli
Il tuo popolo operaio e con Balbo se n’è andato
scese in lotta con gli Arditi Vecchia Parma trionferà.

Informazioni

Tra il 1° e il 2 agosto del 1922 la città emiliana sconfisse e cacciò gli squadristi ‎inviati da Mussolini. Fu il più
importante episodio di opposizione armata al fascismo pre-‎Resistenza. Dietro le barricate uomini e donne,
anarchici e cattolici, comandati da Guido Picelli.

pagina 953
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8 marzo
(1976)
di Movimento Femminista Romano
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale, femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/8-marzo

Ricordatevi di noi un mondo di giustizia


siamo morte in una fabbrica un mondo di uguaglianza
sfruttate sul lavoro un mondo di libertà
sfruttate a casa e fuori
Ricordatevi di Adele
Ricordatevi di noi l'hanno presto incarcerata
siamo morte ma non per sempre per avere contestato
noi vivremo eternamente per avere militato
sinchè durerà la lotta
L'hanno messa in una cella
Siamo state assassinate una cella isolata
per avere scioperato per paura che parlasse
voi dovete vendicarci con chi vuol sapere le cose
vendicarci col lottare
vendicarci col creare Saper di un mondo nuovo
un mondo di giustizia
Creare un mondo nuovo un mondo di uguaglianza
un mondo di libertà

Informazioni

Questa canzone fu scritta nel 1974 per un intervento di teatro di strada in occasione della Giornata Internazionale
della Donna.

8 marzo non è "la festa delle donne", è "la giornata di lotta" delle donne. Nel 1910 le compagne del Congresso
internazionale delle donne socialiste hanno indetto l'8 marzo "giornata internazionale di lotta della donna". (maria
rollero)

pagina 954
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8 settembre
(1975)
di Stormy Six
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/8-settembre

Sulle rotaie, vestito in borghese, cammina Una vita, un mese, un anno,


e canta piano una canzone resta chiuso nel tuo buco
per calmar la confusione che ha in testa. come un ragno».

Un soldato, un ufficiale, In un paese è passata in divisa la morte:


dentro quel pigiama grigio la gente in cerchio sul sagrato,
quanto vale? nella piazza sale un grido soffocato.

Sulla sua testa risplende tranquilla la luna, Ammazzati come cani,


e in cielo cantano le stelle: un cartello appeso al collo:
"PARTIGIANI"
«Pensa solo a salvare la tua pelle.

pagina 955
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A bas l'Etat policier


(1968)
di Jean Bériac
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: francese
Tags: repressione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/bas-letat-policier

Puisque la provocation A bas l’Etat policier...


celle qu’on a pas dénoncée
ce fut de nous envoyer Mais ce n’était pas assez
en réponse à nos questions pour venir à bout de nous
vos hommes bien lunettés dans les facs à la rentrée
bien casqués, bien boucliés vous frappez un nouveau coup
bien grenadés, bien soldés face aux barbouzes, aux sportifs
nous nous sommes mis à crier face à ce dispositif
nous crions assis par terre
A bas l'Etat policier Des Beaux-Arts jusqu’à Nanterre
a bas l'Etat policier
a bas l'Etat policier A bas l’Etat policier...

Parce que vous avez posté Vous êtes reconnaissables


dans les cafés, dans les gares vous les flics du monde entier
vos hommes aux allures bizarres les mêmes imperméables
pour ficher, pour arrêter la même mentalité
les Krivine, les Joshua mais nous sommes de Paris
au nom de je n’sais qu’elle loi de Prague et de Mexico
et beaucoup d’autres encore et de Berlin à Tokyo
nous avons crié plus fort des millions à vous crier

A bas l’Etat policier...

pagina 956
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A chi pensa che il partito


(1980)
di Canzoniere delle Lame
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/chi-pensa-che-il-partito

A chi pensa che il partito o tornare ai carbonari.


sia la mamma od il papà,
e tanto ogni problema A chi parla come un libro
il PC risolverà. elargendo citazioni,
"e nella misura in cui"
A chi dice "o tutto o niente" trova grossi paroloni.
e si sente più a sinistra,
perchè stare nel partito Si fa carico perciò,
gli fa troppo conformista. dice "cazzo!" e si scalmana
ed al limite, "cioè",
Ma poi trova nella critica "c'è l'analisi gramsciana".
il motivo permanente
per spaccare il pelo in quattro Dedichiamo la canzone...
ed in fondo non far niente. Rinunciando alle certezze...

A chi mette nella lotta A chi vive nel partito


il suo sforzo quotidiano, con coscienza e sentimento,
un impegno silenzioso a chi invece, come serve.
ed il suo calore umano. siede lì per starci dentro.

Dedichiamo la canzone A colui che storce il naso


ai compagni, tutti quanti, verso ogni strategia,
perchè le contraddizioni perchè sogna che la vita
servan per andare avanti. cambi come per magia.

Rinunciando alle certezze, A chi pensa che il partito


agli slogan già esauriti, sia in alto, su un altare,
e parlare sia un confronto a chi invece del partito
e non un ripetersi di riti. non ne vuol sentir parlare.

Pensan dal di fuori A chi lotta con impegno,


che siam fermi al diciassette, con coerenza e con amore,
o le lotte, quelle vere, perchè spera che la vita
siano fatte dalle sette. sia per tutti un po' migliore.

A chi pensa che a risolvere Dedichiamo la canzone...


i problemi esistenziali
basti star seduti in piazza Rinunciando alle certezze...

pagina 957
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A desalambrar
(1969)
di Daniel Viglietti
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: catalano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/desalambrar

Yo pregunto a los presentes A alguno que ande por ahi


Si no se han puesto a pensar Le aseguro que es un gringo
Que la tierra es de nosotros O un dueño del Uruguay.
Y no del que tenga mas.
A desalambrar a desalambrar...
Yo pregunto si en la tierra
Nunca habrá pensado usted Yo pregunto a los presentes
Que si las manos son nuestras Si no se han puesto a pensar
Es nuestro lo que nos den. Que la tierra es de nosotros
Y no del que tenga mas.
A desalambrar a desalambrar
Que la tierra es nuestra, es tuya A desalambrar a desalambrar...
[y de aquel
De Pedro y María de Juan y José. Que la tierra es nuestra, es tuya
[y de aquel,
Si molesto con mi canto De Pedro y María, de Juán y José.

Informazioni

Inserita da chiara.calzolaio _at_ gmail.com

pagina 958
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A Fabrizio Ceruso
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: repressione, lotta per la casa
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/fabrizio-ceruso

Soltanto 19 anni per loro non eri nessuno lo stato maggiore riformista mobilitato a
soltanto 19 anni e per loro non eri che uno condannarti
uno come tanti, un cameriere, un garzone perchè con gli estremisti non volevi
d'officina sgombrare
un operaio, un disoccupato un emigrante una montagna di calugne per prepare,
eppure quella mattina 8 settembre giustificare
a San Basilio hanno mandato la tua condanna, la tua sicura morte
più di 1000 uomini per ammazzarti Tanto per ammazzare un proletario
più di 1000 uomini che credevano bastasse un comunista di 19 anni
spararti per far pesare la sua morte
e sono stati invece loro ad avere paura di te sulla lotta giusta lotta

Perchè quella domenica giù a San Basilio Ma tanto sferragliare di truppe non è servito
eravamo in tanti a non essere nessuno a niente
in tanti a difenderci le case il sole rosso è rimasto nei tuoi occhi
a farci la storia con le nostre mani la rabbia proletaria già l'ha detto
il proletariato sarà sempre per la compagno Fabrizio noi ti vendicheremo
rivoluzione assassini di stato la pagherete e pagherete
lo è stato Fabrizio Ceruso a 19 anni tutto
se credevate di ammazzarlo avete sbagliato
Fabrizio è l'uomo nuovo che non muore mai Ma tanto sferragliare di truppe non è servito
Fabrizio vive in tutti noi a niente
nelle lotte del proletariato il fiore rosso è rimasto sul tuo petto
altri giovani nel suo nome si preparano già il pianto amaro di tuo padre
la fossa il rumore prodotto nella coscienza di tanti
anche l'odio è prezioso
Il primo ministro, il presidente a dirigere quando il popolo prepara la riscossa
[le operazioni per il tuo assassinio na na nanana na na na nanana...

Informazioni

Nel 1974 il movimento per il diritto della casa a Roma, e in particolare nella borngata di San Basilio, era molto
forte. Quando, il 5 settembre, la polizia inizia a sgomberare le 150 case occupate (da altrettante famiglie), scatta la
resistenza della popolazione che si oppone al tentativo di sgombero. Le manifestazioni e gli scontri si protraggono
fino all'8 settembre, quando durante una manifestazione la polizia uccide con un colpo di pistola al petto Fabrizio
Ceruso, giovane militante del Comitato Proletario di Tivoli, di diciannove anni.

pagina 959
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A la mina no voy
(1969)
di Quilapayun
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: spagnolo/castigliano
Tags: lavoro/capitale, miniera
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-mina-no-voy

El blanco vive en su casa Cuándo vuelvo de la mina


de madera con balcón. cansado del carretón
El negro en rancho de paja encuentro a mi negra triste
en un solo paredón. abandonada de Dios
y a mis negritos con hambre
Y aunque mi amo me mate ¿por qué esto, pregunto yo?
a la mina no voy
yo no quiero morirme Y aunque mi amo me mate...
en un socavón.
yo no quiero morirme Traduzione
en un socavón. Il bianco vive nella sua casa di legno col
balcone,
Don Pedro es tu amo, él te compró il negro in una capanna di paglia con un solo
se compran las cosas, a los hombres no. muro.
Anche se il padrone mi ammazza alla miniera
Y aunque mi amo me mate non vado,
a la mina no voy non voglio morire in una galleria.
yo no quiero morirme Don Pedro è il tuo padrone, egli ti comprò.
en un socavón. Si comprano le case, gli uomini no!
yo no quiero morirme Anche se il padrone...
en un socavón. Nella miniera brilla l'oro, nel fondo della
galleria.
En la mina brilla el oro Al bianco porta tutto, al negro lascia il
al fondo del socavón dolore.
el blanco se lleva todo Anche se il padrone...
y al negro deja el dolor. Quando torno dalla miniera stanco per il
lavoro,
Y aunque mi amo me mate... trovo mia moglie triste, abbandonata da dio
e i miei figli affamati, perchè questo?
Anche se il padrone...

Informazioni

A la mina no voy è un canto tradizionale colombiano del XII secolo

pagina 960
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A le case minime
(1965)
di Gualtiero Bertelli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: veneto
Tags: lotta per la casa
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/le-case-minime

L'altro giorno a le case minime la xe 'na stansa de quattro metri


i ga lassà libera 'na casa co un gabineto de quei a la turca.
e fin dale sinque de la matina
ghe gera gente che aspetava. I le ciama case quei disgrassiai
che ga vissuo per ani da bestie,
Ghe gera un pare de famegia che ga ciamà case e sofite,
co quatro fioi da mantenir, i magaseni, i sotoscala.
che da trent'ani vive in sofita
pien de sorsi, de aqua e de sporco. I ga spetà chieti fin e nove
dopo a l'assalto, come pirati,
Ghe ne gera un'altra infinità su par e finestre e dentro per le scale,
co e careghe e i tavoini sa massa enorme di disperai.
che i spetava el momento bon
de romper la porta e ocupar la casa. Dopo do mesi de 'sta facenda
za lo savemo par esperienza,
I le ciama case co un bel coragio vien senza ciacole la questura,
perchè de le case decenti e ga poco che li ciapa tuti e li sbate fora.

Informazioni

Le "case minime": erano così dette quelle costruzioni edificate degli anni '50 all'isola Giudecca (e in molti comuni
italiani) da destinare ai baraccati che vivevano nell'isola, costruite con materiali di risulta, laterizi e pietrame, non
protetti da risalite di umidità; "minime" perchè composte da un'unica stanza di "4 metri" e un gabinetto alla turca.
In queste abitazioni vivevano fino a 10 persone. Saranno utilizzate fino agli anni 70. Ancora in piedi fino a
pochissimi anni fa, sono state oggi demolite.

pagina 961
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A Margalida
(1977)
di Joan Isaac
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: catalano
Tags: anarchici, antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/margalida

"Dedicada a Margalida, bandera negra al cor.


amant eterna d'en
Salvador Puig Antich, I potser no sabràs
es trobi on es trobi" que el seu cos sovint
ens creix a les venes
en llegir el seu gest
Vas marxar no sé on. escrit per parets
Ni els cims ni les aus que ploren la història.
no et saben les passes.
Vas volar sens dir res No sé on ets, Margalida,...
deixant-nos només
el cant del teu riure. I que amb aquesta cançó
reneixi el seu crit
No sé on ets, Margalida, per camps, mars i boscos,
però el cant, si t'arriba, i que sigui el seu nom
pren-lo com un bes. com l'ombra fidel
Crida el nom que és nostra tothora.
del teu amant,
No sé on ets, Margalida,...

Informazioni

La canzone rievoca uno dei crimini di stato più drammatici della recente storia d’Europa: l’esecuzione attraverso
garrota del giovane militante anarchico Salvador Puig Antich. Margalida è la compagna di questo membro del MIL
(Movimento di Liberazione Iberico) morto a 25 anni, il 2 marzo 1974, nel carcere modello di Barcellona, assassinato
dal franchismo dopo un consiglio di guerra pieno di irregolarità giuridiche, nonostante le migliaia di petizioni da
tutto il mondo.Vedi anche http://it.wikipedia.org/wiki/Salvador_Puig_Antich

L'utima lettera di Salvador a Margalida, diventata una canzone Carta de Salvador Puig Antich (grazie a "Canzoni
contro la guerra")

pagina 962
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A Santa Maria Magiòr


(1973)
di Alberto D'Amico
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: veneto
Tags: carcere
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/santa-maria-magior

A Santa Maria Magiòr ma ghemo fato istesso na girlanda.


quando xe morto el cardinale Urbani
ne xe rivà al prete Basso de la rotonda
a domandarne schei par na girlanda. ghe gera i fiori freschi par el Banana
ch'l xe andà fora co la campana.
Basso de la rotonda
cea par cea el prete ne bateva Bati bati campana!
ma gnanca un ciodo se ghe donava. uno de manco, la società respira!
bati che passa i anni
A Santa Maria Magiòr e intanto i avocati fa cariera;
quando el Banana s'ha picà in cea bati anca ti, Signor
no se ga visto el prete ma con un picòn scoversi sta galera
che la giustisia xe sototera!

pagina 963
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Abbiamo lottato ogni giorno


(1977)
di Canzoniere femminista
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/abbiamo-lottato-ogni-giorno

Abbiamo lottato ogni giorno dei muri di una casa


per difenderci nella debolezza che solo la nostra fatica di ogni giorno
del nostro corpo scoperto poteva rendere un poco umana
.della fecondità nostra nemica... abbiamo fatto crescere i fiori
abbiamo fatto crescere i fiori.
Abbiamo lottato nei giorni duri
della guerra e della fame Abbiamo lottato contro ogni uomo
pèrchè il filo caldo della vita che incontravamo
e della felicità per farci riconoscere qualcosa
continuasse a vivere di diverso dalla immagine deforme
contro tutto il mondo. imposta da una mostruosa
congiura del potere.
Abbiamo lottato con i maschi
nelle rivoluzioni Donne, donne donne...
compagne accanto ai compagni
sperando invano in un mondo nuovo Abbiamo lottato ogni giorno .
dove anche essere donna in ogni cucina in ogni letto
avesse senso. nelle piazze nelle strade nelle case
giorno per giorno cresce la nostra lotta
Donne, donne, donne... il mondo cambierà
il mondo cambierà.
Abbiamo lottato contro il grigiore
Donne, donne donne...

pagina 964
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Abortire
(1976)
di Movimento Femminista Romano
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/abortire

Si faceva chiamare dottore Lui ti sta facendo un piacere


perchè aveva la lurea ad onore tu stai solo scontando un errore
era lui che faceva abortire così per te non c'è umiliazione
le compagne per centomila lire tanto non hai pagato un milione

Ma se negli occhi tuoi c'è paura Anche se poi l'avessi pagato


la sua voce si fa più dura neanche quel prezzo sarebbe bastato
se la paura diventa grande minimamente a pagare il riscatto
se hai bisogno di una voce umana di chi è schiavo e accetta il baratto
per abortire tu devi tacere per liberare il tuo corpo in catene
come una lesbica o una puttana devi spezzare chi te le tiene.

pagina 965
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Aborto di Stato
(1974)
di Canzoniere femminista
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/aborto-di-stato

Aborto di Stato Nei modi più cruenti


strage di innocenti e più pericolosi
sul sangue delle donne con la paura addosso
si fanno affari d'oro rischiando la galera

Aborto di Stato Ci sbattono in questura ancora addormentate


strage delle innocenti ancora sanguinanti, è reato e non han pietà
processi esemplari Sadismo, sfruttamento, razzismo e illegalità
repressione per tutte
Ma che è una cosa sporca
A Trento, a Firenze le insultano, le umiliano ormai lo sanno tutti
a Trento e a Firenze terrore sulle donne "o è un figlio per lo Stato
in italia e fuori le trattan da assassine o è aborto ed è reato"

Ma noi le conosciamo Attenti padroni


siamo tutte noi siamo milioni
tute abbiamo abortito Attento lo Stato
tutte sappiamo come troppo a lungo ci ha sfruttato.

pagina 966
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Aborto sacrificio
(1975)
di Antonietta Laterza
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/aborto-sacrificio

Ninna oh ninna oh col suo sorriso gioviale


questo bimbo a chi lo dò in un abbraccio assurdo
Lo darò al lupo nero io l'ho rinchiusa
che lo tiene un anno intero. in una pentola di rame
e il vento
Ora ne ha disperso l'esistenza...
che ho seppellito l'urlo
sotto il forcipe sghembo Ninna oh ninna oh
e ho lasciato il singhiozzo questo bimbo a chi lo dò
oltre il cancello lo darò al lupo nero
posso raccontare che lo tiene un anno intero
questa storia lo darò al lupo bianco
senza inizio e senza fine che 10 tiene tanto tanto
mai risolta, eppur viva lo darò alla befana
come una patata bollente. che lo tiene una settimana
Un'intesa fragile lo darò alla sua mamma...
di pomeriggio
incrina In un palmo i soldi
la mia rabbia di donna nell'altro l'impotenza
e mi ritrovo mi sono consegnata
vittima e complice come un fiore senza campo
di un orgasmo oh! medico-padre
sfocato di solitudine liberatore-oppressore
mentre geme la terra come brillava il giallo
sotto lo spruzzo del diavolo. della mia giovinezza
Mi ricordo mentre si consumava
di avere vomitato l' aborto-sacrificio
e senza un lamento pagato per immaginare
una vita senza occhi e senza mani altro
si è nascosta nelle mie viscere. che un destino di donna
Rifiutata dalla coscienza dopo troppi anni
dal brivido di bambole spente dalla voce roca
la maternità dopo tanto potere
mi ha inseguita all'ombra della mia attesa.

pagina 967
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Abril 74
(1974)
di Luis Lach
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: catalano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/abril-74

Companys, si sabeu on dorm la lluna blanca, a qui tant he estimat,


digueu-li que la vull si guanyem el combat.
però no puc anar a estimar-la,
que encara hi ha combat. Companys, si enyoreu les primaveres lliures,
amb vosaltres vull anar,
Companys, si coneixeu, el cau de la sirena, que per poder-les viure
allà enmig de la mar, jo me n'he fet soldat.
jo l'aniria a veure,
però encara hi ha combat. I si un trist atzar m'atura i caic a terra,
porteu tots els meus cants
I si un trist atzar m'atura i caic a terra, i un ram de flors vermelles
porteu tots els meus cants a qui tant he estimat,
i un ram de flors vermelles si guanyem el combat.

Informazioni

Questa canzone in catalano, scritta pochi mesi prima della caduta del franchismo, è probabilmente il più
bell'omaggio che sia stato fatto alla Rivoluzione dei Garofani portoghese, che aveva liberato il vicino paese iberico
da una dittatura fascista cinquantennale.

pagina 968
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Al compagno presidente
(1974)
di Fausto Amodei
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti, comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/al-compagno-presidente

Niente bandiere esposte a mezz'asta, si affida solo al cannone.


a Valparaiso, Santiago, Antofagasta
per Salvador Allende Ma, mille a mille, si sono mosse
in tutto il mondo le bandiere rosse
Hanno paura di ricordare per te compagno Allende.
che un vero presidente popolare
muore ma non s'arrende. Si sono mosse per ricordare
che solo un presidente popolare
Per chi è vissuto e morì con coraggio muore ma non s'arrende.
non ci si attende un omaggio
E' stato il popolo a darti in omaggio
da quelli che sono vissuti e più tardi questo tuo grande coraggio.
dovran morir da codardi. Questo coraggio che tu ora da morto
Rendi al tuo popolo insorto.
Niente uniformi, né generali,
né nobil donne né autorità ufficiali Chi ti ha voluto render gli onori
di fianco al tuo sudario. sono milioni di lavoratori
di rivoluzionari.
Per chi ti ha ucciso non conta niente
la morte di un compagno presidente Perchè è un esempio ormai leggendario,
morto da proletario che un presidente muoia proletario
tra gli altri proletari.
I traditori si sono già accorti
d'esser più morti dei morti: Ma dietro ad un proletario ammazzato
c'è tutto il proletariato.
anche da vivi a loro è concesso
d'essere carogne lo stesso. C'è tutto il proletariato che aspetta
di compier la sua vendetta.
Nessun cannone ti ha tributato,
sparando a salve, l'ultimo commiato, E quei fucili che hanno voluto
andando al cimitero. renderti ancora l'ultimo saluto,
entrando al cimitero,
Nixon non spreca inutilmente
le munizioni per un presidente son stati i primi che hanno indicato
morto da guerrigliero. come seguir l'esempio che tu hai dato
compagno guerrigliero.
Ogni suo colpo lo devo serbare
per chi ti vuol vendicare. Ora la forza ce l'ha un traditore
ma il socialismo non muore.
Chi c'ha la forza e non la ragione
Esso è ben vivo e continua a lottare
con unità popolare.

Informazioni

Canzone dedicata a Salvador Allende, ucciso l'11 settembre 1973.

pagina 969
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Al compagno Salvador Allende


(1974)
di Canzoniere Il Contemporaneo
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/al-compagno-salvador-allende

Non credeteli ma la morte


copriva il loro volto la morte non
la stessa maschera finisce nulla.
la stessa lealtà sulla bocca. Guardate hanno assassinato un uomo
Ma nella mano un proiettile, cieca è la mano che uccide.
infine gli stessi in Cile che in Spagna. È caduto ieri
ma già oggi il suo sangue si innalza.
Già è caduto,

Informazioni

Da un componimento del poeta Rafael Alberti

pagina 970
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Al poeta compagno Vinh Long


(1972)
di Canzoniere delle Lame
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antimperialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/al-poeta-compagno-vinh-long

Là nella terra del tuo Vietnam che tu hai piantato


la pioggia è sangue compagno Vinh Long domani sboccerà.
il sole è nero
il cielo è morte Siamo a migliaia compagno Vinh Long
ma tu combatti ancor. siamo venuti per il tuo Vietnam
dacci la mano
Ma nella terra del tuo Vietnam andiamo insieme
spunterà un fiore compagno Vinh Long la vita fiorirà.
la vita è un fiore

pagina 971
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Al referendum rispondiamo "NO"


(1974)
di Fausto Amodei
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: anticlericali, femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/al-referendum-rispondiamo-no

E al referendum rispondiamo "NO!" agli andreotti rispondiamo "NO!"


E al referendum rispondiamo "NO!"
Voglion dividere i lavoratori, Gabrio Lombardi rispondiamo "NO!"
son truffatori a cui diremo "NO!" Gabrio Lombardi rispondiamo "NO!"
Voglion dividere i lavoratori, è troppo amico di chi ci ha i miliardi,
son truffatori a cui diremo "NO!" Gabrio Lombardi rispondiamo "NO!"
è troppo amico di chi ci ha i miliardi,
E al referendum rispondiamo "NO!" Gabrio Lombardi rispondiamo "NO!"
E al referendum rispondiamo "NO!"
Voglion portarci indietro di vent'anni, A Luigi Gedda rispondiamo "NO!"
ma ai loro inganni rispondiamo "NO!" A Luigi Gedda rispondiamo "NO!"
Voglion portarci indietro di vent'anni, è un vecchio amante della guerra fredda,
ma ai loro inganni rispondiamo "NO!" a Luigi Gedda rispondiamo "NO!"
è un vecchio amante della guerra fredda,
E al referendum rispondiamo "NO!" a Luigi Gedda rispondiamo "NO!"
E al referendum rispondiamo "NO!"
Son cose vecchie sanno un po' di muffa, E ad Almirante rispondiamo "NO!"
ed è una truffa a cui diremo "NO!" E ad Almirante rispondiamo "NO!"
Son cose vecchie sanno un po' di muffa, Ieri era il boia ed oggi è il mandante,
ed è una truffa a cui diremo "NO!" ad Almirante rispondiamo "NO!"
Ieri era il boia ed oggi è il mandante,
E al referendum rispondiamo "NO!" ad Almirante rispondiamo "NO!"
E al referendum rispondiamo "NO!"
Sono i fascisti che ce l'han proposto, Su quella scheda scriveremo "NO"
ma ad ogni costo rispondiamo "NO!" Su quella scheda scriveremo "NO"
Sono i fascisti che ce l'han proposto, Contro le bombe di Ventura e Freda,
ma ad ogni costo rispondiamo "NO!" su quella scheda scriveremo "NO"
Contro le bombe di Ventura e Freda,
E al referendum rispondiamo "NO!" su quella scheda scriveremo "NO"
E al referendum rispondiamo "NO!"
Contro chi vuole farci andare a destra, 12 maggio noi diremo "NO!"
la via maestra è risponder "NO!" 12 maggio noi diremo "NO!"
Contro chi vuole farci andare a destra, Basta buon senso e un poco di coraggio,
la via maestra è risponder "NO!" al 12 maggio per risponder "NO"
Basta buon senso e un poco di coraggio,
E agli Andreotti rispondiamo "NO!" al 12 maggio per risponder "NO"
E agli Andreotti rispondiamo "NO!" Basta buon senso e un poco di coraggio,
I petrolieri li hanno già corrotti, al 12 maggio per risponder "NO"
agli Andreotti rispondiamo "NO!" Basta buon senso e un poco di coraggio,
I petrolieri li hanno già corrotti, al 12 maggio per risponder "NO"

Informazioni

Canzone facente parte dell'album "L'ultima crociata", scritto in occasione del referendum abrogativo della legge
sul divorzio, tenutosi il 12 e 13 maggio 1974, per fare propaganda al "NO" e per svelare tutti gli interessi, e i
personaggi che tali interessi rappresentavano, che si celavano dietro il fronte del "SI".

pagina 972
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Alcide Cervi
(1975)
di Ivan Della Mea
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/alcide-cervi

E' un vecchio bimbo civiltà.


senza i suoi figli
pieno d'amore Ha visto madri
fatto di terra gettare figli
là nel suo campo senza speranze
c'è sette croci e senza niente
il suo calvario e poi la scienza
di libertà. scartare l'uomo
ma come se
Lui l'alzerà cavasse un dente
questa bandiera
per una voglia e poi la scienza
ma dolce e antica scartare l'uomo
sudata sangue ma come se
sotto all'ulivo cavasse un dente.
di questa morta

Informazioni

tratto dal lavoro "Compagno ti conosco" (FIABA GRANDE).

pagina 973
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All'armi siam digiuni


(1975)
di Canzoniere delle Lame
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti, satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/allarmi-siam-digiuni

Era giugno e faceva un gran caldo Gli gridavan qui posto non c'è
Almirante affamato sbuffava
A Bologna di mangiare sperava Marzabotto è ancor troppo vicina
E al suo autista ordinò di frenar Faccia presto ad alzare le suole
Fermo al Motta di Cantagallo Nelle fogne può dir ciò che vuole
Per pranzare e per fare benzina Ma a Bologna non deve parlar.
Ma il gran caldo di quella mattina Ma a Bologna non deve parlar.
Per un pezzo dovrà ricordar
Fu così che schiumante di rabbia
Con i suo bravi sedette era stanco Se ne andò la squadraccia missina
Poi si alzò per andare nel bagno Pancia vuota e senza benzina
Ma lo vide un barista compagno Cantagallo dovette lascià
E la lotta improvvisa scattò Era giugno e sull'autostrada
E la lotta improvvisa scattò. Ma che caldo che caldo faceva
Almirante affamato spingeva
È Almirante si sparge la voce Nelle fogne a piedi tornò
È arrivato con i suoi camerati
Essi aspettan di essere serviti Ed adesso come naturale
Oggi in bianco dovranno restar Il Carlino offeso si lagna
Basta un cenno e tutti i compagni “Poc da fèr mo’ què a Bulagna
Dal self service ai distributori pr’i fasesta an’gn’è gnanc
Per i fascisti e i fucilatori un panein."

Informazioni

Il racconto di una "mobilitazione spontanea" contro il fascista Almirante e i suoi squadristi.

La data è indicativa, le informazioni recuperate parlano dei "primi di giugno del 1971".

pagina 974
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All'origine
(1975)
di Gianni Siviero
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: carcere
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/allorigine

Avete mai guardato e il tempo eterno


in un cortile viene ripartito
di quelli di ringhiera tra la fabbrica
stretti e bui il tram e quel cortile
di quelli in cui la gente oppure tra la strada
si conosce ed il cortile
non perché voglia no e la speranza
ma perché deve di poter fuggire

perché s'incontra sempre fuggire dove


andando al cesso dentro un casermone
ne entra uno mentre solo per renderti conto
l'altro esce un'altra volta
perché se uno distende che spariti i gironi
le lenzuola e avuto il cesso
un latro resta al buio non cambia niente
dentro casa e che l'inferno resta

se guardi verso l'alto e scopri che ringhiere


è un risalire e casermoni
di gironi danteschi hanno due sole uscite
verso il cielo o la galera
un cielo grigio oppur la lotta
che ti sembra un tetto per chi vuol lottare
che copre la miseria per un domani
ed il rancore dove arrivi il sole.

Informazioni

Per ascoltare questa canzone:http://www.giannisiviero.it/

pagina 975
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Alla mattina con la luna


(1971)
di Luciano Francisci, Leoncarlo Settimelli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/alla-mattina-con-la-luna

Alla mattina con la luna lo farà n'antro.


e alla sera con le stelle Caro padrone nun sospirà piune
ce la vonno levà la pelle quello 'n'ho fatto io
ce la vonno levà la pelle lo farai tune.

Fate merenda fate merenda Caporale caporale a noi ci dice


e nun se parla de fà colazione ragazzette lavorate
e chi l'ha messa su sta brutta usanza che sennò sete cacciate
è stato quel cornuto del padrone. dalla spia dalla spia che va al padron.
È notte è notte e lu padrone sospira E la spia e la spia la va veloce
dice che è stata corta la giornata. all'ufficio del padrone
Caro padrone nun sospirà tanto ragazzette state bone
quello 'n'ho fatto io se volete se volete lavorà.

pagina 976
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Allá Viene Un Corazón


di Inti Illimani
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: spagnolo/castigliano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/alla-viene-un-corazon

Yo no sé que tengo yo, corazón y a las dos canta el cobarde.


que tengo el pecho maluco.
Ay, corazón, que tengo el pecho maluco, Y yo cantaré a las tres, corazón,
allá viene un corazón, por haber llegado tarde.
corazón bello que tengo el pecho maluco,
allá viene un corazón. A las orillas de un río, corazón,
y a la sombra de un laurel.
Será porque me comí, corazón,
las alas de un pataruco. Me acordé de ti bien mío, corazón,
viendo las aguas correr.
A la una canta el guapo, corazón,

pagina 977
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Alle cinque prendo il tè


(1978)
di Paolo Pietrangeli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antimperialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/alle-cinque-prendo-il-te

Alle cinque prendo il tè bel moretto vuoi venire


alle nove vo al caffè costo solo mille lire
alle dieci vo a ballar ho capito sei una troia
giù le mani dal Vietnam Johnson Johnson Johnson boia

com'è verde questo prato due spaghetti col ragù


mi ci rotolo beato occhi azzurri naso in su
proprio come un bel bambin per finire due spumoni
viva viva Ho Chi Minh no alla scuola dei padroni
viva viva Ho Chi Minh no alla scuola dei padroni
[ad libitum]

pagina 978
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Alle Sbarre qua di Reggio


(1971)
di Canzoniere delle Lame
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/alle-sbarre-qua-di-reggio

Alle Sbarre qua di Reggio È crollato tutto un piano


ogni giorno si sta peggio ha sepolto un bambino
i bambini mezzi nudi una vita fatta secca
hanno un prato di rifiuti con due pietre messe in bocca
l'immondizia per giocare la miseria partorisce
l'epatite per morire il dolore di chi nasce
qui la gente ha la rabbia qui la gente è abbandonata
di chi cresce in una gabbia. la miseria non è vita.

Uniti nella lotta è ora di cambiare Uniti nella lotta è ora di cambiare
uniti nella lotta noi vinceremo. uniti nella lotta noi vinceremo.

Alle Sbarre per un frutto Da bambini hanno le suore


i bambini spaccan tutto e da grandi le galere
la violenza è un'arancia nella lotta per la vita
che ti manca nella pancia perdon sempre la partita
e l'acqua è una parola dalle Sbarre entra l'aria
che si secca nella gola esce fuori tanta furia
e il sole non s'incontra chi ci ha colpa e chi ha rubato
con i panni stesi all'ombra. tutti quanti l'han capito.

Uniti nella lotta è ora di cambiare Uniti nella lotta è ora di cambiare
uniti nella lotta noi vinceremo. uniti nella lotta noi vinceremo.

pagina 979
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Almirante
di Roberto Benigni
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti, comunisti/socialisti, satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/almirante

TRIBUNALE ORDINARIO DI ROMA A SEQUESTRO PREVENTIVO


SEZIONE DEI G.I.P. IN AMBITO DEL PROCEDIMENTO
N.15315/09 R.G.GIP E NUMERO 12431/09 R.G.N.R.
SPAZIO WEB SOTTOPOSTO

pagina 980
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Almirante al Cantagallo
di Piero Nissim
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/almirante-al-cantagallo

L'altro giorno sull'autostrada torna in macchina il boia Almirante


sul versante che porta a Bologna e si appresta a fare benzina
viaggiava un topo di fogna ci spiace quest'auto è missina
affamato voleva mangiar e cominciano a scioperar

arrivato che fu al Cantagallo questa storia esemplare è finita


ha di fronte un bel ristorante ma rimane nella mente e nel cuore
memo male pensava Almirante di chi lotta contro i fascisti
così almeno potremo mangiar con i fatti e non a parole

tutti fermi le braccia incrociate L'altro giorno sull'autostrada


non si muove nessun cameriere sul versante che porta a Bologna
niente pranzo per camicie nere viaggiava un topo di fogna
a digiuno dovranno restar a digiuno dovette restar

Informazioni

Si veda anche la canzone All'armi siam digiuni, del Canzoniere delle Lame di Bologna.

pagina 981
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Ama chi ti ama


(1970)
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti, risaia/mondine
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ama-chi-ti-ama

Ama chi ti ama, i ministri del viceré.


non amare chi ti vuoi male,
specialmente il caporale Ama chi ti ama...
e i padroni che sfruttano te.
Noi diciamo qui a Conversano:
Qui a Massafra s'è lottato «Muore il polpo nella sua stess'acqua»;
e il contratto s'è guadagnato, ora a dire ve lo mandiamo,
ma se l'hanno già rimangiato: state attenti che sarà così.
occhio ai prezzi e capite il perché.
Ama chi ti ama...
Ama chi ti ama...
Snia Viscosa, ogni giorno
Siamo soli, qui in Gallura, noi rischiamo di non far ritorno;
abbandonati da Dio e dal governo: c'è il rimborso per la salute,
prima che siamo all'inferno ma la vita chi ce la ridà?
il governo la pagherà.
Ama chi ti ama...
Ama chi ti ama...
Qui in Sardegna siamo italiani
Cittadini operai, solo per pagare le tasse;
noi non lo sapremo mai se voi dite lotta di classe
quanti soldi ci hanno rubato noi siam pronti ad andare più in là.

Ama chi ti ama...

Informazioni

Sotto questo titolo sono raccolte delle strofette raccolte da Giovanna Marini nei suoi viaggi in meridione (1970):
facevano parte del suo spettacolo L'aria concessa è poca.

La musica e il ritornello sono tratti dalla canzone di risaia dallo stesso titolo, del repertorio di Giovanna Daffini,
anche conosciuta come La smortina.

pagina 982
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Amore
di Movimento Femminista Romano, Fufi Sonnino
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/amore

Me l' hanno sempre chiamato amore, questo me l' hanno insegnato amore,
ma che amore è ma che amore è ?
me l' hanno sempre insegnato amore,
ma che amore è? Voglio aprirmi in mille,
dare il sangue al sole
Amo solo te, tu sei solo mia respirar la luce che non ha parole
è così che spiego la mia gelosia paura e solitudine non mi fanno amare
e sei poi soffro di saperti bene il grigio della pelle mi voglio bruciare
è perché ad un altro tu stai insieme stringiamoci le mani, amiamoci adesso
vorrei fare un modo su misura tua cerchiamo un mondo nuovo dove non c'è
per fartici entrare e tener la chiave. possesso.

Questo me l' hanno chiamato amore, Forse potremo chiamarlo amore, perché amore è
ma che amore è Forse potremo insegnarlo amore, perché amore
questo me l' hanno insegnato amore, è
ma che amore è ?
Se inventi un nuovo amore di color turchino
Voglio amare te, dobbiamo stare soli Io voglio darti un fiore come fa il bambino
gli altri ruberanno la felicità la morte delle cose non mi dà più angosce
no, sai non è vero, non lego le tue mani Se dove lascio il semeso che la pianta cresce
ma ti prego ancora finché non è domani io ti carezzo il viso e troverò uguaglianza
ora più non t'amo, voglio la tua fortezza dove non c'è il potere nasce la speranza
ti prego ancora dammi una carezza
Questo potremo chiamarlo amore, perché amore
Questo te l'hanno insegnato amore è
ma che amore è Questo potremo insegnarlo amore, perché amore
è.

pagina 983
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Amore e potere
(1977)
di Canzoniere femminista
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/amore-e-potere

Quando avremo vinto la nostra guerra al servaggio ci han comandato


mille fiori sbocceranno che fin dentro ai nostri corpi
e i bambini si baceranno il nostro istinto han violentato
e dappertutto succederà e uno squallido potere
che gli uomini e le donne si guarderanno ai maschi han delegato.
come non si erano visti mai
e i vecchi sorrideranno Quando avremo vinto la nostra guerra
perchè avranno dimenticato la luce delle stelle si rifletterà
un mondo dove conta l'autorità limpida e saggia nello specchio
di chi più ha sfruttato il lavoro degli altri delle streghe, e nessuno più potrà
, riaprire quell'abisso violento e triste
di chi più ha reso schiava la propria donna che dagli altri sfruttati adesso ci separa
e la tenerezza ha disprezzato. e ci ha posto sotto il giogo
più atroce della storia
Bruceremo le lunghe mani la vita ch'è dentro di noi
dei padroni e dello stato dalla lotta sarà liberata
che fin dentro ai nostri letti l 'amore ch'è dentro di noi
dal nostro potere sarà liberato...

pagina 984
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Anche lo stato
(1976)
di Collettivo del Contropotere
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/anche-lo-stato

Anche lo stato è un ottimo alleato sempre il porco del capitale.


e della borghesia e del padronato:
fa le leggi per proteggere i padroni Chi protegge meglio i padroni
e i preti poi ci dicono anche di star buoni; se non anche i generali:
carri armati, bombe, mitra,
ma se per caso tu ti ribellassi spirito di disciplina militar
e non volessi più essere sfruttato, e se non bastasse l'apparenza
il volto democratico scompare della prepotenza militar
e appare quello della bestia più brutale: ...il colpo di stato si fa!
quanti proletari morti contro l'irruenza della giusta lotta
sotto il piombo dei poliziotti, di milioni di proletari
quanti operai rinchiusi c'è la legge che sconfina
nelle celle del capitale, nella repressione di chi c'ha il poter:
agli studenti non permetton magistrati reazionari ciechi
neanche di respirare, come talpe ci risponderan
per mantenere in piedi ...con la galera e il tribunal!

Informazioni

Terzo testo dal disco L'estate dei poveri - Dalla realtà di classe al progetto libertario, del Collettivo del
Contropotere, edito dal "Circolo cultura popolare di Massa" nel 1976, il primo LP prodotto e realizzato da gruppi del
movimento anarchico.

Da "La musica dell'altra Italia", sito non più online.

pagina 985
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And the band played Waltzing Mathilda


(1972)
di Eric Bogle
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: inglese
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/and-band-played-waltzing-mathilda

Now when I was a young man well, I wished I was dead --


I carried me pack Never knew there was worse things
And I lived the free life of the rover. than dying.
From the Murray's green basin For I'll go no more "Waltzing Matilda,"
to the dusty outback, All around the green bush far and free --
Well, I waltzed my Matilda all over. To hump tents and pegs,
a man needs both legs,
Then in 1915, my country said, No more "Waltzing Matilda" for me.
"Son,It's time you stop ramblin',
there's work to be done." So they gathered the crippled,
So they gave me a tin hat, the wounded, the maimed,
and they gave me a gun, And they shipped us back home
And they marched me away to the war. to Australia.
And the band played "Waltzing Matilda," The armless, the legless,
As the ship pulled away from the quay, the blind, the insane,
And amidst all the cheers, Those proud wounded heroes of Suvla.
the flag waving, and tears, And as our ship sailed into Circular Quay,
We sailed off for Gallipoli. I looked at the place
where me legs used to be,
And how well I remember And thanked Christ there was
that terrible day, nobody waiting for me,
How our blood stained To grieve, to mourn and to pity.
the sand and the water; But the band played "Waltzing Matilda,"
And of how in that hell As they carried us down the gangway,
that they call Suvla Bay But nobody cheered,
We were butchered like lambs they just stood and stared,
at the slaughter. Then they turned all their faces away.
Johnny Turk, he was waitin',
he primed himself well; And so now every April,
He showered us with bullets, I sit on my porch
and he rained us with shell -- And I watch the parade
And in five minutes flat, pass before me.
he'd blown us all to hell, And I see my old comrades,
Nearly blew us right back to Australia. how proudly they march,
But the band played "Waltzing Matilda," Reviving old dreams of past glory,
When we stopped to bury our slain, And the old men march slowly,
Well, we buried ours, all bones stiff and sore
and the Turks buried theirs, They're tired old heroes
Then we started all over again. from a forgotten war
And the young people ask
And those that were left, well, "What are they marching for?"
we tried to survive And I ask meself the same question.
In that mad world of blood, But the band plays "Waltzing Matilda,"
death and fire. And the old men still answer the call,
And for ten weary weeks But as year follows year,
I kept myself alive more old men disappear
Though around me the corpses Someday, no one will march there at all.
piled higher.
Then a big Turkish shell knocked me a Waltzing Matilda, waltzing Matilda.
rse over head, Who'll come a-waltzing Matilda with me?
And when I woke up in me hospital bed And their ghosts may be heard
And saw what it had done, as they march by the billabong,

pagina 986
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Who'll come a-Waltzing Matilda with me?

Informazioni

Una ballata antimilitarista sullo sbarco delle truppe australiane nella baia di Suvla nella campagna dei Dardanelli,
durante la prima guerra mondiale. Il brano è stato ripreso da molti artisti, tra i quali i Pogues (in Rum, Sodomy, and
the Lash - 1985). Giulietta Beltrame

La canzone originale "Waltzing Matilda", di cui si parla nel testo, si riferisce probabilmente ad un episodio avvenuto
durante i giorni del violento sciopero dei tosatori nell'Australia occidentale del 1894.(Canzoni contro la guerra)

pagina 987
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Andare avanti sempre


(1976)
di Collettivo del Contropotere
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: repressione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/andare-avanti-sempre

Andare avanti sempre, con la stanchezza strette le mani, persa la testa...


dentro,
senza sforzarsi mai di capire Se non bastasse la repressione
cosa vuol dire, cosa significa lottare c'è sempre posto dentro a quel furgone,
[per la libertà; c'è il manicomio per chi non ha il potere
è troppo tardi, non hai più tempo, per chi ha capito troppo presto chi è il
già dalla mente tua sfugge il senso, padrone:
nella tua cella, tra i letti bianchi, c'è il manicomio per chi non sa
come si deve comportare in questa società.

Informazioni

Quarto testo dal disco L'estate dei poveri - Dalla realtà di classe al progetto libertario, del Collettivo del
Contropotere, edito dal "Circolo cultura popolare di Massa" nel 1976, il primo LP prodotto e realizzato da gruppi del
movimento anarchico.

Da "La musica dell'altra Italia", sito non più online.

pagina 988
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Andiamo Compagni
(1976)
di Mimmo Boninelli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti, lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/andiamo-compagni

Compagno cittadino, fratello partigiano, protetto e appoggiato da tutti i


dobbiamo ancora unire la mano nella mano, democristiani.
contro quella violenza che da piazza Fontana Lo scudo di Fanfani porta una croce che
continua senza tregua per Brescia e per più rossa è diventata col sangue dei
Bologna. compagni,
Da un treno e dalle piazze dei corpi gli si rivolgan contro i fischi delle piazze,
martoriati di troppa gente stanca di questo strapotere
Domandano alle masse di esser vendicati,
le mani delle belve rimangono per sempre Andiamo compagni....
macchiate da quel sangue come maledizione
Compagni sia ben chiaro che questo sangue
Andiamo compagni, la nostra risposta amaro
son poche parole che abbiam da lungo in non sarà mai usato come arma da ricatto,
testa. dobbiamo rifiutare di dover sopportare
Son nostri i Consigli, uniamoci in il peso della crisi solo sulle nostre spalle.
massa, Così risponderemo il giorno della lotta,
la sola risposta è lotta di classe. il compito di tutti è la nostra vendetta,
allora chiameremo i morti dalla fossa
Ieri fucilatore di gloriosi partigiani, e con loro canteremo “Bandiera rossa”
oggi seminatore di morte tra i compagni,
pure lui finanziato con soldi operai, Andiamo compagni...

Informazioni

Canzone di lotta scritta da Mimmo Boninelli nel 1976 durante l'occupazione della Filati Lastex di Redona di
Bergamo.

pagina 989
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Anni settanta nati dal fracasso


(1975)
di Paolo Pietrangeli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/anni-settanta-nati-dal-fracasso

Ritorno a casa perché mai Chissà se il dottore s'è ripreso


hai quella faccia storta oppure s'è rimasto offeso
ma pensa un poco ai fatti tuoi chissà la figlia del dottore
e chiudi quella porta. che gusto prova a far l'amore
con tre galline sul comò
Non senti c'è tuo figlio piange ambarabaciccicoccò
vai a farlo star zitto ambarabaciccicoccò
lo so che adesso parlerai
dei soldi e dell'affitto. Sora maestra non s'arrabbi
se sono stato impertinente
Lotta lotta compagno dimmi cosa farai da grande
vedrai che ce la faremo sora maestra credo niente
lotta lotta compagno voglio cantare su un comò
sto diventando scemo. ambarabaciccicoccò
ambarabaciccicoccò.
Il medico legale ha detto
ma chissà come è stato Lotta lotta compagno
t'ha preso per un piede alzato vedrai ce la faremo
girato e rigirato. ora devo capire
dopo non so vedremo.
I giochi tuoi che non ho visto
chissà com'eri a scuola Saresti tanto intelligente
le urla e i pianti troppo pochi però non ti applichi per niente
nemmeno una parola. stai lì a cantar come un babbeo
cosa farai dopo il liceo
Lotta lotta compagno io professore non lo so
vedrai ce la faremo ambarabaciccicoccò.
lotta lotta compagno
son diventato scemo Cinqu'anni di liceo statale
son diventato scemo. poi per non essere banale
io t'ho incontrata innamorato
Anni settanta nati dal fracasso da allora m'hai rimproverato
s'aggrappan tutti alle cose di sempre che cosa vuoi che fai non so
qui c'è uno scemo che s'aggrappa invece ambarabaciccicoccò.
ad un bambino morto di dicembre. ambarabaciccicoccò.

S'aggrappano al partito, a mogli, amanti E' arrivato il Sessantotto


sicure calde ferme situazioni urla canti grida rosso
qui c'è uno scemo che s'aggrappa invece come un tram che non vedi
a un paio d'occhi cari cari e buoni che ti schianta lasciandoti in piedi.

Si va si va fingendo sicurezza Poi ti devo parlare


spiegando verità piegate in tasca ora devo partire
qui c'è uno scemo che s'aggrappa invece sto via meno d'un giorno
ad un ricordo quindi a nulla e casca ci vediamo al ritorno
ad un ricordo quindi a nulla e casca e non è più tornato
che me l'hanno ammazzato.
Ambarabaciccicoccò tre galline sul comò
che facevano l'amore con la figlia del Mille e più bandiere rosse
dottore le domande e le risposte
il dottore si ammalò che si andava a cercar
Ambarabaciccicoccò tutti pronti a cambiar

pagina 990
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questo mondo che puzzava già. sono aperte le porte.

Funerali in gran pompa E scorrono pian piano ormai


c'era anche il partito dei rivoli d'affetto
era tutto finito ma corri chiudi forza dai
ma doveva durare che cadono di sotto.
ti volevo parlare
ti volevo parlare Lotta lotta compagno
vedrai ce la faremo
Siamo noi senza diritti lotta lotta compagno
ce li han rubati tutti lo so ce la faremo.
dai lavora e via andare
ma io mi voglio fermare Anni settanta nati dal fracasso
e gridare gridare gridare s'aggrappan tutti a le cose di sempre
qui c'è uno scemo che s'aggrappa invece
Lotta lotta compagno ad un bambino morto di dicembre
vedrai ce la faremo
lotta lotta compagno In mezzo a questi tre morti diversi
ora non so vedremo un padre un figlio ed una situazione
io vivo per l'amore che mi lega
Ritorno a casa perché mai a te ai compagni alla rivoluzione
tra noi due c'è sta morte a te ai compagni alla rivoluzione
ed un silenzio strano che a te ai compagni alla rivoluzione.

pagina 991
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Aqua alta
(1970)
di Gualtiero Bertelli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: veneto
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/aqua-alta

Me la sentivo, lassa che i dorma che no i veda sta miseria.


Nina, sui ossi
sta aqua freda che adesso vien su. Ti tiri su tuto,
Me la spetavo più presto de na gara,
giorno par giorno e po ti resti fermo sula porta a spetar,
come un pegno, na cambial da pagar. ora par ora ti controli sul muro
se la cresse, se la cala
I xe giorni duri sti qua de novembre, se la resta, se la va.
te par che tuto te vogia magnar.
El mar se ingrosa, el vento no'l smete E varda sta zente
e sta piova no te lassa dormir. che passa par strada,
i ciapa tuto come un bruto destin.
Ti pensi note e giorno Ti te ricordi tre ani fa i sigava
“eco adesso la riva”, adesso par quasi che i se staga a divertir.
ti cori note e giorno
a salvar ste quatro strasse, Co sta scusa in tre ani, in tre volte,
pronto note e giorno anca i più duri i se ga abituà.
che te par quasi na guera El mar ne copa e nissun no fa gnente,
na guera sensa fine che no te lassa sperar. ansi me par che i ghe daga na man.

E po de colpo, I parla de salvarla sta tera sfortunada


amor, ste sirene de tirar su tuto, de farghe na diga
e fora vento e intanto i scava po intèra
e scuro e piova se va sempre pèso ma gha basta parlar.
e te ritorna
na vecia paura che ti credevi “Dame li stivali Nina, vado via
de lassar vint'ani fa. se ti ga bisogno de mi so al bar”

Cori che l'aqua vien su dal gabineto, Vado a farme la solita partia,
salvemo almanco sti quatro schei de roba. ti no pensarghe, prepara da magnar.
Varda se i fioi xeli ancora in leto,
lalalalalalalalala

Informazioni

Dal disco "I giorni della lotta" (1970). Canzone sulla tragica situazione abitativa veneziana per chi abita al piano
terra. (Simone S. - Venezia)

pagina 992
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Argento e oro
(1971)
di Canzoniere Il Contemporaneo
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antimperialisti, antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/argento-e-oro

Un lampo argento e oro gli urli dei bambini


argento e oro uccelli d’argento nella giungla di Haiphong.
argento e oro argento e oro
uccelli d’argento e pioggia d’oro. Corron le vesti aquiloni di fuoco
i lamenti si spengon si torcono i volti
Un’acqua chiara incendia le risaie i panieri brucian sul capo delle donne
l’oro zampilla dalla giungla i sampan accendono luci nelle risaie.
la fiamma avvolge gli animali
e poi avvampano anche i bambini. Ascoltate americani
ascoltate a lungo gli urli dei bambini
Ascoltate americani ascoltate americani
ascoltate a lungo gli urli dei bambini gli urli dei bambini
ascoltate americani nella giungla di Haiphong.

pagina 993
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Ariva i barbari
(1973)
di Alberto D'Amico
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: veneto
Tags: satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ariva-i-barbari

Ariva i barbari a cavalo doman magnaremo polenta e pesse.


i ga do corni par capelo
xe 'na valanga che se buta E co 'sta barca e 'sta laguna
i ga la fame aretrata tira la rede che la xe piena
i ga brusà tuto l'Impero fa' pian Luisa che la se sbrega
scampemo che i ne vol magnar. vien su Venessia el sol la suga
ma vien marubio e i pirati
Scampemo scampemo portemo le vache la nostra orada i s'à robà.
le strasse, i peoci, i gati, le oche
monté tuti in barca ve spenzo col remo Co le scage i s'à fato 'na flota veloce
sté fermi sinò se rebaltemo coi spini archi lance e frece
stà bona Luisa no state dar pena i squarta i te buta l'ogio che boge
te trovo 'na casa fora in barena el capo pirata se ciama Doge
bona Luisa 'na casa se trova e statue, i marmi, colone e ori
xe roba robada ai greghi e ai mori
stanote dormimo soto da prova i le ciama belesse ma mi gh'ò paura
stà bona coversi el fìo che tosse par un toco de marmo i me manda in guera
nati de cani i xe pieni de schei
e mi e Luisa magnemo fasiòi

Informazioni

Canzone satirica che ricostruisce una storia popolare dalla repubblica serenissima al '68. Ha il seguito in "Venessia
patria mia dileta" e poi in "Che belo el mondo che'l sarìa".

pagina 994
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Arma della terra


(1971)
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/arma-della-terra

Tutti nati nel sen della terra, e su compatti nell'ampio cammino,


una grande famiglia formiamo agitiamo le vanghe nel sol.
d'ogni artiere fratelli noi siamo,
ma nemici del vile oppressor. Il lavoro è ogni nostra ricchezza
e la terra è ogni nostro ideale
Il lavoro è ogni nostra ricchezza ma per farsi redenti del male
e la terra è ogni nostro ideale una libera armata fondiam.
ma per farsi redenti del male
una libera armata fondiam. Dell'armata della terra
su muoviamo tutti uniti
Dell'armata della terra che ai potenti si fa guerra
su muoviamo tutti uniti pe''l trionfo pe''l trionfo del lavor.
che ai potenti si fa guerra
pe''l trionfo pe''l trionfo del lavor. Non partiti non ire e dissidi,
non battaglia fra i rossi e fra i neri
Son cadute le vecchie barriere ma un'unione di braccia e pensieri,
e l'avvenire sognato è vicino ma un comune e superbo ideal.

Informazioni

Cantata da Giovanni Fusano, figlio di Timoteo Fusano, poeta popolare e dirigente della Lega Contadina di
Palestrina, protagonista dell'occupazione delle terre nel primo dopoguerra. Giovanni, ha imparato la canzone dal
padre, ma non ricorda da chi è stata scritta.

Il verso "non battaglia fra i rossi e fra neri" significherebbe, secondo chi ci ha inviato il testo, tra comunisti e
cattolici e, per implicazione, fra lavoratori manuali e intellettuali.

pagina 995
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Armalite song [My little Armalite]


(1970)
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: inglese
Tags: antimperialisti, repressione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/armalite-song-my-little-armalite

And it's down in the Bogside, with a Provo company,


that's where I long to be, A comrade on me left a
Lying in the dark nd another on me right
with a Provo company, And a clip of ammunition
A comrade on me left for my little Armalite.
and another on me right
And a clip of ammunition Sure, the army came to visit me,
for my little Armalite. 'twas in the early hours,
With Saladins and Saracens
I was stopped by a soldier, and Ferret armoured cars
said he, You are a swine, They thought they had me cornered,
He beat me with his baton but I gave them all a fright
and he kicked me in the groin, With the armour piercing bullets
I bowed and I scraped, of my little Armalite.
sure me manners were polite And it's down in the Falls Road,
But all the time I'm thinking that's where I long to be,
of me little Armalite. Lying in the dark
with a Provo company,
And it's down in Crossmaglen, A comrade on me left
sure that's where I long to be, and another on me right
Lying in the dark And a clip of ammunition
with a Provo company, for my little Armalite.
A comrade on me left
and another on me right When Tuzo came to Belfast,
And a clip of ammunition he said, The battle's won,
for my little Armalite Said General Ford, We're winning sir,
we have them on the run.
Sure a brave RUC man came up But corporals and privates o
into our street n patrol at night,
Six hundred British soldiers Said, Send for reinforcements,
were gathered round his feet it's the bloody Armalite.
Come out, ye cowardly Fenians,
said he, come out and fight. And it's up in Ballymurphy,
But he cried, I'm only joking, that's where I long to be,
when he heard the Armalite. Lying in the dark
with a Provo company,
Sure it's down in Kilwilkie, A comrade on me left
that's where I long to be, and another on me right
Lying in the dark And a clip of ammunition
for my little Armalite.

Informazioni

Canto che "celebra" il fucile Armalite, utilizzato dall'IRA, controi militari britannici in Ulster

Fonte: http://en.wikipedia.org/wiki/Little_Armalite

pagina 996
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Arrivano gli americani


(1975)
di Stormy Six
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/arrivano-gli-americani

Le statue sudano sangue, parlano dentro le Si accendono insegne giganti sulle macerie
chiese, fumanti,
annunciano un grande miracolo dall'aldilà. lumini sopra le tombe della città.
Gli arcangeli sopra le spiagge cominciano il Nella campagna bruciata arrivano suoni
loro lontani:
[safari, abbaiano i cani, risponde soltanto un juke-
coi cuochi, le donne, i gregari e gli box.
sciuscià.
Arrivano gli americani...
Arrivano gli americani, garibaldini marziani,
Vergine Santa, hai sentito le nostre In un paese c'è un uomo con un megafono in
preghiere! mano:
Dai camion, tra fiori e bandiere, mentre se parla italiano nessuno lo capirà.
battiamo Adesso la piazza è deserta, ma una finestra
[le mani, [si è aperta,
lanciano tavolette di libertà. e una signora non vuole cambiare il suo Dash.

Arrivano gli americani...

pagina 997
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Arrucunete
(1978)
di Matteo Salvatore
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: pugliese
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/arrucunete

Lu sole jè asciute, Lu sole jè asciute,


Lu sole jè asciute Lu sole jè asciute
C'encamenéme, c'encamenéme
Sapime c' la vita è troppe amère. c'encamenéme qua
Sapime chi sta bone e chi sta mèle.
Qua mo' jucheme, qua mo jucheme
Quanne fa fredd' lu sole nu' vulime qua mo jucheme nu'.
Trmem'e spiem' 'n cijel arrucunete.

Informazioni

Strettamente legato al canto è anche il breve testo che Matteo Salvatore recitava come prologo:

Arrucunete. Arru-cu-ne-te. Eravamo tristi, speravamo nel bene. Più i giorni passavano, più la vita era nera. Nel buio
assoluto ci stringevamo le mani, eravamo tutti muti, ciechi e sfasciati. Siamo stati servili, schiavi e maltrattati,
i ricchi a noi ci hanno sempre affamati.

pagina 998
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Asì como hoy matan negros


(1967)
di Pablo Neruda, Sergio Ortega
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: spagnolo/castigliano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/asi-como-hoy-matan-negros

Asì como hoy matan negros Un dia por la vereda


Antes fueron mexiicanos. Pasò un caballo de seda.
Asì, matando chilenos, Ahora por los caminos
nicaraguenses, peruanos, Galopa nuestro destino
se desataban los gringos Y como las amapolas
con istintos inhumanos. Se encendieron sus pistolas.
Quièn le disputa el terreno Quièn le disputa el terreno
Y quièn de frente los reta? Y quièn de frente los reta?
Es un bandido chileno, Es un bandido chileno,
es nuestro Joaquin Murieta. es nuestro Joaquin Murieta.

Informazioni

Dalla pièce musicale-teatrale Resplandor y Muerte de Joaquín Murieta ("Splendore e Morte di Joaquín Murieta") del
1967, il bandito cileno nella California del 1840 che diede probabilmente inizio alla leggenda di Zorro.
Nel secondo storico album degli Inti-Illimani con i "Dischi dello Zodiaco", "La Nueva Canción Chilena" (1974).

Fonte

pagina 999
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Aspettando il processo
(1975)
di Gianni Siviero
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: carcere
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/aspettando-il-processo

Con le dita intrecciate che quel giudizio l'avete già in mente


mani sotto la testa non ha più senso spiegare un perché
occhi fissi al soffitto
aspettando il mattino il vostro è un codice che serve a decidere
senza doversi spiegare un perché
son due anni che aspetto condanno a otto anni invece che a un mese
il giorno del processo a pagina venti sta scritto il perché
che preparo parole
che non ricordo più e mi accorgo ad un tratto
che non m'importa niente
parole messe in fila di quello che domani
sette per ogni sera inventerete per me
sette per settecento
sono un discorso ormai preparerò le ore
da riempire di rabbia
mi rendo conto in un momento più dura è la condanna
che quel discorso non serve più a niente più vi condannerà.

pagina 1000
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Avanguardo
(1974)
di Gianfranco Manfredi
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/avanguardo

Avanguardo, Avanguardo contro che? la Repressiò


oltre i muri va il tuo sguardo Repressiò Repressioneee
Avanguardo, Avanguardo E negli occhi, Avanguardo
nel domani sai veder avanguardami ti prego
Sai vedere quel che noi avanguardo, avanguardo
non sappiamo immaginare tu m'infondi il tuo vigor
tutto il pian del Capitale
dall'Alfa all'Omeg Tu c'infondi una parola
all'Omeg che trascina che consola
all'Omegaaaaa che conduce l'ideale
Avanguardo, Avanguardo dove tu lo puoi toccà
tu sei tigre sei leopardo aaa... aaaree
Avanguardo, Avanguardo Avanguardo, Avanguardo
ti prepari ad attaccar lo ti dò la linea
E io la trattengo
Ti prepari ad attaccare Avanguardo, Avanguardo
centomila manifesti Prendila: è tua!
per far la dimostrazione ah...
Tu m'infondi il tuo vigor

pagina 1001
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Avanti popolo (Poiché non vogliam sfruttati)


(1975)
di Gualtiero Bertelli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/avanti-popolo-poiche-non-vogliam-sfruttati

Avanti o popolo, alla riscossa e che per troppo vi abbiam lasciato,


bandiera rossa s'innalzerà; ci gridate malfattori!
bandiera rossa, bandiera rossa Ma le fabbriche potenti
bandiera rossa trionferà. che vi abbiamo costruito,
che ci hanno imprigionato,
Poiché non vogliam sfruttati ora noi vogliam guidar.
né vogliamo sfruttatori,
ci hanno detto quei signori Vogliam le fabbriche, vogliam la terra
che la loro è libertà: e non più guerra ma libertà,
libertà d'esser padroni, e non più guerra, e non più guerra,
di poterci derubare, e non più guerra ma libertà.
siamo in tanti a lavorare,
sono in pochi a guadagnar. Avanti popolo, tuona il cannone,
rivoluzione vogliamo far,
Avanti popolo, alla riscossa... rivoluzione, rivoluzione,
rivoluzione dobbiamo far.
Poiché noi vogliam la terra
che ci avete derubato Avanti popolo, alla riscossa...

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Avanza senza sosta


(1976)
di Collettivo del Contropotere
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: anarchici, lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/avanza-senza-sosta

E allora... il senso di una nuova resistenza


canta chitarra canta la rivoluzione coscienza nuova al fine di edificare in pace
canta chitarra canta la libertà la vita comunista libertaria.

Avanza senza sosta la vittoria Basta coi gruppi, basta coi partiti,
come una talpa scava nella terra uniti i proletari organizzati
e prima o poi la lotta, la lotta alla radice l'autonomia operaia distrugge già il potere
ci porterà a vedere un po' di luce. s'impegna a costruire l'avvenire.

Dalle officine e dalle ciminiere, La lotta ci guida, speranza ci insegna,


dai ponti, dalle strade, dalle piazze, laddove sta l'avvenire
avanza con le armi, brandendo le bandiere, la classe operaia già schiude la via
avanza la lotta del contropotere. per conquistare insieme l'anarchia.

La lotta ci guida, speranza ci insegna, ORA E SEMPRE PER LA RIVOLUZIONE


la via dell'avvenire LOTTIAM CONTRO LO STATO
in cui vivrem fratelli, uniti dall'amore LOTTIAM CONTRO IL PADRONE
senza più servi, senza più padroni. ORA E SEMPRE PER L'ANARCHIA
AUTOGESTIONE LIBERA
Si muove nella mente proletaria AUTONOMIA PROLETARIA.

Informazioni

Undicesima canzone dal disco L'estate dei poveri - Dalla realtà di classe al progetto libertario, del Collettivo del
Contropotere, edito dal "Circolo cultura popolare di Massa" nel 1976, il primo LP prodotto e realizzato da gruppi del
movimento anarchico.

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Avete mai guardato


(1974)
di Canzoniere femminista
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/avete-mai-guardato

Avete mai guardato negli occhi di una donna ma è tardi e mi resta la voglia dei figli
che a 50 anni resta sola miei
i figli andati via, uno ad uno Ma un giorno mia figlia mi disse "mamma sai
la casa vuota nel mondo le donne ha capito e stan lottando
A che serve svegliarsi al mattino, preparare ormai
il caffè La vita che hai fatto tu
ed anche tu sei vecchio ed in pensione, a che dovremo vendicarla sai
[servi ormai? il tuo lavoro ha un prezzo
Almeno tu avevi una volta gli amici e il bar che a te non è pagato
io invece ho trascorso la vita in casa a è un costo tutto risparmiato
lavorar a te resta l'inganno
nessuno ha calcolato mai il mito della madre
le ore di lavoro sai chi ci guadagna è il capitale.
non mi restava il tempo
neppure un momento Ma le donne ha capito chi è il nemico
da dedicare un poco a me e stanno già lottando
per me non c'eran feste contro lo sfruttamento si stanno organizzando
non era mai vacanza La vita che hai fatto tu
neppure a Natale, mai dovremo vendicarla sai
il tuo lavoro ha un prezzo
Così come hanno detto, ho sempre fatto tutto che a te non è pagato
il sacrificio è una virtù è un costo tutto risparmiato
per il bene dei miei figli mi son sacrificata a te resta l'inganno
non ho mai chiesto niente in più il mito della madre
ed ora che sono da sola qualche cosa farei chi ci guadagna è il capitale.

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Avola
(1969)
di Dario Fo
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: repressione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/avola

Avola... Avola... un gran nuvolone di fumo


Saranno stati cento, duecento, va in faccia alla polizia
quattrocento o forse mille Tosse tosse
Avola provincia di Siracusa Ci vengono addosso
Giù, roba di terronia, braccianti Li prende la follia
cantano: Per terra tre chili di bossoli di proiettili
«Forza compagni andiamo avanti uno, due inchiodati per terra
rivoluzione trionferà». arrivano le donne piangendo
Lungo le strade fermano camion arriva telegramma del ministro:
hanno rovesciato due macchine. «Sentite condoglianze,
Gente: basta, così spiaciuto disgrazia, stop»
non si può più andare avanti, ci strozzano Arrivano lire 500.000 a testa,
Carabinieri, poliziotti, mitra, elmetto 10.000 a chilo, più che il filetto
Buoni ragazzi, cerchiamo di ragionare I lavoratori scioperano in tutta Italia
Tornate a casa, sgomberate I sindacati hanno deciso
Uno tira un candelotto fumogeno, per venti minuti di sciopero
uno della polizia senza uscire dalla fabbrica
calcolato male il vento Grazie compagni per il gesto di solidarietà
Grazie...

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Avola, 2 dicembre 1968


di Canzoniere di Rimini
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/avola-2-dicembre-1968

Due dicembre, giorno bianco Loro vengon coi fucili,


per la gente in ufficio loro vengono coi mitra,
e che si vede passare loro vengono in cento,
solite carte e fatture. mai che siano da soli.

Due dicembre, giorno bianco Due dicembre, giorno bianco


per mia madre in cucina, per mio padre, che è sereno:
che cantando prepara oramai è assicurato,
il pranzo e la cena. ogni mese paga lo Stato.

Due dicembre, giorno nero Due dicembre, giorno bianco


per la gente che è stanca per la gente che è tranquilla
e che scende nelle strade e che approva con la testa
perchè vuole un po' di pane. quello che scrive la stampa.

Due dicembre, giorno nero


Due dicembre, giorno nero, per chi cerca una risposta,
da finire al cimitero, per chi agisce e più non parla
da finirci, assassinati e si difende come può.
da quei servi mal pagati.
Due dicembre, giorno nero
Ma si sa, si sa che, per chi chiede un aumento
ma si sa, si sa che e la risposta è solo una,
la risposta è di violenza.
loro vengon coi fucili, Due dicembre, giorno nero,
loro vengono coi mitra, da finire al cimitero,
loro vengono in cento, da finirci, assassinati
mai che siano da soli. da quei servi mal pagati.

Informazioni

Sull'eccidio di Avola, dove la polizia fece fuoco su un gruppo di braccianti e ne uccide due.

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Ballata autocritica
(1972)
di Fausto Amodei
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ballata-autocritica

Sono dieci anni suonati che suono uno stomaco da mille lire
questa chitarra e che canto di cuore e per quanta merda mangi
canti di vario modello; la sa digerire;
già mille volte ho cambiato di tono lui aumenta i prezzi
dal do maggiore al do diesis minore segli strappi più salari
dal valzer allo stornello; poi ti taglia i tempi
colla ciaccona colla marcia turca e ti fa far più straordinari ;
col madrigale la giga il flamenco figurarsi se i miei canti,
la ciarda la controdanza lui che ingoia tutto,
col tango col samba e con la mazurka non ci riesce a digerirli
dei vari ritmi ho esaurito l'elenco e a farci sopra un rutto.
ma ho mai cambiato sostanza. Per quanti acuti abbia emesso di testa
nessun padrone ha perduto un quattrino
Ho cantato sempre di rendita o di profitto;
in base ad una convinzione non basta un canto sia pur di protesta
che la cosa più importante perché succeda che qualche inquilino
è battere il padrone; abbia ridotto l'affitto;
ogni canto l'ho composto un ritornello non serve per niente
perché ci aiutasse non c'è ballata che serva a qualcosa
a portare fino in fondo né un ritmo di monferrina
la lotta di classe; per render soffice uno sfollagente
ho sperato che ogni strofa per affrettare la morte gloriosa
quando l'ho cantata di un yankee nell'Indocina.
ci aiutasse a battere
la proprietà privata. Forse occorre che
questa chitarra a ciondoloni
Sono dieci anni che canto le lotte si trasformi in mitra
e i mille scioperi e la strategia e possa emettere altri suoni;
per far la rivoluzione; e che le sei corde
ma son dieci anni che canto le botte per produrre altri rumori
e i caroselli della polizia si trasformino di colpo
e le condanne in prigione; in sei caricatori;
c'è il canto triste se siamo battuti e che queste dita
c'è il canto allegro se mille operai per produrre qualche effetto
scendono in piazza a lottare; anziché grattare arpeggi
ma dopo tanti gorgheggi ed acuti premano un grilletto;
mi sono accorto che forse oramai forse può servire solo
non c'è più gusto a cantare. più la passacaglia
che con la sua voce
Il padrone ci ha sa intonare la mitraglia.

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Ballata del piccolo An


(1974)
di Ivan Della Mea
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antimperialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ballata-del-piccolo

O Cheu io vorrei che tu fossi qui cosi tu ci salvi da quei sanguinari.


con me a gioire degli ilang in fiore
con me a sentire cantar le campane E un giorno il viale dei fiori di ilang
ma tu sei lontano nel Nord Vietnam. avrà nome viale del piccolo An.
dei fiori di ilang
È marzo a Kam-Tho ed è poesia avrà nome viale del piccolo An.
la nostra poesia ma io non ho pace
la nostra Kam-Tho dai viali di sao Tu piccolo An sei in un vicolo cieco
è stretta tra maglie di ferro nemico. e l'occhio riluce nel viso un po' bianco
tu prendi una bomba sorridi sereno
Ma un giorno il viale dei fiori di ilang e quindi la lanci nel mezzo del branco.
avrà nome viale del piccolo An.
Lo scoppio il silenzio e poi l'altra bomba
O Cheu anche noi nel Sud si combatte sui volti assassini c'è solo il terrore
e nel nostro cuore c'è un solo Vietnam terrore e sgomento negli occhi velati
il nostro Vietnam per lui si resiste tu fissi quegli occhi con freddo furore.
per lui è morto il piccolo An.
E un giorno il viale dei fiori di ilang
Due salti un sorriso è pieno di vita avrà nome viale del piccolo An.
è ricco di gioia il piccolo An
sul braccio la giacca e due bombe a mano Il piccolo An ci ha dato la vita
è già un partigiano il piccolo An. è morto gridando « viva lo zio Ho »
siam pazzi di rabbia di puro dolore
Ma un giorno il viale dei fiori di ilang e il fuoco più rosso ci brucia nel cuore.
avrà nome viale del piccolo An.
O Cheu verrà marzo una primavera
Ma ecco il nemico rastrella la strada la nostra poesia allora sarà
e se ci sorprende per noi è finita Kam-Tho liberata cogli alberi in fiore
ma in fondo alla via c'è il piccolo An col dolce profumo dei fiori di ilang.
che scappa e grida « c'è la polizia ».
Da oggi il viale dei fiori di ilang
O piccolo An sei scaltro e veloce ha il nome di viale del piccolo An.
assai più veloce di quei mercenari Da oggi il viale dei fiori di ilang
il branco s'affanna t'insegue feroce ha il nome di viale del piccolo An.

pagina 1008
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Ballata del Pinelli


(1969)
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ballata-del-pinelli

Quella sera a Milano era caldo quattro piani son duri da far».
ma che caldo, che caldo faceva.
«Brigadiere, apra un po' la finestra» Quella sera a Milano era caldo
ad un tratto Pinelli cascò. ma che caldo, che caldo faceva.
«Brigadiere, apra un po' la finestra»
«Signor questore, io gliel'ho già detto, ad un tratto Pinelli cascò.
lo ripeto che sono innocente:
anarchia non vuoI dire bombe, L'hanno ucciso perchè era un compagno
ma giustizia, amor, libertà». non importa se era innocente;
«era anarchico e questo ci basta».
«Poche storie, confessa Pinelli, disse Guida, il feroce questor.
il tuo amico Valpreda ha parlato:
è l'autore del vile attentato C'è una bara e tremila compagni
e il suo socio, sappiamo, sei tu». stringevamo le nostre bandiere
in quel giorno l'abbiamo giurato
«Impossibile - grida Pinelli - «non finisce di certo così».
un compagno non può averlo fatto
e l'autore di questo misfatto Calabresi e tu Guida assassini
tra i padroni bisogna cercar». che un compagno ci avete ammazzato
l'anarchia non avete fermato
ed il popolo alfin vincerà .
«Stiamo attenti, indiziato Pinelli,
questa stanza è già piena di fumo; Quella sera a Milano era caldo
se tu insisti apriam la finestra ma che caldo, che caldo faceva.
«Brigadiere, apra un po' la finestra»
ad un tratto Pinelli cascò.

Informazioni

Giuseppe Pinelli fu assassinato il 15 dicembre del 1969, "caduto" dalla finestra della questura dove era sotto
interrogatorio, accusato ingiustamente di avere messo le bombe per la strage di piazza Fontana.

Questa è la versione scritta immediatamente dopo i funerali di Pinelli, sull'aria del canto "Il feroce monarchico
Bava", a cui seguirono diverse altre con minime varianti. Fu composta da quattro anarchici, la sera del 21
dicembre 1969, presso il Circolo Gaetano Bresci di Mantova.

Fonte: Catanuto S., Schirone F., Il canto anarchco in Italia nell'Ottocento e nel Novecento.Zero in condotta edizioni,
209, Milano

pagina 1009
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Ballata dell'affitto
di Canzoniere Popolare del Veneto
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: lotta per la casa
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ballata-dellaffitto

Con la fine dell'anno corrente Noi crepiamo di troppe fatiche


il padrone m'aumenta l'affitto mentre voi ve ne state tranquilli
se non pago m'arriva lo sfratto ci credete davvero imbecilli
ed in strada mi toccherà andar da pagarvi la tranquillità

Questa vita è sempre più dura O padroni, sporchi padroni


non riesco a sbarcare il lunario ingrassati da questo governo
aumentatemi invece il salario vi credete di vincere un terno
e l'affitto rimanga com'è ma vedremo chi la vincerà

Nella zona vicino alla mia Se l'affitto ci ha rotto le tasche


costruiscono nuovi palazzi tu governo ci hai rotto i coglioni
ma che prezzi son cose da pazzi per gli amici di tutti i padroni
solo i ricchi ci possono star in Italia più posto non c'è.

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Ballata dell'alcolizzato
(1972)
di Gianni Nebbiosi
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: disagio mentale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ballata-dellalcolizzato

Chissà se l’infermiere che sta qui di notte “Dica Proietti deve piantarla
s’è mai chiesto perché tutte le notti lei grida e parla
siamo finiti qui al reparto tre. in questa casa c’è tanta gente
lavoratori… lei non fa niente
“Vieni qui Mario prendi un bicchiere” e si permette di disturbare
“Ma cosa fai? Stai sempre a bere…” chi il giorno dopo va a lavorare
“Sentimi Mario non fare il cretino quindi lo sfratto è affare fatto”
io ci sto bene con il mio vino
e non invidio chi si accontenta Chissà se l’infermiere che sta qui di notte
dopo otto ore da quasi animale s’è mai chiesto perché
di un po’ di tele primo canale”. siamo finiti qui al reparto tre.

“Dica Proietti fra un paio d’ore Chissà se ha mai pensato che i nostri
venga di sopra dal direttore”. cervelli
Giunge il momento va dal padrone di alcol imbottiti
“Lei rende poco, lei è un ubriacone hanno il coraggio d’essere impazziti
e quel che è peggio è che c’ha il coraggio
di provocare uno strano contagio Chissà cosa ne pensa di questa pazzia
guardano lei come babbei” lui ch’è quasi un signore
con il cervello che impazzisce a ore.

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Ballata dell'emigrazione
(1970)
di Alberto D'Amico
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti, emigrazione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ballata-dellemigrazione

Quel giorno che so' andato al settentrione Lo sfruttamento è calcolato bene


l'hai maledetto tanto moglie mia ci carica fatica ogni minuto
peggio però la disoccupazione è un orologio di gran precisione
che dalla nostra terra non va via. la svizzera cammina col nostro fiato

La svizzera ci accoglie a braccia chiuse Son ritornato al maggio per il voto


ci mette il pane duro dentro in bocca falce e martello ho messo all'elezione
tre anni l'ho inghiottito a 'sto paese noi comunisti abbiamo guadagnato
tre anni carcerato alle baracche ma ha vinto la ruffiana del padrone

Alla periferia in mezzo ai fossi Padroni sulla terra ci volete


siamo 40 uomini e una radio per far la fame e per tirarne conto
se vado in centro a fare quattro passi ma verrà il giorno che la pagherete
le strade sono piene, piene d'odio e che non partirà neanche um emigrante

pagina 1012
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Ballata per Alfredo Zardini


di Franco Trincale
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: emigrazione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ballata-alfredo-zardini

O cara moglie, miei cari figlioli, si scatenò con violenza mai vista
mi piange il cuore dovervi lasciare e fino a sangue pestato ne fu.
vado in Svizzera lavoro a cercare E in abbandono lasciato morire
pere dare a voi un migliore doman. da quei vili e crudeli assassini
Non piangere cara, è questione di giorni, che disonorano i cittadini
da Zurigo Alfredo scriveva e i sentimenti dell'umanità!
mentre casa ogni giorno cercava Ed ora Attilio in Italia è tornato
per i suoi cari avere con sé. dentro una bara col biglietto pagato
Ed ogni sera stringeva al suo petto da quel governo che lo ha insultato
della moglie e dei figli il ritratto maltrattato e fatto ammazzar.
per trovare la forza e il coraggio Le tradizioni tu, Svizzera, offendi
di sopportare gli insulti stranier. della onesta e laboriosa gente,
E siete zingari, voialtri italiani, perciò tu piangi. Vergognati! Ripara!
sentiva dirsi da gente straniera, Sennò domani prepara la tua bara!
siete randagi in cerca di pane! C'è ogni giorno un treno alla stazione
Venne trattato come un cane. che per l'inferno ha la destinazione
Ed una sera in un bar di Zurigo dell'emigrante questa è la sorte:
contro di Alfredo la furia razzista va in cerca di lavoro e trova la morte.

Informazioni

Alfredo Zardini (Cortina d'Ampezzo, 1931 – Zurigo, 20 marzo 1971) era un lavoratore italiano emigrato in Svizzera,
caduto vittima di un'aggressione xenofoba.

Per approfondire: http://it.wikipedia.org/wiki/Alfredo_Zardini

pagina 1013
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Ballata per Ciriaco Saldutto


(1972)
di Ivan Della Mea
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: emigrazione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ballata-ciriaco-saldutto

Lui ha quindici anni, E tu puoi scordare l'azzurro del cielo


cognome Saldutto, di Puglia e il dialetto della tua terra:
alunno alle medie, tuo cielo è la FIAT, tua terra è Torino,
scuola Pacinotti, la scuola, Saldutto, è il campo di guerra.
venuto di Puglia, "terrone" immigrato:
Torino lo boccia e lui s'è impiccato Ma non c'è battaglia, non c'è condizioni,
"terrone", ti adegui oppure accadrà
Per essere chiari diciamo: è un delitto, che la repressione di tutti i padroni
un altro delitto della repressione, con l'arma del voto ti escluderà
che usa la legge, il fucile, la scuola
per farci più servi del nostro padrone Così a quindici anni
ti han tolto anche il cielo
Si sa che il padrone le sue maestranze e in cambio ti han dato
le vuole istruite e ben educate; un vuoto di niente,
con la sua cultura, la sua disciplina e l'ultimo gioco che ti han lasciato
lui plasma i servi di ogni officina è un pezzo di corda: ti sei impiccato.

La tua cultura e del tuo paese, Per fare chiarezze diciamo: è un delitto,
sia chiaro, "terrone", va buttata via; un altro delitto della repressione,
la scuola ti dà un'altra cultura, che usa la legge, il fucile, la scuola
quella dei padroni, della borghesia per farci più servi del nostro padrone

pagina 1014
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Ballata per Franco Serantini


(1972)
di Ivan Della Mea
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: repressione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ballata-franco-serantini

Di nome avevi Franco, fascista e non Cristiana.


cognome Serantini;
i nazi-celerini E tu, Scudo Crociato,
ti han fatto morir bestemmi anche al Cristo:
ti han fatto morir. sei scudo del fascismo
di ieri e oggi, ancor.
Ti hanno preso in piazza,
gridavi "No al fascismo!", Contro questo fascismo
ma un figlio di nessuno che ha il segno della morte,
questo non lo può gridar. Franco, la tua sorte
ci chiede l'unità!
Avevi solo vent'anni,
vivevi l'anarchia, Una unità di classe,
ti han coperto d'odio, sopra gruppi e partiti,
di botte e sangue. Sì! una unità in coscienza
di nuova resistenza.
Chiuso nella tua cella,
cercavi invano aiuto, "Tenetemi nel cuore!"
ma a un figlio di nessuno ci grida Serantini,
l'aiuto non si da! "Tenete questo amore,
è amore per lottar.
Così, la tua vita
te l'han strappata via. Tenetemi nel cuore,
Ridi, Democrazia compagni e cristiani!
Tornate, partigiani,
ed io non morirò!"

Informazioni

La canzone è eseguita sull'aria di "Canto per la morte di Felice Cavallotti", nota anche col titolo di "Povero
Cavallotti". Da sottolineare l'ottava stanza "Una unità di classe\ sopra gruppi e partiti,\una unità in coscienza\ di
nuova resistenza!", per il significato e il peso che questi versi potrbbero avere in un momento come quello attuale,
in cui il popolo sembra afflitto da una malafede enorme nei confronti dei partiti e da un disfattismo insormontabile
nei riguardi della politica. Forse, servirebbe ancora un Ivan che, passando per le radio dei poveri lavoratori italiani,
uccisi dalla borghesia come Serantini dai fascisti, sbraitasse ancora di simili parole! (Salvo Lo Galbo)

pagina 1015
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Bambini pianificati
(1974)
di Canzoniere femminista
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/bambini-pianificati

I nostri figli son comandati Pronti sull'unghia tutti quanti


quelli neri non son graditi mi occorrono subito e che siano bianchi
quelli gialli fan paura Donne francesi: copulazione!
quelli bianchi, dipende dalla zona Natalità!

Non sono i figli dell'amore Accoppiamenti su misura


amore imposto dallo Stato accoppiamenti su comando
quando l'amore è comandato quanti ne volete?
è violenza contro di noi
Sono bianca, sono italiana
Accoppiamenti su misura come mi devo comportar?
accoppiamenti su comando Se sei responsabile, emancipata
quanti ne volete? due soli figli devi far
E se sono di più? Arrangiati
Nell'Italia degli anni '30
tanti figli a pagamento Sono nera, sono indiana
è lo Stato che è violento quanti figli devo far?
di troppi figli ci fa morir Di questo colore son sempre troppi
la più assoluta sterilità
Accoppiamenti su misura
accoppiamenti su comando Sono portoricana
quanti ne volete? cosa devo far?
non andare in ospedale se no ti tagliano le
12 milioni di bebè ovaie
voleva De Gaulle dopo la guerra Basta figli per lo Stato
gli servivano, eran morti questo è amore comandato
eran morti tutti in guerra! è violenza dello Stato
è violenza contro di noi

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Banane e Coca Cola


di Franco Trincale
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antimperialisti, antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/banane-e-coca-cola

Per ogni Coca Cola che tu bevi Piccolo uomo che leggi il corriere,
un proiettile all'america hai pagato. metti un dito in bocca per vomitare
E se il marine la mira non fallisce, l'oppio che ti dà la borghesia,
un compagno vietnamita assassinato. e vieni nelle file dei proletari.

Per ogni banana Ciquita che tu mangi, Contro la Nato e contro i padroni,
ancora soldi per gli americani per l'eguaglianza e per la libertà,
ancora tonnellate di napalm non ber più Coca, non mangiar banane,
per ammazzare i bimbi del Vietnam. e grida "Via le basi americane!".

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Baradel
(1976)
di Enzo Maolucci
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: scuola/università
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/baradel

Da un mese sto insegnando I vostri banchi in mezzo al mondo,


in una scuola media i vostri temi poesie.
un mese fa studente, L'ortografia violentata dal voto
e adesso ho il potere, ma... non è vendicata.
È primavera Baradel,
Ho conosciuto Baradel, Pablo Neruda in classe muore.
che non sta fermo dietro il banco. Ai tuoi compagni Baradel,
Non scrive i temi Baradel, la vita scoppia nelle mani.
perché compone nella testa. Vi ho portati un po'
Sei già schedato Baradel, a giocare nel prato che c'è lì davanti,
sei ripetente Baradel e non ho chiesto alcun permesso
e ti han bocciato, tu lo sai, perché credevo fosse giusto.
perché non rispondevi mai. Ma il boia con quegli occhi morali
Hai fatto bene Baradel, di chi non fa mai l'amore
non si risponde a chi vorrebbe ha scritto che ho
fare di te quello che lui commesso peccato grave:
si è messo in testa per paura. ho preso e dato troppa libertà.
Ma io ti parlo Baradel,
non ti istruisco Baradel, Mi han trasferito Baradel,
tu mi rispondi perché sai ha dunque vinto quel bastardo.
che non ti giudicherò mai. Ti stangheranno Baradel,
Ma il preside dagli occhi morali è proprio questo che ci vuole.
di chi non fa mai l'amore Non sei un servo Baradel,
ha controllato temi e registri vari e non fai comodo lo sai,
e ha deciso che così non va. perché tu porti in mezzo ai banchi
Io me ne frego Baradel, la lotta che non si fa mai.
però ti dico chi domanda. Mordi le labbra Baradel,
Non gira il vento Baradel, quando hanno voglia che tu parli,
attento da che parte spira. e grida sempre Baradel, s
Nell'oro c'è la storia antica, e ti si impone di tacere.
la storia poi non è cambiata. Impara a scrivere per te
Menenio Agrippa conta palle e non ti fare emarginare.
che un certo Kissinger ripete. La me la marcia sparirà,
il verme poi sarà farfalla.
È morto Allende Baradel, Non sei un servo Baradel,
ci son le bombe dei padroni, e non fai comodo lo sai,
e chi li serve accusa me ma porta sempre in mezzo
di far politica anche a scuola. ai banchi la lotta che
non si fa mai.

Informazioni

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Basta sorrisi a comando!


(1977)
di Canzoniere femminista
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/basta-sorrisi-comando

Mai più da oggi in poi hanno


sorrisi a comando da noi! coperto
Ci voglion sorridenti e serene ogni giorno
ma noi non sorridiamo più il nostro sfruttamento.
di ribellione e rabbia siamo piene
fingere non vogliamo più! Mai più da oggi in poi
sorrisi a comando da noil
Troppo Come tanti burattini
a lungo di plastica ci avete usato
abbiamo poi ci avete fatto a pezzi
sopportato quando la parte abbiamo "sbagliato".
sorridendo
sorridendo Troppo
Fatica sudore e amarezza a lungo
è ciò che si pretende abbiamo
che ogni giorno sia nascosto sopportato
dietro il trucco ed il sorriso. sorridendo
sorridendo
Falsi Mai più da oggi in poi
i sorrisi sorrisi a comando da noi!

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Basta y hasta
(1970)
di Ivan Della Mea
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/basta-y-hasta

Finché in piazza c'è un operaio, Ed ai vent'anni di chi non crede


finché la fame uccide i bambini, nella retorica delle bandiere,
finché un vecchio è solo e dannato, perché non sa se e quanto son rosse,
finché in galera c'è la Baraldini. perché non sa se e quanto son vere.
Finché nel Chapas del sud messicano Io dico sempre: vuoi darci una mano,
contro il governo dell'imperialista, c'è sempre un curdo e uno zapatista,
contro il Nafta nordamericano c'è un tupamaro a Lima e a Milano,
c'è la rivolta dello zapatista. finché nel mondo c'è un comunista.
Chi è compagno sa cosa fare Se può servire una canzone
per dire basta al proprio presente, per dire basta al proprio presente,
per costruire la rivoluzione, si può cantare ancora e con gioia
hasta la victoria siempre. hasta la victoria siempre!

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Battipaglia
di Franco Trincale
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: repressione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/battipaglia

Battipaglia nove aprile Nella terra di Campania


tutti in piazza sono scesi dove Cristo s'è fermato
rossi, bianchi, d'ogni colore scorre il sangue nella strada
per difendere il lavoro. della gente più sfruttata.

Come sempre li padroni Carmine si chiamava


la sbirraglia hanno mandato lu guaglione assassinata
con i mitra caricati e Teresa la maestra
come ad Avola e Viareggio. che lu core ci hanno squarciatu.

Chista è storia di oggi E la storia si ripete


storia di povera gente come sempre c'è l'inchiesta
ammazzata come cani gli assassini restan fuori
per difendere lu pani. e i poveri in galera.

Informazioni

Carmine e Teresa sono due lavoratori uccisi il 9 aprile 1969 a Battipaglia durante una manifestazione in difesa del
posto di lavoro.

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Benedetto
(1977)
di Enzo Del Re
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: lotta per la casa
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/benedetto

Benedetto Benedetto Benedetto Benedetto


in un tugurio angusto stretto per i centri storici del tuo ghetto
senza stufa senza termosifone proponevi il salvamento
stavi con altre sei persone un recupero un rinnovamento

Benedetto Benedetto Benedetto Benedetto


a Bari vecchia diventata un ghetto del tuo quartiere negletto
del governo il triste effetto dicevi che era uno dei più pericolanti
non c'è giorno nel quale non trovi un tetto uno dei più degradati di tutti quanti

Benedetto Benedetto Benedetto Benedetto


in questo lurido ghetto del tuo barese ghetto
quando non si muore di colera dicevi che era uno dei più cadenti
si è uccisi dalla violenza nera uno dei più fatiscenti esistenti

Benedetto Benedetto Benedetto Benedetto


contro l'allucinante ghetto Bari vecchio è il mare a secco
nessuna fiera del Levante perciò due solai in maniera improvvisa
mostra l'aspetto orripilante sono crollati in via Vallisa

Benedetto Benedetto Benedetto Benedetto


lottavi contro il governo gretto i fascisti ti hanno detto
perché sapevi in che termini allarmanti misera è la tua condizione
stanno le case dei poveri abitanti e piegati alla rassegnazione

Benedetto Benedetto Benedetto Benedetto


le case crollano nell'antico ghetto i fascisti ti hanno detto
e tu denunciavi la situazione non sei altro che un reietto
la tristissima condizione perciò non fiatare dentro al ghetto

Benedetto Petrone Benedetto Benedetto


lottavi per la soluzione i fascisti ti hanno detto
della problematica politica questione non ti ribellare mai
dell'edilizia del tuo rione altrimenti sono guai

Benedetto Benedetto Benedetto Benedetto


le case crollano nell'antico ghetto hanno fatto come han detto
ma i padroni non prendono alcun provvedimento t'hanno ucciso a 18 anni
non parlano di un risanamento massacrato come Dante di Nanni

Informazioni

L'omicidio di Benedetto Petrone venne commesso a Bari il 28 novembre 1977; la vittima era un militante
comunista, iscritto alla FGCI e venne ucciso in un agguato compiuto da militanti del Movimento Sociale Italiano.
Petrone era un operaio 18enne che si batteva per il risanamento del borgo antico, contro l'espulsione degli abitanti
nei quartieri periferici e per un miglioramento delle condizioni di vita dei lavoratori.
Questa canzone di Enzo Del Re, scritta immediatamente dopo i fatti, rimase inedita, sino a quando l'autore non la
presentò a Bari il 28 novembre 2010 nel corso di un concerto.

Da Canzoni contro la guerra

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Boogie boogie del Papa


di Alberto D'Amico
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: veneto
Tags: anticlericali
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/boogie-boogie-del-papa

Eeeh... Eeeh... Dai vegnimo fora,


E ve canto ea storia vecia ancora bataglieri,
del sangue che i ne ciucia butemo in scoasera
de ea vita che i ne cava sti preti onti e neri
e de chi che se ne ciava
Boogie Boogie Boogie Boogie
Boogie Boogie Boogie Boogie Boogie Boogie Boogie Boogie...
Boogie Boogie Boogie Boogie...
Quando el Papa tira i spaghi
Finché ti dà 'na giossa femo festa, femo i foghi
te riva i vampiri e baemo el boogie boogie!
i te morsega, i te strossa
e bisogna che ti mori
I predica ea pasienza
Boogie Boogie Boogie Boogie in nome del so dio
Boogie Boogie Boogie Boogie... però nea sostansa
i vol vegnirne in cueo
Quando el Papa tira i spaghi
femo festa, femo i foghi Boogie Boogie Boogie Boogie
e baemo el boogie boogie! Boogie Boogie Boogie Boogie...

Mi rispeto Gesù Cristo


Bisogna che ti s-ciopi ma dei preti no go stima
che no ti gabi paxe el primo disonesto
e quando che ti crepi xe el papa che xe a Roma
el prete fa na croxe
Boogie Boogie Boogie Boogie
Boogie Boogie Boogie Boogie Boogie Boogie Boogie Boogie...
Boogie Boogie Boogie Boogie...
Quando el papa tira i spaghi
I preti se fa casse femo festa, femo i foghi
i sta co chi te sfruta e baemo el boogie boogie!
i assolve, i benedisse
i t'à ciavà ea vita No ghe xe ostreghe
né canestrei
Boogie Boogie Boogie Boogie voemo i schei
Boogie Boogie Boogie Boogie... voemo i schei

Quando el Papa tira i spaghi No ghe xe ostreghe


femo festa, femo i foghi né canestrei
e baemo el boogie boogie! voemo i schei
che i n'a ciavà!
No ghe xe ostreghe né canestrei
voemo i schei, voemo i schei! Boogie Boogie Boogie Boogie
Boogie Boogie Boogie Boogie...

E ancora ne voria Quando el Papa tira i spaghi


ea rabia de na volta femo festa, femo i foghi
che festa che saria e baemo el boogie boogie!
se el mondo se revolta
Boogie Boogie Boogie Boogie
Boogie Boogie Boogie Boogie Boogie Boogie Boogie Boogie...
Boogie Boogie Boogie Boogie...

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Quando el Papa tira i spaghi e baemo el boogie boogie!


femo festa, femo i foghi

Informazioni

Alla realizzazione di questa canzone dovrebbe aver collaborato Luisa Ronchini.

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Borghesia
(1972)
di Claudio Lolli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/borghesia

Vecchia piccola borghesia Sai rubare con discrezione


per piccina che tu sia meschinità e moderazione
non so dire se fai più rabbia, alterando bilanci e conti
pena, schifo o malinconia. fatture e bolle di commissione.
Sai mentire con cortesia
Sei contenta se un ladro muore con cinismo e vigliaccheria
se si arresta una puttana hai fatto dell'ipocrisia
se la parrocchia del Sacro Cuore la tua formula di poesia.
acquista una nuova campana.
Sei soddisfatta dei danni altrui Vecchia piccola borghesia
ti tieni stretti i denari tuoi per piccina che tu sia
assillata dal gran tormento non so dire se fai più rabbia,
che un giorno se li riprenda il vento. pena, schifo o malinconia.

E la domenica vestita a festa Non sopporti chi fa l'amore


con i capi famiglia in testa più di una volta alla settimana
ti raduni nelle tue Chiese chi lo fa per più di due ore,
in ogni città, in ogni paese. chi lo fa in maniera strana.
Presti ascolto all'omelia Di disgrazie puoi averne tante,
rinunciando all'osteria per esempio una figlia artista
cosi grigia così per bene, oppure un figlio non commerciante,
ti porti a spasso le tue catene. o peggio ancora uno comunista.

Vecchia piccola borghesia Sempre pronta a spettegolare


per piccina che tu sia in nome del civile rispetto
non so dire se fai più rabbia, sempre lì fissa a scrutare
pena, schifo o malinconia. un orizzonte che si ferma al tetto.
Sempre pronta a pestar le mani
Godi quando gli anormali a chi arranca dentro a una fossa
son trattati da criminali sempre pronta a leccar le ossa
chiuderesti in un manicomio al più ricco ed ai suoi cani.
tutti gli zingari e intellettuali.
Ami ordine e disciplina, Vecchia piccola borghesia,
adori la tua Polizia vecchia gente di casa mia
tranne quando deve indagare per piccina che tu sia
su di un bilancio fallimentare. il vento un giorno
ti spazzerà via.

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Brescia, 28 maggio
(1974)
di Franco Trincale
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/brescia-28-maggio

Il 28 di maggio alle dieci del mattino vuole fermare l’Italia che lotta e che
gridando: «Abbasso il fascismo» si sfila lavora..
sotto la pioggia
in Piazza della Loggia il corteo è arrivato Scendiamo nelle piazze, uniti e con coscienza
per ascoltare il comizio indetto dal così come lo fummo nella Resistenza..
sindacato..
Non bastan le parole dei nostri governanti
Si sente un gran boato, grida di dolore colpire bisogna coi fatti autori e mandanti..
la gente fugge in preda al panico e al
terrore.. In fabbrica si sciopera oggi non si lavora
l’Italia si è fermata e i martiri onora..
Il sangue di innocenti è sparso sul selciato
a Brescia un’altra strage i fascisti hanno E ai vili attentatori: questa è la vertenza
firmato.. indietro non si torna... continua la
Resistenza..
La strategia è sempre quella di Piazza
Fontana "O bella ciao, o bella ciao, o bella ciao
contro la democratica repubblica italiana.. ciao ciao
una mattina si sono alzati..
La vile trama nera con le bombe ancora son morti in otto.. per la libertà.."

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Buon lavoro
(1977)
di Stormy Six
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/buon-lavoro

Ogni mattina l'orchestra radiofonica Hanno le orbite quadrate come scatole,


se la spassa e ti dà di gomito. quando non li vedi ti guardano;
La tromba strepita un ritornello magico, Hanno tre bocche e trentatrè nastri
mentre i violini salutano. magnetici.
La folla scatta, sorpassa gli orologi,
lascia partire le raffiche "Buon lavoro!", il cielo è nero,
dei suoi passetti precisi in bianco e nero il giorno nasce in città
che si sgranano sotto i semafori. "Buon lavoro!", cantano i muri,
ognuno avrà quel che dà.
"Buon lavoro!", il cielo è nero,
il giorno nasce in città Quando sui viali la pioggia resta sola,
"Buon lavoro!", cantano i muri, la luce dell'ora elettrica
ognuno avrà quel che dà. misura il sonno di piombo della gente
che vende la vita per vivere.
Lungo la fabbrica continua lo spettacolo
dei giorni che si rincorrono. "Buon lavoro!", il cielo è nero,
In sei nel cerchio galoppano per mordere il giorno nasce in città
la coda della domenica. "Buon lavoro!", cantano i muri,
ognuno avrà quel che dà.

pagina 1027
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Buone feste compagno lavoratore


(1974)
di Alfredo Bandelli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/buone-feste-compagno-lavoratore

Buone feste compagno lavoratore il prete ci dà la benedizione


l'azienda ci dà il pacco di Natale tutti insieme operai con il padrone
la bottiglia di spumante e il panettone e tanti auguri per la produzione.
e tanti auguri di Buon Natale.
Ma compagno ti ricordi tempo fa
Ma compagno ti ricordi tempo fa il rinnovo del contratto di lavoro
che veniva il ruffiano del padrone le battaglie ai picchetti la mattina
con le multe e con le sospensioni la polizia ci dava legnate...
per farci fare più produzione.
Il nostro sor padrone
Il nostro sor padrone dobbiamo festeggiare
è buono come il pane quello che ci ha sfruttato
ci dà una letterina e ci vuoi licenziare.
di auguri di Natale.
Abbiamo appeso al muro
C'è scritto "ad anno nuovo la corda da impiccato
per ristrutturazione con scritto "Al sor padrone
l'azienda la ritiene il posto è riservato!"
a cassa integrazione".
Abbiamo appeso al muro
Buone feste, suonano le campane la corda da impiccato...

pagina 1028
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C'era una volta


(1977)
di Canzoniere femminista
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/cera-una-volta

C'era una volta una donna Bianca come i capelli di una vecchia che per
molto era giovane e bella cent'anni
il principe azzurro un bel giorno arrivò tra mille pene la sua vita ha consumato
sul suo cavallo bianco la portò. di lana un monte c'era in quella stanza
lei lo guardò e perse ogni speranza. .'
La portò via lontano
per boschi e foreste la tenne per la mano Ma di terrore fu poi invasa tutta
ed al castello alla fine arrivò: quando al terzo mucchio gettò un'occhiata
era tutto di ferro e lei tremò. lacrime e sangue insieme mescolate
perle da infilare erano ammucchiate.
In unastanza segreta lui la portò
le diede un bacio e disse: "lo ti amerò Si voltò indietro, ma la porta era già chiusa
se tutto questo per me tu farai il re del castello l'aveva lasciata sola
ed il tuo amor così mi proverai!" Sgomento un pianto il cuore le gonfiò
con tutta la sua anima si ribellò!
Di segala e grano un monte alto c'era laggiù
che figli e nipoti ci potevano mangiare Ritornò poi il re che la notte era già scura
che per cent'anni avrebbero campato grande fu il suo stupore a vedere che lei non
grano a grano lei l'avrebbe separato. c'era
un brivido gli corse sotto la pelle
mille e mille streghe volavano tra le stelle.

pagina 1029
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Canción A Víctor
(1975)
di Inti Illimani
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: spagnolo/castigliano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/cancion-victor

Trigo y maíz era tu voz, Caíste allí junto a otros mil


Mano de sembrador, Cuando nació el dolor,
Alma de cobre, pan y carbón, Hoz y martillo tu corazón
Hijo del tiempo y del sol. Rojo de vida se abrió.

Tu canto fue flor de metal El pueblo así te regará


Grito de multitud, En un jardín de luz,
Arma en el puño trabajador, Serás clarín de lucha y amor
Viento del norte y del sur. ¡canto de chile serás!

pagina 1030
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Canción con todos


(1969)
di Cesar Isella
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: spagnolo/castigliano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/cancion-con-todos

Salgo a caminar Todas las voces, todas,


por la cintura cósmica del sur. todas las manos, todas,
Piso en la región toda la sangre puede
más vegetal del viento y de la luz. ser canción en el viento.
Siento al caminar Canta conmigo, canta,
toda la piel de América en mi piel hermano americano.
y anda en mi sangre un río Libera tu esperanza
que libera en mi voz su caudal. con un grito en la voz.

Sol de Alto Perú, Ciñe el Ecuador


rostro Bolivia, estaño y soledad, de luz Colombia al valle cafetal.
un verde Brasil, Cuba de alto son
besa mi Chile cobre y mineral. nombra en el viento a Méjico ancestral.
Subo desde el sur Continente azul
hacia la entraña América y total, que en Nicaragua busca su raíz
pura raíz de un grito para que luche el hombre
destinado a crecer y estallar. de país en país
por la paz.

Informazioni

Sul testo del poeta Armando Tejada Gómez.

pagina 1031
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Canción del poder popular


di Inti Illimani
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: spagnolo/castigliano
Tags: antimperialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/cancion-del-poder-popular

Si nuestra tierra nos pide ahora somos gobierno.


tenemos que ser nosotros
los que levantemos Chile, Porque esta vez no se trata
así es que a poner el hombro. de cambiar un presidente,
será el pueblo quien construya
Vamos a llevar las riendas un Chile bien diferente.
de todos nuestros asuntos
y que de una vez entiendan Porque esta vez no se trata...
hombre y mujer todos juntos.
La patria se verá grande
Porque esta vez no se trata con su tierra liberada,
de cambiar un presidente, por que tenemos la llave
será el pueblo quien construya ahora la cosa marcha.
un Chile bien diferente.
Ya nadie puede quitarnos
Porque esta vez no se trata... el derecho de ser libres
y como seres humanos
Todos vénganse a juntar, podremos vivir en Chile
tenemos la puerta abierta,
y la Unidad Popular Porque esta vez no se trata
es para todo el que quiera. de cambiar un presidente,
será el pueblo quien construya
Echaremos fuera al yanqui un Chile bien diferente.
y su lenguaje siniestro.
Con la Unidad Popular Porque esta vez no se trata...

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Cantata di lupara
di Franco Trincale
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: siciliano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/cantata-di-lupara

Ha cantato la lupara che vuliti comandare


n'altro morto ieri sira con la legge di lupara.
era un gran lavuraturi
si chiamava Salvaturi. E Salvatore continuava
a parlare, e non aveva paura,
Sutta un alberu agghiurnavu e parlava a li picciotti:
come fossi che dormiva «Picciotti! Li terre
nveci è stato assassinato amm'occupari,
con due colpi di lupara. ci dobbiamo ribellari
come fanno li operai d
Avia statu in cuntinenti i lu Nord, tutti uniti
dentro li fabbriche importanti contro li padroni».
avia fattu l'operaio Ma Salvatore non cedette
e cchiù spertu ritornau. a li ricatti, e così
lu padruni pagau li mafiusi,
E parlava a li cumpagni l'esecutore de li delitti
mentre ieva a travagghiari che s'appostarti
per la sorte migliorari dietro una siepe,
di la genti zappaturi. e quando Salvatori
era a travagghiari
Salvaturi, tornando cci spararo a tradimento...
di lu continente
dentro le fabbriche Ciuri russi hannu purtatu
tornau più emancipato, li cumpagni a Salvaturi
più spertu, c'è na vecchia addulurata
e parlava 'nta li compagni che tu chianci a tutti l'uri.
a li braccianti
per occupari le terre, E c'è misa na balata
per ribellarsi dove giace Salvaturi
contro l'oppressione con la scritta collocata
di lu grosso che fa chianciri lu cori.
padruni agrario, ma...
E la scritta ne la lapide
Lu padruni lu chiamau dov'è la tomba
«Bada a te, o Salvaturi di Salvatore Carnevale dice così:
tu si un uomo avvisatu
se vuoi essere salvato». "Ntra lu scuru d'a matina
ccu dui colpi di lupara
Gente vile e malfattori ammazzaru a Salvaturi
de la stirpe senza cori li mafiusi di la Sciara".

Informazioni

Ballata sulla morte del sindacalista Salvatore Carnevale, ucciso dalla mafia di Sciara, Palermo, il 16 maggio 1955.

Vedi anche: Lamentu ppi la morti di Turiddu Carnivali

pagina 1033
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Cantendi sa storia nosta


(1978)
di Franco Madau
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: sardo
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/cantendi-sa-storia-nosta

Apu inghitzau a sou, anti inghitzau a nai


cantendi sa storia nosta, "is fabricas no rendinti
atesu de 'omu torrausu a serrai!"
e atesu de innoi.
Sa storia est de tottu custa genti
Sa storia giai est bella, de licenziausu de fabrica e minerasa
ma da connoscinti in pagusu sa storia est de is innocentisi in gallera!
no est iscritta me is librusu,
no s'istudiat a iscola. Apu inghitzau a sou
ma innoi seu medasa!
Sa storia est de ki traballat in giru e giai chi nisciunu dda scridi
sa storia est de is mortus in miniera e nosu da cantausu
sa storia est de is innocentisi in gallera! cantendi sa storia nosta
cantendi sa storia nosta
S'anti fattu bendi is terras
ca 'anca si fadianta is fabbricasa Apu inghitzau a sou
e nosu nc'esu cretiu ma innoi seu medasa, innoi seu medasa
e eusu accettau. e custa est sa risposta gagliareda
po sa rinascita sarda
Ma dopu cancu annu est sa risposta gagliareda
po sa sa rinascita sarda

pagina 1034
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Canto
(1974)
di Canzoniere Il Contemporaneo
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/canto

Canto come mi nasci male in cui il silenzio e il grido


cantar devo lo spavento sono le mete di questo canto.
spavento cantò chi è venuto
così che io muoio di spavento Ciò che vedo non l’ho mai visto
ciò che ho sentito e sento
vedendomi fra tanto e tanti farà sorgere il momento...
momenti dell’infinito

Informazioni

Questo testo di Victor Jara fa parte dell'ultimo componimeto poetico che scrisse mentre era imprigionato nello
stadio di Santiago del Chile, dove fu torturato e ucciso. E' più nota la prima parte portata alla notorietà da Pete
Seeger con En el stadio de Chile.
Fu anche musicato e interpretato da Isabel Parra, qui il video

Il poema si può leggere per intero qui

pagina 1035
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Canto a los caídos


(1973)
di Inti Illimani
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: spagnolo/castigliano
Tags: antifascisti, repressione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/canto-los-caidos

Por las calles vacías noche sin rostro, sembrado)


Los trigales quemados, bandera herida. Cuando hay junto a una mano manos
¿Es que el aire en su vuelo se ha detenido? hermanas,(Hermanada conciencia)
¿O es que murió la llama en todos los fuegos? Cuando contra el tirano se alza la
Una mano del fuego hizo herramienta Patria,(Cuando contra el tirano se alza la
Y detrás de sus pasos dejó caminos Patria)
Y de tierra y de fuego pan hace el hombre Un sol nuevo alimenta cada mirada (Un sol
Y el pan, antes que trigo, es mano que nuevo alimenta cada mirada)
siembra. Cuando hay junto a una mano manos hermanas,
Y detrás de sus pasos dejó caminos. Cuando se alza la Patria contra el traidor.
Hay torrentes que corren bajo la tierra, Un día el cobre se alzará
Como muerte que en vida germinará. Y en las entrañas del carbón
Así arde en las venas una palabra (Su palabra Temblará el grito contenido de la tierra.
creciendo) ¡Para el traidor no habrá perdón!
Un sol nuevo alimenta cada mirada (Como trigo

Informazioni

Canzone scritta da Luis Advis per la colonna sonora del film La tierra prometida di Miguel Littín (1973), che
racconta la violenta repressione da parte dell'esercito di una rivolta contadina avvenuta in Cile all'inizio del '900. Il
testo è stato riadattato in seguito ai tragici eventi dell'11 settembre 1973.

pagina 1036
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Canto d'emigrazione [I campi si svuotano si riempiono


le officine]
di Dario Fo
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale, emigrazione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/canto-demigrazione-i-campi-si-svuotano-si-riempiono-le-officine

I campi si svuotano Addio addio amore


si riempiono le officine, nelle galere
Sicilia Puglia e Calabria, di Lombardia e di Torino.
mille treni parton di disperati. Addio addio amore
andiamo a crepare
Addio addio amore giorno per giorno per poter campare.
nelle galere
di Lombardia e di Torino. Ci strozzano col foglio paga
Addio addio amore ci strozzan per gli alloggiamenti
andiamo a crepare ci strozzan per ogni cosa si debba pagare.
giorno per giorno per poter campare.
Addio addio amore
Ci strozzano col foglio paga nelle galere
ci strozzan per gli alloggiamenti di Lombardia e di Torino.
ci strozzan per ogni cosa si debba pagare. Addio addio amore
andiamo a crepare
giorno per giorno per poter campare.

pagina 1037
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Canto del Frente Unido


Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/canto-del-frente-unido

Perché è un uomo, l’uomo Non lo difenderà


Mangiare tutti i giorni lui dovrà
Un piatto colmo di discorsi Perciò due tre ...
Sazio non lo farà
Perché è un uomo, l’uomo
Perciò due tre E avere calci in bocca non gli va
Con noi due tre Sotto di se non vuole schiavo
Qui nel Fronte del Lavor Ne sopra padroni vorrà
Perchè anche sei un lavorator
Il tuo posto è insieme a noi Perciò due tre ...

Perché è un uomo, l’uomo Perché è un proletario i proletario


Andare nuodo e scalzo non potrà La sua liberazione non verrà
E suono di fanfare dal freddo Da nessun altro che da lui stesso
E da chi con lui lotterà

Informazioni

Versione in italiano del "Frente Unido", canto della Guerra Civle Spagnola scritto da Bertold Brecht, del Canzoniere
Internazionale

pagina 1038
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Canto per Nguyen van Troi


(1973)
di Canzoniere Il Contemporaneo
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antimilitaristi, antimperialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/canto-nguyen-van-troi

Dai quattro canti più puro dell’azzurro d’un cielo terso


la morsa della morte è l’amore nella cella
senz’albero né del condannato a morte.
foglia né nube
senza la volta del firmamento E perfino le
senza la volta del firmamento. sbarre di ferro
fioriscono di
Ma è più gemme e corolle
fresco d’un fiore più puro dell’azzurro d’un cielo terso
d’un fiore è l’amore nella cella
appena sbocciato del condannato a morte.

pagina 1039
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Canto popolar
(1977)
di Yu Kung
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/canto-popolar

Scenderà dalle montagne questo canto popolar guarda i campi la tua terra
canterà in mezzo alla valle di lavoro e cuoce il pane la tua festa.
libertà
girerà lungo le strade con la voce di un Scenderà dalle montagne questo canto popolar
torrente canterà in mezzo alla valle di lavoro e
canterà in mezzo alla gente mille voci libertà
riunirà. girerà lungo le strade con la voce di un
torrente
Scava la pietra sotto il sole canterà in mezzo alla gente mille voci
fino a sera il tuo sudore riunirà.

pagina 1040
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Canzone del toco


(1967)
di Canzoniere Popolare del Veneto
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: veneto
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/canzone-del-toco

Stamattina fasso el toco par ancùo man in scarsèla


e chissà che la sorte gira e no se impenisse la scuèla
se lavoro par ancùo
no 'ndarò a culo nùo. Doman torno a fare 'l toco
perché son occasional
E la ciave gira gira anca fusse col piastrin
èco el toco che 'l scominsia qua al porto xe un casin
fino a sento el xe rivà
e mi fora el m'ha lassà Tonelate de lavoro
finché la sorte ne rancura
Me vien rabia, me vien bile pò co' manca da magnar
tornar casa sfortunà sarà tempo de robàr

Informazioni

Il "toco" è il metodo utilizzato per l'assunzione giornaliera della manodopera avventizia tra i portuali disoccupati.
Disposti in cerchio tutti gli interessati, l'incaricato poneva al centro una chiave e la faceva girare; la punta della
chiave si fermava in corrispondenza di uno degli uomini in cerchio; da lui l'incaricato iniziava allora la conta la cui
lunghezza dipendeva dal fabbisogno della giornata. Tutti gli uomini toccati dalla conta avevano lavoro per quel
giorno.

pagina 1041
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Canzone della libertà


(1969)
di Luigi Lunari, Lino Patruno
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/canzone-della-liberta

Viva la libertà che qualcuno vuol cancellare non soltanto sui libri di scuola
che risorge più forte di prima ma ogni giorno casa e officina.
quando la si vuoi sotterrare.
Viva la libertà
Viva la libertà insidiata per esser sconfitta
quella scritta storta sui muri da un pennello e una mano di calce
delle case, delle prigioni che però han ricalcato la scritta.
delle fabbriche e dei tuguri.
Viva la libertà
Parlan tutti un gran bene di lei contro il segno di calce più forte
e ci fan sopra lunghi discorsi lo scalpello non può che scavare
anche se molte volte è una scusa sempre più quelle lettere storte.
per goderne alla faccia degli altri.
Viva la libertà
Molta gente non sa com'è duro c'è qualcuno che ha pronto il piccone
conquistarla e tenerla vicina il suo simbolo abbatterà
anche il muro della prigione.

Informazioni

pagina 1042
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Canzone della libertà


(1968)
di Luciano Lucignani
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/canzone-della-liberta-0

Quello che domandiamo è libertà quello che volevamo è libertà


quello che rifiutate è libertà quello che negavate è libertà
quello che non sapete ora però sapete
è che noi ad ogni costo è arrivato quel momento
noi ce la prenderemo libertà subito la vogliamo libertà

quello che domandiamo è libertà quello che domandiamo è libertà


quello che rifiutate è libertà quello che rifiutate è libertà
quello che non sapete ora però sapete
è che siamo in tanti al mondo è arrivato quel momento
troppi a volere ancora libertà noi ce la prenderemo libertà

Informazioni

Uscita nel 1968 per la fonit Cetra interpretata da Sergio Endrigo, questa canzone è stata scritta da Luciano
Lucignani per il testo e da Ennio Morricone per la parte musicale. Nel 1972 venne incisa anche da Milva che, nel
1979, la cantò anche in tedesco con il titolo "Freiheit in meiner Sprache"

pagina 1043
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Canzone delle donne della Comune di Parigi


(1976)
di Franca Rame
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: femministi, comune di parigi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/canzone-delle-donne-della-comune-di-parigi

Si, mi piaci te, mi piace l'amore con te,


mi piace l'amore con te, ma incinta io voglio restare.
ma incinta non voglio restare. O no, quel figlio non saria per te,
O no, quel figlio non saria per te, ma per il padrone io lo voglio fare.
ma per il padrone io lo dovrei fare.
Di lotta e di rabbia io lo voglio allattare,
Perché me lo possa adoperare, di rosso soltanto vestire,
di fatica intristire, nel vino e bestiemme bagnare,
come in guerra mandare, solo per lui con canzoni bastarde lo voglio ninnare,
lo debbo allattare e allevare, e armato poi contro il padrone
e dai vermi e dalla tosse guarire. lo voglio mandare,
e armato poi contro il padrone
Si, mi piaci te, lo voglio mandare.

Informazioni

Dallo spettacolo teatrale Parliamo di donne, di Franca Rame e Dario Fo, produzione Collettivo Teatrale La Comune.
Fu prodotto e messo in scena nel 1976 alla Palazzina Liberty, ripreso dalla Rai e trasmesso nel corso della serie "Il
teatro di Dario Fo" l'anno seguente.

pagina 1044
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Canzone di strada
(1974)
di Canzoniere femminista
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/canzone-di-strada

In sottofondo si sente sulla testa mentre Jack


"Bandiera rossa" rovescia un fiume d'acqua
c'e Sally sull'acqua
Recitato: che salpa su un ciocco d
el caminetto
Per tutta la nostra buona mentre Bobby
vecchia Terra c'è stata agitazione fa un orrendo rumore
e nelle ore lavorative torcendo la coda del gatto
del pover'uomo all'una arriva il tumulto
grandi cambiamenti abbiamo visto gli uomini vengono a casa a mangiare
ma mentre essi lottavano e se non è pronto
per i loro diritti stai attenta alla strigliata
e per cambiare la loro sorte sorte alle cinque lui ha finito il suo lavoro
le nostre povere schiave bianche e allora fa il magnifico
sono lasciate a casa mentre tu stai sgobbando
trascurate e dimenticate. come una negra
Allora io chiamo tutte le donne, lui canta "Happy land".
ragazzi,esse sono l'orgoglio
della nostra terra diciamo tutti In sottofondo si sente
allora perchè le nostre donne "Se ben che siamo donne"
dovrebbero lavorare più
di nove ore al giorno. Recitato:

In sottofondo si sente A voi ora operaie d'Inghilterra


"Son tutte belle le mamme del mondo": che prendete una così misera paga
le rose delle vostre guancie fiorenti
Recitato: il duro lavoro ha fatto sparire
spesso per compiacere
"Che può aver da fare una donna?" i vostri padroni
gli uomini usano spesso dire lavorate fuori orario
loro hanno solo da cucinare ma se siete in ritardo loro
e far stufati chiudono i cancelli e
e possono trascorrere vi fanno pagare una multa.
piacevolmente Ragazze ascoltate
il giorno allora il mio consiglio,
ma fate che appena che un uomo quando corteggiate
prenda il suo posto, il vostro giovanotto
quando i bambini ditegli quando
cominciano a strillare il nodo sarà stretto
lui si troverà che questo sarà
in una tale confusione il vostro piano:
che non ci proverà più otto ore di lavoro,
per primo dovreste otto ore per dormire
far vestire i bambini e poi otto ore per il gioco,
e fare la colazione lo sai le domeniche saranno tutte vostre
c'è Tommy che sta ritto e per il lavoro di notte,
paga doppia!

pagina 1045
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Caporetto '17
(1972)
di Ivan Della Mea
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: milanese
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/caporetto-17

So 'ndato in guera so 'ndato in guera "In paradiso non entri mica


mi ci han mandato in paradiso
mandato al fronte contro al nemi' con quel beretto che male ti sta
contro al nemi' che male ti sta

So 'ndato all'assalto so 'andato all'assalto Tu non lo sai ma quel beretto


mi ci han mandato tu non lo sai
e i miei compagni li ho visti a fuggir che l'ha perduto chi ti t'ha copà
li ho visti a fuggir chi ti t'ha copà"

Prima il maggiore poi il capitano Oé ti San Pietro tu dimmi il vero


prima il maggiore oé ti San Pietro
e poi il tenente e dietro mi tu devi dirmi che l'è che m'ha copà
e dietro mi chi l'è che m'ha copà

Dice il maggiore al capitano "L'è stà 'l Badoglio te disi Tonio


dice il maggiore l'è stà 'l Badoglio
"Sior capitano resista qui che a Caporetto 'l s'è imboscà
resista qui" el s'è imboscà"

E il capitano dice al tenente Oé ti San Pietro tu dimmi il vero


il capitano oé ti San Pietro
"Sior tenentino resista qui tu devi dirmi se l'han condannà
resista qui" se l'han condannà

El sior tenente mi dice "Tonio" "Lui l'han promosso, povero Tonio


el sior tenente lui l'han promosso
mi dice "Tonio tu spèta 'l nemi' l'han nominato primo general
tu spèta 'l nemi'" primo general"

Io ci ho risposto "Sissior tenente È questa guerra, o santo Pietro


io ci ho risposto la santa guerra
e poi la palla mi viene a colpir ma dei padroni e dei general
mi viene a colpir e dei general

E giù in terra c'era un beretto "È questo il mondo, povero Tonio


lì giù per terra è questo il mondo
sì un bel beretto ma da general e arriva in cielo chi sa pazientar
ma da general chi sa perdonar

Tant per crepà me lo son messo Pazienza un'ostia, o santo Pietro


tant per crepà pazienza un'ostia
e poi son morto ma da general mi vo all'inferno per non pazientar
ma da general per non perdonar

'Rivato in cielo press'a San Pietro Pazienza un'ostia, o santo Pietro


'rivato in cielo pazienza un'ostia
press'a San Pietro e lù 'l m'ha vardà l'è mèj l'inferno che pazientar
e lù 'l m'ha vardà che perdonar

pagina 1046
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Cappuccetto Rosso
(1974)
di Canzoniere Il Contemporaneo
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/cappuccetto-rosso

Cappuccetto Rosso porta da mangiare con sé ha portato i suoi fratellini [bis].


Cappuccetto Rosso porta da mangiare
alla sua nonna che sta oltre il bosco Cappuccetto Rosso e i Cappuccetti Rossini
alla sua nonna che sta oltre il bosco. [bis]
picchiano ben sodo il lupo nero [bis].
Arrivato al bosco incontra il lupo nero [bis]
«dammi da mangiare o io mangio te» [bis]. E così la nonna può mangiare [bis]
mentre il lupo nero dice dolorante: [bis]
Detto questo apre la sua bocca [bis]
e gli mostra i denti che fan paura [bis]. «contro Cappuccetto ce la potevo fare [bis]
ora sono in tanti in pensione devo andare»
Ma Cappuccetto Rosso si è fatto furbo [bis] [bis].

pagina 1047
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Cara Madre
(1975)
di Antonietta Laterza
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/cara-madre

La tua pancia amore libero parità


ha gridato puntuale il '68 la fabbrica il corteo
come una valvola biologica ma ho abortito come una strega
d'inverno come una cosa scontata anche la lotta di classe mi ha fregato
Io sono nata
banchi di poliomielite Cara madre
hanno copertola mia fronte più ti lascio a pezzi
i pensieri come tre fanciulle più mi ritrovo col tuo corpo
continuavano ad andare il tuo destino
non è cambiato niente
I re... i re... i re... ti ho tradito col padre
i re con il cazzo maniaco e ottuso
infuocato verso il cielo ma ti rivoglio sul mio cuscino
invidiano le donne essere donna è bello
plagiano il potere
I re...
Cara madre
ti ricordi la mia infanzia ruvida Alla finestra guardi le tue figlie
dove portavi i giardini di plastica amarsi e ballare
e vi chiamavi il lupo e ora che ti togli di dosso
che una mattina insieme ai miei balocchi le ali strappate
un carro funebre l'odio-amore ripetuto
ha trasportato per sempre nell'impotenza nei miei sogni
nell'inconscio si copre di terra
diventa una poesia di lotta
Cara madre
così grassa e sconfitta i re...i re...i re...
ho rifiutato la tua immagine l'odio-amore si copre di terra
mi sono emancipata diventa una poesia di lotta

pagina 1048
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Carcire ca mi tiniti carciratu


Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: pugliese
Tags: carcere
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/carcire-ca-mi-tiniti-carciratu

Carceri ca me teniti carceratu le mei sorelle an brazze me pjara


pe contentezza de li mei nemici, e me minara su la mamma mia.
cacciame fore ca a cqua intra patu
quantu te cuntu l'error ca fici. O mamma, se sapessi le galere
dici poi, fiju miu, commu hai campatu,
De quindici anni ca stau carceratu de fore ntorniciatu de bandiere
nessuno m'ha mandatu nu salutu, de intra c'è l'infernu naturale.
mancu de li cancelli su chiamatu
credu lu nome miu ca s'ha perdutu. O mamma ce su brutte le galere
ci le vidi spaventu ni rimane
O, quando sentu li cancelli sbattere nu senti né orologi né campane
m'ene lu chiantu e pensu a casa mia, sulu rumori de ferri e catene.

Informazioni

Questo canto di carcere (o di rimpianto) è stato tramandato grazie all'informatrice Niceta (Teta) Petrachi detta "la
Simpatichina" alla fine degli anni Settanta (http://www.archiviosonoro.org).

pagina 1049
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Caro figliolo mio


(1974)
di Canzoniere Il Contemporaneo
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/caro-figliolo-mio

Caro figliolo mio ti voglio dire che a distinguer chi lavora da chi non fa niente
la vita non è come dicono le fiabe anche se nelle fiabe il buono non lavora mai.
non è tutto oro quel che vedi luccicare
l’oro è nascosto e tu lo devi cercare. Nella vita futura dovrai faticare
come quelli che valgono dovrai lavorare
Nella vita vera non è sempre il buono ma sarà tuo compito imparare anche a lottare
che alla fine della storia esce vincitore ma sarà tuo compito imparare anche a lottare.
molte volte accade che a vincere sia il
peggiore Perché diventi la vita come nelle favole
ed il buono perda anche se ha ragione. che tu oggi leggi non dovrai stare a guardare
ma insieme a tutti gli altri lottare per
Spero che tu crescendo potrai imparare cambiare
a distinguer ciò che luccica da quello che tutto ciò che luccica in tutto ciò che vale.
vale

pagina 1050
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Casa Comigo Marta


(1974)
di José Mário Branco
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: portoghese
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/casa-comigo-marta

Chamava-se ela Marta Casa comigo Marta


Ele Doutor Dom Gaspar Tenho acções e rendimentos
Ela pobre e gaiata Tenho uma cama larga
Ele rico e tutelar Num dos meus apartamentos
Gaspar tinha por Marta uma paixão sem par Tenho ouro na Suíça e padrinhos aos centos
Mas Marta estava farta mais que farta de o Empresto e hipoteco e transacciono
aturar investimentos
- Casa comigo Marta - Casa comigo Marta
Que estou morto por casar Tenho acções e rendimentos
- Casar contigo, não maganão - Casar contigo, não maganão
Não te metas comigo, deixa-me da mão Não te metas comigo deixa-me da mão

Casa comigo Marta Casa comigo Marta


Tenho roupa a passajar Tenho rédeas p´ra mandar
Tenho talheres de prata Tenho gente que trata
Que estão todos por lavar De me fazer respeitar
Tenho um faisão no forno e não sei cozinhar Tenho meios de sobra p´ra te nomear
Camisas, camisolas, lenços, fatos por passar Rainha dos pacóvios de aquém e além mar
- Casa comigo Marta - Casas comigo Marta
Tenho roupa a passajar Que eu obrigo-te a casar
- Casar contigo, não maganão - Casar contigo, não maganão
Não te metas comigo deixa-me da mão Só me levas contigo dentro de um caixão

Informazioni

Dall' album: "Mudam-se Os Tempos, Mudam-se As Vontades", canzone reinterpretata in italiano da Maria Monti
nella canzone-collage 'Rivista.

pagina 1051
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Case case
(1977)
di Alberto D'Amico
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: veneto
Tags: lotta per la casa
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/case-case

Xe ora e tempo passa la piova


che i fassa calcossa
che i pensa a nialtri L'aqua xe aqua
de la via Garibaldi e coi decreti
no la se suga
A Campo Ruga ghe vol i fati
a Seco Marina
almanco un poco Volemo 'na casa restaurada
che i ne risana volemo pagar un afito de pochi schei
volemo stà a Castelo
Case case vece desfae dove che semo nati e cressui
abandonae in santa malora
no se trovemo gavemo paura Case case vece desfae
de 'ndar fora spece de sera abandonae in santa malora
no se trovemo gavemo paura
Xe ora e tempo de 'ndar fora spece de sera
che i fassa i terassi
dai muri sfesai Xe ora e tempo che i fassa calcossa...

Case case vece desfae abandonae...

pagina 1052
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Cavàrte dal fredo


di Alberto D'Amico
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: veneto
Tags: lotta per la casa
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/cavarte-dal-fredo

Cavàrte dal fredo, dall'umidità Sotto la tola un metro de mar


dai muri bagnài, dal letto geà te s-ciopa la gola, te vien da sigàr
portarte distante, fora de qua xe morta la stùa, se squagia el cartòn
trovarte una casa, la comodità ti piansi e i to oci xe un'altra aluviòn

tre stanse col bagno e 'l termosifòn Portarte distante, in serca del sol
e tanta acqua calda, che la vien co ti vol ma el sangue go fiapo, el peto me dol;
scaldarte i pìe, scaldarte le man novembre de bruto m'ha assassinà
xe longo l'inverno, non basta el me fià! e gnanca el coragio me ga salvà

Se suppia scirocco vien vanti l'istà San Marco e i palassi i vol salvar
e fora in laguna se sente cantar però i venesiani pol anca spetàr
turisti va in Piassa, al Casinò i salvarà i santi, la xona industrial
Cipriani fa schei e mi no ghe n'ho. Valeri Manera col cardinal.
I vien par tre mesi a fotografar
colombi che svola, palassi sul mar Da Ciosa a Fusina tuto va xo
comprè cartoline, che schei no ghe n'è portarte distante, dove, no so
turisti da culo, che schifo che fè! in fabrica forse i me ciaparà
andaremo a Marghera, forse a Milan
Torna novembre, bate le tre
E i veci no parte, i speta a morir
in leto strucài bevemo un brulè i mor venessiani, i mor col so vin
xe fredo, xe acqua, xe tuto allagà e vece va a messa, col sciàl e 'l cocòn
e semo più fondi de un anno fa le mor confesàe, disendo orasiòn.

Informazioni

L’esodo massiccio dalla città verso la “terraferma” negli ultimi 50 anni ha fatto di Venezia la prima nella classifica
europea della velocità di spopolamento. A questo hanno contribuito non solo le frequenti alluvioni ("acqua alta",
frequenti nel mese di novembre), ma soprattutto una politica degli alloggi e del lavoro incentrata solo sul turismo.

pagina 1053
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Centomigliaia di anni
(1975)
di Antonietta Laterza
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/centomigliaia-di-anni

Centomigliaia di anni mi vengono in mente


sono la mia memoria a ferire il silenzio
ma vogliono di questa congiura.
che mi creda una bambina.
Da oggi
È impuro con le mani
questo sangue bisognerà graffiare
che serve a generare la vita nel profondo dei cervelli
scorre come un torrente con i piedi occupare
che sottolinea la mia bellezza. l'orlo della terra
Questo sangue insistere con la voce
è stato versato fino alla via lattea.
troppo facilmente. Con tutto ciò
Sono sacrifici non ci negheremo
che non hanno tempio la ruota dentata del progresso
i nostri corpi nè la fantasia
arsi su un rogo che ridistribuisce
trafitti da un puntale il possibile
per l'onore di possederci dall 'impossibile.
sbrindellati nelle viscere
come pezzi di un giocattolo smontato. Dopo centomigliaia di anni
ricomincia
Centomigliaia di cose la nostra storia.

pagina 1054
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Certo che se non fosse


(1972)
di Fausto Amodei
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antimperialisti, comunisti/socialisti, satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/certo-che-se-non-fosse

Certo che se non fosse per i marines che combattono nel Vietnam.
che combattono nel Vietnam
Questi ragazzi muoiono per difendere
saremmo schiavi, senza eccezione, la nostra libertà!
dei sovversivi, razza dannata,
costretti a stare senza padrone La libertà, che è il dono più bello.
e senza la proprietà privata. La libertà, più grande e più bella,
quella di assistere a Carosello
Dovremmo starcene tutti zitti, alle otto e mezza di ogni sera.
col capo chino, la morte in cuore,
senza godere più dei profitti Quella di leggere informazioni
né della legge del plusvalore di prima mano, sopra il giornale
su menopause, su mestruazioni
Questo se non ci fosser quei marines di principesse di sangue reale.
che combattono nel Vietnam.
Poveri noi se non ci fossero tanti Marines
Senza quei cinquecentomila marines laggiù nel Vietnam.
che combattono nel Vietnam
Senza quei baldi giovani che difendono
per non parlare di altri disastri la nostra civiltà.
noi non potremmo mai più godere Noi non saremmo più spensierati,
Giulio Andreotti che taglia nastri ma tutti quanti, mal volentieri,
quando si inaugurano le fiere. la smetteremmo d'esser neonati
perchè dovremo diventar seri.
Dovremmo starcene sotto il giogo
dei comunisti e mai più potremo Ci resterebbe l'idea molesta
trovare un alto nobile sfogo che un conto è scrivere una canzone
nei testi e musiche di Sanremo. con testi e musiche di protesta
e un conto è far la rivoluzione.
Diciamo allora un "grazie!" a tutti i
marines Questo accadrà se lo zio Sam verrà un giorno
scacciato via dal Vietnam

pagina 1055
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Certo i padroni morranno


(1969)
di Paolo Pietrangeli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti, satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/certo-i-padroni-morranno

Certo i padroni morranno ci chiederà di far


morranno davvero rivoluzione
nell'aspettar che aspettiamo
che muoiano loro con lui la Confindustria
pensa un pò quanto pesa tremante di paura
morire nell'attesa noi non farem nemmeno
e per questo morire riforme di struttura.
senza colpo ferire.
Certo i padroni morranno
Certo i padroni morranno che arma sottile
che arma sottile che abbiam trovato compagni
che abbiamo trovato per farli morire
compagni per farli morire e l'attesa sarà
e il sol dell'avvenire più lunga certo
sarà più luminoso cosicché moriran
perché morranno stanchi tutti d'infarto.
dopo tanto riposo.
Ma noi duri di pietra
Piangerà certo Agnelli in questa crudeltà
per la sua situazione morite pur da soli
noi non avrem pietà.

pagina 1056
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Chacun de vous est concerné


(1968)
di Dominique Grange
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: francese
Tags: repressione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/chacun-de-vous-est-concerne

Même si le mois de mai Si vous nous avez laissé


Ne vous a guère touché Matraqués sur le palier
Même s’il n’y a pas eu Même si vous vous en foutez
De manif dans votre rue Chacun de vous est concerné
Même si votre voiture
N’a pas été incendiée Même si dans votre ville
Même si vous vous en foutez Tout est bien resté tranquille
Chacun de vous est concerné Sans pavés sans barricades
Sans blessés et sans grenades
Même si vous avez feint Même si vous avez gobé
De croire qu’il ne se passait rien Ce que disait la télé
Quand dans le pays entier Même si vous vous en foutez
Les usines s’arrêtaient Chacun de vous est concerné
Même si vous n’avez rien fait
Pour aider ceux qui luttaient Même si vous croyez maintenant
Même si vous vous en foutez Que tout est bien comme avant
Chacun de vous est concerné Parce que vous avez voté
L’ordre et la sécurité
Même si vous avez fermé Même si vous ne voulez pas
Votre porte à notre nez Que bientôt on remette ça
Une nuit que nous avions Même si vous vous en foutez
Les CRS aux talons Chacun de vous est concerné.

Informazioni

Canzone del Sessantotto francese, a questa si è ispirato Fabrizio De André per scrivere La Canzone del Maggio

Nel video a cui si rimanda per ascoltare l'audio, l'autrice canta le prime frasi della canzone di De Andrè prima della
sua canzone.

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Che belo el mondo che'l sarìa


(1979)
di Alberto D'Amico
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: veneto
Tags: satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/che-belo-el-mondo-chel-saria

Che belo el mondo che'l sarìa "ehi, della gondola, quali novità?"
se no ghe fusse la Turchia i dixe che stavolta l'Italia s'ha svegià
par sti domini d'oltremare quel boia de Radetzky se ga ritirà
ne tocca far sempre cagnare un secolo va via.... e un altro xe rivà!
alla fin fine i ottomani
i ne ga fatto sbaracar El conte Volpi di Misurata
dato che'l gera un patriota
se torna tutti casa, se torna da le done el fa la guera su le barene
cavemosse le corasse che andemo de le bone contro canoce e sepoine
Luisa fatte bea, son pien de nostalgia el pianta in secca i sbarramenti
ti xe la megio al mondo, ti xe la patria mia e i pessi più no li pol passar
Ma i nobili sta mal par la disperasion
i oci che ghe brusa, le lagreme vien xo Scampè scampè bisati, sfogi e paganèi
"abbiamo perso tutte tutte le sostanse" le pompe tira l'acqua, se suga i canai
ma in riva del Brenta i ciama le maestranse Ariva le peate che scarica la giara
i se fa far le ville tutte bianche de candor dove ghe gera el mar adesso xe Marghera
e co 'sti fassoletti.... ghe passa el i pessi fa pecà, no ghe xe più rispeto
rafredòr! i xe scampài tuti, come a Caporetto
Luisa xe el progresso, perchè ti te lamenti?
Nel 700 gero neto Marghera dà el lavoro, ghe xe i stabilimenti
e Pietro Micca poaretto co la Save, la Sirma e co i profumi de la
el s-ciopa su 'na polveriera Vidal
mi credevo fusse n'altra guera xe nata la prima zona industrial!
ma qua Venessia xe tranquia
qua s-ciopa solo el carneval Quante richesse, quanto oro
gavemo fato col lavoro
Sucaro e coriandoli, piove in canalasso mi vorìa saver co che dirito
Venessia xe 'na fritola 'co riva el xioba lori ne ga spogià de tutto
grasso vorìa saper parchè se sigo
par strada ghe bagolo de maschere e zocolieri li me risponde col baston
ghe xe 'na sarabanda de pifferi e tamburi
Ancuo no se tribola e gnanca no se masena Olio de rissino, el duce col baston
magnemo, bevemo, domanghe xe quaresima l'Italia xe nera come na preson
i conti e le contesse al balo i s'ha invità parte i legionari che va in Eritrea
e po' i se core drio con le mudande in man! i torna co la scabia, sifilide e diarea
E cussì aprofitando de tanta confusion E anca la Somalia xe deventà italiana
quel rocheo de Giacomo Casanova... Vittorio Emanuele se magna la banana
el scampa de preson! sicome semo santi eroi navigatori
dovemo andar in Spagna tuti volontari
Se Casanova xe un rocheo el maresciallo Guering i aerei gà mandà
Napoleone xe un bel cao a Guernica el ga fato... la prova general!
par far la paxe col todesco
el n'ha vendùo... come un fiasco --------------------------
e i austroungarici ne beve
... a la salute dell'imperator Co sto Benito e con Adolfo
el mondo brusa come solfo
Leon leon leon, ti xe deventà po' dopo passa anca sta guera
povero, stecchìo come un bacalà e scomissia un'altra primavera
l'aquila borbonica la ga do teste nere ma i ghe na fate cussì tante
semo deventai remi de galere che no se pol desmentegar
el mar no ghe se più, la gloria xe finìa
par andar fora de l'acqua se va in ferovia Pareva un bruto sogno, e invesse gera vero

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quela notte che go visto in riva dell'impero Luisa no te digo, co riva l'acqua alta
go visto co i me oci 7 fantoini el sangue me se gela, el cuor me se rebalta
ligai co na corda in mexo a do lampioni e co sona la sirena me metto i stivali
la zente de Casteo sigava "pietà" e maledisso sta acqua che no se suga mai
na scarica de fogo.... e i oci go serà! la zente scampa via, ghe xe l'emigrasiòn
Aliprando Armein, quei do fradei Cervi la zente vol le case che ga el termosifon!
Bruno De Gasperi con Gino Conti
Girolamo Guasto e Alfredo Vivian Ariva i barbari a cavalo
i xe morti tuti 7.... sigando libertà! i ga do corni par capelo
xe una valanga de sfrutài
Credevo de tirar i spaghi studenti, done e operai
e invesse ballo el boogie boogie che a sto mondo de ingiustissia
la Repubblica ga vinto lori vol darghe un morsegòn
gavemo el sindaco Gianquinto
ma proprio adesso sul più belo Ariva i visigoti, i vandali, i vichinghi
el 48 el xe rivà! i riva co le barbe e co i cavei longhi
s-ciopa el 68 come na vampada
El 18 aprile, le prime elezioni vien fora da le tane la rabbia ingrumada
ga vinto el Vaticano, va su i democristiani riva i operai, la lotta dei contratti
a luglio na matina i ga sparà a Togliatti varda i studenti che siga come matti
i ne ga dito "fioi, ste boni fermi tutti Luisa semo tanti, insieme semo forti
bisogna che sta rabbia se la metemo via i ne vorìa far fora tenimo i oci verti
dovemo andar avanti co sta democrasia" i ne ga messo le bombe, i ne vorìa fermar
e intanto lori roba de riffa e de raffa i paroni ne ga fatto... le pexo infamità!
i fa i prepotenti, i vol la legge truffa
co Scelba el baston se ciama "manganèo" El 15 giugno, teo giuro
el nome xe cambià..... però el xe sempre coi risultati el me vien duro
queo! ma dopo mexa setimana
el me deventa na gelatina
I ne ga fato un maleficio co sento le rogne che se trova
i ne ga serà el cotonificio la nova giunta comunal
i ne ga fato i tarochi
i ne ga serà anca da Stucky Debiti, debiti, magagne i n'ha lassà
i ne ga sonà le campane a morto però tenimo duro, dovemo governar
e i seppelisse l'Arsenal sta crisi xe na barca granda come el mondo
o se salvemo tuti, o tuti andemo a fondo
Scampemo, scampemo no ghe xe più lavoro in fondo no ghe vado sinò la xe finìa
Venessia a poco a poco deventa un simitero dovemo andar avanti co sta democrasia
xe na città decrepita, marsa patoca Luisa el socialismo te lo giuro el vegnarà
la xe 'na trase-ossi, 'na vecia baldracca e adesso te saludo.... che son stufo de
cantar!

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Chi è più ricco


(1974)
di Fausto Amodei
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/chi-e-piu-ricco

Chi ha più soldi ha convenienza quando a chi non ha un bel niente


che chi ha invece poche lire le sue balle sembran vere.
creda giusto aver pazienza
e sperar nell'avvenire. E non sta più nella pelle
quando le opinioni altrui
E fidar che il meccanismo sono sempre uguali a quelle
che arricchisce il ricco adesso che fanno arricchire lui.
anche senza il socialismo
faccia poi con lui lo stesso. Lui che contro ai mali estremi
oramai si dà d'attorno
Chi è più ricco e più potente per risolvere i problemi
sa che cresce il suo potere anche al nostro mezzogiorno.
quando a chi non ha un bel niente
le sue balle sembran vere. Lui che insieme ad altri in gruppo
vuol trovar la soluzione
E non sta più nella pelle per estender lo sviluppo
quando le opinioni altrui anche al nostro meridione.
sono sempre uguali a quelle
che fanno arricchire lui. Con l'industria e col turismo
lui promette in quelle zone
Chi è più ricco c'ha il problema quello stesso meccanismo
di tenere ben nascosto che sviluppa il settentrione.
il principio che il sistema
segue un certo presupposto. Fa convegni e fa promesse
perché le opinioni altrui
Chi conosce la materia siano sempre quelle stesse
sa che ricchi si diviene che fanno arricchire lui.
solo grazie alla miseria
di chi in fondo ci mantiene. Ma anche qui c'è il gran problema
di quel certo presupposto
Chi è più ricco e più potente sopra a cui tutto il sistema
sa che cresce il suo potere si sorregge ad ogni costo.
quando a chi non ha un bel niente
le sue balle sembran vere. Quello ormai sperimentato
che chi è ricco lo diviene
E non sta più nella pelle grazie a quello che ha rubato
quando le opinioni altrui da chi in fondo lo mantiene.
sono sempre uguali a quelle
che fanno arricchire lui. Sia nel sud che al settentrione
chi è più ricco lo diventa
Chi è più ricco è interessato con la pelle del terrone
che ogni suo lavoratore come del mangia polenta.
pensi anche se sfruttato
di ricevere un favore. Gran problema è il meridione
ma non può aspettare che
Perché sian riconoscenti affrontarlo sia il padrone
tutti quanti gli sfruttati col suo branco di lacchè.
basta che ci sian presenti
tanti bei disoccupati. Non lasciamolo in appalto
al padrone e ai servi suoi
Chi è più ricco e più potente prepariamoci al gran salto
sa che cresce il suo potere

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e a risolverlo da noi.

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Chi non emigra spara [È bello il meridione]


(1971)
di Vittorio Franceschi
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: emigrazione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/chi-non-emigra-spara-e-bello-il-meridione

Hai fame? Nel sud, paese caldo


Emigra! chi non emigra, spara!
Non emigri?
Fuoco! Lo sai, operaio di Varese
Non hai terra? lo sai, sindacalista di Monza
Emigra! che basterebbe abolire
Occupi la terra? le ore di straordinario
Fuoco! nella sola Lombardia
Non hai casa? per dar lavoro
Emigra! a tutti gli emigranti stagionali?
Non emigri?
Fuoco! Nel sud, paese caldo
chi non emigra, spara!
Non hai terra, non hai casa
hai fame ma non vuoi emigrare? Ancora per molto tempo
Arruolati nella polizia! portuale genovese
ancora per molto tempo
È bello il meridione dovremo raccontare
paese caldo! la storia del sud, paese caldo?

Lo sai, operaio tedesco Nel sud, paese caldo


lo sai, proletario lombardo chi non emigra, spara!

È bello il meridione Ancora per molto tempo


paese caldo! piangeremo retorica
sulla valigia di cartone
Ti chiedi affittacamere torinese del piccolo "terrone" che dorme
ti chiedi studente svizzero... sulla panca della stazione?

È bello il meridione Nel sud, paese caldo


paese caldo! chi non emigra, spara!

...di dove viene eperché Ancora per molto tempo


il piccolo "terrone" anonimo? operaio di Varese
ancora per molto tempo
Da sempre, in meridione sindacalista di Monza
chi non emigra spara! dovremo constatare
che la coscienza
L'hai forse dimenticato di classe, talvolta
bottegaio pugliese ha la memoria corta?
che vendi frutta e verdura
nel centro di Milano? Nel sud, paese caldo
chi non emigra, spara!
Nel sud, paese caldo e chi non spara
chi non emigra, spara! ascolta nel silenzio
il ronzio della sua rabbia impotente.
L'hai forse dimenticato
gelataio siciliano Fuoco! Fuoco!
che hai aperto una cremeria Fuoco come sempre!
nel centro di Torino? Fuoco su di noi!
Fuoco, fuoco, fuoco!

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Informazioni

Dallo spettacolo di Nuova Scena "Qui tutto bene e così spero di te - Emigrazione e imperialismo", 1971, di Vittorio
Franceschi.

pagina 1063
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Chi non vuol chinar la testa è comunista


(1971)
di Canzoniere delle Lame
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/chi-non-vuol-chinar-la-testa-e-comunista

Scrive la Gazzetta "Non c'è pace sociale" e alla destra dire no.
e che gli operai son sempre a scioperare
"Fabbriche occupate, scuole picchettate E se non vuoi chinar la testa
qui non si produce più" fatti aggiungere alla lista
chi non vuol chinar la testa è comunista.
I giornali dei padroni
gridan "rossi sovversivi" Ordine vuol dire poter lavorare
ci vuol ordine ordine vuol dire non dovere emigrare
c'è troppa libertà. ordine vuol dire aver la dignità
di non partire e di star qua.
"Ci vuole repressione, ordine sociale
bisogna eliminare la lotta sindacale" E se non vuoi chinar la testa
"Ci vuole l'uomo forte con la dittatura fatti aggiungere alla lista
e il manganel bisogna usar". chi non vuol chinar la testa è comunista.

Ma questo è l'ordine fascista Ordine vuol dire combattere la mafia


non si può chinar la testa ordine vuol dire no allo sfruttamento
chi non vuol chinar la testa è comunista. ordine vuol dire lotta per la terra
e agli agrari dire no.
Ordine vuol dire combattere i fascisti
ordine vuol dire no alla violenza E se non vuoi chinar la testa
ordine vuol dire la lotta di classe fatti aggiungere alla lista
chi non vuol chinar la testa è comunista.

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Chiarezza chiarezza
(1969)
di Paolo Pietrangeli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti, satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/chiarezza-chiarezza

Chiarezza chiarezza hiarezza chiarezza..


mi punge vaghezza di te
chiarezza chiarezza L'ho presa già più volte
mi punge vaghezza di te. ma m'è sfuggita ancora
stavolta sarà doma
Il mondo è sempre pieno lo giuro sul mio onore
di boschi e selve nere
perdercisi è un piacere anche se Cutrufona
ma solo per un po'. si mette ancora in mezzo
stavolta la conosco
Chiarezza chiarezza non può contro di me.
mi punge vaghezza di te
chiarezza chiarezza Chiarezza chiarezza--
mi punge vaghezza di te.
Chiarezza è la mia donna
Ride la Cutrufona ma non vuol dire niente
sotto i suoi sporchi baffi che muoia Cutrufona
ora la prendo a schiaffi le prenda un accidente
sta ridendo di me. e chiari noi sarem
e chiari noi sarem.

Chiarezza chiarezza..

pagina 1065
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Ci chiamano a cantare
(1976)
di Canzoniere Il Contemporaneo
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ci-chiamano-cantare

Ci chiamano a cantare Sui cancelli un altoparlante


ma cosa noi cantiamo. un altoparlante che sta urlando:
Ci chiamano a cantare vogliamo controllare la produzione
ma cosa noi cantiamo. ai programmi dobbiam partecipare
non concediamo la libertà di fallire
Cantiam la nostra gente, la terra che ci ha proposte concrete sappiamo presentare.
nato.

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Ci siam spezzati le mani


di Leoncarlo Settimelli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ci-siam-spezzati-le-mani

Guardate quelle sue mani e quando indietro ha guardato


larghe ma vuote di fatti, era rimasto già solo, era rimasto già solo.
guardate dentro i suoi occhi
pieni di sole parole, pieni di sole parole. Ci siam spezzati le mani
a coltivare dei fiori,
Gli anni migliori ha passato ad innalzare cartelli,
ad imparar che il coraggio a predicare l'amore.
non sempre porta vantaggio,
è sempre meglio aspettare, è sempre meglio C'era un'idea, gli diceva:
aspettare. «Vai, tu conosci la strada,
però ci vuole coraggio
Ci siam spezzati le mani e non ti devi fermare, e non ti devi
a coltivare dei fiori, fermare».
ad innalzare cartelli,
a predicare l'amore. A camminare ha provato,
gli son mancate le forze
C'era una donna e gli disse: e quando avanti ha guardato
«Vieni, conosco la strada, si è ritrovato già vecchio, si è ritrovato
però ci vuole coraggio già vecchio.
e non ti devi fermare, e non ti devi
fermare». Ci siam spezzati le mani
a coltivare dei fiori,
E incominciò a camminare, ad innalzare cartelli,
però era lunga la strada a predicare l'amore.

pagina 1067
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Ciò che voi non dite


(1967)
di Ivan Della Mea
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/cio-che-voi-non-dite

Io credo che cantando mi sia dato perché tutto si usi e non si perda
di dire anche ciò che voi non dite voglio un milione per rimare in merda
forse è per questo che voi mi pagate soldi più soldi fan l'idea più fessa
forse è per questo che voi m'applaudite fuori i quattrini e vi canto messa
no, no, no, no, no
Tanto si sa
non ci sarà canzone Per quanti soldi mi potete dare
che possa fare la rivoluzione qualcosa non potrete mai pagare
no, no, no, no, no è il canto primo il grido alla violenza
contro gli stanchi e i puri di coscienza
Costa cinquanta la parola terra contro chi compra il grido alla pace
e costa cento se la rima è in guerra chi sente tranquillo e nelle piazze tace
e se il consumo è tanto e tanto piace è il canto solo il grido alla riscossa
vi costa mille il mio cantar di pace vi sfido sì a cantare "Bandiera rossa"

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Coca cola coca Costantino


(1968)
di Alberto D'Amico
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antimperialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/coca-cola-coca-costantino

Coca cola coca Costantino di Sotiris morto per la Grecia?


che che che, che cavolo fai
non lo sai che non ci riuscirai Coca cola coca Costantino
a tenere fermi gli operai? tutto questo lo dovrai pagare
anche se dagli americani
Siamo tanti e siamo decisi la corona ti fai mantenere.
siamo tutti quanti sovversivi
per la Grecia noi ci batteremo Scappa scappa scappa Costantino
il fascismo noi distruggeremo. che la Grecia proprio non ti vuole
gira al largo gira con la vela
Non vogliamo sfere d'influenza e nel mare vatti ad affogare.
che han permesso agli anglo-americani
d'ammazzare i greci partigiani Salteranno preti e generali
che volevano l'indipendenza. tutti quelli che ti dan ragione
e la Grecia avrà la libertà
Ti ricordi mamma Federica se farà la rivoluzione.
trucidava il compagno Markos
ti ricordi il sangue nella piazza Coca cola coca Costantino...

pagina 1069
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Coi comunisti nel governo


(1976)
di Collettivo del Contropotere
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/coi-comunisti-nel-governo

Coi comunisti nel governo della borghesia funzionari del sistema le riforme vogliamo
e del capitale cosa si farà... far;
forse si vince, forse si vince, noi vogliamo ristrutturare, non vogliam
ma il potere è una malapianta che ti agguanta rivoluzioni,
e poi ti imborghesisce fino a stritolar, tutti uniti coi padroni...
i nostri compagni son finiti mal:
col compromesso, il sottogoverno Parlato:
a livello provinciale, le tergiversazion, I padroni... sì...
son diventati, son diventati, ma nuovi padroni... più razionali...
alleati dello stato, della borghesia noi ad esempio...
e del bieco capitale,
lontani da noi, Tutti uniti coi padroni
vicini ai burocrati ed ai padron. come al tempo di mussolin.

Noi al posto del martello abbiam messo su il Il bolscevico ha messo la penna sul cappello
cappello al posto del fucile, della falce e del
ed al posto del bel callo, i burocrati noi martello:
facciam; vincerà la riforma struttural!
rintanati negli uffici non abbiamo mai il confonde il tricolore con la bandiera rossa,
patema, ci frena a noi operai e la chiama riscossa:
la riscossa, ma la riscossa dei padron!

Informazioni

Sesto testo dal disco L'estate dei poveri - Dalla realtà di classe al progetto libertario, del Collettivo del
Contropotere, edito dal "Circolo cultura popolare di Massa" nel 1976, il primo LP prodotto e realizzato da gruppi del
movimento anarchico.

Da "La musica dell'altra Italia", sito non più online.

pagina 1070
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Come fosse un gioco


(1968)
di Alberto D'Amico
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/come-fosse-un-gioco

Era alla Peraro Mastico gomma e rido


tre giorni ho scioperato come gli americani
il quarto ho saputo e canto le canzoni
che m'hanno licenzià. di pace nel Vietnam.

Mi hanno cambiato vita Mi dicono i compagni


come se fosse un gioco che sono proprio bravo
m'hanno ammazzato un poco dicono che commuovo
mi hanno rovinà. se canto libertà.

Se penso quel padrone Io ero un operaio


tremo e resto buono facevo la mia lotta
adesso canto e suono ce la mettevo tutta
pagare non mi va. che me l'ha fatto far!

pagina 1071
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Comico
(1974)
di Enzo Del Re
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/comico

Ridere, Giap, Giap, Ho-Chi-Min


si fa ridere dei proletari
tutta la strada Giap, Ho-Chi-Min
fino all'altro mondo. contro gli agrari
Ho-Chi-Min e il capitale
Giap, Giap, Ho-Chi-Min
in allegria, Ridere,
Giap, Ho-Chi-Min mi piace mettere
con buon'umore al potere
Ho-Chi-Min ventiquattr'ore. l'immaginazione

Comico, Giap, Giap, Ho-Chi-Min


mi piace il comico, in allegria,
il mondo ride Giap, Ho-Chi-Min
e la vita passa con buon'umore
Ho-Chi-Min ventiquattr'ore.
Giap, Giap, Ho-Chi-Min
in allegria, Ridere,
Giap, Ho-Chi-Min si fa per ridere,
con buon'umore tutta la strada
Ho-Chi-Min ventiquattr'ore. fino all'altro mondo.

Ridere, Giap, Giap, Ho-Chi-Min


mi piace vivere, in allegria,
la fantasia Giap, Ho-Chi-Min
che ci sta nel kolkoz. con buon'umore
Ho-Chi-Min ventiquattr'ore.
Giap, Giap, Ho-Chi-Min
in allegria, Comico,
Giap, Ho-Chi-Min mi piace il comico,
con buon'umore ridere
Ho-Chi-Min ventiquattr'ore. si fa per ridere.

Ridere, Comico,
mi piace ridere, mi piace il comico,
mentre scoppia ridere
la rivoluzione. si fa per ridere.

pagina 1072
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Compagni avanti andiamo


(1975)
di Canzoniere delle Lame
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti, comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/compagni-avanti-andiamo

Auf, auf zum Kampf, zum Kampf, compagno partigiano


uniti nella lotta e tante lotte ormai passaron su di lui
compagni avanti andiam, noi pronti siamo già e se domani egli sarà colpito
di Karl Liebknekht seguiamo gli ideali in altri mille al suo posto siamo già.
a Rosa Luxemburg noi darem la man.
Auf, auf zum Kampf, zum Kampf,
Noi non temiamo no uniti nella lotta
il tuono del cannone compagni avanti andiam, noi pronti siamo già
e non ci fermerà la nera repressione di Karl Liebknekht seguiamo gli ideali
se Karl Liebknekht ci hanno assassinato a Rosa Luxemburg noi darem la man.
con Rosa Luxemburg marcia fra di noi di Karl Liebknekht seguiamo gli ideali
a Rosa Luxemburg noi darem la man.
un altro uomo è qui

Informazioni

Versione italiana della canzone tedesca "Auf, auf zum Kampf", testo originale di Bertolt Brecht musica di Hanns
Eisler.

pagina 1073
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Compagno emigrato
di Virgilio Savona
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: emigrazione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/compagno-emigrato

O compagno che dal Meridione O compagno emigrato..


sei arrivato col Treno del Sole
tu speravi in un mondo migliore Lotterai per più giusti contratti
ma è diversa la dura realtà. per avere più giusti salari,
Hai lasciato la vanga e il badile per ridurre pericoli e orari,
ma ora in fabbrica niente è cambiato per combattere le iniquità.
da un padrone sei ancora sfruttato C'è bisogno di te nelle piazze
e no vinci la tua povertà. per sconfiggere la repressione
per dettare a governo e padrone
O compagno emigrato le tue regole di civiltà.
compagno operaio,
la lotta continua O compagno emigrato..
per la libertà.
Frontaliere che giorno per giorno
Non è giusto che ti abbian costretto sei sfruttato al di là del confine,
a lasciare famiglia e paese, anche tu vincerai alla fine
a lasciare i tuoi figlie il tuo tetto contro chi una coscienza non ha.
a forzare la tua volontà. Stagionale che ancora non puoi
Ora sei di una fabbrica schiavo ricongiungerti con i tuoi cari,
e di notte in un lager rinchiuso, ai razzisti non cedere mai
non è giusto che tu sei un escluso lotta contro la bestialità.
che per te non ci sia parità.
O compagno emigrato..
O compagno emigrato..
Coi compagni di ogni nazione
Per difenderti devi attaccare fianco a fianco tu devi lottare
la battaglia è difficile e dura, dai ricatti non farti ingannare
vincerai se saprai trovare e respingi soprusi e viltà.
dell'autunno la forte unità. Anche a Wolfsburg, Ginevra o Zurigo
Sputa sopra le false promesse contro i crimini del padronato
le elemosine ei compromessi, l'avanzata del proletariato
porta avanti la lotta di classe le catene strappare saprà.
fianco a fianco ai compagni del Nord.
O compagno emigrato..

pagina 1074
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Compagno Franceschi
di Movimento Studentesco Milanese
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: repressione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/compagno-franceschi

Era un compagno, era un combattente Più di vent’anni di dittatura


per il Socialismo e per la Libertà: sotto il governo della DC
per questo il governo un plotone mandò e ancora dobbiamo vivere
e un sicario alle spalle sparò. senza lavoro ne libertà

ma mentre ancora la Celere aggrediva la nostra lotta avanza sicura


l’abbiam giurato giustizia sarà il Fronte Unito trionferà
dal popolo intero senza pietà il Governo degli assassini sa già
ed un canto si leva già che nessuno ci può fermar

Compagno Franceschi sarai vendicato Compagno Franceschi sarai vendicato


dalla giustizia del proletariato dalla giustizia del proletariato
nel cuore nel canto di chi lotterà nel cuore nel canto di chi lotterà
il Compagno Franceschi vivrà il Compagno Franceschi vivrà.

Informazioni

Roberto Franceschi fu ucciso dalla polizia intervenuta ad impedire un'assemblea all'università di Milano, colpito al
capo da proiettili esplosi ad altezza d'uomo.

Fonte

pagina 1075
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Compagno Saltarelli noi ti vendicheremo


(1971)
di Canzoniere Pisano / del Proletariato
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/compagno-saltarelli-noi-ti-vendicheremo

Il dodici dicembre un anno era passato vento.


dal giorno delle bombe della strage di stato E per tornare al centro non han fatto il
e in uno scontro in piazza, con una bomba al biglietto:
cuore «Noi viaggiamo gratis, paga Colombo», han
ammazzan Saltarelli gli sbirri del questore. detto.

Se cambiano i governi, i mezzi, sono uguali: Compagno Saltarelli, noi ti vendicheremo,


padroni e riformisti ammazzan proletari. burocrati e padroni tutti li impiccheremo.
Restivo e Berlinguer, con le stesse parole Restivo e Berlinguer si sono accalorati
dicono: «Sì, è morto, gli si è fermato il nel dir che gli estremisti vanno
cuore». perseguitati;

Ma la gente dei quartieri dice: «Ieri Pinelli Restivo e Berlinguer vanno proprio d'accordo,
ce l'hanno assassinato, ed oggi Saltarelli». le loro istituzioni valgono bene un morto!
Compagno Saltarelli, noi ti vendicheremo, Sei morto sulla strada che porta al
burocrati e padroni tutti li impiccheremo. Comunismo,
ucciso dai padroni e dal revisionismo.
Studenti del Feltrinelli, nella nebbia del
mattino, Compagno Saltarelli, noi ti vendicheremo,
vanno tutti alla O.M. dal compagno Martino; burocrati e padroni tutti li impiccheremo.
e lì Martino piange, non crede nel vedere Le bombe e le riforme son armi del padrone,
quando entrano in fabbrica con le rosse la nostra sola arma è la rivoluzione;
bandiere.
ed oggi nelle piazze, senz'esser stabilito,
E poi con gli operai sono tornati in piazza: abbiamo visto nascere nei fatti un gran
«Basta con i padroni, con questa brutta partito;
razza!». contro tutti i padroni, contro il
Operai della Pirelli, una gran folla enorme revisionismo,
hanno bruciato in piazza cartelli delle uniti nella lotta per il Comunismo!
riforme.
Compagno Saltarelli, noi ti vendicheremo,
Poi tutti quanti insieme, tremilacinquecento, burocrati e padroni tutti li impiccheremo.
sono entrati alla Siemens con le bandiere al Compagno Saltarelli...

Informazioni

Canzone che racconta l'uccisione, da parte della polizia, di Saverio Saltarelli, durante una manifestazione.

pagina 1076
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Compagno sembra ieri


di Pino Masi
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/compagno-sembra-ieri

Compagno sembra ieri E son passati gli anni e quella nostra rabbia
eppure ne è passato di tempo siamo riusciti quasi a rimetterla in gabbia
da quando si stava insieme ci son riuscito quasi anch'io e non so il
a ridere cantare bere ed era bello perchè
vivere insieme in piazza e all'osteria spiegatemelo voi, voi più bravi di me
avere un cuore solo una sola allegria che avete letto Marx tra i libri di famiglia
un unico ideale piazzato lì davanti mentre io non so-non so cosa mi piglia
giorno e notte convinti di far cose quando vedo mia madre che si trascina appena
importanti fare i conti con niente per preparar la cena
amici da star male l'un verso l'altro attenti
forti, comprensivi fiduciosi e contenti "Non è più il '68, Masi, c'è l'organizzazione
bisogna che ti entri dentro a questo
Cos'è successo poi della nostra allegria testone".
forse il grigio del tempo ce l'ha portata via Ma dico io se non tieni conto del cuore della
o forse è la ragione che ha preso il gente
sopravvento partito o non partito non me ne frega niente.
schiantandoci la testa col senso di sgomento Compagni tutti e subito e guai a chi lo nega
che vien dall'affrontare le beghe quotidiane io del processo storico forse non capisco una
e la lotta personale per un pezzo di pane sega
lasciandoci sperduti in questo mare di merda ma sento il '68 che ritorna attuale
aggrappati a un'ideale che non vuoi che si compagni tutti e subito se no finisce male
perda
Qui finisce che siccome la strada è tortuosa
Sì, compagno ne è passato di tempo e sembra c'è chi si perde subito e c'è anche chi
ieri riposa
eravamo uno solo persino nei pensieri dicendo compagni, il socialismo si farà dopo
la riunione a sera la notte al ciclostile il potere
il volantino all'alba tutti a distribuire e ci nasconde una rinunzia che non vuol far
e insieme nella piazza contro la polizia sapere
portavamo la nostra rabbia, sì ma anche la
[nostra allegria Non è più il '68, lo so, ma a maggior ragione
e lavolontà di vivere diversi dai borghesi vivere da compagni almeno a noi si impone
e passavano i giorni e passavano i mesi o quando arriveremo forse un giorno al potere
io non so se il socialismo lo sapremo vedere.

pagina 1077
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Compra il tuo giornale


di Franco Trincale
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/compra-il-tuo-giornale

Donna lavoratrice “Baggina”.


Studente operaio, vecchio pensionato
Bracciante disoccupato Non devi dar più soldi alla stampa padronale
compra il tuo giornale
Non devi dar più soldi alla stampa padronale “Vie Nuove” per i lavoratori
compra il tuo giornale scrive smascherando i padroni del vapore.
“Vie Nuove” per i lavoratori
scrive smascherando i padroni del vapore. Carta, carta, carta, parole zuccherate
dai grandi Monopoli vengon finanziati
Non farti abbindolare montagne di giornali e di settimanali
dal peso che ti danno che fanno gli interessi dei grossi
dalle pagine in più che quei giornali hanno industriali.
ti vogliono trasportare
nel mondo dei fumetti Non devi dar più soldi alla stampa padronale
farti dimenticare le quotidiane lotte. compra il tuo giornale
“Vie Nuove” per i lavoratori
Non devi dar più soldi alla stampa padronale scrive smascherando i padroni del vapore.
compra il tuo giornale
“Vie Nuove” per i lavoratori “Vie Nuove” fondò Longo nel '46
scrive smascherando i padroni del vapore. è andato sempre avanti, non si è fermato mai
nella copertina ci stà la striscia rossa
Riempiono l'edicola di grandi copertine vuol dir lavoratori andiamo alla riscossa.
divi che divorziano
di principi e regine Non devi dar più soldi alla stampa padronale
dicon poveretto del re Costantino compra il tuo giornale
e niente del vecchietto che muore alla “Vie Nuove” per i lavoratori
scrive smascherando i padroni del vapore.

pagina 1078
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Comu canciari 'stu munnu


(1972)
di Cicciu Busacca
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: siciliano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/comu-canciari-stu-munnu

Ora di frunti a tutti li prisenti perciò cantamu 'sti nostri canzuni


chiedu a me figghia una cosa 'mpurtanti ppi' luvari di menzu 'sti patruni
Concetta dimmi si si' 'ntilligenti
comu canciari 'sti munnu birbanti? Finalmenti pigghiasti la raggiuni
Si tu mi duni giustu lu cunsigghiu luvamici a li schiavi 'sti catini
ti dicu brava e ti compru un cunigghiu o d'ongi omu facemini un liuni
ppi' scatunarlu contru a li parrini
A la dumanna to' l'appunti pigghiu pirchi monici, preti e patrunatu
e t'arrispunnu senza fari sbagghiu: su' la ruvina di lu nostru statu
s'iddu lu pupulinu fussi svigghiu
canciassi tuttu a colpu de battagghiu Fatti cunvintu populu affamatu
ci voli sulu bona voluntati svigghjiti 'n tempu curri e datti aiutu
di l'upirai e tutti l'affamati svigghjiti sulfataru sfurtunatu
svigghjiti cuntadinu schilitritu
Li to risposti sunnu cannunati ca quannu tutti saremu svigghiati
mi lassano li sensi sbalurditi putemu aviri paci e libirtati
ma pp'aviri li cosi cambiati
ci volunu chiù populi 'struiti ca quannu tutti saremu svigghiati
putemu aviri paci, paci e libertà.

Informazioni

Da "La musica dell'altra Italia", sito non più online.

pagina 1079
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Con la lettera del prete


(1965)
di Ivan Della Mea
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: milanese
Tags: anticlericali, lavoro/capitale, emigrazione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/con-la-lettera-del-prete

Con la lettera del prete col lavoro e la carità.


l'è vegnùu chì a Milan
l'è vegùu per laurà Dai lavora sei un terrone...
per fà su quatter danèe
L'è cascàa l'alter dì
Gira gira e on alter pret l'è borlàa dal campanil
g'ha truàa on bel laur l'è restàa lì inciodàa
l'è andàa a fà el murador cont i gamb paralisàa
per fà su quatter danèe
Con la lettera del prete
Dai lavora sei un terrone l'è tornàa al sò paés
dai lavora che tu sei forte l'è andàa via da Milan
dai a Dio qualche soldo l'è andàa a vivv de carità
per comprarti il tuo aldilà.
Non lavori sei un terrone
Il padrone gli disse con le gambe rotte e morte
"Per accordo con il prete con i soldi dati a Dio
ti trattengo un tanto al mese hai comprato il tuo aldilà.
per la chiesa e la carità".
Quando suona la santa messa
L'è andàa innanz a streng i dent giù al paese o il mattutino
per tri ann e quatter mes lui è lì su di un gradino
l'ha fàa su on bel poo de ges a cercar la sua carità
lui è lì su di un gradino
a cercar la sua carità

pagina 1080
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Consigli per i turisti


(1972)
di Ivan Della Mea
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/consigli-i-turisti

Anche quest'anno gli è un gran bonanno, OCCHIO ALLA FREDA!


bono per piccoli e grandi borghesi:
gli è meno bono per i calabresi, (Scongiuri e avvertenze)
su gente, allegra che 'un c'è malanno;
e allora avanti, fino a che Metti una viola nei calamari
c'è un quarto piano anche per te. dona una prece ai tuoi sottosanti,
stai bene attento a non fare rumor,
Consigli per i turisti: occhio alla guida e vai avanti,
NON MANGIARE WURSTEL CO' RAUTI!
e vai avanti fino a che
(Itinerario romantico di Grazia) trovi un traliccio anche per te.

Nei campi d'oro cresce lo grano, Consigli per i turisti:


sopra quell'albero ci canta un merlino; NON MANGIARE WURSTEL CO' RAUTI!
gli è brutto e nero, ma se lo cacci via OCCHIO ALLA FREDA!
lui corre a dirlo alla sua cia; NON ANDARE ALLA VENTURA
E ALMIRANTE L'ITALIA, PER BIRINDELLINA
e allora, amico, credi a me:
c'è una finestra anche per te. Se no: tu vai avanti fino a che
trovi un traliccio anche per te!
Consigli per i turisti:
NON MANGIARE WURSTEL CO' RAUTI! IN CASO DI PERICOLO CHIAMARE SOCCORSIO

Informazioni

In questa canzone sono citati molti nomi di personaggi significativi, ritenuti da molti coinvolti nella cosiddetta
"strage di stato"

pagina 1081
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Consigli per una buona condotta


(1968)
di Leoncarlo Settimelli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antimperialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/consigli-una-buona-condotta

Per ogni cento Vietcong massacrati Calma, compagni, non fate i minchioni
viene in Italia un marine in licenza non accettate provocazioni
che c'è di meglio per dei soldati tanto domani l'editoriale
che ritrovare una calda accoglienza condannerà l'intervento brutale
e spianeremo col vittimismo
Come paese di villeggiatura la via italiana al socialismo
la nostra Italia non ha difetti:
puoi circolare senza tanta paura Escono allegri di casa i padroni
alla ricerca di donne e spaghetti. in giacca lunga e cravatta nera
essi non hanno preoccupazioni
Siam solidali coi guerriglieri per loro è sempre sabato sera
con i baristi, coi camerieri
abbasso gli yankee massacratori E se per caso dovessi incontrare
evviva i piccoli albergatori davanti a un night qualcuno di loro
si può salvar l'internazionalismo fatti da parte e fallo passare
senza per questo scordare il turismo. tanto per oggi hai lasciato il lavoro

Se scendi in piazza per protestare La lotta di classe va combattuta


è comprensibile l'antipatia a tempo debito e in sede dovuta
che sul momento tu puoi provare con la mozione l'emendamento
per l'intervento della polizia sconfiggeremo lo sfruttamento
e la battaglia parlamentare
Fatti coraggio e tieni presente il rosso sole farà spuntare
che quando senti tre squilli di tromba
puoi sempre scegliere democraticamente Chi avrà pazienza aspetti e vedrà
o l'ospedale, o una cella o una tomba bandiera rossa trionferà.

Informazioni

Leoncarlo Settimelli, Il '68 cantato (e altre stagioni), edizioni Zona, 2008, p. 38.

pagina 1082
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Contrasto dei prezzi


(1975)
di Fausto Amodei
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale, satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/contrasto-dei-prezzi

Operaio la crescita dei prezzi s'arroventa


Se non lo riterrete fuori posto perché mentre il salario cresce presto
faremo adesso uso delle ottave la produttività cresce più lenta
quelle stesse del Tasso e dell'Ariosto l'aumento dell'offerta è allor modesta
per occuparci di un problema grave mentre di colpo la domanda aumenta
di un problema del quale ad ogni costo la crescita dei prezzi è quindi certa
occorre che noi si trovi la chiave se cresce la domanda e non l'offerta.
perché alla fine ci si raccapezzi
sul perché della crescita dei prezzi. Operaio
Ma negli anni cinquanta lo si ammetta
Padrone mentre i salari non crescevan niente
Lasciate parlar me che me ne intendo la produttività cresceva in fretta
lasciate che vi spieghi a modo mio e i prezzi crescevano ugualmente
son io che produco e che poi vendo quella che crebbe allora fu la fetta
quindi sui prezzi io ne so un fottio riservata al padrone e al possidente
se i prezzi ora registrano un crescendo fu allora che il profitto prese il vizio
chi lo decide non son mica io di voler aumentare a precipizio.
è un aumento che avviene pari pari
man mano che s'aumentano i salari. Padrone
Ti dirò che i profitti di cui parli
Operaio son necessari all'accumulazione
Ma noi vogliamo conquistare aumenti per poter investirli ed impegnarli
dei soldi che stan nella busta paga in attrezzi di nuova concezione
proprio perché essi sono insufficienti che promettono a chi sa utilizzarli
per l'aumento dei prezzi che dilaga costi più bassi nella produzione
lottiamo per salari più decenti son queste nuove macchine ed attrezzi
ogni volta l'aumento non ci appaga che possono ridurre proprio i prezzi.
perché ogni volta tu te ne approfitti
aumenti i prezzi e salvi i tuoi profitti. Operaio
Però quando noi ci siam fatti avanti
Padrone per conquistar salari più decenti
Il profitto non può venir proibito per quel famoso vizio tutti quanti
esso è la giusta remunerazione non avete più fatto investimenti
del capitale che è stato investito ed invece di rimodernar gli impianti
per creare lavoro e produzione perché la produttività s'aumenti
alla fine dovreste aver capito tutti quei soldi fatti in tal maniera
dall'aumento dei prezzi una lezione voi li avete esportati oltre frontiera.
che a pretendere troppo prima o poi
danneggiate voi stessi più che noi. Padrone
Tu credi che noialtri siam contenti
Operaio che i prezzi stian crescendo come fanno
Si sa che voi padroni ci portate ma tutto questo non è vero un accidenti
sempre e soltanto su questo terreno quando aumentano i prezzi è un grosso danno
e non succede mai che ci spieghiate anche per noi che ai nostri dipendenti
perché i salari crescon molto meno dobbiam crescere la paga che ora hanno
di quanto cresca il prezzo alle derrate e se non possiam crescerla abbastanza
bruciando i nostri aumenti come il fieno allora sono scioperi ad oltranza.
per cui i prezzi alla fine ce l'han vinta
e a noi ci tocca stringere la cinta. Operaio
Non tentare col solito giochetto
Padrone di passare per vittima innocente
Ma io vi so spiegare pure questo tu che sei responsabile diretto

pagina 1083
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

dell'aumento dei prezzi ricorrente ce lo siamo dovuti conquistare


so io che questo aumento ci ha l'effetto lottando con le unghie e con i denti
di crear qualche guaio contingente se noi ci si lasciasse abbindolare
anche ai padroni che l'han provocato da codeste promesse inconcludenti
ma è sempre l'operaio ad esser fregato. si lascerebbe a te tutto il potere
di decider tu solo a tuo piacere.
Padrone
Se voi non foste sempre ciechi e sordi Coro operai
risolver tutto diverrebbe un gioco E invece quando noi scendiamo in lotta
se non chiedeste aumenti troppo ingordi per obbligarti a far quel che non vuoi
e poi non scioperaste per un poco la nostra vera linea di condotta
noi si potrebbe stipulare accordi non serve solo a migliorare noi
con dei garanti scelti in alto loco bensì anche a far fare bancarotta
che appena lo sviluppo ci dia i mezzi al sistema che rende ricchi voi
allora noi si calerebbe i prezzi. non ci bastan padroni un po' più buoni
vogliam che non ci sian più padroni.
Operaio
Ma noi sappiamo che il più elementare Non ci bastan padroni un po' più buoni
il più modesto dei miglioramenti vogliam che non ci sian più padroni.

pagina 1084
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Creare due tre molti Vietnam


(1968)
di Ivan Della Mea
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antimperialisti, comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/creare-due-tre-molti-vietnam

A chi mi aspetta in buona o mala fede A chi aspetta in sola malafede


a chi mi chiede «A Cuba cos'hai visto?» e ancora chiede «Fidel ti ha parlato»
risponderò io urlerò
«La rivoluzione». «Cuba mi ha parlato»
io urlerò
Amico ho visto la rivoluzione «Cuba mi ha parlato».
da L'Avana a Santiago nella gente
giorno per giorno la rivoluzione Creare due tre molti Vietnam
uomo per uomo la rivoluzione Creare due tre molti Vietnam
come lotta continua nel presente. Creare due tre molti Vietnam.

A chi mi aspetta in buona o mala fede Anche di te Cuba mi ha parlato


a chi mi chiede «Fidel tu l'hai visto?» anche per te Cuba mi ha parlato
risponderò contro di te Cuba mi ha parlato
«Amico si l'ho visto è nella tua fabbrica il tuo Vietnam
sette milioni ho visto di Fidel nel tuo padrone il tuo Vietnam
da L'Avana a Santiago nella gente nella tua scuola il tuo Vietnam
giorno per giorno sempre con Fidel nella carica della polizia il tuo Vietnam.
uomo per uomo sempre con Fidel
nella lotta continua col presente» Creare due tre molti Vietnam
Creare due tre molti Vietnam
A chi mi aspetta in buona o mala fede Creare due tre molti Vietnam.
a chi mi chiede «Fidel ti ha parlato»
io urlerò Giorno per giorno sei nel Vietnam
«Cuba mi ha parlato». ora per ora sei nel Vietnam
contro di te Cuba mi ha parlato
Il dovere del rivoluzionario contro di te Cuba mi ha parlato
è solo fare la rivoluzione contro di te Cuba mi ha parlato.
e sola via è la lotta armata
è la guerriglia nel Vietnam Creare due tre molti Vietnam
come in Bolivia come nel Vietnam. Creare due tre molti Vietnam
Creare due tre molti Vietnam.

pagina 1085
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Crepa
(1972)
di Ivan Della Mea
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/crepa

Se tu non sei bambino e balla coi tuoi anni


non devi dire "amo" e invecchia di pietà.
non devi dire "vivo"
non devi dire "sono" Se tu non sei bambino
se tu non sei bambino non devi dire "credo"
non devi dire niente non devi dire "spero"
e balla coi tuoi anni e voglio un mondo nuovo
e invecchia di pietà. se tu non sei bambino
amico non sei niente
Se tu non sei bambino e balla coi tuoi anni
non devi dire "gioia" e invecchia di pietà
non devi dire "vita"
non devi dire "domani" e allora crepa
se tu non sei bambino crepa crepa
non devi dire niente

pagina 1086
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Cruz de Luz
(1968)
di Daniel Viglietti
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: spagnolo/castigliano
Tags: antimperialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/cruz-de-luz

Donde cayó Camilo nació una cruz que en la guerrilla cabe un sacristán».
Pero no de madera, sino de luz. Lo clavaron con balas contra una cruz,
Lo mataron cuando iba por un fusil. lo llamaron "bandido" como a Jesús.
Camilo Torres muere para vivir.
Y cuando ellos bajaron por su fusil
Cuentan que tras la bala so oyó una voz. Descubrieron quel el pueblo tiene cien mil,
Era Dios que gritaba: ¡Revolución! cien mil Camilo Torres pa' combatir.
Camilo Torres muere para vivir.
«Revisar la sotana, mi general,

Informazioni

Dedicata al sacerdote guerrigliero colombiano Camilo Torres.


Vedi anche Proclama di Camillo Torres

pagina 1087
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Cu' trenta carrini: tarantella dei baraccati


(1973)
di Canzoniere del Lazio
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: calabrese
Tags: lotta per la casa
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/cu-trenta-carrini-tarantella-dei-baraccati

Cu’ trenta carrini m’accattai na vigna Stanotte ci su statu


mi l’accattai sopra na montagna a durmì suttu u cavallu
cui si scippò lo graspu e cui la vigna nun minni vaiu mancu
povera vigna mia lavora e magna, si m’arresta u marisciallu. (2 v.)
povera vita mia lavora e magna.
Stanotte ci su statu
Tanta e tantu me pari un castello de cava cinque giorna
cridennu ch’era ieu lu castillanu nun minni vaiu mancu
ma dopo fatto priziusu e bellu si mi spuntano li corna. (2 v.)
le chiavi mi spariru, bella, di li mani.
Lu ziu miu da mari
Titititititititititu ca vurria la barba fatta
ma in mancanza di sapuni
Stanotte ci su statu, si fice cu brodo di maccaruni. (2 v.)
dumani notti puru,
nun minni vaiu mancu Stanotte ci su statu,
si mi portano allu scuru. (2 v.) dumani notti puru,
nun minni vaiu mancu
si mi portano allu scuru. (2 v.)

Informazioni

Fusione di due brani registrati da Sandro Portelli il 14 marzo 1970 sulla piazza del Campidoglio a Roma occupata
dai baraccati, stabilitisi e poi espulsi dalle case di via Serpentara. Le prime 2 strofe appartengono a una
diffusissima canzone siculo-calabrese, seguono alcuni stornelli improvvisati dagli occupanti e cantati ballando la
tarantella per scaldarsi (la polizia non permetteva l'accensione di falò).

pagina 1088
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Cumiziu
di Franco Madau
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: sardo
Tags: lavoro/capitale, miniera
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/cumiziu

Totu sa di' marrendi torrausu a susu


in su scuriu torra sa luxi
in miniera torra sa vida...
e respirendi
pruini e craboni. Su palcu est giai illuminau
is trombas funti provendiddas
Onnia croppu ki donu sa pratza est fraccia de unu pogheddu
biu sa scintilla, funti aspettendi cussu Antiogheddu.
in sa famiglia,
in sa sperantza E aici inghitza su cumiziu
de cambiai. a dennunciai su sfruttammentu,
sa fammi ki passa su poburu
Ma unu scoppiu mannu nd'at ghettau srebit po ingrassai s'arriccu.
e su scuriu,
sa galleria est crollada, Ca su 'inai di srebit po comprai
e-i est sa motti, is terras, is montis e is maris,
su coru miu no battit prusu e fai albergus po signoris
po unu minutu e po is ki podint pagai.
ma est finida sa giornada No certu, no est cosa po nosu
ca traballausu po pappai.

pagina 1089
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Da quando son partito militare


(1971)
di Alfredo Bandelli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti, antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/da-quando-son-partito-militare

Da quando son partito militare cos'è il lavoro, cos'è la fame?


sapessi tutto quello che ho passato... Devi imparare a non lamnentarti.
con gli ufficiali sempre a comandare,
è peggio che se fossi carcerato. Quando esci fuori devi stare attento
e in ogni caso niente discussioni;
Ed i sottufficiali di carriera han fatto apposta quel regolamento
devono mantenere la disciplina, per mantener le loro divisioni;
proprio come quel boia d'un caporale
quand'ero a lavorare nell' officina. Con la paura quando siamo fuori
ed i favoritismi se siam dentro;
Quando non c'è la marcia c'è la guardia, perché se siamo uniti hanno paura
oppure otto ore da sgobbare, che noi si possa usare la nostra forza.
e quello schifo che ci fan mangiare
è roba che ti fa solo crepare. Ma noi ci s'organizza per lottare
nella caserma come in officina;
E non ti venga in mente di parlare; a noi ci tocca sempre di obbedire
o sei contento oppure la galera; e a loro tocca sempre comandare.
proprio come faceva la questura
quando si andava in piazza a protestare. La nostra lotta è la lotta di classe
ed è di tutti quanti gli sfruttati;
Un anno e mezzo, non lamentarti, perciò la lotta dura, tutti uniti
devi imparare ad arrangiarti; nelle caserme, in fabbrica e quartiere.

Informazioni

Una composizione di Alfredo Bandelli dedicata ai Proletari in divisa, organizzazione creata da Lotta Continua, per il
lavoro politico fra i militari di leva.

pagina 1090
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Da quel giorno d'aprile


Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/da-quel-giorno-daprile

Da quel giorno dell'aprile del '71 Per liberarci tutti da questi dolori,
lottiamo contro Agnelli ed i padroni: dobbiamo schiacciar tutti gli sfruttatori,
sfruttatori come loro, no, nel mondo non ce che ci fan pagare caro tutto quello che
n'è, compriam
l'operaio si fa il culo con il cottimo che e alla fin ci fan pagare anche l'aria che
c'è, respiriam.
con la mano sulla leva, con il piede pigia
là, E giunti a questo punto, cari compagni,
con la punta del pisello un bottone pigierà. con la lotta di classe andiamo avanti;
per le strade ed i paesi, nei quartieri anche
Ma noi che siamo uniti e tutti insieme, in città
allor ci ribelliamo e scioperiamo: e persin nelle campagne questa voce noi
con il fumo che aspiriamo, con la polvere che portiam:
c'è, è una lotta proletaria, che alla fine
silicosi noi prendiamo e gastrite pure c'è, riuscirà
l'epatite e la nevrosi tutti quanti prendiam ad abbattere i padroni e a cambiare la
e per queste malattie il rimedio no, non c'è. società.

Informazioni

Una parodia, sull'aria della canzonetta 13, storia d'oggi, del repertorio di Al Bano, scritta da Mario Lippi,
dell'Italsider di Piombino

pagina 1091
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Da quest'autunno giorno per giorno


(1970)
di Gualtiero Bertelli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/da-questautunno-giorno-giorno

Compagni, operai, state a sentire: tu non gli importi, è il lavoro che serve.
giovedì tre aprile è morto un operaio
ai Cantieri Navali della Giudecca, Cottimo vuoi dire fare sempre più in fretta:
un altro alla S.A.V.A, pochi giorni fa. tre pezzi in più, sono venti lire;
a fine mese ci paghi una rata
Il padrone e il « Gazzettino » li chiamano oppure compri il televisore.
incidenti,
incidenti sul lavoro: è per fatalità! Compagni, operai, state a sentire:
ma bisogna aprire gli occhi tutti quanti il prossimo autunno è tempo di lotta;
per dire insieme la verità. da troppo si aspetta questo momento,
non possiamo davvero lasciarlo passare.
Si muore soltanto per lo sfruttamento
che diventa ogni giorno sempre più pesante: Non vogliamo aumentare la produzione,
se con impianti vecchi hai ritmi più duri il lavoro è per vivere e non per morire,
non sono incidenti, sono delitti. non vogliamo lasciarci sfruttare più a lungo,
il padrone l'ha fatto per troppo tempo.
Se per vivere bisogna lavorare più in fretta
e correre ogni giorno rischi più gravi, Più soldi per vivere e meno lavoro
se il cottimo è la loro macchina maledetta, è quanto vogliamo ottenere domani.
non sono incidenti, sono delitti! ma la lotta va avanti finché il potere
sarà del tutto nelle nostre mani.
Perché cottimo vuoi dire auto-sfruttamento,
cottimo vuoi dire servire il padrone; Da quest'autunno, giorno per giorno,
senza fermarti per dieci ore ora per ora, contro il padrone,
ti vuol vedere, per essere contento. vogliamo tutto, non un po' meglio,
non gli faremo una concessione!
Cottimo vuoi dire che in ogni momento
sei disposto a rischiare persino la pelle, Compagni, operai, state a sentire:
perché per vivere bisogna produrre: giovedì tre aprile è morto un operaio
ai Cantieri Navali della Giudecca,
un altro alla S.A.V.A. pochi giorni fa.

Informazioni

La prima parte del testo, che ricorda la morte per incidente sul lavoro dell'operaio tornitore Aldo Pengo, è tratta in
parte da un volantino distribuito ai cantieri navali della Giudecca (Venezia).

pagina 1092
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Da via Tibaldi
(1971)
di Diego De Palma
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/da-tibaldi

Alla Camera è passata la riforma della casa! Ma non basta un bimbo morto alla furia
Finalmente colla lotta s'è ottenuto un po' criminale
qualcosa; scatenata da coloro che non sanno che
e deve essere una legge veramente buona, sì: sfruttare.
figuriamoci che al voto s'è astenuto anche il Gli sfrattati la dovranno ricordare quella
PCI, notte,
figuriamoci che al voto s'è astenuto anche il una notte di dolore, una notte d'aspre lotte.
PCI!
Verso sera sono andati tutti all'università,
Martedì primo giugno centoventi proletari li hanno accolti gli studenti, li han
hanno preso possesso di due case popolari; sistemati là.
popolari mica tanto, quasi lusso invece, Ma il questore si presenta quasi verso
sì anche se le han costruite quelli mezzanotte;
dell'IACP. "O si sgombran le famiglie o si prendon tante
Ecco dunque dove vanno i soldi dei botte".
lavoratori, Ma la gente si riunisce e decide di lottare,
o le case non le fanno o le fanno pei di resistere là dentro per non farsi
signori. sgomberare.

Ma alla Camera è passata... Il questore si scatena, coi suoi mille


poliziotti,
Giovedì tre di giugno: le famiglie al Comune ed appesta tutta l'aria con decine di
protestando hanno ottenuto qualche candelotti.
assicurazione. Un compagno ch'era dentro vien colpito,
Gli hanno detto che al più presto si proprio mentre
sarebbero riuniti disperato resisteva, da una bomba al basso
per trovar la soluzione al problema dei ventre.
baraccati. Quattro ore di battaglia, e i feriti e gli
arrestati
Soluzione che è arrivata la domenica mattina: son di più ogni minuto; ma i locali son
tutti fuori sotto l'acqua, ché la polizia è sgombrati.
vicina.
Soluzione che è arrivata la domenica sul Lunedì sette giugno chi compra L'Unità legge:
presto: "Violenti scontri all'Università!
per le donne e i bimbi il latte e per gli Cariche e candelotti contro Lotta continua;
uomini ancora avventurismo fra le masse si insinua.
[l'arresto. Pochi provocatori, che forse son pagati,
han strumentalizzato il dramma dei
E intanto che infuriava l'acquazzone baraccati".
sotto quell'acqua stavan le persone;
anche un bambino ch'è malato al cuore, Quella notte i compagni hanno visto molto
costretto dai pulé, ci deve stare. chiari
quali sono gli alleati, quali sono i
E l'acqua cade per più di mezzora traditori;
e restan quelle donne fuori ancora, han capito che chi lotta per la vera
e i loro figli imparan molto presto rivoluzione
che sporco mondo sia per loro questo; trova il revisionismo alleato col padrone,
trova il revisionismo alleato col padrone.
e finalmente li fanno salire
su un autobus e via li fanno andare, Tutti quanti la dovremo ricordare quella
ma quel bambino ch'è malato al cuore notte,
troppo ha sofferto e nella notte muore. una notte di dolore, una notte d'aspre lotte,

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una notte di battaglia con la legge del rivoluzione,


padrone, una notte sulla strada che va alla
una notte sulla strada che va alla rivoluzione!

Informazioni

Milano, maggio/giugno 1971.


I baraccati e i senza casa della metropoli lombarda occupano le case, di proprietà dell'IACP (Istituto Autonomo
Case Popolari) site in via Tibaldi.

Nella notte fra il 2 e il 3 giugno, 4000 agenti in armi sono chiamati a sgomberare le case con la forza. La polizia
attacca sparando all'impazzata un numero impressionante di candelotti lacrimogeni, ed è un'aggressione che i
testimoni definiscono bestiale.
Un bambino di appena sette mesi, Massimiliano Ferretti, malato di cuore ed affetto da bronchite, viene colpito dai
gas lacrimogeni.
Ricoverato alla clinica Mangiagalli cessa di vivere.
Il padre di Massimiliano, ricercato dalla polizia per furto, deve subire l'onta di nascondersi, come se il criminale
fosse lui, mentre il potere gli ha ammazzato il figlio.
Lotta Continua, l’Unione Inquilini e il Collettivo Autonomo di Architettura ne fanno un caso nazionale nell’ambito
della campagna di lotta per la casa, ed organizzano una manifestazione di solidarietà ai baraccati, a cui
parteciparono 30.000 persone.
L’episodio di via Tibaldi segna da un lato un sempre maggiore impegno di alcune organizzazioni dell’estrema
sinistra nella lotta per la casa, dall’altro un sempre maggiore disimpegno del Pci, che pure aveva organizzato le
lotte per la casa negli anni ‘60. A partire dal ‘71 abbandona le lotte per casa, sia perché particolarmente invise ai
ceti medi, sia perché le lotte avvengono anche in città con amministrazioni di sinistra.
(da Canzoni contro la guerra )

pagina 1094
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Dal produttore al consumatore


(1974)
di Fausto Amodei
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/dal-produttore-al-consumatore

Sono un mezzadro e proprio l'altro ieri che a livello regionale


ho comperato da dei verdurieri piazza merce materiale
una scatoletta di fagioli campagnoli.
Con diritto ed esclusiva
Quelle lire che mi sono spese dopo aver pagato l'IVA
chissà mai chi se le sarà prese. tassa che è governativa
e che ha la prerogativa
Se l'è prese il bottegaio
che se n'è tenute un paio Di mangiare a ogni passaggio
per avermi procurato che la merce fa nel viaggio
niente affatto a buon mercato per raggiungere il grossista
che fornisce la provvista
una scatoletta di fagioli campagnoli.
Proprio al nostro bottegaio
Quelle lire che mi sono spese che se n'è tenuto un paio
chissà mai chi se le sarà prese. per avermi procurato
niente affatto a buon mercato
Se n'è prese un po' il grossista
che fornisce la provvista una scatoleta di fagioli campagnoli

Proprio al nostro bottegaio Quelle lire che mi sono spese


che se n'è tenuto un paio chissà mai chi se le sarà prese.
per avermi procurato
niente affatto a buon mercato Han dovuto in parte andare
all'industria alimentare
una scatoletta di fagioli campagnoli.
che li aveva accaparrati
Quelle lire che mi sono spese 'sti fagioli rinomati
chissà mai chi se le sarà prese. per fornirli inscatolati
e per bene etichettati
Se n'è prese alcune l'IVA
tassa che è governativa all'agente commerciale
e che ha la prerogativa ch'è pagato in percentuale
singolare ed esclusiva sulla merce e il materiale
che su scala regionale
Di mangiare a ogni passaggio
che la merce fa nel viaggio egli vende in esclusiva
per raggiungere il grossista dopo aver pagato l'iva
che fornisce la provvista tassa ch'è governativa
e che ha la prerogativa
Proprio al nostro bottegaio
che se n'è tenuto un paio di mangiare a ogni passaggio
per avermi procurato che la merce fa nel viaggio
niente affatto a buon mercato per raggiungere il grossista
che fornisce la provvista
una scatoleta di fagioli campagnoli
proprio al nostro bottegaio
Quelle lire che mi sono spese che se n'è tenute un paio
chissà mai chi se le sarà prese. per avermi procurato
niente affatto a buon mercato
Una quota percentuale
va all'agente commerciale una scatoletta di fagioli campagnoli.

pagina 1095
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Quelle lire che mi sono spese e che ha la prerogativa


chissà mai chi se le sarà prese.
di aumentare a ogni passaggio
Una briciola aggiuntiva che la merce fa nel viaggio
se l'è ancora presa l'IVA per raggiungere il grossista
che se l'è fatta pagare che fornisce la provvista
dall'industria alimentare
proprio al nostro bottegaio
che li avevo accaparrati che se n'è tenute un paio
'sti fagioli rinomati per avermi procurato
per fornirli inscatolati niente affatto a buon mercato
e per ben etichettati
una scatoletta di fagioli campagnoli.
all'agente commerciale
ch'è pagato in percentuale Quelle lire che mi sono spese
sulla merce e il materiale chissà mai chi se le sarà prese.
che su scala regionale
Se l'è prese nientemeno
egli vende in esclusiva che il padrone del terreno
dopo aver pagato l'iva sopra il quale sono nati
tassa ch'è governativa
e che ha la prerogativa 'sti fagioli disgraziati
depurati è naturale
di mangiare a ogni passaggio di una quota percentuale
che la merce fa nel viaggio
per raggiungere il grossista che in misura non ridicola
che fornisce la provvista va alla mafia ortofrutticola
che accaparra e che procura
proprio al nostro bottegaio tutta quanta la verdura
che se n'è tenute un paio
per avermi procurato all'industria alimentare
niente affatto a buon mercato cui compete di pagare
quella briciola aggiuntiva
una scatoletta di fagioli campagnoli che s'è presa ancora l'iva

Quelle lire che mi sono spese e che avendo accaparrati


chissà mai chi se le sarà prese. 'sti fagioli rinomati
dopo averli inscatolati
Una parte non ridicola li fornisce etichettati
va alla mafia ortofrutticola
che accaparra e che procura all'agente commerciale
tutta quanta la verdura ch'è pagato in percentuale
sulla merce e il materiale
all'industria alimentare che su scala regionale
cui compete di pagare
quella briciola aggiuntiva egli vende in esclusiva
che si è ancora l'iva dopo aver pagato l'iva
tassa ch'è governativa
e che avendo accaparrati e che ha la prerogativa
'sti fagioli rinomati
dopo averli inscatolati di aumentare a ogni passaggio
li fornisce etichettati che la merce fa nel viaggio
per raggiungere il grossista
all'agente commerciale che fornisce la provvista
ch'è pagato in percentuale
sulla merce e il materiale proprio al nostro bottegaio
che su scala regionale che se n'è tenute un paio
per avermi procurato
egli vende in esclusiva niente affatto a buon mercato
dopo aver pagato l'iva
tassa ch'è governativa una scatoletta di fagioli campagnoli.

pagina 1096
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Quelle lire che mi sono spese quella briciola aggiuntiva


chissà mai chi se le sarà prese. che s'è presa ancora l'iva

Non le ha prese il sottoscritto e che avendo accaparrati


anche se ne avrei diritto 'sti fagioli rinomati
dopo averli inscatolati
dato che in fondo vivo li fornisce etichettati
sui fagioli che coltivo
perché io sono mezzadro all'agente commerciale
ma 'sto porco mondo ladro ch'è pagato in percentuale
sulla merce e il materiale
mi ha pagato sempre e solo che su scala regionale
dandomi qualche fagiolo
ma le ha prese nientemeno egli vende in esclusiva
che il padrone del terreno dopo aver pagato l'iva
tassa ch'è governativa
sopra il quale sono nati e che ha la prerogativa
'sti fagioli disgraziati
depurati è naturale di aumentare a ogni passaggio
di una quota percentuale che la merce fa nel viaggio
per raggiungere il grossista
che in misura non ridicola che fornisce la provvista
va alla mafia ortofrutticola
che accaparra e che procura proprio al nostro bottegaio
tutta quanta la verdura che se n'è tenute un paio
per avermi procurato
all'industria alimentare niente affatto a buon mercato
cui compete di pagare
una scatoletta di fagioli campagnoli.

pagina 1097
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Dante Di Nanni
(1975)
di Stormy Six
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/dante-di-nanni

Nel traffico del centro pedala sopra il suo vedere:


triciclo gira per la città, Dante di Nanni.
e fischia forte alla garibaldina.
Il carico che piega le sue gambe è L'ho visto una mattina sulla metropolitana
l'ingiustizia, E sanguinava forte, e sorrideva.
la vita è dura per Dante di Nanni. Su molte facce intorno c'era il dubbio
e la stanchezza.
L'alba prende il treno e c'è odore di porcile Ma non su quella di Dante di Nanni.
sui marciapiedi della sua pazienza,
e nella testa pesano volumi di bugie. Trent'anni son passati, da quel giorno che i
La sera studierà, Dante di Nanni. fascisti
Ci si son messi in cento ad ammazzarlo
Trent'anni son passati, da quel giorno che i E ancora non si sentono tranquilli,
fascisti perché sanno che gira per la città, Dante di
ci si son messi in cento ad ammazzarlo Nanni.
E cento volte l'hanno ucciso, ma tu lo puoi

Informazioni

Dante Di Nanni fu un giovane gappista del gruppo torinese, comandato in quel periodo da Giovanni Pesce.La notte
del 17 maggio 1944, dopo l'attentato ad un'antenna radio, Di Nanni, ferito, si nascose nel rifugio collocato in
questa vecchia casa di Borgo San Paolo. Nel corso della giornata successiva però, probabilmente in seguito alla
confessione estorta sotto tortura ad uno dei due compagni feriti e catturati nell'azione della notte precedente, la
polizia fascista lo individuò e la mattina del 18 maggio tentò di arrestarlo. Il giovane si barricò in casa e per oltre
tre ore si difese coraggiosamente con il lancio di bombe, ma alla fine, circondato dai nemici accorsi in forze,
dovette soccombere.

pagina 1098
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Dato che [Risoluzione dei Comunardi]


(1969)
di Paolo Pietrangeli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti, lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/dato-che-risoluzione-dei-comunardi

Dato che, noi deboli, le vostre stare nelle tane non ci garba più.
leggi avete fatto, e servi noi
quelle leggi non le obbediremo dato che voi ora...
dato che servire non vogliamo più.
dato che non può riuscirvi mai
Dato che voi ora minacciate un salario buono di pagarcelo
con cannoni e con fucili, noi d'ora in poi le fabbriche noi le guideremo
decretiamo d'ora in poi da bestie vivere dato che a noi basta mentre con voi no
peggio che morire è.
dato che voi ora...
dato che noialtri avremo fame
se ci lasceremo derubare dato che ai governi che promettono
verificheremo che tra il pane buono sempre tanto non si crede più
che ci manca e noi solo un vetro sta. verificheremo che con queste mani
una vita vera ci si costruirà.
dato che voi ora...
dato che voi ora...
dato che laggiù ci sono case
mentre senza tetto ci lasciate dato che il cannone lo intendete
decretiamo: c'entreremo e subito! e che a ogni altro lingua siete sordi
si contro di voi ora quei cannoni
noi si volterà

Informazioni

La canzone fa parte del dramma " I giorni della Comune" di Bertolt Brecht ( anni '40). Il testo è quello pubblicato
nel 1961 da Einaudi nel libro ' B.Brecht, Poesie e canzoni' a cura di Ruth Leiser e Franco Fortini. Nel dramma le
musiche erano di Hanns Eisler. Altra traduzione è quella di Giulio Gatti presente nel Teatro di Brecht - sempre
Einaudi- ma nessuna delle due è una traduzione ritmica. Pietrangeli ha musicato il testo italiano di R.Leiser e
F.Fortini in modo autonomo e originale rispetto alla musica di Eisler.

Testo originale tedesco

pagina 1099
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Davanti alla polizia


(1968)
di Leoncarlo Settimelli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti, repressione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/davanti-alla-polizia

Ogni giorno in piazza (davanti alla polizia), ma come è bella la lotta (davanti alla
ogni giorno che picchia (davanti alla polizia),
polizia), beh, ci vedremo ancora (davanti alla
Ogni giorno in piazza (davanti alla polizia), polizia),
ogni giorno che picchia (davanti alla forse per il Vietnam, (davanti alla polizia),
polizia), o forse per la Grecia, (davanti alla
ogni tanto la veglia (davanti alla polizia), polizia),
l'ultimo dell'anno (davanti alla polizia), l'ultima la Grecia, (davanti alla polizia),
c'è la classe operaia (davanti alla polizia), non più la volta scorsa (davanti alla
ci sarà pur rabbia (davanti alla polizia), polizia),
dai ragazzi cerchiamo (davanti alla polizia), no quello era il Biafra (davanti alla
di essere realisti (davanti alla polizia), polizia),
abbiamo tutti famiglia (davanti alla ma come è bella la lotta (davanti alla
polizia), polizia).
arriva anche il ministro (davanti alla
polizia). i soliti pazzi (davanti alla polizia),
"io sono qui con voi" (davanti alla polizia), hai visto quelli, son matti (davanti alla
"son dalla vostra parte" (davanti alla polizia),
polizia), peccato che gli manchi (davanti alla
un brindisi alla lotta (davanti alla polizia),
polizia), un po' più di coraggio (davanti alla
un brindisi al ministro (davanti alla polizia),
polizia), ma come sei elegante (davanti alla polizia),
arrivano i compagni (davanti alla polizia), c'è un goccio di spumante (davanti alla
si brinda e poi si canta (davanti alla polizia),
polizia), sei sempre nel partito (davanti alla
arriva anche Miranda(?) (davanti alla polizia),
polizia), fai anche tu l'entrista (davanti alla
però che bella veglia (davanti alla polizia), polizia),
le due tutti a casa (davanti alla polizia), lo sai che il sindacato (davanti alla
è andato tutto bene (davanti alla polizia), polizia),
ma come bella lotta (davanti alla polizia),

pagina 1100
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Del '68 resta...


(1977)
di Canzoniere delle Lame
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/del-68-resta

Del '68 Del '68


resta restiamo noi
la sciarpa rossa uomini giovani
canti di fuoco che siamo stanchi
restan gli slogans che ci sentiamo irrisolti
colmi di slanci che più di allora
e la critica batte ci sentiamo spersi, traditi.
in ogni petto. No, non soltanto
Un calore vitale per quel lavoro
resta del lampo che non riusciamo a trovare
tuonante d'allora per quella scuola
rosso accecante. che non riusciamo a cambiare
ma perché dopo tanti anni
Del '68 molto è in noi come prima
restan ma perché in tanti anni
la rottura e la rabbia non s'è imboccata la strada
ma resta anch ela muffa che ci conduce lontano
ma resta il non abbattuto da questo vivere male
resta la Vecchia, Astuta Cultura. da questo vivere soli
Da quel ricordo di alba perché non s'è aperto
emerge nitida nessun discorso comune
la nostra coscienza e assieme non s'è tentato
maturata e cresciuta di dare qualche risposta
come un frutto alle angosciose domande
accanto al suo seme. che il nostro essere giovani
grida smarrito.

pagina 1101
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Delle vostre galere un giorno


(1974)
di Alfredo Bandelli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: carcere, comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/delle-vostre-galere-un-giorno

Botte su botte poi l'isolamento vogliamo avere i nostri diritti


spesso finisce cosi o la dovrete pagare"
quei brutti boia, figli di troia Ci ha risposto il direttore
non fanno che pestare. con mille poliziotti
Non ci si può neanche lamentare ed ai giornali è andato a dire
non si può neanche parlare ch'era disposto a trattare.
basta un lamento per il carcerato
per essere massacrato. Delle vostre galere un giorno
un buon uso sapremo far...
Delle vostre galere un giorno
un buon uso sapremo far, E se per caso voi sentirete
prima apriremo le porte agli schiavi ch'è morto un carcerato
li accoglieremo nell'umanità certo è possibile che quel disgraziato
e dopo in fila uno per uno sia stato massacrato
vi metteremo tutti là Ma se vi parlano di rivolte
il tribunale del proletariato di lotte nelle prigioni,
i vostri delitti dovrà giudicar. è perché cresce la lotta di classe
contro tutti i padroni...
Siamo saliti tutti sul tetto
gridando "porci nazisti Delle vostre galere un giorno
un buon uso sapremo far...

pagina 1102
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Devento mata
(1973)
di Canzoniere femminista
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: veneto
Tags: lavoro/capitale, femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/devento-mata

Devento mata in fabrica coi muri che va in frègoe


coi ritmi e 'l sfrutamento el cesso che sprofonda
come se no bastasse e che nol vien mai neto
fasso el straordinario
Mi go sto bel lavoro
Dopo tute ste ore xontà a queo in fabrica
arivo a la Giudeca solo perchè son donna
e trovo e case in tochi mi go da lavorar
co le fogne che vien su par vinti ore al dì
da la pavimentasiòn
Le ore de la fabrica
Devento mata in casa i me paga de manco
drio ai fioi e a me marìo che se fussi un omo
che da mi vol tuto E a netar el cesso
presto a cusinar! lo go da far gratis
solo perchè son donna
E a russàr dapartuto perchè son donna

Informazioni

Il testo della prima strofa e la musica sono stati scritti da alcuni militanti della sezione "Che Guevara" della
Giudecca (Venezia). Il brano è stato poi completato dal gruppo musicale del Comitato Femminista di Padova

pagina 1103
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Dì at a benni
di Franco Madau
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: sardo
Tags: emigrazione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/di-benni

De su ki potzu raccontai no du sciu, ki sempri innoi eus a abarrai


su ki si potzu nai 'eu est pagu meda,
si potzu nai fetti su ki apu biu, E custa bidda, e custa terra
mi seu acatau mannu, ken'e passai pippiu. totu giardinu at a diventai.
Si potzu nai fettu su ki apu biu,
mi seu acatau mannu, ken'e passai pippiu. Terras aradas, logu pulliu,
totu su logu at a essi froriu
In bidda mia dui e' feti sa speranza,
e ti da imparanta a iscola de piticcheddu, Nudda a furai, nudda a furai
e ti nci oganta pighendidì a s'ingannu, nudda a furai po podi pappai
ma fendidì crei ka sesi diventau giai
[mannu. Ora arriccusu, e nudda poburu,
E ki est venida po tui s'ora 'e traballai totus ugualis in sa sociedadi
Tenis cuindici annusu, toccat a emigrai.
De custas tancas, ki eis serrau
Custa est sa vida, custa est sa vida nosta, foras is murusu e foras is stàulus
aici eus connotu, aicci esti sighendi a
andai, ca is cuaddus, ki funti in Giara
toccada a nosu, a nosu fetti a si sforzai teninti bisongiu de sa libertadi.
a nai "Bastada, est ora 'e cambiai!".
Dì at a benni, dì at a benni,
Dì at a benni, dì at a benni, ki sempri innoi eus a abarrai
ki no si nd'eusu mai prusu a andai
Dì at a benni, dì at a benni, Dì at a benni, dì at a benni,
ki no si nd'eusu mai prusu a andai

pagina 1104
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Dimitrov
di Movimento Studentesco Milanese
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti, comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/dimitrov

Nel millenovecentotrentatrè Ma la voce di Dimitrov, che accusa chi lo


i nazisti hanno vinto le elezioni, accusa,
con l'inganno e la violenza, contro il popolo è la voce di tutti gli sfruttati del mondo,
[tedesco. è la voce di tutti gli sfruttati.
Ma la classe operaia non si arrende mai.
Ma la classe operaia non si arrende. E treman dal berretto agli stivali
i gerarchi con tutto il tribunale,
Al servizio del grande capitale perchè adesso la faccenda è certo propaganda
il nazismo sa fare il suo dovere. ma soltanto per l'Internazionale di Stalin,
E così nel febbraio va in fiamme il ma soltanto per l'Internazionale.
Parlamento.
"Di sicuro sono stati i comunisti assassini". Magistrato picchia pure il tuo martello:
"Di sicuro sono stati i comunisti". tutto il mondo sente solo la sua voce!
Il nazismo inquisitore, trasformato in
La Gestapo arresta d'improvviso imputato,
Dimitrov, clandestino in una casa. alla fine ha dovuto liberare Dimitrov,
Ed accusa dell'incendio scoppiato al alla fine l'ha dovuto liberare.
Parlamento
il commissario dell'Internazionale in E la sua voce che ci parla del fascismo
Germania, è la voce della scienza e del coraggio.
il commissario dell'Internazionale. E' la voce della classe combattente e
d'avanguardia.
"Questo bulgaro è solo" pensa il boia E' la rossa bandiera partigiana, compagni.
e prepara la condanna già decisa. E' la rossa bandiera partigiana!

Informazioni

Canzone sull'incendio del Reichstag nel 1933 (27 febbraio).

pagina 1105
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Disimpegno disimpegno
(1974)
di Paolo Pietrangeli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/disimpegno-disimpegno

Disimpegno, disimpegno, Ti svegli di colpo,


abbi un poco di contegno, rispondi un po' a vacca:
abbi un poco di rispetto "La fotomodella
mi sorprendi pure a letto. si è totlta la giacca!"
Anche quando non son solo,
questo passo io mi consolo, Ma quella, terribile,
il fatto grave, veramente, non dà tregua un momento
è che non t'importa niente: "E cosa ne pensi
vieni, vieni quando vuoi, tu del movimento?"
vieni prima, vieni poi Ti costa fatica,
vieni, vieni e non mi lasci mai. rispondi un pò a stento,
rispondi, soffrendo:
Tu aggiusti il tuo corpo "Per me, il movimento..."
un po' grasso, un po' sfatto, Non puoi più finire,
su quaella poltrona che quella t'assale,
ogni tanto è uno scatto. e dice, ghignante,
E poi ti nascondi la frase finale:
dietro quegli occhiali
che son sempre sporchi, "Ma sì, si capisce:
che son sempre uguali. sei un revisionista!"
Saranno in quaranta La fotomodella
a quella riunione, l'hai persa di vista.
e tutti si parla
di Rivoluzione. Disimpegno, disimpegno,
abbi un poco di contegno,
Tu guardi soltanto abbi un poco di rispetto,
le gambe di quella mi sorprendi pure a letto.
che ti sta davanti: Anche quando non son solo,
è una fotomodella! questo passo io mi consolo,
E dici "La classe il fatto grave, veramente,
operaia è integrata, è che non t'importa niente!
è brutta la strada Vieni, vieni quando vuoi,
sulla quale si è avviata!" vieni prima, vieni poi,
vieni, vieni e non mi lasci mai.

Informazioni

(Salvo Lo Galbo)

pagina 1106
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Disoccupato
di Collettivo Ticino Riva Sinistra, Nino Jomini
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: lombardo
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/disoccupato

I primi tempi, anca mò anca mò da cüntà pü nient.


vün se cunsula, un quei coss truerò
al brütt a l'è dopu, Cürand al fioeu, in due che lasa al pachett
quand ghe nient de fa par pö de nocc rubag i sigarett
e a sa cumencia a magunà. e al so inrabis giürà e spergiürà
Passano i giorni e i mes a van, che ti tan se nient e mandal a cagà.
ti semper li, cui man in man La miè che in lett, se ta ga v'è visin
cunt un pinsè, piantà de denter: la ta tegn luntan cul so cüsin
“ Furse sun minga un om cume i alter”! e la barbota:” Lasam a stà
che duman matina mi a vö a laurà”.
A sa fa svelt a di disoccupato
ma prova a chiederlo a chi c'è passato A sa fa svelt a di disoccupato
l' amar e il tosic dei brüt mument ma prova a chiederlo a chi c'è passato
che un om sa sinta da varè pü nient l' amar e il tosic dei brüt mument
da cüntà pü nient. che un om sa sinta da varè pü nient
da cüntà pü nient.
Dent in sacocia, gnanca un franchin E dì par dì, vidè e capì
par la partida, par al grapin che li in famiglia la tua potesta
par fa la SISAL e sugnà i miliun a va a finì regularment
niente lavoro, più niente evasiun e ti come padre te cüntet pü nient
Gent che te schiva, amis che sparissan E che fadiga par fas pasà
e i to de cà, và ma te guarden quela gran vöia de 'ndà a nigà.
pü dris in facia, ma de travers Sta vida inütil, lasagala lì
scrulàndo al co' par cumpasiunat. ai “buoni cristiani” dopu avei maledì.
A sa fa svelt a di disoccupato A sa fa svelt a di disoccupato
ma prova a chiederlo a chi c'è passato ma prova a chiederlo a chi c'è passato
l' amar e il tosic dei brüt mument l' amar e il tosic dei brüt mument
che un om sa sinta da varè pü nient che un om sa sinta da varè pü nient
da cüntà pü nient.

Informazioni

Da registrazione del Collettivo Ticino Riva Sinistra su audiocassetta. (Fiorenzo Gualandris)

pagina 1107
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Donne prendiamoci la gioia


(1977)
di Canzoniere femminista
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/donne-prendiamoci-la-gioia

Donne Donne troppo spesso ci han lasciato sperare


prendiamoci la gioia con tristi melodie
della nostra vita insieme han stravolto le nostre fantasie.
spezzeremo le catene
che ci legano alle case Ma ora il nostro corpo grida
romperemo i muri di cemento e la voce spezza la barriera
che han deciso il nostro isolamento di cemento
Donne col corpo e con la mente
Donne uniamo i nostri desideri ...
vogliamo lottare
prenderemo tutto quello che ci serve Donne, Donne ...

pagina 1108
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Dopo Ardisun
di Collettivo Ticino Riva Sinistra, Nino Jomini
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: milanese
Tags: repressione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/dopo-ardisun

Ventasel che i bei tusan in pieno centro li a Milan


te ghe sulevet i sutan capitale morale de noen italian
e magari per dispett
propi intant che pasa un pret Gh'an fat la pel quei assassit
del terzo celere, brut caìt
Ventasel o palandran int'una jeep in piumbà adoss
ma te smetet de fa el rufian che l'han ridott a un mucc de oss.
dai che proeuvum e sulevà
un belo steso in sul pasaa Un mucc de oss che al lato pratic
imbarassava gli apparati
Ghe voeur giust un come ti che adess la linea del partit
liber d'es, d'andà e venì era per gli Usa e gli URSS unit
sensa debit né duver
con questo o quel cento poter Ventasell che i fiur dei sces
t'avean dispers su figliulet
Vun che lu i guai del poi salven vun per l'Ardisun
mica rischiando come noi caduto sembra sensa resun
a nomm d'un mort te provi a dì
come i gobi dritti dritt Sui to al d'argent
porta in gir el nostr lament
A nom del Gianni, sai L'Ardisun per quel che mass e moeur a vent'ann
sto mort trà la, in un cantun mentre su in alt se dan la man.
scomund a destra e a mansina
a chi con l'idea se riemp la tasina Ventasel fa curr la vus
che seminare lut e cruss
Figlio di famiglia bene se finiss poi col ragoeuil
lu che l'ha prest i ball piena spine, urtigh, gramigna e loeui
dei balosat de la sua class
e insema a numm l'è 'gnu a schierass Ventasell fai stremì
digh che il Gianni l'è ancora qui
E insema a numm in piassa domm e per un Gianni che lur massen
Gianni el vusava "Yankee go home" in des, il Beppe ghe rimpiassen!!
che "viva Cuba, viva Fidel"
dio la madona gh'han fat la pell. E per un Gianni che lur massen
in cent, il Piero che rimpiassen!!
Ventises d'utuber e per un Gianni che lur massen
milnovcentsessantaduu in milan, il Mario che rimpiassen!!

Informazioni

Una ballata (in milanese) su Giovanni Ardizzone, lo studente ucciso il 27 ottobre 1962 durante una manifestazione
per la pace.

pagina 1109
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Dove nel maggio splendono


(1976)
di Collettivo del Contropotere
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale, anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/dove-nel-maggio-splendono

Dove nel maggio splendono in un grande campo per ogni bambino un volto sfruttato
arato per ogni sorriso una ruga sul viso
mille spighe di grano sotto un sole greve
ogni neve raggelerà in inverno un fiore di perché ad ogni maggio qualcuno tradisce
primavera perché ad ogni maggio qualcuno muore
in inverno un fiore di primavera per ognuno che vuole il potere
quando le messi inclinano al vento della sera noialtri si muore

e spande tutto intorno per ogni donna affranta


umori e suoni allora che affrancherà la vita d'un compagno
pensi è fatta la primavera per ogni proletario rinchiuso nella sera di
ma intanto soffri o taci e spera una cava
ma intanto soffri o taci e spera per tutti i contadini fiaccati dal lavoro
curvati sulle zappe strisciando nella terra
quando lenti si schiudono pensieri di rivolta risponderà da un eco lontano e vigoroso
dove grande alla mente la nuova aurora per l'anarchia pugnamo o vincere o morir
allora il tuo lavoro è più pesante per l'anarchia pugnamo o vincere o morir
allora il pianto e il riso si confondono al
lamento perché se ad ogni maggio qualcuno vi tradisce
allora il pianto e il riso si confondono al se con l'andar del tempo il potere lo
lamento imborghesisce
noi vi saremo accanto sempre contro il potere
in ogni officina si lavora carne e sangue rivoluzione sia per l'anarchia
in ogni fienile adeso al pagliericcio è il rivoluzione sia per l'anarchia
tuo sudore rivoluzione sia per l'anarchia

Informazioni

Dodicesima e ultima canzone dal disco L'estate dei poveri - Dalla realtà di classe al progetto libertario, del
Collettivo del Contropotere, edito dal "Circolo cultura popolare di Massa" nel 1976, il primo LP prodotto e realizzato
da gruppi del movimento anarchico.

pagina 1110
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Dovevo dimostrare
(1975)
di Antonietta Laterza
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/dovevo-dimostrare

Credo d'aver sognato ma questo paradiso


la prima volta che mi hai baciato. è diventato una prigione
Ti ho detto ho goduto
la prima volta che ho ceduto Non voglio più mentire
quando fingo di venire.
Dovevo dimostrare Non voglio dir va bene
come donna di contare ogni volta che ti conviene.
sembrava la realtà Ora la sicurezza
di un'illusione la cerco in me stessa.
ma questo paradiso Giuro sorriderò
è diventato una prigione il giorno che ti lascerò

Più che della tua faccia Dovevo dimostrare


o del tuo cuore come donna di contare
innamorata ero dell'amore. sembrava la realtà di un'illusione
In cielo l'esistenza ma questo paradiso
sulla terra la penitenza. è diventato una prigione
L'amore è spirituale
l'oppressione è materiale Non voglio dimostrare
come donna di contare
Dovevo dimostrare Ti lascio la realtà
come donna di contare della tua illusione
sembrava la realtà io corro nel paradiso
di un'illusione della mia liberazione!

pagina 1111
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Drink americano
(1971)
di Canzoniere Il Contemporaneo
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antimperialisti, antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/drink-americano

Sono contento di essere al mondo e tirchio com’è ad un altro stato


da quando so che è rotondo non regala missili come cioccolato.
da quando so che non è più quadro
da quando so che nessuno è ladro. E quindi sarà un error di stampa
di basi qui in Italia non ce n’è una rampa
Ma mi è venuto proprio l’altro giorno ed anche se ci fossero dobbiamo esser felici
un dubbio atroce seduto nel soggiorno ce le hanno regalate, oh che cari amici.
avevo in mano e chiedo scusa al Papa
l’Unità che me l’hanno regalata. E poi i massacri ci saranno stati
in fondo in fondo son giustificati
In terza pagina proprio bene in vista è come con gli indiani che erano incivili
di basi americane ce n’è una lunga lista li hanno massacrati a colpi di fucili.
in prima pagina sempre bene in vista
massacri nel Vietnam ce n’è un’altra lista. È un’abitudine non gliela puoi levare
potrebbero alla fine rimanerci male
Nella Cambogia c’è il colpo di stato subire un trauma psichico avere la diarrea
e si massacra in nome della NATO sparare ai pipistrelli come giù in Corea.
è solo questione di capire come
s’intende la parola vietnamizzazione. Però cari signori non me la date a bere
che col Napalm uccidono le bande guerrigliere
È risaputo e non è cosa nuova a quanto mi risulta è solo DDT
che l’Americano non le fa le uova che essi più non usano, che rimarrebbe lì.
ciò nonostante è molto casalingo
ama la moglie e si smerda il bimbo. Se se ne va in crociera gli devi esser grato
va a fare una visita agli amici della NATO
Ora mi chiedo chi glielo fa fare coi colonnelli e con Francisco Franco
di muoversi da casa e andare a massacrare fa una partita a poker ma è lui che tiene
banco [bis].

Informazioni

pagina 1112
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E a te, Pietro Valpreda


Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/e-te-pietro-valpreda

Batton le sette e mezza la mattina, giustizia dei borghesi non ha recluso


vien quattro sbirri a visitar le celle; quelli che rei lo sono veramente.
chi batte all'inferriate e chi alle porte,
chi ascolta il grido delle sentinelle. Sia maledetto chi inventò le chiavi,
chi inventò le galere e i tribunali
E a te, Pietro Valpreda, t'hanno rinchiuso e chi imprigiona sempre gli innocenti
che da due anni sei dentro innocente; perché difende i veri criminali.

pagina 1113
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E allora sai
(1976)
di Collettivo del Contropotere
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/e-allora-sai

E allora... uniti insieme per l'anarchia e per il


canta chitarra canta la rivoluzione comunismo
canta chitarra canta la libertà
provare il gusto della vittoria
E allora sai cosa significa il senso giusto di una vita nuova
cosa vuol dire la rivoluzione la nuova storia
nella tua storia di proletario
spazzare via tutti i padroni
da quel momento cresciamo insieme i loro servi e i loro leccapiedi
senza paure uniti costruiamo i loro stati e questi loro governi
la nuova storia di proletario
strappare insieme le nostre catene
senza paure andare avanti insieme tutti poi ricostruire:
rompere il muro del nostro egoismo e allora sai che questa è la rivoluzione...

Informazioni

Ottavo testo dal disco L'estate dei poveri - Dalla realtà di classe al progetto libertario, del Collettivo del
Contropotere, edito dal "Circolo cultura popolare di Massa" nel 1976, il primo LP prodotto e realizzato da gruppi del
movimento anarchico.

Da "La musica dell'altra Italia", sito non più online.

pagina 1114
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E allora?
(1972)
di Francesco "Ciccio" Giuffrida, Piero Sciotto
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/e-allora

In una vecchia scuola Fanfani giunto allora


nel novecentotre seduto era bassissimo
c'erano i due scolari in piedi peggio ancora
di cui vi parlerem
E allora?
la classe in fondo a destra
la camicetta nera E allora < Fate un tema >
seduti in banco assieme il professore urlò
amici fin da allora < farei una gita a Roma
per titolo darò >
E allora?
Giorgio cominciò a scrivere
Quando il maestro burbero e lo finì in mezz'ora
l'appello cominciò e poi chiese ad Amintore
Giorgio Almirante subito < Non hai iniziato ancora >
la mano destra alzò
E allora?
si alzò per il saluto
E allora fa < Sei stupido >

Informazioni

Sulla musica di " E allora " di Armando Gill (1927). Fu inserita nel '73 nello spettacolo " Ci ragiono e canto n.3 " con
la regia di Dario Fo.

pagina 1115
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E andavo in Fransa
di Renato Scagliola
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/e-andavo-fransa

E andavo in Fransa e andavo in Merica E andavo in Fransa e andavo in Merica


che piove e che nevica si va a lavorar che piove e che nevica, si va a lavorar

Latte e polenta e mangia fasoei Poi 'riva il duce che trebbia il grano
mia mare diceva “minestra dei fioei” e che vuol fare l'impero romano

La grande guerra, sangue e rovina Altro che impero, siam massacrati


fame e trincea, 'na vita asasina da contadini e poi da soldati

Oilà bergè, s'a aj'è da fnè... “Una mattina mi son svegliato


o bella ciao, bella ciao bella ciao ciao
Poi torna a casa in valle Stura ciao”
alla miseria della pastura
E siam più pochi e quei di pianura
Isoardi Lorenzo, detto “Sonaja” ci dicon beati che abbiam l'aria pura.
vado emigrante come in bataja

Informazioni

Composta da Renato Scagliola, componente del gruppo torinese Cantambanchi, nato nel 1969 sull'onda del folk
revival e tutt'ora attivo. Il testo si ispira alle ricerche di storia orale condotte da Nuto Revelli nelle campagne e sulle
montagne piemontese, in particolare della provincia di Cuneo, sulla vita e la civiltà di quei luoghi.

pagina 1116
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È fatalità
(1972)
di Paolo Ciarchi, Dario Fo
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/e-fatalita

Io son metalmeccanico muoio prima per campare.


e secondo le statistiche
- è fatalità , è fatalità - Sciopero.
campo cinque o sei anni in meno
della media normalita. fo faccio il ceramista
- è fatalità , è fatalità -- e mi vien la silucosi:
Devo prendere o lasciare. - è fatalità , è fatalità -
muoio prima per campare. non arrivo ai cinquant'anni
della media normalità .
Sciopero! Sciopero! - E fatalità , è fatalità -
Vogliamo l'aumento! Devo prendere o lasciare,
Trenta lire in più . muoio prima per campare.
L'importante, non ci badare:
guarda indietro chi sta peggio Sciopero....
(li te. CHI, PER ESEMP1O?... LUI
Io faccio il minatore
lo faccio il sofliatore, e non arrivo alla pensione.
soffiator di vetro a fuoco: - è fatalità , è fatalità -
- è fatalità , è fatalità - per un crollo, un esplosione
campo dieci, undici anni a quarant'anni son già dei fu
in meno della media normalità . - E fatalità , è fatalità -
- E fatalità , è fatalità - Devo prendere o lasciare,
Devo prendere o lasciare, muoio prima per campare.

Sciopero!

pagina 1117
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E io ero Sandokan
(1974)
di Armando Trovajoli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/e-io-ero-sandokan

Marciavamo con l'anima in spalla ma della morte noi mai parlavam


nelle tenebre lassù parlavamo del futuro
ma la lotta per la nostra libertà se il destino ci allontana
il cammino ci illuminerà il ricordo di quei giorni
sempre uniti ci terrà
Non sapevo qual'era il tuo nome
neanche il mio potevo dir Mi ricordo che poi venne l'alba
il tuo nome di battaglia era Pinin e poi qualche cosa di colpo cambiò
ed io ero Sandokan. il domani era venuto e la notte era passata
c'era il sole su nel cielo
Eravam tutti pronti a morire sorto nella libertà.

Informazioni

Dalla colonna sonora del film "C'eravamo tanto amati", di Ettore Scola

pagina 1118
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E io già ti vedo
(1975)
di Gianni Siviero
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: carcere
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/e-io-gia-ti-vedo

Ed io già ti vedo ed io ti ho davanti


sul treno di notte con gli occhi cerchiati
la lampada azzurra a cercare un corriso
l'odore di piedi soltanto per me

ed io già ti vedo ed io che già sento


col piccolo in collo un gran senso di colpa
con gli occhi inchiodati non riesco a guardarti
che guardi e non vedi e ti parlo di me

ed io già ti vedo ed io che già sento


coi soldi contati salire di dentro
e tre o quattro soldati il pianto e la rabbia
che vanno in licenza e l'umiliazione

ed io già ti vedo ed io che ti prego


pensare al ritorno di darmi la forza
col piccolo in collo di dirti tra un mese
dieci ore di treno ritorna da me.

pagina 1119
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E lui ballava
di Rudi Assuntino
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/e-lui-ballava

Ho visto un ragazzo dai lunghi capelli E lui ballava...


uno di quelli che han scelto la strada
lui stava ballando, la testa chinata, A traffico intenso nessuno poteva
tra note lontane, le gambe stregate. fermarsi un momento, poi non importava;
io credo che fosse lì lì per finire
E lui ballava qualcuno ha paura, lo va ad investire.
tra i fanali delle auto
e lui ballava E lui ballava...
tra i fanali delle auto.
E' un fatto accaduto: ho visto un ragazzo
Ballava una danza di moda nel mondo morire di notte, tra i fari, per strada;
che è un modo corretto di stare al presente lui stava ballando, la testa chinata,
lanciava anche grida, le piccole grida, tra note lontane, le gambe stregate.
se un camion passava, ritmava e ballava
E lui ballava...

pagina 1120
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E qualcuno poi disse


(1972)
di Gianni Nebbiosi
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: disagio mentale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/e-qualcuno-poi-disse

Fu l'idea di vedere i tuoi occhi Ma di fuori la voglia di uscire


di abbracciare la nostra creatura si trasforma in voglia di pane
che mi diede la forza e il coraggio ma il discorso era sempre lo stesso:
di andar contro la natura « Torni fra due settimane »
di sorridere agli infermieri Imparai a riconoscere presto
di pesare ogni parola dietro a quello strano impaccio
e alla notte ogni grido che usciva una legge senza parole
ricacciarmelo dentro in gola. fredda e dura come il ghiaccio.

E qualcuno poi disse Quella sera, ricordo,


« Guarda lì l'agitato: tu dormivi al mio fianco
son passati otto mesi, ma la stanza girava
sembra un po' migliorato ». e di colpo fui stanco.

Fu l'idea di vedere i tuoi occhi Furon sempre le stesse facce


di giocare con la bambina a legare questo mio male
che mi fece ingoiare in silenzio e la stessa iniezione nel braccio
ogni loro medicina a condurmi all'ospedale
e mi diede la forza e il coraggio con lo stesso soffitto imbiancato
di rispondere senza urlare con gli stessi scarabocchi
al dottore che aveva schedato dove ormai le paure e il silenzio
la mia malattia mentale. nascondevano i tuoi occhi.

E un bel giorno venisti E qualcuno poi disse:


col tuo abito a fiori «Guarda lì l'agitato:
mi prendesti la mano son passati otto giorni
mi portasti di fuori. e c'è già ricascato».

pagina 1121
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E subito ci hanno detto


(1969)
di Leoncarlo Settimelli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: repressione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/e-subito-ci-hanno-detto

Ne hanno ammazzati due Ma più di cento i morti,


ad Avola, in dicembre, e Scelba, e Tambroni, e Restivo:
e subito ci hanno detto vent'anni di mitra e bastone
che non accadrà mai più. che fanno da scudo al padrone.

E due sono anche quelli Poi a Milano un giorno


crepati a Battipaglia, un poliziotto e a terra;
e subito ci hanno detto adesso è tutto chiaro:
che non accadrà mai più la guerra chiama guerra!

Informazioni

Scritta dopo la morte accidentale di un poliziotto durante lo sciopero generale del 19 novembre 1969.

pagina 1122
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È un buon padrone, un bravo italiano ma...


(1969)
di Ivan Della Mea
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti, lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/e-un-buon-padrone-un-bravo-italiano-ma

'sta storia che è su "Il Giorno" del 5 passa per Montecchio diretto a Valdagno,
novembre per rovesciare la statua del conte Marzotto,
è quella di un signore che fu partigiano! per far qeullo scempio, del resto lo sa.
Oggi è un buon padrone, un bravo italiano,
c'ha l'hobby dei cavalli, c'ha baffi, ma... Si ferman qui davanti, si fermano tutti,
cominciano a fischiare, cominciano a urlar.
"La fabbrica Trombari è una grande famiglia, "Voi della Trombari non fate i crumiri!
centosessanta sono i figli del cuore. Sciopero generale! Bisogna lottar!".
Ma basta una mela col verme traditore,
tutta la pianta sana domani marcirà. Mi son sentito in cuore l'ardor dei
vent'anni,
E' stato il ragioniere, non l'avrei mai quand'ero là sui monti ribelle a pugnar.
detto, E corro su in terrazza, fucile alla mano,
il giuda che ha tradito, mi ha messo alla metto la palla in canna e li sto a guardar.
gogna.
Lui con gli operai che han scioperato Un'ora a muso duro, ma poi han mollato
vogliono il sindacato, mio dio ce perchè col qui presente non c'è da scherzar.
vergogna!" I miei operai, ricordo, mi han ringraziato,
ma oggi, scriva, oggi mi fanno pietà.
A tutti gli operai lui gli stringe i tempi, Perchè con questo sciopero mi hanno
e se non son d'accordo le porta è là. tradito,
Per uno che ne perde, ne trova cent'altri mi hanno deluso e mi hanno colpito a morte.
che fanno voti a Dio per lavorar. Scriva, sul giorno scriva, ci vuol l'uomo
forte,
Perchè Trombari è buono, sia ben sicuro, magari come Franco o Salazar.
però è anche un duro e questo si sa.
Le voglio raccontare, lo scriva sul 'sta storia che è su "Il Giorno" del 5
"Giorno" novembre
quello che mi è successo un anno fa. è quella di un signore che fu partigiano!
Oggi è un buon padrone, un bravo italiano,
Mille e più operai, un grande corteo, c'ha l'hobby dei cavalli, c'ha baffi, ma...

pagina 1123
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E' arrivata la letterina


(1972)
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/e-arrivata-la-letterina

È arrivà-bum Le trattative ora noi vogliamo


È arrivà-bum e qui restiamo a lavorar.
È arrivata la letterina,
con la dolce sorpresina È arrivà-bum
che a Zingonia ci tocca andar È arrivà-bum
ci tocca andar, ci tocca andar. È arrivata la polizia
con i mitra e i manganelli
Da via Val Cava non ci spostiamo e chi sa quando la finirà,
e qui restiamo a lavorar. la finirà, la finirà.

È arrivà-bum... Ed ha aspettato che fosse notte


per portar via la produzion.
Per molti anni lui ci ha sfruttato,
con l'espansione ci vuol sganciar. È arrivà-bum...

È arrivà-bum... Mentre bruciavan le nostre tende


ha chiuso gli occhi per non veder.
E di Lally ce ne freghiamo
e noi la lotta la continuiam. È arrivà-bum...

È arrivà-bum... Noi della pula ce ne freghiamo


e noi la lotta la continuiam.

Informazioni

Scritta da un gruppo di operaie della Crouzet di Milano, in parte agli inizi della lotta, in parte dopo il primo arrivo
della polizia. La melodia e il modello sono presi a prestito da una canzone popolare lombarda.

pagina 1124
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E' finito il '68


(1974)
di Paolo Pietrangeli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti, satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/e-finito-il-68

È finito il sessantotto Son ben labili ricordi


È finito con un botto Di questi suddetti corvi
Tutti a casa siam tornati Cui non molto tempo addietro
Gli ideali ripiegati Demmo il nome di Loreto
In tasca In un piazzale
In tasca In un piazzale

E poi tutte quelle piazze Ora questa filastrocca


Che sembravano ragazze Che m'è uscita dalla bocca
Tutte quante infiocchettate Io vorrei che fosse intesa
Le bandiere rosse alzate Come vituperio offesa
Dappertutto Da coloro
Ora è più brutto
Da coloro che al potere
Son bastati pochi mesi Sopra canottiere nere
Qualche po' di Calabresi
Una Guida non sicura Vestono abiti azzurrini
Poco allegra è la ventura E son pieni di santini
Mentre Con i quali compran tutto
Le coscienze ed il prosciutto
Chi di solito Restivo Credon che democrazia
Se ne stava tutto schivo Sia la serva della zia
Ha suonato le sue trombe Della zia di quel questore
Per far rosse quelle bombe Che ti può fermar se vuole
Con Rumor Solo perché porti addosso
Un bel fazzoletto rosso
Ed il re della foresta Fan governi sulle bombe
Celebrando la sua festa E dischiudono le tombe
Ha voluto per coppieri Se non bastan prece e motti
Quei ben noti corvi neri Volan bassi i candelotti
Un'altra volta Che fan rima
Un'altra volta Che fan rima con Andreotti

pagina 1125
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E' mezzanotte
(1974)
di Alfredo Bandelli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: satirici, repressione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/e-mezzanotte

È mezzanotte e cominciano gli appostamenti E al comando c'è chi urla e chi si incazza
ma chi ci sarà su quella 500 "Questa volta basta, siete incapaci,
che scorrazza per la città? io vaccio trasferir"...

Sono le due, la centrale si è mobilitata La polizia dello stato italiano...


"a tutte le auto, è stato segnalato
movimento in corso Italia"... E sul giornale abbiamo letto questa mattina
sui muri della questura c'era scritto in
La polizia dello stato italiano rosso
ci garantisce la tranquillità "il potere a chi lavora"
che sempre l'ordine sia rispettato
che si lavori in serenità Un poliziotto, inseguendo un gruppo di
ribelli
Tutte le notti si ripete la stessa storia per caso è scivolato con la pistola in mano
sorveglianza stretta dei centri focali due colpi son partiti, ci sono 3 feriti
dove vengono fatte le scritte denunciati..

La polizia dello stato italiano... (2 volte)

pagina 1126
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Eccellenza
(1975)
di Gianni Siviero
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: carcere
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/eccellenza

Eccellenza lei certo lo sa stava scritto lì in quella sentenza


come vanno le cose che mi condannava
uno ruba e finisce in galera
per tre o quattro anni eccellenza ho una cosa da dirti
ti devo dir grazie
si ricorda di certo che fu ero un ladro e qui dentro ho scoperto
proprio lei a condannarmi che sono innocente
si ricorda di quel che mi disse
durante il processo eccellenza ho scoperto che il porco
sei tu che stai fuori
lei mi disse la legge è la legge sei il porco da guardia che han messo
non può perdonare sopra il capitale
il sistema ha dei limiti ma
non ci posso far niente eccellenza non serve spostarci
da un carcere all'altro
eccellenza lei forse ricorda dappertutto ormai c'è un compagno
la mia vergogna a spiegare le cose
ero un ladro avevo rubato
dovevo pagare eccellenza è sbagliato rubare
questo l'ho capito
tutto ciò che mio padre e mia madre perché basta levarti di mezzo
m'avevano detto e non serve rubare.

pagina 1127
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Eccidio di Modena 9 gennaio 1950


(1979)
di Canzoniere Il Contemporaneo
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: repressione, lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/eccidio-di-modena-9-gennaio-1950

Non parlare, non hanno più suono Lunga è la strada e lunga è la colonna
le nostre parole nell’aria. lunga la lotta, antica nel ricordo
Dopo il crepitar dei mitra sparsa di morti come una battaglia
lungo silenzio è sceso sul piazzale. spunta dai solchi, nasce dagli attrezzi

Fermi i cancelli chiusi sull’inverno sorge dai cuori oppressi di miseria


dura dorme la fabbrica deserta e dalla volontà fredda e allegra
non è che muri e macchine, fa freddo come la brina all’alba nei frutteti
sei morti sul piazzale, assassinati.
rossa, viva, felice come un grido
Ogni domanda è come una ferita tagliente come il vento sulla bocca
pur devi sapere andare in fondo. rossa, viva, felice come un grido
Bisogna interrogare la miseria e la violenza non la può fermare.
scrutare i volti stupiti e contratti
In questa lotta sono morti i sei
e scavare nel ricordo ancora fresco sono caduti senza una parola
e strappare, scoprire la ferocia ed ora in testa insieme a tutto gli altri
di chi si muove solo sulla morte
di chi riposa solo sulla strage col sorriso dei primi sulle labbra
cantano a mezza voce nell’andare
i pugni sugli orecchi, ordine e calma. col sorriso dei primi sulle labbra
Ma le risposte sono conosciute cantano a mezza voce nell’andare.
sono quelle di sempre, vecchie e uguali
un delitto, sei morti a tradimento. Là sul piazzale sei macchie di sangue
ora sei macchie gremite di folla
Erano nati nell’Emilia rossa dalle case alle strade alla campagna
cresciuti nel sapore della lotta tutta Modena è colma, c’è l’Italia.
fra la gente matura e taciturna
dal volto duro e dalla bocca dolce. Fermi nel mezzogiorno con le facce
brune di terre sono i contadini
C’era il fascismo e non furon schiavi fermi sulle scogliere i pescatori
venne il tedesco e gli andaron contro con le reti nell’acqua e dietro il mare

fischiava il vento nelle scarpe rotte fermi nella campagna all’orizzonte


non c’era più governo di ministri i gloriosi braccianti della Bassa
e fermi i ferrovieri dentro i treni
a Roma, nei saloni pieni d’ombra, bloccati nel silenzio alle stazioni
era lì, nelle strade dell’Emilia
e fermi i minatori accanto ai pozzi
le strade larghe, lucide di nebbia neri sgorgati dalla roccia viva
ognuno era il governo, anche quei sei. ferma è la gente, ferma nel dolore
giù nelle grotte scure di Matera
Per questo venne allora la vittoria
sulle fabbriche salve e sui paesi davanti ai cascinali di Toscana
e nelle case alte di Milano
poi a poco a poco fu di nuovo il solco anche i capi venuti da lontano
di là ministri ancora nei palazzi stretti ai compagni, stretti come un pugno

di qua la gente che lotta con ansia grave e diritta contro il cielo grigio
senza un lavoro, e poi la morte. le mani grandi e gli occhi aperti e chiari
Ma non sono soli i nostri morti. all’avanguardia è la classe operaia
e porta a spalla lenta le sei bare.

pagina 1128
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Informazioni

Il 9 gennaio 1950, la polizia di Scelba apriva il fuoco premeditatamente, a sangue freddo, sugli operai che
protestavano contro la serrata delle Fonderie Riunite di Modena.

pagina 1129
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Ecco s'avanza uno strano soldato


(1970)
di Dario Fo
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ecco-savanza-uno-strano-soldato

Ecco s'avanza uno strano soldato sono i tedeschi che l'hanno avvisato
porta il fucile come una vanga
come la vanga di un contadino «Se non si presenta
ha la mantella del birocciaio ne ammazziamo altri trenta».

ha gli stivali del fiocinino Ora quei trenta lo stanno a guardare


va in bicicletta lungo le strade guardano in piazza lo strano soldato
va con le barche dentro i canali che al loro posto s'è fatto impiccare
suo portaordini è un ragazzino sotto che piange c'è un ragazzino.

e la sua donna gli fa da staffetta C'è la sua donna che continua a chiamare
e la sua mamma gli fa sempre avere e c'è una vecchia con un pacchettino
un pacchettino con dentro il mangiare. un pacchettino con dentro il mangiare.
Uno straccio rosso è il fazzoletto E sopra i tetti ci sono nascosti
uno straccio rosso è la sua bandiera strani soldati che stanno a guardare.

ieri ne ho visto un altro impiccato Portan fucili come le vanghe


non l'hanno preso è arrivato da solo come le vanghe dei contadini
e ai tedeschi si è consegnato han le mantelle dei birocciai
han gli stivali dei fiocinini
e son venuti per vendicare...

Informazioni

Dallo spettacolo "Vorrei morire anche stasera se dovessi pensare che non è servito a niente", 1970.

pagina 1130
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Eccoti lì a pensarla
(1977)
di Pino Masi
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/eccoti-li-pensarla

Eccoti lì a pensarla Senza contarci


e gli olivi perdono i fiori come cosa sicura
forse è stata la nebbia che poi, quando ti manca,
che stempera i colori hai paura!
ad addolcirti dentro
più di quanto sia fuori, Ed è rimasto un attimo,
anche se hai già creduto sospeso tra gli ulivi,
in così tanti amori. quel suo sorriso pallido
e adesso, mentre scrivi,
Ed è rimasto un attimo, non ti senti sicuro
sospeso tra gli ulivi, nel dire che tu vivi
quel suo sorriso pallido aspettando che ancora
ma adesso, mentre scrivi, quel suo sorriso arrivi
non ti senti sicuro
nel dire che tu vivi Ma se questo è l'Amore, no,
aspettando che ancora tu non lo devi sapere,
quel suo sorriso arrivi lo devi solo vivere senza capire!
Senza contarci
Ma se questo è l'Amore, no, come cosa sicura
tu non lo devi sapere, che poi, quando ti manca,
lo devi solo vivere senza capire! hai paura!

pagina 1131
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Eh sì governo infame
(1974)
di Canzoniere del Vento Rosso, Francesco "Ciccio" Giuffrida
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/eh-si-governo-infame

Guarda che belle case Guarda che spreco e lusso


le abbiamo fatte noi macchine da nababbi
che non abbiamo casa avessimo le fabbriche
andiamo ad occupar sapremmo cosa far
Senti che freddo cane
imboscano il gasolio Eh sì governo infame
tutti sotto il Comune .......
la nafta uscirà
Guarda che bella terra
Eh sì governo infame però non c'è una pianta
ora è cambiato il vento e quanti contadini
perchè vogliamo vivere potrebber lavorar
non sopravvivere a stento Basta con la miseria
basta con i padroni
Ma guarda i maledetti solo se siamo uniti
hanno aumentato i prezzi potremo governar
però vedremo presto
chi la dovrà pagar Eh sì governo infame
.......

Informazioni

Incisa nell'LP " Han gridato scioperiamo " del 1974 a cura del Canzoniere del Vento Rosso di cui l'autore delle
parole e Bertoli facevano parte.

pagina 1132
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El aparecido
(1967)
di Victor Jara
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: spagnolo/castigliano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/el-aparecido

Abre sendas por los cerros, Su cabeza es rematada


deja su huella en el viento, por cuervos con garras de oro,
el águila le da el vuelo cómo lo ha crucificado
y lo cobija el silencio. la furia del poderoso!

Nunca se quejó del frío, Hijo de la rebeldía,


nunca se quejó del sueño; lo siguen veinte y más veinte;
el pobre siente su paso porque regala su vida
y lo sigue como un ciego. ellos le quieren dar muerte¡

¡Córrele, córrele, córrela Córrele, córrele, córrela,


por aquí, por allí, por allá, por aquí, por allí, por allá,
córrele, córrele, córrela córrele, córrele, córrela,
córrele, que te van a matar! córrele, que te van a matar!

Informazioni

Il sottotitolo di questa canzone è: Galope por Ernesto "Che" Guevara (il "galope" è un ritmo sudamericano).
L'interpretazione più nota è quella degli Inti Illimani. Paola B.

pagina 1133
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El derecho de vivir en paz


(1970)
di Victor Jara
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: spagnolo/castigliano
Tags: antimperialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/el-derecho-de-vivir-en-paz

El derecho de vivir La luna es una explosión


poeta Ho Chi Minh, que funde todo el clamor.
que golpea de Vietnam El derecho de vivir en paz.
a toda la humanidad.
Ningún cañón borrará Tío Ho, nuestra canción
el surco de tu arrozal. es fuego de puro amor,
El derecho de vivir en paz. es palomo palomar
olivo de olivar.
Indochina es el lugar Es el canto universal
mas allá del ancho mar, cadena que hará triunfar,
donde revientan la flor el derecho de vivir en paz.
con genocidio y napalm.

Informazioni

Inserita da chiara.calzolaio _at_ gmail.com

pagina 1134
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El poeta
(1968)
di Atahualpa Yupanqui
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: spagnolo/castigliano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/el-poeta

Tù piensas que eres distinto y càntales a los que luchan


porque te dicen poeta por un pedazo de pan.
y tienes un mundo aparte
màs allà de las estrellas. Poeta de tiernas rimas,
vete a vivir a la selva,
De tanto mirar la luna y aprenderàs muchas cosas
ya nada sabes mirar. del hachero y sus miserias.
Eres como un pobre ciego
que no sabe adònde va.- Vive junto con el pueblo,
no lo mires desde afuera,
Vete a mirar los mineros, que lo primero es ser hombre
los hombres en el trigal, y lo segundo, poeta.

pagina 1135
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El pueblo unido jamás será vencido


(1970)
di Quilapayun
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: spagnolo/castigliano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/el-pueblo-unido-jamas-sera-vencido

El pueblo unido jamás será vencido! La Patria está forjando la unidad,


El pueblo unido jamás será vencido! de norte a sur se movilizará
De pie cantar que vamos a triunfar desde el salar ardiente y mineral
avanzan ya banderas de unidad al bosque austral, unidos en la lucha y
y tu vendrás marchando junto a mi y asi verás [el trabajo irán
tu canto y tu bandera florecer la Patria cubrirán, su paso ya anuncia el
la luz de un rojo amanacer porvenir
anuncia ya la vida que vendrá
De pie cantar que el pueblo va a triunfar
De pie marchar que el pueblo va a triunfar millones ya imponen la verdad,
será mejor la vida que vendrá, de acero son, ardiente batallón
a conquistar nuestra felicidad sus manos van llevando la justicia y la razón
y en un clamor mil voces de combate se mujer
alzarán con fuego y con valor ya estás aquí junto
dirán canción de libertad, [al trabajador
con decisión la Patria vencerá
Y ahora el pueblo que se alza en la lucha
Y ahora el pueblo que se alza en la lucha con voz de gigante gritando: adelante!
con voz de gigante gritando: adelante!

El pueblo unido jamás será vencido! El pueblo unido jamás será vencido!
El pueblo unido jamás será vencido! El pueblo unido jamás será vencido!
El pueblo unido jamás será vencido!

pagina 1136
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El svacament
di Collettivo Ticino Riva Sinistra, Nino Jomini
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: lombardo
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/el-svacament

Solite sere, che il sistema el m'ha tapà


solito bar, coi poster de quel Dash
solit gruppet, che mia nesuna voeul scambià!
de buletar, Perchè quand lur roben
- Mi da una cica? - se la caven sesa dann
- damela ti - perchè quand lur sparen
- io sono in seca - massen semper chi ha vent'ann?
- nisba anca mi - La militanza,
Solit menassel i ripensament
coi blablabla i esitasiun,
sul personale, i cediment
gli emarginà, voeuia de sbatess
su l'ultum film nel waterclose
de Luis Bunuel tira la corda,
- Te l'è capi? - e adiu tuch coss
- No, ma l'è bel! - E allora dai,
giu a scopare
E foeura i nostr murales per ore ed ore,
che il sistema el m'ha tapà sensa parlare
coi poster de quel Dash sensa guardarsi,
che mia nesuna voeul scambià! quasi a scongiur
M'han dit che giù al Macondo te leget nel partner
han liquidato il 68, i to stess paur.
tra afghanistan e russia
t'è sentì che rebelot!
E foeura i nostr murales
Solit contorno che il sistema el m'ha tapà
trit e ritrit coi poster de quel Dash
di tipi fighi che mia nesuna voeul scambià!
ipernutrit Io penso han fat tuch
con kavasaki per impedimm de sentiss viv
tutt li accessoriate ma numm gh'emm la pel dura
occhiali rayban mia per nient semm suversiv.
e altre stronzate Tuch quant l'è costituito
Solita rabia a numm ce resta sui cuiùn
solit bestemm Per numm anca pisà
lur in i sciuri l'è un att de mett in discussiun!
numm sem chi sem Semm stuf de dugmatismi,
sens d'imputensa falsi miti e Fat Murgan
vumm che l'è sera numm adess voeurum vedè,
dent che digrigna capì le cose come stan.
murale a tera. Per scancelà i paur
de tuch i fioeu che gh'han vent'ann
di fioeu che c'han di suo
E foeura i nostr murales solamente i so vent'ann!

Informazioni

Il "Collettivo Ticino riva sinistra" fu attivo a Castano Primo (MI) negl' anni '70/'80.

pagina 1137
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

El verniciaro
(1974)
di Gianni Nebbiosi
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: romanesco
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/el-verniciaro

Qui un arcobaleno infetto.


er magnà è così così
na sora So venuti
ce fa addormentà abbonora li compagni ierassera
e allora Nino ha detto
sogno de sta' 'nsieme a te «Jela famo pagà cara
e de ditte amore caro a che t'ha ridotto a stà così»
e de nun avè mai fatto me l'ha detto fra li denti
er verniciaro. co la rabbia de noantri.

Le vernici A ni'
cianno 'n sacco de colori a guardà nuvole a fiocchi
tutti boni né sti giorni
pe sfonatte li pormoni me se stanno a pulì l'occhi
e poi e mo'
vié na tosse colorata che ce vedo 'n po' più chiaro
che t'annuncia che c'ihai 'n petto nun c'è azzurro che m'encanti
pecché so' ch'er celo nasce
dalla rabbia de noantri.

pagina 1138
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Elegia per una ragazza rossa


(1973)
di Canzoniere Il Contemporaneo
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/elegia-una-ragazza-rossa

È nata in un villaggio dove i treni dai conservando il tempo per sognare


binari giù in fondo al baule.
macchiano di fumo il rosa delle nuvole
e l’arancia è una lucerna in cui l’ape Vide la compagna c’era un mondo da cambiare
colossale combatter si doveva in cerca della primavera
galoppa nell’aria con passione le sue mani ferite si unirono alla marea
per riporre in una cassetta biondi misteri di che distruggeva le fondamenta del vecchio
cristallo. mondo scontento
per ripulire l’alba.
La sua infanzia è stata un lungo inverno
i quaderni da scolara, le ferite ai piedi Così lottò la compagna
fame da cancellare, sempre più lontana da aspra fiamma combattiva
casa sempre picchiata e offesa
senza un ramo da bruciare da raffiche di cera, la compagna.
senza luce da difendere, ma una piaga da
rimarginare. Rossa mano abbatté il muro una pietra dopo
l’altra
Così è cresciuta la compagna infinita come una rete fu la bandiera che
aspra fiamma combattiva sventolava
sempre picchiata e offesa la leonessa che attaccava vigile nella veglia
da raffiche di cera, la compagna. braccio e tuono combattente
finché uno sparo semplicemente
L’ha inghiottita la grande città coprì di ghiaccio il suo cuore.
con i panni da lavare, con la grigia
necessità. Così cadde la compagna
Ha servito alla tavola del fannullone decorata dalla sua ferita
ha cucito per un secolo un vestito blu la più bella la prescelta
ricoperta da bandiere, la compagna.

pagina 1139
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Emigrato su in Germania
(1972)
di Gianni Nebbiosi
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: emigrazione, disagio mentale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/emigrato-su-germania

Emigrato su in Germania di sudore e di fatica


sento il cuore che mi smania cose che non le sa mica.
sento estranee cose e gente
e alla fine anche la mente. Ma ci stiamo ad ascoltare
e ci sembra di imparare
E finito in ospedale il perché siam stati esclusi
per 'sta malattia mentale il perché ci hanno rinchiusi.
ci ho trovato, con stupore,
un che parla da signore. E così l'altra mattina
quando han fatto la strozzina
E racconta certi fatti e picchiato a più non posso
di romanzi e di ritratti un che s'è pisciato addosso
di poeti e di persone
di cui non conosco il nome. noi ci siam guardati in viso
e poi dopo all'improvviso
Io gli parlo di cantieri non più servi né stranieri
e dei miei troppi mestieri fummo addosso agli infermieri.

pagina 1140
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Emigrazione Organizzazione I
(1977)
di Canzoniere Il Contemporaneo
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: emigrazione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/emigrazione-organizzazione-i

Se posso darti solo una canzone si spalanchino con gola e voce forte
che lei ti porti a casa per amore con voce nuova e più alta e più forte
e ti porti dentro in fondo nella lotta
dove sai che non stai solo. Emigrazione. per gridare alle strade di Germania
alla Svizzera senza umanità
Tu prendila per mano la canzone che conoscano il dolore e la fatica
tu che puoi darle forza e verità che conoscano la vostra dignità
che dia voce al lavoro sconosciuto
agli occhi tuoi, compagno. Emigrazione. e la conoscano i governi dell’Italia.
Ma chi ha cuore e la rabbia della storia
E baracche, soffitte e dormitori porta via la sua terra e il suo dolore
e la paura di un mondo forestiero a crescere, a conoscere, a lottare.

pagina 1141
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Emigrazione Organizzazione II
(1977)
di Canzoniere Il Contemporaneo
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: emigrazione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/emigrazione-organizzazione-ii

Bandiere rosse sulla piazza di Carife E grande nelle toppe e nei visi
l’Irpinia si stringe nella notte negli occhi grandi e neri dei bambini
un festival con amore e la speranza e grande come l’acqua che pioveva
un grande festival dell’Unità. sugli slogan. Una voglia di scoppiar.

Grande nelle vecchie sui gradini E grande l’amicizia e la fiducia


antiche come il tempo, della chiesa dei compagni Pino Sandro e Gianni.
come i fazzoletti neri intorno al capo Siam tornati sui monti dell’Irpinia
rocce nella pietra senza età. bandiere rosse sulla piazza: il festival.

pagina 1142
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Emigrazione Organizzazione III


(1977)
di Canzoniere Il Contemporaneo
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: emigrazione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/emigrazione-organizzazione-iii

Corri compagno, da Stoccarda corri da Roma vien Giuliano a parlare e poi


corri a Monaco a prendere i giornali cantare e poi grande festa e ballare.
chilometri anni la vita corri
corri non dormire sull’autostrada. Corri compagno da Stoccarda corri
corri a Monaco a prendere i giornali
Domani grande diffusione grande diffusione corri non dormire
grande festa nel Gastarbeiter non sognare il terremoto corri.

pagina 1143
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Emigrazione organizzazione IV
(1977)
di Canzoniere Il Contemporaneo
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: emigrazione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/emigrazione-organizzazione-iv

Emigrazione e lotta per l’organizzazione organizzarsi per vedere e per capire

emigrazione e organizzazione.

pagina 1144
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Emigrazione organizzazione V
(1977)
di Canzoniere Il Contemporaneo
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: emigrazione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/emigrazione-organizzazione-v

Giovinazzo bianca sopra il mare blu Il Meridione è una vecchia donna


coi peperoni rossi alle finestre il viso aspro e dolce e gli occhi tristi
una camera con il letto grande ed il cuore colmo di rivoluzione
ed il cielo caldo del Meridione. di fantasia, di bellezza e d’amore.

Un vecchio ci presenta la sezione Lo conoscano i governi dell’Italia.


sulla piazza il sole spacca pietra bianca Ma chi ha cuore e la rabbia della storia
un gran quadro in mezzo al rosso con Baffone porta via la sua terra e il suo dolore
età media dei compagni sui settanta. a crescere a conoscere a lottare.

pagina 1145
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En el estadio de Chile
(1973)
di Victor Jara
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: spagnolo/castigliano
Tags: antifascisti, carcere
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/en-el-estadio-de-chile

Somos cinco mil, aquí en esta uno saltando al vacío,


pequeña parte de la ciudad otro golpéandose la cabeza
somos cinco mil, contra el muro.
cuàantos seremos en total Y todos con la mirada fija
en la ciudad y en todo el pais? en la muerte.
Solamente aquí son diez mil manos Queespanto el rostro del fascismo!
que siembran y hacen andar las fàbricas Cumple sus planes con precisiòn,
Cuànta humanidad con hambre, frio, artero sin importarle nada;
pànico, dolor, presiòn moral, la sangre, para él son medallas;
terror y locura matanza es acto de heroísmo.
Seis mil de los nuestros se perdieron Somos diez mil manos, diez mil manos
en el espacio de las estrellas. que no producen,
Uno muerto, golpeado como diez mil manos menos,
nunca creí se podía golpear cuantos somos en toda la patria?
a un ser humano Tu sangre, compañero Presidente,
Otros cuatro quisieron quitarse golpea màs que bombos y metralla,
los temores: como nuestro puño, nuevamente.

Informazioni

Questa canzone è stata scritta da Victor Jara dopo il suo internamento nello stadio di Santiago del Cile a seguito del
golpe di Pinochet, Jara morirà in poco tempo a seguito delle torture subite.
Il testo gli fu trovato in tasca, dalla moglie Joan Turner che era venuta a riprendere il cadavere, un foglietto con
questa canzone. Una canzone senza musica, sebbene Pete Seeger la abbia poi musicata e cantata in inglese.
L'estremo atto di sfida di un uomo coraggioso e intelligente ai suoi stupidi aguzzini. (Riccardo Venturi)

pagina 1146
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Era Natale
(1969)
di Luigi Lunari, Lino Patruno
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: anticlericali, antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/era-natale

Era Natale nell’harem del pascià scherzi da prete ad alto livello;


gli eunuchi se ne stavan mano in mano ci pare che davvero sia richioso
tra decine di splendide beltà fidarsi solamente dell’ucce...”
distese sopra questo o quel divano. Gloria nei cieli e pace quaggiù
Entra il pascià col suo passo marziale tra il bue e l’asinello è nato Gesù.
il truce volto e le potenti spalle
e dice: “Che volete per Natale?” Era Natale alla Casa Bianca
Gli eunuchi gli rispondono: “Le pa...” l’esercito era lì col presidente
Gloria nei cieli e pace quaggiù a ricevere la benedizione
tra il bue e l’asinello è nato Gesù. prima di andare nell’Estremo Oriente.
“La sacra face della libertate
Era Natale nell’Oceano Indiano spetta l’onore a voi di mantenere”.
ma piena estate ancora in Vaticano Tutti in coro rispondono i soldati:
e il collegio dei Santi Cardinali “Con quella face scaldati il sede....”
ha vietato la pillola ai cristiani. Gloria nei cieli e pace quaggiù
“Son questi–grida il coro irrispettoso – tra il bue e l’asinello è nato Gesù.

pagina 1147
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Era sui quarant'anni


(1969)
di Paolo Pietrangeli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/era-sui-quarantanni

Era sui quarant'anni vale la pena"


e non se n'era accorto e intanto lui ci andò.
tutta la vita lui stata a pensar
cosa dovesse far Era sui quarant'anni
e non se n'era accorto
"Vale la pena non ebbe il tempo di fiatar
vale la pena che si ritrovò morto.
vale la pena o no
ora lo chiedo a qualcheduno E tutti i suoi compagni
e poi deciderò". ch'eran sempre sicuri
ora gli fanno omaggi
Si camminava in tre e lapidi sui muri.
restava sempre indietro
meglio la pasta od il bignè Gran rivoluzionario
perdeva sempre il treno. tempra di combattente
il suo dovere ebbe
No che non era fesso sempre presente e in mente
le cose le capiva e si sacrificò.
e se ne dispiaceva
e se ne dispiaceva "Vale la pena
ma non serviva più. vale la pena
vale la pena o no
Era sui quarant'anni vale la pena
e si trovò lì in mezzo vale la pena"
oh che gran colpi, che confusione e intanto lui ci andò.
era la rivoluzione.
"Vale la pena
"Vale la pena vale la pena"
vale la pena" gli altri dicevan no
gli altri dicevan no "vale la pena
"vale la pena vale la pena"
e intanto lui ci andò.

pagina 1148
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Fan fan
(1975)
di Paolo Pietrangeli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti, satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/fan-fan

Amo le piante la natura mi par che qualcun l'abbia detto


e gli uccelletti e la verzura
e i picchi i fiumi ed i crepacci Giungemmo ben presto alla RAI
a solitudine dei ghiacci sparuto drappello di eroi
e tutto ciò ch'è natural ma lì cominciarono i guai
sono una guardia forestal. non arrivò l'ordine mai
Tanassinger Almirante
Amo la patria mia diletta forse che mancò il contante
dai tre mari circoscritta sono fatti inusuali
della bandiera i tre colori avevamo i generali
rosso il sangue degli eroi grandi e piccoli industriali
il verde limpido dei prati
bianca la veste dei suoi papi Piccoli ma...
ma quello che apprezzo di più Piccoli ma...
è la costanza la virtù
la laboriosità l'ingegno Forse è un'altra la questione
di questo popolo ch'è degno c'era poca confusione
dei suoi santi e dei suoi eroi e la banda dei bassotti
navigatori e perciò noi senza stragi e senza botti
in questo mare procelloso non poteva recitar
senza concederci riposo ordine qua...
vegliamo a che l'ordine regni ordine là...
e tutti quanti siano degni
e che gli arcangeli Miceli Amo i sequestri e le rapine
aprano sopra a noi le ali le stragi ai treni le rovine
e per amore dei suoi ragassi e lutti e morti e bombe e scoppi
socchiuda gli occhi anche Tanassi che facciam noi non son mai troppi
e Sid decide Sid dispone
Piccoli ma... Sid distrugge Sid depone
Piccoli ma... Sid distoglie Sid deraglia
Sid dà spazio alla canaglia
Che notte quell'otto dicembre Sid decide Sid dispone
levammo ben presto le tende Sid distrugge Sid depone
lasciammo la nostra foresta Sid distoglie Sid deraglia
la pioggia era fitta e molesta Sid dà spazio alla canaglia

O mio colonnello diletto Solo così i golpe si sa


non voglio né acqua né letto solo così i golpe si fan
ma piombo per il mio moschetto Fan fan

pagina 1149
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Fatima e Fawzia
(1977)
di Pino Masi
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/fatima-e-fawzia

Fatima e Fawzia, due donne, Poi fuori, nel vento, tra gente,
legate da un vincolo strano: un ricordo da tenere in serbo
non solo amicizia ma amore
e il Destino che le lascia lontano. Qualcosa che abbiamo perduto
assieme all'adolescenza,
Non è Casablanca nè Tangeri, qualcosa che ci hanno rubato
nè il sole di Tiaret, che ci serve, il lavoro, i soldi e la scienza.
ma il Senso che muove la gente,
diverso da Pisa o Milano. Fatima e Fawzia, due donne,
legate da un vincolo strano:
Fatima e Fawzia, due donne, non solo amicizia ma il loro grande Amore
legate da un vincolo strano: e il Destino che le lascia lontano.
non solo amicizia ma il loro amore
e il Destino che le lascia lontano. E non è Casablanca nè Tangeri, ho detto
nè il sole di Tiaret, che ci serve,
L'Oceano si frange e la grotta ma il Senso che muove la gente,
d’un tratto si riempie di suono, così diverso da Pisa o Milano.
di sprazzi di azzurro e di bianco,
del mare l'odore buono. Qualcosa che abbiamo perduto
insieme all'adolescenza,
La mano che stringe improvvisa qualcosa che ci hanno rubato
la voglia di quel corpo acerbo il lavoro, i soldi e la scienza.

pagina 1150
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Felicità
di Movimento Femminista Romano
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/felicita

Io che bacio gli occhi tuoi Aiutami a non stringere


profondamente accesi intorno alla mia gola
tu che sfiori le mie rughe quella corda doppia
dietro i miei sorrisi che si chiama coppia
com’è bella l’alba Aiutami a dividere
che addormenta i nostri visi con mille questa gioia
Felicità tu sembri che inventiamo troppo grande
un gioco fatto ma non è vero da consumare in due
oh non è vero aiutami a trovare le parole
Felicità vissuta di questa poesia antica ma diversa
all’ombra di una stanza che inizia da una donna
sei un gioco antico come il mondo e non si è ancora persa
in un mondo che non ha giocato mai.

pagina 1151
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Fermiamo le centrali nucleari


(1979)
di Paola Nicolazzi
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: ambiente
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/fermiamo-le-centrali-nucleari

Fermiamo le centrali nucleari troviamole con le nostre ricerche


portano il mondo verso la rovina c'è il sole che non costa quasi niente
le radiazioni sono micidiali per fare il bene dell'umanità.
muore la vita e non rinasce più.
Uranio no, plutonio no...
Uranio no, plutonio no,
centrali nucleari grazie no. Gente che mi state ad ascoltare
Uranio no, plutonio no, pensate un po' al disastro di Hiroshima
centrali nucleari grazie no. se fondon le centrali nucleari
la Terra diverrà come la luna.
Dicono che una nazione è ricca
soltanto se possiede le centrali Uranio no, plutonio no...
son giochi di potere della cricca
che sta dentro le multinazionali. Questa tecnologia della morte
da saggi noi dobbiamo rifiutare
Uranio no, plutonio no... perché il giorno che ci pentiremo
indietro non potremo più tornare.
Scienziati pulitevi la mente
questa ricerca è solo distruttiva Uranio no, plutonio no...
sconvolge tutta quanta la natura
per colpa della radioattività. Abbasso le centrali nucleari
portano il mondo verso la rovina
Uranio no, plutonio no... le radiazioni sono micidiali
muore la vita e non rinasce più.
Ci sono tante fonti di energia
Uranio no, plutonio no...

pagina 1152
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Filastrocca del pane


(1974)
di Canzoniere Il Contemporaneo
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/filastrocca-del-pane

Dalla terra nasce il grano e le loro bianche mani


viva i seminatori generose di farina.
che la curan con amore
come si curano i fiori Dalla terra nasce il grano
che la curan con amore dal grano nasce il pane...
come si curano i fiori.
La farina dà il pane
Dalla terra nasce il grano evviva i fornai
dal grano nasce il pane evviva la mia terra
dal pane il diritto per lei io so soffrire.
di mangiare questo pane.
Dalla terra nasce il grano
Il grano dà la farina dal grano nasce il pane...
evviva i mugnai

pagina 1153
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Filastrocca vietnamita
(1971)
di Sergio Endrigo, Ennio Morricone, Leoncarlo Settimelli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/filastrocca-vietnamita

Nero è il cielo sull'Indocina Nero è il cielo sull'Indocina


dove i corvi son la rovina; riso e grano vanno in rovina
contadino coltiva il grano chi ha vent'anni, là nell'Oriente
occhio al cielo e una pietra in mano della pace non ne sa niente
occhio al cielo e una pietra in mano della pace non ne sa niente

Contadino che fa la guerra Contadino che fa la guerra


mangia in piedi e dorme in terra mangia in piedi e dorme in terra,
e se scoppia una granata ma il cowboy che fa il soldato
la sua vita è già rovinata si ritrova già sotterrato
la sua vita è già rovinata si ritrova già sotterrato

Quanndo il falco vola più basso Falco falco vien da lontano


contadino gli tira un sasso; viso dolce e granata in mano
questo avviene a Dien Bien Phu corri e corri, ma più che puoi,
ed il corvo se ne va giù corri e corri ai paesi tuoi
ed il corvo se ne va giù corri e corri ai paesi tuoi

Informazioni

La stessa canzone è stata pubblicata anche col titolo "Filastrocca per l'Indocina".

Questa canzone faceva parte della colonna sonora del film di Salvatore Samperi "Grazie Zia"(1968) ed era
interpretata da Sergio Endrigo. Musica e parole di Leoncarlo Settimelli, Sergio Endrigo ed Ennio Morricone

pagina 1154
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Fiore rosso e fucile


(1973)
di Canzoniere Pisano / del Proletariato
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/fiore-rosso-e-fucile

Fiore rosse e fucile: non si fa rivoluzione».


viva la libertà!
Era il 25 aprile: Cerimonie e deputati;
si rifà la società! a che serve aver lottato?
il fascismo può parlare,
I padroni sono morti, "democratico" è lo stato.
i fascisti impiccati,
la giustizia degli insorti, Son passati tanti anni:
libertà per gli sfruttati. sfruttamento ed elezioni,
due promesse, cento inganni,
Proletari al potere, mentre vincono i padroni.
non c'è più la schiavitù,
dalle fabbriche al quartiere Ho sognato...
non si servirà mai più....
Ho sentito alzarsi un grido:
Ho sognato per vent'anni e più "Si ritorna ad esser classe
quel 25 aprile nelle piazze a centomila
ricordo della mia gioventù si ritrovano le masse.
vissuta col fucile,
Sono giovani compagni,
finché dal popolo in servitù per spazzare via i fascisti,
si leva un canto e va ci riportano ai vent'anni,
e riporta di quegli anni siamo tutti comunisti.
ancor la rossa libertà. Sole rosso di mattina,
pei padron non c'è domani:
Ma ci dissero al Partito: si farà LOTTA CONTINUA,
«Sotto con la produzione, siamo tutti partigiani.
il conflitto è ormai finito,
Ho sognato...

pagina 1155
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Fiori chiari fiori scuri


(1977)
di Giorgio Lo Cascio
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/fiori-chiari-fiori-scuri

E'aspro il profumo sono strani come esempi di affetto


dei vostri fiori bianchi (2 volte) e poi è nero il colore
quando sbocciano per strada che lascia la vostra carezza.
non è un regalo gradito
tanto è aspro il profumo E' umida e sporca e buia
dei vostri fiori bianchi. questa vostra casa (2 volte)
quando vi si viene a trovare
Non ispira fiducia non è una bella sorpresa
il modo in cui andate vestiti (2 volte) tanto è umida e sporca
quando passeggiate per strada e buia questa vostra casa.
non è gradito incontrarvi
perchè non ispira fiducia Rosso è il colore d
il modo in cui andate vestiti. ei nostri fuochi fatui (2 volte)
attenzione se la fiamma muore presto
Nero è il colore non è così per il calore che la produce
che lascia la vostra carezza (2 volte) tanto è rosso il colore
quei vostri movimenti scomposti dei nostri fuochi fatui.

Informazioni

La canzone è di un cantautore che frequentava il Folkstudio di Roma, scomparso giovane nel 2001. Esiste un
premio a lui dedicato che si tiene ogni anno in calabria.Non era prettamente un cantante politico ma questa
canzone, così ironica e piena di "sensi nascosti" secondo me è interessante. (Massimo Sitton, email
giove7@msn.com)

pagina 1156
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Francesco Luigi Ferrari


(1976)
di Canzoniere Il Contemporaneo
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/francesco-luigi-ferrari

Viene per la causa di un prete sul “Domani dell’Italia”


a costruir l’autonomia la sinistra popolare
viene a gettare il seme ingaggiò con il fascismo
il popolare senza illusione la sua ultima battaglia.
contando su la ragione:
il seme democrazia [bis]. Ma la voce di quell’uomo
fu bruciata nella storia
Francesco Luigi Ferrari e i moderati contrattatori
organizzò il movimento in esilio sepolto il corpo
l’uomo nuovo di sinistra ne cancellaron la memoria
e lottò per la conquista credendolo già morto.
della vera autonomia
dalla Chiesa e la borghesia. Chiedo scusa, signor ministro
se abbiam cantato una canzone
Francesco Luigi Ferrari che può aver fatto ricordare
impugnò la dura spada un uomo scomodo a pensare
un uomo scomodo a pensare

Informazioni

Francesco Luigi Ferrari (Modena, 31 ottobre 1989 - Parigi, 2 marzo 1933) è stato un politico, giornalista e
antifascista italiano. Dopo la prima guerra mondiale aderì al Partito Popolare Italiano, fondò nel 1922 il giornale “Il
Domani d’Italia”; costretto all’esilio in Belgio, fu poi a Parigi, dove fondò e diresse “Res Publica”

pagina 1157
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Fratello
(1972)
di Stormy Six
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/fratello

Quando l'ultimo sfruttatore, allora sara' giunto


l'ultimo corruttore, il vostro momento
l'ultimo carrierista, di parlarci d'amore
l'ultimo ipocrita,
l'ultimo borghese Ma forse tu, ma forse tu
saranno scomparsi fratello non ci sarai piu'
da questa terra

pagina 1158
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Frigida
di Movimento Femminista Romano
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: romanesco
Tags: femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/frigida

E mo te devo di' che sta canzone come avrebbe voluto


a quarcuno po' sembrà vorgare questa nostra sessualità.
ma qui c'è l'impellenza de parlare
e si de ste parole famo uso Ma adesso la clitoride
nun te scandalizzà nun famme er muso. va assai rivalutata
mentre la chiesa e l'ommini
Eva l'han fatta sorgere l'han sempre ignorata
d'Adamo ner costato ma noi nun ce stamo più
e allora se credeva e no nun ce stamo più
d'avecce dimostrato a fasse addoprà ancora
con questa assurdità ome 'n'orologio a cucù.
detta al'umanità
che partorì po' n'omo Er bene nun po' esistere veramente
senza tanta difficortà. se poi sei soppraffatta dall'amante
e si voi vive già da donna vera
E poi come si questo nun bastasse devi spezzà dei ruoli la barriera
hanno presto diffuso tra le masse che der maschismo è sempre la bandiera.
che tutto quer ch'è sesso è gran peccato
co' questo c'hanno ancora sistemato. Vogliamo essere libbere
C'hanno chiamato figgide e insieme libberare
perchè nun godevamo quelli che come noi
ma mo s'è risaputo so' stati qui a penare
la corpa è de 'st'Adamo forse 'na novità pò esse realtà
ch'ha sempre voluto usà unimese ma subbito
e nun ch'ha mai fatto amà 'na forza noi semo già.

pagina 1159
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Fucile e bisaccia
(1974)
di Alberto Cesa, Franco Lucà
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/fucile-e-bisaccia

Con il fucile, con la bisaccia in spalla, Mia casa il bosco, mio tetto la bufera,
col casolare e la mamma dentro il cuore, mio letto un sacco, mio cibo pane duro,
addio Ninetta devo lasciarti sola, sporco fascista ma stattene sicuro,
suona l'ora mi tocca di partir. che anche questo te lo farem pagar.

Queste montagne che m'han visto bambino E se io muoio compagni sulla fossa
oggi mi vedono fare il partigiano, non voglio fiori per il mio funerale,
l'abbiam giurato con il pugnale in mano mi basta avere la bandiera rossa
e i tedeschi e i fascisti a guerreggiar. chè socialismo sarà la libertà.

Informazioni

Testo ispirato ad un racconto partigiano, la musica è di matrice popolare mantovana. La prima versione fu
pubblicata nell'MC Musica Contro del Cantovivo, nel 1977.

pagina 1160
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Garibaldi
(1972)
di Stormy Six
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antimperialisti, comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/garibaldi

E parliamo di Garibaldi Per non essere ammazzati.


E dei suoi garibaldini Ma il 14 di maggio
Venuti per far giustizia Il barone gli fa omaggio
A noi poveri contadini. E il notaro Rosolino
Arriva Garibaldi Già lo chiama Don Peppino
E i baroni fa tremare
La gente per le strade “Garibaldi, ma chi è?...
Si sente già cantare:
Se ne è andato Garibaldi
“Garibaldi, ma chi è? Con i suoi garibaldini
E’ più forte e bello dello Re! Se ne è andato con il pane
Garibaldi, cosa fa? Di noi poveri contadini.
Porterà giustizia e libertà”. E ilnotaro Rosolino
All’uscita del paese
E’ arrivato Garibaldi Ha brindato a Garibaldi
E i Borboni son scappati Col buon vino piemontese
Son scappati nella notte
“Garibaldi, ma chi è?...

pagina 1161
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Gelem, gelem
(1969)
di Yarko Yovanovich
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: romanì
Tags: campi di concentramento
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/gelem-gelem

Gelem, gelem lungone dromencar Putar Devla te kale udara


Maladilem baxtale Romencar Te shay dikhav kay si me manusha
A Romalen kotar tumen aven Palem ka gav lungone dromencar
E chaxrencar bokhale chhavencar Ta ka phirav baxtale Romencar

A Romalen, A chhavalen A Romalen, A chhavalen

Sasa vi man bari familiya Opre Roma isi vaxt akana


Mudardas la i Kali Lègiya Ayde mancar sa lumaqe Roma
Saren chhindas vi Romen vi Romnyan O kalo muy ta e kale yakha
Mashkar lende vi tikne chhavoren Kamava len sar e kale drakha

A Romalen, A chhavalen A Romalen, A chhavalen

Informazioni

Inno del popolo Rom, adottato ufficialmente dai delegati del primo Congresso Mondiale Rom svoltosi a Londra nel
1971. È stato composto, nella sua forma ufficiale, dopo la fine della seconda guerra mondiale n lingua romanì
adattandolo ad una melodia tradizionale. Nel brano sono presenti riferimenti al Porajmos, lo sterminio di Rom e
Sinti perpretato dai nazisti, e successivamente anche dai loro alleati ustascia dal 1933 al 1945.

pagina 1162
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Giancarlo e gli altri


(1975)
di Gianni Siviero
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: carcere
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/giancarlo-e-gli-altri

Noi non sapremo mai Un uomo è sempre un uomo


quale sia stata la sua orazione non lo giustifica una divisa
mentre a un paso dal cielo se ha una coscienza in corpo
gli hanno sparato come a un piccione sa quel che deve e non deve fare
forse non ha potuto e non venirci a dire
gridare boia a chi l'ammazzava che tu obbedivi che è colpa d'altri
mentre la vita rossa colava sapevi bene a cosa miravi
giù per le tegole nella grondaia mentre puntavi il mitra e sparavi

mentre stridon le rondini attento poliziotto


sopra Firenze la sua agonia tu che hai sparato e sparerai ancora
un prete falso dentro una chiesa il pianto a lungo andare
affida i morti a un'ave maria diventa piombo ed è la tua ora
dietro le mura spesse e non sarai il solo
delle Murate si piange ancora a pagare il conto nel gran finale
per quei vent'anni di vita spenti sarà al tuo fianco chi ti comanda
da un tiro a segno durato un'ora sia un presidente o un generale.

pagina 1163
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Gianfranco Mattei
(1975)
di Stormy Six
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/gianfranco-mattei

Nella soffitta in via Giulia c'è un viavai: Gianfranco Mattei,


strane visite notturne a Gianfranco Mattei... la tua scienza è andata troppo in là:
«...metti nella sporta il barattolo, è Gianfranco Mattei,
libero, vai!» sulla cattedra non tornerai.
ed un ponte salterà al chilometro sei. Toglie il respiro il nitrile nei corridoi,
Gianfranco Mattei, mentre marciano in divisa baroni plebei:
la tua scienza è andata troppo in là: vanno in processione col camice, il regolo, i
Gianfranco Mattei, quiz
sulla cattedra non tornerai. la superbia, l'ignoranza e la routine.
Anche se inganni i tedeschi e la polizia, Gianfranco Mattei,
per finire in via Tasso ti basta una spia, la tua cattedra è rimasta là:
e se per di più sei un comunista ed un ebreo, Gianfranco Mattei,
dalle mani dei nazisti ti salvi il tuo Dio! la lezione non si perderà.

pagina 1164
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Gino della Pignone


(1967)
di Canzoniere Pisano, Pino Masi
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: romanesco
Tags: comunisti/socialisti, lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/gino-della-pignone

Gino è 'r nome der Mafredi Sabotar la produzione...


che lavora alla Pignone;
alle cinque egli è già 'n piedi Una notte l'han trovato
per quer porco der padrone. che scriveva "W Mao!
Socialisti col padrone!":
Dai, pedala, vai più in fretta, dal partito l'han radiato.
la sirena non ti aspetta.
Dai, pedala... Sabotar...

Una sera, giù ar partito, Una volta era il partito


Gino affronta chi è deluso: che ci dava gli obiettivi;
"Se lo sciopero è fallito ora anch'esso ci ha tradito,
il conflitto non è chiuso: ma noi siamo sempre vivi.

Sabotar la produzione: Sabotar...


non c'è altra soluzione!"

pagina 1165
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Gira la vite del padrone


(1973)
di Canzoniere delle Lame
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/gira-la-vite-del-padrone

Stamane tutti abbiamo scioperato Tu di miseria puoi anche morire


ci vogliono troppi soldi per campare loro non possono perderci neanche una lira.
la vita aumenta giorno per giorno
e tu padrone ci devi pagare. Il gioco è questo e non si cambia
Ho aperto il giornale c'era scritto finché c'è un padrone
"bloccato per due giorni il lavoro finché è lui che comanda
ridotto dagli scioperi il profitto finché è lui che dispone
di certo aumenta il prezzo di mercato". È dunque chiaro che, se si vince
oggi è un momento
Gira la vite gira la vite per vincere davvero
la vite del padrone vogliamo il potere.
finché la nostra unione non la spezzerà.
Gira la vite gira la vite
M'han detto che non serve scioperare la vite del padrone
quel che ci danno ora ce lo riprendono finché la nostra unione
poiché di più vogliamo essere pagati finché la nostra unione
di certo aumenta il costo della vita Gira la vite gira la vite
Giro di vite, annunciano i padroni la vite del padrone
che vogliono difendere i profitti finché la nostra unione
non la spezzerà.

pagina 1166
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Girotondo della libertà


(1974)
di Canzoniere Il Contemporaneo
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/girotondo-della-liberta

Voglio insegnarvi a cantare il girotondo fra i giunchi del canneto [bis].


della libertà[bis].
Voglio insegnarvi a cantare il girotondo
Guardate come scorre l’acqua del fiume della libertà [bis].
senza paura del vento né della tempesta
[bis]. Affinché domani quando sarete uomini
nessun possa legarvi senza la vostra volontà
Voglio insegnarvi a cantare il girotondo [bis].
della libertà [bis].
Voglio insegnarvi a cantare il girotondo
Udite come soffia musicale la brezza della libertà [bis].
fra i giunchi del canneto

pagina 1167
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Giù le mani dal Vietnam


(1972)
di Canzoniere delle Lame
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antimperialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/giu-le-mani-dal-vietnam

Ve lo diciam con i cartelli coi nostri corpi di vent'anni


ve lo scriviamo contro i muri contro i fucili marceremo
ve lo gridiamo con la rabbia giù le mani dal Vietnam.
giù le mani dal Vietnam.
Non son gli eroi che fan la storia
Lo ripetiam con la speranza ma sono gli uomini comuni
della vita che ci chiama che oggi gridano morendo
e non vuole questa guerra giù le mani dal Vietnam.
giù le mani dal Vietnam.
Ve lo diciam con i cartelli...
E se non basta lo diremo

pagina 1168
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Giudeca
(1973)
di Alberto D'Amico
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: veneto
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/giudeca

Giudecca nostra abandonada, e i ghebi te fa i oci neri


vint'anni de fame e sfrutamento se ti te meti a scioperà.
e adesso s'è rivà el momento
de dirghe basta e de cambià. 'E contesse faseva el doposcuola
co 'a cipria e coi cioccolatini
'E scole co le pantegane, e el Pro-Giudecca dei paroni
'e case sensa gabineto ai giudecchini i g'ha embrogià.
e quando ti te buti in leto
te sogni sempre de lavorà. Studenti, donne, operari,
avemo ocupà el doposcuola;
E i fioj se ciàman l'epatite che vegna el prefeto co i ghebi;
in mes' ai pantan de la Giudecca; no se movemo, restemo qua!
Cipriani se magna la bisteca
e da le case ne vò sfratà. Giudecca nostra abandonada,
vint'anni de fame e sfrutamento,
E chi lavora se consuma e adesso s'è rivà el momento
da Eriunx a Iunga sui cantieri, de dirghe basta e de cambià.

pagina 1169
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Giuramento
(1973)
di Canzoniere Il Contemporaneo
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antimilitaristi, antimperialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/giuramento

Se fossi uccello sarei una bianca colomba con mille e mille cuori.
se fossi un fiore sarei un grande sole
se fossi nube sarei un dolce presagio Nube nel vento scivolerei in qualche parte
se fossi uomo morirei per il mio paese del cielo
natale. anni di storia davanti a noi come pagine da
continuare
Uccello nel lungo battere delle mie ali uomo chiederei di poter vedere dalla terra
spiegate che mi coprirà
collegherei il Sud al Nord portando notizie i miei compagni sollevarsi e piantare la
fiore schiuderei all’alba corolle d’amore bandiera.
per condividere l’ebbrezza della pace

pagina 1170
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Giustizia di classe
di Leoncarlo Settimelli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: carcere
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/giustizia-di-classe

La nostra giustizia è giustizia di classe, invece Almirante sta là in Parlamento:


serve a tener sotto i piedi le masse; con i suoi voti, lo sanno anche i cani,
giustizia di classe vuol dire dei padroni, rafforza il potere dei democristiani.
vuol dire che è fatta per farci star buoni.
Se rubi due mele perché vuoi mangiare, Con i suoi voti s'è alzato il quoziente,
due anni nessuno ti potrà levare; s'è eletto Leone come presidente:
però suor Pagluca, che ammazza i bambini, la Costituzione sarà antifascista,
la mandano assolta con tutti gli inchini. però in Parlamento ci siede un nazista.

Borghese può fare le bombe al tritolo, E mentre Valpreda sta chiuso in galera,
tanto è sicuro di prendere il volo; gira Almirante in camicia nera;
se chiede lavoro un disoccupato massacratore di partigiani
finisce diritto al commissariato. è la vergogna degli Italiani.

Pinelli gridava: «Son bombe di destra!» Le bombe a Milano son sedici bare
e l'hanno buttato dalla finestra e chi è responsabile deve pagare;
e subito dopo a chi l'ha ammazzato perciò chiediamo: da questo istante
con la promozione gli onori hanno dato. fuori Valpreda dentro Almirante!

Sicché torna il conto: Valpreda sta dentro, Perciò chiediamo: da questo istante
fuori Valpreda dentro Almirante!

pagina 1171
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Gli ingranaggi
(1977)
di Gualtiero Bertelli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/gli-ingranaggi

Mama, mia cara mama, e gìà mi secca in gola


il peggio non è morto quel poco che ho gustà.
ma io non mi ricordo
di aver mai così penà. Ho scioperato anch'io,
erano i miei diritti,
Tre anni di galera erano i miei interessi;
o viver da animali m'han detto che ho sbaglià.
è meglio della pena
che dentro mi son trovà. Che io non ho diritti,
che non sei tu mia madre,
Avevo sedici anni la fabbrica m'ha fatto,
che sono stato assunto, il padrone mi ha creà.
ero un derelitto
e m'hanno sistemà. Prima non ero un uomo,
ora sono una vite,
In poco m'hanno fatto se sciopero mi fermo,
tutta una vita nova, mi devono cambià.
sono un qualificato
come chi che ha studià. Siamo degli ingranaggi
pagati a poco prezzo,
lo mi sentivo un altro, che con questo ricatto
dritto per la mia strada, ci possono buttà.
'na macchina moderna
'sta fabbrica m'ha formà. Spremuti come schiavi,
servi del suo sistema,
Un sogno ad occhi aperti se vieni licenziato
che adesso mi si sfoga non trovi da lavorà.

pagina 1172
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Gli sfruttati
di Franco Rusnati
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/gli-sfruttati

L’autunno caldo ormai se n’è andato Operai della Breda di Sesto,


e molti frutti a noi ha lasciato. la salute è la cosa più bella,
Quell’unità da tempo cercata non ti far rovinare anche quella
è il dono di una lotta consumata: per la faccia del tuo padron.
or gli sfruttati, giorno per giorno,
meditan, studian quei che sta attorno. Operai della Breda di Sesto
Lottano in fabbrica e in ogni rione. fai suonar la campana a martello,
Ci siamo tutti, tutti contro il padrone! chiama tu gli operai all’appello
in battaglia bisogna tornar.
Gli sfruttati son scesi in battaglia
cambierà il corso della sua storia, Operai tutti insiem scioperiamo
tutti uniti siam forza e ricchezza contro chi ci vuol male e ci sfrutta,
e i padroni noi non li vogliam. contro chi di noi tutti si infischia
intascandosi tanti milion.
Della Breda noi siamo i coglioni,
che tra polvere, fumo e rumori Operai della Breda di Sesto
siam sfruttati dai nostri padroni fai suonar la campana a martello,
or giustizia noi vogliamo far. chiama tu gli operai all’appello,
in battaglia bisogna tornar.

Informazioni

Canzone scritta da Franco Rusnati di Bussero, operaio della Breda Siderurgica di Sesto San Giovanni e pubblicata
nel 1979 a cura del Sindacato Unitario Metalmeccanico FIM-FIOM.UILM su disco 45 giri

pagina 1173
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Go on home british soldiers


(1972)
di Tommy Skelly
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: inglese
Tags: antimperialisti, repressione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/go-home-british-soldiers

Go on home British soldiers, The fourteen men in Derry


go on home. are the last that you will bury
Have you got no fuckin' homes Go on home and leave us while you may.
of your own ?
For eight hundred years No, we're not British,
we've fought you without fear we're not Saxon,
And we will fight you for we're not English (are we fuck)
eight hundred more. We're Irish! and proud we are to be.
So fuck your union jack we want our country
Leave us be British soldiers back
leave us be. We want to see old Ireland
We`re fed up with yer lies and tyranny free once more.
For it`s now your turn to run,
cause its us that have the guns Well we're fighting British soldiers
So take a trip and leave us for the cause
while you may. We'll never bow to soldiers because
Throughout our history we were born
If you stay British soldiers, to be free
if you stay So get out British bastards,
You will never ever beat the IRA leave us be.

Informazioni

Canzone che "invita" l'esercito britannico a lasciare l'Irlanda del Nord, dopogli eventi del 30 gennaio 1972, noti
come Bloody Sunday

pagina 1174
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Grândola, vila morena


(1971)
di Josè Afonso
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: portoghese
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/grandola-vila-morena

Grândola, vila morena Terra da fraternidade


Terra da fraternidade Grândola, vila morena
O povo é quem mais ordena Em cada rosto igualdade
Dentro de ti, ó cidade O povo é quem mais ordena.
Dentro de ti, ó cidade
O povo é quem mais ordena À sombra duma azinheira
Terra da fraternidade Que já não sabia a idade
Grândola, vila morena. Jurei ter por companheira
Grândola a tua vontade
Em cada esquina um amigo Grândola a tua vontade
Em cada rosto igualdade Jurei ter por companheira
Grândola, vila morena À sombra duma azinheira
Terra da fraternidade Que já não sabia a idade.

Informazioni

Grândola vila morena è una storica canzone in lingua portoghese di José Afonso. Composta nel 1971, dal punto di
vista discografico fa parte dell'album Cantigas do maio; il suo titolo, spesso interpretato erroneamente (del tipo
"Grândola bruna città") significa in realtà "Grândola, città dei Mori"; la cittadina portoghese di Grândola, infatti, nel
medioevo era stata sotto la dominazione moresca.
La fama mondiale di Grândola vila morena è legata ad un ben preciso avvenimento storico, di cui segnò l'inizio: la
Rivoluzione dei Garofani del 25 aprile 1974.Fu infatti proprio la trasmissione di questa canzone (fino ad allora
assolutamente proibita) dalle onde di Limite, il seguitissimo programma musicale quotidiano notturno di "Rádio
Renascença", un'emittente cattolica di Lisbona, che diede il segnale d'inizio, alla mezzanotte in punto del 25 aprile
1974, alla Revolução dos cravos (così chiamata dai fiori che una venditrice ambulante si mise a offrire ai militari
rivoltosi la mattina del sollevamento, nella Praça do Comêrcio) che mise fine alla dittatura portoghese, che durava
da cinquant'anni, http://it.wikipedia.org/wiki/Gr%C3%A2ndola_vila_morena

pagina 1175
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Grecia '67
(1968)
di Leoncarlo Settimelli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: carcere
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/grecia-67

E' quasi l'alba, la notte va Parlar di pace, ma che senso ha,


ed uno sbirro sveglia mi dà: se chi ha i cannoni guerra farà?

mi hanno messo le manette Il traghetto già si muove


e non erano ancora le sette e non erano ancora le nove
mi hanno messo... il traghetto...

Oggi ho perduto la mia libertà Addio, amore, non mi rivedrai,


ieri l'avevo, ma era morta già: da questi scogli non si torna mai:

mi hanno detto: galeotto cameroni e mare intorno


e non erano ancora le otto e non era ancora mezzogiorno
mi hanno detto... cameroni e mare...

pagina 1176
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Grève illimitée
(1968)
di Dominique Grange
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: francese
Tags: lavoro/capitale, repressione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/greve-illimitee

Grève illimitée Quand elle unit les camarades


Les portes se ferment La colère, la colère
Les piquets se forment Quand elle unit les camarades
Grève illimitée La colère monte en barricades
Les bras fatigués
Délaissent la chaîne La Sorbonne libre
Les tours sont muets Censier, l’Odéon
Grève illimitée Partout l’amitié
Grève illimitée La Sorbonne libre
Ils nous ont chassés
Quand elle monte des usines A coups de matraques
La colère, la colère Ils nous ont volé
Quand elle monte des usines La Sorbonne libre
La colère a la voix des machines La Sorbonne libre

Ce n’est qu’un début Quand on bâillonne la colère


Tout s’immobilise La colère, la colère
On parle de crise Quand on bâillonne la colère
Ce n’est qu’un début Elle fait le tour de la terre.
On marche beaucoup
Paris sans essence Ce n’est qu’un début
Dialogue partout On est toujours là
Ce n’est qu’un début Tenons le combat
Ce n’est qu’un début Ce n’est qu’un début

Quand elle marche dans la rue Nous avons le temps


La colère, la colère D’aller en prison
Quand elle marche dans la rue Nous avons vingt ans
La colère n’a que ses poings nus Ce n’est qu’un début
Ce n’est qu’un début
La révolution
Le mot est lâché Continuons le combat
En plein mois de mai
La révolution Ce n’est qu’un début
Entre les pavés Continuons le combat
Des fleurs vont pousser Ce n’est qu’un début
Pour tous ceux qui font Continuons le combat
La révolution Ce n’est qu’un début
La révolution Continuons le combat

Informazioni

Canzone del Maggio francese.

pagina 1177
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Guarda come sono belle le operaie


(1976)
di Canzoniere Il Contemporaneo
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale, femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/guarda-come-sono-belle-le-operaie

Guarda come sono belle le operaie Guarda come sono belle le operaie
nel grembiule azzurro. nel grembiule azzurro.
Marciano in prima fila con i cartelli Marciano in prima fila con i cartelli
hanno vent’anni hanno vent’anni
negli occhi neri negli occhi belli negli occhi neri negli occhi belli
e il pugno duro come l’operaio. e il pugno duro come l’operaio.

A la mateina souna sirena Capo mondina nata in risaia


agli operai i van a lavurer. quaranta giorni d’ocupasioun.
Forsa mundèina timbra al cartlèin Non c’è più il carro ma la corriera
taca la machina taca la machina capo mondina porta bandiera.
Nova la fabrica, vec al padròun Nova la fabrica, vec al padròun
quèsti iin mundèini seinsa vagòun. quèsti iin mundeini seinsa vagoun.

pagina 1178
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Guerra per forza


(1969)
di Ilario Da Costa, Gildo dei Fantardi
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/guerra-forza

In prima linea mi hanno mandato senza tre dita mezzo ammalato


e mi hanno detto che ero un soldato però a casa sono tornato
dovevo fare per forza la guerra
od altrimenti finivo in galera poi uno strozzino mi ha rovinato
ero furioso e l'ho ammazzato
ne ho uccisi dieci o forse cento mi hanno arrestato e processato
il capitano sembrava contento per omicidio premeditato
nessuno pensava chi fosse il nemico
che nella polvere era finito ho detto al giudice ne ho uccisi cento
il capitano sembrava contento
mucchi di morti mucchi di carne bravi soldati mandati alla guerra
mucchi di ossa e fiumi di sangue che han dato il sangue per la sua terra
gente che è morta sputando dolore
sulla sua patria e sul suo onore ne ho ucciso uno un disgraziato
perchè mi aveva già rovinato
ne ho viste di brutte ed anche di belle e questa volta scalogna nera
ma ho riportato a casa la pelle vado vent'anni dritto in galera

Informazioni

Questa canzone è stata composta il 12 maggio 1969, nel periodo della guerra del Vietnam e altri contemporanei
conflitti. Scritta in collaborazione con Ilario Da Costa detto Lari, nel testo si trovano parole dai toni forti e che
mettono in rilievo il fatto che la guerra è qualcosa di orripilante e se la devi fare per forza è ancora più terribile. La
vita di una persona messa in mano ai guerrafondai viene manipolata e non sei più libero di vivere la tua vita come
vorresti. Il paragone poi con l'omicidio di uno che dopo il ritorno a casa ti rovina, e quindi per disperazione lo uccidi,
può sembrare per il soggetto, una continuazione di un conflitto che però in questo caso non è comandato e quindi
il gesto è da punire. La musica è originale ed è molto suggestiva e struggente.

pagina 1179
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Hai sempre qualcosa da fare


di Leoncarlo Settimelli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/hai-sempre-qualcosa-da-fare

Io non ti ho mai visto eppure ti conosco Avresti sì voluto stasera esser con noi
di potrei a lungo anche parlare in mezzo ai poliziotti alla violenza
ti cercano ogni volta ma non ti fai trovare però ma che disdetta TV primo canale
e il giorno dopo sai già cosa dire c'era un programma sulla resistenza

Hai sempre qualcosa d'importante da fare Hai sempre qualcosa...


è sempre qualcosa che non può aspettare
Hai detto a uno studente ma cosa vi credete
Ti ammazzi di lavoro domenica c'è il mare se quel momento arriva so sparar
è sacra la famiglia non mollare però per molto meno sempre ti hanno cercato
la tessera l'hai fatta hai sottoscritto forte tu c'eri sempre non t'hanno trovato
peccato le giornate sono corte
Hai sempre qualcosa...
Hai sempre qualcosa...

pagina 1180
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Here's to you Nicola and Bart


(1972)
di Joan Baez
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: inglese
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/heres-you-nicola-and-bart

Here's to you Nicola and Bart The last and final moment is your
Rest forever here in our hearts That agony is your triumph!

Informazioni

Musica di Ennio Moricone, parole di Joan Baez Colonna sonora del film di Giuliano Montaldo "Sacco e Vanzetti"

pagina 1181
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Herminda de la victoria
(1972)
di Victor Jara
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: spagnolo/castigliano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/herminda-de-la-victoria

Herminda de la victoria peleando contra los lobos


muriò sin haber luchado paleando por una casa.
derecho se fue a la gloria
con el pecho atraversado. Herminda de la victoria
naciò en el medio del barro
Las balas de los mandados muriò como mariposa
mataron a la inocente en un terreno tomado.
lloraban madres y hermanos
en el medio de la gente. Hicimos la poblaciòn
han llovido tres inviernos
Hermanos se hicieron todos Herminda en el corazòn
hermanos en la desgracia guarderemos tu recuerdo

pagina 1182
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Hino dos grevistas


(1979)
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: portoghese
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/hino-dos-grevistas

É nosso dia companheiro Nossas máquinas que movemos


Nosso é o trabalho de nossas mãos Nossos os frutos da produção
Nossas máquinas que movemos
Nossos os frutos da produção Avante vamos classe operária
Avante todos os oprimidos
Já vou me esperam os companheiros Parando as máquinas e no silêncio
Irmãos de classe para lutar Do operário se ouça o grito
Parando as máquinas falaremos
E a nossa voz se ouvirá É nosso dia companheiro
Nosso é o trabalho de nossas mãos
É nosso dia companheiro Nossas máquinas que movemos
Nosso é o trabalho de nossas mãos Nossos os frutos da produção

Informazioni

Fu cantata nell'autunno del 1979 dagli operai metallurgici in sciopero nella zona sud di San Paolo, in Brasile. Lo
sciopero segnò l’inizio della fine della giunta militare al potere. Il 30 ottobre, il secondo giorno dello sciopero, il
sindacalista Santo Dias da Silva fu assassinato dal Primo Ministro Herculano Leonel alla porta della fabbrica
Sylvânia.

pagina 1183
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Ho comprato un frigorifero
(1969)
di Dario Fo
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ho-comprato-un-frigorifero

Ho comprato un frigorifero 850 motore dedré


che si chiama frigidaire - Perché quella di prima
- Ue', roba francese, roba buona, dove ce l'aveva il motore? -
son bravi i francesi L'aveva davanti
a far la roba intima - con due soli fanali
È un regalo per la mia moglie pagata in cambiali
che proprio senza non ci può star - Sì perché questa vorrei sapere
- Perché a quello di prima come la paghi
cosa gli è successo? Mi toccherà fare degli straordinari
Me spiass l'era inscì bell... - - Eh, amò!
No, ma è un modello vecchio Qualche ora in più mi toccherà far,
che le rotelle non ce l'ha ma della macchina non mi posso privar!
- E già perché adess - No, giusto, hai ragione,
se il frigorifero el fa minga se no dai cos'è la vita
de monopattino el va pù ben, se manco alla domenica
su no mi che cu ch'el ga chess chì - puoi andare a respirare
Sì, ma non so come far un po' d'aria buona,
per poterlo pagare quella degli scappamenti
- Qualche cambialetta, delle altre auto, è giusto
dai, tanto fanno così tutti -
Straordinario mi toccherà far! Ho comprato un sacco di roba
- Brau stupid, fa gli straordinari sono contento come un pascià
per pagare il frigorifero, Sono contento ma sono un po' stanco
francese poi, fosse almeno tedesco - Gli straordinari mi pesano un po’
Son contento ma sono un po' stanco
Ho rinnovato la mia tessera sono stanco come un pascià
- Quella del sindacato o del partito? - Sì, d'accordo, sarò integrato
Quella del calcio, squadra del cuor ma non crediate che abbia tradito
- Giusto non si vive di solo pane - E vedrai che al prossimo sciopero
Abbonamento trenta partite - per il salario? -
non so come far per poterla pagar riduzione dell'orario a sette ore
farò qualche ora di straordinario sarò il primo a scioperar
Bravo, fa ancora gli straordinari,
anche per il calcio, E le sette ore noi otterremo
ma sì, giusto, Così più straordinario riuscirò a far
almeno una volta alla settimana Scusami moglie stanotte non torno
il divertimento, sennò... Tutta la notte dovrò lavorar
Qualche ora in più mi toccherà far, perché domani ci sarà sciopero
ma alla partita non posso mancar e le ore che perdo devo recuperar
- Però, uè, che resistenza, Non posso perdere
dai vai che me divertissi - non sono un crumiro,
faccio il fachiro
Ho comprato un'altra macchina lavoro di più, lavoro di più,
lavoro di più...

Informazioni

Dallo spettacolo "Ci ragiono e canto n°2", 1969

pagina 1184
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Ho insultato il movimento
(1978)
di Paolo Pietrangeli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ho-insultato-il-movimento

Come ti poni? Te l'ho già detto Ma se di colpo venisse


ripeti ancora non ho capito tremenda l'Apocalisse
bisogna porci con il Partito non mi spaventa il domani
bisogna porci, porci... ho conosciuto i Taviani, Taviani
e se la vita mia fosse
Ho tradito il movimento minata dalla pertosse
il mio cuore di cemento vorrei una cosa, una sola
ho insultato il sessantotto rivedere i film di Scola
mamma mia quanto so brotto.
Ho incasso tre miliardi
Eravate ragazzini l'hanno visto pure i sardi
col mio amico Giannettini l'han sentito pur i sordi
avevamo orgasmi pieni sono tre miliardi lordi.
sol coi profughi cileni.
L'hanno visto pure i ciechi
Non v'ho detto tutto il resto sono tre miliardi biechi
sono qui proprio per questo ma non mi dissocio affatto
quando ho fatto il bianco e nero son contento che l'ho fatto
voglio essere sincero. son contento che l'ho fatto.

Chi m'ha dato quel contante Ma se di colpo venisse


quel brav'uomo d'Almirante tremenda l'Apocalisse
e se questo poi v'intriga non mi spaventa il domani
fui l'amico di Cossiga. ho conosciuto i Taviani, Taviani,
Taviani, Taviani, Taviani, Taviani
ad libitum

pagina 1185
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How splendid love in Fiumicino


(1969)
di Fausto Amodei
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/how-splendid-love-fiumicino

Splendido amore a strippapelle Poco distante c'è Piombino


sotto la luce delle stelle how splendid love in Fiumicino.
che si riflette siderale
su un aeroporto andato a male. Non rinuciar sotto le stelle
a avere Amici per la pelle
Qua c'è la mano del destino e a gettare ardenti sguardi
how splendid love in Fiumicino. in direzione di Pacciardi.

Amore pieno di passione Provo un piacere sopraffino


d'un generale d'aviazione how splendid love in Fiumicino.
che preferisce andare a piedi
a guancia a guancia con Manfredi. Languore splendido ed arcano
di questo amor democristiano
Darling vorrei starti vicino amore vero amore eterno
how splendid love in Fiumicino. per l'impresario e il malgoverno.

Oh, I love you, I sing "ammore" E si rischiarano le notti


dichiara Scelba a un aviatore dello splendore di Andreotti.
«Sapessi il bene che ti voglio»
dice il ministro al portafoglio. Più che un amore è un gran casino
how splendid love in Fiumicino.

Informazioni

Da "La musica dell'altra Italia", sito non più online.

pagina 1186
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Hymne du M.L.F.
(1970)
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: francese
Tags: femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/hymne-du-mlf

Nous, qui sommes sans passé, les femmes, Ils nous ont divisées, les femmes,
Nous qui n'avons pas d'histoire, Et de nos sœurs séparées.
Depuis la nuit des temps, les femmes,
Nous sommes le continent noir. Debout femmes esclaves
Et brisons nos entraves
Debout femmes esclaves Debout ! debout !
Et brisons nos entraves
Debout ! debout ! Reconnaissons-nous, les femmes,
Parlons-nous, regardons-nous,
Asservies, humiliées, les femmes, Ensemble on nous opprime, les femmes,
Achetées, vendues, violées, Ensemble révoltons-nous.
Dans toutes les maisons, les femmes,
Hors du monde reléguées. Debout femmes esclaves
Et brisons nos entraves
Debout femmes esclaves Debout ! debout !
Et brisons nos entraves
Debout ! debout ! Le temps de la colère, les femmes,
Notre temps est arrivé,
Seule dans notre malheur, les femmes, Connaissons notre force, les femmes,
L'une de l'autre ignorée, Découvrons-nous des milliers.

Informazioni

Inno del Mouvement de Liberation de Femmes, sulla musica del canto Hymne de Marais, la versione francese di
Die moorsoldaten

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I cavalli di troia
(1975)
di Paolo Pietrangeli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/i-cavalli-di-troia

Non era tanto facile abitare nel cavallo di annoia,


Troia. quegli altri escono fuori, ed io rimango
Stavamo così stretti da sembrare acciughe in dentro,
salamoia, incerto sulle regole del combattimento.
poi gli altri sono usciti, io son rimasto Per me non è mai facile abitare nel cavallo
dentro, di Troia.
incerto sulle regole del combattimento, Però mi tocca sempre di abitare nel cavallo
non era tanto facile abitare nel cavallo di di Troia!
Troia! Sarà che scelgo sempre di abitare nel cavallo
E quando decidemmo, decidemmo la rivolta dei di Troia.
Gracchi, Sarà mica ora di uscire del cavallo di Troia?
io fui costretto da un milione, da un milione Io non ce la faccio più a stare nel cavallo
[d'acciacchi; di Troia!
me lo diceva mamma tutte le mattine: Sentite che puzza che c'è nel cavallo di
"Magliette ed aspirine!", Troia!
così che persi anche, molto prima, il ratto Siamo diventati tutti un pò verdi nel cavallo
delle di Troia,
[Sabine. siamo diventati tutti un pò morti nel cavallo
E' facile intuire cosa accadde, accadde alla di Troia!
Bastiglia, Nessuno che ha aperto mai una finestra,
la notte che doveva nascermi, doveva nascermi nel cavallo di Troia.
una Cavallo di Troia che non sta qui, a via San
[figlia: Gallo,...
io svenni al primo colpo di cannone, notate che rima sottile, quella con cavallo!
quelli stavan facendo la Rivoluzione, Io non ce la faccio più a stare nel cavallo
sarà stato lo stress, oppure i debiti,o i di Troia,
rapporti di voi fate come vi pare,
[famiglia. nel cavallo di Troia
Che notte quella notte, che notte quella Potrebbe andare all'infinito,
notte nel cavallo di Troia,
[d'Inferno, con una rima scurrile che non faccio,
stavamo tutti quanti schierati al Palazzo nel cavallo di Troia.
d'Inverno, E neppure faccio l'assonanza
io stavo vicino, vicino, vicino, ne cavallo di Troia:
vicino al compagno Lenino, so che sentirò la vostra mancanza
le scarpe strette o l'emozione, caddi sopra e pure del cavallo di Troia,
uno questa è una ruffianata senza speranza
[scalino! nel cavallo di Troia,
Per me non è mai facile abitare nel cavallo nel cavallo di Troia,
di Troia, nel cavallo di Troia,
perchè regolarmente, con una costanza che nel cavallo di Troia...

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I due ruoli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/i-due-ruoli

Da quando sono donna girando la città Rimasi lì a pensare al ruolo dei due sessi
Fischiar dietro dagli uomini mi son sentita E come lo scambiarli procuri dei complessi
già (metta in crisi i maschietti)
Al mio passaggio gridano «che tette, che
sedere» ...e allora?
Mi giudicano e contano sul metro del piacere
Allor mi sto chiedendo da un po' di tempo in
...e allora? qua
Cos'è che ha messo in crisi la sua virilità
E allora mi son seccata di questo ruolo qua Se stava trafficando dicendomi «che bbona»
Ed ho deciso adesso lo proverò a cambiar Sarà quando ha capito che ero anche una
E sopra un tram pienissimo ho visto un bel persona
maschietto
Ed ho pensato subito: io me lo porto a letto ...e allora?

...e allora? E ancora mi domando sarà coincidenza


Quando una donna pensa procura l'impotenza
E allora sopra il tram lo cominciai a fissar Se devo far la grulla per fare all'amore
Mi misi vicinissima poi incominciai a toccar O se sia meglio attendere che il mondo sia
Aveva una gran barba leggeva l'Unità migliore
Ma dopo qualche pizzico si è distratto già
...e allora?
...e allora?
E allor mi viene un dubbio che non mi lascia
E allora strizzai l' occhio appena si voltò più
E siamo scesi insieme appena il tram fermò Sarebbe un sacco bello distruggere i tabù:
«Sono una donna libera e tu sei un compagno Ma adesso che la storia sta avviandosi al
Facciam l'amore insieme stasera senza finale
impegno» Ti dico amico bello vuoi farmi la morale

...e allora? ...e allora?

E allora a casa mia siamo arrivati già ***


Da una mezz' ora circa stavamo li a provar
Ma a un tratto a disagio lui e E allor questa è una fiaba non è una realtà
improvvisamente Ma solo per pensare
Per quanti sforzi faccia non riesce a fare ma solo per pensare
niente E allor questa è una fiaba non è una realtà
Ma solo per pensare
...e allora? potrebbe servir già

E allor gentile chiedo «che cosa ti succede, E noi che siamo donne paura non avremo
(che cosa mai t' avviene), Ed un rapporto umano
Ti senti spaesato oppur stai poco bene?» ed un rapporto umano
«Mi sento un po' aggredito e sopra questo E noi che siamo donne paura non avremo
letto Ed un rapporto umano
Son strumentalizzato, mi sento un po' un più vero cercheremo
oggetto»
Oili oilì oilà e la Lega la crescerà
...e allora? E noi donne tutte insieme e noi donne tutte
insieme
E allor mi misi a ridere ma lui si inalberò Oili oili oiIà e la Lega la crescerà
Si rivestì in silenzio e dopo se ne andò Porteremo nella storia la nostra identità

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Informazioni

Testo di Giuliana Galli e Novelli, musica di Armando Gill (E allora?) e di anomino (La Lega (Sebben che siamo
donne)).

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I fioe
(1980)
di Collettivo Ticino Riva Sinistra, Nino Jomini
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/i-fioe

Fiöe de bifùlch o fiöe de Re l’è sul crescènd che a na farà


fiöe de bagàscia o de pulè òmen divèrs la società( 2 volte)
fiöe del scacìn o del prevòst
tucc fiöe ‘me el mè tucc fiöe‘me el vòst Fiöe de campagna o de cità
Fiöe della cùlpa o regular di mamasantìsima o quaquaraqua
fiöe de magnàn o miliardàr fiöe del latàio o del pustìn
fiöe de maghùtt fiöe d’ingegnè fiöe del Signor o del Ciapìn
tucc fiöe ‘me el vòst tucc fiöe‘me el mè
Fiöe del to fiöe o de nisun
l’è sul crescènd che a na farà gh’è no un nanìn vün ch’el sia vün
òmen divèrs la società (2 volte) al quàl ghe sìum mîa debitùr
nünc gli adulti i ”superiùr”
Fiöe d’uperàri o de padrùm
fiöe de dutùr o de stregùn Per quel so giro-giro-tondo
stèss el murbìli stèss i uregiùn che una lesiùn l’è per il mondo
la varicèla la dentisiùn del “come” andare verso il domàn
cantando e la mano in la man
Stèss baticöer stèss sentiment in barba ai lesg cudificâa
per l’aquilùn scapâa nel vent di questa nostra società
per la farfàla impresunâa
nei ragnatèl ai bord d’un prâa che ognün el po’ dìn fin che ne voër
ma uguài se nàs e uguàì se möer
(2 volte)

Informazioni

Il "Collettivo Ticino riva sinistra" fu attivo a Castano Primo (MI) negl' anni '70/'80.

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I giornali di marzo
(1977)
di Claudio Lolli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: repressione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/i-giornali-di-marzo

I giornali di marzo, Alle 13.15 sono partiti alcuni colpi.


i giornali di marzo hanno spiegato,
i giornali di marzo, In un succedersi incalzante
i giornali di marzo hanno raccontato, di fughe assalti e contrassalti,
quello di ritrovare un accordo, un colloquio, solo le poche centinaia di persone
è sfuggito per miracolo al linciaggio. che non erano scappate,
Il più preoccupante per i medici è un da alcuni uffici sono stati portati
carabiniere, all'aperto tavoli,
e mentre fanno un esame esterno del cadavere. i nostri aspiranti tupamaros
devono convincersi.
Senza sapere dove andare,
senza sapere che direzione prendere, I giornali di marzo,
inginocchiarsi prendere la mira e sparare, i giornali di marzo hanno capito,
solo pasticceria memore i giornali di marzo,
della recente ferita è serrata, i giornali di marzo hanno mentito.
nel primissimo pomeriggio Gli uomini sono scesi a terra
con il cielo ancora parzialmente sereno. già in assetto da campagna,
prudenza delle forze dello Stato,
I giornali di marzo, hanno replicato con lanci a ripetizione
i giornali di marzo hanno parlato, di candelotti lacrimogeni,
i giornali di marzo, è stato centrato alla schiena
i giornali di marzo hanno chiarito. cadendo immediatamente.
Un bottegaio a guardia della sua bottega
guardati con rabbia da un capannello di Coi bottoni dorati e gli ottoni lucenti
persone, fischiando la marsigliese,
ha l'orlo del pantalone perforato, grida, mentre il vento fa il solletico ai sogni
m'ha salvato lo scarpone. rimasti impigliati nel cancello dei denti.

Informazioni

Nei giorni in cui Lolli era in studio di registrazione per ultimare "Disoccupate le strade dai sogni" viene ucciso a
Bologna, negli scontri con la polizia, Francesco Lorusso. Lolli decide di chiudere il disco con un brano che condensa
nel testo i titoli dei giornali di quei giorni.

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I giorni di Milano
di Franco Trincale
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti, repressione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/i-giorni-di-milano

È morto Claudio a 17 anni È morto Antonio a 23 anni


è morto Claudio faceva lo studente è morto Antonio compagno di Torino
è morto Claudio ucciso dai fascisti è stato ucciso da una divisa nera
perché lottava per la povera gente. mentre occupava le case alla Falchera.

Pieno di vita stava in mezzo a noi Rodolfo in piazza è morto a Firenze


e poi l'ho visto mordere il selciato è stato ucciso da un poliziotto
il sangue rosso gli copriva il viso la strategia continua il suo mandato
e stava ancora con il pugno chiuso. perché il fascismo è dentro lo Stato.

È morto Gianni a 27 anni Ma a tutto questo ancora più compatti


è morto Gianni faceva l'insegnante noi rispondiamo con la dura lotta
è morto Gianni in questi giorni neri questi compagni non vogliono orazione
è morto ucciso dai carabinieri. loro son morti per la rivoluzione.

L'hanno schiacciato col grosso gippone Rivoluzione, sì, rivoluzione


l'hanno ammazzato come l'Ardizzone col capitale non c'è compromesso
lo Stato copre la sbirraglia nera la vera libertà di ogni sfruttato
e come allora nessuno va in galera. è la vittoria del proletariato.

Informazioni

La canzone è dedicata alle manifestazioni dell'aprile 1975 durante le quali vennero uccisi Claudio Varalli, a Milano
in piazza Cavour il 16 aprile 1975; Gianni Zibecchi, il giorno dopo, sempre a Milano; Antonio Micciché, a Torino il 17
aprile 1975; e Rodolfo Boschi, a Firenze il 19 aprile 1975. Giovanni Ardizzone venne travolto e ucciso da un
gippone della polizia durante una manifestazione per Cuba, a Milano il 27 dicembre 1962.

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I padroni posson perdere la testa


(1972)
di Movimento Studentesco Milanese
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/i-padroni-posson-perdere-la-testa

L'abbiamo letto sul "Corriere" col distintivo da pecorai!


chi è l'assassino si sa già,
la "belva umana" "quel ballerino!" E la D.C. mostra il suo cuore popolare,
E per le prove poi si vedrà. un cuore d'oro, grande così,
è così grande che ci stanno anche i
Quando il "Corriere" parla state pur [ fascisti
[ sicuri: per dare i voti sappiamo a chi!
niente di buono succederà,
e come al lampo segue sempre il tuono Mancava ancora il finale della storia
cominceranno a bastonar! e un uomo morto non può parlar,
e come in Grecia il finale è americano,
Così la penna sposa sempre il manganello però in Italia non funzionerà.
e il celebrante è la D.C.,
ora il padrone si aspetta il lieto fine Per le elezioni Andreotti ha messo in
però non è finita lì. [ piedi
la dittatura della D.C.:
Chi lavora le conosce queste storie, monocolore del grigio-verde
sa quante volte c'han provato già, e non è ancora finita lì.
e sulle piazze migliaia di compagni
vanno a gridare la verità. Perchè i padroni posson perdere la testa
e provocare, ed ammazzar,
Però qualcuno dice "Giunti a questo punto questo vuol dire soltanto che han paura
chi è l'assassino anch'io lo so, d'aver finito di comandar!
ma a far giustizia ci pensa la Giustizia: E inventeranno mille trucchi criminali
solo aspettare ormai si può. " per accusare, per ammazzar,
ma i comunisti non staranno lì a guardare
E mentre aspetta che i padroni dican tutto e con la lotta il socialismo vincerà!
sta chiuso in casa, non si sa mai, Ma i comunisti non staranno lì a guardare
intanto i lupi stan mangiando mezzo gregge e con la lotta il socialismo vincerà!

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I persuasori occulti
(1975)
di Fausto Amodei
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/i-persuasori-occulti

Conosco un tipo strano convinto che la legge si dedicò alla bibita per l'uomo forte
che più ci serve, ci difende e ci protegge ma dato l'insuccesso di questa strategia
la legge che ci rende autori della storia si consolò col drink che tiene compagnia.
sia la pubblicità: Iddio ce l'abbia in
gloria. Un altro manifesto lo spinse a trangugiare
la bibita che stimola senza eccitare
Lo apprese appena nato che per sorte nefanda poi quella che è prescritta per gli uomini
lui nacque a causa di un'errata propaganda più in vista
poiché per una norma fascista e clericale e infine quella che ti rende più ottimista.
non c'era propaganda anticoncezionale.
Poi contro il logorio della vita moderna
Convinto che la norma che ciò che c'è di di un certo aperitivo bevve una cisterna
buono per non restare secco e conservarsi vivo
senza pubblicità finisce in abbandono dovette poi ricorrere ad un digestivo.
raggiunse di lì a poco la salda convinzione
che la pubblicità non può che aver ragione. Poi col passar degli anni e vale ancora
adesso
Trascorse la sua infanzia e i primi dieci subì la propaganda che s'appella al sesso
mesi puntando a ogni prodotto che per
usando pannolini solo se svedesi reclamizzarsi
poiché solo con quelli si può evitare il mostrasse donne con vestiti scarsi.
danno
di chi si sente privo della mamma. Sedotto da un ritratto di bionda platinata
mangiò per sette mesi carne surgelata
Per l'alimentazione di bimbo ben curato ma poi ne vide un'altra ritratta tutta nuda
si diede in esclusiva all'omogeneizzato e prese a mangiar solo più la carne cruda.
non è da masticare e si mangia tutto quanto
e poi si digerisce tutto col ruttino santo. Sceglieva i suoi prodotti da bagno e da
toeletta
Mangiava formaggino, mangiava caramelle in base alle ragazze esposte in etichetta
biscotti, cioccolata e dolci a crepapelle di fronte ad una busta con su una bella mora
beveva aperitivi per quanto fosse astemio comprò un quintale d'assorbenti per signora.
soltanto per raccogliere dei punti premio.
Adesso è vecchio e stanco con una dispepsia
Coi punti ebbe in regalo 200 tostapane con la cirrosi epatica e l'uricemia
63 servizi in falsa porcellana e come non bastassero tutti questi mali
30 frullatori, 60 girarrosto ha da pagare ancora un mucchio di cambiali.
e cambiò casa perché non c'era più posto.
Ha messo in testamento che dentro il proprio
Venuto grandicello giurò un amore eterno avello
per tutto ciò che fosse giovane e moderno gli mettano un rasoio ultimo modello
convinto di dover raggiungere uno stile per ricordar da morto di quanto ancora vivo
che lo aiutasse ad essere virile. l'aveva vinto comperando un digestivo.

Per dar soddisfazione alla propria consorte È questa la sua ultima volontà.

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I proti nekri
di Alexandros Panagulis
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: greco
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/i-proti-nekri

Palis xekinima nei arones Louloudi fotias fieni stous tafous


Odihi tis elpidas i proti nekri (bis) Minima stelnoun i proti nekri (bis)

Ochi alia dakria klisan i tafi Apandisi tha paroun enodia ki’arona
Lefterias lipasma i proti nekri (bis) ya naroun anapafsi i proti nekri (bis)

Informazioni

Canto della resistenza greca alla dittatura dei colonnelli. Ha avuto una grande diffusioen in Grecia e viene ancora
eseguito durante le manifestazoni. Si tratta della translitterazione in caratteri latini dal testo in caratteri greci.
Alcuni caratteri non sono riportati fedelmente, per impossibilità tecnica.

Ci è stato trasmesso da Lorenzo Valera e Silvia Rossignolo durante un laboratorio su canti di lotta internazionali, a
Torino, presso il FolkClub, il 9 marzo 2014

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I quattro cavalieri dell'Apocalisse


(1974)
di Fausto Amodei
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: anticlericali, satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/i-quattro-cavalieri-dellapocalisse

Sono quattro cavalieri che hanno unito i loro A presiedere il consiglio di un governo
sforzi di un governo tutto a destra
con gli intenti battaglieri di impedir che si
divorzi Sono quattro cavalieri che hanno unito i loro
c'è Andreotti, c'è Lombardi, ci son Gedda ed sforzi
Almirante Con gli intenti battaglieri di impedir che si
han levato gli stendardi, han squillato divorzi
l'olifante C'è Andreotti e c'è Lombardi, ci son Gedda ed
Almirante
Andreotti si è già armato prima di partire al Han levato gli stendardi, han squillato
trotto l'olifante
con il suo scudo crociato su cui ha cambiato
il motto Ecco s'avanza uno strano soldato
la Libertas che era incisa è scomparsa ed al Vien da occidente da ormai molte lune
suo posto Ha sulle spalle un soprabito usato
è stampata la divisa "referendum, referendum Monta il destriero del luogo comune
a
[ogni costo" Tutti i suoi fidi son lì a mezza strada
Tra i baciapile e i dinamitardi
Gli procura mille affanni non sedere più al E chi comanda sta bella masnada
governo Risponde al nome di Gabrio Lombardi
vi ha seduto per vent'anni, siede ancora in
quello Ecco s'avanza minacciosa la maggioranza
[odierno silenziosa
non si può dargli lo sfratto, che il sedere Ecco s'avanza ecco s'avanza la silenziosa
non perdona maggioranza
quando essendo già assuefatto resta senza,
resta senza una poltrona Raccoglier firme e la sua gran passione
Contro il divorzio si è messo d'impegno
Esser privo del potere che da sempre egli E ne ha raccolte all'incirca un milione
conobbe Più qualche altra in calce a un assegno
gli darebbe dispiacere, gli starebbe sulle
gobbe Le firme buone per Gabrio Lombardi
fin da giovane a De Gasperi lui reggeva la Non son le molte raccolte a milioni
cartella Ma son le poche che danno i miliardi
nulla c'è che più lo esasperi che star fuori, Miliardi in liquidi e in obbligazioni
che star fuori a far flanella
Ecco s'avanza dispendiosa, la minoranza
E ricorda con sollazzo quando in tempi un po' danarosa
lontani Ecco s'avanza ecco s'avanza la danarosa
Al raduno di Arcinazzo si abbracciava con minoranza
Graziani
E ricorda ancor la scena di quand'ebbe Per finanziar questo Gabrio Lombardi
decretato Parecchi ricchi hanno fatto la ressa
Di donar la Maddalena alle basi alle basi Per ben proteggere i propri miliardi
della Nato La svolta a destra val bene una messa

Lo solletica l'idea che la grossa baraonda Per sti cattolici la buona azione
Che sto referendum crea lo riporti in cresta È solo quella quotata alla borsa
all'onda Che ti può rendere qualche milione
Andreotti con puntiglio vuol rientrar dalla Se quando aumenta la vendi di corsa
finestra

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Ecco s'avanza lancia in resta Lo scudo che egli impugna per ragioni tutte
La minoranza che s'è desta sue
Ora che appare il manifesto Porta una croce però un tantino sporca
Il referendum è un pretesto Di cui le quattro braccia son ridotte solo a
due
La minoranza che fu silenziosa Che raffigurano una forca
Ha rotto in fine il silenzio pesante
E per riuscire vieppiù rumorosa I comitati civici che furon sue creazioni
Usa il Lombardi per altoparlante Soffrono ormai di sclerosi arteriosa
Ne han dovute fare delle nuove riedizioni
Fa utilizzare dai propri proseliti Che son la maggioranza silenziosa
Altoparlanti di marche assai buone
Altoparlanti di tipo high fidelity Nemmeno più la chiesa nutre oggi il desiderio
Prodotti dalla voce del padrone Di dargli corda e di chiamarlo in causa
Perché hanno superato ormai l'età del
Or che il silenzio hanno spezzato climaterio
I componenti di quel gregge E quella della menopausa
Risuona per tutto il creato
Un gran rumore di scorregge I comitati civici che Gedda predilesse
Sono ammucchiati in periferia
Sono quattro cavalieri che hanno unito i loro E posson suscitare ancora un poco di
sforzi interesse
Con gli intenti battaglieri di impedir che si Solo nel campo dell'ecologia
divorzi
C'è Andreotti e c'è Lombardi, ci son Gedda ed Attirano le mosche ed inquinano l'ambiente
Almirante Con tutti quanti i rischi risaputi
Han levato gli stendardi han squillato Occorre che se ne occupi il servizio
l'olifante competente
Di smaltimento di rifiuti
Per fare il referendum e partir bene
attrezzati Sono quattro cavalieri che hanno unito i loro
I promotori e i loro paladini sforzi
Hanno recuperato tutti i quanti i residuati Con gli intenti battaglieri di impedir che si
Compresi i fondi di tutti i magazzini divorzi
C'è Andreotti e c'è Lombardi, ci son Gedda ed
I fondi di caffè, le carabattole in soffitta Almirante
I panni vecchi e la minestra fredda Han levato gli stendardi han squillato
Gli scoli di bottiglia le zanfate d'aria l'olifante
fritta
E lì nel mucchio il vecchio Gedda A riunire insieme tutte quante
le virtù degli altri cavalieri
Lo han recuperato dentro un sacco di Resta il quarto che è Giorgio Almirante
immondizie Capo del reparto Bombardieri
Lasciato in una vecchia sacrestia Di Andreotti c'ha la buona usanza
Perché persin la chiesa per le feste Di trattar coi corpi separati
natalizie Riponendo in essi la speranza
Lo aveva già dovuto buttar via Di portare un giorno in piazza i carroarmati

Accadde rovistando in mezzo a nugoli di Con Lombardi invece c'ha in comune


miasma la perizia di raccoglier soldi
Tra vecchie latte e vecchie casseruole E di utilizzare ste fortune
Che all'improvviso si sentì una voce di Per portare in piazza i manigoldi
fantasma Quello che lo lega al vecchio Gedda
Gridar con furia "Dio lo vuole!" è la grande fervida passione
Che egli nutre per la guerra fredda
Ed era il vecchio Gedda riesumato Mascherata in guerra per la religione
all'occasione
Dai vecchi tempi della Guerra Fredda Ma dagli altri un fatto lo distingue
Perché per una guerra che si vuol di Quello d'esser l'unico ed il solo
religione Stando ai detti delle malelingue
Quello che occorre è proprio il vecchio Gedda A saper trattare col tritolo

pagina 1198
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Porta lancia, spade ed armatura Chi oggi vuol tenerselo alleato


Perché vuole che tutti lo si creda Per una famiglia più cristiana
Solo un capitano di ventura È lo stesso che l'ha già pagato
Mentre invece è capitano anche di Freda Per le bombe di Piazza Fontana

Ha scoperto un ottimo canale E chi lo pagò già l'altro ieri


Che può dar dei soldi e del consenso Perché fucilasse i partigiani
Basta diventare clericale Che per lui fa parte dei doveri
E far finta di odorar d'incenso Dei cattolici apostolici e romani

Del divorzio poi lui se ne frega Questi quattro cavalieri cavalieri di ventura
Tanto più che c'ha persin due mogli In confronto a quelli veri hanno macchie ed
Ma si sa la vita è una bottega han paura
E a sto mondo ciò che conta è il portafogli Per il pubblico decoro il migliore dei rimedi
E rispondere no a costoro e cacciarli via dai
piedi

pagina 1199
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I treni per Reggio Calabria


(1975)
di Giovanna Marini
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/i-treni-reggio-calabria

Andavano col treno giù nel meridione dormono dormono profondamente


per fare una grande manifestazione sopra le bombe non sentono più niente
il ventidue d'ottobre del settantadue
famiglie intere a tre generazioni
in curva il treno che pareva un balcone son venute tutte insieme da Torino
quei balconi con la coperta per la vanno dai parenti fanno una dimostrazione
processione dal treno non è sceso nessuno
il treno era coperto di bandiere rosse
slogans, cartelli e scritte a mano la vecchia e la figlia alle rifiniture
il marito alla verniciatura
da Roma Ostiense mille e duecento operai la figlia della figlia alle tappezzerie
vecchi, giovani e donne stanno in viaggio ormai da più di venti ore
con i bastoni e le bandierearrotolati
portati tutti a mazzo sulle spalle aspettano seduti sereni e contenti
sopra le bombe non gliene importa niente
Il treno parte e pare un incrociatore aspettano che è tutta una vita
tutti cantano bandiera rossa che stanno ad aspettare
dopo venti minuti che siamo in cammino
si ferma e non vuole più partire per un certificato mattinate intere
anni e anni per due soldi di pensione
si parla di una bomba sulla ferrovia erano venti treni più forti del tritolo
il treno torna alla stazione guardare quelle facce bastava solo
tutti corrono coi megafoni in mano
richiamano "andiamo via Cassino con la notte le stelle e con la luna
i binari stanno luccicanti
compagni da qui a Reggio è tutto un campo mai guardati con tanta attenzione
minato, e camminato sulle traversine
chi vuole si rimetta in cammino"
dopo un'ora quel treno che pareva un balcone mai individuata una regione
ha ripreso la sua processione dai sassi della massicciata
dalle chine di erba sulla vallata
anche a Cassino la linea è saltata dai buchi che fanno entrare il mare
siamo tutti attaccati al finestrino
Roma ostiense Cisterna Roma termini Cassino piano piano a passo d'uomo
adesso siamo a Roma tiburtino pareva che il treno si facesse portare
tirato per le briglie come un cavallo
Il treno di Bologna è saltato a Priverno tirato dal suo padrone
è una notte una notte d'inferno
i feriti tutti sono ripartiti a Napoli la galleria illuminata
caricati sopra un altro treno bassa e sfasciata con la fermata
il treno che pareva un balcone
funzionari responsabili sindacalisti qualcuno vuol salire attenzione
sdraiati sulle reti dei bagagli
per scrutare meglio la massicciata non fate salire nessuno
si sono tutti addormentati può essere una provocazione
si sporgono coi megafoni in mano
dormono dormono profondamente e un piede sullo scalino
sopra le bombe non sentono più niente
l'importante adesso è di essere partiti e gridano gridano quello che hanno in mente
ma i giovani hanno gli occhi spalancati solo comizi la gente sente
ora passa la notte e con la luce
vanno in giro tutti eccitati la ferrovia è tutta popolata
mentre i vecchi sono stremati

pagina 1200
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contadini e pastori che l'hanno sorvegliata volavano sassi e provocazioni


col gregge sparpagliato ma nessuno s'è neppure voltato
la Calabria ci passa sotto i piedi ci passa gli operai dell'Emilia-Romagna
dal tetto di una casa una signora grassa guardavano con occhi stupiti

fa le corna e alza una mano i metalmeccanici di Torino e Milano


e un gruppo di bambini puntavano in avanti tenendosi per mano
ci guardano passare le voci rompevano il silenzio
e fanno il saluto romano e nelle pause si sentiva il mare

Ormai siamo a Reggio e la stazione il silenzio di qulli fermi


è tutta nera di gente che stavano a guardare
domani chiuso tutto in segno di lutto e ogni tanto dalle vie laerali
ha detto Ciccio Franco "a sbarre" si vedevano sassi volare

e alla mattina c'era la paura e alla sera Reggio era trasformata


e il corteo non riusciva a partire pareva una giornata di mercato
ma gli operai di Reggio sono andati in testa quanti abbracci e quanta commozione
e il corteo si è mosso improvvisamente il nord è arrivato nel meridione

è partito a punta come un grosso serpente e alla sera Reggio era trasformata
con la testa corazzata pareva una giornata di mercato
i cartelli schierati lateralmente quanti abbracci e quanta commozione
l'avevano tutto fasciato gli operai hanno dato una dimostrazione

Informazioni

Gli accordi sono molto "abbozzati", il minimo per fornire un accompagnamento con la chitarra, per niente simile
all'originale.

pagina 1201
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I vietnamiti son piccolini


di Leoncarlo Settimelli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antimperialisti, comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/i-vietnamiti-son-piccolini

Lo yankee è come un bestione I vietnamiti son piccolini...


somiglia ad un elefante
sta in alto come un gigante Lo yankee ha più di un cannone
però ha la testa come un coglione. aerei, fucili e bombe
però ****************
I vietnamiti son piccolini perchè in guerra è solo un coglione.
son piccolini sì
ma con un cuore così grande I vietnamiti son piccolini...
la fanno in barba sì sì
a quel gigante sì sì. I vietnamiti son piccolini...

I vietnamiti son piccolini... Lo yankee parte in missione


ma a terra cade di schianto
Lo yankee fa da padrone "Ohi Mamma" urla nel pianto
conquista pure la luna "perchè m' hai fatto così coglione?"
ritorna, ma che fortuna,
dal Vietnam scappa come un coglione. I vietnamiti son piccolini...

I vietnamiti son piccolini... I vietnamiti son piccolini...

I vietnamiti son piccolini...

Informazioni

Traduzione de "Los vietnamitas son pequeñitos" parole e musica di Carlos Puebla. (Pardo Fornaciari)

pagina 1202
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I volontari di Bogside
(1972)
di Canzoniere Pisano / del Proletariato
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antimperialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/i-volontari-di-bogside

Venite tutti attorno che vi voglio raccontar perchè


la storia di quel giorno che m'andai ad perchè non hanno paura i Bogside Volunteers,
arruolar perchè non hanno paura i Bogside Volunteers.
era il dodici di Agosto e Bogside era il
quartier La polizia sparava bombe a gas in quantità
così fu che m'arruolai nei Bogside sperava di distruggerci ma invece eccoci qua
Volunteers, con le bombe di benzina noi gli abbiam fatto
così fu che m'arruolai nei Bogside saper
Volunteers. che han trovato un osso duro nei Bogside
Volunteers,
Stavo in giro sfaccendato con Mac Gilly e con han trovato un osso duro nei Bogside
O' Tool Volunteers.
ero ormai disoccupato da due anni e forse più
non c'è più il lavoro a Derry, tutti sanno il I soldati han visto adesso che non c'è più da
perchè scherzar
e così ero proprio il tipo pei Bogside chi di loro è meno fesso ha pensato di
Volunteers, scappar
così ero proprio il tipo pei Bogside quando son fuggiti tutti qui la gente del
Volunteers. quartier
ha lanciato un grande "Evviva!" pei Bogside
Arriva eccitato Paddy Murphy e dice a noi: Volunteers,
"I soldati hanno attaccato, c'è bisogno anche ha lanciato un grande "Evviva!" pei Bogside
di voi." Volunteers.
abbiam fatto barricate tutto intorno al
quartier Or che la storia è finita la chitarra poserò
e si sta cercando gente pei Bogside ma per tutta la mia vita mai mi dimenticherò
Volunteers, di quei tre giorni a Derry quando con grande
si sta cercando gente pei Bogside Volunteers. piacer
ho lottato per noi tutti nei Bogside
Giunto alle barricate ci trovai il finimondo Volunteers,
eravam tutti decisi ad andare fino in fondo ho lottato per noi tutti nei Bogside
se non c'era chi scappava, tutti sanno il Volunteers.

Informazioni

A Derry, il 12 di Agosto del 1969 una parata di Orangisti filoinglesi promossa dalla loggia massonica britannica
degli Apprendice Boys viene interrotta da un nutrito gruppo di manifestanti proveniente dal quartiere/ghetto del
Bogside, dove risiedono le famiglie operaie irlandesi. Nel Bogside si riversano ondate di soldati inglesi, ma le strade
d'accesso vengono barricate e il rione rimane per tre giorni sotto il controllo dei compagni che respingono ogni
attacco. Per far ammainare le bandiere rosse i tricolori irlandesi fu necessario un intervento congiunto della R.U.C.
(polizia dell'Ulster) e dell'esercito inglese coi carri armati.

(Marco)

pagina 1203
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Il "Che" Guevara
(1970)
di Franco Trincale
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: lombardo
Tags: satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-che-guevara

Ho visto un barbùn che l'era figlio di papà Ehi bellessa andiam che in televisiùn
con il giubbotto alla "Che" Guevara, tra un'ora c'è la partita del pallùn!"
la barba lunga e un paj' de basettùn
gridare: "Noi vogliam rivoluzion!". Rivoluzion...
Accanto a lui l'era una bella diciottenn'
con la minigonna in finta pel, M'è risultat che quel ragazzo col barbùn
una collana lunga fino ai pè è il figlio del baron di Lamantia
e l'era tutta bon davant e drè. che de fa nient avea monotonia
e il rivoluzionar s'è messo a fa.
"Rivoluzion, rivoluzion, E se vedest il suo papà com'è cuntent
rivoluzion vogliamo far!". ne parla a tutta l'alta società: "
come l'è belo el me Evaristo col barbùn!
E gridava in mezz al curteo dei student: L'è proprio un "Che" Guevara el me figliol!".
"Noi vogliam esser liber de fa nient,
vogliamo trasformar la societrà, Rivoluzion...
e vivere in piena libertà.
Libero amore noi vogliamo far! "Ehi bellessa andem che in televisiùn
Niente lavoro e l'ascisc fumar! tra un'ora gh'è la partita del pallùn!".

Informazioni

Tarantella sarcastica di Franco Trincale su tutti i finti rivoluzionari. E' stata recentemente ristampata in cd nel disco
"Franco Trincale: l'ultimo cantastorie".

pagina 1204
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Il banditore
(1974)
di Enzo Del Re
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-banditore

Popolo del pianeta pam zip gulp gasp puk sob


sentite, sentite, sentite tam tam gong sdeng bum
Pam zip gulp gasp sob puk pam zip gulp gasp sob puk
tam tam gong sdeng bum tam tam gong sdeng bum
pam zip gulp gasp puk sob plof plof plof
tam tam gong sdeng bum
pam zip gulp gasp sob puk popolo del pianeta
tam tam gong sdeng bum allarme allarme allarme
plof plof plof Pam zip gulp gasp sob puk
tam tam gong sdeng bum
popolo del pianeta pam zip gulp gasp puk sob
attenzione attenzione attenzione tam tam gong sdeng bum
Pam zip gulp gasp sob puk pam zip gulp gasp sob puk
tam tam gong sdeng bum tam tam gong sdeng bum...

pagina 1205
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Il barbiere
(1977)
di Stormy Six
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-barbiere

Elementare misura d'igiene, senza più forma e senza voce,


norma di disciplina, tiro su la mia zuppa.
sotto il bavaglio mi tengo le mani,
cerco la cartolina, Mentre l'Italia si gratta la scabbia,
mentre il barbiere, urla in sette dialetti,
baffetti e basette, noi dividiamo il silenzio e la rabbia,
racconta quattro barzellette, il leninismo e i fumetti.
unte di brillantina. Tutti a cantare tra il muro e le brande
quaranta merli più le mutande
Mentre il barbiere dentro la stessa gabbia.
ripassa il rasoio
sulla striscia di cuoio, Tre per politica, sono a Gaeta,
stringo più forte quattro han preso la tisi.
il cavallo arroventato, Cinque un rimorchio a settembre li ha uccisi,
il mio cranio rasato, e un sardo e un analfabeta,
moltiplicato per mille la sera duro di testa e pesante di mano,
dal collo in su nella specchiera, ha ringraziato il capitano
mezzo ghigliottinato. con due pugni precisi.

"Sotto a chi tocca, il signore è servito!" Elementare misura d'igiene,


e il pennello si inzuppa. dormire per non pensare,
Compiuto il rito, solo qualcuno si taglia le vene,
io sono sparito, gli altri sanno aspettare.
militare di truppa. Dodici mesi tutti presenti
In un' Italia scassata e feroce per ricoprirsi e stringere i denti,
capirsi senza parlare.

Informazioni

Testo preso dal sito: http://testiprogressiveitaliano.blogspot.com/

pagina 1206
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Il bastone e la carota
(1972)
di Fausto Amodei
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale, satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-bastone-e-la-carota

No non vivere al minuto Ciò vuol dire che la verdura


mi raccomando che tu hai per rancio
bada a quello che c'è sotto se il quantitativo aumenta
di quando in quando varia il bilancio
altrimenti sei fottuto mentre una bastonatura
bello mio caro non dà passivo
devi pagar lo scotto che sia una o siano trenta
far la fine del somaro. rientra nel preventivo.
Il salario aumenta in fondo
Ogni giorno prendi nota non per bastarti
con occhi accorti ma entro i limiti prescritti
che anche quando il tuo padrone e senza scarti
che oggi sopporti c'è una sola cosa al mondo
ti regala una carota gialla e matura che può fissarli
ha già pronto un bel bastone è l'aumento dei profitti
fatto di un'essenza dura. sacro per colombo e Carli.

C'è un bastone sempre pronto Se quei limiti fissati


se per un ticchio un guastafeste
tu non vuoi mangiar carote li volesse scavalcare
bensì radicchio con le proteste
il padrone ha messo in conto ci son tanti surrogati
carote sole già in preventivo
col bastone ti percuote tra cui quello più esemplare
se non mangi quel che vuole. di ricorrere a Restivo.

Le carote sono a volte La carota è un vegetale


appetitose come il bastone
solo che vorresti averle è soltanto un po' più corta
più numerose ma va benone
questa è un'altra fra le molte per servire come tale
serie ragioni se è un po' più dura
per risponder colle sberle molta gente si è già accorta
alle rivendicazioni. che hanno identica struttura.

Le carote sono espresse Tra carota e tra bastone


spese variabili c'è un amor perfetto
e son queste le ragioni la riforma e il celerino
solo contabili vanno a braccetto
per cui van sempre compresse è la beffa del padrone
e Marx lo disse è la sua prassi
mentre l'uso dei bastoni se no va con De Martino
rientra nelle spese fisse. si rimedia con Tanassi.

pagina 1207
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Il Cile è già un altro Vietnam (Morto Allende)


(1973)
di Alfredo Bandelli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antimperialisti, comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-cile-e-gia-un-altro-vietnam-morto-allende

Morto Allende, socialista, il potere popolare.


morto Allende, assassinato
dall'esercito fascista E le fabbriche occupate
preparato ed addestrato sono state bombardate,
a difendere la patria, gli operai massacrati,
a difendere lo Stato. i compagni fucilati
dall'esercito statale
E le strade di Santiago certo costituzionale...
son bagnate rosse sangue.
E le strade a Valparaiso Combatir a los patrones...
son bagnate rosso sangue
di migliaia di proletari, Morto Allende alla Moneda,
di migliaia di comunisti... simbolo della nazione,
no, non serve la ragione
Combatir a los patrones contro un colpo di cannone:
donde sea y como sea il potere deve uscire
es la unica ley qui dalla canna del fucile.
tenemos nos explotados.
Con il sangue proletario
Morto Allende, l'ideale s'è pagato la lezione:
è la via nazionale, perde sempre il riformismo,
morto Allende, la missione vince la rivoluzione
è la socializzazione ed il Cile è un altro Vietnam,
no, non si può contrattare ed il Cile è un altro Vietnam...

Combatir a los patrones...

pagina 1208
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Il comandante della mia banda


(1970)
di Dario Fo
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-comandante-della-mia-banda

Il comandante della mia banda non puo scacciare così l'invasor


ex ufficiale al servizio del re
c'ha le madonne, fa suonar la tromba trenta divise in grigioverde
e tutti quanti ci manda a chiamar sono arrivate mettetele su

Voi mi parete un pò strapenati Niente divise l'è la risposta


parete zingari e non dei solda' siamo banditi non siam soldà
noi combattiamo ma senza paga
C'è chi ha il berretto, e chi ha il purillo e scombinati vogliam restar
c'è chi ha il panizza, chi non ce l'ha
la giacca a vento ce l'hanno in quattro noi combattiamo anche per quel
due col giaccotto tre col paltò contro il tedesco contro il regime
borghese militare contro i preti
lui coi calzoni alla zuava e contro il re
di velluto a coste larghe
tipo quelli dei magut contro sua legge e regolamento
e ogni divisa noi combattiam
lui coi bragoni cavallerizza noi combattiamo per l'ugualianza
lui quelli corti lui non ce li ha noi combattiamo per la libertà
tre con le scarpe da militare
due coi scarponi da montagnan' per l'ugualianza non è il caso
che i vestiti siano uguali
uno coi sandali di gomma tutti verdi di color
lui con scarpe di vernice Siamo banditi di questo Stato
con le ghette da lifrock siamo banditi non siam soldà
noi combattiamo ma senza paga
Dio che banda di scombinati non abbiam regole e non vogliam padron
siete banditi non siete soldà
comandar voi l'è un disonore Siamo banditi di questo Stato
siamo banditi non siam soldà
siamo banditi non siam soldà..

Informazioni

Dallo spettacolo "Vorrei morire anche stasera se dovessi pensare che non è servito a niente", 1970.

pagina 1209
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Il compagno 'Che' Brambilla


(1974)
di Gianfranco Manfredi
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-compagno-che-brambilla

Il compagno 'Che' Brambilla camminare nel Naviglio.


non risparmia la tonsilla Con le mani sulla testa
tutto il giorno lui ci assilla: lui guadava l'acqua pesta
"Voglio la rivoluzion!" tra le scie pestilenziali
Noi a dirgli di rimando: degli scarichi Industriali.
"Sei furioso più di Orlando" Tu riporti al nostro ambiente
con pazienza, lavorando un ambiente differente
prima o poi la si farà. se vogliamo essere pronti
L'altro giorno ha cercato qui bisogna usare i ponti.
di dirottare un tram L'altro giorno ha comprato
Non è un tram che si ruba quattromila distintivi.
se vuoi arrivare a Cuba Ma non è con le bandiere
se non hai la giusta linea con le linee rosse o nere
la tua fine è il capolinea. con l'appello al Fronte Unito
Ma il compagno 'Che' Brambilla che si può fare il Partito.
riattivizza la tonsilla: 'Che' Brambilla stamattina
"Su facciamo la guerriglia è partito per la Cina
viva viva i Feddayn". però giunto in Valtellina
L'altro giorno l'hanno visto ha finito la benzina...

Informazioni

Manfredi Gianfranco, LP La crisi, Spettro, 1974

pagina 1210
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Il complesso
(1975)
di Antonietta Laterza
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: femministi, satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-complesso

Da sempre soffro (parlato)


di un grave complesso "come se.fosse la cosa
di non valere come donna del mio sesso più naturale del mondo!"
perché da quando
ho cominciato a fare l'amore Mi son rivolta allo psicoanalista
-Che delusione, provare tre ore e poi… - che m'ha indicato una nuova pista
per guarire dalla mia frigidità
(parlato)
"e poi non serviva a niente". (parlato)
"insista, si rilassi,
Allora ho pensato apra le gambe e chiuda gli occhi, ehm!
che se mi innamoravo Chiuda le gambe e mi guardi
risolvere la cosa anche in parte potevo fisso negli occhi.
mi son perduta nei tuoi occhi furtivi... Dunque, lei è affetta
da una grave forma di fissazione
(parlato) ad una fasee erogena infàntile:
"che si trattasse dalla clitoride deve passare alla vagina!
di una questione psicologica?" Evidentemente si tratta
di un complesso edipico non ben superato,
-Tu andavi e venivi, ma io rimanevo li- lei ci invidia ancora il pene eh?
Dopo sono stata con un amatore Le pare dignitoso alla sua età?
che usava la sua tecnica con molto ardore Le pare fine per una ragazza carina come
ma nonostante le sue contorsioni... lei?"

(parlato) -Si tranquillizzi, ritroverà la sua


"gli uomini quando vogliono femminilità -
sono dei leoni". Ho capito dalla mia situazione
che non è questione di posizione
-Mirava dentro il mio epicentro: zac! - nè di nevrosi o mancanza d'amore:
-Per noi godere vuoi dire avere potere! -

pagina 1211
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Il divorzio
(1972)
di Fausto Amodei
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-divorzio-0

Sul punto di sposarsi attenendosi ai consigli Con ciò gli era possibile sventare la
di stare premunito contro un eventuale guaio minaccia
un giorno di non volere avere figli di non poterne uscire se l'unione andava a
su apposito attestato vidimato dal notaio male
salvandosi la faccia il sesso e la morale.
Il trucco era cretino ma sventava la
minaccia La legge sul divorzio te lo prese a
di non sottrarsi a tempo da un connubio tradimento
andato a male perché gli rese inutili quei trucchi farisei
salvandosi la faccia il sesso e la morale. anche perché l'amante dichiarò lì sul momento
che a questo punto divorziasse per sposare
Il rito in municipio non gli dava affidamento lei
la cerimonia in chiesa oltre ad essere più
devota Venuto il referendum fu sollecito a firmare
gli dava più speranze di ottener di modo che il divorzio fosse subito
l'annullamento soppresso
perché la causa andava in mano della Sacra facendogli salvare faccia morale e sesso.
Rota.
La moglie lo seguì su questa strada per un
Lui era assai moderno ma vi piaccia o non vi tratto
piaccia ma poi lo abbandonò per darsi a facili
doveva pur uscire da una catastrofe avventure
eventuale così attuò un divorzio che anche se solo di
salvandosi la faccia il sesso e la morale fatto
lo lasciò lì di stucco come fosse anche "de
Sposò già bell'e incinta la consorte juere"
sedicenne
per costituirsi l'alibi di aver ceduto al Aveva fatto tanto per non fare la partaccia
panico di sciogliere il connubio con il "placet" di
di essere denunciato per violenza a minorenne San Pietro,
perché le nozze avessero un difetto dentro il ma per salvar la faccia la prese nel
manico. didietro.

pagina 1212
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Il divorzio
(1974)
di Canzoniere femminista
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-divorzio

Noi appena siamo nate della nostra schiavitù


ci troviamo già sposate
la vita nostra è già decisa Se il marito t'abbandona
la carriera è questa qua due lavori dovrai fare
uno gratis per lo Stato
E se poi per mala sorte il secondo sottopagato
il matrimonio non funziona
non abbiam nessuna scelta il divorzio è civiltà
la famiglia è schiavitù ma le donne han da lottare
per poterlo conquistare
Noi appena siamo nate per potersene servire
ci troviamo già sposate Noi appena siamo nate
la catena spezzeremo ci troviamo già sposate
della nostra schiavitù la catena spezzeremo
della nostra schiavitù
Se il marito t'ha stufato
tu non te ne puoi andare Per il salario noi lottiamo
soldi tuoi tu non ne hai per il salario al nostro lavoro
non ti han pagata mai per divorziare se vogliamo
ogni lavoro va pagato
Per la casa e per i figli
tu continui a lavorare Solo allora il divorzio
ma il tuo unico compenso libertà sarà per due
è che forse puoi campare non saremo più costrette
ad amare in schiavitù
Noi appena siamo nate
ci troviamo già sposate Solo allora il divorzio
la catena spezzeremo libertà sarà per due
la catena spezzeremo
della nostra schiavitù

pagina 1213
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Il figlio del poliziotto


(1969)
di Paolo Pietrangeli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-figlio-del-poliziotto

«Vedi sono più importante gli ho sparato in mezzo agli occhi


ho tre maglie e tu una sola; e non se ne parli più».
vedi sono più importante:
ho il papà con la pistola «Vedi sono il bambino
e combatte contro tutti più importante della scuola:
assassini, farabutti; ho il papà con la pistola;
e la sera torna a casa e m'ha detto che ha sparato
con la sua divisa blu contro certi esseri strani
e si siede sul mio letto che gridavan per le piazze
mi racconta quel che ha fatto che gridavan come cani;
fino a che non m'addormento e m'ha detto che'eran brutti
e son contento». e cattivi e sporchi e storti
e che non se ne stan buoni
«Quando il nostro commissario fino a che non sono morti».
con la fascia tricolor
lui m'ha detto di sparare «Quando il nostro commissario
non se ne poteva più. con la fascia tricolor
Eran mille scalmanati lui ci ha detto di sparare
noi duecento baschi blu non se ne poteva più.
son bastati due o tre morti Eran mille scalmanati
non si son sentiti più. noi duecento baschi blu:
Tira un colpo o due per aria son bastati due o tre morti
poi ti vedo quel barbon: non si son sentiti più»

pagina 1214
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Il fischietto dell'operaio
di Franco Trincale
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-fischietto-delloperaio

Il fischietto dell'operaio Il fischietto dell'operaio


rompe i timpani dei padroni non dà tregua alle canaglie
oggi sciopero su compagni scioperiamo con i compagni
per le strade dimostrazioni. licenziati per rappresaglie.

Il fischietto dell'operaio Il fischietto dell'operaio


è più forte dei manganelli l'autunno fa riscaldare
oggi sciopero su compagni scioperiamo fino a quando
per le strade con i cartelli. il padrone dovrà mollare.

Il fischietto dell'operaio Il fischietto dell'operaio


lo si sente per ogni strada è più forte dei manganelli
oggi sciopero la serrata è più forte dei monopoli
il padrone deve levar. della FIAT e di Pirelli.

Informazioni

Trincale Franco, Il fischietto dell'operaio/Il muratore/Compra il tuo giornale, Vie Nuove, VN 1

pagina 1215
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Il Fronte
(1969)
di Francesco "Ciccio" Giuffrida
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-fronte

Poichè un uomo e proprio un uomo La sazietà ...


lui vuol poter mangiare tutti i giorni
lui vuole pane e non parole Poichè un uomo è proprio un uomo
pane a sazietà lui vuole aver fratelli e non padroni
non vuole guerre nè prigioni
La sazietà, la qualità non vuol la schiavitù
chi gli schiavi libererà
è il fronte unito del lavor La sazietà ...
dunque vieni insieme a noi.
Poichè un operaio è un operaio
Poichè un uomo è proprio un uomo non vuole più potere ma il potere
lui vuole stare al caldo tutti i giorni vieni anche tu lavoratore
lui vuole scarpe e non parole nel fronte insieme a noi
scarpe di qualità
La sazietà ...

Informazioni

E' la traduzione di "Einheitsfrontlied di Bertolt Brecht con musica di Hanns Eisler ( 1934 ).

pagina 1216
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Il funerale di un lavoratore
(1976)
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-funerale-di-un-lavoratore

Questa fossa dove stai, per un morto da niente,


larga poche dita, ma qui più che nel mondo
è il più piccolo conto stai comodamente.
che hai pagato in vita.
E' una fossa grande,
Ha volume giusto, la tua carne è poca,
né largo né fondo: ma alla terra donata
è la parte che ti tocca non si guarda in bocca.
del latifondo.
E' il più pccolo conto
Non è una fossa grande, che hai pagato in vita.
è giusta, precisa: E' la parte che ti tocca
è la terra che volevi del latifondo.
veder divisa.
Ma hai più spazioattorno
E' una fossa grande di quand'eri al mondo.
per un piccolo morto, Ma qui più che nemondo
ma hai più spazio attorno stai comodamente.
di quand'eri al mondo.
Alla terra donata
E' una fossa grande non si guarda in bocca (4 volte)

Informazioni

Traduzione italiana, scritta da Sergio Bardotti per Maria Carta, chela incluse nel suo lp "Vi canto una stori assai
vera", completamente dedicato ai canti di protesta.
Il brano originale si chiama Funeral de um lavrador ed è el cantautore brasiliano Chico Buarque de Hollanda.

pagina 1217
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Il galeone
(1974)
di Paola Nicolazzi, Belgrado Pedrini
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: anarchici, carcere
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-galeone

Siamo la ciurma anemica questo remar remare?


d'una galera infame Meglio morir tra i flutti
su cui ratta la morte sul biancheggiar del mare.
miete per lenta fame. Remiam finché la nave
si schianti sui frangenti
Mai orizzonti limpidi alte le rossonere
schiude la nostra aurora fra il sibilar dei venti!
e sulla tolda squallida
urla la scolta ognora. E sia pietosa coltrice
I nostri dì si involano l'onda spumosa e ria
fra fetide carene ma sorga un dì sui martiri
siam magri smunti schiavi il sol dell'anarchia.
stretti in ferro catene.
Sorge sul mar la luna Su schiavi all'armi all'armi!
ruotan le stelle in cielo L'onda gorgoglia e sale
ma sulle nostre luci tuoni baleni e fulmini
steso è un funereo velo. sul galeon fatale.

Torme di schiavi adusti Su schiavi all'armi all'armi!


chini a gemer sul remo Pugnam col braccio forte!
spezziam queste catene Giuriam giuriam giustizia!
o chini a remar morremo! O libertà o morte!
Giuriam giuriam giustizia!
Cos'è gementi schiavi O libertà o morte!

Informazioni

E' l'adattamento musicale di Paola Nicolazzi (sulla melodia della canzone popolare Se tu ti fai monaca) di una
poesia di Belgrado Pedrini, scritta nel carcere di Fossombrone nel 1967.

Da acrataz.oziosi.org (non più online).

pagina 1218
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Il giraSullo
(1969)
di Potere Operaio, Alfredo Bandelli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: scuola/università
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-girasullo

Caro ministro dell'istruzione Ed un bel giorno il caro ministro


andasti in giro a trovar gli studenti, coi carri armati è tornato a trovarci,
sulla Nazione -scrisse Mattei- gli appelli mensili e i dipartimenti
che ti accoglievano tutti contenti. come promesse è venuto a portarci.

Ma non bastaron le buone parole In Parlamento quella mattina


e non bastaron le strette di mano c'è stato un attimo di smarrimento,
per incastrare i compagni studenti ma il capogruppo dei comunisti
e mantenere in piedi il tuo piano. s'è alzato in piedi per dire « Mi astengo ».

Sullo gira per l'Italia E in ritiro al Ministero


accarezza gli scolari già programma i caroselli:
viva viva la riforma per vegliar sulla riforma
siate tutti solidali ci vorranno i manganelli

Sullo gira per l'Italia ma il disegno dei padroni


lascia i presidi contenti non ci trova impreparati
hanno in mano l'assemblea respingiamo con la lotta
per fregare gli studenti. la riforma e i carri armati.

pagina 1219
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Il guerrigliero
di Cosme
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antimperialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-guerrigliero

Eccolo, tutto armato e feroce, con quest'arma nella mia mano


ecco l'uomo che porta la libertà; io scaccerò Salazar e la sua truppa».
tutto stracciato e sporco, ma col cuore di
ferro, Ecco un mattino bello e dolce,
il guerrigliero sorride e canta. il guerrigliero si alza;
lui non ha acqua,
Lui non ha casa, gli mancano cibo e vestiti, da acqua serve la rugiada.
lui si assoggetta a tutte le circostanze,
la pioggia torrenziale lo colpisce, Gli uccelli spaventati domandano:
il freddo lo minaccia con violenza. «Perché soffri così, ragazzo?»
Il guerrigliero sorride e canta:
Ma lui sorride e canta: «Libertà per tutti io porto».
«Io porto libertà e pace:

Informazioni

Canzone del mozambicano Cosme per la liberazione del suo paese dall'oppressione colonialista portoghese.

pagina 1220
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Il manovale
di Diego De Palma
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-manovale

Son le quattro del mattino e stai aspettando un altro figlio che sfamare tu dovrai.
come sempre che arrivi la corriera
la corriera blu che viene giù ansimando Ma ecco un giorno la corriera più non passa
per portarti a lavorare fino a sera. han scoperto che sei troppo fuori mano.
Non conviene di rischiar quella carcassa
Stai nascosto in un cespuglio mentre aspetti per due braccia che puoi avere anche giù in
ti hanno detto che il favore che ti fanno piano.
è proibito da una legge sporca e inetta
se la osservi il lavoro non ti danno. E con altri disgraziati scendi in piazza
e poi gridi la tua rabbia contro tutti
E il lavoro, sì il lavoro è molto duro all'amico, al governo ed alla razza
ma per vivere bisogna faticare dei padroni che sulle tue spalle sta.
te lo dice anche l'amico che ti aiuta
ed intanto sotto l'ombra sta a fumare. E ti scontri con la legge del padrone,
coi suoi servi, con il mitra, col suo stato
È la sera, è il momento della paga non gli garba la tua manifestazione
la metà, naturalmente, va all'amico ed a terra, con tre colpi, sei restato.
perché è lui che ti ci porta a lavorare
con quei soldi da fumare comprerà. Tu sei morto ma è servita la tua morte
perché i tuoi compagni oggi hanno imparato
Con quei soldi tu ci vivi con tua moglie che bisogna dare insieme un colpo forte
tu ci vivi certo ed anche con i figli per abbattere i padroni e il loro stato.
e poi lei tra pochi mesi avrà le doglie Che bisogna dare insieme un colpo forte
per abbattere i padroni e il loro stato

pagina 1221
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Il mattatoio
(1968)
di Leoncarlo Settimelli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: carcere
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-mattatoio

Sulla terrazza ta-ta per me, ta-ta per te.


stanno torturando Andrea
chi può giurare che lo rivedrò Nei nostri cuori è cominciata
come le bestie siamo una gran festa
dentro un mattatoio, ta-ta per te, ta-ta per me,
colpo su colpo sangue conterò. ta-ta, ta-ta non parlerò.

Scende la notte Il mattatoio adesso


stanno riportando Andrea è come una montagan
quest'oggi a te, ed il nemico
domani tocca a me, lo aspettiamo noi,
di là dal muro siamo il cielo è rosso
un'altra volta insieme. e accende una speranza,
e come Andrea
Ta-ta sei qui, ta-ta son qua nessuno parlerà
e per noi due vuol dire e come Andrea
io resisterò nessuno parlerà.

Informazioni

Trasposizione in italiano di Settimelli e Curci, e adattamento musicale di Alberto Cesa del canto To sfajo di
Teodorakis.
Grecia del colonnelli. Il canto si riferisce aIla dentenzione e alle torture subite da Andreas Lentakis, comunista
greco, presso un posto di polizia di at Atene, in un ex mattatoio con celle singole confinanti. Attraverso i muri,
battendovi sopra, i carcerati potevano comunicare tra loro (ta-ta).

Testo originale greco e molte informazioni nel sito Canzoni contro la guerra
http://www.antiwarsongs.org/canzone.php?lang=en&id=5198

pagina 1222
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Il meridionale
(1970)
di Franco Trincale
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: emigrazione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-meridionale

Io sono nato laggiù in Meridione Dove a dieci anni si è sfruttati


dove la gente fa colazione ed a vent'anni in Questura arruolati.
con un po' di cipolla e di pane
e certezza non ha del domani. Io sono nato laggiù in Meridione
Dove ancora il padrone è il barone dove profuma la zagara in fiore,
e quando passa gli bacian le mani. dove il sensale porta l'amore
e le ragazze son vergini ancora.
Dove il divorzio esiste di fatto, Dove il treno lascia i villeggianti
dove le mamme si vestono a lutto, e fa carico degli emigranti.
dove le mogli son senza mariti
e le baracche hanno i terremotati. Dove la barba si fa dal barbiere
Dove il meglio aspettando si spera, e il calzolaio fa ancora il mestiere,
dove si muore sepolti in miniera. dove ancora non c'è l'ospedale
e l'autostrada ci han fatto passare,
Io sono nato laggiù in Meridione dove i giovani voglion tornare
dove la gente è semplice e buona, ed i vecchi ci voglion morire.
dove in pochi si legge il giornale
e la scuola non è obbligatoria. Io sono nato laggiù in Meridione
e voglio fare la rivoluzione.

pagina 1223
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Il mestiere più antico


(1973)
di Movimento Femminista Romano
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-mestiere-piu-antico

Per te canterò la stessa moneta che compra i nostri corpi


donna che hai il mestiere sul marciapiede o davanti all'altar
più antico del mondo
pagata in denaro e disprezzo da chi ti cerca Ma cosa è il corpo mio,
io mi sento milgiore di te il corpo tuo, il corpo d'ogni donna?
perchè ho solo un letto e chi E' fabbrica di figli per la fabbrica
protegge il mio corpo e poi lo pretende è fabbrica di figli per la guerra
è fabbrica di un piacere che non ci guarda
Tu sei la perdizione io la virtù donna, al mondo tu non hai vissuto mai
tu il peccato io l'angelo il mondo non ha vissuto mai.
due facce della stessa sciocca medaglia

pagina 1224
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Il mio capo mi vuol dare


(1969)
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale, femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-mio-capo-mi-vuol-dare

Il mio capo mi vuol dare non ci compro neanche la frutta


mille lire il lunedì caro capo
mille lire non mi bastan, quattromila non le vo'
non ci compro un chil di pasta
caro capo Il mio capo mi vuol dare
mille lire non le vo' cinquemila il venerdì
cinquemila, non per niente,
Il mio capo mi vuol dare non ci pago la corrente
le duemila il martedì caro capo
le duemila son pochine, io le cinque non le vo'
non ci compro le fettine
caro capo Il mio capo anche al sabato
duemila lire non le vo' le seimila mi vuol dar
con seimila, se bastasse,
Il mio capo mi vuol dare io ci pagherei le tasse
le tremila il mercoledì caro capo
con tremila, mi rincresce, io le sei non le vo'
non ci compro un chil di pesce
caro capo E la domenica, per finire
le tremila non le vo' voglio diecimila lire,
caro capo
Il mio capo mi vuol dare grande capo, te lo ripeto
quattromila il giovedì che da dieci non torno indietro
quattromila, a dirla tutta, e tu questo lo sai già.

Informazioni

Canto realizzato dalle operaie della "Lebole" di Arezzo in occasione delle lotte iniziate sul finire del '69.

pagina 1225
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Il mio partito saluta Mosca


(1968)
di Alberto D'Amico
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: anticlericali, comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-mio-partito-saluta-mosca

Il mio partito saluta Mosca Tutto di bianco come colomba


e va cercando nuove città ai contadini ha predicà:
il Parlamento lo vuole in tasca fate la rumba fate la samba
come una copia dell'Unità. ma la guerriglia a Dio non va.

E voi compagni quando fa sera Avanti Praga col nuovo corso


fate l'amore con la TV che l'occidente trionferà
fate la tessera a primavera avanti papa che bel discorso
il socialismo la fa Gesù. il mio partito l'ascolterà.

E poi piangete per la questione Il socialismo nel mio paese


che a Praga i carri hanno mandà ma chissà quando che si farà
però la vera occupazione sarà la colpa di troppe chiese
l'ha fatta il papa a Bogotà. di troppe feste dell'Unità.

Informazioni

pagina 1226
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Il mostro è uscito dal mare


(1976)
di Gianfranco Manfredi
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-mostro-e-uscito-dal-mare

E i mercanti di pornografia sono stati divorati dagli agnelli


faccia a faccia ai portatori più tranquilli più umani
d'acqua santa più propensi alla vita di gruppo
da una parte e dall'altra più felici in folle confuse
dello specchio assiepate alla curva di Lesmo
si sono guardati per vedere sfrecciare un orgasmo
ed il boia ha chiamato a raccolta per vedere sfrecciare un orgasmo
poliziotti e trafficanti d'eroina
per festeggiare le nozze di Stato Gli schedari sono stati puliti
un altro zingaro hanno impiccato aggiornati da uno del giro
un altro zingaro hanno impiccato le soffitte le han perquisite
e poi le cantine
E i bookmakers gli esattori mentre in piazza continuava la Festa
della luce si esibiva il cantante di turno
ci hanno chiesto di avere speranze e a un bambino che rubava un biglietto
solo il tempo di mettere un filo, hanno dato due calci nel petto
attaccare la spina hanno dato due calci nel petto
e poi potremo accomodarci in poltrona Il padrone ha riempito la vasca
in attesa dell'ultima scossa si diverte coi suoi paperotti
e vedremo là oltre le inferriate e si toglie con il detergente
che l'inverno ha vinto ancora l'estate le sue ragnatele
che l'inverno ha vinto ancora l'estate ma qualcuno ha bussato alla porta
ed il vento ora squassa le tende
Non aspettarti comprensione da lui c'è del sangue là sulle piastrelle
son troppi anni e sull'acqua galleggia una pelle
che non prende più il tram e sull'acqua galleggia una pelle
lui non ricorda com'è fatta una galera
o non c'è mai stato Il ventriloquo lascia il fantoccio
e poi fa finta di litigare la sua pancia non sa più parlare
con quell'altro il fachiro divora spaghetti
solo quando la telecamera è sul rosso è finito il digiuno
no lui non sente nemmeno l'odore ed il mostro che è uscito dal mare
del tuo bellissimo corpo che muore ha distrutto gli stabilimenti
del tuo dolcissimo corpo che muore e la spiaggia ora è piena di gente
che sorride vestita di niente
Ed i lupi non sono più in montagna che sorride vestita di niente
non son tempi da bestie cacciatrici che sorride vestita di niente

pagina 1227
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Il muratore
di Franco Trincale
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: siciliano
Tags: lotta per la casa
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-muratore

Lu muraturi fabbrica palazzi E quanti belli case hai fabbricatu


ma la sua casa non può fabbricari e quantu desiderii hai progettatu
e insemi ccu li gicchi e la muggheri ma quantu è la fini di lu mese
dintra la baracca avia a durmiri. a lu padruni porti affitto e spese.

S'arrambica e và supra fino in cielo E dammi la manu muraturi


e a lu signuri vulissi parlari oggi lasciamu tutti lu cantieri
ma è fuori di la grazia lu muraturi l'a sentiri perfino lu signuri
e non l'ascuta lu nostru signuri. lu fischietti di lu muraturi.

pagina 1228
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Il nostro maggio
(1976)
di Collettivo del Contropotere
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: repressione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-nostro-maggio

Il nostro maggio Arriva di rinforzo


si leva dalle case la celere da Roma
si fanno nelle strade i paracadutisti
le nuove barricate gli agenti di questura

appaiono tra i fuochi ci incalzano picchiando


i volti illuminati ci ammazzano di botte
lampi improvvisi scoprono lascian sui marciapiedi
i proletari armati. le nostre bandiere rotte.

Lenta dischiude il maggio È scesa ormai la sera


la nuova primavera sulla città di Pisa
insorgono i quartieri la nostra primavera
la polizia dispera non ha più vie d'uscita

le gip e i poliziotti ognuno torna a casa


mandati dallo stato le ossa massacrate
invadono le strade triste un lampione illumina
rimordono il selciato. le nostre barricate.

La situazione è calma E chi su questa lotta


dice la polizia ha posto le speranze
ma gli universitari per un domani nuovo
son già in periferia privo di sofferenze

già spiegano alla gente solo una traccia resta


tutto quello che è successo in mano agli assassini
nella città di Pisa la ciocca di capelli
il fascismo non ha spazio. di Franco Serantini.

Gli scontri si susseguono Il movimento è sciolto


a Lungarno Gambacorti la storia si conclude
con gli studenti al fianco s'ingrossa il sindacato
i proletari sono insorti la lotta si riduce

mitra spianati in mano ogni studente entra


i fascisti, i celerini in un nuovo gruppetto
la polizia difende il maggio sessantotto
il comizio dei missini. l'abbiam messo dentro al cesso.

Ma la città non vuole Ma è di Franco la voce


sentire quei vigliacchi che grida tra le botte
aumenta la rivolta il suo viso sincero
si susseguono gli attacchi illumina la notte

la polizia ci carica ci dice sorridendo


sta riprendendo forza non importa la mia sorte
le bombe lacrimogene da oggi si combatte
fan stringere la morsa. vittoria o morte.

pagina 1229
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Informazioni

Primo testo dal disco L'estate dei poveri - Dalla realtà di classe al progetto libertario, del Collettivo del
Contropotere, edito dal "Circolo cultura popolare di Massa" nel 1976, il primo LP prodotto e realizzato da gruppi del
movimento anarchico.

pagina 1230
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Il numero d'appello
(1972)
di Gianni Nebbiosi
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: disagio mentale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-numero-dappello

Quando, nel cercare di farsi capire, sentì chiudere un cancello


vide la gente voltarsi ed insieme il suo cervello.
come se non dovesse capirlo più;
Quando cominciaron le prime botte
quando lo legarono alla barella, perché provava a scappare,
ch'era caduto in catena per la paura e il dolore non provò più:
gridando: «Basta, basta, per carità!»;
quando sistemarono il suo cervello
lui s'accorse, tutt'a un tratto, come una vecchia rotella
d'esser diventato matto, buona per obbedire e dire sì;
che una porta gli si apriva
e la mente gli fuggiva. lui sentì che la sua rabbia
s'annegava nella sabbia,
Quando vide le facce dei dottori perché al posto del cervello
chinate a fargli domande c'era un numero d'appello.
ch'eran parole vuote d'un'altra realtà;
Oggi oramai non piange, né sorride,
quando lo calmarono con le scosse né pensa, né può pensare,
perché gridava e piangeva: è ormai un bravo internato sterilizzato
«Rivoglio i miei vestiti, la libertà»;
e s'accorge solamente
lui s'accorse tutt'a un tratto d'esser privo della mente
che significa esser matto: perché al posto del cervello
ci sta un numero d'appello.

pagina 1231
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Il Parlamento
(1968)
di Fausto Amodei
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti, satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-parlamento

Tutti in doppio petto scuro, ai sensi delle norme già ratificate,


tutti quanti con cravatta grigio-perla, anziché scendere in piazza
l'assemblea dei deputati, vi assicuro, e stare al loro fianco sulle barricate.
val la pena di vederla;
ciascheduno ci ha alle spalle Però studenti e operai,
il quorum di cinquantacinquemila voti ignari del protocollo,
che li spinge a celebrare senza redigere mai
i riti democratici da sacerdoti. domande in carta da bollo,
Non esiste il mondo esterno, lottano in prima persona
non ci sono più quei trentadue milioni sui posti di lavoro,
con i quali si parlava per cambiar per conto loro
di riforme oppure di rivoluzioni; i rapporti di proprietà.
ci son solo più le giunte, La democrazia borghese ha un vecchio trucco,
con le commissioni e gli ordini del giorno, che consiste essenzialmente
come in una gabbia d'oro Nel chiamare democratiche solo le norme
che non si osa aprire per guardarsi intorno. che non cambian niente
E nel consentire al popolo di usare solo
Ma c'è il paese reale, quelle istituzioni
fuori da quest'aria fritta, Che rafforzano di nascosto,
che senza delega orale o almeno non infastidiscono i padroni.
e senza delega scritta Se il lavoratore crede di disporre
combatte in prima persona, di una fetta di potere,
perché si sente ormai pronto pago di quest'illusione se la piglia tutto
a cambiar per proprio conto calmo nel sedere;
i rapporti di proprietà. ma se inventa gli strumenta per fare sul
serio la democrazia,
Quando accade in una fabbrica viene chiamato sovversivo e deve fare i conti
che un operaio viene licenziato con la polizia.
perché ha fatto propaganda
presso i suoi compagni o perché ha Ma è ormai comune opinione
scioperato, che, se si vuol cambiare,
chi sta dentro il Parlamento non basta più l'elezione
può magari fare un'interrogazione, di qualche parlamentare,
anziché dargli una mano a dare ma occorre che sian le masse,
un calcio nel sedere del padrone. senza aspettar mediatori,
Quando c'è la polizia che mena manganelli a cercar di fare fuori
in testa agli studenti, i rapporti di proprietà.
poi c'è la magistratura
che te li condanna come delinquenti, Non per cambiar Parlamento
si fa su un'interpellanza ma tutta la società.

pagina 1232
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Il parto
(1974)
di Canzoniere femminista
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-parto

Sono andata all'ospedale Il dolore è troppo grande


salgo le scale in ostetricia dolore disumano
valigia in mano e corredino mi mancano le forze
con le pantofole nuove di zecca io non sapevo questo

Il fiocco rosa o celestino Ho visto nei dottori


voglio una femmina, voglio un bambino sadismo e indifferenza
La pancia pesa, la prima fitta il nazismo non è morto
facciamo presto che sia finita è ancora per le donne!

Ma già nel corridoio Anch'io sono andata alla catena


dolori, urla e grida di montaggio per bambini
la fantasia mi cede fuori il figlio, sangue e placenta
rifiuto di capire donne chiediamo l'anestesia

Sui letti tante donne La sala parto è una fucina


che aspettano soffrendo di dove il pezzo esce finito
si rompono le acque ma cosa importa se sei distrutta
arrivano le spinte chi se ne frega tanto sei donna.

pagina 1233
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Il popolo è forte
(1976)
di Claudio Bernieri, Yu Kung
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-popolo-e-forte

Dalle mie parti se si ammazza un uomo il popolo è forte e vincerà!


viene un grand'uomo e promesse ci fa.
Resta un bambino a guardare quel treno E verrà il giorno che tutta la terra
e(') un odio che mai si fermerà. il popolo unito combatterà
contro chi ancora ci sfrutta e ci inganna
La mia finestra dà sulla strada il popolo è forte e vincerà!
un campo e una porta e un certo cortile.
Domani parto per qualunque strada Tutta la gente si è affacciata
ed in città si può anche morir. per veder quell'uomo che non ha più età,
e la speranza non si è più fermata
Dalle mie parti un uomo si è fermato, dai campi, al mare, fino in città
ha detto che è un uomo senza età.
Alle mie domande lui mi ha cantato Che cosa mai canta chi emigra sul treno,
una canzone che mai si fermerà. che cosa mai canta chi lavora in città.
Fino alle spose aspettare quel treno
Canta ogni popolo il suo destino e un canto che mai si fermerà.
giorno per giorno combatterà
anche in Italia quel giorno è vicino Canta ogni popolo il suo destino...

E verrà il giorno che tutta la terra...

Informazioni

La canzone è stata incisa dell'album "Pietre della mia gente" dai Yu Kung, i diritti SIAE sono di Claudio Bernieri.

pagina 1234
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Il rosso è diventato giallo


(1969)
di Ivan Della Mea
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-rosso-e-diventato-giallo

Compagno, che qui da noi si chiama intellettuale,


quando il partito, finalmente, sbaglia prova ogni giorno la rivoluzione
e a tutti è dato scrivere sui muri con il martello, la falce, il fucile
la libertà d'interpretare il mondo e a tutto questo la sua penna è uguale,
di criticare i propri dirigenti allora, credi, si vincerà.
senza i tabù del 'glorioso passato',
allora, credi, si vincerà. Compagno,
questa è la voglia di un comunismo
Compagno, senza dogmi, papi e frontiere,
quando il soldato non ha generali un comunismo da costruire
e il fucile è come un compagno, sulle rovine del riformismo,
quando il soldato è popolo che lotta dell'unità nella diversità
ora per ora, così nella scuola, allora, credi, si vincerà.
così in fabbrica, in casa e nel campo,
allora, credi, si vincerà. Compagno,
questa è la fede in un comunismo
Compagno, tutto da vivere, tutto da fare,
quando il tuo soldo di nullatenente un comunismo da costruire
che Agnelli chiama fame comunista sulle rovine del riformismo,
diventa, o per amore o per forza, è una rivoluzione culturale.
uguale a quello d'ogni dirigente
oggi al partito, domani al potere, Io chiedo a voi se oggi vedo giusto:
allora, credi, si vincerà. nel mondo il rosso è diventato giallo,
nel mondo il rosso è diventato giallo,
Compagno, nel mondo il rosso è diventato giallo,
quando chi fa l'idea con la penna, nel mondo il rosso è diventato giallo,
nel mondo il rosso è diventato giallo.

pagina 1235
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Il soldato Bruna
di Pino Masi
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-soldato-bruna

C'era un tale Riccardo Bruna o cara mamma vorrei farla finita


contadino in gran povertà se non lo faccio è perchè penso a te
che per colmo diciamo (per ora) di sfortuna
militare dovette andar E tornato che fu da Gaeta
il comandante (degli alpini) lo manda a
Arrivato che fu al reggimento (degli alpini) chiamar
e trascorsi i mesi del CAR(Centro in fanteria ti faccio trasferire
Addestramento cosi gli alpini non puoi più disonorar
[Reclute)
gli fu dato un bel mulo e l'armamento Prima mi mandi quattro giorni a casa
(pensate, che è quasi un anno che non ci vado più
[un mulo) niente licenze e niente permessi
per poter sulla patria vegliar il disonore nostro sei tu

Venne il giorno dell'esercitazione O comandante lei non mi dà permessi


i generali in elicottero e jeep perchè non sono stato un bravo alpin
ma tu hai voglia di dar pedate al mulo ma chi va a casa qui son sempre gli stessi
sembra sordo e non vuole partir quelli che hanno il padre coi quattrin

Scusi tanto signor caporale Sei contadino tu cosa vuoi capire


ma il mio mulo non vuole marciar ho già sprecato troppo fiato con te
è colpa tua che sei un animale se ho deciso di farti trasferire
e che non ti sai far rispettar non mi fa cambiare idea neppure il re

Eh no lei si sbaglia signor caporale Capua Vetere Reparto Punizione:


io se voglio mi faccio rispettar il nostro fante- (adesso) -contadino è là
lei per esempio mi ha chiamato animale e di licenze neppure l'illusione
ed allora si prenda questo qua tanto sa che nessuno gliene dà

Con un pugno sulla testa quadrata Dopo un mese di questa quasi vita
il caporale nella merda finì (era la merda Riccardo Bruna non ce la fa più
delmulo) se legalmente qui non c'è via d'uscita (dice)
favorisca che è fresca di giornata illegalmente me ne torno su
così almeno avrò poco da pulir
E gettato per terra il fucile
Si sospende l'esercitazione e la divisa 'che più non servirà
e il tribunale militare dirà coi vestiti prestati da un civile
nove mesi a Riccardo Bruna sulla strada di casa se ne va
che a Gaeta li deve scontar
Son passate otto ore o forse meno
Quattro mesi per il pugno al caporale della tanto attesa libertà
(quattro mesi) ma non aveva neanche i soldi per il treno
cinque mesi perchè il mulo colpì alla stazione lo hanno arrestà
parve chiaro anche al tribunale militare
quel che vale un superiore oggidì Questa volta il tribunale è più severo
un ribelle un recidivo eccolo qua
Il servizio militare è una prigione L'altra volta nove mesi non è vero
e Gaeta una prigione militare questa volta così non finirà
quel che ha sofferto il soldato Bruna
lo possiam facilmente immaginar Dieci mesi per la diserzione
quattro mesi abbandono del fucil
Nove mesi di questa sporca vita tre mesi ancora per la munizione
che a dire il vero più vita non è e la divisa che hai lasciato lì

pagina 1236
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E mentre stiamo qui a cantare tutti insieme Sarà la forza del proletariato
lui diciassette mesi ancora si farà che sta in prigione ogni giorno con te
ce lo portan via con ai polsi le catene a smascherare questo sporco stato
per otto ore (otto ore) di libertà che crede ancora nel duce e nel re

Riccardo Bruna da Pordenone, Sarà la forza del proletariato


contadino in gran povertà che sta in prigione ogni giorno con te
se la tua vita è tutta una prigione a smascherare questo sporco stato
questa prigione un giorno salterà che crede ancora nel duce e nel re.

pagina 1237
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Il Sole Rosso
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-sole-rosso

Noi siamo il Partito del proletariato Noi siamo il Partito della riscossa
rosse fiammanti, rosse le bandiere al nemico mai, mai ci piegheremo
falce e martello effige di Mao abbiam fiducia, abbiam coraggio
splende il Sole rosso del PMLI. socialismo alfine noi conquisteremo.

Noi siamo il Partito del proletariato Infiamma i cuori e chiama alla lotta
d'una epica impresa pionieri arditi l'Italia unita, rossa e socialista
cinque maestri ci hanno forgiato vieni con noi, uniam la classe
la lotta di classe c'ha generato. rivoluzione allor trionferà.

Infiamma i cuori e chiama alla lotta Noi siamo il Partito della vittoria
l'Italia unita, rossa e socialista giovani venite il futuro è nostro
vieni con noi, uniam la classe trasformeremo il mondo e noi stessi
rivoluzione allor trionferà. nostro Sole rosso c'illuminerà.

Noi siamo il Partito della riscossa Infiamma i cuori e chiama alla lotta
abbasso i servi della borghesia l'Italia unita, rossa e socialista
revisionisti e riformisti vieni con noi, uniam la classe
nostro Sole rosso li spazzerà via. rivoluzione allor trionferà.
Vieni con noi, uniam la classe
rivoluzione allor trionferà.

Informazioni

E' l'inno del Partito Marxista-Leninista Italiano (PMLI). La versione mp3 è reperibile qui:
http://www.pmli.it/musica/SoleRossocompleto.mp3

pagina 1238
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Il superuomo
(1974)
di Enzo Del Re
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-superuomo

C'è troppa gente in giro il superuomo e niente più.


piena di nostalgia
che vive nel passato C'è troppa gente in giro
e mette bombe dove vuole. che non sorride mai
perchè se ti sorride
C'è troppa gente in giro perde l'autorità.
che è malata in testa
perchè dentro la testa C'è troppa gente in giro
nutre quel verme che si chiama "Io". che sfrutta in ogni modo
Prima di tutti "Io" e la sopraffazione
innanzitutto la chiama libertà.
soltanto "Io"

pagina 1239
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Il testamento del parroco Meslier


(1972)
di Virgilio Savona
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: anticlericali
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-testamento-del-parroco-meslier

Avete sul collo fardelli pesanti Hanno inventato i demoni e gli inferni
di prìncipi, preti, tiranni per far tremare e tacere
e governanti; poveri e inermi.
di nobili, monaci, monache e frati,
di “guardie di sali e tabacchi” Abbattete
e magistrati. i ricchi, i condottieri
Avete sul collo i potenti e i guerrieri, e i prìncipi!
gli inetti, gli inutili e i furbi, Sono loro,
e i gabellieri, non quelli degli inferni,
i ricchi che rubano per ingrassare i diavoli!
lasciando che il popolo intanto
resti a crepare. Non sono i demoni dell'infera corte
i vostri peggiori nemici,
Abbattete dopo la morte,
i ricchi, i condottieri ma sono coloro che alzando le dita
e i prìncipi! annientano e fanno marcire
Sono loro, la vostra vita!
non quelli degli inferni, E se vi unirete potrete fermarli
i diavoli! usando budella di prete
per impiccarli;
Vermi che lasciano al contadino così non sarete più schiavi di loro
soltanto la paglia del grano ma infine padroni dei frutti
e la feccia del vino. del vostro lavoro!
Teorizzano pace, bontà e fratellanza Abbattete
e poi legalizzano i troni i ricchi, i condottieri
e l'ineguaglianza. e i prìncipi!
Hanno inventato il Dio dei potenti Sono loro,
per addormentare e piegare non quelli degli inferni,
i corpi e le menti i diavoli!

Informazioni

Intorno al 1730, Giovanni Meslier, parroco di un paese di Champagne, si lasciò morire di fame esaperato dal fatto
di non essere riuscito ad ottenere giustizia in una lite contro un potente. Lasciò i suoi beni ai parrocchiani e scrisse
in tre esemplari un testamento politico e religioso: il testamento del parroco Meslier, vedi anche:

http://it.wikipedia.org/wiki/Jean_Meslier

pagina 1240
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Il treno degli operai


(1973)
di Dodi Moscati
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-treno-degli-operai

Cara mamma son partita le mie compagne dopo la sosta


con il treno degli operai del pasto mattutino.
la mia vita dal finestrino
grigia e gonfia mi fa impazzire. Cara mamma dentro il treno
destinato agli operai
Nella fabbrica al lavoro ho capito che son morta
son caduta sopra gli aghi mentre guardo dal finestrino.
mentre il sangue come un taglio
cade nelle vasche d'acciaio. La mia vita grigia e gonfia
vita che non vale nulla
M'han trovata come morta vita che non serve a niente
con le dita rattrappite che non è neanche mia.

pagina 1241
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In tutto il mondo uniamoci


(1974)
di Alfredo Bandelli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti, antimperialisti, comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/tutto-il-mondo-uniamoci

Su ogni popolo che lotta Ogni stato è da comprare


Per un mondo socialista Capitale da investire
Sempre arriva micidiale Sono masse da sfruttare
Il potere imperialista Fino a quando servirà
Il gendarme americano
La violenza unica legge Garantisce il colonnello
La ragione è del cannone Se non basta il suo controllo
Il potere è del padrone Democratico dc
Questa è la legalità
In tutto il mondo...
In tutto il mondo uniamoci
Perchè il nostro avvenire Ma nei conti c'è qualcosa
Possiamo conquistarcelo Che non potrà mai tornare
Solo con il fucile à la guerra popolare
Dall'America al Vietnam
In tutto il mondo uniamoci à la guerra proletaria
In una sola lotta Dichiarata in tutto il mondo
La lotta proletaria Per poterci conquistare
Che il comunismo conquisterà Una nuova società

In tutto il mondo...

pagina 1242
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In un anno e più d'amore


(1972)
di Gianni Nebbiosi
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/un-anno-e-piu-damore

In un anno e più d’amore stiamo sempre ada spettare


c’è per forza qualche errore ma non è la perfezione
ma la cosa che interessa che concima l’invenzione.
è che tu non sei la stessa
sei cambiata piano piano Benvenuto sia l’errore
per venirmi più vicino. quando attesta il nostro amore
se trattassimo la piazza
In un anno e più di fatti come fosse una ragazza
c’è da correr come matti di rapporti puri e belli
cambiano in continuazione ce ne abbiam sopra i capelli.
prospettiva ed occasione
ed è triste dire poi In un anno e più d’amore
chi non cambia siamo noi. può venire un malumore
però proprio quando sbagli
In un anno e più di lotte sento che mi rassomigli
quante volte ci si fotte cosa vuoi che me ne importi
per paura di sbagliare di saperti senza torti.

pagina 1243
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Individuare il nemico da battere


(1976)
di Collettivo del Contropotere
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/individuare-il-nemico-da-battere

Individuare il nemico da battere Preparare la difesa del lavoro


eliminare gli eccessi di violenza delle conquiste della rivoluzione
preparare già nel corso della lotta bloccare le numerose mani nere
la coscienza di una nuova resistenza che intendono strozzarla

costruire senza sosta gli organismi avanzare senza pause nel processo
del nuovo comunismo libertario dell'edificazione libertaria;
espropriare le terre, le fabbriche, le cave è un nuovo mondo che nasce
le officine e le miniere. da questa rivoluzione proletaria.

Organizzare armare gli operai Abbattere lo stato i suoi servi


costruire la nuova produzione l'apparato di difesa dei padroni
dare tutto ciò che possedeva conquistare in ogni giorno con l'impegno
il padrone agli operai la misura delle proprie condizioni nuove

formare la coscienza nuova dare il massimo impulso


che bisognerà impegnarsi alle nuove creazioni popolari
che da questo nostro impegno singolare fondare, costruire, avanzare, organizzare,
nasce un contropotere. dare tutto il meglio di noi stessi...

Informazioni

Nono testo dal disco L'estate dei poveri - Dalla realtà di classe al progetto libertario, del Collettivo del
Contropotere, edito dal "Circolo cultura popolare di Massa" nel 1976, il primo LP prodotto e realizzato da gruppi del
movimento anarchico.

Da "La musica dell'altra Italia", sito non più online.

pagina 1244
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Inno della Tricontinentale


(1975)
di Canzoniere delle Lame
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antimperialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/inno-della-tricontinentale

America, Africa ed Asia America, Africa ed Asia


tre continenti uniti per unire tre continenti uniti per unire
tre popoli che stanno conquistando ovunque nasce la speranza
con una lotta la libertà. che farà strada alla liberazion!
L'America latina che si sveglia, Marxismo e antimperialsmo
Cile, Bolivia, San Domingo e Panama, sono le armi e le idee che noi abbiam
di Cuba il grande esempio che s'avanza, per vincere oppressione e sfruttamento
nell'unità vive la Tricontinental. nell'unità vive la Tricontinental.

Vive in Africa e vive in Mozambico, Vive in Asia e vive in Indocina,


vive nel cuore della rivoluzion, vive nel Vietnam col popolo che lotta.
viva nell'anima del popolo che lotta, Per la pace, per il socialismo,
vive la Tricontinental! per la pace, per il socialismo
vive la tricontinental!

pagina 1245
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Io cerco l'uomo nuovo


(1969)
di Paolo Pietrangeli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/io-cerco-luomo-nuovo

"Io cerco l'uomo nuovo, l'ha incontrato?" capellone"


"E' uscito proprio adesso, che peccato" "Non lo so adesso controllo"
"Ha mica detto niente, se tornava". "Si chiamava Renzi Mario"
Chissà se era serio o se scherzava.
Chissà se era serio o se scherzava "Guardi aspetti qui un minuto,
lo domando al commissario".
Io cerco l'uomo nuovo e sono stanco. "Ah, così sarebbe lei il compagno del
"Può mica darmi un po' di vino bianco?" furfante.
io cerco l'uomo nuovo e non so più che fare Si permette di fumare; mica siamo al
chissà se è meglio andare o restare ristorante"
chissà se è meglio andare o restare.
"Ma che c'entra, che vuol dire,
"Mio caro e bel signore, noi qui siamo un e poi m'han dato il permesso"
albergo "Ah, così risponde pure;
se resta fra di noi certo potrà incontrarlo; prenda questo, questo e questo".
gli svaghi qui non mancano, c'è un gran giro
d'affari Cinque marzo Sessantotto,
certo potrà,ingegnandosi, trovar molti cinque maggio stesso anno
denari. in galera m'hanno messo
e il processo ora mi fanno
Non vuole un letto morbido per le sue membra tutti i segni son spariti,
stanche ora stanno più tranquilli.
non vuole un forte appoggio per le migliori Ho oltraggiato un ufficiale nelle pubbliche
banche; funzioni
fallace è l'uomo nuovo, come l'acqua ma chi me l'ha fatto fare
corrente: ma di andar coi capelloni...
le garantisco io una libertà efficiente".
"Io cerco l'uomo nuovo, l'ha incontrato?"
"Scusi tanto brigadiere, io vorrei "E' uscito proprio adesso, che peccato".
un'informazione Io cerco l'uomo nuovo e non so più che fare
hanno preso proprio adesso un mio amico chissà se è meglio andare o se restare
chissà se è meglio andare o se restare.

pagina 1246
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Io non sono
(1971)
di Canzoniere Il Contemporaneo
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antimilitaristi, antimperialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/io-non-sono

Io non sono abilitato per essere stato


un fiore di serra messo lì apposta addestrato e inquadrato e là nel Vietnam
per esser tagliato ad uso e consumo esser mandato.
di chi mi pianta di chi mi cresce
pensando al profitto. Tu sei l’America d’oggi
su te sono nato su te son cresciuto
Io non sono ed ecco a vent’anni mi mandi ad uccidere.
bestia da carne nato e cresciuto
ad uso e consumo di chi mi cresce Ma io
di chi mi adopra di chi mi alleva ho visto Van Troi, ne ho visti altri cento
pensando al suo lucro. ne ho visti trecento ne ho visti a migliaia
ho visto un popolo guardarmi negli occhi
Io non sono gridarmi "assassino"!
nato soldato per essere stato

pagina 1247
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Io sono una donna


(1977)
di Canzoniere femminista
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/io-sono-una-donna

Guardami con rispetto io sono una donna!


quando cammino
con la testa alta fra la gente Io sono partita
portando il mio antico peso. lontano da te'
Quando inginocchiata a terra per una lunga guerra
pulisco la tua casa. anche contro di te.
Quando ti sfioro il viso Mille sono partite ,
con parole da molto tempo,
che tu rossa del loro sangue
possa è la strada che percorro ...
capire... Io sono una donna!
Io sono una donna!
Io sono partita
Cosa hai fatto del mio corpo? lontano da te .
Bigiotteria per una lunga guerra
porcellana, fiori e sete, anche contro di te.
dipinto su mille tele, Io non voglio fabbriche .
straziato e sfregiato, che trasformano gli uomini in macchine,
sformato da cento figli, non voglio avere padroni
corroso dai veleni, che comandano al mio corpo,
piegato sotto le fascine... che succhiano denaro
Ma, dalle mie mani, dalla mia tenerezza ...
Io sono una donna!

pagina 1248
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Io vi parlo di Milano
(1972)
di Diego De Palma
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/io-vi-parlo-di-milano

Io vi parlo di Milano Diamo una mano per fare Milano pulita


che da un po' è un posto insano perché con questo lerciume non ci si
tu respiri solo metano può star
alla larga da Milano. pula, fascisti, padroni e giornali di
destra
Ero lì in via dei Mille Dovremmo proprio pulire la nostra
e la pioggia cadeva città.
anche l'acqua era sporca
era sporca di smog. Tutti in lotta compagni
operai e studenti
Diamo una mano per fare Milano pulita non saremo contenti
perché con questo lerciume non ci si se non ci riuscirà
può star
fumo, carbone, metano e puzza di nafta di far venire Milano e l'Italia pulite
tutte quante le strade dovremmo lavar. perché con questo lerciume non ci si
può star.
Io vi parlo di Milano Se sai che son tuoi nemici non devi
che da un po' è un posto insano star zitto
prendi botte a tutto spiano ma dirlo forte e scendere in piazza a
alla larga da Milano. lottar.

Ero lì in Largo Augusto Diamo una mano per fare Milano pulita
e la pula sparava diamo una mano per farla pulita perché
poi insieme ai fascisti se fino adesso una classe ci ha
continuava a picchiar. oppresso la vita
è giunta l'ora che gliela facciamo
pagar!

pagina 1249
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Is chiudendas noas
di Franco Madau
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: sardo
Tags: antimperialisti, antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/chiudendas-noas

Funti serrendi totu a filu spinau po bivi in neocolonialismu!


probeis e pastoris si anti bogau
funti distrugendi totu Fora, fora de domu s'americanu
no esistit prus natura torraisindi is terras ki nd'eis serrau
fetti carrus armausu in sa pastura....
De Teulada e Perdasdefogu
E totu custu in nom'e sa libertadi de Maddalena e Decimomannu
frimmendi su progressu e sa sociedadi fora de domu is americanus!
anzichè ghettai concimi
ghettanta bombas a manu Fora, fora de domu s'americanu
gioghendi a guerra finta, ki bincinti torraisindi is terras ki nd'eis serrau
[sempri...
ca sa Sardegna est arroscia e prena
Is unicus ki perdeus seus nosu, de-i custa prepotenzia allena
schiavus de su servilismu. fora de domu s'americanu
Trint'annus de autonomia,

Informazioni

Canzone contro le basi militari americane in Sardegna.

pagina 1250
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Juan sin tierra


di Victor Jara
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: spagnolo/castigliano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/juan-sin-tierra

Yo voy a cantar el corrido Mi padre fu peon de hacienda,


De un hombre que fue a la guerra, y yo un revolucionario:
que anduvo en la sierra herido mis hijos pusieron tienda
para conquistar su tierra. y mi nieto es funcionario.

Lo conoci en la batalla Gritò Emiliano Zapata


Y entre tanta balacera, "Quiero tierra y Libertad!
el que es revolucionario el gobierno se reia
puede morir donde quiera. cuando lo iban a enterrrar.

El general no decia: Vuela vuela palomita,


"Peelen co mucho valor, parate en aquella higuera,
les vamos a dar parcelas que aqui se acaba el corrido
cuando haja reparticion". del mentado Juan sin Tierra.

pagina 1251
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KarlMarxStrasse [La lallera]


(1974)
di Paolo Pietrangeli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti, satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/karlmarxstrasse-la-lallera

Se le strade cambiassero di nome, e avendo l'accortezza


un bel giorno: tutt'a un tratto, di mangiarla con l'uovo,
ci sarebbe in un caso la ragione niente più confusione:
di girare soddisfatto, avresti l'uomo nouvo!
se per esempio "Corso Umberto"
si chiamasse: "Karl Marx Strasse"! Se le strade cambiassero di nome,
E una strada che più grande non ce n'è: un bel giorno: tutt'a un tratto,
"Leninallee"! ci sarebbe in un caso la ragione
di girare soddisfatto,
Vorrei trovar la Lallera: se per esempio "Corso Umberto"
quest'erba prodigiosa, si chiamasse: "Karl Marx Strasse"!
qualunque cosa incontri E una strada che più grande non ce n'è:
la fa meravigliosa. "Leninallee"!
Vorrei trovar la Lallera,
ma non solo per me, Non sarebbero davvero sufficenti
e avendola trovata... due picconi e uno scalpello,
piantarla nel bidet. ci vorrebbe un'altra sorta di strumenti,
che so io, falce e martello!
Ci fosse un po' di Lallera: Ed allora in tutta quanta la città,
quest'erba delicata, crescerà la Lallera!
tutti vedrebber chiaro Ed allora in tutta quanta la città,
mangiandola insalata crescerà la Lallera!

pagina 1252
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Katanga
(1971)
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti, repressione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/katanga

Primo anniversario della strage, Era proprio quello che voleva,


fatta con le bombe dei padroni; con la scusa dell'inseguimento,
loro l'hanno calcolata bene in via Larga coi caramba arriva
per fregarci con la repressione. e si getta sullo sbarramento.

Carcere, denunce, rappresaglie; Rit.: Kata-, Kata, Katanga, -nga x 4


hanno stipendiato le canaglie,
i fascisti, facce da carogne, Tanti hanno paura, scappan via
li hanno ripescati dalle fogne. Restano a combattere i Katanga:
sulle ossa della polizia,
Dodici dicembre a Milano, picchiano col ferro della spranga.
manifestazione per la Spagna,
passa un corteo partigiano La questura spara col fucile
coi carabinieri alle calcagna. E coi sassi noi ci difendiamo;
ne mandiamo tanti all'ospedale,
Poi si scioglie, alcuni vanno via, ma stavolta cara la paghiamo.
altri restan lì coi pugni alzati,
a gridare "Viva l'Anarchia, Rit. x4
Guida, Calabresi fucilati!"
Noi ti abbiamo visto lì per terra,
Vittoria vicequestore con la radio, con la bocca aperta e gli occhi gialli,
chiama autoblindo e camionette, eri morto come in una guerra,
con la bocca secca sputa odio circondato, ucciso da sciacalli.
e ordina la carica e le botte.
Primo anniversario della strage,
Scoppiano dovunque candelotti, fatta col le bombe dei padroni;
bruciano i polmoni da star male. loro l'hanno calcolata bene
C'è chi cade sotto i poliziotti per fregarci con la repressione.
e chi corre verso la Statale.
Rit. x4
In via Torino non ci sono santi,
San Babila i fascisti sono a messa, Ma vi fregherà il Proletariato,
in via Larga ci son gli studenti quando, e sarà forse anche domani,
con il casco e la bandiera rossa. non si parlerà di sindacato,
ma di Comunismo e munizioni!
Urlano feroci le sirene,
arrivano gli anarchici di corsa; E allora tu ci lascerai la pelle,
i compagni danno protezione tu, Marzotto! E tu, Giovanni Agnelli!
e Vittoria non si perde l'occasione. Perché ce ne saranno altri mille,
per ogni Saverio Saltarelli! (x2)

Informazioni

Canzone che racconta l'uccisione, da parte della polizia, di Saverio Saltarelli, durante la manifestazione per il primo
anniversario della strage di piazza Fontana a Milano...nonchè "inno" dei Katanga, servizio d'ordine dell' MS.
Questa canzone faceva parte di una rappresentazione popolare in due tempi del Collettivo Teatrale di Parma. Il
titolo del 'disco' è: " Le canzoni della grande paura. Settembre 1920, l'occupazione delle fabbriche". Le note
specificano che: " I testi delle canzoni, con note critiche, sono pubblicati all'interno del testo completo dello
spettacolo in Il Nuovo Canzoniere Italiano, nov.- dic. 1070, Milano.
Questo disco è stato prodotto dal Collettivo Teatrale di Parma, vicolo Grossardi 4, Parma. Gennaio 1971 ".

pagina 1253
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Klama
(1972)
di Franco Corlianò
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: grecanico
Tags: emigrazione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/klama

Telo na mbriakeftò.. na mi' ppensefso, - Tata, jatì ste' klei? Ene o A' Vrizio!
na klafso ce na jelaso telo artevrài; Kuse ti banda, kuse ti òrrio sono!
ma mali rràggia evò e' nna kantaliso,
sto fengo e' nna fonaso: o andramu pai! -Ste kuo ti banda ce ste kuo itto sono,
steo ettù ma 'sà ce ste penseo sto treno,
Fsunnìsete, fsunnìsete, jinèke! penseo sto skotinò citti miniera
Dellàste ettù na klàfsete ma mena! pu polemònta ecì peseni o jeno!
Mìnamo manechè-mma, diàike o A' Vrizie
Ce e antròpi ste' mas pane ess'ena ss'ena! -Tata, jatì e' nna pai? Pemma, jatì)
-Jatì tui ene e zoì, mara pedìa:
E antròpi ste' mas pane, ste' ttaràssune! O ttechùddhi polemà ce tronni
N'arti kalì 'us torùme ettù s'ena chrono! na lipariasi 'us patrunu m'utti fatìa!
è' tui e zoì-mma? è' tui e zoì, Kristè-mu?
Mas pa' 'cì sti Germania klèonta ma pono! Mara 'semà, dellaste ettù pedìa,
dellaste, ngotanizzome ttumèsa;
Mara 's emena, ttechùddhia itta pedàcia o tata pirte ce 'mì prakalume
Torù to tata mia forà to chrono: na ftasi lion lustro puru ja 'mà!

Informazioni

Canto d'emigrazione grecanico salentino.

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L'altra sera
(1974)
di Paolo Pietrangeli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/laltra-sera

L'altra sera sono stato Tutto triste, sconsolato


da un mio amico, che è curato, sono andato al Sindacato:
e gli ho detto "Anima pia, "Non ti devi preoccupare,
le mie pene monda via!" nelle ferie ti puoi riposare,
E gli ho detto "Anima pia, non ti devi preoccupare,
le mie pene monda via!" nelle ferie ti puoi riposare!"

"O figliuolo, hai da capire: Presa allor la decisione,


tanto grande è il tuo patire. sono andato in direzione.
Tu lo sai che il bene, in fondo, Mi hanno detto "Alla questione
non è cosa di sto' mondo. presterem pronta attenzione!"
Tu lo sai che il bene, in fondo, Mi hanno detto "Alla questione
non è cosa di sto' mondo" presterem pronta attenzione!"

Con nel cuore un gran magone, "Caro iscritto, la risposta


sono sceso giù in sezione t'è arrivata fermoposta:
e i miei dubbi, i miei conflitti la domanda, a prima vista,
glieli ho detti agli altri iscritti, fa pensare a un frazionista,
e i miei dubbi, i miei conflitti, la domanda, a prima vista,
glieli ho detti agli altri iscritti. fa pensare a un frazionista!"

"O compagno, devi capire Tutto triste, disperato,


ogni dubbio vedrai sparire ecco, un reduce ho incontrato;
sol se credi nel Partito sono uscito dalla fossa,
come a un grosso monolito, per cantar Bandiera Rossa,
sol se credi nel Partito sono uscito dalla fossa,
come a un grosso monolito!" per cantar Bandiera Rossa.

pagina 1255
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L'apprendista
(1977)
di Stormy Six
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lapprendista

Nell'anno della truffa E corri, corri, corri,


sotto una stella grava, è subito arrivato,
veniva al mondo urlando lavora il ferro al tornio
come se fosse il primo in un seminterrato,
e invece risultava così si chiude il cerchio
dai timbri e dalle carte ti mettono il coperchio,
l'ultimo della lista, la vita l'ha già vista,
non l'uomo, l'apprendista. non l'uomo, l'apprendista.
Le scarpe belle lustre,
la giacca ereditata Piazza, bella piazza,
e dentro la cartella passa la lepre pazza
il pane e la frittata. se l'indice l'avete
Compiuti tredici anni, i polli ce li ammazza
svezzato e vaccinato, i mignoli col medio
entrava nella pista, si aggiustano il colletto
non l'uomo, l'apprendista. gli gridano "teppista!"
all'uomo e all'apprendista.

pagina 1256
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L'aqua
di Canzoniere Popolare del Veneto
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: veneto
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/laqua

Inverno del cinquantaun Aqua Aqua Aqua Aqua


s'à roto l'arsene del Po
la piena i campi ga 'lagà Xe 'sta 'na note che 'l signor
cristiani e bestie s'à negà ga vudo un palpito de cuor
el monte Toc se ga spacà
Aqua el lago in celo xe rivà

I elicoteri xe rivà Aqua


e i vivi duri co' le man
dai copi le corde i ga vantà L'onda la diga ga saltà
e in celo i se ga rampegà e Longarone ga ramassà
i gera in leto drio dormir
Aqua no' s'à salvà gnanca un cussin

Dai elicoteri in stassion Aqua


i vivi dopo l'aluvion
i parte in Belgio e a Milan Entra la corte in tribunal
ancora sporchi de pantan i morti in pie s'à alzà
la corte se ga pronuncià
Aqua «sé morti per fatalità»

S'à perso le lagreme nel Po Aqua


contarle tute no' se pol
contar i tosi che xe restà Sarà i pecati che se fà
te basta i dei de 'na man el padre eterno sarà incassà
ma co' 'sto Dio malà de cuor
xe sempre i poveri che muor
Aqua Aqua Aqua Aqua

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L'aria
di Canzoniere Popolare del Veneto
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: veneto
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/laria

L'aria del celo ARIA ARIA ARIA


che Dio ne manda
xe fresca solo Aria ne l'aria
par chi comanda che 'l vento ne dona
ghe xe 'na nuvola
qua a Marghera de diossina
sta' pur sicuro la xe venia
che se respira zo de l'ICMESA
zolfo e cianuro e tuta le tera
par che la brusa
de note in porto
va su le fiame i orti le case
el celo brusa i campi i fruti
come catrame xe recintai
da reticolati
ARIA ARIA ARIA
ARIA ARIA ARIA ARIA ARIA ARIA
ARIA ARIA ARIA
La tosse in peto
me bate forte La zente malada
come el tamburo avelenada
ma de la morte da Seveso in bloco
i la ga deportada
ARIA ARIA ARIA
ARIA ARIA ARIA ARIA ARIA ARIA
ARIA ARIA ARIA
Al Vilagio San Marco
da un'inchiesta sicura El pericolo che gera
se calcola che i putei xe come se i fumasse ma taseva i paroni
vinti sigarete al giorno no' se gà salvà 'na bestia
par l'aria che i respira gnanca un can o 'na galina
e lori in Svisera co' i schei
Voria la Montecatini i respira aria bona
comprarse i nostri polmoni
ma gnanca par tuto l'oro del mondo Schei co' i schei i te ricata
la me salute mi no' la vendo co' i schei i te compra la vita
ma mi no' la vendo la pele xe mia
ARIA ARIA ARIA paroni la vita no' xe mercanzia
ARIA ARIA ARIA
ARIA ARIA ARIA
No' volemo che i ne paga ARIA ARIA ARIA
ogni colpo de tosse
ma volemo che sparissa No' volemo che i ne paga
tuti quanti i veleni ogni colpo de tosse
l'obietivo più importante ma volemo che sparissa
xe la salute de l'ambiente tuti quanti i veleni
l'obietivo più importante
ARIA ARIA ARIA xe la salute de l'ambiente

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L'emigrato
(1976)
di Yu Kung
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: emigrazione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lemigrato

Son dieci anni che sono partito ripenso a Tommaso il mio vecchio cane
dal mio paese nel sud ormai sarà morto anche lui.
son dieci anni che giro il mondo
cercando un lavoro per vivere. Ricordi confusi velati di pianto
non voglio tornare laggiù
Ricordo la sera che sono partito è meglio pensarti vestita di bianco
c'era la luna in ciel come quel giorno sul fiume.
sono passato sotto al balcone
t'ho sentito piangevi per me. Mai mai più ti rivedrò vado via
è appassito come un fior il tempo dell'amor.
Mai mai più ti rivedrò vado via
è appassito come un fior il tempo dell'amor. Son dieci anni che sono partito
dal mio paese nel sud
Ripenso ogni tanto al vecchio paese son dieci anni che giro il mondo
alla casa, agli amici del bar con dentro il ricordo di te.

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L'estaca
(1968)
di Luis Lach
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: catalano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lestaca

L'avi Siset em parlava Si estirem tots, ella caurà


de bon matí al portal i molt de temps no pot durar,
mentre el sol esperàvem segur que tomba, tomba, tomba
i els carros vèiem passar. ben corcada deu ser ja.

Siset, que no veus l'estaca Si jo l'estiro fort per aquí


on estem tots lligats? i tu l'estires fort per allà,
Si no podem desfer-nos-en segur que tomba, tomba, tomba,
mai no podrem caminar! i ens podrem alliberar.

Si estirem tots, ella caurà L'avi Siset ja no diu res,


i molt de temps no pot durar, mal vent que se l'emportà,
segur que tomba, tomba, tomba ell qui sap cap a quin indret
ben corcada deu ser ja. i jo a sota el portal.

Si jo l'estiro fort per aquí I mentre passen els nous vailets


i tu l'estires fort per allà, estiro el coll per cantar
segur que tomba, tomba, tomba, el darrer cant d'en Siset,
i ens podrem alliberar. el darrer que em va ensenyar.

Però, Siset, fa molt temps ja, Si estirem tots, ella caurà


les mans se'm van escorxant, i molt de temps no pot durar,
i quan la força se me'n va segur que tomba, tomba, tomba
ella és més ampla i més gran. ben corcada deu ser ja.

Ben cert sé que està podrida Si jo l'estiro fort per aquí


però és que, Siset, pesa tant, i tu l'estires fort per allà,
que a cops la força m'oblida. segur que tomba, tomba, tomba,
Torna'm a dir el teu cant: i ens podrem alliberar.

Informazioni

La canzone più famosa di Lluís Llach, e forse anche nell'intera lingua catalana. Uno dei simboli della resistenza al
franchismo. Il franchismo viene visto come un palo a cui tutti siamo incatenati ma che, se tiriamo forte, tutti
insieme, riusciremo a far cadere.

Della canzone hanno fornito una traduzione in lingua occitana i Lou Dalfin, con il titolo Lo Pal.

pagina 1260
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L'indipendente
(1971)
di Ilario Da Costa, Gildo dei Fantardi
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lindipendente

E' facile sognare mastico pane e pancetta


girandosi nel letto e dopo dulcis in fundo
un quarto di latte scremato
quando l'amico sole risparmio un decino a bottiglia
ha già scaldato il tetto lo compro al supermercato
così è fin troppo facile ma so che c'è gente diversa
certo deve esser comodo assai diversa da me
il fare l'anfitrione spesso ci penso ed allora
ed aspettare in camera mi viene in mente che..
la prima colazione E' facile sognare
così è davvero facile girandosi nel letto
sapere che dabbasso quando l'amico sole
abbiamo un cameriere ha già scaldato il tetto
un maggiordomo e un cuoco così è fin troppo facile
bravissimo e fedele certo deve esser comodo
questa è la vita facile il fare l'anfitrione
questa è la vita facile ed aspettare in camera
la prima colazione
ma per me la cosa è diversa così è davvero facile
non sono molto esigente sapere che dabbasso
abito solo da tempo abbiamo un cameriere
sono perciò indipendente un maggiordomo un cuoco
mi alzo alle sei del mattino bravissimo e fedele
il tempo corre ed ho fretta questa è la vita facile
e mentre mi allaccio le scarpe questa è la vita facile
questa è la vita fa - ci - le

Informazioni

Composto nel periodo post '68 sull'onda delle contestazioni studentesche e della riorganizzazione sindacale e del
lavoro. Tanti discorsi per migliorare la vita del lavoratore dipendente, ma alla fine i risultati sfociano in un misero
riconoscimento per chi si dedica al lavoro quotidiano alle dipendenze del padrone o dello stato o degli enti locali. Il
tema predominante è quello del lavorare che per vivere deve svegliarsi presto al mattino, vestirsi in tutta fretta
mentre si consuma una fugace colazione e poi via di volata a timbrare il cartellino e nel frattempo fare il paragone
con chi questi problemi non ce li ha perchè tanto c'è chi produce per loro e invece di alzarsi per andare a lavorare
si può rigirare tranquillamente nel letto e aspettare il caldo sole che riscalda il tetto, tanto al servizio ci sono
maggiordomi, cuochi e camerieri.Già però il lavoratore che abita da solo si può definire indipendente.....

pagina 1261
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L'industria dell'obbligo
(1976)
di Enzo Maolucci
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: scuola/università
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lindustria-dellobbligo

Per me la scuola era come un cesso che cosa stavi dando a me:
dove la puzza non mi impediva degne armi culturali
letture oscene per quell'attesa per vincere agli esami
e starci a lungo non mi piaceva. e promuovermi al potere, ma...

Molta gente ad entrare ambiva Così ho imparato a non crederti,


ed io, a dispetto, non me ne uscivo il tuo premio non era per me.
ricordo bene la compagnia Appena promosso ti ho tradito,
di un grande stronzo che mi insegnava. ed ora a pensarci mi sei servito.
Adesso il cesso è dell'obbligo
Tante grazie professore nessuno aspetta fuori,
di avermi detto prima ci stanno dentro in tanti.
da quale parte stavi tu. Il diritto di studiare c'è (e va beh!)
Il bagliore del tuo impero Ma il posto di lavoro è un privilegio amaro,
coi libri di latino alimentavi ma...
sempre più.
È come stare in fabbrica poi
Catone, Cesare, Cicerone, ti insegnano ad ubbidire se vuoi,
quella era gente del tuo partito puoi esser licenziato, lo sai,
e tu da studente per guida se non impari tutto tu vai a settembre
avevi solo quel tanghero di Benito. (vacanza integrazione in autunno)
Adesso invece non trovi più gente così ma se lecchi il culo
dopo Don Milani e dopo il Referendum. puoi far carriera e diventare un professore
un po' morbido, un po' duro,
Al professore puoi dare del tu, ma sempre dentro un cesso stai.
non dice come pensa
per essere obbiettivo L'industria dell'obbligo produce
e non condizionarti, catene d'ubbidienti
ma seduto lì nel banco che intasano il mercato ormai.
con te t'insegna ad usare la libertà.
È vero che dentro ci sono anch'io,
Se non rispetti tutti ma posso per questo testimoniare:
non sei democratico merda non nasci ma lo diventi,
e l'estremismo è inciviltà. e il cesso già pieno sta per scoppiare.
Rispetta anche l'autorità (Gesù diceva) Sì, qualcuno ci ha provato, lo so, a
e basta con chi sciopera e ti parla di restaurare questa pietà.
politica. Decreti Malfatti però,
e tutto prima o poi crollerà.
Grazie, vecchio professore
di avermi detto chiaro Ti fregano meglio, Baradel,
ti fregano meglio, Baradel...

pagina 1262
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L'inferno bianco (Mattmark)


di Franco Trincale
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: siciliano
Tags: lavoro/capitale, emigrazione, morti sul lavoro
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/linferno-bianco-mattmark

Io vegnu di lu nfernu figghi mei con la valigia piena di spiranzi


unni lu suli non si vidi mai na lacrima ammucciata intra lu cori
unni la nivi ammazza li cristiani e a so matruzza tutti li penseri.
e piglia lu culori di lu sangui.
Ora ci sta dda vecchia che l'aspetta
Nun mi guardati mali figghi mei vestita a nero ccu l'occhi di pianto
diavolo non è lu patri vostro arriva l'emigranti da luntanu
di tutti li cumpagni che rimasiru dentro la bara l'ultimo suo viaggio.
la montagnazza non ebbi pietà
Franau la muntagna
Franau la muntagna di lu nfernu terrenu
di lu nfernu terrenu e nuddu vosi cridiri
e nuddu vosi cridiri chiddi che mureru.
chiddi che mureru.
E ora li emigranti sono morti
Giuvanni tanti voti seppelliti di la montagna,
si ni vulia turnari a Mattmark
ma la muntagna 'nfami e li giornali parlano, parlano...
lu vosi seppelliri.
Duluri e passioni
Giuvanni partiu cuntenti tre giorni di pietati
ppi lu so destino poi ripiglia lu nfernu
ppi li nostri emigrati.

Informazioni

La canzone rievoca l'episodio del 30 agosto 1965 a Mattmark, in Svizzera, che costò la vita a ottantotto operai,
cinquantasei dei quali italiani, travolti da una valanga, staccatasi dal ghiacciaio di Mattmark.

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L'internazionale di Fortini
di Franco Fortini
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/linternazionale-di-fortini

Noi siamo gli ultimi del mondo. Dov'era il no faremo il sì.


Ma questo mondo non ci avrà.
Noi lo distruggeremo a fondo. Questo pugno che sale...
Spezzeremo la società.
Nelle fabbriche il capitale E tra di noi divideremo
come macchine ci usò. lavoro, amore, libertà.
Nelle scuole la morale E insieme ci riprenderemo
di chi comanda ci insegnò. la parola e la verità.
Guarda in viso, tienili a memoria
Questo pugno che sale chi ci uccise, chi mentì.
questo canto che va Compagni, porta la tua storia
è l'Internazionale alla certezza che ci unì.
un'altra umanità.
Questa lotta che uguale Questo pugno che sale...
l'uomo all'uomo farà,
è l'Internazionale. Noi non vogliam sperare niente.
Fu vinta e vincerà. il nostro sogno è la realtà.
Da continente a continente
Noi siamo gli ultimi di un tempo questa terra ci basterà.
che nel suo male sparirà. Classi e secoli ci han straziato
Qui l'avvenire è già presente fra chi sfruttava e chi servì:
chi ha compagni non morirà. compagno, esci dal passato
Al profitto e al suo volere verso il compagno che ne uscì.
tutto l'uomo si tradì,
ma la Comune avrà il potere. Questo pugno che sale...

pagina 1264
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L'internazionale proletaria [Lotta continua]


(1971)
di Canzoniere Pisano / del Proletariato
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/linternazionale-proletaria-lotta-continua

Noi siamo i proletari in lotta, la si conquista col fucile,


gli oppressi che hanno detto no, chi scende a patti la perderà.
la forza immensa di chi vuole
rovesciare la società. Senza patria, senza legge e nome,
da Battipaglia a Dusseldòrf,
Nelle fabbriche, nelle campagne, siamo la tendenza generale,
nelle scuole e nei quartier siamo la rivoluzion.
la violenza degli sfruttati
che questo mondo travolgerà. Questa voce che sale...

Questa voce che sale Contro il riformismo che contratta


dalla lotta e che va ma che il potere non ci dà,
è l'Internazionale noi siam la classe che avanza,
più forte umanità. che il Comunismo costruirà.
Questo pugno che uguale
l'uomo all'uomo farà Uguaglianza, forza e fantasia,
è l'Internazionale conoscenza e libertà,
più grande umanità. che ci fu negata dal potere,
a tutti quanti apparterrà.
Noi siam la classe di chi crede
che la vera libertà Questa voce che sale...

pagina 1265
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L'ora del fucile


(1971)
di Canzoniere Pisano / del Proletariato
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antimperialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lora-del-fucile

Tutto il mondo sta esplodendo In Spagna ed in Polonia gli operai


dall'Angola alla Palestina, dimostran che la lotta non si è fermata mai
l'America Latina sta combattendo, contro i padroni uniti, contro il
la lotta armata vince in Indocina; capitalismo,
in tutto il mondo i popoli acquistano anche se mascherato da un falso socialismo.
coscienza Gli operai polacchi che hanno scioperato
e nelle piazze scendono con la giusta gridavano in corteo: Polizia Gestapo!
violenza. Gridavano: Gomulka, per te finisce male!
Marciavano cantando l'Internazionale.
E quindi: cosa vuoi di più, compagno, per
capire E quindi: cosa vuoi di più, compagno,
che è suonata l'ora del fucile? per capire che è suonata l'ora del fucile?

L'America dei Nixon, degli Agnew e Mac Namara Le masse, anche in Europa, non stanno più a
dalle Pantere Nere una lezione impara; guardare,
la civiltà del napalm ai popoli non piace, la lotta esplode ovunque e non si può
finché ci son padroni non ci sarà mai pace; fermare:
la pace dei padroni fa comodo ai padroni, ovunque barricate: da Burgos a Stettino,
la coesistenza è truffa per farci stare ed anche qui da noi, da Avola a Torino,
buoni. da Orgosolo a Marghera, da Battipaglia a
Reggio,
E quindi: cosa vuoi di più, compagno, per la lotta dura avanza, i padroni avran la
capire peggio.
che è suonata l'ora del fucile?
E quindi: cosa vuoi di più, compagno,
per capire che è suonata l'ora del fucile?

pagina 1266
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

L'orchestra dei fischietti


(1977)
di Stormy Six
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lorchestra-dei-fischietti

Quando meno te lo aspetti Non è un coro di cherubini sul tapis roulant


è scoppiata la realtà, salta e fischia con la forza del sogno
è l'orchestra dei fischietti e con la semplicità del bisogno
che dà la sveglia alla città,
dà la sveglia coi tamburi Niente resta uguale a se stesso,
e nessuno dormirà, la contraddizione muove tutto.
scrive in rosso sopra i muri Niente resta uguale a se stesso,
e spacca il mondo in due metà. la contraddizione muove tutto.
Niente resta uguale a se stesso,
Non è un coro di cherubini sul tapis roulant la contraddizione muove tutto.
salta e fischia con la forza del sogno Niente resta uguale a se stesso,
e con la semplicità del bisogno la contraddizione muove tutto.

pagina 1267
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L'orologio del dottore Guida


(1970)
di Franco Trincale
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: repressione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lorologio-del-dottore-guida

L'orologio del dottor Guida carceriere.


s'è fermato a quei tempi là;
lui lo porta sempre al polso, Uomo duro e ben tagliato,
non lo vuole riparar, con le idee molto chiare,
non lo vuole, non lo vuole, non lo vuole a Milano è arrivato
riparar. per la calma riportare,
per la calma, per la calma, per la calma
Le lancette si son fermate riportare.
quando cadde l'oppressore:
il fascismo fu abbattuto E consulta il suo orologio,
ma rimase il buon questore, fermo ancora a quei tempi,
ma rimase, ma rimase, ma rimase il buon e vorrebbe dare esempi
questore. come fece in quei dì,
come fece, come fece, come fece in quei dì.
Cominciò la sua carriera
praticando un gran mestiere: Ma i tempi non son più quelli
ai gloriosi antifascisti dei purganti e manganelli
lui faceva da carceriere, e Milano griderà:
lui faceva, lui faceva, lui faceva da repressione non passerà,
repressione, repressione, repressione non
passerà!

pagina 1268
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L'unioni fa la forza
(1970)
di Francesco "Ciccio" Giuffrida
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: siciliano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lunioni-fa-la-forza

Omini, donni, picciriddi e vecchi ma sempri o stissu puntu nuatri semu


sintiti tutti li travagghiaturi fra u pòviru e u riccu nun c'è pattu.
ppi chista fidi rapiti l'aricchi
ppi chista fidi ca si chiama amuri. Ìttanu 'n terra la bannera russa
pénsunu sulu e voti pp'acchianari
Amuri ppi lo pòpulu sfruttatu ppi stari cche patruna fannu a cursa
e ràggia ppi li ricchi e li patruna u pòpulu ci aggiuva ppi vutari.
amuri ppi l'oppressu e l'angustiatu
ràggia ppe traditura e li latruna. Ma la bannera russa arrisurgìu
di 'n terra fu 'nta l'aria 'nta mumentu
U riccu mangia bonu e dorme assai i veri cumunista arricugghìu
iddu ci menti a panza e nui u travàgghiu contru i patruna e contru u tradimentu.
saziu tu non lu poi truvari mai
nuatri 'n'amu addubbari a pani e àgghiu. Nasciu u partitu i tutti l'operài
fattu di comunista giusti e boni
A nostra ràggia contro i sfruttaturi chiddu ca non ni pò tradiri mai
avi vint'anni ca a abbiamu o ventu fa addivintari u pòpulu n'unioni.
i falsi comunista tradituri
si la vannu vinnennu o parlamentu. L'unioni fa la forza e a forza vinci
vinci e patruna e tutti i tradituri
Ni cùntunu di lotti ca vincemu la lingua parra schetta e cchiù non 'mpinci
di ranni passi avanti c'amu fattu u pòpulu è lu veru salvaturi.

Informazioni

La canzone è stata scritta da Ciccio Giuffrida nel 1970 sull'aria di un canto popolare siciliano(O cuntadinu sutta lu
zappuni; v.R.Balistreri).

pagina 1269
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L'urlo di Guevara
di Sheikh Imam
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antimperialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lurlo-di-guevara

Guevara è morto Forse urla dal dolore,


Guevara è morto dal fuoco che brucia dentro di se.
L'ultima notizia nelle radio Forse ha riso, forse sorriso,
Nelle chiese, nelle moschee forse tremato o goduto,
Nei quartieri e nelle piazze forse il suo ultimo sospiro
Nei café e nei bar è una parola di saluto
Guevara è morto per la generazione degli affamati,
forse un testamento
Si è diffusa la voce per chi abbraccia la causa,
e i commenti nella lotta.
E' morto il combattente modello
Cento disgrazie per gli uomini. Molte immagini,
Morto col fucile nella foresta. da riempire l'immaginazione.
Finisce la sua lotta con la morte Mille milioni di possibilità.
Silenzio Però di sicuro,
I suonatori di tamburo non suonano più, non si discute,
niente annunci. Guevara è morto, una morte da uomo.
Che ne dite gentili signori?
Vecchiume, affogati nel vostro mangiare, Operai e dannati della terra,
nel vostro vestire, legati i piedi e il cervello.
nelle vostre calde case con le stufe accese, Basta, basta, non avete salvezza
James Bond tirati a lucido, senza il fucile e il piombo.
voi rivouzionari dell'ultim'ora, Questa è la logica di questi "bei tempi",
nelle vostre barche, dei servi e degli americani.
che ne dite gentili signori? La parola al ferro e al fuoco.
Guevara è morto, La giustizia è muta o vigliacca.
senza tam tam, L'urlo di Guevara,
senza fanfare, schiavi di ogni paese e di ogni luogo:
senza proclami. non c'è alternativa,
Morire senza lo sguardo dei compagni, non resta altra strada.
il suo destino.
Rantola verso il cielo, O preparate gli eserciti di liberazione.
grida e nessuno lo ascolta. O dite al mondo che è finita.

Informazioni

Cantata da Sheikh Imam, il titolo originale è Jyfara mat. Traduzione a cura di un gruppo di compagni arabi e sardi.

pagina 1270
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La 124
(1974)
di Enzo Del Re
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-124

La mia compagna Non c'entra un cazzo con


è una cenventiquattro la degenerazione.
è nata in Russia,
è nata a Togliattigrad La mia compagna
è una centoventiquattro
Cici nana, cici nana sta parcheggiata dentro
Non c'entra un cazzo con Palmiro l'università
l'automobile.
Non c'entra un cazzo con Palmiro Cici nana, cici nana.
sai perchè? Non c'entra un cazzo con la scuola,
l'automobile.
Fare l'amore alla catena Non c'entra un cazzo con
di montaggio "la revolucion".
"è un modo nuevo de fare
la revolucion" La mia compagna
è una centoventiquattro.
Cici nana, cici nana La mia compagna
non c'entra un cazzo con Palmiro è una centoventiquattro.
l'automobile. La mia compagna
è una centoventiquattro.

pagina 1271
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La ballata della DC
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-ballata-della-dc

Il Padreterno, quel pio brav'uomo, promette sempre, mantiene mai.


molto scocciato dal gran frastuono,
dette uno sguardo e disse a Pietro: è prepotente, bugiarda e maldestra.
"Va giù a vedere e poi torna indietro, quando ha paura si butta a destra.

guarda che fa questa vecchia DC, Scusami tanto, mio Padreterno,


fammi un rapporto e spediscilo qui ». questa DC la sbatto all'inferno,
predica bene e razzola male,
Il bravo Pietro, per non mettersi in vista, difende solo il gran capitale,
giunse in Italia come turista,
parlò col ricco, parlò col potente, pensa al potere, non fa le riforme.
ma soprattutto con povera gente; Firmato Pietro, per copia conforme

raccolse notizie sulla DC, Nostro Signore, molto arrabbiato,


fece rapporto e lo rispedì. lesse il rapporto tutto d'un fìato
e pensò subito, da buon Padreterno:
Le cose van male », diceva il rapporto, « Questa DC vada pure all'inferno
« la gente protesta e non ha torto:
questa DC è causa di guai, prese la penna, firmò la condanna,
poi più tranquillo se ne andò a nanna.

pagina 1272
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La ballata della Fiat


(1970)
di Alfredo Bandelli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti, lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-ballata-della-fiat

Signor padrone questa volta e noi si lotta contro di te.


per te è andata proprio male E le qualifiche, le categorie,
siamo stanchi di aspettare noi le vogliamo tutte abolite
che tu ci faccia ammazzare. Le divisioni sono finite:
alla catena siam tutti uguali.
Noi si continua a lavorare
e i sindacati vengono a dire Signor padrone questa volta
Che bisogna ragionare, noi a lottare s'è imparato,
di lottare non si parla più. a Mirafiori s'è dimostrato
e in tutta Italia si dimostrerà .
Signor padrone ci siam svegliati, E quando siamo scesi in piazza
e questa volta si dà battaglia, tu ti aspettavi un funerale,
e questa volta come lottare ma è andata proprio male
lo decidiamo soltanto noi. per chi voleva farci addormentare.
Vedi il crumiro che se la squaglia,
senti il silenzio nelle officine, Ne abbiamo visti davvero tanti
forse domani solo il rumore di manganelli e scudi romani,
della mitraglia tu sentirai. però s'è visto anche tante mani
che a sampietrino cominciano a andar.
Signor padrone questa volta Tutta Torino proletaria
per te è andata proprio male, alla violenza della questura
d'ora in poi se vuoi trattare risponde ora, senza paura:
dovrai rivolgerti soltanto a noi. la lotta dura bisogna far.
E questa volta non ci compri
con le cinque lire dell'aumento, E no ai burocrati e ai padroni!
se offri dieci vogliamo cento, Cosa vogliamo? Vogliamo tutto!
se offri cento mille noi vogliam. Lotta continua a Mirafiori
e il comunismo trionferà .
E no ai burocrati e ai padroni!
Signor padrone non ci hai fregati Cosa vogliamo? Vogliamo tutto!
con le invenzioni, coi sindacati, Lotta continua in fabbrica e fuor
i tuoi progetti sono sfumati e il comunismo trionferà !

pagina 1273
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La ballata di Franco Serantini


(1972)
di Canzoniere Pisano / del Proletariato
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: repressione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-ballata-di-franco-serantini

Era il sette di maggio, giorno delle Rinchiuso come un cane, Franco sta male e
elezioni, muore,
e i primi risultati giungan dalle prigioni: ma arriva alla prigione solo un procuratore;
c'era un compagno crepato là, domanda a Franco: «Perché eri là?»
era vent'anni la sua età. «Per un'idea: la libertà».

Solo due giorni prima parlava Niccolai, Poi tutt'a un tratto han fretta: da morto fai
Franco era coi compagni, decisi più che mai: paura;
«Cascasse il mondo sulla città, scatta l'operazione «rapida-sepoltura»:
quell'assassino non parlerà». «é solo un orfano, fallo sparir,
nessuno a chiederlo potrà venir».
L'avevano arrestato lungarno Gambacorti,
gli sbirri dello Stato lo ammazzavano dai Ma invece è andata male, porci, vi siete
colpi: illusi,
«Rossa marmaglia, devi capir perché al suo funerale tremila pugni chiusi
se scendi in piazza si può morir!» eran l'impegno, la volontà
che questa lotta continuerà.
E dopo, nelle mani di Zanca e di Mallardo,
continuano quei cani, continuano a pestarlo: Era il sette di maggio, giorno delle
«Te l'ho promesse sei mesi fa», elezioni,
gli dice Zanca senza pietà. e i primi risultati giungan dalle prigioni:
c'era un compagno crepato là,
era vent'anni la sua età.

Informazioni

Sull'aria di "Le ultime ore e la decapitazione di Caserio".


Canzone sull'uccisione, da parte della polizia, di un giovane anarchico ventenne, Franco Serantini,a Pisa.

pagina 1274
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La ballata di Longarone
(1969)
di Beppe Chierici
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: ambiente
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-ballata-di-longarone

Si dice che un giorno facessero un lago.


un Dio scocciato
dei mali del mondo Invero nessuno,
lo abbia affogato. a parte un cretino,
Ma prima di usare poteva pensare
gli idranti celesti di farci un bacino.
Lui volle salvare Qualcuno si mosse,
gli uomini onesti. tentò di spiegare
che un lago col Toc
Fra tutti Noè non era un affare.
salvò la pellaccia,
gli altri, ahimé! "Sa, quella montagna,
Eran tutta gentaccia... non vuole star ferma,
Le bestie, va detto, mi creda è una "lagna"!
non sanno peccare ne chieda conferma.
E su un "vaporetto" È velleitaria,
le fa galleggiare. rivoluzionaria,
ci pianta una grana,
Per quanto spietato le dico, è una frana!..."
quel Dio genocida
salvò gli animali "Faremo la diga!
dall'idro-corrida. lo abbiamo deciso,
Or giunti a 'sto punto la gente del luogo
possiamo affermare ne avrà preavviso."
che a volte il buon Dio " Mi creda, siòr...
sa 'discriminare'... No sè ostruzionismo!...
(Eh eh...) Suvvia, signore...!
Or son nove anni Un po' di SADE...ismo !"
che un monte annoiato
di starsene fermo È nato il bacino
dov'era piantato, in quella vallata,
scoprendosi intorno la gente ha paura
la vallata bella si sa condannata.
si disse "Un bel giorno Si chiudon le porte
ci andrò in camporella!..." si tiran le tende
sul lago di morte
Da tempo smaniava che lento si estende.
quel monte iracondo
e alberi e massi Ma il Toc ha deciso
mandava nel fondo. di andarsene a spasso,
La gente sapeva non dà preavviso
di questi "traslochi", e scende da basso...
di lui si diceva: E a notte nel lago
" 'Sto monte ...va in tòchi !" si fa un pediluvio
E su Longarone
E Tòc fu chiamata si avventa il diluvio.
l'inquieta montagna
" Neanca 'e cavre È un'onda tremenda
e a sù più no 'e magna!" che oscura le stelle,
Nessuno mai non ebbe tre oceani insieme
il sentore più vago che il globo si espelle.
che in quella vallata Distrugge ogni casa

pagina 1275
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le bestie, la gente Tre mesi di udienza


Fa "tabula rasa" e al mondo in attesa
non resta più niente. si dà la sentenza.
Trecento cartelle
Vajont, Longarone, per dir suppergiù :
duemila e più morti, "È acqua passata,
sei anni d'inchiesta, ... non macina più ! "
controlli, rapporti,
dossier d'istruttoria, Ma sopra una tomba
e per ogni perizia lassù a Fortogna,
c'è il suo promemoria: son scritte sul marmo
"Si vuole Giustizia!" diciotto parole
che gridano al mondo
Illustri togati la nostra vergogna :
e "Azzeccagarbugli"
decidon che "Onde "Barbaramente e vilmente trucidati
evitar tafferugli,
si spostino altrove per leggerezza e cupidigia umana,
imputati e processo,
lontano da dove attendono invano giustizia
il fatto è successo."
per l'infame colpa.
Accusa e difesa...
- Eccidio premeditato -"

Informazioni

Longarone è un comune della provincia di Belluno, tristemente noto perché completamente distrutto dal disastro
del Vajont. Una strage causata da una frana staccatasi dal Monte Toc, e precipitata nel bacino artificiale creato
dalla diga del Vajont,provocando un'onda che scavalcò la diga e travolse il paese sottostante, distruggendolo e
provocando 1.910 morti.

pagina 1276
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La Breda
di Gualtiero Bertelli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale, repressione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-breda

Sul muro di casa mia Ma gli operai al tuo posto


una pece nera non vuole sparir il giorno dopo t'hanno fatto entrare:
scrive la traccia sicura «Questo cantiere è nostro
di un grido strozzato che non sa morire. l'abbiamo difeso e c'eri anche tu».

Con mano ferma e decisa Andaste per cinque mesi


è scolpito da anni "Padrone assassino" cercando da tutti solidarietà,
la tua forza è l'inganno avete occupato la fabbrica,
la Breda ci insegna che deve finir. è per la vita, è per la libertà.

Ha resistito agli anni Questa parola è costata


al vento, alla pioggia la forza che tu tanti anni di lotta in montagna e tu
compagno hai segnato sul muro eri sicuro che avresti
hai gridato sul viso solo contro un fucile. deposto il tuo fucile quando mai più

E tre colpi, quattro, dieci sbirri e padroni assassini


cade un compagno, un altro e anche tu a prenderti il pane potevi trovar
hai sentito la morte ma con la morte 'sta volta
a due dita dal collo, sei corso al riparo la tua rivolta devi pagar.
finché
Sul muro di casa mia
una pallottola sola una pece nera non vuole sparir
sparata decisa, ha colpito anche te, ha segnato per tutti il momento
"padrone sporco assassino" che abbiamo capito chi era il padrone.
c'è scritto sul muro ed è dentro di me.
Ci hanno portato in corteo
Eri tra i centocinquanta a piazza San Marco a protestare
che la direzione voleva cacciar mentre cadeva in un giorno
centocinquanta compagni ogni illusione di nuova realtà.
decisi a lottare che son da fermare.
Mentre cadeva in un giorno
ogni illusione di nuova realtà.

Informazioni

A Porto Marghera (Venezia) nel corso di una manifestazione di protesta contro i licenziamenti degli operai della
Breda, le forze di polizia aprono il fuoco uccidendo Nerone Piccolo di 25 anni e Virgilio Scala di 33 e ferendo altri 5
lavoratori. I lavoratori di Venezia organizzano una manifestazione di protesta aperta dai parenti delle vittime che
recano gli indumenti degli operai uccisi, insanguinati e forati dalle pallottole. Rinvenuti sul luogo della sparatoria 1
Kg di bossoli di armi automatiche di grosso calibro. 14 marzo 1950.

pagina 1277
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La canzone del Pinelli


(1969)
di Gildo dei Fantardi
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-canzone-del-pinelli

Questa è una storia che tutti ma un fatto è certo


avete letto o sentita non si è buttato da sé.
qualcuno volle a Milano
ad altri toglier la vita Fosse colpevole o meno
questo nessuno lo sa
Sedici furono i morti certo vorremmo anche noi
a scender giù nella tomba conoscere la verità.
ma nessuno ha saputo
perché è scoppiata la bomba. Era un anarchico e questo
bastò per farlo arrestare
Gli arresti furon parecchi non disse niente o ben poco
uno soltanto però ora non può più parlare.
fra tutti gli altri fermati
dal quarto piano volò. Chi vive scorda chi muore
se non ha colpa di ciò
Sembra che un soffio di vento ma chi assassina i fratelli
o qualche cosa di più certo scordarlo non può.
abbian sospinto il Pinelli
precipitandolo giù. La storia non è finita
il tempo scorre pian piano
Ora il suo corpo straziato ma noi vorremmo sapere
sporca di sangue la strada chi uccise un giorno a Milano.
e gli altri sedici morti
rigidi sono nella bara. La storia non è finita
il tempo scorre pian piano
Bello sarebbe sapere ma noi vorremmo sapere
come è successo e perché chi uccise un giorno a Milano.

Informazioni

Il testo di questa Canzone è stato scritto con la borazione di Ilario Da Costa - detto Lari e la musica è stata
composta da Gildo, pochi giorni dopo la morte del Pinelli. Nel corso del tempo il testo ha subito qualche lieve
modifica per rendere meglio il ricordo del fattaccio accaduto all'epoca. Negli ultimissimi giorni del dicembre 1969,
un cantastorie toscano che gira per le campagne lucchesi e pisane presentandosi con il nome di "Gildo", compone
una "Canzone del Pinelli" che reca quindi un titolo simile alla più famosa ballata. Si prega di leggere attentamente
l'ultima strofa di questa ballata, contenente una domanda che attende una risposta da trentasei anni. Riceviamo
nuove informazioni sulla ballata direttamente dal suo autore, che specifica inoltre come il titolo corretto sia "La
canzone del Pinelli" e non "Ballata del Pinelli". "Il testo di questa canzone che ha una sua melodia appropriata,
composta da me, è stato scritto in collaborazione con Ilario Da Costa, detto Lari, abitante a S. Maria del Giudice
Lucca e mio compaesano, mio amico e coautore di tante altre canzoni di questo genere. il brano è depositato alla
Siae con il mio nome, perché Lari non era all'epoca e e non è tutt'ora iscritto alla Siae. Comunque vi invierò una
registrazione di questa canzone eseguita dal vivo nel corso dello spettacolo Nel Segno di Bandelli, con la
partecipazione di Evelin Bandelli, figlia del grande Alfredo."

(Gildo dei Fantardi)

pagina 1278
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La canzone della classe dirigente


(1974)
di Fausto Amodei
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti, satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-canzone-della-classe-dirigente

Noi uomini bennati, La Patria e gli impiegati


noi alti magistrati, son tutti indaffarati
privilegiati a far certificati bollati e vidimati,
amministratori delegati... perché tu possa dir d'essere nato e
incensurato
Noi, preti e cardinali, e grossi industriali, e, in più, regolarmente vaccinato e
burocrati statali, questori e generali, battezzato
noi tutti i componenti della classe dirigente e sanno anche insegnare
che siamo gente onesta, benpensante ed a odiare ed ammazzare
efficiente, la gente di diversa nazionalità.
con mossa assai paterna
vi offriamo una quaterna Dio, Patria, Famiglia e Proprietà
che dà la garanzia della felicìtà. è una quaterna di moda
Dio, Patria, Famiglia e Proprietà
Dio, Patria, Famiglia e Proprietà è un whisky senza la soda,
è una quaterna fatale; che un po' ti può eccitare
Dio, Patria, Famiglia e Proprietà ma poi ti fa dormire
è una ricetta speciale: e infin ti fa sentire
è una torta fatta in casa, il fegato scoppiar.
modesta e sostanziosa,
si fa con poca spesa Per questo è il liquore più usato
e riempie a sazietà. da gente di censo elevato
che può, bigliettoni alla mano,
Ed anche se è un poco indigesta, andarsi a curare a Chianciano.
non tende a scaldarti la testa;
per questo è tra i cibi indicati E poi, senza esitare,
per vecchi, bambini e malati. dobbiam salvaguardare
il vincolo morale
I Sacri Testamenti, i Sette Sacramenti del nucleo familiare:
ed i Comandamenti dimostrano ai Credenti respingere il divorzio, impedir che si
che quello che ha attinenza colla lotta consigli
sindacale la pratica che regola la nascita dei figli,
senz'altro è quel che c'è di più contrario perché, se tormentati
alla morale, da triboli privati,
e che la Confintesa la gente è più disposta
dev'essere difesa, a dirci sempre: "Sì!".
in quanto esiste per divina volontà.
Dio, Patria, Famiglia e Proprietà
Dio, Patria, Famiglia e Proprietà è una quaterna sicura,
è la quaterna indicata; Dio, Patria, Famiglia e Proprietà
Dio, Patria, Famiglia e Proprietà serve da antidoto e cura
è un'eccellente frittata contro ogni esterna critica
che, in caso di gran fretta, giuridica e politica;
si può servir rifritta d'impiego è molto pratica:
nell'acqua benedetta si usa per via anal,
per farla lievitar. e trova il suo impiego più giusto
in chi ci ha il sedere robusto
Per questo è tra i cibi prescritti e sul cadreghino ottenuto
per poveri e per derelitti vuoi starsene sempre seduto.
che, pur di saziar l'appetito,
non badano al gusto scipito. Noi siam capitalisti,
anonimi azionisti,

pagina 1279
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

talor latifondisti serve a tenerci al potere,


oppur monopolisti; noi preti e cardinali
siam noi che abbiamo fatto la ricchezza del e grossi industriali,
paese, legati da reciproca assoluta fedeltà.
per noi che ce l'abbiamo e per chi ne fa le
spese. Dio, Patria, Famiglia e Proprietà
Talvolta, per coscienza, è una quaterna potente,
facciam beneficienza, Dio, Patria, Famiglia e Proprietà
perché è una buona forma di pubblicità. serve a far fessa la gente.
Giocate 'sta quaterna
Dio, Patria, Famiglia e Proprietà, che avrà una vita eterna
- ve lo vogliamo svelare - o che, speriamo almeno, duri un altro po'.
Dio, Patria, Famiglia e Proprietà

pagina 1280
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La cassa integrazione
(1974)
di Alfredo Bandelli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti, lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-cassa-integrazione

La cassa integrazione e poi il licenziamento, Ora il contratto ti hanno firmato


la disoccupazione arriva a tradimento. non lamentarti se ti han fregato.
E giorni e giorni in giro non c'è niente da Attento a te in ogni momento
fare ti può arrivare un licenziamento.
se non ti sai arrangiare non potrai più
campare... Ci voglion licenziare per farci impaurire
poterci ricattare e non farci lottare,
La produzione si deve salvare ma la nostra risposta per non farci fregare
ristrutturare e licenziare. è "Col lavoro o senza noi si vuole campare".
Tutti d'accordo, patto sociale
e riprendiamo a lavorare. Cresce la crisi la svalutazione
ma che ci frega della produzione.
"Prego signor padrone mi faccia lavorare, Vogliamo avere il diritto alla vita
un mese di cantiere o un giorno a scaricare" a organizzarci per farla finita.
senza assicurazione, i furti sulle ore
tutto si può accettare dalla disperazione. Lotta compagno, crepa padrone
l'ora è vicina, rivoluzione
la la la la la la la la la ...

pagina 1281
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La città
(1977)
di Yu Kung
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-citta

Case popolari all'orizzonte, Ma dalle officine


una nuvola di fumo viene un'aria strana
file di baracche, di cambiali, vogliono una città
immondizie di nessuno che sia dalla faccia umana
poca luce intorno una città che parli
per vedere se nasce un altro giorno al cielo ed alla gente.
han fatto la città
con qualcosa che non va. Ehi ragazzo ascolta è quasi sera,
è ora di tornare
Un cinema ed un bar nel tuo ghetto nero
per troppa gente sopra un treno
schiacciata nel cemento di gente pendolare
un autobus che passa ogni ora poca luce intorno
per andare verso il centro per vedere se nasce un altro giorno
e intorno al tuo quartiere han fatto la città
un fiume di zanzare e ciminiere con qualcosa che non va
han fatto la città han fatto la città
con qualcosa che non va. con qualcosa che non va.

pagina 1282
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La classe morta
di Ivan Della Mea
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-classe-morta

Tutti gli anni e' il solo credo che mi do


tuoi i troppi affanni oh vita mia portami via
preghiere che non ho finire e amare no
oh vita mia stupida aporia portami via
finire La gran classe
e' il solo eterno che mi do morta dei compagni
oh vita mia portami via gia' libera i suoi no
finire se si puo' oh anarchia della vita mia dammi poesia
potere
I vent'anni io neghero' e piu' frontiere non avro'
tuoi chiusi e soli oh anarchia dammi poesia
bestemmie che non so e anch'io con te verro'
oh vita mia fede o eresia portami via e anch'io con te verro'
finire

pagina 1283
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La Comune non è morta


Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comune di parigi, repressione, comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-comune-non-e-morta

Con i fucili le sparò Il sangue inzuppava gli abiti,


e a colpi di mitraglia scorreva sotto ogni porta...
la sua bandiera calpestò Malgrado tutto si vedrà
del boia la sbirraglia. che la Comune non è morta!
L'infame borghesia Malgrado tutto si vedrà
la volle vedere morta! che la Comune non è morta!
Malgrado tutto si vedrà
che la Comune non è morta! Giornalisti venduti
Malgrado tutto si vedrà mercanti di menzogna
che la Comune non è morta! sopra i nostri caduti
vomitarono vergogna.
Come si va prati a falciar I Maxim Ducamp e i Dumas
o ad abbattere pini l'han fatta proprio sporca.
i versagliesi massacrar Malgrado tutto si vedrà
anche donne e bambini. che la Comune non è morta!
Son centomila i morti già, Malgrado tutto si vedrà
ma questo a cosa porta: che la Comune non è morta!
Malgrado tutto si vedrà Già la spada di Damocle
che la Comune non è morta! gli cala sulla testa
Malgrado tutto si vedrà ai funerali di Vallès
che la Comune non è morta! erano tutti in bestia
perché eravamo in tanti
Assassinato hanno Varlin, a fargli ultima scorta.
Flourens, Duval, Millière, E questo fatto prova già
Ferré, Rigault, Tony Moilin che la Comune non è morta!
son tutti al cimitero; E questo fatto prova già
credevano di smembrarla, che la Comune non è morta!
recidere l'aorta.
Malgrado tutto si vedrà E rabbia e forze ancora abbiam
che la Comune non è morta! e sono più di alcune
Malgrado tutto si vedrà perché sia tempo di gridar:
che la Comune non è morta! «Evviva la Comune!»
E questo prova ai venduti
Per far tacere la città traditori di ogni sorta
vollero far la pelle che essi sapranno presto ormai:
anche ai feriti di ogni età la Comune non è morta.
perfin sulle barelle. Che essi sapranno presto ormai
che la Comune non è morta!

Informazioni

Traduzione pressochè letterale della canzone, dovuta a Franco Coggiola e al Nuovo Canzoniere Milanese, di Elle
n'est pas morte, il famoso canto di Eugène Pottier, dedicato nel maggio 1886 "Aux survivants de la Semaine
sanglante".

pagina 1284
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La Comune non morrà


(1974)
di Paolo Pietrangeli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-comune-non-morra

Fanno conto sul sonno e la stanchezza Se non si fidan più del perbenismo
per derubare il mondo d'ogni ricchezza. ritiran fuori bombe ed è

Fanno conto sul loro esser padroni fascismo che noi stroncheremo
per derubare il mondo da piazza Loreto rifaremo
perché noi comunisti non molliamo
ladroni che smaschereremo
a cui il potere toglieremo ognun di noi (ormai si sa)
perché noi comunisti non molliamo ha mille occhi per guardar
perciò noi comunisti non molliamo
ancora ha un senso libertà
se la Comune non morrà e mille teste per pensar
perciò noi comunisti non molliamo. e mille pugni da serrar
perciò noi comunisti non molliamo
Fanno conto sul loro esser per bene
per non farci sentire le catene. ha ancora un senso libertà
se la Comune non morrà
perciò noi comunisti non molliamo.

pagina 1285
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La Crisi
(1974)
di Gianfranco Manfredi
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-crisi

La Crisi e' strutturale lo rendo piu' efficiente con molto


e' nata col capitale meno gente,
sta dentro al meccanismo poi prendo l'Europa, ne' troppa
di accumulazione ne' poca,
il riformismo non sara' la rendo piu' matura
una soluzione. con piu' tecnostruttura.
La crisi e' gia' matura Si' ma il gioco non riesce
e Marx non si e' sbagliato tu cosi' tiri a campa'
quando che ci ha insegnato dalla crisi non si esce per di qua.
a prendere lo Stato.
La Crisi e' strutturale
Io la crisi la risolvo e' nata col capitale
oh parbleu ma come fa! sta dentro al meccanismo
Si' la crisi, si' la crisi di accumulazione
la risolvo lapperla' il riformismo
Prendo un fucile lo faccio pulire, non sara' una soluzione.
lo punto sulle masse, ci aggiungo La crisi e' gia' matura
un po' di tasse e Marx non si e' sbagliato
e il sin...dacato lo tiro da un lato quando che ci ha insegnato
gli dico in un orecchio a prendere lo Stato.
non rompermi lo specchio!
Si' ma il gioco non riesce Prendo le aziende in nome di Allende,
tu cosi' tiri a campa' gli do' una tappezzata di carta programmata
dalla crisi non si esce per di qua. ed al parassita gli taglio le dita,
che rubi un po' di meno,
La Crisi e' strutturale al mezzogiorno il fieno.
e' nata col capitale Si' ma il gioco non riesce
sta dentro al meccanismo tu cosi' tiri a campa'
di accumulazione dalla crisi non si esce per di qua.
il riformismo
non sara' una soluzione. La Crisi e' strutturale
La crisi e' gia' matura e' nata col capitale
e Marx non si e' sbagliato sta dentro al meccanismo di accumulazione
quando che ci ha insegnato il riformismo non sara' una soluzione.
a prendere lo Stato. La crisi e' gia' matura
e Marx non si e' sbagliato
Prendo lo Stato lo giro da un lato, quando che ci ha insegnato
a prendere lo Stato.

pagina 1286
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

La disperazione del contadino italiano


Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-disperazione-del-contadino-italiano

Non ti potrebbe peggio in pregazione Il contadino può campare cent'anni


di augurarvi e di fare il contadino, tutto a profitto dei speculatori,
dover trattare sempre col padrone, è la cagione dei nostri malanni,
lavorà tanto, guadambià pochino; è la rovina dei cortivatori.
perciò alla sorte faccio rebiglione, Il governo stà lavorando ai nostri danni
campare non si può di pane e e vino, pe l'interessi degli arraffiatori:
se una lira la strappo col sudore questo internazional detto mercato
arrivono le tasse e l'esattore. è necessario che venga riformato.

Se per disgrazia poi qualche malore Il consorzio lo vogliamo socializzato,


e ci dovessi corpire la famiglia, pure la Fiat e la Montecatini:
facciamoli le corna al dottore, con miliaia di miliardi anno tribiato
che i sordi in contanti subbito ce piglia; con altri malopoli fregantini
i nostri contributi non anno valore, e a quistà da loro ben pagato
il bonomiano la raffia e la sortiglia; costretti a vedere noi prezzi meschini;
questa piaga deve essere guarita: questi consorzi pieni di miliardi
vogliamo l'assistenza gratuita. quando vanno allo stato è troppo tardi

Lì terra la vogliamo distribuita Dalla stagione a versa Iddio ci riguardi.


a chi sa lavoralla di mestiere; in questa attomosferica natura,
mentre co1 piano verde i parassita non solo, ve dirrò sensa riguardi
sperai ci migliorassero il podere ci son torrenti e fiumi fanno paura:
e lor colé mimose l'anno abbellita o delle in prevision dei cotardi
la strada che conduce al suo quartiere; l'acqua straripa in tutta la pìanumra;
altri padroni, se bene ce guardate, e noi, gegniosi come ie formiche,
se sò fatti le ville per l'estate. addio nostro lavor, addio fatiche!

Voi la giente del campo trascurate, Ma pur, sebbene a dorano le spiche,


noi che vi diamo pane, carne e frutti. c'è la più grossa piaga da stirpare,
ma le fatiche male compensate, e noi lavorator forse nemiche,
anzi di più ci fate schersi brutti; che contro l'unità va predicare,
meschina è la pensione che ci date la bonomiana con mensognie antiche
e no all'età la prendon tutti. ci vole divisi e ci vol riccattare.
Dice Bonomi ai nostri danni: Bonomi, tu sei una pessima gramignia:
ti stirperemo dalla nostra vigna

pagina 1287
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La fabbrica
(1975)
di Stormy Six
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti, comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-fabbrica

Il cinque di marzo del quarantatre paura.


nel fango le armate del duce e del re
gli alpini che muoiono traditi lungo il Don. Grandi promesse la patria e l'impero
sempre più donne vestite di nero
Cento operai in ogni officina allarmi che suonano in macerie le città .
aspettano il suono della sirena
rimbomba la fabbrica di macchine e motori Il dieci marzo il giornale è a Milano
più forte è il silenzio di mille lavoratori. rilancia l'appello il PCI clandestino
gli sbirri controllano fan finta di sapere
E poi quando è l'ora depongono gli arnesi si accende la boria delle camicie nere
comincia il primo sciopero nelle fabbriche
torinesi. Ma poi quando è l'ora si spengono gli ardori
perchè scendono in sciopero centomila
E corre qua e la un ragazzo a der la voce lavoratori
si ferma un'altra fabbrica altre braccia
vanno Arriva una squadraccia armata di bastone
[in croce. fa dietro-front subito sotto i colpi del
E squillano ostinati i telefoni in questura mattone
un gerarca fa l'impavido ma comincia a aver e come a Stalingrado i nazisti son crollati
alla Breda rossa in sciopero i fascisti son
scappati.

Informazioni

Canzone che racconta degli scioperi, nel nord Italia, poco prima della caduta del regime fascista.

pagina 1288
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La Fanfaneide
(1972)
di Fausto Amodei
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti, anticlericali, satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-fanfaneide

All'armi all'armi che il fato, anzi il fanfato, ci ha


all'armi fanfascisti indicato.
non solo democristi.
L'ordine nuovo che avrem domani
A noi ci fan fanfare un presidente quando faremo il nuovo « Opus Dei »
e noi lo fanfaremo a tutti i costi ce lo garantirà Fanfani
colle teorie degli estremisti opposti con il Girotti e il Bernabei.
o della maggioranza silenziosa.
All'armi all'armi
O fanfalangi di fanfaniani con note forti e chiare
formiamo uniti il nuovo « Opus Dei » suoniamo le fanfare.
se perderem muoia Fanfani
assieme a tutti i filistei. Per la prossima notte di Natale
al vecchio posto di Gesù Bambino
All'armi all'armi avremo un fanfanciullo piccolino
serrati in un sol rango assiso in mezzo a un asino e ad un bue.
balliamo il fanfandango.
Noi siamo arditi, siamo fanfanti
Il presidente che noi fanfaremo Montecitorio è il nostro Pordoi
per cui noi lotterem fino alla morte di posti all'ENI ce n'è tanti
sarà sicuramente l'uomo forte se ne vuoi uno vien con noi.

pagina 1289
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La fermata
(1974)
di Canzoniere del Vento Rosso, Francesco "Ciccio" Giuffrida
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-fermata

Chi ha suonato la sirena dare vita a un gran progresso


chi ha fermato la catena se il potere è nelle mani
perchè non fuma la ciminiera di operai e contadini
chi ha innalzato la bandiera
Han gridato ....
Han gridato scioperiamo
questo governo non lo vogliamo Non un tornio è ancora in moto
il potere a chi lavora il reparto è quasi vuoto
non possiamo sopportare ancora c'è un comizio da ascoltare
sul governo popolare
Mani forti a produrre lusso
mentre vogliono il progresso Han gridato......
mani forti a piantare frutta
che domani sarà distrutta Una pezza rossa e un'asta
in corteo gridando basta
Han gridato ...... oggi in fabbrica si sente
un sol grido altro e potente
E' possibile oggi stesso
Han gridato .....

Informazioni

Questa canzone è presente nel disco "Han gridato scioperiamo" edito a cura del Canzoniere del Vento Rosso di cui
Bertoli e Giuffrida facevano parte.

pagina 1290
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La fornasa
(1977)
di Gualtiero Bertelli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: veneto
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-fornasa

La fornasa xe peso de 'na galera el paròn che ghe spiega ai foresti


se se consumaa lento, come bestie che se lavora come mille anni fa
se se brusa la carne e i polmoni
come aneme danàe de l'inferno La fornasa xe peso de la galera
dentro se brusa dei pari de famegia
dièse ore al giorno in mexo al fogo mi ghe so' andà che gavevo diese ani
condanài a supiàr dentro una cana ghe ne go vinti e no ghe ne posso più!

Informazioni

Le “fornase” a Venezia sono i luoghi di produzione dei vetri artistici, tipici e famosi, dell’isola di Murano.

pagina 1291
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La fretta
(1974)
di Enzo Del Re
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-fretta

Se il mondo non avesse tanta fretta che a trent'anni ormai non serve più.
e s'avanzasse un po' più lentamente
farebbe felice tanta gente L'organizzazione del lavoro
che della vita non si gode niente. tiene la fretta di chi sta al potere
di chi comanda, di chi vuol godere
La velocità è usata male sopra le spalle dei lavoratori.
e correre rovina la salute
prima del tempo invecchiano i bambini Per non aver più fretta, noi compagni,
prima del tempo se ne va la vita. stiamo facendo la rivoluzione
mettendo il passo con il ritmo giusto
Lo sanno i minatori del Brasile contro il padrone, contro l'ignoranzam
che a trent'anno sono già vecchi contro il fascismo e contro il capitale,
e si trovano nello straccio d'una vita contro i padrone, contro l'ignoranza,
contro il fascismo e contro il capitale.

pagina 1292
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La G.A.P.
(1970)
di Dario Fo
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-gap

La G.A.P. quand’è che arriva In fabbrica fanno retate


non manda lettere né bigliettin torturano gente non parla nessun
e non bussa giù alla porta e trenta operai deportati
sei già persona morta li chiudono nei vagoni
che il popolo ti ha condannà. piombati diretti a Dachau.

L'ingegner della Caproni "E il 23 di aprile i tedeschi


l'8 di Marzo arriva in tassì vanno a minare la fabbrica,
tornava con due della Muti vogliono farla saltare
sue guardie personali prima di ritirarsi piuttosto
e noi lo si va a giustiziar. che lasciarla in mano ai liberatori..."

Quel traditor d’accordo con i tedeschi stava Ma gli operai sparano,


a smantellar la fabbrica, le macchine spediva difendono la fabbrica
tutte in Germania dai Krupp. e salvano le macchine che sono il loro pane
e molti si fanno ammazzar.
E per salvar le macchine
han fatto sciopero general Adesso siamo liberi,
il capo reparto Trezzini nella fabbrica torna il padron,
e altri sette operai arriva un altro ingegnere
li han messi a San Vittore. stavolta però è partigiano:
Brigata Battisti, Partito d'Azion.
È stato l’ingegnere
a fare la spia ma la pagherà Ma ecco al primo sciopero
ci tiene tutti sott’occhio c’è un gran licenziamento
il povero Trezzini è stato l'ingegnere a cacciare
e gli altri li han fucilà. via quei rossi
che la fabbrica avevan salvà.
Adesso tocca a lui, la GAP lo aspetta sotto
sotto ad un semaforo che segna proprio rosso 'Sta guerra di liberazione
e addosso si mette a sparar. domando di cosa ci ha liberà:
ingegnere padroni e capi
Pesce Giovanni spara però prima gli grida: son tutti democratici
"È in nome del mio popolo ingegnere che ti ma noi ci han licenziato
ammazzo addosso ci hanno sparato
con le tue guardie d’onor!” in galera ci hanno sbattuto
ma allora per noi operai
la liberazione l’è ancora da far...

Informazioni

Dallo spettacolo teatrale di Dario Fo e Franca Rame "Vorrei morire stsera se dovessi pensare che non è servito a
niente". La canzone parla del leggendario Giovanni Pesce alias "Visone" Comandante della 3° GAP "Rubini" dei
Gruppi di Azione Patriottica operante a Torino e Milano, insignito di medaglia d'oro e proclamato "eroe nazionale"
dal comando delle Brigate Garibaldi.(Guido)

pagina 1293
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La Giulia
(1974)
di Nuovo Canzoniere Bresciano
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: lombardo
Tags: antifascisti, strategia della tensione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-giulia

Che bèla la Gulia che bèla E chela matina so en piasa


le sguanse culur del lat co l'acqua che ignia so un po rada
sintila parlà se lè bèla go dit "ve che sota l'ombrela
la te fa namurà. che fet pò le en mèss a la strada".
Sintila quand la dis "la vita La va sota el portec de frèsa
bisogna doprala a cambiàs en temp per dim l'oltima volta
noalter e la nostra storia "a venser la sarà la vita"
per fal gom le nostre mà". la nostra speransa e la canta.

Quand to sintit a parlà, Quando to ìsta per tera,


sie dre a pensà 'nde per me col sanc go pensàt sul a me
po' me so ignit a scusà, vulie domandat amò scusa,
sensa gna dit el perchè. ta ghet mia ìt vita a se.

E chela matina a la scola Che bèla la Giulia, lia bèla


quand ghera l'ocupasiu' le sguanse culur del lat
disie a chèla sent la de fora vidila le èn piàsa per tera
sti atenti compagn al purtù. e me con la oio de usà.
La Giulia la usa ”i fascisti La vita lè Giulia la vita
i ria so dai mur la dedrè che vens chèst tal pode surà
riciama i compagn stom po atenti e quand che so stracc ma sal dise
se sa ol ndà aanti amo un dè”. argota garo bè emparat.

Quand to sintit a parlà, Quand to sintit a parlà,


sie dre a pensà 'nde per me sie dre a pensà 'nde per me
po' me so ignit a scusà, po' me so ignit a scusà,
sensa gna dit el perchè. sensa gna dit el perchè.

Informazioni

I canti del Nuovo Canzoniere Bresciano ci sono stati comunicati direttamente dai componenti del gruppo, in
particolare ringraziamo Bruno Podestà.

Dedicata a Giulia Banzi Bazoli,insegnante di liceo, assassinata dalla bomba fascista del 28 Maggio 1974 a
Brescia.Degli 8 morti di quella strage , 5 erano insegnanti. (Nuovo Canzoniere Bresciano)

pagina 1294
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La grande quercia
di Dario Fo
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-grande-quercia

La grande quercia gloria dell'imperatore No, non dobbiamo mollare, compagni


sta crollando! non stiamo perdendo
E chi l'avrebbe mai detto! no, non siamo soli a lottare
Non il fiume, non l'uragano hanno squarciato c'è tutto un mondo con noi,
il gran tronco alle radici, il mondo dei morti di fame,
ma le formiche, migliaia di formiche il mondo dei servi, dei negri di sempre
lavorando ogni giorno insieme, organizzate degli sfruttati...però coscienti!
per anni e anni! Fra poco ascolterete lo schianto
Fra poco ascolterete lo schianto e il tonfo tremendo!
e il tonfo tremendo! Immensa una nuvola di polvere
Immensa una nuvola di polvere salirà dopo il crollo.
salirà dopo il crollo. E le piccole piante del mondo
E le piccole piante del mondo Vedranno finalmente il sole.
vedranno finalmente il sole.

pagina 1295
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La guerra degli altri


(1969)
di Ilario Da Costa, Gildo dei Fantardi
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-guerra-degli-altri

In cinque abbiam cent'anni la grappa non ci manca


e la paura è tanta coraggio ci darà
la grappa non ci manca
coraggio ci darà son belli i monumenti
splendenti le medaglie
nella trincea nemica le vedove in gramaglie
s'odono risa e canti recan lacrime e fior
ubriachi sono i fanti io sputo sulla gloria
stanno per attaccar io sputo sull'onore
la baionetta in canna voglio far l'amore
in piedi tutti quanti e non morir così
appena dico avanti
pronti ad uscir con me in cinque abbiam cent'anni
e la paura è tanta
in cinque abbiam cent'anni la grappa non ci manca
e la paura è tanta coraggio ci darà
la grappa non ci manca
coraggio ci darà la sposa mia mi aspetta
io voglio ritornare
la gloria è per chi cade ma chi me lo fa fare
con le budella al sole di non vederla più
a lui medaglia e onore venite o generali
e più grappa per noi della tenzon fautori
così la patria manda io lascio a voi gli onori
gli ubriachi a far la guerra croci medaglie e gloria
poi ruberà la terra
a chi non tornerà in cinque abbiam cent'anni
e la paura è tanta
in cinque abbiam cent'anni la grappa non ci manca
e la paura è tanta coraggio ci darà

Informazioni

Questa canzone è stata scritta nell'anno 1969 con la collaborazione del mio amico Ilario Da Costa detto Lari ed è
una considerazione fatta sulle guerre d'altri tempi, quando si andava al fronte coni fucili a baionetta i moschetti e
le bombe a mano. Come risulta da ricorsi storici, ai soldati venivano fornite delle fiaschette di grappa, per
infondere e dare coraggio in trincea e in prima linea. La Grappa in questo caso, può essere indicata anche come
paragone al fatto che oggi nei vari conflitti in corso, il suo posto è preso da stupefacenti e allucinogeni, quindi
cambia il prodotto ma non la forma. non a caso il ritornello evidenzia il fatto che i soldati hanno appena vent'anni e
in cinque ne raggiungono i cento. Anche in questa canzone si ritrovano le componenti del meglio fare le battaglie
d'amore e non quelle di guerra, il pensiero del dover morire in modo truce e assurdo, il pensiero alla moglie e il
ritorno alla famiglia, infischiandosi delle glorie e i riconoscimenti. La musica è originale e ricalca le melodie
popolaresche ed è depositata alla Siae. Potete ascoltare la canzone scaricandola dall' mp3 in una versione
interpretata dal vivo con la collaborazione di Evelin Bandelli e Lele Panigada.

pagina 1296
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La Java des Bons-Enfants


di Guy Debord
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: francese
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-java-des-bons-enfants

Dans la rue des Bons-Enfants, Voilà bien ce qu'il fallait


On vend tout au plus offrant. Pour faire la guerre au palais
Y'avait un commissariat, Sache que ta meilleure amie,
Et maintenant il n'est plus là. Prolétaire, c'est la chimie.
Une explosion fantastique
N'en a pas laissé une brique. Les socialos n'ont rien fait,
On crut qu'c'était Fantômas, Pour abréger les forfaits
Mais c'était la lutte des classes. D'l'infamie capitaliste
Un poulet zélé vint vite Mais heureusement vient l'anarchiste.
Y porter une marmite Il n'a pas de préjugés.
Qu'était à renversement Les curés seront mangés.
Et la retourne, imprudemment. Plus d'patrie, plus d'colonies
Et tout pouvoir, il le nie.
L'brigadier et l'commissaire, Encore quelques beaux efforts
Mêlés aux poulets vulgaires, Et disons qu'on se fait fort
Partent en fragments épars De régler radicalement
Qu'on ramasse sur un buvard. L'problème social en suspens.
Contrair'ment à c'qu'on croyait,
Y'en avait qui en avaient. Dans la rue des Bons-Enfants
L'étonnement est profond. Viande à vendre au plus offrant.
On peut les voir jusqu'au plafond. L'avenir radieux prend place,
Et le vieux monde est à la casse !

Informazioni

Il testo de La Java of the Bons-Enfants fu scritto da Guy Debord ametà degli anni '60 . Appare nel 1974 nel disco
Pour en finir avec le travail. Chansons du prolétariat révolutionnaire, attribuita, per "détournement" situazionista a
Raymond Callemin, noto come Raymond the Science, famoso membro della banda Bonnot. La ristampa dell'album
attribuì la canzone ai veri autori.

La canzone si riferisce al giorno dell' 8 novembre 1892, durante il quale l'anarchico Emile Henry , di 19 anni,
depositò una bomba presso il quartier generale delle miniere di Carmaux a Parigi per protestare contro la violenta
repressione verso i minatori in sciopero. Dopo la sua scoperta, l'ordigno venne portato alla stazione di polizia in rue
des Bons-Enfants dove esplose, uccidendo cinque persone.

Emile Henry venne arrestato dopo l'attacco al Café Terminus il 12 febbraio 1894 e tre mesi dopo ghigliottinato.

pagina 1297
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La leggenda del soldato morto


(1975)
di Giorgio Strehler, Bertold Brecht
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-leggenda-del-soldato-morto

C'era speranza di pace marciando con lui se no


la guerra era sempre li nel fango senz'altro cadrebbe
il nostro soldato decise e il Kaiser direbbe "Ma no!"
di morire da eroe, e morì
Ma il Kaiser la prese assai male Dipinto hanno il sudario
e disse "così non va, trovato al cimitero
morire con tanto anticipo Adesso è un tricolore
è un atto di viltà" bianco rosso e nero
Davanti a tutti un signore in frak
E mentre l'estate sfioriva dall'aria assai perbene
il corpo sottoterra che sa che alla cerimonie
il Kaiser pensò di arruolarlo si va vestiti bene
per rispedirlo in guerra
Riuniti in commissione Per tutte le strade di notte
tre della sanità con trombe tamburi e cindarara
dissotterraron le ossa barcolla il soldato ma batte
che marcivan già il passo ogni colpo di cindarara
i cani, i gatti, i somari
I medici lo visitarono accorrono a sentire
come se fosse vivo parola d'ordine anche per loro
e dissero "Bah, non ha niente" è vincere o morire
è solo un lavativo
Gli dissero "alzati in piedi" S'affaccian le donne ai balconi
Il cielo era tutto blu tra fior di geranio e lillà.
Senz'occhi il soldato alzò il viso Risplende in cielo la luna
e vide le stelle lassù e tutti gridano urrà
E il chiasso dei pianti e i saluti
Gli versarono un poco di grappa il prete e la banda stonata
sulla salma imputridita E in mezzo il cadavere in armi
lo affidarono a due infermiere come una scimmia drogata
e ad una donna un pò svestita
E un prete davanti al turibolo Traversa il soldato i villaggi
e mirra e incenso fumanti ma vederlo nessun ce la fa
perchè tanta puzza non turbi Tanti gli stanno dattorno
il naso degli astanti con le trombe i tamburi e gli urrà
Gli ballan gli cantano addosso
E in testa la banda ma lui non si vede già più
con trombe e tamburi son forse le stelle a vederlo
e piatti e cindarara che brillano in cielo lassù
E il bravo soldato che marcia Poi anche le stelle svaniscono
un due eh - un due eh e il cielo comincia a schiarire
avanti marsc! e il bravo soldato ora è pronto
Fraterni lo reggon due medici per l'ultima volta a morire.

Informazioni

Adattamento di una poesia di Bertolt Brecht, di Strehler, venne interpretata da Milva.

pagina 1298
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La leggenda della donna


(1976)
di Gatti di Vicolo Miracoli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-leggenda-della-donna

Sempre ho bevuto la leggenda che Caldo il tuo volto dentro gli occhi miei
nasco dal tuo fianco e poi io li chiudo e sai perché
come l'acqua fresca che esce dalla fonte compagna nelle notti del nostro amore
per amore mi sono fatta bere da te. (2) anche se il tuo letto poi lo faccio io. (2)

Sopra un piedistallo comodo per te Sai che il futuro muore insieme a te


tu mi hai messo e hai detto che se non lo trasmetti a me
compagna nella gioia e nel tuo dolore compagna nel creare una nuova vita
anche se il dolore lo coltivo io. (2) anche se poi nel farlo pago solo io. (2)

Spingi l'aratro ma dietro di te E pensare che nasci tu da me


pianto il seme e sai perché sono io che faccio te
compagna del tuo desco dividiamo il pane son io che ti faccio soffro e ti rifaccio
anche se i tuoi piatti poi li lavo io. (2) e pensar che da sempre nasci tu da me. (2)

pagina 1299
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La leva
(1969)
di Paolo Pietrangeli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-leva

Gira gira quella leva tu non sai quello che fai


spingi a fondo quel bottone tu non sai quello che fai
tu non sai quello che fai te lo ordina un padrone.
tu non sai quello che fai
te lo ordina un padrone. C'è tua moglie che ti aspetta
anche lei ha le sue esigenze
Torni a casa con la moto come odi quell'amore
hai la testa che rimbomba quell'amore fatto in fretta
riesci a odiare anche i tuoi figli poco prima di dormire.
riesci a odiare anche i tuoi figli
che ti urlan nelle orecchie. Non puoi avere più problemi
non ti è dato di pensare
E quell'attimo di sosta devi essere efficiente
che sarebbe la tua vita non ti resta proprio niente
non ti può più appartenere neanche il lusso di impazzire.
serve solo a caricare
la tua molla che è finita. Gira gira quella leva
spingi a fondo quel bottone
Gira gira quella leva tu non sai quello che fai
spingi a fondo quel bottone tu non sai quello che fai
te lo ordina un padrone.

pagina 1300
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La linea rossa
di Giovanna Marini
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-linea-rossa

La pace, l'amore, la Giustizia e verità


giustizia e la verità è proprio quello che ci va
siamo d'accordo e qui si parla solo
son belle cose ma di libertà
si deve andare più in là ma anche questa si sa
si deve andare più in là ora fa parte della
la Linea Rossa prosa della canzone d'attualità
è sempre andata più in là.
La pace, l'amore, la...
Al posto di pace già
ci metterei ostilità [Giustizia e verità
non suona cosi bene le lascerei per l'aldilà
per tutti ma qui parlerei piuttosto
suona bene per chi di libertà
ogni giorno non sa ma anche questa si sa
se il giorno dopo ora fa parte della
da mangiare ce l'ha. prosa della canzone
d'attualità.]
La pace, l'amore, la...

Al posto d'amore, sì La pace, l'amore, la


ci metterei guerra contro chi giustizia e la verità
beve il sangue siamo d'accordo
di chi è sua proprietà son belle cose ma
è più bello, lo so si deve andare più in là
chiamarlo carità si deve andare più in là
certo non fa piacere la Linea Rossa
la verità. è sempre andata più
la Linea Rossa
La pace, l'amore, la... è sempre andata più
la Linea Rossa
è sempre andata più in là.

pagina 1301
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La mamma rondine
(1980)
di Collettivo Ticino Riva Sinistra, Nino Jomini
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: lombardo
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-mamma-rondine

Ier sur'al tétt grand gibilé contro 'sto mondo e le Leggi Vigent
-cùsa sucéd?- esco a vede:
l'era una rondine tutta ciapàda Leggi che premiano -aimé!- i più forti
che la istruìva la sua nidiàda serbando ai deboli gran brutte sorti
ai rundenìtt pien de paura Lesg che nel nome della preputensa
mamma mostrava volando sicura scusano e assolvono ogni viulensa
cume 'nsu'i pàgin del ciel se pò scrìv
cu'i penn di al la gioia de vìv el bianch d'i òss e il verd d'i erburìtt
el russ del sang e'1 negher del gatt
ma incóe giò in téra tra i erburìtt me rimandàven l'identikìtt
vùn adré l'alter tróevi d'i usìtt di quést’Itaglia cu'i so misfàtt
ben ben spolpati e sparsi qua e là
ciufétt de pénn insanguinaa ora, al pensiero -son mamma anch'io!-
che ai me fiulétt -cristo/d'un/dio!-
mentre in dispàrt il respunsàbil possa domani tucàgh in destino
di tale eccidio un miseràbil un gatto nero sul loro cammino
gattaccio nero 'me nient'el fudéss
si lecca i baffi cuntent de sé stéss mi sono detta: "stiamoci attenti
vist come punge la Rosa dei Venti...
la marna rondine foera de matt ai gatti neri fascisti nostrani
savéva pù in che mur anda a sbàtt perché tagliargli solo le mani..?
"ciuì-ciuì" di rabbia levando imputent già che ci siamo, scurtèmigh el coo:
tant lur la tèsta l'adòperen no!

Informazioni

Il "Collettivo Ticino riva sinistra" fu attivo a Castano Primo (MI) negl' anni '70/'80.

pagina 1302
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

La manifestazione
(1972)
di Stormy Six
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: repressione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-manifestazione

Sulla strada, alla manifestazione Cento strade


e gridando con la forza di chi ha ragione per tornare verso casa
camminavi sotto l'ombra di una bandiera tanto fumo
e gridavi: "Viva la Rivoluzione". ma soltanto per piangere.

Ma lontano Stamattina quando ho letto sul giornale


uno squillo di tromba non capivo, mi sembrava un'altra storia
una pietra che vola ma qualcosa era là sul marciapiede
e la strada è già vuota. una giacca ed un fazzoletto rosso.

Ho lasciato la mano di due compagni Più nessuno


ho cercato il rifugio in un portone che ricordi la tua voce
in un attimo senza il tempo di pensare i miei occhi
ho vissuto ciò che più tu non vivrai. son soltanto per piangere.

pagina 1303
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La manifestazione in cui morì Zibecchi


(1979)
di Giovanna Marini
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: repressione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-manifestazione-cui-mori-zibecchi

Nella piazza un gran groviglio, chiama,


tutti corrono gridono piangono ha addosso ancora la giacca del pigiama,
per la gente dentro casa non è successo abita là sopra, cercava di dormire,
niente “Che c’è, che succede?”, si mette a gridare,
ma le sirene le grida, la puzza il fumo si “Corri, corri, corri! Chiama qualcuno!”.
sente Ma la gente è impazzita, non la ferma più
“assassini, assassini!”, continuano a nessuno,
gridare. “guarda la polizia, ne ha già ammazzato uno”,
Arrivano due uomini con le magliette chiare, ora sparano, sparano e continuano a sparare,
piangono, tossiscono, non sanno più parlare, “Chiama il servizio d’ordine, presto datti da
Zibecchi è per terra, la testa sullo scalino, fare!”.
le braccia un po’ in avanti, ma come per Il deputato entra nel bar, lo guardan nel
chiamare., silenzio,
la testa resta indietro, punta lontana, con le dita che tremano fa il numero del
le gambe stanno lì, ma come di nessuno, telefono,
una donna anziana grida uscendo da un in mano ha il libretto notes tutto
portone, spiegazzato,
“assassini, assassini!”, e ferma due “Non c’è tempo, muovetevi, presto, su,
celerini. venite,
“Assassini, assassini!”, e avanza le mani, bisogna fare i cordoni, c’è la gente
ne vengono giù dieci, scendono da un gippone, impazzita,
e trascinano la donna sopra un’auto militare, andate, sono qui, qui in mezzo alla gente,
di lei da quel giorno non s’è più sentito può accadere di tutto se non siamo presenti,
parlare. può accadere di tutto se non siamo presenti!”
“E’ un corteo, è un corteo!”, incominciano a
gridare, L’uomo ha attraversato la città,
ma le jeep impazzite non fanno più passare, era notte quand’era partito,
vengono degli uomini le mani piene di sassi, alle sue spalle la città era affamata,
“guardate, guardate, ci sparano addosso!”. sulla persiana la signora popolana.
“Sparano, sparano!”, corre la voce, Lui andava, guardava, guardava,
aumentano le grida, la gente si butta per lui a andare si toglieva la camicia,
terra, e si vedeva la gente morire,
chi raccoglie i bossoli e li guarda senza gente correre, gente star male.
fiato, “Ah che succede, che cosa devo fare?
chi cerca di scappare, i ferri pedonali, Io a casa mia non ci voglio tornare,
“sparano, sparano!”, continuano a gridare, devo restare, devo raccontare”,
e si aggrappano uno all’altro, fermano chi tutta la notte come un testimone,
vuole tutta la notte come un testimone,
[scappare, guardava, pensava, guardava, pensava,
finalmente un uomo autorevole compare, tutta la notte come un testimone,
è un compagno deputato, si guarda in giro, guardava, pensava, guardava, pensava.

Informazioni

Canzone dedicata a Giovannino Zibecchi, ucciso dalla polizia duranta una manifestazione, il 17 aprile 1975.

Fonte

pagina 1304
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La Marta ha vinto
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-marta-ha-vinto

Vi ricordate quel ventotto aprile, Con noi si è mosso anche il quartiere,


quando la Marta fu occupata? con noi si è mosso il sindacato;
Doveva essere smantellata così il padrone abbiam piegato
e tutti a casa si doveva stà. perché l'unione la forza dà.

Ma cosa crede il signor Lingue, La Marta resterà a Torino,


che fa la faccia così dura? non si licenzierà nessuno;
Ma le operaie non han paura occupazione gironi trentuno,
ed il lavoro difenderà. disoccupate però mai più.

Informazioni

Canzone creata, sulla musica di "Vi ricordate quel 18 aprile", in occasione della lotta condotta alla "Marta" una
fabbrica di Vanchiglietta a Torino che venne occupata dalle dalle operaie (Guido Brusott)

pagina 1305
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La Marta occupata
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale, femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-marta-occupata

Noi siamo della Marta lavoratrici non ti lasciamo fare certe porcate
e tu con noi padrone non ce la dici
e se la Marta è frutto di chi lavora
ormai siamo operaie e non più bambine sempre restò a Torino e ci resta ancora
facciamo occupazione delle officine
Compagne della Marta forza e coraggio
Ma non vogliamo restare disoccupate che questo è il più bel fiore del 1° maggio.

Informazioni

Canzone creata in occasione della lotta condotta alla "Marta" una fabbrica di Vanchiglietta a Torino che venne
occupata dalle dalle operaie. Sull'aria di "Porta romana".

pagina 1306
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La mia cella
(1969)
di Dario Fo
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: carcere
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-mia-cella

La mia cella l'è un metro e quaranta Ma io non voglio, non voglio pregar.
Per due e sessanta, ci stiam dentro in tre;
C'è soltanto una lampadina Ho capito che sono fregato,
Di notte e di giorno la luce non c'é. Che fra mezzora sarò fucilato, mezzora
nemmen;
Quando ho fame non mi danno niente, Mamma, non piangere, son quasi contento,
Soltanto le botte e l'acqua nemmen, Mamma, ti giuro che non ho un lamento
M'hanno dato un libro da messa, Sopra di me, sopra di me.
E poi anche un prete mi vol confessare,

Informazioni

Rielaborazione di Dario Fo di una lettera di un condannato a morte, fucilato a Roma

pagina 1307
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La montagna
(1975)
di Antonietta Laterza
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-montagna

Dentro una montagna Le spalle forti


dai fianchi senza tempo come mia madre
c'era una città negli occhi scuri lo stesso tormento
dove giocava il vento. sotto la cupola del vento.
Fabbriche e banche Dentro la donna c'era un sogno
minacciavano nere struggente e antico come il mondo.
per ricordare a tutti
il loro dovere Dentro il sogno c'era la voglia
spazi di lavoro spazi di lamento ancora fissa nella memoria
sotto le porte mormorava il vento. di far crollare la montagna
città e casa con tutto quanto
Dentro la città giù nella valle del passato
c'era una casa anche tu ci avevi pensato!
dove le ore
ripetevano la stessa cosa Gridalo donna
cento angoli mille pieghe il tuo sogno più forte
sotto la mano che abbraccia lieve. ci sarà il vento
ad aspettare la morte.
Dentro la casa Dentro una montagna
c'era una donna dai fianchi senza tempo
vogliosa e triste sotto la gonna. c'era una città
dove giocava il vento.

pagina 1308
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La nave
di Alfredo Bandelli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: carcere
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-nave

Sulla nave che si allontana sulla nave che ha cento vele


soffia il vento di tramontana nè prigioni nè catene
che racconta della lunga guerra le stagioni non puoi vedere
dei dannati della terra ma soltanto primavere

dalla nave partono le onde con la nave potrai salpare


come lunghe trecce bionde anche tu potrai navigare
quella nave che solca il mare con la nave che si allontana
va le genti a liberare con il vento di tramontana

Informazioni

Dallo spettacolo "Gli ultimi fiori di Maggio", tenuto a Firenze il 12 settembre 1988 insieme a Luigi Cunsolo alla
Festa Nazionale dell’Unità.

pagina 1309
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La nave dei folli


(1974)
di Ivan Della Mea
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-nave-dei-folli

E disse «Andiamo si va per partire Milano spaccata tra uffici e stazioni


il vento già spacca già gonfia le vele tra fabbriche e chiese tranciate ridendo
e l'àncora-angoscia per mille e più braccia passate sul filo di spada e di prua:
già leva dal fango di mille miserie» la nave dei cani veleggia sicura

«Non posso» - risposi - «le mille valigie A notte coi pugni ben chiusi d'amore
di questa partenza mi legano al mondo; guardando la scia dei mille rottami
io per partire le devo lasciare di arte e cultura, d'angosce d'autore
però senza quelle per me non c'è volo» dei mille valori metropolitani:

Mi disse: «Il bagaglio di mille paure a noi cani sporchi più volte delusi
per mille d'angosce di vecchie certezze rimasti bastardi tra mille carezze
per mille speranze di cane deluso ci prende la voglia di aprire le mani
che resta bastardo tra mille carezze» di unire alle vele le nostre bandiere

Mi disse: «È questo che devi lasciare Ma quanto dolore per dare allo svolo
sul molo del tempo per una speranza di te fantasia un attimo solo
raccogli il tuo sporco e tienilo stretto
ché altro non serve per fare allegria» E quando spaccata ogni vecchia cultura
che è anche nostra e che abbiamo lasciata
Ma quanto dolore per dare allo svolo tra mille valigie sui moli d'angoscia
di te fantasia un attimo solo nel porto dell'arte timbrata e schedata:

È piena la nave dei cani delusi potremo guardare la scelta futura


rimasti bastardi tra mille carezze la scelta dei cani bastardi nell'ossa
è bello vederli coi pugni ben chiusi e ancora una volta e chiedersi ancora
tenersi lo sporco, lasciar le promesse se ancora tentare se ancora si possa

dei mondi civili dei mille ritratti E allora trovando negli occhi compagni
quadrati perfetti del senso comune la voglia e la gioia di essere bimbi
cornici di forme a specchio pulite ognuno già bimbo dirà: «Certo è mia:
così che la rabbia si umilia nell'arte si può si può fare la nave è anche mia

Ma quanto dolore per dare allo svolo La nave del sogno è mia per ragione,
di te fantasia un attimo solo è nostra per scelta di cani delusi
che sanno creare tenendo lo sporco
E guardo la vela di fogli di carta... ben stretto e cosciente tra pugni rinchiusi».
mi volto e lontano sul molo già vedo
con l'occhio civile l'esperto dell'arte Ma quanto dolore per dare allo svolo
cercare l'orgasmo sui mille bagagli di te fantasia un attimo solo

Lo guardo felice e lancio la pietra: La nave dei folli che rompe in letizia
si ferma nel cielo più grigio di lastra, la vecchia cultura con nuova allegria
nel cielo si affila a lama sicura e tutto il dolore già trancia sul ferro
che piomba, ti sfiora babbeo e ti castra del grande lucchetto per dare la via

La nave dei folli veleggia veloce al volo finale di tutto l'amore


il foglio garrisce nel gioco di parte; al volo finale della fantasia
sul bianco compare ben rossa una croce: e ridere al tempo di oggi struttura
un altro caduto sul campo dell'arte eletta a potere della borghesia

Ma quanto dolore per dare allo svolo E ancora più bimbi con carta e bandiere
di te fantasia un attimo solo guardando diritto il solo pennone

pagina 1310
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

faremo la danza dei cani delusi La nave dei folli eletta a "ragione"
coi pugni serrati per nuova illusione per segno diventa parola e poesia
diventa creazione per rivoluzione
Ma quanto dolore per dare allo svolo per l'attimo solo, ma di fantasia
di te fantasia un attimo solo
diventa creazione per rivoluzione
per l'attimo solo, ma di fantasia

pagina 1311
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La Nèbia
(1978)
di Fiorenzo Gualandris
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: lombardo
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-nebia

Drin, drin, la svèglia ai cinc ur Giosuè Carducci, al sa ciamava inscì,


leva sü g'ho ammo al prim turna da fà da mistè al fea al poeta: al sciür.
ciapa la biciclèta Ma l'ha mai ciapà la bicicleta cun mi,
che föra la nèbia la ma specia. l' ha mai picà dentar un ciòd in dal mür.

La nèbia che da des ann la ma cumpagna ai Pröa Carducci a la matina anca ti,
cancei, a ciapà la bicicleta cun mi e al Luis,
la nèbia che la masara i oss ei cavei, pröa a vignì gio dal to castell,
la nbèbia che la ma fa vigni al magon, pröa in da la nèbia ma l'è bell.
la nèbia la matina che u pression.
E pedala,pedala con tütt i mè pinsè,
E pinsà che a scöra han m'han fa imparà ma sun incurgiù no, da l' ura ca l'è,
una puesia che la diseva inscì: Carducci và in sü l' ostia, ti e tutt i to
"...la nebbia agli irti colli, piovigginando discurs.
sale..." par dag a tra a ti ho timbrà russ!
e la pareva la roba püse bèla dal mund.

Informazioni

Canto del repertorio del gruppo di canto sociale e popolare Polenta Violenta.

"Leggendo questa poesia famosissima del Carducci, mi è venuto spontaneo il pensiero di come era vissuta
diversamente la nebbia tra chi poetava e tra chi la viveva tutte le mattina quando all' alba pedalava verso il
lavoro" (Fiorenzo Gualandris).

Il testo è lombardo, ma nel link del canto su You Tube scorre la traduzione in italiano in sincronia col canto.

pagina 1312
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La notte in cui mi tolsi l'armatura


di Paolo Pietrangeli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-notte-cui-mi-tolsi-larmatura

La notte in cui mi tolsi l'armatura, stampato anche male,


scopersi qualche ammaccatura, stampato anche male!
graffi superficiali, E poi conoscenti,
indolenziti muscoli dorsali. amici e parenti,
Ma piccoli problemi, cognati ed affini,
capii di stare meglio senza freni, lontani e vicini,
semna tante paure non fanno mai sforzi,
e chiodi o serrature. non vanno mai avanti,
I movimenti, certo, un pò impacciati, e sono contenti,
dopo tanto legati, contenti, contenti!
poi liberi e contenti Felici di stare dentro l'armatura,
di tornare normali. la vogliono dura,
La notte in cui mi tolsi l'armatura, più dura, più dura.
mi misi anche gli occhiali... Che no, non ci passi un pò di fantasia,
sul naso di chi che fa solo male! E poi c'è nostra zia
sul naso di chi che fa i rigatoni,
non vede che qui gatoni, gatoni,
non vede che qui. che son tanto buoni,
E' tutto l'opposto ma buoni, ma buoni!
è tutto l'opposto Ci sono armature
di un mondo che è apposto, di tutte i colori,
di un mondo che è apposto! di tutte le forme,
Sul naso di chi di tutti i valori,
sul naso di chi di mille misure,
non vede che qui, pesanti e leggere,
non vede che qui! son tutte armature,
E' pieno di chiodi son tutte armature.
è pieno di chiodi E se c'è qualcuno
e dice "Che modi, che muove il suo labbro,
che modi, che modi!" e tenta di uscire
E c'è pure quello gli mandano un fabbro,
che vede le stelle ed ecco che arriva
e dice "Che stalle! gli stringe la mano,
Che stalle! Che stalle!" in un guanto di ferro
e c'è suo fratello "Mi serri anche l'ano!"
che vede una pelle E poi chiede aiuto
e dice "Che palle, a un certo Guglielmo,
che palle, che palle!" mi tengono fermo,
E loro cugino che non si affatica mi fissano l'elmo
che non si affatica nemmeno a parlare, abbassan pian piano
e parla che sembra la nera celata,
che sembra un giornale, la bocca la voglio
tappata, tappata!

Informazioni

(Salvo Lo Galbo)

pagina 1313
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La povera Rosetta [versione femminista]


Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-povera-rosetta-versione-femminista

Il 24 giugno son tutte le altre donne


in una stanza scura che rischiano la pelle.
c'era una donna sola
e piena di paura. Chi ha ucciso la Rosetta
è la società sporca.
Sentiva la sua vita Giudice, prete, padrone
andarsene lontano, le han chiuso ogni porta.
andava via col sangue
che ha perso piano piano. La vita che ha vissuto
non è mai stata sua.
E solo il giorno dopo E' stata sempre sfruttata
hanno trovato il corpo. e poi gettatata via.
E' morta un'altra donna
per procurato aborto. Per piangere Rosetta
non vestiremo in nero.
La povera Rosetta Saranno rossi quei fiori
è morta per aborto, dentro al cimitero.
è morta ieri sera
con una sonda in corpo. Dormi, Rosetta, dormi
giù nella fredda terra.
Si sente pianger forte: A chi ti ha assassinata
sono le sue sorelle, noi gli farem la guerra.

Informazioni

Versione femminista della canzone La povera Rosetta, scritta da Giuliana Galli Cutrona e Alida Novelli negli
anni'70, durante le lotte per la legalizzazione dell'aborto a Torino.

Comunicata da Donata Pinti e Giuliana Galli Cutrona

pagina 1314
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La proletarizzazione
(1974)
di Gianfranco Manfredi
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-proletarizzazione

La proletarizzazione è 'n zieme col proletariato.


una gomma americana Sono espropriato, sei espropriato a
l'allunghi l'accorci come egli è espropriato, siamo espropriati
fosse una sottana la tiri la molli, slate espropriati, sono espropriati
come più ti fa piacere giù vicino siamo tutti quanti proletari-tarizzati
alle caviglie o al disotto del sedere. Ecco è giunto il grande giorno:
Il terzo stato è diventato scateniam l'insurrezione
proletariato, proletariato alle sette siamo in piazza
Il comunista è sbigottito col fucile col pugnale
non gli rimane che fare il Partito con il mitra e col cannone.
E non c'è più il ceto medio, Ci siamo tutti: viva la rivoluzione
non ci sono i contadini ma al momento dl sparare
non ci sono più le donne non si trova più il padrone
forse non ci sono neanche più i bambini E' appena giunto tutto sudato
il comunista ci rimane soddisfatto anche lui in fila col proletariato
perché sono tutti in fila e ci sorride con emozione
oh che miracoli fa la proietarizzazione!

pagina 1315
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La pulce
di Franco Trincale
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-pulce

La sento, sì, la sento questa pulce e la casa popolare


la sento che mi stuzzica e mi parla se la vuoi la devi occupare
mi dice: dai, è ora di finirla
con le canzoni tue da quattro soldi ... È cambiato, è cambiato
adesso, vedi, abbiamo una grande rete
Basta con la valigia di cartone autostradale
e basta con la rabbia e con l'istinto però poi non ci sono posti all'ospedale
ci vuole arte e musicalità È cambiato, sì sì, è cambiato
di un mondo che è cambiato in qualità. vedi, adesso l'operaio va alla Scala con
decoro
La sento, sì, la sento questa pulce ma poi lo licenziano dal lavoro.
la sento martellare quando canto
la sento nell'orecchio ad ogni istante È cambiato, è cambiato...
la sento questa pulce bempensante. Me lo dice nell'orecchio
me lo dice quella pulce
È cambiato, Trincale, dai che è cambiato... è cambiato, è cambiato, è cambiato
ma non vedi che tutto cambia? è cambiato un corno
Sì, si, è cambiato ma non vedi che anche l'emigrante
il prezzo del tram è cambiato, sì, sì prima andava, adesso fa ritorno?
è aumentato
e il tram la metrò al fine I padroni stranieri lo han sfruttato
la gente viaggia sempre come le sardine. il governo italiano la valuta ha incassato
lo hanno spremuto come un limone
È cambiato, Trincale, ma la sua valigia è rimasta sempre di
ma non vedi che è cambiato? cartone.
Sì, sì, il canone
è stato bloccato Ma dentro la valigia ora ci sta
ma l'affitto, l'affitto di casa la rabbia e la coscienza di chi sa
è aumentato che la vittoria al fine sua sarà
perché la borghesia abbatterà.

Informazioni

Da "La musica dell'altra Italia", sito non più online.

pagina 1316
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

La pulzella
(1972)
di Fausto Amodei
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: anticlericali, satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-pulzella

Qualche donna ha il pregiudizio Poi per causa io suppongo


di non tollerare ancora della propria abnegazione
che quel tipico orifizio la pulzella andò nel Congo
che la decora con la missione
si trasformi in orifizio da signora. di salvare i negri dalla perdizione.

Ho cercato la ragione Ma quei negri un po' anticristi


ma la sola che ci sia dopo solo pochi mesi
è che abbian l'ambizione messi su dai comunisti
o la mania e dai cinesi
d'esser anche loro madri di un messia. cominciarono di botto a far gli offesi.

Una vergine in attesa È ben noto che un marxista


del suo Angelo Gabriele specie poi se è di colore
adottava in sua difesa passa per un riformista
tante cautele e un traditore
che un bel giorno le eran nate le ragnatele. se non ha mai violentato delle suore.

Fra le altre verginelle La pulzella al monastero


come lei c'era lei sola ebbe il compito sgradito
era pura a crepapelle di aiutare un guerrigliero
sulla parola poco inibito
era casta a più non posso a squarciagola. ad assolvere ai doveri di partito.

Ma una cosa è restar casta Rinunciare a una mucosa


solamente a tuo piacere per una rivoluzione
certe volte ciò non basta non è poi quella gran cosa
meglio dovere ma in conclusione
farlo proprio a un certo punto di mestiere. quel che conta è soprattutto l'intenzione.

Perché questa vocazione La finale è un po' imprevista


non andasse alla malora l'ex-pulzella di carriera
cosa poi che è una questione non concesse un'intervista
di un quarto d'ora né una preghiera
la pulzella si decise a farsi suora. alla "Stampa" od al "Corriere della Sera"

E sappiamo che le suore ma si arruolò fra i branchi


benché ciò non sia moderno di quei negri scesi in piazza
sono spose del Signore per sparare ai para-bianchi
e il Padreterno della sua razza
è uno sposo solamente ad uso esterno. che eran solo para-culi di ramazza.

In famiglia st'incidenti Si dimostra in conseguenza


sono sempre fra i più brutti che per quanto arrugginite
ma nel chiuso dei conventi le vie della Provvidenza
dan buon frutti sono infinite
tanto poi contenta lei contenti tutti. per condurre in salvo le anime smarrite.

pagina 1317
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

La rabbia esplode a Reggio Calabria


(1971)
di Canzoniere delle Lame
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-rabbia-esplode-reggio-calabria

Reggio la rabbia esplode, Le barricate a Sbarre,


la miccia brucia già, la gente spara già,
ma chi l'accesa sono gli stessi spara miseria, spara la fame
che vendon fame qua. ma non sa contro chi.

Il capoluogo serve Fascisti con le bombe,


alla DC e ai mafiosi mafiosi col potere,
per ottenere ancor più potere i proletari solo le braccia
di quello che hanno già. hanno da far valere.

Il sindaco Battaglia Fascisti quelle bombe


serve da copertura vi scoppieranno in mano,
dietro agli agrari, i proprietari i comunisti alla violenza
e tutta la mafia nera. hanno risposto no.

Non costa far promesse Reggio la rabbia esplode,


alla povera gente, la gente adesso sa
che cosa importa se alla fine contro chi deve usare la rabbia
si fan scannar per niente? fascismo non passerà.

pagina 1318
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La ringhera
(1974)
di Ivan Della Mea
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: milanese
Tags: strategia della tensione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-ringhera

El dieciocho día de julio fundó el Quinto Regimiento.


en el patio de un convento, El desdott del mes de luj
el dieciocho día de julio int el chioster del convent,
en el patio de un convento i compagn de la ringhera
el Partido Comunista han faa su el so regimént.
fundó el Quinto Regimiento,
el Partido Comunista E tira su la bandera,
fundó el Quinto Regimiento. [1] la nostra Spagna è già rossa
l'è 'rivada la ringhera,
El desdott del mes de lulj fazolett giò néla fossa,
int el chioster del convent, E tira süü la bandèra,
el desdott del mes de luj la nostra Spagna è già rossa
int el chioster del convent l'è rivada la Ringhèra,
i compagn de la ringhera fazolett giò néla fossa.
han faa su el so regiment,
i compagn de la ringhera 2.
han faa su el so regiment.
Dopo Spagna, la montagna,
E tira su la bandera, ohè, morosa, su, pazienza,
la nostra Spagna è già rossa la ringhera, la bandera
l'è 'rivada la ringhera, la se ciama Resistenza.
fazolett giò ne la fossa,
E tira su la bandera, Ariva el giorno della festa,
la nostra Spagna è già rossa 'riva el venticinque aprile,
l'è 'rivada la ringhera, la ringhera torna a cà,
fazolett giò ne la fossa. la morosa l'è in cortile.

1. L'ha basada, ribasada


la piangeva, la taseva,
Luu el g'aveva desdott an e poeu luu l'ha sgagnada,
desdott ann, ma de ringhèra, l'è scapada tuta 'legra.
desdott ann, ma de speranza,
tuta rossa de bandera. E poeu dopo, ma per trent'ann
operari alla catena,
La morosa la zigava, e poeu dopo, ma per trent'ann
la diseva "Resta in cà ", giò in sezion cont la ringhera
luu la varda: "Devo andare."
"Devi andare, e allora va'." A l'han trovaa ch'el cantava
tra i maton e pièn de tèra,
L'ha basada, ribasada, la sezion l'era 'ndada:
la rideva: che magon, una bomba tuta nera
lee ghe pianta 'na sgagnada
e la sara su el porton. di fascista, e luu'l cantava
la canzon de la ringhera
E la bàtera de ringhèra e in man, rent a i man
tuta insema 'riva in Spagna, l'ultim tocch ross de bandera.
'riva cont la so bandera
bela rossa e sensa cragna. E 'l cantava, luu l'cantava
la canzon de la ringhera,
El dieciocho día de julio e...
en el patio de un convento,
el Partido Comunista El desdott del mes de luj

pagina 1319
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int el chioster de on convent, Brescia piange la ringhera


el desdott del mes de luj torna a casa senza dona
int el chioster de on convent senza el tocch ross de bandèra...e...
i compagn de la ringhera
han faa su el so regiment, Il ventotto, ma di maggio
i compagn de la ringhera i compagn de la ringhera
han faa su el so regiment. han gridato: "Su coraggio,
riprendiamo la bandiera."
E tira su la bandera,
la nostra Spagna è già rossa E mattone su mattone
l'è 'rivada la ringhera, han rifatto la sezione
fazolett giò ne la fossa. ogni pietra era un colpo
ma sul muso del padrone.
3.
Han rimesso i vecchi panni
Quanta gent che gh'è in piassa quelli cari della Spagna
coi compagn de la ringhera hanno ritrovato il passo,
e gh'è anca la morosa, quello duro di montagna.
cont el tocch ross de bandèra.
E cantando la canzone
E che acqua, "ven chi sota, la più bella, la più vera,
ven chi sota ma de prescia", e cantando la canzone
Urla Brescia, urla e scoppia, la più bella, la più vera
'na fiamada e la morosa torna in marcia 'n'altra volta
tuta insèma la ringhera,
a l'è morta, tuta morta torna in marcia 'n'altra volta
mezz al fum col sang per tèra tuta insèma la ringhera.
e in man, 'renta a i man
l'ultim tocch ross de bandera. E tira su la bandera
l'Italia si farà rossa
L'ha basada, ribasada l'è 'rivada la ringhera
la taseva, la taseva fazolett giò ne la fossa.
e alùra l'ha vardada
l'era bianca, e rossa...l'era. E tira su la bandera
l'Italia si farà rossa
Ross de sang ch'el se squaja l'è 'rivada la ringhera
ne la pioggia disperada, fazolett giò ne la fossa.
e la mort che la sgagna
tuta intorna on pò stranida. E tira su la bandera!
E tira su la bandera!
E la rabia disarmada, E tira su la bandera!
E tira su la bandèra!

Informazioni

[1] Si tratta della prima strofa, leggermente modificata, del "Quinto Regimiento", uno dei canti più celebri della
Guerra di Spagna.

pagina 1320
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La rivoluzione
(1974)
di Enzo Del Re
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-rivoluzione

La rivoluzione, La lotta continua,


la rivoluzione, la lotta continua,
la rivoluzione la lotta continua
non è un semplice avvenimento. contro il servo e il suo padrone.

La rivoluzione, La lotta continua,


la rivoluzione, la lotta continua,
la rivoluzione la lotta continua
è una conquista quotidiana. contro ogni qualunquista.

Cina, Cuba, Algeria, Cina, Cuba, Algeria,


Russia, Cile, Vietnam Russia, Cile, Vietnam
sono esempi di vittoria sono esempi di vittoria
della nuova civiltà. della nuova civiltà.

La rivoluzione, La rivoluzione,
la rivoluzione la rivoluzione,
è la distruzione dei manicomi, la rivoluzione
degli ospizi e le prigioni. non è un semplice avvenimento.

La lotta continua, La rivoluzione,


la lotta continua, la rivoluzione,
la lotta continua la rivoluzione
contro ogni sfruttatore. è una conquista quotidiana.

pagina 1321
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La sepoltura dei morti


(1975)
di Stormy Six
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-sepoltura-dei-morti

Il mese d'aprile tra tutti è crudele, «Nel '64 era tutto più bello,
sui morti fiorisce il lillà. ma quello era l'anno del boom,
L'inverno ha sepolto la loro memoria, Guidavo nel vento la nostra '600
lasciando soltanto pietà, E i morti restavano giù».

e adesso una vita è una faccia ingiallita In mezzo alla gente che sfila al mattino,
è solo una fotografia, sotto l'insegna del tram
la morte non vale nemmeno il giornale ho riconosciuto un nostro vicino
che leggi e che poi butti via. che gioca a biliardo nel bar.

In mezzo al biliardo tre morti ammazzati: «Quel corpo che tiene sepolto in giardino
tu segna otto punti per te, di fiori ne dà o non ne dà?
continui a parlare di cronaca nera Tenga lontano il suo cagnolino:
che leggi bevendo il caffè. se scava lo ritroverà.»

pagina 1322
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La sopravvivenza
(1974)
di Enzo Del Re
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-sopravvivenza

La Repubblica non importa quale,


è fondata sul lavoro non importa dove,
viva il lavoro, non importa come,
non importa quale, con chi e perchè.
non importa dove,
non importa come, Io c'ho il problema
con chi e perchè. da sopravvivenza,
faccio caroselli,
Io c'ho il problema mitra, manganelli,
da sopravvivenza, faccio caroselli
faccio caroselli, come i poliziotti,
mitra, manganelli, mitra, candelotti,
faccio caroselli contro gli studenti,
come i poliziotti, contro gli operai,
mitra, candelotti, contro chi si batte
contro gli studenti, per la libertà.
contro gli operai,
contro chi si batte C'è troppa gente in giro
per la libertà. che c'è ha il problema
da sopravvivenza
La Repubblica ma non si ribella
è fondata sul lavoro e continua a sopravvivere
viva il lavoro, dentro la merda.

pagina 1323
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La taylorizzazione
(1972)
di Fausto Amodei
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-taylorizzazione

Per ogni balla che ti si rifila Ora il profitto s'è fatto più lauto
devi soltanto guardarti un po' attorno bastano in dieci solo più manovali
così non la berrai. di terza categoria.

Producevate in sedicimila Crescon le auto cresce il profitto


centosessanta macchine al giorno cresce il prodotto di addetto per ora
una ogni cento operai.. gli utili delle aziende.

Passano gli anni man mano s'affila Crescon i prezzi cresce l'affitto
il nuovo metodo di sfruttamento crescon gli obblighi di chi lavora
anche se tu non vuoi. ma la qualifica scende.

Ora che voi siete in quarantamila Sempre più soldi e più capitali
ne producete tremilaseicento in mano sempre più pochi padroni
una ogni dieci di voi.. più forti e più protervi.

Erano cento operai per un auto Sempre più balle a mucchi a quintali
cento qualifiche professionali per gettar fumo negli occhi ai rusconi
il meglio che ci sia. che son sempre più servi.

pagina 1324
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La tierra escrita
(1967)
di Aída Cartagena Portalatìn
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: spagnolo/castigliano
Tags: repressione, femministi, antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-tierra-escrita

Fieles a los tres esposos Sin socorro, sin defensa


En la cárcel apresados Cayeron las tres hermanas
Volvían de Puerto Plata Para levantarse luego

Era noche de noviembre En un caballo de hierro


Allá arriba en la montaña Viajó esa noche la muerte
Por un camino al abismo El jinete era el Tirano
El Tirano de la Muerte ¡Música, tambor, bandera!
Seguía a las tres hermanas ‎¡No muere la libertad!‎

Junto a dulce claro arroyo Levantadas para siempre


Con olor junco y musgo Cayeron mártires
Sombras, fantasmas, desvelos Patria, Minerva, María Teresa

Sin luz en aquel silencio Patria, Minerva, María Teresa


Fueron inmoladas ellas Patria, Minerva, María Teresa
Patria, Minerva, María Teresa

Informazioni

Aida Patria Mercedes, Maria Argentina Minerva, Antonia Maria Teresa Mirabal, combatterono la
dittatura(1930-1961) del dominicano Rafael Trujillo, con il nome di battaglia Las Mariposas (Le farfalle). Furono
rapite, torturate e uccise il 25 novembre 1960 da agenti del servizio segreto militare.
Il 17 dicembre 1999 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, con la risoluzione 54/134, dichiara il 25 novembre
Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne in loro memoria.

pagina 1325
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La violenza [La caccia alle streghe]


(1968)
di Alfredo Bandelli, Canzoniere Pisano
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-violenza-la-caccia-alle-streghe

(parlato) la violenza, la rivolta;


E' cominciata di nuovo chi ha esitato questa volta
la caccia alle streghe: lotterà con noi domani!
i padroni, il governo,
la stampa e la televisione; Uno, due, dieci,
in ogni scontento vent'anni di democrazia;
si vede uno sporco cinese; le pietre non sono argomenti,
"uniamoci tutti ci dice un borghese;
a difendere le istituzioni! siamo d'accordo con voi,
miei cari signori,
Ma oggi ho visto nel corteo ma gli argomenti
tante facce sorridenti, non hanno la forza di pietre.
le compagne, quindici anni,
gli operai con gli studenti: "Il potere agli operai!
No alla scuola del padrone!
"Il potere agli operai! Sempre uniti vinceremo,
No alla scuola del padrone! viva la rivoluzione!".
Sempre uniti vinceremo,
viva la rivoluzione!". Quando poi le camionette
hanno fatto i caroselli
Quando poi le camionette i compagni hanno impugnato
hanno fatto i caroselli i bastoni dei cartelli
i compagni hanno impugnato
i bastoni dei cartelli ed ho visto le autoblindo
rovesciate e poi bruciate,
ed ho visto le autoblindo tanti e tanti baschi neri
rovesciate e poi bruciate, con le teste fracassate.
tanti e tanti baschi neri
con le teste fracassate. La violenza, la violenza,
la violenza, la rivolta;
La violenza, la violenza, chi ha esitato questa volta
lotterà con noi domani!

pagina 1326
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Lamento dei terremotati siciliani


di Franco Trincale
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: siciliano
Tags: terremoto
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lamento-dei-terremotati-siciliani

O Signore, Signore, Signore! l'han mandati a Milanu


E guardali sti creaturi sono i terremotati siciliani.
sono figli di lu cielu
senza luogo e senza pani Ascoltate o signor Presidenti
sono i terremotati siciliani. e sentitilu chistu lamento
voi siete in vacanza
Ci hanno dato una coperta iddi sono ancora senza
un biglietto 'nta li manu senza luogo e senza pani
l'hanno messi nel diretto sono i terremotati siciliani.

Informazioni

In questa canzone si parla dei terremotati del Belice, vittime del gravissimo sisma che nella notte tra il 14 e il 15
gennaio 1968 colpì laSicilia occidentale.

pagina 1327
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Lamento per i compagni usciti dall'organizzazione


di Gianfranco Manfredi
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lamento-i-compagni-usciti-dallorganizzazione

E voi che un giorno ridevate insieme, Ed e' finita per te Roberto:


che usavate le stesse parole, a te serviva un trampolino.
il pugno chiuso, lo sguardo al sole Ti sei tuffato nel mare aperto
non credevate potesse finire. e sei annegato come un bambino,.
Ma e' finita per te Sandrino Ed e' finita per te Carletto:
in una casa con 100 porte, hai avvilito il tuo ideale
tutte serrate sul tuo destino a qualche fremito dentro il tuo letto
e tutte aperte sopra la morte. a qualche donna sul tuo guanciale.
Ed e finita per te Luigi, Ma per ognuno che ha ceduto
che hai voluto cambiare vita, Ce ne son cento a continuare
e ti trastulli con giochi grigi Ce ne son mille che han cominciato
perche' la strada l'hai gia' smarrita. Ad imparare ogni giorno a lottare.

Informazioni

Fonte

pagina 1328
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Lamento per la morte di Pasolini


(1979)
di Giovanna Marini
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lamento-la-morte-di-pasolini

Persi le forze mie persi l'ingegno Le undici e mezza mi sento morire


la morte mi è venuta a visitare la lingua mi cercava le parole
«e leva le gambe tue da questo regno» e tutto mi diceva che non giova
persi le forze mie persi l'ingegno. le undici e mezza mi sento morire.

Le undici le volte che l'ho visto Mezzanotte m'ho da confessare


gli vidi in faccia la mia gioventù cerco perdono dalla madre mia
o Cristo me l'hai fatto un bel disgusto e questo è un dovere che ho da fare
le undici volte che l'ho visto. mezzanotte m'ho da confessare.

Le undici e un quarto mi sento ferito Ma quella notte volevo parlare


davanti agli occhi ho le mani spezzate la pioggia il fango e l'auto per scappare
la lingua mi diceva «è andata è andata» solo a morire lì vicino al mare
le undici e un quarto mi sento ferito. ma quella notte volevo parlare
non può non può, può più parlare.

pagina 1329
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Lamentu ppi la morti di Turiddu Carnivali


di Ignazio Buttitta
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: siciliano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lamentu-ppi-la-morti-di-turiddu-carnivali

È arrivato Cicciu Busacca* ca videva li frati cunnannati


per farvi sentire la storia sutta li pedi di la tirannia,
di Turiddu Carnivali li carni di travagghiu macinati
lu sucialista che morì supra lu cippu a farinni tumìa,
a Sciara e suppurtari nun putìa l'abbusu
ammazzato dalla mafia di lu baruni e di lu mafiusu.
Ppi Turiddu Carnivali
chianci so' matri Turiddu s'arricugghìu li poviri,
e chiancinu tutti amurusu,li dorminterra,
li puvureddi nella Sicilia li facci a tridenti,
perché Turiddu Carnivali li manciapicca cu' lu ciatu chiusu:
murì ammazzato lu tribunali di li pinitenti;
ppe difendere lu pane e fici liga di 'sta carni e pusu
de li puvureddi ed arma pi luttari li putenti
Ed ora nni ddu paisi esiliatu e scuru
sèntiri unni la storia avia truvatu un muru.
perché c'è di sèntiri
nella storia Dissi a lu jurnataru: «Tu si' nudu,
di Turiddu Carnivali e la terra è vistuta a pompa magna,
La storia vi dici: tu la zappi e ci sudi comu un mulu
e si' all'additta comu na lasagna,
Ancilu era e nun avia ali veni la cota ed a corpu sicuru
nun era santu e miraculi facìa, lu patroni li beni s'aggranfagna
'n cielu acchianava e tu chi fusti ogni matina all'antu
senza cordi e scali grapi li manu ed arricogghi chiantu.
e senza appidamenti nni scinnia;
era l'amuri lu so' capitali Ma fatti curaggiu e nun aviri scantu
e 'sta ricchizza ca veni jornu e scinni lu Misia,
a tutti la spartìa: lu sucialismu cu' l'ali di mantu
Turiddu Carnivali nnuminatu ca porta pani, paci e puisia;
ca comu Cristu veni si tu lu voi, si tu si' santu,
nni muriu ammazzatu. si si' nnimicu di la tirannia,
s'abbrazzi a chista fidi e a chista scola
Di nicu lu patruzzu nun canuscìu, ca duna amuri e all'omini cunzola.
appi la matri svinturata a latu
campagna a lu duluri e a lu pinìu Sì,lu sucialismu cu' la so' parola
ed a lu pani nivuru scuttatu; pigghia di 'n terra
Cristu di 'n cielu lu binidicìu l'omini e l'acchiana,
ci dissi: «Figghiu, e scurri comu acqua di cannola
tu mori ammazzatu, ed unni passa arrifrisca e sana
a Sciara li patruna, e dici: ca la carni nun è sola
armi addannati, e mancu è farina ca si scana;
ammazzanu a cu voli libirtati». uguali tutti, travagghiu pi tutti,
tu manci pani si lu sudi e scutti».
Sciara
per qualcuno che non lo sa Dissi a lu jurnateri:
è un piccolo paese «'Ntra li grutti
della provincia di Palermo 'ntra li tani durmiti
dove e 'ntra li staddi,
ancora oggi siti comu li surci di cunnutti
regna e comanda la mafia ca v'addubbati di fasoli e taddi;
QuindiTuriddu avia li jorna cuntati, ottùviru vi lassa a labbra asciutti
ma 'ncuntrava la morti e ci ridìa giugnettu cu' li debiti e li caddi,

pagina 1330
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di l'alivi n'aviti la ramagghia Quella è stata l'ultima volta


e di la spiga la coffa e la pagghia». che Turiddu è stato minacciato dalla mafia
Dico l'ultima volta
Dissi: «La terra perché
è di cu la travagghia, l'avevano minacciato centinaia di volte
pigghiati li banneri e li zappuna». Tante volte magari
E prima ancora chi spuntassi l'arba avevano provato a pigliarlo con le bbone
ficiru conchi e scavaru fussuna: offrendoci del denaro
la terra addiventau una tuvagghia, «Turiddu stai attento
viva, di carni comu 'na pirsuna; tu stai facendo una strada sbagliata
e sutta lu russiu di li banneri ti sei messo contro i padroni
parsi un giganti ogni jurnateri. e sai
che chi si mette contro i padroni
Curreru lesti li carrubbineri può fare una brutta fine
cu' li scupetti 'n manu e Da un giorno all'altro
li catini. ti può succedere
Turiddu ci gridau: qualche disgrazia»
«Fàtivi arreri! Turi a queste minacce
cca latri nun ci nn'è, rispondeva sempre
mancu assassini, con la stessa risposta:
ci sunnu, cani, «Sono pronto a morire
l'affritti jurnateri per i contadini
ca mancu sangu Anche io sono un contadino
ci hannu 'ntra li vini: Ho avuto la fortuna
siddu circati latruna e briganti, di leggere qualche libro
'n palazzu li truvati, e cu l'amanti!». e so quello che ce dovete fare ai contadini:
quello che ce spetta
Lu marasciallu fici un passu avanti, E voi padroni glielo dovete dare».
dissi: «Chistu la liggi «Turiddu
un lu cunsenti». stai attento a quello che fai
Turiddu ci rispusi senza scanti: t'abbiamo avvertito tante volte
«Chista è la liggi di li priputenti, stai attento»
ma c'è na liggi ca nun sbagghia e menti, Turiddu quella sera
ca dici: pani a li panzi vacanti, si era ritirato a casa
robbi a li nudi, acqua a l'assitati, con quella minaccia
e a cu travagghia onuri e libirtati!». ancora incisa nel cervello
e non appena arrivò a casa
Giusto diceva Turiddu Carnivali la madre ce fa trovare la menestra pronta
anche nella Bibbia come tutte le sere
sono scritte queste parole: Non appena lo vede arrivare
«Roba ai nudi! Acqua agli assetati! è contenta
A chi lavora onore e libertà!» «Turiddu
Ma la mafia che cosa pensava? sei arrivato
figlio mio
La mafia pinsava a scuppittati; La menestra è pronta
'sta liggi nun garbava a li patruna, mangia».
eranu comu li cani arrabbiati Ma Turi
cu' li denti appizzati a li garruna; quella sera
poviri jurnateri sfurtunati non aveva fame
ca l'aviti di supra a muzzicuna! «Mamma
Turiddu si guardava d'idd'armali lascia perdere
e stava all'erta si vidia sipàli. Questa sera
ho tante cose
'Na sira turnò in casa senza ali da pensare
l'occhio luntanu e lu pinseri puru: Non ho fame»
«Mancia figghiuzzu miu, cori liali...»; La madre ha capito
ma lu guardau e si lu vitti scuru: che
«Figghiu, 'stu travagghiari ti fa mali». Turiddu l'avevano minacciato
e s'appujau 'na manu a lu muru. ancora una volta.
«Matri», dissi Turiddu, e la guardau:
«Bonu mi sentu». E la testa calau. «Figghiu, cu fui t'amminazzau?

pagina 1331
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Sugnu to' matri, un m'ammucciari nenti». sul cadavere di suo figlio.


«Matri, vinni lu jornu»; e suspirau:
«a Cristu l'ammazzaru e fu 'nnucenti!». Gridava: «Figghiu!» pi strati e vaneddi
«Figghiu, lu cori miu assincupau, la strangusciata matri chi curria
mi ci chiantasti tri spati puncenti!». versu lu mortu a stramazzamareddi,
Genti ca siti ccà, faciti vuci: a fasciu di sarmenti, chi camìa
dda matri si lu vitti mortu 'n cruci. dintra lu furnu e ventu a li purteddi:
«Curriti tutti a chianciri cu mia!
'Sta volta Puvireddi, nisciti di li tani,
i mafiusi morsi ammazzatu pi lu vostru pani!».
hanno mantenuto la promessa
L'indomani mattina Sono arrivati
mentre Turiddu andava a lavorare i poveri
nella cava dove c'era il cadavere di Turiddu
durante la trazzera ma
ci hanno sparato due colpi di lupara nessuno poteva passare
in faccia Nessuno poteva guardare Turiddu
che l'hanno sfigurato per l'ultema volta
Non si dimentica mai quella mattina: Turiddu
sedici maggio era circondato di carrabbineri
millenovecentocinquantacinque La madre
si inginocchia di fronte ai carrabbineri
Sidici maju l'arba 'n cielu luci
e lu casteddu àutu di Sciara «Carrubbineri, mi si' cristianu...
che guardava lu mari chi stralluci - Nun mi tuccari, levati di ddocu,
comu n'artaru supra di na vara; nun vidi ca su' torci li me manu
e tra mari e casteddu na gran cruci e addumu comu pruvuli a lu focu;
si vitti dda matina all'aria chiara, chiddu è me figghiu, vattinni luntanu
sutta la cruci un mortu, e cu' l'aceddi quantu lu chianciu e lu duluri sfogu,
lu chiantu ruttu di li puvureddi. quantu ci sciogghiu dda palumma bianca
c'havi dintra lu pettu a manu manca.
E come si può dimenticare mai
quel sedici maggio a Sciara? Carrubbineri, mi si' cristianu,
Dopo un'ora che Turi era partito da casa nun vidi ca ci cula sangu finu?
la madre se sente bussare alla porta Fammi 'ncugnari ca ci levu chianu
furiosamente dda petra ch'havi misa ppi cuscinu,
(la madre ancora era a letto) sutta la facci ci mettu li me manu
Era l'alba supra lu pettu 'stu cori vicinu
«Francesca! e cu' lu chiantu li piaghi ci sanu
Donna Francesca! primu c'agghiorna dumani matinu.
Signora Francesca, aprite!
Aprite, è successa una disgrazia! Prima c'agghiorna trovu l'assassinu
Hanno ammazzato a Turiddu e ci scippu lu cori cu' 'sti manu,
Hano ammazzato a vostro figghiu Turiddu lu portu strascinannu a lu parrinu:
ci hanno sparato due colpi di lupara in e ci dicu: sunati, sacristanu!
faccia Me figghiu avia lu sangu d'oru finu
che l'hanno sfigurato e chistu di pisciazza di pantanu,
L'hanno ammazzato chiamaticci na tigri ppi bicchinu
a Turiddu, la fossa ci la scavu cu' 'sti manu.
l'hanno ammazzato!»
Dirlo così Figghiu, chi dicu, la testa mi sguazza,
è facile ah, si nun fussi ppi la fidi mia,
Ma lo pensate la sucialismu chi grapi li vrazza
per quella povera madre e mi duna la spranza e la valìa;
che aveva soltanto quel figlio al mondo mi lu 'nzignasti e mi tinevi 'n brazza
come si veste in fretta e in furia ed iu supra li manu ti chiancia,
e incomincia a girare tu m'asciucavi cu lu muccaturi
per tutte le strade del paese iu mi sinteva moriri d'amuri.
gridando
invocando i poveri a seguirla Tu mi parravi comu un confissuri
per andare a piangere iu ti parrava comu pinitenti,

pagina 1332
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ora disfatta pi tantu duluri vogghiu muriri cu' 'sti sintimenti.


ci dugnu vuci a li cumannamenti: Figghiu, ti l'arrubbau la bannera:
vogghiu muriri cu' 'stu stissu amuri matri ti sugnu e cumpagna sincera!»

Informazioni

Salvatore Carnevale, sindacalista, ucciso dalla mafia di Sciara, Palermo, il 16 maggio 1955.

*Cicciu Busacca, noto cantastorie siciliano, nato a Paternò nel 1926.

Vedi anche Cantata di Lupara

Fonte "La musica dell'altra Italia" (sito non più disponibile).

pagina 1333
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Lavorare con lentezza


(1974)
di Enzo Del Re
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lavorare-con-lentezza

Lavorare con lentezza senza fare alcuno rallentatore


sforzo
chi è veloce si fa male e finisce in ospedale Lavorare con lentezza senza fare alcuno
in ospedale non c'è posto e si può morire sforzo
presto ti saluto ti saluto, ti saluto a pugno chiuso
nel mio pugno c'è la lotta contro la nocività
Lavorare con lentezza senza fare alcuno
sforzo Lavorare con lentezza senza fare alquno
la salute non ha prezzo, quindi rallentare il sforzo
ritmo
pausa pausa ritmo lento, pausa pausa ritmo Lavorare con lentezza
lento Lavorare con lentezza
Lavorare con lentezza
sempre fuori dal motore, vivere a Lavorare con lentezza
Lavorare con lentezza

pagina 1334
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Le Chiffon Rouge
(1977)
di Michel Fougain, Maurice Vidalin
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: francese
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/le-chiffon-rouge

Accroche à ton cœur un morceau de chiffon Accroche à ton cœur un morceau de chiffon
rouge rouge
Une fleur couleur de sang Une fleur couleur de sang
Si tu veux vraiment que ça change et que ça Si tu veux vraiment que ça change et que ça
bouge bouge
Lève-toi car il est temps Lève-toi car il est temps

Allons droit devant vers la lumière Tu crevais de faim dans ta misère


En levant le poing et en serrant les dents Tu vendais tes bras pour un morceau de pain
Nous réveillerons la terre entière Mais ne crains plus rien, le jour se lève
Et demain, nos matins chanteront Il fera bon vivre demain

Compagnon de colère, compagnon de combat Compagnon de colère, compagnon de combat


Toi que l'on faisait taire, toi qui ne Toi que l'on faisait taire, toi qui ne
comptais pas comptais pas
Tu vas pouvoir enfin le porter Tu vas pouvoir enfin le porter
Le chiffon rouge de la liberté Le chiffon rouge de la liberté
Car le monde sera ce que tu le feras Car le monde sera ce que tu le feras
Plein d'amour de justice et de joie Plein d'amour de justice et de joie.

Informazioni

Fu scritta per "Un jour d'été dans un Havre de paix" , evento culturale nella città di Le Havre.
Alla fine degli anni '70 in piena crisi della siderurgia (205.000 licenziamenti minacciati) "Le Chiffon Rouge" divenne
l'inno della radio libera degli operai di Usinor e successivamente il canto delle manifestazioni in Lorena e nel Nord,
organizzate dalla CGT. Nell'ambiente operaio francese questa canzone oggi è famosa quasi come l'Internazionale.

pagina 1335
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Le guardie hanno bussato


di Movimento Femminista Romano
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: romanesco
Tags: femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/le-guardie-hanno-bussato

Le guardie hanno bussato stamatina, Gnente più leggi, gente più galera
hanno messo 'n galera la pòra Nina, perchè 'sto corpo e nostro
se pç beccà quattr'anni pe 'n aborto: e ci appartiene,]
chi è povera ha da subì 'sto torto de volè un fijo o no semo padrone,
è solo a noi che sta la decisione.
Questa è la società,
questa è la società Come se pò campà
che fa pagà alle donne come se pò campà
la sua zozza moralità. questa è la sola strada
per trovà la sessualità.
A tutte, a tutte grido: nun c'è core
se ancora pe' 'n aborto noi se more Volemo fà l'amore per l'amore
e si nun voi morì c'è la galera, nun mette ar monno fiji a tutte l'ore,
questa è la verità, quella più vera. volemo comincià a volè bene
come ce dice er core e senza pene.
Come se pò campà,
come se pò camà, Come se pò campà
se poi sur corpo nostro come se pò campà
ce comanna 'sta società! uscimo da 'sti cancelli
e prennemoce la libertà.

Informazioni

Sulla melodia della canzone di carcere A tocchi a tocchi

pagina 1336
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Le madri
(1977)
di Canzoniere femminista
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/le-madri

E di figli a lavorare
ne ho fatti tanti e poi in casa
e di figli a ricamare...
ne ho fatti tanti Mio marito
e la sera lui ritorna
son stata chiusa una volta all'anno
e la sera lui ritorna
son stata chiusa... e ogni anno
Dentro in casa un altro figlio
ho lavorato ogni anno
Mio marito un altro figlio...
se n'è andato
in Germania Coro:
a lavorar A milioni li abbiamo partoriti
col nostro sangue li abbiamo allevati
Coro: a milioni poi sono emigrati
Germania Francia Stati Uniti di lavoro ad essere ammazzati.
Belgio Australia Venezuela ,
ponti autostrade dighe miniera Ponte di Brooklyn ponte di Manhattan
i nostri uomini han costruito... migliaia di noi pietra su pietra
i nostri ventri le nostre braccia
E l'acqua i nostri corpi il nostro sangue
alla fontana Ponti autostrade dighe miniere
e la notte case palazzi e ferrovie
a fare il pane in quel cemento è stata rinchiusa
poi nei campi la vita che non abbiamo avuto!

pagina 1337
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Le ore scandiscono il tempo


(1970)
di Dodi Moscati
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/le-ore-scandiscono-il-tempo

Le ore scandiscono il tempo, io invece, il mio padrone


i ritmi son più accelerati, so che lo devo ammazzare.
è la catena bestiale, il cervello
non esiste più. Sperano di poterci rendere
senza cervello né mente,
Urlavo con tutto il mio fiato: né volontà di sentire, né
«Viva la rivoluzione! volontà di lottare;
Basta con lo sfruttamento, armiamoci
contro il padrone!». voi pensate che noi siamo
oggetti da manipolare,
Mi son trovato qui dentro, io invece, il mio padrone
con la camicia di forza, so che lo devo ammazzare.
chiuso perché protestavo contro
il governo e il Decreto: Pensate pure che noi siamo
oggetti da manipolare,
voi pensate che noi siamo io invece, il mio padrone
oggetti da manipolare, so che lo devo ammazzare;
so che lo devo ammazzar.

Informazioni

Moscati Dodi, Gragnani Stefano, LP Con i pugni alzati camminiamo, Folk LP 250, 1970

pagina 1338
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Le scimmiette
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/le-scimmiette

Quando le scimmie Ma venne un giorno


conquisteranno il mondo un babbuino avaro,
si stupiranno di trovarlo tondo che si portò via
ma sarà un mondo tutto il denaro
sempre un po' migliore prese le scimmiette
con le scimmiette a colpi di bastone,
tutte di un colore e diede inizio a
rosso, rosso, rosso ll'accumulazione
a più non posso, oro, oro, ce l'hanno tutto loro,
la scimmia comunista la scimmia comunista
il mondo riscoprirà l'oro ridistribuirà

L'uomo di neanderthal Poi le scimmiette


fu subito represso, scoprirono il libretto,
la scimmia maschio le scimmie nere
si ricoperse il sesso si misero l'elmetto
la scimmia femmina le scimmie rosse
non fece più l'amore, che erano le masse,
e le scimmiette presero coscienza
si fecer tutte suore e diventaron classe
sesso, sesso, classe, classe,
non fosti più lo stesso, coscienza alle masse,
la scimmia comunista la scimmia comunista
il sesso riscoprirà le classi abolirà

pagina 1339
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Le tessitrici di seta
(1972)
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale, femministi, filanda
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/le-tessitrici-di-seta

Questa seta che filiamo per dormire un po' di fieno.


ogni giorno a tutte l'ore Chi si lagna o morde il freno
non è certo per vestire a morir si predestina
queste nostre nudità. sulla ruota nientemeno
Questa seta che tessiamo finirà la poverina.
che bagnamo col sudore
non ci fa certo arrcchire Questa seta che tessiamo
ma ci lascia in povertà non ci fa certo arrcchire
ma ci lascia in povertà
Noi filiamo a tutte l'ore
gran gomitoli di seta. Manco un soldo ci prendiamo
Non è l'acqua ma il sudore noi per stè tribolazioni
che l'arsura ci disseta. ol lavoro che facciamo
Grandi rotoli di seta si arricchiscono i padroni.
noi tessiamo a tutte l'ore Si arricchiscono i padroni
e ne abbiamo per moneta col lavoro che facciamo
non il pane ma il sudore e fra stenti e umiliazioni
sui telai noi moriamo
Questa seta che filiamo
ogni giorno a tutte l'ore Questa seta che filiamo
non è certo per vestire ogni giorno a tutte l'ore
queste nostre nudità. non è certo per vestire
queste nostre nudità.
Quel ch'è poco la mattina Questa seta che tessiamo
alla sera è ancora meno che bagnamo col sudore
un po' d'acqua e di farina non ci fa certo arrcchire
ma morire in povertà

Informazioni

Testo del XII secolo di Chretien de Troyes, musicato da Daisy Lumini. E' l'epoca delle crociate e del feudalesimo.
Accanto alle tradizionali forme di sfruttamento economico, legate alla struttura gricola della società, in Francia si
affaccia la prima industria manifatturiera. Le tessitrici sono sottoposte ad un durissimo regime, con punizioni atroci
e torture. Lo scrittore, un letterato di corte, ha raccolto insolitamente questo lamento di subalterni. (Coro Pane e
Guerra)

pagina 1340
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Le vacche fuorilegge
di Franco Trincale
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/le-vacche-fuorilegge

Il ministro dell'agricoltura potrebbero mangiarselo i bambini,


le vacche fuorilegge ha dichiarato i figli dei braccianti e contadini;
e una taglia in premio ha stabilito
per ogni vacca che si ammazzerà. potrebbero i prezzi diminuire
e i salari fare aumentare,
Le vacche son colpevoli del fatto e il burro si potrebbe comperare
che quest'anno ha fatto troppo latte la gente che oggi vive in povertà.
ed il signor ministro è preoccupato
perché c'è tanto burro accumulato. Sapete invece quale decisione
han preso quei signori cervelloni?
Nel corso di una lunga riunione Alle vacche il burro fan mangiare
con sottosegretari e americani, e le vacche poi fanno ammazzare.
del burro in primo luogo hanno parlato
di come potrebbe essere impiegato. Perciò la taglia in premio hanno messo
per ogni vacca che si abbatterà,
S'è alzato allora il primo cervellone ma mi domando chi sarà mai fesso
e ha detto: «Meglio farne del sapone». che la vacca sua ammazzerà.
Un altro dice: «No, lo distruggiamo,
se no alle vacche in pasto lo daremo». Un premio ci vorrebbe, ma la contrario,
per la vacca grassa più dotata,
Nessuno di quei grandi cervelloni che al signor ministro, grosso agrario,
ha pensato al nostro meridione: darebbe una santissima scornata!

pagina 1341
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Les anarchistes
(1969)
di Leo Ferrè
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: francese
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/les-anarchistes

Y'en a pas un sur cent et pourtant ils Avec l'air entêté


existent Qui fait le sang versé
La plupart Espagnols allez savoir pourquoi Ils ont frappé si fort
Faut croire qu'en Espagne on ne les comprend Qu'ils peuv'nt frapper encor
pas
Les anarchistes Y'en a pas un sur cent et pourtant ils
existent
Ils ont tout ramassé Et s'il faut commencer par les coups d' pied
Des beignes et des pavés au cul
Ils ont gueulé si fort Faudrait pas oublier qu' ça descend dans la
Qu'ils peuv'nt gueuler encor rue
Les anarchistes
Ils ont le cœur devant
Et leurs rêves au mitan Ils ont un drapeau noir
Et puis l'âme toute rongée En berne sur l'Espoir
Par des foutues idées Et la mélancolie
Pour traîner dans la vie
Y'en a pas un sur cent et pourtant ils
existent Des couteaux pour trancher
La plupart fils de rien ou bien fils de si Le pain de l'Amitié
peu Et des armes rouillées
Qu'on ne les voit jamais que lorsqu'on a peur Pour ne pas oublier
d'eux Qu'y'en a pas un sur cent et qu' pourtant ils
Les anarchistes existent
Et qu'ils se tiennent bien bras dessus bras
Ils sont morts cent dix fois dessous
Pour que dalle et pourquoi ? Joyeux et c'est pour ça qu'ils sont toujours
Avec l'amour au poing debout,
Sur la table ou sur rien Les anarchistes.

pagina 1342
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Les charognards
(1977)
di Renaud Séchan
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: francese
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/les-charognards

Il y a beaucoup de monde "Et s'il prenait ta mère,


sur la rue Pierre Charron comme otage, ou ton frère?"
Il est deux heures du mat', Dit un père, béret Basque,
le braquage a foiré, à un jeune blouson d'cuir.
J'ai une balle dans le ventre "Et si c'était ton fils
une autre dans le poumon, qui était couché par terre
J'ai vécu à Sarcelles, Le nez dans sa misère?
j'crève aux Champs-Élysées. "Répond l'jeune pour finir.

Je vois la France entière C'est bien fait pour ta gueule,


du fond de mes ténèbres, tu n'est qu'un p'tit salaud,
les charognards sont l'à, on port'ra pas le deuil,
la mort ne vient pas seul. c'est bien fait pour ta peau.
J'ai la connerie humaine,
comme oraison funèbre, Mais monsieur blanc cassis
le regard des curieux continue son délire.
comme unique linceul. Convaincu que déjà,
mon âme est chez le diable,
C'est bien fait pour ta gueule, que ma mort fut trop douce,
tu n'est qu'un p'tit salaud, que je méritais pire.
on port'ra pas le deuil, c J'espère bien qu'en enfer,
'est bien fait pour ta peau. je r'trouvai ces minables.

Le boulanger du coin Je n'suis pas un héros,


a quitté ses fourneaux j'ai eu c'que j'méritais.
pour s'en venir cracher Je ne suis pas à plaindre,
sur mon corps déjà froid. j'ai presque de la chance.
Il dit:"J'suis pas raciste Quand je pense à mon pote
mais quand même les bicots, qui lui n'est que blessé,
chaque fois qui a un sale coup, il va finir ses jours
ben y faut qu'il en soient". à l'ombre d'une potence.

"Moi monsieur j'vous signale, C'est bien fait pour ta gueule,


que j'ai fais l'Indochine". tu n'est qu'un p'tit salaud,
Dit un ancien para on port'ra pas le deuil,
à quelques arrivistes. c'est bien fait pour ta peau.
"Ces mec c'est d'la racaille,
c'est pire que des viêt-minh. Elle n'a pas dix-sept ans
Faut les descendre d'abord cette fille qui pleure,
et discuter ensuite". en pensant qu'à ses pieds,
il y a un homme mort.
C'est bien fait pour ta gueule, Qu'il soit flic ou truand,
tu n'est qu'un p'tit salaud, elle s'en fout, sa pudeur.
on port'ra pas le deuil, Comme ses quelques larmes
c'est bien fait pour ta peau. me réchauffent le corps.

Les zonards qui sont là vont Il y a beaucoup de monde


s'faire lyncher sûr'ment, sur la rue Pierre Charron.
s'ils continuent à dire Il est deux heures du mat`,
que les flics assassinent, mon sang coule au ruisseau.
qu'on est un être humain même C'est le sang d'un voyou
si on est truand qui rêvait de millions,
et que ma mise à mort n'a rien de légitime. j'ai des millions d'étoiles

pagina 1343
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au fond de mon caveau. au fond de mon caveau.


J'ai des millions d'étoiles

Informazioni

Ispirata a un fatto di cronaca a cui Renaud aveva assistito in prima persona, l’uccisione a sangue freddo da parte
dei poliziotti di due giovani rapinatori sorpresi con le proverbiali mani nel sacco.

Vedi anche Tolleranza zero, di Alessio Lega

pagina 1344
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Lettera a Michele
(1972)
di Ivan Della Mea
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lettera-michele

Mio caro Michele, ricordi la lotta, E allora, Michele, rifammi compagno


le grida infuocate? " La fabbrica è nostra, e uniti e insieme lottiamo l'errore:
così è la città, è nostra la vita! "; per essere nuovi, per esser diversi
ma poi qualcosa è cambiato, Michele. e comunisti da oggi, Michele.

E dopo la lotta, ricordi Michele? Da oggi sappiamo che questo programma


con giusta premura si fecero i quadri avrà tempi lunghi, e non si farà
del nuovo partito, e il termine nuovo se chi è compagno non imparerà
non fu così nuovo, non troppo, Michele. a vivere da compagno, Michele.

Mio caro Michele, nel nuovo partito Pigliarsi la fabbrica e poi la città,
la nuova avanguardia di fatto sono io: far nostra la vita, vuoi dire imparare
ti dò la teoria e la strategia; da oggi tra noi il nuovo rispetto,
non è presunzione, Michele, ma è mia. il solo rispetto che è comunista.

Mio caro Michele, qui scopri l'errore E questo rispetto fra liberi e uguali
e dici convinto: " Se non sono io, non è un merletto o un fatto formale:
da oggi in eterno, per scelta di classe, è violenza di classe, rifiuto totale
la vera avanguardia, può tutto avvenire. del vecchio errore nascosto tra noi.

Può tutto avvenire, magari il partito, L'errore che ormai possiamo vedere,
magari il potere, ma ciò che non viene, l'errore del tuo, del mio potere,
che non può venire, sarà il Comunismo "; di ogni potere un po' personale...
tu questo per oggi hai capito, Michele. per oggi è tutto; avanti, Michele.

pagina 1345
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Lettera alla mia amica


(1973)
di Canzoniere Il Contemporaneo
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antimperialisti, antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lettera-alla-mia-amica

In questa domenica d’aprile di tutto un popolo unito dalla collera.


una metà del mondo si sveglia
un fratellino corre ridendo Sorella mia, amica mia
lungo una via di Hanoi fiancheggiata dai tu che sei al paese
rifugi. in questo mattino d’aprile hai sentito il
tuono
Una compagna vigila nel porto di Haiphong dei duecento bombardieri
scrutando l’orizzonte bombardieri giganti
essa rivede il volto di sua madre che han lacerato l’azzurro di primavera.
sulle sponde del Mekong.
Ma nelle risaie
In questa domenica d’aprile nelle città, alla macchia
una metà del mondo dorme gli uomini del tuo paese
su di un popolo intero han seminato una grande primavera.
continua la notte negli Stati Uniti.
Benché corazzata
In una brezza di fiori e dolcezza di bombardieri giganti
duecento bombardieri giganti la volta del firmamento non può più
hanno gettato il loro carico arrestarla.
di morte e di dolore
di crimini e di pianti. Ogni mattino
mille milioni di mani
Da Haiphong in fiamme tendono un arco di solidarietà
a Saigon che si libera di là dalle terre
s’alza il pugno vittorioso di là dai mari
per salutare il sol che nasce nel tuo paese
e che si chiama vittoria si chiama speranza.

pagina 1346
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Lettre à Kissinger
(1975)
di Julos Beaucarne
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: francese
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lettre-kissinger

J'veux te raconter Kissinger il piétina Victor Jara


l'histoire d'un de mes amis chante dit-il tu es moins fier
son nom ne te dira rien
il était chanteur au Chili levant les mains vides des doigts
qui pinçaient hier la guitare
ça se passait dans un grand stade Jara se releva doucement
on avait amené une table faisons plaisir au commandant
mon ami qui s'appelait Jara
fut amené tout près de là il entonna l'hymne de l'U
de l'unité populaire
on lui fit mettre la main gauche repris par les 6000 voix
sur la table et un officier des prisonniers de cet enfer
d'un seul coup avec une hache
les doigts de la gauche a tranché une rafale de mitraillette
abattit alors mon ami
d'un autre coup il sectionna celui qui a pointé son arme
les doigts de la dextre et Jara s'appelait peut-être Kissinger
tomba tout song sang giclait
6000 prisonniers criaient Cette histoire que j'ai racontée
Kissinger ne se passait pas
l'officier déposa la hache en 42 mais hier
il s'appelait p't'être Kissinger en septembre septante trois

Informazioni

Dedicata a Victor Jara

pagina 1347
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Libera Belfast
(1972)
di Canzoniere Pisano / del Proletariato
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antimperialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/libera-belfast

Io vi canto una canzone che in Irlanda sanno il messaggio della libera Belfast.
già Ogni notte verso le una alla luce della luna
che vi parla della libera Belfast si divertono i compagni di Belfast
quando in via delle cascate tutti sulle mentre canti, balli e suoni non ci son
barricate preoccupazioni
dichiarammo la repubblica a Belfast. dietro le barricate di Belfast.
Con la guardia popolare che va in giro a
perlustrare Or che il popolo è cosciente d'esser
si è sicuri nella libera Belfast autosufficiente
dalla radio clandestina puoi sentire ogni non si fanno più delitti qui a Belfast
mattina e la gente tutta unita vuole il diritto alla
le notizie della libera Belfast. vita
dichiarando la repubblica a Belfast.
E poi via per tutto il giorno puoi sentire Or che il popolo è cosciente d'esser
tutto attorno autosufficiente
dolci canti che ti parlan di Belfast non si fanno più delitti qui a Belfast
dal palazzo del Comune diffondiamo a gran e la gente tutta unita vuole il diritto alla
volume vita
dichiarando la repubblica a Belfast.

pagina 1348
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Liberare tutti
(1971)
di Canzoniere Pisano / del Proletariato
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: carcere, comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/liberare-tutti

Ci son tanti compagni senza perdere un'ora.


di cui siamo privati E tutti i riformisti
perché questa giustizia che fanno i delatori
li vuole carcerati insieme ai padroni
però son fianco a fianco noi li faremo fuori.
con altri proletari
che passano la vita E Porci padroni,
dentro i penitenziari. voi vi siete illusi
non bastan le galere
Si stanno organizzando per tenerci chiusi.
per fare delle prigioni Noi facciam vedere
una base di lotta ai nostri sfruttatori
contro i padroni. che per ognuno dentro
Per questo hanno bisogno mille lottano fuori.
anche del nostro scudo;
se noi lottiamo fuori Siam tutti delinquenti
per loro sarà un aiuto. solo per il padrone
siamo tutti compagni
Liberare tutti per la rivoluzione.
vuol dir lottare ancora,
vuol dire organizzarci Liberare tutti...

Informazioni

Una canzone sul lavoro politico che Lotta Continua portava avanti all'interno delle carceri

pagina 1349
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Liberiamo il sud Vietnam


(1972)
di Canzoniere delle Lame
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antimperialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/liberiamo-il-sud-vietnam

Il Sud Vietnam noi vogliamo liberar avanti andiam


e cacciar via gli aggressori american la nostra terra a liberar
non più massacri, bombe al napalm la nuova vita nascerà
la pace un giorno tornerà. il sole sorge sul Vietnam.

Noi spalla a spalla lottiamo uniti Per troppi anni contro gli invasor
sotto una sola grande bandiera che han diviso la nostra nazion
per far libero il Vietnam. abbiam lottato per riunir
villaggi, popoli e città.
Avanti popolo del Sud
insorgi al fianco dei Vietcong E il fiume Mekong e i monti Truong Son
con le armi in mano nessuno li separerà nella terra del Vietnam.

pagina 1350
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Liberiamo Marini [Libertà per Marini]


(1974)
di Antonio Giordano
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/liberiamo-marini-liberta-marini

Te ne andavi coi tuoi compagni E insieme all' Alfinito


A parlare dell'anarchia Poi ti hanno aggredito.
Ed avevano paura
I fascisti e la questura. Ma tu ti sei difeso
Dalla vile aggressione
Minacce ed aggressioni E il fascista ha pagato
Ne hai subite tante La sua provocazione.
Dalle squadre assassine
Del boia Almirante. E quando in galera
La lotta hai continuato
Ti dissero: "Marini Gli sbirri dello stato
Devi stare molto attento; Ti hanno torturato
Se continui ad indagare
Noi te la farem pagare". Difendersi dai fascisti
No, non è reato:
Ma tu sei andato avanti Compagno Marini,
Per scoprire i mandanti Sarai liberato!
Della strage dello stato
Contro il proletariato. In nome di Mario Lupo
E di Franco Serantini,
Ma Falvella ha insistito Compagni dobbiamo
Col coltello nella mano Liberare Marini

Informazioni

Catanuto S., Schirone F., Il canto anarchico in Italia nell'Ottocento e nel Novecento, zero in condotta, Milano, 2009

pagina 1351
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Licenziamo i padroni
(1971)
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti, lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/licenziamo-i-padroni

E’ cominciata coi cotonifici tutta la Valle è solidale,


perchè Felice gli ha tolto il lavoro le altre fabbriche si uniscono già.
con gli operai costretti alla fame,
e giù nel Libano l’han fatto scappar. Anche la Eti è uguale a Riva
“Cari padroni dovete sapere perchè i padroni son tutti dei ladri;
che i proletari sono sempre in crisi, ma questa volta qualcosa è cambiato
per questo noi non veniamo a trattare la lotta dura comincia a marciar!
e cominciamo con l’occupazion”. Lungo i binari, lungo le strade
gli operai conferman la forza
De Quarti Paolo, un altro ladrone e il padrone ha ancor più paura:
La Magnadyne mandava in rovina, capi e krumiri fa galoppar...
la Duco e Nobel han chiuso i battenti,
Nenni Pietro fregò la Fichet. Sant’Antonino quel nove febbraio
E tutti quelli che hanno tradito, i proletari han preso le strade,
tutti per nome noi conosciamo: bandiere rosse in testa al corteo
sono quei fessi che tregue han firmato ed il padrone incomincia a tremar.
e che le lotte volevan castrar. In quella lotta eravamo in tanti,
la polizia che serve i padroni
E tutti quelli che hanno creduto con la violenza voleva fermarci
ai burocrati e ai rinnegati e le denunce fece fioccar...
sono rimasti sempre fregati
e han capito: non bisogna pregar! “Amici cari venite a trattare
Ma gli operai continuan la lotta la stessa barca dobbiamo remare,
perchè insieme ci sono i compagni, perchè la crisi ci rende fratelli
e tutti insieme dobbiamo pagare”:

Informazioni

Questa ballata dei cotonifici fu composta nel corso delle lotte popolari in Valle di Susa negli anni '70. Si fa
riferimento allo sciopero generale di valle del 9/2/1971, giorno in cui si bloccarono le statali; il 7/4/71 in un'altra
giornata di lotta vennero invasi i binari alla stazione di Sant'Antonino di Susa; il 5/5/71 gli operai occuparono il
cotonificio di Sant'Antonino. Un anno dopo scattarono gli arresti di operai e studenti. Il testo di questa canzone
venne composto da tre di loro (Enzo De Bernardi, Ernesto Meyer, Gigi Richetto, sull’aria di “O cara moglie”) e
venne cantato per la prima volta da Fausto Amodei.

pagina 1352
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Lo stracchino
(1974)
di Paolo Pietrangeli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lo-stracchino

Avendo un pezzo del mio cielo


delle difficoltà
nel mio linguaggio Sono vent’anni
le chiesi del formaggio che tutte le sere
volendo lo stracchino io vado dal droghiere
e mangio lo stracchino
Lei mi guardò
dall’alto di una scala lo faccio solamente per vedere
mi gettò un pacco in mano lei sopra quella scala
e mi chiamò villano ed io sempre più in basso
lo sguardo sempre perso
Ma non facevo niente nel mio universo
soltanto la guardavo
con il mio sguardo sperso Passi avanti ne ho fatti
e vidi l’universo non mi chiama villano
e tiene lo stracchino
che sotto le mutande Dio mio quanto la amo
che lei portava rosa sull’ultimo scalino
coloro che aborrisco
io ve lo garantisco Il mio cielo frattanto
si è ormai un poco avvizzito
che vidi per davvero ma ancora non dispero
lo dico per davvero

pagina 1353
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Los Vietnamitas son pequenitos


di Carlos Puebla
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: spagnolo/castigliano
Tags: antimperialisti, comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/los-vietnamitas-son-pequenitos

Los yanquis son grandulones Los Vietnamitas son pequenitos


parecidos a gigantes son pequenitos sì
algunos como elefantes pero con muchos corazones
"pero no tienen corazones". asi gigantes asì, asi gigantes asì.

Los Vietnamitas son pequenitos Los yanquis tienen confores


son pequenitos sì elicópteros guerreros
pero con muchos corazones tienen barcos y morteros
asi gigantes asì, asi gigantes asì. "pero no tienen corazones".

Los yanquis tienen canones Los Vietnamitas son pequenitos


y los tienen por millares son pequenitos sì
y Academias militares pero con muchos corazones
"pero no tienen corazones". asi gigantes asì, asi gigantes asì.

Los Vietnamitas son pequenitos Por ésto y miles de cosas


son pequenitos sì venceràn los Vietnamitas
pero con muchos corazones dicen que son pequnitos
asi gigantes asì, asi gigantes asì. "pero si tienen corazones".

Los yanquis tienen aviones Los Vietnamitas son pequenitos


tienen bombas y fuciles son pequenitos sì
y generales por miles pero con muchos corazones
"pero no tienen corazones". asi gigantes asì, asi gigantes asì.

pagina 1354
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Lotta continua
(1971)
di Canzoniere Pisano / del Proletariato
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lotta-continua

Siamo operai, compagni, braccianti allora compagni usiamola insieme


e gente dei quartieri prima che sia finita!
siamo studenti, pastori sardi,
divisi fino a ieri! Lotta! Lotta di lunga durata...

Lotta! Lotta di lunga durata, Una lotta dura senza paura


lotta di popolo armata: per la rivoluzione
lotta continua sarà! non può esistere la vera pace
finchè vivrà un padrone!
L'unica cosa che ci rimane
è questa nostra vita, Lotta! Lotta di lunga durata...

pagina 1355
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Lu patruni è suverchiu
(1973)
di Pino Veneziano
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: siciliano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lu-patruni-e-suverchiu

Parlu 'cù vuatri 'cà diciti sempri: cù li raggi e lo sò caluri


"Chiamati patri a 'cù vi duna pani" feconda la terra, nostra madre naturale,
io vi dicu 'cà 'unn'è veru nenti tutti l'autri un sù patri, ma sù patruna
ma siti viatri chi 'cù li vostri manu e l'ù patruni è 'n'male vecchiu.
'ci dati pani, cumpanaggiu e vinu Ci vonnu chiddi chi pigghianu pisci di lù
'cù lu travaggiu di lì vostri vrazza mari,
campanu iddi chi sù 'na brutta razza. ci vonnu chiddi chi aisanu 'li casi,
ci vonnu chiddi chi allevanu animali,
(parlato): Un sulu patri avemi ed è lù sule, ma lu patruni no, chiddu è suverchiu.

Informazioni

Nell' LP 33 giri, edito dai "Circoli Ottobre" di Lotta Continua, Lu patruni è suverchiu.

pagina 1356
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Lu soprastante
(1971)
di Matteo Salvatore
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: pugliese
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lu-soprastante

Quanne mettèmme lu réno a la campagna nce pò parlá,


tenèmme nna séte ca nu ce murèmme cj adda sòle fatijá
dicèmme a lu soprastante, “Vulìmme véve, Qua nun ce pò véve,
mann’a pigghjá lu cúcume sotte li mennòcchje” nce pò parlá,
cj adda sòle fatijá
“Vuje n’avita véve, Qua nun ce pò véve,
n’avita véve, nce pò parlá,
avita fatijá. cj adda sòle fatijá
Vuje n’avita véve,
n’avita véve, Nu nnà avima véve,
avita fatijá” nnà avima véve,
avima fatijá.
Uno de li fatijatóre c’alluntanéve
a jjá ngappa lu cúcume ce ne jéve. Nu jòrne addá arrevá
L’allucchève lu soprastante: lo pòrce accise l’amma magná.
“Túrnete addréte
se nun te turne addréto si licenzjéte” Nu nnà avima véve,
nnà avima véve,
Qua nun ce pò véve, avima fatijá.
nce pò parlá,
cj adda sòle fatijá Nu jòrne addá arrevá
Qua nun ce pò véve, accise e arròstute l’avirna fa.

Informazioni

Solitamente Matteo Salvatore faceva precedere il canto da questo breve monologo:

"Gente, io ci sono stato nei campi di grano a mietere sotto lo sguardo vigile del sorvegliante, sotto il sole cocente,
curvo dall’alba al tramonto e lì a due passi la fiasca dell’acqua fresca sotto i covoni e non potermi dissetare. No,
qui non si può bere, non si può parlare, si deve solo lavorare, lavorare, lavorare, chi non lo farà verrà licenziato,
credetemi io ci sono stato."

pagina 1357
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Lubiam
di Gualtiero Bertelli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti, lavoro/capitale, morti sul lavoro
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lubiam

State a sentire, o voi tutti quanti, Se questa è vita, meglio la morte


canto la storia di uno di noi ma quella morte ingrassa il padrone.
di chi si guadagna appena la vita
vendendo l'unica cosa che ha. Se poche lire non valgono una vita..

Queste due braccia più dure del ferro Un incidente, è casuale,


ed una voglia di essere uomo ci hanno detto i nostri signori,
un desiderio di libertà ma dopo poco davanti ai forni
che tanti anni non han cancellato. ci hanno messo la protezione.

Se poche lire non valgono una vita Due metri cubi di legno da poco
tutti i padroni neanche un operaio hanno rubato una vita, che vale!
non siamo bestie mandate al macello Quello che conta è sempre sfruttare
ma voi tacete e questo è il guaio. distruggere un uomo, non farlo pensare.

Compagno Lubiam, a cinquant'anni Se poche lire non valgono una vita..


con una moglie e due figli a casa
ed una storia che parla da sola Compagni voi che mi state ascoltando
parla di morte assurda e amara. che non gridate la nostra forza
questa è una morte che ci condanna
Per poche lire, ora su ora, che chiama in causa la nostra coscienza.
bruci le ossa davanti ai forni.
Chi scrive piani di produzione Lubiam ci grida: No al padrone»
alla Montecatini non li conosce. ed è un grido che vuole la guerra.
Voi non potete ancora tacere
Se poche lire non valgono una vita... la nostra forza ci chiama alla lotta.

Ditelo anche voi che vi brucia il viso Se poche lire non valgono una vita
che respirate un fumo acre, il tuo lavoro non è del padrone,
che non potete tirare avanti ricorda Lubiam, torna a lottare
che qualche volta temete la morte. che questa storia deve finire,

E quella morte ha preso Lubiam ricorda Lubiam, torna a lottare


bruciato vivo come carbone. il suo sistema deve morire
il suo sistema deve morire.

pagina 1358
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Lumantela par tri nôs paisân


di Collettivo Ticino Riva Sinistra, Nino Jomini
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: lombardo
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lumantela-par-tri-nos-paisan

Sèmp'na futa nè cirtâ sü chi ricàgia


lasâgh'i penn tül quel zangui senza màgia
ma òi che brüs s'te ghe vint'ann 'urzü da l'öedi
lua che pirutâ i tusânn se in süi tudar
si l'è n'ügheta o in sü quî ludar
qûa' ind'sacheta giangianês repüblichiti
un palancôn giènerini o reseghiti
t'a g'an cres par dâgh'la füga che ai tugniti gh'i'en dai in mân
a quî ca cöenta o la ga giüga
e pöe brüsagh' magâi'l paiôn Se nè pöe
e l'e verità
'nbè a vint'ann 'n'om me'l por praôstu al postu
tri nôs paisân da quel zangui a l'ea ufrì il zò
culpa il credi'nd'un dumân se fin dèn
da libartà giüstizia e pân il plutôn d'esicüziôn
s'en truâa dôs g'a ne stai c'ân sparâa a oltu
puntâa i mascìn-pistòl quî ch'e mortu aluâ l'e mortu
ma öegiu süciu e'n pê in la fôsa par fa disidâ l'amur
în vusâa 'nmò a tüta pôsa
"viva l'Itaglia e i Partigiân" sacranôn
che liziôn
Mîa quistiôn da tri fiöe
incöe töe il zâe cupâa a vint'ann.

Informazioni

Il "Collettivo Ticino riva sinistra" fu attivo a Castano Primo (MI) negl' anni '70/'80.

pagina 1359
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Ma che razza de città


(1973)
di Gianni Nebbiosi
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: romanesco
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ma-che-razza-de-citta

Dice l'aria c'e' piu' bona che a Milano E li giorni te li fanno co lo stampo
Specialmente pe' chi campa solo d'aria. E 'na sera compri 'n etto de castagne
Specialmente pe' chi torna a casa a sera E te metti a sede e t'aritrovi a piagne.
E nell'aria ce po' solo bestemmia'. Ma che razza dei citta' (2 volte)
Le matine de gennaio ce sta' 'n sole
Tanto bello che je sputeresti 'n faccia. E 'ner manna' 'n gola pianto e callaroste
Come dentro a quer grugnaccio der capoccia T'aricordi che c'e' puro l'artra gente,
Che fa i sordi mentre tu stai a lavora'. t'aricordi che quarcuno t'ha spiegato
se comincia a resta' solo sei fregato.
Ma che razza de citta' (2 volte). E cammini e te li guardi bene 'n faccia
E t'accorgi tutto a 'nbotto che so' tanti.
E ce vengono pe' fame da lontano Tante callaroste assieme a tanti pianti
Perche' Roma vuole di' la capitale E nun sai piu' s'hai da ride o da trema'.
Ma 'n borgata pe' strada che 'n imbuto
Roma vole di' sortanto sei fottuto. Ma che razza de citta' .....
Sei fottuto e puro tocca tira' avanti

Informazioni

Composizione di Gianni Nebbiosi, punta vanzata del tentativo di raggiungere un pubblico sensibile alla musica pop,
con testi provocatori e politicamene avanzati.

pagina 1360
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Ma chi ha detto che non c'è


(1976)
di Gianfranco Manfredi
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ma-chi-ha-detto-che-non-ce

Sta nel fondo dei tuoi occhi Sta nel nero della pelle
sulla punta delle labbra nella festa collettiva
sta nel corpo risvegliato sta nel prendersi la merce
nella fine del peccato sta nel prendersi la mano
nella curva dei tuoi fianchi nel tirare i sampietrini
nel calore del tuo seno nell'incendio di Milano
nel profondo del tuo ventre nelle spranghe sui fascisti
nell'attendere il mattino nelle pietre sui gipponi

Sta nel sogno realizzato Sta nei sogni dei teppisti


sta nel mitra lucidato e nei giochi dei bambini
nella gioia nella rabbia nel conoscersi del corpo
nel distruggere la gabbia nell'orgasmo della mente
nella morte della scuola nella voglia più totale
nel rifiuto del lavoro nel discorso trasparente.
nella fabbrica deserta
nella casa senza porta ma chi ha detto che non c'è
ma chi ha detto che non c'è
Sta nell'immaginazione
nella musica sull'erba Sta nel fondo dei tuoi occhi
sta nella provocazione sulla punta delle labbra
nel lavoro della talpa sta nel mitra lucidato
nella storia del futuro nella fine dello Stato
nel presente senza storia
nei momenti di ubriachezza c'è, c'è. sì che c'è.
negli istanti di memoria ma chi ha detto che non c'è

pagina 1361
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Ma non riusciranno
(1976)
di Collettivo del Contropotere
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ma-non-riusciranno

Ma non riusciranno gli operai se non impara ad ubbidire lesto


a prendere le fabbriche ai padroni; gli insegna il generale presto presto
hanno tentato nel '920
e i riformisti gli han spaccato i denti se non bastasse il prete ed il maestro
e il generale a metterli un po' a posto
padrone mio non devi preoccuparti c'habbiamo in mano la televisione
sono lo stato e faccio i tuoi interessi giornali e stampa per l'informazione
se non bastassero i carabinieri
c'è la scuola e caserma che li freghi con il telegiornale ed il pallone
a quei citrulli gli riempiam la testa
è vero amico stato c'hai ragione cresce la roba, affitto spese e pane:
abbiamo la scuola piena di nozioni noi diamo canzonissima a chi ha fame
e lo studente impara facilmente
chi sono gli sfruttati e chi i padroni oh come siam felici noi padroni
in questa Italia di lavoratori
e poi ho inventato patria, onore e gloria lasciamo lavorare gli operai
quand'entra il proletario giù in caserma e noi viviam nell'ozio più che mai...

Informazioni

Quinto testo dal disco L'estate dei poveri - Dalla realtà di classe al progetto libertario, del Collettivo del
Contropotere, edito dal "Circolo cultura popolare di Massa" nel 1976, il primo LP prodotto e realizzato da gruppi del
movimento anarchico.

Da "La musica dell'altra Italia", sito non più online.

pagina 1362
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Ma per fortuna
(1976)
di Collettivo del Contropotere
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ma-fortuna

Parlato: il grande Marx ci ha detto:


- Ma per fortuna penetrate, infiltratevi,
il capitale e lo stato non sono immortali entrate e non uscite
- Ah! Non sono immortali? dai posti dove si comanda
- No! Sono immortali dalla grande stanza dei bottoni
- Ma come, non sono immortali? e così vinceremo
- No cari compagni - Ma, vinceremo che cosa?
perché la nostra democrazia - Vinceremo le elezioni...
repubblicana e antifascista - E poi?
permette al grande partito del lavoro - Boh!
di assurgere ai vertici dello stato

Informazioni

Testo parlato, intermezzo tra il quinto e il sesto brano cantato, dal disco L'estate dei poveri - Dalla realtà di classe
al progetto libertario, del Collettivo del Contropotere, edito dal "Circolo cultura popolare di Massa" nel 1976, il
primo LP prodotto e realizzato da gruppi del movimento anarchico.

Da "La musica dell'altra Italia", sito non più online.

pagina 1363
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Ma perchè mi dici sempre


(1969)
di Paolo Pietrangeli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti, satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ma-perche-mi-dici-sempre

Ma perché mi dici sempre "Come poi non ti vergogni


queste cose son scontate sempre iscritto a quel partito
poi te le ritrovi avanti come non ti rendi conto
sempre uguali, mai toccate. che quel gioco è già finito
revisionista, revisionista".
Tu m'hai detto "sei un borghese"
forse si, ma non m'offendo Poi t'ho chiesto per favore
certo ad ogni fine mese ti volevo sul mio petto
dirò sempre "porco mondo, m'hai guardato con terrore
non ci arrivo, porco mondo" "con l'entrista non mi metto
dentro al letto" tu m'hai detto.
"Guarda, poi non sei coerente:
tremi quando scendi in piazza". "E se vuoi che te lo dica
Ti rispondo fermamente tu non sei un buono, sei un fesso"
che ci ho una paura pazza, ed allora l'ho strozzata:
sempre peggio. una vittima del sesso.

pagina 1364
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Ma verrà un giorno
(1974)
di Movimento Femminista Romano
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ma-verra-un-giorno

Ma verrà un giorno Ma verrà un giorno


che tutte le morte che tutte le morte
di cucchiaio, di aghi duri si uniranno alle vive
usciranno in una guerra
dalle tombe di pietra assai rabbiosa
per vendicarsi del mondo intero che ridarà l'onore alle donne
che le ha volute Con braccia di ferro
tutte buone agguantare la gioia
in un lago di sangue con denti di lupo
amorose sorridenti e felici agguantar la fierezza
e non lasciarla mai più.

Informazioni

Il testo è di Dacia Maraini, inserito nello spettacolo teatrale "La donna perfetta, Il cuore di una vergine"del 1974

pagina 1365
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Madame Giustizia
(1975)
di Gianni Siviero
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: carcere
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/madame-giustizia

Mi chiamo con un numero per questo sei pagata


son dentro da sei anni per farmi rantolare
son sei anni e un giorno ma è solo tuo il piacere
che non faccio all'amore io devo solo urlare
ormai odio il mio corpo
che non si sa scordare vorrei qui nella branda
d'essere ancora vivo la vergine che in chiesa
non si vuol rassegnare allarga le sue braccia
stando su un piedestallo
avevo una ragazza a consolar suo figlio
scriveva ogni tre mesi la vorrei qui svestita
le ho scritto lascia stare di Edipo me ne frego
rifatti una tua vita son io che ora sto male
sono anni che di notte
mi trovo ad ansimare tu direttore e prete
stringendo tra le braccia tutori del ricatto
me stesso ed un ricordo che si nasconde dietro
questo gran baccanale
tu direttore e prete so che siete impazienti
tutori del ricatto di vedermi saltare
che si nasconde dietro addosso ad un compagno
questo gran baccanale come un cane ad aprile
so che siete impazienti
di vedermi saltare non vi rendete conto
addosso ad un compagno che l'unica mia voglia
come un cane ad aprile col tempo è diventata
quella di farvi fuori
o giustizia italiana insieme a tutto quello
baldracca mercenaria che chiamate giustizia
che usi del mio corpo e invece è la maitresse
come se fosse tuo del bordello statale.

pagina 1366
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Mafia e Parrini
(1973)
di Ignazio Buttitta
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: siciliano
Tags: anticlericali
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/mafia-e-parrini

La mafia ed i parrini Unu jsa la cruci,


si dettiru la manu: l'autru punta e spara
Poviru cittadinu, Unu minazza lu 'nfernu,
poviru paisanu! l'autru la lupara.

E mafia e parrini Sicilia, quantu peni


si dettiru la manu. e chiantu a cori ruttu:
E mafia e parrini rubbuni e scappularu
si dettiru la manu. ti 'ncupunaru a luttu.

La mafia e li parrini, Chi semu surdi o muti??!


eterni sancisuca! Rumpemu 'sti catini
Sidduni nni li spaddi Sicilia voli gloria!
e corda chi nn'affuca Né mafia né parrini

E mafia e parrini E mafia e parrini


si dettiru la manu. si dettiru la manu.
E mafia e parrini E mafia e parrini
si dettiru la manu si dettiru la manu

Informazioni

Il testo di Ignazio Buttitta, fu musicato prima da Otello Profazio, e recente è stata ripresa, rimusicata con un ritmo
più sostenuto e allegro da Joe Fallisi, e reincisa nell’album "L'uovo di Durruti" nel 2004.

Il testo è tratto dal volume: Buttitta I., “Lu trenu di lu suli” – Il treno del sole / storie, canti di protesta, canzoni in
dialetto siciliano con traduzioni a fronte (prefazione di Roberto Leydi, introduzione di Leonardo Sciascia) Edizioni
Avanti! 1963

pagina 1367
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Mammina Pendolare
di Collettivo Ticino Riva Sinistra, Nino Jomini
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: lombardo
Tags: femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/mammina-pendolare

Tenendu al fia e atensiun se i san no curagg,


de fal no disida s' em chi a infurmai
in sü al cüsin del me nanin Shcèna e osa rütt,
slunghi lì un basin l'è già noc quand turni a cà
la mia schiscèta in bursa l'è no finida,
e via de cursa, go' li anca mò cent mistè da fà
se perdo il treno quattrini e in pù al me om rabià
in meno alla fin del mes. cum el fant de pichi
La gente bene, cui so ripichi prunt
col culo al caldo sül prosim a riversà
dorme ancora Cristu d'un Diu,
orca malora e nüm già in stràa parchè a dei vess mi
vers i fadigh a pagà al fio se l'han bulà
cume i furmigh cume suvversiv e l'han licensià
tra il lüsc e il brüsc d'acord: al va pòc par
fuori dalle tane al so amur propri vedem laurà mi
l'amaro pane quitidiano ma al dev capì, sto luc, c
a cunquistas. he amss vör dì vütass.
Chissà se quei sant'uomini difensur
del nucleo famigliare e di so valur Chissà se quei sant'uomini difensur
sanno il rovescio e i guai del nucleo famigliare e di so valur
de certi medai sanno il rovescio e i guai
se i san no curagg, de certi medai
s' em chi a infurmai se i san no curagg,
s' em chi a infurmai
In stabliment l'è düra Gu no vergogna amet che quand
a custring la ment tuchi al let
a cuurdinà i tò muiment sun bel e lì talmen sfinida
cun qui da la press “ma che fa l'amur”!
che spess e vulentera l'amur adess al fèmm
te và al pinsèe dopu l'estrassion dal lott
al fioeu che a cà, al sabet sera
'bandunà a sé stess ala manera dei sviserott.
sai cum'è al po' cress E i ann a vann,
Se suta ai press, e a nüm ghe resta
l'è già sücess, l'amaresa d' una giuinesa,
i man ghe lassum poer fiur, sacrificà
nüm donn a pasum par svampì, in sü i altaritt dal Diu prufitt
cò da gain di lor padroni
e i prim balòss a dam adoss questi campioni
sono i padroni di cristiana civiltà.
lur che i so' fioeu a noster spes
ghi han via in culegg. Chissà se quei sant'uomini difensur
del nucleo famigliare e di so valur
Chissà se quei sant'uomini difensur sanno il rovescio e i guai
del nucleo famigliare e di so valur de certi medai
sanno il rovescio e i guai se i san no curagg,
de certi medai s' em chi a infurmai

Informazioni

Da una raccolta di registrazioni del Collettivo Ticino Riva Sinistra, su audiocassetta. Le parole solitamente di Nino

pagina 1368
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Jomini, musica in genere dei vari componenti del gruppo.

pagina 1369
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Manifesto
(1969)
di Paolo Pietrangeli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/manifesto

Manifesto manifesto dove andiamo, lei sa il nome?


manifesto per le strade Non lo so, ma è una frazione
manifesto molto spesso di un comune non lontan.
anche in piccole contrade.
Manifesto manifesto
Manifesto manifesto manifesto per le strade
meglio dir manifestavo manifesto molto spesso
io son diventato bravo anche in piccole contrade
e non manifesto più.
Manifesto manifesto
Che io sia partito un giorno meglio dir manifestavo
certo questo vuol dir molto io son diventato bravo
anche se non è risolto e non manifesto più
dove noi si stia ad andar.
Manifesto
Conducente, scusi tanto, Manifesto
Manifesto

pagina 1370
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Manifiesto
(1973)
di Victor Jara
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: spagnolo/castigliano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/manifiesto

Yo no canto por cantar ni cosa que se parezca


ni por tener buena voz, mi canto es de los andamios
canto porque la guitarra para alcanzar las estrellas,
tiene sentido y razón. que el canto tiene sentido
cuando palpita en las venas
Tiene corazón de tierra del que morirá cantando
y alas de palomita, las verdades verdaderas,
es como el agua bendita no las lisonjas fugaces
santigua glorias y penas. ni las famas extranjeras
sino el canto de una lonja
Aquí se encajó mi canto hasta el fondo de la tierra.
como dijera Violeta
guitarra trabajadora Ahí donde llega todo
con olor a primavera. y donde todo comienza
canto que ha sido valiente
Que no es guitarra de ricos siempre será canción nueva.

Informazioni

Inserita da chiara.calzolaio _at_ gmail.com

pagina 1371
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Mannaja all'ingegneri
(1977)
di Otello Profazio
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: calabrese
Tags: emigrazione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/mannaja-allingegneri

E mannaja all'ingegneri E se tindi vò veniri


che ingegnò la ferrovia! All'America cu mia,
Ca se non faciva le mezzi ti lu pagaria lu trenu
all'America non si ia. e puru la ferrovia
(tutta la strofa 2 volte). (tutta la strofa 2 volte).

Argentina: a cu futti, a cu ruvina. Stati Uniti: va! pruvati ca viditi!


Venezuela: megghiu 'a pesti 'e lu culera. Cannatà: disgraziato a cu ci va.

E l'America di norti, E' l'America un beddrhu paisi


la Repubblica argentina: e beatu cu ci va:
la munita si guadagna, c'è da moriri di risi
la saluti si ruvina. puru i cafuni parlunu 'ngrisi.
(tutta la strofa 2 volte) (tutta la strofa 2 volte).

Stati Uniti: va! pruvati ca viditi! Argentina...


Cannatà: disgraziato a cu ci va.
E mannaja all'ingegneri...

Informazioni

Canto satirico d'emigrazione, composto con strofe raccolte dai vari emigranti calabresi in giro per il mondo.
E' tratto dall'lp "Scibilia nobili" del 1977, ed è reperibile su cd nella raccolta "Otello Profazio", 2 cd + libro, edita
dalla Squilibri di Roma

pagina 1372
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Marcha de los pobladores


(1972)
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: spagnolo/castigliano
Tags: antimperialisti, comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/marcha-de-los-pobladores

Poblador, compañero poblador, ahora la historia es para ti


seguiremos avanzando hasta el final, con techo, abrigo y pan
poblador, compañero poblador, marchemos juntos al porvenir.
por los hijos, por la patria y el hogar,
poblador, compañero poblador, Sin techo, es como vivir sin pan,
ahora la historia es para ti sin pan, es como vivir sin vida,
con techo, abrigo y pan sin razón, sin fe, sin justicia,
marchemos juntos al porvenir. sin esperanza, sin alegría.
Con techo, la vida es mucho mejor,
Poblador, compañero poblador, mejor, con nuestra organización
con las banderas del gobierno popular, para los que no han nacido
poblador, compañero poblador, trabajemos siempre unidos
por los hijos, por la patria y el hogar, y será Chile el gran hogar.
poblador, compañero poblador,

pagina 1373
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Marcia con te
(1974)
di Canzoniere Il Contemporaneo
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antimperialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/marcia-con-te

Isla de Pinos marcia con te di essere cubani.


la rivoluzione cubana Ogni giorno rivoluzione
marcia con te mai nulla si ferma.
sulle ali della scuola
ecco levarsi si schiudono alla vita Guardate Fidel, guardate le ragazze
alla vita i fiori del futuro. guardate i giovani
lavorare e studiare
Vanno cantando le brigate volontarie con che amore lo fanno
nei cuori orgogliosi con che amore lo fanno.

pagina 1374
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Marghera adeso
(1973)
di Canzoniere Popolare del Veneto
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: veneto
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/marghera-adeso

Marghera adeso i vol ristruturar par le riforme semo tuti qua


a la SAVA mile i n'à licensià Colombo svola svola fate in là.
el governo che Venesia vol salvar
ai operai ghe cava da magnar I briganti neri se gà maschera
adeso i parla de legalità
tuto queo che se gà conquista sta maschera ghe la tiraremo xo
co le lote dure e co l'unità da drio se sconde sempre el paron
a poco a poco i ne lo vol fregar
col caro-vita i ne lo fa pagar Chi nò lo sa Venesia xe la cità
dove i fassisti va tuti in canal
parché ' ste robe gabia da cambiar chi no lo sa Venesia xe la cità
chi che lavora gà da governar dove el fassismo mai nò el pasarà.

Informazioni

testo e musica di alcuni compagni della sezione «Di Vittorio» di Cannaregio

pagina 1375
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Maria Rosa
(1975)
di Antonietta Laterza
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/maria-rosa

Di solito tace Dal colosapia pende un amuleto contro il


ma rassicura con lunghe onde rosse malocchio
Maria Rosa sta distesa su un fianco sulla pancia un grammofono
come un' isola che torna dal futura che spegne i registri cupi della vita
nella mano del cuore trattiene un Maria Rosa sta distesa su un fianco
pappagallino orbo come una cellula senza origine
nell'inguine una gatta che ha partorito da E i giorni di nebbia distribuisce monetine
poco d'oro
maria Rosa protegge i deboli e quando vola in cielo i bambini le sorridono
e punisce i padri che violentano le madri. Maria Rosa galleggia nel primo ricordo
è la Grande Madre

pagina 1376
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Mario della Piaggio [Povero Mario]


(1968)
di Canzoniere Pisano / del Proletariato
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti, lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/mario-della-piaggio-povero-mario

Povero Mario, l'hanno licenziato Quel celerino con la ghigna cane


Era il più bravo di tutto il capannone Gli calò la mazzata sulla spalla
Ma il tempo è tempo, e trenta pezzi all'ora
Per quel merda del controllo non sono tanti Andava piano, con la spalla gonzia
Ammonta i pezzi dietro alla catena
Trenta è la regola, e un pò di più non guasta E il caporale, ruffiano del padrone
L'ha detto Piaggio all'ultima riunione Con l"orologio in mano stava a ride'
Chi fa di meno si cambia emi dispiace
Ma la catena non si ferma, non c'è ragione Ma un giorno Mario, vedrai quella catena
Si fermerò perchè nelle turbine
Povero Mario, s'era fatto male Ci si butta padrone e caporale
Quando allo sciopero di due giorni prima Che stanno bene insieme, insieme morti

pagina 1377
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Mario Lupo
(1974)
di Canzoniere del Vento Rosso, Francesco "Ciccio" Giuffrida
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/mario-lupo

È morto dicendo di immense schiere di nuovi partigiani.


"Compagni lottate più forte,
è l'unico modo Mario, fratello, compagno,
in cui posso sfuggire alla morte. sarai vendicato.
Lasciare la lotta, Non una sola ingiustizia
l'amore, credetemi è duro sarà sopportata.
per chi ha lottato Voglio farla finita
e creduto nel nostro futuro". con ogni padrone,
la gioventù proletaria
"Ma so che il mio posto oggi porta il tuo nome.
di certo non resterà vuoto,
che un cuore che batte, E noi lotteremo
la vita, non resterà muto. i fascisti e i democristiani,
Mi sembra già di vedervi, sapremo rifare la vita
sarete milioni, con le nostre mani.
decisi ad erigere E tutto quel che volevi
un mondo senza padroni". sarà realizzato,
la pace, il lavoro
E il nostro vento soffia ancora così tu sarai vendicato.
porta l'odore della rossa primavera.
Fa sventolare le bandiere nelle mani E il nostro vento soffia ancora..

Informazioni

Canzone dedicata a Mario Lupo, ucciso da un gruppo di neofascisti a Parma il 25 agosto 1972.
La canzone sarà poi ripresa da Pierangelo Bertoli, col titolo di "Eppur soffia ancora".

Ringraziamo l'amico Narciso Moschini per la segnalazione.

pagina 1378
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Marocchini
(1980)
di Yu Kung
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: emigrazione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/marocchini

E incomincia 'sta giornata sulle scale del sole in centro dentro ai bar
statuette orologi in giro la città un tappeto sulla spalla
tutto il giorno sulla strada scarpe rotte un berretto in testa mai un tram
grattacieli per aria e un cielo di reclam
E vendono di sera
e arrivano nell'alba come ultima speranza
come tanti cammellieri tappeti per volare
mentre un sole nero costruiti su in Brianza
nasce dietro ai grattacieli e fermano i passanti
e fuori dalle banche che attraversano i giardini
e dai grandi magazzini ma quando è sera
con quattro stracci addosso niente dà più ascolto ai marocchini
stan girando i marocchini
E' finita la giornata
E cammina con 'sta fiacca per le strade deserte...

pagina 1379
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Me pare
di Gualtiero Bertelli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: veneto
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/me-pare

Me pare, un omo in gamba de quarant'ani Gavevo diese ani e el me maestro


morto de silicosi in poco tempo diseva che venivo su ben
el ga lassà me mare e quatro fioi «Un bravo fio, pien de giudissio,
e mi el più vecio de undes'ani. el farà strada ne la vita».

El ga fato la guera d'Africa E adesso che me pare el xe morto


e do ani de concentramento go ciapà el so posto drio ai forni,
invalido, co 'na pension da fame vanto quatro schei ma so che un giorno
el xe tornà in fornasa a sofiar vero. sarò anca mi maestro sofiatore.

Me mare, par tirar avanti, E magari, sensa 'n'altra guera


la faseva la lavandera dai paroni visto che lavoro par diese ore
e mi al dopopranso andavo in riva e che respiro vero note e giorno
a scaricar peate par le fornase. andarò presto in tomba co me pare.

Informazioni

La silicosi è tra le prime cause di morte dei vetrai soffiatori di Murano.

pagina 1380
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Melissa
(1974)
di Canzoniere del Vento Rosso
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale, repressione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/melissa-0

Sulla strada che porta a Melissa Ma ecco che giunge da valle


sopra una pietra in un campo la celere di Mario Scelba
ci sono scritti tre nomi si odono gli spari dei mitra
ricordano un giorno lontano qualcuno cade a terra
Il 30 di ottobre a Melissa
i campi mostravan l'autunno Oh oh oh donne di Melissa
ma c'era la rabbia e il rancora chiedono vendetta e giustizia
negli occhi nel cuore di tutti. l'una e l'altra avranno
chi uccise e tradì pagherà
Scende dai campi e dai monti Oh oh oh terra di Calabria
cantando il popolo in lotta conquistata col sangue dei tuoi figli
bandiera rossa è ormai prossimo il giorno
giustizia e lavoro darà in cui riscattata sarai.
Questa terra incolta e riarsa
noi la strapperemo ai padroni La mattina andando al lavoro
la faremo rinascere tra i campi di vite e di grano
perchè è la nostra terra la gente di Melissa
passa davanti a quel sasso
Son canti e pianti di gioia che ricorda i morti
il popolo unito ha vinto i morti del 30 di ottobre
coi pugni chiusi saluta caduti per la loro terra
le rosse bandiere sui campi e che mai nessun scorderà

Informazioni

Il 30 ottobre 1949 a Melissa, piccolo paese calabrese, la polizia di Scelba sparò contro i contadini che lavoavano le
terre occupate di un latifondista, uccidendone tre.

pagina 1381
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Merica, Merica
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale, emigrazione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/merica-merica

Cari fratelli ora state a sentire, paga già prima in buoni contanti
che molti braccianti l’Italia abbandonan, se vuol nostre braccia per lavorar.
lasciando la terra e l’aria si bona L’America è grande ben più dell’Italia,
andare in America a lavorar. le terre son boschi, arene e vallate,
Ben si guadagna al giorno sei lire, per quanti ci vanno son già preparate
vestiti leggeri ma ben casermati, le squadre in colonia per lavorar.
soggetti ai padroni coma i soldati
se ben si fatiga c’è più libertà Merica, Merica...

Merica, Merica, Merica Fatica, lavora e mai non si stanca,


Merica, Merica, Merica che ricco e istruito ben presto sarai,
Merica, Merica, Merica così dall’America scorda i tuoi guai,
Merica…a lavorar! e torni con l’oro i fondi a comprar.
Merica…a lavorar! Io lascio la casa, io lascio l’amante
Merica…a lavorar! viaggio per terra e anche per mare,
se dall’america posso tornare,
Il viaggio ci costa, ma è tutto pagato, lo giuro non voglio mai più lavorar.
chi attende da Italia i lavoranti,
Merica, Merica...

Informazioni

Canzone composta da due parti: la prima (testo di anomino e musica di Cantovivo) è la presentazione dell'America
come paese ideale, la Mecca del proletariato; la seconda (raccolta a Sertegno da M.A. Spreafico) è la forzata
sopravvivenza degli emigranti in quella terra di sogni e di chimere.

(Maria Rollero)

pagina 1382
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Mi guardo in uno specchio


(1972)
di Movimento Femminista Romano
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: femministi, discriminazione GBLT
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/mi-guardo-uno-specchio

Mi guardo in uno specchio invece di un lui.


mi chiedo cosa sono
perchè io amo te Mi sento un po' la strana
invece di un lui. la pazza, la anormale
mi sento la diversa
Non sono stata fiocchi in uno strano uguale.
nemmeno bamboline
non ho fatto la calza Non ho accettato il trucco,
ma ho vinto i soldatini nemmeno i merlettini
e adesso io mi chiedo per essere più bella
cosa non ho obedito o solo meno me
se adesso amo te e adesso io mi chiedo
cosa non ho obbedito.

Informazioni

Nel testo allegato al disco il sottotitolo di questa canzone è "canzone omosessuale".

pagina 1383
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Mi porti due gassose


(1969)
di Paolo Pietrangeli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/mi-porti-due-gassose

"Mi porti due gassose non bevo vino; rivolto ad ogni padrone
mi piacerebbe avere anche un panino. sarà uno sguardo di rivoluzione.
Mi presta il suo giornale per un momento
ma sei compagno, Mi hai chiesto tante volte: "Perché il
tu sei compagno partito".
compagno sono anch'io. Ti ho detto tante cose, non hai capito;
ricorda stamattina quel momento
E quello strano sguardo particolare moltiplica per mille e poi per cento:
per cui ci si conosce senza parlare è questo il mio partito.
non m'è servito mai come in questo momento
tu sei compagno Su presto a me un biglietto,
tu sei compagno io debbo andare
compagno sono anch'io a tutti i miei compagni io voglio dire
che non si perdan d'animo un momento
lo so che quello sguardo tu sei compagno
che non si è ancora spento siamo compagni,
fisserà facce piene di sgomento; vedrai ce la faremo
io so che quello sguardo vedrai ce la faremo.

pagina 1384
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Mi voria saver
(1975)
di Gualtiero Bertelli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: veneto
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/mi-voria-saver

Mi voria saver mai 'sta primavera.


perché 'st'aria xe ciara
e 'sta zente sbasia Anca la piova de geri te par benedeta
che speta el siroco; ti seri i balconi, ti te slavi da la spussa
'sto mar grosso che va ti cori in terassa a ciamar su i fioi
soto un cielo de piombo co parla Marghera tase i disperai.
e che porta lontan Ti tasi ogni giorno e ti pensi che mai
un sol povaro e stanco. ti dovevi lassar el to campo e la to casa.
Morir forse negai no xe la nostra condana,
'Sta zente va, no varda el tempo ma senza respirar, o brusai de 'na fiama.
ciapa do strasse che impegnisse un burcio
la sbarca più in là, dove l'aria xe scura Po ti conti che in fondo
ma l'aqua no riva, la se sente sicura. sento e trenta xe tanto
Sicura de no morir co i ossi bagnai sento e trenta mila al mese
ma neri de un fumo che no se ferma mai paga tute le spese.
de un carbon duro e nero come una tomba Viver poco te basta
ti piansi la to tera, casa nova no basta. cassar fora la miseria
se no basta se spera
Ti rimpiansi do muri de poderse salvar.
in sima a un canal E ti te senti mal serà tra do foghi
e ti serchi la speranza co l'aqua che cresse e col fumo che tira
de tornarghe doman. tornar no se pol, restar no se vive,
Ma te spaca i polmoni crepar xe la sorte che el paron ne destina.
'st'aria nera de piera Tornar no se pol, restar no se vive,
e te par che no riva crepar xe la sorte ch'el paron ne destina.
Tornar no se pol, restar no se vive,
crepar xe la sorte ch'el paron ne destina.

Informazioni

L'esodo di molti veneziani dai problemi delle alluvioni in città si è diretto negli anni del "boom" verso Marghera, nei
nuovi insediamenti sorti vicino al polo industriale. Ma l'inquinamento di quei luoghi e la lontananza dalla città natìa
ne hanno fatto una generazione di malinconici.

pagina 1385
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Mia dolce signora


(1975)
di Antonietta Laterza
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/mia-dolce-signora

Offri di sbieco Mia dolce signora...


la tua immagine
calda e camuffata Ormai sai tutto:
Merce speciale l'indigenza come ricatto
per il frustrato di turno la passione come pretesto
I capezzoli da morsicare il tuo sesso come negazione
La gambe da piegare di una vita di sole!
Poco per penetrare nel pelo ricciuto Dall'altra
Hanno faccia dell'amore
voluto il tuo corpo giochi la tua esistenza
carne da macello sul doppio senso della morale
Per salvare la famiglia Grida con la tua voce
hai accarezzato che la notte è finita
Maschi voraci La polizia nasconda le mani
dalla lingua secca I padroni versino sangue
come il loro cervello. I maschi vomitino il potere dell'uccello

Mia dolce signora...

pagina 1386
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Mio caro padrone domani ti sparo


(1969)
di Paolo Pietrangeli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/mio-caro-padrone-domani-ti-sparo

Circolare a tutte ma prima ti inchiodo


le fabbriche del mondo la lingua al palato
siano esse per azioni ti faccio ingoiare
o esse erre elle o come vi pare.
commendatore illustre un pitone salato
le scrivo la presente e con quei tuoi occhi
per renderle noto porcini e cretini
un fatto increscioso alla mia ragazza
per lei. farò gli orecchini.

per farle presente compagni sia chiaro


che il giorno ventuno che il giorno ventuno
del mese corrente migliore vendetta
abbiamo deciso sia proprio il perdono
di farla finita e allora saremo
con lei. più grandi e più forti
se tutti i rancori
Mio caro padrone domani ti sparo saranno sepolti
farò di tua pelle sapon di somaro però...
ti stacco la testa ch'è lucida e tonda
così finalmente imparo il bowling. Chi mi pagherà la gioia
di vederti star li appeso
miei cari compagni perché quelle facce grosso grasso unto e obeso
ho detto qualcosa che un po' vi dispiace proprio come un baccalà.
se forse ho ecceduto non fateci caso
vent'anni di rabbia fan parlare così. chi mi pagherà la gioia
di vedere le tue mogli
pensate che bello tutte piene di cordogli
il giorno pianger solo il venerdì.
padroni son tanti che ti importa se ti strippo
e padrone è nessuno se ti importa accendi un cero
pensate che bello te lo spengo tutto intero
pensate che bello tutto intero dentro il naso
sarà. tutto intero dentro il naso
tutto intero dentro il naso.

pagina 1387
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Mio Dio Teresa tu sei bella


(1974)
di Ivan Della Mea
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: milanese
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/mio-dio-teresa-tu-sei-bella

L'era li' piantaa' per tera Tanti fior lee la basava


L'era li' ma senza rabia Era viva era ...bella
Cont i oeucc color barbera Mio dio Teresa era bella
E la facia color nebia. Mio dio Teresa era bella"
L'era li' ma come on can "Come un fiore e' sfiorita
Negher ne la neva bianca c'e' rimasto un po' di nome
El parlava cont i man se ne andava la sua vita
Cont la boca lofia e stanca. per un cancro ad un polmone".
Eco el tira su la testa Io ci ho detto :"sai Teresa.
El me varda pian pianin Tu per me sei la mia stela
El me dis: "Incoeu l'e' festa, Questo male ti fa offesa
te gh'et minga on poo de vin?" O Teresa tu sei ...bella
"Ho ammazzato la mia donna, Dio mio Teresa tu sei bella
no, non chiedermi perché. Dio mio Teresa tu sei bella"
Era bella, una madonna
Era bella era ....bella "L'ho ammazzata e ora aspetto
Mio dio quanto era bella!" ma che arrivi la pantera
Mio dio quanto era bella!" l'ho ammazata e ho bevuto
una vita di barbera".
"Era vispa la Teresa, L'e' rivada on ambulanza
la farfalla mia di me L'han traa su cont la barela
sull'erbetta io l'ho presa Luu el vosava la speranza.
e mi son sentito un re. "Oh Teresa tu sei bella
La Teresa la volava Mio Dio Teresa tu sei bella!
Nott e di' come una stela Mio Dio Teresa tu sei bella!
Mio Dio Teresa tu sei bella!

pagina 1388
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Moi qui suis une femme


(1979)
di Annie Nobel
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: francese
Tags: femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/moi-qui-suis-une-femme

On n’est pas v’nues au monde Moi qui suis une femme


Pour se voir toute la vie Vous les détenteurs du pouvoir
Au cirque Vous qui tapinez pour la gloire
Depuis qu’la terre est ronde L’Histoire
Vous nous fourguez Et qui marchez toujours au pas
Toutes vos reliques Tout droit
Vos drapeaux ne vont pas Dès qu’une étoile
Avec la couleur du ciel Claque des doigts
Ne nous inventez pas Chers petit soldats !
Des paradis artificiels Le droit de vous traiter de cons
Pour moi je revendique Moi qui suis une femme
La libre circulation Car c’est mon sexe
Je veux la Terre entière Et c’est mon nom
Pour y planter ma maison Que vous lancez pour injurier,
J’ai tous les DROITS pour moi Baisé : c’est bon à j’ter
Et tous les GAUCHES C’est terminé, rapé
Dans l’estomac ! Toujours l’obsession de maman
Et des vierges en blanc
Le droit de l’homme
Le droit de l’âme On n’est pas v’nues au monde...
Moi qui suis une femme
Le droit de lumière et de Terre Le droit de vous trouver débiles
Le droit de l’aimer Moi qui suis une femme
Et de faire l’amour Pour 2000 ans de votre style
Comme ça me chante Entre l’église et la famille :
Comme ça me dit, comme vous Les flics
Même le lundi, même à midi Pour nous courber
Avec n’importe qui Pour nous faire taire, sorcières
Le droit de vote, le droit de viol Pour nous parquer
Moi qui suis une femme Dans vos vestiaire
Le droit de déchirer le voile Vos lits de misère
Le droit de vouloir faire tomber Le droit de prendre la parole
Le masque Moi qui suis une femme
Du mec d’en face Pour vous renvoyer à l’école
Qu’en fait un max, relax Sans idéal, sans auréole
Tous les soirs au grand carnaval Tout nus
Des télés mondiales Pour vous rappeler
Que l’paradis perdu
On n’est pas v’nues au monde... C’est bien
Le fruit de nos entrailles :
Le droit de vous traiter de poires L’amour défendu !

pagina 1389
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Monòpoli
(1970)
di Giovanna Marini
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/monopoli

Fu nel luglio del sessantadue Ed allora, finito l'orario,


che partimmo da Monòpoli facevamo lo straordinario
per andare a Cislago Varese, per pagare il biglietto del treno
frequentare un corso incapìbile. e più presto ripartire.

E noi tutti eravamo cortesi Ma alla fine della settimana


di passare a una vita borghese, ci fu il vitto da pagare
nel sentire che si stava bene, e nessuno poté più partire:
mentre invece non fu poi così. tutti chiusi nel Settentrione.

Dovevamo far quattr'ore di lavoro Così il Nord ci ha rubato


e quattr'ore di teoria dalla terra dove sono nato,
ed invece era tutto ingannato: con la perfida illusione
dieci ore stavi a lavorà. di passare a una vita migliore.

E quei soldi che ci dava - E noi tutti eravamo cortesi


mille lire la settimana -! di passare a una vita borghese,
Le ragazze eran tutte piangenti, nel sentire che si stava bene,
così pure quei pochi studenti. mentre invece non fu poi così.

Informazioni

Cronaca fedele di uno dei tanti drammi dell'emigrazione interna. Inserita nello spettacolo L'aria concessa è poca,
del 1970

pagina 1390
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Murgia
(1977)
di Yu Kung
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/murgia

Scendi, scendi com'è bella la montagna lascia, lascia la tua barca sulla spiaggia
prendi, prendi insieme a te la tua compagna senti, senti questo sole che ti scalda
portaci del vino e del pane buono stendi le tue reti, infila sulla sabbia,
che si ballerà fino al mattino prendi la tua donna tra le braccia
lascia il tuo lavoro sotto quell'ulivo corri su in paese, porta la chitarra,
e al paese non sarai più solo balla tra la gente sulla piazza

batti, batti forte i piedi, batti, batti forte i piedi,


batti forte i piedi sulle pietre del paese batti forte i piedi sulle pietre del paese
prendi, prendi per la mano, prendi, prendi per la mano,
prendi per la mano e ridi insieme ai tuoi prendi per la mano e ridi insieme ai tuoi
compagni compagni
senti, senti nelle vene senti, senti nelle vene
questo ballo antico che si balla solo insieme questo ballo antico che si balla solo insieme
senti, senti nella testa senti, senti nella testa
sentiquesto grido che si piega ad ogni festa questo grido che si piega ad ogni festa

pagina 1391
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Muri alti e inferiàe


(1973)
di Alberto D'Amico
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: veneto
Tags: carcere
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/muri-alti-e-inferiae

Muri alti e inferiàe g'ho sigà g'ho spacà tuto


l'aria passa rusinìa e in galera so' tornà.
no passava le giornàe
e mi gero soterà. Te scrivevo: "mama
Ma che mal la prima volta xe stà 'na passìa
xe 'na piera messa in gola giuro vecia mia
mi piansevo su la malta no ghe torno più".
e me se marsiva el fià
Xe 'na libertà che pesa
Te scrivevo: "mama quando che se torna fora
a Santa Maria(*) se se compra 'na camisa
giuro vecia mia e se spera de cambiar;
no ghe torno più". ma d'inverno 'na matina
col caìgo dentro in boca
Costa schei la galera g'ho robà un paltò de lana
ogni crosta che se magna e in galera so' tornà.
quando che se torna fora
el xe un conto da pagar; La giustissia mama
ma mi fora gero neto m'ha ciapà la gola
e i m'ha sequestrà la roba de 'sta malatìa
no me salvo più.

pagina 1392
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Muttettos
di Peppino Marotto
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: sardo
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/muttettos

Un antigu nuraghe E in d'una zona buia


l'ha fattu demulire hapo azzesu su vogu
unu riccu affarista pro la illuminare.
pro murare una tanca.
In d'gni parte e logu
Non si pode godire pottad isventolare
sa vida est meda triste sa bandiera ruja.
pro ca manca sa paghe.

pagina 1393
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Nascere muli
(1972)
di Collettivo Ticino Riva Sinistra, Nino Jomini
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: lombardo
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/nascere-muli

Nascere muli gran brutt affar prendere botte e lavorar


prendere botte e lavorar
A tocc ed a bucun
Al piov a catinell quan lè lì in su 'l paion
un mul liga a un cancell il mulo tucc i rogn
grundant rasegnasiun ia afoogam in un bel sogn
lè lì a spetà 'l padrun sogna di caraccolar
Mentre 'l padrun al ripar sui prati in riva al mar
l'è dent a bev al bar non più mulo mas destrier
e se ne sbatt i ball nobil possente e fier
se infuria 'l tempural
Nascere muli gran brutt affar
Nascere muli gran brutt affar prendere botte e lavorar
prendere botte e lavorar
Fioe ma stanotte nient
Apena cul seren Quel soogn ca l'ea unguent
spunta l'arcobalen 'l voer propi no rivà
rispunta frusta in pugn i piagh a midigà
anca 'l padrun del mul Scuot la sua cadenna cui dent
ohh dobbiam recuperar il mulo finalment
le ore perse al bar rabia e disperaziun
dai mulo lazzarun gli ha detto ribelliun
e giò bott in su 'l firun
Nascere muli gran brutt affar
Nascere muli gran brutt affar prendere botte e lavorar

Informazioni

Il "Collettivo Ticino riva sinistra" fu attivo a Castano Primo (MI) negl' anni '70/'80.

pagina 1394
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Natale '68
(1968)
di Aleardo Caliari
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/natale-68

Scusa signor consumator La tredicesima che hai con te


tu lo sai che il Natale la devi spendere senza un perchè
è soltanto un sabba infernale ma in fondo la ragione c'è
inventato dal gran capitale questo sistema ha bisogno di te.
per spillare i quattrini Festeggia il tuo sfruttamento
anche a chi non ne ha. c'è chi ci specula su.
Per spillare i quattrini Festeggia il tuo sfruttamento
che cazzo c'entra Gesù? che cazzo c'entra Gesù?

Informazioni

Aleardo Caliari (ora direttore del Teatro della Memoria di via Cucchiari a Milano) suggerì alle lavoratrici della
Rinascente di Milano in lotta durante il periodo natalizio, questo testo, che venne completato collettivamente (Ezio
Cuppone). Si canta sulla melodia del canto tradizionale natalizio "Stille Nacht"
Si può ascoltare nell'interpretazione del Coro ingrato qui: http://www.coroingrato.it/le-voci-del-coro/

pagina 1395
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Nei reparti della FIAT


di Fausto Amodei
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/nei-reparti-della-fiat

Se lavori al reparto sbavatura E il capo-macchina, che vien pagato


che si trova alla FIAT Grandi Motori quattordici lire all'ora di più
tu respiri soltanto spazzatura per quei pochi soldi si sente obbligato
perché mancano fin gli aspiratori. a farti tener la pipi e la pupù.

I martelli pneumatici fan chiasso Al reparto per la pomiciatura


c'è un gran fumo che è dei più schifosi c'è tanta acqua da farci i gargarismi
non si vede lontano qualche passo se quest'acqua ti rende l'aria pura
e ti becchi una bella silicosi. d'altro canto procura i reumatismi.

Però il signor Primus, dottore modello In un anno perdete sette chili


non vede quel fumo non sente il martello ed avete un bel mettercela tutta
se fa le statistiche ai vostri polmoni si fan deboli gli organi virili
poi dopo le mostra soltanto ai padroni. e la moglie vi resta a bocca asciutta.

Se lavori al reparto Grandi Presse Vi dicono i medici in camice bianco:


non ci trovi neppure un sostituto Con tutte le scocche che hai già pomiciato
certe cause per lì non sono ammesse è chiaro che a casa poi sei troppo stanco
che ti fanno assentar per un minuto. per ripomiciare di nuovo in privato».

Chi ha bisogno di fare i suoi bisogni Va be' scherzi a parte però resta il guaio
li fa addosso così va tutto bene che queste storielle son tutte ben vere
e se poi, putacaso si vergogni ma per conquistare il controllo operaio
non può farci un bel niente e se li tiene. lottiam nelle fabbriche e dentro il
quartiere.

pagina 1396
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Nella fotografia
(1976)
di Collettivo del Contropotere
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: carcere
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/nella-fotografia

Nella fotografia grande quanto una parete credette di essere stato posseduto dal
in una sala della mostra c'era anche lui demonio
ritratto tra i vecchi compagni di lotta abbassò il capo e disse:
col berretto a visiera e giubbotto in pelle Mi pento, mi pento del mio peccato
erano lontani i tempi della galera Bene ragazzo canta tre volte l'inno dell'idea
quando quelli del vecchio regime e sarai assolto
l'avevano rinchiuso per tre anni in una cella e lui cantò tre volte e venne assolto
due metri per due, carcere duro ma in effetti il demonio doveva possederlo
adesso era capo tra i capi perché non passò molto tempo che peccò di
ma la lotta non era finita nuovo
occorreva combattere ancora parlò l'incauto di crisi economica
per la vittoria completa dovuta alla mancanza di libertà politica
riorganizzare le file parlò di dominio autocratico
individuare i nemici nell'ombra auspicò, pazzo, un sistema di autogoverno
cacciare i traditori dell'idea popolare
tenere comizi infiammare le masse difendere in cui comandassero veramente le masse
la vittoria e scomparissero definitivamente i capi
lottare lottare lottare e bravo continua a fare il ciarlatano
via i traditori via i dissidenti via gli magniloquendo stupidamente
incerti libertà libertà libertà
via i falsi consiglieri scrivi povero idiota, scrivi, fai l'eroe
lottare lottare lottare accusa i tuoi compagni di lotta
il tempo correva il tempo correva il tempo dicendo che loro e non tu
correva sono i veri traditori dell'idea
e venne un giorno, viene sempre un giorno, e che con loro è nata una nuova classe
in cui volle fare di più, volle superare sé la classe del potere senza limiti
stesso più forte di ogni altra che l'aveva preceduta
e disse che era necessario la classe dei tecnici, dei burocrati
perché l'idea trionfasse definitivamente la classe dei funzionari di partito
rispettare l'idea di tutti i proletari, creatori del nuovo stato
di tutti i lavoratori povero idiota scrivi giocando a fare
aprire una discussione viva l'indovino
anche con gli operai dissidenti inventando folli previsioni
disse libertà di pensiero vaticinando lotte di popolo contro i nuovi
disse libertà di stampa oppressori
e arrivò persino a citare Enrico Malatesta come uno squilibrato
No ragazzi, l'idea è l'idea, la libertà non tre anni di carcere, e poi altri sei
c'entra ancora in quella stessa cella
fiumi di parole, analisi dottrinarie, la stessa dove ti avevano gettato le carogne
inquisizioni del vecchio regime borghese
Rinnegato gli dissero reazionario traditore sempre quella, sempre la stessa
vigliacco due metri per due, carcere duro
lui vacillò, credette di essere impazzito due metri per due, carcere duro
due metri per due, carcere duro

Informazioni

Secondo intermezzo recitato, tra il nono e il decimo brano cantati, dal disco L'estate dei poveri - Dalla realtà di
classe al progetto libertario, del Collettivo del Contropotere, edito dal "Circolo cultura popolare di Massa" nel 1976,
il primo LP prodotto e realizzato da gruppi del movimento anarchico.

pagina 1397
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Da "La musica dell'altra Italia", sito non più online.

pagina 1398
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Nella terra dei padroni


(1971)
di Vittorio Franceschi
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: emigrazione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/nella-terra-dei-padroni

Nella terra dei padroni chiudile nel pugno


tutti gli sfruttati e rovesciale insieme
sono stranieri come all’estero, ma nella lotta di classe
dalla terra che han rubato che rovescia il sistema,
io li posso cacciare nella lotta di classe
anche stando all’estero, perché che rovescia il sistema.

il loro latifondo ha confini, Rabbia italiana, disperazione greca,


il comunismo no. rabbia spagnola, disperazione turca,
la stessa rabbia in paesi diversi,
Due son le cose che non hanno confini: disperazione uguale in diverse baracche:
il comunismo e lo sfruttamento; è un organizzazione per la stessa lotta.
nella mia vita c’è posto soltanto
per una sola di queste due cose. La lotta rigenera il mondo,
La lotta rigenera l’uomo.
Lotta di classe non è una parola,
vuoi dire sangue, vuoi dire sudore; Disperazione e rabbia
perché la libertà che ci riscatta rovesciano le macchine,
non la potremo coglier come un fiore. la lotta di classe
rovescia il sistema:
La lotta rigenera il mondo, prendi la tua rabbia
la lotta rigenera l’uomo. e la tua disperazione,
chiudile nel pugno
Disperazione e rabbia e rovesciale insieme
coltiviamo da sempre, nella lotta di classe
disperazione e rabbia che rovescia il sistema:
che abbiamo nel sangue.
Prendi la tua rabbia IL LORO POTERE HA CONFINI,
e la tua disperazione, IL COMUNISMO NO!

Informazioni

Dallo spettacolo di Nuova Scena "Qui tutto bene e così spero di te - Emigrazione e imperialismo", 1971, di Vittorio
Franceschi.

pagina 1399
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Nella testa di Nicola


(1972)
di Virgilio Savona
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: repressione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/nella-testa-di-nicola

Era di notte verso la una, „Servire il Popolo?“ „Non ne parliamo!


se ne andavano lungo il fiume Filocinesi un po’ folkloristi.“
e discutendo, di tanto in tanto
si fermavano sotto un lume. Mario si accende una sigaretta
Guido parlava dei suoi compagni e Guido piscia in un un tombino,
vittime della repressione, Ugo propone, dato l’orario,
Mario parlava di autodifesa, una pizzetta ed un cappuccino.
di resistenza alla provocazione. Mentre Nicola resta a fissare
l’acqua del fiume che corre via,
„E’ una questione di schieramento“, sente nell’aria il suono lontano
disse Nicola alzando il tono, di una sirena di polizia.
„Se tutti i gruppi fossero uniti
il risultato sarebbe buono. E nella testa di Nicola
L’autodifesa non serve a niente, corrono immagini e pensieri,
cazzo, così deludiamo le masse, sente lo scoppio dei candelotti,
bisogna vincere il settarismo, vede gipponi e carabinieri.
portare avanti la lotta di classe.“ Vede compagni calpestati
e trascinati per i capelli,
„Lotta di classe, lotta di classe“, vede se stesso sotto una selva
rispose Guido con voce mesta, di caschi verdi e di manganelli.
„vedi il casino che sta succedendo,
le masse guardano dalla finestra. E nella testa di Nicola
Ci sono tanti vecchi compagni corrono immagini e pensieri,
che ora diventano opportunisti, vede gli scudi venire avanti,
ci sono gli altri, lasciali stare, vede le facce dei brigadieri.
sono gruppetti spontaneisti.“ Sente un odore acre nell’aria,
in mezzo a un'orgia di caroselli,
Disse Nicola: „Lotta Continua“, e abbandonata in mezzo a un prato...
ma non l’avesse detto mai!
„Ha una tematica operaista, [parlato]
e poi nel fondo cercano guai.“
„C’è il Manifesto!“ „Sono tre gatti, vede
sono borghesi, sono arrivisti.“ la bara di Saltarelli.

Informazioni

Il testo fa riferimento a Saverio Saltarelli, studente di 23 anni, che venne ucciso da un candelotto lacrimogeno il 12
dicembre 1970, durante una manifestazione nell'anniversario della strage di piazza Fontana

pagina 1400
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Neppure una Topolino


(1973)
di Fulvio Bozzetta
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/neppure-una-topolino

15 marzo scorso poco ossigeno molto veleno


un operaio all'FMSA Xilene, fluoro, piombo,
di professione pittore tetraile, derivati arsenicali
cominciò a vomitare che si sprigionano dalle vernici
i sintomi erano chiari in via di essicazione
sintomi di intossicazione ciò che non è letale non fa male
si chiamò una macchina per le cose che non vogliono
che non arrivava mai. entrare nelle statistiche ufficiali
Ci sono le mutue,
Eppure è molto strano le pompe funebri, gli ospedali
che ci siano dei garage
con macchine a disposizione C'è voluto uno dei nostri
dei pochi direttori e padroni in preda alle convulsioni
e neppure una Topolino e una macchina che non arrivava
messa a disposizione per far smuovere la direzione
di più di mille operai Ma la storia non termina qui
che lavorano qui da noi. l'altro giorno alla fonderia
hanno regalato agli sbavatori
Ma torniamo al 15 marzo un nuovo reparto verniciatura.
dove si stava verniciando
con speciali antiruggini Così si risolvono i problemi
all'interno dei motori spostando di poco i veleni
Voi tutti conoscerete sperando che gli altri operai
le vernici pietrificanti; stian zitti stian buoni
ottime caratteristiche tecniche Si misura e si pensa all'uomo
purtroppo sono anche un po' tossiche per poterlo più sfruttare
lo si cura per renderlo efficiente
L'ambiente era proprio da bestie e alla fine lo si butta via
quando non serve a niente.

Informazioni

La canzone si riferisce ad un episodio avvenuto nella Fabbrica Macchine Sant' Andrea, di Trieste. Il testo fu scritto
da Fulvio Bozzetta (ex Canzoniere Triestino), che ha anche inviato queste informazioni.

pagina 1401
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Nessuno ha più coraggio (di dir la verità)


(1969)
di Ilario Da Costa, Franco Fantozzi, Gildo dei Fantardi
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/nessuno-ha-piu-coraggio-di-dir-la-verita

C’è mia nonna religiosa veramente praticante convocato


notte e giorno sta a pregare per allontanare tutti quanti i cardinali per parlar del
il male celibato
però è strano per davvero se si busca un democratici imparziali senza simpatia nè
raffredddore astio
scorda Cristo e tutti i santi e si affida al hanno alfin deliberato che un prete non è un
suo dottore maschio
apriti cielo e terra apritevi pietà
nessuno ha più coraggio di dir la verità apriti cielo e terra apritevi pietà
meglio se scomparisse l’intera umanità nessuno ha più coraggio di dir la verità
apriti cielo e terra apritevi pietà meglio se scomparisse l’intera umanità
mio papà che è socialista non sa più che cosa apriti cielo e terra apritevi pietà
fare
poveraccio tutto il giorno con in mano il suo stamattina scendo il letto entro dentro
giornale all’orinale
per saper se il suo partito vada a destra o giro a scivolo la stanza e sbatacchio in un
nei ritorni pianale
come fa da un po’ di tempo tutti quanti i un giornale a terra cade mentre inneggio al
santi giorni padreterno
in un trafiletto leggo che è caduto anche il
apriti cielo e terra apritevi pietà governo
nessuno ha più coraggio di dir la verità
meglio se scomparisse l’intera umanità apriti cielo e terra apritevi pietà
apriti cielo e terra apritevi pietà nesssuno ha più coraggio di dir la verità
meglio se scomparisse lìintera umanità
pare Nixon abbia detto che voleva ritirare apriti cielo e terra apritevi pietà
dal Vietnam le sue truppe per poterle
rimpatriare alla fila alle battone ho notato im
ma poi invece caso strano ha ordinato di spaiderino
avanzare un signore che conosco sacerdote birichino
perchè sembra la Cambogia si dovesse liberare alla mia domanda rguta cosa fa qui monsignore
mi ha risposto prontamente provo a fare il
apriti cielo e terra apritevi pietà creatore
nessuno ha più coraggio di dir la verità
meglio se scomparisse l’intera umanità apriti cielo e terra apritevi pietà
apriti cielo e terra apritevi pietà nessuno ha più coraggio di dir la verità
meglio se scomparisse l’intera umanità
anche il Papa in Vaticano tempo addietro ha apriti cielo e terra apritevi pietà

Informazioni

Questa canzone è stata composta l'11 dicembre del 1969 e poi nel corso degli anni la struttura cambiava a
seconda dei fatti e le situazioni che si succedevano nei periodi in cui si proponeva al pubblico. Per questo testo non
c'è bisogno di spiegazioni e commenti, perchè le strofe parlano da sole. Questo brano appartiene appunto a quel
settore delle strofe intercambiabili pur rimanendo fissa la melodia. Il testo che è segnalato in questa scheda è
quello iniziale ed è opera della collaborazione mia con Ilario Da Costa detto Lari e Franco Fantozzi. Anche di questa
canzone esiste una registrazione dal vivo tratta dallo spettacolo Nel segni di Bandelli e interpretata da Gildo, Evelin
Bandelli e Lele Panigada. In seguito sarà a disposizione la registrazione in mp3.

Gildo dei Fantardi

pagina 1402
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Nicaragua Nicaragüita
di Carlos Mejia Godoy
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: spagnolo/castigliano
Tags: antimperialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/nicaragua-nicaraguita

Ay, Nicaragua, Nicaraguita Es tu saliva alaste y dulcita


recibe como prenda de amor como la savia del maranon
este ramo de siemprevivas y jilinjoches que restana con alegria todos los dias
que hoy florecen para vos mi rebelde corazon

Cuando yo beso tu frente Ay, Nicaragua, Nicaraguita


beso la perla de tu sudor la flor mas linda de mi querer
mas dulcita que la frutita de tibuilote abonada con la bendita Nicaraguita
y el jocote tronador sangre de Diriangen

Ay, Nicaragua, Nicaraguita Ay, Nicaragua sos mas dulcata


mi cogollito de pijibay que la mielita de tamagas
mi pasion se enterro pero ahora que ya sos libre, Nicaraguita
en ei surco de tu querencia yo te quiero mucho mas
como un granito

Informazioni

Canzone composta, come molte altre famose di Mejía Godoy, durante i primi anni del governo sandinista, per la
"Crociata nazionale di alfabetizzazione" (da Canzoni contro la Guerra)

pagina 1403
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Nina ti te ricordi
di Gualtiero Bertelli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: veneto
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/nina-ti-te-ricordi

Nina ti te ricordi che quasi no ghe credeva


quanto che gavemo messo te giuro che a mi me pareva
a andar su 'sto toco de leto parfin che fusse un pecà.
insieme a far a l'amor.
Adesso ti speti un fio
Sie ani a far i morosi e ancuo la vita xe dura
a strenserla franco su franco a volte me ciapa la paura
e mi che sero stanco de aver dopo tanto sbaglià.
ma no te volevo tocar.
Amarse no xe no un pecato,
To mare che brontolava ma ancuo el xe un lusso de pochi
«Quando che se sposemo»; e intanti ti Nina te speti
el prete che racomandava e mi so disocupà.
che no se doveva pecar. E intanto ti Nina te speti
e mi so disocupà.
E dopo se semo sposai

pagina 1404
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Nixon viene a Roma


di Gualtiero Bertelli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antimperialisti, antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/nixon-viene-roma

Nixon viene a Roma, ai piedi del pontefice


ti sei chiesto "Cosa fa?", che lo benedirà.
non porta certo amore,
né pace e libertà. Avrà l'assoluzione,
apostolica indulgenza,
Nixon viene a Roma, per tutta quella gente
ci viene a salutar, ammazzata nel Vietnam.
sorriso sulle labbra,
mani tese ad abbracciar. Un mare chiaro pieno
di navi lui vedrà
Abbraccerà Colombo se per il Medio Oriente
e forte lo ringrazierà la sua flotta salperà.
di tutte le sue tasse
e della sua fedeltà, Non ci farà paura
il Fronte vincerà
di avere aumentato con tutte le sue navi
le spese militari il boia affonderà.
di avere favorito
Costa, Agnelli, Borghi e pari. Saremo molti in Roma,
caro Nixon, ad aspettar,
Entrato in Quirinale, tu non l'avrai previsto
lo accoglie Saragat, ma noi si griderà:
non ti preoccupare
di certo gli dirà "Cacciamo via il padrone,
giù le mani dal Vietnam!
"Con bombe bombe e arresti La guerra imperialista
colpi di stato e crisi, con noi non passerà".
l'Italia in mano nostra
saldamente resterà". "Cacciamo via il padrone,
giù le mani dal Vietnam!
Volando in elicottero La guerra imperialista
di certo arriverà con noi non passerà".

pagina 1405
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No al Fanfascismo
di Canzoniere Pisano / del Proletariato
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti, comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/no-al-fanfascismo

"Ci ho provato con le multe col cavallo di battaglia


e la cassa integrazione. dei contratti e le riforme.
Li sospendo e li licenzio,
e gli aumento pure i prezzi Ma anche loro sanno bene
che ci vuole la pace sociale.
Sono amico del questore Coesistenza e produzione,
che mi fa qualche piacere: perchè qui manca la moderazione!
me li arresta nelle case,
nelle piazze, sul lavoro. "Se la base non capisce,
noi in alto siam grandi cervelli.
Gli dimezzo anche il salario Anche Mosca garantisce
e gli aumento tempi e ritmi. il suo appoggio contro i ribelli.
Coi crumiri ed i fascisti
la mia fabbrica faccio andare". Attenzione all'autonomia
che ci spazza tutti via!
Ma lo sciopero continua Qui ci vuole un uomo forte
e la lotta non si vuol fermare. che migliori la nostra sorte!"
"Qui ci vuole un uomo forte
che migliori la nostra sorte!" Ma per fortuna che c'è Fanfani...
Ma per fortuna che c'è Fanfani
che ci mette lui mani: Tutti quanti hanno un gran dire
venti fasci e manganelli, "Ma che bello 'sto Fanfani!
torneranno i tempi belli. Lui ci mette tutto a posto,
è il rimedio per gli italiani!
Ma per fortuna che c'è Fanfani
che prepara grandi piani! Avanguardie e proletari
Non è di grande compagnia lui sa bene come trattare:
Ma è il più fascista che ci sia! repressione, ordine e pace,
le magagne ci aggiusterà!"
I partiti son d'accordo
che così non si può andare. Ma chi ha chiesto ai proletari
Se le masse non stan zitte cosa pensan dei loro affari?
qui succede un quarantotto. Come vedono il ducetto,
cosa pensan dell'ometto.
"Qui c'è la democrazia:
solo la legge è la giusta via! Nelle fabbriche, nelle scuole,
Con il voto decideremo sulle piazze e nei quartieri
qual'è la vostra libertà". vostri sbirri ed aguzzini
passeranno dei gran giorni neri!
"Abbiam fatto la Costituzione,
voti, seggi e cadreghini. I proletari han già capito
Faticando come matti che cos'è il fanfascismo!
ci siamo fatti una posizione". Dappertutto si lotta ancora
contro il capitalismo
Ma se il popolo è incazzato
qui traballa tutto quanto. Ma chi ha chiesto ai proletari
"Qui ci vuole un uomo forte cosa pensan dei loro affari?
che migliori la nostra sorte!" Come vedono il ducetto,
cosa pensan dell'ometto.
Ma per fortuna che c'è Fanfani...
Nelle fabbriche, nelle scuole,
Il P.C. e i sindacati sulle piazze e nei quartieri
lor si batton per gli sfruttati, vostri sbirri ed aguzzini

pagina 1406
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passeranno dei gran giorni neri!

pagina 1407
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Noi de borgata
(1973)
di Armandino Liberti
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: romanesco
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/noi-de-borgata

So' fanello e so' de Pietralata che la legge se beve puro a me.


tredici anni co' quarche mese in più.
E da quando la scola m'ha cacciato, Miracolata nell'economia,
co' la vita me ce trovo a tu per tu. l'Italia nostra è ricca a profusio',
C'è mi padre che nun me dice gnente te fanno intenne co' 'sta litania
e poraccia mi madre c'ha da fa, giornali, radio e televisio'.
semo parte de tanta pora gente Noi de borgata nun credemo a gnente,
che da sempre s'è lasciata annà. la vita amara continuiamo a fa',
tanto benessere sarà pe' l'artra gente,
Respiranno l'aria de borgata l'Italia ricca nun ce po' cojonà.
quarche vizio l'ho imparato già
co' le mejo lenze de la strada Quarcheduno ce viene a predicare
me la faccio e spazio in libertà. l'uguaglianza e la fraternità.
Drento casa regna lo squallore a 'na fede ce vonno convertire
ce sto quanno è pronto da magnà, preti, bizzocchi e fiji de papà.
che mi madre a casa de 'e signore Qui se lotta pe' la sopravvivenza
se guadagna annanno a lavorà le parole nun possono bastà,
nemmeno la divina provvidenza
Li regazzi della vita bella boni boni potemo sta' a' aspettà.
a guardie e ladri se mettono a giocà, Questurini, giudici, avvocati,
noi de borgata si ce dice zella pilastro primo de 'sta società.
le guardie vere e vengono a pijà, sete i nemici nostri più accaniti,
C'ho n'amico all'Aristide Gabelli perseguitate miseria e povertà;
ce l'hanno messo perchè annava a rubbà cani fedeli delle istituzioni,
de la frutta scavarcanno li cancelli le rogne nostre ve stanno a fa' scialà,
de 'na grossa e vasta proprietà. ve sete fatti grasse posizioni
ma la borgata nun se scorderà.
Respiranno l'aria de borgata
sempre duro è il prezzo da pagà, Se scoppiasse la rabbia qui in borgata,
tanto mejo lenze de la strada che ognuno se porta dentro ar cor,
stanno drento a piagne libertà. gente bene, onesta e raffinata,
Er maestro: "Vai a lavorare, la vostra vita 'n avrà nessun valor.
l'istruzione non nun fa pe' te". La giustizia, quella popolana,
Quer giudizio me sta a fa aspettare er giorno vie' che ve raggiungerà,
la borgata allora s'arisana
col lavoro e nella libertà.

Informazioni

L'autore è un operaio del quartiere Trionfale, di Roma.

pagina 1408
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Noi donne
(1974)
di Canzoniere femminista
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/noi-donne

Noi donne ci conosciamo La..la..la..


tutte abbiamo un ventre
per contenere bambini Noi donne ci guardiamo
e seni per allattarli ognuna di noi conosce
un corpo che è nostra arma la vita dell'altra
e nostra vergogna cominciamo ad essere in tante
venduto dappertutto a volere la nostra libertà
un cervello che vede il coraggio di combattere
in fondo alla reatà contro la normalità
ma è bersagliato la forza di scegliere
da mille comandi la vita che vogliamo
un cuore pieno d'amore il potere di essere
ma stretto dalla rabbia di essere come vogliamo
un cuore pieno d'amore
ma stretto dalla rabbia La..la...la...

pagina 1409
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Noi lo chiamiamo Vietnam


(1966)
di Mario Socrate
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antimperialisti, comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/noi-lo-chiamiamo-vietnam

Mentre fai la tua scalata, Ma perchè tra il gas che asfissia


vecchio Sam che cosa vedi? lanci giù la fosca offerta,
Cosa vedi? Cosa vedi? pace a vampe, pace a vampe,
Cosa vedi da lassù. pace a vampe di napalm.

C'è una terra ormai bruciata Una pace crocifissa


dove sei passato tu. questa volta non si fa.
Ma ti trema sotto i piedi, E' una pace assai diversa
scricchiolando ogni piolo. questa che una terra invasa
E insorgendo, fischia il vento, chiede per la terra intera,
a lasciarti ancor più solo. giù le mani, torna a casa!
Questo tuo isolamento Questa pace nuova e vera
se non sai come si chiama: se non sai come si chiama:
Noi lo chiamiamo Vietnam! Noi lo chiamiamo Vietnam!
Vietnam! Vietnam! Vietnam! Vietnam!

Dove vai su quella scala, Dove vai su quella scala,


dove vai vecchio Zio Sam. dove vai vecchio Zio Sam.

E tra i Bi-cinquantadue Questo grido che ora senti


mentre chiedi comprensione, cresce e sale più deciso,
cosa senti, cosa senti, più di come, più di come,
cosa senti un po' più in là. più di come sali tu.

Anche sulle terre tue Per la rosa, va, dei venti,


sta crescendo un'altra età. est e ovest, nord e sud.
Un'età della ragione Unirà quel che hai diviso
che oggi prende la parola. più di quanto puoi pensarlo
E con noi la grida il giorno porterà una stessa foce
con la bianca e negra gola! anche il Volga e il Fiume Giallo.
Questa età e questo giorno, Questa forza è questa foce
se non sai come si chiama: se non sai come si chiama:
Noi lo chiamiamo Vietnam! Noi lo chiamiamo Vietnam!
Vietnam! Vietnam! Vietnam! Vietnam!

Dove vai su quella scala, Scendi giù da quella scala,


dove vai vecchio Zio Sam. scendi giù vecchio Zio Sam!

Informazioni

Della Mea I. 45 giri Noi lo chiamiamo Vietnam / Ballo tondo del Vietnam, Dischi del Sole DS 204, 1966

pagina 1410
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Noi siamo
(1970)
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/noi-siamo

La casa: una cambiale E noi, noi, noi...


da pagare a chi specula, Noi siamo quelli...
perché la terra è oro un lavoro per tutti
nelle mani dei Padroni. in un mondo per tutti
La salute è moneta Noi non crediamo
che fa ricca un'industria. ai padroni che danno
La malattia è un lusso, premi fedeltà
la scuola è dei baroni. Diciamo NO,
a chi affama la campagna!
E noi, noi noi... Lo stesso NO,
Noi siamo quelli... a chi strozza le città!
d'una casa per tutti,
d'una terra per tutti. L'autunno sindacale
Noi siamo quelli... ha aperto una breccia,
della pace per tutti, sul fronte del lavoro,
di una scuola per tutti. del potere dei padroni.
Diciamo NO, L'altra l'apriremo
ai marines in Vietnam! nello Stato accentratore,
Lo stesso NO, nello Stato autoritario:
ai cannoni su Praga! e saranno le Regioni.

Lavori sulla tua terra, E noi, noi, noi...


ti schianti per chi specula. Noi siamo quelli...
Esci dall'officina, d'una casa per tutti,
ti spogliano e ti frugano. d'una terra per tutti.
Reggio-Battipaglia-Avola, Noi siamo quelli...
i morti nella fossa: che non vogliono chi sfrutta,
hanno la nostra ma lavoro e libertà
bandiera rossa. ma lavoro è libertà
ma lavoro e libertà

Informazioni

Da un disco di propaganda del PSI per le elezioni del 7 giugno 1970 - Cantata da Anna Casalino con l'orchestra di
Bruno Canfora

pagina 1411
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Noi siamo
(1970)
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/noi-siamo-0

La casa: una cambiale da pagare a chi Noi siamo quelli...


specula, un lavoro per tutti in un mondo per tutti
perché la terra è oro nelle mani dei Padroni.
La salute è moneta che fa ricca un'industria. Noi non crediamo
La malattia è un lusso, la scuola è dei ai padroni che danno premi fedeltà
baroni.
Diciamo NO,
E noi, noi noi... a chi affama la campagna!

Noi siamo quelli... Lo stesso NO,


una casa per tutti, una terra per tutti. a chi strozza le città!

Noi siamo quelli... L'autunno sindacale ha aperto una breccia,


della pace per tutti, di una scuola per sul fronte del lavoro, del potere dei
tutti. padroni.

Diciamo NO, L'altra l'apriremo


ai marines e ai vietcong! nello Stato accentratore,
nello Stato autoritario:
Lo stesso NO, e saranno le Regioni.
ai cannoni su Praga! E noi, noi, noi...

Lavori sulla tua terra, ti schianti per chi Noi siamo quelli...
specula. una casa per tutti, una terra per tutti.
Esci dall'officina, ti spogliano e ti
frugano. Noi siamo quelli...
Reggio-Battipaglia-Avola, i morti nella che non vogliono chi sfrutta pane, amore e
fossa: libertà
hanno la nostra bandiera rossa.
pane, amore e libertà
E noi, noi, noi... pane, amore e libertà
pane, amore e libertà

Informazioni

Brano estratto dal disco di propaganda del PSI per le elezioni del 7 giugno 1970, cantato da Anna Casalino ed
eseguito dall'orchestra di Bruno Canfora

pagina 1412
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Noi siamo stufe


di Movimento Femminista Romano
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/noi-siamo-stufe

Siamo stufe di fare bambini basta con la storia della verginità


lavare i piatti stirare pannolini vogliamo la nostra sessualità
avere un uomo che ci fa da padrone
e ci proibisce la contraccezione Ci han diviso fra brutte e belle
ma tra di noi siamo tutte sorelle
Noi siamo stufe di far quadrare fra di noi non c'è distinzione
ogni mese il bilancio familiare all'uomo serve la divisione
lavare, cucire, pulire, cucinare
per chi sostiene che ci mantiene Noi siamo stufe di abortire
ogni volta col rischio di morire
Noi siamo stufe della pubblicità il nostro corpo ci appartiene
che deforma la nostra realtà per tutto questo lottiamo insieme
questa moderna schiavitù
da oggi in poi non l'accettiamo più Ci dicon sempre di sopportare
ma da oggi noi vogliamo lottare
Noi siamo stufe di essere sfruttate per la nostra liberazione
puttane o sante venir classificate facciamo donne la rivoluzione!

Informazioni

Il testo è del Movimento Femminista Romano, adattato sulla musica di Sixteen tons , brano country statunitense
che denuncia le condizioni di lavoro dei minatori. E' stato interpretatoanche da altri gruppi e canzonieri femminist,
come ad esempio il Canzoniere femminista-gruppo musicale del comitato per il salario al lavoro domestico di
Padova e da Antonietta Laterza nel disco "Alle sorelle ritrovate"

pagina 1413
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Non aspettar San Giorgio


(1969)
di Paolo Ciarchi, Dario Fo
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale, repressione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/non-aspettar-san-giorgio

Portella delle Ginestre ma basta con 'sto elenco:


e i morti calabresi son venticinquemila
e quelli delle Puglie, crepati in poco tempo, in pochi anni;
quelli di Reggio Emilia; nessuno paga i danni,
e quelli morti in fabbrica è roba del padron, comanda lui.
e quelli sui cantieri E non gridare aiuto - eh no!
e quelli avvelenati chi può aiutari, oppresso,
dall'acido e il benzolo… è il tuo compagno stesso - è lui
Non aspettar San Giorgio - che ti potrà salvare, soltanto lui.
che lui ci venga a liberare; Però
non aspettare San Marco - bisogna buttarci tutto
che luici venga a vendicare "O MERDA O BERRETTA ROSSA!"
coi fanti e i cannoni… o merda o berretta rossa!
E quelli che son crepati Chi non vuol provar la scossa
di tisi e silicosi sta dalla parte del padrone
e il cancro alla vescica e la pagherà,
per più di mille donne sta dalla parte del padrone
e i morti giù in miniera… e la pagherà.

Informazioni

Dallo spettacolo "Ci ragiono e canto n°2"

pagina 1414
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Non creder che sia l'abito


(1969)
di Luigi Lunari, Lino Patruno
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/non-creder-che-sia-labito

Non creder che sia l'abito conosco Algeri e il Congo.


l'abito a fare il monaco Adesso anch'io son stanco
sotto la tua coscienza stanco di guerreggiare
nessuno scaverà. sul patrio suolo in pace
Tu non pensare a martiri mi faccio il militare.
a guerre morti o simili
qui noi si fa per ridere Non credere che sia l'abito
ridi e ti passerà. l'abito a fare il monaco
rinuncia per un anno alla tua libertà.
Io le ho provate tutte Vestiti e sta pur comodo
pur d'esser riformato il tempo passa rapido
il padre con la grana sotto la tua coscienza
l'amico deputato. nessuno scaverà.
Adesso che m'han preso
cercherò d'imboscarmi Patria famiglia e Dio
m'infilerò in ufficio è la Trimurti eterna
e tirerò a campar. che fino agli oli santi
ci guida e ci governa.
Non creder che sia l'abito A casa c'è una vergine
l'abito a fare il monaco mi scrive ogni tre giorni
rinuncia per un anno cuce ricama e prega
alla tua libertà. finché non tornerò.
La stoffa è molto solida Non creder che sia l'abito
ti farà star più comodo l'abito a fare il monaco
è solo un po' d'intonaco sotto la tua coscienza
sulla tua libertà nessuno scaverà.
Tu non pensare a martiri
Io le ho passate tutte a guerre morti o simili
son sceso fino in fondo qui noi si fa per ridere
conosco la galera ridi e ti passerà.

pagina 1415
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Non è finita Piazza Loreto


(1974)
di Fausto Amodei
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti, comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/non-e-finita-piazza-loreto

Ma no che non é finita quel frutto che fa venire


piazza Loreto la peste nera
si é vinta una battaglia quel seme che da soltanto
ma non la guerra la morte e il lutto.
perché il taglio di una pianta
non é completo Non basta stare a contare
finché le radici restano le nostre medaglie
sotto terra. ricordo dei nostri morti
caduti allora;
Se vuoi togliere sul serio bisogna affrontare tante
anche la radice nuove battaglie
rivolta tutto il terreno per togliere il marcio che
senza paura ci avvelena ancora.
non basta voltar la crosta
e la superficie Quel marcio che ci avvelena
ma devi volere proprio città e officina,
cambiar cultura. famiglia, caserma, scuola
e tribunale
Se non cambi la cultura, quel marcio che può di nuovo
se non fai presto portar rovina
a togliere la radice che può fare andare il nuovo
ma tutta quanta, raccolto a male.
ti trovi ad avere fatto
solo un innesto Fascismo é questo marcio
sul quale si riproduce che ci ricatta
la mala pianta. che cambia colore ma resta
sempre quello,
Non basta cambiar concime, che sopra l'orbace ha messo
cambiar letame la cravatta
perché quella nuova pianta e che chiama sfollagente
nasca diversa il manganello.
finché le radici restano
quelle grame Gli sbirri fascisti ancora
é solo materia prima sono protetti
che viene persa. da quei vecchi protettori,
sempre da quelli
La pianta, che cresca poco, che un tempo gli han fatto
che cresca molto, uccidere Gobetti
estirpala prima che sia e adesso gli fanno uccidere
cresciuta ancora; Pinelli.
é meglio perdere un anno
tutto il raccolto E quei vecchi protettori
piuttosto che tutto il campo son parassiti
vada in malora. Che cambiano il vino buono
tutto in aceto
Estirpa la mala pianta, ma noi gli dobbiam gridare
ma tutta intera più forte e uniti
perché non produca seme che non ci può più bastare
e non faccia frutto piazza Loreto.

pagina 1416
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Non maledire questo nostro tempo


(1967)
di Luigi Lunari, Lino Patruno
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/non-maledire-questo-nostro-tempo

Non maledire questo nostro tempo a chi è caduto per la strada noi giuriamo,
non invidiare chi nascerà domani pei loro figli non sarà più così.
chi potrà vivere in un mondo felice
senza sporcarsi l'anima e le mani. Vogliamo un mondo fatto per la gente
di cui ciascuno possa dire “È mio”,
Noi siam vissuti come abbiam potuto dove sia bello lavorare e far l'amore,
negli anni oscuri senza libertà, dove il morire sia volontà di Dio.
siamo passati tra le forche ed i cannoni
chiudendo gli occhi ed il cuore alla pietà. Vogliamo un mondo senza patrie in armi,
senza confini tracciati coi coltelli,
Ma anche dopo il più freddo degli inverni l'uomo ha due patrie: una è la sua casa,
ritorna sempre la dolce primavera, e l'altra è il mondo, e tutti siam fratelli.
la nuova vita che comincia stamattina
in queste mani sporche ha una bandiera. Vogliamo un mondo senza ingiusti sprechi,
quando c'è ancora chi di fame muore;
Non siamo più né carne da cannone, vogliamo un mondo in cui chi ruba va in
né voci vuote che gridano di sì: galera
anche se ruba in nome del Signore.

pagina 1417
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Non mi scrivere più


(1975)
di Gianni Siviero
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: carcere
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/non-mi-scrivere-piu

Non mi scrivere più non mi scrivere più


a ogni lettera aperta di mio padre ormai vecchio
è come se noi due che no ha più il coraggio
ci spogliassimo piano di andare all'osteria
davanti a guardie e preti di mia madre che piange
che ridono di noi pensando a quello là

non mi scrivere più han condannato me


di mio figlio che chiede vi han condannato tutti
dove son finito gridalo a tutti quanti
che cosa sto facendo non devono scordarlo
del perché i suoi compagni dillo anche a nostro figlio
lo schivano in silenzio vedrai che capirà

non mi scrivere più non mi scrivere più


di te che torni a casa teniamo tutti dentro
sperando che nessuno ce lo diremo a voce
t'incroci per le scale quando uscirò di qua
di come le tue amiche e veder fiori rossi
non ti cerchino più color di libertà.

pagina 1418
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Non piangere oi bella [Partono gli emigranti]


(1974)
di Alfredo Bandelli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: emigrazione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/non-piangere-oi-bella-partono-gli-emigranti

Non piangere oi bella se devo partire, Non piangere oi bella, non so quanto tempo
se devo restare lontano da te, io devo restare a sudare quaggiù;
non piangere oi bella, non piangere mai le notti son lunghe, non passano mai
che presto, vedrai, ritorno da te. e non posso mai averti per me.
Soltanto fatica, violenza e razzismo
Addio alla mia terra, addio alla mia casa, ma questa miseria più forza ci dà ;
addio a tutto quello che lascio quaggiù; e cresce la rabbia, e cresce la voglia la
o tornerò presto, o non tornerò mai, voglia di avere il mondo per me.
soltanto il ricordo io porto con me.
Partono gli emigranti, partono per l'Europa
Partono gli emigranti, partono per l'Europa sotto lo sguardo della polizia;
sotto lo sguardo della polizia; partono gli emigranti, partono per l'Europa
partono gli emigranti, partono per l'Europa i deportati della borghesia.
i deportati della borghesia.

pagina 1419
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Non spingete, scappiamo anche noi!


(1969)
di Luigi Lunari, Lino Patruno
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/non-spingete-scappiamo-anche-noi

Non spingete, scappiamo anche noi! e i salti miei li faccio


Alla pelle teniam come voi. su un letto insieme a te.
Meglio esser becchi e figli di boia Oh sì sì, Maria, Mari
che far l'eroe per casa Savoia. dagli occhi azzurri
e dai capelli neri
E Muzio Scevola abitava a Roma, vo' vivere con te
era nipote di Romolo e Remo; senza pensieri
io son di Forlì e bim e bum e bom
ma non son mica scemo, senza il rombo del cannon.
le braccia mie adopero
per abbracciare te. Non spingete, scappiamo anche noi!
Oh sì sì, Maria, Marì Alla pelle teniam come voi.
dagli occhi azzurri Meglio esser becchi e figli di boia
e dai capelli neri che far l'eroe per casa Savoia.
vo' vivere con te
senza pensieri E Pier Capponi con il batacchio
e bim e bum e bom svegliava tutti a suon di campane
senza il rombo del cannon. io suono la chitarra
non sono un salame
Non spingete, scappiamo anche noi! e adopero il batacchio
Alla pelle teniam come voi. per scampanare te.
Meglio esser becchi e figli di boia Oh sì sì, Maria, Marì
che far l'eroe per casa Savoia. dagli occhi azzurri
e dai capelli neri
E Pietro Micca è saltato in aria, vo' vivere con te
per salvare la Fiat di Torino: senza pensieri
io invece sono all'Alfa e bim e bum e bom
ma non sono cretino senza il rombo del cannon.

Informazioni

Con l'esplodere del Sessantotto e della protesta pacifista in Usa e in Francia, i Gufi portano a teatro il loro
spettacolo più politico, che diventa presto un trentatré giri molto venduto: Non spingete, scappiamo anche noi. Lo
spettacolo è un ironico, sarcastico viaggio nel corso dei secoli alla ricerca di miti patriottici e militari da abbattere
(da Wikipedia)

pagina 1420
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Nostro Messico febbraio '23


Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antimperialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/nostro-messico-febbraio-23

Nostro Messico febbraio '23 atterraron coi loro aereoplani


lasciò Carranza passar gli americani e Pancho Villa così li catturò.
molti fanti seicento aeroplani
seguiron Villa per il Messico inter. A Chihuahua ed a Città Juarez
ci fu sorpresa tra la popolazion
Cominciaron a mandare spedizioni nel vedere tanti gringo e carranzisti
gli aereoplani cominciarono a volare che Pancho Villa appese ai lampion.
ogni casa venne rastrellata
cercavan Villa lo volevano ammazzar. Ai carranzisti e agli uomini del Texas
da Chihuahua a Camargo a Carrizal
Quelli a cavallo non potevan cavalcare Pancho Villa con tutte le sue forze
e quelli a piedi non potevano marciar, inflisse una batosta senza egual.
allora Villa passò su un aereoplano
e dall'alto li salutò good-bye. Cosa credevan di trovar gli Americani
che avevan preso per un gioco questa guerra?
Cominciarono con i bombardamenti Con la faccia piena di vergogna
allora Villa uno scherzo preparò se ne tornaron alla loro terra.
si vestì da soldato americano
e i suoi soldati in questo modo trasformò. E io vi chiedo fedeli compagni
di rimanere pronti ai piedi del cannon
E quando i gringos videro le bandiere e di sparare l'ultima mitraglia
con quelle strisce che Villa disegnò per difendere l'idea e la nazion.

Informazioni

Un corrido villista che racconta una delle gesta di Pancho Villa durante la rivoluzione messicana.
Traduzione di Rudi Assuntino.

pagina 1421
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Nuvole a Vinca
(1975)
di Stormy Six
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/nuvole-vinca

Sui castagni passano Chi le sentirà?


nembi, cirri, cumuli, Nella chiesa un grappolo
nubi bianche, nubi nere. stretto sotto il pulpito:
Qualche vecchio sa vedere donne che non pregano,
quale porta rondini, ma in silenzio pensano...
quale porta grandine, ...dove sono i giovani.
quale porta tuoni e lampi, prigionieri in Africa,
quale acqua per i campi. deportati a Buchenwald
Sulla linea gotica o sui monti, liberi...
anche un ragazzino sa Passa un'ombra sulle piane,
che la nube sui tornanti stanno zitte le campane,
al paese porta pianti. vira il sidecar sulla ghiaia:
«Corri nella vigna, che pilota, signor Meier!
via, per carità! Fanno il tiro a segno, cani macellai.
Suona le campane!» Ma che bella mira! Non la sbaglian mai.

Informazioni

La canzone si riferisce all'eccidio nazista di Vinca del 24 agosto 1944, ad opera delle brigate nere e delle SS di
Walter Reder (vedi: http://digilander.libero.it/ladecimamas/stragi2.htm )

Vedi anche: Cannoni del Sagro

pagina 1422
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O dura sorte, in cella (Sonetto sulla dignità del


montagnino in cella)
di Peppino Marotto
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: sardo
Tags: carcere
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/o-dura-sorte-cella-sonetto-sulla-dignita-del-montagnino-cella

O dura sorte, in cella mi hasa ispintu comente nara su dizzu nostranu;


cun cussa tua poderosa manu,
m'has presoneri che sordadu vintu non pone su morale in ausentu,
istiu, attonzu, jerru e beranu; mancari non mi lessas ponnes passu
e fora de custu perfido apposentu;
mi ses trattende che unu mezzanu,
però non m'hasa a bides cari ghintu non mi crétasa de sentimentos bassu,
e s'omine si bided in s'istrintu, ca so' vizu de s'altu Gennargentu,
su monte sardu superbu e canassu.

pagina 1423
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O mamma, mamma, mamma


Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: abruzzese, italiano
Tags: carcere
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/o-mamma-mamma-mamma

O mamma, mamma, mamma, un po’ de compassione Alla mattina bonora che viene il secondino
a tenemme qui in prigione mi apre il finestrino,
tutta la notte e il dì, tutta la notte e il mi porta da mangià, mi porta da mangià.
dì.
C’una pagnota ‘e pane, c’una gavetta ‘e
Tutta la notte e il dine, tutte le settimane, acqua,
co questa mia condanna mi chiude l’uscio in faccia
pe’ di’ la verità, pe’ di’ la verità. come io fossi un can, come io fossi un can.

La verità l’ho detta, che io non ne so Co’ pulci, piocchi, cimici e piattole, ‘na
niente, quantità infinita,
signor presidente me scorre pe’ la vita
metteteme a libertà, metteteme a libertà. nun me fa più campà, num me fa più campà.

Informazioni

Il canto è stato raccolto da S. Portelli (a questo link ulteriori informazioni e la possibilità di ascoltare parte della
registrazione originale). Eseguito da Simone Colavecchi, si trova nel CD di Sara Modigliani Ma che razza de città,
Materiali Musicali, i CD de Il Manifesto, 2007.

pagina 1424
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O padrone non lo fare [Se c'avessi cento figli]


(1966)
di Giovanna Marini
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/o-padrone-non-lo-fare-se-cavessi-cento-figli

Se ci avessi cento figli che io vi posso rovinà.


tutti quanti belli e forti
gli direi : «Vi preferisco morti Ci ho la tradotta dei crumiri
che a lavorare per il padron». che li porta a lavorare
che li porta a disertare
Il padrone in veste nera ma dalla loro società».
con la mano sopra il cuore:
«Mi fa tanto dispiacere «O padrone non lo fare...
ma io vi debbo licenzià».
Che farai allora crumiro
«O padrone non lo fare per i soldi del padrone
siamo in pochi ma a lottare tu rimani a guardare
e per farla scomparire ché da solo ti sei rovinà.
la maledetta proprietà».
«O padrone non lo fare
Il padrone in veste nera siamo in pochi ma a lottare
con la mano sopra il cuore: e per farla scomparire
«State attenti a lavorare la maledetta proprietà
la maledetta proprietà
la maledetta proprietà».

pagina 1425
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O piscatore rivoluzionario
(1974)
di Gianfranco Manfredi
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: napoletano
Tags: satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/o-piscatore-rivoluzionario

La luna sponta chiara all'orizzonte cari miei ce vo pazienza.


ed ogni piscatore sta a piscà
ma c'è nu piscatore solitario Lu piscatore pisca 'n coppa a' barca
e quel che cerca proprio non si sa. la luna già calante se ne va
Dice che vuole un pesce molto strano en core lui se sente preoccupato
che non è il pesce gatto il pesce cano magari questo pesce non ci sta.
dice che vuole un pesce raro e bello Ma no ci deve stare per davvero
il pesce, cari miei, falce e martello. e intento butta un pesce rosso e nero.
C'è chi pesca con la banda - Di colpo tra gli scogli dl corallo
e gli piace il pesce spranga lui vede che s'aggira un pesce giallo.
chi dell'esca se ne frega - Pesce giallo pesce giallo -
pesca sempre il pesce sega chi riesce più a pescallo
c'è chi pesca con la bomba - si confonde con il fondo -
e se pija el pesce tomba e magari è un pesce biondo
c'è chi vuole arrivà prima - e riguardo al pesce barba -
e se becca 'na sardina. che volete nun me garba
ed in quanto al pesce rosa -
Attenzione con la lenza... è una pesca velenosa.
Attenzione con la lenza...
cari miei ce vo pazienza.

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Odineide
(1975)
di Mario Isnenghi
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: veneto
Tags: anticlericali, satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/odineide

a) *La note di quel 18 aprile 1948* alto, solenne, vestito di nero


ne benediva el condotier.
No ti ghe geri quel mese di aprile -
dise el prevosto al capelan - b)* El voto de le femene*
no se g'avemo perso de animo,
ma se g'avemo roso el figà. Se va in sielo, ghe g'ha dito
el prevosto a la me nona
Giorni tristissimi de patimento se va in sielo co se vota
lota la cesa col tradimento tuti quanti par la DC.
i rossi infuriano, el fià ne manca,
ma no alzemo bandiera bianca. «Mi non so, caro prevosto
no me so mai interessada
Povera Italia, no la sembrava mi son dona, so malada,
volerne più. Poveri nu. so 'na vecia senza fià».

Tuti a palazo, el dì, la note «Ma xe una caso de cossiensa»,


stanchi, sfinii, co le ossa rote, ghe risponde el sior curà,
reverendissimi e monsignori «'na cristiana de cossiensa
omeni, done, sempi e dotori. fa quel che ghe dise el curà».

Prevosti e muneghe, zagheti e frà, E siccome che g'ho l'obbligo


beghine e nonsoli che i ven, che i va, de tratarve come piegore,
i siga, i calcola, i se prega adosso, vegnì qua, sentève done,
el portaordini el ghe n'ha dà. Bice, Gina, Mariarosa,
vegnì qua che ve spiego
Povera Italia, no la sembrava tuto quel che avè da far.
volerne più. Poveri nu.
Comunisti e socialisti
Rito nel mezo de la bataglia ne xe el caso de parlar
come un arcangelo tra la plebaglia no la xe roba par vu femene
insone e vigile, semplice e fiero e lassemoli pur star.
sta nostra eminenza, vestita di nero.
Prosseguendo, ghe xe i monarchici
Fa segno e un parroco strissa dal mucio che voria da capo el re
ghe porta i dati de la sezion ma 'i xe fiapi, 'i g'ha la spussa
riparte e un chierico adeto all'ussio co' fa el pesse che xe passà.
el se ghe prossima co discression.
I fassisti g'ha dei meriti
«Ghe saria - mormora - quel onorevole». no se pol dir de no,
«Che passi», e uno trionfante, in estasi ma i xe stai un poco rusteghi
entra de freta e poi servizievole i s'ha fato voler mal.
se ghe precipita drito ai suoi piè;
el ghe ciapa la man, el ghe la copre de basi. I pol anca tornar boni
«L'è fata - grida - par nu, par la fè!». in un'altra situassiòn
par intanto i tegnimo
Ahi, Don Rosario mi so vecio e vu si fio, de riserva e de scondòn.
e no podè forse nianca capir,
a quel anuncio sorse un grido, Liberal, Santa Maria,
giubilo, pianti, pregar, benedir! e no steme far dir de più,
la xe 'na perfida genia
e lu nel mezo radioso e fiero i ga distruto el papa-re.
come un arcangelo o un cavalier

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E po dopo, in confidenza, bone o brute che le xe stae


badè a mi se me scoltè, re, tirani, massiniani,
la xe roba da paroni laici, duci, partigiani,
no par vu che lavorè. in malora tuti quanti
sol la cesa s'è salvada
No ne resta che afidarse la s'ha sempre tegnìo su.
ai miliori che ghe xe.
Boni, semplici, virtuosi, E perciò, scoltime Odino,
i ghe crede anca a la fè. su la vita e in alto i cuori
come xe passai 'st'altri
E perciò, scoltème o femene passarà anca 'sti bolori.
credo di avervi dimostrato
che chi non vota scudo crociato Come xe passai 'st'altri
fa un grandissimo pecà. passarà anca 'sti bolori
passarà anca 'sti bolori
Lo vuol Dio, lo vol la cesa, viva nu, e in malora lori».
per la patria e per la fè;
e no ste badarghe ai òmeni, d) *L'ano santo*
sè cristiane, ascoltè me!»
No so se me insogno o se so' desmissià
c) *I do piovani* no so se xe 'na fiaba, opur se xe realtà.
Oh Maria tochèmose, me manca anca el fià
Don Odino e don Floriano saria i veci tempi, Dio vogia, tornà?
al tramonto e de scondòn
van tenendose per mano Se fa l'Ano Santo, savè, tolè su
l'indoman de l'elessiòn. se fa l'Ano Santo e 'sta volta in tivù.

I camina a colo basso E vu, svergognate, che ghe 'ndavi drio


con el core che ghe duole a 'sti cagadubi, e a tutto el desìo,
i g'ha in pansa un gran tremasso ai preti co le braghe, ai frati dotori,
a pensar quel che sarà. ai sputasentense, ai puti in calore.

«Maria vergine - ghe fa A omeni e done muciai su l'altare


don Odino a don Floriano - che i sona la chitara, che i sta a ciacolare
se prepara per noialtri che i siga de Vietnam, de fame, paroni,
un grandissimo malano. ma el prete, in 'sta Russia,
el g'ha ancora i cogioni?
Adio cese, adio perpetue,
adio nonsoli e conventi, E vu teste marse che ghe 'ndavi drio
adio decime e limosine, «El xe sta el consilio» disevi, par zio!
adio santa religion. Ma no, xe 'sta el diavolo che tuto ha cambià
che zo da l'altare el ne g'ha rovinà.
No i capisse 'sti siori
che ogigiorno ne tradisse, Verà quel momento, el papa no'l pol
che se la cesa la finisse 'sta cheba de mati star sito a vardare,
la xe finia anca par lori. de siòpari, lote, casin, perdissiòn,
de Acli che predica la rivolussiòn.
Adio cese, adio perpetue,
adio nonsoli e conventi, De aborto, divorsio, de preti operai
adio decime e limosine, de falce e marteo co la croce missiai
adio santa religion». de muneghe e preti che vol far l'amor
de centro sinistra che va a rebaltòn.
«Non pol essere - ghe fa
don Floriano a don Odino - De femene nue, de oposti 'stremismi
vu zoghè col vostro dano de democristiani che fa i comunisti
ma la cesa prevarrà. de bombe che i dise sia nere, ma mi
g'ho sempre pensà che le sia del picì.
La ghe n'ha passae tante
liberali e framassoni Creature, i fassisti xe boni italiani
Dante, i Mille e i Borboni, i rompe un fià i bisi, ma i rossi i xe cani
Crispi, el fassio e tute quante, no stemo fidarse, pensemoghe sora

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che no xe mai tardi par butarli fora. i omeni a cotimo, e no a sioperare,


le femene a casa e zo da l'altar,
Adesso, par zio, se fa l'Ano Santo i tosi che i studia, e no in piaza a sigar.
xe vero, no sogno, vegnù xe el momento.
Go el core che s-ciopa da tanto contento Per Paolo e Amintore su su in alto i cuori
so serto che l'ordine cussì tornarà. ofrimoli a Dio 'sti sete dolori,
tornemo a la cesa, tornemo co Pietro,
Co l'ordine vecio ritorna a regnare o satana! in mona, cioè... vade retro.

Informazioni

Questa canzone (musica di Gualtiero Bertelli, parole di Mario Isnenghi, è in realtà formata da quattro parti
indipendenti, le prime tre del 1964 e l'ultima scritta in occasione dell'anno santo del 1975. è la storia di un prete
tradizionalista, degno rappresentante della Chiesa del Veneto "bianco". Lo troviamo prima che racconta a un prete
più giovane le elezioni del '48, poi a dar consigli elettorali alle sue anziane fedeli, poi ascoltiamo la sua
preoccupazione per l'avanzata delle sinistre alle elezioni del '63 e, infine, la rinata speranza per l'anno santo del
1975.

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Oh Giolitti
(1971)
di Dario Fo
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/oh-giolitti

Oh Giolitti Giovanni Giolitti per ogni soldato che mandi a crepare


stai facendo il peggior dei delitti il Banco di Roma quanto ti dà?
tu ci mandi in 'sta Libia a morire
perché il Banco di Roma lo vuol. Sona chitarra sona
Sona chitarra sona cosa dirà il nostro soldato
il Banco di Roma è roba del Vaticano una volta che sarà 'rivato
che in Libia ci ha ricchezze da sultano suol d'amore a conquistar?
ma i beduini sotto i turchi son tenuti Dirà:
e il papa li vuoi tutti liberati oh quanta sabbia 'sta Libia di merda
liberati dal turco tiranno ci avevano detto che l'era un giardino
e da tutta la roba che ci hanno ci abbiam sete, non c'è un fontanino
miniere di zolfo, che ce l'ha in appalto per veder acqua me tocca pisa'
miniere di zinco che ce l'ha in affitto cerco pisare non ne vien giù un gotto
la pesca delle spugne che il monopolio ci ha! governo porco anche quello m'hai rotto
E tu Giolitti Giovanni Giolitti 'sti generali figli di troia
del Banco di Roma tu curi i profitti ci gridan: Savoia all'attacco si va!
Pel Banco di Roma a crepare si va!

Informazioni

Dallo spettacolo "Tutti uniti! Tutti insieme! Ma scusa, quello non è il padrone?", 1971

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Onirica
(1975)
di Antonietta Laterza
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/onirica

Fiori case bimbi da consolare


ragni neri eppure questa bocca
Biancaneve aveva qualche cosa da dire
riconosco in me qualcosa da fare
Vago ancora di bel1o e di importante
per il bosco sperduta d'immenso e di profondo
il resto è favola. queste mani
Mio padre volevano tingere il mondo
mi cerca con un coltello confonderlo col cielo
ed una maschera nera da non sembrare vero!
mia madre Vi prego amici
è ancora li che aspetta in questi giorni
un bacio decente. non disturbatemi.
La città Ho chiuso
è una squallida Disneyland la mia porta a chiave
dove Barbablù devo separare
e il principe senza midollo ciò che io voglio
sparano da ciò che è permesso
negli occhi delle donne e le mie bambole tristi
quando brillano. devo rianimare.
Quelle prime mestruazioni Il mio corpo
sono state un trauma devo imparare ad amare
Ho visto in faccia vincere la paura
l'spressione cupa di guardare il sole
del mio destino sorridere a chi mi pare
Briciole da raccogliere ricominciare a vivere
da "C'era una volta..."

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Ostruzionismo
di Canzoniere Pisano / del Proletariato
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ostruzionismo

OST RU ZI ONI SMO ostruzionismo! noi lo faremo entrar!


OST RU ZI ONI SMO ostruzionismo!
Ostruzionismo e sabotaggio...
Cari compagni per battere il padrone
bisogna colpire la sua produzione: E se una ditta proclama la serrata,
presto la pagherà. immediatamente sarà occupata
viva la libertà!
Ostruzionismo e sabotaggio
sono le armi di chi ha più coraggio. Ostruzionismo e sabotaggio...

Senza neppure uscir dall'officina Il socialismo è ormai vicino,


noi possiamo mettere il padrone in rovina, edifichiamo il nostro destino!
presto la pagherà.
OST RU ZI ONI SMO ostruzionismo!
Ostruzionismo e sabotaggio... OST RU ZI ONI SMO ostruzionismo!

Nelle riparazioni faremo l'impossibile ----------


per impiegare più tempo possibile; E quando un capo comincia a esagerare
viva la libertà! ci rifiutiamo tutti di obbedire,
finché non se ne va.
Ostruzionismo e sabotaggio...
Se il sindacato, strumento del padrone,
Quando c'è l'ordine di lubrificare vuol contrattare la nostra condizione
prima le macchine bisogna far fermare; noi gli si impedirà.
viva la libertà!
Se il sindacato, strumento del padrone,
Ostruzionismo e sabotaggio... vuol contrattare la nostra condizione
noi gli si impedirà.
Non farem lavori a cui non siamo addetti,
non useremo utensili inadatti, E se i ritmi vogliono aumentare
viva la libertà! noi s'allenta un bullone per farli rallentare
e la si spunterà.
Ostruzionismo e sabotaggio...
E se un compagno viene trasferito
Se licenzian qualcuno per questi motivi si blocca la catena e non si muove un dito
si presenti ugualmente al lavoro tra i primi; finché non tornerà.

pagina 1432
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Otto ottobre 1966


(1978)
di Fulvio Bozzetta
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti, repressione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/otto-ottobre-1966

Otto ottobre giornata rossa Ma si spegne in una giornata


Proletari alla riscossa Questa rabbia disperata
Per difendere il cantiere di cui Non è stato per la polizia
Il padrone non vuol più sapere. Che battuta se ne va via.

Il partito comunista Ci han chiamati delinquenti


Chiama il popolo alla rivolta Stalinisti di Vidali
Nelle fabbriche coi volantini Han ridotto tutto a vandalismo
Nelle strade coi manifesti. Sulle pagine dei giornali.

I negozi son listati a lutto Questa pagina cari compagni


Le officine sono deserte Non l’abbiamo girata noi
Commercianti con proletari L’han voltata i capitalisti
Era forse la prima volta. L’ignoranza dei qualunquisti.

Già dalle prime ore del mattino Quanti erano in Jugoslavia


Ogni angolo è un celerino O tappati ben bene in casa
Mani nervose, visi tirati Sulla coscienza han questa sconfitta
Per la paura di esser picchiati. E la stiamo pagando ancora.

Vengon giù dal Porto Vecchio Può esser stato anche avventurismo
Dal S.Marco, dall’Arsenale Del partito o del sindacato
Si respira la rivolta Ma l’otto ottobre non è sprecato
Non può esserci un’altra volta. Esso è ancora in mezzo a noi.

S’incomincia e sono botte E nel luglio del sessantotto


Dalle dieci fino alla notte L’otto ottobre è ritornato
Barricate in ogni via E ritornerà se è il caso
E le prende la polizia. Fino al potere del proletariato.

A S.Giacomo dalle case L’otto ottobre fu rivoluzione


Piovon sedie sui celerini Com’è sempre per i compagni
Vecchie, donne anche ragazzi Quando si lotta contro il padrone
Portan sassi ai canterini. Quando si lotta per gli sfruttati.

Informazioni

La cronaca della lotta dei lavoratori dei cantieri navali di Trieste, nel 1966.

Dallo spettacolo del "Canzoniere Triestino", organizzato dalla Federazione Giovanile


Comunista
di Trieste, nel 1978, in occasione della festa provinciale dell' "Unità" e del "Delo".

pagina 1433
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Padrone Olivetti
(1968)
di Canzoniere Pisano, Piero Nissim
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti, lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/padrone-olivetti

Padrone Olivetti, un nostro compagno Di tutti i padroni di questa terra


Ha perso la testa s'è andato ad ammazzare La nostra vita è tutta una guerra
Tu potrai dire che era malato A stare attenti a non farci fregar!
Ma noi la sappiamo la verità !
Tu ci hai divisi in categorie
Padrone Olivetti, una macchina un uomo Chi è più capace guadagni più
Nei tuoi progetti han la stessa funzione Ma il tuo discorso
Tu vedi solo la produzione Davanti alla pressa
E quel che si guasta si deve buttar! E" una menzogna non regge più!
Padrone Olivetti, la tua baracca
Resterà in piedi, finchè ti si ascolta E quest"inganno, uno dei tanti
Le tue invenzioni sono la morsa E" il loro giogo per farci tacere
Che noi soltanto potremo spezzar Siam tutti uguali senza il potere
E tutti assieme dovremo lottar
Dividi e comanda: è il motto di sempre

pagina 1434
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Padroni ci volete spaventare


(1979)
di Franco Rusnati
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/padroni-ci-volete-spaventare

Padroni ci volete spaventare voi siete chi rovina l’economia.


creando crisi pur di non mollare; Noi siam lavoratori di forgia e fonderia
questa è una vecchia storia, nessuno più la voi siete chi rovina l’economia.
beve
voi siete la rovina de ‘stu paese. Striscioni e cartelloni son preparati,
Questa è una vecchia storia, nessuno più la campane e campanacci ben ‘cordati;
beve siam tutti in prima fila impazzir noi vi
voi siete la rovina de ‘stu paese. faremo
‘n minuto in più di voi resisteremo.
Ormai anche tra noi è maturato Siam tutti in prima fila impazzir noi vi
ci siam formati un solo sindacato; faremo
è una lotta di classe contro gli sfruttatori ‘n minuto in più di voi resisteremo.
uniti vanno avanti i lavoratori.
E’ una lotta di classe contro gli sfruttatori E adesso che incomincia la battaglia
uniti vanno avanti i lavoratori. per estirpare tutta ‘sta marmaglia;
noi non vogliamo guerre, nè croci, nè onori,
Le frottole che avete raccontato voglion sol cose giuste i lavoratori.
è merce che ormai non fa più mercato. Noi noi non vogliamo guerre, nè croci, nè
Noi siam lavoratori di forgia e fonderia onori,
voglion sol cose giuste i lavoratori.

Informazioni

Canzone scritta da Franco Rusnati di Bussero, operaio della Breda Siderurgica di Sesto San Giovanni e pubblicata
nel 1979 su disco 45 giri a cura del Sindacato Unitario Metalmeccanico FIM-FIOM-UILM

pagina 1435
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Palermo dove stà De Mauro?


di Alberto D'Amico
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/palermo-dove-sta-de-mauro

Palermo dove stà De Mauro? questa bandiera l'attacco qua.


In bocca gli hanno scaricà
tre sacchi di cemento tenero Valle del Belice una buca
la mafia lo ha imbalsamà ho visto tutto ribaltà
ho visto fare un'altra chiesa
Ho visto fame a crateri un Cristo nuovo hanno inchiodà
bambini dentro il polveron
con gli occhi grandi con gli occhi neri Baracche a Menfi e Montevago
lo sguardo era un grande morso lamiere e merda sotto il sol
un giorno gli daranno fuoco
Sopra le case gli aeroplani 'spettare è una disperazion
fare campagna elettoral
vota DC coi volantini Abbiamo abbandonà sta gente
e bombardavan la città in faccia gli abbiamo sputà
tredici giugno: Almirante
Italia Italia dei tre colori con questi sputi s'è gonfià
degli Aldi Mori ce n'ho fin qua
Italia Italia tu ci hai il colera Italia Italia...

Informazioni

Sull'omicidio del giornalista De Mauro, che indagava sul "caso Mattei" vedi:
http://it.wikipedia.org/wiki/Mauro_De_Mauro

pagina 1436
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Palestina [La rossa Palestina]


(1973)
di Umberto Fiori
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antimperialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/palestina-la-rossa-palestina

Laggiù nel Medioriente, come un bufalo ferito che chiamavano "assassini" i partigiani,
infuria il pirata americano noi non crederemo ai bollettini israeliani,
ma nei campi, sulle dune, sono armati anche i al tiranno giordano traditore.
bambini Quante volte ci hanno detto "E` finita in
e ogni donna impugna il suo fucile Palestina."
no, non fan paura i carri armati d'Israele: e ancora cantavamo la canzone...
la tua terra tu la devi liberare...
Abbiamo alzato il rosso...
Abbiamo alzato il rosso, il verde, il bianco
e il nero, Al di là di questo mare c'è un popolo
stretto in pugno la bandiera: i colori di Al fratello:
Fatah. ogni lotta aiuta un altra lotta,
Abbiamo alzato la bandiera partigiana della ogni colpo sparato sul nemico sionista
rossa in Italia colpisce chi comanda.
[Palestina Coi popoli in rivolta si muove oggi la
accanto a quella del Vietnam! Storia,
Rivoluzione, fino alla vittoria!
Li chiamano "banditi" i giornali dei padroni
Abbiamo alzato il rosso...

Informazioni

La canzone è intitolata "Palestina", non "La rossa palestina".

E' stata scritta nel 1973 da Umberto Fiori e veniva eseguita dai gruppi della Commissione Artistica del Movimento
Studentesco milanese, dove militavano al tempo diversi musicisti che suonavano o avtrebbero in seguito suonato
con gli Stormy Six, tra i quali Franco Fabbri, Umberto Fiori, Toto Zanuso, Luca Piscicelli, Tommaso Leddi e Carlo De
Martini.

"Palestina" fu incisa su un E.P. di canzoni del Movimento Studentesco, sempre nel 1973. Gli altri pezzi presenti
erano "Dimitrov", "I padroni posson perdere la testa" e "Come Yu Kung rimosse le montagne".

(giambo)

pagina 1437
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Panchina di quartiere
(1980)
di Yu Kung
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/panchina-di-quartiere

Lui è la solo a fumare e lascian fuori il sole


la sua età lo fa stancare. lei ride nello specchio
e non lo trova vecchio
Panchina di quartiere e un campanile vede
le bocce ed un bicchiere che fanno l'amore
sentirsi consumato
lui che il mondo ha girato Lei amava Toby il suo cane
e passano le coppie nato per strada e perso a Natale
che fanno l'amore.
Com'era triste ieri
Lei è là più tardi al sole soltanto dispiaceri
scambierà con lui due parole. e adesso che si è vecchi
ricamminare stretti
E parlano tranquilli e batte forte il cuore
avranno avuto figli nel fare l'amore
e lavorare in banca
e lavorare stanca La sua tana il suo sorriso
e vedono le coppie nel cortile del paradiso
che fanno l'amore
e infine con gli sguardi
La sua casa è lì vicino ripenseranno agli anni
dove è nata lei da bambina gli amanti vecchi e incerti
si dan baci diversi
E chiudon le persiane ci metton ore ed ore
per fare l'amore

pagina 1438
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Papà Cervi raggiunge i sette figli


(1972)
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/papa-cervi-raggiunge-i-sette-figli

Or vi narro l'orribile storia Ma il piombo nemico ed infame


Che è accaduta presso Reggio Emilia Nelle mani di quelli assassini
Lì viveva una onesta famiglia Decreta la fin dei lor figli
Papà Cervi coi sette figliol. Che chiamano mamma e papà.

Quando avvenne quell'8 settembre Ma nell'anno '70


Che il fascismo constrinse alla resa Papà Cervi moriva
Prese il via la tremenda impresa Ma sempre ci insegnava
Che nessuno dimenticherà Al fianco suo a lottar

25 novembre è la data Assieme ai sette figli


Nel '43 l'anno rapace Ora tu sei riunito
Papà Cervi lottò per la pace In molti hanno capito
E i sette figli divenner partigian Gridano libertà!

Il 28 dicembre i fascisti Quante persone vivono


Arrestarono i sette fratelli Sotto il tuo insegnamento
Gran torture con i manganelli Per la pace è il momento
Poi condanna alla morte ne fu Nessuno ci fermerà.

Papà Cervi pur venne arrestato Addio papà Cervi


Non pensava all'atroce misfatto Addio alla tua terra
La notizia venne data ad un tratto Fermata sia ogni guerra
Fucilati i suoi figli son già Viva la libertà!

Quanta pena quel genitore Ora piange l'Emilia


Ha provato per più di vent'anni Piange il paese intero
Gran dolore angoscia e affanni Ci sono croci nel cimitero
La famiglia distrutta così Con la scritta così:

Papà Cervi coi figli e la moglie Riposa papà Cervi


Viveva in terra emiliana Assieme ai sette figli
Di lavoro onesto ed umano Morì sotto gli artigli
E lottando per la libertà. Del fascio traditor.

Informazioni

Eseguita da un cantastorie a Marina di Grosseto

pagina 1439
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Parco de la fantasia
(1977)
di Alberto D'Amico
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: veneto
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/parco-de-la-fantasia

Parco de la fantasia Parco de la fantasia


quando 'l gera de le suore i lo verse stamatina
el cancelo gera serà a e diese puntual
e quanti fioi de Canaregio 'riva el sindaco in persona
che saltava la mureta che ga verto 'sto cancelo
per zogar 'na mezoreta che ga fato un bel regalo
chi co' l'arco chi co' la bala a 'sti fioi de Canaregio
po' i scampava tuti via 'desso sì che 'ndemo megio
co rivava el guardian che batemo anca le man

Quante mame quela volta Se capisse ghe vol forsa


che sigava in corteo quela tua e quela mia
dene la ciave del cancelo e volendo la fantasia
che 'sti fioi ga dirito de zogar poco a poco la deventa
la deventa realtà.

pagina 1440
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Pelle scura
(1980)
di Yu Kung
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale, emigrazione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/pelle-scura

Non fiatare sul lavoro Mio fratello pelle scura


non parlare vieni qua licenziato è stato già
mio fratello pelle scura ora in piedi faccia dura
è arrivato in città. sfida lui la città.

Mio fratello pelle scura Mio fratello pelle scura


va a cercarli proprio i guai l'han trovato in fondo al mar
lotta sempre in prima fila mezzi morti di paura
dice un giorno saprai. siamo andati a lavorar.

pagina 1441
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Pensa un po'
(1969)
di Paolo Pietrangeli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti, lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/pensa-un-po

Pensa un po'. Pensa un po'


Pensa un po' che quei palmizi
tu che sei portato in giro da un risciò che ti fan ombra dal sole
e un cinese che ti tiri son due lampadine accese sul comò
"No, alla prossima lei giri" e ti svegli e non è festa
pensa un po' senti un vuoto nella testa
pensa un po'. e una voglia una gran voglia di fumar.

Perché no Ti ricordi a fine mese


perché no non ci arrivi con le spese
sette schiave e una lettiga rococò, hai buttato un paio d'ore per sognar
due palmizi sulla testa e ti vesti in fretta in fretta
e domani è sempre festa corri in fabbrica e t'aspetta
perché no una sirena che non è quella del mar.
perché no.
Pensa un po'
Siam costretti a lavorare pensa un po'
siam costretti a costruire avvitare due bulloni e il terzo no
quel che invece vogliamo fare tutto presto e bene
quel che invece dobbiamo perché ai soldi uno ci tiene
buttar giù. anche se poi vende la sua libertà.

pagina 1442
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Per Claudio Varalli


di Pino Masi
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: repressione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/claudio-varalli

Ti ho visto la foto è sul "Giorno" E c'è chi ci lascia la vita


la faccia schiacciata per terra come hai fatto tu a diciott'anni
sembrava una foto di guerra ucciso dagli stessi tiranni
eppure era solo Milano che ci rubano la libertà

Ti ho visto la foto è sul "Giorno" Ti ho visto la foto è sul "Giorno"


la faccia schiacciata per terra la faccia schiacciata per terra
sembrava una foto di guerra sembrava una foto gi guerra
eppure era solo Milano eppure era solo Milano

E c'è c'è chi non sa che la lotta Ti ho visto la foto è sul "Giorno"
diventa ogni giorno più dura la faccia schiacciata per terra
e c'è c'è chi lo sa ma ha paura sembrava una foto di guerra
e canta sempre più piano eppure era solo Milano

Ma c'è pure chi non si lascia piegare Ti ho visto la foto è sul "Giorno"
dai neri e dai democristiani la faccia schiacciata per terra
c'è chi non aspetta domani sembrava una foto di guerra
per dire la sua verità eppure era solo Milano.

Informazioni

Questa canzone è stata scritta e cantata da Pino Masi e incisa nell' LP " Compagno sembra ieri" edito dai Dischi del
Sole, con prefazione in copertina di Ivan Della Mea. (Narciso Moschini)

pagina 1443
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Per Giorgiana
di Collettivo Ticino Riva Sinistra, Nino Jomini
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: repressione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/giorgiana

Ma fino a quando, pòver cerbiatt, Ardissun


le mute del re deven ‘mbracaat c’è ora anche Giorgiana, gh'è ad accusar la
ma fino a quando, impünement, legge
ti azzanneràn, cerbiatt innocent. di elevare a norma la prevaricassion
ti azzanneràn, cerbiatt innocent.
Ma fino a quando i re usurpador
Gesü, un’altra volta la canèa arrabiada potràn contaa sui can difensor
nei secoli fedele a chiunque sia el ratt ma fino a quando mastitt e moloss
su un branco di cerbiatt la s’è aventada, mordendo a sang guadagneràn l’oss,
morale: ancora sangue sül marciapee mordendo a sang guadagneràn l’oss

Notare che anche a Roma, senza che il Dipingono il cerbiatt a tinte fosche
capocaccia belva ultraferoce che sbrana fiolett
füss lì a sovraintènd in sciarpa tricolor, incarnassion del male e d’intenzioni losche,
senza che il suon di corni li sguinzagliasse püpill iniettaa de sang, un essere abbiett
[in traccia,
che bravi ‘sti scagnozz, han faa tütt de per Guardaal dritto negli occhi non hanno mai
luu osato
‘ste varet che ne sappian del rosso baglior
Ma fino a quando, governo fetènt, che illumina e divora lo sguardo del
g’avrà man libera, i prepotènt cerbiatto
ma fino a quando ‘sti brütt peepiatt e rosso è semper staa el color del amor
continueràn a straziare i cerbiatt,
continueràn a straziare i cerbiatt Ma fino a quando i fors del amor
deven sübii, pagaa e lassaa tor
Pensa che l’è el cerbiatt l’erede legìtim sveglia cerbiatt, gh'è amor per dügnün,
dei pascoli e giardizz dell’universo intèr, sü, tücc insemm a dagh ‘na lession
e i re sono i bastard che seminando vìtim
pascoli e giardizz cultiven a cimitèr Sveglia cerbiatt, gh'è amor per dügnün,
alee, tücc insemm a dagh ‘na lession,
A comprovar che il torto sul sangue si regge alee, tücc insemm a dagh ‘na lession,
già c’erano i Franceschi, Zibecchi e gli alee, tücc insemm, alee tücc insemm!

Informazioni

Si canta dell'uccisione di Giorgiana Masi a Roma il 12.05.1977. La registrazione dovrebbe essere del 1980, la
canzone è un misto di italiano e milanese.

Testo e traccia audio trasmessi da Fiorenzo Gualandris

pagina 1444
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Per la morte di Giuseppe Pinelli


(1969)
di Franco Trincale
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: siciliano
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-morte-di-giuseppe-pinelli

E persiru la testa Era quasi mezzanotti


non sanno cosa dire e 'a finestra c'è la morti.
La corda gruppa gruppa
è morto senza colpa. E chi feci la morti
che stava in agguato?
Lu piangunu li amici Aspettò a Giuseppe
li scontenti e l'infelici fuori la corti o attraverso
lu piangi la muglieri la balconata,
li cumpagni ferrovieri. entrò dentro la stanza affumicata,
e annebbiò li sentimenti
Che innocenti lo infamarunu a li sperti inquirenti?...
l'inquirenti di Milano.
Era quasi mezzanotti
Per tre giorni e per tre notti e cadiu 'nda la corti
interrogatu a ferri corti e strisciò lu curnicioni
tra fumati e cosi storti ch'era sutta lu balconi.
nella morsa lu stringeru.
Era mortu n'allistanti
E chi fumo nta dda notti stiso in terra malamenti
li pensieri s'annibbiarunu ma pareva fossi morto
era chiusa la finestra un istante precedenti.
poi aperta la lasciarono.
Lu questore dissi poi
non l'abbiamo ucciso noi.

pagina 1445
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Perchè lo fai amico?


(1977)
di Pino Masi
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/perche-lo-fai-amico

Perché lo fai amico? ogni giorno un po’ morire


Tu pensi che sulla terra mentre cerchiamo di vivere
tutti ti vogliono morto,
ma tu, così, non gli dai torto E son lì che guardano, gli avvoltoi,
quegli sporchi avvoltoi,
Forse ancora il tempo quasi aspettando che poi ci si lasci
non ti sembra venuto ingoiare!
per portare un saluto
alla nuova poesia Scegli la vita, amico,
ed io sarò con te
La vita è troppo grande nel silenzio dell’alba
per volerla iniettare in una sola vena e nel coro della lotta,
e non temere di farmi pena, nel verde di questa primavera,
puoi parlare con me, non mi fai pena nella tua risata sincera,
ogni giorno, fino al mio tramonto,
Mi fa solo incazzare io sarò sempre pronto
di vederti ogni giorno morire,
Sempre pronto!

pagina 1446
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Perchè mai parlarvi di pace


(1969)
di Ivan Della Mea
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/perche-mai-parlarvi-di-pace

Ma perché mai denti bianchi fraterno sorriso


parlar di pace e l'insulto della sua pietà.
voi lo sapete
del freddo e dei figli E la scelta è il cancello per capire
e il costo di con le cento e le mille e più voci
scarpe e vestiti e le grida «Agnelli» è «Vietnam»
e il ritmo del e la pace cantata da voi.
vostro martello.
Questa pace cantata da voi
Perché mai parlarvi di pace oggi è grido di vera violenza
voi sapete del freddo e dei figli agli Ingrao di buona coscienza
ed il costo di scarpe e vestiti ai Novella ai Pirelli ai padroni.
ed il ritmo del nostro martello.
Perché mai parlarci di pace
Perché mai parlarvi del Vietnam se ogni giorno si vive alla guerra
voi l'avete scolpito sui volti se per uno di loro per terra
nelle truffe dei vostri salari sono mille i morti per noi.
concordati sul vostro lavoro.
Perché mai parlarci di pace
Perché mai parlarvi di Nixon Perché mai parlarci di pace
voi l'avete in ogni padrone Perché mai parlarci di pace
Perché mai parlarci di pace.

pagina 1447
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Perchè una guerra


(1972)
di Fausto Amodei
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/perche-una-guerra

Cominciano a insegnarti che è tuo sacro il codice di guerra, la corte militare


dovere il carcere o la bara a chi non ci vuol stare.
difendere la patria, difender le frontiere Lo Stato ed i padroni non sono più taccagni
lo insegnano alla scuola, lo dice il perchè la guerra rende splendidi guadagni
sillabario e questi investimenti saranno a tempi lunghi
lo recitano tutti a guisa di rosario. ma i tassi d'interesse crescon come funghi.
E' tuo sacro dovere, devi esserne entusiasta E poi la santa chiesa con minime eccezioni
se non ci credi sei castrato pederasta ha spesso garantito le sue benedizioni
non crederci vuol dire non solo essere vili ha spesso garantito da quando storia è storia
ma inoltre essere privi di organi virili. che il padreterno vuol lui pure la vittoria.
A volte viene il giorno che non c'è più
guadagno E partono i soldati e vanno in lunga fila
e che l'economia è in fase di ristagno in marcia verso il fronte a mille a centomila
che quel che si produce non trova più poi tornano i soldati ma sono molti meno
acquirenti di quanti eran partiti su quel lungo treno.
o che i lavoratori son troppo esigenti. E' già una gran fortuna almeno esser tornati
A volte viene il giorno che per l'economia anche se si è rimasti feriti o mutilati
la guerra è il rimedio migliore che ci sia è già ben fortunato chi a casa può tornare
vivifica l'industria, zittisce i sindacati e invece tanta gente non lo può più fare.
tien su il prodotto lordo e crea nuovi Che tutta quella strada non sia servita a
mercati. niente
è duro da capir per tutta quella gente
Padroni e governanti in men che non ti dico per tutta quella gente che grazie a sto
si mettono d'accordo su chi sarà il nemico macello
importa poco o niente che sia razza inferiore ha perso un fidanzato un padre od un
o gente bellicosa di un altro colore fratello.
oppure dei selvaggi da rendere civili Per tutta quella gente che ha pur pagato un
importa che si espanda l'industria dei fucili prezzo
l'industria dei cannoni, famosa vacca grassa anche se ci ha rimesso soltanto qualche pezzo
che da commesse ben pagate pronta cassa. è duro da capire che tutto è capitato
E quelli che non vogliono credere un dovere solo perchè l'industria aumenti il fatturato.
difendere la patria in armi alle frontiere
son dichiarati in blocco vigliacchi traditori Allora ecco lo Stato ed i ricchi farsi avanti
son tutti messi dentro o meglio fatti fuori. a distribuir diplomi di martiri e di santi
O scegli di crepare al fronte se hai scarogna a dare le medaglie, a fare i monumenti
oppure crepi a casa di certo e con vergogna affinchè tutti i superstiti siano contenti.
le guerre dei padroni non son facoltative Convinti di aver fatto un nobile dovere
le hai da far con le buone oppur con le e non d'essere stati presi per il sedere
cattive. finchè c'è chi è persuaso che occorre essere
eroi
Lo Stato ed i padroni forniscon tutto quanto quel che era stato prima si ripete poi.
la banda alla stazione, le patronesse in Si ribadisce infatti che è tuo sacro dovere
pianto difendere la patria in armi alle frontiere
dei corsi accelerati che danno in pochi finchè l'economia per superare il tedio
giorni non trovi in altre guerre il solito rimedio.
un titolo che serva in caso che tu torni. E' un circolo vizioso che non tende a finire
Il cioccolato, il cognac, bordelli a buon finchè tu non vorrai sforzarti di capire
mercato sforzarti di capire la verità che è questa
e mucchi di discorsi e frasi di commiato che il tuo vero nemico marcia alla tua testa.

pagina 1448
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Piazza della Loggia


(1974)
di Pardo Fornaciari
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/piazza-della-loggia

Nella piazza della Loggia finanziato dai padroni


al comizio sindacale ben coperto dallo Stato
sotto il batter della pioggia
una cosa senza eguale Compagni tutti uniti rispondiamo
chiudiamola definitivamente
Tra i compagni un vuoto immenso uniamoci nel fronte proletario
corpi sfatti, maciullati restituiamo colpo su colpo
dalla furia dei fascisti
ben protetti, ben pagati
Dalla scuola all'officina
O proletari uniti rispondiamo la difesa s'organizzi
cacciamo nelle fogne i topi neri senza chiedere giustizia
lottiamo tutti assieme con coraggio da chi sempre li ha nutriti
senza scordare il ventotto maggio
Niente intesa né fiducia
Oramai da troppo tempo al governo della borghesia
a parecchi era sembrato ed ai suoi servi, nostri nemici,
che col venticinque aprile magistratura e polizia
il fascismo era spazzato
Compagni dalla fabbrica alla scuola
Chi ci crede ancora è matto l'autodifesa s'organizzi e subito
il fascismo oggi è all'attacco del popolo gli arditi con coraggio
vendicheranno il ventotto maggio

Informazioni

Parole di Pardo Fornaciari; sull'aria di "La nostra festa, il Primo Maggio". Scritta di getto dopo la strage di Piazza
della Loggia a Brescia, il 28 maggio 1974

pagina 1449
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Piazza della Loggia 1974


(1974)
di Nuovo Canzoniere Bresciano
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti, strategia della tensione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/piazza-della-loggia-1974

Acqua sui volti, sulle bandiere sulle mie Questa è l'idea,questo è ogni grido
mani basta alle bombe,basta al fascismo.
stiamo lottando anche stamane per il domani.
Ma brucia l'aria, entra nei corpi ,ruba la Violenza nera colore di morte non può passare
vita con gli operai,con i compagni si deve
scoppia la bomba, soffoca il fumo, in poco è scontrare.
finita.
Piazza alla Loggia mattino alle dieci,fine di
E lo sgomento,la rabbia indifesa Maggio
fascisti e padroni ancora d'intesa. fine di tutto,dolore alle ossa ,lotta per
sempre.
Restano a terra immobili i corpi rotti di Son otto i morti,troppi i motivi per un
sangue rifiuto
i nostri compagni come dei fiori recisi e fuori i padroni,fuori i mandanti di questo
stracciati. lutto.
Violenza nera ,colore di morte non può
passare E lo sgomento,la rabbia indifesa
con gli operai con i compagni si deve fascisti e padroni ancora d'intesa
scontrare. fascisti e padroni ancora d'intesa
fascisti e padroni ancora d'intesa.

Informazioni

I canti del Nuovo Canzoniere Bresciano ci sono stati comunicati direttamente dai componenti del gruppo, in
particolare ringraziamo Bruno Podestà.

Scritta di getto, istintivamente, da Antonello Baldi, del Nuovo Canzoniere Bresciano, il giorno dopo la strage
fascista e di Stato del 28 Maggio 1974 a Brescia che provocò la morte di 8 persone e il ferimento di altre 102.Dopo
40 anni e innumerevoli processi,nessun colpevole (Nuovo Canzoniere Bresciano)

pagina 1450
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Piazza Fontana [Luna rossa]


(1976)
di Yu Kung, Claudio Bernieri
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti, comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/piazza-fontana-luna-rossa

Il pomeriggio del dodici dicembre li benediva un cardinale


in piazza del Duomo ce l'abete illuminato;
ma in via del Corso non ci sono le luci, No, no, no, non si può più dormire...
per l'Autunno caldo il comune le ha levate.
Notti di sangue e di terrore
In piazza Fontana il traffico è animato, scendono a valle sul mio paese;
c'è il mercatino degli agricoltori. chi pagherà le vittime innocenti?
Sull'autobus a Milano in poche ore, chi darà vita a Pinelli il ferroviere?
la testa nel bavero del cappotto alzato.
Ieri ho sognato il mio padrone
Bisogna fare tutto molto in fretta a una riunione confidenziale;
perché la banca chiude gli sportelli; si son levati tutti il cappello
oh come tutto vola così in fretta prima di fare questo macello.
risparmia gente tutto così in fretta
No, no, no, non si può più dormire...
No, no, no, non si può più dormire
la luna è rossa e rossa di violenza! Sulla montagna dei martiri nostri,
Bisogna piangere insonni per capire tanto giurando su Gramsci e Matteotti;
che l'ultima giustizia borghese si è spenta! sull'operaio caduto in cantiere,
su tutti i compagni in carcere sepolti
Scende Dicembre sopra la sera,
sopra la gente che parla di Natale; Come un vecchio discende il fascismo,
se questa vita avrà un futuro succhia la vita ad ogni gioventù;
metterò casa potrà anche andare. ma non sentite l'urlo sulla barricata
La classe operaia l'attenderà armata!
Dice la gente che in piazza Fontana
forse è scoppiata una caldaia; No, no, no, non si può più dormire...
là nella piazza 16 morti No, no, no, non si può più dormire...

Informazioni

Il 12 dicembre in piazza Fontana, a Milano, un attentato di matrice fascista provocò la morte di 16 persone.

La canzone è incisa nell'album "Pietre della mia gente", dei Yu Kung, i diritti SIAE della canzone sono di Claudio
Bernieri.

pagina 1451
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Pincinella di Nave
(1978)
di Nuovo Canzoniere Bresciano
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: lombardo
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/pincinella-di-nave

Ricordo il tempo di Benvegnuda e la fa finta di niente.


detta Pincinella di terra di Nave
strega qual fu brusada Ha medicato quelli stregati
brusada come legna verda ha insegnato a disperdere li puti
brusada come l’erba seca ha fatto incantamenti d’amore
ma niente di questa storia può dirsi incantamenti per rompere la fede
niente può dirsi vero. grandi magie per tutto il paese
e il suo compagno si dice era il diavolo
Davanti alla chiesa di Nave
c’è una donna vestita di bianco La gente aveva paura…………….
con croci rosse sul petto La gente aveva paura…………….
chi entra e chi esce la vede La gente aveva paura…………….
lei piange e si vergogna La gente aveva paura…………….
lgente di Valle Camonica va a messa

Informazioni

Canto sul processo dell 'inquisizione per stregoneria di una giovane di Nave (BS) Benvegnuda detta Pincinella,
conoscitrice di rimedi naturali e guaritrice. La condanna al rogo verrà eseguita a Brescia il 29 giugno 1518. Faceva
parte di uno spettacolo del Nuovo canzoniere bresciano sulla condizione femminile "La corte dei pazzi"

Il testo ci è stato comunicato da Bruno Podestà

pagina 1452
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Plegaria a un labrador
(1968)
di Victor Jara
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: spagnolo/castigliano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/plegaria-un-labrador

Levantate y mira la montasña Sopla como el viento la flor de la quebrada,


de donde vienen el viento, el sol y el água limpia como el fuego el cañón de mi fusil.
tú que manejas el curso de los ríos,
tú que sembraste el vuelo de tu alma. Hágase por fin tu voluntad aquí en la tierra,
dános tu fuerza y tu valor al combatir.
Levantate y mírate las manos, Sopla como el viento la flor de la quebrada,
para crecer estrechala a tu hermano, limpia como el fuego el cañón de mi fusil.
juntos iremos unidos en la sangre,
hoy es el tiempo que puede ser mañana. Levantate y mírate las manos,
para crecer estrechala a tu hermano,
Líbranos de aquel que nos domina en la juntos iremos unidos en la sangre,
miseria, ahora y en la hora de nuestra muerte,
tráenos tu reino de justicia e igualdad. amen, amen, amen.

Informazioni

Presentata nel 1969 al I "Festival de la Nueva Canción chilena" insieme ai Quilapayún. E' stata tradotta in italiano,
con il titolo "Preghiera d'un contadino".

pagina 1453
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Polka infantile
(1974)
di Canzoniere Il Contemporaneo
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/polka-infantile

Dimmi cosa fa tuo padre Quando sarò grande farò come lui
mio padre è costruttore Quando sarò grande farò come lui
è il più importante dei mestieri
perché lavora nei cantieri Dimmi cosa fa tuo padre
costruisce fabbriche e ospedali il mio è generale
e palazzi presidenziali è molto tempo che non lo vedo
dice mio padre con la sua arte perché nel Vietnam ha un impiego
il progresso arriva da ogni parte. non fa case e non coltiva terra
perché si dedica solo alla guerra
Quando sarò grande farò come lui conosce bombe e bombardieri
quando sarò grande farò come lui. che hanno distrutto popoli interi

Dimmi cosa fa tuo padre dice che possiede armi velenose


mio padre è contadino che uccidono tutti gente e cose
conosce piante ed animali gli uomini muoiono e le donne
come i frutti e i vegetali gli uccelli i fiori e le farfalle
è un lavoro ben più importante anche i bambini fanno morire
che fare un palazzo come un gigante e le madri fanno morire.
la vita morrebbe dice mio padre
senza la terra che ne è la madre. Quando sarò grande così non farò
quando sarò grande così non farò.

pagina 1454
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Pontelandolfo
(1972)
di Stormy Six
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antimperialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/pontelandolfo

Era il giorno della festa del patrono poi li portano legati sulla piazza
e la gente se ne andava in processione e li ammazzano a sassate,
l'arciprete in testa ai suoi fedeli bastonate e fucilate.
predicava che il governo italiano era senza
religione Pontelandolfo la campana suona per te
ed ecco da lontano per tutta la tua gente
un manipolo con la bandiera bianca per i vivi e gli ammazzati
intima ad inneggiare a re Francesco per le donne ed i soldati
ed ecco tutti quanti lì a gridare per l'Italia e per il re.
poi si corre furibondi al municipio
e si bruciano gli archivi La notizia arriva al comando
e gli stemmi dei Savoia e immediatamente il generale Cialdini
ordina che di Pontelandolfo
Pontelandolfo la campana suona per te non rimanga pietra su pietra
per tutta la tua gente arrivano all'alba i bersaglieri
per i vivi e gli ammazzati e le case sono tutte incendiate
per le donne ed i soldati le dispense saccheggiate, le donne
per l'Italia e per il re. violentate,
le porte della chiesa strappate, bruciate
Per sedare disordine al paese ma prima che un infame piemontese
arrivano quarantacinque soldati rimetta piede qui, lo giuro su mia madre,
sventolando fazzoletti bianchi dovrà passare sul mio corpo.
in segno di pace, ma non trovano nessuno.
poi mentre si preparano a mangiare Pontelandolfo la campana suona per te
il rumore di colpi di fucile per tutta la tua gente
li spinge ad uscire allo scoperto per i vivi e gli ammazzati
e son presi tutti quanti prigionieri per le donne ed i soldati
per l'Italia e per il re.

Informazioni

Canzone che parla di un eccidio di contadini nel meridione d'Italia dopo l'Unità.

pagina 1455
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Popolo che da sempre


(1971)
di Dario Fo
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/popolo-che-da-sempre

Popolo che da sempre stai sulla breccia tornato!


incazzato da diecimila anni e più Alleluia!
calpestato e diviso Con capriole e blandizie
fottuto e deriso promesse e sgambetti
ma quante volte non hai tenuto più, e a testa con preti e prefetti!
bassa Alleluia!
ti sei buttato Riforme e buffetti
il baraccone tutto in aria l'hai mandato con giudici e poliziotti
e quante volte teste bastarde sempre da capo, il padrone è tornato!
ai padroni hai tagliato. Alleluia!
Ma il padrone senza aspettare pasqua è sempre Com'è che c'è riuscito?
resuscitato. Il trucco c'è ed è risaputo,
Alleluia! di sta storia
Sempre è tornato. cerchiamo una volta di capire perché,
Alleluia! insieme cerchiamo almeno una volta di capire
Da capo, un'altra volta oh! Miracolo è il perché
di scoprire il trucco dov'è.

Informazioni

Dallo spettacolo "Morte e resurrezione di un pupazzo", del 1971

pagina 1456
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Portella della ginestra


(1980)
di Yu Kung
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti, lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/portella-della-ginestra

Sono arrivati tutti han guardato se arrivava un temporale.


con le carriole, con le falci, con gli
aratri, E a poco a poco quei terreni abbandonati
e il cielo freddo, con il sangue venivan seminati.
con quelle facce coperte da un berretto. Sulle bestie, sulla gente da lontano
scatenava la tempesta la banda di Giuliano
Nella piana di Portella c'era
un carretto, un sasso, una bandiera. Sono caduti
Tra quei monti era sereno e da lontano i primi scialli tra i cavalli, tra gli sputi.
apparve in mezzo al cielo la banda di Piene di sonno
Giuliano. prima le mule son finite all'altro mondo.

Sono arrivate Poi le donne son scappate in mezzo ai sassi,


come le gocce quelle prime fucilate. ma miravan troppo bene quei ragazzi.
Senza pensare Nel silenzio generale, da lontano,
si sentì solo sparare la banda di Giuliano.

Informazioni

Canzone che racconta dell'eccidio di Portella delle ginestre, il primo maggio del 1947, ad opera della banda del
bandito Giuliano.

pagina 1457
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Povera gente
(1971)
di Enzo Del Re
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: emigrazione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/povera-gente

Povera gente... Povera gente


vengono dal paese mio vengono dal paese mio
due giorni e una notte un mese, due mesi: finito!
in treno... Torna la paese
Sempre in treno col foglio di via!
le valigie di cartone Ma che ci torno a fare?
i figli, la moglie In questo paese
e 'sta creatura appena nata non c'è nessuno:
che vomita un vecchio, due donne
tutto quello che ha mangiato un prete, una capra
e qualche volta e un cane...
arriva già morta... Piglia il treno!
Povera gente... Addio, amore...
arrivano a Torino In Svizzera c'è lavoro!
alla stazione Herrià ià
c'è il solito imbroglione herrià ià
che li ingaggia nella carovana herrià ià!
manovale, sterratore, In Svizzera: in un cantiere!
dodici ore senza contratto, In Germania: alla ghisa!
giornaliero, In Belgio: in galleria!
un quinto al procuratore, Scoppia la mina!
dormitorio: in quaranta Che disastro!
tutti in un camerone Sono 50, 70, 100!
300 lire a letto Tutti emigranti!
la mutua nemmeno li paga Muoiono come mosche
lavorare tanto per campare questi emigranti!
per non morire... La mina! La mina!!

Informazioni

Dallo spettacolo di Nuova Scena "Qui tutto bene e così spero di te - Emigrazione e imperialismo", 1971, di Vittorio
Franceschi.

pagina 1458
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Povero Calabresi
di Sandro Portelli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti, repressione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/povero-calabresi

Povero Calabresi, che brutta fine hai fatto! assassini.


Eri così potente; chi mai l'avrebbe detto!
Da questa triste storia s'impara una lezione:
Quando dalla finestra Pinelli t'è cascato che non conviene fare il servo del padrone.
tu eri il più valente difensore dello stato.
Il servo del padrone non ha nessun diritto
Quando contro i compagni la caccia scatenasti e come a un traditore nessun gli dà rispetto.
tu eri il favorito del governo e dei
fascisti. Voialtri poliziotti, che assai sfruttati
siete,
Ma quando, alle elezioni, i padroni hanno sentite questo fatto e un poco riflettete.
deciso
che ci voleva un morto, allora t'hanno Voi state coi padroni per la paga che vi
ucciso. danno,
ma quando vi ha spremuti poi vi liquideranno.
Fascisti e benpensanti, al tuo funerale,
dicevan di onorarti e nascondevano il Le briciole vi danno, e loro stanno in alto;
pugnale. se un loro servo muore, ne compreranno un
altro.
Fascisti e padroni ti stavano vicini:
fascisti e padroni sono stati i tuoi E il servo del padrone non ha nessun diritto
e come a un traditore nessun gli dà rispetto.

Informazioni

Canzone che racconta dell'omicidio Calabresi, il poliziotto che interrogava Pinelli quando questi "cascò" dalla
finestra...

pagina 1459
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Povero padroncino
(1974)
di Gianfranco Manfredi
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/povero-padroncino

Povero padroncino, t'hanno conciato male se mi starai vicino tu sopravviverai


hai solo un milioncino per le vacanze al Ma tu resti in vacanza, questa è la tua
mare. alleanza:
Piangon per te lo Stato, partiti e sindacato; o state col padrone, o cassa integrazione".
non c'è rimedio al male, ti fanno il L'autunno sarà lungo ............
funerale. Vogliono i socialisti toglierti un po' di
E tu sai che t'aspetta un altro autunno duro tasse
vogliono un'altra fetta, sbatterti contro il ma sono vacche magre, mai più saranno grasse.
muro. E sei così arrabbiato che non esci più fuori
L'Autunno sarà lungo ben più di una stagione e te ne resti in casa con la TV a colori.
la classe operaia va alla rivoluzione Ma la classe operaia questo non lo capisce,
e combattiamo per l'unità e non per la tu ci hai l'esaurimento, ma lei non
[professionalità (bis) s'esaurisce.
E dice il sindacato: La colpa non è mia L'autunno sarà lungo .......
è il grande padronato che ti vuol ........... e non per la professionalità,
sbattere via" che oltre tutto poi non si sa
Dica ii PCI: "Carino, vieni con me vedrai nè dove sta nè dove starà.
E combattiamo per l'unità ............

Informazioni

Fonte

pagina 1460
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Povero Pinelli
di Canzoniere Popolare del Veneto
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/povero-pinelli

Povero Pinelli che tu gridassi forte


te l'hanno fatta brutta «Mi ha spinto la questura!».
e la tua vita
te l'han tutta distrutta! Già morto nel cortile
la bocca t'han bendato
Anonimo e innocente poi dopo in tribunale
amavi l'anarchia ti hanno archiviato.
per questo t'hanno preso
e t'han portato via. Verrà il momento
gliela farem pagare
In una stanza nera anarchico Pinelli
ti hanno interrogato ti sapremo vendicare.
e poi dal quarto piano
ti hanno suicidato. (I veri assassini
han la camicia nera
E mentre che cadevi anarchico Valpreda
avevano paura fuori dalla galera)

Informazioni

Sull'aria di "Povero Matteotti".


Giuseppe Pinelli fu assassinato il 15 dicembre del 1969, "caduto" dalla finestra della questura dove era sotto
interrogatorio, accusato ingiustamente di avere messo le bombe per la strage di piazza Fontana.

pagina 1461
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Pozzanghere
(1974)
di Gianni Nebbiosi
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: romanesco
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/pozzanghere

Pozzanghere pe' prati de borgata de guardà nella faccia della gente


era piovuto e me ce so' specchiata e er sole 'n celo te fa sentì stanca
era piovuto sulla terra secca quanno che piove vedi solo fanga.
come la vita mia da regazzetta
'na vita de baracca ar cardo e ar gelo Daje Nenna mettete a cantà
e pe' compagno solamente er cielo. che 'sta pioggia odora de lillà.
Me ce specchiai pe' 'na giornata 'ntera
per aspettà le stesse della sera. Pozzanghere che torneno a stagione
Me so' trovata vecchia e nun so come
Daje Nenna mettete a cantà e nun so come er passo s'è fermato.
che 'sta pioggia odora de lillà. Ma er core me sbattè forte da capo
stavo a 'n cantone e me vortai 'n momento
Pozzanghere che poi pe' tanto tempo e vidi tante strade e tanto vento
ciò visto solo case de cemento e tante pozze d'acqua sur sentiero
te toccava lavorà giorno pe' giorno 'ndo che la fanga è mescolata ar cielo.
senza più er tempo de guardasse 'ntorno
te tocca lavorà e 'n te frega niente Daje Nenna mettete a cantà
che 'sta pioggia odora de lillà.

pagina 1462
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Pratobello
di N.G. Rubanu
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: sardo
Tags: antimperialisti, antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/pratobello

Orgòsolo pro terra de bandidos E totu canta sa zente famia


Fin'a eris da-e totu' fis connota
Ma oe a Pratobello tot' unidos Isetavan concimes e tratores
Pro aer pius late e pius pane
Fizos tuos falado' sun in lota Invetze' totu an dadu a sos sinnyores
Contra s'invasione militare A Rovelli, Moratti e s'Agacane
Ki a inie fi faghende rota
Povèrinu e miseru s'anzone
Invetze' de tratores pro arare K'iseta late da-e su mariane:
Arriban carrarmados e cannones d'issu poi si prèa' su bucone
E trupas de masellu d'addestrare
Orgòsolo fiera e corazosa
Mandada da-e sos solitos bufones Totu canta sa popolatzione
Ki keren ki rinasca' sa Barbaja Totu custu a' cumpresu e minaçosa
Cun parcos pro sas muvras e sirbones
E si arma' de fuste pro iscaçare
Naran puru ki sa zente es' malvaja Cussas trupas fascistas e odiosas
Ki viven de furtos e ricatos Ki custrint'est a segu' de torrare
In sa muntannya infid'e selvaja
Lassande sas muntannyas e pianos
Pro ke finire custos malos fatos Atraversende de nou su mare.
E dare a sa Sardinnya atera via
Custos bufones decidin cumpatos Non ke banditos ma ke partijanos
An dimostradu a sos capitalistas
De mandarene galu politzia Ki solu cun su fuste e cun sas manos
Sos contadinos e-i sos pastores
Orgòsolo ke manda' a sos fascistas
Orgòsolo ke manda' a sos fascistas

pagina 1463
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Preghiera a un contadino
(1977)
di Yu Kung
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/preghiera-un-contadino

Alzati e guarda e guarda la montagna canta come il rosso delle tue bandiere.
da dove viene il sole il vento e l'acqua
tu che hai bagnato col sangue la tua terra Dacci il tuo coraggio, il tuo valore nella
e hai seminato nei campi la speranza. lotta
venga il tuo regno di uguaglianza qui sulla
Alzati e guarda e guarda le tue mani Terra
stringile a quelle degli altri contadini soffia come il vento sulle ciminiere
perchè è il tempo che può esser domani canta come il rosso delle tue bandiere.
la tua fatica grida sotto il sol.
Alzati e guarda e guarda la montagna
Libera la tua gente da chi la tiene nella da dove viene il sole il vento e l'acqua
miseria nella cattiva e nella buona sorte
portaci il tuo regno di giustizia e libertà saremo uniti fino all'ora della morte.
soffia come il vento sulle ciminiere Amen, Amen, Amen.

Informazioni

Traduzione - con qualche piccola variante - di Plegaria a un labrador di Victor Jara.

pagina 1464
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Preguntitas sobre Dios


(1977)
di Atahualpa Yupanqui
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: spagnolo/castigliano
Tags: anticlericali, lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/preguntitas-sobre-dios

Un dia yo preguntè: | y no conoce una flor


Abuelo, donde està Dios. | 2 volte Sudor malaria y serpientes
Mi abuelo se puso triste la vida del lenador
y nadia me respondiò. Y que nadie le pregunte
Mi abuelo muriò en los campos, si sabe donde esta Dios
sin rezo ni confesion Por su casa non ha pasado
y lo enterraron los indios | tan importante senor.
flauta de cana e tambor | 2 v.
Yo canto par los caminos
Al tiempo yo preguntè: y cuando estoy en prisiòn
Padre che sabes de Dios oigo las voces del pueblo
Mi padre se puso serio que canta mejor que yo
y nada me respondiò Hay un asunto en la tierra
Mi padre muriò en la mina màs importante que Dios
sin doctor ni protecciòn y es que nadie escupa sangre
Color de sangre minera pa que otro viva mejor
tiene el oro del patròn Que Dios vela por los pobres
Talvez sì y talvez no
Mi hermano vive en los montes Pero es seguro que almuerza
en la mesa del patron.

Informazioni

Parole e musica di Atahualpa Yupanqui(1908-1992). Nato in Argentina col nome di Hector Chavero assunse il suo
nuovo nome che significa ' Terra che viene da lontano' e ' andrai in giro a raccontar storie'.Per questa canzone
venne gettato in prigione.

pagina 1465
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Prendiamoci le città
(1971)
di Canzoniere Pisano / del Proletariato
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti, lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/prendiamoci-le-citta

Questa nostra lotta è la lotta di chi è un'arma del padrone


non vuole più servir e la loro lotta avanza con la nostra unità
di chi è ormai cosciente della forza che ha verso la libertà
e non ha più paura del padrone dai quartieri alle caserme, dalla fabbrica
di chi vuol trasformare il mondo in cui alla
viviamo [scuola,
nel mondo che vogliamo è tutta una lotta sola
di chi ha ormai capito che è ora di lottare
che non c'è tempo di aspettare Dalle fabbriche in rivolta...

Dalle fabbriche in rivolta La scuola dei padroni non funziona più


un vento soffia già, ovunque arriverà ma solo come base rossa
è proprio un vento rosso che non si può la cultura dei borghesi non ci frega più,
fermare l'abbiamo messa nella fossa
e unisce chi ha deciso di lottare Anche nelle galere della repressione
Per il comunismo, per la libertà cresce l'organizzazione
prendiamoci la città svuoteremo presto tutte le prigioni
per il comunismo, per la libertà per fare posto a tutti i padroni
prendiamoci la città!
Dalle fabbriche in rivolta
Se occupa le case chi non ce le un vento soffia già, ovunque arriverà
ha unisce tutta la città è proprio un vento rosso che non si può
si lotta nei quartieri per non pagare i fermare
fitti, e unisce chi ha deciso di lottare
difendere le case dagli sfratti Per il comunismo, per la libertà prendiamoci
si lotta e si vive in maniera comunista, la città
non c'è posto per il fascista per il comunismo, per la libertà prendiamoci
la giustizia proletaria ricomincia a la città!
funzionare Per il comunismo, per la libertà prendiamoci
con il processo popolare la città
per il comunismo, per la libertà prendiamoci
Dalle fabbriche in rivolta... la città!
Per il comunismo, per la libertà prendiamoci
Proletari in divisa si ribellano perchè la città
hanno capito che per il comunismo, per la libertà prendiamoci
anche la caserma come la prigione la città!

pagina 1466
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Pretini rossi, moniche bianche


di Virgilio Savona
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: romanesco
Tags: anticlericali
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/pretini-rossi-moniche-bianche

Pretini rossi, moniche bianche Pretini bianchi, moniche nere


So' diavoletti co' le pollanche Chi è il paternostro, chi è il miserere
Preti davanti, moniche dietro So' vecchiarelli, vanno pe' mano
C'è l'ammucchiata a piazza san Pietro Da san Callisto a san Gallicano
Moniche bianche, pretini rossi
So' coglioncelle coi pettorossi Moniche grigie, preti marone
Dichen el kyrie, strofa per strofa Danno un'occhiata ar funtanone
Da via della Vergine a via della Scrofa Dove se spoglia da capo a piedi
Quarche vichinga lì in piazza de Trevi
Pretini bianchi, moniche nere
Chi è il paternostro, chi è il miserere Pretini rossi, moniche bianche
So' vecchiarelli, vanno pe' mano Pretini bianchi, moniche nere
Da san Callisto a san Gallicano Preti davanti, moniche dietro
Storce la bocca perfino san Pietro
Moniche nere, pretini bianchi
Pezze de lino, corde a li fianchi Pretini bianchi, moniche nere
Quelle in seicento, questi in mercède Chi è il paternostro, chi è il miserere
La scala santa, se fermano a chiède So' vecchiarelli, vanno pe' mano
Preti marone, monache grigie Da san Callisto a san Gallicano
Come li gatti tra le vestigie
So' furastieri, vonno er trofeo Preti marone, moniche grigie
E vanno insieme a scoprì er culiseo Moniche nere, pretini bianchi
Pretini bianchi, moniche nere
E chi è il paternostro, e chi è il miserere

pagina 1467
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Primo d'agosto Mestre '68


(1970)
di Gualtiero Bertelli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/primo-dagosto-mestre-68

A casa senza voce, e con le mani Noi si gridava: «Edison in ginocchio!»


sporche dei sassi raccolti sui binari; e poi: «Montecatini assassini!»:
per una volta ancora, dopo tanto, le armi vostre sono lì schierate,
mi son sentito armato e non inerme padroni, ma stavolta ci temete
contro i nemici nostri di sempre. perché siamo tanti, troppi per voi.

Hai cercato nei loro volti E mentre vi aspettiamo


lo scherno e la freddezza servi di chi ci sfrutta,
di chi ti ha caricato tante volte: vi siete finalmente ritirati
«Pula fascista, vienimi addosso» in preda anche voi, per una volta,
una rabbia ed una forza sconosciute. alla paura d'esser picchiati.

Primo d'agosto, Mestre, sessantotto: Se questa è violenza, o padrone,


cinquemila di noi alla stazione, abbiamo scordato, la tua legalità:
trecento celerini lì davanti solo la tua violenza è autorizzata:
pronti come sempre a sparare a questa noi opponiamo l'unità.
per difendere il mio padrone.
Colpo su colpo, senza illusioni,
Ti sei giurato in cuor tuo giorno per giorno, senza più paura,
che non avresti ceduto mai uomo per uomo, nasce la lotta:
anche se non dimentichi la paura di tanti primi d'agosto sarà fatta
delle legnate e dei fucili la nostra liberazione;
provati troppe volte a tu per tu. di tanti primi d'agosto sarà fatta
la nostra rivoluzione.

Informazioni

Il primo agosto 1968 rappresentò l'apice della lotta degli operai della Montedison, a Porto Marghera, lotta che durò
dalla metà di luglio ai primi giorni di agosto.

pagina 1468
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Proclama di Camillo Torres


(1972)
di Fausto Amodei
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antimperialisti, lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/proclama-di-camillo-torres

Da molti anni i poveri della nostra patria, finchè possano sorgere i capi guerriglieri;
da molti anni attendono il grido di dobbiamo stare all'erta, scambiarci le
battaglia, opinioni,
il grido per gettarsi nella lotta finale raccoglier le provviste con armi e
contro l'oligarchia e contro il capitale. munizioni."
contro l'oligarchia e contro il capitale.
La lotta è prolungata e i colpi
A questo punto il popolo non crede a chi ha all'oppressore
il potere sian piccoli, se occorre, purchè siano
a questo punto il popolo non crede alle sicuri;
elezioni, proviamo cosa valgono di fronte agli
non c'è più via legale che possa esser avversari
tentata, coloro che si dicono dei rivoluzionari."
non resta altro al popolo che la lotta
armata." Agisci senza sosta, ma agisci con pazienza,
la guerra sarà lunga e ognuno dovrà agire;
Il popolo è deciso a offrir la propria vita importa soprattutto che la rivoluzione
per dare ai propri figli un tetto e da quando è il momento giusto ci trovi
mangiare, dall'azione"
per dare soprattutto a chi verrà domani Abbiamo incominciato perchè la strada è
la patria non più schiava dei nordamerìcani." lunga,
però questa è la strada per la rivoluzione:
E devo dire al popolo che io non l'ho con noi fino alla morte a unire e
tradito, organizzare.
son stato sulle piazze d'ogni città e con voi fino alla morte, la classe popolare."
villaggio
chiamando chi lavora ai campi e alle miniere Con noi fino alla morte perchè siamo decisi,
a unirsi e a organizzarsi per prendere il con voi fino alla morte, a andare fino in
potere." fondo:
la presa del potere non è ormai più
Chiunque è un patriota stia sul piede di illusoria,
guerra lottar fino alla morte vuoi dire la vittoria

Informazioni

Camillo Torres, prete e sociologo colombiano, morì il 15 febbraio 1966, in uno scontro a fuoco a santander, con le
truppe dell'esercito regolare, lottando col mitra in mano contro un'oligarchia serva dell'imperialismo nord-
americano.
La canzone è una parafrasi assai fedele dell'ultimo messaggio di Torres al popolo colombiano ("Dalle montagne,
gennaio 1966") considerato il suo testamento spirituale.

pagina 1469
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Progressio populorum
(1967)
di Canzoniere Pisano, Piero Nissim
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: anticlericali
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/progressio-populorum

Progressio populorum, addio alla teocrazia, la pillola va bene in tutti quei paesi
la chiesa s'è votata alla democrazia. dell'Africa e dell'Asia, cosicché
Ma il cardinale Spellman, prelato assai nasceran meno cinesi.
focoso, Progressio populorum, i preti alla riscossa
pregando per le bombe sul Vietnam per non restare indietro cantan Bandiera
ha scoperto troppo il gioco. rossa,
Progressio populorum, viva la linea verde! e i nostri comunisti, con spirito unitario,
finché fanno l'amore, la chiesa nulla perde in cellula ben presto li vedrai
ed i capelli lunghi, la barba e gli occhi recitare anche il rosario.
blu... (Voce: Valzer unitario!)
ma non sottilizziamo, tempo fa E i nostri comunisti, con spirito unitario,
ce l'aveva anche Gesù. in cellula ben presto li vedrai
Progressio populorum, la pillola è accettata, recitare anche il rosario..
la chiesa progressista così si è pronunciata:

Informazioni

Si "basa" sull'enciclica "Populorum progressio" di Paolo VI.

pagina 1470
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Proprio voi
(1975)
di Gualtiero Bertelli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/proprio-voi

Proprio voi che ci assegnate Proprio voi vi preoccupate


fin da quando siamo nati di quei figli che vediamo
il destino di emigrare solo a sera quando tutto
e di vivere separati. è per noi solo un fastidio.

Proprio voi che ci rubate Voi che li considerate


senza ombra di rimorso come carne da sfruttare
il diritto di campare e che a ciò li preparate
e ogni affetto che sia nostro. nelle case e nelle scuole.

Proprio voi che ingrassate Proprio voi che da ogni legge


dei guadagni accumulati siete immuni e incontrollati
dividendo e distruggendo ci volete far pensare
ciò che noi ci siam creati. d'essere oggi spaventati.

Proprio voi vi inventate Lo spavento è invece un altro


difensori degli affetti di vederci tutti uniti
proprio voi che insultate mentre a voi serviam divisi
ogni affetto pei profitti. da interessi e pregiudizi.

Proprio voi che pei quatrini Lo spavento è di capire


ci prendete con la fame che non basta la violenza
e ci fate lavorare il ricatto, la paura,
in catene disumane. né la vostra prepotenza.

Proprio voi che dalla casa Se il divorzio è stata l'arma


ci togliete appena è l'alba per colpire la nostra unione
e ci rimandate stanchi è arrivato già il momento
come bestie nella stalla. divorziamo dal padrone.

pagina 1471
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Prostituzione
(1975)
di Canzoniere femminista
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/prostituzione

Siamo fuori qui macchina di figli o di piacere!


a lavorar
sIamo Boss crudeli ci hanno comperato
tante mariti e padri ci hanno venduto
siamo la misura... il nostro corpo è anestetizzato
il nostro cuore è colmo di disprezzo!
Siamo tante che lavoriamo all'aperto
siamo tante tutta la notte Fuori linea contro lo Stato
diamo per denaro il nostro corpo sulla strada anche noi abbiamo marciato
siamo le operaie del marciapiede! contro chi ci vuole schiave e disprezzate
a mille a mille ormai ci siamo ribellate!
Vendere per poco braccia utero e sorriso
questa è la condizione la condanna di ogni Fuori linea contro lo Stato I
donna anche su questi soldi abbiamo lottato ,
servizio generale gratis nella casa questa autonomia anima e vita ci è costata
a duro prezzo della rispettabilità! tolgano le mani Stato e polizia!

Coro: Coro:
L' amore ogni donna l'ha cercato L' amore ogni donna l'ha cercato
ma come lavoro l'hanno ingabbiato. ma come lavoro l'hanno ingabbiato!
Il nostro corpo è per lo Stato Di cosa vuoi dire
essere donna
noi siamo la misura!

Informazioni

Nella primavera del 1975, in segno di protesta contro multe, richieste di tasse esorbitanti, imprigionamenti e
perdita della custodia dei loro bambini, le prostitute in Francia organizzarono uno sciopero nazionale ed
occuparono chiese in tutto il paese. Furono organizzati anche convegni cui partecipò il Movimento Femminista. Il
testo di questa canzone è liberamente ispirato ai concetti che le donne prostitute espressero in quell'occasione nei
loro discorsi.

pagina 1472
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Quadernoso iscrittoso
(1969)
di Peppino Marotto
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: sardo
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/quadernoso-iscrittoso

Quadernoso iscrittoso Cun imortale vamma


in d'una cella oscura piur de ogni astru
da unu sapiente divente luminosa
illuminan su mundu. s'Unità chi ha fundadu

Sa vida er galu dura, Piur de ogni astru


ca s'isfruttada zente divente luminosa
non lotta fino in fundu s'Unità chi ha fundadu
pro sos sacro dirittos. cun imortale vamma

Ca s'isfruttada zente Pro meritu 'e Lenin


non lotta fino in fundu d'ognia nazione
pro sos sacros dirittos chere su comunismu
sa vida es galu dura innalzare a sa gloria

Gramschi ha lassadu Contra s'aggressione


in Sardigna sa mama de s'imperialismu
a Torinu su mastru tenzana sa vittoria
in Russia s'isposa sas forzas de Ho-chi-Minh

Informazioni

"Mutettos" scritti da Peppino Marotto sui modi tradizionali della polifonia della Barbagia; registrato in studio a
Milano, 1969, esecutori Peppino Marotto, Umberto Goddi, Sebastiano Piras e Pasquale Marotto, di Orgosolo, Nuoro.
Il primo mutettu fa riferimento ai Quaderni del carcere di Antonio Gramsci.

pagina 1473
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Quando lo sciopero
di Leoncarlo Settimelli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/quando-lo-sciopero

Quando lo sciopero è già compatto Si sta lì dentro come banditi


ecco gli agenti e le camionette firma qua sopra questo è il verbale
chi li ha mandati sono i padroni se ti va bene esci in serata
la nostra lotta voglion spezzare se ti va male vai in tribunale

I calci al ventre i pugni in faccia La nostra rabbia non è per questo


non danno tregua son dei fascisti è che al governo ci son compagni
giù come ossessi ti danno addosso cambierà tutto ti avevan detto
ti portan dentro senza pietà ora ti dicon di non scioperar

Insieme a noi c'è una compagan No scioperare tira la cinghia


- Ho quattro figli mi mandi a casa - porta pazienza non sabotare
- Se hai famiglia vai al lavoro dicono questo anche i padroni
perchè ti metti a scioperar - va bene a loro ma non a me

- Sì commissario ho quattro figli Hanno mandato la polizia


anche per loro ho scioperato perchè ci vogliono chiuder la bocca
non siamo schiavi abbiam ragione contro il governo che è dei padroni
mi tenga pure chiusa in prigione - forza compagni scendiamo in lotta

pagina 1474
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Quando non c'è più conforto


(1970)
di Ilario Da Costa, Gildo dei Fantardi
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/quando-non-ce-piu-conforto

Quando non resta nessun conforto va in tasca a tutti tira a campare


c'è chi va in chiesa per poi pregare alle promesse non crede più
c'è chi si impicca a un ramo nell'orto
e chi si sfoga a bestemmiare un litro rosso e mezzo toscano
quasi ogni sera che brutto vizio
io li capisco io li comprendo passa le carte chi fa la mano
nessuno di loro andrà all'inferno poi si rientra tutti all'ospizio
ma a chi no resta neppure mangiare
ditemi voi cosa può fare io non protesto contro nessuno
ma in questo modo non possiam far niente
io non protesto contro nessuno e poi mi sembra ci sia qualcuno
ma in questo modo non possiam far niente che se ne frega di tanta gente
e poi mi sembra ci sia qualcuno
che se ne frega di tanta gente quando non resta nessun conforto
c'è chi va in chiesa per poi pregare
ma a chi non resta in cosa sperare c'è chi si impicca a un ramo nell'orto
non crede a niente neppure in Gesù e chi si sfoga a bestemmiare

Informazioni

Canzone scritta dietro un impeto di sdegno e di rabbia, nel vedere che l'umanità si stava sgretolando, usando
indifferenza e superficialità nei confronti di persone anziane.

pagina 1475
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Quando sei smarrita


(1968)
di Alberto D'Amico
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/quando-sei-smarrita

Quando sei smarrita E la vita viene


cerchi le vetrine e la vita vola
compri carta e seta come una stagione
macchie colorate porta le farfalle
chiare e delicate soffia tante bolle
come lampadine. e ti lascia sola.

Tu diventi carta Sai ragazza cara


tu diventi seta io non posso dirti
quattro soldi appena che la vita cambia
e come la luna per un po' di baci
come una sottana anche se mi piaci
cambia la tua vita. coi capelli corti.

Quando tu sei stanca Quello che tu cerchi


leggi nel giornale sta nelle tue mani
cerchi la tua stella lascia stare il vento
se ti fa viaggiare che ti porta sabbia
se ti dà l'amore grida la tua rabbia
prima di Natale. cambierai domani.

pagina 1476
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Quanti occhi
di Patrizia Aguiari
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/quanti-occhi

Quanti occhi nella mente, per avere vostro figlio;


quante cose a cui pensare,
mi convinco, sono vere, terremoto, terremoto,
mi convinco, son da dire: quando ho visto quella donna
che non era più sincera
Occhi grandi, occhi di bimba, per paura del suo sesso;
son di donna, son di madre,
solo oggi io vi guardo: terremoto, terremoto,
siete stanchi di subire. quando ho visto quella bimba
che per esser più sicura
Solo oggi, lo ripeto, imitava suo fratello.
ho capito il problema,
son contenta anche se, è vero Quanti occhi nella mente,
non è bello per davvero, quante cose a cui pensare,
mi convinco, sono vere,
e la bambola di pezza mi convinco, son da dire:
l'ho gettata nel camino
provocando confusione Occhi grandi, occhi di bimba,
a chi stava vicino. son di donna, son di madre,
solo oggi io vi guardo:
Confusione, confusione... siete stanchi di subire.
ma ho provato ben di peggio,
proprio io il terremoto Ma son contenta e son sicura
ho sentito nella testa: di non essere più la sola
che lottando vuol cambiare
terremoto, terremoto questa farsa del capitale.
quando ho visto quella donna Ma son contenta e son sicura
che urlava in sala parto di non essere più la sola
che lottando vuol cambiare
questa farsa del capitale.

Informazioni

L'autrice, femminista torinese, lavorava nel Consultorio (autogestito) per la salute della donna, del Comitato di
quartiere San Donato, e faceva parte del Circolo Gianni Bosio di Torino. La canzone apparteneva al repertorio del
Canzoniere Popolare di Torino, di cui l'autrice faceva parte.

pagina 1477
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Quarto Oggiaro story


(1976)
di Gianfranco Manfredi
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/quarto-oggiaro-story

T'ho incontrata a Quarto Oggiaro neanche belli... ristampe.


davanti al Supermarket Si vede che la tua coscienza
saccheggiato (oh ye) avevi in tasca politica è proprio scarsa.
una scatola di tonno Guarda me: io ci ho qua il Kerouac,
dello Wyoming... ci ho qua il Garcia Marquez
si vede che la tua coscienza ci ho qua il teatro di Fo,
politica era scarsa... chissà che cosa me ne fo...
lo ci ho qua il bourbon, lo questa sera mi leggo la Morante
io ci ho qua il vischi con una bimba tutta pimpante
io ci ho qua il caviale E tu te legge Agata Criste
che a differenza del tonno non fa male, co' Totonno poro criste
lo questa sera T'ho incontrata davanti all'armeria
mi bevo lo champagne in attesa, con la borsa della spesa...
circondato da quattro compagne... esagerata!
Mentre tu te mange 'o tonno Io compravo i soldatini,
con quel fesso di Totonno tu un fucile coi piombini.
Si vede che la tua coscienza ...
Ti ho incontrata alla prima visione, è in crescenza.
dopo l'appropriazione. Io ci ho a casa
Tu hai visto la Corazzata Potiemkin Politoys,
un Franchi ed lngrassia ci ho la spada del
mentre lì vicino facevano un film nonno carabiniere,
inchiesta sulla CIA. ci ho le pistole di madreperla
Eh ma la tua coscienza politica e il matarello di madre pirla,
è proprio scarsa ci ho le guns di plastica di Jasse James
io ho visto il Bertolucci, e il mitra in simillegno
ho visto la Cavani con il fodero in similpelle
S. Francesco e i sette nani e proiettili in silmilsalve.
vestiti da nazisti E tu te mette a ffa cagnara
ho visto Scapponsanfan' co' stu cazz' de lupara
dei fratelli Taviani, e Totonnino 'o fetentone
C'eravamo tanto armati tene 'na sberla de cannone
e diciotto film di marziani e un tuo amico di Potopp
(micidiale!) in cineteca. tene quaranta molotopp
Io questa sera mi vedo e uno dell'autonomia viaggia
i filmini svedesi sempre co' la zia
con due compagne cinesi... " cocosa c'entra la zia?"
E tu te vede 'a televisione Pesa cinquecento kili e
co' Totonno fetentone può sempre servire..,
calata dall'alto.
Ti ho incontrata alla Feltrinelli, Forse la tua coscienza è troppo
tu fregavi solo gialli, in crescenza...
Brrrr...

Informazioni

pagina 1478
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Quatr'asüs par l'Ardizôn


di Collettivo Ticino Riva Sinistra, Nino Jomini
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: milanese
Tags: repressione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/quatrasus-par-lardizon

Sgiügatôn d'un ventasel por cristi an'lur da pôc' pispài


pèrz'in trüscia a fa il püèl cunt'na gìp g'ân fiombâa adòss
rènt'ai sôchi di tusânn gh'ên sgigutâa pulida i oss
c'ai gipìsan me giavânn
Vintisèti utubar
Ventasel s'te ghe stê milanöecènsesantadü
g'a sarîa bèn ôl'mistê 'nsü'na piaza de Milan
föeravia di sciancâ röes "capitale morale" da nöen tagliân
d'ul fa dâgn dènt'in di pröes
Ventasel che i fiur di sciês
Gh'e bisugn da öen me ti te ve a scialâi 'nsül Vilures
lìbar d'il zo fa e'l zo dî sàlvan vöen par l'Ardizôn
nuta gôss cûa o bugnôn fiur an'lü stripâa in giutôn
'nvèr Partîi Prèti e Padrôn
Quân te riprèndarê
Vöen che a nom da tül nöen a cûr il mondu 'nânzi e 'ndrê
mal in buca cun nisöen dìgal a tüti che il Putèntaâ
quatr'asüs pa'n pôr matài d'un ôltar zangui a ze imbratâa
'l g'abia a dî sèn'risc da guai
E a tül quî maramân
Quatr'asüs par l'Ardizôn lì par la mica a fa i rufiân
sto mortu trài'nd'un cantôn dîg' che i öegi di nôs spûs
giò da birl'a driza e manzina 'ndè'i lacrimogiân în ôlt' pititûs
a chi l'Idea ga impîs la tazina
E ma l'e coldu il manên
Da famiglia sü d'un bucieta trâi in gingên
drüi me l'aî l'a'urzü pü quân che in piaza i nôs rasôn
müscia i baüsc cun sciuri e driti sa scôntran cun füm e bastôn
e al z'î scirâa cui por puariti
Ventasel fa cur i vûs
'nd'il zò coô da lü che a füria da sumenâ crûs
nè fâm nè guèr g'an duêa'vès pü s'a finìs cunt'il raghöei
pü da sèrvi e sfrütadur rosc d'urtighi e pügn da löei
pü balusâdi nè camûr
Ma 'ürêmas bèn da cristiân
Tül fradîi cumpâgn sa'öerum no pèrdi il patân
e via quî mèrdi muntâa in scrâgn quân che quî dopo n'è nöen
un mondu metu e püsê bèl dumandaràn cume mai vöen
diulamadona g'an fai la pèl
'n fiöe da la lege me l'Ardizôn
Gh'ên pensâa i pulizài 'l zia restaâ öen e no miliôn...

Informazioni

Il Collettivo Ticino Riva Sinistra di Nino Jomin, era di Castano Primo; e di Castano primo era anche Giovanni
Ardizzone, lo studente ucciso il 27 ottobre 1962 durante una manifestazione per la pace in occasione della Crisi di
Cuba. Sull'Ardizzone già il Collettivo aveva scritto una canzone Dopo Ardisun

pagina 1479
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Quel vaca d'un petrôli


di Collettivo Ticino Riva Sinistra, Nino Jomini
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: lombardo
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/quel-vaca-dun-petroli

Quel che a sto mondu coënta sa l'è... quî fioë da vaca ch'î amètan no...
furzi il petrôli s'al vâr l'amore
quel che a sto mondu manca sa l'è... s'en mai insugnâa da vüreghi ben...
e dài cul petrôli gnanca a so mama
va ti che guèr il mondu al trâ in pê...
par sto petrôli Noi vogliàm la pace,
züca barüca il mondu a impipâs... noi vogliàm l'amor,
d'altri valori noi vogliàm che il mondo
batta ad un sol cuore
Ma la vita umana,
cribbiu la vâr püsê, Chè la vita umana
ôlt'che'l zo vaca, ma'ndêm la vâr püsê
d'un petrôli gres? ôlt'ch'l zo vaca
d'un petrôli gres?
Ma la pelle umana
cribbiu la vâr püsê Noi vogliàm la pace,
vâgan a bagiu noi vogliàm l'amor,
lur e i so danêe noi vogliàm che il mondo
batta ad un sol cuore
Quel che scarsegia al mondu sa l'è...
ma l'e l'amore Chè la pelle umana
quel che pò salvâ il mondu sa l'è... qual ca n'asia il culür
dumà l'amore c'e nièn e poë miènti
da magiùr valür.

Informazioni

Il "Collettivo Ticino riva sinistra" fu attivo a Castano Primo (MI) negl' anni '70/'80.

pagina 1480
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Quella notte davanti alla bussola


(1969)
di Canzoniere Pisano
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti, lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/quella-notte-davanti-alla-bussola

Quella notte davanti alla Bussola, Dalla prima barricata


nel freddo di San Silvestro. alla zona dei carabinieri
Quella notte di Capodanno sono circa quaranta metri
non la scorderemo mai. tutti sgombri e tutti neri.
Arrivavano i signori, Quando cominciano ad avanzare
sulle macchine lucenti uno di loro spara in aria.
e guardavan con disprezzo i compagni tirano sassi
gli operai e gli studenti. per cercare di fermarli.
Le signore con l'abito lungo, Loro si fermano un momento
con le spalle impellicciate, e poi continuano ad avanzare;
i potenti col fiocchino, non è più uno soltanto,
con le facce inamidate. sono in molti ora a sparare.

Eran gli stessi signori Dalla prima barricata


che ci sfruttano tutto l'anno, si vedon bene le pistole,
quelli che ci fan crepare dalla seconda tutti pensano
nelle fabbriche qui attorno. che sian solo castagnole.
Son venuti per brindare, Ci riuniamo tutti assieme
dopo un anno di sfruttamento, alla seconda barricata,
a brindare per l'anno nuovo, i 'carruba' tornano indietro,
che gli vada ancora meglio. vista la brutta parata.
Non resistono i compagni, Ancora un'ora di avanti e indietro,
che li han riconosciuti, noi con i sassi loro sparando;
ed arrivan pomodori tutti crediamo che sparino a salve,
ed arrivano gli sputi. anche da dentro un'autoblindo.

Per difendere gli sfruttatori, Ad un tratto vedo cadere


una tromba ha squillato, un compagno alla mia destra
mentre già i carabinieri il ginocchio con un buco
hanno corso ed han picchiato; ed il sangue sui calzoni.
come son belli i carabinieri, Mi volto e grido: " Sparan davvero!
mentre picchiano con le manette e corro indietro di qualche passo:
i compagni studenti medi due compagni portano a spalle
dai quattordici ai diciassette! il ferito nella gamba.
E non la smettono di picchiare Correndo forte sulla strada,
finché Garoppo non alza il dito: con alle spalle i carabinieri,
sono l'immagine più fedele vedo il Ceccanti, colpito a morte,
del nostro ordine costituito. trasportato sul marciapiedi.

Già vediamo i carabinieri Malgrado gli sforzi di aiutarlo,


che si stanno organizzando Ãè difficile trovar soccorso
per iniziare la caccia all'uomo mentre i gendarmi ti corron dietro
con pantere ed autoblindo. e non ti danno un po' di riposo.
Non possiamo andare via, Trovata un'auto utilitaria
né lasciare i dispersi, e portato via il Ceccanti,
siamo ormai tagliati fuori più non ci resta altro da fare
per raggiunger gli automezzi. che scappare tutti quanti.
Decidiamo di resistere Forse alla Bussola, per quella notte,
e si fan le barricate: i signori si sono offesi,
sono per meglio difenderci lor che offendono e uccidono
dalle successive ondate. per tutti gli altri dodici mesi.

pagina 1481
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Sarebbe meglio offenderli spesso ha i soldi per comprarci,


e non dare loro respiro la miseria per sfruttare,
tutte le volte che lor signori i suoi armati per ucciderci,
capitan sotto il nostro tiro. la TV per imbrogliare.
A questo punto sembra opportuno
fare qualche considerazione Non ci resta che ribellarci
sulle diverse e brutte facce e non accettare il giuoco
che ci mostra oggi il padrone: di questa loro libertà,
che per noi vale ben poco.

Informazioni

La contestazione a base di lancio di ortaggi, organizzata da Potere Operaio, contro i frequentatori del veglione di
capodanno al locale la Bussola delle Focette (Viareggio), fini tragicamente, con una sparatoria dei carabinieri, che
ferirono gravemente Soriano Ceccanti, un giovane che per le ferite riportate restò paralizzato. La canzone fu scritta
dal Canzoniere Pisano nei primi mesi del 1969.

pagina 1482
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Quelli che tricoloreggiano


(1974)
di Paolo Pietrangeli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/quelli-che-tricoloreggiano

Quelli che tricoloreggiano "Siamo in mano ai comunisti!"


Quelli che patriovaneggiano E starebbero ben freschi
Che l'Italia voglion forte Se davver fosse così.
Polizia sempre alle porte.
Quelli che non han nient'altro
Quelli che han l'onore addosso Che non sian molti denari
Ben cucito nei calzoni Per comprarci tutti interi
E lo tiran sempre fuori Per non farci dir di no
Specie quando fan pipì
Questi son nostri padroni
Quelli che han buone maniere O se no son servi loro
ed a tavola san stare L'esser servi è un gran decoro
Quelli hanno da mangiare Ci si acquista in dignità
Contro quelli che ne han no L'esser servi è un gran decoro
Ci si acquista in dignità.
Quelli che starnazzan sempre

pagina 1483
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Quello che mai potranno fermare


di Pino Masi
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/quello-che-mai-potranno-fermare

Ho fatto un sogno questa notte vi darò una mano


Franco era tra noi io vi darò una mano
gli ho detto Franco sei morto sai
sono qui con voi E sorridente com'era in vita
ha detto son qui con voi mi stava lì a guardar
non era morto Serantini
Ti han massacrato quei bastardi voleva ancor lottar
ti han fatto morir voleva ancor lottar
non è bastato fermarmi il cuore
infatti sono qui E da Palermo a Milano
mi vedi sono qui in fabbrica o in cantiere
ovunque noi si lotterà
Quello che mai potran fermare Franco potrem vedere
è ciò per cui lottiamo Franco potrem vedere.
ed ai picchetti ogni mattina

Informazioni

Canzone sull'uccisione, da parte della polizia, di Franco Serantini, giovane anarchico ventenne.

pagina 1484
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Quello lì (compagno Gramsci)


(1973)
di Claudio Lolli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/quello-li-compagno-gramsci

Il giorno che arrivò in città fresco dalla che non avrebbe fatto una bella fine.
Sardegna,
per fare l'università c'aveva già lui la Cosa facesse oltre a studiare, non l'ho
faccia di chi c'insegna, saputo mai.
aveva già la sua strana testa grossa Ma avevo capito fin dall’inizio
e l'aria di uno che ha freddo fin nelle ossa. che quello lì andava in cerca di guai,
avevo capito che era un socialista,
Io lo sapevo quello lì, quelli li riconosco a prima vista.
me lo sentivo quello lì,
che non sarebbe andato avanti molto. E soprattutto quello lì,
io lo sapevo quello lì,
Che tipo strano e riservato, avrebbe avuto quello che meritava.
che aria da sbandato.
E non sempre una gobba porta fortuna Dopo un po' d'anni - e chi ci pensava,
e oggi si vede che non mi ero sbagliato. ho appreso con sgomento
E poi di sardi qui ce n'è già abbastanza, che quello lì, quel sardo lì,
dissi a quel pazzo che gli affitto la stanza. era finito eletto in parlamento.
Vabbene che il parlamento non conta niente,
Io lo sapevo quello lì, però non è proprio il posto per certa gente.
me lo sentivo quello lì, E soprattutto quello lì,
che non avrebbe fatto mai molta strada. io lo sapevo quello lì,
che avrebbe cercato di farla franca.
Era capace di star dei giorni chiuso nella
sua stanza, Ma ieri ho saputo, che finalmente,
forse a studiare non so a che fare, si son decisi a farlo,
io non gli ho dato mai troppa importanza. l'han messo dentro
Certo non era allegro come goliardo, Avrà vent'anni, abbiam risparmiato
ma non ci dimentichiamo che era gobbo e il tempo di ammazzarlo,
sardo. perchè è malato ed è una cosa vera,
che non uscirà vivo dalla galera.
Io lo sapevo quello lì,
me lo sentivo quello lì, Io lo sapevo quello lì,
me lo sentivo quello lì,
non poteva finire altro che così.

pagina 1485
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Questa di Marinella
di Movimento Femminista Romano
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/questa-di-marinella

Questa di Marinella è la storia vera, dopo l'amor no, tu non dormivi:


lavava i piatti da mattina a sera sentisti solo sfiorare la tua pelle,
e un uomo che la vide così brava lui ebbe tutto e ti girò le spalle.
pensò di farne a vita la sua schiava.
Dicono che spesso con cipiglio
Così, con l'illusione dell'amore, lui ti chiedesse un figlio;
che le faceva batter forte il cuore, tu eri stanca, grassa ed avvilita,
s'inginocchiò davanti a quell'altare avevi solo figlie dalla vita.
e disse tre volte "sì" per non sbagliare.
Ma un giorno, mentre a casa ritornava,
Lui ti guardava mentre pulivi, vide una mostra che la riguardava:
forse leggeva mentre cucinavi; cambiare poteva la sia condizione
te ne accorgesti senza una ragione col Movimento di Liberazione
che la sua casa era la tua prigione. cambiare poteva la sua condizione
col Movimento di Liberazione
C'era la luna e ancora non dormivi,

Informazioni

Sull'aria di "La canzone di Marinella", di Fabrizio De Andrè.

pagina 1486
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Questa prigione è oscura


(1971)
di Canzoniere Pisano / del Proletariato
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: carcere
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/questa-prigione-e-oscura

Questa prigione è scura non si vede mia mandato dal padrone a fare il militar.
nessuno
soltanto il capoposto che porta la razion. A fare il militare contro i propri interessi,
Un gavettino d'acqua e un pezzettin di pane opprimere gli oppressi che voglion libertà.
mi chiude la porta in faccia come se fossi un E voi cari compagni che siete in libertà
can. dite alla mia ragazza che sono carcerà.

Come se fossi un cane legato alle catene Che sono carcerato perché ho disobbedito
e queste son le pene del povero soldà. dicono che ho tradito la patria e Saragat.
Del povero soldato, figlio di proletari La patria l'ho tradita perché non è la mia
e il nostro Presidente è un uomo della Cia.

pagina 1487
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Questo è il nostro Vietnam


(1971)
di Canzoniere Il Contemporaneo
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale, antimperialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/questo-e-il-nostro-vietnam

Che il mio padrone ci fan sempre vedere


accumuli denaro crescer la produttività
non è una novità ma il salario resta ugual
ma è il sistema che ha e l’aumento va ai padroni
che mi fa protestare tanto il popolo italian
ma sono i metodi che ha vive d’amor e di canzoni.
che me lo fanno odiare.
L’altra mattina
Naturalmente abbiamo scioperato
il mezzo principale ferma l’attività.
è di sfruttare me. Il padrone sul balcon
Dice se non ci fosse lui ci guardava e ci contava
non potremmo lavorare con carta e matita in man
e dove il socialismo c’è c’eran tutti e si cantava
non c’è manco da mangiare.
dobbiamo creare
Quando mi siedo ha scritto Che Guevara
al posto di lavoro due tre molti Vietnam.
cambio personalità Questo è il nostro Vietnam
scordo tutta la realtà questa è la nostra lotta.
e mi trasformo in ingranaggio Voi che state ad ascoltar
pongo il cervello un po’ più in là fate anche voi la vostra lotta.
tanto ormai che me ne faccio.
Creare
Da considerare due tre molti Vietnam
che l’italiano medio per la NATO
si lascia infinocchiar. due tre molti Vietnam
Se gli chiedi d’aumentar per la scuola di classe
cinquanta lire all’ora due tre molti Vietnam
il padrone dice te le do per i contratti di lavoro
ma tu continua a lavorare. due tre molti Vietnam
creare
In televisione due tre molti Vietnam.

pagina 1488
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Ragazzo gentile
(1976)
di Giovanna Marini
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ragazzo-gentile

Ragazzo gentile qui davanti a me C'è da costruire paesi e città


Mi stai a sentire ma dimmi il perché Buttare via i morti andare più in là
Le storie e i fatti della gente e poi Spianare montagne e riempire il mar
Le croci, gli eroi innalzati da noi E chi non lo vuole aiutarlo a morir
Si son rovesciati con la testa in giù E quanto ha patito la mia città
Stan lì dissanguati non parlano più chi è vivo lo vede chi è vivo lo sa.

pagina 1489
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Reggio Calabria '72


(1972)
di Francesco "Ciccio" Giuffrida
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: siciliano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/reggio-calabria-72

Di Palermu e di Pescara Non si sentunu cchiù suli


e di Napuli e Agrigentu a luttari disperati
arrivaru su' migghiara si quarìanu a lu suli (si riscaldano)
ogni omu cunta centu ca li trova affratillati
E sbarcanu dintra Reggiu
e caminanu 'nte strati Dopo ottanta cento treni
timurusi alleggiu alleggiu(piano piano) non si ferman le colonne
ogni figghiu ccu lu patri la stazione è sempre piena
di operai giovani e donne
L'operai e li cuntadini son tornati gli emigranti
li braccianti su' vinuti anche per un giorno solo
ci su' fimmini e bambini i fratelli han ritrovato
tutti frati scanusciuti che li aspettano sicuri
Ci su' i fimmini cchiù beddi
pirchì volunu luttari E turnaru l'emigrati
e vucìanu comu aceddi e macari 'nghiornu sulu
nuddu cchiù li pò firmari e truvaru a li so frati
ca l'aspettanu sicuru
E ci sunu li carusi
ca non volunu emigrari Ed i treni son passati
< O governu di schifusi proprio accanto alle autostrade
cca nascemu e amu a ristari> tra paesi di nessuno
Tuttu u Sud è cca prisenti tra campagne abbandonate
p'accuntrari a li cumpagni son rimaste queste scene
non ci sunu pussidenti sia negli occhi che nel cuore
ci su' i fabbrichi e i campagni gli operai < Non più cannoni
ma dobbiamo far trattori>
Stan giungendo i primi treni
la stazione è già una piazza Lu braccianti e l'operaio
sono veneti e toscani già si parrunu 'nfucati
mille le bandiere rosse e si cuntunu ogni guaio
E si guardano d'attorno comu fussiru du frati
gli hanno detto ' Son fascisti ' quanti semu? Du miliuna
ma è già rosso tutto intorno cu sa fida cchiù a cuntari
' Qui son tutti camunisti ' semu cchiù di li patruna
chistu è chiddu c'ampurtari
I fascisti dove sono
son nascosti nelle fogne Ed il Nord e il Sud uniti
oggi Reggio è capitale un corteo mille cortei
di un'Italia di compagni ed è un fiume fiume in piena
e si guardano i compagni fiume rosso d'operai
nella lotta e nelle pene otto volte quella piazza
un abbraccio un solo grido fu riempita e poi svuotata
viva il Nord e il Sud insieme otto volte tutta rossa
e ogni volta più infuocata
E lu figghiu lassa u patri
e s'abbraccia 'npulintuni Tutta Reggiu s'è affacciata
è 'ncumpagnu novu frati non c'è cchiù cu parra alleggiu
'nta la lotta a li patruni u corteo va 'nta ogni strata
e s'ammiscunu li mani 'ntesta l'operai di Reggiu
su' caddusi chisti e chiddi c'è cu cerca i camerati
e li vecchi a manu a manu non si virunu 'nta via
su' turnati picciriddi cerca cerca e su' ammucciati(nascosti)

pagina 1490
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propriu arreri a polizia già spuntò e non pò muriri


Che giornata nuova e bella
Che jurnata nova e bella prima pietra del futuro
prima petra 'i l'avveniri l'unità la rossa stella
l'unità la russa stella è già sorta e più non muore

Informazioni

Scritta dopo la manifestazione nazionale sindacale di Reggio C. del 22 ottobre 1972. Musicata anche da Bartolo
Bruno. Fu pubblicata nello "Zibaldone" nel 1973.

pagina 1491
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Repressione
(1968)
di Paolo Pietrangeli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: repressione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/repressione

Repressione repressione Ci han preso gusto sono andati avanti


fatta sotto il solleone han messo dentro il povero Braibanti
prendo il fresco a Porto Azzurro e c'è una legge che lo impone
faccio il camping all'Ucciardone è quella dell'Inquisizione
repressione. repressione.

L'hanno inventata or non è molto Molte bottiglie di banzina


proprio per voi, miei cari giovani in ascolto con della sabbia sopraffina
era per darvi una lezione e uno stoppaccio di colore
adesso fioccano anni di prigione ma è per pulire la prigione
repressione. repressione.

Informazioni

La canzone fa riferimento all'incredibile condanna, il 14 luglio 1968, di Aldo Braibanti, filosofo, scrittore, artista e
poeta, antifascista, commissario politico durante la liberazione di Firenze, creatore di ceramiche d'arte e rami
smaltati, omosessuale, ateo e libertario, a quasi dieci anni di carcere per "plagio", la prima del genere nella
giustizia italiana.

pagina 1492
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Ricordate brava gente


(1972)
di Antonio Catacchio, Diego De Palma
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ricordate-brava-gente

Ricordate brava gente di quel mese di mano


dicembre, che gli gridano sul viso che Pinelli è stato
era nel sessantanove con denunce in ogni ucciso.
dove. Se Pinelli si è buttato, Calabresi allora si
Dopo un lungo autunno caldo il potere non è è sparato.
saldo,
c’è la lotta, c’è il contratto e succede Son passati già tre anni, smascherati abbiam
questo fatto: gli inganni
alla Banca dell’Agricoltura scoppia una bomba messi insieme dai padroni e non ce ne stiamo
da far paura. buoni.
Ottomila e più compagni per le strade di
Sono morti agricoltori, pensionati e non Milano
signori, sono scesi ed han gridato “E’ una strage ma
ma ad un servo del padrone no, non sfugge di Stato!”
l’occasione La Questura allora spara, è un complotto
e Nutrizio sul giornale esce con l’editoriale nuovo che ci prepara.
“Strage tra la borghesia: la matrice è
l’anarchia”. Ci son dei finanziatori per Corriere e per il
E comincia proprio là l’ultimo complotto Giorno
contro la libertà. “Sono dei provocatori” l’Unità proclama
attorno;
Come sempre, come suole, un colpevole ci e seguendo questa pista poi si arriva al
vuole terrorista:
non importa chi egli sia, purchè c’entri han scordato già Pinelli, tocca adesso a
l’anarchia. Feltrinelli.
Non è ancora un dì passato che Valpreda è già Guai a dire “L’hanno ammazzato!” Incidente,
arrestato, forse,
ma l’avevano già in mente fin dal giorno [però di Stato.
precedente.
Il Corriere dice che è un pazzo anarchico, Oggi è il 25 aprile giorno della Resistenza,
drogato ma non fu guerra civile, non dobbiamo far
[e pure pregiudicato... violenza.
Il PCI chiama le masse a un prudente
Un compagno dell’arrestato è in questura antifascismo,
interrogato, ciò che fu lotta di classe si trasforma in
ha un alibi di ferro, ma lo torchiano lo perbenismo.
stesso. Mentre in omaggio alle elezioni festeggiano
Lui è calmo ed abituato e non sembra di Pino Rauti
preoccupato, [la liberazione.
ma d’un tratto, caso strano, vola giù dal
quarto piano. Non dobbiamo chieder luce a chi luce non può
Il Questore poi dirà quel suicidio è fare:
un’autoaccusa già! se i padroni metton bombe, non lo vanno a
raccontare!
Calabresi e i suoi compari oggi sono Il processo che vogliamo, quello che bisogna
commissari, fare
ma se vanno per le strade voi sapete che gli nelle strade e nei quartieri è il processo
accade: popolare.
là sui muri di Milano ci son tante scritte a Non Valpreda è l’imputato, noi dobbiamo
processar lo Stato.

pagina 1493
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Informazioni

La versione qui pubblicata è quella integrale, così come era stata inizialmente scritta da Antonio Catacchio e Diego
De Palma. Nella successiva registrazione su Cd vennero cancellate le strofe 6/7/8 in quanto riguardavano quel
particolare momento storico-politico e quindi oggi fuori tema rispetto al fatto politico più grave: la programmata
strage di Stato

pagina 1494
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Rita Fenu
(1967)
di Enzo Maolucci
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/rita-fenu

Ninna nannera nannà Tre ore di bestemmie, ma dopo si è calmato,


il figlio, Rita Fenu, se ancora la picchiava
si culla nel suo ventre l'avrebbe ucciso coi ferri che sa.
pensando agli altri cinque
che ferri sporchi han cullato per lei. Dentro il ventre di Rita
c'è un bel rischio caldo che si contendono in
"Stavolta è troppo tardi - le ha detto suo molti:
marito - marito, giudici, medici e preti,
il medico non vuole, è un imbecille, pazienza ma Rita adesso decide per sé.
così".
Questa squallida storia qui sarebbe già
Rita Fenu sorride, lo sapeva, era sicura, finita,
e così poco male, almeno adesso non ha più ma ci vuole un finale per il riscatto del
paura. libero
[aborto,
La prima volta ha pianto, ma non ha detto no. ed è per questo che Rita farà
L'orgoglio è come un bimbo, a mantenerlo poi un folle gesto di nobile accusa,
come un pasto vivo alla morte darà.
[si fa?
Ninna nannera nannà
La terza volta cerca di strapparselo da sé, Da un mese Rita Femiu aveva il suo bambino,
centomila sono troppe, ma un giorno che piangeva
dall'ospedale in galera è lei che ci va. lo ha soffocato stringendolo forte
gridando "Ninna nannera nannà".
Dop la quinta volta con quei ferri fa un
corredo, Davanti al giudice grida: "Nannà"
per tre mesi lei tace, e un bel Natale di Io l'ho salvato "Nannera nannà"
televisione Non era vostro "Nannera nannà"
gli dice: " Basta! lasciamolo in pace". Con la camicia di forza "Nannà"
lei ride e grida "Nannera nannà"
lei ride e grida "Nannera nannà"

pagina 1495
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Rondinella pellegrina
(1976)
di Collettivo del Contropotere
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/rondinella-pellegrina

Rondinella pellegrina che t'accosti in sul i rapporti personali son dettati da


verone, interessi,
che ci porti ogni mattina il sistema del la creazione dei borghesi si è ritorta su sé
padrone: stessi,
chi vuol esser generoso, chi non pensa solo a questo mondo in cui viviamo ormai genera
sé stesso stanchezza,
nella società borghese passa certo per un se vuoi essere sereno
fesso; non pensare
l'amicizia e la franchezza, il sentirsi un non lottare
po' fratelli non dormire non bere non fare non dire...
non esiste in questo mondo fino a che ci si CREPA!
ribelli:

Informazioni

Settimo testo dal disco L'estate dei poveri - Dalla realtà di classe al progetto libertario, del Collettivo del
Contropotere, edito dal "Circolo cultura popolare di Massa" nel 1976, il primo LP prodotto e realizzato da gruppi del
movimento anarchico.
Sulla melodia della canzone popolare Rondinella pellegrina

pagina 1496
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Rosso
(1977)
di Stormy Six
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/rosso

Guarda sull'Unità i tamburi, la tribù...


stanotte è morto Mao Tse Tung Anni erano miei
e io mi sento scricchiolare e ne ha vissuti la metà
dento il mio nome e la mia età. tanto che non so più se sto parlando
Anni non so per te o se parla la città.
che un clacson secco dietro un tram Ma qui nella città
era una truppa dell'apocalisse, che non nè tua nè mia
un segnale di pietà. nemmeno un posto
Anni di polizia, ma una foto sporta
pesate di macelleria, senza la didascalia.
le sentivamo dure sulla testa, Cerco la tua allegria,
libertà e democrazia. onore della compagnia,
C'era la gioventù con la canzone che non ti consola
sul marciapiede a marcia in giù, senza ritmo nè armonia.
sotto una pioggia fitta, sassaiola

pagina 1497
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S'Internatzionale
(1973)
di Vincenzo Migaleddu
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: sardo
Tags: antimperialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sinternatzionale

A su sistema coloniale ma fortes e unidos in su lutare


chi dae tempus iscraos nos lassat pro unu mundu de aguales!
de un’isfrutamentu bestiale
dae como in antis naramus “bastat”! Fortza paris sos Sardos
Naramus “bastat” a sos americanos e a sas ca amus de fraigare
bases militares s’Internatzionale
sa sorte nostra cherimus in sas manos prus manna umanidade!
no lu podimus prus baliare.
Operajos pastores e massajos
E pro sa libertade in pare a chie traballu non nd’agatat
de sa Patria nostra sarda, e cun totus sas fèminas in lota
e pro su sotzialismu lughe faghent prus de sos rajos,
depimus gherrare! lughe faghent pro chie galu no cumprendet
custa nostra istòria de isfrutados
Fortza paris sos Sardos nos ant che colùnia carculadu
ca nde balet sa pena onni ispètzia de prepotentes.
ca amus petzi a pèrdere
custas nostras cadenas!
Ma pro totu custa zente
Chin sos Corsos, Bascos e Irlandesos in Sardigna prus logu non bi nd’at
e cun chie in su mundu est oprimidu e l’ant a cumprèndere finamentas a
unu patu de unione nois faghimus malagana!
pro nos pòdere illiberare. Atentzionade sos meres
E non prus domìniu de capitale atentzionade su bostru
e non prus custrintos a emigrare a ballare toca a nois
ca su ballu est su nostru!

Informazioni

Questa versione in sardo de L'internazionale è stata composta e arrangiata nel 1973 da Vincenzo Migaleddu
(Pitzente Migaleddu), attivista sardo, anch'egli fondatore, insieme a Angelu Caria e tanti altri compagni, del
movimento e relativo quotidiano Su pòpulu sardu.

pagina 1498
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Sa Brigata Sassaresa
di Peppino Marotto
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: sardo
Tags: comunisti/socialisti, antimilitaristi, lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sa-brigata-sassaresa

Cussos de sa brigata sassaresa chi pedìana paghe e libertade.


c'hana vattu sa gherra europea
còntana ancora s'intrepida impresa; Ma Gramsci narada a soso militantes
de sa classe operaia: sos sordados
Comente vin trattàdoso in trincea, sardos s'annan cun sos tribagliantes;
sena iscarpas, bestìrese, aliméntoso cand'ischin chie sus sos isfruttàdoso
affrantos de sa bellicosa idae; e chie sune sos isfruttadòrese,
furibùndoso in sos cumbattiméntoso, si pentin cussos chi los han mandàdoso.
sena connoscher bene sa resòne
d'inumanos massacros, tradiméntoso; Infattis, chene gloria e onores,
e Lenìn, cun sa Rivoluzione, dae Torinu los han trasferidos,
c'haìad fattu sa gherra vinire ca no hanu obbedidu a sos signores.
in d'una gherradore Nazione. Sos operaios tantu agguerridos
su noighentosvinti hana occupadu
Si domandaini: a chie obedire? sas fàbbricas, cumpattòso e unìdos;
comente si devìan cumportare?
cale vin sos nemigos de bocchire? Torinu viada su puntu avanzadu
It'est su chi podìan balanzare in sa lotta de s'occupazione,
sos pòveros pastores de Sardigna ca vi da Gramsci bene organizzadu;
da cussu orrendu iscuntru militare? ma pro sa vera liberazione
dae s'insfruttamentu padronale
Lis han finas promissu sa cunsigna bi gherìad sa rivoluzione;
de sas terra c'haìana tancadu e no han decretadu in generale
chent'annos prima sa zente maligna; s'isciopero, sos capos riformistas,
ma cand0hana sa gherra terminadu pr'imponner sa giustizia sociale.
cun s'isconfitta 'e sos Astros-Ungàroso,
nen tribagliu nen terra lis gan dadu; Dae Torinu sos Ordinovistas
sos riccos fin prus riccos prus avàroso, naraina: Custu est su monumentu
ca bendìana s'anzenu sudore de abbolire sos capitalistas,
-male pagadu- a prezios càroso; sinono ha a leare supravventu
su capitale cun sa prepotenzia,
naràini a su sordadu pastore seminende terrore e ispaventu;
chi sa curpa 'e sa sua povertade
vi s'isciopero 'e su tribagliadore; unu sistema de delinquenzia
e lon hana mandàdoso in cittade pro tantu tempu hada a cancellare
pro vagher gherra a sos iscioperantes de su socialismu s'esistenzia.
E Gramsci non podìada isbagliare.

Informazioni

Poesia di Peppino Marotto di Orgosolo (NU) scritta in onore dei Sassarini della Grande Guerra

pagina 1499
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Salina
(1977)
di Yu Kung
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/salina

E scava il sale per settimane E scava il sale per settimane


a lavorare per fame a lavorare per fame
in salina col sole negli occhi che ti in salina col sole negli occhi che ti
accecherà accecherà
sette carrozze di sale ho portato in città. sette carrozze di sale ho portato in città.

E soffia il vento di maestrale E soffia il vento di maestrale


tra cattedrali di sale tra cattedrali di sale
la sera ti porta il profumo della libertà la sera ti porta il profumo della libertà
ma tutto il giorno che vita di sale si fa. ma tutto il giorno che vita di sale si fa.

pagina 1500
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Saludu a sos emigrados sardos


di Peppino Marotto
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: sardo
Tags: emigrazione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/saludu-sos-emigrados-sardos

Ca che sezis lontanu dae sa terra nadia Mancu sos piscadores non podent piscare
permitìdemi de bos saludare pro ite su mare est totu incuinadu
un'istrinta de manu cun vera simpatia su fruttu de sos pastores est beninde a
a sos cumpanzos sardos cherzo dare mancare
ca non bos an cunvintu ca sun ancora in su pasculu bradu
ma bos ana custrintu e de sos artigianos
cun su malu guvernu a emigrare sas virtuosas manos
pro tribagliare in pena no produint ca no b'at mercadu
pensande a sa Sardigna in terra anzena in crisi sos trasportos
in mare in terra e in aereoportos
Cumpanzos emigrados deu benidu sò
dae Sardigna pro bos incontrare Como già nch'est mannita ma no est naschida
si sezis ratristados sas novas chi bos dò deris
de certu no bos ana a rallegrare tenet trinta annos s'autonomia
ca sun novas malas però est galu aflita ma certos negrieris
dae totu sas alas eredes de s'antiga tirannia
su malessere s'idet ispuntare chi guvernana gai
e non si mirat a incantu non cambiana mai
ma solu anneu dolore e piantu diseredande sa democrazia
sun dae trint'annos fissos
Bois giae l'ischides no est una sorpresa sempre faghende su chi cheren issos
chi sa Sardigna est male guvernada
proite produides lontanu sa richesa In sa sociedade s'inasprin sos conflittos
e sa richesa nostra abandonada ca est beninde de mancu donni cosa
a sos isfrutadores e non b'at volontade de dare sor dirittos
e ispeculadores e su tribagliu a sa gente operosa
chi suni distruende cantu b'ada sun totu in movimentu
campos mares forestas contras a s'isfruttamentu
cun armamentos e fumos de pestas finas sos chi ana sa fide religiosa
sos fideles de Allah
Sa campagna est in crisi serran sas minieras an demolidu s'imperu de su Scià
e cussos pagus istabilimentos
sa zente est in polisi ca non bidet isperas Si totus nos unimos e unidos lottamus
si non afannos penas e turmentos sos partidos de sos tribagliantes
disoccupazione nois puru binchimus e nos che liberamus
cassintegrazione suspensione de sos capitalistas guvernantes
e licenziamentos pro ca si istamus peus
sa Sardigna est suffrinde no est culpa de Deus
invece de rinaschere est morinde ma culpa de sas classes dominantes
chi guvernan male
contra de sa giustitzia sociale

Informazioni

Trascrizione a cura di Brabudu

pagina 1501
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SAM song
di Gerry O' Glacain
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: inglese
Tags: antimperialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sam-song

Well I have been a Provo now The Brits thought we were beaten,
for 15 years or more that we were on the run
With armalites and mortorbombs On that early August morning
I though I knew the score they kicked in our door
But now we have a weapon But for every man they took away,
we've never used before they missed a hundred more
The Brits are looking worried
and their going to worry more [Chorus]
Tiocfaidh Ar La *,sing Up the Ra
[Chorus] Sam missiles in the sky
Tiocfaidh Ar La *,sing Up the Ra
Sam missiles in the sky I spent eight years in the cages,
I had time to think and plan
I started off with petrol For though they locked away a boy,
bombs and throwing bricks and stones I walked away a man
With a hundred more lads like me And there's only one thing
I never was alone I learned while in their cell I lay
But soon I learned that The Brits will never leave us,
bricks and stones wont drive until there blown away
the Brits away
It wasn't long before [Chorus]
I joined the I.R.A. Tiocfaidh Ar La *,sing Up the Ra
Sam missiles in the sky
[Chorus] All through the days of hunger strike
Tiocfaidh Ar La *,sing Up the Ra I watched my comrades die
Sam missiles in the sky While in the streets of Belfast
you could hear the women cry
I cant forget the massacre
Then there came internment that Friday at Loughgall
in the year of '71 I salute my fallen comrades,
as I watch the choppers fall

Informazioni

Il titolo si riferisce ai missili "surface-to-air missiles", o SAM. Pare che a partire dagli anni '70 la Irish Republican
Army volesse acquistarne segretamente per abbattere gli elicotteri britannici, ma non è mai stato provato.

*"Tiocfaidh ár lá", abbreviato in TÁL, sta per "il nostro giorno verrà", in Gaelico, ed è il motto dell'IRA

pagina 1502
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Samba landó
(1979)
di Inti Illimani
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: spagnolo/castigliano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/samba-lando

Sobre el manto de la noche Samba landó...


es la luna chispeando (2 volte)
asá brilla fulgurando La gente dice: "¡qué pena
para establecer un fuero: que tenga la piel oscura" (2 volte)
"Libertad para los negros, como si fuera basura
cadenas para el negrero". que se arroja al pavimento:
¡no saben que el descontento
Samba landó (2 volte) entre mi raza madura!
¿qué tienes tú, samba,
que no tenga yo? Samba landó...

Mi padre siendo tan pobre Hoydía alzamos la voz


dej una herencia fastuosa (2 volte) como una sola memoria (2 volte)
"para dejr de ser cosas", desde Ayacucho hasta Angola,
dijo con ánimo entero de Brasil a Mozambique:
"ponga atención mi compadre, ya no hay nadie que replique,
que vinen nuevos negreros". somos una misma historia.

Samba landò...

Informazioni

Canto antirazzista scritto da Horacio Salinas e José Seves (Inti-Illimani), insieme al poeta e cantautore cileno
Patricio Manns.

pagina 1503
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San Basilio Rivolta di classe [Rivolta di classe]


Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: lotta per la casa
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/san-basilio-rivolta-di-classe-rivolta-di-classe

La casa compagni si prende un compagno con un casco rosso


l'abbiam gridato tante volte ha una pozza di sangue sul petto
e dopo la si difende hanno detto si chiama Fabrizio
da padroni e polizia un compagno dei nostri di Tivoli
come quei giorni giù a San Basilio uno dei Comitati Operai
dove noi eravamo a difendere non era un eroe né un santo
le nostre case, si le nostre era solo un bravo comunista
perchè noi le avevamo occupate che lottava da anni
ed è morto per il comunismo
Ma questo fatto rodeva al governo non dobbiamo piangere compagni
voleva fermarci col sangue lo dobbiamo soltanto vendicare
e tu Berlinguer, vergogna! alla violenza dello stato
Hai gridato alla guerra tra poveri rispondiamo proletariato armato
ma nelle fabbriche e nei quartieri
gli operai erano ormai organizzati Noi non abbiamo paura
e decisi a riprendersi non abbiamo soltanto bandiere
tutto quello che gli avevano rubato e oggi abbiamo risposto
questa volta a scappar siete voi
Noi non abbiamo paura e tutti i compagni hanno visto
noi non abbiamo paura quel capitano P.S.
ci mandano la polizia cadere a terra mani in faccia
compagni spazziamola via gridare "Oddio sparano anche loro"
e tutto il quartiere che lotta e dalle radio pantere
e tutto il proletariato si sentono voci concitate
si combatte contro i celerini un agente ferito al ventre
si combatte contro lo stato un altro con un buco nel torace
uno stato che adesso ha paura Forza compagni lottiamo!
non riesce più a controllare Forza compagni attacchiamo!
le lotte degli operai la nostra rivolta di classe
che adesso fanno da soli qui a San Basilio iniziamo
se ci danno la cassa integrazione un compagno c'hanno ammazzato
facciamo l'autoriduzione gli hanno sparato nel cuore
facciamo le 35 ore, nei reparti ma c'è il nuovo proletariato
sabotiamo il padrone colpirà al cuore dello stato
e dietro le barricate e a chi ci vuol disarmare
ci sono donne e bambini rispondiamo con la lotta armata
che lanciano sassi e che gridano Autonomia Operaia Organizzata
"Celerini assassini" per la rivoluzione
avete scelto la guerra
Ma ad un tratto in una barricata ebbene che guerra sia
si sentono degli spari partito e soviet compagni
un compagno è caduto a terra e noi la vinceremo vinceremo,
vinceremo!

Informazioni

Nel 1974 il movimento per il diritto della casa a Roma, e in particolare nella borngata di San Basilio, era molto
forte. Quando, il 5 settembre, la polizia inizia a sgomberare le 150 case occupate (da altrettante famiglie), scatta la
resistenza della popolazione che si oppone al tentativo di sgombero. Le manifestazioni e gli scontri si protraggono
fino all'8 settembre, quando durante una manifestazione la polizia uccide con un colpo di pistola al petto Fabrizio
Ceruso, giovane militante del Comitato Proletario di Tivoli, di diciannove anni.

pagina 1504
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Sandrino della Solvay


di Pino Masi
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sandrino-della-solvay

Anche nei giorni degli anni '50 E per multare tutto un turno
le nostre vite erano tali e quali: di motivi ne trova un milione:
nella casa gente stanca bastan tre noccioli d'oliva
nella fabbrica come animali. dimenticati sopra un bancone.

C'era però chi voleva lottare Ultimamente le multe sono


e chi voleva cambiare il mondo; diventate meno frequenti;
e fra i compagni era un certo Sandrino gli avranno parlato di un certo Sandrino
il più aggressivo della Solvay. dei suoi proposito alquanto violenti.

Aveva in reparto messo un cartello Dimenticavo corre la voce


ed una corda da impiccato; dentro la fabbrica e in tutta la zona:
e c'era scritto: così finiranno questo Sandrino e il perito Fornai
i traditori del proletariato. pare che siano la stessa persona.

Ai giorni nostri il perito Fornai Sandrino la corda da impiccato


che è capofabbrica ai clorometani è ancora alla fabbrica della Solvay,
fa un sacco di multe a noi operai, noi la useremo in un giorno di festa,
per ogni cazzata si resta fregati. prima il padrone e poi tocca a te!

Informazioni

Inviata da Boriz.

pagina 1505
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Saran vint'ann nianca


(1971)
di Ivan Della Mea
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: milanese
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/saran-vintann-nianca

Saran vint'ann nianca «stasera paghi mi»


e propi in casa mia e 'l tira foeura i Stop
a gh'era el Gianni Bosio e poeu 'se mett a scriv
e mi ghe disi Gioan però quand riva 'l cunt
j'ugiai in mès al nas l'è li' senza on danè.
a lu ghe 'ndaven via
fumava e 'l ciciarava E incoeu Gioan l'è mort
el Bosio el me Gioan. e num semm semper chi'
e quel che lu 'l diseva
E mi per fà el grand e quel che lu 'l scriveva
restavi li' a vardà l'è minga mort, l'è viv
e me rompivi i ball per chi ch' el voeur capi'.
de tutt quel gran parlà
tra 'l Gianni e 'l me fradèl E anca 'dèss compagni
e j'alterc ch' eren li' adesso a casa mia
ma quel che lor diseven gh' è an 'mò el Gianni Bosio
podevi no capi'. e mi ghe disi Gioan
j'ugiai in mès al nas
Poeu dopo 'n par d' orett an 'mò ghe salten via
semm tucc dal gelatèe an 'mò fuma e ciciara
col Bosio che 'l ven foeura el Bosio, 'l me Gioan.

Informazioni

Canzone che apre la prima facciata del disco "Se qualcuno ti fa morto" del 1972, interamente dedicato alla
memoria di Gianni Bosio

pagina 1506
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Sarete voi padroni ad emigrare


(1971)
di Canzoniere Pisano / del Proletariato
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti, emigrazione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sarete-voi-padroni-ad-emigrare

Quel giorno che so' andato a Settentrione Padroni dell'Italia e dell'Europa


l'hai maledetto sempre, o moglie mia; l'uno all'altro stretti son legati,
è stato per la disoccupazione mentre che i sindacati traditori
che ho dovuto lasciare la terra mia. vogliono separare gli sfruttati.

La Svizzera ci accoglie a braccia chiuse, Sono tornato a maggio per il voto,


ci mette il pane duro dentro in bocca; ma non ha vinto il proletariato,
tre anni l'ho inghiottito questo pane, perché finché ci sono le elezioni
tre anni carcerato alle baracche. vincono i ruffiani e i padroni.

Lo sfruttamento è calcolato bene, Ma noi ci organizziamo per lottare


ci carica fatica ogni minuto; e per unirci a tutti i proletari;
è un orologio di gran precisione. sarete voi padroni ad emigrare,
la Svizzera cammina col nostro fiato. ad emigrare ma da tutto il mondo.

pagina 1507
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Scade la ferma
(1972)
di Canzoniere Pisano / del Proletariato
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti, comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/scade-la-ferma

Scade la ferma ama parlare, del direttorio


al Quirinale piccolo führer dal fiato brutto,
ogni sette anni odia gli scioperi: vuol cambiar tutto.
cambia maiale!
Scade la ferma Scade la ferma
al Quirinale al Quirinale
ogni sette anni ogni sette anni
cambia maiale! cambia maiale!
Qual'è l'incognita
Grosso e coglione era Peppino, per il domani
coi telegrammi, le stragi ed il vino stai a vedere
qual'è l'incognita per il domani, chiaman Fanfani!
stai a vedere che chiaman Fanfani!
«Gli operai, quei delinquenti,
Scade la ferma vanno fermati! Stiamogli attenti!»
al Quirinale leggi antisciopero «Oh ma che bello!
ogni sette anni Mitra, moschetto e manganello!»
cambia maiale!
Qual'è l'incognita Scade la ferma
per il domani al Quirinale
stai a vedere ogni sette anni
che chiaman Fanfani! cambia maiale!
Qual'è l'incognita
Piccolo duce, grande cervello, per il domani
circola, dicono, col manganello stai a vedere
che è un fascista, lo sanno tutti, chiaman Fanfani!
vuol far passare momenti brutti.
Caro Fanfani stai bene attento:
Scade la ferma i proletari non han più pazienza
al Quirinale saran dolori e giorni tristi
ogni sette anni per te Fanfani e i tuoi fascisti!
cambia maiale!
Qual'è l'incognita Saran dolori e giorni tristi
per il domani per te Fanfani e i tuoi fascisti!
stai a vedere Saran dolori e giorni tristi
chiaman Fanfani! per te Fanfani e i tuoi fascisti!
Saran dolori e giorni tristi
Si regge in piedi, col sospensorio, per te Fanfani e i tuoi fascisti!

pagina 1508
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Scarpe rotte
(1972)
di Ivan Della Mea
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/scarpe-rotte

O compagno se tu mi chiedi e per questo io canterò:


"Cosa vedi?" io ti dirò:
vedo il mondo della paura Compagni stiamo uniti...
e se ho paura la vincerò:
O compagno se tu mi chiedi
Compagni stiamo uniti "Cosa speri?" io ti dirò:
cantiamo ancor più forte spero che noi si cresca insieme
"Scarpe rotte - scarpe rotte e per questo io canterò:
bisogna andare - bisogna andare
dove sorge - il rosso sole Compagni stiamo uniti...
dell'avvenire!"
O compagno se tu mi chiedi
O compagno se tu mi chiedi "Cosa vuoi?" io ti dirò:
"Cosa senti?" io ti dirò: voglio l'uomo senza paure
sento ridere tutti i padroni e per questo io canterò:
e per questo io canterò:
Compagni stiamo uniti...
Compagni stiamo uniti...
O compagno se ancora chiedi
O compagno se tu mi chiedi "Cosa vuoi?" io ti dirò:
"Cosa pensi?" io ti dirò: voglio un mondo senza paure
penso a questi giorni fascisti un mondo rosso e io canterò:

Compagni stiamo uniti...

pagina 1509
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Scimpanzè
(1974)
di Enzo Del Re
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/scimpanze

Scimpanzè Scimpanzè
pigro e deficiente pigro e deficiente
meglio va di chi fa meglio va di chi è
bombe al napalm e affini. crumiro intelligente.
Meglio un mongoloide
di uno scienziato Scimpanzè
che lavora per la guerra. con un ritmo beota
come me se ne va
Scimpanzè ridacchiando ogni nota.
con un ritmo beota Come me se ne va
meglio va di chi fa ridacchiando ogni nota.
col lavoro del male. Comico, comico, comico
Meglio un guerrigliero io vivo comico.
di un cervellone Comico, comico, comico
che produce distruzione. io vivo comico

pagina 1510
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Sciopero interno
(1969)
di Fausto Amodei
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sciopero-interno

Abbiam trovato noi riusciremo a battere il padron


un metodo d'azione
per romper meglio Sciopero interno
le scatole al padrone vuol dire che in sostanza
è il sistema più rapido e moderno oggi io lotto
e che si chiama lo sciopero interno e non che sto in vacanza
ma che incontro i compagni con lo scopo
Sciopero interno di migliorar la lotta il giorno dopo
da dentro all'officina
noi perdiam poco Sciopero interno
e Agnelli va in rovina facciamo l'assemblea
se si sta a scioperar dentro i cancelli ai nostri capi
chi ci rimette è soprattutto Agnelli gli viene la diarrea
nel veder che senza chiedere permesso
Basta che siamo noi comandiamo in fabbrica già adesso
duecento scioperanti
tutta la FIAT Sciopero interno
non può più andare avanti facciamo anche i cortei
ci rimette la paga poca gente i nostri capi
ma tutti gli altri non producon niente stan li come babbei
nel vedere che dentro queste mura
Sciopero interno noi altri non abbiamo più paura
caliamo il rendimento
ed abbassiamo Forza compagni
il cottimo giù a cento facciam sciopero interno
chè con lo scasso della produzione non c'è demonio e non c'è padreterno
che ci possa oramai più trattenere
d'andare avanti e prendere il potere

pagina 1511
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Sciopero!
(1972)
di Stormy Six
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sciopero

Hanno fatto lo sciopero per un lavoro da cane


all'officina di Portici sciopero!
quattro ore senza lavorare per un salario da fame
per protestare per farsi pagare non si può no non si può
ammazzarci di fatica così
Hanno fatto lo sciopero
per l' orario insopportabile Quelli sono briganti
eran dieci ore ma il direttore dice il direttore sono delinquenti
ne voleva ancora di più e per farli ragionare signor maggiore
bisogna picchiare,
Bisogna fare, sciopero! bisogna sparare
per un lavoro da cane
sciopero! Cinque ore di sciopero
per un salario da fame e cinque morti all'officina di Portici
non si può no non si può quattro ore di tempo per parlare
ammazzarci di fatica così la quinta ora per farsi ammazzare

Quattro ore di sciopero Sciopero!


all'officina di Portici per un lavoro da cane
quattro ore di tempo sciopero!
per parlare, per giudicare per un salario da fame
per farsi ascoltare e non si può no non si può
ammazzarci di fatica così
Quattro ore di sciopero
ma il direttore non è in fabbrica Bisogna fare, sciopero!
quattro ore di tempo per un lavoro da cane
per denunciare, per far venire sciopero!
i bersaglieri per un salario da fame
e non si può no non si può
Sciopero! ammazzarci di fatica così

Informazioni

Cronaca di uno sciopero avvenuto a Portici nel 1863, soffocato nel sangue.

pagina 1512
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Scuola di classe
di Franco Trincale
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: scuola/università, emigrazione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/scuola-di-classe

A dodici anni sentirsi dire camicia a righe e farfalletta


«Ragazzo mio sei fortunato i calzoncini al ginocchietto
ora che al Nord tu sei venuto cantar canzoni allo Zecchino
hai l'avvenire assicurato col patrocinio di Gesù Bambino.
devi pensare solo a studiare
così da grande potrai campare». E studia studia ragazzo mio
Due occhi neri stampati in fronte perché la scuola è obbligatoria
due labbra spente senza sorriso impara la storia e ai libri credi
una cartella piena di libri e poi ritorna a casa a piedi.
la pancia vuota, due scarpe rotte
la stessa strada rifare ogni giorno «...Qui Antoniano di Bologna:
otto chilometri andata e ritorno la canzone vincitrice
sedicimila pesanti passi dell'ottavo Zecchino d'oro
per frequentare la scuola di classe. è "La nave Gelsomino"
che ha totalizzato 297 punti...»
E studia studia ragazzo mio
perché la scuola è obbligatoria Qui Cologno Monzese, Milano.
impara la storia e ai libri credi Uno dei tanti bambini poveri
e poi ritorna a casa a piedi. immigrati al Nord che svengono di fame
si chiama Giuseppe Signorile
Però a sera ti puoi consolare che ha totalizzato
potrai guardare in televisione sedicimila pesanti passi
i tuoi coetanei nei caroselli per frequentare la scuola di classe.

pagina 1513
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Sdraiato sul sofà


(1974)
di Paolo Pietrangeli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sdraiato-sul-sofa

Sdraiato sul sofà per evitar fatica Dovrei continuar mi manca la matita
sdraiato sul sofà con un bicchiere in mano e non mi posso alzar dal mio sofà
sempre pieno sempre pieno che è pieno assai di voluttà
facendo lavorar solo la fantasia Posson continuar cantando lor signor
e in fantasia sognar che il mio lavoro sia facciano dei bei cori che io li ascolterò
stare su quel sofà con un bicchiere in man sdraiato sul sofà con un bicchiere in man

pagina 1514
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Se c'è la crisi per il padrone


(1971)
di Canzoniere Pisano / del Proletariato
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti, lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/se-ce-la-crisi-il-padrone

Sindacalisti, padroni e governo ora i padroni la loro Indocina


vengono adesso a parlarci di crisi l'hanno a due passi, nell'officina.
a noi operai, che questo inferno
noi lo viviamo da quando siam nati; La nostra crisi esiste da sempre,
parlan di crisi dell'economia crescano i prezzi, le tasse, la fatica,
e dei pericoli per la nazione, e questa miseria la chiamano vita,
ma questa crisi è solo del padrone, a questa miseria ci voglian condannare:
la sua rovina è la nostra forza. ma per ogni colpo alla produzione
cresce più forte l'organizzazione;
Se c'è la crisi per il padrone forza lottiamo contro questo ricatto,
vuol dir che avanza la rivoluzione, prendiamoci tutto quello che è nostro!
che s'avvicina la resa dei conti,
dovran pagare tutto fino in fondo; Se c'è la crisi per il padrone...

pagina 1515
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Se da diecimila anni
(1976)
di Collettivo del Contropotere
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/se-da-diecimila-anni

Se da diecimila anni bandiere rosse e nere.


il terrore, la notte,
il buio del padrone Parlato:
ci hanno ricoperto «Se quelli che stanno in alto
con un manto lungo i tempi ti dicono che devo pazientare
ora la fiaccola dell'anarchia nel loro cuore ti hanno già tradito.
illumina la via. allora ergi barricate nelle strade
occupa le fabbriche e le officine
Se per millenni e milioni di uomini ti seguiranno
ci hanno incatenati non temere mai per la libertà
se curvi in ginocchio se essa risplende nel tuo cuore
non abbiam mai visto il sole non temere mai per la tua vita
ora questa umanità divisa se essa è affidata alla canna
ha detto basta: di un fucile
basta con padroni e stati, non temere mai per il futuro del mondo
solleviam la testa. se esso riposa nelle tue mani
e soprattutto non avere paura di uccidere
Se mille voci gli ultimi corvi:
son diventate grido l'umanità li ha uditi troppo a lungo
quando dentro ai pugni gracchiare
tieni questo nuovo fuoco avanti dunque compagno!
chi teneva la testa bassa i poveri aspettano la loro estate"
e la schiena chinata (renzo vanni)
ora si è levato in piedi
e ha sollevato il volto. Dove si lavora,
dove si è lottato,
Basta col freddo e la miseria, lì c'è il contropotere
basta con la paura; là dove ci stanno
è una giustizia proletaria schiere proletarie
quella che avanza ora; c'è un solo dovere:
basta coi burocrati, lavorare e organizzare
i capi, i governatori, autonomamente senza stati,
lottiamo solo governi e chiese,
per il potere dei lavoratori. capi e dirigenti.

Divideremo tutto quanto Andremo sempre avanti,


sarà necessario sempre verso la vittoria,
in ogni quartiere questa vittoria schiude il
e in tutte le scuole, comunismo libertario:
in tutte le officine autogestione popolare
nelle campagne il palpito diretta e assembleare
del sole e del lavoro divideremo in parti uguali pane,
sopra i cantieri sventoleranno lavoro e potere.

Informazioni

Decimo brano cantato, dal disco L'estate dei poveri - Dalla realtà di classe al progetto libertario, del Collettivo del
Contropotere, edito dal "Circolo cultura popolare di Massa" nel 1976, il primo LP prodotto e realizzato da gruppi del
movimento anarchico.

pagina 1516
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pagina 1517
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Se ero io
(1975)
di Antonietta Laterza
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/se-ero-io

Se ero io tua madre Se ero io il mondo


non avrei scordato le doglie non avrei inventato l'Inferno
le ore la fatica dedicate a te creato il potere sull'arbitrio maschile
per trovarmi vicino che vuol dire sfruttamento
un essere diverso e lontano da me. violenza famiglia cuore dell'oppressione.
Sfruttate il mio utero La girandola dell'orrore
come una miniera d'oro gira contro l'utopia
il mio corpo deve solo dare sarà l'angoscia delle donne
morire di sentimento. ad invertire il senso.
Questo per voi Questo per noi
significa amare. significa amare.

Se ero io tua moglie Si sono io donna


non avrei servito ubbidiente dove tutto finisce
come il cane fa al suo padrone dove tutto ricomincia
per impazzire nella casa la coppia muore
prigione delle mie aspirazioni. nasce la comunicazione.
Comperate con il matrimonio Pianterò sulla tomba
la puttana la serva la sicurezza del patriarcato e del capitale
devo accettare sorridendo un tulipano rosso
e trangugiare fiele. che guarda il mare.
Questo per voi Questo per noi
significa amare. significa amare.

pagina 1518
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Se gli agrari
(1971)
di Luciano Francisci, Leoncarlo Settimelli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/se-gli-agrari

Se gli agrari hanno aperto la borsa hanno ridato ai fascisti il manganello


ed i soldi ai fascisti hanno dato quello stesso di cinquant'anni fa.
è per difendere quel che han sempre
rubato E per questo Colombo e Restivo
è per difendere la loro proprietà. i fascisti li lasciano fare
perché è così che vorrebbero fermare
Han deciso di usare il terrore l'avanzata di tutti i lavorator.
han dciso di usare i fascisti
perché vorrebbero piegare i comunisti Ma la storia l'abbiamo imparata
e vorrebbero piegare i lavorator. nelle piazze in galera al confino
ora siam forti e no siamo nel '21
Per uccidere il nostro compagno questa volta il fascismo non passerà.
per spezzare la falce e il martello

pagina 1519
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Se mi chiedi
di Gualtiero Bertelli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/se-mi-chiedi

Se mi chiedi come va tuo figlio a scuola Stamane ci vediamo ai cancelli


vorrei scherzare e dirti che va bene. tutti a gridar l'odio contro il padrone
Poi ti guardo, è sabato, sei a casa 'sto porco che v'ha messo tutti quanti
compagno t'hanno fatto riposare. da un mese dentro in cassa integrazione.
Poi ti guardo e ancora mi convinco «Mio figlio cosa fa?» «Ma che t'importa?
che tuo figlio è una parte di te. Compagno è qui che cresce la tua lotta.

L'ha capito per primo il tuo padrone Che è poi la lotta tutta proletaria
ti dà il tempo di essergli anche padre contro il padrone e la sua dittatura.
che dimentica per poco la catena Tuo figlio, sai, è proprio in buone mani,
e che cerca la speranza di sperare 'ste cose gliele voglio dir domani».
in un domani diverso dalla scuola «Va bene, sì, però mi raccomando
per suo figlio, se avrà voglia di studiare. che alla fine poi contano gli esami».

E ci pensi, studia cose che hanno studiato Per il bene suo, tu pensi, e la tua classe?
tanti altri prima di lui che stanno in alto. È un'altra cosa forse, ma in due staffe
Sono i figli prediletti del sistema, non puoi tenere il piede e la questione
capi tutto, capo come te lo sogni è che la scuola è la staffa del padrone
questo figlio mezzo tuo e mezzo fatto per reggersi a cavallo del suo mondo
a soddisfare della fabbrica i bisogni. ch'è da distruggere tutto fino in fondo.
Per reggersi a cavallo del suo mondo
Meglio così, non entrano in catena; ch'è da distruggere tutto fino in fondo.
camice bianco, colletto inamidato.
Computer mille volte ormai sognato Se mi chiedi come va tuo figlio a Scuola
tuo figlio lì, e tu ti senti meno vorrei scherzare e dirti che va bene.
sfruttato di quanto t'hanno sfruttato Poi ti guardo, è sabato, sei a casa
se vieni qui a farti ricattare. compagno t'hanno fatto riposare.
Poi ti guardo e ancora mi convinco
che tuo figlio è proprio come te.

pagina 1520
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Se non li conoscete
(1972)
di Fausto Amodei
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti, comunisti/socialisti, lavoro/capitale, satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/se-non-li-conoscete

Se non li conoscete guardateli un minuto Solamente dei fascisti


Li riconoscerete dal tipo di saluto. sembran tori ma son buoi.
Lo si esegue a braccio teso mano aperta e
dita dritte Se non li conoscete guardate quanto vale
Stando a quello che si è appreso dalle regole Quel loro movimento che chiamano sociale
[prescritte. Movimento di milioni ma milioni di denari
È un saluto singolare fatto con la mano Dalle tasche dei padroni alle tasche dei
destra sicari
Come in scuola elementare si usa far con la Già eran chiare ad Arcinazzo le sue vere
maestra attribuzioni
Per avere il suo permesso ad assentarsi e Movimento ma del cazzo come le masturbazioni
andare al Fatte a tecnica manuale con la destra
[cesso. nazionale.

Ora li riconoscete senza dubbio a prima Li riconoscete adesso che sapete chi li
vista acquista
Solamente chi è fascista Solamente chi è fascista
fa questo saluto qui. sa far bene da lacchè.

Se non li conoscete è norma elementare Se non li conoscete guardate il capobanda


Guardare la maniera con cui sanno marciare È un boia o un assassino colui che li comanda
Le ginocchia non piegate vanno al passo tutti Sull'orbace s'è indossato la camicia e la
quanti cravatta
Chi sta dietro dà pedate nel sedere a chi sta Perché resti mascherato tutto il sangue che
avantij lo
Chi le piglia senza darle è chi marcia in [imbratta
prima fila Ha comprato un tricolore e ogni volta lo
Chi le dà senza pigliarle siano in dieci o in sbandiera
[diecimila Che si sente un po' l'odore della sua camicia
È chi un po' meno babbeo sta alla coda del nera
corteo. Punta a far l'uomo da bene fino a quando gli
conviene.
Ora li riconoscete senza dubbio a prima
vista Ora lo riconoscete Almirante è sempre quello
Solamente chi è fascista Con il mitra e il manganello
marcia in questo modo qui. ben nascosti nel gilet.

Se non li conoscete guardategli un po' Se non li conoscete pensate alla lontana


addosso Ai fatti di Milano e di Piazza Fontana
L'organica allergia che c'hanno per il rosso Una volta andavan solo con 2 bombe e in bocca
Non gli riesce di vedere senza scatti di un fiore
furore Mentre adesso col tritolo fan la fiamma
Fazzoletti o bandiere che sian di questo tricolore
colore E ora rieccoli daccapo contro la democrazia
Forse tu li paragoni a dei tori alle corride Con un dì con la Gestapo ora invece con la
Ma son privi di coglioni e il confronto non CIA
coincide Concimati dalle feci di quei colonnelli
Si è saputo da un'inchiesta che li tengon greci.
nella testa.
Ora li riconoscete sti fascisti ste carogne
Ora li riconoscete come se li aveste visti Se ne tornino alle fogne
con gli amici che han laggiù.

pagina 1521
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Se potessi capire
(1977)
di Canzoniere delle Lame
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/se-potessi-capire

Fra droghe pesanti e droghe leggere del non avere nessun discorso comune:
fra droghe di massa e droghe d'élite
la mia vita è diversa da ciò che sarei: se ci fosse la forza di comunicare
per vivere assieme un uomo migliore
da ciò che sarei se potessi capire per costruirci una nuova morale:
almeno una volta anche un solo perché
almeno una volta comprenderlo assieme: se ci fosse la forza di stare più assieme
la smetteremmo di farci fregare
se ci fosse la forza d'aprirci e cercare e lotteremmo per vivere e amare.
quali sono le cause del nostro male

pagina 1522
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Se tu bagni il tuo piede


(1969)
di Paolo Pietrangeli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/se-tu-bagni-il-tuo-piede

Se tu bagni il tuo piede in un lago C'è una barca che dovrebbe andare
di un paese chiamato Cultura ma perdìo non va ben manco quella
poi tirar dietro il piede è assai dura vi assicuro è più grande e più bella
ma è più duro imparare a nuotar. e nel tondo, no, buchi non ha.

Ed è pieno di barche lucenti E' legata con mille catene


con pennacchi e con mille bandiere e con corde e legacci alla riva
tu ti accosti vai lì per vedere ma si muove si vede che è viva
e ti accorgi che fondo non han e nessuno che pensi a guidar.

E tu t'agiti, gridi ti muovi C'è una barca che dovrebbe andare


e gli urli che stanno affondando ma per dìo non va ben manco quella
ma ti guardano tutti ridendo vi assicuro è più grande e più bella
non è cosa che faccia per lor. e nel fondo, no, buchi non ha.

pagina 1523
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Sebastiano
(1979)
di Ivan Della Mea
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti, lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sebastiano

Sebastiano l'operaio ingolfare la sinistra


il terrone da catena è il progetto dichiarato
licenziato stamattina del padrone terrorista.
e stasera alla fontana.
Viva la FIAT.
Accusato di violenza
contro i capi, terrorista, Col sorriso doppiopetto
perché oggi chi picchetta il fumeè-democrazia
quanto meno è brigatista. la mattina ci licenzia
Viva la FIAT. e poi svelto corre via.

Licenziato con sessanta Lo ritrovi in Quirinale


che con lui fa sessantuno "Anche questa è una scelta",
tutti quanti terroristi per mostrare al presidente
mentre il terrorista è uno. la sua nuova Lancia Delta

Terrorista è chi ci nega una Lancia per lo stato


il diritto alla ragione nato dalla Resistenza
alla lotta per la vita o per la Costituzione,
contro la disperazione. certo contro la violenza
di sessanta Sebastiano,
Viva la FIAT. il terrone terrorista,
perché oggi chi picchetta
Controllare le assunzioni quanto meno è brigatista,
poi schedare il personale, liquidato con sessanta,
concordare pseudo-lotte che con lui fa sessantuno,
e alla fine licenziare. tutti quanti terroristi
mentre il terrorista e uno.
Incastrare il sindacato,
Viva la FIAT

pagina 1524
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Sei nato
(1977)
di Canzoniere femminista
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sei-nato

Sei nato in una notte di dicembre per metterti al mondo.


era quasi Natale lo avrei fatto l'uomo
innaturale fu guardandoti
il dolore atroce che ho provato ho pensato
Innaturale fu lo avrei fatto l'uomo
l'indifferenza ed il sadismo che tu saresti stato.
La mia impotenza si trasformò
in terrore Volevo insegnarti
ed il terrore in urla ad essere un uomo libero
che rimbombarono nei corridoi. volevo insegnarti
ad amare la vita.
Eravamo vivi tu ed io Ma io erocosì poco libera
alla luce violerta delle lampade, di vivere la mia vita
e guardai subito poco è stato l'amore
il tuo corpicino che ho trovato in me
rosso e bagnato
le tue manine. Siamo stati molto soli
Era bello tu ed io
tenerti al petto tu dipendevi tutto da me
così piccolo e perfetto. io ero incatenata a te .

Alla luce violenta delle lampade Ora sto imparando a lottare


mi sembrò di aver vinto per non essere solo tua madre.
quella lotta crudele Forse ti avrò insegnato
il terrore chè è più facile amare
di spezzarmi in due se non sei costretto
a doverlo fare.

pagina 1525
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Sempre partigiani anche per il domani


(1973)
di Canzoniere delle Lame
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti, comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sempre-partigiani-anche-il-domani

Era la sua casa, Un uomo come mille


era il suo paese del quale non sta scritto
la storia che racconto il nome dentro ai libri
è di tanti anni fa tante storie così

Ma vennero i fascisti Ma il popolo la storia


e lui lasciò la casa fa senza generali
abbandonò il paese la scrive tutti i giorni
lontano se ne andò anche se non lo sa

Lontano combatteva Fascisti questa Italia


con dei nuovi compagni l'han fatta i partigiani
sognava il suo paese restate nelle fogne
tornato in libertà il posto qui non è

Tornò da partigiano Compagni stiamo attenti


un'arma per compagna siam sempre partigiani
morì nel suo paese la scelta l'abbiam fatta
trovò la libertà anche per il domani.

pagina 1526
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Sette anni fa
(1968)
di Canzoniere Pisano, Pino Masi
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sette-anni-fa

Sette anni fa, luglio infuocato: per chi lavora, non per quei ladri.
Tambroni, l'uomo di quel momento,
grazie ai fascisti stava al governo C'è lo sciopero ai cancelli,
e meditava un colpo di stato. sempre lì la polizia:
camionette, caroselli,
Luglio '60, solo ricordi dio, che botte! Andiamo via.
per chi ha scordato Bandiera rossa, M'hanno preso, è andata male
lo vive ancora fin dentro l'ossa sono il solito coglione,
chi scende in piazza di questi giorni. avrò il resto alla Centrale,
il processo, la prigione...
Poliziotti, manganelli,
c'è la carica, gli idranti, Anche stavolta ne siamo usciti
camionette, caroselli; con il sistema che ha preso fiato:
qui ci sfascian tutti quanti. i socialisti, già inseriti,
M'hanno preso, è andata male, indeboliscono il sindacato.
sono il solito coglione,
avrò il resto alla Centrale, Luglio '60, boom da operetta,
il processo, la prigione... la congiuntura, centro-sinistra:
resta il coltello, c'è un'altra forchetta;
Boom economico: il padronato per noi c'è sempre la stessa minestra.
con ogni mezzo corre al guadagno,
per tutto questo ha urgente bisogno Poliziotti, manganelli,
che l'operaio sia imbavagliato. c'è la carica, gli idranti,
camionette, caroselli;
I socialisti vanno al governo, qui ci sfascian tutti quanti.
lavano i panni dei pescicani: M'hanno preso, è andata male,
la congiuntura sarà un inferno sono il solito coglione,
avrò il resto alla Centrale,
il processo, la prigione...

Informazioni

Scritta probabilmente da Pino Masi e Riccardo Bozzi.

pagina 1527
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Siam del popolo gli arditi


di Leoncarlo Settimelli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: anarchici, antifascisti, comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/siam-del-popolo-gli-arditi

Rintuzziamo la violenza libro del Capitale.


del fascismo mercenario
tutti uniti sul calvario Siam del popolo gli arditi
dell'umana redenzione. contadini ed operai
non c'è sbirro non c'è fascio
Questa eterna giovinezza che ci possa piegar mai.
si rinnova nella fede E con le camicie nere
per un popolo che chiede un sol fascio noi faremo
uguaglianza e libertà. sulla piazza del paese
un bel fuoco accenderemo.
Siam del popolo gli arditi
contadini ed operai Portammo il
non c'è sbirro non c'è fascio silenzio nelle galere
che ci possa piegar mai. perché chi stava
fuori si preparasse.
E con le camicie nere
un sol fascio noi faremo E in mezzo alla
sulla piazza del paese tempesta ricostruisse
un bel fuoco accenderemo. un fronte proletario
contro il fascismo.
Mussolini traditore
parla di rivoluzione Un fronte proletario
però ammazza i proletari contro il fascismo.
col pugnale del padrone.
Siam del popolo gli arditi
Siam del popolo gli arditi contadini ed operai
contadini ed operai non c'è sbirro non c'è fascio
non c'è sbirro non c'è fascio che ci possa piegar mai.
che ci possa piegar mai.
E con le camicie nere
E con le camicie nere un sol fascio noi faremo
un sol fascio noi faremo sulla piazza del paese
sulla piazza del paese un bel fuoco accenderemo.
un bel fuoco accenderemo.
Ci siamo ritrovati
Ci dissero ma sulle montagne
cosa potremo fare e questa volta
con gente dalla nostra fu la vittoria.
mente tanto confusa.
Ecco quello che
E che non avrà mostra la nostra storia
letto probabilmente se noi siamo divisi
neppure il terzo vince il padrone.
libro del Capitale.
Se noi siamo divisi
Neppure il terzo vince il padrone.

Informazioni

Scritta per lo spettacolo "1921: Arditi del popolo", sulla base di un canto dell'epoca (le prime due strofe)

pagina 1528
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Siamo al guinzaglio del capitale


(1969)
di Canzoniere Pisano
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti, lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/siamo-al-guinzaglio-del-capitale

Tu che sei stato per otto ore la corda è lunga, ma in Asia e in Angola
a controllare lo stesso congegno, la tiran più forte, ti arriva alla gola.
ad azionare la stessa leva,
ad aspettare lo stesso segno, Quaranta milioni di nasi puntati
tu che sei stato per otto ore tutte le sere sul televisore,
intento a premere lo stesso bottone, quaranta milioni di anonima gente
lasci la fabbrica mezzo abbagliato, che scorre fra i banchi dei supermercati,
un solo rumore ti spacca il cervello; la sensazione di essere qualcosa
e tutto questo non è che un anello con l'automobile che paghi a rate...
della catena a cui sei legato.
Per farci tacere, per farci star buoni
Il tuo padrone ti vuole operaio un solo mezzo hanno i padroni:
nella sua fabbrica e in ogni momento, rubano in Asia, in Venezuela,
ti ha costruito vicino al lavoro ammazzano in Vietnam, in Congo e in Bolivia,
persino un piccolo appartamento; nel Medio Oriente e giù in Rhodesia
per i tuoi figli c'è poi l'asilo, a Santo Domingo e in Indonesia;
per i più grandi c'è il corso aziendale là si presentano quali essi sono,
ma se tu scioperi, questo è un gran male, senza la maschera del padre buono.
perdi il tuo posto, perdi la casa, Siamo al guinzaglio del capitale...
perde tuo figlio il corso aziendale;
e se ti cerchi un altro lavoro, E questa pace tanto auspicata,
un'altra casa, un altro alveare, e questa pace tanto lodata,
peggio di un cane ti vedi cacciare; e questa pace che vuole il padrone
vivi col marchio del dissociato, si concretizza nell'oppressione;
sei un elemento indesiderato, questi vent'anni di coesistenza
tu sei finito, ma non vuoi dir niente: sono vent'anni di cieca violenza
la produzione non ne risente. contro chi suda, chi è sfruttato,
chi del potere è sempre privato.
Siamo al guinzaglio del capitale, A tutto questo una sola risposta:
non puoi più vivere, non puoi pensare, avanti, popoli, alla riscossa!
siamo al guinzaglio del capitale,
non sei più libero neanche di amare. La lotta esiste, non è un'illusione,
La corda è lunga, ma è un'illusione, abbatteremo un giorno il padrone,
bisogna uscire da questa prigione, la lotta esiste, facciamo la storia
non può finire che con la vittoria.

pagina 1529
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Siamo in tante
di Movimento Femminista Romano
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/siamo-tante

Siamo in tante siam più della metà Siamo in tante siam più della metà
lo siamo sempre state in questa ma non contiamo niente in questa
[umanità. [società.
Siamo in tante siam più della metà
ma non contiamo niente in questa Ma se ci uniamo insieme e respiriamo
[società. [forte
allora vediam le altre e ci riconosciam
E se siam separate ciascuna a casa sua una speranza abbiamo che tutto può
allora siam fregate e senza libertà [cambiare
se noi ci nascondiamo ognuna e che diciamo basta alla vecchia realtà.
[nella cella
sprechiam la nostra vita che Siamo in tante siam più della metà
[presto finirà. lo siamo sempre state in questa
[umanità.
Siamo in tante siam più della metà Siamo in tante siam più della metà
lo siamo sempre state in questa ma non contiamo niente in questa
[umanità. [società.

Informazioni

Testo di Wava Sturmer tradotto liberamente dallo svedese da un gruppo di femministe romane, musica di Gunnar
Edander

pagina 1530
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Siamo quelli dell'Alfa Romeo


di Franco Trincale
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/siamo-quelli-dellalfa-romeo

Siamo quelli dell'Alfa Romeo Siamo quelli dell'Alfa Romeo


siamo quelli dell'autunno siamo quelli dell'autunno
che diciamo questo inferno che diciamo tutti uniti
non dovrà più continuar. alla notte non si fa più turno.

Siamo quelli dell'Alfa Romeo Siamo quelli dell'Alfa Romeo


e lottiamo per la categoria che diciamo agli ingegneri
che discrimina e disunisce che la vostra programmazione
e il padrone irrobustisce. ci sta proprio sui coglioni.

Siamo uguali alla catena Con la vostra tecnologia


nella stessa produzione al servizio della borghesia
ma il salario che dà il padrone ad Arese ed al Portello
per tutti uguale non è. sembra d'essere a Mombello.

Siamo uguali nel pagar l'affitto Siamo quelli dell'Alfa Romeo


al mercato e dal macellaio di lavoro non vogliam morire
quando fuori dall'azienda e diciamo ora basta
ci rapinano il salario. questo schifo dovrà finire.

Siamo quelli dell'Alfa Romeo Siamo quelli dell'Alfa Romeo


siamo gente proletaria che diciamo alla direzione
aboliam la categoria nella lotta resisteremo
con la lotta unitaria. un minuto più del padrone

Siamo quelli dellAlfa Romeo E se queste rivendicazioni


che diciamo alla direziono non accoglie la direzione
noi la notte vogliam dormire fermeremo la produzione
come dormono i padroni. fino a quando si vincerà.

pagina 1531
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Siamo tante siamo belle...


(1977)
di Canzoniere femminista
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/siamo-tante-siamo-belle

Siamo tante siamo belle Il nostro corpo le nostre pance


vi tiriamo le padelle non sono carne da macellare
Siamo donne siamo stufe Chiesa e Stato state attenti
siamo stufe di faticar! che le donne ve la fan pagare!
Riprendiamoci la vita Non vogliamo più abortire
riprendiamoci l'amore, con il rischio di morire
Siamo tante siamo forti di finir nelle galere
tutto il mondo vogliam cambiar! vogliamo essere madri ma con potere!

Potere alle donne! Potere alle donne!

Basta figli da sfruttare Donne in casa siamo sole


e vivere solo per invecchiare, ma nelle piazze siamo in tante
basta miseria e schiavitù la rotta in casa è individuale
gratis non lavoreremo più! la lotta in piazza è universale!
Non ci serve più lavoro Contro il lavoro non pagato
ma tempo e soldi anche per noi ch'è violenza dello Stato
di tutti siamo le più sfruttate a milioni in tutto il mondo
adesso è ora che ci paghiate! sia questo il nostro "girotondo"!

Soldi alle donne! Soldi alle donne!


Potere alle donne!

pagina 1532
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Signor padrone non si arrabbi


(1972)
di Dario Fo
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale, satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/signor-padrone-non-si-arrabbi

"Signor padrone, non sì arrabbi non si fuma al gabinetto,


se al gabinetto devo andare" non si legge l’Unità:
"Ci sei stato l’altro ieri, c’è il periscopio che ti vedrà."
tutti i giorni ci vuoi andare
mi vuoi proprio rovinare, Tre secondi per arrivarci,
la catena fai rallentar" tre secondi per spogliarti.
due secondi per sederti,
"Signor padrone, ci prometto viene il capo a sollecitarti.
che da domani non ci vado:
mangio solo roba in brodo Non ti resta che sbrigarti:
e farò solo pipì, la faccio qui!" tre secondi per alzarti,
due secondi per vestirti,
"Vai, ma sbrigati in tre minuti: se hai fortuna puoi pulirti
come è scritto nel contratto e corri subito a lavorar.

pagina 1533
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Signor studente
(1971)
di Canzoniere Il Contemporaneo
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale, repressione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/signor-studente

Signor studente se nella tua vita in una gabbia che anche se dorata
incontri cose che non sai spiegare non è la libertà.
se vedi gente che non vuol mollare
cerca di capire. Se vuoi capire capire veramente
scendi anche tu insieme all’operaio
Ma nei tuoi libri non potrai trovare in quelle piazze che i lavoratori
la spiegazione di ciò che t’interessa hanno riempito.
se vuoi capire la causa della lotta
vai dall’operaio. Allor vedrai vedrai l’altra faccia
di quel sistema in cui sei inserito
E l’operaio ti può raccontare che fa di te un privilegiato
da quando è nato al suo sfruttamento per meglio servir.
la scuola chiusa una vita di lavoro
sotto ad un padrone. Allor vedrai vedrai la polizia
avrai paura di essere picchiato
Ti parlerà di cottimi e catene ma scoprirai che gli altri compagni
di sindacati di manifestazioni non andranno via.
di tanta rabbia repressa dentro al cuore
di voglia di cambiar. In quel momento dovrai fare la scelta
dovrai decidere da che parte stare
Ti parlerà di un mondo socialista se rimanere nella gabbia d’oro
senza padroni senza più ingiustizia o spaccarla in due.
dove il lavoro non serva al capitale
ma alla società. Se la tua scelta sarà con gli operai
la polizia può anche caricare
Certo studente per te è un discorso nuovo contro di lei farà resistenza
e allora scopri di esser stato chiuso un compagno in più. [bis]

pagina 1534
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Simona
(1975)
di Antonietta Laterza
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: femministi, discriminazione GBLT
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/simona

Ci credi quante volte ci siamo stordite


mi ha chiesto di andare al gran ballo con i nostri sogni
come Cenerentola e quando con le mani gelate
forse dopo faremo l'amore ci piaceva pettinare i capelli.
e io sarò più donna Simona
Simona amare due donne
fa sentire un brivido non possono smarrirsi
giù per la schiena Simona negli occhi
nei tuoi occhi di mandorla Simona
chiara vedo un'ombra. un uomo col cappello c'è sempre
Pensa che ci trascina con sè.
il mio principe azzurro Impressioni
m'ha fatto una promessa d'infinito abbandono
e ha voluto in cambio un giuramento mi pesano sulla testa vorrei
chissà che significato ha. che questo impossibile mondo
Simona la nostra non ci dividesse.
amicizia d 'infanzia finisce qui. Simona cos'è
Simona la forza che ci allontana
devo avere un marito una casa Simona
ingrossare la pancia. tu sei bella sei cara ma lui
Ti ricordi stringe la realtà.

pagina 1535
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Socialista che 'l va a Roma


(1968)
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: lombardo
Tags: satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/socialista-che-l-va-roma

Socialista che'l va a Roma e va el biroc, biroc el va


e va el biroc per maggiore sicurezza
sventolando l'ideal metteremo un campanel
e va el biroc, biroc el va
socialista che'l va a Roma Mezzanotte era suonata
sventolando l'ideal e va el biroc
campanel sentia suonar
Non appena fu arrivato e va el biroc, biroc el va
e va el biroc mezzanotte era suonata
al governo se ne andò campanel sentia suonar
e va el biroc, biroc el va
non appena fu arrivato Sporcacion d'on socialista
al governo se ne andò e va el biroc
se gh'hee fatto alla DC?
Buonasera sior padrone e va el biroc, biroc el va
e va el biroc sporcacion d'on socialista
c'è una camera per me? se ghe fatto alla DC?
e va el biroc, biroc el va
buonasera sior padrone Un momento sior padrone
c'è una camera per me? e va el biroc
mi ho fa nient l'è stada le
Camere ce n'è una sola e va el biroc, biroc el va
e va el biroc un momento sior padrone
ma c'è dentro la DC mi ho fa nient l'è stada le
e va el biroc, biroc el va
camere ce n'è una sola Mi ha cosato e ricosato
ma c'è dentro la DC e va el biroc
poi mi ha rotto l'ideal
Per maggiore sicurezza e va el biroc, biroc el va
e va el biroc mi ha cosato e ricosato
metteremo un campanel poi mi ha rotto l'ideal

Informazioni

Parodia dei Gufi del canto popolare Pellegrin che vien da Roma.

pagina 1536
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Soldadito Boliviano [Guitarra en duelo mayor]


(1968)
di Nicolás Guillén
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: spagnolo/castigliano
Tags: antimperialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/soldadito-boliviano-guitarra-en-duelo-mayor

Soldadito de Bolivia, No llora porque la hora,


soldadito boliviano, soldadito boliviano,
armado vas con tu rifle, no es de lagrima y pañuelo,
que es un rifle americano, sino de machete en mano,
soldadito de Bolivia, sino de machete en mano,
que es un rifle americano. soldadito de Bolivia,
sino de machete en mano.
Te lo dio el señor Barrientos,
soldadito boliviano, Con el cobre que te paga,
regalo de mister Johnson, soldadito boliviano,
para matar a tu hermano, que te vendes, que te compra,
para matar a tu hermano, es lo que piensa el tirano,
soldadito de Bolivia, es lo que piensa el tirano,
para matar a tu hermano. soldadito de Bolivia,
es lo que piensa el tirano.
¿No sabes quien es el muerto,
soldadito boliviano? Despierta, que ya es de día,
El muerto es el Che Guevarra, soldadito boliviano,
y era argentino y cubano, esta en pie ya todo mundo,
soldadito de Bolivia, porque el sol salió temprano,
y era argentino y cubano. porque el sol salió temprano,
soldadito de Bolivia,
El fue tu mejor amigo, porque el sol salió temprano.
soldadito boliviano,
el fue tu amigo de a pobre Coge el camino derecho,
del Oriente al altiplano, soldadito boliviano;
del Oriente al altiplano, no es siempre camino fácil,
soldadito de Bolivia, no es fácil siempre ni llano,
del Oriente al altiplano. no es fácil siempre ni llano,
soldadito de Bolivia,
Esta mi guitarra entera, no es fácil siempre ni llano.
soldadito boliviano,
de luto, pero no llora, Pero aprenderás seguro,
aunque llorar es humano, soldadito boliviano,
aunque llorar es humano, que a un hermano no se mata,
soldadito de Bolivia, que no se mata a un hermano,
aunque llorar es humano. que no se mata a un hermano,
soldadito de Bolivia,
que no se mata a un hermano.

Informazioni

Guitarra en duelo mayor, meglio nota come Soldadito boliviano è sicuramente una delle più note canzoni
sull'uccisione del Che Guevara, avvenuta in Bolivia il 9 ottobre 1967. Il testo è del massimo poeta cubano
contemporaneo, Nicolás Guillén; fu interpretata per la prima volta da Paco Ibáñez all'Olympia di Parigi, nel
dicembre del 1969. L'immagine del "Soldatino boliviano" è ripresa direttamente dal Diario de Bolivia di Ernesto Che
Guevara, alla pagina del 3 giugno 1967. Dati provenienti da: Meri Lao, Al Che, Poesie e canzoni dal mondo, Edizioni
Erre Emme, 1995, pp. 158-159 (Riccardo Venturi)

pagina 1537
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Somos socialistas
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: spagnolo/castigliano
Tags: antimperialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/somos-socialistas

Somos socialistas p'alante p'alante Somos socialistas lo dijo el caballo


y al que no le guste que tome purgante y al que no le guste que lo parta un rayo
Somos socialistas p'alante p'alante
y al que no le guste que tome purgante Pim Pam Pim que viva Ho Chi Minh
Pim Pam Pim que viva Ho Chi Minh
Pim Pam Pum que viva Mao Tse-Tung Pim Pam Pim que viva Ho Chi Minh
Pim Pam Pum que viva Mao Tse-Tung que viva viva viva, que viva Ho Chi Minh
Pim Pam Pum que viva Mao Tse-Tung que viva viva viva, que viva Ho Chi Minh
que viva viva viva, que viva Mao Tse-Tung
que viva viva viva, que viva Mao Tse-Tung Fidel, Fidel, que tiene Fidel
que los americanos no pueden con el
Somos socialistas lo dijo el caballo ¡FIDEL SEGURO AL YANKI DALE DURO!
y al que no le guste que lo parta un rayo

pagina 1538
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Sonetto su Gramsci
di Peppino Marotto
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: sardo
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sonetto-su-gramsci

Sardigna - afflitta mama generosa de sa povera zente corazosa:


geniale unu vizu a lughe har dadu
e l'has cun sacrifiziu allevadu ha fundadu su nostru giornale
pro ca sesa arretrada e bisonzosa: sa chi hoe vestamus Unidade
pro cumbatter sa classe padronale;
Torinu - industriale e operosa
a Gramsci l'har bene istudiadu e l'hana mortu sena pietade
poi est issu mastru diventadu sos aguzzinos de su capitale
ma non mori sa sua ereditade.

pagina 1539
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Sono libero
(1975)
di Gianni Siviero
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: carcere
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sono-libero

Ormai son già due mesi che son fuori perché non trovo un posto per dormire
e ancor non mi ci sono abituato
son libero di andare dove voglio libero col vestito a quadrettini
son libero di chiedere un lavoro regalo d'un compagno di buon cuore
di cercarmi una casa e una donna libero di saltare pasto e cena
di rimanere fuori fino a tardi o di farmi prestare dei quattrini

son libero di alzarmi a mezzogiorno son libero di odiare tutto il mondo


di leggere un giornale oppure un altro fatto di gente onesta e di coscienza
se mi gira d'iscrivermi a un partito che passa il tempo a far beneficenza
di sceglier sulla lista quel che mangio sapendo come l'unico sistema
di mettermi un vestito a quadrettini per impedirmi di tornare al mondo
o di girare in zoccoli o blue jeans sia costringermi a far della mia vita
un'immensa cambiale da pagare
libero di cercare e non trovare sapendo che non potrò mai pagarla
lavoro casa donna e tutto il resto
libero di star fuori fino a tardi son libero di odiare tutto il mondo
fatto di gente onesta e di coscienza.

pagina 1540
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Sora un treno
(1975)
di Gualtiero Bertelli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: veneto
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sora-un-treno

«Can come de mi se no se studia se xe poco».


sfrutà come de mi
de mi che te volevo diverso Contento come ti
tute le mie speranze contento come mi
su voialtri g'ho puntà capirse dopo tanto tempo
se voialtri quelo ti che ti me disi:
che 'sta vita me g'ha dà. «Visto che no g'ho sbaglià
adesso 'n'altra vita
Co un peso che te schissa ti ti g'ha da scominciar.
co tanta amareza
semo andai, papà, ti te ricordi Lavoro note e giorno
zo par una strada so pronto a far de tuto
che davanti ai nostri passi ma ti va 'vanti par la to strada»
piera dopo piera la se cambiava. che giorno dopo giorno
ne pareva che a ogni passo
Picolo sora un treno longo davanti ai nostri oci la se sciarava.
co un bilieto in scarsela
do oci lustri par vardar Picolo sora un treno longo
me pare e me mare in tera. co me fradeo che varda fora
e mi che quasi no ghe credo
Li me saluda rossi in viso ve vedo rider tuti ancora.
i lo sconde dentro un fassoleto
e mi sicuro che ghe digo Un rider che me costa tanto
«Speteme che ritorno presto». xe tanto un ano solo, là in fondo,
un rider che me cambia el mondo
E quasi ogni giorno scrivo xe vero che i m'ha fato un altro.
«Papà ti xe contento adesso
varda mama so sta bravo E ancuo che xe passà dei ani
'sto ano qua sarò promosso». e i ne xe stai la scuola più vera
da ti g'ho imparà che viver
Sarò promosso de sicuro o xe 'na lota o xe miseria.
divento un omo vero presto Sta lota qua ne g'ha cressuo
adesso g'hò imparà che al mondo trovandone co ti, al to fianco;
'sta lota qua ne g'ha servio
a far che i no ne cambia tanto.

pagina 1541
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Speta anca ti co mi
(1975)
di Gualtiero Bertelli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: veneto
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/speta-anca-ti-co-mi

Speta anca ti co mi che gh'è la mola de Quei che no g'ha miseria


piover che no i g'ha visto fame
no sta aver furia, no stame lassar che al mondo i sa come che se lo g'ha da
no far che vada 'ste ore pressiose ciapar.
che forse un giorno ti rimpiansarà. No xe un lavoro el nostro
degno de alcun rispeto
Se buta ciaro in fondo verso Stucky ma el so rispeto ormai me lo so' desmentegà.
Nina, vol dir ch'el temporal xe 'ndà.
Tra poco andemo fora in fondamenta Ciapo la barca e vado al Troncheto
te dago un baso e vado a lavorar. bato foresti e sigo in venessian.
Nome e cognome al ghebi, un'altra multa
I lo ciama imbrogiar se zonta un altro conto da pagar.
robarghe el pan ai altri
quei che un lavoro tuti i giorni i lo g'ha Xe sempre tuto un conto e no ghe bado
già un bruto apuntamento 'sta preson
quei che xe sempre a posto se se ritrova tuti ogni ano
co la lege e co la cossienza i stessi musi, le stesse condizion.
che da noialtri no li g'ha niente da imparar.
I lo ciama imbrogiar...

Informazioni

La canzone allude al mestiere di tassista abusivo.

pagina 1542
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Stai morendo compagno


(1977)
di Pino Masi
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/stai-morendo-compagno

Stai morendo compagno e mi fai rabbia e dei compagni ti rubò la vita


a vederti in quel letto d'impotenza la mano nera armata di tritolo
lì dove né l'amore né la scienza era il '21 e la provocazione
possono farti più uscire dalla gabbia. aprì la strada alla gendarmeria
Ma forse mentre noi siam qui e di trecento rossa fu la via
increduli impietriti dal dolore sotto gli spari fitti del plotone
tu pensi alla tua vita ed al calore
delle tue lotte e dentro te sorridi Stai morendo compagno e mi fai pena
e pensi ai giorni del primo dopoguerra abbandonato ora che sei finito
ai vecchi canti al rosso di bandiere dai neo compagni di quel tuo partito
e giù dal colle scendono le schiere che doveva-doveva spezzare la catena.
dei braccianti che vogliono la terra Ma forse mentre noi siam qui
increduli, impietriti dal dolore
Stai morendo compagno e guardi noi tu pensi alla tua vita ed al calore
impauriti qui attorno al letto bianco delle tue lotte e dentro te sorridi
e forse vuoi dirci col tuo sguardo stanco
che tu non hai paura di morire Perché sogni la giustizia proletaria
e pensi a quel mattino che che insorge contro il feudo della fame
parlavi sulla piazza già gremita portando finalmente un tetto e un pane
attesi con pazienza millenaria.

pagina 1543
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Stalingrado
(1975)
di Stormy Six
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti, comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/stalingrado-0

Fame e macerie sotto i mortai l'inverno mette il gelo nelle ossa


Come l'acciaio resiste la città ma dentro le prigioni l'aria brucia come se
Strade di Stalingrado di sangue siete cantasse il coro dell'armata rossa
lastricate
Ride una donna di granito su mille barricate la radio al buio e sette operai
sette bicchieri che brindano a Lenin
Sulla sua strada gelata la croce uncinata lo e Stalingrado arriva nella cascina e nel
sa fienile
D'ora in poi troverà Stalingrado in ogni vola un berretto un uomo ride e prepara il
città suo fucile

l'orchestra fa ballare gli ufficiali nei Sulla sua strada gelata...


caffè

Informazioni

Canzone che ricorda la battaglia di Stalingrado, del 2 febbraio 1943, che segnò la fine dell'avanzata dei nazisti in
Unione Sovietica.

pagina 1544
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Stato e padroni, fate attenzione


(1971)
di Potere Operaio
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/stato-e-padroni-fate-attenzione

La classe operaia, compagni, è all'attacco, con la conquista di tutto il potere


Stato e padroni non la possono fermare, la dittatura operaia sarà.
niente operai curvi più a lavorare
ma tutti uniti siamo pronti a lottare. Stato e padroni...
No al lavoro salariato,
unità di tutti gli operai I proletari son pronti alla lotta,
Il comunismo è il nostro programma, pane e lavoro non vogliono più,
con il Partito conquistiamo il potere. non c'è da perdere che le catene
e c'è un intero mondo da guadagnare.
Stato e padroni, fate attenzione, Via dalle linee, prendiamo il fucile,
nasce il Partito dell'insurrezione; forza compagni, alla guerra civile!
Potere operaio e rivoluzione, Agnelli, Pirelli, Restivo, Colombo,
bandiere rosse e comunismo sarà. non più parole, ma piogge di piombo!

Nessuno o tutti, o tutto o niente, Stato e padroni...


e solo insieme che dobbiamo lottare,
i fucili o le catene: Stato e padroni, fate attenzione
questa è la scelta che ci resta da fare. nasce il Partito dell'insurrezione;
Compagni, avanti per il Partito, viva il Partito e rivoluzione,
contro lo Stato lotta armata sarà; bandiere rosse e comunismo sarà!

Informazioni

Sull'aria dell'inno polacco "La varsovienne" (o di "A las barricadas").

pagina 1545
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Stato, padroni
(1974)
di Canzoniere femminista
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/stato-padroni

Stato, padroni, fatevi i conti giorno di paga con gli arretrati,


perchè le donne vogliono i soldi; questo salario sarà la nostra leva
per anni, per secoli abbiamo lavorato, per conquistare un nuovo potere.
per anni, per secoli ci avete sfruttato.
Potere alle donne per contrattare
Il nostro lavoro da tutti negato in prima persona i loro interessi,
come lavoro deve essere pagato! per rifiutare i lavori schifosi,
Soldi alle donne per questo lavoro, le condizioni di questi padroni.
vogliamo le ferie, la mutua...un salario!
Il servaggio nella casa,
Uomini arroganti, violenti, falsi, il razzismo sul lavoro,
le donne più non fanno i servizi gratis! la violenza del parto,
Siamo stufe di essere sante, la morte per aborto dovranno finire.
di essere serve, di essere sfruttate. Questo salario sarà il primo passo
per la... Liberazione!
Quel giorno arrivato, è il nostro giorno,

Informazioni

Canzone del "Canzoniere femminista-gruppo musicale del comitato per il salario al lavoro domestico"di Padova, sul
tema della dipendenza e della discriminazione economica femminile, del "doppio lavoro" non riconosciuto e
retribuito.

pagina 1546
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Storia di una cosa


(1972)
di Movimento Femminista Romano
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/storia-di-una-cosa

E' la storia di una cosa La tua bambola fu l'arma


nata sotto un fiocco rosa che inventò la vocazione
lo volevano celeste d'esser sposa d'esser madre
per paura della peste di servire ad un padrone
il cognome di famiglia il peccato ti prescelse
non continua se è una figlia sin dal tempo della mela
bando alla malinconia sul tuo corpo ancora passa
vi terrà compagnia questa storia senza vela

Donna donna come hai potuto amare Donna donna quanto potrai amare
donna donna se per te questo fu amore donna donna il mondo potrà cambiare.

Informazioni

Prima canzone compostadal Collettivo del Movimento Femminista Romano.

pagina 1547
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Stornelli pisani
(1968)
di Canzoniere Pisano
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antimperialisti, comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/stornelli-pisani

Il centro-sinistra è un grande governo E noi diciamo...


sorretto da Nenni e dal padreterno
e il padreterno la cosa è palese Re Costantino lupo di mare
parla una lingua vicina all'inglese vede il suo torno veloce affondare
corre in suo aiuto non è cosa strana
E noi diciamo a morte il padrone la Sesta Flotta Americana
bandiera rossa rivoluzione! La Grecia è a posto si va in Israele
a dare una mano al servo fedele
Russel e Sartre coi loro lamenti
non fanno cessare i bombardamenti E noi diciamo...
e il Tribunale con la sua accusa
non ferma un tubo la guerra degli USA Con le fiaccolate le marce e le veglie
non rechi disturbo a chi per te sceglie
E noi diciamo... la via italiana al socialismo
passa compagni per il riformismo
Facciamo l'amore non fate la guerra Amendola in Russia è andato a Natale
così i pacifisti dell'Inghilterra partì riformista tornò liberale
scritto sui muri stampato in cartelli Non basta dire no all'atlantismo
lo trovi ai negozi di Feltrinelli yankee go home abbasso il fascismo
col conto in banca è facile amare per essere liberi guerra totale
epr chi coi padroni non ha da lottare guerra ai padroni ed al capitale

Perciò diciamo...

Informazioni

Probabilmente scritta da Pino Masi

pagina 1548
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Stornelli presidenziali
(1967)
di Rudi Assuntino
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/stornelli-presidenziali

La vita è un’avventura Se ci decideremo


che bene si concluderà A non aver paura
Perché son garantito
Ho un vero mito, LEONE Facciamoci la croce
La jena bianca prega
Si pigli il presidente E mentre il socio frega
Si porti in processione Lei blatera di pace
E gli argini terranno
Contro l’inondazione Cristoforo Colombo
Ha avuto un solo torto
Di ogni alluvione Di aver scoperto gli USA
L’aspetto più avvilente Prima di essere morto
È di vedere piangere
Il nostro presidente Io credo che quest’anno
si andrà tutti in montagna
L’arcobaleno torna perché il sangue della Serbia
Sorride il presidente le nostre spiagge bagna
È tutto come prima
No, non è successo niente bombardano la Serbia
no, non devi essere triste
Ladri di polli uniti bombardano nel vuoto
Il neo.partito e nato la Serbia non coesiste
Per vendere le ossa
Al proletariato Man mano vo cantando
Invano giorni e notti
Si, ma vendere le ossa Mi ha scritturato forse
Sarà una gara dura Giulio Andreotti

pagina 1549
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Stornello per i compagni


(1974)
di Canzoniere femminista
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/stornello-i-compagni

Cari compagni del PCI Solo quando noi donne non lavoreremo
che ci fate balenare davanti ci sarà veramente sciopero generale
come se fosse oro
il lavoro magari in fabbrica Cari compagni voi che dite
come l'uomo magari alla catena di montaggio che non vi interessano le donne in generale
e ci dite che questa è la strada ma solo le donne proletarie
della nostra liberazione mentre voi facevate la lotta di classe
le vostre compagne proletarie continuavano
Cari compagni noi rispondiamo che lavoro [a lavorare gratis
gratis ogni giorno facciamo
Ancora non avete capito niente...
Cari compagni che state un pelo più a
sinistra Cari compagni, della classe operaia
e che comunque affermate che il lavoro sono le donne la parte più sfruttata!
delle donne non è produttivo
e che le casalinghe la rivoluzione non Cari compagni pochi che dite di capire,
faranno mai giorno per giorno il nostro potere
da sole noi conquisteremo
Ancora non avete capito niente Contro la nostra schiavitù noi lotteremo
come sempre dei lavoratori
ne vedete solo la metà Cari compagni che dite di capire
con uguale potere un giorno di incontreremo.

Informazioni

Stampata la prima volta nel 1974. Nel disco "Canti di donne in lotta", del Canzoniere femminista-gruppo musicale
del comitato per il salario al lavoro domestico di Padova, Vedette, Zodiaco, VPA8259, 1975

pagina 1550
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Stucky
(1975)
di Gualtiero Bertelli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: veneto
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/stucky

Stucky xe un palasson No ti volevi creder


in fondo a la Giudeca né ti, né tuti 'st'altri
coi muri a picolon dentro ve se serai
che par che no'l resista sperando in tuti i santi
vardandolo cussì più de sinquanta giorni
te fa na maravegia vegno matina e sera
ch'el possa esser sta te porto da cambiar
el pan de 'na famegia. e l'aria de la to famegia.

El g'ha dà da lavorar Po un giorno quei barconi


a tanta e tanta gente fermi e intristii
che se g'ha consumà s'ha impegnio de novo
e no xe restà niente. in aqua i xe tornai
'Na rabia che te sera ma sora no ghe gera
la gola co ti ricordi più i sachi de farina
speranze e paure ma tuti i operai
in 'sti bruti momenti. ognun co la so famegia.

Quando che i lo g'ha fato E tanta, tanta zente


un sogno, 'na speransa de la riva ne sigava
barconi che rivava «Coragio fioi ste duri
col gran de l'abondansa xe vostra la vitoria».
lavoro, tanto lavoro Speranze ancora e dopo
la paga xe al sicuro a uno a uno tuti
te masena 'sto mulin se g'ha trovà un lavoro
'na farina che xe oro. e i g'ha serà 'sto Stucky.

Un oro mal goduo Adesso tutti i giorni


dentro a 'sti casarmoni ti va fin a Marghera
col gran spacà ne l'aria ti te g'ha abituà
che entra nei polmoni. ma la xe stada dura
Bianchi semo restai e duro anca par mi
più bianchi de la farina vederte sempre manco
quando che i te g'ha dito e averte qua vissin
«La fine xe vissina». sempre più stanco.

pagina 1551
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Studenti a operai
(1970)
di Gualtiero Bertelli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: veneto
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/studenti-operai

El giornàl dei paroni ga dito che riese a 'ndar fora de qua


che noialtri semo estremisti
no 'l ga dito però che i fascisti Se volemo le nostre assemblee
brusa tuto, e li lassa anca far par decider de come lotàr
i ne dise: "la scuola no se cambia"
Se scrivemo sul muro "scuola per tutti", e "qua se vien par studiar"
"non vogliamo la scuola dei padroni"
i risponde voialtri se boni solamente Studenti e operai semo forti...
a sigàr e a sporcar
E se studia che el mondo xe beo
Studenti e operai semo forti che la fabrica xe tuta un incanto
non ne ferma la so polisia no se parla però del sfrutamento
la faremo per sempre finìa e de quanto che costa lavorar
coi paròni e la loro società
De ste robe no i vol che se parla
'na scuola cusì no la volemo ghe dà massa fastidio ai paròni
la xe fata par quei che ga schei ma noialtri no semo più boni
i xe pochi i fioj de operai de studiar sensa po' ragionar

Studenti e operai semo forti...

pagina 1552
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Su prantu de una mama


di Franco Madau
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: sardo
Tags: emigrazione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/su-prantu-de-una-mama

"Giei sesi acconciu, fillu miu, giei sesi studiendi.


conciau
ita est succediu, ita ki t'est capitau E mi ndi arribasa a domu a cust'ora
e ita est su sangui, custu bistiri arrogau cun cussa faci totu arrogada".
intrand’aintru, no d'abarristi intabau "Mamma esti a iscolla ki m'anti scuttu
intrand’aintru, no mi lassistisi a penai ca no obianta andai a scioperai.
intrand’aintru, no mi lassistisi a penai K'apu cumprendiu cumenti est su fattu
ca si nci mandanta in giru ke bestia
In custa vida nd'apu tentu de fortuna in terras strangias a traballai
fetti su fammi e sacrificiu apu passau e m'anti scuttu po custu, mammai
pobiddu miu de innoi si nd'est giai andau
de eredidadi quattru fillus m'at lassau Ma immoi no prangia, ca no seu solu
pustis in dexi poi centu e poi milla
ma in domu mia unu fetti nd'at abarrau e no at a essi oi, ma crasi sicuru
ma Pinu est in Francia e no ndi sciu de cincu fradi miu bonu d’ant a torrai
mesisi
is de Tunninnu invecciasa giei stainti beni Mamma no prangia, ca no seu solu
teninti traballu e bivinti in bona saludi pustis in dexi poi centu e poi milla
mi scrinti meda e nci einti un’otta a s’annu e no at a essi oi, ma crasi sicuru
fradi miu bonu d’ant a torrai
E totu custu est sa tranquillidadi mia
no passa noti o dì ki no sia pensendi e no at a essi oi, ma crasi sicuru
is fillus mius e ita ant’essi fadendi fradi miu bonu d’ant a torrai
ki ant'essi sanus, e ant'essi traballendi
ca cun su inai ‘e insoru Antiogheddu esti fradi miu bonu d’anta torrai
e no at a essi oi, ma crasi sicuru
fradi miu bonu d'anta torrai".

pagina 1553
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Sulla strada di Ibiza


(1977)
di Pino Masi
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sulla-strada-di-ibiza

Jasmìne nella notte, profumo, Yanì,sulla strada di Ibiza


respiro respiro respiro di fiori d'arancio cantava il martello e piegava il tuo filo
e poi quelle rane, milioni, d'argento.
quel loro stupendo concerto di suoni e Le pietre di agata, al sole,
silenzio. squillavano come parole lanciate nel vento

Seduti sul letto a cercare nel muro Guardavo conchiglie imbiancate dal tempo,
l'inafferrabile senso del nostro presente: posate su cumuli d'oro di sabbia marina
capire capire capire capire capire e poi la tua voce, che mi raccontava
capire capire capire e poi… niente. di una utopia mai trovata, eppure vicina.

Ma una risposta è Yanì che va a Ibiza Yanì, sulla strada di Ibiza


a fare ricami d'argento per la sua Comune cantava il martello e piegava il tuo filo
e nella sua voce, ancora bambina, d'argento.
la verità che cercavo diventava fiume. Le pietre di agata, al sole,
squillavano come parole lanciate nel vento.

pagina 1554
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Suona la sirena
(1968)
di Gualtiero Bertelli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/suona-la-sirena

Suona la sirena, son otto ore; per otto lunghe ore al giorno:
tu cerchi di capire il perché di una vita. i pensieri, i sentimenti, tutto.
Fino alle nove funziona la fresa;
stanotte non ho dormito; Suona la sirena, son otto ore;
ancora mezzora, poi il cambio. tu resti a guardare senza una parola;
che cosa rivela che vivi con gli altri?
Per farcela bisogna ripetere ancora mezzora e poi il cambio.
un gesto dopo l'altro, a cadenza
più rapida di ogni pensiero, Irritati, o tristi, o disgustati,
che si ferma ai cancelli della fabbrica; bisogna tacere e inghiottire,
mettersi dinanzi alla macchina espingere in fondo a se stessi:
è uccidere la propria anima non si può essere coscienti...

pagina 1555
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Tall el Zaatar
(1977)
di Yu Kung
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antimperialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/tall-el-zaatar

Tall El Zaatar sulla collina Verranno sopra carri armati


brucia fin là in Palestina di croci si son tatuati
nelle baracche poca gente ma Cristo è morto su una mina
dimenticata non s'arrende per liberar la Palestina
dimenticata non s'arrende. per liberar la Palestina.

Ma i lupi gridano in città: Tall El Zaatar sulla collina


"Arriveremo a Tall El Zaatar". brucia fin là in Palestina
Han circondato un cimitero in mezzo ai cedri fuma il cielo
non hanno fatto un prigioniero consuma i morti giugno nero
non hanno fatto un prigioniero consuma i morti giugno nero.

Informazioni

Tall el Zaatar: campo profughi palestinese in Libano dove si consumò uno dei peggiori massacri ad opera delle
milizie cristiane sostenute da Israele, ancora prima del massacro, ancor peggiore, di Sabra e Chatila (1982). Con il
massacro di Tall el Zaatar si ebbe anche la totale espulsione dei palestinesi dal sud del Libano.

pagina 1556
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Tall el Zaatar
(1976)
di Mimmo Boninelli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/tall-el-zaatar-0

Son questi corpi di donne, di vecchi e la lotta di donne di vecchi e bambini


bambini che sanno che Tall el Zatar, no, non morirà
che avete distrutto e ammassato in macerie mai,
di case sventrate da colpi assassini questa voce si sentirà Tall el Zatar, no, non
di voi che volete vederci spariti morirà mai,
per sempre da questo lenzuolo di terra questa voce si sentirà Tall el Zatar, no, non
mettendo in silenzio le voci che chiedon morirà mai

pagina 1557
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Tango dei macellai


di Fausto Amodei
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/tango-dei-macellai

E' il tango dei beccai presi all'ingrosso, E' il tango dei soldati d'oggi e ieri,
il tango dei beccai dei mattatoi. dei vincitori sempre tanto gai.
"Venite a bere il sangue finchè è rosso, Il tango dei famosi condottieri,
venite a bere il sangue assieme a noi!" il tango degli allegri macellai.

Quanto sangue... Quanto sangue...


Mangeremo a sazietà, Spingi con la baionetta,
tutti ci si abbufferà, ch'è l'arma prediletta,
e l'infanzia ingrasserà... che buca e non affetta

Quanto sangue... Quanto sangue...


Il mercante fornirà Scanna scanna finchè puoi
tutta quanta la città tutti gli avversari tuoi,
di bistecche a volontà! dagli in pasto agli avvoltoi!

Quanto sangue... Quanto sangue...


E si affilino i coltelli, La vittoria arriderà
si concino le pelli. a chi più ne ammazzerà
si friggano i cervelli... senza mai provar pietà

Quanto sangue... Quanto sangue...


Tanto chi si ingozzerà Tra due giorni, forse tre,
quando un giorno creperà accadrà di certo che,
meglio i vermi nutrirà! toccherà crepare a te!

Quanto sangue che c'è. Su, bevi pure tu bevi pure tu, bevi pure
tu...

Informazioni

Monti Giangilberto, CD, Boris Vian - Le canzoni, 1997, Il Manifesto 011

Canzone di Boris Vian (Les joyeux bouchers) tradotta da Giangilberto Monti e interpretata anche da Fausto Amodei

pagina 1558
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Tango della femminista


di Movimento Femminista Romano
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: romanesco
Tags: femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/tango-della-femminista

Cor capello dritto 'n testa c'è cascato ZA


e lo sguardo a pugnaletto na guardata na bruciata
se ne va quello è corco e nun ce prova più
monta 'n trave e aspetta al varco
chi la sfiorerà Tango della femminista
ecco là spunta l'ometto Tango della ribbellion
c'è cascato ZA
'na guardata, 'na bruciata Co' la chioma sciorta ar vento
quello è corco e nun ce prova più e er soriso a t'amo tanto
se ne va
Tango della femminista fra la gente che cammina
Tango della ribbellion che s'intruppa e s'avvelena
se ne va
Cor soriso 'npo' allupato d'esse sola o 'n compagnia je ne frega
e lo sguardo assatanato poco o gnente
se ne va perché sa c'hesse donna è 'na conquista
va pe' strada a tutte l'ore l'ha sgamato 'nsieme a tante
va pe' strada 'ndo je pare e chi la ferma più
e chi la ferma più
ecco là spunta er bulletto Tango della femminista
Tango della ribbellion

pagina 1559
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Tante case
(1977)
di Canzoniere femminista
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/tante-case

Tante tante tante case e il salario far bastare dei...


bianche nere e grigie mariti a migliaia
Tante tante tante case a casa poi ritornano
fanno la città son stanchi ed affamati
E'la più grande fabbrica han da esser consolati.
che mai si sia vista...
E' la più grande fabbrica La biancheria sia ben lavata
che mai si sia vista la camicia sia stirata
è la più grande con amore ogni cosa sia curata...
del mondo
tanti... e i pavimenti sian puliti
e le scarpe lucidate
milioni di lavoratori e risplendano i vetri di...
ci stanno dentro
ognuno ha milioni di finestre
il suo posto accolgono la luce
lavorano milioni di pignatte
diligentemente tutto il giorno... ci bolle la minestra
milioni di bambini
e lavano stirano sorridono accudiscono curati e ben lavati...
cucinano poi curano ed amano
e poi lavano stirano e sbattono sorridono milioni di pavimenti
allevano e curano... ogni giorno lucidati
milioni di pranzi e cene
milioni di bambini con amore preparati...
Iil caffelatte la mattina
merendina nel cestino Milionisono i soldi
il fiocco al grembiulino... che ci dovete dare...
milioni sono i soldi
e tante mutandine e maglioncini da lavare per questo lavorare...
e calzettoni da pulire e rammendare
e poi al mercato c'è da andare Tante tante tante case
far la spesa e risparmiare tante tante tante case...

pagina 1560
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Tarantella di via Tibaldi


(1971)
di Canzoniere Pisano / del Proletariato
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: repressione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/tarantella-di-tibaldi

A Milano, a Milano; magnà,


m'avevan detto: « Va a Milano, che là trovi ogni sera l'assemblea dei capi famiglia tutti
[da lavorà», quanti
ci ho trovato 'nu padrone che m'ammazza decideva come la lotta il giorno dopo portare
[a faticà avanti.
ed in cambio de lo sudore fame e freddo
[mi tocca fà, Alle cinque di mattina
ed in cambio de lo sudore fame e freddo è arrivata la polizia e ci ha fatto sgomberà,
[mi tocca fà. sotto l'acqua che cadeva coi bambini appena
nati.
Oh Rosina, oh Rosina, « Mascalzoni, delinquenti, assassini » ci han
t'aveo promesso ch'entro l'anno a Milano chiamà.
t'avrei Assassini sono loro che hanno ucciso
[portà; Massimiliano.
ho trovato 'nu lavoro ma la casa non ce sta Massimiliano:
e coi soldi della paga me la stanno a un compagno di sette mesi i padroni hanno
fabbricà. ammazzà
con il sindaco Aniasi, polizia e sindacà;
Tanta gente a Milano e per te Massimiliano si continua a lottà.
questa casa l'ha pagata ma ugualmente non ce
l'ha, Gli studenti di architettura
se l'affitto è troppo caro non c'è i soldi ci hanno dato la loro scuola per poterci
per pagà; rifugià,
visto che l'hanno pagata se la vanno a anche lì la polizia ci ha venuti a sgomberà,
piglià. ma hanno preso tante botte che le posson
ricordà.
Siamo andati, via Tibaldi,
coi bambini, con le donne ed il pane pe Trentamila, a Milano,
magnà, eravamo in trentamila tutti in piazza a
tutti uniti coi compagni che ci hanno aiutà; protestà,
ci siam presi questa casa che il Comune non trentamila proletari tutti insieme a gridà:
ci dà. « Queste case sono nostre, ce le siamo prese
già,
Primo giugno, occupazione: noi ce le siamo prese, come noi dovete fà ».
abbiam fatto l'ambulatorio dove ognuno veniva Le riforme dei padroni non ci posson più
curà, fregà
abbiam fatto la mensa comune dove è gratis 'o perché ormai l'abbiam capita: lotta dura
bisogna fà.

Informazioni

Milano, maggio/giugno 1971.


I baraccati e i senza casa della metropoli lombarda occupano le case, di proprietà dell'IACP (Istituto Autonomo
Case Popolari) site in via Tibaldi.
Nella notte fra il 2 e il 3 giugno, 4000 agenti in armi sono chiamati a sgomberare le case con la forza. La polizia
attacca sparando all'impazzata un numero impressionante di candelotti lacrimogeni, ed è un'aggressione che i
testimoni definiscono bestiale.
Un bambino di appena sette mesi, Massimiliano Ferretti, malato di cuore ed affetto da bronchite, viene colpito dai
gas lacrimogeni.
Ricoverato alla clinica Mangiagalli cessa di vivere.

pagina 1561
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Il padre di Massimiliano, ricercato dalla polizia per furto, deve subire l'onta di nascondersi, come se il criminale
fosse lui, mentre il potere gli ha ammazzato il figlio.
Lotta Continua, l’Unione Inquilini e il Collettivo Autonomo di Architettura ne fanno un caso nazionale nell’ambito
della campagna di lotta per la casa, ed organizzano una manifestazione di solidarietà ai baraccati, a cui
parteciparono 30.000 persone.
L’episodio di via Tibaldi segna da un lato un sempre maggiore impegno di alcune organizzazioni dell’estrema
sinistra nella lotta per la casa, dall’altro un sempre maggiore disimpegno del Pci, che pure aveva organizzato le
lotte per la casa negli anni ‘60. A partire dal ‘71 abbandona le lotte per casa, sia perché particolarmente invise ai
ceti medi, sia perché le lotte avvengono anche in città con amministrazioni di sinistra.

(da Canzoni contro la guerra )

pagina 1562
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Telegrafo, Nazione, la stampa del padrone


(1967)
di Canzoniere Pisano
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/telegrafo-nazione-la-stampa-del-padrone

Telegrafo, Nazione, la stampa del padrone e l'informazione è sempre imparziale


arriva dritta dalla questura
Sono i giornali dei benpensanti
son quotidiani indipendenti Telegrafo, Nazione, la stampa del padrone
stanno al di sopra di tutti i partiti
leccando il culo ai Costa e ai Pesenti Ma un giorno o l'altro questa cartaccia
farà la fine a cui è destinata
Telegrafo, Nazione, la stampa del padrone e nelle edicole si sentirà solo
un brutto odore di carta bruciata
O com'è serio questo giornale
ogni notizia è di fonte sicura Telegrafo, Nazione, la stampa del padrone.

pagina 1563
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Tengo na voglia e fa niente


(1974)
di Enzo Del Re
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: napoletano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/tengo-na-voglia-e-fa-niente

Tengo na voglia na voglia


na voglia e fa... niente!
e fa... niente!
Chi m'ha mis'in catena,
Comm'o sole dint'a capa, passa a vita in vacanza,
m'è trasuta a pensata io fatico e fatico
e s'incontro pa' via, e passo pure da stronzo:
chi ha inventato a fatica vaffanculo alla fatica
io, ti giuro, l'accido, pecchè e a chi la vuole.

tengo na voglia Tengo na voglia


na voglia na voglia
e fa... niente! e fa... niente!

Si a fatica era 'bbona, La fatica è onore,


m'ha cunsigliato o' dottore, ma si ta scansi, meglio ancora!
si a fatica era 'bbona Beato chi, cumm'è,
nun pregavano i preti sa riesce a scansà!
benedizione alla fatica
e a chi la vuole. Tengo na voglia
na voglia
Tengo na voglia e fa... niente!

pagina 1564
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Terra di Grecia
(1974)
di Canzoniere Il Contemporaneo
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/terra-di-grecia

Terra di Grecia tra i templi degli eroi


non mi par vero prigioni di tortura
vederti davanti a me e grida disumane
oltre il mare del popolo
nei secoli.
scendono le scogliere
Buio d’un tratto all’acqua arrossata
sulle colline, pietre scagliando
il passo soldatesco sul turista
sulle vie maledetto
lastricate di storia striscestellato.

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The ballad of Ho Chi Minh


(1954)
di Ewan MaCall
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: inglese
Tags: antimperialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ballad-ho-chi-minh

Far away, across the ocean Ho Ho Ho Chi Minh


Far beyond the sea's eastern rim Ho Ho Ho Chi Minh
Lives a man who is
Father of the Indochinese people Fourteen men became a hundred
And his name is Ho Chi Minh! A hundred thousand and Ho Chi Minh
And the wind stirs the banner
Ho Ho Ho Chi Minh of the Indochinese people
Ho Ho Ho Chi Minh Victory's Army- the Viet Minh

Ho Chi Minh was a deep sea sailor Ho Ho Ho Chi Minh


Served his time out on the seven seas Ho Ho Ho Chi Minh
Work and hardship were
part of his early education Every soldier is a farmer
Exploitation his ABC's comes the morning he grabs his hoe
Comes the evening she swings
Ho Ho Ho Chi Minh her rifle on her shoulder,
Ho Ho Ho Chi Minh This the Army of Uncle Ho

Ho Chi Minh came home from sailing Ho Ho Ho Chi Minh


And he looked out on his native land Ho Ho Ho Chi Minh
Saw the want and the hunger
of the Indochinese people From Viet Bac to the Saigon Delta
Foreign soldiers on every hand From the mountains to the Plain of Reeds
March the men and the women
Ho Ho Ho Chi Minh of the Indochinese people
Ho Ho Ho Chi Minh Sowing freedom with victory seeds

Ho Chi Minh went to the mountains Ho Ho Ho Chi Minh


Where he formed a determined band Ho Ho Ho Chi Minh
Heroes sworn to liberate Ho Ho Ho Chi Minh
the Indochinese people
Drive invaders from the land Ho!

Informazioni

Melodia tradizionale irlandese

pagina 1566
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Ti ho visto là sul tavolo


di Yuki Maraini
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ti-ho-visto-la-sul-tavolo

Ti ho visto la sul tavolo il giorno che si farà rivoluzione


a casa della mammana ma quando potrem vivere
il ventre squarciato dalla sonda ques'anno ne son morte quattromila.
dicevan ch'eri un mostro
vendicherò invece la tua morte. Voi dite che siamo uguali
ma io vorrei sapere
Ti ho visto la sul tavolo uguali davanti a che
poi t'han coperto il viso uguali per chi e perchè...
pietà da quegli ipocriti che t'hanno uccisa
t'hanno nascosta subito Diciamo questo ed altro
eri per loro ormai da buttar via. e ci han chiamate matte
le cose in cui crediamo saran fatte
Voi dite che siamo uguali alla legge dell'assenteismo
ma io vorrei sapere risponderemo con femminismo!
uguali davanti a che
uguali per chi e perchè... Voi dite che siamo uguali
ma io vorrei sapere
E' comodo per i compagni uguali davanti a che
dire che tutto cambierà uguali per chi e perchè...

Informazioni

Versione femminista di Yuki Maraini di Uguaglianza di Paolo Pietrangeli.

pagina 1567
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Ti ricordi Nina
(1972)
di Gianni Nebbiosi
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: femministi, disagio mentale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ti-ricordi-nina

Ti ricordi Nina la luce dell'inverno


il vecchio girotondo e le case erano tane
nella campagna chiara per spartirsi la fame
di mezza primavera tu stavi in mezzo al gelo
per far crescere il grano e bestemmiavi il cielo
pregavi un dio lontano con gli occhi di chi prega:
un dio che non si paga: e ti chiamaron strega.
e ti chiamaron maga.
Ti ricordi Nina
Ti ricordi Nina il medico in paese
quando arrivò l'estate venuto da lontano
il tuo parlar col cielo col suo camice bianco
con l'erba e con il melo ed un sorriso stanco
il tuo gridar ai lampi inutile e tagliente
il tuo fuggir nei campi come la vecchia latta:
quando la notte canta: e ti chiamaron matta.
e ti chiamaron santa.
E ti chiamaron matta
Ti ricordi Nina e ti chiamaron matta

pagina 1568
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Tira la cinghia
di Franco Trincale
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: siciliano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/tira-la-cinghia

Puvurello è lu Stato alli grossi padroni


di denari nun ce n'ha allura noi ti dicimo
e perciò lu pensionato alli ricchi metti più tassi
la cinghia ha da tirà. e aumenta li pensioni
Lo ha detto Andreotti alle poveri massi
alla camera e a lu senatu e nui ti dicimo a li burocrati cani
e le cifre ha imbrogliato nun mandari in pensioni
per fregare li pensionati. cun cento milioni.

Tira la cinghia tira la cinghia Tira la cinghia tira la cinghia


che lu guvernu ha da ingrassà. che lu guvernu ha da ingrassà.

Ma nui ti dicimo caro Andreotto E nui ti dicimo Andreotti


che li soldi ci stanno che se tu lu sordu vuoi fare
e nun sono li pensioni a Roma venimo per protestare
che allu Statu fan dannu e se a Roma venimo
lu dannu lu fannu da tutta la nazione
li sovvenzioni Andreotto in anticipo
che tu regali alli te mettimo in pensione
grossi padroni accussì tu puoi provare
lu dannu li fannu con nui lu nfernu
li bombe li cannoni e no la vita bella
che ammazzano la gente che fai a lu guvernu
e costano milioni se con ventimila che
perciò noi ti dicimo tu pigliasti allu mese
che per ogni cannoni tu ce puoi magnà e pagare
tu ci puoi aumentar affitto e spese.
minimo tremila pensioni.
Tira la cinghia tira la cinghia
Tira la cinghia tira la cinghia lu guvernu ha da ingrassà.
che lu guvernu ha da ingrassà.
Allora ti dicimo
E nui ti dicimo caro Andreotti Andreotti egregio
che lu dannu allu Statu aumenta li pensioni
tu l'hai recato per evitar lu peggiu
perché alli ricchi sfondati e per finir sta canzone
li tassi hai scalato ti dicimo caro Andreotti
lu dannu li fannu le sovvenzioni che nui pensionati ci avimo
che tu regalasti li coglioni rotti.

pagina 1569
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Tragedia de Plaza de las Tres Culturas


(1969)
di Judith Reyes
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: spagnolo/castigliano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/tragedia-de-plaza-de-las-tres-culturas

El dos se octubre llegamos Y el vientre de una preñada


Todos pacíficamente Cómo lo han bayoneteado.
A un mitin en Tlatelolco
Quince mil en la corriente Hieren a Oriana Fallaci
Voz de la prensa extranjera
Año del sesenta y ocho Ya conoció la cultura
Que pena me da acordarme, Del gobierno de esta tierra.
La plaza estaba repleta
Como a las seis de la tarde Ya vio que vamos unidos
Estudiantes con el pueblo
Grupos de obreros llegaron Contra un sistema corrupto
Y el magisterio consciente Y la falacia de un gobierno.
Los estudiantes lograron
Un hermoso contingente. Recordara a los muchachos
Contra la pared su cara
De pronto rayan el cielo Las manos sobre la nuca
Cuatro luces de bengala Y su derecho entre las balas
Y aparecen muchos hombres
Guante blanco y mala cara Jóvenes manos en alto
Con la V de la Victoria
Zumban las balas mortales V de Vallejo me dicen
Rápido el pánico crece Los de la preparatoria
Busco refugio y la tropa
En todas partes aparece Piras de muertos y heridos
Solo por una protesta
Alzo los ojos al cielo El pueblo llora su angustia
Y un helicóptero miro Y el gobierno tiene fiesta
Luego sobre Tlatelolco
Llueve el fuego muy tupido Que cruenta fue la matanza
Hasta de bellas criaturas
Que fuerzas tan desiguales Como te escurre la sangre
Hartos tanques y fusiles Plaza de las Tres Culturas
Armados los militares
Desarmados los civiles Y por que en esto murieron
Mujeres y hombres del pueblo
Doce años tiene un chiquillo El presidente le aumenta
Que muerto cae a mi lado Al ejercito su sueldo

pagina 1570
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Tramonta o sole
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: toscano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/tramonta-o-sole

Quando s'abbatte il sol mi coce addosso, che se 'un sei stracco te ne stracchi tanti.
la rabbia la mi rode a più non posso.
Tu stracchi il poveretto e il contadino
Tramonta o sole, per l'amor di Dio mentre al padrone scaldi l'ombrellino.
che se 'un sei stracco te so' stracco io.
Il sole fa gode' i capitalisti
Tramonta o sole, per l'amor dei santi mentre fa tribola' i po'eri cristi.

Informazioni

Lamento registrato da Dodi Moscati a Montefiesole (Pontassieve), informatore Sestilio Tomboloni.

pagina 1571
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Trasferimento
(1975)
di Gianni Siviero
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: carcere
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/trasferimento

M'han detto stasera alle sette che è dentro perché s'è confuso
domani sarai trasferito Torino con Reggio Calabria
non m'hanno spiegato il perché
non so dove sarò portato stanotte ho scoperto la luna
rettangolo bianco per terra
m'han detto stasera alle sette ho scoperto sgomento il respiro
abbiamo deciso così d'un compagno che resterà qui
prepara il tuo sacco e la roba
domani mattina siam qui due giorni e poi c'era il colloquio
ma ormai come faccio a avvisarti
stanotte ho scoperto persino qualcuno farà una risata
che ormai conoscevo a memoria dicendo che non ci son più
il passo di quel carcerato
che va avanti e indietro alle tre dovrò cominciare da capo
chi sei cos'hai fatto ti chiami
mi son ricordato di colpo perché m'hanno detto domani
che è uno di Reggio Calabria domani ti portiam via di qui

pagina 1572
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Tre fratelli contadini di Venosa


(1972)
di Stormy Six
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/tre-fratelli-contadini-di-venosa

Faceva molto caldo in Lucania "Contadini rimasti sulla terra


nel Luglio ottocentosessantuno non avrete proprio nulla da temere,
e la gente si sentiva già tradita su nei boschi siamo tanti e bene armati
da un'Italia non voluta e non capita. e i soprusi saranno vendicati".

Quel fucile alzato al cielo e mai usato Con il freddo dell'inverno nelle ossa
non è pronto per Vittorio Emanuele e la voglia del fuoco di un camino
tre fratelli contadini di Venosa i fratelli contadini sono stanchi
si rifiutano di metter la divisa. e camminano nel chiaro del mattino

Con le foglie dell'autunno sulla strada Il ventuno di Gennaio Sant'Agnese


è difficile seguire i loro passi i soldati hanno teso un'imboscata
già si è sparsa qua e là la loro fama li hanno uccisi a un chilometro da casa
coi briganti han firmato un proclama: li han portati sulla piazza di Venosa

Informazioni

Canzone che racconta la storia di tre fratelli lucani scappati alla leva obbligatoria introdotta dai piemontesi dopo
l'unità d'Italia.

pagina 1573
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Trenta luglio alla Ignis


(1971)
di Canzoniere Pisano / del Proletariato
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti, comunisti/socialisti, lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/trenta-luglio-alla-ignis

Questa mattina, davanti ai cancelli questa è la prova che i due compari


sono arrivati trenta fascisti: la sanno lunga su come è andata.
erano armati di bombe e coltelli,
questi di Borghi son gli squadristi. Gli abbiamo fatto alzare le mani,
gli abbiamo messo al collo un cartello
Han cominciato tirando sassi con sopra scritto: « Siamo fascisti,
contro i compagni di un capannello; facciam politica con il coltello ».
alle proteste han risposto sparando:
tre ne han feriti con il coltello. E dalla Ignis fino in città,
mentre tremavano per la vergogna,
Noi operai gli siam corsi dietro li abbiam portati in testa al corteo
ma quei vigliacchi sono fuggiti, e tutta Trento li ha messi alla gogna.
approfittando della confusione
mentre portiamo in salvo i feriti. E in fin dei conti vi è andata bene,
perché alla fine della passeggiata
Subito dopo la vile aggressione quella gran forca che meritate
ecco arrivare due capi fascisti; non ce l'avete ancora trovata.
van con la borsa dal porco padrone
a prender la paga pei loro squadristi. Cari compagni, quella gran forca
dovremo farla ben resistente,
Li abbiamo presto riconosciuti: per impiccarci, assieme ai fascisti,
uno è Del Piccolo, quell'assassino, il padron Borghi porco e fetente.
e l'altro è Mitolo, capo fascista,
torturatore repubblichino. Cari compagni, quella gran forca
dovremo farla ben resistente
Dentro la borsa, coi passaporti, per impiccarci, assieme ai fascisti,
hanno una scure ben affilata: ogni padrone, porco e fetente.

Informazioni

Cronaca di un'aggressione fascista, a Trento, nel 1970, davanti a una fabbrica.

pagina 1574
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Tu che hai sbagliato tutto


(1975)
di Gianni Siviero
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: carcere
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/tu-che-hai-sbagliato-tutto

Tu che hai sbagliato tutto guardati un poco attorno


e dall'altra parte ti sei schierato se non sei cieco t'accorgerai
tu che ti presti al gioco che il criminale l'hai alle spalle
di chi in galera ci ha condannato e non è quello a cui sparerai
in nome di una paga
ti sei venduto e non hai capito ci hanno chiusi qua dentro
che io a sei anni son condannato perché ci scanniamo come cani
tu per la vita ti sei fottuto proletari col mitra
e proletari con le mani nude
nascosto in una divisa così potranno dire
ti sei convinto bene o male che noi siamo bestie e voi siete eroi
che col tua mitra salvi e intanto per loro tutto continua
l'uomo per bene dal criminale come non fossimo nati mai

Informazioni

pagina 1575
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Tu che uscirai domani


(1975)
di Gianni Siviero
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: carcere
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/tu-che-uscirai-domani

Tu che uscirai domani e che hai pensato tutto


e tornerai al mondo ciò che si può pensare
tu che hai vissuto tutto
quello che noi viviamo e l'hai fato legato
al letto di contenzione
tu che sai che vuol dire o seppellito vivo
svegliarsi all'improvviso giù alla segregazione
perché quello di fianco
sta battendo nel muro tu che uscirai domani
e che potrai gridare
tu che sei sceso all'aria non ti scordar del giorno
come scendiamo noi che ti portaron qui
sognando ad occhi chiusi
d'essere in mezzo a un bosco urlalo a tutto il mondo
che santo è sant'Antonio
tu che sai che vuol dire cos'ha Regina Coeli
aver la tentazione sotto la sua sottana
di vendere un compagno
per una sigaretta rinfaccia a tutto il mondo
quel che succede qui
tu che hai atteso invano rinfaccia a tutto il mondo
risposta a una tua lettera quel che succede qui.

pagina 1576
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Tu compagno, e io, e voi, e noi


(1973)
di Canzoniere delle Lame
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/tu-compagno-e-io-e-voi-e-noi

Tu compagno; e io, e voi, e noi Su in strada in combattimento


è troppo tardi per aspettar
Rischiamo il nostro soldo Su in strada in combattimento
che soldo più non è è troppo tardi per aspettar
il posto di lavoro
che tanto non ce n'è Tu compagno; e io, e voi, e noi

Divisi non siamo niente Rischiamo il nostro pane


tutti uniti si vincerà che non ne abbiamo più
Divisi non siamo niente la nostra stessa vita
tutti uniti si vincerà che è vita a testa in giù

Tu compagno; e io, e voi, e noi Su in strada a cambiare il mondo


e dare all'uomo la libertà
Rischiamo quel che abbiamo Su in strada a cambiare il mondo
che nulla abbiamo noi e dare all'uomo la libertà
la casa in cui si dorme
ci sfrattan prima o poi Divisi non siamo niente
tutti uniti si vincerà.

pagina 1577
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Tu Gorizia addolorata
(1971)
di Canzoniere Internazionale, Leoncarlo Settimelli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/tu-gorizia-addolorata

Tu Gorizia addolorata tutti giovani sui vent'anni


amavi tanto la patria mia alle loro case non tornano più.
duegentocinque di fanteria
t'è venuto a conquistar. Quei vigliacchi dei signori
"viva la guerra" gli hanno gridato
Per venirti a conquistare col suo grido ci hanno ingannato
abbiam perduto tanti compagni quei vigliacchi dei signor.

pagina 1578
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U programma do Governu rivoluzionariu


(1969)
di Francesco "Ciccio" Giuffrida
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: siciliano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/u-programma-do-governu-rivoluzionariu

Sta 'mpazzennu lu parrinu Sì c'è amuri 'ntra nuatri


lu patruni si fa lariu cu travagghia è na famigghia
po programma bellu e finu tutti i vecchi su me patri
do governu rivoluzionariu tutti i fimmini me figghia

co governu rivoluzionariu E me figghia va o travagghiu


cu travagghia ora cumanna li nicuzzi su a jucari
e lu riccu e l'agrariu la maestra ci sta attagghiu
ca si pigghia la cunnanna chista è vita di campari

La cunnanna si la pigghia Di campari chista è vita


cu non voli fari nenti non c'è cchiù cu non fa nenti
e lu riccu chianci e ragghia li parrini e l'industriali
ci livamu ' appartamenti ora azzappunu cuntenti

Li palazzi ci livamu E si poi non su' cuntenti


non si pava cchiù l'affittu a zappari stanu u stissu
tutti pari 'ntettu avemu gnutti amaru e strinci i denti
non c'è riccu e derelittu ca lu to distinu è chissu

Non c'è riccu e derelittu Chissu senza alternativa


ca u travagghiu c'è ppi tutti ca lu populu vincìu
u travagghiu è nu dirittu vita sana collettiva
ca ppo populu su i frutti non c'è cchiù nè to' e nè miu

Ppi lu populu li frutti E nè to' e nè miu cchiù c'è


fatti ccu li so sururi ca finenu i nostri vai
ca finenu i tempi brutti non cumanna u riccu o u re
de patruni ora c'è amuri ma u guvernu 'i l'operai.

Informazioni

Scritta sull'aria di una tarantella popolare siciliana. Chiudeva (con qualche variazione) sia il 1° che il 2° tempo dello
spettacolo " Ci ragiono e canto n.3 " di Dario Fo, con Piero Sciotto, Carpo Lanzi, Chicca De Negri e Ciccio Busacca,
nel 1973.

pagina 1579
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Uccidi e capirai [L'uomo che sa]


di Rudi Assuntino
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/uccidi-e-capirai-luomo-che-sa

La mia vita ce l'ha e così capirai!"


chi ha il potere per sé,
chi le armi prepara, Mentre urlan le bombe
chi educa me. io più forte urlerò.
Chi mi insegna a lottare Non so niente di niente,
per la mia libertà ma una cosa la so.
e alla gente si spaccia Son sicuro che Cristo
per l'uomo che sa. perdonar non potrà
i tuoi sporschi profitti
"Tu sei giovane" ha detto sull'umanità.
"e sapere non puoi.
Abbandona i tuoi giochi E una cosa ti dico,
e vieni con noi. col denaro che hai,
Sulla nuova frontiera il perdono da Dio
c'è un nemico mortal comperar non potrai.
che i più sacri valori Non potrai ripagare
potrebbe annientar". tutto il sangue che tu
ci hai costretti a versare
Mi dà in mano un fucile nel fango quaggiù.
ma non viene con me. Quando tu sarai morto
Io mi trovo tra i morti a cercarti verrò,
e mi chiedo il perchè. scoprirò la tua bara
Sono giovani morti e ti maledirò.
che la guerra stroncò. Resterò ad aspettare
Son nel fango sepolti finchè sceso sarà
e tacere non so. un gran mucchio di terra
sull'uomo che sa.
Son sepolti nel sangue
e all'uomo che sa Quando tu sarai morto
io domando "A che serve a cercarti verrò,
tanta gente ammazzar?" scoprirò la tua bara
Mi risponde, paterno e ti maledirò.
"ubbidisci, non sai, Resterò ad aspettare
tu sei giovane, uccidi finchè sceso sará
un gran mucchio di terra
sull'uomo che sa.

Informazioni

Assuntino Rudi, EP Uccidi e capirai. Dischi del Sole 1965

Ispirata a Master of War di Bob Dylan

pagina 1580
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Uguaglianza
(1969)
di Paolo Pietrangeli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale, morti sul lavoro
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/uguaglianza

Ti ho visto lì per terra E' comodo per voi


al sole del mattino dire che siamo uguali
e braccia e gambe rotte davanti a una giustizia partigiana.
dal dolore. Cos'è questa giustizia
Dicevan che eri matto se non la vostra guardia quotidiana.
ma devo ringraziare la tua pazzia.
Ci dicon siamo uguali...
Ti ho visto lì per terra
poi ti ha coperto il viso E' comodo per voi
la giacca del padrone che avete in mano tutto
che ti ha ucciso. dire che siamo uguali davanti a Dio.
T'hanno coperto subito E' un Dio tutto vostro,
eri ormai per loro da buttar via. è un Dio che non accetto e non conosco.

Ci dicon Siamo uguali Dicevi questo ed altro


ma io vorrei sapere e ti chiamavan matto
uguali davanti a chi? ma quello in cui credevi verrà fatto.
uguali per che per chi? Alla legge del padrone
risponderemo con Rivoluzione.

Informazioni

Il testo è stato scritto da Pietro Bianconi nel 1968, partigiano anarchico e autore di alcuni libri sulle lotte operaie e
sindacali degli anni '60/70

pagina 1581
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Umanità
di Movimento Femminista Romano
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/umanita

Umanità hai già buttato tu hai rinnegato anche


cinquanta secoli della tua vita la donna che c’è in te
umanità in guerre sante Umanità artisti eroi
crociate guerre al napalm hanno ingrassato la tua storia
tu hai coltivato umanità è ora che dimentichi
il fiore della violenza la tua memoria
tu hai sempre avuto svegliarci tutte un giorno
un uomo come dio sotto un sole rosa
capo condottiero duce re sentirci uguali
Umanità tu hai inventato a quel bambino che ti guarda
un podio e alloro per il migliore e che non sa ancora parlare
umanità hai già condannato sentirci uguali
chi sul podio mai salirà a quel cane che ti guarda
tu hai soffocato e che sa solo abbaiare
il debole e il bambino oh umanità

pagina 1582
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Un biglietto del tram


(1975)
di Stormy Six
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/un-biglietto-del-tram

In corso Buenos Aires Esposito ai giardini


tutto il giorno ci passano i filobus, sta leggendo gli annunci economici,
e ci passano i carri blindati e lo vedi su mille panchine,
coi prigionieri ammanettati o in coda a file senza fine
che guardano, e non vedono. chiede giustizia, e subito.

Povero Fogagnolo, che non era un attore del A Poletti hanno dato
cinema: sette lettere sopra una lapide,
si presenta, ti dà un'occasione, e la gente che passa e le vede
mormora il suo cognome e nome fa un po' i suoi conti, e poi si chiede
da elenco delle vittime. «Non è una spesa inutile?»

E mi ha fatto un regalo: «Non bastava un biglietto,


un biglietto del tram un biglietto del tram
per tornare in piazzale Loreto. per tornare in piazzale Loreto?»

Informazioni

I 15 martiri di Piazzale Loreto, brutalmente ammazzati per rappresaglia dai nazifascisti il 10 agosto 1944

pagina 1583
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Un tranquillo festival pop di paura


(1977)
di Gianfranco Manfredi
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/un-tranquillo-festival-pop-di-paura

Il parco ha tante entrate Sì sta sfasciando tutto


chissà chi pagherà persino la Teoria
ma il parco non ha uscite perché il Nuovo Soggetto
il prezzo non si sa pare che non ci sia
hai chiesto una risposta e se l'espropriazione
e il gruppo te la dà significa qualcosa
sta chiusa in un panino è che la nostra vita
di bassa qualità. è diventata cosa.

La Giunta ci ha concesso Il desiderio grida:


il prato e l'acqua no ecco la polizia!
la Giunta è di sinistra Il fumo di candelotti
lo sporco non lo so non si sa dove sia,
e poi c'è stata tolta ma c'è sull'altro prato
l'elettricità qualcuno che massaggia
perché si viva al buio magari con lo yoga
la nostra estraneità. ti passa un po' di sgaggia.

E siamo tutti insieme Non si capisce nulla


ma ognuno sta per sè si ha voglia di fuggire
la ricomposizione la festa... quale festa?
i sogna ma non c'è non ci sì può più stare,
ognuno nel suo sacco uno col cazzo fuori
o nudo tra il letame sta ancora lì a cercare
solo come un pulcino, vuole portarsi in tenda
bagnato come un cane. la donna da scopare.

Il palco è come un ponte Qualcuno c'è riuscito


che non unisce niente a vincere la notte
ci passano i cantanti ad aspettare l'alba
fischiati dalla gente più avanti delle botte
qualcuno un po' più furbo qualcuno c'è riuscito
fa battere le mani a entrare negli sguardi
o tira fuori il coro a leggersi negli occhi
dei napoletani. che non è troppo tardi.

E vuoi vedere in faccia Si celebra sul palco


il proletariato giovanile l'ultima pantomima
perché è lui l'invitato si bruciano le buste
che doveva venire vigliacca l'eroina
ma senti già nell'aria ma c'è chi il suo nemico
una strana vibrazione lo cerca per il prato
che nasce dai feticci e con lo spacciatore
vestiti da persone. ti spranga lo spacciato.

E tutta una gran merda, E' l'ultimo spettacolo


la colpa di chi è non solo della festa
lo Stato, il riformismo, la mia generazione
i gruppi, il non so che che svuota la sua testa
la merce sta abbracciando vuole vederne i pezzi
la festa popolare e non li vuole vedere
ed entra dentro i corpi vuol leggersi nel corpo,
tra il piscio e le bandiere. ma anche sul giornale.

pagina 1584
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Le cinque di mattina Ed anche qui nel rito


suoniamo tutti insieme c'è la contraddizione
si balla come matti nella felicità
ci sembra di star bene la nuova repressione
le donne son fuggite il parco è ormai nascosto
c'è solo una modella è tutto una lattina
che balla all'Africana abbiamo fatto il punto
l'ultima tarantella. e niente è come prima.

Informazioni

pagina 1585
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Una donna nella tua vita


(1975)
di Movimento Femminista Romano
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: femministi, discriminazione GBLT
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/una-donna-nella-tua-vita

Questa è la ragione la la la respira piano


di una donna nella tua vita il suo profumo non è strano
ecco la ragione la la la gridalo pure
di una donna nella tua vita. se nessuno sa ascoltare.

Il tuo profilo, dita leggere, Questa è la ragione


e le favole son vere di una donna nella tua vita
su di te occhi di fuoco ecco la ragione
e il tuo corpo non è un gioco di una donna nella tua vita.
che emozione
vivi un'altra dimensione. Ma che storie erano quelle
le sue mani sono belle
Questa è la ragione vola adesso la tua mente
di una donna nella tua vita della strada non si pente
ecco la ragione brucia in lei tutti i tuoi stracci
di una donna nella tua vita. non lasciare che si schiacci.

La la la ti vuol parlare Questa è la ragione


è diverso il suo amore di una donna nella tua vita.

Informazioni

Nel testo allegato al disco il sottotitolo di questa canzone è "canzone omosessuale".

pagina 1586
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Una Noč
(1978)
di Polenta Violenta - Canzoniere Popolare, Roberto Mereta
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: lombardo
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/una-noc

A l'è quand la sira la diventa püsè scüra, a chest ura i dorman giamò tucc,
quand la gent sa divertiss se ghe la fa, che la matina bisogna levà sü,
cun quei poc danè da spend che la vansa, In già finì anche i programmi a la TV.
pagà al ficc e tücc i spes de cà.
A quest ura ghè in gir dumà i lader e i
Quand quela strana rasa che g' ha disan : i barbon,
poeti, i pulott, i gatt e i poer pirla cume mi
ta rimpirlisen su cun tut i so scemadi, che in chi a fa al laurà del so padron,
Quand te cünten d' una sira o d' una nocc, 'n tant che lü l'è a cà a cüntà i so milion.
cume d' una roba da perdiga a drè al co.
E intant che pensi questa machina la gira,
Ma la mia nocc l'è fai da roba un po' cume la machina ga giran anca i me ball,
diversa, e pö pensi che mi sun chi a laurà,
da vott ur pasà dentar a sto' sitt, e lü l'è a cà...a fal andà!.
da la rabia da vess taià un po' föra,
da la vida e dal me mund. Pian , pianin a l'è rivà anca matina
e la rabia la sa scunfunda cunt al sònn,
Ho già tità i do ur par furtuna, ta turna a cà e ta diseda al to nanin,
ta vansa giust al temp da dag un bel basin...

pagina 1587
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Uomini e soldi
(1972)
di Fausto Amodei
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti, lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/uomini-e-soldi

Son senza patria i soldi dei padroni, I soldi dei padroni che fuggon via
son soldi viaggiatori come piccioni. danneggiano la nostra economia
Per viaggi d'affare o di piacere perchè danno un passivo dei più imponenti
i capitali varcano le frontiere alla nostra bilancia dei pagamenti.

Sono mille e più miliardi che anno per anno Ma la bilancia torna a funzionare
traversan le frontiere e se ne vanno, purchè noi si continui ad emigrare
e noi lavoratori senza lavoro ed a spedire a casa quei bei contanti
dobbiamo per mangiare viaggiar con loro. che sono le rimesse degli emigranti.

I soldi che gli agrari ci han tolto via Ma occorre che gli passi quel brutto vizio
fan tappa su in Piemonte e in Lombardia, che i soldi ci abbian sempre al loro
e qui si riproducono per contanti servizio.
poi se ne vanno all'estero tutti quanti. Deve essere il contrario e prima o poi
dovranno essere i soldi a servir noi.
I soldi dei padroni van dritti dritti
dovunque possan trarre maggior profitti La rabbia che han portato i nostri fratelli
e noi passo per passo, metro per metro, all'Alfa, ed alla Fiat e alla Pirelli
dobbiamo per mangiare tenergli dietro. noi la dobbiam portare per tutta Europa
spazzando via i padroni come una scopa.
Avevo già arricchito più di un padrone
faccendo da bracciante nel meridione. Perchè il padrone è uno, non ci si sbaglia,
E poi nel nord o all'estero, da operaio, che faccia i soldi all'estero o qui in Itala.
ne ho fatti venir ricchi qualche migliaio. I soldi lui li fa sul nostro lavoro
e poi li manda all'estero e noi con loro.
La regola da trarre è solo una:
ci dicon di emigrare per far fortuna. Noi non vogliamo essere mai più esiliati
Certo si fa fortuna, ma si dimostra, ma ormai protagonisti e organizzati.
che noi facciamo la loro ma non la nostra. Dobbiamo farla finita ed essere pronti
a giunger presto alla resa dei conti.

pagina 1588
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Valigie di cartone
(1976)
di Yu Kung
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: emigrazione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/valigie-di-cartone

Prendi le valigie di cartone pronti a lavorare molto


vai sul treno di emigranti per mandare qualche soldo
vai sul treno siamo tanti
prendi la valigia e tira fuori
e mettici dentro il pane buono il berretto ed il maglione
che ti serve per avere per dormire alla stazione
dentro il cuore il tuo paese
gira la città cercando casa
metti bene dentro al portafoglio ma la casa non si trova
quella foto di tuo figlio cerca pure è una parola
quello lì nato da poco
trovi soltanto una baracca
e poi sali sopra un treno nero proprio là in periferia
tutta gente sola sola senti tanta nostalgia
turca araba e spagnola
senti tanta voglia dei tuoi campi
tutti quanti verso la speranza tanta voglia di tornare
alla libertà del mare...

pagina 1589
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Valle Giulia
(1969)
di Paolo Pietrangeli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: repressione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/valle-giulia

Piazza di Spagna, splendida giornata, più!


traffico fermo, la città ingorgata
e quanta gente, quanta che n'era! Il primo marzo, sì, me lo rammento,
Cartelli in alto e tutti si gridava: saremo stati millecinquecento
«No alla scuola dei padroni! e caricava giù la polizia
Via il governo, dimissioni!». ma gli studenti la cacciavan via.
«No alla scuola dei padroni!
E mi guardavi tu con occhi stanchi, Via il governo, dimissioni!».
mentre eravamo ancora lì davanti,
ma se i sorrisi tuoi sembravan spenti E mi guardavi tu con occhi stanchi,
c'erano cose certo più importanti. ma c'eran cose molto più importanti;
«No alla scuola dei padroni! ma qui che fai, ma vattene un po' via!
Via il governo, dimissioni!». Non vedi, arriva giù la polizia!
«No alla scuola dei padroni!
Undici e un quarto avanti a architettura, Via il governo, dimissioni!».
non c'era ancor ragion d'aver paura
ed eravamo veramente in tanti, Le camionette, i celerini
e i poliziotti in faccia agli studenti. ci hanno dispersi, presi in molti e poi
«No alla scuola dei padroni! picchiati;
Via il governo, dimissioni!». ma sia ben chiaro che si sapeva;
che non è vero, no, non è finita là.
Hanno impugnato i manganelli Non siam scappati più, non siam scappati
ed han picchiato come fanno sempre loro; più.
ma all'improvviso è poi successo
un fatto nuovo, un fatto nuovo, un Il primo marzo, sì, me lo rammento...
fatto nuovo: ...No alla classe dei padroni,
non siam scappati più, non siam scappati non mettiamo condizioni, no!

Informazioni

Il Vettori data questa canzone al 1968. Nel marzo di quell'anno avvennero gli incidenti descritti, primo, vero
scontro di piazza fra polizia e studenti "contestatori", a Roma presso la facoltà di Architettura a Valle Giulia.

Fu incisa da Paolo Pietrangeli e Giovanna Marini, prima in 45 giri e poi nell'LP Mio caro padrone domani ti sparo,
sempre per I Dischi del Sole.

pagina 1590
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Venceremos
di Canzoniere delle Lame
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antimperialisti, comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/venceremos

Se tramonta il sol della patria le catene sapremo spezzar!


già s'avanza l'idea popolar, Venceremos, vencereoms,
già s'annuncia una nuova alba, la miseria mai più ci sarà!
ed il Cile comincia a cantar!
Contadini, soldati, operai
Ricordando l'eroe guerrigliero e le donne del popolo ancor,
la cui idea per sempre vivrà gli studenti e minatori,
affrontiamo, compagni, la lotta tutti uniti nel nostro lavor.
ed il Cile avrà libertà.
Prepariamo la certa vittoria,
Venceremos, venceremos, socialista sarà l'avvenir!
le catene sapremo spezzar! Tutti assieme saremo la storia,
Venceremos, vencereoms, con in fronte l'Unità Popular.
la miseria mai più ci sarà!
Venceremos, venceremos...
Venceremos, venceremos,

Informazioni

Sull'aria di "Venceremos", degli Inti Illimani.

pagina 1591
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Venceremos
(1970)
di Inti Illimani
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: spagnolo/castigliano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/venceremos-0

Desde el hondo crisol de la patria la miseria sabremos vencer.


se levanta el clamor popular,
ya se anuncia la nueva alborada, Campesinos, soldados, mineros,
todo Chile comienza a cantar. la mujer de la patria también,
estudiantes, empleados y obreros,
Recordando al soldado valiente cumpliremos con nuestro deber.
cuyo ejemplo lo hiciera inmortal,
enfrentemos primero a la muerte, Sembraremos las tierras de gloria,
traicionar a la patria jamás. socialista será el porvenir,
todos juntos haremos la historia,
Venceremos, venceremos, a cumplir, a cumplir, a cumplir
mil cadenas habrá que romper,
venceremos, venceremos, Venceremos, venceremos...

Informazioni

Intilli Iman, LP Viva Chile, 1973

pagina 1592
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Vendiamo armi!
di Fausto Amodei
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/vendiamo-armi

Facevo il salumaio, l'impresa mi fallì! Cannoni freschi!!


Provai con le cravatte, la cosa non riuscì.
Tentai con i profumi, le scarpe ed i paltò, Smerciare dei cannoni in grande quantità
ma tutti 'sti prodotti nessuno li comprò. aiuta ed arricchisce l'intera società.
Si offre dal lavoro a tutti gli operai,
Ho fatto il pasticciere vendendo dei bignè, Ciascuno può riempire i suoi salvadanai.
ho rimpagliato sedie, sturato dei bidet.
Son sempre andato incontro a rogne, a grossi Si apron prospettive che meglio non ce n'è,
guai, si mette su famiglia, si fanno dei bebè.
però la strada giusta infine la trovai. Peccato che il bambino, quando c'avrà l'età
dovrà fare il soldato, e allora creperà!
Percorro in cadillac le vie della città
da quando so la verità. Vendevo dei cannoni, e ne vendevo assai,
Adesso c'ho un castello, di domestici ne ho ma sono andato troppo in là.
tre, Ho fatto fare affari ai più importanti
ed un ministro mi vuole con se. macellai,
ma non va più da un po' di tempo in qua.
Io vendo cannoni di qualità,
ho buone occasioni per ogni età. Gli amati clienti di gioventù
Non mancano acquirenti per questo prodotto son tutti ammazzati, non ce n'è più.
qui: Io son rimasto solo come un cane, in verità,
fare il mercante di cannoni, questa è l'abc e danzo per le solitarie vie della città.
Cannoni in saldo!

Informazioni

Canzone di Boris Vian (Le petit commerce) tradotta da Fausto Amodei.

pagina 1593
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Venessia patria mia dileta


(1973)
di Alberto D'Amico
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: veneto
Tags: satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/venessia-patria-mia-dileta

Venessia patria mia dileta Cristoforo Colombo gaveva ragion


ti va de sgobo e po' de grata el mondo xe tondo come un balon
sotto il vessillo di San Marco co la Nina la Pinta e la Santa Maria
par 'sta Repubblica da sbarco el porta a casa l'oro e l'argenteria
i m'ha mandà parfin in Cina America America tera pressiosa
a romperghe i cojoni a Gengis Kan ma i indiani xe gente che xe permalosa
ariva i velieri i canoni spagnoli
Se parte dal mondo co 'na carovana Atzechi e Incas xe massacrài
varda Luisa che bela è la Cina par cossa parché dovemo copar
rassi colorati, bachi da seda, me par una falce 'sta cristianità
la povere pirica, la pansa de Buda
carica tuto fa' su la tenda Varda Luisa che malani
el nostro paron cussì ne comanda sciopa la guera dei trent'ani
'sta carovana no la gh'ò capìa me fasso fià e sigo basta
semo cristiani e femo rassìa me 'riva in boca 'na tempesta
Luisa che ladro che xe Marco Polo i fiumi porta le carogne
cori che i mongoli ne core drio e l'aria ormai se ga impestà

In Adriatico che lote Scampemo scampemo che 'riva la peste


le navi torna a casa rote rancura le robe dentro le seste
spenze rabiosi gli infedeli coversi el fio con un pano de lana
che vol robarne i monopoli canta Luisa che fassa la nana
de là in Atlantico la Spagna canta che i angeli buta 'na corda
el novo mondo la gh'à trovà che se tiremo su da 'sta merda
dormi bambin che 'ndemo su le stele
domani la Madona te da le caramele.

pagina 1594
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Veniamo da lontano
(1980)
di Canzoniere delle Lame
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/veniamo-da-lontano

Veniamo da lontano, andiam lontano, e non sarà inquinata,


compagno Gramsci non sei morto invano. e non sarà interrotta
Sia tu che gli altri che il fascismo uccise la resistenza vive nella lotta
vivete accanto a noi,
nei nostri cuori voi, Lotta di fatti e non di parole,
vivete in piazza e nelle nostre case. lotta di molti nata sotto il sole,
restando uniti andremo fino in fondo
Andrem lontano per la nostra via, provocatori fuori
Togliatti avanti con l'antica idea. infantilismo al bando
La via italiana al socialismo è nata, agli operai le leve di comando.
e la percorreremo
giorno per giorno uniti, Veniamo da lontano, andiam lontano,
Gramsci e Togliatti non vi abbiam scordati! compagno Gramsci non sei morto invano.
Sia tu che gli altri che il fascismo uccise
Falce, martello, stella alla riscossa, vivete accanto a noi,
sta sventolando una bandiera rossa nei nostri cuori voi,
la resistenza non è mai finita, vivete in piazza e nelle nostre case.

pagina 1595
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Venne Maggio (Prologo di un anno)


(1969)
di Ivan Della Mea
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/venne-maggio-prologo-di-un-anno

Venne Maggio e fu speranza e fu bandiera E mi sono ritrovato appeso al vetro


bella e nuova e ritta sulla barricata. del P.C.I. e del P.C.F. e son crollato.
Io pensai che la lotta va vissuta Il mio amico è rimasto nel Partito,
che la lotta va vissuta, e non cantata. ma io non sapevo più che cosa fare!
E Giuan è morto dentro, senza affanni... Bhe, compagni ero proprio nella palta,
"Senti un pò,...", "Viva la contraddizione!" ho anche urlato,
ma "senti" un ostia: Giuan è morto! come un cervello disidratato
Morto a Roma e a Milano e a Torino, buono ormai per fare della solidarietà.
morto a Pisa e a Parigi e a Berlino. La speranza è l'amore che ho sposato,
Io avevo un caro amico, nome Franco, che mi ha dato fiato per ricominciare.
si diceva "E' arrivato un vento nuovo!", Se Giuan è morto, può risuscitare!
forse c'è ancora spazio nel Partito, Oggi so: si può cantare e lottare!
forse, spera, credi,... leggi L'Unità!

Informazioni

Una splendida poesia, piena di forza e di fede, da uno dei più importanti e tenaci cantautori di protesta della
canzone italiana.

pagina 1596
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Vi canteremo la favola
(1976)
di Collettivo del Contropotere
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/vi-canteremo-la-favola

Vi canteremo la favola del ricco e del le scuole, le caserme, i tribunali,


povero, immensi carceri di stato per i lavoratori.
di chi da molti millenni lavora e non ha da
mangiar; Per ogni bimbo donna vecchio uomo,
vi narreremo la storia d'un mondo un binario stabilito, una strada già fissata,
misconosciuto e tutto questo è solamente parte di un
e di una bestia che rantola ma uccide prima sistema,
di morir un'umanità repressa e violentata;
rapina, sfruttamento, oppressione,
...e questa bestia è il capitale, isolamento,
e questa bestia sono i padroni, sangue, lutto, guerra, morte e miseria
e questa bestia sono i burocrati e i è il concime per far crescere e ingrassare
generali, i padroni del vapore
i preti, le monache e i reazionari. ...mentre il figlio del proletario proletario
rimarrà.
Da mille e mille secoli i padroni del vapore
ci han strappato l'esistenza, ogni voglia di Ma c'è la scuola cultura per tutti
pensare, bambini belli e bambini brutti,
in mille modi, in cento tempi han tolto ai ma non è questa la divisione,
proletari resta soltanto la selezione
il sapore di creare, la volontà di costruire, e la selezione sceglie chi saranno i
ed hanno messo in piedi le galere e i dirigenti
manicomi, ...mentre il figlio del proletario proletario
rimarrà.

Informazioni

Secondo testo dal disco L'estate dei poveri - Dalla realtà di classe al progetto libertario, del Collettivo del
Contropotere, edito dal "Circolo cultura popolare di Massa" nel 1976, il primo LP prodotto e realizzato da gruppi del
movimento anarchico.

Da "La musica dell'altra Italia", sito non più online.

pagina 1597
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Vi racconterò
(1975)
di Gianni Siviero
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: carcere
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/vi-raccontero

Io vi racconterò parlo di libertà


di muri che alla sera perché quattro pareti
ti si stringono attorno ferman le mie ossa
e ti schiacciano piano non ferman le mie idee
che ti urlano in silenzio che volan tra le sbarre
fuori si son scordati a cercare altre idee
che sei chiuso qui dentro e ritornan gridando
che ti senti morire compagno siam con te

intanto di fuori io tornerò un giorno tra voi


continua il rumore a parlarvi di mille cose
di gente che corre in tondo che son nate in me
cercando di fuori leggendo su un muro
le cose che io Sante ha dormito qui.
ho trovato rinchiuso qui

pagina 1598
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Vi sbagliate
(1975)
di Gualtiero Bertelli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/vi-sbagliate

Diritti degli altri e loro doveri di lotte e fatiche passate tra inganni
è roba da poco, si fa in un momento che non vi permetteremo.
se ti toccano nel potere. Condannerete donne per aborto
Basta dire no con una legge e intascherete ancora i soldi
votata su due piedi e a maggioranza farete leggi nuove ed armerete
oppure dimenticarla in un cassetto di nuove armi i vostri poliziotti
per non occuparsene abbastanza che ben conosciamo.
se urta contro il tuo volere.
Ma seduti in quel parlamento
Seduti in un parlamento più grigi di mille civette
più grigi di mille civette ancora più vecchi e più tristi
invecchiati là dentro consumerete vendette
tra trucchi e compromessi, fino a quando quella memoria
alzando una mano di vetro che guida la lotta di classe
in nome di chi sfruttate vi strapperà tutto il potere
vi sentite protetti e sicuri per affidarlo alle masse.
di tenere buone le masse Se lo credete
ma vi sbagliate. un giorno lontano
un giorno impossibile
La nostra memoria è fatta di anni ancora vi sbagliate
voi vi sbagliate.

pagina 1599
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Via via la polizia


(1970)
di Canzoniere Popolare del Veneto
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: repressione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-polizia

Che bella giornata torni a casa, chi glielo fa far


il ventotto febbraio stai attento
gli studenti medi e chiedi l'aumento
a Venezia han fatto un corteo che lo stato ti vuole fregar
e c'era il dottor Pensato
bianco filato Magistrato
col mal di cuore ma chi t'ha creato
e il tricolore è stato il Signore o è stata mammà?
se è stato il Signore
Guardava ogni metro ha fatto un errore
spiava ogni passo se è stata la mamma si faccia rifar
avanti e indietro
pensate che osso E tu celerino
duemila studenti Vacci pianino
andavano avanti chi è sfruttato lascialo star
gridavano forte suona la tromba
erano tanti: suona le sirene
ma il padrone bisogna pestar
Via via la polizia
via via la polizia! Che bella giornata
il ventotto febbraio
Commissario i medi a Venezia
riduca l'orario han fatto un corteo
o l'infarto le capiterà duemila studenti
se lei muore andavano avanti
povero cuore gridavano forte
consolarci nessuno potrà. erano tanti:

Brigadiere Via via la polizia


ci faccia il piacere via via la polizia!

Informazioni

Cronaca di una manifestazione di studenti medi a Venezia.

pagina 1600
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Victor Jara
(1980)
di Canzoniere delle Lame
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti, antimperialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/victor-jara

Hanno ucciso Victor Jara non moriranno le idee


libera voce del Cile. e il Cile no non si arrende.
La sua voce era grido
e la chitarra fucile. Hanno ucciso Victor Jara
libera voce del Cile.
Hanno ucciso Victor Jara Ogni canto è già speranza
e gli han spezzato le dita, e la chitarra fucile
per far tacere il coraggio
gli han levato la vita. Il grido di Victor Jara
ora si chiama Miguel
GLi hanno ammazzato il sorriso, Violetta, Antonio, Maria
e l'allegria e il dolore, ora Zio Pedro, Josè.
e la dolcezza e la lotta,
il desiderio e l'amore. Fascisti che imprigionate
a voce di Aro(?) e di Allende
Fascisti che imprigionate non moriranno le idee
la voce di Aro(?) e di Allende e il Cile no non si arrende.

pagina 1601
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Violette
(1979)
di Paolo Pietrangeli
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/violette

Cammino per la strada lentamente lo sento un tuffo al cuore.


è un'ora in cui non puoi veder più niente
cammino per la strada, cammino per la strada La prendo per la mano
e vedo una fanciulla la porto giù al canale
bionda. è un posto assai tranquillo
rifugio dell'amor.
Cammino per la strada lentamente
è un'ora in cui non puoi veder più niente Le stringo le manine
cammino per la strada, cammino per la strada le palpo un po' i ginocchi
e vedo una fanciulla la vedo già arrossire
sola. le brillano anche gli occhi.

Con fare un po' annoiato e un po' distratto «Io qui vendo violette
con l'aria del viveur mezzo disfatto garofani e rosette
mi accosto alla fanciulla — «Signora o vuol gradire
signorina, vuol gradire.
io qui a due passi ho la mia berlina».
Mio caro e bel signore
«lo qui vendo violette la rosa che lei vuole
garofani e rosette che cerca con ardore
vuol gradire e con ardire
vuol gradire» fa cinquemila lire».

Che voce signorile lo prima non capisco


che animo gentile ma poi tutto mi è chiaro
come pronunzia bene le parole ma il mio fascino slavo
dov'è andato a finir...
«lo qui vendo violette...»

pagina 1602
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Viva Voltaire e Montesquieu


(1968)
di Giovanna Marini
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/viva-voltaire-e-montesquieu

Evviva Voltaire e Montesquieu, Ha bestemmiato,


potenti per molta ragione! odio la purezza.
hanno minato un regime ha tradito e s'è sporcato,
mangiandone ogni briciola buona. odio l'onestà.
È un profanatore,.
Perché e in nome di che odio il rigore,
non dovremmo divorare ciò che nutre, Allontanatelo,
anche in una istituzione troppo facile!
che prepariamo alla distruzione? è il pungolo della morte,
mascherati di virtù,
Ha bestemmiato! è un'ammonizione
a giustificazione
Questo grido l'aspettavo: è un puro che ha per i nostri ottimisti,
parlato. che mancate di invenzione!
Lo conosco - il puro - mi è entrato è uno scandalo
dentro da anni, mi ha vi aggrappate
violentato, infamante
si è confuso con me a verità prefabbricate,
a un punto tale che e lo coviamo
non so se non son io che ho gridato. pur sapendo
ingenuamente!
Riveste ogni mia intenzione che ora tutto è cambiato.
di polvere sottile ed antica,
cosi che tutto ciò Gridano i puri,
che al di fuori di me tirano fuori dei valori
di purezza e di virtù è ammantato sacri, intoccabili a priori
e non importa se siamo molto
richiama dal mio interiore ignari del significato di questi tesori.
la polvere sottile,
la scuote e Servono solo a linciare
malgrado me il profanatore,
scruto attentamente e sto a sentire. sorreggono il potere
e sono utili per chi non ha il coraggio
E sempre nascosto nella folla di scegliere
in ogni angolo oscuro; e vivrebbe nel terrore.
guardatevi dal buio,
dal gruppo chiuso e austero, Il puro per difetto:
guardatevi - che non nasconda il puro. ecco il primo assassino.

Annidato come pipistrello nero, Ha sempre il sospetto


ascolta con le orecchie e senza cuore, che chi gli sta vicino
privo di cervello e di piacere, ma ha nasconda un valore che lui non ha,
le regole imparate dal manuale. perché è puro per difetto
di passione - o meglio affetto
Ha bestemmiato. da una passione difettosa.
Ha tradito e s'è sporcato.
È un profanatore. È' l'amante della regola:
Allontanatelo. eccola lì, grassa, prosperosa,
È il pungolo della morte. portata a spalla dai morti
È un'ammonizione per i nostri ottimisti. che si mescolano ai vivi,
È uno scandalo infamante. loro bianchi e consunti,
Lo coviamo ingenuamente. lei ridente e volitiva li schiaccia col suo
peso

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in uno stato continuo di morte protettiva. certo un giorno l'avrà.

Trema il puro per difetto Nascosto fra voi con la mia idea,
che venga a mancare aspetto e non mi sporco:
chi la regola la sa inventare: basta che vostra mai non sia,
lo protegge, lo difende, che non arrivi in porto ».
se lo ingrazia nel terrore
se c'è chi osa sregolare. Così parla il puro per eccesso,
lontano da ogni compromesso
Ascoltatela la sua fine tragica: ma accade a volte, per una svista,
trascinato dal profanatore, che non è altro che un puro teppista.
che è la sua sorgente di vita e il suo
tormento Sa tutto senza dubbio né timore,
- lui lo sa e lo insegue non lo lascia un sfruttando gli altri in nome del rigore
momento - e forse - ma tardi - anche lui saprà
si ritrova all'aperto in uno spazio che è cullato proprio dalla società.
sconfinato, Si crede per nascita un eletto,
si perde si sente morire, infatti è come un figlio di papà,
non gli serve imparare e capire
Per salvarsi cerca, rabbioso, l'errore. e non sa
A volte succede che muore da eroe, che è assai lontano dalla libertà
aggrappato alla sua regola stretto stretto,
che non vuole mollare. Rimani nel tuo limbo
vuoto di paragoni,
Ma evviva Voltaire e Montesquieu, che nessuno ti avvicini
potenti per molta ragione! beato ed immacolato
hanno minato un regime estraniato e fallito
mangiandone ogni briciola buona. per non essere consumato
estraniato e fallito
Perché e in nome di che per non essere consumato.
non dovremmo divorare ciò che nutre,
anche in una istituzione L'idea è nobile e pura
che prepariamo alla distruzione? e noi poveri sporchi
lottiamo spalla a spalla
Ha bestemmiato! col corrotto ed il compromesso,
grida il puro immacolato, intralciati dal puro per difetto
quello per eccesso. e linciati dal puro per eccesso:
e restiamo offerti ed indifesi
Con questo è impossibile parlare: a una sola tua bella parola,
stupenda per armonia
Chi sei? dimmi il tuo nome tra fervore e teoria,
quello in cui credi; stupenda per armonia
e sei anche tu tra fervore e teoria.
alla ricerca dell'errore? Quale?
Ma evviva Voltaire e Montesquieu,
« Intellettuale io non sono, potenti per molta ragione!
non ho professione, né nome, né posto, hanno minato un regime
fuori dall'istituzione per evitare la mangiandone ogni briciola buona.
contaminazione. Perché e in nome di che
non dovremmo divorare ciò che nutre,
Certo mi vuoi limitare, con quelle tue anche in una istituzione
definizioni, che prepariamo alla distruzione?
vuoi ridurmi a uno sporco mercante di idee
comuni; Verrà il giorno, se vogliamo,
e tu così mi combatti, lo so, di tagliar la testa al sovrano
ma io ti sfuggo, e di mandare a morte la corte;
non ho identità, ci saremo assicurati lunghi anni di vita,
non ho volto, non ho sostanza: giustamente nutriti dalla morte.
sono la verità.
Una sola idea ho e non importa se non ha Distruggiamo, divoriamo
niente a che vedere col mondo, ogni corte ch'è sempre bieca e forte

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ed ogni mito Tutti legati in un modo tale che


che nasce già esaurito; non si potranno mai più liberare.
e lui dirà: « A me, che vi ho nutrito,
vestito, Per primo c'è quello che ha fiutato
creato? », nella vita di essere un fallito
e noi: e, ritirato tra i puri per difetto,
« Sì a te, nostro re »; non violenta più il suo intelletto.
e lui:
« Senza di me dove finirà la nazione? ». E quello puro per eccesso,
« La tua testa è la soluzione, che rifiuta ma divora lo stesso,
non preoccuparti più per noi » perché non può non divorare:
« Chi vi guiderà, chi vi sceglierà la sorte? ma farlo senza ammetterlo
». è tra tutti i sistemi di gran lunga il
« La strada è nostra, l'entrata è la tua peggiore.
morte ». Succede che, invece di minare,
« Ingrati, ve ne pentiréte presto, finisce lui stesso ad ingrassare
quando guerra e fame... ». il regime e adesso non è più
« D'ora in poi scegliamo noi ». solo puro per eccesso,
ma è anche puro fesso
E così, e irrimediabilmente integrato.
mio grande sovrano,
anche per te C'è poi quello che ha minato e divorato,
arrivò la fine, ma poi il morto se lo è ritrovato
ma noti opporti a ciò che accade per dentro, e lo vive dandogli il suo nome,
preparazione; e resuscitato nella sua persona.
basta adattarsi a essere strumenti
di un grande disegno di evoluzione I puri t'han tagliato la testa,
fatto di vita, morte, pace e distruzione. le mani, le gambe ed il potere,
ma eri tu che lo dovevi fare,
Ma evviva Voltaire e Montesquieu, intellettuale.
potenti per molta ragione!
hanno minato un regime O beati manichei
mangiandone ogni briciola buona.
Perché e in nome di che Per la vostra purezza pagano gli altri,
non dovremmo divorare ciò che nutre, non pagate voi.
anche in una istituzione
che prepariamo alla distruzione? O beati manichei

« Liberaci dal male », Ma evviva, evviva il compromesso


gridiamo all'intellettuale: riconosciuto come tale,
« Tutti a scandalizzarsi usato come arma insidiosa,
e nessuno a scandalizzare ». a un taglio solo ma mortale;
e non quello che chiamate con i vostri
Dove vai, intellettuale? risonanti e stupendi sostantivi,
Eri nato per portare solamente per salvare il rigore
una sana rovina, e ti sei di voialtri, sofferti e falsi puri!
ridotto a prefetto di disciplina;
dove vai? dove vai? dove vai? O beati manichei!
Hai gli occhi, ma li chiudi
e ti lasci portare Ma evviva quello che ogni giorno
fuori dal mondo, e poi sceglie e sa
parli senza far male a nessuno quel genere di guerra
e il tuo dolore lo soffriamo noi. che gli va
e ha il coraggio di dichiararsi dentro
I puri ti han tagliato la testa, la società,
le mani, le gambe ed il potere, impegnato ogni giorno a creare
ma eri tu che lo dovevi fare, la preziosa ostilità!
intellettuale.
O beati manichei!
Ma io ci penso e poi mi dico quale
è quello che ci libera dal male. Ma guardiamoci intorno e vediamo

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l'uomo puro, ma puro davvero, i re, i regimi ed il potere


circondato da un lato dai bianchi e a noi ci dà baldanza di sapere
manichei onnipresenti che siamo sempre la minoranza.
e dall'altro, con mille seduzioni,
lusingato e soffocato dal potere; Com'è bello stare in pochi ma eletti,
e tutti insieme gli tagliano la testa, o che sollievo le mani pulite,
e mani, le gambe ed il volere. le manterremo fino alla morte;
ma come ci servono le mani sporche!
O beati manichei!
La mia lettera sta per finire,
E più noi ci tuffiamo nel fango, vi saluto con molto affetto;
più la strada nascerà sotto di noi, non ho deciso di morire,
invece di andare sotto ai piedi ma una volta per tutte di troncare
di quegli altri del governo; e poi con la purezza, l'onestà e il rigore
come può un piatto di bilancia e affrettarmi invece a pensare
essere abbassato, se noi al solito, e parlare per tagliare la testa,
per paura di un piatto non pulito, le mani e le gambe al potere;
restiamo appesi in aria come spiriti? perché i fatti
me li han fatti venire
O beati manichei! in mente e da tempo ricordare,
con la loro importante lezione,
E intanto trionfano i governi, Voltaire e Montesquieu,
potenti per molta ragione.

Informazioni

Una lunga cantata di Giovanna Marini, dedicata a tutti "i puri per difetto o per eccesso", di cui, secondo lei, era
pieno nel 1968, il Movimento tudentesco.

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Vogliamo andare avanti


(1972)
di Duo di Piadena
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/vogliamo-andare-avanti

Vogliamo andare avanti, avanti, avanti L'Italia non ha figli disuguali,


nella democrazia i destini non sono belli o brutti.
e il mondo socialista Lavoro e dignità non son regali
è la tua garanzia in una società che sia di tutti.

Vogliamo andare avanti... Vogliamo andare avanti, avanti, avanti


nella democrazia
E torna a minacciare il centurione e il mondo socialista
di ridurre l'Italia una galera, è la tua garanzia
ma è solo il ruggito del piccione,
è tramontata la camicia nera. Vogliamo andare avanti...

Cominciò anche allora col minaccio E la democrazia è una lotta dura


dell'ordine guardato dal più forte contro la malafede dei violenti,
ma non lo scorderemo il sette maggio contro le scuse di chi ha paura
che la pace fascista sa di morte. e fa il gioco vigliacco dei potenti;

Vogliamo andare avanti, avanti, avanti Ma c'è una barricata che non cede
nella democrazia la schiera socialista non vien meno,
e il mondo socialista è fatta d'Italiani che hanno fede
è la tua garanzia in un mondo più giusto e più sereno.

Vogliamo andare avanti... Vogliamo andare avanti, avanti, avanti


nella democrazia
E ordine vuol dire che i diritti e il mondo socialista
di chi lavora sono rispettati. è la tua garanzia
Giusti salari per giusti profitti
senza i ricatti dei privilegiati. Vogliamo andare avanti...

Informazioni

La canzone faceva parte di un disco 45 giri prodotto dal Partito Socialista Italiano per la campagna elettorale delle
elezioni politiche del 5 maggio 1972.

pagina 1607
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Voglio fare il boia


(1974)
di Enzo Del Re
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/voglio-fare-il-boia

Voglio fare il boia, per lavarmi i denti.


per lavarmi i denti. E' il miglior mestiere;
E' il miglior mestiere; voglio fare il boia.
volgio fare il boia. Mettere carattere,
Ho predisposizione, vuol dire farsi un sorriso!
sono nato con la vocazione, Nessun coi denti sporchi
chi ammazza condannato, da domani,
ha sempre torto, mi vedrà!
sì, lo so... Voglio fare il boia,
però, per me per lavarmi i denti.
non è così! E' il miglior mestiere;
Voglio fare il boia, volgio fare il boia!

Informazioni

Dall'album "Il banditore" (Salvo Lo Galbo)

pagina 1608
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Voglio la mia libertà


(1974)
di Giovanna Marini
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: carcere
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/voglio-la-mia-liberta

Due guardie mi vennero a prendere a casa Spiare la luce del sole da terra
c'era mia madre vestita di nero. con gli occhi fissi senza speranza.
Di corsa le scale coi polsi legati nella cella gelata non puoi fare un passo,
su un cellulare: una gabbia di ferro. ti guardi intorno: niente e nessuno.
Gli occhi fissavano nella mia mente E non hai più sole non hai più luna,
quel pezzo di strada della mia borgata. solo un pezzo di cielo, solo dei sogni.
Ti senti un oggetto, ti danno del tu Percosse e grida rimbombano sui muri
tu non puoi parlare, non puoi pensare. in un silenzio più vuoto del buio.
un numero al posto del nome di sempre, Nell'arsa mia gola un grido si ferma,
le impronte invece di firmare. coscienza che sale di cose mai pensate:
Non puoi far niente un'ingiustizia,
ascolti e taci non puoi accettarla;
fino a negare te stesso. voglio la mia libertà.

pagina 1609
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Voglio parlare con voi


(1977)
di Canzoniere delle Lame
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/voglio-parlare-con-voi

Voglio parlare con voi Voglio chiedervi i comuni perchè di tante


di tutto quello che ho tenuto dentro. angosce
Che avrei voluto dirvi durante le riunioni anche se voi sentenzierete:
e non ho detto perchè avevo paura non "Con la politica questo non c'entra affatto!"
c'entrasse,
e voi avreste sentenziato: Voglio capire assieme
"Con la politica questo non c'entra affatto!" tutto quello che per voi non è politica,
che invece chiama e preme di più ogni minuto.
Voglio discutere con voi Perchè capire assieme l'uomo d'oggi,
attorno a un uomo che non ho capito significa comprendere cosa sarà domani
che avrei voluto capire durante questi anni. sapere se anche l'uomo potrà esser nuovo!

pagina 1610
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We shall not be moved


Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: inglese
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/we-shall-not-be-moved

We shall not, we shall not be moved We're fighting for our children,
We shall not, we shall not be moved We shall not be moved
Just like a tree that's standing by the water
We shall not be moved We shall not, we shall not be moved
We shall not, we shall not be moved
We shall not, we shall not be moved We'll building a mighty union,
We shall not, we shall not be moved We shall not be moved
The union is behind us,
We shall not be moved We shall not, we shall not be moved
We shall not, we shall not be moved
We shall not, we shall not be moved Black and white together,
We shall not, we shall not be moved We shall not be moved
We're fighting for our freedom,
We shall not be moved We shall not, we shall not be moved
We shall not, we shall not be moved
We shall not, we shall not be moved Young and old together,
We shall not, we shall not be moved We shall not be moved

Informazioni

Il canto, di origine religiosa e poi riadattato su contenuti politici, fu ripreso e rielaborato all'interno della Highlander
Folk School (Tennessee) di Miles e Zilphia Horton, che ne fecero uno dei cavalli di battaglia del Civil Rights
Movement. Anche Pete Seeger ne diede una sua versione. Storicamente, però, la sua prima esecuzione in pubblico
nell'ambito del Civil Rights Movement è dovuta ai Wildwood Boys, al Tangent di Palo Alto, il 23 febbraio 1963. Da
segnalare però che la prima incisione in assoluto risaliva al 1951, nell'album Get On Board di Sonny Terry &
Brownie McGhee.

pagina 1611
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Yankee tornatevene a casa


(1972)
di Canzoniere delle Lame, Giuliano Boffardi
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: italiano
Tags: antimperialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/yankee-tornatevene-casa

La gioventù del mondo la terra del Vietnam.


ha scelto la sua strada
contro l'imperialismo Ma il vecchio zio Sam
per una nuova società. dovrà partir di qui
è troppo forte il vento
Brasile, San Domingo che viene da Quang Tri.
America Latina
se giri per le strade Yankee, yankee, yankee...
senti gridar così:
Nel Vietnam, in Cambogia
Yankee, yankee, yankee, nel Laos, in Indocina
tornatevene a casa gli americani senton
yankee, yankee, yankee, che la fine è vicina.
levatevi di qui.
La gioventù del mondo
I falchi americani ha scelto la sua strada
con bombe e chewing-gum e fino alla vittoria
volevano piegare è al fianco del Vietnam.

Yankee, yankee, yankee...

Informazioni

E' stato eseguito dalla delegazione italiana di Genova e di Bologna nel 1970 a Werbellinsee, a nord di
Berlino, durante un convegno internazionale sulla scuola.
Il testo e il pentagramma sono stati donati dall'autore alla locale organizzazione della FDJ (DDR). Successivamente,
su iniziativa di Janna Cairoli e del Canzoniere delle Lame la canzone è stata pubblicata in un disco 45 giri di quattro
canzoni anti imperialiste edito dalla FGCI nazionale (Giuliano Boffardi e Wikipedia )

pagina 1612
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Zamba del Che


(1967)
Periodo: La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979)
Lingua: spagnolo/castigliano
Tags: comunisti/socialisti, antimperialisti, comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/zamba-del-che

Vengo cantando esta zamba Explotan al campesino


con redoble libertario: al minero y al obrero
mataron al guerrillero cuanto dolor su destino,
Che Comandante Guevara. hambre miseria y sudor.

Selvas, pampas y montañas Bolivar le dió el camino


patria o muerte su destino y Guevara lo siguió
Selvas, pampas y montañas liberar a nuestros pueblos
patria o muerte su destino del dominio explotador.

Que los derechos humanos Ya Cuba le dió la gloria


los violan en tantas partes de la nación liberada.
en América Latina Bolivia también le llora
domingo, lunes y martes. su vida sacrificada.

Nos imponen militares San Ernesto de la Higuera


para sojuzgar los pueblos te llaman los campesinos
dictadores asesinos selvas, pampas y montañas
gorilas y generales. patria o muerte su destino.

pagina 1613
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Dal riflusso alla fine della guerra fredda


(1980 - 1989)

Gli anni '80 sono contrassegnati dal cosiddetto "riflusso", e la sconfitta dei movimenti
extraparlamentari. Dal punto di vista politico è stato un momento di “stasi” per il
movimento popolare e operaio, periodo che si concluderà con la caduta del muro di Berlino
e in genere il crollo dell’Unione Sovietica e dei paesi ad essa collegati.

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ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

A Valerio Verbano
(1980)
Periodo: Dal riflusso alla fine della guerra fredda (1980 - 1989)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/valerio-verbano

Questo non è un corteo na na na na na nai


perchè va un po' più lento na na na na na na na.....
si sentono i singhiozzi
da lontano un lamento Camminando sulle tombe
di morti senza storia
Questo non è un corteo ritorna il ricordo si
c'è troppo silenzio ritorna la memoria
Valerio dove sei di vecchi partigiani
t'avemo ognuno drentro e di grandi imprese
questo ci ha regalato
Questo non è un corteo questo sporco paese
ma neppure un funerale
stamo tutti a pesà Questo non è un corteo
quanto sta vita vale ma neppure un funerale
stamo tutti a pesà
In questo strano giardino quanto sta vita vale
di fiori e di morte
rimbombano gli slogan Il fumo dei lacrimogeni
speranze non risorte si fa sempre più acre e amaro
pagherete tutto si
Il fumo dei lacrimogeni pagherete caro
si fa sempre più acre e amaro
pagherete tutto si na na na na na nai
pagherete caro na na na na na na na.....

Informazioni

Valerio Verbano è stato ucciso, il 22 febbraio 1980, dentro casa davanti ai suoi genitori, da tre giovani armati e dal
volto coperto, perché stava scrivendo un dossier in cui documentava i legami tra NAR , Terza Posizione, polizia,
carabinieri e banda della Magliana. Il suo dossier fu acquisito come prova dal giudice Mario Amato anche lui ucciso
dai fascisti dei Nar (http://it.wikipedia.org/wiki/Valerio_Verbano)

pagina 1615
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Bella Bimba
(1988)
di Alfredo Bandelli
Periodo: Dal riflusso alla fine della guerra fredda (1980 - 1989)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/bella-bimba

Dove vai con tanto affanno Dove vai con tanto affanno
bimba bella senza nome bimba bella senza nome
Dove porti il tuo bel viso Dove porti il tuo coraggio
dove porti le tue chiome dove porti le tue chiome
A trovare il mio compagno Vado insieme ai miei compagni
che hanno chiuso alla prigione che son stati licenziati
a portare il mio sorriso Vado a chiedere giustizia
vo a portargli questo fiore ma per tutti gli sfruttati
va' bella bimba va', va' bella bimba va',
uguaglianza pace e libertà. (2 volte) uguaglianza pace e libertà. (2 volte)

Informazioni

Dallo spettacolo "Gli ultimi fiori di Maggio", tenuto a Firenze il 12 settembre 1988 insieme a Luigi Cunsolo alla
Festa Nazionale dell’Unità.

La melodia di questa canzone fu ripresa per musicare il testo di A silvia

pagina 1616
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Bum
(1980)
di Francesco "Ciccio" Giuffrida
Periodo: Dal riflusso alla fine della guerra fredda (1980 - 1989)
Lingua: italiano
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/bum

Bum!Ecco il missile è caduto una squadra in campionato


chissà cosa avrà colpito e una casa tutta bianca
un galletto spennacchiato con lì dentro George Bush
il postino con la moto E la squadra vorrebbe sapere
e una casa tutta bianca questo missile ...
con lì dentro George Bush
Bum! Ecco il missile è caduto
E il galletto vorrebbe sapere chissà cosa avrà colpito
questo missile chi l'ha mollato un galletto spennacchiato
da che mondo civile è arrivato... il postino con la moto
Chi gli ha dato il santissimo viatico un marchese decaduto
è stato un missile assi democratico un vecchietto pensionato
quattro chiese e un minareto
Bum! Ecco il missile è caduto un giardino rifiorito
chissà cosa avrà colpito una fabbrica occupata
un galletto spennacchiato un squadra in campionato
il postino con la moto la campagna seminata
un marchese decaduto ed il mare un po' agitato
un vecchietto pensionato e una casa tutta bianca
e una casa tutta bianca con lì dentro George Bush
con lì dentro George Bush
Ed il mare vorrebbe sapere
E il vecchietto vorrebbe sapere questo missile ...
questo missile ....
Bum! Ecco il missile è caduto
Bum! Ecco il missile è caduto chissà cosa avrà colpito
chissà cosa avrà colpito un galletto spennacchiato
un galletto spennacchiato il postino con la moto
il postino con la moto un marchese decaduto
un marchese decaduto un vecchietto pensionato
un vecchietto pensionato quattro chiese e un minareto
quattro chiese e un minareto un giardino rifiorito
un giardino rifiorito una fabbrica occupata
e una casa tutta bianca una squadra in campionato
con lì dentro George Bush la campagna seminata
ed il mare un po' agitato
E il giardino vorrebbe sapere un contratto rinnovato
questo missile ... un accordo già scaduto
ed il mondo sbigottito
Bum! Ecco il missile è caduto e una casa tutta bianca
chissà cosa avrà colpito con lì dentro George Bush
un galletto spennacchiato
il postino con la moto Ed il mondo ch'è stufo di guerra
un marchese decaduto seppellì sotto un metro di terra
un vecchietto pensionato chi quel missile aveva mollato
quattro chiese e un minareto e poi fece spuntare dei fiori
un giardino rifiorito sui brutti musi di quei signori
una fabbrica occupata su una casa tutta bianca
con lì dentro George ...bush !!

pagina 1617
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Informazioni

L'idea della filastrocca venne suggerita all'autore delle parole da Ignazio Buttitta. Nella prima stesura venivano
nominati personaggi ormai scomparsi (Reagan, Andropov...) per cui la filastrocca è stata aggiornata.

pagina 1618
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Cambierà
(1988)
di Alfredo Bandelli
Periodo: Dal riflusso alla fine della guerra fredda (1980 - 1989)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/cambiera

Eppure anche oggi il padrone non sente Chi dice che tutto è passato, che il mondo è
ragioni cambiato
eppure anche oggi il profitto non ha è per mantenere il potere per sempre
condizioni immutato.
eppure comandano ancora gli stessi signori Ma cambierà, sì, cambierà
eppure licenziano ancora i lavoratori. perché necessario ed è giusto, vedrai che
cambierà.
Chi dice che tutto è passato, che il mondo è Ma cambierà, sì, cambierà
cambiato perché necessario ed è giusto, vedrai che
è per mantenere il potere per sempre cambierà.
immutato.
Ma cambierà, sì, cambierà Eppure la legge è rimasta la stessa di sempre
perché necessario ed è giusto, vedrai che eppure a pagare è sempre la povera gente
cambierà. eppure anche oggi viviamo le stesse illusioni
Ma cambierà, sì, cambierà eppure anche oggi abbiamo le stesse ragioni.
perché necessario ed è giusto, vedrai che
cambierà. Chi dice che tutto è passato, che il mondo è
cambiato
Eppure sul mondo incombe ancora la guerra è per mantenere il potere per sempre
eppure qualcuno distrugge questa nostra terra immutato.
eppure ci sono nel mondo i dannati e gli Ma cambierà, sì, cambierà
oppressi perché necessario ed è giusto, vedrai che
eppure a morire di fame son sempre gli cambierà.
stessi. Ma cambierà, sì, cambierà
perché necessario ed è giusto, vedrai che
cambierà.

Informazioni

Dallo spettacolo "Gli ultimi fiori di Maggio", tenuto a Firenze il 12 settembre 1988 insieme a Luigi Cunsolo alla
Festa Nazionale dell’Unità.

pagina 1619
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Cancion para el pueblo chileno


(1981)
di Nuestra America
Periodo: Dal riflusso alla fine della guerra fredda (1980 - 1989)
Lingua: spagnolo/castigliano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/cancion-para-el-pueblo-chileno

Han tratado de ahogar en la sangre por el premio Nobel Kissinger.


un anelo de libertad,
y ahora creden todo terminado Pero en medio del pueblo chileno
pero el pueblo lo condenarà. el recuerdo de otro Nobel,
Los chacales con cara asesina de Neruda, de Victor, Allende,
mercenarios de quien paga mas, lleverà a la victoria final.
que vendieron de nuevo el Pais. Y de nuevo cantarà Violeta,
y de nuevo hablarà Salvador,
Y ahora vamos a ver quienes son y los Quilas, los Inti, los otros
los artifices de tal acciòn: cantaran la nueva libertad:
Pinochet che parece una hiena el futiro no es de "Pinocho"
pero es solamente un raton el futro es de la humanidad.
comandado desde Washington

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E quand la sira
(1981)
di Fiorenzo Gualandris
Periodo: Dal riflusso alla fine della guerra fredda (1980 - 1989)
Lingua: lombardo
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/e-quand-la-sira

E quand la sira l'è straca e per la giurtnà a vörum un franc”.


da föra la porta a vidè i fioeu giugà, “Basta pendisi da püi
turni cul co ad una 'völta e g'han da sbasà anca al ficc da la cà”!
quand gh'era al Ginetu e anca mi s'ei un
fioeu. “Che da la fam i nost giuin
'in gnanca pü bon d'an dà a fa al suldà”.
I so barbis giald de füm “E i sciuri cun la panscia lüstra
e la sua mania de fa sü i sturgitt al firon da la shcena a g'han da sbasà”!
nonu da tüta la curta
nüm fioeu in su la porta e lü drè a cüntà. “Vusè donn, vusè tusan”
e giò a shcepà vedar
Da quand lü a steva ad Arlün “Calderar e Dal Verme in lì in quela cà,
fioeu da paisan andemigala a brüsà”!
da quela sira da Magg
che i sciuri han fai strimì E al ridea al Ginetu, al ridea cume un matt
e nüm fioeu püsè che lü,
L'aria giamò còlda la sira a pinsà a quei sciuri cücià in un canton
da quel dì da festa dal vutantanov trimag al cüracion.
fioeu, donn e oman in piasa a
vidè i giupitt a fa i so virsasc. Ma la storia urmai l'è finida
la röda la gira e la turna indrè pü
Ecu una vus la sa sinta i fioeu cun la crapa grisa
“Adess che i giupitt han finì al so mistè, paisan d'una 'ölta e uperari d'in coeu.
cumincium nüm al spetacul
uèe paisan, vignì föra d'in cà”! Ma l'è no cambiada la vida
ghè semper chi süda e chi mangia püsè.
Cume furmig in dala tola dal sücar Ginetu me vegn al magon
la strà la se impienì i nost fioeu sculten pü ti, ma la television.
tüt al paes cunt i fioeu in prima fila
vusaven par fas sintì. Ma al ridea al Ginetu, al ridea cume un matt
e nüm fioeu püsè che lü,
“Mort ai sciuri e ai padrun a pinsà a quei sciuri cücià in un canton
trimag al cüracion.

Informazioni

Canto che narra le vicende salienti dei moti contatini dell' Alto Milanese di fine '800 così come le ripoirta la stampa
dell' epoca.
Nel testo si immagina un ricordo da bambino quando nella vita sociale di cortile un ipotetico "Ginetu" nonno di tutti
che tenedo accanto a se lo stuolo di bambini narra quelle vicende per il loro divertimento.

pagina 1621
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Federica
(1984)
di Leoncarlo Settimelli
Periodo: Dal riflusso alla fine della guerra fredda (1980 - 1989)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/federica

Federica dagli occhi di mare Che vede stazioni veloci passare;


che lascia il suo porto suona a Roma una vecchia zampogna
e ha voglia di andare. poi viene Firenze ,si va per Bologna.
Federica che come un gabbiano Come sale veloce quel treno
attraversa il suo mare che si tuffa nelle gallerie,
diretta a Milano; come fanno i delfini nei giorni d’agosto
prende un treno che è pieno di gente seguendo chissà quali vie.
che si sposta per fare Natale; Ma di colpo è un mare di fuoco,
mille storie di cui non sa niente la tempesta si schianta d’intorno.
di gente già stanca che scende e che sale. Il biglietto era solo d’andata e non c’è
Lei però coi suoi dodici anni ritorno.
sa che vuole andare a vedere
come è fatta la neve Federica dagli occhi di mare,
e perché può dal cielo cadere. su quella montagna ti han fatto fermare;
hanno rotto le ali al gabbiano
Federica dagli occhi di mare e tu non hai visto la neve a Milano.

Informazioni

Federica Taglialatela (cugina del portiere omonimo), anni 12, di Ischia, andava a Milano sul rapido 904 Napoli-
Milano, che esplose sotto la galleria di San Benedetto Val di Sambro il 23 dicembre 1984.

Altre informazioni sulla strage del rapido 904.

pagina 1622
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Filastrocca quantocosta
(1980)
di Francesco "Ciccio" Giuffrida
Periodo: Dal riflusso alla fine della guerra fredda (1980 - 1989)
Lingua: italiano
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/filastrocca-quantocosta

Ho chiesto al mio papà che preciso da lontano


quanto costa una bomba può colpire un calabrone
piccolina ad ananasso e mio cugino ch’è disoccupato
come quelle che usa Rambo che non vuole fare il soldato
e mio papà che porta la lente mi ha risposto così:
che sa fare i calcoli a mente “Un cannone col mirino
mi ha risposto così: può colpire un moscerino
“Una bomba ad ananasso costa quanto nove scuole
che si lancia come un sasso mille case e un ospedale”
costa il cibo di sei bambini
per sei giorni più gli spuntini” Ho chiesto a mio fratello
quanto costa l’atomica
Ho chiesto alla mia mamma non importa chi l’ha fatta
quanto può costare un mitra se la Russia o l’America
uno che spara da solo e mio fratello che gioca al pallone
che ti balla tra le dita e che studia e suona il trombone
e la mia mamma che non ha la lente mi ha risposto così:
che di conti anche lei s’intende “Un’atomica è costosa
mi ha risposto così: vale il prezzo di ogni cosa
“Ecco! Un mitra americano un miliardo ogni secondo
che scoppietta nella mano costa quanto tutto il mondo”
costa il riso di cento indiane
per mangiare due settimane” Ho detto al mio papà
che la guerra costa assai
Ho chiesto anche allo zio la paghiamo in ogni caso
cosa vale un carro armato anche se non scoppia mai
che spara avanti spara dietro missili, bombe e carri armati
può sparare anche di lato non importa che vengano usati
e mio zio persona istruita di già uccidono senza uno sparo
ha fatto i conti con tutte le dita questo è il costo ed è troppo caro
e ha risposto così: e ho deciso così:
“Un potente carro armato “Voglio un mondo di fratelli
con molleggio e cingolato tutti sazi tutti belli
ruba l’acqua - stanne certo – nero giallo bianco rosso
ai bambini del deserto” e cantare a più non posso
bianco nero rosso giallo
Ho chiesto a mio cugino tutti quanti un solo ballo
quanto costa un cannone girotondo senza freno
voglio un mondo arcobaleno”

pagina 1623
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FMI
(1982)
di José Mário Branco
Periodo: Dal riflusso alla fine della guerra fredda (1980 - 1989)
Lingua: portoghese
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/fmi

e a Vera Lagoa, deixem-me só porra, rua, traição,


larguem-me, zórpila o fígado, arreda, partir aqui com a ciência toda do passado,
'terneio' partir, aqui, para ficar...
Satanás, filhos da puta. Eu quero morrer
sozinho Assim mesmo, como entrevi um dia,
ouviram? Eu quero morrer, eu quero que se a chorar de alegria,
foda o FMI, de esperança precoce e intranquila, o azul
eu quero lá saber do FMI, eu quero que o FMI dos operários da Lisnave a desfilar,
se gritando ódio apenas ao vazio, exército
foda, eu quero lá saber que o FMI me foda a de amor e capacetes, assim mesmo na Praça
mim, eu vou mas é votar no Pinheiro de de Londres o soldado lhes falou:
Azevedo Olá camaradas, somos trabalhadores,
se eu tornar a ir para o hospital, pronto, eles não conseguiram fazer-nos esquecer,
bardamerda o FMI, o FMI é só um pretexto aqui está a minha arma para vos servir.
vosso Assim mesmo, por detrás das colinas onde
seus cabrões, o FMI não existe, o FMI nunca o verde está à espera se levantam
aterrou antiquíssimos
na Portela coisa nenhuma, o FMI é uma finta rumores, as festas e os suores, os bombos
vossa de lava-colhos, assim mesmo senti um dia,
para virem para aqui com esse paleio, rua, a chorar de alegria, de esperança
desandem daqui para fora, a culpa é vossa, a precoce e intranquila, o bater inexorável
culpa é vossa, a culpa é vossa, a culpa é dos corações produtores, os tambores.
vossa, De quem é o carvalhal? É nosso! Assim te
a culpa é vossa, a culpa é vossa, oh mãe, quero cantar, mar antigo a que regresso.
oh mãe, oh mãe, oh mãe, oh mãe, oh mãe, oh Neste cais está arrimado o barco sonho em que
mãe... voltei.
Neste cais eu encontrei a margem do outro
Mãe, eu quero ficar sozinho... lado, Grandola Vila Morena. Diz lá, valeu
Mãe, não quero pensar mais... a pena a travessia? Valeu pois.
Mãe, eu quero morrer mãe.
Eu quero desnascer, ir-me embora, sem ter que Pela vaga de fundo se sumiu o futuro
me ir embora. Mãe, por favor, tudo menos a histórico da minha classe, no fundo deste
casa em vez de mim, outro maldito que não mar,
sou senão este tempo que decorre entre encontrareis tesouros recuperados, de mim que
fugir de me encontrar e de me encontrar estou a chegar do lado de lá para ir
fugindo, de quê mãe? Diz, são coisas que convosco.
se me perguntem? Não pode haver razão para Tesouros infindáveis que vos trago de longe
tanto sofrimento. E se inventássemos e que são vossos, o meu canto e a palavra,
o mar de volta, e se inventássemos partir, o meu sonho é a luz que vem do fim do mundo,
para regressar. Partir e aí nessa viajem dos vossos antepassados que ainda não
ressuscitar da morte às arrecuas que me nasceram.
deste. A minha arte é estar aqui convosco e
Partida para ganhar, partida de acordar, ser-vos alimento e companhia na viagem para
abrir os olhos, numa ânsia colectiva de estar aqui de vez. Sou português, pequeno
tudo fecundar, terra, mar, mãe... burguês de origem, filho de professores
Lembrar como o mar nos ensinava a sonhar primários, artista de variedades, compositor
alto, popular, aprendiz de feiticeiro, faltam-me
lembrar nota a nota o canto das sereias, dentes.
lembrar o depois do adeus, e o frágil e Sou o Zé Mário Branco, 37 anos, do Porto,
ingénuo cravo da Rua do Arsenal, lembrar muito mais vivo que morto, contai com isto
cada lágrima, cada abraço, cada morte, cada de mim para cantar e para o resto.

pagina 1624
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Informazioni

José Mário Branco album: Ser Solidário famosissima canzone di protesta portoghese che parla del fondo monetario
internazionale

pagina 1625
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Gira la ruota [La ruota del tempo]


(1981)
di Alfredo Bandelli
Periodo: Dal riflusso alla fine della guerra fredda (1980 - 1989)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/gira-la-ruota-la-ruota-del-tempo

Nasce una stella nella notte Nel cielo limpido del giorno
è un altro giorno che va via nasce una nuova poesia
si spenge piano ogni colore un'altra rabbia un altro amore
ogni rumore ogni passione un altro grido di dolore

Gira la ruota del tempo che ci dà Gira la ruota del tempo che ci dà
un'occasione per sognare ancora un'occasione per sognare ancora
un altro mondo un'altra realtà un altro mondo un'altra realtà
di pace di lavoro e libertà. di pace di lavoro e libertà.

Sorge dai monti un altro sole Suona una marcia la fanfara


è un'altra notte che va via sventolano mille bandiere
spenge la luna il suo candore cantano i lavoratori
e si risvegliano le ore si spengono le ciminiere

Gira la ruota del tempo che ci dà Gira la ruota del tempo che ci dà
un'occasione per sognare ancora un'occasione per sognare ancora
un altro mondo un'altra realtà un altro mondo un'altra realtà
di pace di lavoro e libertà. di pace di lavoro e libertà.

Informazioni

Questa canzone faceva parte di “Il vecchio e la sua ombra”, uno spettacolo di canzoni e poesie, presentato da Ivan
Della Mea, tenuto da Alfredo Bandelli insieme a Luigi Cunsolo nel 1981 presso il circolo ”La Cereria” a Pisa.

Questa canzone è anche cantata nel documentario di Giuseppe Favilli, Alfredo Bandelli - Un cantautore di lotte e di
speranze, NEOKI FILM, 2008 Pisa, NEOKI 2008, minuto 34

pagina 1626
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I 100 fiori
(1988)
di Alfredo Bandelli
Periodo: Dal riflusso alla fine della guerra fredda (1980 - 1989)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/i-100-fiori

Il tempo passa in fretta io canterò con te


il tempo corre, il tempo vola e sbocceranno ancora i cento fiori.
niente si perde e niente si ritrova Noi canteremo ancora una canzone nuova
cambiano le stagioni e sbocceranno ancora i cento fiori.
si consuma la memoria
ma chi non ha emozioni non ha storia. Il tempo passa in fretta
Anche se questa notte è lunga lunga da il tempo corre, il tempo vola
passare il vento cambia eppure soffia ancora
anche se in questo buio è così difficile soffia sulle tue voglie
guardare la tua rabbia, il tuo scontento
-ma dovrà pur finire e ti sussurra ancora, è il tuo momento
questo lungo lungo inverno scompiglia i tuoi capelli, il tuo cuore e la
ma dovrà pur finire questo lungo gelo- tua mente
raggi di luce d’oro sveglieranno il tuo e ti sospinge ancora sulla strada fra la
sorriso gente.
e accenderanno gli occhi sul tuo viso.
Allora il tuo silenzio si riscalderà nel sole Io canterò per te
la nuova primavera coglierà le tue parole. io canterò con te
e sbocceranno ancora i cento fiori.
Io canterò per te Noi canteremo ancora una canzone nuova
e sbocceranno ancora i cento fiori.

Informazioni

Dallo spettacolo "Gli ultimi fiori di Maggio", tenuto a Firenze il 12 settembre 1988 insieme a Luigi Cunsolo alla
Festa Nazionale dell’Unità.

pagina 1627
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Il 23 novembre 1980
(1981)
di Paolo Pietrangeli
Periodo: Dal riflusso alla fine della guerra fredda (1980 - 1989)
Lingua: italiano
Tags: terremoto
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-23-novembre-1980

Nelle narici l'odore del tabacco la neve, la guazza, la complicità


sulle papille il sapore dello smacco nascondono i morti. Facciamo a metà?
l'attacco, l'attacco, da terra e dal mar
non era previsto, son tutti a scappar. Certo perchè il paese ora si tende
"Le tende, le tende!"
La cavalleria è sorpresa si risveglia qualcuno che si offende
la fanteria dispersa "le tende, le tende!"
la retrovia si sfracchia
s'inguacchia, s'invoca la fatalità Nessuno si arrende e la resa c'è già
la terra risucchia dolore e pietà si accende, si vende anche la dignità

Vengono presi i cani a fucilate C'è carne da cannone, carne d'appalto


"Scappate, scappate!" carne da intrallazzo
la notte copre sagome impazzite di intrighi a palazzo, il veleno, il pugnale,
"Fuggite, fuggite!" difende se stesso il quartier generale.

Chi era il nemico e dove sarà? E adesso chi soccorrerà i soccorsi?


Qualcuno ha tradito e ritradirà "Son persi, son persi!"
Unghie, spari, ricatti, sangue e morsi
Il cappellano prega "Dispersi, dispersi!"
il comandante impreca
il caffelatte in tazza Ti prego, ritorna.

Informazioni

Canzone dedicata al terremoto in Irpinia del 23 novembre 1980.

pagina 1628
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Il vecchio e la sua ombra


(1981)
di Alfredo Bandelli
Periodo: Dal riflusso alla fine della guerra fredda (1980 - 1989)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-vecchio-e-la-sua-ombra

Il vecchio e la sua ombra contano gli ultimi Il vecchio ha gli occhi di vetro, guarda le
passi ultime foglie
ormai un’ora in più che cosa è ormai l’autunno le ha buttate via
o forse c’è ancora tempo per aspettare lasciandole ingiallire lasciandole morire
o forse c’è ancora voglia di ricordare e di lasciandole da sole ad ammucchiarsi come
sperare vuole
ma ben poco da ricordare. il vento nuovo di stagione.
Il vecchio guarda lontano fino alla fine Il vecchio è all’ultimo passo, l’anima è
della strada dentro al cappello
ormai il tempo è volato via lasciandogli ormai è l’ora che fuggono via
negli occhi anche gli uccelli notturni e i desideri
colori un po’ sbiaditi diurni,
lasciandogli negli occhi raggi di luce anche i minuti tutti uguali e le parole più
indefiniti normali
dei pomeriggi preferiti. e le luci gialle dei fanali.

Un giorno o un’ora in più Un giorno o un’ora in più


signora notte pensaci tu signora notte pensaci tu
basta che sia un momento di poesia basta che sia un momento di poesia
basta che l’alba poi mi porti via basta che l’alba poi mi porti via
come un sogno senza ritorno... come un sogno senza ritorno...

Informazioni

Questa canzone faceva parte di “Il vecchio e la sua ombra”, uno spettacolo di canzoni e poesie, presentato da Ivan
Della Mea, tenuto da Alfredo Bandelli insieme a Luigi Cunsolo nel 1981 presso il circolo ”La Cereria” a Pisa.

pagina 1629
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Ke a sos bascos ke a sos irlandesos


di Angelo Caria
Periodo: Dal riflusso alla fine della guerra fredda (1980 - 1989)
Lingua: sardo
Tags: comunisti/socialisti, antimperialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ke-sos-bascos-ke-sos-irlandesos

Oh Sardigna custa est d'ora A sos meres coloniales


ke ti deppes iskidare aperrieli trumba e fogu
e nos Sardos totu umpare ca non paret prus su logu
si ki pesent in bon'ora pro su ki nos ant fattu heris

Sa rikesa sunt furande Como a Cuba tandho in Vietnam


in d'una manera indigna sos Irlandesos kin sos Bascos
e sas costas de Sardigna moviebos omines sardos
de zimentu cuccuzzande bos deppiene iskidare

Oh Sardigna patria nostra Non prus voto


de sa limba t'ant privau non prus listas
e 'sistoria ant cubau non prus truffas de eletziones
pro sikire in custa zostra solu bandas comunistas
pro sa sarda rivolutzione
Una tanca fatta a muru
fatta a s'afferra afferra In su monte et in su pianu
si su kelu fit in terra un su pianu et in su monte
si l'aiant serradu puru e kin s'istendardu in manos
ki est'istadu de su sardu in fronte

pagina 1630
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L'ombra
(1981)
di Alfredo Bandelli
Periodo: Dal riflusso alla fine della guerra fredda (1980 - 1989)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lombra

Non è giorno e non è notte ed il passo è già lontano.


due o tre vecchi vanno via,
anticchiando se ne vanno Quando vedi un’ombra, non pensare che
con il passo ben scandito sia soltanto una proiezione.
mentre l’ombra che li segue L’ombra rappresenta tutto quello che
non appena mi intravede la figura non ti può mostrare.
si sofferma e mi saluta Anche se non ha luce e non ha voce
mentre vedo i vecchi andare l’ombra dice e ti spiega le cose
lei rimane lì a parlare.
Non è giorno e non è notte
Quando vedi un’ombra, non pensare che due o tre vecchi sono andati
sia soltanto una proiezione. ed il passo ben scandito
L’ombra rappresenta tutto quello che si è alla fine dileguato
la figura non ti può mostrare. mentre l’ombra si è smarrita
Anche se non ha luce e non ha voce e ora cerca vanamente
l’ombra dice e ti spiega le cose. di sapere dalla gente
dove mai saranno andati
Non è giorno e non è notte due o tre vecchi malandati.
due o tre vecchi vanno via,
mentre l’ombra sta parlando Quando vedi un’ombra, non pensare che
piano piano sussurrando, sia soltanto una proiezione.
mentre l’ombra sta parlando L’ombra rappresenta tutto quello che
non si accorge che lontano la figura non ti può mostrare.
due o tre vecchi stanno andando Anche se non ha luce e non ha voce
l’ombra dice e ti spiega le cose

Informazioni

Questa canzone faceva parte di “Il vecchio e la sua ombra”, uno spettacolo di canzoni e poesie, presentato da Ivan
Della Mea, tenuto da Alfredo Bandelli insieme a Luigi Cunsolo nel 1981 presso il circolo ”La Cereria” a Pisa.

pagina 1631
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La colomba
(1981)
di Alfredo Bandelli
Periodo: Dal riflusso alla fine della guerra fredda (1980 - 1989)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-colomba

Voglio cantare la storia di non fermarsi per riposare


di una colomba, una vecchia colomba
Voglio cantare la storia di una colomba Vola colomba vola colomba
una vecchia colomba le tue ali non fanno ombra

Vola colomba vola colomba Da tutti i benpensanti


le tue ali non fanno ombra da tutti gli uomini molto importanti
ha avuto una pacca di dietro
Il signore della famiglia e una medaglia appuntata davanti
le diede un bacio, un figlio e una figlia;
le fece anche la richiesta Vola colomba vola colomba
di non lavarsi mai troppo la testa le tue ali non fanno ombra

Vola colomba vola colomba E adesso che viene l'inverno


le tue ali non fanno ombra le dicono: attenta, c'è pure l'inferno
e adesso che viene l'inverno
Il signore del capitale le dicono: attenta, c'è pure l'inferno
le diede strumenti per lavorare
le impose anche la condizione Vola colomba vola colomba
le tue ali non fanno ombra.

Informazioni

Questa canzone faceva parte di “Il vecchio e la sua ombra”, uno spettacolo di canzoni e poesie, presentato da Ivan
Della Mea, tenuto da Alfredo Bandelli insieme a Luigi Cunsolo nel 1981 presso il circolo ”La Cereria” a Pisa.
La musica della canzone sarà ripresa nella canzone Le ali della colomba, presentata il 12 settembre 1988 alla Festa
nazionale dell'Unità di Firenze nello spettacolo "Gli ultimi fiori di maggio", tenuto da Alfredo Bandelli e Luigi
Cunsolo (Canzoni contro la guerra). Non esistono registrazioni.

pagina 1632
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La luna nel pozzo


(1988)
di Alfredo Bandelli
Periodo: Dal riflusso alla fine della guerra fredda (1980 - 1989)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-luna-nel-pozzo

Andava a prender l’acqua, l’acqua nel pozzo ingrati.


e ci trovò la luna che si specchiava;
povera luna -pensò- sei sempre sola Con il marito al braccio in doppiopetto
io voglio darti almeno un po’ di compagnia. accompagnò all’altare tutti i suoi figli;
o dolce luna che mi vedi, che mi sei d’aiuto
Attenta belle trecce bionde -disse la luna- il mio destino s’è compiuto, sono ormai
se ancora tu ti fermerai, non avrai fortuna; felice.
ai primi occhi che vedrai rimarrai incantata
al primo bacio che tu avrai sarai innamorata. Attenta belle trecce grigie -disse la luna-
se nella pace crederai non avrai fortuna;
Aveva gli occhi azzurri e le labbra ardenti dopo che avrai aspettato tanto la serenità
il giovane amante che le trafisse il cuore; qualche spiacevole sorpresa ti aspetterà.
mia cara luna ti ringrazio di avermi
incantata Andava a prender l’acqua, l’acqua del pozzo
o dolce luna, tu lo vedi, sono innamorata. e ci trovò la luna che si specchiava;
povera trecce bianche, sei sempre sola
Attenta belle trecce bionde -disse la luna- io voglio farti almeno un po’ di compagnia.
se questo amore tu vorrai, non avrai fortuna
dopo che avrai cresciuto i figli e li avrai Sorella luna perché mi fai sospirare
amati sorella luna perché mi hai fatto incantare?
soffocheranno il tuo sorriso e saranno O dolce trecce bianche -disse la luna¬
solo chi vive senza luce non è mai infelice.

Informazioni

Dallo spettacolo "Gli ultimi fiori di Maggio", tenuto a Firenze il 12 settembre 1988 insieme a Luigi Cunsolo alla
Festa Nazionale dell’Unità.

pagina 1633
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La mia barba
di Alfredo Bandelli
Periodo: Dal riflusso alla fine della guerra fredda (1980 - 1989)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-mia-barba

Mi ricordo ancora il nostro primo bacio delle corse affannate delle cariche
abbracciati dietro ad un portone improvvise
la tua meraviglia di sentirti donna le assemblee piene di fumo e di rancore
il tuo volto tutto pieno di rossore mi cercavi con gli occhi ti sentivo nel cuore
Mi ricordo ancora quella prima volta già le nostre scelte erano decise
sulla sabbia che bruciava di passione Mentre la gente discuteva attorno
quel sorriso strano quella strana occhiata stavamo lì per infinite ore
quella tua innocenza pura e profanata prima di andare ad un altro incontro
Mentre la gente ci correva attorno prima di prenderci un'ora d'amore .
senza guardare sotto quel barcone
che nascondeva quel nostro incontro La mia barba...
che nascondeva quell' ora d'amore
Mi ricordo ancora della nostra angoscia
La mia barba ha quarant 'anni mi ricordo ancora la disperazione ,
i miei occhi forse cento i braccianti ammazzati i compagni arrestati
i miei sogni i miei vent'anni gli operai mandati in cassa integrazione
son passati come il vento Mi ricordo ancora il nostro lungo maggio
se nascessi mille volte la passione l'illusione ed il coraggio
cento volte e un'altra ancora quando il giorno era breve e la notte era
non vorrei cambiare un giorno bruna
non vorrei cambiare un'ora... quando ancora parlavamo con la luna
Quando avevamo tutto il nostro ingegno
Mi ricordo ancora le bandiere al vento ed il pensiero diventava azione
della nostra prima manifestazione e credevamo in un mondo diverso
di quel fumo denso che bruciava il naso e credevamo nell' immaginazione
e del primo sampietrino che ho tirato
La mia barba...

Informazioni

La melodia di questa canzone è stata adoperata dall'autore anche per Quando chiare fresche acque

pagina 1634
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La Roma
(1981)
di Paolo Pietrangeli
Periodo: Dal riflusso alla fine della guerra fredda (1980 - 1989)
Lingua: italiano
Tags: satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-roma

Come Vispe Terese [rit.]


acchiappare farfalle,
con le braccia protese Chi si spara alla tempia,
ma girati di spalle; chi prepara la bomba,
con i figli perduti chi si spara sei pere,
ed i padri in disgrazia, chi dà fiato alla tromba
siamo sopravvissuti e chi fa il funzionario,
senza fede nè grazia. chi si sciacqua al riflusso,
chi ripassa il bestiario
[rit.]Ma per fortuna che c'è la Roma, e si sbatte nel lusso.
ma per fortuna che c'è la Roma!
[rit.]
Per tre anni nel bosco
con i quaranta ladroni, E c'è chi come me,
eravamo convinti vi assicuro: finito,
diventassero buoni. ha due miti soltanto:
Filologicamente Marlon Brando e il partito;
sono molti gli arcani: e c'è chi come me,
eravamo marxisti, vi assicuro: finito,
ci sentiamo marziani. ha due miti soltanto:
la Deneuve e il partito.

[rit]

Informazioni

Nell'lp Fonit Cetra "Le olive come quelle che dà il bar". Sogni illusori che stanno tirando le somme e una battaglia
ormai perduta.

(marziapaladin@yahoo.it)

pagina 1635
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La storia [Un giorno ti diranno che è una cosa normale]


(1983)
di Alfredo Bandelli
Periodo: Dal riflusso alla fine della guerra fredda (1980 - 1989)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-storia-un-giorno-ti-diranno-che-e-una-cosa-normale

Un giorno ti diranno ch’è una cosa normale un giorno ti diranno quello che ti conviene
vivere senza morale e che bisogna barare un giorno ti diranno cos’è il male e il bene
di prenderti dalla vita tutto ciò che ti pare e ti comanderanno di non sbagliare.
e non pensare troppo, devi imparare.
Un giorno ti diranno che tuo padre ha
Un giorno ti diranno tante e tante menzogne sbagliato
per non farti pensare alle tante vergogne perché contro il potere si è ribellato.
per toglierti la ragione e l’intelligenza Allora sappi che ti hanno ancora ingannato
per toglierti il tuo candore e la tua lottare per la giustizia non è reato.
innocenza. Allora sappi che ti hanno ancora ingannato
Lottare per la giustizia non è reato.
Un giorno ti diranno che non serve lottare

pagina 1636
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Latinoamérica Es Un Pueblo Al Sur de E. U.


(1984)
di Jorge Gonzales
Periodo: Dal riflusso alla fine della guerra fredda (1980 - 1989)
Lingua: spagnolo/castigliano
Tags: antimperialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/latinoamerica-es-un-pueblo-al-sur-de-e-u

Para turistas gente curiosa, la vida a Carolina


es un sitio exótico para visitar como si esa gente sufriera del subdesarrollo
es solo un lugar económico, ¡Estamos en un hoyo! parece que en realidad
pero inadecuado para habitar
les ofrecen Latinoamérica, Latinoamérica es un pueblo al sur de Estados
el Carnaval de Río Unidos
y las Ruinas Aztecas Latinoamérica es un pueblo al sur de Estados
gente sucia bailando en las calles, dispuesta Unidos
a venderse
por alguna USA dolars Para que se sientan en familia
copiamos sus barrios
Nadie en el resto del planeta y su estilo de vida
toma en serio a este inmenso pueblo We try to talk in the Jet-Set
lleno de tristeza lengua para que no
se sonríen cuando ven que tienen veintitantas nos crean incivilizados
banderitas cuando visitamos sus ciudades
cada cual más orgullosa nos fichan y tratan
que su soberanía como a delincuentes
¡Que tontería! rusos ingleses gringos franceses
dividir es debilitar se ríen de nuestros
novelescos directores
Las potencias son l
os protectores que pruebas Somos un pueblito tan simpático
sus armas en nuestras guerrillas que todos nos ayudan si se trata
ya sean rojos o rayados a la hora de un conflicto armado
del final no hay diferencia pero es misma cantidad
invitan a nuestros líderes de oro la podrían dar
a vender su alma al diablo verde para encontrar la solución
inventan bonitas siglas definitiva al hambre
para que se sientan Latinoamérica es grande
un poco más importantes debe aprender a decidir

Y el inocente pueblo de Latinoamérica Latinoamérica es un pueblo al sur de Estados


llorará si muere Ronald Reagan Unidos
o la reina y le sigue paso a paso Latinoamérica es un pueblo al sur de Estados
Unidos

Informazioni

Los Prisioneros è stato uno dei principali gruppi rock cileni negli anni '80, utilizzando testi con temetica politica nel
pieno della dittatura pinochettista. La canzone è contenuta nell'album "La voz de los '80".

(massimiliano, gentarrubia@hotmail.it)

pagina 1637
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Le ali della colomba


(1988)
di Alfredo Bandelli
Periodo: Dal riflusso alla fine della guerra fredda (1980 - 1989)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/le-ali-della-colomba

Voglio cantare la storia di una colomba Volava con le ali distese


una bianca colomba parlando con gli uomini di ogni paese
che nel sessantotto infuocato volava con il suo messaggio
si mise a volare a perdifiato. portando l’amore portando il coraggio.

Vola colomba, vola colomba Vola colomba, vola colomba


le tue ali non fanno ombra. le tue ali non fanno ombra.

Volava col cuore contento Volava apprezzata ed amata


tenendosi stretta alla coda del vento ma poi fu derisa, ferita e cacciata
volava con grande emozione ed ora che non può volare
portando il suo canto in ogni nazione. né in cielo né in terra si può riposare.

Vola colomba, vola colomba Vola colomba, vola colomba


le tue ali non fanno ombra. le tue ali non fanno ombra.

Informazioni

Dallo spettacolo "Gli ultimi fiori di Maggio", tenuto a Firenze il 12 settembre 1988 insieme a Luigi Cunsolo alla
Festa Nazionale dell’Unità

La melodia è la medesima di quella de La colomba

pagina 1638
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Le belle bandiere
(1992)
di Alfredo Bandelli
Periodo: Dal riflusso alla fine della guerra fredda (1980 - 1989)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/le-belle-bandiere

Ah! Delle belle bandiere formeranno nuove schiere.


mi ricordo i bei colori
rosse come il nostro sangue Perché il partito comunista
rosse come i nostri cuori. sarà la liberazione
No, non è finita ancora da ogni potere che vive d’oppressione.
tra sfruttati e sfruttatori Sarà il partito comunista
finché c’è un capitalista a riscrivere la storia
sorge un nuovo comunista. liberazione di tutta l’umanità.

Perché il partito comunista Ah! Delle belle bandiere


sarà la liberazione simbolo dell’ideale
da ogni potere che vive d’oppressione. della nuova resistenza
Sarà il partito comunista e dell’intemazionale.
a riscrivere la storia Su fratelli, su compagne
liberazione di tutta l’umanità. sventoliam bandiera rossa
l’ideale non è morto
Ah! Delle belle bandiere marceremo alla riscossa.
oltraggiate e calpestate
torneranno nelle piazze Perché il partito comunista
sulle fabbriche occupate. sarà la liberazione
No, compagno, non temere da ogni potere che vive d’oppressione.
i padroni ed il potere Sarà il partito comunista
perché i figli del lavoro a riscrivere la storia
liberazione di tutta l’umanità.

Informazioni

Questo canto fu pensato dall'autore come l'inno del Partito della Rifondazione Comunista, ma non esistono
registrazioni

pagina 1639
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Le nostre illusioni
(1988)
di Alfredo Bandelli
Periodo: Dal riflusso alla fine della guerra fredda (1980 - 1989)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/le-nostre-illusioni

Dove andranno a finire le nostre illusioni gialle e secche d’autunno


lasciate di qua e di là con il cuore nel pugno.
forse stanno ammucchiate tra cose smarrite
che nessuno mai cercherà. Chi ha rimosso la storia
chi ha negato la ragione e la follia
Chi ha perduto la sua storia non avrà più passione
fugga la buona memoria perché ora il tempo è la sua prigione.
che aprirà le porte
all’ombra della notte. Dove andranno a finire le nostre illusioni
lasciate di qua e di là
Chi ha perduto le sue voglie forse stanno ammucchiate tra cose smarrite
qui cadrà come le foglie che nessuno mai cercherà

Informazioni

Dallo spettacolo "Gli ultimi fiori di Maggio", tenuto a Firenze il 12 settembre 1988 insieme a Luigi Cunsolo alla
Festa Nazionale dell’Unità.

La melodia è quella de Le vecchie signore

pagina 1640
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Le vecchie signore
(1981)
di Alfredo Bandelli
Periodo: Dal riflusso alla fine della guerra fredda (1980 - 1989)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/le-vecchie-signore

Dove andranno a finire le vecchie signore Le parole vuote cadono sparse nella casa di
lasciate di qua e di là; Maria
forse stanno ammucchiate fra cose smarrite No ha senso nessuna consolazione per la
che nessuno mai cercherà. nostalgia.

Chi ha perduto la sua storia Dove andranno a finire le vecchie signore


fugga la buona memoria Lasciate di qua e di là;
che aprirà le porte all’ombra della notte. forse stanno ammucchiate fra cose smarrite
che nessuno mai cercherà.
Non, non è più giorno
e non è notte nella casa di Maria Chi ha perduto le sue voglie
solo la malinconia batte il tempo qui cadrà come le foglie gialle e secche
che corre e se ne va. d’autunno
con il cuore nel pugno.

Informazioni

Questa canzone faceva parte di “Il vecchio e la sua ombra”, uno spettacolo di canzoni e poesie, presentato da Ivan
Della Mea, tenuto da Alfredo Bandelli insieme a Luigi Cunsolo nel 1981 presso il circolo ”La Cereria” a Pisa.

Questa canzone è anche cantata nel documentario di Giuseppe Favilli, Alfredo Bandelli - Un cantautore di lotte e di
speranze, NEOKI FILM, 2008 Pisa, NEOKI 2008, minuto 29

pagina 1641
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Ma la storia non dice


(1982)
di Alfredo Bandelli
Periodo: Dal riflusso alla fine della guerra fredda (1980 - 1989)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ma-la-storia-non-dice

Ma la storia non dice del tuo primo sorriso ai fiori che perdono il profumo
della prima carezza che ha sfiorato il tuo agli alberi che perdono le foglie
viso ed alla terra gravida di veleno nelle sue
e non dice nemmeno del tuo primo pensiero zolle.
delle prime parole che scaldavano il cuore.
Ma la storia non dice delle tue prime ferite
Però io che lo so, però io lo racconterò della prima passione, della prima canzone
ai pesci che bevono il petrolio e non dice nemmeno del tuo impegno sincero
alle farfalle che perdono le ali per un mondo più giusto, per un mondo più
ed agli uccelli che volano nell’aria nera di vero.
fumo.
Però io che lo so, però io lo racconterò
Ma la storia non dice del tuo primo aquilone agli uomini che amano la natura
che è volato nel cielo e si è perso nel sole agli uomini che non hanno paura
e non dice nemmeno del tuo primo veliero agli uomini che stringono fra i denti le loro
che ha per te navigato in quel mare salato. voglie…

Però io che lo so, però io lo racconterò Però io che lo so, però io lo racconterò …(si
ripete sfumando)

Informazioni

Questa canzone è anche cantata nel documentario di Giuseppe Favilli, Alfredo Bandelli - Un cantautore di lotte e di
speranze, NEOKI FILM, 2008 Pisa, NEOKI 2008, minuto 10

pagina 1642
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Nella casa di Maria


(1981)
di Alfredo Bandelli
Periodo: Dal riflusso alla fine della guerra fredda (1980 - 1989)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/nella-casa-di-maria

Nella casa di Maria c’è un silenzio da corsia giardino del re (2 volte)


tutto quanto è organizzato, ben pulito e
programmato, Dalla casa di Maria non si può più andar via
c’è un servizio di pensione , c’è anche la i ricordi son di vetro, non si può tornare
televisione indietro;
e si può restare a letto per la prima si esce solo ben sdraiati, ripuliti e
colazione. ordinati,
ncensati ed inchiodati, bene o male
Ma l’erba voglio non c’è nemmeno nel accompagnati.
giardino del re (2 volte)
Ma l’erba voglio non c’è nemmeno nel
Nella casa di Maria c’è chi vuol filar la giardino del re (2 volte)
lana
e chi vuol filare con gli occhi verso il sole Nella casa di Maria si è incantata per magia
a tramontana una bimba, ma per solo un minuto tutto
c’è chi vuole vedere gente e chi vuol palar d’oro;
di niente nella casa di Maria un minuto di allegria
c’è chi vuol vedere il resto e chi vuol per chi vuole avere ancora per chi vuole,
morire presto. vuole, vuole…

Ma l’erba voglio non c’è nemmeno nel Ma l’erba voglio non c’è nemmeno nel
giardino del re (2 volte)

Informazioni

Questa canzone faceva parte di “Il vecchio e la sua ombra”, uno spettacolo di canzoni e poesie, presentato da Ivan
Della Mea, tenuto da Alfredo Bandelli insieme a Luigi Cunsolo nel 1981 presso il circolo ”La Cereria” a Pisa.

Questa canzone è anche cantata nel documentario di Giuseppe Favilli, Alfredo Bandelli - Un cantautore di lotte e di
speranze, NEOKI FILM, 2008 Pisa, NEOKI 2008, minuto 31

pagina 1643
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Non si è curata mai


(1981)
di Alfredo Bandelli
Periodo: Dal riflusso alla fine della guerra fredda (1980 - 1989)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/non-si-e-curata-mai

È la ballata di una donna normale a qualche impresa ha prestato il braccio


con tanti figli da mantenere e per campare ha trovato il coraggio.
e la sua unica vera funzione Per ogni passo, dopo ogni passo
è un animale da riproduzione. egli ha trovato una ragione
Gridi, pianti, maledizioni e molto spesso non si è concesso
nei focolari affumicati nemmeno il lusso di una spiegazione
non sono vuote le occasioni
nemmeno i sogni realizzati, ma... È la ballata di un aquilone
girava il mondo senza passione
È la ballata di un pover’uomo di ogni cielo faceva il giro
a qualche figlio ha dato il suo nome senza tirare mai troppo il filo

Informazioni

Questa canzone faceva parte di “Il vecchio e la sua ombra”, uno spettacolo di canzoni e poesie, presentato da Ivan
Della Mea, tenuto da Alfredo Bandelli insieme a Luigi Cunsolo nel 1981 presso il circolo ”La Cereria” a Pisa

pagina 1644
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Nuestra America
(1981)
di Jose Martì
Periodo: Dal riflusso alla fine della guerra fredda (1980 - 1989)
Lingua: spagnolo/castigliano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/nuestra-america

Estos tiempos non son para acostarse Ya non podemos ser el pueblo de hojas
con el pañuelo a la cabeza que vive en el aire çon la copa çàrgada de
sino con las armas de almohada flores
trincheras de ideas valen màs
que trincheras de piedras Los àrboles se han de poner en fila
para que no pase el gigante de las siete
Ya non podemos ser el pueblo de hojas leguas.
que vive en el aire çon la copa çàrgada de Es la hora del recuento de la marcha unida
flores y emos de andar en quadro apretado
como la plata en la raìces de los Andes.
No hay proa que taje una nube de ideas
una idea flameada a tiempo ante el mundo, Ya non podemos ser el pueblo de hojas
los pueblo que no se conocen que vive en el aire çon la copa çàrgada de
han de darse prisa para conocerse flores

Informazioni

Il Gruppo "Nuestra America" si è formato nel 1973 e nel tempo sono entrati a far parte i seguenti musicisti:

Roberto Bendo (voce, percussioni, Flavio Rossini (voce, chitarra, tres,charango, percussioni), Sandro Cadel (voce,
quatro, chitarra, charango, percussioni), Pino Iasella (voce, queña, siku, chitarra, charango, percussioni), Maurizio
Piva (voce, percussioni), Giorgio Casalotti (voce, queña, siku, percussioni), Gianni Prosperi (voce, chitarra,
percussioni).

pagina 1645
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Per i figli
(1982)
di Alfredo Bandelli
Periodo: Dal riflusso alla fine della guerra fredda (1980 - 1989)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/i-figli

Per i figli che ho amato tanto canterò le mie canzoni


per i figli andati via le canzoni che mi fanno compagnia
canterò le mie canzoni le canzoni
che mi fanno compagnia Per l’amore che ho avuto tanto
per l’amore che ho dato via
Per i compagni che ho amato tanto canterò le mie canzoni
i compagni andati via le canzoni che mi fanno compagnia
canterò le mie canzoni
le canzoni che mi fanno compagnia Per la vita che mi ha dato tanto
per la vita che è ancora mia
Per l’impegno che ho dato tanto canterò le mie canzoni
per la rabbia che è andata via le canzoni che mi fanno compagnia.

pagina 1646
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Per me, per te


(1983)
di Alfredo Bandelli
Periodo: Dal riflusso alla fine della guerra fredda (1980 - 1989)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/me-te

La scuola ti ha insegnato tante cose è storia di fatica sangue lutti e repressione


edificanti è storia d’ignoranza, è storia d disperazione
sui libri sono scritte le vicende più è storia di progresso, è storia di
importanti emancipazione.
La storia dell’Italia parla di uomini
importanti Per te, per me…
di santi, di poeti e naviganti…
Ma c’è una storia che non troverai scritta Sul tuo libro di testo trovi scritto chiaro e
sui testi tondo
è una storia di uomini semplici ed onesti che solo i geni e i generali hanno cambiato
che hanno cambiato il mondo e hanno cambiato il mondo
loro stessi il senso della storia puoi capirlo in un
secondo
Per te, per me… e lo devi imparare fino in fondo.
Ma la storia falsa che ti vogliono insegnare
La nostra storia è fatta da persone senza è scritta solamente per non farti pensare
storia alla necessità di un mondo nuovo, un mondo
è storia tramandata ma solo dalla memoria uguale.
è storia raccontata senza enfasi né boria
è una storia di eroi senza gloria Per te, per me…

Informazioni

Dallo spettacolo "Gli ultimi fiori di Maggio", tenuto a Firenze il 12 settembre 1988 insieme a Luigi Cunsolo alla
Festa Nazionale dell’Unità.

Questa canzone è anche cantata nel documentario di Giuseppe Favilli, Alfredo Bandelli - Un cantautore di lotte e di
speranze, NEOKI FILM, 2008 Pisa, NEOKI 2008, minuto 38,39"

pagina 1647
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Quando chiare fresche acque


(1988)
di Alfredo Bandelli
Periodo: Dal riflusso alla fine della guerra fredda (1980 - 1989)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/quando-chiare-fresche-acque

Quando chiare fresche acque Quando in ogni discussione


di un minuscolo torrente diventavano importanti
crebbero in un fiume straripante anche le parole di un bambino
chi credette in quell’istante ed i vecchi muri stanchi
si gettò nella corrente e gli antichi monumenti
e si ritrovò tra tanta gente anche loro erano parlanti.
con i gomiti sporgenti
con le facce sorridenti E tutti avanti…
con le mani fredde e i cuori ardenti.
Quando giorno dopo giorno
E tutti avanti per parlare ed ascoltare era tutto da scoprire.
per guardare ed imparare Quando tutto si poteva costruire.
per sentirsi meno soli e più importanti. Quando giorno dopo giorno
E tutti avanti, tutti quanti in prima fila era tutto da inventare.
tutti attenti e impazienti Quando tutto si poteva immaginare.
di vedere il mondo dove va. Quando con le occupazioni
e le manifestazioni
Quando nelle piazze in tanti la città sembrava tutta in festa.
diventavano cantanti
con una chitarra e un po’ di vino. E tutti avanti…

Informazioni

Dallo spettacolo "Gli ultimi fiori di Maggio", tenuto a Firenze il 12 settembre 1988 insieme a Luigi Cunsolo alla
Festa Nazionale dell’Unità.

La melodia è la medesima di quella de La mia barba

pagina 1648
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Quando la luna parlò


(1988)
di Alfredo Bandelli
Periodo: Dal riflusso alla fine della guerra fredda (1980 - 1989)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/quando-la-luna-parlo

In quella notte di luna piena Quando la luna parlò


dentro quel pozzo che sprofondava le disse: “Canta ch’io canterò”
vide la luna che nell’acqua si specchiava le disse: “Canta a piena voce
sentì la luna che la chiamava per tutte le cose che vorresti cambiare”.
sentì la luna che sussurrava
sentì la luna che sorridendo le parlava. In quella notte di luna piena
Lei le rispose con un sospiro lei pensò al mondo che sprofondava
lei le rispose con un sorriso pensò alla gente che non rideva e non sognava
e aveva gli occhi di mille colori pensò alla gente che non guardava
come l’uccello del paradiso. pensò alla gente che non vedeva
pensò alla gente che non parlava e non
Quando la luna parlò ascoltava
le disse: “Canta ch’io canterò” e vide mille stelle cadenti
le disse: “Canta forte forte e vide mille giovani delusi
per tutte le volte e vide mille giovani scontenti
che volevi cantare”. e vide mille giovani esclusi.

Informazioni

Dallo spettacolo "Gli ultimi fiori di Maggio", tenuto a Firenze il 12 settembre 1988 insieme a Luigi Cunsolo alla
Festa Nazionale dell’Unità.

pagina 1649
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Quando la storia
(1982)
di Alfredo Bandelli
Periodo: Dal riflusso alla fine della guerra fredda (1980 - 1989)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/quando-la-storia

Quando la storia viene raccontata solamente ti devi domandare che cosa è giusto fare
con l’unico obiettivo di confondere la gente quando il potere è solo del padrone.
ti devi domandare, devi verificare
devi capire senza giudicare. Se tanti giornalisti ben pagati dai potenti
diranno che eravamo solo prepotenti
E se sulle colonne dei giornali leggerai ti devi domandare che cosa è giusto fare
che il movimento ha dato solo tanti guai quando il potere ingaggia i delinquenti.
ti devi domandare che cosa è giusto fare
quando il potere ti vuole schiacciare. E se racconteranno che fu i nostro movimento
ad impedire allora che ci fosse un
Se dagli schermi bianchi della tua cambiamento
televisione ti devi domandare perché in questo momento
ti spiegheranno che fu solo grande confusione i tuoi bisogni sono dispersi al vento.

Informazioni

Questa canzone è anche cantata nel documentario di Giuseppe Favilli, Alfredo Bandelli - Un cantautore di lotte e di
speranze, NEOKI FILM, 2008 Pisa, NEOKI 2008, minuto 14

pagina 1650
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Sui miei passi son tornato


(1988)
di Alfredo Bandelli
Periodo: Dal riflusso alla fine della guerra fredda (1980 - 1989)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sui-miei-passi-son-tornato

Sui miei passi son tornato lasciando il cuore tra le vecchie vie.
per cercare il mio passato
quante strade ho calpestato Quanti sorrisi fluorescenti ed assenti
quanti luoghi ho ritrovato quante occasioni sociali in frammenti.
della mia vecchia città dove ho vissuto l’età Solo vetrine illuminate e tante luci
della speranza e dell’amore colorate.
e dell’immaginazione.
Quanti locali promettenti
Dove saranno i compagni che amai quante illusioni trasparenti
le situazioni e gli entusiasmi di allora? quante belle confezioni
Ora sono programmate le solitudini affollate. quante vuote sensazioni.
Povera bella città!
Quanta gente ho incontrato Senza più sensualità
quanti sguardi ho incrociato senza il ritmo dell’azione senza
occhi liquidi e spenti comunicazione.
volti anonimi e impotenti.
Povera vecchia città! Sono finiti i vecchi miti mortali
Vedi la gente che va lasciando il posto a nuove mode culturali
ad affollare le periferie alle ambigue suggestioni, a oblique
farneticazioni.

Informazioni

Dallo spettacolo "Gli ultimi fiori di Maggio", tenuto a Firenze il 12 settembre 1988 insieme a Luigi Cunsolo alla
Festa Nazionale dell’Unità.

pagina 1651
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Via Gleno
(1983)
di Mimmo Boninelli
Periodo: Dal riflusso alla fine della guerra fredda (1980 - 1989)
Lingua: italiano
Tags: carcere
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/gleno

Non più si balla, non più si canta l’è la giustisia che ghe fa tort
perché il mio amore l’è prigionier. Son carcerati senza ragione
Non più si balla, non più si canta l’è la giustisia che ghe fa tort.
perché il mio amore l’è prigionier.
M’è arrivata ‘na letterina
L’è prigioniero laggiù in via Gleno si l’è il mio amore che ‘l me manda a dir,
e chissà quando ritornerà uè giovanotti che gira ‘l mondo
L’è prigioniero laggiù in via Gleno gridate forte la mia ragion ,
e chissà quando ritornerà. uè giovanotti che gira ‘l mondo
gridate forte la mia ragion.
Il mondo dice che c’è n’è tanti
ma carcerati senza ragion La mia ragione, il mio pensiero
Il mondo dice che c’è n’è tanti che non si uccide la libertà,
ma carcerati senza ragion. la mia ragione il mio pensiero
che non si uccide la libertà.
Son carcerati senza ragione

Informazioni

In via Gleno a Bergamo ha sede il carcere circondariale, la canzone si presenta come un collage di frasi prese da
canti alcuni celebri popolari riadattati.

La melodia è quella di E più non canto

E' possibile ascoltare la canzone a questo link registrata nel 2004 con un coro d'eccezione: Ivan Della Mea,
Giovanna Marini, Paolo Ciarchi, Claudio Cormio e alla fisarmonica Gualtiero Bertelli

pagina 1652
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Vöia de vèss
(1981)
di Fiorenzo Gualandris
Periodo: Dal riflusso alla fine della guerra fredda (1980 - 1989)
Lingua: lombardo
Tags: filanda
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/voia-de-vess

Vöia de vèss Ma se al to cör


cavalè par sintì la tua buca ten sarà in del
i to öcc e to man galett spiciarò
li par mi al mè mumènt,
Pudè cress sculdà al cold da vèss sgiacà in la caldera
dal to ben e murì.

E nel galètt Vöia de vèss


'na farfala vignì cavalè par sintì
e spicià un to' basin i to öcc e to man
par surtì. li par mi
Par pudè pö' sgurà Pudè cress sculdà al cold
insema a ti. dal to ben.

Informazioni

Testo comunicato dall'autore

Questo canto d' amore che l' innamorato dedica alla sua bella utilizza metafore proprie delle fasi di lavorazione dei
bachi da seta.
Il maneggiare attento e delicato dei bozzoli (galètt) che contengono il baco suggerisce la tenerezza con cui l'
innamorato anela all' attenzione dell' amata.Amore che se non ricambiato, invece di liberarsi nel volo della farfalla
generata dalla crisalide del baco,ne accetta la solita fine ai bachi riservata, e cioè essere gettati ancira chiusi bel
bozzolo, nella caldera di acqua bollente per morire.

"Canzone d'amore.
Cosa può dire un innamorato alla sua bella che lavora coi bachi seta?
Quali parole per le metafore, le tenerezze e i sentimenti ?
Per trovarla usa le allegorie che suggerisce la condizione di filarina dell' amata" (Fiorenzo Gualandris)

pagina 1653
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Vorrei parlarti
(1981)
di Alfredo Bandelli
Periodo: Dal riflusso alla fine della guerra fredda (1980 - 1989)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/vorrei-parlarti

Vorrei parlarti d'un po' d'amore a sonnecchiare ed a pensare


però non trovo bene le parole. se vale poi la pena di campare.
La nostra vita non lo prevede Ma in fondo a cosa serve parlare
solo di lavorare ci concede. se tutto questo non serve a cambiare
Allora in fondo perché parlare nemmeno un'ora della tua storia
se tanto poi non ci possiamo amare della tua attesa triste e solitaria.
se questa notte, come ogni notte
tu devi riposare le ossa rotte? Vorrei parlarti della mia rabbia
e dei miei sogni che stringo fra i denti
Vorrei parlarti del cielo azzurro della coscienza che ho contrattato
del sole e della terra e i prati in fiore per un pezzo di pane e un po' di fiato.
ma la tua casa è una prigione Scorre veloce la progressione,
e tutto il resto è solo un'illusione questa è la civiltà della ragione.
Cambiano gli usi della sua gloria,
Vorrei parlarti della mia voglia e avanti un altro, comincia un'altra storia.
di non vederti sempre triste e curva
Vorrei parlarti...(si ripete sfumando)

Informazioni

Questa canzone faceva parte di “Il vecchio e la sua ombra”, uno spettacolo di canzoni e poesie, presentato da Ivan
Della Mea, tenuto da Alfredo Bandelli insieme a Luigi Cunsolo nel 1981 presso il circolo ”La Cereria” a Pisa.

Questa canzone è anche cantata nel documentario di Giuseppe Favilli, Alfredo Bandelli - Un cantautore di lotte e di
speranze, NEOKI FILM, 2008 Pisa, NEOKI 2008, minuto 25

pagina 1654
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Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Dalla caduta del blocco sovietico la scena politica è sicuramente cambiata, questa è quindi
una sezione che abbraccia diversi decenni e contiene al suo interno diversi temi,
apparentemente slegati, ma che mettono in evidenza la continuità e la vivacità delle lotte
e delle esperienze popolari,: le guerre in Medio Oriente e nei Balcani, il G8 di Genova e
l’assassinio di Carlo Giuliani, il movimento NO TAV, Berlusconi, i movimenti e le proteste di
precari e studenti.

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'15 - '18
(2014)
di Francesco "Ciccio" Giuffrida
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: siciliano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/15-18

Calu la zappa e grapu lu tirrenu, Ad ogni fossa ’n poviru cristianu


lu votu e lu girìu jurnati sani, doppu ca ’a zappa addivintau bicchinu;
e sutta l’acqua o sutta lu sirenu e lu vùrricu iù ccu li me manu,
ci zappu oggi, ci tornu ’u ’nnumani. ora sulu la morti iu simìnu.
Addivintau surdatu lu viddanu,
Quantu cchiù soffru, ci suru, ci penu, Gorizia mmaliritta, chi distinu,
tantu cchiù la surura si fa pani. li porci grossi supra a lana stanu,
Ma ora li simenti si pirdenu, è carni capuliata lu mischinu.
scippati di la terra li viddani.

Informazioni

Ispirata al libro Terramatta di Vincenzo Rabito

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'nterogermina detta Maria Stella


(2010)
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: pugliese
Tags: lavoro/capitale, scuola/università
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/nterogermina-detta-maria-stella

Santu Precariu meu delle nsegnante Annate meno a scola pè decreto (2)
facce riconfermà a tutte quante... pe fa le letterine (oini oina)
Voglio fare 'n dispetto ad Apicella (2) le letterine basta l'alfabeto.
dedico 'no stornell'(oini oinà) Fatti nun foste a vive come bruti(2)
a Mariastella. ma pè studià ce vonno (oini oina)
'NteroGelmina detta Mariastella (2) ma pe'studià ce vogliono du' mutui
sto decretino tou (oini oina) Lo scatto ch'hai bloccato lo rivojo(2)
pare ca taglia perché me l'hai fregato (oini oina)
e chesta vocca toa pare che raglia. co' l'imbrojo.
Cor fatto che ci ha messi a pecorone (2) ce fai capì che non solo li scatti
ar bidello già je rode (oini oina) ce fai capì che puro la pensione
er chiccherone. è regalìa de sante (oini oina) velignottone.
Un'accortezza: camera e senato (2) e no , mo -mi consenta- me so rotto(2)
n'è camera cor letto (oini oina) aspetta ancora un pò,(oini oina)
apparecchiato. senti che botto!
Purtroppo, cribbio, c’è un inconveniente (2) Che contro la Beata Ignoranza (2)
te scappano asinate (oini oina) Germì, nun basta più (oini oina)
assai sovente. Santa Pazienza.
Ma l' asino, si sa, è più 'ntelligente,(2) E tocca dillo pur se fra li denti(2)
se parlo d'asinate (oini oina) sperare che Te corga (oini oina) n'accidenti
è lui che s'offende. Dimolo senza tanti complimenti,
e t'arisponne co du' o tre ragliate (2) dimolo a Stella e ar nanoministro
e te consija de (oini oina) che fà? ce scrive a tutti (oini oina)
consija de non dì più cojonate. sul reggistro?

Informazioni

Canto estemporaneo "assemblato" e cantato da un gruppo di amici, su musica del canto popolare pizzica Santu
Paulu meu delle tarante e parole desunte da stornelli pubblicati sul forum del sito www.alfonsotoscano.it

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11 marzo 1977 - Canzone per Francesco


(2011)
di Carla Castelli, Carlo Loiodice
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: repressione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/11-marzo-1977-canzone-francesco

Ricordate quel giorno a Bologna Continuiamo compagni la lotta.


Era tempo di occupazioni
Istituto di Anatomia
Caricò a freddo la polizia Oggi i tempi non sono migliori
Operai come schiavi costretti
Altra gente frattanto arrivava Immigrati rinchiusi nei ghetti
Si sentiva già un’aria cattiva Corpi finti nei televisori
Pugni in tasca e pugni levati
Contro i mitra e i fucili spianati. Se davanti a quel muro passate
A quell’11 marzo pensate!
No, non erano sguardi piegati E se assurda vi par quella morte
Dava forza la forza dei sogni A qualcuno chiedete il perché
Quella storia non si è mai interrotta:
Continuiamo compagni la lotta. Stalingrado ritorna nel canto
La città ha resistito all’assedio
Oggi vive Francesco nei cuori
Chi sparava e faceva la guerra Un abbraccio di mille colori.
Chi, perché disarmato, scappava
Una voce tremenda passava Ma gli sguardi non sono invecchiati
Un compagno è rimasto per terra Ci dà forza la forza dei sogni
Quella storia non si è mai interrotta
Piazza Verdi sconvolta piangeva. Continuiamo compagni la lotta
È Francesco qualcuno diceva No, gli sguardi non sono invecchiati
Ammazzato in un portico scuro Ci dà forza la forza dei sogni
Buchi freschi di piombo nel muro Quella storia non si è mai interrotta
Continuiamo compagni la lotta
No, non erano sguardi piegati
Dava forza la forza dei sogni Continuiamo
Quella storia non si è mai interrotta: compagni
la lotta

Informazioni

"Testo di una canzone che abbiamo suonato per la prima volta al Vag61, un centro sociale di Bologna, lo scorso 11
marzo (2011). Quel giorno ricorrevano 34 anni da quando nel 1977 nella nostra città fu ucciso uno studente,
Francesco Lorusso. In tutti questi anni non era mai capitato che qualcuno ricordasse quei fatti con una canzone. E
allora ci siamo messi e l'abbiamo scritta." (Carlo Loiodice)

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6 dicembre
(2005)
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: repressione, no tav
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/6-dicembre

Cellerin che vien di notte il presidio non c'è più,


viene a darti tante botte, vedo solo caschi blu.
vuoi sul naso, o sulla schiena,
l'importante è che ti mena. Vedi tanti poliziotti,
tanto sangue e nasi rotti,
Gli occhi fuori dalla testa, vedi rabbia negli sguardi,
corre, urla, picchia e pesta. viene in mente un nom: Lunardi!
Sono in mille contro cento,
son davvero un gran portento. Deve andar da Berlusconi,
rassegnar le dimissioni:
Più son botte e più è una manna lui, Pisanu e poi la Bresso,
per il celerino Sanna, tutti a casa, presto, adesso!
che con scudo e manganello
crede d'essere più bello. Ma in tutte le contrade,
scendon folle nelle strade.
Poi diventa ancora giorno Qui nessuno ha più paura,
e mi guardo tutto intorno: gridiam tutti: SARA' DURA!!!!!!!

Informazioni

Segnalata da Maria Rollero

Canzone sulla lotta contro la TAV in Val di Susa.

pagina 1659
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A la huelga compañeras
(2014)
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: spagnolo/castigliano
Tags: femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-huelga-companeras

¡A la huelga compañeras! ¡A la huelga diez!


¡No vayáis a trabajar! ¡A la huelga mil!
Deja el cazo y la herramienta, Yo por ellas, madre, y ellas por mí
el teclado y el Ipad.
Trabajamos en precario
¡A la huelga diez! Sin contratos, ni sanidad
¡A la huelga cien! El trabajo de la casa,
¡A la huelga madre ven tú también! no se reparte jamás
¡A la huelga diez!
¡A la huelga mil! ¡A la huelga diez!
Yo por ellas, madre, y ellas por mí. ¡A la huelga cien!
¡A la huelga madre ven tú también!
Contra el estado machista ¡A la huelga diez!
nos vamos a levantar. ¡A la huelga mil!
Vamos todas las mujeres Yo por ellas, madre, y ellas por mí
a la huelga federal.
Privatizan la enseñanza,
¡A la huelga diez! no la podemos pagar,
¡A la huelga cien! pero nunca aparecimos
¡A la huelga madre ven tú también! en los temas a estudiar.
¡A la huelga diez! ¡A la huelga diez!
¡A la huelga mil! ¡A la huelga cien!
Yo por ellas, madre, y ellas por mí ¡A la huelga madre ven tú también!
¡A la huelga diez!
Se han llevado a mi vecina ¡A la huelga mil!
En una redada más Yo por ellas, madre, y ellas por mí
Y por no tener papeles,
ay la quieren deportar. ¡A la huelga diez!
¡A la huelga cien!
¡A la huelga diez! ¡A la huelga madre ven tú también!
¡A la huelga cien! ¡A la huelga diez!
¡A la huelga madre ven tú también! ¡A la huelga mil!
Yo por ellas, madre, y ellas por mí

Informazioni

Parodia della canzone A la Huelga di Chicho Sánchez Ferlosio nata all'interno del movimento femminista di
Barcellona (Feministes Indignades) e interpratata dal gruppo femminista La Tia Carmen. Questo canto ha avuto
una grandissima diffusione in rete ed è stata ripresa in particolare durante la manifestazione femminista dell'8
marzo 2018 a Bilbao.
Per il testo abbiamo fatto riferimento al sito Canzoni contro la guerra.

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A nuis coloradas
di Enea Danese
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: sardo
Tags: antimperialisti, emigrazione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/nuis-coloradas

Pilloneddus chi a nuis coloradas no eus connotu e ne bistu mai


ricamànt tanti fantasias su dimoniu fait a sa muda
tra is mindulas, bingias i olias ma is trintas dinais de giuda
e in is artas linnas profumadas mai a nemus ant a arricai
de sinzillu celu coloradas pran'e montis sighint a serrai
in su mari puliu di Orri po nci ponni is mostrus de gherra
totu cosas bellas passadas aundi trigu depiant arai
immoi ingunis nci nd'est de morri is messaius chena de terra

nc'est de morri po sa timoria sentz'e terra e sentz'e traballu


furisteris de attesu arribaus crescit solu su filu spinau
sa tzitad'e is tubus trotoxaus non nc'est pisci in su mari imbrutau
gei dd'ant beni costruia cuddu mari chi pariat cristallu
parit ira mala benia su pastori nci 'ogat su tallu
chi appetigat e si fait sciala cun su coru de abetu prenu
de sa genti nostra in tribulia ma sa morti sighit su ballu
no eus connotu prus cosa mala totu cantu fueddat de venenu.

Informazioni

Canto "a gòccius" contro l'occupazione militare e industriale della Sardegna.


Lingua: Sardo campidanese

pagina 1661
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A Riace
(2018)
di Giovanna Marini
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: emigrazione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/riace

In Calabria è un paese che sa sperare bene, siamo soli qua non si va più avanti,
un sindaco capace di capire con il cuore, è arrivato il giorno il momento del coraggio
un bel giorno ai paesani così prese a per i nostri giovani chiudere e partire,
parlare: amici, chiudere e scappare, chiudere e migrare,
amici miei ascoltatemi sentite bene a me, oppure?
questo paese è morto cosi non si va avanti,
sono partiti tutti partono i migranti, Quelle case abbandonate, si vecchie
mancano le stagioni mancano i quattrini, sbeccolate,
mancano le braccia mancano i contadini, ma, potrebbero essere aggiustate
partono i Narduzzi, Capace, Natofini, Io li ho visti i migranti belli giovani e
Toscale, Caffitta, Capotonno, tanti,
stiamo andando a fondo,stiamo andando a forti ammassati nei campi senza un avvenire
fondo. Loro un aiuto a noi lo potremmo dare, e loro
a noi
Le vecchie case vuote da far male io non venite migranti, non è più l’ora di migrare,
voglio più vederle, questa è l’ora di abitare, venite,
venitemi ad aiutare persino i vecchi al bar vi scegliete una casa ve la riparate
non sanno cosa fare, ed è vostra per sempre, questa è una promessa
hanno perso il compagno per il loro tresette, è il sindaco che vi parla, venite,
mi guardano spaesati, qua male si mette, noi diamo una casa a voi, e voi ridate un
siamo soli, qua non c’è più vita, paese a noi..
Silenzio

Informazioni

" Sentite io vi devo dire una cosa a cui tengo molto, sta accadendo una cosa che dobbiamo seguire assolutamente,
Mimmo Lucano sindaco di Riace sta facendo sciopero della fame, lo sapete perché?
Lui ha fatto un esperienza, la più bella del mondo osannata da tutti, lui ha fatto un accoglienza di migranti da anni
e ha salvato il suo paese e ha salvato i migranti. Loro hanno ricostruito le case e il paese ora e’ nuovo e son tutti
contenti, e che facciamo noi? gli tagliamo i fondi, lui ha fatto attività culturali di tutti i tipi, è un'esperienza simbolo
che gira per il mondo, tranne che in Italia e che facciamo gli tagliamo i fondi… " (Giovanna Marini).
Il 2 ottobre 2018, un mese dopo questa dichiarazione Mimmo Lucano viene arrestato per "favoreggiamento
dell'immigrazione calndestina", segnando la fine dell'esperienza Riace, e causando l'allontanamento e la
dispersione dei migranti che vi abitavano.

Il testo è ripreso dal sito "Canzoni contro la guerra"

pagina 1662
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A Silvia [Silvia Baraldini]


(1992)
di Alfredo Bandelli
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: carcere, comunisti/socialisti, femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/silvia-silvia-baraldini

Silvia è chiusa nella cella che stringete mille mani.


per un sogno, un'ideale
nell'America sorella, Date a Silvia un po' di fiato,
progressita e liberale. date a Silvia un po' di vento,
perchè possa liberare
Condannata a lenta morte le sue ali dal cemento!
dentro il carcere speciale
dal padrone bianco e forte No, non si fermerà...
con il giusto tribunale!
E voi muti alberi stanchi
No, non si fermerà, sollevate le radici
questa lotta non si fermerà! proprio voi compagni avanti
No, non si fermerà senza ipocriti sorrisi.
uguagliana, pace e libertà!
Via le sbarre, via il gendarme
Ascoltate la coscienza, che sia libertà o sia fiamme!
democratici e cristiani, Che ogni Silvia sia raccolta
che sedete ad ogni mensa che sia libertà o rivolta!

No, non si fermerà...

Informazioni

Per questo testo dedicato a Silvia Baraldini l'autore adoperò la melodia della sua canzone Bella bimba

pagina 1663
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A un pescatore di voci bianche


(2010)
di Margot Galante Garrone
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: anticlericali
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/un-pescatore-di-voci-bianche

Pescatore che stai all'altare perciò non mi ricordo nulla.


quanti bambini vuoi pescare?
Ne voglio pescare una barca piena Pescatore non sai che è reato
e anche due se sono in vena. non sol per l'anima ma per lo stato?
Ma questi sono cantori a cappella
Come li vuoi questi bambini e gli darò un bel voto in pagella.
grandicelli o piccolini?
Mon mi importa quanti anni hanno, E poi scusate non sono il solo
basta esser certi che ci stanno. a noleggiare una barca al molo
siamo un gruppetto abbastanza nutrito
E chi ti dice che sian contenti e mai nessuno si è pentito
dei tuoi lascivi complimenti? di navigare e gettare le reti
Sono felici di fare a Dio per ingrassare un bel po' di preti.
un bel regalo per mezzo mio.
Veniam d'Irlanda, Germania e Brasile
Or dimmi dunque con che diritto e da Ferrara e pure dal Cile
non ti ricordi quello che è scritto? e se poi tace Sua Santità
Matteo che parla di Nostro Signore ce la godremo per l'eternità.
che tutti i bimbi aveva a cuore
e che scaccia con cipiglio divino Dunque venite a me pecorelle
chi scandalizza un piccolino? bianco vestite e con voci belle,
A me l'hanno detto che ero nella culla insieme a me che l'organo suono
offrite al cielo il vostro dono (3 volte)

Informazioni

Canzone amaramente satirica sul fenomeno della pedofilia tra i preti cattolici.

pagina 1664
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Abd El Salam
(2016)
di Alessio Lega
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale, emigrazione, morti sul lavoro
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/abd-el-salam

Va bene anche allearsi con la morte Per lui non c'è più l'ombra di clemenza
Se serve a garantirsi il frigo pieno Quel picchetto era una sfida al nostro vivere
Va bene fare scorte calpestare un po' più beato
forte
Far passare sopra il corpo un autotreno Beata la coscienza della notte
Beato il nostro vivere civile
Lo vedi l'egiziano che si è sporto Beato il nostro frigo che s'inghiotte
La notte sul megafono riluce Questo residuale senso dell'umanità
Lo sai che l'egiziano è un uomo morto servile...
Ad un contorto gorgoglio la protesta si È chiaro nella notte piacentina
riduce È chiaro nel crepuscolo italiano
È chiaro nell'Europa che s'inchina
Ogni mattina si risveglia un uomo Quel picchetto è stato un sogno sanguinoso
Che sa che deve correre veloce quanto vano
Perché già dalla notte c'è la merce
Che correndo vuole solo calpestare la sua Abd El Salam perdona noi
voce Per tutte le magnifiche buone intenzioni
Di cui è asfaltata questa via
Così che tu sia merce o sia cristiano Per quest'inferno di crumiri e di esclusioni
O terra o sole, isola o nazione Abd El Salam perdona noi
Tu corri laico, ebreo o mussulmano Qui da Piacenza che si muovono le merci
Sotto il tacco macinante stai della Di cui si asfalta pure te
distribuzione Che ti sei osato di frapporre fra i commerci
Abd El Salam ti pare mai
Le fabbriche le hanno trasferite Tu che al paese tuo facevi il professore
Ed il prodotto s'è esternalizzato E sei venuto fino a qua
Lontano sulle strade inferocite Per insegnare a questi schiavi un po' di sole
Dove privo di speranza il lavoro è più Abd El salam Chiama il dottore
sfruttato Che questa notte di settembre non respira
E non respirerà mai più
Però le merci altrove fabbricate Che nel megafono non hai fiato che gira
Fino al tuo frigo devono arrivare
E marciano su strade gli autotreni Riprendono a percorrere le ruote
Inarrestabili e feroci non si possono fermare Le strade della notte calpestata
Il tuo supermercato sarà aperto
Se c'è chi vuol spezzare la catena e la speranza della vita adesso giace
Conflitto fra lavoro e capitale assassinata
Fra un tir lanciato ed una pancia piena
Finirà di certo molto molto molto molto male Va bene anche allearsi con la morte
Se serve a garantirsi il frigo pieno
Così che nella notte di Piacenza Va bene fare scorte di ansiolitici e di torte
Un egiziano è stato calpestato Per riempirsi e ricordare sempre meno

Informazioni

"Abd El-Salam è morto il 14 settembre scorso, schiacciato da un camion di un crumiro durante un'azione di
picchettaggio. Durante un'azione sindacale, per i diritti di tutti più che per i suoi (Abd El era un lavoratore
relativamente più tutelato dei suoi colleghi, perché "a tempo indeterminato"). Ovviamente si è parlato "solo di un
incidente", ovviamente troppe delle forze sindacali di questo Paese ci son cascate. I suoi compagni dell'USB che
hanno protestato subiscono denunce e provocazioni. Un sindacalista morto con un megafono in mano è un martire

pagina 1665
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cui la "repubblica dei lavoratori" dovrebbe innalzare un monumento. Uno straniero, padre di cinque figli, venuto a
morire per i nostri diritti calpestati a me fa pensare a quei combattenti partiti nel '36 per la Spagna, a quelli della
Comune. Un uomo "sacro". Stiamo davvero toccando il fondo." (Alessio Lega, 1/5/2017)

pagina 1666
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Acquorum
(2011)
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/acquorum

Fratelli d’Italia Non si fan profitti


che l’acqua ci unisca su ciò che dà vita
è un bene comune ché l’acqua appartiene all’umanità
nessun s’arricchisca
Le multinazionali Dall’Alpi giù al mare
devono sapere si sappia lottare
che è in nostro potere per questa battaglia di civiltà
fermarle con due SI. ché l’acqua è di tutti
non è un’utopia
Non sia il liberismo questa è democrazia
più cieco e sfrenato il SI vincerà
a farne una merce SI!!!!
a farne mercato

Informazioni

Parodia dell'Inno di Mameli, in occasione della campagna per il referendum per l'acqua pubblica del 2011, a cura
del Comitato per l'acqua pubblica di Torino

pagina 1667
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Ai mamà
(2016)
di Rodin Kaufmann
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: occitano
Tags: ambiente, repressione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ai-mama

Dedins la forest Coma an cercat garrolha


I a un riu que raja
Dedins la forest Ai mamà se sabiás
I a un riu que raja Coma lo riu fasiá enveja
Ai mamà se sabiás
Ai mamà se sabiás Coma lei gens se son recampats
Coma lo riu fasiá enveja
Ai mamà se sabiás
Coma lei gens se son recampats Se’n son avisats
De jovents sens crenta
Volián tot crompar Se’n son avisats
La terra e leis aubres De jovents sens crenta
Volián tot crompar
La terra e leis aubres Ai mamà se sabiás
Coma lo riu fasiá enveja
Ai mamà se sabiás Ai mamà se sabiás
Coma lo riu fasiá enveja Coma lei gens se son recampats
Ai mamà se sabiás
Coma lei gens se son recampats Se son enterrats
Per empachar lo chaple
Volián tot copar Se son enterrats
Dedins lo boscatge Per empachar lo chaple
Volián tot copar
Dedins lo boscatge Ai mamà se sabiás
Coma lo riu fasiá enveja
Ai mamà se sabiás Ai mamà se sabiás
Coma lo riu fasiá enveja Coma lei gens se son recampats
Ai mamà se sabiás
Coma lei gens se son recampats Lei mes an passat
An mandat l’armada
Volián assecar Lei mes an passat
Lo Tescon sauvatge An mandat l’armada
Volián assecar
Lo Tescon sauvatge Ai mamà se sabiás
Coma lo riu fasiá enveja
Ai mamà se sabiás Ai mamà se sabiás
Coma lo riu fasiá enveja Coma lei gens se son recampats
Ai mamà se sabiás
Coma lei gens se son recampats Lei crids d’un costat
De l’autre lei granadas
Volián far bastir Lei crids d’un costat
La granda restanca De l’autre lei granadas
Volián far bastir
La granda resctanca Dedins la forest
Volián abeurar I a de plors que rajan
Sei camps sus d’ectaras Dedins la forest
Volián abeurar An fach tombar lo fraisse
Sei camps sus d’ectaras
Ai mamà oblidem pas
Se son arrenjats Lo nom dau paure Remi Fraisse
An fach sei magolhas Ai mamà oblidem pas
Mamà se sabiás

pagina 1668
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Lo nom d’un jove sacrificat

Informazioni

l 26 ottobre 2014 Rémi Fraisse, militante ambientalista di 21 anni, viene mortalmente colpito da una granata
lanciata da un gendarme nel corso di una manifestazione contro la diga di Sivens (regione Occitania, Francia sud-
occidentale).

Canto comunicatoci da Cecilia Paradiso

pagina 1669
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Al confine
(2019)
di Marco Rovelli
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: antimperialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/al-confine

Maledetto il dio di sangue cieco e desolato cammino


legione di miserie ben misero peccato Il nostro sguardo è il vostro, vostro è il
che non scioglie lingue pietra nera dentro il nostro destino
cuore E il sole non smette mai di far luce
ed impone il suo deserto in assenza di parole all'orizzonte
il vento soffierà sempre dalla cima di un
Maledetto quello sguardo opaco di dolore monte
che ha scelto di imbottirsi del suo dio
sterminatore Benedetto sia chi ascolta e sta all'erta se
e ha sciolto nel suo grembo infecondo e luce viene
inconsolato chi ascolta le voci vinte e riscatta le
chi gioiva della vita e dalla vita era catene
abbracciato e da casa si mette in viaggio perché un
battito di ciglia
Maledetti i presidenti senza cuore e troppi è lo spazio dell'universo, il tempo di una
nervi meraviglia
che fan strame della gente grazie a tutti i
loro servi Benedetto sia chi lotta e ride di bellezza
e con mani inanellate e il sigillo della che conserva dentro il pugno tutta la sua
morte giovinezza
benedicono macelli e si chiamano fratelli che seppellirà quel dio bavoso e indemoniato
e non ci sarà che vento che la terra avrà
Dove ritroveremo il rosso dei nostri passi liberato
dove riascolteremo il verde di quel silenzio Benedetti quei ragazzi che andavano al
dove il giallo del grano ci illuminerà domani confine
ora che siamo vento, radici, echi lontani per oltrepassare i limiti di tutte le paure
per leggere il futuro, e donarlo ai loro
Sui nostri passi adesso verrà un altro eguali
e nonostante tutto sono loro gli immortali

Informazioni

da "Portami al confine" - 2019

pagina 1670
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Al referendum rispondiamo "NO" [versione 2016]


(2016)
di Fulvio Boris Tallarico
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: referendum
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/al-referendum-rispondiamo-no-versione-2016

Al referendum rispondiamo “NO!” Parli di Banca Etruria e affari loschi


Al referendum rispondiamo “NO!” ma alla Boschi noi diremo “NO!”
A chi ha sconvolto la Costituzione
noi senza eccezione rispondiamo “NO!” Ed a Verdini noi diremo “NO!”
Ed a Verdini noi diremo “NO!”
Al referendum noi diremo “NO!” Ci avranno forse preso per cretini
Al referendum noi diremo “NO!” ma a Verdini noi diremo “NO!”
L’hanno sconvolta l’hanno scardinata,
è un’altra porcata a cui va detto “NO!” E alla Madia noi diremo “NO!”
E alla Madia noi diremo “NO!”
E al referendum noi diremo "NO!" Questa riforma è una gran porcheria
E al referendum noi diremo "NO!" e alla Madia noi diremo “NO!”
E’ Matteo Renzi che ce l'ha proposta,
e come risposta noi diremo "NO!" Al referendum rispondiamo “NO!”
Al referendum rispondiamo “NO!”
E al referendum rispondiamo "NO!" Noi siamo tutti partigiani veri
E al referendum rispondiamo "NO!" ed oggi come ieri rispondiamo “NO!”
Vuole disfarla e fare molti danni,
ma ai suoi inganni rispondiamo "NO!" Votiamo tutti rispondendo “NO!”
Votiamo tutti rispondendo “NO!”
Ed alla Boschi noi diremo “NO!” Questa riforma brutta e autoritaria
Ed alla Boschi noi diremo “NO!” manderemo all’aria rispondendo “NO!”

Informazioni

Testo scritto nei mesi antecedenti la consultazione referendaria del 4 dicembre 2016 in merito alla riforma
costituzionale. E' un contraffactum della canzone Al referendum rispondiamo "NO" di Fausto Amodei, eseguito la
prima volta il 4 giugno 2016 a Carpi (MO) dal gruppo "I Violenti Piovaschi", in occasione della campagna di raccolta
firme per il referendum.

L'abbiamo ascoltata per la prima volta dall'autore del testo e dal gruppo "I Violenti Piovasci" durante la IX edizione
di CorAzone - Internazionale di canto sociale, il 24 settembre a Bologna, presso la scuola di musica popolare Ivan
Illich

pagina 1671
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Al referendum rispondiamo NO [ver. 2006]


(2006)
di Fausto Amodei
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/al-referendum-rispondiamo-no-ver-2006

Al referendum rispondiamo No! Torni a curar le carie e si consoli


Al referendum rispondiamo No! ché a Calderoli
A chi ha sconvolto la Costituzione noi diremo No!
senza eccezione
rispondiamo No! A Calderoli noi diremo No!
A Calderoli noi diremo No!
Al referendum noi diremo No! Torni a cavare denti a suoi brianzoli
Al referendum noi diremo No! Ché a Calderoli
L'hanno sconvolta l'hanno scardinata, noi diremo No!
è un'altra porcata
a cui va detto No! A Calderoli ripetiamo No!
A Calderoli ripetiamo No!
Al referendum rispondiamo No! Magari è bravo a fare otturazioni
Al referendum rispondiamo No! ma Costituzioni
Delle riforme fatte dai fascisti certamente no!
un repulisti
lo si fa col No! Anche a Nanìa noi diremo No!
Anche a Nanìa noi diremo No!
Su quella scheda scriveremo No! La sua riforma è una gran porcheria
Su quella scheda scriveremo No! e anche a Nanìa
Ai quattro bischeri di Lorenzago noi diremo No!
non diamo spago
e rispondiamo No! Anche a Pastore noi diremo No!
Anche a Pastore noi diremo No!
Al referendum noi diremo No! Torni in Abruzzo a pascolar le greggi
Al referendum noi diremo No! ché alle sue leggi
A chi legifera dentro una baita, noi diciamo No!
anche se sbraita
noi diremo No! Votiamo tutti e rispondiamo No!
Votiamo tutti e rispondiamo No!
A Calderoli noi diremo No! Per dare un'altra sberla a questa destra
A Calderoli noi diremo No! la via maestra
è risponder No!

Informazioni

Rivisitazione della canzone "Al Referendum rispondiamo NO", del 1974.

Si riferisce al Referendum confermativo costituzionale del 25 e 26 giugno 2006, per modificare la Parte Seconda
della Costituzione voluta dal Governo Berlusconi. In quel Referendum vinse il NO con 15'791'293 voti e il 61,32%
degli Italiani, con una partecipazione del 52,30% degli elettori.

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pagina 1672
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Alla scuola brindisina


(2012)
di Pardo Fornaciari
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/alla-scuola-brindisina

Alla scuola brindisina una stimmata perenne


proprio all’ora dell’entrata
verso le otto di mattina Ergiamo la coscienza cittadini
un gran botto, una fiammata torniamo a pensar con le nostre teste
chiudiamoci a ogni ciarla che c’inquini
Tra le alunne un vuoto immenso la dignità - recuperiamo
corpi sfatti ed ustionati
dalla furia senza senso Via chi nutre insane voglie
di scellerati, di camuffati. via i corrotti, anche indiziari:
Oltre a Cesare, sua moglie
Che siano delinquenti o terroristi han da esser esemplari
Mafiosi con qualcuno dei servizi
vendicator di sgarri oppur di sviste I mafiosi, i condannati
non passeranno, non passeranno non vogliamo più al potere
faccendieri ed intriganti
Come un drago che riappare non ne vogliam più sapere
quando è tempo d’incertezza
d’inquinata schiuma di mare Contro il ricatto e il barbaro dominio
ci sommerge la nefandezza della finanza e della delinquenza
di banche caste omertà arrivismo
Il sorriso di Melissa ricostruiamo – la nuova Italia!
ragazzina sedicenne
come spina resta infissa Contro il ricatto e il barbaro dominio
ricostruiamo – la nuova Italia!

Informazioni

Il canto si riferisce all'esplosione di un ordigno davanti allascuola Morvillo-Falcone di Brindisi, in cui perse la vita
una studentessa di 16 anni. L'attentato fu opera di un comune cittadino, che si riteneva perseguitato dalla
giustizia.

pagina 1673
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Alle barricate
(2015)
di The Gang
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/alle-barricate

Agosto del '22 l'Italia è rastrellata stretti


passata per le armi dai fascisti casa per
casa Ma la Parma non si passa Parma è un’Altra
Son come la peste nera vigliacchi ed Storia
assassini si sente Oltretorrente solo un grido ‘Morte o
al soldo dei padroni agli ordini di Gloria!’
Mussolini. Alle Barricate, Alle Barricate, Alle
Barricate
Ma la Parma non si passa Parma è un’Altra Alle Barricate, Alle Barricate, Alle
Storia Barricate
si sente Oltretorrente solo un grido ‘Morte o
Gloria!’ Qui Oltretorrente, un grido una promessa
Alle Barricate, Alle Barricate, Alle da borgo Saffi fino al naviglio trionferà
Barricate bandiera rossa
Alle Barricate, Alle Barricate, Alle e le camicie nere battono la ritirata
Barricate dall'orda dei fascisti Parma è liberata

Lottano fianco a fianco, hanno facce da Ma la Parma non si passa Parma è un’Altra
migranti Storia
del popolo gli arditi, anarchici e compagni si sente Oltretorrente solo un grido ‘Morte o
per 5 giorni e 5 notti, dalle cantine ai Gloria!’
tetti Alle Barricate, Alle Barricate, Alle
infuria la rivolta si combatte a denti Barricate
Alle Barricate, Alle Barricate, Alle
Barricate

Informazioni

Tra il 1° e il 2 agosto del 1922 la città emiliana sconfisse e cacciò gli squadristi ‎inviati da Mussolini. Fu il più
importante episodio di opposizione armata al fascismo pre-‎Resistenza. Dietro le barricate uomini e donne,
anarchici e cattolici, comandati da Guido Picelli.

pagina 1674
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Almeno lo spero
(2018)
di Francesco "Ciccio" Giuffrida
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/almeno-lo-spero

Se senti uno sparo Piangiamo finora


è inizio di gara. migliore il futuro.
Ne sono sicuro … Ne sono sicuro …
O almeno lo spero. O almeno lo spero.

Ti pagano al nero Se ha fame nera


ma certo, sei moro. è dieta, signora.
Ne sono sicuro … Ne sono sicuro …
O almeno lo spero O almeno lo spero.

Se tutto rincara Distrutta natura


è solo per ora. non dolo, sventura.
Ne sono sicuro … Ne sono sicuro …
O almeno lo spero O almeno lo spero.

Se alzano un muro Se tu non lavori


è casa o riparo. sei in ferie vuol dire.
Ne sono sicuro … Ne sono sicuro …
O almeno lo spero. O almeno lo spero.

Dei neri per mare Di notte un bagliore


è certo crociera. sarà strana aurora.
Ne sono sicuro … Ne sono sicuro …
O almeno lo spero. O almeno lo spero.

Bambini al lavoro Lo voglio sperare


può darsi, ma raro. lo spero davvero.
Ne sono sicuro … Mi sento sicuro …
O almeno lo spero. O almeno lo spero.

Informazioni

La canzone è ispirata a un famoso pensiero di Antonio Gramsci:


"L'illusione è la gramigna più tenace della coscienza collettiva: la storia insegna, ma non ha scolari".

pagina 1675
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Anarcangeli
(2013)
di Marco Rovelli
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti, repressione, anticlericali
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/anarcangeli

Ama il tuo sogno seppure ti tormenta Nei vicoli del porto comprendere l'ebbrezza
capire il mondo con l'anima attenta di chi perde la vita per troppa delicatezza
in prima fila se c'è da andare avanti intimare al cielo di essere più chiaro
straccio rosso al collo e forza con i canti non basta mai il respiro a chi vive appeso a
un filo
Castelli in aria, e poi le fondamenta
da costruire insieme a chi ha l'anima attenta Con chi conosce l'ombra, cammini fianco a
ancora in strada a trafficare in sogni fianco
sui margini del tempo, a far progetti coi servo assai disobbediente alle leggi del
compagni branco
le vie non sono mai tracciate, bisogna farle
Il tempo è stretto, angelica è la mente solo chi si perde sarà tra le anime salve
come quella notte a far staffetta là sul
monte Se la città è invasa dai grandi della terra
osare la speranza, tu recitavi piano combatti per non cedere a questa nuova guerra
non ti abbandona mai quel silenzio partigiano E saprai che occorre continuare a farlo
Ogni venti luglio in piazza per non
Tutto è comune, tutto è straniero dimenticarlo
tutto è di tutti, la lotta ed il pensiero
tutto inizia sempre, e non è mai finita Tutto è comune, tutto è straniero
bisogna far la festa fino in fondo a questa tutto è di tutti, la lotta ed il pensiero
vita tutto inizia sempre, e non è mai finita
bisogna far la festa fino in fondo a questa
vita

Informazioni

Canzone dedicata a don Andrea Gallo da Marco Rovelli, in occasione della morte ill 22 maggio 2013. La penultima
strofa si riferisce alle giornate del G8 di Genova e al fatto che don Gallo partecipava ogni anno alla
commemorazione in Piazza Carlo Giuliani.

pagina 1676
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Aprile 74
(2007)
di Alessio Lega
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/aprile-74

Compagni che sapete dove dorme la luna bianca Se si vincerà..


anch'io vorrei vederla
ma devo stare qui Compagni che al mattino col sole dell'aurora
la lotta non è stanca.
Compagni che volete liberare la primavera
Compagni che al mattino col sole dell'aurora con voi combatterò
sentite le sirene prendendo le armi solo
vorrei sentirle anch'io sotto quella bandiera.
ma qui si lotta ancora.
E se un triste destino mi chiuderà in un
E se un triste destino mi chiuderà in un fosso
fosso portate dal mio amore
portate dal mio amore questo canto che muore
questo canto che muore e un fiore rosso rosso
e un fiore rosso rosso Se si vincerà..

Informazioni

La suggestiva versione in italiano di Alessio Lega, della canzone di Lluis Llac Abril 74, omaggio alla "Rivoluzione dei
garofani" portoghese.

pagina 1677
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Ballata della III Brigata Garibaldi "Oberdan Chiesa"


(2009)
di Pardo Fornaciari
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ballata-della-iii-brigata-garibaldi-oberdan-chiesa

8 settembre il re era scappato a Vada Cecina Livorno


nasce una banda su nel massetano caccia i fascisti dai paesi e le città!
tra l’Uccelliera e i boschi del Poggione
si raduna un reparto partigiano. Sui monti di Liguria un altro figlio
della nobile terra maremmana
Cerboni Elvezio è il primo comandante il tenente Licurgo Bardelloni
ma a Aprile a San Dalmazio è catturato organizza la guerra partigiana
per via d’un traditor portato a Pisa
e in questura, di giugno, fucilato. Ma il freddo inverno del quarantaquattro
lo tradisce, ed è vicino a Imperia
A novembre comincia a comandare che torturato viene e fucilato
Mario Chirici, un vecchio capitano dai neri con perversa cattiveria.
col petto decorato di medaglie
garibaldino e repubblicano. Pei partigiani si prodiga Norma
Ma la brigata nera la cattura
Ma l’esperienza non basta a salvare E tutta notte dentro la caserma
la formazione dal rastrellamento La banda di aguzzini la tortura.
al Frassine la strage fu feroce
pei partigiani fu uno sbandamento. La fanno a pezzi ma lei non informa
Quei pervertiti in divisa scura.
Passò la notte tragica e all’aurora
Otello Gattoli,il Meoni, Per Norma risuonò l’ultima ora
il Benedici ed il Fidanzi
con il Mancuso restan senza munizioni Norma Pratelli è un orifiamma
Le mani alzate escono fuori acceso nei cuori in Maremma
e s’arrendon ai fascisti son scarafaggi senza nome i neri
che li finiscono a colpi di pugnal! per tutti noi che rimaniamo
commossi e la ricordiamo
Il parroco del Frassine quei morti Norma è una luce di ideale e civiltà!
li spregia e non li vuole benedire
“Sono ribelli, son dei senza dio” Il dieci giugno del quarantaquattro
la messa a loro non gli vuole dire. Monterotondo entran i partigiani
per consegnare cibo ai cittadini
Mentre le donne di Monterotondo svuoteranno l’ammasso l’indomani
dieci camicie rosse hanno cucito
per i ribelli che sulle colline Ma all’improvviso arrivano i tedeschi
la Terza Brigata han costituito. armati fino ai denti a bombardare
il Chirici dispone le difese
Quando ad Aprile trenta partigiani poi dice: ci si deve ritirare!
con le camicie dal colore acceso
al Frassine riprendono il paese Gallistru Alfredo è colpito a morte
il prete ci rimane assai sorpreso… con altri quattro: Ercole Ferrari
lo strazia un vile colpo di mortaio
Gli tocca di sonare le campane con il compaesan Gino Borsari.
in onore dei morti di febbraio
l’obbligan anche a dirgli la messa: Più tardi cade Ateo Casalini
la chiesa s’empie e pare un formicaio! tornato indietro per recuperare
armi preziose con le munizioni
Terza Brigata Garibaldi che servivano per ricominciare.
da Val di Cornia a Rosignano
tutta la costa libera armi alla mano Resta a sparare Mario Cheli
da Suvereto e da Piombino, non si ritira insieme agli altri

pagina 1678
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ma li protegge con la sua mitraglia si sgancia e torna nei suoi boschi


Così il drappello partigiano ma cade Mario massacrato dai tedeschi!

Informazioni

Scritta in base alle memorie di Luigi Tartagli aiutante di campo del comandante Chirici.

(inviata da Pardo Fornaciari)

pagina 1679
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Ballata della Thyssen


(2007)
di Emanuela Risari
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale, morti sul lavoro
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ballata-della-thyssen

Il sei di dicembre Il capo dei pompieri


alla Thyssen di Torino saliva alla Procura
sulla linea della cinque il cuore gli ha spezzato
gran fuoco divampò dovere raccontare

Li ho visti i miei compagni L'ha detto Guariniello


avvolti dalle fiamme non è stato un incidente
e neanche un estintore è omicidio per davvero
da potere adoperare lo sapevamo già

E quando so'arrivati E chi và a faticà


i pompieri di gran corsa pur''a morte addì affruntà
mi han detto devi andare murimm' a uno a uno
non c'è niente da fare p'è colpa 'e 'sti padrune

Son stati sette i morti Ma nuje l'ajmm'capito


là dentro a quell'inferno cagnamm'sti culuri
e uno l'ha ammazzato pigliammo a sti padrune
il dolore che ha trovato e mannammel'affanculo

Informazioni

Le parole con cui, l'autrice del testo, ha presentato questa parodia di Sant' Anastasia ('a Flobert), il "1° maggio a
Kurumuny" a Martano (LE) nel 2007:
"E già, si muore di lavoro come trent'anni fa. Santa Anastasia, 1976, esplode la Flobert una fabbrica di armi
giocattolo e fuochi d'artificio: undici i morti. Il dolore e la rabbia diventano una canzone. Una canzone scritta,
cantata e suonata da altri lavoratori: il Gruppo Operaio di Pomigliano d'Arco. Il loro filo rosso continua fin qua, risale
lo stivale, raggiunge Torino e ridiscende in ogni Sud. Grazie al Gruppo Operaio di Pomigliano d'Arco per avermi
permesso di usare 'a Flobert per cantare della Thyssen. Non c'è musica, perché c'è stato un problema con i cartoni
per l'organetto. Se qualcuno la fa con la chitarra o col du'botte è meglio: la minore, do re, re minore, mi sette e
ancora la minore... altrimenti vi accontentate della cantastorie"

pagina 1680
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Ballata della XXIII Brigata Garibaldi "Guido Boscaglia"


(2003)
di Pardo Fornaciari
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ballata-della-xxiii-brigata-garibaldi-guido-boscaglia

Otto settembre, il re era scappato Da spari e grida, e il sangue scorre giù


Torna un sottotenente al reggimento Guido agonizza a lato della strada
ma quando scopre ch’è in mano ai tedeschi Prometton di portarlo all’ospedale
si dà alla macchia e si fa chiamar Enzo Se dice dove ha il campo la Brigata
Sul Berignone trova dei compagni i fasci vita salva gli daran
armati di doppiette e di pistole Ma ecco Boscaglia afferra il suo
forman la prima banda partigiana moschetto
nazifascisti li vogliam cacciar! Con l’ultimo respiro un colpo tira
Giunti presso il podere del Morteto I neri del suo corpo strazio fanno
Incappano in un rastrellamento Ma uno di loro non si rialza più
un brigadiere prova a arrestar Enzo Diciannov’anni Guido Radi
Ma lui gli spara, e 'un se ne parla piu' Li ha donati ai suoi compagni
Poi va a Mazzolla per telefonare Non li ha traditi perché lui li amava
E chiama la caserma di Volterra Amava il popolo, l’Italia
mentre c'è la milizia che lo bracca L’ideal dell’avvenire
s'autodenuncia e si riesce a sganciar Boscaglia è morto per la nostra libertà!
Io sono il Comandante Enzo
ho ucciso io quel brigadiere Norma Pratelli presta le sue cure
lasciate in pace la popolazione a Alvaro che però è ferito a morte
Trovate me se vi riesce, Il medico, lo Stoppa, è il capo, eppure
Ma vi conosco uno per uno non può far niente per cambiar la sorte.
la rappresaglia, ve la farò pagar Per metterlo con le altre sepolture
cercan delle assi e per non sfar le porte
Dopo il disastro al Frassine i compagni la tavola del pane per la cassa
Si riorganizzano alle Cetinelle la dà una donna di vicino a Massa
La prima fu la banda del Cerboni Pei partigiani si prodiga Norma
Che in aprile fu preso e fucilato Ma la milizia nera la cattura
Con il Menchini, il comandante Pelo, E tutta notte dentro la caserma
Ai primi di febbraio erano in nove La banda di aguzzini la tortura
Poi con il Ceccherini e Giorgio Stoppa La fanno a pezzi ma lei non informa
Quaranta a fine mese a guerreggiar. Quei pervertiti in divisa scura.
Ventidue marzo del Quarantaquattro Passò la notte tragica e all’aurora
Velio con Viro della Lavagnini Per Norma risuonò l’ultima ora
Guidan i partigiani su Montieri Norma Pratelli è un orifiamma
Punire la milizia e gli assassini Acceso nei cuori in Maremma
Assaltan la caserma che resiste Son scarafaggi senza nome i neri
Fanno giustizia su due o tre fascisti Per tutti noi che rimaniamo
Requisiscono cibo e medicine Commossi e la ricordiamo
La dura lotta per alimentar Norma è una luce di ideale e civiltà
Così quattro distaccamenti
Han dato corpo alla Brigata Un giorno ai partigiani fan sapere
Guido Boscaglia dopo maggio l’han chiamata Da Siena stan tornando 2 fascisti
Dalla Val d’Elsa alla Vald’era Sono andati a cercare dei rinforzi
Da Massa a Colle fino a Pisa La Brigata vorrebbero annientar!
Ha liberato i paesi e le città! Stoppa con la seconda compagnia
Sette di maggio escon di pattuglia al braccio di Mensano mette il blocco
A sera Alvaro Betti ed il Boscaglia Dirottan la corriera e i 2 spioni
Con altri quattro vanno al sabotaggio direttamente sottoterra van!
Alta tensione, i pali salteran! Riparton con il bus a requisire
Quando arrivano al ponte del Pavone A Radicondoli le vettovaglie
incontran la milizia che li aspetta E mentre un paio bloccan la caserma
La calma della notte vien squarciata Quell’altri il silo passano a svuotar

pagina 1681
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D’olio e di grano fanno la raccolta la quinta squadra si trova appostata


Fascisti coi tedeschi affameranno! quando i nemici passano il Pulella
Ma la gente del posto e i partigiani inizia l'imboscata col suo Bren
Avranno tanta roba da mangiar! Contro i nazisti a colpi di mitraglia
Sono spietati coi nemici attacca in forze la Guido Boscaglia
con le spie coi traditori Muoion facendo strage di nemici
ma voglion bene alla popolazione! Vincenzo e il partigiano russo Ivan
E con coraggio e fantasia Cadon con loro Guido Salvadori
Si danno a liberar l’Italia Leonardo dell’Aiuto e Ugo Mancini
i partigiani della Guido Boscaglia! Pero' una cinquantina di nazisti
Germania non ti vedranno mai più
Quarantaquattro, ventiquattro giugno Ventitreesima brigata
sfilano via i tedeschi in ritirata Garibaldi Guido Radi
in autoblindo camion bicicletta che non si arrese è così vendicato
fuggon dei partigiani l'avanzata Del suo più giovane caduto
Dove la strada curva, alla Casella Porta il nome di battaglia
E va all’assalto la Guido Boscaglia!

Informazioni

Ballata che a 60 anni di distanza celebra le storie della XXIII Brigata Garibaldi, operante fino al giugno del '44 tra
Grosseto, Siena e Pisa. Per ascoltarla: http://www.resistenzatoscana.it/documenti/#audio

pagina 1682
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Ballata di Ustica
(1999)
di Giovanna Marini
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: strategia della tensione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ballata-di-ustica

Era il dì 27 di giugno C'era in mare una nave da guerra


anno 80 del secolo scorso che portava bandiera americana
e un aereo in civile percorso e nel cielo tre caccia mortali
d'improvviso nel mare cascò. nella scia dell'aereo a lottar.

Trascinò gli 81 sul fondo Più di un missile venne sparato


tra equipaggio, adulti e bambini e da scudo l'aereo civile
da Bologna a Palermo vicini ne ebbe a un tratto ferita mortale
al tramonto in un cielo seren. presso Ustica s'inabissò.

Alle grida di quegli innocenti Da 20 anni tremiamo al pensiero


al pensiero di cosi grande orrore al terrore di quegli innocenti
le richieste di tutti parenti non esiste ragione attenuante
fino ad oggi risposta non c'è. al delitto di stato che fu.

Un'inchiesta che dura 20 anni Che credete voialtri militari,


tra suicidi e scomparse improvvise che la guerra giustifichi tutto?
gli italiani han capito l'avviso Voi ci avete strappato il diritto
chi sapeva non voleva dir. a fiducia ed umana pietà.

Quell'arereo volava sicuro E allora non vi resta che dichiarare il vero


su una rotta del tutto ufficiale ai parenti ed alla nazione
ma nell'ombra di quelle sue ali e scontare la pena in prigione
un conflitto tra stati scoppiò. per la strage di umanità
e scontare la pena in prigione
per la strage di umanità.

Informazioni

Composizione per quartetto scritta per lo spettacolo I-TIGI, Canto per Ustica di Marco Paolini, chiesto
dell'associazione Familiari delle vittime di Ustica, prod. Comune di Bologna, Comune di Palermo e Romagna Teatri.

Sulla melodia di O Gorizia

pagina 1683
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Ballata Gelmino-Universitaria
(2008)
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: scuola/università
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ballata-gelmino-universitaria

Shackin’, spackin’, fuckin’ the Strauss Al Poli son più fighi e trovano il lavoro
i’m gelmini ’n’ this is penthouse ma le donne stanno a Medicina
se non so cosa dire invece ad Agraria
forse non so le lingue oppure Veterinaria
vado all’uni-all’università ci giran tutti i porno d’animal
faccio il modello ISEE -sex!
per non pagare di più
mangio anche alla mensa Made a lightning trip to riform
minchia che culo, tu pensa. Eating professori and popcorn
c’ho di nuovo la moto
Didn’t make my comiz in Turin ma quanto costa la benza
Honeymooning down by the Dora sarà colpa, colpa, colpa dell’euro
ora che so lingue sarà colpa delle accise
ma la schiena mi langue per la Guerra in Etiopia
metto a posto i miei bi-cpt ma’nvedi che tra un po’
vado a iscrivermi all’Isef ci tassan pure la topa!
così poi esco di là
con la cultura Caught the early plane back to Rome
di un gran bel culturista. with the govern that i belong
ho parecchio studiato
Fuckin’ stupid student get out sono entrato al Senato
ordino una Guinnes Stout c’abbiamo pure la Carfagna che poi
se mi beccan che guido fa vedere le sise
mi sequestran la moto dentro alle macchine-blu
faccio ri-ri-ri-ri-ricorso al Tar e non paghiamo
vado in Corte d’Assise neanche il canone-tv.
mi iscrivo a Giurisprudenza Che controlliamo
e se c’ho una pendenza L’informazione per di più
conosco già la sentenza. non ci fermate? Continuiamo!
vieni al Governo pure tu!

Informazioni

Rifacimento in chiave universitaria di "The ballad of John and Yoko" dei Beatles di cui mantiene forma, stile,
metrica, musica e tutto.. tranne che il successo, ovviamente!

pagina 1684
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Ballata per Carola


(2019)
di Alessandro Fanari
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: emigrazione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ballata-carola

Giù a sud in mare aperto E il galeon toccare terra


C’è una nave ch’è in balia Affondiamo l’oppressor
Di democrazie assassine
Conta i giorni e pur le or L’ideal che ci pervade
Non l’ammazza quest’infame
Capitana è mia sorella Siam con Carola Rackete
L’hai chiamata sbruffoncella Su ogni nave e ad ogni or
Tu che insulti dalla terra
Chi per mare porge il cuor Ciribiribì c’è un uomo in mare
Ciribiribì è là che muore
Oh leoni da tastiera Difendiamol da chi attenta
Laverete la coscienza noi vogliam la libertà
Sulle rive dell’Italia
Già macchiate d’ogni orror Lalala lala lalala
Lalala lala lalala
E noi qui dall’entroterra Lalala lala lalala
Vedrem finita la guerra Lalala lala lalala

Informazioni

Ballata dedicata a Carola Rackete, capitano della Sea Watch che il 26 giugno 2019 ha violato il divieto di entrare
nel porto di Lampedusa per portare in salvo 42 migranti, salvati in mare 17 giorni prima.
Scritta da Alessandro Fanari e Mauro Tetti sull'aria del canto popolare "Marcellina".

pagina 1685
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Ballata per gli antifascisti di Tatti


(2003)
di Pardo Fornaciari
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ballata-gli-antifascisti-di-tatti

Al mattino il Ventuno di maggio (Rifiutò il suo soccorso al ferito)


Si ritrovano al Cerro Balestro col nipote per andare a Massa
Gente che aveva avuto il coraggio di Ma alla curva il suo viaggio finì
disertare la guerra mondial La notizia vien presto saputa
Roccastrada, le camicie nere
Dalla guerra i signori han foraggio La lor furia l’ha già conosciuta
Pe’ sfruttar chi obbedisce maldestro ora Tatti la conoscerà
Quelli che non servir gli schiavisti
i fascisti ora vanno a punir Quattrocento fascisti in paese
Scatenando bestial rappresaglia
Proprio ieri eran scesi quei tristi Mentre il popolo ne fa le spese
Fino a Tatti a canta’ i loro cori A guardar stanno i carabinier
Nella piazza, e al caffè s’eran visti
A sfidar l’ira dei minator Il Maggiori con il Marchettini
(Li chiamavan briganti e banditi!)
Lo squadrista assassino che tira Ma protetti eran da’contadini
Civilini rimane ferito La battaglia lor continuò
il Biancani, colpito, poi spira
Ma lo scontro non finisce lì Per gli sbirri, i fascisti, gli agrari
La Maremma ‘un è luogo sicuro
Tutta notte il figliol del Biancani Ogni forra, ogni pezzo di muro
Col Maggiori vendetta prepara Un pericolo celan per lor
E con Ricciolo all’indomani
ai fascisti la faran pagar Finché verrà il dì della riscossa
Per i neri non resterà scampo
Mucciarelli col calesse passa La Boscaglia e la Camicia rossa
In Maremma giustizia faran!

Informazioni

Ballata su un episodio della guerra civile del 1919-22 composta a partire dalla ricostruzione storica “Voi, neri
sconosciuti” fatta da Alberto Prunetti, liberamente interpretata (come per il riferimento alle Brigate Garibaldi XXIII
“Guido Boscaglia” e III “Camicia rossa”) da Pardo Fornaciari. Si canta in Si-, sull’aria di tipica delle quartine dei
cantastorie toscani.

pagina 1686
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Ballata per Isabella Viola


(2014)
di Anna Maria Bragatto
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale, femministi, morti sul lavoro
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ballata-isabella-viola

Diciotto di novembre, è buio a Torvajanica però rimanda , non si può fermar


le 4 s'alza Isabella, ragazza un po' la sua famiglia deve sfamar
romantica
e se è domenica, non star a badar Aveva gli occhi neri, parea una ragazzina
come gli altri giorni devi lavorar a trentaquattr'anni è morta , sola su una
panchina
Prepara colazione per i quattro bambini troppa fatica ce l'ha ammazzà
che ignari e sereni dormon nei lor lettini poi una medaglia le hanno dà
bacia il suo amore disoccupà
poi bus e metro, traversa la città E voi politicanti coi vostri spread e pil
toglietevi il cappello , levatevi di qui
Isabella lavora, lavora tutto il giorno questa ragazza vi viene a dir
squisiti dolci escono fragranti dal suo forno lo sfruttamento deve finir !
tutta la gente di quel quartier
“questa ragazza sa il suo mestier” Viola Isabella non dimenticheremo
sei nostra sorella e ti vendicheremo
Da un po' però Isabella si sente un dolore nostra vendetta sarà lottar
vorrebbe andare in fretta presto dal suo per dare al lavoro la dignità
dottore nostra vendetta sarà lottar
che non sia più schiava l'umanità

Informazioni

Testo che racconta della moorte per fatico di Isabella Viola, di 34 anni, avvenuta la mattina del 18 movembre nella
metropolitana di Roma. Si canta sulla melodia de "Le ultime ore e la depcapitazione di Sante Caserio". E' stato
composto da AnnaMaria Bragatto di Genova, e poi rielaborato collettivamente da un gruppo di lavoro durante la
manifestazione "Almen nel canto non vogliam padroni", Crespi d'Adda - Capriate San Gervasio (BG),28 febbraio
2015

pagina 1687
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Ballata per Vanda


di Gian Luigi Ago
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ballata-vanda

E Vanda è una bambina che guarda verso il una ragazza che sale verso il monte,
monte e tra la legna che ha in braccio adesso lei
ma il tempo non l’ascolta, il tempo, il tempo nasconde
non risponde messaggi, cibo, armi, frasi di libertà,
a tutti i suoi pensieri, a tutti i suoi tra i blocchi dei tedeschi lei passa anche se
perché, sa…
a quello che suo padre le spiega che cos’è…
…sa bene che ogni giorno lei, lei rischia la
…cos’è che adesso conta, che serve veramente sua vita
per soffiar fiato e luce in questa notte buia per una libertà che forse è oltre quella
che ormai confonde i sogni, la fame e la salita,
paura per un mondo nuovo fatto di pace e libertà
che vede in fondo agli occhi di tutta la sua per cui in tanti si muore ma che un giorno
gente. arriverà
E Vanda è una bambina che cerca la sua strada e il berretto dove lei ha cucito una stella
e che ogni giorno impara la vita che cos’è. è pieno di speranze e viaggiano con lei.
E Vanda è la bambina più brava della scuola, E ora Vanda è una donna, una donna
Maestra Caterina le dice “devi studiare che ha dentro sé una storia
ancora” che non è mai finita perchè la libertà
ma i soldi sono pochi e si deve lavorare va ogni giorno difesa e a volte, a volte con
e il mondo intanto fuori continua ingiusto e fatica
uguale. perché non torni ancora il buio e poi,
e poi di nuovo un'altra salita
Ma Vanda ormai ha capito che cosa è
l’ingiustizia E se siam qui a parlarne, a cantarne e a
e son già tanti quelli come lei. ricordarlo,
E Vanda ora è Sonia, noi lo dobbiamo a quelli come lei.

Informazioni

Dedicata a Vanda Bianchi, Staffetta partigiana col nome di "Sonia" (1926 - 2014), operativa nelle Formazioni
Partigiane della zona di Castelnuovo Magra (La Spezia).

pagina 1688
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Ballata per Vik


(2012)
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ballata-vik

Mi hanno ucciso Hanno fuso piombo e sangue


senza spegnermi il sorriso nella sabbia hanno spento le fontane
e domani ritornerò Queste guerre fatte in nome della pace
Mi hanno ucciso sono luride puttane
senza spegnermi il sorriso Cristo a piedi nudi
così domani ritornerò cammina in Palestina,
Con la pipa e col cappello ma una stella con sei punte
e col mio sogno più bello gli ha spento la mattina.
Con la pipa e col cappello
io domani ritornerò Se rimarremo umani domani domani
Se rimarremo umani io domani tornerò
La mia vela vola e canta l'utopia
su nel cielo e sopra il mare Ora giochi con un bimbo fra le stelle
Da qui vedo la mia terra liberata e dall'alto guardi giù.
né confini né bandiere Ora balli col tuo angelo ribelle
Il mio cuore batte ancora bevi vodka con Gesù
in milioni d'altri cuori Guadalupe sei un campione
Siamo vivi vivi ancora di parole clandestine,
sognatori e vincitori clandestino partigiano
sognatore fino alla fine.
Se rimarremo umani domani domani
Se rimarremo umani io domani tornerò Capitano con l'ulivo fra i capelli
fiore di prato non di serra,
C'è una stella che ti guida la tua anima un tre alberi di pace
nel cammino capitano jallajalla! che cerca la sua terra,
Un aquilone con due occhi da bambino questa notte alla finestra
capitano jalla jalla! c'è una luce fine fine,
Questo mare è troppo grande noi sappiamo che sei vivo
per scommetterei la vita. e ripasserai il confine.
questo cuore non va a tempo
e ti sfugge tra le dita Se rimarremo umani domani domani
Se rimarremo umani io domani tornerò.

pagina 1689
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Bandera arrùbia
(2008)
di Pietro Cruccas
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: sardo
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/bandera-arrubia

Aiò! Cumpàngius. Aiò! Cumpàngias, Bandera arrùbia eus a cantai...


andeus a innantis a conca arta,
s'idea bona portaus impari. De Sardìnia, de domu nosta,
totu is baronis nci eus a bogai,
Bandera arrùbia eus a cantai un'atra nea est po bessiri.
cun su sentidu de sa dinnidadi,
bandera arrùbia eus a bentulai, Bandera arrùbia eusa a cantai..,
bandera arrùbia eus a bentulai,
bivat su comunismu e sa libertadi. A fora, a fora bombas e basis,
no ndi boleus de custu arrori,
De s'oficina e de is minieras, sa terra sarda est po sa paxi,
totu is cadenas eus a segai,
imoi est s'ora de batallai. Bandera arrùbia eus a cantai...

Informazioni

Versione in sardo di Bandiera rossa.

pagina 1690
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Barche di cartapesta
(2004)
di Marco Del Giudice
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: emigrazione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/barche-di-cartapesta

Occhi scuri che guardano laggiù, E questa barca che balla un giorno arriverà,
oltre il verde di questo mare, in un porto del mondo forse attraccherà,
pugni chiusi nelle tasche vuote e come un'ombra sul muro al buio sparirò,
stringono pensieri e speranze che quando si spegne il faro...
a volte passano e volte restano
conficcate nel cuore e in testa, Braccia tese a cercare sogni che
per un viaggio che dura una vita... come fumo svaniscono aldilà,
delle onde di questo mare
Sopra a barche di cartapesta va, che copre il mondo degli uomini laggiù,
il sogno di chi ha pensato che laggiù, ad un passo da quella terra
oltre il verde di questo mare che brucia sotto i talloni nudi ma,
possa campare con pari dignità, quanto costa il viaggio di una vita...
e comprare con soldi
questa illusione di poterla cambiare un po', E questa barca che balla un giorno arriverà,
questa vita che in un porto del mondo forse attraccherà,
dura un viaggio così... e come un'ombra sul muro al buio sparirò,
quando si spegne il faro...

Informazioni

Sullo speronamento della nave albanese da parte della M.M.Italiana.

pagina 1691
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Bella ciao della Vodafone


(2007)
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/bella-ciao-della-vodafone

Una mattina mi son svegliato Pietro Guindani che ci hai venduto


lavoro ciao lavoro ciao lavoro ciao lavoro ciao
lavoro ciao ciao ciao lavoro ciao ciao ciao
una mattina mi son svegliato Pietro Guindani che ci hai venduto
e non ero Vodafone. mo' ci devi ricomprar.

Informazioni

Autunno 2007. La Vodafone Italia decide l'esternalizzazione dei servizi back-office e con essa la cessione alla
Comdata di 914 lavoratori che, sulla base della legge 30, rischiano di perdere il posto di lavoro, il livello salariale
raggiunto, i diritti acquisiti. I sindacati proclamano uno sciopero che ha il 95% delle adesioni. Il 19 Ottobre corteo di
3000 lavoratori Vodafone a Roma che chiedono anche l'abolizione della legge 30. L'azienda è costretta a trattare e
a concordare il mantenimento dei diritti acquisiti nel passaggio a Comdata. Questo canto viene eseguito dallo
spazzone dei bolognesi sull'aria di Bella ciao. Pietro Guindani è l'allora amministratore delegato della Vodafone
Italia.

pagina 1692
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Bella ciao femminista


(2010)
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/bella-ciao-femminista

Una mattina mi son svegliata e non mi voglio rassegnar.


o bella ciao,bella ciao,
bella ciao ciao ciao Alle sorelle,alle compagne
una mattina mi son svegliata o bella ciao,bella ciao,
ed ero stanca di morir. bella ciao, ciao, ciao
alle compagne, sorelle e figlie
Morir per caso,per falso amore questa canzone porterò.
salvar l’onore o per fame di libertà
sempre un motivo me lo trovate E nelle strade e sulle piazze
ma io non ci credo più. o bella ciao,bella ciao,
bella ciao, ciao, ciao
Io muoio perché son donna ascolterete la nostra voce
o bella ciao,bella ciao, che non vogliamo più morir
bella ciao, ciao, ciao ascolterete la nostra voce
so che muoio perché son donna che siamo stanche di morir.

Informazioni

Una versione del canto partigiano contro i "femminicidi" di Femminismo a Sud

pagina 1693
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Berlusconeide...e lui rideva


(2004)
di Ezio Cuppone
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/berlusconeidee-lui-rideva

Sì, vabbè, ci sei cascato come tanti e anche e lui rideva, e lui rideva.
di più.
“Ecco l’unto del Signore” l’hai pensato pure Quando la democrazia nasce dalla Resistenza
tu. è un fatto intollerabile che dà i nervi a sua
Così quando scese in campo dagli spalti si eccellenza:
levò “Mussolini fu frainteso, fu frainteso come
l’ululato della plebe che agli altari lo me!
menò. Non ha mai fatto del male, fu fedele al
Lo troviamo tra i potenti in Europa a fascio e al Re (come me)
festeggiar, I partigiani fucilati sono morti di spagnola,
esibisce le sue corna sulla testa di Aznar. si riscriva un’altra storia, si riformi anche
Ai ben pensanti andò insieme la vista, la scuola”
ma il ben pensante, si sa, è comunista Se il maccartismo cacciò via Charlot,
e se qualcuno il naso storceva questo fascismo censura Raiot.
lui no, rideva, lui no, rideva. A Saxa Rubra Mediaset cresceva
e lui rideva, e lui rideva.
Venne il tempo dei processi e la legge si
cambiò, E’ arrivato il triste giorno che l’Iraq viene
via al falso di bilancio, rogatorie grazie, occupato
no! e noi siamo del texano il fedele suo alleato:
Così tutto depennato la vendetta partorì, il cow boy si dà da fare, l’obiettivo è il
il togato ostile all’unto il ministro monopolio
trasferì. così Italia regge il sacco e zio Sam ruba il
Ritornò in Europa ancora presidente per un petrolio.
po’, “Siamo forza ma di pace, urla l’unto ai
ma per dire a Martin Schulz ”Lei ha la faccia quattro venti,
da kapò” siamo forza, ma di pace, bene armati fino ai
Mentre in Italia la gente soffriva denti!
e l’evasore con l’euro arricchiva, Non torturiamo, noi non ammazziamo,
ogni famiglia la cinghia stringeva: se altri lo fanno noi “nenti sappiamo”
per tutto il giorno ce lo ripeteva
e poi rideva, e poi rideva.

Informazioni

Sull'aria di "Come pioveva" di A. Gill- A. Testa

pagina 1694
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Berluscrauti
(2006)
di Fausto Amodei
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/berluscrauti

Io non capisco la gente Si dice che lui possieda


che vota per Berlusconi trentaseimila miliardi
ci son diverse opinioni con cui può senza riguardi
per motivarne il perchè. comprarsi quel che gli va.

Qualcuno dice che in primis Può comperarsi sentenze


lui c'ha tre televisioni le guardie della finanza
ed è per queste ragioni picciotti, gente de panza
che ha più visibilità. giornali, libri e tv.

Qualche maligno sussurra Può stipendiare stallieri


che noi buonisti mansueti qualche ex PCI che lo aduli
gli abbiamo a queste tre reti e può arruolare leccaculi
aggiunta in dono la Rai. e maggiordomi e lacchè.

Si dice che il cavaliere Chi ha solo sete di soldi


con quei processi che affronta il Cavaliere lo ammalia
passa per uno che conta per mezzo di Forza Italia
di grande capacità. Cassa delle Libertà.

Perchè chi non se la sfanga Per via della mucca pazza


almeno con un processo qualcuno io congetturo
qui da noi passa per fesso vota per il più sicuro
e perde d'autorità. pollo della libertà.

Conta essere solo i più furbi Ma questi polli, miei cari


se chi svaligia una banca sono transgenici veri
riesce però a farla franca nutriti con fondi neri
guadagna in celebrità. cattivi da mandar giù.

Se infine poi si lamenta Rischia chi mangia sto pollo


dei magistrati corrotti nutrito con quel becchime
che contro lui fan complotti di dover stare a regime
tutti a tifare per lui. per un ventennio anche più.

Informazioni

Presente nell'album “Per fortuna c’è il cavaliere”. Boriz

pagina 1695
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Brigata partigiana Alphaville


(1999)
di Lalli
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/brigata-partigiana-alphaville

Scesi dall'auto a toccare il mondo ti prego, questo piacere


come venuti dalle stelle
ci guardavamo attorno, senza fretta. Canta la mia canzone preferita,
ti prego, cantala,
Colletti alzati delle giacche, cantala in questa mattina
nella testa solo un richiamo, appena appena impazzita,
rumore sordo di mare, un uragano. cantala dove la mia mano potrà vedere,
cantala dove anche il mare
Mi sorprendono gli occhi di tua madre, si può riposare
mi trapassano, se ne vanno,
proprio mentre il ponte Vedi, non potevo davvero,
saltava in mille scintille... non potevo di certo
guardare le altre luci brillare
Oggi sono vecchio e stanco, senza provare a toccarle,
è aprile e vento, ho più paura, canta la mia canzone preferita,
così sono venuto a chiederti, ti prego, canta,
fammi questo piacere, cantala in questa mattina
appena appena impazzita.

Informazioni

Dall'album "Tempo di vento". L'autrice la ha dedicata a suo padre, ex partigiano.

pagina 1696
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Brucia la città
(2000)
di Casa del Vento
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/brucia-la-citta

Nella città arrivò la notizia Manca l'impegno la lotta la solidarietà.


Di questa nuova destra al potere
Massoni liberisti e bottegai Brucia brucia brucia brucia la città
Ed i figli delle camicie nere. Brucia brucia brucia brucia la città.

Annunciarono con la bava alla bocca Questa città ormai si è sputtanata


Qui comincia il tempo di restaurazione In mezzo a questi macchinoni ed arrivismo
Una banda di razzisti ed arroganti Arricchiti e donne ingioiellate
Con l'idea della pura nazione. Anime morte fatte di menefreghismo.

E la vostra libertà è una fregatura Ma io dico, perlomeno ricordare


Perché siamo già abbastanza soggiogati E' disarmante poi parlare di memoria
Voi vorreste esser liberi più adesso Non c'è traccia di un valore del passato
Liberi di vederci più sfruttati. Che ci lasci anche il passaggio della storia.

Manca l'impegno la lotta la solidarietà. E i nostri padri che han vissuti anche la
guerra
Brucia brucia brucia brucia la città Che han sofferto ogni patema e privazione
Brucia brucia brucia brucia la città. Non si meritano di certo anche un presente
Che riservi il senso dell'umiliazione.
Questa ciurma ha un armadio di vergogne
Ci ha portato dentro al fango di una guerra Manca l'impegno la lotta la solidarietà.
Non prendiamo esempio da quelle carogne
Che ci vogliono schiacciare in questa terra. Brucia brucia brucia brucia la città
Brucia brucia brucia brucia la città.
Non rinnegano mai quella dittatura
Reprimevano tutti i contestatori Vi hanno sentito urlare a squarciagola
Comunisti scioperanti ed operai Il triste nome di quell'anima nera
Li purgavano con l'olio e coi bastoni. L'ultima volta che l'avete fatto
Fu un nuovo giorno d'Aprile in primavera.
E i nostri padri ormai dimenticati
Uccisi dalla fame e dalla guerra Manca l'impegno la lotta la solidarietà.
Dal sonno sono stati risvegliati
Sepolti ancora in un nuovo metro di terra. Brucia brucia brucia brucia la città
Brucia brucia brucia brucia la città...

pagina 1697
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Cadaveri vivi
(2007)
di Ascanio Celestini
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/cadaveri-vivi

C'è stato un tempo in cui e i vampiri del sangue del santo ci hanno
noi eravamo cadaveri vivi, visto a noi...
c'è stato un tempo in cui
vivevamo nei cimiteri al fosforo, Noi siamo i froci, siamo gli ebrei,
camposanti di lusso con palestinesi dell'intifada
connessione veloce alla rete. siamo i barboni lungo la strada
C'è stato un tempo in cui siamo le zecche comuniste.
frequentavamo solo funerali Noi, noi siamo anarchici
e tra le bare degli eroi morti in guerra noi siamo spastici
pomiciavamo con le veline. noi siamo quelli col cesso a parte
C'è stato un tempo in cui noi siamo brutti, sporchi ma buoni
il tempo non era né bello né brutto, che detto in sintesi significa coglioni.
c'è stato un tempo in cui Noi siamo i negri, meridionali
tutto era lutto. siamo gli autonomi dei centri sociali
Ma poi c'è stato il tempo in cui siamo l'elogio della pazzia
noi siamo risorti siamo un errore di ortografia,
dal nostro stare fra ossi di seppia noi siamo i punti dopo le virgole
dove eravamo pasto per gli uccelli siamo drogati, zingari e zoccole.
e pure i pigri ed i distratti ci hanno visto
a noi... C'è stato un tempo in cui
noi eravamo cadaveri vivi,
Noi siamo i froci, siamo gli ebrei, e la camorra e la mafia
palestinesi dell'intifada erano il meglio del made in italy,
siamo barboni lungo la strada avevano ottenuto dal ministero
siamo le zecche comuniste. una certificazione di qualità,
Noi, noi siamo anarchici criminalità organizzata
noi siamo spastici però d'origine controllata.
noi siamo quelli col cesso a parte C'è stato un tempo in cui
noi siamo brutti, sporchi ma buoni noi eravamo picciotti,
che detto in sintesi significa coglioni. ma poi è arrivato il tempo in cui
Noi siamo i negri, meridionali noi siamo risorti
siamo gli autonomi dei centri sociali dalla tranquillità del mare
siamo l'elogio della pazzia dove eravamo rugginosi relitti,
siamo un errore di ortografia, e pure i tristi giornalisti fascisti ci hanno
noi siamo i punti dopo le virgole visto a noi...
siamo drogati, zingari e zoccole.
Noi siamo i froci, siamo gli ebrei,
C'è stato un tempo in cui palestinesi dell'intifada
noi eravamo cadaveri vivi siamo i barboni lungo la strada
c'è stato un tempo in cui, siamo le zecche comuniste.
noi correvamo sempre Noi, noi siamo anarchici
restare fermi era vietato, noi siamo spastici
pure i sassi stavano in divieto di sosta. noi siamo quelli col cesso a parte
Sua Santità Babbo Natale noi siamo brutti, sporchi ma buoni
era ancora vestito di bianco e di rosso, che detto in sintesi significa coglioni.
c'è stato un tempo in cui Noi siamo i negri, meridionali
ci aveva renne di lusso siamo gli autonomi dei centri sociali
ai potenti portava regali siamo l'elogio della pazzia
ai servi carbone, siamo un errore di ortografia,
ma poi c'è stato il tempo in cui noi siamo i punti dopo le virgole
noi siamo risorti siamo drogati, zingari e zoccole,
dall'happy hour del megaraduno noi siamo i punti dopo le virgole
dell'indulgenza

pagina 1698
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

siamo drogati, zingari e zoccole.

pagina 1699
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Calamandrei
(2013)
di Francesco De Francisco, Francesco "Ciccio" Giuffrida
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/calamandrei

Se vuoi andare in pellegrinaggio E allora andiamo in pellegrinaggio


lì dove è nata la Costituzione dove infuriava bufera e vento
dovrai avere molto coraggio dove chi cadde ha lasciato scritto
per arrivare a destinazione con il suo amore un testamento
per salire sulle montagne Parole scritte che sono vive
dove caddero i partigiani se sono vive nelle tue mani
e vedere le galere per spalancare le galere
dove furono imprigionati in cui siamo imprigionati
e campi strade piazze e ripulire strade e piazze
dove furono impiccati liberate dai Partigiani.

Lì dove è morto un italiano


per riscattare la libertà E lì dove è morto un Resistente
un compagno una compagna per conquistare la libertà
veri maestri di dignità un compagno una compagna
E' lì che dovrai andare noi impariamo la dignità.
tu giovane speranza E lì che dovremo andare
col cuore e la ragione difensori della speranza
lì dove è nata la Costituzione. col cuore e la ragione
lì dove è nata la Costituzione

Informazioni

Dal discorso agli studenti milanesi sulla Costituzione di Piero Calamandrei del 1955

pagina 1700
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Canción sin miedo


(2020)
di Vivir Quintana
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: spagnolo/castigliano
Tags: femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/cancion-sin-miedo

Que tiemble el Estado, los cielos, las calles Ya nada me calla, ya todo me sobra
Que tiemblen los jueces y los judiciales ¡Si tocan a una, respondemos todas!
Hoy a las mujeres nos quitan la calma
Nos sembraron miedo Soy Claudia, soy Esther y soy Teresa
Nos crecieron alas. Soy Ingrid, soy Fabiola y soy Valeria
Soy la niña que subiste por la fuerza
A cada minuto, de cada semana Soy la madre que ahora llora por sus muertas
Nos roban amigas, nos matan hermanas Y soy esta que te hará pagar las cuentas!
Destrozan sus cuerpos, los desaparecen
No olvide sus nombres, por favor, señor Por todas las compas marchando en Reforma
Presidente. Por todas las morras peleando en Sonora
Por las comandantas luchando por Chiapas
Por todas las compas marchando en Reforma Por todas las madres buscando en Tijuana
Por todas las morras peleando en Sonora Cantamos sin miedo, pedimos justicia
Por las Comandantas luchando por Chiapas Gritamos por cada desaparecida
Por todas las madres buscando en Tijuana Que resuene fuerte ¡Nos queremos vivas!
Cantamos sin miedo, pedimos justicia ¡Que caiga con fuerza el feminicida!
Gritamos por cada desaparecida ¡Que caiga con fuerza el feminicida!
Que resuene fuerte ¡Nos queremos vivas!
¡Que caiga con fuerza el feminicida! Y retiemble en sus centros la tierra
Al sororo rugir del amor
Yo todo lo incendio, yo todo lo rompo Y retiemble en sus centros la tierra
Si un día un algún fulano te apaga los ojos Al sororo rugir del amor [1]

Informazioni

Questa canzone è stata diffusa il 7 marzo 2020 sul canale youtube della cantautrice: nel video è accompagnata da
El Palomar, un gruppo composto da decine di donne, e dalla cantante cilena Paz Court. Un testo potente, una
musica che si riallaccia alla canzone popolare, un'interpretazione appassionata, dolente e rabbiosa, "Canción sin
miedo" è diventata l'inno femminista contro i femminicidi, che si verificano quotidianamente in Messico e in tutto il
mondo (Canzoni contro la guerra)

[1] L'ultimo verso, "Y retiemble en sus centros las tierra al sororo rugir del amor", cita quasi letteralmente l'inno
nazionale messicano: "y retiemble en sus centros la tierra al sonoro rugir del cañón", con la significativa
trasformazione del cannone in amore e, soprattutto, con l'introduzione dell'aggettivo "sororo" che allude alla
sorellanza.

pagina 1701
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Cannoni del Sagro


(2005)
di Davide Giromini
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/cannoni-del-sagro

Sole e vento dell’altura gli occhi non chiudano mai,


lascio alla lacrima bianca all’ombra nera che rompe il silenzio,
per fare del corpo lamento e tortura. e dà al monte bisogno di fuoco e mortai,
Cambio le mie condizioni, per inchiodare un destino severo
l’abito sporco mi dà sui rozzi battenti del passo straniero
un’altra forza per vivere nelle città. che fece un dì traboccare dai muri
Nuvole a Vinca, i silenzi del monte le lacrime del cimitero,
sferzati da una ferrovia, del cimitero.
che nessuno ha mai costruito,
ma un giorno è comparsa Nuvole a Vinca, i cannoni del Sagro,
portandomi via. sparano ancora a chi passa di là,
e nessuno si senta lontano ed escluso
Ma se questi alberi sanno parlare dall’ombra latente della civiltà.

Informazioni

Nella canzone è citata una delle più famose e celebri canzoni degli Stormy Six: Nuvole a Vinca. Non a caso: le due
canzoni sono ispirate al medesimo episodio, l'eccidio nazista di Vinca del 24 agosto 1944, ad opera delle brigate
nere e delle SS di Walter Reder (vedi: http://digilander.libero.it/ladecimamas/stragi2.htm )

Qui un video della canzone:


http://www.youtube.com/watch?v=yEw0Bc7W0Bk

pagina 1702
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Canto del solidale


(2017)
di Alessandro Fanari
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: emigrazione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/canto-del-solidale

A Ventimiglia, in tutto il litorale La Croce Rossa è organizzata


Ai neri non si può dar da mangiare Due volte al giorno un po’ di insalata
L’han detto quelli dentro al tribunale Se ti lamenti uno sbirro ti pesta
E l’ASL perché è poco salutare E l’emergenza fame, rientra

L’acqua del Roja è congelata Così tre anni in questa situazione


Se provi a darti una sciacquata Rastrellamenti in centro ed in stazione
E hai nella pancia un piatto di minestra L’ndrangheta s’ingrassa nel suo forte
Una congestione, ti secca. E noi contiamo le persone morte

O come è premuroso il mio questore Ogni dogana va boicottata


Le mani assieme ci vuole legare Ogni frontiera va sabotata
Lo fa per noi, ci vuole tutelare Siam solidali con chi le attraversa
Ci si brucia spesso a cucinare Per ogni ingresso in Francia, è festa

Informazioni

Il canto nasce dall'esigenza di raccontare le ingiustizie subite a Ventimiglia e nell'estremo ponente ligure da
migranti e solidali dal 2015 ad oggi. In aperto contrasto con le politiche migratorie europee e italiane l'intento è
quello di promuovere ideali di solidarietà verso i migranti e di boicottaggio e sabotaggio verso le frontiere,
favorendo il più possibile la libera circolazione delle persone in tutti i paese Europei ed extraeuopei.

Scritto a Genova nel gennaio 2017 da Alessandro Fanari sull'aria di La Santa Caterina dei pastai

pagina 1703
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Canto di vita
(1997)
di Ivan Della Mea
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/canto-di-vita

Guarda che razza di tempo si vive di cose da dire di cose da fare


dove un sorriso ha i suoi retropensieri
dove un abbraccio ha pieghe un po’ schive E allora amore
perché mercato di nuovi favori per quanto ci resta
dove a ognuno è dato di stare ridiamo amore ridiamo
sempre più chiuso sempre più solo
E questo nostro tirare a campare
E allora amore di poca fede di poca speranza
per quanto ci resta può farci bene può farci male
ridiamo amore ridiamo ma questo in fondo ha ben poca importanza
se non ci regge un canto di vita
E guarda il senso dei nuovi valori o la bestemmia di un maggio lontano
son fiori di stagno o d’acqua più dura
il posto la lira il vocabolario Ti prego amore
le cose sicure la casa sicura ti prego amore
e sempre sapere il giusto momento ti prego amore ridiamo.

pagina 1704
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Canto per Adil


(2021)
di Tiziana Oppizzi
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/canto-adil

Un altro lavoratore ammazzato il loro guadagno val piu' della vita di un


durante uno sciopero per ottenere diritti e uomo (2 volte)
dignita’
contro i ritmi bestiali imposti dagli Adil Belakhdim uomo onesto giusto
algoritmi del capitalismo un ideale da tanti anni aveva
la logistica, forza del padronato si batteva perché' fosse rispettata
dove lo sfruttamento e’ più’ esasperato la dignita' del lavoro salariato
la ripartenza voluta dai padroni contro razzismo e sfruttamento
serve a farci stare zitti e buoni la sua morte lascia rabbia e sgomento 2 volte
profitti nelle banche della ricchezza
cose passate diritti e sicurezza Quella di Adil e' una triste storia
strage di lavoratori non fa notizia di soprusi lotte e gran coraggio
per la loro morte non c'è' mai le sue parole stan nella memoria
giustizia di chi ha conosciuto il suo messaggio
la sua tragedia non finira' in niente
perche' non e' stato semplice incidente (2
Per adil Belakhdim ucciso davanti ai cancelli volte)
del magazzino Lidl di Biandrate il 18 giugno
2021 (parlato) E'omicidio ben preparato altri lavoratori
hanno pagato,
Or se ad ascoltar mi state questo e’ il momento della giusta rabbia
canto un delitto atroce e bestiale spezziamo le catene di chi ci tiene in
che stato e padroni han provocato gabbia
per il profitto e il dio mercato nulla deve fermare la liberta’
per i padroni, non c’e’ perdono onore a te compagno in nome tuo si lotterà
si lotta gia’

Informazioni

Testo che segue il modello dei cantastorie, composto sull'aria del canto popolare La povera Cecilia, per il
sindacalista Adil Belakhdim ucciso davanti ai cancelli del magazzino Lidl di Biandrate il 18 giugno 2021 durante un
presidio dei lavoratori della logistica, da un camion che tentava di sfondare il picchetto.

Il testo ci è stato comunicato dall'autrice.

pagina 1705
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Cantu pro sos pastores


(2019)
di Juvanneantoni Busia
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: sardo
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/cantu-pro-sos-pastores

E su grande casaru Ajoni duncas tzelate sa Bòria


Su grande casaru tziu Pinna Ca su pastore at contribuidu
Su pius mannu 'e sos industriales A tantu risultadu, tanta glòria
Chi meda at fatu e realizadu
Chi meda at fatu e realizadu Oh madonna de seunis
Cun su tribàgliu tantos capitales Intercedide cun Santa Vittoria
Oh madonna de seunis reina
Però at tropu in presse ismenticadu Intercedide cun santa Vittoria
Su sacrificu de su pastoriu Patrona de sa vidda thiesina
Su prètziu de su late est ismesadu Pro chi si pessent sos meres padronos
Su frutu de su totu isvaloriu E Paghent su late che sa benzina

Informazioni

Canto dedicato ai pastori sardi e alla lotta per il prezzo del latte.

Trascrizione a cura di Bruce Luche, revisione di Carminu Pintore.

pagina 1706
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Canzone per Ion


(2000)
di Renato Franchi
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/canzone-ion

Partito da lontano per partire davvero arcobaleni


Sei sceso con la pioggia e il tuo sguardo di Ora hai braccia di fango per costruire
cielo grattacieli
Giorni di frontiera dove i sogni vanno piano Dove il sole è stanco e non riscalda il cuore
I treni sono viaggio e i rumori sono tuono La gente vive in fretta nel paese del dolore

Arrivato da lontano nel paese in culo al Viaggiavano i tramonti partivano le parole


mondo Per la tua rosa lontana i tuoi fiori di sole
Un confine sulle spalle e un amore Poi primavera arriverà primavera porterà
controvento l’amore
Il tempo scivola piano come una vendetta In questo angolo di rabbia in questa terra
La fatica in agguato è un dolore che ti [senza viole
aspetta
Poi fu la notte delle stelle che cantavano
Nella casa di ringhiera si contano le ore alla luna
E non cade più la neve nella città senza Quando l’assassino bruciò i tuoi occhi di
stagione sfortuna
Dove il cielo è più scuro e la notte è più O forse fu la luna che piangeva con le stelle
nera Mentre morivano i tuoi anni e bruciava la tua
Per tutti i cuori stranieri nel freddo della pelle
sera Partito da lontano arrivato davvero
Ion figlio della pioggia che cercavi un nuovo
Poi vennero i padroni del fumo e della cielo
tempesta Giornate di frontiera sogni stretti in una
Fabbricanti di nuvole nere e onde di fuoco mano
per Treni sempre in viaggio i rumori sono tuono
[la festa
Con le loro offerte speciali e una paga da Partito da lontano arrivato davvero
soldato Ion adesso sei con le stelle nel tuo nuovo
La tua bocca da cucire e un lavoro disperato cielo
Giorni di frontiera sogni chiusi in una mano
Avevi mani di zucchero per disegnare I treni adesso sono fermi i silenzi sono
tuono

Informazioni

ION CAZACU, un ingegnere rumeno di 40 anni, emigrato in Italia dove lavorava come muratore. La sera del 14
marzo 2000 viene bruciato dal suo datore di lavoro, un imprenditore edile di Gallarate, durante una discussione
nella quale Ion rivendicava i suoi diritti di lavoratore. Ion muore il 16 aprile nell'ospedale di Genova dopo una
strenua resistenza alle ustioni, che coprivano tutto il suo corpo. Lascia la moglie Nicoleta e due giovani figlie.

Colonna sonora del cortometraggio Immagini di repertorio. Storia di Mircea Spiridon, di Sebiano Chillemi. Italia,
2007.

(Ierina Dabalà - nina.5 @tin.it)

pagina 1707
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Canzone urgente
(2003)
di Stefano Giaccone, Lalli
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/canzone-urgente

Compagno, è col tuono delle onde un finestrino


che canto dentro le notti più nere Comandando un mercato da solo,
Sulle spiagge vendute al cemento: porta cristo e il vaiolo
false parole, false chiese Io canto la pace portata a Baghdad
Dentro il sonno di lavoro operaio, Compagno, canto degli occhi
nelle marce barriere di Franti seduto in mezzo a due sbirri
Io canto la morte nei cessi in stazione Mirafiori, Bovisa, Rebibbia, San Paolo del
Canto le mille africane sui tram Brasile
Vestite con un destino comprato a poco Lo porto via, lo prendo per mano
da un signore nascosto dietro ad Accendere un fuoco e poi sparire

pagina 1708
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Canzoni da amare
(2009)
di Alessio Lega
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/canzoni-da-amare

Vogliamo canzoni da amare canzoni al cloruro di sodio


che il vento ripari la pioggia miniere stillanti salgemma
vogliamo canzoni dal mare di amanti sfondanti l’armadio
mai più canzoni da spiaggia. ribelli a ogni stratagemma.

Vogliamo canzoni più vere Vogliamo canzoni per aria


così come i sogni sognati debutti dal primo di maggio
dal fondo di ogni bicchiere la canta cronaca varia
la nave di Jenny e i pirati. del nostro grandissimo viaggio

Vogliamo canzoni più amare la vita che puoi raccontare


della melassa per radio la musica della parole
che mente parlando di cuore vogliamo canzoni da amare
un miele di male e di jodio e qualche canzone d’amore.

Informazioni

Un manifesto programmatico in forma di canzone (Alessio Lega)

pagina 1709
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Carlo assassinato
di Franco Trincale
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: repressione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/carlo-assassinato

Carlo Giuliani 23 anni che han cercato e voluto il morto.


uno dei tanti ragazzi del mondo
del mondo oppresso mondo precario Carlo continua con noi la lotta
uno dei tanti al di qua del sipario. la lotta dei popoli giammai morta
continua la lotta lotta infinita
Carlo Giuliani 23 anni in ogni luogo ogni spazio di vita.
23 anni una vita spezzata
da un giovane armato da quei potenti Si lotta in fabbrica uffici in lavoro
nello scenario dei finti grandi. contro l'ingiusto che impongono i loro
quei senzali del padronato
Spuntano fiori in piazza Alimonda nemici e assassini del proletariato.
dove di Carlo c'è ancora l'impronta
Carlo Giuliani si aggiunge nel conto Carlo è con noi contro la borghesia
che alfin pagherete i padroni del mondo. a difender gli spazi di democrazia
carlo è con noi nella nostra energia
Ventitre anni una vita spezzata contro lo stato di polizia.
una tragedia premeditata
dagli strateghi servi al g-8 Scendiamo in piazza, organizziamoci
di tutto il mondo proletari uniamoci.

pagina 1710
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Carlo nel cuore


(2005)
di Francesco "Ciccio" Giuffrida
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: repressione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/carlo-nel-cuore

Ho fame di luci diverse di boschi sinceri di calma eguaglianza


ho sete di splendide aurore ho un mondo diverso nel cuore
di giorni di pace di sere più terse
ho un mondo diverso nel cuore Ho fame di antichi futuri
ho sete d’un rosso chiarore
Ho fame di prati puliti di erigere case di abbattere muri
ho sete di ogni colore ho un mondo diverso nel cuore
di fabbriche aperte di cieli infiniti
ho un mondo diverso nel cuore Ho fame di lotta e di stelle
ho sete di pane e d’amore
Ho fame di immensa speranza d’avere fratelli d’avere sorelle
ho sete di onesto furore ho Carlo ragazzo nel cuore.

Informazioni

Canzone scritta per Carlo Giuliani.

pagina 1711
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Cavaliere
(2003)
di Francesco "Ciccio" Giuffrida
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/cavaliere

Cavaliere ti voglio cantare O nascondi la circoncision


Con il cuore la mia serenata
E di cuore ti vorrei suonare I tuoi eredi li hai sistemati
Molto presto quel giorno verrà Se per caso dovessi morire
Sui denari da te accumulati
Con le spade i cavalli gli scudi Niente tassa di succession
Tu sei pronto per nuove crociate
Tu la guerra no non la ripudi Autostrade trafori piloni
Se è una guerra per la civiltà Il cemento ce l’ hai nelle vene
Da nessuno a più ricco d’Italia Tu che al popolo il sangue tuo doni
Ti sei fatto davvero dal nulla Vuoi l’Italia cementificar
Chi ha puntato su te non si sbaglia
Sei onorato nella società Le pensioni tu non le sopporti
Il riposo non sai cosa sia
I palazzi erigevi con cura Preferisci non hai tutti i torti
Sei maestro di ville e di logge Una villa in Sardegna o un hotel
Venerabile oltre misura
I tuoi piani funzionano già Magistrati ne comprasti tanti
Ma il passato è passato oramai
Cavaliere più volte inquisito Ti concedo le giuste attenuanti
Ai processi non sei mai presente Il reato è prescritto per te
Ma si sa sei un famoso impedito
Su votiamo per l’immunità Tu sai usare parole adeguate
Per canzoni di grande successo
E’ legale il falso in bilancio Che sintassi che rime azzardate
O che gioia per complici e soci Ma la musica è sempre ugual
Quante pene evitate di sguincio
Nella lotta alla tua libertà Tu riduci pensioni e salari
Per la scuola non c’è mai una lira
Tu che domini l’etere tutto Chiudi fabbriche smonti ospedali
Dai consigli da bravo regista Forza taglia ti devi chiamar
Tu sai vendere balle o prosciutto
Sei campione di pubblicità Dopo anni di belle parole
Gli elettori si sono distratti
Nella reggia che hai cavaliere Preferiscono i fatti alle fole
Hai cavalli di razza pregiata Mi consenta ci eviti il bis
Li accudiva un valente stalliere
Che la brusca sapea maneggiar Cominciasti barone rampante
Poi visconte ti sei dimezzato
Che sei razzista no non è vero Quattro anni ne hai fatte tante
Della pelle al colore non badi Cavaliere non esisti più
Ma il lavoro meglio se in nero
Perché chi si accontenta godrà Sei romantico ti piace il mare
Quando il sole all’occaso sprofonda
Tu che rendi leggere le tasse Tutta roba da privatizzare
Risparmiando ogni anno un miliardo Come dire Tremonti sul mar.
Mentre alleggerisci le masse
E le tasche dei lavorator Ma che estroso sei
Ma che creativo sei
La bandana ti dona è uno schianto Ma che estro
Tu non segui la moda la crei Ma che estro
Forse occulti un sapiente trapianto Ma che estroso sei

pagina 1712
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Gran creativo sì sì Tre minuti di pubblicità


Grosso estroso si sa ( finale: sei minuti…un’oretta…una vita…)

Informazioni

Testo di Francesco Giuffrida. La musica si rifà alla "Badoglieide". (ciccio)

pagina 1713
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Chi ha compagni non muore mai, a Ivan Della Mea


(2009)
di Gian Luigi Ago
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/chi-ha-compagni-non-muore-mai-ivan-della-mea

La nave dei folli continua a viaggiare la polvere rossa che segna la strada
per uno che scende,un altro che sale dei giorni di lotta della nostra storia,
Tra porti di nebbie e scali lontani, non c’è mai futuro se non c’è memoria
tra lampi di sogni e pugni serrati
La nave dei folli che va incontro al sole
Un’altra canzone, cristalli di sale, è come il presagio di un’altra canzone
un altro compagno perduto nel mare Ancora non scritta, che aspetta una voce
Tra moli di angoscia sferzati dal tempo il primo respiro di un mondo migliore
c’è un canto feroce, non si è ancora spento
E Ivan tu lo sai, la nave dei folli
E Ivan tu lo sai, la nave dei folli non si ferma mai
non si ferma mai E non c’è tempesta che ci travolgerà
E non c’è tempesta che ci abbatterà Perché chi ha compagni non morirà
Perché chi ha compagni non morirà Perché chi ha compagni non morirà
Perché chi ha compagni non morirà
E Ivan tu lo sai
Seguiamola bene la rotta tracciata, chi ha compagni non muore mai

pagina 1714
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Classe 1923
(2004)
di Germano Bonaveri
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/classe-1923

Classe millenovecentoventitre', Classe millenovecentoventitre',


mani piccole e ruvide, puoi lasciarmi qualcosa?
dentro gli occhi le mille cicatrici Tra le mani stringi il bossolo svuotato
di giornate livide, delle opportunita'.
occhi di guerre combattute Come stringere le mani di una donna
o sentite dire o regalare una rosa,
per ragazzini che non possono capire l'appennino che si sveglia all'alba ma vorrei
quale sapore ha sapere
la riconquista della liberta'. quale sapore ha
la riconquista della liberta'.
Classe millenovecentoventitre',
e una foto sbiadita... Certo non e' stagione
di un ragazzo che oggi siede accanto me e la rivoluzione ormai non si fara',
raccontando una vita. non serve un ideale
L'esperienza e' un animale muto in questo carnevale che e' l'umanita',
che non puoi catturare, ne' santi ne' bandiere
non e' mai troppo tardi per poter capire dentro l'ascensore della civilta'.
quale sapore ha
la riconquista della liberta'. Classe millenovecentoventitre',
sei lo specchio degli anni miei,
Certo non e' stagione gli ideali sono scuse per esistere
e la rivoluzione ormai non si fara', col coraggio di vivere.
non serve un ideale Ma se guardi bene in fondo all'orizzonte
in questo carnevale che e' l'umanita', vedi solo nuvole,
ne' santi ne' bandiere come in fondo all'esistenza di ogni essere
dentro l'ascensore della civilta'. c'e' un lottare inutile...
ma che sapore ha
la riconquista della liberta'

Informazioni

Segnalata da Patrizia Muzzi patrizia.muzzi@parolemusica.com

video: http://www.youtube.com watch?v=YIy32u2Xl_8&feature=player_embedded

pagina 1715
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Clément Méric
(2013)
di Laura Rodriguez
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: francese
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/clement-meric

La haine puis le silence Ont voulu couper tes ailes


Un coup pour une vengeance
Contre le rouge et le noir Soit tranquille, car tes idées
Ont tué un frère ce soir Seront clamées poing levé
Contre l'entraide et l'amour Tu vivras à travers elles
Qu'ils exécreront toujours Dans nos luttes et dans nos coeurs
Contre tes idées si belles Là où pousseront tes fleurs
Tes fleurs ? Tes idées si belles

Informazioni

Un giovane di 19 anni Clément Méric, militante antifascista, è stato picchiato e ucciso da un gruppo di skinhead di
estrema destra a Parigi il 5 giugno 2013. Sull'aria de "Les Anarchitectures" di Damien Saez

pagina 1716
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Come le cavallette
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/come-le-cavallette

Gesto di sfida, certo Queste intercettazioni


di chi ha la legge in tasca ci fanno domandar
di chi ha padroni forti se staccano la spina
con la coscienza sporca dove potremo andar?

Inventati ed autistici Se staccano la spina


noi li rivendichiam non è finito niente
son nostri spazi liberi perchè saremo sempre
e li rivendichiam come le cavallette!

E dopo pochi mesi Inventati ed autistici


dai fatti di indymedia noi li rivendichiam!
eccoci qui a parlare Inventati ed autistici
di un'altra vil commedia noi li rivendichiam!

Informazioni

Sull'aria di "Addio a Lugano". Canzone sulle intercettazioni dei server inventati/autistici (http://www.autistici.org),
pubblicata su Indymedia Italia.

pagina 1717
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Come votava
(2012)
di Max Greggio
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/come-votava

C'eravamo assai impegnati E lo votava… e lo votava


per trent’anni e forse più,
Poi ci siamo scoraggiati Come stai? Le chiesi a un tratto.
non ricordo come fu... "Io di merda,disse, e tu?".
ma un bel giorno c'incontrammo, "Come te " e poi distratto:
per fatal combinazion, "e puo’ darsi anche di più!".
perché insieme ci trovammo “Voti sempre comunista?”
in un seggio all’elezion. Lei mi guarda e dice no "no.
Elegante nel suo velo, Però Grillo è un qualunquista.
col suo rosso cappellin, a lui il voto non lo do”
dolci gli occhi suoi di cielo,
sempre mesto il suo visin... E piano piano entrammo in cabina
pensando ai sogni e ai progetti di prima
Ed io pensavo ad un giorno lontano poi deponemmo con mano ormai stanca
a una sezione d'un ultimo piano, la scheda bianca , la scheda bianca….
quando la gente al Piccì chi credeva

Informazioni

"Centone" composto sull'aria della canzonetta "Come pioveva" (1918, di A. Gill e A. Testa)

pagina 1718
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Contro
(2004)
di Germano Bonaveri
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/contro

Contro le missioni di rieducazione, Contro le astinenze per la redenzione


contro chi va contro e ci difendera', contro i detentori della santita'
contro i pregiudizi senza un'opinione contro sprovveduti padri del terrore
contro le opinioni senza liberta' negli integralismi muore la pieta'

Contro chi si cela dietro le bandiere Contro le missioni di rieducazione,


contro tutti i martiri della societa' contro chi va contro e ci difendera',
contro movimenti e giochi di potere contro i pregiudizi senza un'opinione
contro i condottieri dell'umanita' contro le opinioni senza liberta'

Contro il falso credo delle religioni, Contro i moralismi eterosessuali


contro chi conosce una sola verita' contro stupratori senza dignita'
contro chi condanna intere nazioni contro sfruttatori di donne lungo i viali
contro chi le assolve senza autorita' contro i perbenisti della civilta'

Contro l'ignoranza etnica e sociale Contro chi non crede che si possa fare
degli interventisti privi di umilta' contro il pessimismo e l'immobilita'
contro i pacifisti in guerra contro il male Contro chi decide le regole del gioco
contro chi sa sempre da che parte sta contro chi partecipa e regole non ha.

Informazioni

Inviata da Patriiza Muzzi


patrizia.muzzi@parolemusica.com

pagina 1719
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Corrido al cavalier Berlusconi


(1996)
di Pardo Fornaciari
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/corrido-al-cavalier-berlusconi

Appena sveglio mentre ancor fa colazione Insieme a Bossi il suo cane da pagliaio
scrive la lista dei decreti da osservar va disegnando la nuova costituzion
per impedire che l'opposizione con tre italiette (che si triplica il
apra la bocca e lo possa disturbar merdaio)
Si sciugna con brillantina della Standa ognuna di esse con ben tre television
e spazzola con cura il suo doppiopetto blu! Quando le cose si saran rimesse a posto
Detta ordini a ministri e giornalisti il cavaliere certo si ritirerà
quest'è la mattinata del cavalier! intanto oggi lui si batte ad ogni costo
Noi lo acclamiamo con fervore e commozione per raddrizzarci e darci tanta libertà
lui sì che è un uomo che ci sa stare al poter Liberi di comprare le cose che ci vende
dicon che invece del progresso è reazione d'assicurarci con le sue assicurazione
ma è legge e ordine che vuole il cavalier! di pagar mutui ed interessi alle sue banche
Sindacati, partiti comunisti e di guardare le sue television
basta coi diritti, a ognuno il suo dover! Manda in pensione certi giudici arrivisti
Televisioni, Leghe, Poli e neofascisti in santa pace quanti affari si faran!
E tutto questo grazie al Cavalier! Forza italiani, non siate più tristi
evviva il cavaliere Berluscon!

Informazioni

Parole di Pardo Fornaciari, sull'aria di "El general". Il verbo "sciugnarsi" è un livornesismo che vale "impomatarsi", e
ricorda i tempi passati, in cui invece della brillantina si usava la sugna (volg.sciugna) di maiale.

pagina 1720
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Cosa rimiri ragazzo padano?


(2003)
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/cosa-rimiri-ragazzo-padano

Cosa rimiri ragazzo padano? e sta di casa in via Libertà.


Cosa rimiri ragazzo padano? Costituzione è il nome che ha
Io rimiro la donna tua che così bella e sta di casa in via Libertà.
l’ho vista mai
Io rimiro la donna tua che così bella Dimmi dove tu l’hai incontrata?
l’ho vista mai Dimmi dove tu l’hai incontrata?
Sulle montagne e nelle città
La mia donna è giovane e bella. coi partigiani io l’ho incontrà.
La mia donna è giovane e bella Sulle montagne e nelle città
Costituzione è il nome che ha oi partigiani io l’ho incontrà

Informazioni

Contraffactum del canto partigiano Cosa rimiri mio bel partigiano.

Comunicata da Ezio Cuppone, che ringraziamo, il 9 ottobre 2014

pagina 1721
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Cunfessada
(1991)
di Franco Madau
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: sardo
Tags: antimperialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/cunfessada

Deu si du ollu nai immoi, no mi intendu italianu


no si du ollu negai, mi at praxi africanu
no si du ollu cuai
a suta de frassa bandieras Deu si d'ollu nai..

no mi praxit s’Italia Ca funt spudoraus


deu no istimu su stadu totus a faci a pari
no provu sentimentu faint s’aferra aferra
po custa bandiera. no s’accuntent mai
E innui est dignidadi?
Deu nu istimu sa genti
ki ddu est setzia de annus Ca propriu in custu periudu
in cadiras de prata si obiant aumentai su stipendiu
Po is leis ki ant fatu ki est prus de sa pensioni
su dinai ki ndi ant pigau ki pigat mama mia
sa gistitzia ki ant portau
E innui est dignidati?
Deu si d’ollu nai E innui est s’onestadi?
no mi praxit s’Italia E innui est ki ei papau?
deu si d’ollu cantai Ca funt scherzus de para
deu no istimu s’istadu in totus custus annus
antzi si ollu cunfessai nc’est ki at scritu cantzonis
e ki est setziu a cadira

pagina 1722
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Custodi
(2020)
di Alessio Lega
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/custodi

Quando penso ai martiri e agli eroi Poi ritorna a casa e dorme stretta
Io penso a Durruti e Che Guevara Preso dall’asilo il suo bambino
All’esempio giunto fino a noi Tutta la sua vita è nella fretta
Tutta quella lotta che rischiara Nel caffè che brontola al mattino
Penso a Rosa Luxemburg ribelle
A chi si è giocato in un minuto Viene la paura del contagio
Nella solitudine le stelle Tutti chiusi nell’isolamento
Senza avere il tempo di un saluto Il silenzio vuoto è un nubifragio
Corre, corre la locomotiva Tutto un brulicare di cemento
Gramsci nella cella che scriveva L’ospedale adesso è la frontiera
E Pinelli sopra il motorino Del bombardamento, la trincea
Pino quel mattino che correva Ogni bollettino della sera
Mette la paura in ogni idea
Poi mi viene in mente anche il sorriso Questa dottoressa che continua
Di una dottoressa che conosco Per coraggio o per disperazione
Che operava nel Burkina Faso Per coscienza, forza o disciplina
Quando andava in ferie ad ogni agosto Va sul fronte e aiuta le persone
Dieci anni e più di precariato Sa che può portare in sé il nemico
Sola con un figlio ed una madre Dentro la sua casa, fra i suoi cari
Lei che corre sempre senza fiato gli incubi, i pericoli, il dolore
E mangia uno yogurt per le strade Tutta quella lotta che rischiara
Scappa nella metropolitana
Strappa dalla morte i suoi fratelli Quando pensi all’angelo custode
Fa guerriglia ogni settimana Non pensare a gente sovrumana
Lotta coi suoi ferri al Cardarelli Pensa che ti sta schiacciando un piede
Nella stessa metropolitana

Informazioni

"Questa è una canzone scritta durante l’emergenza, ma non improvvisata. Non parla dell’emergenza in sé, parla
della storia di una giovane lavoratrice (un chirurgo del Cardarelli, il principale ospedale di Napoli) che è anche
madre di un bambino di tre anni, e che ci si è trovata proiettata dentro - come si usa dire - in prima linea.
È il mio omaggio a queste lavoratrici, attraverso la vita di una di loro, che ho la fortuna di conoscere." (Alessio
Lega)

pagina 1723
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Dall'ultima galleria
(2001)
di Alessio Lega
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: repressione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/dallultima-galleria

E poi dall'ultima galleria Chi siamo noi? Ora siamo il mare,


Sembra mai più poter riaprirsi il sole il mare nero che si scatena
E quando luccica dal fondale Che si rovescia sopra al porto,
Sulla rugginosa ferrovia sopra al porco che lo avvelena
Dalle budella della grande vedova Il mare più salato
che ci avete fatto lacrimare
Diritto in faccia a un muro alto Date un bacio ai vostri candelotti,
Piazza Principe in un sussulto giusto prima di affogare.
Ti vomita addosso a Genova... Chi siamo noi? Ora siamo il vento
che non potete più fare ostaggio
Io quando tornerò a Genova Aria libera dai mulini,
per prima cosa col caffè di rito dalle catene di montaggio
Nel piazzale della stazione Il vento che spazzerà via,
dal baracchino il passo addormentato cancellerà l’orma dei vostri passi
Lo muoverò per riconquistare Che schianterà muri e sbarre
la dignità di me stesso al mondo scatenandosi per Marassi
Ed il dovere di camminare
a testa alta guardando il fondo Chi siamo noi? Ora siamo il fuoco
che non avete mai domato
Guardare in fondo, Quello che brucia in fondo agli occhi
guardare il mare, di questo grigio supermercato
guardare il punto fermo sull’abisso Quello che cortocircuita
Vedere tutto tornare, i fili dell’allarme
urlare, fronte spezzata e del divieto
da un chiodo fisso Mentre noi spargeremo sale
Fronte spaccata, fronte diviso, sulle rovine di Bolzaneto
fonte che anneghi
al pozzo San Patrizio Chi siamo noi? Ora siamo la notte,
Del mare rosso la luna persa dei disperati
del nostro sangue plebeo Dice il poeta*
che soffoca nel precipizio “Quando cade un uomo
Che soffoca nel precipizio... si rialzano i mercati”
E per quest’uomo di eterna notte,
Quando ritorneremo a Genova per questa luce che se ne muore
ritorneremo sopra la criniera Aspetteremo che il sole sciolga
Bianca dell’onda il blocco nero che portiamo in cuore...
che si frange al frangiflutti
che mangia la sera E così torneremo a Genova,
E scuote il senso del presente così ritorneremo a Genova
della memoria che si schianta Così libereremo Genova,
Quando Genova ritornerà così saremo liberi a Genova...
quella del giugno del sessanta
Io quando tornerò a Genova
Quando ritorneremo a Genova per prima cosa col caffè di rito
e quando Genova sarà tornata L’enorme samovar della tristezza,
Quando torno, che sta bollendomi dentro al fiato
torno al nostro inverno Questo dolore che mi ha tradito
la resistenza verrà dichiarata la grande sagoma del lutto
Quando in tutto quest’inferno E queste lacrime che ho mascherato,
ritroveremo i nostri sentimenti questo tormento che tengo stretto...
Verremo in braccio alla natura
verremo sopra i quattro elementi... E in una Genova liberata,

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senza chiusura, senza tormento Piangere in piazza Alimonda...


Senza sott’occhio la via di fuga, pardon in piazza Carlo Giuliani
senza dolore, senza spavento
Avrà senso cadere in ginocchio, * Il poeta è Max manfredi
alzare e prendersi le mani

Informazioni

Questa canzone è un inno alla vita e un urlo contro chi ce la vuole negare. Questa canzone parla di me, del mio
amore per Genova, del caffè che prendo ogni volta che arrivo al chiosco fuori dalla stazione di Piazza Principe, della
lunghissima galleria che il treno attraversa prima di sbarcarci. Questa è la mia canzone, e io alle 17 e 30 del 20
luglio 2001 ero a nemmeno – l’ho scoperto alcuni mesi dopo tornandoci - trecento metri da Piazza Alimonda. “Tutto
questo è vivo, non me lo hanno ucciso né con la distanza né con i vili soldati”.(Alessio Lega)

Da "Resistenza e amore", Nota 2004

http://www.alessiolega.it

pagina 1725
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Delle diversità
(2007)
di Germano Bonaveri
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/delle-diversita

C'e' una precisa scala di valori, il cane sciolto che ha perso un orecchio
ci sono i perdenti ed i vincitori mentre lottava per un pezzo di pane
e per ognuno un preciso colore allungato dalla mano di un vecchio
che devi imparare a classificare... che nell'altra nascondeva un bastone.
C'e' una chiara distinzione
tra migliore e peggiore... E non ci sono scale di valori,
c'e' l'urgenza, che e' dell'uomo, neanche il tuo dio ti appartiene:
di appartenere. ci sono differenze e colori
che sanno e possono vivere assieme.
Sappi che i buoni non perdono mai, E non sara' una divisa,
hanno il sostegno del cielo e non saranno gli eroi,
percio' ricorda devi stare con noi: e una coscienza rinchiusa
noi siamo nel vero... si svegliera' prima o poi.
C'e' questo strano disegno umano
che crea il nemico e il diverso, Siate l'incognita non contemplata
questa violenza del quotidiano nei manuali dell'autorita',
questo gioco perverso... siate la forza che giunge insperata
siate la vera possibilita'.
Ci sono terre di confine da esplorare Siate il sorriso dell'incoscienza
oltre il senso comune la leggerezza dello stupore,
ed altri popoli da rieducare siate la voce dell'inesperienza
finche' giunga la fine, ma una voce pulita d'amore.
perche' nel nome dell' ideologia
tutto si puo' giustificare, E non cedete alle mode,
ma che la colpa non sia solo mia, e non abbiate rancore,
tutti dovrete partecipare. che non si ama per fede
ma solo per amore...
Siete le ombre cinesi sul muro E allora forse scriverete una storia
proiettate da un'altra mano... dove bellezza e' nelle diversita'
avrete tutte un radioso futuro e non parlate di vittoria
con un fucile a canne mozze in mano, ma solo di liberta'.
vi insegneremo la disciplina
ipnotizzati dalle televisioni, Terre contadine
vi lasceremo uscire ogni mattina senza telefoni, senza vetrine.
solo a determinate condizioni. Terre da esplorare
con cieli azzurri a capofitto sul mare.
Terre di confine Terre senza vento,
senza telefoni, senza vetrine. da un portolano del quattrocento.
Oceani da esplorare Terra senza barriere
senza una spiaggia per naufragare. tutta una vita da coltivare.
Mari senza vento,
da un portolano del quattrocento. Terre contadine
Terre come stagioni senza telefoni, senza vetrine.
senza condanne ne' assoluzioni Terre da esplorare
con cieli azzurri a capofitto sul mare.
Ma c'e' un' incognita da contemplare Terre senza vento,
nel compilare una strategia, da un portolano del quattrocento.
c'e' sempre uno che non vuole ubbidire, Terre da seminare
non sta allineato, non percorre la via: per una storia tutta da inventare.

pagina 1726
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Informazioni

segnalata da Patrizia Muzzi patrizia.muzzi@parolemusica.com

pagina 1727
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Dieci Preghiere
(2008)
di Andrea Sigona
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/dieci-preghiere

L’una in punto....il fuoco cuoceva e un pensiero al passato


Le solite scorte Di quando anch’io da quel fronte
di un mattino qualunque quasi morto ammazzato
vicino a primavera Vedevo l’Italia tra
Da dietro la soglia un ricordo e una foto
da dietro quel monte E una donna di soli vent’anni
I soliti spari che mi avrebbe cercato
di una guerra schifosa La fortuna e l’amore
E quei ragazzi la al fronte mi portarono indietro
In un mattino di marzo Alle porte di questa mia vita
su queste strade scoscese ora vivo sereno
Dieci soldati marciavano Ma quando rivedo divise
cantando sopra la neve e occhi belli
Un attimo un fiato Come un incubo mi passan davanti
un pane e un saluto galere e cancelli
Un augurio di tanta fortuna
di un vecchio soldato Se tornerete da vivi
alzerò le bandiere
Se torneranno da vivi Se tornerete da morti
alzeremo bandiere piegherò queste vele
Se torneranno da morti Se tornerete da vivi
piegheremo le vele alzerò il mio bicchiere
Se torneranno da vivi Se tornerete da morti
ci sarà per tutti da bere dirò dieci preghiere
Se torneranno da morti E se tornerete perché il vento
diremo preghiere avrà incrociato due stelle
Vorrà dire che disertare
Pomeriggio in cantina è più giusto che andare
a vendere cara la pelle

Informazioni

Nel 1944 nel Bosco delle Castagne in provincia di Udine vennero trovati impiccati 10 Partigiani uno a distanza
dall'altro di pochi alberi. Un'offesa alla dignità umana

pagina 1728
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Difendi l'allegria
(2011)
di Alessio Lega
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/difendi-lallegria

Difendi l’allegria come una trincea Difendi l’allegria come un destino


difendila dallo scandalo e dall’abitudine difendila dal fuoco e dai pompieri
difendila dalle miserie e dai miserabili dai tentati suicidi, dai riusciti omicidi
e dalle assenze transitorie e da quelle dai lavori usuranti, dallo stress delle ferie
definitive. e dall’obbligo di stare allegri,
Difendi l’allegria come un principio tutti allegri, in serie.
difendila dallo stupore e dal dolore
difendila dai neutrali e dai neutroni Difendi l’allegria come una certezza
e dai gran permalosi e dalle gravi diagnosi. difendila dalla ruggine e dalla fuliggine
dalla famosa patina che il tempo vi depone
Difendi l’allegria come una bandiera e da chi dell’allegria fa una prostituzione.
dai colpi di fulmine e dalla malinconia Difendi l’allegria come un diritto
dai finti ingenui, dalle vere carogne difendila da Dio e dall’inverno che viene
dai discorsi retorici, dagli attacchi da tutte le maiuscole che la morte impone
cardiaci dalla vita contorta,
e dai mali endemici e dai baroni accademici dalle pene del caso e dai pensieri cinici
e soprattutto difendi l’allegria dai comici.

Informazioni

...un inno alla necessità del riso e della vitalità, ma anche un appello a serbare l’incredibile fragilità
dell’allegria.(Alessio Lega)

Liberamente tratta da una poesia di Mario Benedetti.

pagina 1729
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Disperanza
(1997)
di Ivan Della Mea
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/disperanza

Gli zigomi lustri dell'uomo che muore


e sopra quegli occhi Somalia visione
di febbre di fame le labbra stupite mio grasso sbadiglio
Due sterpi rinsecchi Serbia Croazia Ruanda
che figliano rami in Zaire sia fatta
nodosi piccini la pace con arte
a cinque per parte la pace con arte
ed è disperanza, è disperanza e l'ombra è una madre
La pena scolpisce che fila dritta con arte
un petto a carena e l'ombra che si porta
già stanco già sfianco già peso sull'anca capelli lunghi di vita
e giù fino in fondo a tocco del mondo E ancora
Due arbusti più neri io tutto di tutto ho da fare
che figliano rami per poi meritare
nodosi piccini chiunque tu sia
a cinque per parte mio ultimo figlio
ed è disperanza, è disperanza e mia disperanza
e l'ombra è una madre Ma calda e accogliente
che fila dritta con arte e certa è la stanza
e l'ombra che si porta e tale
capelli lunghi di vita è questo mio sperso
Son sette gli anni mio bianco natale.

Informazioni

Il brano, eseguito dai Mau Mau, è inserito nell'album "Ho male all'orologio" di Ivan della Mea (1997).

pagina 1730
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Donne di cielo
(2005)
di Renato Franchi
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/donne-di-cielo

Vestite di cielo con il sole e nel vento Vestite di mare controvento e nel sole
in silenzio urliamo la pace nel mondo, sotto un cielo scuro di silenzio e di dolore
che lunga la strada ma più in là va il dolore noi vi condanniamo signori della morte
per tutte le donne ferite nel cuore, per le bare e le bandiere che ci avete dato
per i figli perduti di ogni sporca guerra in sorte
per il sangue innocente che ha bagnato la per tutto il sud del mondo offeso e sfruttato
terra. per le violenze e le torture che ci avete
regalato
In questo viaggiare nel sorriso e nel pianto,
per tutti i bambini nelle macerie del mondo; In questo viaggiare nel pianto e nel sorriso
dall'Africa nera alla fiera Palestina cambieremo questo lutto in un dolce paradiso;
nel cielo d'Israele, con la luna d'Argentina; si farà una grande festa, vestiremo di colori
negli occhi delle madri nella piazza del del ridere dei bimbi, dei balconi con i fiori
Maggio e se la guerra finirà in tutti gli angoli del
c'è una striscia di futuro per il loro mondo
coraggio. tutti insieme si farà un grande girotondo.

Fuori la guerra dalla storia Fuori la guerra dalla storia


scacciamo via la guerra dalla nostra storia scacciamo via la guerra dalla nostra storia,
fuori la guerra dalla nostra vita fuori la guerra dalla nostra vita
mandiamo via la guerra facciamola finita. mandiamo via la guerra facciamola finita.

Informazioni

Ierina Dabalà - nina.5@tin.it (la mia mail è già inserita nella mail-list) La canzone è stata scritta da RENATO
FRANCHI (www.suonatorejones.it), con la collaborazione delle Donne in Nero di Varese. Il titolo originale, infatti, era
"Donne in nero", poi cambiato quando è stata inserita nel CD "sogni e tradimenti" Io vi mando il testo ma credo
che, se vi interessa, sia possibile, chiedendo a Renato Franchi: martafra@libero.it avere anche lo spartito o gli
accordi. Ciao, e grazie per il bellissimo lavoro che state facendo. Io sono una appassionata del canto popolare, ed è
stata una vera gioia trovare il vostro sito, così completo. Un abbraccio, ciao Ierina

pagina 1731
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E più non canto (anti-Gelmini)


(2008)
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: scuola/università
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/e-piu-non-canto-anti-gelmini

E più non canto e più non ballo e ci hanno messo il grmbiulino


perchè la scuola m'han rovinà e le classi ponte ci hanno dà.
E più non canto e più non ballo
perchè la scuola m'han rovinà. E ci daranno maestro unico
che a trenta alunni dovrà insegnar
E nella scuola elementare e ci daranno pensiero unico
hanno voluto proprio tagliar che trenta alunni dovrà educar.
pochi maestri troppi scolari
non ci son soldi per continuar. Sarà proibito uscir di scuola
e andare in giro ad imparar
E ci hanno detto non fate storie sarà proibito anche pensare
chi scende in piazza non vuol studiar sol la tv si potrà guardar.
e ci hanno detto non fate storie
andiamo in piazza ma per studiar. Dobbiamo fare grande protesta
che sia di tutta la società
E ci hanno tolto il tempo pieno stella stellina, cara ministra
e gli stranieri li han separà nella tua scuola vai tu a insegnar.

Informazioni

"Il canto anti-Gelmini che propongo è stato composto da un coro di donne di Modena, Le cence allegre, che
ripropone i canti popolari. Siamo quasi tutte insegnanti e abbiamo composto il canto sulle note di E più non canto.
L'abbiamo cantata in moltissime occasioni di protesta contro la Gelmini, organizzate nella nostra città." (Roberta
Pinelli)

pagina 1732
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E' arrivatu lu furtu nuevo


(2010)
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: pugliese
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/e-arrivatu-lu-furtu-nuevo

E' arrivatu lu furtu nuevu, (a-a!) ca t'aiutu a mbavagliare


ch'ene l'enterogelmina... (a-a!), divergenza si ce n'è !
e la scola è alla pecorina
quanno n'antra idea nun c'è! (x 2) E' rrivatu lu fruttu nou
ca se chiama lu pipirussu
Quando n'antra idea nun c'è, (a-a!) e studiare mò è 'nu lussu
gira gira e taglia me (a-a!) e nzegnare un lusso è.
ca t'aiutu a scancellare Se insegnare un lusso è,
la cultura indò ce n'è ! scarica la crisi a me,
Oi Mariastella, oi Mariastella, progressione di carriera f
una cosa tieni bella erma per tre anni tre
ma la mente tua nun è. niente aumenti di stipendio,
fermi per tre anni tre
E' arrivatu nu tagliu nuevu, (a-a!)
ca si chiama... lu pricuecu.... (a-a!), E' rrivatu lu fruttu nou
prufessore t'a mettu ddretu ca se chiama la cerasa
fermo per tre anni tre! (x 2) mariastè vattinne a casa
ca nun è robba pè ttè.
Fermo per tre anni tre, (a-a!) beddha mia vattinne a casa
finanziamenti nun ce n'è (a-a!) ca nun è robba pè ttè.
ma fai il pieno d'ignoranza Rit.ca nun è robba pè ttè
con la 133 (x 2) statte a casa mariastè
Oi velignotta, oi velignotta, 33 alunni pè classe
t'ho studiata sopra e sotta e più altri trentatrè (2)
ma un neurone tuo non c'è.
E' rrivatu lu fruttu nou
E' arrivatu lu fruttu nuevu, (a-a!) ca se chiama pummitoru
ca si chiama.... la vernacocca... (a-a!) vulia fà 'o ricercatore
nci vuo chiurere la vocca ma fatìa nun ce n'è
e mò lu bavaglio c'è! (x 2) vulia fa 'o ricercatore
ma sò precario all'atenè.
Quando lu bavaglio c'è, (a-a!) Oi velignotta, oi velignotta,
vuoi far stare zitta me (a-a!) t'ho studiata sopra e sotta
ma un neurone tuo non c'è!

Informazioni

Canto estemporaneo inventato e cantato con amici, perciò autori ignoti; il testo deriva dal canto popolare pugliese
E' arivatu lu fruttu nuevu, sulla cui aria abbiamo cantato anche questo.

pagina 1733
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El palass de Lumbardia
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: milanese
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/el-palass-de-lumbardia

Se sa che a parlà de Milan Se sa che a Milan fa su i cas


se fa minga fatiga se ga minga fatiga,
cun tanti tangent per i man ma in tasca a la gent gh'è rimasta
el discurs el scarliga, una lira stechida,
ciapem per esempi el palass in cambi num sem ch'el palass
de la Lumbardia, l'è servì a un bel nient,
quatter cent bei miliun l'ha fa' un bel regal sulament
che i milanes han tra' propri via. al partì del cement.
El palass de Lumbardia El celeste Formigoni
l'è de veder e cement el fa propri un bel mestèe
cun la piazza. l'eliporto offre appoggi a milioni
per fa' invidia a tanta gent. ai so' amis de Ciell,
El Furmiga che belessa, fa vacanze con il gruppo
el se buta dal barcun, alle Antille e Saint Tropez
l'è una nav de vint meter a con i gran faccendieri della sanità
dispusisiun, conti all'estero in gran quantità.
el Daccò che ghe cascia i miliun: Fa nagott se 'l fa il voto de povertà
fa nagott se la gent la paga pussè, l'è la casta... pardon,
l'è il sistema Furmigun-don Verzè. el palass de la Libertà.

Informazioni

Testo scritto da Tiziana Oppizzi e Claudio Piccoli sull'aria di "Lassa pur che il mund el disa" di Giovanna Danzi

pagina 1734
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Epitaffio 1919
(2015)
di Bertold Brecht
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/epitaffio-1919

La rosa rossa recisa sta, cacciava.


dove dorma il sonno eterno nessuno sa.
Lei che la verità ai poveri svelava Requiem ei
trovò una mano ricca che dal mondo la

Informazioni

Si tratta della traduzione e dell'arrangiamento di Rocco Rosignoli della canzone Grabschrift 1919 di Brecht e Weill,
dedicata a Rosa Luxemburg

pagina 1735
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Ero staffetta
(2019)
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti, femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ero-staffetta

Ero staffetta portavo armi, quando è finita sta brutta guerra


bombe, pane, soldi, stampa clandestin, non abbiamo avuto più soddisfazion.
mi han torturata, mi han fucilata,
sulla bicicletta sera e mattin. Ma io l'ho detto alla mia figlia
vattene nel mondo a raccontar
Poi sono andata sulle montagne, le partigiane e le staffette
con i miei fratelli andavo in azion, devono aver la giusta dignità.

Informazioni

Parodia della canto Son la mondina son la sfruttata sul ruolo per lungo tempo misconosciuto delle donne durante
la resistenza. Inoltre è un tentativo di sanare l'inesistenza di canti resistenziali che parlino delle donne come
soggetti attivi della guerra partigiana. E' stata elaborata il 2 marzo 2019 nel corso di un laboratorio autogestito,
nell'ambito della festa "Almen nel canto non vogliam padroni!" organizzata dal coro Pane e Guerra di Bergamo a
Ponteranica (BG)

pagina 1736
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Fall Down in Barletta


(2015)
di Giubbonsky
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale, morti sul lavoro
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/fall-down-barletta

Mi chiamo Maria Cinquepalmi non solo di chi s’è indignato


ho 14 anni e sto a scuola cucivano tute e magliette
Io invece ne ho 30 per meno di 4 euro all’ora
sia chiaro e sono Giovanna Sardaro e insieme han portato con loro
Maria ritornata da scuola
Piacere Matilde Doronzo
che a 32 anni lavora Le mie 37 stagioni
Saluti da Antonella Zaza trascorse sempre lavorando
36 primavere e son fiera sono Tina Ceci e domando
sai dirmi se non ora quando
Son donne son morte a Barletta sono Tina Ceci e domando
e insieme a quello scantinato sai dirmi se non ora quando
crollato è anche un mondo di affetti

pagina 1737
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Fantazzini
(2001)
di Pardo Fornaciari
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/fantazzini

Quest’è la storia d’un giovane d’altri tempi Io non ci credo, ma la colpa, di chi sarà?
Che nella vita compromessi non accettò Svelto, pedala, Fantazzini in bicicletta
per non piegarsi, per essere sé stesso Svetta davanti a chi dubbioso si crogiolò
Horst Fantazzini libertario si chiamò lasciati indietro Godot e chi l’aspetta
Nessuno sa dirti dove s’è incagliato se non ritrovi - traditora - la libertà
non si decide a arrivar Godot
mentre straniero tra reclusi strani All’anagrafe aveva sessant’anni
consumi in carcere il tempo che ti restò Ma era anarchico e questo gli bastò
A chi col sangue d’altri il suo pane guadagna
Si travestiva, faceva il viso da cattivo, A chi gli dette la frustata che lo spezzò
con la pistola di bachelite a fare un E Fantazzini corre corre in bicicletta
prelievo traversa i campi, cavalca la città
lui senza tessere, né conti con la coscienza Ma che ti frega di Godot e di chi l’aspetta
si riforniva ma non passava dal bancomat Se non ritrovi – traditora – la libertà
Ma dove corre Fantazzini in bicicletta
Lui rincorreva un fine pena che non arriva Ragazzotti in livrea armati di clava
non si decide a venir quel Godot che aspetta Giovani senza, educati dalla TV
e non ritrova - traditora - la libertà Piccoli numeri, la bocca piena di bava
Picchiano un uomo son servomacchine e nulla
Tornato dentro si va a lavare sotto la doccia più
Sotto la doccia morto stecchito si fa trovà E corri corri Fantazzini in bicicletta
Ma sarà vero che tu hai fatto ‘sta morte davanti a tutti nel ricordo di chi t’amò
scema e corri fiero del tuo esempio d’essere uomo
alfiere indomito della libertà

Informazioni

Corrido in ricordo di Horst Fantazzini, anarchico antisistema, trovato morto a 60 anni in galera. Parole e
rielaborazione musicale di Pardo Fornaciari

pagina 1738
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Fantozzi Antonio da Campiglia, deportato


(2003)
di Pardo Fornaciari
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/fantozzi-antonio-da-campiglia-deportato

Quarantaquattro, a Campiglia, Li credeva i vicini,


di d’estate, co’ragazzi a chiacchierare sicuro gli andò a aprir
Ride Marcello a una camicia nera Invece erano i neri
E quello: “Il nome tuo mi devi dar" lo mandorno a morir
“Io resto senza
se il nome a te lo do” Lo scherno sgangherato dei fasci
Rabbioso il nero Che in Maremma ‘un facevano p
lo prese e l’arrestò Con le spalle coperte dai nazisti
Arroganti, durante la tortura
Viene a sapere Antonio del figliolo “Un viaggio gratis
Che l’han rinchiuso giù nella caserma ti si regalerà
Colla doppietta si move da solo In treno ad Auschwitz
Du’colpi in canna, e fa con voce ferma noi ti si manderà”
“Fatelo uscire
o come io son qua E l’indomani cupa fu l’aurora
Almeno due di voi Che lo chiusero in un carro piombato
a casa ‘un torneran” Ma non s’arrese Antonio ed ad o
biglietti scrisse, pe’esser ricordato
Non ebbero il coraggio di fiatare Il deportato
Spaventati, i fascisti di Campiglia nel gorgo scomparì
Marcello e Antonio li lasciar andar Non si sa neanche
Tornare ad abbracciare la famiglia se in lager ci finì
Ma a rivalersi
quelli pensavan già Fini, Alemanno, Matteoli, Storace
scarafaggi di notte Che da quegli assassini discendete
si dettero da far Non dovrete mai più sentirvi in pace
Braccati da chi di giustizia ha sete
Andaron al comando dei tedeschi Un padre fiero il figlio
Parlarono col loro caporione sempre difenderà
“Antonio torna a Genova, stiam freschi Soltanto un vile nero
Se non gli diamo dura punizione non lo può sopportar
Lasciamolo partire,
l’andremo ad arrestar Alla storia di Antonio il tornitore
Gestapo con milizia, Che con modesti versi qui ho cantato
non si ribellerà” Inchiniamo commossi il nostro cuore
Riceva il giusto ricordo ed onorato
Così la sera Antonio il tornitore Lui fu un eroe
Dell’Ansaldo a casa si riposa ma dell’umanità
E mentre il campanil batte le ore Quello che gli si deve,
Qualcuno bussa alla porta di casa noi non si scorderà

Informazioni

Ballata che narra la storia di Antonio Fantozzi, operaio maremmano, un episodio della Resistenza popolare diffusa,
messo in versi da Pardo Fornaciari sull'aria dell'Addio del Batacchi

pagina 1739
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Fighissime anziane
(2019)
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/fighissime-anziane

Io mi chiedo tra 20 anni me le levano di torno


io chissà come sarò
se la voglia di cantare All’età che sarà quella là
per denuncia ancora avrò noi saremo fighissime anziane
raccontare ai pronipoti terza età ci darà libertà
lotta in manifestazione anche se non sapremo chattare
e che solidarietà ma cantare, sognare, lottare
è la vera soluzione
La pensione è sempre meno
All’età che sarà quella là ma la grinta invece no
noi saremo fighissime anziane vado avanti ogni giorno
terza età ci darà libertà e mi incazzo sempre un po’
anche se non sapremo chattare ma che poi la rabbia in fondo
ma cantare, sognare, lottare mi da sempre un gusto strano
se ci fosse ancora lotta
Se mi vedo con gli amici siamo pronte donne andiamo
si divide dolce e vino
si discute e poi si canta All’età che sarà quella là
alla faccia di salvino noi saremo fighissime anziane
e vi dico certe droghe terza età ci darà libertà
me le prendo in ogni giorno anche se non sapremo chattare
menopausa e la pressione ma cantare, sognare, lottare

Informazioni

Parodia della canzone Itaca di Lucio Dalla, parla in modo ironico della condizione delle donne anziane ma
combattive. E' stata elaborata il 2 marzo 2019 nel corso di un laboratorio autogestito, nell'ambito della festa
"Almen nel canto non vogliam padroni!" organizzata dal coro Pane e Guerra di Bergamo a Ponteranica (BG)

pagina 1740
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Fiore di campo
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/fiore-di-campo

Beniamino poco più di un bimbo e dei loro petali di cielo


noi ci chineremo sul tuo nome strappato han coperto e onorato l’ultimo tuo sogno
la nel prato accanto al riposo dei morti Beniamino fiore di campo
sai ti chiameremo sempre fiore di campo Beniamino fiore
Beniamino fiore di campo
Beniamino fiore RIT: Beniamino poco più di un bimbo
Tu quattordici anni appena avevi Beniamino fiore di campo
e pensieri alti e affilati come lame Ti ascoltiamo respirare lieve
che il respiro tuo hanno reciso A Primavera dopo la neve
quando hai scelto bimbo mio di scendere nel Nella Primavera
gelo Che sa far aprire
dell’inumano e il tuo cuore offrire Piccole corolle d’oro
come fosse un fiore Nella Primavera
RIT: Beniamino poco più di un bimbo Che sa far aprire
Beniamino fiore di campo Piccole corolle d’oro
Ti ascoltiamo respirare lieve
A Primavera dopo la neve A quattordici anni Beniamino
E il tuo cuore offrire un amore giovinetto nel tuo cuore avevi
Come fosse un fiore per la sua promessa già segreta
Come fosse un fiore quando loro han chiuso i tuoi occhi, hai
aperto
I compagni fuori dalla scuola il tuo sguardo al bagliore
han raccolto fiori di “nontiscordardime” che precede l’alba

Informazioni

Liberamente tratto da una poesia di Morena Colombo


Beniamino Cobianchi Nato a Suna (Verbania) nel 1931, fucilato a Cavandone il 5 aprile 1945, studente.
Aveva appena concluso i tre anni delle scuole medie e voleva "andare con i partigiani". Inutili le preghiere dei
genitori per dissuaderlo; inutili anche gli argomenti usati, allo stesso scopo, dai dirigenti del CLN verbanese, ai
quali il ragazzino si era rivolto. Ma quando si decise l'assalto ad una caserma della GNR, si pensò che la presenza di
un infiltrato nel fortilizio avrebbe potuto facilitare l'azione. Quando Beniamino chiese ai fascisti di essere arruolato,
la sua offerta fu prontamente accolta e, la notte dell'attacco partigiano, sul finire del marzo 1945, di guardia alla
caserma era proprio quel bambino in divisa della GNR. Fiero del successo dell'impresa, Beniamino Cobianchi,
smessa l'odiata uniforme, voleva andare ad Intra, dove stavano gli ignari genitori, per raccontare che era
diventato, loro malgrado, un vero partigiano. Non li vide mai più. Catturato a Cavandone dai fascisti di un reparto
della "Ravenna", fu sottoposto a brutali interrogatori. Ma il ragazzino non parlò. Era ormai in fin di vita, quando fu
trascinato presso la cinta del piccolo cimitero e passato per le armi. Ottanta fori di proiettile furono trovati nel
corpo del partigiano quattordicenne, che poche ore dopo il ritrovamento, era ricoperto di fiori di campo, portati dai
compagni di scuola. Oggi, sul lato esterno destro del cimitero di Cavandone, una lapide ricorda il sacrificio del
ragazzino. Un'altra lapide, con una piccola foto, ne tramanda la memoria a Suna (oggi nella provincia Verbano-
Cusio-Ossola), in Via dei Partigiani.

pagina 1741
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Fischia il vento a Lampedusa


(2021)
di Elisa Biason, Giovanni D' Ambrosio, Francesco Piobbichi
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: emigrazione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/fischia-il-vento-lampedusa

Là su quel molo nei giorni di maggio Siate maledetti governi assassini


c’erano uomini donne e bambin e chi fa patti con quegli aguzzini
all’emergenza gridan gli assassini che rinchiudon nel filo spinato
perchè son vivi e non in fondo al mar. chi nell’Europa c’aveva sperato

In questo mare si muore a migliaia Le terre ai popoli hanno depredato


abbandonati nell’indifferenza non il progresso, la fame han portato
a Lampedusa si fa la resistenza le armi son libere di circolare
è benvenuta l’intera umanita'. l’umanità … scompare in questo mare

Le nostre navi ci avete bloccato Questi martiri delle frontiere


salvare vite non è un reato diventeranno le nostre bandiere
il ricco vola sulla frontiera dentro i pugni portiam la memoria
mentre il povero soffre in galera. sono i popoli a scriver la storia

Informazioni

Questa è la presentazione del canto scritta dall'autrice,dagli autori del testo e da Ciro De Vincenzo, che
rappresentano anche la fonte diretta del canto stesso che ha come base musicale il canto partigiano Fischia il
vento:

«Fischia il Vento» nasce dalle parole del giovane dottore di Porto Maurizio, Felice Cascione (1918-1944) – detto “’U
Megu”, il medico – e dal riadattamento della melodia sovietica Katjuša. Felice costituì la prima formazione
partigiana del Ponente ligure, e le note della canzone divennero coro comune per tutte le partigiane e tutti i
partigiani. Al solo sentirla intonare, si racconta, i nazifascisti impazzivano. Un’arma etica, prima che materiale, in
grado di raccogliere e riunire, di dettare – nel ritmo delle parole – il senso del principio di un agire politico da
applicare e onorare, financo con la propria vita, indefessamente. “U Megu” aveva scelto di salvare la vita di un
fascista ferito – il giovane milite Michele Dogliotti – durante l’azione partigiana. Spiegava ai compagni, “U Megu”,
d’aver studiato vent’anni per salvare la vita delle persone e che sarebbe stato giusto curarlo e tenerlo con loro per
spiegargli, fargli capire, accompagnarlo in un percorso. E dunque, presta soccorso, divide con lui il poco cibo e il
riparo dalle intemperie per un mese. Quello stesso fascista, riuscito a scappare, avvertirà alcune centinaia di
nazifascisti che assalteranno i rifugi nella zona di Ormea. Il 27 gennaio 1944 muore Felice Cascione, crivellato di
colpi.
Quella stabilità e quell’ordine che l’Europa aveva tanto ricercato, e che pareva aver guadagnato, si incrina, e si
spezza nel diniego del diritto ai diritti di chi è oppresso o oppressa.
A maggio 2021, come in quasi tutti i giorni di tutti i mesi di tutti gli ultimi 30 anni, a Lampedusa approdano migliaia
di persone partite dalla Libia e dalla Tunisia. Persone finalmente salve dopo le torture subite in Libia, o dopo il
pericoloso ed estenuante viaggio attraverso il Mediterraneo.
In quei giorni, si era insieme sul molo Favaloro. Donne, uomini e bambini si riparavano tra l’immondizia. Nella
notte, la coperta termica offriva calore, il pomeriggio un riparo abbagliante dal cocente sole. Un giocattolo dona il
sorriso ad un bambino, che ricambia con la meraviglia di un abbraccio. Una bambina balla, danza, ride, non appena
i suoi piedini toccano la stabilità del suolo.
E, dunque, riguardiamo a “U Megu”, per cantare gli incontri e i racconti di vite sopravvissute e il ricordo di chi non
è più, ma che c’è ancora nei nostri inni e trame. Per raccogliere le loro biografia, e testimoniarne la continuità, la
presenza, la capacità di poter rompere il filo spinato della frontiera.
Usiamo questa melodia di resistenza per raccontare quello che è successo alle persone che in quelle notti ed in
quei giorni hanno attraversato il mare, dormito al molo e fuori dall’hotspot. Hanno aspettato giorni prima di essere
trasferiti sulle cosiddette navi quarantena dove dovranno attendere, ancora, al largo delle coste italiane prima di

pagina 1742
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poter mettere piede in terraferma. Cantiamo il loro coraggio e la rabbia verso chi vuole far credere che
l’emergenza siano loro, i vivi che raggiungono l’isola, e non le persone imprigionate, decedute o disperse lungo il
cammino per arrivarci.
Fischiava il vento la notte a Lampedusa, tra le coperte e l’odore acre di umanità e benzina.
Ed al fischio di questo vento, non ci sarà governo che non impazzirà.

pagina 1743
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Fortza pastores
(2019)
di Nicola Loi
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: sardo
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/fortza-pastores

Alta bandera de bator moros, Sa natzione non faghet contu.


Zente fièra paris sos coros. Ma s'unione est a cunfrontu.

Su late in terra, est unu dannu, Est un'ispina in su costazu.


Est una gherra pien'e afannu. Ma sa faina est cun corazu.

Sun sos pastores in avolotu. Sun sos soldados de sos cuiles:


Che pedidores, tratados totu. No sun armados ca sun tziviles.

S'industriale lu narat issu. Alta bandera...


Giughet s'istrale, chen'e permissu.
Est una mòvida, de isolanos.
Donz'istradone paret niadu. Nd'etat sa bovida de sos romanos.
Broca e bidone isboidadu.
Animu zente, ca la 'inchimus.
Alta bandera... Cun frisca mente bi resessimus.

Gratzia perdìda, pro disisperu, Ca su suore cheret pagadu,


Sa zente unida, sardu fieru. Mai su pastore umiliadu.

Alta bandera...

Informazioni

Canzone, da cantarsi sull'aria di Nanneddu meu, dedicata alla lotta dei pastori sardi per il prezzo del latte.

pagina 1744
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Frizullo
(2006)
di Alessio Lega
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: emigrazione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/frizullo

(per Alfredo Simone) la morte del pomeriggio.

La notte color del vino Dino Frisullo fu un militante


vomitò ancora una nave di Avanguardia Operaia
carica di kurdi, una nave carretta poi finì il sessantotto
- come si dice - dal mare e si archiviò la battaglia:
una nave disperata, «Contrordine compagni,
della solita disperazione non si cambia più il mondo
salpata dalla Turchia anzi, cambiatevi d’abito
rotta contro l’illusione. e restate sul fondo»
Sulla fiancata graffiata, Ma Dino Frisullo sul fondo
scavata una scritta misteriosa: inciampò nella coscienza
«Frizullo» diceva: come una bomba innescata,
un nome, un monito, qualcosa… un futuro di resistenza
Cosa vorrà mai dire? e fondò e fuse e diffuse
un Dio, un tribuno, un’accusa? più d’una associazione
Sul fianco di quella nave lo scopo? Salvare il mondo,
una ragione, una scusa? pensa che ostinazione!

Che cosa ancora brilla Capitano, la mia casa fa acqua,


dal fondo senza ritorno? s’è diroccata
Che cosa ci tiene in piedi, i tappeti marciscono
che cosa ci tiene a giro? e tutto mi sembra idiota
Increspato di schiuma c’è musica in ogni bar,
c’è chi tenta un respiro ma non si muove una nota
sentinella nella sentina l’annunciatrice annuncia
da che parte viene giorno? il programma della serata.

«Frizullo» non è una parola Dino Frisullo era dietro tutti i migranti,
di una lingua proibita sempre presente
non è un codice sacro, fu arrestato in Turchia
né una sfida agguerrita e condannato, innocente
«Frizullo» è un nome storpiato, ma di quell’innocenza aggressiva,
precisamente un cognome che non è una consolazione
sta per «Dino Frisullo», e quando fu liberato
come dire, attenzione! tornò in trincea con quel nome…
Noi siamo i suoi amici, i parenti, Che perciò i kurdi se lo scrivevano
i suoi protetti, i suoi figli sul fianco d’ogni barcone
siamo quelli di Frisullo, «Frizullo», «Firosillo»,
dischiudete gli artigli insomma: grande protezione
e lasciateci passare, e mentre un tumore
alla faccia dell’assassino se lo portava in un lampo
è una lotta per la vita, aveva l’aria scocciata
ci dà una mano Dino… come per un contrattempo.

Sentinella pallida e assorta C’è ancora una nave a Brindisi


nel mezzo del fumo grigio che il nero non inghiotte
c’è qualcosa che schiude i denti, che il buio non s’è mangiata
che telefona e sfida col suo passo sicuro
però se tendi l’orecchio da lì qualcosa ancora
qui tutto quanto grida sta fissando lo scuro
e ride mentre tu dormi sentinella, sentinella

pagina 1745
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a che punto resta la notte? Sentinella tu dimmi


a che punto è la notte.

Informazioni

Dino Frisullo era un bravo giornalista che aveva messo al servizio degli ultimi, dei migranti, dei Kurdi tutta la sua
vita: un’anima bella, cioè un rompicoglioni. (Alessio Lega)

La voce di Wikipedia dedicata a Dino Frisullo http://it.wikipedia.org/wiki/Dino_Frisullo

pagina 1746
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Gappisti
(2020)
di Rocco Rosignoli
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/gappisti

Nel silenzio cittadino E hanno mosso il passo zitto


nella notte fluorescente verso il fiume sotto il ponte,
misteriose e intabarrate Dal tabarro esce un coltello
viaggian tre figure lente. per le gole che han di fronte.
Stan seguendo una cometa,
la raggiungi e se ne va, Silenziose son le lame
il suo nome fa paura, che saettan nella notte,
l'han chiamata “libertà”. Sentinelle che non vedon
fino a quando non li han sotto,
E non è al di là del ponte, Sentinelle che non gridan
da lì scendon rumorosi perché il sangue in gola strozza
i carri neri che fan fuoco Quell’allarme intrappolato
su quei pochi coraggiosi tra le spalle e testa mozza.
che han deciso di riunirsi
mentre crollano le mura Cadon corpi presso l’acqua,
con un mitra tra le mani, dalle mani esce il tritolo
ignorando la paura. Che i tre fissano ai piloni
due-tre metri sopra il suolo.
Con un canto silenzioso Dal tabarro esce un cerino
nelle umide cantine, e nella notte fluorescente
nei solai e sottotetti, S’ode un butto e c’è una luce,
nelle bettole, al confine e di quel ponte resta niente.
tra la luce e il buio pesto
della notte degli umani Misteriosi e intabarrati
viaggian lenti e intabarrati i gappisti son distanti,
con qualcosa tra le mani. Mentre ormai attorno a loro
son già svegli tutti quanti;
Silenziosi verso il ponte Grida il popolo per strada,
come ombre tra i lampioni, da quel ponte vien la morte,
come lupi tra gli agnelli, Ora che l’han devastato
come i saggi fra i coglioni, lei ha braccia un po’ più corte.
batte il cuore all'impazzata,
batte il passo verso il dramma, Con un canto di trionfo
tra le mani quel mistero salgon su dalle cantine,
che rivelerà la fiamma. Dai solai e sottotetti,
oltrepassano il confine
Nella notte fluorescente tra la luce e il buio pesto
la cometa viaggia sola, della notte degli umani
L’han lasciata alla sua strada Tutti prendono coscienza
senza dire una parola che il futuro è tra le mani.

Informazioni

Tra i tanti canti partigiani tramandati, pochi o nessuno riguardano le vicende dei Gappisti, coloro che condussero la
propria lotta in città. Il motivo si capisce facilmente: chi combatteva in città doveva restare nascosto, silenzioso,
non poteva farsi identificare. A differenza di chi combatteva in montagna, non poteva quindi cantare per infondersi
forza, per sentirsi parte di un gruppo. Nel suo piccolo, questa canzone vuole riempire questo vuoto con questa
canzone, dedicata ai Gappisti. La canzone non racconta un episodio realmente accaduto, ma uno inventato, simile
a tanti altri di cui si ha notizia dai libri di storia e dai racconti di chi c'era.

pagina 1747
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Gelato in Febbraio
(1996)
di Giubbonsky
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: repressione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/gelato-febbraio

23 di febbraio, piazzale Lugano, speranza


una rissa tra pusher e il Digos Policino e nell'animo stretto c'è angoscia che avanza
alza il braccio, mira e spara e un proiettile non crediamo più a niente, non è
vagante un'impressione
lascia steso li per terra un fratello resta solo amarezza mista a desolazione
sanguinante.
Nebbia fitta dentro gli occhi, freddo intenso Quanti altri gelati dovremo ingoiare..
nelle ossa,
lacrime, dolore e rabbia siamo ancora tutti Non è stato un gelato a fermare il coraggio
scossi di un fratello dolcissimo, un cuore di saggio
e costretti a berci un calice dove olezza la questo senso di vuoto che riempie qui intorno
fandonia conserviamo il ricordo, giorno dopo giorno.
che un gelato in febbraio abbia ucciso Luca Una storia italiana non proprio finita
Rossi. perché in fondo a troppi cuori ancora aperta
è la ferita
Quanti altri gelati dovremo ingoiare ferrea e lucida memoria la vogliamo colorare
quante giovani vite vedremo stroncare e anche chi non sa di Luca non potrà
da chi porta pistole sotto la sua divisa dimenticare.
e sa che la giustizia non è proprio precisa
Quanti altri gelati dovremo ingoiare..
Corre lenta la giustizia siamo nell'89
alla sbarra lo sbirro è la prova del 9 Quanti altri gelati dovremo ingoiare
è un processo o una farsa, con la deposizione quante vite innocenti vedremo stroncare
scopri che la verità è soltanto un illusione. da chi spara nascosto da una divisa
Hanno ucciso un'altra volta la nostra e sa che la giustizia non condanna divisa.

pagina 1748
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Genova 2001.Ballata per Carlo Giuliani ragazzo


(2001)
di Renato Franchi
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: repressione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/genova-2001ballata-carlo-giuliani-ragazzo

Genova un cielo azzurro Ho visto il maggio offeso


e strade colorate di Piazza Della Loggia
la bella città sul mare i morti di reggio emilia
trafitta dalle barricate e una vecchia contessa
cantava la speranza ho visto il treno Italicus
di mille parole nuove la nuova borghesia
uccise dalla violenza la notte dei lunghi coltelli
crocifisse sotto il sole colpire la democrazia
uccise in piazza Alimonda la notte dei lunghi coltelli
colpite sotto il sole. il sangue della scuola Diaz.

Ricordo giorni crudeli Ho visto in via Italia


massacrare Ilaria Alpi il cuore del partigiano
il passo della guerra cantare dio e morto
il traffico di armi un vecchio col bambino
ricordo i bei vent'anni ho visto bella ciao
di Carlo Giuliani dare una rosa a Che Guevara
i sogni di un ragazzo gli occhi di Fabrizio
il suo sorriso nel domani piangere nella sera
schiacciato sull'asfalto gli occhi di un ragazzo
con i suoi giorni nelle mani. chiudersi nella sera.

Nel bosco dei misteri Urlava sotto il cielo


passava la lepre pazza Genova insanguinata
la stage di Bologna la dolce città sul mare
Milano e la sua piazza chiusa da un abarricata
cadevano fiori e lacrime ho visto l'allegria
Borsellino con Falcone di mille parole nuove
gli angeli di Ustica uccise dalla violenza
ali spezzate in fondo al mare schiacciate sotto il sole
tutti gli angeli di Ustica uccise dalla violenza
scomparsi in fondo al mare. ma poi rialzarsi con il sole.

Informazioni

Canzone scritta la mattina successiva alla morte di Carlo Giuliani. Il testo prende spunto dai misteri sulle stragi in
Italia e che sono costati la vita di donne e uomini innocenti.

Dall'album "Sogni 6 tradimenti" Etichetta Storie di note

(Renato Franchi, vedi anche: www. suonatorejones.it )

pagina 1749
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Governo non permette


(2006)
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: repressione, no tav
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/governo-non-permette

Al lunedì Lunardi non permette Sabato perciò di nuovo barricate


che il valsusino per due giornate
lui vada a lavorar. non vado a lavorar.
larillalà trullalà
larillalà trullalà
Martedì poi c’è da presidiare
per tutta la giornata Domenica infine c’è la liberazione
non vado a lavorar. giù la recinzione,
il TAV non passerà.
larillalà trullalà
larillalà trullalà
Di mercoledì si sale su al Seghino,
c’è il celerino che vuole farsi bello, Arriva Lunardi, è tutto arrabbiato
proprio per quello non posso lavorar. brutto sfaccendato,
il TAV lo si farà.
larillalà trullalà
larillalà trullalà
Arriva giovedì, è sciopero generale
lascio il presidio Ohi che mi scusi ministro Pisanu
e vado a sfilar. col manganello in mano
il TAV non passerà.
larillalà trullalà
larillalà trullalà
Venerdì poi è il giorno del bastone Io sono un valsusino e poco me ne importa
lo stato carogna vadan sulla forca
ci viene a sgomberar. Prodi e Berluscon.

larillalà trullalà larillalà trullalà

Informazioni

Segnalata da Maria Rollero

Canzone del movimento NO TAV della Valle di Susa, Testo Luca Abbà e altri sull'aria de La leggera

pagina 1750
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Han sequestrato i server


(2004)
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: repressione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/han-sequestrato-i-server

Il sette di ottobre Seduti sulla sedia


se ancora non lo sai, han detto ai magistrati:
han sequestrato i server "E' informazione libera
gli agenti d'FBI e vanno censurati"

Han sequestrato i server Ma dopo poco tempo


che erano d'Indymedia, era già in piedi il sito
esultano i fascisti seduti sulla sedia. perché siam noi Indymedia
questo non l'han capito

Informazioni

Sull'aria de "La povera Rosetta" canzone della malavita milanese dei primi del Novecento.
Informazioni sulla vicenda:
http://it.wikipedia.org/wiki/Independent_Media_Center#Rapporto_con_gli_organi_giudiziari_ed_esecutivi_internazion
ali

pagina 1751
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Huelga feminista
(2018)
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: spagnolo/castigliano
Tags: femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/huelga-feminista

El dia 8 de marzo Que sin ellos vas al hoyo


Haremos una huelga
Con todas las mujeres O li oli olá
La calle será nuestra La huelga vencerá
Es la huelga feminista
Abuelas, estudiantes Es la huelga feminista
Heteros, trans, bolleras O lí olí olá
Diversas y migrantes A la huelga general
Vamos juntas a la huelga Este mundo no nos gusta
Y lo vamos a cambiar
O li oli olá
La huelga vencerá Cuando al fin tengo un empleo
Es la huelga feminista Es precario y esta lejos
Es la huelga feminista Gano la mitad del sueldo
O lí olí olá Que cobra mi compañero
A la huelga general
Este mundo no nos gusta El 8 no voy al curro
Y lo vamos a cambiar A la uni al instituto
No limpio ni gasto un duro
Los recursos de la tierra Sin nosotras para el mundo
Están hechos una mierda
Ellos practican la usura O li oli olá
Pa nosotras más basura La huelga vencerá
Es la huelga feminista
Pararemos el consumo Es la huelga feminista
Que deja pobreza y humo O lí olí olá
Porque somos feministas A la huelga general
Anticapitalistas. Este mundo no nos gusta
Y lo vamos a cambiar
O li oli olá
La huelga vencerá Violaciones, malos tratos
Es la huelga feminista Acosos con disimulo
Es la huelga feminista Insultos y vejaciones
O lí olí olá No me toques más el culo
A la huelga general
Este mundo no nos gusta Pararemos la violencia
Y lo vamos a cambiar No aceptamos ni una menos
Nuestros cuerpos no son suyos
Si cualquiera en la familia Y es que vivas nos queremos
Hoy quiere comer tortilla
O le duele la barriga O li oli olá
Es la menda quien concilia. La huelga vencerá
Es la huelga feminista
Pararemos los cuidados Es la huelga feminista
Mazo de horas de trabajo O lí olí olá
A ver si te enteras pollo A la huelga general
Este mundo no nos gusta
Y lo vamos a cambiar

Informazioni

Paodia de La lega nata all'interno del movimento femminista madrileno (Asemblea feminista de Madrid) in

pagina 1752
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occasione dell' 8 marzo 2018. Il video di questo canto ha avuto una grandissima diffusione in rete.
Il testo ci è stato trasmesso durante la festa "Almen nel canto non vogliam padroni!" organizzata dal coro Pane e
Guerra di Bergamo, il 2 marzo 2019.

pagina 1753
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I baci
(2008)
di Alessio Lega
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/i-baci

I baci son l’ultima barriera Io mi ricordo molto meglio


oltre la quale non ci si vede il primo bacio del primo amore
quando al confino della sera alle sette mi ci risveglio
il buio t’abbraccia e poi si siede con sulle labbra il buonumore
ad aspettare baci alla riva e quando in coppia tutto sta stretto
ho imparato a guardare il mare quando la vita ti si spacca
il cavallone furioso che arriva con chi non ami puoi andarci a letto
l’onda disfatta che scompare. ma vengono male i baci in bocca.
L’amore c’ha sempre un surrogato
Eppure si torna sempre dai baci un solitario candido volo
a fare breccia in ogni faccia sarà natura, sarà peccato
ad agitare le antiche braci ma i baci…
e che ogni pianto così si taccia quelli non puoi darteli da solo.
tutti si fanno zitti ed attenti Il primo bacio sul divano
se un bacio si sta dipanando lo aspetto parlando, parlando di tutto
corre coi fiumi, scavalca i ponti e fra me e me mi dico piano
getta le funi da tutto il mondo. «ti prego fammi stare zitto».
Il primo bacio lo aspetto al mattino
e col caffè mi ci consolo Un giorno son nato e mi hanno fregato
in bicicletta mi ci rovino: mi hanno piazzato nelle mie suole
se penso ai baci mi sbatto a un palo! ad affrontare il silenzio armato
Il primo bacio lo aspetto ancora armato di inutili parole
quando finiscono le otto ore e poiché vivere ormai mi tocca
quando il tramonto sembra l’aurora provo a star dritto sulla schiena
finisce il lavoro, riparte il cuore. ma quando mi arriva un bacio in bocca
mi pare quasi che valga la pena.

Informazioni

Seconda fase dell’amore: la dichiarazione. Questo brano era già uscito sull’antologia “La leva cantautorale degli
anni zero”.(Alessio Lega)

pagina 1754
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I martiri del caporalato


(2016)
di Luciana Manca, Raffaella Cosentino
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: morti sul lavoro
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/i-martiri-del-caporalato

La mattina del 13 luglio Ogni donna dalla busta paga


Anno 15 del secolo nostro Dieci euro al giorno ti dà.
Una donna ai filari dell’uva
Muore tra le compagne al lavor Poliziotto che ogni tanto ci fermi
Devi dirci come fai a non vedere
Lei è stata la prima a cadere Questi bus gran turismo sfrecciare
Sotto il sole rovente di Puglia E noi donne sfruttate quassù.
E il silenzio pesante dei campi
Ha sepolto con lei la verità E tu padrone ti vuoi arricchire
Tanto nessuno ti viene a controllare
Ventun giorni senza sapere I tuoi soldi li dai al caporale
Senza che la notizia trapeli E non segni le giornate all’Inps
Niente fiaccole niente cortei
Ma non deve finire così. Ora mi fermo che sto per morire
Penso a mio figlio che piange per me
Caporale che ci dai il lavoro Lo raccomando ai compagni vicini
Ti travesti da tour operator Che io a casa non ritornerò.
fai il contratto con l’interinale
la fattora ci comanderà. Quest’estate la ricorderemo
Per i martiri del caporalato
Ti sei fatto l’agenzia di viaggi Non è la terra che ce li ha strappati
Ma ci offri un ricatto mafioso Maledetti i loro sfruttator.

Informazioni

"Non avrei mai pensato di scrivere una canzone di musica popolare. E invece è successo nel 2016 accogliendo la
proposta di Luciana Manca di scrivere un testo contro il caporalato per ricordare Paola Clemente, una storia che ha
fatto parte di me. Ma anche per dare voce più forte alle braccianti pugliesi" (Raffaella Cosentino)

Il 13 luglio del 2015, in un'estate caldissima, nelle campagne di Andria moriva Paola Clemente. Era bracciante,
lavorava in modo disumano per pochi euro l'ora.
Sulla melodia di O gorizia tu sei maledetta

pagina 1755
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I Ministri
(2002)
di Suonatori Terra Terra
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: satirici, scuola/università
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/i-ministri

Se non li conoscete, guardateli un minuto... Ma statevi attenti


li riconoscerete dal tipo di saluto... voi della popolazione
imparatevi a leggere e a scrive’
Ed il ministro Maroni, che per difendervi dall'oppressione.
dichiara l’emergenza
le ronde dei fascisti, E la ministra Meloni,
dice son anti-violenza. detto in tutta franchezza
più che politica ai giovani,
Ma statevi attenti, sembra alla ‘giovinezza’
voi della popolazione
imparatevi a leggere e a scrive’ Ma statevi attenti
che alla lega non manca il bastone. voi della popolazione
imparatevi a leggere e a scrive’
E la ministra Gelmini, che dei balilla fan l’educazione
fa i tagli sulla scuola Ed il ministro Romano,
li lascia 40 alunni, è il nostro ultimo ingresso
co’ una maestra sola. uomo di "grande spessore",
peccato che abbia un processo!
Ma statevi attenti
voi della popolazione Ma statevi attenti
imparatevi a leggere e a scrive’ voi della popolazione
che alla scuola andrà solo ilpadrone. imparatevi a leggere e a scrive’
per difender la Costituzione
E la ministra Carfagna,
lei è l’esempio vivente Ed il primo ministro,
per diventare qualcuno, si fa le leggi a misura
il fisico non conta niente. difende i suoi privilegi,
‘pare’ una dittatura.
Ma statevi attenti
voi della popolazione Ma statevi attenti
imparatevi a leggere e a scrive’ voi della popolazione
che spogliarsi non fa occupazione imparatevi a leggere e a scrive’
per difendervi dal padrone,
Ed il ministro La Russa, ma statevi attenti
soldati e polizia voi della popolazione
lui ha una sola missione, imparatevi a leggere e a scrive’
esporta democrazia per difendervi dal biscione!

Informazioni

Sulla melodia di E lu Menestre Colombo raccolto nel 1963 a Matera, dal repertorio del cantastorie Eustachio Fiore. Il
testo è stato riscritto e aggiornato dai Suonatori Terra Terra, con un omaggio iniziale a Fausto Amodei (...se non lo
conoscete… andatelo ad ascoltare).

pagina 1756
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I NO TAV a la stasiun
(2007)
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: piemontese
Tags: no tav, repressione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/i-no-tav-la-stasiun

Aje i NO TAV a la stasiun A iera ‘d cò il vice questur


ch’a fermu ‘l trenu. n sla pensilina.

A sun setase a la stasiun E il machinista a l’è NO TAV


an si binari. ma a poeul nen dilo.

E quand che ‘l trenu a l’è rivà ... continua ...


a l’han fermalu. E se sun ciuc pourteme a cà
cun la caretta.
A l’han fermalu a la stasiun
cun le bandiere. Se la caretta a l’è fourà
pourteme a spale.
Cun le bandiere dj NO TAV
bianche e ruse. E poi da ‘na parola sù
“...a sarà dura!”

Informazioni

Segnalata da Maria Rollero

Canzone del movimento NO TAV della Valle di Susa.


Scritta a più mani sull'aria di "Gli alpin a la stasiun", canto degli alpini a carattere comico.

pagina 1757
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I tre porcellini
(2005)
di Fausto Amodei
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/i-tre-porcellini

Berlusconi con Bossi e con Fini Dove chi sul set fa il pistolero
fan la banda dei tre porcellini nella vita poi spara davvero
alle prese col lupo cattivo o pallottole o un mucchio di balle
che tende gli agguati da dietro l'ulivo. che spara comunque soltanto alle spalle.

E così quando c'è il lieto fine Ma attenzione benchè beneficino


come accade di solito al cine del prestigio che dà una pistola
superati i tranelli imprevisti puzzan forte di olio di ricino
e mille altre trappole dei comunisti. Fini e Bossi col Berluscaiola.

Evitati con abili mosse Berlusconi con Fini e con Bossi


gli attentati delle toghe rosse, nei circuiti a lumi rossi
si allontanano i tre poco a poco si esibiscono in film che oggigiorno
stagliandosi su un orizzonte di fuoco. da noi normalmente son detti film porno.

Ma attenzione benché s'incornicino Fan sequenze oscene e volgari


in un quadro di eroi disneyani mescolando politica e affari
hanno un puzzo di olio di ricino il reato d'oltraggio al pudore
da far schifo o, a dir meglio, Schifani. senz'altro è la loro perfomance migliore.

Bossi e Fini con il Berluscone Puoi vedere ripreso dal vivo


stanno in bande alla Sergio Leone uno stupro in più collettivo
fanno il bello il brutto il cattivo fatto in sfregio alla costituzione
un Western spaghetti girato dal vivo. in prima serata alla televisione.

E' un film in cui fa il fuorilegge Ma attenzione benchè si vernicino


chi è già ladro o chi ladri protegge di ceroni, cosmetici e unguenti
dove chi sul set ruba gli armenti puzzan tutti di olio di ricino
poi vive in privato pigliando tangenti. vi ripeto perciò state attenti.

Informazioni

Presente nell'album “Per fortuna c’è il cavaliere”. Boriz

pagina 1758
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I' trescone delle banche armate


(2001)
di Suonatori Terra Terra
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: toscano
Tags: antimilitaristi, satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/i-trescone-delle-banche-armate

Un giorno i' direttore d’una banca viva la guerra!


gli chiama gl’impiegati a una riunione È un affar d’oro ovunque...
e quando furon tutti e nessun manca sulla terra
gni disse che volea piglià pensione
ma tu guarda bella questa con la guerra in Palestina
si farà una grande festa! mi son fatto la piscina
La segretaria... co’ i conflitto planetario
oddio! Casco pe' terra... ci ho comprato i' lampadario
a gambe all’aria
con la guerra ne' Balcani
quarantacinque anni di carriera ni’ giardino i sette nani
sempre stirato e chiusa la cerniera
Dottor Beretta la targhetta dice con l’attacco a i' terrorismo
fregiata in oro e avorio la cornice viaggio sempre in gran turismo
tanto bene ha lavorato
tutti i conti hanno fruttato! e se c’è guerra civile
E va ‘n pensione ristrutturo anch’i’ fienile
grandiosa cerimonia...
all’occasione con la guerra di religione
ci ricavo la pensione
è sera lungo i' viale di cipressi
che porta nella villa gl'invitati guerra fredda m'ha pagato
c’è tanto vino che non crederesti! i’ gippone metallizzato
Porchetta, gamberoni ed affettati
ragioniere qui si seda con la guerra ni’ Kossovo
prenda i' posto mio collega... ci comprai lo scafo novo
la segretaria
si tira su le ciocce... con la guerra nell’Iracche
in piccionaia mi son fatto pure i’ fracche

finito ì’ chianti aprirono i castelli con la corsa agli armamenti


ormai briai fanno l’alligalli l'ho rifatti tutti i denti
prosecchi, vini dolci e poi moscati
sentite icché successe agl'impiegati bombardando a tutte l’ore
se n’andonno ni’ giardino l'ho installao l’ascensore
tutti in fila co’ i’ trenino
e lì han trovato! bombardando gl'ospedali
Nascosto in un boschetto... ci ho curato tutti i mali
un carro armato
cari clienti
amici miei brindiamo a i' gran successo tutte le guerre sono...
l’investimento in armi rende tanto intelligenti!
e ragionier nun faccia i’ pesce lesso
che i’ mutuo glielo paga l’armamento cari clienti
e se non lo sapevate tutte le guerre sono...
siamo tutte banche armate sui nostri conti!

Informazioni

Musica tradizionale toscana e testo dei Suonatori Terra Terra, scritto nel 2001 dopo la pubblicazione dell’elenco di

pagina 1759
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banche implicate nel traffico illecito di armi.

pagina 1760
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Icaro
(1998)
di Alessio Lega
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/icaro

(per Marta) quanta paura.

Io non accuso il soffio di burrasca Esco tra voi col viso d’ogni giorno
che ha riappiccato la fiamma del mio petto ma mi nascondo dentro un turbine radioso
preso d’assedio e poi tenuto stretto mi chiudo in petto un male insidioso
e poi la resa più dolce che conosca che non ha cura io amo ed ho paura

io non rimpiango il volo della mosca e non rimpiango la vita d’ogni giorno
che contro il vetro spinge le ali al sole cui indifferentemente passo affianco
che, come Icaro, brucia perché vuole e incomprensibilmente non mi stanco
toccar lampade accese, portarsi il fuoco in di questa mia tortura io amo ed ho paura
tasca.
e non accuso la bellezza straordinaria
Esco tra voi la luce nelle mani che mi sprofonda scafandro in fondo al mare
sorrido, parlo e dico cose futili solo vorrei prima che manchi l’aria
innalzo persino argini inutili capire se tu mi potrai mai amare
contro il pensiero che inonda ogni domani prima di soffocare se tu mi puoi amare.
ogni ora futura, io amo ed ho paura
Perché è amaro nella tua bocca amore
perché amore nella tua bocca amara sentirsi l’anima stretta fra i denti
mi tieni l’anima stretta tra i denti scavate gallerie, gettate ponti
e sono cinque, son dieci, sono venti sono cent’anni che vivo di paure.
sono cent’anni che sbaglia e non impara:
quanta fatica avara. Questo dolore che ansima e travolge
danzalo amore, non farlo più tornare
Perché amore nella tua bocca amara travolgi ogni paura d’amare
mi tieni l’anima stretta tra i denti e dammi un bacio con la tua bocca dolce
e sono cinque, son dieci, sono venti
sono cent’anni che sbaglio e non imparo ...e dammi un bacio con la tua bocca dolce.

Informazioni

Questa è la storia di un impiegato che sta dietro il suo computer, che ha smesso di vivere, che ha barattato la
tranquillità con la vita.[...]E poi incomprensibilmente arriva l’amore...(Alessio Lega)

pagina 1761
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Ido lagrimas de biancu colore


(2019)
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: sardo
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ido-lagrimas-de-biancu-colore

Ido lagrimas de biancu colore Reclamande dignidade e onore


Currende in piathas e istradones Furados dae sos viles ladrones
Dichiaradu an gherra sos pastores Sustenimos cussos coros afrantos
Armados de cisternas e bidones Ca pastores lu semus totu cantos

Informazioni

Strofe anonime (arrivate tramite condivisioni social) sulla lotta dei pastori sardi per il prezzo del latte.

pagina 1762
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Idomeni
(2019)
di Marco Rovelli
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: emigrazione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/idomeni

Risuona questa terra un pezzo di tenda un pezzo di pane


di un solo tremito che mi scuote un pezzo di sangue un pezzo di fame
che mi confonde trema la vista un pezzo di vento un pezzo di nome
di un buio immenso che mi fa muto se ne sta
gridare contro il cielo
contro la terra contro quel mare Qui solo spazio vuoto
che s'è scordato lui così ingrato e viver come un topo
di prendere anche me che è la cavia dell'esperimento
di un'umanità
Qui solo muri muri che di vita nulla sa
e dei pensieri neri perchè ha il nulla che è
che non mi parlano e mi dicono non si guarda più allo specchio
che sono un niente perché nulla vede
Che tutta questa gente
è solo un sacco vuoto vedere una sirena
di carne fiato respirato troppo che fa luce nel mare
prima di resistere a questa nera marea la fiaba per il bimbo
tornare a respirare
di terraferma troppo ferma sognare una sirena
come un legno che è inchiodato seguirla per un poco
a un filo spinato e rivedere casa
divide la vita a metà è vero oppure è un gioco?

Informazioni

da "Portami al confine" - 2019

pagina 1763
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Il branco
(2001)
di Marco Chiavistrelli
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: repressione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-branco

Son venuti nella notte che ti schiacciano al lavoro


per punire e violentare con la faccia benpensante
sono i liquidi assassini che parlan sempre
d’un fascismo da esaltare e non dicon niente
erano tanti Carica... riparte il branco!
erano forti
sono i maschi fetiscenti Resta il sangue nelle piazze
di un sistema di potere sopra i muri e nelle strade
dove libero è il più forte brucia la democrazia
ed a noi resta il dovere e i diritti calpestati
erano tanti proprio sfiniti
erano forti proprio buttati
Carica... riparte il branco! Carica... riparte il branco!

Hanno spalle da esaltati Ma io volevo solo protestare


sono il gruppo, sono il branco su come il mondo
ridono sempre assatanati divide le ricchezze
alle battute del più stronzo su come il mondo
Si senton forti, ci voglion morti non si lascia guardare
Carica... riparte il branco!
Hanno corso ed hanno ucciso
Ma in fondo io volevo solo protestare ma alle spalle hanno i potenti
e poi magari la sera andare al mare i signori del vapore
e poi magari la notte un po’ cantare e una classe di prepotenti
Dominano il mondo
Hanno caschi e manganelli Carica carica carica...
ma potrebbero esser quelli riparte il branco

Informazioni

Ispirata dall'assassinio e dai pestaggi del 2001 a Genova

pagina 1764
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Il campo
(2009)
di Marco Rovelli
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-campo

Col bastone Col bastone…


Scaccia l’animale impertinente
Dentro il campo Sunugaal nostra piroga
Il bastone fuori non si sente Solca il mare del destino
(Con l’approvazione della gente) E' il coraggio dell'attesa
Luce di un nuovo mattino
Sul bordo estremo dei secoli
orlo di terra solare Sunugaal nostra piroga
l’invisibile straccione Solca il mare del destino
folle senza protezione Ma se riesci ad arrivare
Sei solo un altro clandestino
Offre il corpo alle tempeste
Sopra i legni dell’addio Tra le dita scorre il cielo
Rischia tutte le sue vite Nostra patria è il mondo intero
A imitazione di dio

Informazioni

Ho scritto, nel 2006, Lager italiani. Storie di migranti reclusi nei centri di espulsione (Cpt, ora Cie) – dove si mette
mano spesso e volentieri al bastone, per mettere “al loro posto” questi uomini inferiori. Questi “Alì dagli occhi
azzurri” le cui traversate erano state profetate poeticamente da Pier Paolo Pasolini molti decenni fa. Qui canto
quelle traversate.
Nel 2009 ho chiuso un nuovo libro, Servi, dove racconto il mio viaggio nell'Italia dei clandestini al lavoro. E
racconto, appunto, la loro natura servile, necessaria alla nostra economia – una natura che prende forma storia
dopo storia. Come quella di Soufiane, che qui canto, che mi ha detto “Ma ti dico cosa? E' la parabola!”. Sì, la
parabola, che induce desideri, il medium dello Spettacolo. I migranti che rifiutiamo sono l'immagine rovesciata del
desiderio della società occidentale.
Il campo, ovvero il corpo clandestino.

(Marco Rovelli, dalle note allegate al cd)

pagina 1765
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Il Canto della Pie(v)vecchia


(2002)
di Suonatori Terra Terra
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: toscano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-canto-della-pievvecchia

Dove la Sieve all’Arno dà la mano cercando i partigiani di stanare


negli anni in cui il fascismo s’imponeva
fu sferrato un attacco partigiano sì tanta gente ‘un s’era vista mai
per prendere le armi a chi l’aveva di Pontassieve c’eran gli sfollati
le nascosero su’carri ‘n mezzo al fieno e di cinquanta ne mettono al muro
la brigata l’azione concludeva quattordici per esser fucilati…
da Pievvecchia decisero passare
a MontiGiovi voleano arrivare. Ecco sono alla porta, bischero va ‘n cantina
prendi la carabina e sta’ lì zitto!
Giugno che ci dona giornate tanto care
della ginestra l’aria è profumata Io non vo’ sta lì sotto, te tu se’ tutta
quel nero dì poteva risparmiare grulla
a quelle genti sorte così ‘ngrata perché ‘un n’ ho fatto nulla e nulla temo!
o partigiano chi ti fe’ fermare
a quella Piè di lecci circondata Ora son qui che tremo, le spalle contro i’
volevi salutare qualche amico muro
davanti ti trovasti il tuo nemico. ecco che portan Furio l’hanno preso.

Di Cristo il corpo con la processione Sembrava fosse arreso, invece come un gatto
quel giorno la Pievvecchia festeggiava veloce fa uno scatto ni’ pagliaio.
un carro all’osteria s’è fermato
dei partigiani l’armi nascondeva.
Ora l’è in un bel guaio, l’han visto e gli
Un colpo all’improvviso vien sparato dan’ foco
a tutti gela il sangue nelle vene strazianti di lì a poco son le grida…
e gli occhi van cercando più lontano
dall’osteria di corsa Adolfo viene. L’è una furia omicida, han preso anche i’
Rigacci
Presto scappate fuggite, che piglia e da du’ calci ad un tedesco.
non state lì ad urlar
la lepre dentro al sacco, Pe’ i’ campo corre lesto, quello gli spara
non si può più salvar. addosso
lui casca giù ni’ fosso e lì è restato.
È morto là un tedesco e un italiano
coi partigiani si sono scontrati “Ecco sono inciampato, non sento più sparare
e dei tedeschi un altro è corso via io resto ad aspettare in mezzo a i’ grano.
di già li avrà avvisati i suoi soldati
Già sento da lontano, gli altri che stanno
ci salvi ora la vergine Maria urlando
dalla vendetta dei nazifascisti li stanno fucilando uno ad uno”.
le donne van dicendo in ogni casa
che gli uomini gli stiano ben nascosti. Restano i corpi a terra finch’è scuro
nessun li può toccar pena la morte
Presto scappate fuggite... ma a notte vanno a dare sepoltura
tre uomini che sfidano la sorte.
In un baleno la Pievvecchia è invasa
cominciano i nazisti a rastrellare A Monte Giovi è notte di paura
incendian le capanne ed i granai ma alcuni che sollevano la fronte
salutan le famiglie e se ne vanno
a unirsi ai partigiani là sul monte!

pagina 1766
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Informazioni

Scritto e musicato dai Suonatori Terra Terra per lo spettacolo “Dite: Giocondo Zappaterra” (2002), dedicato alla
resistenza partigiana su Monte Giovi. La storia racconta l’eccidio della Pievecchia, piccola frazione di Pontassieve,
avvenuto l'8 giugno 1944. L’aria del lamento (‘Ecco sono alla porta…’) è un tradizionale toscano.

pagina 1767
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Il crocifisso dell' ARCI di San Miniato


(2012)
di Marco Mangani
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: anticlericali, satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-crocifisso-dell-arci-di-san-miniato

Lo vidi una mattina " Contrordine compagni,


appeso su quel muro, 'un si bestemmia più:
sentii drizzarsi il crine, faremo le riforme
mi feci in volto scuro. nel nome di Gesù! "
Andai dal presidente:
" Che storia è questa qua? " Evviva il crocefisso
Rispose sorridente: dell'ARCI di San Miniato!
" Una grande novità " E' il primo grande passo
per governar lo stato!
Evviva il crocifisso Compagno sull'attenti,
dell'ARCI di San Miniato! porta la mano al cuor,
Evviva chi ce l'ha messo, avremo il crocefisso
che sempre sia lodato! sul patrio tricolor|
Cantiamo tutti in coro,
con mistico fervor: Compagni miei, compagne,
" Evviva il crocifisso, s'ha da vedè anche questa,
simbolo dell'amor ! " ma presto verrà il giorno
che rialzerem la testa:
Mio caro presidente, giuriam che da quel giorno,
ma 'un s'era anche laicisti? sarà quando sarà,
S'andava a testa bassa L'Italia tutta intera
contro madonne e cristi! si scrocifiggerà!

Informazioni

Scritta e musicato dal socio UAAR di Firenze, Marco Mangani, nasce fra le 23 e le 24 del 14 Luglio 2012, durante
l’usuale convegno che si tiene sulle colline del Chianti, in località Poneta nei pressi del Ferrone ogni anno, proprio
nell'anniversario della presa della Bastiglia. Qui convergono, gli ultimi, indomiti laicisti toscani, per dar un po’ di
voce e un po’ di fiato al loro folle delirium tremens: riuscire a liberare l’Italia dalla servitù Vaticana, educando al
contempo il popolo al pensiero critico e libero! I tragici eventi evocati da questa canzone, vibrante di passione
civile rivoluzionaria e anticlericale in ogni sua nota, sono quelli verificatesi nel Circolo ARCI – Casa Culturale di San
Miniato Basso, destando così le giuste ire degli ultimi laicisti di San Miniato rimasti, fracui campeggia la figura epica
del Rino Bertini. Ire, quelle dei laicisti, naturalmente inascoltate dalla dirigenza del Circolo ARCI, ben ammanicata
con il Vescovo di San Miniato e i suoi tirapiedicosiddetti politici. (contributo di Giovanni Mainetto, Pisa)

pagina 1768
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Il morbo infuria
(2020)
di Francesco "Ciccio" Giuffrida
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-morbo-infuria

Il morbo infuria false sinistre.


il letto manca
per chiare colpe Tutti a tagliare;
di destra e manca e han trafugato
beni e risorse
Restiamo a casa per il privato.
senza assistenza;
ma ci accompagni Il morbo infuria
nuova coscienza. il letto manca
per chiare colpe
Restiamo a casa di destra e manca
e vi facciamo
i conti in tasca Ed hanno insieme
e ragioniamo. sacrificato
vita e salute
Stufi e scocciati al dio mercato.
dei vostri ragli
parliam piuttosto Settantamila
dei vostri tagli. letti spariti
col culo a terra
Il morbo infuria siamo finiti.
il letto manca
per chiare colpe Or vi agitate
di destra e manca in tutti i modi
vengono al pettine
Mentre la tosse i vostri nodi.
ci squassa i petti
che avete fatto Il morbo infuria
dei nostri letti? il letto manca
per chiare colpe
Prede innocenti di destra e manca
di questo male
invan cerchiamo Poveri medici
un ospedale. che scelta fare?
Uno può vivere
Il dio mercato l’altro crepare.
che tutto inghiotte
chiude ospedali Darwin non c’entra
e se ne fotte. c’entra il profitto
chi vive ai margini
Il morbo infuria crepi e stia zitto.
il letto manca
per chiare colpe Domanda atroce
di destra e manca di tempi tristi
è peggio il virus
Tutti i governi o i liberisti?
han fatto danni:
trenta miliardi Il morbo infuria
in pochi anni! il letto manca
per chiare colpe
Governi orrendi di destra e manca
di storia triste
di vera destra

pagina 1769
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

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Composta nei giorni dell'isolamento per il coronavirus.

pagina 1770
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Il nucleare lo vogliamo no!


(2011)
di Giulio De Paola
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: ambiente
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-nucleare-lo-vogliamo-no

Il nucleare lo vogliamo no! Perchè è un rischio troppo reale


Il nucleare lo vogliamo no! la centrale la vogliamo no!
Perchè è una bomba che può scoppiare
il nucleare lo vogliamo no! Al referendum noi votiamo si!
Al referendum noi votiamo si!
E la centrale la vogliamo no! perchè è la sola scelta da fare
E la centrale la vogliamo no! al referendum noi votiamo si!

Informazioni

Riadattamento de Le tre bandiere, realizzato nel periodo precedente il referendum abrogativo sul nucleare del
giugno 2011.

pagina 1771
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Il Pistola e il Cavaliere
(2006)
di Claudio Cormio
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-pistola-e-il-cavaliere

C'è una banda di briganti laggiù nel vecchio son randagi equilibristi tutti in groppa a un
west leoncavallo
loro capo un Cavaliere loro nome Fininvest
ed a furia di emittenti nonostante il rosso e la gente del villaggio non capisce e si
in banca domanda
possedevan tutto quanto Mike Bongiorno e che gli passa nella testa che vuol fare
anche la Standa questa banda

e la genta del villaggio mormorava ay ay ay yuppi ay ey yuppi ay ay


ci promettono milagros questi qui ci portan questi qui ci portan guai
guai
Quando poi ci fu il giorno che ci furon le
yuppi ay ey yuppi ay ay elezioni
questi qui ci portan guai! il Pistola e il Cavaliere con il Miglio e coi
Maroni
La pistola sempre dura c'era anche un si allearono ad un altro tipo fine e gran
pistolero bastardo
uomo con grandi Maroni ma neanche un po' per spartirsi ancor la torta come gatte
sincero attorno al lardo
con la bava alla bocca gli Speroni ed il
cipiglio e la gente del villaggio si parlava da
si faceva dar consigli da un idiota detto vicino
Miglio si diceva sottovoce qui ci manca sol Bettino

e la gente del villaggio ripeteva ay ay ay yuppi ay ey yuppi ay ay


questi qui ci fan la festa questi qui ci questi qui ci portan guai
portan guai

yuppi ay ey yuppi ay ay Hanno fatto st'alleanza sotto il segno del


questi qui ci portan guai biscione
ma non per il nostro bene per cambiar
Forse vede la Madonna forse guarda Manitù costituzione
lo sceriffo Buttiglione con gli occhi ma il serpente se t'incanta dopo ti può far
all'insù paura
lui d'inciuci e di Casini ne faceva una e sei mesi di governo sono stati una sciagura
Mastella
litigava quasi sempre con la Rosi mica bella e la gente del villaggio si ritrova insieme
e pensa
e la gente del villaggio si diceva sono che di tutta sta masnada si poteva fare
strani senza
questi allungano le mani questi son
democristiani yuppi ay ey yuppi ay ay
questi qui ci portan guai
yuppi ay ey yuppi ay ay
questi qui ci portan guai
Son passati pochi anni son tornati sti
Ma in mezzo a sta masnada c'è n'è un che si cialtroni
lamenta Ci hanno punto con le vespe ci han giurato
con i denti della jena si accanisce zio ch’eran buoni
Formenta ci dicevan ch’eran sazi si leccavano le dita
contro un gruppo di randagi che gli duole più Sazi un ostia! Stiamo attenti che ci cambiano
di un callo la vita

pagina 1772
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Le tre punte i piduisti e I leghisti di yuppi ay ey


Viggiù yuppi ay ay
Al governo del villaggio noi non li vogliamo yuppi ay ay questi qui ci portan
più qui ci porta qui ci portan guai!

Informazioni

Canzone inizialmente scritta alla prima discesa in politica di Berlusconi, successivamente, dopo vari cambiamenti,
è stata "fissata" la seguente versione del 2006.

pagina 1773
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Il Ponte Morandi
(2018)
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-ponte-morandi

Ascoltate o popolo ignorante e resistenti si scoprirono ancor.


che del Ponte notizia vi darò
se tutti quanti attenzione farete (parlato) Attenzione, sentirete chi sono
a tutti quanti a pianger vi farà. i colpevoli di questa tragedia!

Successe a Genova il 14 agosto, Nonostante gli enormi profitti


che pioveva, pioveva assai forte, e i vari allarmi sul POnte Morandi,
all'improvviso un grande fragore, i Benetton han voluto risparmiare,
Ponte Morandi sul fiume crollò. perchè i padroni ragionan così.

42 furon vittime innocenti, E quei politici vigliacchi e corrotti,


precipitate o schiacciate dal Ponte, che senza scrupolo l'hanno permesso,
uomini, donne, bambini, ragazzi, sono soltanto spregevoli servi,
la loro vita qual giorno finì. sono alla fine assassini anche lor.

Tanta gente divenne sfollata, Maledetti saranno quei signori


la loro vita sconvolta e addolorata, a capo di Società Autostrade
si riunirono insieme a Certosa e maledetto per sempre il profitto
che ha procurato mai tanto dolor.

Informazioni

Parodia di Ascoltate o popolo ignorante, scritta dal coro Le vie del Canto di Genova in seguito al crollo parziale dee
Ponte Morandi, il 14 agosto 2018, che ha provocato 43 morti e 566 sfollati.
Ci è stato comunicato durante la festa dello stesso coro, il 18 maggio 2019, a Genova.

pagina 1774
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Il rap del precario


(2001)
di Pardo Fornaciari, Marco Guercio
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-rap-del-precario

Non riesco a sbarcare il lunario che ti vuole flessibile-che ti fa


sono un precario, sono un precario viver male
senza ribalta, senza sipario perciò disubbidire-al principale
se faccio ridere, non è come Macario che per ridurre i costi
mi trovo in bilico sopra un binario taglia i posti al personale
il mio compenso è ‘ forfettario
son usa e getta, son mercenario Cambiar la vita, cambiare lo scenario
di rado CON più spesso SENZA salario rispolverare l'armamentario
d'un movimento che sia unitario
lavoro atipico-bimensile internàzionalista pròlètàrio
còllabòraziòne-a percentuale Contro il G 8 e il fondo monetario
part tìme a cottimo-sèmèstràle emblemi d'un impero sanguinario
supplente temporaneo-impiego interinale spezzare le catene dell'immaginario
di chi subisce il torto millenario
Del non lavoro porto il sudario
perché di case non sono proprietario Resistenza attiva
tutto sommato, lo trovo secondario CONTRO globalizzazione
fare la fame nell'industria o nel terziario reinventare un potere
Giorno per giorno ìnseguo il divario che RISPETTI le persone
tra me e un padrone macché teppisti macché terroristi
sempre più milionario giovani senza paga
complice un prèsidente miliardario immigrati senza visti
ci sfrutta e irride
col suo tono lapidario non non si vuol più vivere
in un mondo precario
Demolire il nemico-di sempre (ripetere più volte,
il capitale in crescendo, fino a chiudere urlando)

pagina 1775
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Il sogno di M.L.K.
(2017)
di Francesco "Ciccio" Giuffrida
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-sogno-di-mlk

Chini e piagati dal sole Fai bene a lottare fratello


ai piedi le orrende catene il pugno è fatto di dita
cantavano le loro pene il sogno ti dona la vita
cantavano di libertà. il sogno della libertà.

Fai bene a lottare fratello Ti sembra di essere solo


il pugno è fatto di dita e gli altri lontani, distanti,
il sogno ti dona la vita ma guardali, sì, sono tanti
il sogno della libertà. che cantan per la libertà.

È come picchiare la testa Fai bene a lottare fratello


contro la pietra o il cemento il pugno è fatto di dita
ma il canto resiste, lo sento: il sogno ti dona la vita
è il canto della libertà. il sogno della libertà.

Fai bene a lottare fratello L’ingiusto da sempre comanda


il pugno è fatto di dita ma il tuo desiderio non tace
il sogno ti dona la vita ed è un desiderio di pace
il sogno della libertà. un canto per la libertà

Lo so sono tanti i compagni Fai bene a lottare fratello


ancora in catene caduti il pugno è fatto di dita
ma i vivi non restano muti il sogno ti dona la vita
e cantan per la libertà. il sogno della libertà.

Informazioni

Ispirata al discorso di Martin Luther King E' comunque un bene:

Tanti fra i nostri antenati cantavano canti di libertà e sognavano il giorno in cui sarebbero potuti uscire dalla
schiavitù, dalla lunga notte dell’ingiustizia(…)
E cantavano così perché avevano un sogno grande e potente; ma molti di loro sono morti senza vederlo
realizzato(…)
La lotta c’è sempre. Facciamo dichiarazioni contro la guerra, protestiamo, ma è come se con la testa volessimo
abbattere un muro di cemento: sembra che non serva a nessuno.
Molti di noi nella vita avviano la costruzione di templi: templi originali, templi di giustizia, templi di pace. E tanto
spesso non li terminiamo. Perché la vita è come la “Sinfonia incompiuta” di Schubert. In molti punti noi avviamo,
proviamo, cominciamo a costruire i nostri vari templi. E credo che una delle più grandi agonie della vita sia quella
di provare costantemente a finire quello che è interminabile. Ci viene comandato di farlo. E così noi, come Davide,
ci troviamo in tante occasioni ad avere di fronte il fatto che i nostri sogni restano irrealizzati.
E molto spesso, mentre si cerca di costruire il tempio della pace, si rimane soli; si resta scoraggiati; si resta
smarriti.
Ebbene, così è la vita. E quel che mi rende felice è che attraverso la prospettiva del tempo riesco a sentire le loro
grida: ”Forse non sarà per oggi, forse non sarà per domani, ma è bene che sia nel tuo cuore. E’ bene che tu ci
provi.”
Magari non riuscirai a vederlo. Il sogno può anche non realizzarsi, ma è comunque un bene che tu abbia un
desiderio da realizzare. (...)

Chiesa Battista di Ebenezer, ad Atlanta in Georgia, il 3 Marzo 1968

pagina 1776
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Il tassello nella porta


(2007)
di Pardo Fornaciari
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-tassello-nella-porta

Otto settembre il re era scappato Giù dalle Caprarecce i partigiani


I due sottotenenti Antonio e Gino Scendon a Murci pe’svuotar l’ammasso
Poiché l’onor d’Italia va salvato E affamare i fascisti ed i germani
Sprezzan l’esercito repubblichino Distribuiscono granaglie a tutti
Da Grosseto con armi e munizioni La gente insomma avrà di che mangiare
Parton per ricongiungersi col fronte I neri, delinquenti e farabutti
Ma pel disastro dei collegamenti Per la fame si mangeran le man!
Montemerano, si fermano lì.
A Roccalbegna una sera Gino
La resistenza formano a Manciano Va allo spettacolo dentro il teatro
Ce li sorprende la brigata nera Poi scrive ai fasci del dopolavoro
Ma ‘un posson restar dei fascisti in mano Loda la recita che han fatto loro!
E da Arcidosso scappan di galera A Preselle gli uffici di questura
Poi nella macchia tra Murci e Scansano Sono assaltati e tutti saccheggiati
Fanno il campo e così da mane a sera Così il tenente, uom senza paura
Con la sua bonomia con la sua flemma Si rifornisce d’armi e munizion!
Gino conquista i cuori di Maremma
Mentre i fascisti ancor più odiosi
Gino Lucchini è un comandante Si rendon a tutta la gente
Che fa tremar le vene i polsi Che o li combatte, o non li aiuta punto
Ai neri, che abbian coraggio o che sian bolsi E la coscienza dell’Italia nuova da
E’un guerrigliero un partigiano ricostruire
Che combatte per l’Italia E'proprio Gino che la insegna e fa capire
Per l’ideale di giustizia e libertà!

A gennaio l’inverno era feroce Mentre in Maremma sboccia primavera


con altri due parte il tenente Gino La formazione del tenente Gino
c’è un ponte della Fiora sulla foce Protetta dallo scuro della sera
usato dai Tedeschi per Cassino. Decide: va in azion su Samprugnano
Di notte con Leonardo e con Liviano Brinci e Faenzi giocano a tressette
Lo minano e ritornano a Manciano Li acciuffano, li fanno prigionieri
In tempo per l’assalto al Legaluppi Però ci manca ancora il maresciallo
Dove son sgominati i neri gruppi. A completare la squadraccia de’neri

Al campo partigian del Pelagone Con lor Carlucci aveva assassinato


Son radunati da tanti paesi Un giovan renitente a Santa Fiora
Ma soprattutto c’è d’ogni nazione Lo intravedon dai vetri a malapena
Rappresentanza d’uomini coesi. Seduto al tavolino della cena
C’è perfino un austriaco disertore Bussano e la su’ moglie va ad aprire
Americani, russi, zelandesi, Gli grida, Luca attento c’è i ribelli
spagnoli, indiani ed infine inglesi L’uccide un colpo che trapassa il legno
contro il nazifascismo a guerreggiar! Nella porta un tassello resterà.

La formazione si rafforza Al campo della formazione


E trova l’unificazione Dicon se uno di voi scappa
Con i tigrotti di Maremma al Baccinello Quello che resta sarà fucilato
E la guerriglia partigiana Ma fugge il Brinci e chiama i suoi
Rende ogni reazione vana Per fare un rastrellamento
alla guardia nazional repubblicana Però il Faenzi non lo salverà nessun!

Tredici marzo del Quarantaquattro Dopo l’umiliazion di Samprugnano

pagina 1777
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

I neri cercan chi gli ha dato appoggio Così si sgancian gli altri i partigiani
Chiedono ai contadin dei casolari Che sfuggono alla caccia dei fascisti
frugano campo, bosco valle e poggio Ma su’ corpi di Gino e Giovannino
Entrano nella scuola elementare Si sfoga bruta la rabbia dei tristi
Interrogan gli alunni, che stan zitti
I capoccia avean detto: non parlare! L’amor del popolo che gemma
E nessun bimbo la su’ bocca aprì Nei cuori della sua Maremma
Lo fa immortale per ogni uomo e donna
Però il sette di maggio l’imboscata per noi suoi eredi che viviamo
scatta e Giovanni Conti primo cade La libertà che ci ha donato
Gino benché ferito non s’arrende Gino è una luce di ideale e civiltà!
Ingaggia i neri che lo voglion prènde'

Informazioni

La storia del Tenente Gino, capo partigiano nella zona di Scansano, raccolta dalle voci di vecchi che ricordano e
messa in musica su aria di impianto popolare (2 ottave + una sestina) da Pardo Fornaciari

pagina 1778
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Il teleconcorrente
(2005)
di Fausto Amodei
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-teleconcorrente

A chi mi chiedeva che farai da grande Chi si è fatto esperto in cibi brasiliani
rispondevo sempre ed invariabilmente chi sa proprio tutto sui celenterati
voglio dar risposte a tutte le domande chi ha prescelto la sessualità dei cani
come un teleconcorrente. chi la vita dei beati.

Davo una risposta pronta ed esauriente Chi si è fatto esperto in caccia ai


ad ogni domanda che mi fosse fatta coccodrilli
quasi Mike Bongiorno fosse lì presente e chi nei proverbi della Val di Fiemme
per veder che fosse esatta. chi ha imparato tutto sui Guardasigilli
e chi su Matusalemme.
Anche al catechismo davo le risposte
ai misteri sacri ai mistici problemi Di comune accordo noi andiamo apposta
solo quando le domande mi eran poste tutti a confessarci quasi ogni mattina
come in un concorso a premi. perchè ci si alleni a dare una risposta
chiusi dentro a una cabina.
Per risponder si durante il matrimonio
onde garantirmi la risposta giusta Ma verrà un bel giorno ed una buona volta
io l'avevo già di fronte a un testimonio la famosa lettera che ci confermi
chiusa dentro ad una busta. che alla fine la domanda è stata accolta
d'apparir sui teleschermi.
E la mia signora cara abituata
a risponder sempre come a Silvio gigli Attendiamo quindi sempre in esercizio
sull Ogino Knaus non era preparata a che la domanda svolga il suo decorso
e mi diede tanti figli. e ci resta in fondo il giorno del giudizio
ch'è pur sempre un bel concorso.
Diedi il nome Lascia alla prima figlia
e la successiva la chiamai Raddoppia Non c'è Mike Bongiorno bensì il padreterno
che soddisfazione per la mia famiglia non gettoni d'oro ma anni in paradiso
preser a darle sempre in coppia. non si rischian soldi ma solo l'inferno
tutto il bando è ben preciso.
Io mi sforzo di dar loro una cultura
perchè ognun di loro possa trarne frutto Quindi attendo solo che venga la morte
casomai venisse per buona ventura che contrariamente a quella che è l'usanza
accettata a Rischiatutto. non avrà presente nell'estranea sorte
l'intendenza di finanza.
Questa prospettiva anche se eventuale
no non la si deve perder mai di vista E vedrà il buon Dio se siam preparati
quindi occorre non cultura generale su matusalemme sui guardasigilli
ma bensì da specialista. sul sesso dei cani sui celenterati
sulla caccia ai coccodrilli.

Informazioni

Presente nell'album “Per fortuna c’è il cavaliere”. Boriz

pagina 1779
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Il testamento di Orso
(2019)
di Pardo Fornaciari
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-testamento-di-orso

Era Lorenzo Orsetti da Firenze Il mondo cambierà - il mondo cambierà


Tekosher lottatore in lingua curda
Morto in un'imboscata jihadista Quando tutto precipita
Da partigiano contro il nazifascismo Ci devono guidare
Questo il suo testamento L'impegno e la speranza
L'indifferenza no - l'indifferenza, no
Ciao, se state leggendo
Questo messaggio è segno Ogni tempesta nasce
Che non sono più al mondo Con una sola goccia
Che non ci sono più - che non ci sono più Tu non ti rassegnare
Quella goccia sei tu - Quella goccia sei tu
Però non rattristatevi
ho fatto quello che è giusto V'auguro tutto il bene
difendere i più deboli Spero anche voi un bel giorno
rimpianti non ne ho - rimpianti non ne ho All'individualismo
Vi saprete ribellar - saprete ribellar
Io me ne sono andato
Con il sorriso sul volto Tenetemi nel cuore
La vita che mi han tolto Dice Orso il Lottatore
In alto le sue idee
Giustizia e libertà - Giustizia e libertà

Informazioni

Una ballata di Pardo Fornaciari sul testamento di Lorenzo Orsetti, detto Orso a Firenze e Tekoçer (il Lottatore) in
curdo, caduto nella valle della Rojava, nel Kurdistan siriano, in un'imboscata dei fascioislamisti del Daesh, che era
andato a combattere per la libertà dei Curdi, per la sicurezza nostra contro i terroristi islamisti, per la giustizia
sociale.
Sull'aria della Ballata per Franco Serantini di Ivan della Mea

pagina 1780
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Il tragico naufragio del 18 aprile 2015


(2015)
di Bruna Montorsi
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: emigrazione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-tragico-naufragio-del-18-aprile-2015

Nella notte del 18 aprile, Non tragedia, ma orrendo omicidio:


senza scrupoli, quei trafficanti ventitre arrestati a Palermo.
più di mille persone migranti Uno ride di quell'inferno:
dalla Libia hanno fatto partir. "Sempre troppi ne carichiam!"

Nella stiva le donne e i bambini non tragedia, ma vile assassinio,


e i più poveri, i più disperati sono morti come i topi in gabbia.
senza cuore son stati ammucchiati Ma non basterà la nostra rabbia
dai vigliacchi scafisti assassin. questo scempio brutale a fermar.

Ma eran troppi su quel barcone Da gennaio son milleseicento,


che per forza ha dovuto affondare; dalla guerra volevan scappare:
chi era in alto ha potuto gridare son sepolti nel fondo del mare,
la sua angoscia, la disperazion. solo un numero ormai resterà.

Laggiù in fondo, nel buio ammassati, Da gennaio son milleseicento,


si sentiva un sinistro rumore; mentre noi rimaniamo a guardare:
poi lo schiaffo dell'acqua e il fragore, il valore dobbiamo affermare
senza un grido ognun si eclissò. di una sola umanità.

Informazioni

Testo scritto da Bruna Montorsi (de Le cence allegre, di Modena), sulla melodia de Il feroce monarchico Bava. Il
canto ricorda il naufragio di una imbarcazione avvenuto la notte del 18 aprile 2015 al largo delle coste della Libia.
Un superstite (28 in totale) ha indicato in 950 il numero di migranti a bordo, tra cui circa 200 donne e tra i 40 e i 50
bambini.

pagina 1781
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

In metro a Roma per il referendum


(2011)
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: referendum
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/metro-roma-il-referendum

Italia bella mostrati assennata ma stando molto attendum


e vai compatta verso il referendum la croce va sul SI.
che avere l'acqua libera è un diritto
perciò coraggio serve anche il tuo SI.
Era lì che volea volare/votare...
Del nucleare abbiam le palle piene l'uselin de la comare...
ricordati Chernobil e Fukushima
se devi andare al mare vota prima Volea votare per l'acqua pubblica...
e anche per questo metti un altro SI. lui e tutta la repubblica...

Italia bella mostrati compatta E volea votar sul nucleare...


che si raggiungr il quorum col tuo SI! vota SI mica va al mare...

SI...SI...SI... Volea votar l'impedimento...


vota SI tutto contento...
E...vota vota vota
e vota il referendum E proprio SI volea votare
l'uselin de la comare...

Informazioni

Sull'aria di diversi canti popolari italiani

pagina 1782
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Inno del C.D.A. del M.M.B.


(2005)
di Fausto Amodei
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti, satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/inno-del-cda-del-mmb

Quando negli anni sessanta il secolo scorso unir la General Elettric con l'Olivetti
c'era una gran confusione corremmo al e proseguimmo convinti che il capitale
soccorso deve integrarsi su scala internazionale.
c'eran azioni, senati, partiti, congreghe
consigli di sanità, conventicole e leghe. Su lottiamo il capitale
tutti uniti farà
C'eran comuni province stati sovrani l'Internazionale di ogni SPA
inglesi russi francesi spagnoli e italiani ferro, uranio, petrolio ed elettricità
e in questo intrigo caotico e senza costrutto per un monopolio in piena attività.
siamo arrivati noi altri a coordinar tutto.
Fu Carlo Marx a insegnar che il concetto di
Nostra patria è il mondo intero stato
nostra legge è la produttività di fronte agli altri è il concetto più
motto foriero motto foriero mistificato
nostra patria è il mondo intero e che lo stato borghese per via del classismo
retto dalla competitività è il comitato d'affari del capitalismo.
motto foriero di nuova civiltà.
Abbiamo appreso da lui questa saggia lezione
Industrie piccole un tempo ce n'eran a e per la causa della demistificazione
bizzeffe abbiam risolto l'intrigo di questa faccenda
si cominciò a unir la Riv con l'Skf tolto lo stato al suo posto abbiam messo
fare una sola nazione d'Italia e di Svezia l'azienda.
fu un bel successo benchè non sia stata
un'inezia. Avanti o popolo per conquistare
l'azionariato è popolare
Ancora più di rilievo fu per certi aspetti posa il fucile e gioca in borsa
così di corsa tu vincerai.

Informazioni

Presente nell'album “Per fortuna c’è il cavaliere”. Boriz

pagina 1783
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Insulina
(2008)
di Alessio Lega
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: disagio mentale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/insulina

(per Patrizia) ti fai coppa d’ambra languida e infuocata.

È una malattia di grumi dentro il sangue È una malattia che sanguina nel sangue
dove arranco quando corro in bicicletta che risvegli, che sonnecchi, che sconvolga
prendo tempo perché c’ho fin troppa fretta che mi stia di fronte, sia la fonte, imponga
di arrivare esangue fino a un’altra notte che non c’è insulina che mi ti disciolga

ti spalanchi e poi mi dici «Che ti piace?» quando guardo che ti curi o ti suicidi
me mi piace quando un ricciolo frappone che t’innietti nella folla della vita
la terribile bellezza della faccia che tracanni e che soffochi e che ridi
che non dà respiro, scinde, mi scompone che sei tanto viva che non hai l’uscita

me mi piace quando mi levo le lenti che sei tanto viva che un po’ mi spaventi
e ti colgo d’ombra liquida e sfuocata ma se un ricciolo frappone una barriera
poi man mano che avvicino i passi lenti per fortuna fra i tuoi occhi nella sera
trovo il tempo di un respiro fra due canti.

Informazioni

L’onda sonora di questo blues avvolgente ci introduce a quella vera e propria malattia mentale collettiva che è
l’amore realizzato, la convivenza, il matrimonio [...] Ma non illudetevi è un pezzo breve. (Alessio Lega)

pagina 1784
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Inverno sulle Langhe


(2005)
di Luca Rapisarda
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/inverno-sulle-langhe

Là sulle Langhe c’è una baracca, Là sulle Langhe c’è il vento nero,
C’è vino e grappa, c’è vino e grappa lungo il sentiero del partigian.
Là sulle Langhe c’è il bosco nero,
è il cimitero dei partigian. Inverno del Quarantaquattro,
percorrerò strade più in alto
Inverno del Quarantaquattro, fiancheggerò cascine andate,
canneti, poi monti di fango, in rovina, col tempo.
di terra, di ghiaccio.

Informazioni

Dal CD "Apuamater" di Davide Giromini, autoprodotto, 2005

Qui il video della canzone:http://www.youtube.com/watch?v=6zA9u0dD9Tc

pagina 1785
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Isabella di Morra
(2006)
di Alessio Lega
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/isabella-di-morra

Sopra la rocca c'è Isabella, anima mia la salda speme in pianto fa mutare.
consuma gli occhi e guarda il mare
messa in prigione dai fratelli, bella mia Sopra la rocca il vento vola, anima mia
chi può venirla a liberare? il mare frange nella gola,
la vita aspetta sola sola, bella mia,
D'un alto monte onde si vede il mare che poi si chiuda la tagliola.
miro sovente io, tua figlia Isabella
s'alcun legno spalmato in quello appare Ma non veggo nel mar remo né vela,
che di te, padre, a me porti novella. così deserto è l’infelice lido
che il mare solchi o che lo gonfi il vento
Gioca alla morra le sue carte, anima mia io non veggo nel mar remo né vela.
è pugno, è pietra, è una carrozza, Contro fortuna allor spargo querela
è tuo fratello sulla soglia, bella mia e tengo in odio il denigrato sito
è lui la forbice che sgozza. come sola cagion del mio tormento,
contro fortuna allor sporgo querela.
Ma la mia incerta e dispietata stella
non vuol ch'alcun conforto possa entrare, Sopra la rocca c'è Isabella, anima mia
nel tristo cor, che di pietate è nulla ha chiuso gli occhi e cerca il mare
messa in prigione su una stella, bella mia,
chi può venirla a liberare?

Informazioni

Isabella era una poetessa del ‘500. Suo padre un nobile sconfitto in guerra era fuggito a Parigi. Lei crebbe
circondata dai fratelli che la odiavano e la sgozzarono a 26 anni. In questa canzone si alternano i miei versi ai suoi.
Essere donna resta un affare pericoloso. (Alessio Lega)

nfromazioni su Isabella di Morra

pagina 1786
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Ivaldi
(2000)
di Mirafiori Kidz
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ivaldi

Dico a te che miti non hai, E la tua vita...


parlo a te che guai non ne vuoi
tutti gli uomini non sono uguali Torturati e torturatori,
alcuni ammiro altri disprezzo martiri e seviziatori
morti passati per un camino
E la tua vita sta nella storia e gli assassini odiati in eterno
hai una memoria, oh no? Ci sono quelli che vivon da schiavi,
Nella tua vita scorre la storia uomini servi solo per scelta
hai una memoria, oh no? ma gli altri vogliono la liberta'
e tengon duro fino alla morte
Uomini oppressi ed oppressori
perseguitati e persecutori, E la tua vita...
uomini fermi a una frontiera
uomini che li hanno venduti Tutti gli uomini non sono uguali

Informazioni

Dedicato a Giovanni Pesce, mitico partigiano dei GAP, Ivaldi era uno dei nomi da lui usati in clandestinita'.

pagina 1787
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L'amanti miu
(2013)
di Francesco "Ciccio" Giuffrida
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: siciliano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lamanti-miu

L’amanti miu è asta di bannera l’amanti miu ‘nti mia s’arripara.


‘n principi nun ci pò stari alla para;
e quannu nesci di intra la pirrera Scordati beni miu ’dda tana scura
è capitanu di li surfarara. veni ‘nta li me razza di massara;
Po’ quannu sbota di la cantunera scordati di lu cauru e di l’arsura
mi scordu di la vita quant’è amara; di l’acqua puzzolenti e dâ limara;
rapu la porta addumu la lumera, chinu di pruvulazzu e di surura
iu t’arrifriscu ccu la me quartara.

Informazioni

Canzone vincitrice del premio "Daffini" 2013, organizzato dal comune di Motteggiana, paese natale di Giovanna
Daffini.

pagina 1788
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L'amore al tempo della rivolta


(2014)
di Marco Rovelli
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lamore-al-tempo-della-rivolta

Saró detto pazzo, ambizioso e turbolento Ma abbandonare i figli miei mi lacerava il


ma avrò la ricompensa al fondo della mia cuore
coscienza
e nell'animo dei cari dei miei generosi amici E abbandonata al vento, tra due fuochi
e nell'amore tuo, nelle parole che mi dici sospesa
Mia madre mi scriveva recupera l'onore
So di osare l'impossibile, che grande è il io risposi E' mio l'amore, ed è legge
mio ardimento naturale
ma è l'inerzia a rendere immenso il mio Non cercate di piegarmi al vostro modo di
tormento pensare
perciò torno alla mia terra, che ci fece
eterni amanti "Il ne faut faire jamais comme les autres
quella festa a Piedigrotta tra le luci e Il ne faut faire jamais comme les autres
degl'incanti Je t'aime
Il ne faut faire jamais comme les autres"
In quel giorno di settembre ci incontrammo da
bambini Nella repubblica sognata col genio
la vita si dischiuse e intramò i nostri dell'insurrezione
destini nel fuoco di quella battaglia, si rinsaldò
amor ci precedette e ci fece stupire l'amore
nel profondo della voce il tuo nome mi mentre disponevo armi, tu curavi le ferite
s'incise E il dolor della sconfitta il tuo amore fece
mite
Fin nella maledetta nebbia, dove era muto il
cielo, Adesso vado coi trecento che diran giovani e
non ha smesso l'ideale di esser fuoco al mio forti
pensiero ma i veri sognatori mai potranno dirsi morti
e d'amor l'incendio non è mai cessato in All'odiata catena del mio tempo do l'assalto
cuore Ora e sempre di rivolta elevo lo stendardo
pur spezzato già da tempo dall'acerbo mio
dolore E ancora un'altra volta mio infinito amore
io resterò al tuo fianco e sopporterò il
Essere promessa a un uomo non voluto dolore
Che se non sei schiava arriva il giorno del di averti perduto al colmo d'illusione
rifiuto e per tutta la vita io porterò il tuo nome:
il tuo amor mi fece fuggir quella prigione Enrichetta Pisacane.

Informazioni

"Carlo Pisacane è stata la figura più vicina al Che Guevara che c'è stata nella storia italiana. E quel grande
rivoluzionario risorgimentale e socialista visse una straordinaria storia d'amore con Enrichetta Di Lorenzo, che lo
seguì in tutta Europa, e poi nelle Cinque Giornate di Milano, e poi nella Repubblica Romana (che fu la cosa più
vicina della nostra storia alla Comune di Parigi). Si erano innamorati ancora bambini, a una festa a Piedigrotta, ma
poi lei era stata data in sposa a un uomo che non amava, e nonostante i tre figli era profondamente infelice, e si
ribellò, spezzando le proprie catene: lasciò la vita comoda e fuggì da Napoli, per seguire Carlo in questa vita ribelle.
Finché lui, nel 1857, decise l'impresa disperata, decise di osare l'impossibile, sperando di fare insorgere la sua
terra napoletana: “eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti”. (Marco Rovelli)

pagina 1789
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L'amore è un brutto vizio


(2005)
di Fausto Amodei
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lamore-e-un-brutto-vizio

Rinunciare all'amor tuo perchè proprio come il vino


mi risulta più nefasto più vien vecchio e più vien buono.
che piantar di colpo il vizio
di un caffè dopo ogni pasto. Poi così come farei
col Barolo e col Recioto
Non amar più te ma un altra io considero l'annata
più posata e più tranquilla è un amor del cinquantotto.
equivale a non sorbire
più caffè ma camomilla. Cinquantotto l'anno santo
un'annata strepitosa
Il caffè che io ritrovo ed il vino e il nostro amore
nel tuo amore appassionato son per me la stessa cosa.
è un'espresso d'anteguerra
non decafeinizzato. L'amore è un brutto vizio
come l'alcool di vigna
Che ti dà l'assuefazione ti può segnar l'inizio
per il cuore un bel veleno d'una sorte maligna.
ma non so che cosa farci
non ne posso fare a meno. D'una gran brutta sorte
che in forma ben drammatica
Mi fa perdere anche il sonno ti può condurre a morte
ma che cosa vuole dire con la cirrosi epatica.
dato che con te di notte
non ho voglia di dormire. Chi senza vizi muore
in Cielo avrà il risveglio
L'amore è un brutto vizio però morir d'amore
come la caffeina per me è molto meglio.
ti porta a precipizio
verso una brutta china. Rinunciare all'amor tuo
sai mi costerebbe un fracco
Non è mica una storia quasi più che rinunciare
c'avrò una malattia al mio vizio del tabacco.
cardiocircolatoria
e la tachicardia. Fosti tu il mio primo amore
quella notte benedetta
Chi per la patria muore in cui io fumai tralaltro
trova morte gloriosa la mia prima sigaretta.
però morir d'amore
per me è un altra cosa. Vi ricordo tutti e due
ma poi dopo all'indomani
Conservare o no il tuo amore cambiai donna e fu mai solo
è un dilemma già risolto più dei sigari toscani
come scegliere tra un vino
in bottiglia ed uno sciolto. Ho capito solo adesso
quant'è bello amar soltanto
Rinunciare all'amor tuo sette pipe ben conciate
è una scelta senza premio e colei che ti sta accanto.
come quella di volere
diventar di colpo astemio. Ho cercato di piantarti
ma compiuto questo passo
A un amore così vecchio diventavo più nervoso
come il nostro mi affeziono diventavo troppo grasso.

pagina 1790
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L'amore è un brutto vizio dà un'alta percentuale


come la nicotina di cancro nei polmoni.
piantarla è un bel supplizio
anche se ti rovina. Chi di vecchiaia muore
trova morte serena
Anche se ti fa male però morir d'amore
e se non l'abbandoni val ben più la pena.

pagina 1791
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L'eccidio di Modena
di Bruna Montorsi
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: repressione, lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/leccidio-di-modena

Fu nel ‘50, in un giorno nefasto Angelo Appiani, Arturo Malagoli


sparsero sangue il 9 di gennaio Chiappelli Arturo e Renzo Bersani
han trucidato 6 giovani operai E poi Rovatti e Garagnani
che protestavano per chieder lavor Furon colpiti dal piombo crudel

Il proprietario delle fonderie E Piazza Roma in due ore è gremita


una serrata aveva ordinato di una gran folla tra rabbia e sgomento
ma gli operai avevan lottato qualcuno grida è arrivato il momento
ma per difendere il posto di lavor della riscossa della rivoluzion

Il boss fascista Adolfo Orsi Trecentomila lavoratori


e Mario Scelba suo degno compare ai funerali sfilarono muti
a sangue freddo fecero sparare passi pesanti, Modena è in lutto
su quella folla seminando terror per cento anni nel lutto sarà

Informazioni

Canto comunicatoci dall'autrice del testo, che ricorda come Il 9 gennaio 1950, la polizia di Scelba apriva il fuoco
premeditatamente, a sangue freddo, sugli operai che protestavano contro la serrata delle Fonderie Riunite di
Modena.
La melodia è quella del canto Ascoltate o popolo ignorante , ovvero di Addio padre e madre addio

pagina 1792
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L'educazione civica
(2005)
di Fausto Amodei
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/leducazione-civica

Se tu vuoi mangiarti la mela che c'ha un Avrai l'invidia palese o nascosta


altro di chi da ingenuo, da onesto
tu fa che rubargliela ma per esser scaltro avrà pagato ogni tassa ogni imposta
mettiti a giurare e urlar come un ossesso che il fisco gli abbia richiesto.
che quel furto no tu non l'hai mai commesso.
Evader le tasse non è un gran reato
Che le accuse sono calunnie e pregiudizi chi lo contestasse sarebbe isolato
che le prove addotte son solamente indizi c'è chi a viso aperto fa queste asserzioni
poi dichiara per imbrogliar la ragnatela tra di loro c'è un certo signor Berlusconi.
che fu il querelante che rubò la mela.
Evade a milioni in quanto ci sono
La conclusione sarà la seguente parecchie occasioni d'avere un condono
potrai tenerti il maltolto perciò non temere più sei delinquente
l'ingenuo che ti ritiene innocente più puoi darla a bere e far l'innocente.
vorrà che tu venga assolto.
Se rubando in giro ben più di qualche mela
Molti vorranno la tua soluzione col costante impiego di truffe e corruttela
non per amor di giustizia se frodando il fisco con piratesche imprese
ma solo spinti dall'ammirazione tu diventi il boss più ricco del paese.
per la tua innata furbizia.
Ma se un tribunale vuol farti i conti in
I furti commessi non sono peccati tasca
se non li confessi non ci son mai stati e dalla bonaccia succede la burrasca
se tu temporeggi qualunque delitto resta un solo modo per non pagare ammenda
in base alle leggi può esser prescritto. fare dell'intero stato la tua azienda.

Se tu tieni duro bugia su bugia Entra in politica determinato


a tutti è sicuro verrà l'amnesia a usare le televisioni
perciò non temere più sei delinquente che altri politici ti han procurato
più puoi darla a bere e far l'innocente. per vincere le elezioni.

Se pagar le tasse ti crea qualche disturbo Per scongiurar traversie giudiziarie


dato che a pagarle ti senti poco furbo tu violerai da padrone
tu fa l'evasore ma fallo per intero non solo più delle leggi ordinarie
e dichiara sempre che hai reddito zero. ma anche la costituzione.

Ma non essere tirchio prevedi grossi esborsi E da presidente ogni tua porcheria
per tributaristi esperti a far ricorsi avrà la patente di democrazia
e metti in bilancio per ogni circostanza perchè chi t'ha eletto t'ha dato il mandato
le mazzette per la Guardia di Finanza. di tenere ben stretto quel che hai già
rubato.
Così terrai quasi tutti i denari
sottratti al fisco rapace Perciò è naturale che venga accusato
avrai il plauso di tutti i tuoi pari non il criminale bensì il magistrato
ai quali il fisco non piace. perciò non temere più sei delinquente
più puoi darla a bere e far l'innocente.

pagina 1793
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L'infermiera a lavorar
(2020)
di Alessandro Fanari
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/linfermiera-lavorar

L'infermiera a lavorar L’imprenditor deve mangiar


L'infermiera a lavorar Ed è arrivata pure qua
Tutti dicon che l'è bella I colleghi suoi malati
L'infermiera a lavorar Mentre andavano a ballar
Più che brava dicon bella I reparti decimati

Tanto brava sai com'è L’han chiamata su a parlar


Tanto brava sai com'è L’han chiamata su a parlar
Lei s'è fatta raggirare Chi comanda si è arrabbiata
Tanto brava sai com'è L’han chiamata su a parlar
Lei s'è fatta raggirare Quella voce l’è arrivata

Lei s'è fatta raggirar Hai parlato mal di me?


Lei s'è fatta raggirar Noi parliamo mal di te
Da politici incapaci E perciò sei licenziata
Lei s'è fatta raggirar Hai parlato mal di me?
Da politici incapaci Morrai sola e censurata

Ed il peggio sai dov’è Tutte e tutti ora lottiam


Ed il peggio sai dov’è Tutte e tutti resistiam
Lei gli aveva anche avvisati Con la visiera appannata
No l’epidemia non c’è Tutte e tutti resistiam
Lei gli aveva anche avvisati Per la collega ammalata
Tutte e tutti resistiam
Meglio morta o licenziata?

Informazioni

Canto popolare scritto a dicembre 2020 nato dalla necessità di raccontare la drammatica situazione del personale
sanitario e la scandalosa gestione politico/sanitaria dell'emergenza Covid in Sardegna. Sull'aria de "La fiola dal
Paisan" (Bergogno di Casina, provincia di Reggio Emilia).

Scritta e cantata da Alessandro Fanari.

pagina 1794
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L'inondasion dël Pò
(2006)
di Fausto Amodei
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: piemontese
Tags: satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/linondasion-del-po

Për che rason ël Pò a l'è anrabiasse Mi, parland come Pò, bin pì ëd na vòta
a l'ha ampinì soe val con dl'aqua àota j'eu vist gènet d'ògni sòrta, sie sle mie
dësbland i pont, le strà, le cà, le piasse arvere:
quatand sità e campagne con soa pàota? imperador, tiran e patriòta,
prinssi, baron, soldà 'd tute bandiere.
La rason l'è che ël Pòa l'ha vist rivé
coj dla Lega che an man tnisìo 'd le ampole Tuti i mnisìò con spa, fusil e lansa
pëe porteje via l'aqua al Pian dël Re për pianté arlongh mie sponde ël sò drapò,
e a l'ha tacà a criè: Chi a son 'ste ciole? d'Austria, d'Italia, Almagna, Spagna e Fransa
col but -për drit divin- ëd pijesse ël Pò.
"Che, tute vestìe ëd vèrd, con l'armadura
gieugo aij babacio, senssa fé 'na piega! Ma, cristo, i ero ëd gent ch'i avìo i cojon
Esse balengo sì, ma con misura, quàich vòlota ëd lasaron, ma sempe svicio:
picio va bin, ma nèn com coj 'd Lega! Visconti, Este, Gonzaga, Napolion...
senssa confront con costa banda ëd picio!".
Coj òmo vèrd son mnù sota ël Monvis
con an testa na fissa, coma un ciò: L'è për Iòn, brava gent, ch'a l'è nen vera
cola ëd pijesse mia aqua a la sorgis che ël Poò l'abia anlagà la soa pianura
për fe la sirimonia dël dio Pò. për quistion riguardant tuta la tera
ch'a l'è bele antossià, l'è pì nen pura,
Prèive ëd na veja religion pagan-a
son tramudase ëd colp tuti in crosià; pëerché a i è tròp dë mniss ant l'aqua e ant
fin la Ciesa Catòlica Roman-a l'aria,
për lor a l'è venduse ai fieuj d'Allah! e i montagnin bandon-o le soe baite,
fium e torent son mach na dëscaria
Adess për lor combate l'Alcoran, e ij euvre ëd protession a son malfàite.
a l'è na fissasion, a l'è na smania:
contra moschee, Maométte maometan Se tanta provra gent a l'è trovase
son cissà coi gadan ëd la Gadania. coatà d'aqua e d' paciòch soa cà e botega,
la rason l'è che ël Pò a l'è anrabiasse
mach për copa ëd coi picio frust 'd la Lega.

pagina 1795
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L'omo nero
(2004)
di Marco Del Giudice
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: emigrazione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lomo-nero

Bimbo non uscire fuori da solo, mamma dimmi cos’ha,


mamma dimmi perché, dove viveva gli mancava l’acqua,
bimbo non uscire fuori da solo, e qui la viene a sprecar,
mamma dimmi perché, col dio che prega non andrà lontano,
c’è l’omonero che gira in cortile, il nostro si che del bene ci fa,
sapessi quanta paura che fa, è sempre stato il più grande il migliore,
guardarlo dritto negli occhi davvero, per potenza e maestà,
questo non lo si può far, e quel fagotto che c’è li per terra,
bimbo non uscire fuori da solo. chissà cosa sarà,
C’è un tipo losco che spia nel buio, arrotolato a mo’ di tappeto,
mamma chi mai sarà, non lo vedi è un clochard,
ha gli occhi a mandorla e il volto non è intonato con quelle vetrine,
giallastro, l’odore che ha non è certo Chanel,
oh che paura mi fa, chiaro che questi non hanno buon gusto,
dice di vendere balsamo tigre, se a schiattare vengon qua.
sarà soltanto un’escamotage,
solo un pretesto del tutto banale, Forza tiralo su…
per invaderci il garage. Mamma questo muro che ho costruito,
guarda il buio che fa,
Forza tiralo su, calce mattoni, e rena, a farlo in fretta non ci siamo accorti,
svelto, svelto, tira su quel muro, che finestre non ha,
che non possano passar, che brutto odore ristagna qua dentro,
forza tiralo su, calce mattoni, e rena, e tranne noi qui nessuno ci sta,
alto, alto, mattone su mattone, la puoi nascondere col tuo profumo
che non possano più entrar. questa puzza resterà.
Basta lo tiro giù, ci siamo chiusi dentro,
Guarda un po’ il tipo che lava i vetri, svelto, svelto, senz’aria in questa stanza
non si può più respirar.

pagina 1796
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La (Maria) Stella filanda


(2010)
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale, scuola/università
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-maria-stella-filanda

Chi è chi è e forse neanche letta


che ha sfasciato l'istruzione che colpa puoi aver
è chiara la questione
è gente come te La sola colpa
se vuoi che te la dica
Io so perchè non eri così fica
ti han dato il ministero da stare alla tv
per me non è un mistero
e vorrei farlo saper Sei troppo anziana
per fare la velina
Diciamo che e comunque una vetrina
come schiava il padrone volevi avere tu
della televisione
voleva proprio te E la p2 sapeva che
l'istruzione era un problema
Ma tu lo sai e hanno scelto proprio te
che caduto 'sto governo che in pagella avevi tre
per te sarà un inferno
lavoro non ce n'è Per massacrare
la scuola e l'istruzione
Io so un segreto su di te con grande abnegazione
Maria Stella, Maria Stella ti sei impegnata assai
io so un segreto su di te
tu in pagella avevi tre Ma io lo so
dei precari tu hai paura
Si sa si sa la piazza ti assicura
che la stampa disinforma che te ne pentirai
la chiamano riforma
i servi ed i lacchè Tu hai paura e sai perchè
Maria Stella, Maria Stella
Però io so saranno cazzi anche per te
che nemmeno tu l'hai scritta cerca casa ad Hammamet (2 volte)

Informazioni

Parodia della canzone popolaresca La filanda (di D. A. Janes -Pallavicini) portata al successo da Milva nel 1971, di
Massimo Merighi & Tony Troja.

pagina 1797
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La ballata del Tenente Gino


(2007)
di Pardo Fornaciari
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-ballata-del-tenente-gino

Otto settembre il re era scappato I neri, delinquenti e farabutti


I due sottotenenti Antonio e Gino Per la fame si mangeran le man!
Poiché l’onor d’Italia va salvato A Roccalbegna una sera Gino
Sprezzan l’esercito repubblichino Va allo spettacolo dentro il teatro
Da Grosseto con armi e munizioni Poi scrive ai fasci del dopolavoro
Parton per ricongiungersi col fronte Loda la recita che han fatto loro!
Ma pel disastro dei collegamenti A Preselle gli uffici di questura
Montemerano, si fermano lì. Sono assaltati e tutti saccheggiati
La resistenza formano a Manciano Così il tenente, uom senza paura
Ce li sorprende la brigata nera Si rifornisce d’armi e munizion!
Ma ‘un posson restar dei fascisti in mano Mentre i fascisti ancor più odiosi
E da Arcidosso scappan di galera Si rendon a tutta la gente
Poi nella macchia tra Murci e Scansano Che o li combatte, o non li aiuta punto
Fanno il campo e così da mane a sera E la coscienza dell’Italia nuova da
Con la sua bonomia con la sua flemma ricostruire
Gino conquista i cuori di Maremma E'proprio Gino che la insegna e fa capire
Gino Lucchini è un comandante
Che fa tremar le vene i polsi Mentre in Maremma sboccia primavera
Ai neri, che abbian coraggio o che sian bolsi La formazione del tenente Gino
E’un guerrigliero un partigiano Protetta dallo scuro della sera
Che combatte per l’Italia Decide: va in azion su Samprugnano
Per l’ideale di giustizia e libertà! Brinci e Faenzi giocano a tressette
Li acciuffano, li fanno prigionieri
A gennaio l’inverno era feroce Però ci manca ancora il maresciallo
con altri due parte il tenente Gino A completare la squadraccia de’neri
c’è un ponte della Fiora sulla foce Con lor Carlucci aveva assassinato
usato dai Tedeschi per Cassino. Un giovan renitente a Santa Fiora
Di notte con Leonardo e con Liviano Lo intravedon dai vetri a malapena
Lo minano e ritornano a Manciano Seduto al tavolino della cena
In tempo per l’assalto al Legaluppi Bussano e la su’ moglie va ad aprire
Dove son sgominati i neri gruppi. Gli grida, Luca attento c’è i ribelli
Al campo partigian del Pelagone L’uccide un colpo che trapassa il legno
Son radunati da tanti paesi Nella porta un tassello resterà.
Ma soprattutto c’è d’ogni nazione Al campo della formazione
Rappresentanza d’uomini coesi. Dicon se uno di voi scappa
C’è perfino un austriaco disertore Quello che resta sarà fucilato
Americani, russi, zelandesi, Ma fugge il Brinci e chiama i suoi
spagnoli, indiani ed infine inglesi Per fare un rastrellamento
contro il nazifascismo a guerreggiar! Però il Faenzi non lo salverà nessun!
La formazione si rafforza
E trova l’unificazione Dopo l’umiliazion di Samprugnano
Con i tigrotti di Maremma al Baccinello I neri cercan chi gli ha dato appoggio
E la guerriglia partigiana Chiedono ai contadin dei casolari
Rende ogni reazione vana frugano campo, bosco valle e poggio
alla guardia nazional repubblicana Entrano nella scuola elementare
Interrogan gli alunni, che stan zitti
Tredici marzo del Quarantaquattro I capoccia avean detto: non parlare!
Giù dalle Caprarecce i partigiani E nessun bimbo la su’ bocca aprì
Scendon a Murci pe’svuotar l’ammasso
E affamare i fascisti ed i germani Però il sette di maggio
Distribuiscono granaglie a tutti l’imboscata
La gente insomma avrà di che mangiare scatta e Giovanni Conti primo cade

pagina 1798
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Gino benché ferito non s’arrende L’amor del popolo che gemma
Ingaggia i neri che lo voglion prènde’ Nei cuori della sua Maremma
Così si sgancian gli altri i partigiani Lo fa immortale per ogni uomo e donna
Che sfuggono alla caccia dei fascisti per noi suoi eredi che viviamo
Ma su’ corpi di Gino e Giovannino La libertà che ci ha donato
Si sfoga bruta la rabbia dei tristi Gino è una luce di ideale e civiltà!

Informazioni

Composta da Pardo Fornaciari dopo aver interrogato alcuni anziani testimoni dei fatti del 1944, in Maremma, tra
Scansano ed Arcidosso, dove Gino Lucchini milanese combatté contro i nazifascisti. Cantata la prima volta a Murci
(Scansano) nel Luglio 2007 al convegno in memoria del Tenente Gino. Sull'aria delle Ballata della XXIII Brigata

pagina 1799
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La ballata della RWM


(2018)
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-ballata-della-rwm

Son bombardata, sono sfruttata Ed alla guerra farem la guerra


son la yemenita che giammai tremò tutti uniti insieme noi la vincerem
Mi hanno uccisa e incatenata Non più sfruttate sulla terra
carcere e violenza nulla mi fermò ma più forti dei cannoni noi sarem

I nostri corpi sotto le bombe In questa lotta gloriosa e bella


e germoglia rabbia contro l'oppressor la RWM noi saboterem
Qua nello Yemen c'è tanto sangue Dal Medio Oriente alla Sardegna
porta morte eccome il frutto del lavor fino a Domusnovas noi combatterem

E chi fa soldi con la morte Contro la fabbrica di bombe


che sia l'operaio o il suo padron contro i militari e per la libertà
di sangue ha le mani sporche noi costruiremo un mondo nuovo
fermeremo la sua collaborazion metteremo fine a ogni autorità.

Informazioni

"La prima bozza del canto nasce nell'aprile del 2018 da una manciata di componenti dell’Indecoro ubriachi al
bancone di Nello, sulle note di "son la mondina son la sfruttata", poi rivisitata da tutto il coro. Dal testo traspare la
presa di posizione netta contro la fabbrica di morte di Domusnovas, la RWM, spesso citata nella cronaca per la
vendita di bombe all’Arabia Saudita che le sgancia nello Yemen compiendo innumerevoli atrocità.

È quindi un canto contro chi vive di guerra, e ne abbiamo tanti esempi qui in Sardegna, ma che dichiara guerra ai
padroni di tutta la terra, con la volontà di lottare per un mondo libero".

pagina 1800
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La Ballata della Soda (Vai, vai..)


(2019)
di De' Soda Sisters
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: ambiente
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-ballata-della-soda-vai-vai

(parlato) e i pescatori non videro più


Era il 1912 quando il belga nemmeno l'ombra di mezzo vaíno
Ernesto arrivò a Rosignano
e ahimé, sciagurato, volle costruire ed eccovi a voi presentata
una fabbrica di bicarbonato. l' Ilva Toscana così com'è nata,
Lo chiese per primi ai cecinesi ma loro gli per questo e per altre ragioni
dissero: De' Soda Sisters e non altri nomi.
"No, noi qui un ti ci si vole!" "Vabbè...
Però l'acqua del Cecina ve la puppo uguale ". E allora vai, vai, vai…
(fine parlato) Giunse voce a Nettuno il re de'i mare
che a Rosignano c'era grande moria,
Così sulle rive marine, nell'ammoniaca e un ci dove'an restare
nacque il mega fabbricone, così ordinò a tutti i pesci d'andare via...
non contento del sale del mare,
andò pure a Volterra le Saline a stragiare. un lo poteron di certo biasimare,
gli risposero in coro "E così sia!"
Il nuovo prodotto era nato: Se ne andarono senza far più capolino
eccolo a voi il bicarbonato! e al posto loro apparve... il fiorentino!
Ecologico e conveniente,
ma come mai prima non c'era venuto a mente! Venivamo da Firenze e provincia,
partivano all'alba in gran frotte,
Ma quale fu il prezzo correvano lungo la strada
di tale illuminanza, e per il posto si faceva a botte!
nel mare e non solo tanti
rifiuti e metalli da scaricare. Ci dicevano 'ndo vu andate?
Noi si va al mar dei Caraibi,
Ed eccoli qua, si spende poco o quasi niente
signore e signori: l'unica pecca è che c'è troppa gente.
arsenico, rame e cloruri,
piombo, cadmio e Mercuri. E allora vai, vai..

E allora vai, vai, vai alla Solvay alla Ma poi il sogno sperato,
Solvay ben presto s'è trasformato
e allora vai, vai, vai alla Solvé tu c'è chi a fare il bagno è andato
c'ha'ndá te! e dall'acqua torba un è più tornato.

Il mare si riempì di fanghi industriali La spiaggia da cartolina ,


e le poseidonie non nacquero più in poco tempo s'è rivelata
a frenare l'erosione marina non poco meno di una carneficina
Ernesto pensava ci fosse Gesù. per chi tornava con la pelle ustionata.

I pesci iniziarono a disertare E allora vai, vai…


l'inquinato mar sorvaíno
Non c'è futuro per me buon tumore Sorvé!

Informazioni

Una canzone che racconta la nascita a Rosignano della Solvay, un impianto industriale per la fabbricazione del
bicarbonato, che ha provato un disastro ecologico.

pagina 1801
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La ballata della Thaumatopoea Pityocampa


(1999)
di Francesco "Ciccio" Giuffrida
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-ballata-della-thaumatopoea-pityocampa

Nella pineta anno dopo anno E il bosco rivivrà fra zirli e fischi
s'è insediato un pericolo mortale tutto pieno di vita e profumato
bruchi a milioni autori di un danno avrem sconfitto il male senza rischi
che porta sofferenza al vegetale e senza avere ucciso l'ammalato

a nulla valse il ripetuto appello Risero in coro i botanici pazzi


dell'entomologo: parole nell'aria pronti a far fuoco pronti alla partenza
siamo di fronte a un vero flagello e piazzarono tosto i loro razzi
l'invasione della processionaria prossimi alla data di scadenza

Dopo anni di inutile pressione Così iniziarono il tragico gioco


seguitava il terribile andazzo sparando come cinici assassini
quand'ecco alla pubblica opinione tutto distrutto col ferro e col fuoco
presentarsi il botanico pazzo la pineta e i boschi a lei vicini

Non posso assistere senza lacrimare Evaporò anche l'acqua dei laghi
agli scempi della processionaria morirono o scapparon gli animali
contro di essa so io cosa fare persero i pini tutti i loro aghi
disinfestazione umanitaria i rami i tronchi ed i succhi vitali

Un getto del mio fuoco intelligente E alla fine dov'era il bosco aperto
e immantinente bruceranno i nidi è tutto morto e tutto adesso tace
dopo il fuoco non resterà più niente i botanici ne han fatto un deserto
morte a tutti i taumatopeidi congratulandosi lo chiamano pace

Botanici del mondo occidentale Abbiamo vinto sentiamo il dovere


tutti con me per la nuova avventura di rimettere tutto quanto a posto
distruggeremo il simbolo del male tutto com'era prima? è da vedere
ripuliremo ogni orrenda sozzura a ben pensarci non ci piace il bosco

Inutilmente l'entomologo avvampa Dov'era il bosco c'è un prato all'inglese


di giusto sdegno per questo progetto ville isolate con sauna e piscina
contro la thaumatopoea pityocampa essenze esotiche pioppo canadese
sta per partire lo scontro diretto bauinia variegata e casuarina

Ripopoliam le foreste di uccelli Il torrente del bosco ora s'è spento


liberandoli nel bosco e nell'aria non più ristoro per la nostra gola
cuculi e averle e picchi e stornelli al suo posto un chiosco di cemento
si mangeranno la processionaria vende hamburger e spaccia coca cola.

Informazioni

La ballata è stata composta nei primi giorni dei bombardamenti sulla Yugoslavia. Thaumatopoea Pityocampa è il
nome scientifico della processionaria del pino.

pagina 1802
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La canzone di Maria Stella [un mistero italiano]


(2010)
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: scuola/università
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-canzone-di-maria-stella-un-mistero-italiano

Questa di Maria Stella è la storia vera gli esaminandi ognor ci vanno a branchi
che fece un'incredibile carriera perchè la promozione a lor non manchi
perchè la sua cultura fosse quella
che è sufficiente per fa la bidella Furono esami semplici e concisi
gli storici su ciò non son divisi
Scuola di legge fece con sudore poi venne l'iscrizione al pdl
poi volle diventar procuratore e dalle stalle lei passò alle stelle
ma al primo tentativo le andò storta
e a Brescia trovò chiusa quella porta Dicono che a tu a Silvio non la davi
e che neanche oralmente lo allietavi
Stanco di tanto studio il suo cervello ci credo e il tuo aspetto mi conforta
cercò di aprirle e usò per grimaldello ma certo la faccenda è un po' contorta
una molta ingegnosa soluzione
e a Reggio presentò la sua iscrizione Spiega 'sta situazione Maria Stella
se un'altra è la ministra che lo fella
Laggiù gli esami son facili e snelli e tu non gli hai mai fatto certe cose
e posson superarli anche i bidelli com'è che al ministero lui ti pose?

Informazioni

Parodia del cabarettista Pippo Patanè, sulla melodia de La storia di Marinella di Fabrizio De Andrè

pagina 1803
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La casa sui bastioni


(2015)
di Polenta Violenta - Canzoniere Popolare, Giusy Battaglia
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-casa-sui-bastioni

Ma il 25 aprile Mi sputavano sul viso


io stavo in galera Pensavo al mio giardino
pensavo ai fatti miei Pensavo al paradiso
alla mia portineria.
Mi aprivano le gambe Arrivano che fa notte
Mi sputavano sul viso i compagni partigiani
Pensavo al mio giardino Arrivano pedalando
Pensavo al paradiso Le bici tutte rotte
Non vedo le loro facce
Era un palazzo bello Non conosco i lori nomi
Pieno di bella gente Arrivano fischiando
Alla fine dei bastioni Ii aspetto sul portone
Non si sentiva niente Aspetto i volantini
I ricchi son discreti della liberazione
Non fanno sceneggiate
urlano in silenzio Io son la portinaia
In silenzio fanno le porcate Di questo di bel palazzo
La guerra la combatto
Io son la portinaia Nel giardino sui i bastioni
Di questo bel palazzo Pulisco i loro cessi
Ma io li frego tutti La merda dei padroni
Sti fascisti assassini Ma dietro lo sciacquone
Pulisco i loro cessi Nascondo i volantini
La merda del padrone della liberazione.
Ma dietro lo sciacquone
nascondo i volantini Ma il 25 aprile
Della liberazione. io stavo in galera
pensavo ai fatti miei
Ma il 25 Aprile alla mia portineria.
io stavo in galera Mi aprivano le gambe
Pensavo ai fatti miei Mi sputavano sul viso
Alla mia portineria Pensavo al mio giardino
Mi aprivano le gambe Pensavo al paradiso

Informazioni

Canto dedicato a quelle figure spesso anonime che nel silenzio del loro coraggio, senza eroismi ostentati od
evidenti hanno comunque con la loro abnegazione contribuito fattivamente alla lotta di resistenza antifascista.

pagina 1804
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La casta dei casti


(2012)
di Pardo Fornaciari
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: anticlericali
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-casta-dei-casti

Quanto ci costa la casta dei casti? a’preti s'aggiungon certi professori


Qualche miliardo, ma sembra non basti e per chi lavora, sono dolori.
certo che oggi è peggio di ieri
ai casti s’aggiunge il costo dei banchieri. Standard and Poors si toglie lo sfizio
di fare il rating del Sant'Uffizio
Un tempo infatti solo in Vaticano ch’investe a destra chi presta a manca
regnava lo IOR quel banco strano tra New York, Roma e Salamanca.
riciclatore di soldi sporchi
e salvagente per i preti orchi. Così la destra non sa cosa faccia
la mano sinistra che s'interfaccia
Di sacerdoti che voto hanno fatto tra Goldman Sacs e il governo italiano
l’istinto lasciarlo insoddifatto le fila le tira sempre il Vaticano!
agli altri predican “siate astinenti” plin plon solasido
ma per sé immolano bimbi innocenti.
Quelli che credono tutti straniti
Quando per caso così per dire non gli rimane che pupparsi i diti
qualcuno li obbliga a risarcire andare in chiesa, accendere un cero
a trovà i soldi non si sbattezzano alla Madonna di Montinero.
Otto per mille e te l’indennizzano.
Ma chi ‘un ci crede pensa alla vendetta
Oggi purtroppo tra Mari e Monti su chi ci salassa e in più ci bacchetta!
lo cose van peggio, facendo du' conti, E’giusto: una banca, io penso, fondarla
che ci tartassano, coi frati neri è peggior crimine che svaligiarla.
Draghi famelici, ingordi banchieri.
(finale)
Agli interessi di troni ed altari Anche se 'un è una gran soluzione
sono alleate le banche d'affari quel che ci vuole è la Rivoluzione!

pagina 1805
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La chansun de Nadou
(1995)
di L' Estorio Drolo
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: occitano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-chansun-de-nadou

Nadou l'ero en jouve d'la Val Mairo "Bandiero biancho" bramen i fasista
e Cartinhan l'ero lou siou pais coumo bruzessen campen i fusil
couro i fasista i soun mountà polè imaginar li moures smaravià
Nadou es scapà bou i partisan: couro i an vist aquei catre partisan
vai scapo, cur Nadou, din lou bouscage vai scapo pus Nadou que spiano lou fusil
vai scapo, cour, Nadou bou i partizan vai scapo pus Nadou que soun presounìer

L'ero d'uvern e de pan n'avio gaire Chabal a Drounìer lou coumandante


bou d'aiti catre van lou sercar mando a dir a Nadou l' partisan
beico sal viol, drech a nousaiti se laisà ren anar i mei sourdà
beico i soun tanti, beico i fusil Cartinhan mai brusera...
vai, scapo, cur Nadou que i soun fasista Se en fil de fum de Cartinhan se leverà
vai, scapo, cur Nadou que soun vintosinc degun de i sourdà retournerà !

Ma 'nté scapen que sien un en facho a l'aoute Calo lo sero e calo lou soulei
? e i fasista tupisen i fournei
tu vas d'aquì e mi e nele da l'aout cant aquelo nuech d'unern a Cartinhan
e couro i pasen i fazeren la festo i nemis patisen ben la freid
fazeren bacan ma se feisen en regiment ! Ma i vintosinc a soun pa retournà
vai, sparo, bramo: "prima squadra avanti" bou i partizan i soun ben restà
vai, sparo, bramo: "fouec ai canoun !" per la valado eiro bataien:
fourmen la bando de Nadou l' partizan !

Informazioni

Il canto narra la storia vera del partigiano Nadou. Ci troviamo in valle Maira (CN) nell'inverno del '44, quando una
sparuta pattuglia partigiana riuscì con uno stratagemma e senza spargimento di sangue a catturare una ventina di
soldati. L'entusiasmo iniziale dei partigiani venne meno di fronte alla difficoltà di sfamare i prigionieri, di qui la
decisione di liberarli. Ma la maggior parte dei militi non volle tornare con i fascisti e decise di fermarsi con i ribelli
sulle montagne. Questo brano (il cui testo è di Tommi Tommasini e la musica di Vittorio Fino) fu composto per lo
spettacolo "Che anno era, cerchiamo di ricordarcelo" allestito dall'Estorio drolo in occasione del 50° anniversario
della Liberazione (da http://www.charemoula.it/testi.asp?IDTesto=8)

pagina 1806
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La Comunarda
(2009)
di Francesco Forlani, Marco Rovelli
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: comune di parigi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-comunarda

Furia barricadera degli amori Lo spettro si aggira per le piazze


Il tempo en rouge et noir confonde voci all'hotel de ville in fiamme
e l'alba con la sera en bandolieres appare agli orologi a saint Lazare

I canti comunardi La ghigliottina brucia


scavano miniere erigono palazzi sotto gli occhi di Voltaire
sui boulevard della collina mentre canta Louise Michel
mai più carne all'uomo e schiavi ai re.
E coi ragazzi in cima ad alzare
un drappo nero Juliette tu sei la rosa come il pane
sul passato espirato con Lecomte libertà di maggio
antica sposa floreale allez Juliette
Si fermino all'ora gli orologi
oggi inizia un tempo nuovo in questa festa versami da bere Côtes-du-Rhône di botte
e viva ciò che resta! scura
perché su queste mura
Abracadabrantesque, scrive il poeta si vive o si muore ma senza più paura
sul selciato in fiamme di Parigi Il tuo nome è segnato a dito sul vetro
in questa evidente primavera! forse è questo dio, e al mio soffio si
schiude
Baciami Juliette se si fa sera è un volto che ride, o un rigo di luce
resta Menilmontant resiste ai tuoni io rido al tuo riso che mi dice sì.
e ai lampi dei cannoni
Ton nom est signé du doigt sur la vitre
E le baionette come un muro su a Montmartre je vois ça c'est dieu, il s'éclot à mon
Juliette cantami ancora souffle
il canto comunard un visage qui rit, une lumière qui s'ouvre
moi je ris à ton rire qui me dit oui.
Il tuo nome è segnato a dito sul vetro
forse è questo dio, e al mio soffio si E tra i tamburi il soffio di mille respiri
schiude canti liberi e stendardi come un cielo
è un volto che ride, o un rigo di luce suono dei liberi e rumore di corpi vivi
io rido al tuo riso che mi dice sì. tra i tamburi il soffio di mille respiri

Informazioni

La comunarda è un canto che celebra la comunità eretica e ribelle della Comune di Parigi, un canto di rivolta e di
amore, dove le due cose tendono a essere la stessa. E', ancora e sempre, un fatto di visioni. E dunque il poeta sta
sulle barricate, anche lui, Arthur Rimbaud, e scrive, scrive parole magiche che facciano accadere e dischiudano
mondi (Marco Rovelli)

pagina 1807
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La condizione attuale dell'uomo


(2019)
di Anna Barile
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-condizione-attuale-delluomo

Io lavoro al bar, solo poche ore Dentro in cucina, mia cara è un casino,
sto senza contratto e lavo al nero ‘ndo cazzo lo trovo il peperoncino…”
quando a sera torno passo a far la spesa
spiccio dentro casa, lavo e stendo a iosa E intanto che aspetta che l’acqua gli bolle
guardo i compitini dei miei tre bambini io piango nel mentre gli taglio le cipolle,
passo un po’ lo straccio, stiro un po’ a gli passo il coltello gli piglio la padella
casaccio… perché non ho scelto di far la zitella?

Ma sono rimasta lì come una cretina Lo so lui non c’entra però non è giusto
aprendo la porta e trovarlo in cucina che dopo trent’anni noi stiamo così
mi dice “ti prego riposa amor mio
ti vedo un po’ stanca, dai cucino io” E sono rimasta lì come una cretina
guardando il bordello che ha lasciato in
Me s’è fatto notte, mio dio ma perchè, cucina
non è proprio questo che cerco da te… ‘no schifo per terra gli schizzi sul muro
ma viene d’istinto mandarlo affanculo
Ma ormai il dado è tratto e ci vuole pazienza
e per prima cosa vuole la parannaza M’ha detto contento “dai vieni a mangiare”
e mentre si mette il grembiule pensate, gli ho fatto un gestaccio e ho pensato tra
mi dice “mi peli ‘ste trenta patate” me:
“se l’uomo imparasse doveri e diritti
Fischietta e mi dice “mentre accendo il che non è di certo cucinar due spaghetti
fornello ci vuole rispetto e collaborazione
mi fai un soffrittino e mi spicci il lavello? soltanto così staremo benone”

‘ndo sta la ricetta per far la caprese Io lavoro al bar ho studiato invano
frattanto che la cerco mi fai la maionese qui la parità sta ancora lontano,
mannaggia il telefono chi chiama a quest’ora io sarò cretina ma non so perché
e mentre rispondo mi sbatti sei ova? continuo a farti fare la parte del re

Informazioni

Ironica e amara parodia scritta da Anna Barile sulla melodia di Albergo a ore di Herbert Pagani del 1969 ( versione
italiana di Les amants d'un jour una canzone portata al successo in Francia da Edith Piaf nel 1956), sul ruolo
maschile tra le pareti domestiche. Presentata alla festa organizzata del coro Pane e Guerra "Almen nel canto non
vogliam padroni!" il 2 marzo 2019 a Ponteranica (BG)

pagina 1808
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La cooperativa vapordotti
(2006)
di Marco Chiavistrelli
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-cooperativa-vapordotti

Se ne andavano alla vita il vento duro del lavoro


come allora si usava di certo, che si spengeva in un lungo silenzio.
senza alibi e senza paura
a lavorare senza un difetto,
se ne andavano alla vita E se ne andarono ad uno ad uno,
come giovani assonnati al mattino come fanno le foglie d’autunno,
con due sigarette in bocca senza rabbia e senza perdono
da fumare contro il destino. come persi in un lungo sonno,
ed apparvero i manifesti
lunghi e neri come file di morte
E passavano i giorni nel sole scomparve in un baleno
già scanditi dal tempo ruffiano, la Cooperativa Vapordotti.
a impastare l’amianto e il cemento
mentre il fischio suonava lontano, Ce ne andiamo in cooperativa
ed a pranzo il pentolino mentre il fischio risuona lontano
risuonava di forchette affamate, Ce ne andiamo senza fatica
un po’ più in là il fiasco del vino, e ogni ragazzo si tenga per mano
sopra un sasso nel vento d’estate. La Cooperativa Vapordotti
fascia quei tubi che odoran di morte
Chissà se adesso qualcuno ricorda
Quando il vento dell’industria quei giovano eroi e la loro sorte.
spense gli ultimi fuochi d’estate
Si trovarono in fila di morte Ce ne andiamo in cooperativa
come anime tutte malate mentre il fischio risuona lontano
E cantarono piano in coro ce andiamo senza fatica
per non disturbare il vento, e ogni ragazzo si tenga per mano.

Informazioni

Parole e musica di Marco Chiavistrelli. E'una ballata che narra la storia della omonima cooperativa addetta ad
isolare i vapordotti della zona di Larderello. L'isolante era l'amianto; la coop.è stata sciolta dall'unico sopravvissuto.

pagina 1809
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La cuda, qualchi vota, si fa testa


(2010)
di Francesco "Ciccio" Giuffrida
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: siciliano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-cuda-qualchi-vota-si-fa-testa

Vistu ca 'nta la casa do' mischinu Vistu ca 'a terra fussi 'i cu la zappa
cu arriva arriva cumanna e fa festa scrivi 'u nutaru ccu la manu lesta
ccu angherii e supprusi di cuntinu … cussì si nni 'mpussessa cu havi cappa …
la cuda qualchi vota si fa testa la cuda qualchi vota si fa testa

Vistu c'avemu st'amaru distinu Vistu ca forti 'ncarca lu baruni


di faticari e po' nenti n'arresta e 'a nostra vita ni l'attassa e 'mpesta
sempri aspittannu l'aiutu divinu … e la putenza caca a la ragiuni …
la cuda qualchi vota si fa testa la cuda qualchi vota si fa testa

Vistu c'amu arristari all'abbuccuni Vistu ca ni mannati sbirri e vai


sutta lu suli e sutta la timpesta ppi supirchiari cu è persona onesta
e c'è cu mancia e vivi all'ammucciuni … e abbentu non putemu aviri mai …
la cuda qualchi vota si fa testa la cuda qualchi vota si fa testa
La coda, qualche volta, si fa testa

Informazioni

Parole di Ciccio Giuffrida da proverbi, modi di dire, frasi idiomatiche del Risorgimento siciliano. Dallo spettacolo
musicale “La cuda, qualchi vota, si fa testa - Luglio '60: il Sud tra rivolta, coscienza e unità nazionale”. Con Simona
Di Gregorio, Gianni Famoso e Ciccio Giuffrida

pagina 1810
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La diocesi de Parenzo
(2011)
di Pardo Fornaciari
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: anticlericali
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-diocesi-de-parenzo

La diocesi de Parenzo Pastor tedesco da Roma


l’è come una bodega il vescovo richiama
per l’abbazia si prega L’abbàzia che è lontana
Daila dell’Istria sul mar! Daila la devi ridar!
pregan il loro Gesù che pregano di più

Benedettini di Praglia Ma la Republika Hrwatska


voglian indietro l’abbàzia nazionalizza l’abbazia
anche se l’è in Croazia cattolici in Croazia
Daila voglian ripigliar certo, ma mica minchion
non ci pregavan più… O prega il tu’Gesù

Itaglia v’ha dato un miliardo Quel che non torna indietro


e in più seicento milioni è quel miliardo e seicento
non rompete i coglioni italo contribuento
Daila non vi si ridà non li vedrai più
hai voglia di pregà Gesù Ha’ voglia di pregà Gesù

Informazioni

Sull'aria del canto della prima guerra mondiale La mula de Parenzo

pagina 1811
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La java delle bombe atomiche


di Fausto Amodei, Boris Vian
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: antimilitaristi, satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-java-delle-bombe-atomiche

Mio zio, che amava far da sè, scema ad ogni mese.


faceva bombe atomiche Per dir le cose come stanno,
da dilettante non è più un cervello
e senza aver studiato mai ma una maionese.
raggiunse più
di un risultato rilevante. Per anni cerco di aumentare
la portata
Passava tutto il giorno della bomba mia diletta,
chiuso in un laboratorio non mi sono reso conto
a fare esperimenti. che quello che conta
La sera ci chiamava a sè è solo dove la si getta!
e a noi, tutti contenti,
raccontava che... Se qualcosa ancor non va,
presto si rimedierà."
"Se per fare la bomba A
non c'è difficoltà, I gran capi di Stato
se non elementare. per veder la bomba
Ed anche col detonatore gli hanno chiesto udienza in fretta,
bastan poche ore lo zio li ha ricevuti tutti
a farlo funzionare. e chiesto scusa
se la camera era stretta.
Invece con la bomba H
c'è un problema pratico Ma quando sono entrati
che mi tormenta: lui li ha chiusi dentro,
che quella di mia produzione poi gli detto "State buoni!"
c'ha un raggio d'azione La bomba esplose così fu
di tre metri e trenta! che di 'sti capoccioni
non ce n'eran più!
E' un difetto a cui però
presto io rimedierò". Lo zio, davanti al risultato,
non perse la testa
Ed ha passato molte ore e fece il finto tonto.
a rimediar l'errore Lo misero davanti al giudice
nella sua officina, perchè dell'atto
pranzando insieme a noi lui rendesse conto.
sbobbava in un sol colpo
la sua zuppa di gallina. "Signori è stata una sciagura
ma non ho paura
Da come è diventato rosso a dirvi chiaro e tondo
si capì che un osso che distruggendo 'sti bastardi,
gli era andato storto. anche se un po' tardi,
Accadde proprio un martedì ho salvato il mondo!"
che lo zio mezzo morto
ci gridò così: Si fu incerti per un po',
e lo si condannò e poi lo si graziò.
"Più io divento vecchio
più mi accorgo che il cervello E il paese che gradì
lo fece capo del governo lì per lì.

Informazioni

Canzone di Boris Vian (La java des bombes atomiques) tradotta da Fausto Amodei.

pagina 1812
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La mia costituzione
di Ezio Cuppone
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-mia-costituzione

Tu che sei nei miei pensieri sei la mia Costituzione e tu vivrai.


oggi ancora più di ieri,
tu che hai dato a quest’Italia nuova vita e Ben ricordo quel momento
dignità; quando tutto il parlamento
chiara e onesta come il sole ha sancito la tua nascita e la tua paternità
mi proteggi da chi vuole Si era ancora un po’ divisi
asservirmi ai voleri di una falsa libertà. ma coscienti e ben decisi
Tu che sei sempre presente di dar vita ad una Patria nell’armonica unità
con il cuore e con la mente Oggi hai quasi 70 anni
sei la strada più sicura per l’Italia che ma un diamante anche a cent’anni
verrà ha un valore inestimabile che sempre durerà
Se ti vogliono affossare Se ti vogliono affossare
sono qui, pronto a lottare sono qui, pronto a lottare
sei la mia Costituzione e tu vivrai. sei la mia Costituzione e tu vivrai.

Resistenza ti ha creata, Resistenza è già presente,


la montagna ti ha allevata la ritrovi tra la gente
ed un popolo ribelle ti ha portata giù in che lavora e sopravvive ad un’iniqua società
città dove mafia e corruzione
Hai parlato il suo linguaggio han governi e protezione
con la forza ed il coraggio che ci han dato qualunquismo e razzismo e
di chi ha scelto di morire per amor di povertà
libertà. Ma hanno fatto male i conti;
Se qualcuno oggi ti offende partigiani sempre pronti
non è certo quella gente a ridare a quest’Italia una nuova dignità.
a cui tu donasti un tempo una nuova dignità, Hanno fatto male i conti
Se ti vogliono affossare siam decisi, siamo pronti
sono qui, pronto a lottare E nessuno ci potrà fermare mai.

pagina 1813
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

La morte di Carlo Giuliani


(2001)
di Marco Rovelli
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti, repressione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-morte-di-carlo-giuliani

Era il 20 di luglio nella città blindata I manifestanti restano là


Un pugno di signori dietro a una cancellata Non ci strapperanno la dignità

Ma nelle strade gridavan già I corpi fanno muro alla feroce violenza
In centomila la libertà I corpi si fan scudo diritto di resistenza

I popoli del mondo a Genova riuniti Ma nelle strade intorno alla via
Erano a protestare contro gli otto banditi Continua a infuriare la polizia

Di zone rosse chiuse al patir Mentre in piazza Alimonda jeep di carabinieri


Noi non vogliamo mai più sentir Fende la folla e offende i corpi ed i
pensieri
Il sole a precipizio I colori sulle bandiere
Ma dentro la questura ancora camicie nere Mentre un ragazzo fragile sta
Dietro al defender e non se ne va
Il movimento ora lo sa
Che qui è in gioco la libertà Sfrecciano le sirene son mute quelle del
porto
In via Tolemaide corteo autorizzato Per le strade si grida uno di noi è morto
Da mille poliziotti a freddo è caricato
Era un fratello immenso è il dolor
Carlo il suo nome ci sta nel cuor

Informazioni

Canzone dedicata all'assassinio di Carlo Giuliani da parte delle "forze dell'ordine", durante le manifestazioni contro
il G8 di Genova, nel 2001.

Sull'aria di "Le ultime ore e la decapitazione di Sante Caserio".

pagina 1814
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La pianura dei sette fratelli


(1995)
di The Gang
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-pianura-dei-sette-fratelli

E terra e acqua e vento Sette fratelli sette


non c'era tempo per la paura, di pane e miele a chi li do'.
nati sotto la stella Non li darò alla guerra,
quella più bella della pianura all'uomo nero non li darò.
Avevano una falce
e mani grandi da contadini Nuvola, lampo e tuono
e prima di dormire non c'è perdono per quella notte
un "padre nostro" come da bambini. che gli squadristi vennero
e via li portarono coi calci e le botte.
Sette figlioli sette Avevano un saluto
di pane e miele a chi li dò. e degli abbracci quello più forte.
Sette come le note, Avevano lo sguardo
una canzone gli canterò. quello di chi va incontro alla sorte

E pioggia e neve e gelo Sette fratelli sette,


e fola e fuoco insieme al vino sette ferite e sette solchi:
e vanno via i pensieri ci disse la pianura
insieme al fumo su per il camino. i figli di Alcide non sono mai morti
Avevano un granaio
e il passo a tempo si chi sa ballare, In quella pianura
di chi per la vita Da Valle Re ai Campi Rossi
prende il suo amore e lo sa portare. noi ci passammo un giorno
e in mezzo alla nebbia
ci scoprimmo commossi.

Informazioni

Questa canzone fa riferimento alla vicenda dei 7 fratelli Cervi, trucidati dai fascisti il 28 dicembre 1943 a Reggio
Emilia.

La canzone è stata incisa anche con Modena City Ramblers in "Appunti partigiani" (2005) e interpretata dal Coro
delle Mondine di Novi, in "Il seme e la speranza" (2006)

pagina 1815
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La piazza la loggia la gru


(2010)
di Alessio Lega
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti, emigrazione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-piazza-la-loggia-la-gru

La piazza, la loggia, la gru che abbiamo lasciato al futuro


s'incrociano come in un campo di guerra per raccontare ai nipoti dei figli
frustata dal vento la pioggia l'assurdo segreto di stato
s'infogna ed in rivoli va sottoterra dei morti arrivati per caso
si perde nel buio obbligato di vicoli, nell'ora sbagliata e nel posto sbagliato
trame, di oscure vicende
del tempo che passa, che passa, otto morti sbranati dall'urlo,
e non cura il dolore però lo sospende il furore, dai canti assassini
lo scoppio, lo scolo di sangue
sospesi al vento, sul braccio di una gru in fretta pulito, lasciato ai tombini
ci sono sei lavoratori immigrati passati dieci anni, vent'anni,
saliti nel vento d’autunno trentasei anni quel lutto s'è stinto
per trentasei metri e rimasti aggrappati si acceca il ricordo, e muore memoria,
a un esile filo a un pensiero, e il lutto è un pensiero indistinto
ad una speranza che brucia le ali
che gli uomini in fondo al futuro, e trentasei anni più tardi,
mondati dall'odio, si svelino uguali trentasei metri sopra tutto questo
sei lavoratori stranieri
li prendono in giro resistono ad ogni costo
i lavoratori stranieri dal trenta di ottobre aggrappati
parlano di sanatorie e poi sono storie a una gru stanno guardando dall'alto
inapplicabili tranelli legali un mondo fantasma che in basso
balzelli contro i più poveri ha perduto la sua strada nell'asfalto
da anni venuti in Italia
sfruttati, derisi Arun, Jimi, Rachid, Sajad, Singh, Papa
fra il bisogno e la paura i nomi, il sudore, le ore, i bulloni,
paura dimostrare il viso le viti, s'inciampa, si crepa
o d'incontrare una divisa che ti dica Papa, Singh, Arun, Sajad, Rachid, Jimi
«da oggi non ci puoi più stare» al dieci novembre son stanchi
e così al mattino lavori e due fra di loro scendon per primi
la sera ti chiudi in casa
e muori di nostalgia. ancora il freddo, il vento,
La pubblica via è un sofisma, la gru e il quindici undici solo
c'è tutto un paese fantasma
l'identità è una carta gli eroi della disperazione
una corta illusione, cedono infine e scendono al suolo
una strana nazione al quindici di novembre scendono piolo per
qui Brescia, qui nord produttivo piolo
qui angoscia dal giorno che arrivo mentre otto mute presenze
qui niente sembra più vivo da Piazza Loggia stan prendendo il volo
la piazza è un deserto
trentasei anni fa fu un luogo aperto otto angeli custodi
di speranza e di dolore che si fanno sotto le braccia
era un porto di resistenza ed amore di croce della gru,
(il 28 maggio 1974 c'erano in piazza nel vento che brucia la faccia
lo studente e il professore nel freddo che fa lacrimare,
perché un mondo migliore inizia Arun e gli altri hanno chiesto
da una scuola migliore). «chi siete voi che venite quassù
a prendere il nostro posto?»
Sui banchi di Piazza Loggia
cade una pioggia che macchia di scuro Son Giulia Banzi Bazzoli donna,
come l'inchiostro della sentenza madre insegnante

pagina 1816
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uscita un mattino di maggio vecchi per modo di dire


per fare una cosa importante pronti ancora a salire
ho corpo d'amore ed ho voce, in alto sul posto di guardia
schiantata in un portico, rotta perché chi è vecchio ricorda
aspettami dissi a mio figlio... e guarda con la stessa angoscia
è trentasei anni che aspetta. che l’orizzonte rovescia
il vecchio fascismo di Brescia
Ed io impregnata di pioggia nel nuovo razzismo leghista.
son Livia Bottardi Milani
la pioggia che insanguina maggio, Amore ci insegna un percorso
la pioggia che lava le mani che c’è dalla piazza alla gru
di quelli che misero bombe amore che non sciolse allora
che sperano il tempo cancelli che non può scioglierci più
le tombe nel mare ai migranti, amore che libera e sfida,
ma loro rimangono quelli. ditelo ai vostri scolari
a nome di Alberto Trebeschi
Io Pinto Luigi emigrante, e di Clementina Calzari
come voi, ma venuto da Foggia
per lavorare nel Nord, Finche morte non ci separi,
col sangue mischiato alla pioggia le frasi di rito un po’ orrende
tornai stretto dentro una bara, noi fummo moglie e marito
la schiena straziata di schegge e il modo ancora ci offende
col quale una bomba feroce
l'Italia riunita col sangue dentro una piazza di maggio
che ancora discrimina e che non protegge. venne a disfarci la voce,
volle spezzare il coraggio
Io, Natali Euplo ma è amore che ancora ci porta
fui partigiano qui a Brescia da quella piazza alla gru
di colpo mi prese l’angoscia coraggio pietà non è morta
e venni in piazza a vedere e resta aggrappata lassù.
quanto la liberazione
avesse lasciato in cantiere Il 15 novembre 2010 a Brescia i lavoratori
cosa restasse da fare immigrati scendevano dalla gru
e venni in piazza a morire proprio mentre la sentenza sulla
con Bartolo Talenti strage di Piazza Loggia
e con Vittorio Zambarda poneva una pietra tombale
eravamo in tanti: su quelle otto vittime.
noi “vecchi” di Piazza Loggia Nessuno è stato, pare, dunque
continua la lotta.

Informazioni

Le storie e i nomi intrecciati delle vittime della strage fascista del 28 maggio del ’74 con gli immigrati saliti su una
gru a Brescia nel novembre del 2010.(Alessio Lega)

pagina 1817
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La porti un ciaffone anche a Renzi


(2012)
di Max Greggio
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-porti-un-ciaffone-anche-renzi

Andavo una mattina alle primarie Gli fo: “compagno sei un po'disfattista,
Un po’ dubbioso e incerto su icchè ffà bisogna avè fiducia nel PD
E mi dicevo “chi me lo fa fare concordo che non è un granchè la lista
Tanto lo so che niente cambierà” però il convento passa questi qui”
D’un tratto s’avvicina un tipo strano Mi guarda con un occhio torvo e scuro
E m’indica il suo palmo della mano Poi mi parla con tono assai sicuro:
“ La porti un ciaffone anche a Renzi
“La porti un ciaffone anche a Renzi E pure a D’Alemà
Io ciò da lavorà Se passerà di là
E non ci posso andà! La porti un ciaffone anche a Renzi.
La porti un ciaffone anche a Renzi Vedrà che poi non se ne pentirà
E già che c’è a Bersani e Vendolà

Il gruppo dirigente Da sempre antifascista


Non fa un cazzo di niente Son stato comunista
La cià tant’anni eppure Vabbene tutto, ma
‘un se ne vole andà Democristiano no!
La porti un ciaffone anche a Renzi Lei porti un ciaffone anche a Renzi
Rottàmi anche ibbudello di su mà! Se la rivedo, glielo renderò

Informazioni

"Centone" sull'aria della canzonetta "La porti un bacione a Firenze" (1938, Di Lazzaro-Bruno)

pagina 1818
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La riforma
(2015)
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: scuola/università
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-riforma

Lassù sulle montagne, Matteo, tu devi andar Lassù sulle montagne, Renzi, tu devi andar,
per vedere se il punteggio riesci a per non fare più dei danni ai professor;
raddoppiar; lassù sulle montagne, Matteo, tu devi andar,
lassù sulle montagne, Matteo, tu devi andare, bocciam questa riforma e chi la pensò.
bocciamo il DDL e chi lo pensò.

Informazioni

Canto (sull'aria del canto "La montanara") preparato dal sindacato Gilda degli Insegnanti a livello nazionale per la
manifestazione del 5 maggio 2015, in occasione dello sciopero generale indetto contro il disegno di legge di
riforma della scuola del governo Renzi "La buona scuola".
Raccolto da Francesca Prato a Pisa il 5 giugno 2015 in occasione di un'altra manifestazione, in cui i delegati locali
hanno distribuito il testo.

pagina 1819
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La rue de Lilas
(2015)
di Sylvain Girault
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: francese
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-rue-de-lilas

Ce soir je meurs à la guerre Je m’éteins dans la rue des Lilas


Aujourd’hui pour moi sonne le glas
Mon visage est blanc et mon sang coule à flot J’aimerais tant revoir mes frères
Sur le trottoir de la rue des Lilas Mes enfants, mes parents, mes amis
Danser le dabkeh pour repousser la mort
Ce soir je meurs sous vos bombes Trinquer l’arak jusqu’au bout de la vie
Pourtant je n’ai rien fait pour ça
Je ne suis qu’un simple flâneur dans la ville Je voudrais une dernière
Sur le trottoir de la rue des Lilas Chanson pour apaiser la nuit
Pour bercer mon départ jusqu’à l’autre bord
Je vous le dis, je vous le dis, je vous le Dire aux faiseurs de mort que l’on survit
dis
Que maudite soit la guerre Je vous le dis, je vous le dis, je vous le
Maudits les chars, les fusils, les combats dis
Je m’éteins dans la rue des Lilas Que maudite soit la guerre
Maudits les chars, les fusils, les combats
Plus jamais revoir la dune Je m’éteins dans la rue des Lilas
Au matin quand s’effacent mes pas
Jamais plus les cimes et la neige éternelle Car la guerre c’est un massacre
Et l’oiseau bleu brillant de mille éclats De gens qui ne se connaissent pas
Au profit de gens qui toujours se connaissent
Plus jamais revoir la lune Mais qui ne se massacrent pas
Dans la nuit qui éclaire mes pas Car la guerre c’est un massacre
Jamais plus la mer, les étoiles, les forêts De gens qui ne se connaissent pas
Et ce lac bleu perdu au fond des bois Au profit de gens qui toujours se connaissent
Mais qui ne se massacrent pas
Je vous le dis, je vous le dis, je vous le
dis Je vous le dis, je vous le dis, je vous le
Que maudite soit la guerre dis
Maudits les chars, les fusils, les combats Que maudite soit la guerre
Maudits les chars, les fusils, les combats
Je m’éteins dans la rue des Lilas

Informazioni

Canzone del gruppo Kate Me che parla che della guerra in generale, ma si comprende il contesto siriano attraverso
poche parole, darbeh (danza popolare tradizionale di Siria, Libano, Palestina e Giordania) e arak (liquore di vino,
prodotto tradizionalmente e consumato in Libano, Siria, Giordania, Palestina). Gli ultimi versi sono di Paul Valery:
"Perché la guerra è un massacro di persone che non si conoscono, a beneficio di persone che si conoscono sempre
ma che non si uccidono tra loro".
Questa canzone è stata accolta con entusiasmo nel repertorio di numerosi cori sociali francesi e di altri paesi
europei e viene cantata per il suo contenuto di dolente e rabbioso antimilitarismo.

Abbiamo ascoltato questo canto in diverse occasioni di incontro di cori europei e lo abbiamo raccolto (e cantato!) al
Rencontre de Chorale Revolutionaire nel luglio 2019, a Royere de Vassivier.

pagina 1820
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

La ruspa del piacere


(2006)
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: satirici, repressione, no tav
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-ruspa-del-piacere

Lassù in Val Cenischia, Il presidiante stanco


terra di sogni e di chimere scende la sierra martoriata
un bel viadotto stona ma anche Torino è al fianco
ma escon le boie panatere brucia la sua barricata.

Han la divisa scura Dobbiamo ritornare


e una speranza in cuor: a prenderci Venaus,
mandarti giù in galera invadere il cantiere
a colpi di baston. cacciare i boia-faus.

Alle tre e mezza và la ruspa del potere A mezzogiorno và la manifestazione


e nell’oscurità c’è Sanna e vuol godere. dai monti scenderà sui servi del padrone.

Son botte a profusion, Son grida di passion,


son calci nel sedere, ciascuno vuol godere
e questa è la canzon e nell’oscurità
del carabiniere. torna il carabiniere.

Informazioni

Segnalata da Maria Rollero

Canzone del movimento NO TAV della Valle di Susa.


Testo di Mario Frisetti detto Schizzo, musica della canzone "La ronda del piacere"

pagina 1821
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

La scoperta di Milano
(2005)
di Alessio Lega
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-scoperta-di-milano

(Per l’Architetto Orsi “rumiti senza cerca e senza diu”.


il mio primo milanese)
Mi piacque stà città o, forse peggio,
mi sono abituato alla sua faccia
E giunsi al gran deserto di Milano a me concede il triste privilegio
che io non ero mica ancora un uomo di riconoscerla in qualsiasi traccia.
lontano, fondo azzurro di bottiglia
coperto Duomo di sale e conchiglia. Di navigare in questa grigia essenza
all'improvviso in Vico Lavandare
Sorgeva come Ulisse dal suo male che lavano la grigia quintessenza
nessuno mi correva incontro e niente di stanze che mi danno da cantare.
e vento che pioveva in faccia e sole
illumina Milano alla sua gente. È fatta questa mia città di pietra
ed io non so che amarla e non so cosa
La gente al capezzale del moderno vengo da Lecce a stringer piazza Vetra
lo popola di tanta indifferenza le sbarre della mia prigione e sposa
che non fa differenza qui d'inverno
il vano passeggiare dell'assenza. e come in giostra vedo via volare
di un mondo cosidetto "di colore"
Milano sembra proprio respingente di nuvole di case di persone
però serba un segreto, un'illusione di tante luci accese di passione.
l’ho vista giù dal tram che rotolava La nuvola che chiamano Milano
di nuvole, di case, di persone ormai mi tiene stretta a questo mondo
e mentre insieme stiamo andando a fondo
e come in giostra vedo via volare «Ué - le grido – diamoci la mano».
di un mondo cosiddetto “di colore”
di nuvole di case e di persone E getto il mio sorriso poveraccio
di tante luci spente di passione. ed agito le mani da uno scoglio
cerco il futuro uscendo dal Libraccio
E stetti alla scoperta di Milano e guardo l'altra sponda del naviglio
che cominciavo ad essere un po’ io
ca cinca bene quai nun ‘mbe nisciunu guardo il futuro uscendo dal Libraccio
e cerco un'altra sponda del naviglio…

Informazioni

Pezzo piuttosto intricato, come intricato è il rapporto con questa impossibile città, che incongruamente amo
proprio per i suoi difetti.(Alessio Lega)

pagina 1822
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La strada del marmo


(2004)
di Marco Del Giudice
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-strada-del-marmo

Ritornò al mattino, col suo bianco vestito da sposa


il cielo grigio su di se, "che poi finirà questa guerra
non era solo pioggia che non passa più
quel che minacciava, che qualcuno ha deciso per noi
i passi sul selciato e domenica poi arriverà"
che portava dritto a casa, bussarono tre volte
le porte spalancate sulla strada alla porta di casa
che mille volte le imposero di uscire
ha visto giorni di festa, con gli altri per strada.
e primavere e giorni di mercato,
e giorni grigi I corpi stesi al
e duri dell'inverno apuano, sole come fossero lenzuola,
quando la vita sceglie cercò tra cento facce quella sua,
di passare la mano. con l'acre odore in gola
della morte arrivata,
Il cuore che scoppiava a salutare con il suo silenzio,
dentro la divisa verde, il freddo che pungeva il viso
il fazzoletto rosso e gli occhi asciutti,
al collo che grondava, e i sogni i sogni
il sangue ed il sudore chi li sogna più,
ormai di tante battaglie, bussarono tre volte
e l'ombra di un sorriso alla porta di casa
che lo ha accompagnava lasciò la porta aperta
per i sentieri ripidi per non rientrare più..
delle sue montagne
e per le facce Lei che diceva "ti aspetto"
che non ha incontrato più, e davvero l'avrebbe aspettato così
per quelle che ha dovuto col suo bianco vestito da sposa
incontrare per forza "che poi finirà questa guerra
perché un domani che non passa più
non potesse vederle più. che qualcuno ha deciso per noi
e domenica poi arriverà"
Lei che diceva "ti aspetto" bussarono tre volte
e davvero l'avrebbe aspettato così alla porta di casa
le imposero di lasciare lì i suoi sogni.

Informazioni

Un brano del 2004 sulla strage di Sant'Anna di Stazzema.

pagina 1823
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La tomba di Bakunin
di Alessio Lega
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-tomba-di-bakunin

Riposo all’ ombra del silenzio che ora sento stato


riposo all’ombra del cemento un sognatore o un esaltato
riposo all’ ombra del potere più assoluto e di chi crede che oggi tutto vada bene:
quello che ho sempre combattuto democrazia e nuove catene.
riposo all’ ombra di quel vostro essere Riposo all’ ombra di chi legge un mio
schiavi trattato
ciò che vi ha sempre inginocchiato invece di occupar le vie
e siete voi le porte, e non avete chiavi ed io che urlo, io che ho corso, che ho
riposo all’ ombra dello stato... lottato
riposo nelle librerie.
Solo per la libertà Solo per la libertà
son nato un giorno e son vissuto ho scritto, ho amato ed ho lottato
ed ho lottato ed ho perduto. e non per essere studiato.
Solo per la libertà Solo per la libertà
son nato un giorno in mezzo a gente se non potevo tirar sassi
che non vuol sentire niente ho camminato nuovi passi.
Solo per la libertà Solo per la libertà
ho alzato in piedi la rivolta contro ogni forma di potere
ad ogni strada e ad ogni svolta. e per non dover vedere
Solo per la libertà. la mia cara libertà...

Riposo all’ ombra dei miei compagni uccisi La mia cara libertà
del tempo che poi ci ha divisi un cencio rosso, sanguinante
del vostro sguardo che sul mio si posa di uno stato più intrigante.
su qualche foto polverosa. La mia cara libertà
Riposo all’ ombra del vostro smorto oblio venduta come una puttana:
riposo semprte senza pace: libertà americana.
sempre padroni c’è sempre qualche dio La mia cara libertà
che opprime un popolo che tace! diventata una parola
che si strozza nella gola.
Solo per la libertà Solo per la libertà.
in tutto il mondo ho sempre corso
e senza l’ ombra di un rimorso. Riposo all’ ombra, all’ ombra cupa e scura
Solo per la libertà riposo all’ ombra e alla paura
ho rifiutato casa ed oro riposo all’ ombra che si fa sempre più nera:
ed il potere ed il lavoro. inverno senza primavera...
Solo per la libertà ...Eppure c’è chi ancora lotta in questa
di un mondo che non la voleva stanza
e poi -in catene- la piangeva. e c’è chi chiede, e c’è chi vuole!
Solo per la libertà. E allora un raggio luminoso di speranza
mi fa riposare al sole...
Riposo all’ ombra di chi crede che io sia
Mi fa riposare al sole!

pagina 1824
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La trafila garibaldina
(2010)
di Pardo Fornaciari
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-trafila-garibaldina

Pei tiranni di tutta la terra Messi in fuga i soldati del papa


Garibaldi è un rischio mortale Catturato l’infame Sereni
e per questo lo braccano in tanti Prende ostaggi alcuni croati
la trafila salvar lo potrà ed il mare non lo fermerà

Nella notte del primo d’agosto Co’ bragozzi ed una tartana


Cesenatico smorza i suoi lumi su Venezia fa vela l’eroe
ma ecco in piazza qualcuno fa luce Il fuggiasco in camicia rossa
è la fiamma del liberator

Informazioni

Composto da Pardo Fornaciari, sull'aria delle quartine dei cantastorie dell'Italia centro settentrionale, in ricordo
della "trafila", la rete di fiancheggiatori che salvò Garibaldi in fuga da Roma nel 1849.

pagina 1825
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La triste danza
di Marco Del Giudice
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: repressione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-triste-danza

Freddo che mi entra fin dentro alle ossa, sembra una tromba da banda,
cosa assai rara di luglio, che strano assolo non è certo free, ma
specie se il freddo è qui dentro di me, suona la carica al gruppo.
vento di morte già soffia. Marciando dentro alle loro divise,
Male che male che male che fa, fieri avanzano a tempo,
forse mi scoppierà il cuore, solo un colore ci stona sul blu,
che strani scherzi ci fa la paura, sono quelle macchie di rosso.
stringe i pensieri qua in gola. Poi d&'improvviso un suono un po' sordo,
Che strano tempo non sembra in due quarti, più forte emerge su gli altri,
pare più in tre è una taranta, non è più il tempo di stare a guardare,
è questo ritmo incalzante che avanza, la brutta danza ci chiama.
già tutto intorno rimbomba. Sopra al selciato è restato un cantore,
Il passo scandisce il tempo così, di poesie un po' speciali,
marcando un ritmo assordante, forse anche lui come il Cristo pensava,
bum bum bumbumbumbu, che al mondo fossimo uguali.
la danza del manganello. Passa la banda che ce l'ha suonata,
Se non fossero così stonati, la triste danza è finita,
potrei dir che vanno a tempo, resta nell'aria quel bumbumbu,
come una band che suona swing, la danza del manganello,
fanno cadenze perfette. bum, bum, bumbumbu,
In lontananza poi sento uno squillo, la danza del manganello.

Informazioni

sul G8 di Genova

pagina 1826
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La Val Susa paura non ne ha!


(2011)
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: repressione, no tav
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-val-susa-paura-non-ne-ha

Sul ponte del Seghino non passa il celerino, Alla Maddalena nessuno più ci frena,
sul ponte del Seghino non passa il celerino! Alla Maddalena nessuno più ci frena!
Venaus l'hanno occupata, l'abbiamo liberata, Presidi e barricate voi non li sgomberate
Venaus l'hanno occupata, l'abbiamo liberata! presidi e barricate voi non li sgomberate!

La Val Susa paura non ne ha! La Val Susa paura non ne ha!
La Val Susa paura non ne ha! La Val Susa paura non ne ha!

Questa valle ribelle ha cacciato le trivelle, Noi non abbiam paura, per voi a sarà düra!
questa valle ribelle ha cacciato le trivelle! Noi non abbiam paura, per voi a sarà düra!
Da Oulx a Venaria, cacciò la polizia,
da Oulx a Venaria, cacciò la polizia! La Val Susa paura non ne ha!
La Val Susa paura non ne ha!
La Val Susa paura non ne ha! La Val Susa paura non ne ha!
La Val Susa paura non ne ha! La Val Susa paura non ne ha!

Informazioni

Testo nato nel movimento NO TAV, durante le giornate tra il 27 giugno e il 3 luglio 2011, in occasione dello
sgombero violento del campeggio della Maddalena e della successiva manifestazione di protesta.

La melodia è quella dell'inno del corpo nazionale dei vigili del fuoco

Segnalato da un utente anonimo.

pagina 1827
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La valigia dello straniero


(2006)
di Claudia Fofi
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: emigrazione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-valigia-dello-straniero

In ogni posto sei uno straniero io so già, dove sto andando


se non lo senti nelle gambe tra facce sconosciute e ostili
che appartieni al mondo intero a mendicare un posto in purgatorio
ed ogni posto è la tua casa senza sapere se quel che cerco
se quel che lasci indietro è poca cosa è un po’ di meno di quello che trovo
se nella tua valigia metti poco
il viaggio sembrerà un po’ più leggero, ma... viaggiatore senza meta
la mia valigia non può essere leggera, la meta si fa viaggiando
perchè dentro c’è la mia vita intera ma in questa barca, per questo mare scuro
io so già dove sto andando
la la la la la viaggiatore senza meta
la meta si fa viaggiando
qualcuno ha detto che ma in questa barca,
la meta si fa viaggiando per questo mare scuro
ma in questa barca, io so già dove sto andando
per questo mare scuro

Informazioni

cantata dal quartetto "Le Core".

pagina 1828
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La vigilia di Natale [dall'armadio esci fuori]


(2014)
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: discriminazione GBLT
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-vigilia-di-natale-dallarmadio-esci-fuori

Di Natale la vigilia Dopo un poco di scompiglio


buon consiglio porterà la mia mamma si rifà
e a tutta la famiglia "Tu sei gay? Mio caro figlio,
io dirò la verità! ma quel'è la novità?
Dice a tavola la nonna Tutto dice la tua stanza,
risucchiando un vermicello: nè un pallone, nè una donna;
"Quando inviti la tua donna? solo moda e stravaganza
Prendi a esempio tuo fratello Gaga ascolti con Madonna,
si è sposato a ventitrè che sei gay lo so dame,
ed ha pure un bel bebè!" da quand'eri di anni tre!"

L'imbarazzo più totale Dunque la morale è questa,


leggo ovunque volga gli occhi, sempre dir la verità;
con tempismo magistrale se talun male coi resta
la mia nonna: "Vuoi finocchi?" alla fine capirà!
Io mi alzo e a tutti dico: Vivi la tua vita in chiaro,
"Conoscete voi Renato, dall'armadio esci fuori!
non è proprio solo amico, Dillo a chi ti sta più caro:
è colui il mio fidanzato. agli amici ai genitori!
Se potessi di bebè Dillo a chi per te più vale
ne vorrei almeno tre" la vigilia di Natale

Informazioni

Questo canto l'abbiamo ascoltato all'edizione 2015 di "Anche nel canto non vogliam padroni", manifestazione
dedicata al canto sociale organizzata dal coro Pane e Guerra di Bergamo, pressso Crespi d'Adda (BG). Ad eseguirlo
è stato il coro LGBT Checcoro, di Milano, che ha composto il testo su musica di Felix Mendelssohn.

pagina 1829
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La violenza sulle donne


(2019)
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-violenza-sulle-donne

Purtroppo non è mai finita la caccia alle delle macchie viola e rosse.
streghe,
i giornali la radio, la mtelevisione 8.400
tengono il conto di questa dallo stalking tormentate,
tremenda strage molestate, importunate,
E' l'ora di farla finita una volta per tutte! puntualmente tartassate.

La violenza, la violenza, Poco meno di 3.000


la violenza sulle donne, le violenze sessuali,
è una pratica diffusa fatti brutti, molto atroci,
e che può portar la morte. ma non è il peggior dei mali.

In Italia l'anno scorso Perchè udite quasi 100


10.000 sono state sono state ammazzate
in famiglia e nelle case da chi disse che le amavaq
quelle donne maltrattate. e nell'eden le ha mandate

8.700 La violenza, la violenza,


han subito le percosse, la violenza sulle donne,
sulla pelle gli ha lasciato è una pratica diffusa
che dovrà presto finire!

Informazioni

Parodia della canzone La violenza [La caccia alle streghe] di Alfredo Bandelli e Canzoniere Pisano. Riporta i dati
relativi all'anno 2018 che riguardano la violenza sulle donne. E' stata elaborata il 2 marzo 2019 nel corso di un
laboratorio autogestito, nell'ambito della festa "Almen nel canto non vogliam padroni!" organizzata dal coro Pane e
Guerra di Bergamo a Ponteranica (BG)

pagina 1830
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La Viraneide
(2006)
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: no tav, satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-viraneide

O Virano, o Mario Virano, ti facciamo veder noi le stelle


ingrassato dal ceto romano, se ti azzardi in Valsusa a venir.
tu coi soldi c’hai preso la mano, Commissario tu sei diventato
ci hai già rotto abbastanza i coglion. di un progetto ormai disgraziato,
Ti ricordi quand’eri compagno il tuo tempo ormai è passato
e la mano stringevi nel pugno? e rassegna le tue dimission.
Ora invece nei soldi fai il bagno,
speriam presto tu possa annegar. T’ l’as mai dit parei,
Ti ricordi quand’eri alla SITAF, t’ l’as mai fait parei,
tra tangenti, mafiosi e cemento? t’ l’as mai dit, t’ l’as mai fait,
Era proprio per te un bel momento, t’ l’as mai dit parei,
quanta strada hai già fatto da allor. t’ l’as mai dilu: si si,
Ora adesso sei amico di Bresso t’ l’as mai falu: no no
e prepari le compensazioni, tutto questo salvarti non può.
anche se spargerai dei milioni,
tu la lotta comprar non potrai. La Valsusa il TAV non lo vuole
e l’ha già dimostrato al Seghino
T’ l’as mai dit parei, spinte in faccia al celerino,
t’ l’as mai fait parei, on l’inganno soltanto passò.
t’ l’as mai dit, t’ l’as mai fait, Ti ricordi la fuga ingloriosa
t’ l’as mai dit parei, delle truppe sui prati occupati?
t’ l’as mai dilu: si si, Noi da allora non siamo cambiati,
t’ l’as mai falu: no no sarà düra per te riprovar.
tutto questo salvarti non può. Se Pisanu ci ha rotto le test
tu Virano ci hai rotto i coglioni
Ora tu fai il moderatore, per canaglie e vecchi cialtroni
ma ti piace restare al potere in Valsusa più posto non c’è.
tra denaro, prestigio e dovere,
ma chi credi di poter fregar. T’ l’as mai dit parei,
Tu presiedi un Osservatorio t’ l’as mai fait parei,
e proponi tante discussioni t’ l’as mai dit, t’ l’as mai fait,
mentre intanto t’arraffi i milioni, t’ l’as mai dit parei,
sei davvero un gran porcaccion. t’ l’as mai dilu: si si,
Con astuzia tu vuoi dialogare, t’ l’as mai falu: no no
per tramare alle nostre spalle, tutto questo salvarti non può.

Informazioni

Segnalata da Maria Rollero

Canzone del movimento NO TAV della Valle di Susa Autore del testo : anonimo valsusino. Musica de La badoglieide

pagina 1831
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Lasèmela andà, lasèmola andare


(2006)
di Sandra Boninelli
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: lombardo
Tags: emigrazione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lasemela-anda-lasemola-andare

E' partita una nave ier sera e l'acqua mi bagna son tuto insupà
è salpata e presto sarà d'un trato lo schianto ariva improviso
già lontana da sguardi vicini c'ho tanta paura e non riesco a parlar.
e sul mare la si muoverà.
Lasèmela andà lasèmola andare
Lasèmela andà lasèmola andare quanta pasiensa che ci vorà
chisà quanti soldi la porterà a cà! lasèmola andà lasèmela andare
lasèmola andà lasèmela andare l'Italia vicina vedevo di già.
che il capitale ci porterà. Un guanto una mano
un po' d'acqua e poi il buio
Se n'è andata con tanta speransa "sta bagnarola mi ha proprio molà"
quanti dubi quanti sogni per far la popa la prua
caminare questa sua voglia le urla e poi il nula
di lavoro di pace e libertà. e dieci compagni son tuti negà.
Sulla nave si canta si beve Così siam 'rivati in tèra straniera
si pensa bene si piange anche un po' c'hano portato dentro un casermon
ma l'idea di poter guadagnare l'umano serpente riempiva la strada
spinge tuti a sorridere ancor. "ma qui non c'è nula" non voglio restàr.
Mi muovo e mi agito dentro a una branda
Lasèmela andà lasèmola andare mi oservano ochi che non vedrò più
che la fortuna li compagnerà è già domani la Bela Italia
son 30 giorni di nave a vapore co'l foglio di via mi cacerà!
e in America siamo 'rivà. Pensavo a un lavoro a una casa sicura
pensavo al mio amore lasciato nel mar
Tanti anni sono passati pensavo davèro a tuti i fratèli
dal bastimento che solcava il mar che come me voleva restàr.
altri visi son pronti a partire Ma siam tornati sula riva del mare
altri ochi son pronti a salpar. a oservare la nave che va
Quanti figli son dentro nel cuore torna di nuovo riparte ancora
quanti amori "lasciate le mani!" con tanta speransa e lasèmoli restàr.
i pensieri e i nostri domani
sulla scia della barca che va. Facciamoli restàr lasciamoli restàre
noi non vogliamo vederli partir
Sbatuti di qua c'è l'onda che viene poichè nostra patria è il mondo intero
"atènti alle cose legatele bene" nostra è la vita e la libertà.
io mi racomando mi voglio salvare Lasciamoli restà facciamoli restare
voglio 'rivare sulla riva del mar. ci vuole coraggio per l'integrazione
mediare ci rende più liberi e umani
Il viagio e che viagio son sensa parole se non è per tutti non è libertà.
siam tuti stipati "le bestie son qua" Lasciamoli restàr lasciamoli restàre
rivedo momenti richiami e lamenti quanta pasiensa che ci vorà
"segnali da tèra" ci han visto 'rivà. facciamoli restàr lasciamoli restàre
Il mare l'è lungo l'è grande e profondo che la fortuna li compagnerà.

Informazioni

Canzone dedicata a tutti gli emigranti e immigrati del mondo.

pagina 1832
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Le canzoni in scatola
(2005)
di Fausto Amodei
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/le-canzoni-scatola

M'hanno chiamato per farmi cantare elaborato da un calcolatore


ma so che quel che vogliono ch'io canti in base ad un'inchiesta di mercato
son solo le canzoni da giullare restando ben fedele al vecchio schema
quelle cantate ormai da tutti quanti di non sollevar nessun problema.
che non importa che sian brutte o belle
che siano fresche o sappiano di vecchio Vorrei cantarvi i ritornelli
importa solo che sian eguali a quelle capaci di toccare fino in fondo
che tutti quanti han già dentro l'orecchio i vostri cuori ed i vostri cervelli
come i prodotti chiusi in scatoletta e a far scoppiarci dentro un finimondo
quel che conta è solo l'etichetta. sarò felice se una melodia
vi terrà svegli una nottata intera
Dovrei cantarvi solo quelle cose perchè così fa in fondo l'allegria
che oggi la gente aspetta ad ascoltare o la tristezza quand'è quella vera
e non le cose nuove e non famose non più motivi ben confezionati
che oggi però mi andrebbe di cantare che s'acquistano ai supermercati
dovrei cantarvi molto a malincuore ce ne sarà ben qualcuno ancor che vale
qualche motivo ben confezionato anche solo avvolto in un giornale.

pagina 1833
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Le consorelle di San Pelagio


(1999)
di Pardo Fornaciari
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: anticlericali
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/le-consorelle-di-san-pelagio

Le consorelle di San Pelagio Le religiose assai riconoscenti


cantando in coro non si senton a disagio gl'imbandiscono pranzetti stuzzicanti
se dal leggìo che regge il libro d'ore ed il priore è molto contento
fa capolino il loro confessore di quel che passa il convento
Dal vescovato gli han mandato un canonico E salmodiando le litanie
a cui non piace la vita del monaco Loro lo empiono di leccornie
è un tipo estroso, per nulla schivo Se mangia troppo e la pancia gli fa male
gli piace fare lo sportivo gliela riscaldan col tepore animale
Lui ama l'ippica, la corsa a ostacoli Gli dan tisane di tiglio e menta
e ci scavalca i tabernacoli così pian piano se lui s'addormenta
Ma se una suora vuole cavalcare gli fan discrete un clisterino
quel sacerdote non si fa pregare. per regolare l'intestino

Quando passeggiano nel chiostro Nell'orto del convento con passione


mandano occhiate recitando il pater nostro pratican serie l'autoproduzione
scordan l'esempio della madonna crescon carote e cetrioli con premura
fan svolazzare il velo e la gonna in mezzo ai mazzi della verdura
Dopo il peccato, in processione Fanno sbocciare rose e violette
s'avvian da lui alla confessione ci s'inanellan collo e tette
invece di quella auricolare fanno festoni per l'altar maggiore
le assolve con una particolare con i meloni del priore
Ma non pensate a niente di male Voi mi direte che cosa pensare
lui le conduce nell'orto a passeggiare di quel convento particolare
con un'innovazione epica Chiederò al vescovo se per piacere
gli fa la confessione peripatetica mi ci manda a fare il giardiniere!

pagina 1834
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Le cose schifose hanno un gran bel nome


(2006)
di Alessio Lega
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/le-cose-schifose-hanno-un-gran-bel-nome

Amoco Cadiz, amanita, trono Soya, catetere, cirrosi, coma


OPEC, kamikaze, petrolio, colono Campo-di-lavoro, vescovo-di–Roma
Tantalo, tentacolo, oro, assuefazione STASI, Tien-an-men, amen, mormone
Le cose schifose hanno un gran bel nome Le cose schifose hanno un gran bel nome

Cimice, migale, morso, formichiere Mafia, linfoma, Silvio, camorrista


Colica, analcolica, divieto-di-bere Delfo, tifo e poi paracadutista
Costola, apostolo, imbalsamazione Cernobyl, Camp-Derby, campagna, elezioni
Le cose schifose hanno un gran bel nome Le cose schifose hanno un gran bel nome

Prostata, AIDS, gonadi, aspirina Dollaro, caudillo, corrida, bandiera


Chimica, ecchimosi, ghigliottina Psicofarmaco, ciminiera
Le carmelitane, la bamba, il neocon(e) Santo, ortografia, pentimento, infami
Le cose schifose hanno un gran bel nome E tu, dimmi un po’….come ti chiami?

Informazioni

Versione italiana di Alessio Lega, pubblicata in Sotto il Pavè la spiaggia, di Tout ce qu'est dégueulasse porte un joli
nom di Allain Leprest.

Fonte

pagina 1835
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Le Fosse Ardeatine
(2003)
di Giovanna Marini
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/le-fosse-ardeatine

Proclama scritto dal ottant’anni,


Comando Tedesco in Roma occupata, il più giovane quattordici anni ah Ah!
e affisso su tutti i muri della città il 25
marzo del ’44: Un maresciallo delle SS chiede chi è disposto
«Il 23 marzo nel pomeriggio viene lanciata a fare lavori pesanti,
una bomba da criminali comunisti-badogliani scavare fosse si faccia avanti!
contro una colonna tedesca C’è un lungo silenzio, poi mano a mano,
in transito per via Rasella. si offrono tutti. Ah!
Trentadue uccisi parecchi feriti. Il più giovane dei Di Consiglio
Per ogni tedesco ammazzato dieci che non è stato chiamato
criminali comunisti-badogliani saranno vuole raggiungere il padre e i fratelli,
fucilati. e il suo nome va dentro alla lista. Ah!
Quest’ordine è già stato eseguito»
Il cielo si fa nero, è quasi sera
Verso le due dentro a Regina Coeli entrano le Sento muovere nel cortile
SS, vedo i camion pronti a partire
aprono le porte vanno di cella in cella, E quelli con le mani legate issati
gridano nomi di uomini prigionieri sui camion in un silenzio straordinario
Il primo a essere chiamato E i soldati con i mitra puntati
il maggiore Talamo esce senza la giacca, e loro dentro accovacciati
vuol tornare a prenderla E da noi gli sportelli sono tutti sprangati,
ma no se lo portano via. Ah! Ah! c’è un gran silenzio
Ma una donna si mette a gridare,
Passano in fretta aprono e gridano un nome urla lamenti, ci fa male
e un uomo esce e non ritorna più. È la moglie di Genserico Fontana,
Bruno Pellegrino vede passare Alberto non riescono a farla tacere, lei ha capito…:
Fantacone,
lo portano in barella non poteva camminare, «Era nel primo pomeriggio: partivano,
capisce che è impossibile che lo portino a li ho visti io
lavorare, da via Tasso tre camion, amore mio
e allora si mette a gridare: Noi stavamo ad aspettare il secondo colloquio
«È una mattanza! È una mattanza! e la finestra dava sul cortile,
Assassini! Assassini!» e i camion erano del tipo militare telati
E tutto il carcere attacca a gridare coperti sopra e ai lati
«Assassini!». E i nostri cari con le mani legate, amore
Diceva il carcere «Assassini!» mio!
La frenesia, la confusione… E abbiamo cominciato a chiamare
Chiamava ognuno i suoi padri figli fratelli
Il tenente Tunath preleva nipoti,
gli uomini del terzo braccio amore mio
poi attende la lista della Polizia Italiana, E i soldati venivano incontro col mitra
ma la lista non arriva, non c’è! spianato
Allora prende a caso undici persone, “Via! Via! Kaputt!”, pazzi erano, erano pazzi
si fa dare il nome E noi che potevamo fare? Vi abbiamo visti
e le aggiunge alla sua lista ah! partire»
Solinas vede passare Manlio Bordon,
dalla sua cella è prelevato Michele Bolgia E vanno per Roma i camion, Roma deserta
Enrica Filippini vede passare il dottor Nessuno doveva vedere, nessuno doveva sapere!
Pierantoni Una camionetta girava da due ore
e i Di Consiglio sei Di Consiglio per il quartiere e un megafono strillava:
Non vedrà più Luigi Gavioli «Un convoglio deve passare,
Il più vecchio dei prelevati aveva che le persiane siano tutte sbarrate,

pagina 1836
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Se vediamo qualcuno affacciato a monte e a valle delle cave


abbiamo l’ordine di sparare!» e i camion retrocedono fino all’ingresso
E poi i camion sono arrivati affinché loro non si vedano
circondati dalle moto col sidecar E nessuno li ha visti entrare
e i soldati con i mitra puntati, Solo i tedeschi militari immobili pronti per
Piazza Barberini, il Tritone, sparare
via Nazionale, il Colosseo, tutto sbreccolato A trecentotrentacinque uomini: cinque per
e Marco Aurelio sul suo cavallo dorato volta…
E la piazzetta ornata con la chiesa «E noi come potremo mai dimenticare
in cima alla scalinata che così sono morti i nostri padri?»
che sale sale fino al portale «Ma lo sai quante volte me li vedo
E da via Tasso e da Regina Coeli entrare dentro al buio delle cave, smarriti,
quei camion hanno sfilato si guardano intorno per capire»
fra le case scolorite e i muri vecchi «Ma che si sono detti in quel momento?
e le fontane delicate, Ma cosa avranno pensato?
e portavano al macello padri e figli Ma che gli avrà detto il cervello?
ammanettati Ma la bocca gli avrà parlato?»
E nessuno li ha seguiti! Trecentotrentacinque uomini, cinque per volta
Nessuno è andato a chiamare - E questo è vero! È vero! È tutto vero
Lo sai che me lo chiedo da cinquant’anni - E la storia l’ha detto e il tribunale ha
Nessuno è andato a domandare: parlato
Ma perché bloccano le strade? Così è stato, ma come si può pensare...!
Ma che cosa volete fare?
Arrivano sull’Ardeatina che il sole sta per – Ce ne sono cinque di troppo – dice Kappler
cadere – Questi hanno visto tutto, che ne facciamo?
mettono due sentinelle per bloccare veicoli e Uccidiamo anche loro?
pedoni Uccidiamo anche loro –.

Informazioni

Una cronaca precisa, puntuale e tragica dell'eccidio delle Fosse Ardeatine, in cui i nazisti trucidarono 335 persone
come rappresaglia.

Fonte

pagina 1837
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Leccami il culo
(2005)
di Paolo Pietrangeli
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/leccami-il-culo

Meglio un film porno, il culo,


che a casa un giorno, il culo, il culo!
davanti alla t.v. Ma l'erba voglio
Senti il sapore, cresce, non sbaglio,
trovi il dolore tra le chiappe del re.
di chi ha leccato il culo, "Ma vai!"
il culo, "Ndo' vai?"
il culo, il culo! "Che fai?"
"Tengo famiglia!", "Lo sai?"
sa di vaniglia Guizzi di lingua,
il culo del potere. senza parole!
"Ma vai!" "Ma vai!"
"Ndo' vai?" "Ndo' vai?"
"Che fai?" "Che fai?"
"Lo sai?" "Ci dai!"
La lingua, sai, Schizzi e capisci
è convenzione! quanto ci vuole!
"Ma vai!" Cambiato è il detto:
"Ndo' vai?" la lingua batte
"Che fai?" laddove il culo duole,
"Lo sai?" laddove il culo duole.
La lingua, ormai, Lingue più azzurre,
cambia funzione! lingue più rosse,
C'è una notizia: bianche o color lavagna.
é liquirizia Non ha frontiere
la merda del padrone, il medagliere
quale che sia il padrone. di questo sport che bagna
Cambia il giornale, il culo,
cambia canale, il culo, il culo.
ma tu non cambi più: E questo canto
ti sei allenato mungo alla luna,
da appena nato che il culo mio
e come lecchi tu profuma.

pagina 1838
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Les Oubliés
(2019)
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: francese
Tags: ambiente
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/les-oublies

Devant le portail vert les ballons dans les fenêtres (Les enclavés)
de son école primaire, Même la p’tite boulangère
on l’reconnait tout d’suite (on l’reconnait) se demande c’qu’elle va faire
Toujours la même dégaine, de ses bonbecs qui collent (Les déclassés)
avec son pull en laine, Même la voisine d’en face,
on sait qu’il est instit (qu’il est instit) elle a peur, ça l’angoisse,
Il pleure la fermeture, ce silence dans l’école
à la rentrée future, On est les oubliés (Kirsch-les-Sierck,
de ses deux dernières classes (deux dernières Vallerange)
classes) La campagne, les paumés (Vergaville, Juvigny)
Y paraît qu’le motif Les trop loin de Paris (Haironville,
c’est le manque d’effectif Loudrefing)
mais on sait bien c’qui s’passe Le cadet d’leurs soucis

On est les oubliés (Boussac Bourg, Ge-nou- Quand dans les plus hautes sphères,
illac) couloirs du ministère,
La campagne, les paumés (Pontarion, Aubusson) les élèves sont des chiffres (Les oubliés)
Les trop loin de Paris (Saint Chabrais, Y’a des gens sur l’terrain,
Bourganeuf) de la craie plein les mains,
Le cadet d’leurs soucis qu’on prend pour des sous-fifres (Les
méprisés)
A vouloir regrouper Ceux qui ferment les écoles,
les cantons d’à côté les cravatés du col,
en trente élèves par salle (Les oubliés) sont bien souvent de ceux (Les révoltés)
Cette même philosophie Ceux qui n’verront jamais,
qui transforme le pays ni de loin ni de près,
en un centre commercial (Les éloignés) un enfant dans les yeux
Ça leur a pas suffi
qu’on n’ait plus d’épicerie, On est les oubliés (Malicorne, Mansigné)
qu’les médecins s’fassent la malle (Les La campagne, les paumés (Morancez, Gallardon)
désertés) Les trop loin de Paris (Venterol, Billezois)
Y’a plus personne en ville, Le cadet d’leurs soucis
y’a que les banques qui brillent
dans la rue principale On est troisième couteau
Dernière part du gâteau
On est les oubliés (Heudicourt, Guillaucourt) La campagne, les paumés
La campagne, les paumés (Matigny, Omiécourt) On est les oubliés
Les trop loin de Paris (Andainville,
Fresneville) Devant le portail vert
Le cadet d’leurs soucis de son école primaire,
y’a l’instit’ du village
Qu’il est triste le patelin Toute sa vie, des gamins,
avec tous ces ronds-points leur construire un lendemain,
qui font tourner les têtes (Les oubliés) il doit tourner la page
Qu’il est triste le préau
sans les cris des marmots, On est les révoltés !

Informazioni

Nel 2018, la scuola di Ponthoile, nella Somme (2 classi per 620 abitanti), è stata chiusa e gli alunni mandati in una
struttura molto più grande in un villaggio vicino. È successo nonostante la resistenza del preside, Jean-Luc

pagina 1839
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Massalon, che ha contattato uno dei suoi cantanti preferiti, Gauvain Sers, per raccontargli il destino di questa
scuola rurale e suggerirgli il soggetto per una canzone. Gauvain Sers è stato toccato da questo esempio di
abbandono delle campagne da parte delle autorità pubbliche, e ha composto la canzone che dà il titolo al suo
secondo album.
Alla canzone originale sono state aggiunte delle strofe dal coro ZAD vengeurs di Amiens, che l'hanno inclusa nel
loro repertorio militante.

pagina 1840
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Lettera di Robert Bowman


(2005)
di Fausto Amodei
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lettera-di-robert-bowman

Parlato: dai nostri governi che si son macchiati


di atti e di crimini odiosi;
"Questa lettera indirizzata al Presidente che in molti paesi mandarono agenti
degli Stati Uniti intitolata "Perchè gli a fare uno sporco lavoro,
Stati Uniti sono odiati" fu scritta nel deporre od uccidere dei dirigenti
1998 da Robert Bowman, vescovo cattolico eletti dai popoli loro,
di una diocesi dello stato della Florida. ed al loro posto piazzar qualche arnese,
Durante la guerra del Vietnam Bowman, con sorretto dai nostri cannoni,
il grado di tenente-colonnello, aveva ansioso di vendere il proprio paese
preso parte a più di cento azioni di alle nostre corporaziori.
combattimento." E tu, Mossadegh, quando in Iran volevi
nazionalizzare il petrolio,
Racconti, Signor Presidente, racconti ti abbiam sostitituito con Raza Pahlevi,
al popolo la verità. lo Scià servo del monopolio.
la smetta di spander per mari e per monti In Cile abbiam fatto le azioni più oscene:
menzogne, bugie, falsità. per le sue miniere di rame
È falso che, se il terrorismo minaccia abbiamo ucciso un uomo per bene
di farsi ogni giorni più forte, e messo su un despota infame.
gli dobbiamo rendere pan per focaccia Poi in Nicaragua ed in Guatemala:
con mille arsenali di morte. l'America Latina tutta
Non serve un sistema di Guerre Stellari, l'abbiam data in mano a chi la regala
spendendo più soldi che puoi, alle Compagnie della frutta.
per essere certi che pochi sicari Se ora noi siamo un bersaglio per questo,
non piazzino bombe fra noi saremo bersagli futuri:
Non dica alla gente che siamo un bersaglio se non cambieremo politica presto
per il terrorismo che avanza sarem sempre meno sicuri.
soltanto perché, per un caso o per sbaglio, Buttassimo a mare i nostri arsenali
non siamo più forti abbastanza. sia chimici che nucleari,
Non torni a ripetere quella bugia e non addestrassimo più criminali,
che c'è chi ci vuole sconfitti squadroni di morte e sicari,
perché difendiamo la democrazia se tutti i miliardi che diamo alla CIA
e la libertà ed i diritti! per tessere ignobili trame
Il nostro governo, al contrario, è contento li dessimo invece a qualche agenzia
di offrire, con tutti gli onori, per dare assistenza a chi ha fame;
aiuti a chi esercita lo sfruttamento, Allora. signor Presidente, davvero
a despoti ed a dittatori. chi mai potrà odiarci in futuro?
Noi siamo un bersaglio perché siamo odiati E il nostro paese e il popolo intero
e resi purtroppo famosi potranno sentirsi al sicuro.

pagina 1841
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Lettera di un pastore macedone alla famiglia


di Anna Barile
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: terremoto, lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lettera-di-un-pastore-macedone-alla-famiglia

Cari bambini, cara moglie e mamma, Come na vorta, deportavano al confino


mentre vi scrivo scendo dal Gran Sasso concentrati nei campi de clausura…
La vita mia è ogni giorno un dramma che poi s’arriva a di’ perfino
su e giù pei monti, vado sempre a spasso che stai facendo ‘na villeggiatura!

Io me pensavo però de sta tranquillo, Perfino negano i diritti umani


che nun servisse il passaporto appresso Ci fosse un avvocato invece niente!
pe’ portà a pascolà le pecorelle… ‘gni tanto qui ce legano le mani
E invece sono stato proprio un fesso! e calci e pugni, come a ‘n delinquente

Perché la legge sull’immigrazione e cosa strana la chiamano accoglienza


dice che sei sempre un clandestino, gestita quasi a sfregio dai cristiani
pure se stai sopra al Calderone senza un minimo rimorso de coscienza
senza documenti, ti tratta da assassino! filo spinato, poliziotti e cani

Io tra l’ombrello, il pane, la bisaccia e quando tra le sbarre vedi er cielo


i fiammiferi, due sigari toscani e quando vedi l’altra gente entrà
un fazzoletto p’asciugà la faccia le lacrime te fanno come un velo
e un fischietto pe’ richiamà li cani e ciai soltanto voglia de scappa’;

vaje a spiegà che dentro la saccoccia de ritornà co’ voi, tra gente amica,
nun c’era spazio pe’ li documenti de parlà normale e esse’ capito,
che li lasciavo lì, dentro ‘na grotta, nun essere più rincorso dalla sfiga
dove d’estate dormo co’ l’armenti de trova’ un lavoro onesto e riverito.

Io parlavo una lingua differente La nuova schiavitù impazza e avanza


quindi non m’hanno capito lì per lì tra becero razzismo ed ignoranza,
così co’ tutto er gregge, senza dì niente ma non m’arrendo e poi credo davvero
m’hanno portato dritto al cippittì. che in questo mondo non c’è alcun straniero !

Informazioni

Questo canto, sulla melodia di Le cinquecento catenelle d'oro (canto tradizionale toscano raccolto e reso famoso
da Caterina Bueno), ci è stato comunicato da Anna Barile durante la festa del 25° del Coro Pane e Guerra, a Crespi
d'Adda (BG) il 22 febbraio 2014.

pagina 1842
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Libera Val di Susa - 27 giugno 2011 -


(2011)
di Marco Rovelli
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale, repressione, no tav
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/libera-val-di-susa-27-giugno-2011

Comincia tutto sempre e alrtri anni son passati.


con la città che impone
parola sguardo senso legge A Maddalena di Chiomonte
la voce del padreone la battaglia finale
la campagna e la montagna schiere di gendarmi
senza alcuna condizione schiere di corpi su cui passare
si immolino al progresso ma dopo questo insulto
alla sua grande ragione ancora più forte la convinzione*
all'immensa megamacchina che in questo stare insieme
che non si ferma ad aspettare è l'unica ragione.
chi perde tempo a far domande
a chi serve a cosa serve Recalcitro al comando
chi lo paga chi ha deciso del progresso infinito
perchè mai questa violenza con le armi e la violenza
e allora in Val di Susa si impone il sacrificio
una nuova Resistenza resistere allo scempio
è il mio dover di madre
Vent'anni sono lunghi altra decisione sovrana non c'è
c'è chi nasce e c'è chi muore questa è la mia terra
generazioni che procedono ma anche di chi viene
nella stessa direzione la mia terra rifiuta
radicate nella terra solo chi si impone
nel senso del comune opporsi al dio denaro
e da questo contagio è una questione di coscienza
nessuno ne è immune un patto naturale di resistenza.

Contro il traforo i resistenti Fiaccole accese a rischiarare i monti


a Venaus eran sui prati si levano i canti dei figli dei figli
arrivarono i gendarmi la parete calva** si illumina di notte
teste e ossa fracassati noi ci siamo!
i resistenti tornarono Fiaccole accese a rischiarare i monti
dai sentieri del bosco si levano i canti dei figli dei figli
si ripresero i prati la parete calva** si illumina di notte
noi ci siamo!

Informazioni

Inviata da Marco Rovelli

"Nel giorno dell'irruzione sulle terre dei resistenti a Maddalena di Chiomonte, registrato al volo, col cuore con il
popolo della Val di Susa" (Marco Rovelli)

Dopo la manifestazione nazionale NO TAV del 2 luglio 3 luglio 2011 Marco Rovelli ha sostituito i versi:
"ma dopo questo insultoancora più forte la convinzione"
con:
"ma si continua a resistere
con l'assoluta convinzione"

**il riferimento è alla "parete calva" di frà Dolcino, che, sebbene abbia operato in Valsesia, è stato a volte invocato
come "patrono" del movimento(MArco Rovelli)

pagina 1843
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Lunedì del valsusino


(2006)
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: repressione, no tav
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lunedi-del-valsusino

Lunedì del valsusino, per solidarietà,


oggi non si lavora è doveroso con chi presidia,
si va tutti al presidio per solidarietà,
almeno per un’ora. e gnanca al giobia travajo pà.

Operai che tutti siete


fate così, Venerdì giorno di venere,
per solidarietà, è il giorno dell’amore
è doveroso con chi presidia, con Venaus liberata,
per solidarietà, c’è grande gioia in cuore.
e gnanca al lunes travajo pà.
Operai che tutti siete
Martedì giorno di marte, fate così,
arrivan bastonate per solidarietà,
non si arriva nè si parte, è doveroso con chi presidia,
tutti a far barricate. per solidarietà,
e gnanca al venner travajo pà.
Operai che tutti siete
fate così,
per solidarietà,
è doveroso con chi presidia, E’ arrivato anche il sabato,
per solidarietà, c’è manifestazione
e gnanca al martes travajo pà. non si va a lavorare,
con partecipazione.
Poi di mercu la mattina,
di nuovo a barricare Operai che tutti siete
tutto il giorno sulla strada, fate così,
non vado a lavorare. per solidarietà,
è doveroso con chi presidia,
Operai che tutti siete per solidarietà,
fate così, e gnanca al saba travajo pà.
per solidarietà,
è doveroso con chi presidia,
per solidarietà, E infine la domenica,
e gnanca al mercu travajo pà. giorno di grande festa
chi presidia resistendo,
oggi riposa onesta.
Giovedì d’Immacolata,
giorno di gran battaglia Operai che tutti siete
alla moda valsusina, fate così,
si caccia la sbirraglia. per solidarietà,
è doveroso con chi presidia,
Operai che tutti siete per solidarietà,
fate così, e gnanca a ala duminica travajo pà.

Informazioni

Inviata da Maria Rollero

Canzone del movimento NO TAV della Valle di Susa Teeto di Luca Abbà e altri, sull'aria del canto popolare di Lunedì
dei parrucchieri.

pagina 1844
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L’inceneritore di Selvapiana
(2009)
di Suonatori Terra Terra
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/linceneritore-di-selvapiana

Cari concittadini con il nuovo inceneritore porteranno rifiuti, rifiuti, rifiuti a


in Valdisieve avremo energia a tutte l’ore vagonate.
cambierà la vita di tutti voi paesani Per gli imbottigliamenti non c’è niente da
respirerete aria pulita da domani temere
tante belle rotonde e superstrade son già in
E sarà pure vero, cantiere”
cambierà da domani
ma con questi discorsi E sarà pure vero...
noi ci prude di già le mani…
“Orsù compagni ho già firmato tutti gli
Disse il Mairaghi all’assemblea imbufalita: appalti,
“O non siamo i DS teniamo alla qualità della non spacchiamoci adesso che qui i guadagni
vita! saranno alti!”
Poi cos’è questa storia delle nano - Mentre diceva questo giurando sopra i suoi
particelle… figli
…ma guardate brillanti questi colori delle l’assemblea gli gridava:
tabelle!” “SINDACO PERCHÉ ‘UN TU TI RIPIGLI!!!”

E sarà pure vero... E purtroppo è già vero,


cambierà da domani
“Dalla provincia arriveranno le camionate, ma con questi discorsi
a noi ci prude di già le mani…

Informazioni

L’aria musicale è un tradizionale messicano, il testo è dei Suonatori Terra Terra; nato dopo una frustrante e
surreale assemblea cittadina a Pontassieve nella quale il sindaco Mairaghi ha cercato di convincere i presenti della
bontà del progetto di ampliamento (di ben sette volte!) dell’inceneritore già esistente. Le convincenti
argomentazioni?: “Anch’io come voi [!] non ci capisco niente nelle tabelle dei valori di inquinamento” “anche i miei
figli abitano qua, farei mai del male ai miei figli?...”

pagina 1845
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Maddalena di Val Susa


(2014)
di Alessio Lega
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: no tav, repressione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/maddalena-di-val-susa

Maddalena sequestrata per la bella di Chiomonte


nei cantieri sopramonte Maddalena Valsusina...
Maddalena di Chiomonte
Maddalena ti han rinchiusa Non ti lascio mia bambina
Maddalena in mano ai tristi
deportata a Fenestrelle siam venuti noi buffoni
ed io sotto la finestra siamo tutti quanti artisti
con la banda e con l'orchestra
contro un suono di trivelle. siam venuti con i canti
come pietre nelle mani
Che di amarti ci si accusa siam venuti noi briganti
nostra madre e nostra sposa son tornati i partigiani.
quei vigliacchi dei signori
Maddalena di Valsusa Senti un po' che bella gente
che cantava le canzoni
"hanno preso i nostri cuori" Maddalena resistente
messi a nudo e perquisiti "pei fascisti e pei cialtroni"
che ci frugano le tasche
mentre intanto ci han traditi il futuro dei ribelli
era scritto su quel foglio
mentre sulle nostre spese dentro i libri di Revelli
hanno preso decisioni nelle armi di Fenoglio
tu fai i conti a fine mese
loro multano i milioni son spuntate di recente
da quel vecchio nascondiglio
come chiedono le cosche Maddalena resistente
un riscatto sopramonte le ha trovate ora tuo figlio.

Informazioni

Trasmessa da Alessio Lega

La Maddalena è la località in Val di Susa (To) dove nel 2011 si tenne un presido-campeggio di attivisti NO TAV dal
22 maggio sino al 27 giugno, squando fu gomberato con la forza.

pagina 1846
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Malatesta
(2012)
di Alessio Lega
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/malatesta

Dormi dormi Malatesta Dormi dormi Malatesta


che la storia sta girando penseranno i dirigenti
come un corvo dalla luna declinando a dirigere la festa
dormi, dormi nel tuo letto, digerire anche i frammenti
di quella cassa zincata della terra cruda zolla,
ti sorvegliano da presso stretta e a corto respiro
nella notte sigillata mentre il boia che non molla
ti garrotta ancora un giro
Dormi dormi Malatesta
che qui ora è tutto a posto Ninna nanna Malatesta
ogni giorno si ridesta come vedi tutto bene
ogni cosa col suo costo sul dirupo del futuro
l’uguaglianza è un’uniforme l’obbligo delle catene
la si calza e via di corsa si dovesse mai pensare
la giustizia un bene enorme che chi va poi non ritorna
l’han quotata pure in borsa dentro questa solitudine ultramoderna.

Dormi dormi Malatesta Sveglia sveglia Malatesta,


grattacieli di dolore Pietro Gori, Bakunino
innalzati come pietre sopra il cuore allo squillo della tromba
di quel caos tanto malato fate nascere il mattino
che chiamiamo nostra vita capi di buona speranza
del pensiero che la gioia per doppiare la passione
sia l’ennesima ferita carcerati nella stanza,
presto una rivoluzione.

pagina 1847
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Marchand de cailloux
(1991)
di Renaud Séchan
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: francese
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/marchand-de-cailloux

Dis Papa, quand c'est qu'y passe Qu' j' peux en donner tout plein
Le marchand d' cailloux J' veux partager mon Mac Do
J'en voudrais dans mes godasses Avec ceux qui ont faim
A la place des joujoux J' veux donner d'amour bien chaud
Avec mes copines en classe A ceux qu'on plus rien
On comprend pas tout Est-ce que c'est ça être coco
Pourquoi des gros dégueulasses Ou être un vrai chrétien
Font du mal partout Moi j' me fous de tous ces mots
Pourquoi les enfants de Belfast J' veux être un vrai humain
Et d' tous les ghettos
Quand y balancent un caillasse Dis Papa, tous ces discours
On leur fait la peau Me font mal aux oreilles
J' croyais qu' David et Goliath Même ceux qui sont plein d'amour
Ça marchait encore C'est kif-kif-pareil
Les plus p'tits pouvaient s' débattre Ça m' fais comme des trous dans la tête
Sans être les plus morts Ça m' pollue la vie et tout
Ça fait qu' je vois sur ma planète
Dis Papa, quand c'est qu'y passe Des 'Inti Fada' partout
Le marchand d' liberté
Il en a oublié un max Dis Papa, quand c'est qu'y passe
En f'sant sa tournée Le marchand d' cailloux
Pourquoi des mômes crèvent de faim J'en voudrais dans mes godasses
Pendant qu'on étouffe A la place des joujoux
D'vant nos télés, comme des crétins
Sous des tonnes de bouffe Et p't être que sur ta guitare
J'en jetterai aussi
Dis Papa, quand c'est qu'y passe Si tu t' sers de moi, trouillard
Le marchand d' tendresse Pour chanter tes conneries
S'il est sur l' trottoir d'en face
Dis-y qu'y traverse Et p't être que sur ta guitare
J' peux lui en r'filer un peu J'en jetterai aussi
Pour ceux qu'en ont b'soin Si tu t' sers de moi, trouillard
J'en ai r'çu tellement mon vieux Pour chanter tes conneries.

Informazioni

Di questa canzone ha dato una versione piuttosto libera Alessio Lega, nell'album "Sotto il pavè la spiaggia".

pagina 1848
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Mare nero
(1999)
di Alessio Lega
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/mare-nero

Noi siamo il mare nero di strapparci alla vita


che di giorno sta calmo ogni giorno rapita,
si muove lentamente riscattata ogni sera
si cela nel profondo perché non c’è è paura
in un fruscio leggero che possa incatenare
intona il proprio salmo il tempo che ogni giorno
un canto che gli viene riusciamo a liberare.
dal termine del mondo
Noi siamo il mare nero,
e porta di lontano acque salate e sporche
profumo di speranza depositiamo dubbi
invade la tua stanza nel ventre d’ ogni fede
ti fa sentire strano abbiam molte madonne,
ti fa apparire estraneo tutte piuttosto porche,
al gregge dei montoni e ognuno di noi è un dio
condotti nel macello che si tocca e si vede
al suono dei milioni.
ed i nostri rosari
Noi siamo il mare nero sono i caricatori
che di notte protetto che sgraniamo amari
dal buio, si alza in onde, nel ventre dei signori
si butta sulla riva noi siamo la paura
e se si tira indietro della classe più ricca
si avvolge nel suo letto noi siamo la torchiera
per assalire l’ argine della corda che l’ impicca.
con forza ancor più viva.
Siamo gli anarchici...
Abbiamo vele nere
per spingerci nel mare Noi siamo il mare nero,
ma non sono bandiere, la dinamite accesa
attento a non sbagliare! in questa calma piatta
Noi siamo libertà, la miccia si consuma
ciò che più fa paura “lavorate tranquilli,
sospesi al centro esatto andate a far la spesa!
tra ragione e natura Sulle vostre autostrade,
sepolti nella bruma”
Siamo gli anarchici,
siamo gli anarchici, Sulla strada che fate,
siamo gli anarchici. di fretta per consumo
non più nebbia ma fumo
Siamo gli anarchici.. troverete un estate
coglioni come siete
Noi siamo il mare nero, apritevi il cervello
la tenebra feroce non confondete ancora
sparsa sulle piaghe l’ultimo campanello
aperte del sistema
il nostro sangue infetto Noi siamo il mare nero
ne avvelena la foce he un giorno vi ha travolti
e la mano del boia vi ha trovato schiavi,
mentre colpisce trema vi ha mostrato l’ uscita
ci siamo illusi che voi
perché non c’è è maniera troppo stanchi dei molti

pagina 1849
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anni nelle catene, sepolti nei ricoveri


rivoleste la vita ricoverati, matti,
pazzi per troppo amore
ma in cambio del permesso con un sudario grigio
di rientrare nel gregge disteso sul dolore...
ci rivendete spesso
al potere e alla legge Ma siamo il mare nero,
perché è la libertà gli aranci della Spagna
ciò che vi fa paura... agro, zucchero e miele,
sospesi al centro esatto il vino della terra
tra violenza e cultura ubriachi di vita
di città in campagna
Siamo gli anarchici... troviam nuovi compagni
per far guerra alla guerra
Noi siamo il mare nero,
lutto e disperazione Altro che “addio Lugano”,
per un passato triste, cantiamo la memoria
per un futuro incerto ma occupiamo la storia,
e un mondo concepito dove siamo e restiamo
in guisa di prigione dove non siamo andremo,
la tagliola che morde ci andremo per davvero
chi esce allo scoperto perché siam come il mare,
noi siamo un mare nero!
ci fan sentire logori,
stanchi anche di gridare Siamo gli anarchici...
avvelenato il mare,

pagina 1850
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Mari nostru
(2016)
di Francesco "Ciccio" Giuffrida
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: siciliano
Tags: emigrazione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/mari-nostru

E vinni ddu mumentu dâ jurnata e ammugghiuliatu ’n poviru cristianu.


quannu lu mari ccô suli fa liti,
ca nun mmoli ca sperdi la nuttata Nuatri cchiù non seppimu chi fari
pirchì di notti su’ comu du ziti; ccô cori di duluri vunchiu e chinu,
lu suli acchiana ’n celu a la livata li lacrimi faceunu n’autru mari
e nuatri pronti a ghisari li riti, a malidiri u celu o lu distinu.
ca ora sculunu di unni su’ appinnuti Vuatri ccà vinistivu a spirari
ccu li pisci ammagghiati e tramurtuti. e ’u munnu ca truvastivu è assassinu;
muristivu p’amuri di campari,
E di bottu arristamu tutti muti; la vostra fossa fu lu nostru mari.
tirava lu muturi a manu a manu; Di terri senza paci su’ partuti,
li riti supra ’u ponti arricugghiuti e chissa fu la paci ca attruvanu:
e ammugghiuliatu ’n poviru cristianu. muristivu p’amuri di campari,
li riti supra ’u ponti arricugghiuti la vostra fossa fu lu nostru mari.

Informazioni

Canzone sulla tragedia dei migranti che muoiono annegati durante le traversate sui "barconi" che fanno naufragio
dalle coste africane verso l'Italia

pagina 1851
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Maria Stella Gelmini, la spazza bambini


(2008)
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale, scuola/università
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/maria-stella-gelmini-la-spazza-bambini

Un giorno il buon Tremonti, Intanto per le scuole


Chiama la cara Gelmini, Senza cinquanta alunni,
e le fa una proposta, sannuncia un funerale:
che lei non può rifiutar spostiamoli tutti più in là!

Con tutti quei soldini, E dopo dieci mesi,


la scuola va al collasso, di questa bella Riforma,
ti prego, fai un salasso: abbiamo risparmiato
taglia un po qua e un po là! sol qualche euro in più!

Lei, scodinzolando, Intanto le famiglie,


ecco che cosa sinventa: han fatto una scelta:
alla Primaria Scuola la scuola, se è privata,
applica una sottrazion! offre senzaltro di più!

Togliamo qualche ora, Che fine mai faranno


lasciamo un sol maestro, esuberi e precari?
la Religione resta: Saran riconvertiti
lInglese pure? Chissà ai Beni Cultural!

In ventiquattro ore Intanto anche le donne,


Soltanto conticini ritorneranno a casa:
e qualche dettatino curare i propri figli
sulla Costituzion! sarà una necessità!

E intanto gli stranieri, Morale della storia:


nel ghetto tutti insieme, Tremonti canta Vittoria!
frequentan lanno ponte, E Maria Stella esulta:
per imparar litalian la Scuola non cè più!

E per gli sfortunati, Con tutti gli asinelli,


Poveri e bisognosi? andremo al funerale:
Cè sempre un doposcuola, addio Scuola statale
che se li prenderà! solo un ricordo sarai!

Informazioni

La famosa canzone tradizionale, Lo spazzacamino, che fu cantata anche da Nanni Svampa, ha ispirato questa
versione "scolastica", dedicata al nostro Ministro dell'Istruzione...che "Pubblica" tra poco non sarà più...

pagina 1852
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Matteorenzi non lo sa
(2015)
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: scuola/università
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/matteorenzi-non-lo-sa

C'è Matteorenzi che non sa Ha messo il mentor e il POF triennale


che quando passa sembra proprio un baccalà con il preside sceriffo;
e gli insegnanti che sono tanti ed il contratto triennal per tutti,
non gli fanno i complimenti. ahi che dolor per tanti poveri professor!

Ma lui con grande serietà E Matteorenzi non lo sa


ha messo in piedi 'sta riforma, ah che pietà! che la riforma prima o poi si fermerà
La crede bella ed anche snella, E lui che farà se ciò accadrà?
ma non riesce a stare a galla. Forse si dimetterà...

Informazioni

Canto (sull'aria della canzone "Pippo non lo sa") preparato dal sindacato Gilda degli Insegnanti a livello nazionale
per la manifestazione del 5 maggio 2015, in occasione dello sciopero generale indetto contro il disegno di legge di
riforma della scuola del governo Renzi "La buona scuola".
Raccolto da Francesca Prato a Pisa il 5 giugno 2015 in occasione di un'altra manifestazione, in cui i delegati locali
hanno distribuito il testo.

pagina 1853
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Matteotti
(2004)
di Alessio Lega
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/matteotti

Un vento duro e ghiaccio lo strazio delle libertà,


si fa dai Pirenei gli stracci accumulati.
strada fra fango e roccia
per arrivare a noi Disse mia moglie
mi prende al collo e blocca «aspetto un figlio per quest’anno»
mi fa star zitto e duole anima benedetta,
mi prende a calci in bocca speranza nell’affanno
nel guanto del dolore Giacomo lui che viene
che si chiamasse come...
e non c’è sogno che si spinga «Giacomo mi sta bene,
più in là del sonno Giacomo è un bel nome».
non c’è risveglio
dall’incubo di tutt’attorno Così io quando chiamerò
non c’è ragione, mio figlio a voce alta
non c’è follia o coraggio ricorderò che c’era,
e non c’è viaggio che spinga che ci sarà ogni volta
il viso oltre l’oltraggio. qualcuno che con gli occhi
fissi nel buio triste
Questo Natale a casa guarda la morte in faccia,
si giocherà a tressette la guarda e le resiste.
per far morir qualcosa:
inverno trentasette Così ogni volta che io
e la miseria è un orlo Giacomo in queste notti
al bavero scucito di questi anni matti
tu scivoli e nel farlo coi sogni che interrotti
ti aggrappi all’impiantito. nasconderò il nome
di chi vive e muore
Così di niente in niente di amore della vita,
si va per acquiescenza di morte dell’amore.
si smette d’esser uomini,
si avanza nell’assenza Piazza Montecitorio
si smette l’aria, là c’è una salita
si smettono gli abiti usati presero Matteotti
e ci lasciò la vita

Informazioni

La memoria è fatta di nomi. (Alessio Lega)

pagina 1854
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Mei ros che negher (a Carletto Giuliani)


di I Luf
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: repressione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/mei-ros-che-negher-carletto-giuliani

Braccia d'alberi mi spingono e mi seguono Sulla strada per la verità


Sulla strada per la verità Ma ho sonno stanotte amore
Volevamo toccare il cielo Ho sonno voglio dormire
Volevamo abbracciare il mare Sulla strada per la verità
Ma Genova è troppo vecchia per la verità Ho fatto un sogno in bianco e nero
Braccia d'alberi mi spingono e mi seguono Dove il nero sta per sparare
Sulla strada per la verità Ho visto un lampo senza un tuono
Volevamo toccare il cielo Ho visto un anima scappare
Volevamo abbracciare il mare Ora c’è un angelo nuovo in cielo
Ma Genova è troppo vecchia per la verità Un angelo nuovo da pregare
Ho visto un muro salire alto E c’è una madre senza un figlio
Ho visto un fiume finirci contro Senza un figlio da baciare
Ho visto pesci finire all'amo della verità Ora c’è un angelo nuovo in cielo
Ho visto zone fin troppo rosse Un angelo nuovo da pregare
E ho visto rossi non sempre in zona E c’è una padre senza un figlio
Ho visto un sogno svanire all'alba con la Senza un figlio da abbracciare
verità Ma il mio cane non ha padroni
Ama troppo la libertà
Ma il mio cane non ha padroni
Ama troppo la libertà Ma il mio cane morde e fugge
Ma il mio cane morde e fugge Sulla via della verità
Sulla via della verità Mei ros che negher Mei svelt che pegher
Al re bu le chel mort Mei laiva fresca che l
Braccia d'alberi mi stringono e mi seguono lat fort

Informazioni

Canzone dedicata a Carlo Giuliani, ucciso dai carabinieri il 20 luglio 2001, durante le manifestazioni contro il G8 di
Genova.

pagina 1855
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Mia bella signora


(2005)
di Fausto Amodei
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/mia-bella-signora

Mia bella signora ti prego persino il signore seduto al tuo lato


di fare un po' meno gazzarra ha l'aria di chi se ne frega.
fintanto ch'io canto e finchè io sfrego
le corde di questa chitarra. Mi rompe le palle far da sottofondo
alla voce tua da sirena
Le chiacchiere tue le dovresti rinviare mi fa diventar furibondo
di poco mia bella signora se son io di scena.
le mie prestazioni da onesto giullare
non durano mai più di un'ora. Mia bella signora dovresti
non far chiasso e fare tesoro
Potresti alla fine d'un breve rinvio di questi miei party che sia pur modesti
sfogare la tua logorrea son frutto d'onesto lavoro.
allora potrei darti ascolto anche io
seduto in silenzio in platea. Sudai le fatidiche sette camicie
cercando la rima inconsueta
Fintanto ch'io canto e finchè io sfrego usar le assonanze per me non s'addice
le corde di questa chitarra a chi vuole fare il poeta.
mia bella signora ti prego
fa meno gazzarra. E su giri armonici a volte sapienti
ho sempre giocato parecchio
Mia cara bisogna ch'io insista si pensi in proposito a quanti accidenti
abbassa il volume per dio mi manda chi suona ad orecchio.
non va che sia tu lo strumento solista
e il basso continuo sia io. Di questi miei party che sia pur modesti
son frutto d'onesto lavoro
Mia bella signora ti chiedo che almeno Mia bella signora dovresti
tu parli un po' più sottovoce per dio far tesoro.
il pubblico avrebbe un ascolto sereno
ed io non sarei messo in croce. Poi c'è il fatto più singolare
sei tu che in qualsiasi momento
Se tieni il volume all'attuale regime mi blocchi alle feste mi spingi a cantare
ci fai diventar tutti sordi provvedi a fornir lo strumento.
ed io mi confondo pasticcio le rime
e stecco su tutti gli accordi. Magari si è appena finita una cena
di quella in cui mangi di tutto
Non va che sia tu lo strumento solista e devo cantare con la pancia piena
e il basso continuo sia io col rischio di far qualche rutto.
mia cara bisogna ch'io insista
silenzio, per dio. E mentre io canto sforzandomi invano
a che il rutto suoni attenuato
Mia cara io son furibondo tu attacchi a cianciare da fare baccano
se cianci mentre io son di scena contenta d'avermi incastrato.
mi rompe le palle far da sottofondo
alla voce tua da sirena. Tu stessa hai voluto fornir lo strumento
tu stessa mi hai spinto a cantare
Per essere sincero trattassi argomenti e questo è un comportamento
di arte cultura o di scienza un po' singolare.
vabbè per rispetto agli amici presenti
potrei sopportarti, pazienza. Mia bella signora se gridi
e se non abbassi la voce
Ma invece tu blateri a ritmo serrato solleciti in me mille istinti omicidi
su qualche tua stupida bega e rischi un decesso precoce.

pagina 1856
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Mia cara se me lo consenti o te ne stai zitta sul serio altrimenti


hai solo più due soluzioni va' a rompere altrove i coglioni.

pagina 1857
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Misteri paradisiaci
(1998)
di Pardo Fornaciari
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: anticlericali
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/misteri-paradisiaci

In Paradiso ci succedon fatti strani E con l'aureola


Madre Teresa canta salmi col Pacciani che tutto illumina
Maria Goretti danza con Girolimoni siam come lucciole
e la Pivetti agli albanesi dà confetti rose che in alto volano
e fior
Le vie del ciel son'infinite, è proprio vero se la serata
Un traditor lassù è l'amico più sincero è un po' noiosa
il Galileo col papa che l'ha condannato per divertirci un po'
danza con Ponzio Pilato che le mani si lavò. col capo lampeggiam
Pentiti qua
insieme ai santi ridon Soltanto gli atei che non si penton mai
con sincerità gli anarcozingari, peggio ancora se ebrei;
perché si sa i comunisti impenitenti, negri, arabi fetenti
in paradiso non c'è e scioperanti son costretti a restar giù!
la cattività! Chi non si pente, trallallà, e non si
In Paradiso ci van tutti belli e brutti vergogna
gente di chiesa bellimbusti e farabutti nel paradiso non ci va, sta giù alla gogna
l'estrema unzione data come linimento e un bempensante quando passa lo rampogna
basta un po' di pentimento e godi per e poi gli scassa sulla testa ridacchiando un
l'eternità [bottiglion!
Cecchini serbi con bambini musulmani Quassù non c'è
giocano inermi a Biancaneve e i sette nani gli agnostici
ed un croato travestito da soldato e chi ride dei mistici
di Città del Vaticano spara a salve in qua e increduli, eretici,
là voi non pentiti
rimanete tutti giù!

pagina 1858
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Monte Calvario
(2013)
di Ascanio Celestini
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/monte-calvario

Intanto il mattino arriva veloce arriva in ritardo insieme a un ladrone


e Cristo che corre con tutta la croce gli dice il padrone “rispetta l’orario
morire e risorgere in otto ore appena di monte calvario”
che prima di cena sul Monte Calvario
gli danno il salario. Arriva la sera e appena staccato
lui va nell’ufficio di Ponzio Pilato
Intanto la sera arriva pesante il capo gli mostra il contratto in scadenza
e Cristo ritorna alla casa distante nei prossimi mesi per la concorrenza
la testa sul piatto gli apostoli stanchi dei cristi cinesi.
lo guardano appena lui mangia gli avanzi
dell’ultima cena. Ritorna il mattino è giorno di festa
ma cristo s’è messo la corona in testa
E intanto il mattino ritorna veloce a Monte Calvario fa presto ritorno
e Cristo si sveglia riprende la croce è un ipermercato perciò in questo giorno
migliaia di cristi che vanno a lavoro si fa il doppio turno.
e pregano in coro per farsi ammazzare
per dio pendolare Arriva a lavoro lo inchiodano in fretta
ma solo alle mani dispone la ditta
e quando la sera lo schiodano e scende che da qualche mese riduce le spese
un sorso d’aceto così si riprende perché costa troppo attaccare anche i piedi
per oggi il salario è un pesce e due pani risparmiano i chiodi.
le guardie saluta col sangue alle mani
dicendo «a domani». Finisce anche questa giornata di merda
lo calano in terra legato a una corda
Intanto la sera arriva alla fine sarà licenziato perché ha fatto un torto
si veste, uno straccio corona di spine a Ponzio Pilato e dopo che è morto
non è più risorto.

Informazioni

Mentre lavoravamo al nostro libro, Ascanio Celestini m’ha fatto sentire questa sua canzone, che non aveva mai
registrato su disco. M’è parso un delitto lasciarla inedita (Alessio Lega)

pagina 1859
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Morte Bianca
(2008)
di Marco Chiavistrelli
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/morte-bianca

E voli nel vento E batti la testa


tra tavole bianche al suolo già vinto
Sospeso nell’aria, da anni di stenti
ti treman le gambe c’è un mano che ti ha spinto?
Non ti guardi non ci sei
Le morti son bianche E ultimo sguardo
ma nera è la mano al cielo turchino
Che spinge l’umano A nubi viaggianti
oltre il niente oltre il niente ai passanti lì vicino
E la morte bianca
E cadi per terra ti prende e ti ha vinto
e spargi il tuo sangue Ma nera è la mano
Già stanco di freddo che ti ha spinto
e di fame già esangue che ti a spinto
Non ti guardi non ci sei

pagina 1860
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Morts les enfants


(1985)
di Renaud Séchan
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: francese
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/morts-les-enfants

Chiffon imbibé d'essence, Morts les enfants du Sahel,


Un enfant meurt en silence On accuse le soleil
Sur le trottoir de Bogotá Morts les enfants de Seveso,
On ne s'arrête pas Morts les arbres, les oiseaux
Dechiqu'tés aux champs de mines, Morts les enfants de la route,
Décimés aux premières lignes Dernier week-end du mois d'août
Morts les enfants de la guerre Papa picolait sans doute
Pour les idées de leur père Deux ou trois verres, quelques gouttes

Bal à l'ambassade, Bal à l'ambassade,


Quelques vieux malades Quelques vieux malades
Imbéciles et grabataires Imbéciles et tortionnaires
Se partagent l'univers Se partagent l'univers

Mort les enfants de Bopale, Mort l'enfant qui vivait en moi,


D'industrie occidentale Qui voyait en ce monde-là
Partis dans les eaux du Gange, Un jardin, une rivière
Les avocats s'arrangent Et des hommes plutôt frères
Morts les enfants de la haine Le jardin est une jungle,
Près de nous où plus lointaine Les hommes sont devenus dingues
Morts les enfants de la peur La rivière charrie des larmes,
Chevrotine dans le coeur Un jour l'enfant prend une arme

Bal à l'ambassade, Balles sur l'ambassade,


Quelques vieux malades Attentat grenade
Imbéciles et militaires Hécatombe au ministère
Se partagent l'univers Sur les gravats, les grabataires.

Informazioni

"Il pezzo che dà, forse, più brividi all’ascoltatore è Morts les enfants dove a uno straziante catalogo di bambini
assassinati occultamente o all’aperto (dai bambini che succhiano lo straccio intriso di benzina per farsi passare la
fame a Bogotá, alle vittime dell’industria di Bhopal o di Seveso, ecc..., ecc...) dal nostro sistema sociale, fa
contrappunto un ballo in un qualche ministero del mondo in cui "imbecilli e militari/si spartiscono la terra", e nel
momento in cui il cantante, della cui sensibilità nei confronti dell’infanzia abbiamo già parlato, arriverà a
riconoscere assassinato anche il bambino che portava dentro il cuore, la canzone esplode in una minacciosa e
liberatoria scena di un ballo sul ministero distrutto da un’attentato giustiziere; il ritmo di valzer campestre, in
leggero crescendo, crea, man mano che la dolorosa evocazione del massacro planetario dei bambini si accumula,
un effetto di straniamento che moltiplica il potenziale commovente ed eversivo del pezzo." (Alessio Lega, Rivista
anarchica online, anno 35 n. 310 estate 2005)

pagina 1861
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Mostar
(1998)
di Lalli
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/mostar

Nessun rumore come le nostre ombre,


e anche il cecchino come le nostre orme sopra la neve
si dev'essere stupito Com'è fredda qui tra le mie dita
Senti la neve? Senti la neve? Senti la neve? Senti la neve?

Lavoravo qui con mio padre Un colpo dietro l'altro ha coperto tutto
e un pezzo di quel ponte, ha coperto tutto ma non proprio tutto
sai, era anche mio, adesso i miei occhi vedono tutto bianco,
e di un poeta che non voleva morire senza confini,
per i confini dei potenti vedono tutto quello che non c'è più,
Senti la neve? senti la neve? ci distinguo ancora la luna,
ma sono così stanco ora, adesso mi riposo un
Solo l'odio e le cicatrici, diceva, po'
ci sarebbero venuti dietro qui sulla neve
per sempre con le nostre ombre Senti la neve? Senti la neve?

pagina 1862
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Natale 44
(2008)
di Andrea Sigona
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/natale-44

Mentre la luna E fu così


se ne andava a passeggio… che da piccoli sguardi
(E il vento gridava Che come gli accordi
in periferia) ci si fanno canzoni
In questa Milano Li metti lì insieme
troppo diversa per qualche minuto
All’orizzonte Poi li ritrovi
della democrazia a mescolare emozioni
Due cuori “Che sia maledetta
che il destino ha incrociato questa guerra infinita
Purtroppo distanti Che prima o poi
come un tramonto dovrà pure finire
Natale vicino del ‘44 Neanche il tempo
La storia alle porte di fare l’amore
di un sogno interrotto Che mi tocca
Lei fa la sarta cuore mio ripartire”
per farsi due soldi E da quel giorno
E lui il fornaio solo il silenzio
(la vita più dura) E qualche messaggio
Le mani increspate portato dal fronte
da sale e farina E un berretto
Torna al mattino rubato dal vento
lei rincasa la sera Per ricamarci
E fu proprio un caso intorno la notte...
che verso il ritorno Mentre la luna
Per un solo secondo se ne andava a passeggio...
la vide passare E Milano ...in un angolo
Lei gli sorrise di periferia
ma poi scappò via Due cuori che
Come fa a volte l’ago il destino ha incrociato
sotto il ditale Proprio sull’orlo
Ma lei non scordò della democrazia
mai più quello sguardo “Se ne andranno
Anzi proprio a quell’ora queste bestie fasciste
li volle tornare Basta solo volerlo
Perché a volte i pensieri oltre queste parole”
sono come le ombre E’ come negli incubi p
Ti seguono ovunque iù brutti di notte
senza lasciarti stare Basta risvegliarsi...
e se andranno con il primo sole

Informazioni

Questa canzone inserita nell'album "Passaggi" autoprodotto nel 2008 ha visto la collaborazione dei fratelli Severini
"The Gang". E' la storia di un fornaio e di una sarta casualmente incontrati in una Milano diversa, quella del 1944.

pagina 1863
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Nessuno chieda
(2006)
di Stefano Giaccone
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: repressione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/nessuno-chieda

Nessuno chieda il permesso di entrare l'impero del duce o l'impero delle


in una morte a vent'anni televisioni
a questo sangue in comune quell'infame scordare di noi italiani
a questo morire da cani quel resistere sempre di noi italiani
un salto veloce dai compagni
una parola dolce nel cuore Nessuno chieda il permesso di entrare
a quella lurida piazza in una morte a vent'anni
dove un ragazzo muore per ricordare un volto o una voce
per il mestiere o per posare la croce
Nessuno chieda il permesso d'entrare di quell'anima nera di noi italiani
in una morte a vent'anni l'impero del duce o l'impero delle
né sbirri né targhe o canzoni televisioni
solo quel corpo tra gas e gipponi quell'infame scordare di noi italiani
e quell'anima nera di noi italiani quel resistere sempre di noi italiani

Informazioni

"Nessuno chieda" è canzone politica fino al midollo. Lungo una tradizione che va da Joe Hill a Woody Guthrie a Ivan
Della Mea: "Nessuno chieda il permesso di entrare / in una morte a vent'anni / nè sbirri né targhe o canzoni / solo
quel corpo tra gas e gipponi / e quell'anima nera di noi italiani / l'impero del duceo l'impero delle televisioni". Carlo
Giuliani, Genova e tutti quelli che c'erano ringraziano ancora. Pregnante. Militante. Orgogliosa. Resistente.
(Leon Ravasi, da Bielle)

pagina 1864
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Ninna nanna dei fattoni


(2020)
di Rocco Rosignoli
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ninna-nanna-dei-fattoni

Adesso che i portici non offron Adesso che i parchi son chiusi
più il loro riparo quei musi scavati
li vedi nei vicoli dove da troppe partite tagliate
le macchine passan di rado e anche le sirene da ruggine e sputo
della polizia si senton più piano. si guardano intorno smarriti
stringendo una becks, e non sanno chi siamo.
Adesso che nessuna strada racconta
più storie le loro memorie brasate E gli occhi che dalle finestre
si sbattono agli angoli li guardan passare
d’ombra dove si pisciava sul greto del fiume, e scattano foto
e gli sbronzi grondavano sangue alla strada. per poi segnalare che quelli che a casa
non possono stare rimangono in giro
Negli angoli in cui gli africani per strada a vagare a cercare qualcosa
gli davano in mano che non puoi più trovare.
ad un prezzo da furto l’estratto peggiore
d’un petalo afgano o le nevi più grigie Negli angoli in cui gli africani
che dal sudamerica viaggiano gli davano in mano
dentro allo stomaco idiota di un mulo ad un prezzo da furto l’estratto peggiore
tra merda e budella d’un petalo afgano o le nevi più grigie
c’è solo un fantasma lontano. che dal sudamerica viaggiano
dentro allo stomaco idiota di un mulo
tra merda e budella

Informazioni

Volevo raccontare la storia dei tossici che vivono per strada e non hanno più gli spaccini in giro. Ed essendo dei
poveracci son condannati all’astinenza pesa. È una storia di questi giorni e la vedo (non) accadere sotto la mia
finestra. Mettere in luce gli aspetti più bui del mondo e delle cose: le canzoni possono fare anche questo, e chi le
scrive a modo suo deve provarci.

pagina 1865
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No "Dal Molin"
(2007)
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: veneto
Tags: repressione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/no-dal-molin

Forse‘riva i ‘Mericani bonzi bon


parabonzi No sa gnente el Ministero,
bonzi bon tùto avòlto nel mistero!
I ghe ‘n parla da tre àni Dighe de no, Vicenza,
parabonzi Dighe: “NO DAL MOLIN”
bonzi bon
Hullweck dìse “Sì ala Base”, ‘Rivarà ‘sti Americani?
con Vicenza invese el tàse! parabonzi
Dighe de no, Vicenza, bonzi bon
Dighe: “NO DAL MOLIN!” I vorìa portàr ‘reoplàni
parabonzi
Forse ‘riva i ‘Mericani bonzi bon
parabonzi S-ciopi, bombe, cariarmati,
bonzi bon muri e reticolàti!
Col Governo dei ingàni! Dighe de no, Vicenza,
parabonzi Dighe: “NO DAL MOLIN”
bonzi bon
I se ne frega del “Cermìs” Xe ‘rivà i Americani?
e i vol far la Base “bis”! parabonzi
Dighe de no, Vicenza, bonzi bon
Dighe: “NO DAL MOLIN” ‘Ghe somèia più a marsiàni!
parabonzi
‘Rivarà i Americani? bonzi bon
parabonzi I vòl fàrla da paròni,
bonzi bon I vàda fòra dai coiòni!
Par acòrdi tanto strani! Dighe de no, Vicenza,
Dighe: “NO DAL MOLIN” (bis)

Informazioni

Canzone del movimento No Dal Molin, contro la seconda base americana a Vicenza. Testo di un paroliere dialettale,
sull' aria delle "Osterie" (Tita Stern)

pagina 1866
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No freedom (in Palestine)


(2007)
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: inglese
Tags: antimperialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/no-freedom-palestine

"Sopranos" "Altos/Tenors/Basses" shattered


From U.S.A. Israeli soldiers
No freedom There is no freedom Commit these crimes
No freedom For Palestinians Chorus
No freedom There is no freedom
In Palestine. It’s genocide Should they accept it
Chorus: So suicide Or act against it?
Don’t pass them by Don’t pass them by Is no surprise Faced with Goliath
Don’t let them die Don’t let them die they choose su-i-cide
Don’t close your eyes. Don’t close your eyes Chorus
To Palestine.
A secular state For Jews and Arabs
They’re refugees By theft and murder In Palestine To live together.
In their own land Their land was taken For everyone. For Jews and Arabs
They’re refugees They’re refugees now In equality.
In their own land Chorus
Chorus
No freedom There is no freedom
With bulldozers Their homes are No freedom For Palestinians
flattened No freedom There is no freedom
And F sixteens Their lives are In Palestine In Palestine.

Informazioni

Testo composto dal Strawberry Thieves Socialist Choir, coro politico di Londra, sulla melodia del canto sudafricano
Freedom is coming tomorrow

pagina 1867
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Noi siamo gli asini


(2007)
di Ascanio Celestini
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: disagio mentale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/noi-siamo-gli-asini

Noi siamo una testa senza giudizio Il leone che mangia le vongole
Siamo una scimmia senza cervello La scimmietta sopra la spalla
Siamo la fine senza l’inizio
Siamo il becco, ma senza l’uccello Noi siamo quelli pieni di caccole
Che con il moccolo fanno la bolla
Siamo una guerra senza armistizio Pure se siamo poveri cristi
Siamo la falce senza il martello Facciamo coppia col bue nella stalla
Siamo la chiave senza la porta
Siamo una bella natura morta Perché siamo gli asini
Noi siamo i matti del manicomio
Noi siamo gli asini
Noi siamo i matti del manicomio Però ce l'abbiamo una folle idea
Che forse forse vi sembrerà strana
Siamo buffoni siamo pagliacci Cacare sui vostri mobili Ikea
Siamo vestiti di pezze e di stracci Sui vestitini di Dolce e Gabbana
Siamo pagliacci siamo buffoni
Col cazzo fuori dai pantaloni Sugli onorevoli sempre corrotti
Che non finiscono mai in galera
Facciamo ridere tutta la gente Sulla gobba di Andreotti
Ci abbiamo in bocca soltanto un dente Sui telequiz del sabato sera
Ma se facciamo troppo casino
Ci attaccano subito alla corrente Sulle preghiere dei bigotti
Sulla triste camicia nera
Noi ci mangiamo la terra e i sassi Sulle combriccole dei salotti
Nel giardino a angolo retto Sulla retorica della bandiera
Inciampiamo sui nostri passi
Quando fa buio torniamo a letto Noi siamo storpi, noi siamo brutti
Siamo discarica, siamo il vizio
Per fare in fretta la nostra cena Noi siamo l’odio contro voi tutti
Per non avere troppi pensieri Siamo vecchi pure per l’ospizio
Ce la servono in endovena
Le suore, i medici e gli infermieri Noi siamo gli asini
Noi siamo i matti del manicomio
Noi siamo gli asini
Noi siamo i matti del manicomio Voi perdonate se troppo sgarbata
Ci venne fuori questa canzone
Per chi ha bisogno di santi e di eroi Ma per trovare la rima baciata
Chi cerca un briciolo di poesia Ci lavorò tutto il padiglione
Venga pure a guardare noi
Che sfiliamo lungo la via Il padiglione che verso quell’ora
Si deve bere la camomilla
Ci guarderete con interesse Che ce la porta la vecchia suora
Come uno squalo dentro a una vasca Prima di chiuderci nella stalla
L’ultimo mulo che tira il calesse
La stella cadente che adesso casca Noi siamo gli asini
Noi siamo i matti del manicomio
Ci alterniamo coi nani e le zoccole
L’orso che tiene sul naso una palla Noi siamo gli asini
Noi siamo i mani del matticomio.

pagina 1868
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Informazioni

Testo ripreso da Canzoni Contro la Guerra.

pagina 1869
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Noi vogliamo l'eleganza


(2013)
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/noi-vogliamo-leleganza

Noi vogliamo l’eleganza E poiché siam poverelli


Siam chiamati Formigoni Le vacanze non paghiamo
Raccogliamo tutti i doni Sulle barche degli amici
Da padroni comandiam Noi con garbo le scrocchiamo

E in cima al Pirellon E in cima al Pirellon


Restiamo a governar Restiamo a governar
Non siam lavoratori, Non siam lavoratori,
non siam lavoratori non siam lavoratori
E in cima al Pirellon E in cima al Pirellon
Restiamo a governar Restiamo a governar
Non siam lavoratori, Non siam lavoratori,
restiam a governar restiam a governar

Di Cielle sventoliamo Obbediamo ad un signore


Le lenzuola immacolate Cavaliere d’elezione
E innalziamo le barricate Che ci ha messo alla Regione
Della nostra castità E noi qui ci rimaniam

E in cima al Pirellon E in cima al Pirellon


Restiamo a governar Restiamo a governar
Non siam lavoratori, Non siam lavoratori,
non siam lavoratori non siam lavoratori
E in cima al Pirellon E in cima al Pirellon
Restiamo a governar Restiamo a governar
Non siam lavoratori, Non siam lavoratori,
restiam a governar restiam a governar

Informazioni

Parodia del canto Noi vogliamo l'uguaglianza, elaborazione di gruppo durante il laboratorio sulla parodia nel canto
di protesta, nel corso della giornata "Almen nel canto non vogliam padroni!" organizzata a Bergamo il 17 novembre
2013 dal coro "Pane e Guerra".

pagina 1870
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Norma, per non dimenticare


(2017)
di Cristiana Milaneschi
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/norma-non-dimenticare

Norma,per non dimenticare cerco la tua la sera di quel giugno le urla erano tue.
storia, Parte il primo colpo, la corsa è finita,
pagine web, libri, appunti in tua memoria. nessuno in questo modo può perdere la vita!
Trovo una foto in bianco e nero, sei una E coi martiri d'Istia e Niccioleta
meraviglia, la lista continua, la rabbia non s'acquieta.
vivi a Monterotondo con la tua famiglia. Violenza che mette a tacere ogni libertà
Ritorno con la mente al tuo triste passato, che scomoda è la voce della verità.
al tempo in cui il nemico folle è già I bimbi ignari giocano nella piazza,
arrivato... la raffica delle granate ogni cosa spazza.
Italia è invasa, offesa, umiliata, Medaglia al valore ti brilla sul petto
colpita al cuore, arresa, inginocchiata. ma serve ben altro a mostrare rispetto,
Tu lotti, partigiana, con passione, troppa retorica è fiato sprecato
resisti ad ogni dura condizione. e intanto lì in terra c'è il tuo corpo
Nascondi con coraggio i clandestini, straziato.
giovane madre che ami i tuoi bambini.
E intanto un'altra spia la preda azzanna, Giro girotondo, casca il mondo,
di notte una stonata ninna-nanna... scoppia la guerra, tutti sottoterra!
Norma ormai non c’è più in fretta, ma perché
Giro girotondo, casca il mondo, non dai mai retta?
scoppia la guerra, tutti sottoterra! Norma persa a perdifiato ma nel bosco c’è un
Norma scappa un po' più in fretta, non agguato.
fermarti dammi retta! Norma ecco chi ti caccia: ora hai visto la
Norma corri a perdifiato, giù nel bosco c'è sua faccia!
un agguato. Anche il male ha sempre un volto, ora il
Norma attenta a chi ti caccia: non conosci la bosco si fa più folto…
sua faccia,
spesso il male non ha volto, ora il bosco si Norma braccata vivi in tutte noi, donne di
fa più folto... ieri, di oggi e di poi.
Norma è per non scordare tutto il sangue Sei nella sconosciuta stuprata, nella sposa
versato bambina, nella lesbica discriminata,
che grido forte fino a perdere il fiato sei nella madre perduta, nell'amante tradita,
Tu eri bella e forte e combattevi, in ogni amica ferita...
ti odiavan per il bene che facevi.
Norma Pratelli Parenti classe '22: Ma anche nella notte più scura c'è una Norma
che non ha paura!

Informazioni

Norma Pratelli Parenti è stata una partigiana italiana, martire della Resistenza, Medeglia d'oro al Valor Militare (alla
memoria). Seviziata ed uccisa dalle truppe tedesche in ritirata, la sera del 22 giugno 1944

pagina 1871
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O bella Madunina
(2011)
di Antonio Catacchio
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: milanese
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/o-bella-madunina

A disen che la fin la nass a Napuli Adess g'hè la cansun de Roma magica
e francament g'han minga tutt i tort, el cardinal Bagnasco e i so urasiun,
Noemi, el papi, s'ciopa la Veronica Scaiola g'hann cumpràa la cà a l'Arena,
la scriv che l'è malà 'sto balabiott Tremonti, no lu el sta dal Milanes.
mi speri che se ufenderà nissun Sperem che venga minga la mania
se ‘l mandum anca num a da via ... de mettes a cantà "Minetti mia"
O mia bela Madunina O mia bela Madunina
che te tiren de luntan che te tiren de luntan
su la grugna del Berlusca, su la grugna del Berlusca
l'è restàa cui denti in man. l'è restàa cui dent in man,
Lasa pur che el se lamenta 'nsena a lu se viv la vita
che le lu quel pusè bun a ghe piasen tant i donn,
vun del popolo sovrano, pensa ti, per adess l'ha purtàa a ca' stu pover
'l g'ha piantà un gran bel gratun. luch,
un souvenir del noster domm.

Informazioni

Il 13/12/2009, dopo un comizio a Milano, un ragazzo lanciò verso Berlusconi un souvenir in metallo del Duomo
milanese. L'oggetto colpì il presidente procurando lesioni al viso. Due anni dopo, sulla musica di "O mia bella
Madonina" di Giovanni D'anzi, Antonio Catacchio scriveva il testo qui riprodotto..

pagina 1872
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O mia bela signurina


(2019)
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: milanese
Tags: femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/o-mia-bela-signurina

Disen che avemo avut la parità Ades la situasin l’è roba magica
ma lo stipendio è sempre men che lù g’avem anca lo spray al peperoncin
son tutte balle semo ancora sfuttà però la vita non è tutta tragica
scusate se parliam anche de nù a volte esageremo un cicin
di questa parità finora qui sperem che venga mica la mania
ce n’hanno data solo un cicin de videosorveglà sta parodia
O mia bela signurina
O mia bela signurina che stai sempre a laurà
che stai sempre a laurà dalla sera alla mattina
dalla sera alla mattina non stai mai coi mani in man
non stai mai coi mani in man Non abbiamo più paura
Ma non fai una bella vita e vi slogherem la man
non te poi manco spusà a lezion di karatè noi sem andà
non arrivi a fine mese, sem d’accord state attenti porco can
ma el padrun po’ licenzià

Informazioni

Parodia della canzone O mia bela madunina, parla in modo ironico della condizione delle donne in ambito
lavorativo e non solo. E' stata elaborata il 2 marzo 2019 nel corso di un laboratorio autogestito, nell'ambito della
festa "Almen nel canto non vogliam padroni!" organizzata dal coro Pane e Guerra di Bergamo a Ponteranica (BG)

pagina 1873
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O pillo pillo pì
(2004)
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: salentino
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/o-pillo-pillo-pi

Uè caru Pascalinu, caru nunnu Tore prima erano italiani costretti ad emigrare
lassati alli fili vosci lu modu de pensare osci su l'arbanesi ca traversanu lu mare
e tie caru Narducciu quante notti ca nu dormi de lu Maruccu all'Africa lu Senegal la
percé li patruni toi te schiaccianu comu Turchia
vermi li poveri caminanu ca cercanu la via
e tie caru Franciscu alla scola no' poi
andare Opillopillopì opillopillopà
percé se sai qualcosa allu patrunu li face bisogna pur lottare ma per la libertà
male
Confrontu a sti disastri non me pozzu
Opillopillopì opillopillopà lamentare
bisogna pur lottare ma per la libertà ca a quista Italia nostra nu se more cchiù de
fame
E non diciti sempre mundu era e mundu ete de libertà se parla se continua mò a parlare
se non ne domandamu in Vietnam ce sta succede la libertà al padrone si però de licenziare
ce sta succede in Cile, in Portogallo in se la Democrazia Cristiana non c'è chiui
Palestina 'nc'è l'unto del Signore ca è scisu fino a
ce sta succede all'Africa e a tutta quai
l'Indocina e sta sinistra è bona sulu face opposizione
lu mundu se riggira, lu mundu se ribbella ca cu ngarra na mossa pare tene lu terrore
percé ci nu fatica face sempre la vita bella cu ste televisioni nu' se capisce niente
lu mundu se ribbella, lu mundu se riggira programmi spazzatura scemuniscenu la gente
percé ci fatica, nu porta mai na lira E quindi per finire ieu tocca cu bu dicu
aggiu giratu u mundu qualche cosa aggiu
Opillopillopì opillopillopà capitu
bisogna pur lottare ma per la libertà aggiu giratu u mundu aggiu visti fiacchi e
boni
Lu 1970 è già passato lu cchiù pesciu de tutti ete lu Sirvio
cantamu sta canzone per comu fu cantata Berlusconi!
ma tocca cu decimo scusate amici cari
li problemi de allora su rimasti tali e quali Opillopillopì opillopillopà
bisogna pur lottare ma per la libertà

Informazioni

Su di un motivo tradizionale sono state inventate, a partire dagli anni '70 strofe, di protesta e di contenuto politico,
da diversi autori. Questa versione compare nel disco "Mazzate pesanti" del gruppo Aramirè, uscito nel 2004.

pagina 1874
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Ode al Trattore
(2019)
di Veronica Bigontini, Dario Fantozzi
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale, ambiente
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ode-al-trattore

(parlato) Il mi' nonno era un contadino, condizionatore, radio e caffè,


e prima di lui suo padre e il babbo di suo trattalo bene, ungilo tutto
padre. ché sicuramente vale più di te.
In famiglia mia eravamo tutti contadini.
Poi ci dissero: E penso a Sbarbati, l'altro iersera,
“Questo è il trattore, vi darà da lavorà'!” al buio in collina, a pianger miseria,
sopra il trattore, 'un lo volli dire,
Aralo bene, ararlo forte, sembra proprio, proprio un gran re.
sennò il diserbo ti tocca da dà',
e tutto quel grano, tutto quel fieno In mezzo ai campi, né bestie, né umani,
senza veleno non crescerà. ma solo macchine, polvere e sassi,
Se pensi la terra come una guerra quel bel manto verde che copre la terra
cade l'umano, regna il sovrano. con alberi e fiori, ora non c'è più,
ma brulle colline e monoculture,
Se pensi la terra come una guerra ora il mio orto è l'Ipercoop.
cade l'umano, regna il sovrano,
e qui sull'Emilia, senza il trattore Sopra il trattore, per ogni santo
Dorina, non ci vai a bè'. il contadino si vende a Monsanto,
nelle terre arate di mezzo mondo
Con il trattore multifunzione, c'è un seme morto e non è risorto.

Informazioni

Una canzone di Veronica Bigontini, del gruppo De' Soda Sisters. Una canzone sull'agricoltura dei giorni nostri, fatta
principalmente di macchie, veleni, monoculture, brevetti e... sfruttamento!

L'abbiamo sentita a Torino il 14 novembre 2019, durante un concerto delle De' Soda Sisters.

pagina 1875
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Ode aux casseur/euses


(2019)
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: francese
Tags: repressione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ode-aux-casseureuses

En 1789 Et foutre le feu aux églises


Des gueux ont attaqué les keufs Et quand pour les présidentielles
A coups de fourches et de bâtons Tu loues l’suffrage universel
Ils ont libéré la prison T’oublies de dire c’est pas normal
Et tous les 14 juillet Qu’c’est grâce à ça si c’est légal
Quand t’applaudis le défilé
T’ oublies de dire, j’ me demande pourquoi, Non, non, non
Qu’ils ont coupé la tête au roi Non, non, non
C’est pas bien d’casser
Non, non, non C’est pas bien d’casser
Non, non, non sauf quand on
C’est pas bien d’casser sauf quand on a gagné
C’est pas bien d’casser
sauf quand on Quand dans les manifestations
sauf quand on a gagné On dépave les illusions
Et qu’on balance des utopies
Pendant la guerre les maquisards A la gueule de la bourgeoisie
Faisaient sauter les trains les gares En été quand tu vas bronzer
Aujourd’hui tu leur rends hommage Quand tes médocs sont remboursés
Toujours au passé c’est dommage T’oublies que grâce à cette violence
Et quand aux monuments aux morts T’as la sécu et tes vacances
Tu les véneres tu les honores
T’oublies de dire que les fascistes Non, non, non
Les traitaient de terroristes Non, non, non
C’est pas bien d’casser
Non, non, non C’est pas bien d’casser
Non, non, non sauf quand on
C’est pas bien d’casser sauf quand on a gagné
C’est pas bien d’casser
sauf quand on Non, non, non
sauf quand on a gagné Non, non, non
C’est pas bien d’casser
1903 les meufs anglaises C’est pas bien d’casser
Avaient osé c’est balaise et on va
Casser les vitres des entreprises et on va a gagné

Informazioni

Il coro dei Canulars di Lione ha scritto e composto questa canzone in reazione alla visibilità data ai “violenti” da
politici e dai media in occasione delle manifestazioni dei gilets jaunes.

Abbiamo ascoltato e raccolto questo canto al Rencontre de Chorale Revolutionaire nel luglio 2019, a Royere de
Vassivier.

pagina 1876
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Omicidi bianchi
(2002)
di Marco Chiavistrelli
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/omicidi-bianchi

Onora la tenebra, perchè il sole ha già il profitto e l'arroganza, o chi controlla da


parlato una
e gli umani hanno pianto ed espiato ogni [stanza,
peccato, e magari si è un pò esposto,
ma l'ingiustizia e l'inganno resteranno lì e non può tornare indietro, o il castello
per sempre franerebbe,
in quelle bare allineate, in quei morti e un pò ovunque si saprebbe,
innocenti, che lui ha programmato male, o ha voluto un
senza poter capire cos'è che ha tolto vita, pò
vita certo un pò ingannevole strafare per vantarsi od apparire,
ad un tratto già finita e è lì per tutti il mondo ostile,
ed infine il vuoto eterno e la pazzia di come un omicidio
scomparire, bianco,
perchè non si può fermare, perchè non si può un veleno od uno schianto,
fermare un frammento od un totale,
l'interesse è troppo forte, l'interesse un leggero od un pesante,
troppo grande, omicidio,
ciò che muove le montagne, senza male.

pagina 1877
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Operai Invisibili
(2007)
di Mirafiori Kidz
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: morti sul lavoro
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/operai-invisibili

Nella fabbrica dei ragazzi, solo in testa una domanda


linea cinque doppio turno la paura di sapere
mezzanotte c'è l'inferno Guardaci la faccia!
l'olio esplode lancia fiamme Che ci siamo fatti?
tutto intorno prende fuoco Operai invisibili
che li prende tutti e sette
Vedo prima Rocco Marzo Robi Angelo e Rosario
senza pelle senza faccia sono a terra tutti e tre
non mi vede ma mi sente, dice: l'olio frigge non c'è più niente
dillo tu a mia moglie sembra cera che si scioglie
dille che mi hai visto solo voci nella notte
dille che sto in piedi che resistono al dolore
dentro a un denso fumo nero solo voci nella notte
barcollando se ne va che resistono al dolore
Operai invisibili Stai vicino ai miei
dimmi che lo farai
Toni "Ragno" sta bruciando non si può morir così
sta bruciando lì per terra con due figli piccoli
e mi sembra di impazzire non pensare a me
non lo posso neanche toccare occupati di loro
e non posso fare niente non pensare a me
mentre il fuoco lo divora occupati di loro
e non posso fare niente Ora un padre sta urlando
mentre il fuoco lo divora una foto stretta in mano
E poi vedo Beppe e Bruno sta urlando "Bastardi assassini"
due fantasmi ancora in piedi sotto il braccio ci teniamo
che non sanno dove andare e non siamo invisibili, no, non siamo
in che direzione cercare invisibili

Informazioni

Parla del gravissimo incidente sul lavoro alla Thyssen Krupp di Torino, 6 dicembre 2007, che ha ucciso sette operai,
morti per le ustioni. Alcuni subito, altri dopo un’agonia di giorni.

(Segnalato da Armando Casaroli)

pagina 1878
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Orizzonti libertari
(1997)
di Marco Bianchi
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: anarchici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/orizzonti-libertari

Basta con i cani torturati;


ed i padroni: aiuti umanitarî che celano
servilismo e sfruttamento colonialismo.
senza condizioni. È la storia di sempre: terreni bruciati
Intere giornate da fascisti militari
nelle officine ma noi abbiamo altre mire
senza i raggi del sole e Orizzonti Libertarî.
nelle belle mattine,
senza neanche capire Basta con il clero
cosa stiamo facendo. e il Vaticano
Otto ore in gabbia per bruciare al rogo
in cambio di tristi salarî chi non è cristiano;
ma noi abbiamo altre mire cannibali uniti
e Orizzonti Libertarî nell'eucarestia
contro l'ateismo
Basta con governi e l'eresia
e istituzioni e l'obolo in chiesa
e i partiti più o meno se vuoi l'anima salva.
al servizio dei padroni. E devi riverire il crocifisso
Le camere unite, che capeggia sugli altari
parlamento e senato, ma noi abbiamo altre mire
mafia e logge e Orizzonti Libertarî.
a guidare lo stato;
garanzia dei bravi Né dio, né stato,
cittadini né servi, né padroni;
che danno il consenso al candidato liberiamoci dalle catene
e restano fedeli gregarî e dalle costrizioni.
ma noi abbiamo altre mire Abbattiamo i confini
e Orizzonti Libertarî. e le frontiere,
uniamo i colori
Basta con generali, delle bandiere
colonnelli e tenenti per crearne una nuova
e scienziati venduti universale
ai mercanti di armamenti; e accendiamo la fiaccola dell'Anarchia
missioni di pace in modo che su tutti gli oceani e i mari
con i carri armati si vedano soltanto
e popoli inermi Orizzonti Libertarî.

pagina 1879
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Otto per mille


(1998)
di Pardo Fornaciari
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: anticlericali
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/otto-mille

Anche i prelati tengono famiglia di qua Per render de-coroso l’oratorio di qua
famiglia di là famiglia qua e là ratorio di là, ratorio qua e là
non hanno mogli ma cianno dei fratelli qua e gli ci voleva d’oro l’ostensorio di qua
là ostensorio qua e là
che i quadrini a strozzo dan
e mentre pre-dicava la speranza di qua
i cardinali non sono barattieri di qua speranza di là speranza qua e là
barattieri di là barattieri qua e là riempiva d’oro l’oratorio
sono i fratelli che fanno gli usurieri di qua e la sua stanza di qua
gli usurieri qua e là oro in stanza qua e là

il cardinale voleva un orinale di qua il cardinale non voleva stare male di qua
orinale di là orinale qua e là male di là male qua e là
largo e smaltato per non farsi male di qua raggranellava qualche soldo in più
per sedersi a meditar prestando a strozzo invece di pregar Gesù

e lo voleva in ceramica d’arezzo di qua per tempestare di zaffiri la tiara di qua


d’arezzo di là d’arezzo qua e là la tiara di là la tiara qua e là
un orinale che non aveva prezzo però con la camorra ragionava di lupara di qua
con san gennaro se lo regalò di lupara qua e là
otto per mille se ci riesci otto per mille se ci riesci
rifai il miracolo dei pani e dei pesci rifai il miracolo dei pani e dei pesci
incassa l’otto incassa l’otto
prestalo al momento prestalo al momento
e chiedi indietro il mille per cento e chiedi indietro il mille per cento

Informazioni

Storia cantata delle difficoltà in cui si trovò la curia napoletana, verso la fine degli anni '90 del Novecento. Va detto
che il cardinale locale ne uscì totalmente prosciolto da ogni accusa; non così altri implicati nelle malversazioni che
videro i denari dei fedeli (e dell'8x1000) usati per le imprese più azzardate.

pagina 1880
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Padreterno@aldilà.com
(2005)
di Fausto Amodei
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: anticlericali, antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/padreternoaldilacom

Aprendo sul pc la mia casella fuori


della posta elettronica in arrivo [e dentro
mi trovo giunto lì alla chetichella io sono remissivo e son di buona pasta
un file di word parecchio impegnativo. però in queste porcate io non c'entro.

Ho voluto capir chi era il mittente Mi chiamino col nome di Jehovah o di Brahma
e il suo indirizzo email era il seguente di Osiride di Baal di Manitù di Allah di Dio
padreterno@aldilà smentisco ufficialmente l'incauto che
.com che diavolo sarà? proclama
Sarà mica uno scherzo mi son chiesto che ste cazzate le si compia a nome mio.
ma ho salvato su hard disk l'intero testo.
Sia chiaro che io non c'entro con i
Sentite figli cari sentite figli belli bombardamenti
si dà purtroppo il caso e questo dura già da con tutti gli attentati soprattutto se
un pezzo suicidi
che sempre più a sproposito dei vostro con le pulizie etniche e analoghi accidenti
fratelli come le guerre sante oppure come i genocidi.
mi assillano volendo mettermi di mezzo.
Con tutte le crociate e similari imprese
Soltanto per citarvi il caso più recente e con tutte le notti di san Bartolomeo
un presidente in carica potente e molto chi sian fatte per mano di un palestinese
ingordo oppure di un cristiano o di un ebreo.
volendo far la guerra a un tale in medio
oriente Sia chiaro ch'io non c'entro chiunque mi
gridava ai quattro venti che io pure ero abbia chiesto
d'accordo. la sponsorizzazione di un'azione bellicosa
mullah o preti o lama per me non fanno testo
Quel tale in medio oriente da prender con le sciamani e ayatollah sono la stessa cosa.
molle
uno dei dittatori più feroci e sanguinari Sia vescovo che abate sia Pope che bramino
giurava ai propri sudditi per trascinar le non han diritto a dare una bandiera al loro
folle Dio
che io gli avrei sconfitto gli avversari. non archimandrita e non ce l'ha il rabbino
perchè il libero arbitrio sia ben chiaro ce
E sempre in quelle zone c'è chi con l'ho
l'esplosivo [anch'io.
si fa saltare in mezzo a donne e bimbi in
mille pezzi E state bene attenti voi chierici e voi laici
sicuro che quel gesto chissà per che motivo e fateci attenzione perchè se m'arrabbio io
non solo io l'approvi ma anzi io l'apprezzi. sia per i musulmani che per cristiani o
ebraici
Nel campo avverso invece si spingono colonne fuori d'ogni metafora sarà un'ira di Dio.
di tanks e carri armati ben convinti chissà
come C'è infine un caso limite che mi fa proprio
che anche quando uccidono civili bimbi e affliggere
donne è quando ste pretese me le avanza un
è una missione sacra che essi compiono a mio impostore
nome. allora io m'arrabbio e mando a farsi friggere
chi si proclama unto dal Signore
Ma adesso mondo boia adesso dico basta allora io m'arrabbio e mando a farsi friggere
lo dico a destra e a manca in alto in basso chi si proclama unto dal Signore.

pagina 1881
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Passerà
(1991)
di Giovanna Marini
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/passera

Credevo d'esser nata immortale Contenti delle briciole che ci han


che il mondo era da cambiare lasciato i potenti attenti
in un momento e non pensarci più solo alla loro continuità

Oh vita mia, oh vita mia Oh vita mia, oh vita mia


quanto è fatta di paura quanto si può sopportare
questa mia immobilità questa finta sazietà

Passerà passerà Passerà, passerà


ma la storia chi la fa? Ma la storia chi la fa?

All'ombra di una quercia con gli occhi Immersi in questo sonno saremo
nel cielo che pezzo di sereno risvegliati un giorno da un
avuto in premio a quest'età signore che pensava come me

Oh vita mia, oh vita mia Oh vita mia, Oh vita mia


quanto sarà finta o vera allora sarò io a cambiare
questa mia serenità la paura passerà

Passerà passerà Passerà e sapremo


Ma la storia chi la fa? la storia chi la fa

pagina 1882
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Passerotto ucciso (Dietro il filo spinato della vergogna


-Il canto di Sémira Adamu)
di Santo Catanuto
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: emigrazione, repressione
Indirizzo:
https://www.ildeposito.org/canti/passerotto-ucciso-dietro-il-filo-spinato-della-vergogna-il-canto-di-semira-adamu

Nel mio paese non contavo niente se sei schedata tra gli illegali.
mio padre m'aveva venduta a un pastore Sei come un passero senza più ali.
per quattro soldi ridotta una schiava:
sono fuggita lontano, a Bruxelles Così in un attimo, in un baleno
senza una lira, senza papier. mi hanno scortata alla porta di uscita
poi nel furgone a sirene spiegate
M'han presa subito all'aerostazione con braccia e polsi premuti sul collo
due poliziotte vestite da uomo fino all'aereo già pronto al decollo.
m'han trascinata in un centro immigrati
in un paese di nome Lomé: Sette guardiani mi han spinta all'interno
schiava in Nigeria, internata a Bruxelles. due mi tenevano, un altro premeva
sopra il mio viso un cuscino di lana:
Sono scappata nascosta dal buio forse temendo una negra che urlava
quattro sorelle mi han dato una mano con quel cuscino mi soffocava.
siamo fuggite volando lontano
dentro la notte di un Belgio assonnato: Guardiani d'ordine e d'ingiustizia
non più guardiani né filo spinato. resi decreto da menti malate,
forti coi deboli, vigliacchi, armati
L'unico modo di vivere in pace d'odio e rancore per chi non ha
dentro un'Europa ostile e razzista un attestato di libertà.
era dar vita a una rete d'amore
era lottare per rompere il ghetto Perdevo i sensi, ero senza più fiato
per conquistare un papier maledetto. e non vedevo che il buio del niente.
No, non credevo che la libera Europa
Così un mattino, come a Parigi, volesse uccidere chi, come me,
ci siamo chiuse, protesta, in un tempio era soltanto una senza papier.
ma la paura, la forza e il rancore
son belva immonda che tutto distrugge Salvami, salvami, cuore africano,
e viene ucciso il leone che rugge. voglio tornare a guardare lontano.
Toglimi, togli questo peso dal viso,
Hanno distrutto il portone centrale: fammi ricordare un volto amico, un sorriso.
ruspe, bastoni, gendarmeria. Prendimi, prendimi con mano leggera,
Con furia sadica ci han caricato portami col vento nella brezza di sera.
truppe speciali di polizia Lasciami ancora respirare il mio fiato
e noi come bestie col foglio di via. voglio stare sola sotto a un cielo
stellato.......
Essere liberi dentro l'Europa
è solo un sogno senza realtà: Premono, premono sopra il mio viso:
si è schiavi in Africa, si è schiavi a Liegi sono ormai soltanto un passerotto
ucciso........

Informazioni

Semira Adamu, migrante nigeriana, fu uccisa, nel 1998, dai poliziotti che la caricavano sull'aereo per l'espulsione
forzata dal Belgio.

http://archive.indymedia.be/news/2003/12/78634.html

pagina 1883
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pagina 1884
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Pattume
(2013)
di Giubbonsky
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: ambiente
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/pattume

Neanche la nebbia potrà celare Questo quella matta pescata nel mazzo
dolore questo tormento
Mescola carte mescola umori Mescola piano
Sarà la rabbia triste che sale O questo mescola forte
senso di estraniamento
Tanto a quel gioco che avete imposto Avremo
Quel vostro sterco quel vostro odore tutti identica morte
Penetra a lungo negli orifizi
Ma noi la spugna non la gettiamo Fateli bene
Polvere grigia che ha cancellato Giovani e quei vostri conti
vecchi stessi supplizi Non ci pieghiamo al vostro destino cuori e
polmoni saranno pronti
Con che coraggio con che criterio Comprate
l’anima di un conflitto Ma sì vendete la nostra vita fateci a pezzi
saremo in tanti
Senza vergogna senza ragione Di un Per ogni scampolo fresco di pelle faremo
sentimento preso in affitto guerra dai camposanti

Non lo sentite questo rumore Questo Sopra ogni tomba ci sarà un fiore sarà
vociare questo schiamazzo innaffiato dal grande fiume
Saranno rose rosse d’amore e voi
Sono le grida dei nostri cari Per tenetevi il vostro pattume

Informazioni

Canzone d'amore per la popolazione della mia città natale che combatte contro l'enorme strage senza fine
compiuta dei padroni dell'Eternit che hanno seminato morte lucrando sulla polvere d'amianto http://www.afeva.it/
http://www.carmillaonline.com/2013/06/14/appello-eternit-un-reportage-tra-torino-e-casale-monferrato/
http://www.ilmonferrato.it/processoeternit.php

pagina 1885
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Per fortuna c'è il cavaliere


(2006)
di Fausto Amodei
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti, satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/fortuna-ce-il-cavaliere

Io divento vecchio come penso accada e ti vien voglia anche se stitico


a parecchi miei coetanei di scacazzare contro il video.
e mi accorgo ormai di perdere per strada
certi impulsi più spontanei. Lordare schermi è un vizio ormai
che coglie chi lo sta a guardare
Già da qualche tempo in me non provo gusto su reti Mediaset e reti Rai
a lanciar degli improperi e anche in tv satellitare.
e non riesco più a tirar qualche robusto
bell'insulto come ieri. Diventando vecchio come chiunque abbia
gli anni miei sopra le spalle
No non provo più l'antica sensazione mi dàn solo più fastidio anziché rabbia
che ricordo calda e viva mascalzoni e rompiballe.
allorchè covavo un po' d'indignazione
o lanciavo un'invettiva. Invecchiando con l'idea d'esser più saggio
si diventa un po' conigli
Chiaro oggetto dei miei strali tempo addietro e non so se per paura o per coraggio
certo adesso non l'adulo ci si limano gli artigli.
ma da un pezzo non gli grido vade retro
tanto meno vaffanculo. E non oso a volte dire pane al pane
e neppure vino al vino
Con una certa preoccupazione né chiamar bastardi i figli di puttane
mi chiedo non da adesso né fascista un ex missino.
per quale causa per che ragione
ciò possa esser successo. Mi succede d'incazzarmi soprattutto
in un ambito privato
O l'ideale subì un tracollo e l'incazzatura manca di costrutto
rapido e repentino e di senso dello Stato.
originato forse dal crollo
del muro di Berlino. Le incazzature nei tempi andati
venivan naturali
O è la vecchiaia che mi ha portato sopra argomenti con connotati
una saggezza anemica politici e sociali.
che ad un giudizio vieppiù pacato
toglie ogni vis polemica Al giorno d'oggi ogni battaglia
sul pubblico interesse
Qualche mio amico nutre il sospetto par nulla più che un fuoco di paglia
dai tratti maliziosi per far patate lesse.
che questi fatti siano l'effetto
dell'arteriosclerosi. Chiamar bandito chi fa il brigante
assiso a un ministero
Ma per fortuna c'è il Cavaliere è giudicato poco elegante
che da noi vecchi barbagianni anche se fosse vero.
il turpiloquio torna a piacere
come se avessimo vent'anni. Chiamar puttana chi la dà via
all'ombra del palazzo
Ma per fortuna c'è Berlusconi san tutti che non è una bugia
basta guardarlo bene in faccia ma gliene importa un cazzo.
e torna senza più inibizioni
il gusto della parolaccia. Ma per fortuna c'è il Cavaliere
il capoclan forzaitaliota
Basta guardarlo che fa il politico dir che ha la faccia come il sedere
con quel sorriso un po' lapideo ti fa sentire patriota.

pagina 1886
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Ma per fortuna c'è Berlusconi devono andar d'accordo


che mi riporta ai miei vent'anni di modo che con tassi elevati
quando cantavo delle canzoni cresca il prodotto lordo.
per dichiarar guerra ai tiranni.
Prodotto lordo che è il vero frutto
Se fa prescrivere ogni reato dell'accordo vigente
se fa annullare tutti i processi tra i pochi furbi che ne han tutto
rafforza il dubbio, già ben fondato e i molti che ne han niente.
che quei reati li ha commessi.
L'indice Mib che scende o che sale
Con Berlusconi con Bossi e Fini è l'unico criterio
coi corruttori e coi corrotti per dir se il mondo va bene o male
non si può non esser giacobini in modo proprio serio.
o addirittura sanculotti. L'indice Mib che sale o che scende
è un sintomo sicuro
Dato che l'età raffredda le passioni da cui il male o il bene dipende
e confondo un po' i valori sia oggi che in futuro.
i padroni non li chiamo più padroni
ma li chiamo imprenditori. Ma per fortuna c'è il Cavaliere
diventa archetipo esemplare
E la proprietà non pare più sia un furto di chi c'ha i soldi e c'ha il potere
fatto in danno ai proletari che con quei soldi può comprare.
c'è chi afferma che il profitto vada assorto
agli onori degli altari. Se questo Ali Babà coi suoi ladroni
rubando non fa più reato
Il vecchio furore anticapitalista solo perchè vinte le elezioni
si è con gli anni un po' smorzato il furto l'ha derubricato.
e c'è sempre meno gente che persista
a dar regole al mercato. L'impegno anticapitalista
messo in soffitta ma non domo
Lo stato borghese noto comitato non chiede più d'esser comunista
agli affari e ai patrimoni ma solamente un galantuomo.
già da un pezzo non si sente più accusato
d'esser servo dei padroni. Perchè l'italia si liberasse
di quest'eletta compagnia
Poveri in canna e ricchi sfondati più che un normale scontro di classe
ci andrebbe un blitz di polizia.

Informazioni

Presente nell'album omonimo “Per fortuna c’è il cavaliere”. Boriz

pagina 1887
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Per i morti dell'Aquila


di Anna Barile
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: repressione, terremoto
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/i-morti-dellaquila

Gentile cittadino, fratello aquilano macello !


Teniamoci per mano son sempre giorni tristi E sono tanti e tanti
Teniamo a mente i nostri 309 morti Che non si son salvati,
Ma tanti nostri cari potevano salvarsi perché qualcuno li ha tranquillizzati
Di nuovo un terremoto
In questa terra amara, Il solo vero amico che abbiamo al fianco
ha fatto strage sulla faglia intera adesso
È sempre quello stesso: è il vigile del fuoco
A diciannove anni è morto Centofanti Ed i nemici attuali son sempre ancora uguali:
Per quelli che non sanno, chiedete agli Opportunisti, falchi, mafiosi e camorristi
abruzzesi uguale è la canzone
Son morte Giusy e Genny, amici padri e nonni che abbiamo da cantare,
E ventitre bambini, anche di pochi mesi ci siamo rotti eppur c’è da lottare
Son morti sui 20 anni
cinquantasei studenti, Per tutti noi è ben chiaro che questo sangue
per colpa di incapaci delinquenti amaro
Ricade non a caso, su guido bertolaso
I figli di Parisse, la mamma di Carletta Dovremmo tutti quanti averlo sempre avanti
La moglie di Vincenzo, Maurizio e Benedetta Per arginare in tempo abusi e sfruttamento
La nostra amica Anna, Silvana, Elisabetta Forza e coraggio allora
Lorenzo, suo fratello, Maria, Sandro: un Su’ diamoci na smossa,
va cancellata ogni zona rossa

Informazioni

Questo canto ci è stato trasmesso da Anna Barile durante il 6° raduno de ilDeposito.org, presso il Circolo Gianni
Bosio a Roma, 19 ottobre 2013. E' una parodia de Per i morti di Reggio Emilia, di Fausto Amodei.

pagina 1888
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Per i morti di Lampedusa


(2013)
di Marco Chiavistrelli
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: emigrazione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/i-morti-di-lampedusa

Tu li vedevi davanti al porto E dentro l'olio continuano ad andare


mentre affogavano tutti nell'olio i pescatori li voglion aiutare
Bossi con Fini ridevano a torto scivolan giù come fossero vermi
la loro legge li porterà dolo. sotto il barcone rimangono inermi.

Poveri cristi venuti dal nulla, Ti maledico Italia egoista


Africa tenera eterna culla ti maledico Europa razzista
con gli occhi stanchi e le mani sfuggenti piovan su te del cielo gli strali
giù dentro il buio stelle cadenti. che tu miseria il colore impari.

Stesi sui moli o in capanne più grandi Vi maledico potenti di niente


son cento, duecento, trecento i migranti quei vostri risi e i vostri denti
son trentamila in ventanni di gioco, la vostra bocca che sembra una fogna
gioco europeo che d'inferno ha il fuoco. l'unica parola adesso è "vergogna".

Donne e bambini in un unico abbraccio In cinquecento venivan dal mare


giovani belli con gli occhi di ghiaccio forse giustizia e speranza a cercare
lune smarrite in fuga da guerre spade affilate trovaron migranti
presi in ostaggio da i re delle terre. giù in fondo al mare riposino santi
giù in fondo al mare sono i veri santi.

Informazioni

Canzone dedicata alla strage di migranti avvenuta al largo di Lampedusa, il 3 ottobre 2013, quando un barca con a
bordo centinaia di migranti che tentavano di raggiungere l'Italia è affondata, uccidendo centinaia di persone.

pagina 1889
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Per Sergio
(2001)
di Lucilla Galeazzi
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: strategia della tensione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sergio

Perché il vento oramai per te amico canterò.


non ti sfiora più i capelli
per i tuoi occhi belli Per il sole che hai cercato
per te amico canterò. ch'era anche il sole mio
ma il fantasma del teatro
Per i tuoi giorni spezzati era un assassino.
nel bel mezzo della vita
per i tuoi figli non nati Canterò.... canterò... canterò
per te Sergio canterò. anche con la gola stretta
dalla pena canterò
Canterò.... canterò... canterò perché il canto è una carezza
anche con la gola stretta e con la voce... t'accarezzerò.
dalla pena canterò
perché il canto è una carezza Contro quelle mani cieche
e con la voce... t'accarezzerò. contro quella bomba nera
che ha svuotato vite piene
Per il tuo parlare allegro d'ansia di primavera.
per la tua pelle leggera
con la mia voce sincera Canterò... canterò... canterò.

Informazioni

Canzone di Lucilla Galezzi dedicata a Sergio Secci, una delle vittime dell'attentato alla Stazione di Bologna il 2
agosto 1980.​

pagina 1890
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Perla Nera
(2011)
di Fiorenzo Gualandris
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: emigrazione, femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/perla-nera

Non ha garretti - solo un cupo motore la città si chiude su te.


non verde erba - ma il blù profondo del
mare Che fredda notte - e questo fuoco non mi
siamo gazzelle - in fuga per lo stesso scalda
sogno stivali e pelliccia - se mi vedesse qui mio
un branco di sogni - che corron sullo padre
stesso mare mi frugan mille mani - artigli a caccia di
piacere
Vai, dolce Perla Nera, mi schiaccian mille corpi - ma non ricordo
non temere il mare un solo viso
lascia il dolore dietro di te No, dolce Perla Nera
non è questo il sogno
Vai, corri Perla Nera, la gazzella non corre più
da una vita intera
la gazzella fugge con te. Via, fuggi Perla Nera
dov'è la frontiera
Il sole mi cuoce - spezza la schiena il tra dolore e felicità
lavoro
riempio la cesta - di pomodori e sudore
un materasso - gettato a terra per sognare Vai, dolce Perla Nera
e per cuscino - solo disprezzo e cerca la frontiera
umiliazioni lascia il dolore dietro di te
Vai, corri Perla Nera
Via, fuggi Perla Nera da una vita intera
verso un' altra frontiera la gazzella è parte di te.
da passare ancora più su.
E' un sogno lo so,
Vai, dolce Perla Nera solo un sogno però
non temer se a sera è solo un sogno,
tutto quello che ho.

Informazioni

Canto del repertorio del gruppo di canto sociale e popolare Polenta Violenta.

pagina 1891
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Petri
(2015)
di Francesco "Ciccio" Giuffrida
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: siciliano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/petri

La vara navicava supra spaddi Eppuru ci abbastassi ca nuatri


sulu quattr’ossa e ’n pocu di peddi; ognunu la so petra si purtassi:
e manu fatti di nozzula e caddi ittariccilla all’assassini, ê latri
occhi scantati comu l’armaleddi. e sutta raggia e petri ’i cummigghiassi.

Occhi chiantati ’n terra, senza celu, Ognunu la so petra, tutti pari,


e cori arrisiccati dô duluri spartennusi lu pisu, comu frati;
comu ramagghia pigghiata dô jelu, vadda lu munnu comu po’ canciari:
senza spiranza cchiù’ d’aviri ‘n ciuri. ppi sempri li mafiusi vurricati.

Spavaldi l’assassini a taliari Ognunu la so petra si purtassi


braccettu ccu li sbirri e cchê signuri, ognunu la so petra, tutti pari;
sicuri ca lu munnu ’un pò canciari e sutta raggia e petri 'i cummigghiassi:
a manu ri ’sti quattru zappaturi. vadda lu munnu comu pò canciari.

Informazioni

Questo brano è ispirato a una frase pronunciata da un amico di Placido Rizzotto e riportata da Danilo Dolci in
"Racconti siciliani": "Se i contadini che seguivano Placido avrebbero preso una pietra di cento grammi l'uno, li
avrebbero annientati questi quattro mafiosi, ma non l'hanno fatto".

pagina 1892
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Pidocchi e Profumo
(2012)
di Max Greggio
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/pidocchi-e-profumo

Arriva scintillante la berlina Giace agonizzante la bambina,


Asfissiando tutti col fumo la mensa l’ha avvelenata!
E la mamma dice alla bambina: Che per risparmiare sulla spesa
“Guarda c’è il ministro Profumo. C’era tutta roba avariata.
Comanda la scuola Accorre il Governo
Quindi comanda anche te” Ma non c’è niente da far!

“Mamma” mormora la bambina “Guarda” mormora la bambina


Mentre si gratta anche i ginocchi Mentre pieni di pianto ha gli occhi
“Dentro la nostra scuola “ … con quello che ho mangiato
C’è pieno di pidocchi. Son morti anche i pidocchi!”
Non c’è profumo ma puzzo Piange il Ministro Fornero
Di cessi e bidè” Stringendola al cuor!...

Informazioni

Parodia della canzonetta "Balocchi e profumi" (1928, E.A. Mario)

pagina 1893
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Porrajmos (Si bruci la luna)


(2017)
di Alessio Lega
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: campi di concentramento
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/porrajmos-si-bruci-la-luna

Che fastidio questa luna... così vollero i razzisti


da mille anni sulla terra della scienza che ti ammazza.
senza mai fondare stato
senza mai portare guerra Così vollero fermare
senza mai fondare banche quel gran viaggio della vita
non accumulando niente così vollero bruciare
qualche volta anche rubando la speranza inaridita.
per campare la sua gente…
Rimasero i campi deserti
E poi via di balza in balza, e il cielo disabitato
che la luna non si ferma i vivi più morti dei morti
coi suoi carri e via sobbalza, nel crematorio di Stato.
luna che tira di scherma Quei pochi tornarono al viaggio
nemmeno un momento di gloria
coi suoi raggi inargentati, “Porrajmos” ma un nome selvaggio
quell’argento maledetto – non soldi, rispetto o memoria
dentro il cuore dei soldati, ripresero i carri più lenti
gli agitava tutto il petto» «parlare dei morti è sfortuna»
stringendo il silenzio fra i denti
Come il cuore non si arresta una cicatrice di luna.
come il tempo non aspetta
come tutto è una gran festa Ma in cielo una ferita resta aperta
movimento, amore, fretta... nel bel mondo ch’è rinato
che si scorda sempre tutto
Si bruci anche la luna con le stelle per ripetere il passato
che di noi non han rispetto
che attraversa il buio e ride, questa pioggia che cadendo
che non ha sale d’aspetto pare proprio abbia gridato
c’è un Porrajmos dentro il campo
così dissero i nazisti che anche oggi han sgomberato
quando chiusero la gabbia
degli zingari nel campo E brucia ancora luna, brucia ancora
di risiera di San Sabba dentro il mondo che è lo stesso
Dove chi non sa non può
Si bruci anche la luna misteriosa non vuole stare al compromesso
che sa leggere le carte
sul violino della sposa è uno zingaro, un nemico,
sulla giostra che riparte è un colpevole, un diverso
così dissero i fascisti e tu luna brucia ancora
in difesa della razza brucia sempre brucia adesso…

Informazioni

Un canto dedicato al Porrajmos e alla persecuzione del popolo rom.

pagina 1894
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Posti spostati
di Anna Barile
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: terremoto
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/posti-spostati

Io cerco casa mia, la cerco e non la trovo Stava su quel piazzale chissà dove sarà
Forse ho sbagliato via chissà dove sarà parapappa papapa’
parapappa papapa’
Ti cerco figlia mia ti cerco dalle nove
Io cerco il mio vicino, lo cerco e non lo Mo stai alle scuole nuove chissà dove saran
trovo parapappa papapan’
Mo’ abita a Pettino, chissà come starà
parapappa papapa’ Io cerco la mia banca ma adesso sono stanca
Sto viver qui mi sfianca ... li possino
Io cerco il mio oculista lo cerco e non lo acciaccà...!!!
trovo parapappapapapa’
Pe’ misurà la vista chissà come farò parapappapapapa’
poropoppo popopo’ (benvenuti al circo mediatico...!!!)
parapappapapapa’
E l’Ufficio Postale lo cerco e non lo trovo

Informazioni

Questo canto ci è stato trasmesso da Anna Barile durante il 6° raduno de ilDeposito.org, presso il Circolo Gianni
Bosio a Roma, 19 ottobre 2013. E' una parodia della canzone Io cerco la Titina

pagina 1895
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Poveri partigiani
(2007)
di Ascanio Celestini
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti, antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/poveri-partigiani

Poveri partigiani portati in processione, la loro lingua è un camposanto... dove


nei telegiornali, alla televisione, resuscitano ogni tanto…
sopravvissuti un tempo alle fosse comuni,
ma seppelliti in questo tempo Poveri morti di Nassiriya che forse ci
dall’informazione. credevano davvero
chi muore muore con onore... chi sopravvive
Sfilano il 25 aprile, con le medaglie appese vive nel dolore
alle bandiere povero Nicola Calipari che gli hanno pure
accanto alle mogli dei sottosegretari appena intitolato un’isola pedonale
uscite dal parrucchiere sarà contenta la moglie che ha sposato
dicono sottovoce: “viva la costituzione una zona a traffico limitato?
ma adesso è tardi mi chiude la posta... devo
prendere la pensione…” Poveri parenti degli eroi, che almeno per un
giorno
Poveri deportati che mostrano la matricola sono stati eroi anche loro, nei funerali in
alle telecamere mondovisione
tra una pubblicità e l’altra il tetro ma appena il giorno dopo, erano morti anche
tatuaggio loro…
“questo sterminio vi è gentilmente offerto erano morti… che ricordavano altri morti.
da una bibita gassata e da un famoso
formaggio” Ma voi:

Poveri nomi e cognomi dei caduti di tutte le Ricordate i morti ma ricordateli vivi
guerre Ricordate i morti ma ricordateli vivi
che stanno sempre sulla bocca degli onorevoli Ricordate i morti ma ricordateli vivi
politici Ricordate i morti ma ricordateli vivi
con tutti quei morti in bocca c'avranno Ricordate i morti ma ricordateli vivi
sicuramente un alito pesante ….

pagina 1896
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Precario se more [1]


(2010)
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: campano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/precario-se-more-1

Amme pigliate chitarre e tammure A chi cumanna fa schifo 'a cultura


pecchè sta musica s'ha da cagnà pecchè chi studia nun se pò mbruglià
simm' insegnant' e facimmo cultura chi vò tenè ignorante 'e ccriatur'
e contr’e taglie vulimme cantà è stu guverno ch'avimm' 'a caccià

Hanno tagliato 'a scola e istruzione Tutt'e bidelle e tutt'e prufessure


pecchè ‘e sturiente nun s’hanna 'mparà tutt'e precarie hamma stabbilizzà
oi Mariastella mò siente stu tuono: levammece 'o bavaglio r'a vocca
a scola è a nosta e nun s'ha da tuccà ca chi ce taglia 'n ce vò fa parlà.

Tutt' e precarie, maeste e mpiegate 'Omm' s' nasc' precario s' mor'
se so' scetat' e mo stann' a luttà ma fin' all'ultm' avimma luttà
si nun ce molla pur'o sindacato 'a cunuscenza è 'o cchiù bellu sciore
'a voce nosta cuntinua a s'aizà ma è 'na jastemma sta riforma ccà.

Informazioni

Canto estemporaneo intonato da amici, perciò autore ignoto o anonimo, su musica e metrica di Brigante se more,
di Eugenio Bennato

pagina 1897
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Precario se more [2]


(2011)
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: campano
Tags: lavoro/capitale, scuola/università
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/precario-se-more-2

Ammo pusato chitarre e tamburo Chi ha visto a freccia s'è miso paura
pecché 'sta musica s'adda cagnà nun sape buono qual è a verità
simmo studenti e facimmo paura, a peggia freccia ca trafigg 'o core
c’o pugno aizato vullimmo cantà è la Gelmini c'avimma caccià

E mo cantammo sta nova canzone E mo facimm’ sta rivoluzione


tutta la gente se l'adda 'mpara si ‘a nosta scola vulimmo sarvà
nun ce ne fotte d'u Berluscone, arrevutammo tutt’a situazione
'a scola è 'a nostra e nun s'adda tuccà nui simma freccia e putimm’ cagnà

Tutte e’ uagliune ind’a piazza iettati Omme se nasce, precario se more,


se so' scetati e vonno luttà ma fino all'ultimo avimma luttà
pure a Barbagia mo s'è arrevotata e nunn è sulo p’avè n’istruzione
e stu nemico 'o facimmo tremmà ca c’ jocamm’ pur’ a libertà.

Informazioni

Diffusosi fra i compagni e le compagne dell'Unione degli Studenti nelle manifestazioni verso lo sciopero generale.

pagina 1898
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Professori della Bocconi


(2012)
di Francesco "Ciccio" Giuffrida
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/professori-della-bocconi

Professori della Bocconi liberismo e schiavitù.


di bocconi avvelenati
siete proprio sepolcri imbiancati Coccodrilla di antiche paludi
macellate, ma con sobrietà. tu nel torbido ami pescare
e vorresti pure ingoiare
Una frase costante alle labbra tutta intera la Costituzion.
“È l’Europa che ce lo chiede”
Bell’Europa! Del resto si vede: Un po’ d’IVA in più
sfruttamento e precarietà. Ecco l’IMU è qua
Poggia lì
Come mai l’Europa non chiede Piglia qui
di arrestar chi non paga le tasse Metti l’IMU là
viene meglio a spolpare le masse Cresce l’IVA sì sì
tanto poi la chiamate equità. Giù le tasse no no
Tutto questo durare non può
Si colpisca allor chi lavora
scuola pubblica, arte, pensioni Hai il cervello a unico senso
e la scienza, le retribuzioni, depredare i lavoratori
la cultura e la sanità. e concedere i tuoi favori
al padrone che li apprezzerà.
Un po’ d’IVA in più
Ecco l’IMU è qua Dopo giorni di trattative
Poggia lì hai concluso davvero col botto:
Piglia qui “Che sparisca per sempre il 18”
Metti l’IMU là Licenziare in libertà.
Cresce l’IVA sì sì
Giù le tasse no no La funzione dei sindacati
Tutto questo durare non può è esaurita e questo è tutto!
Esaurita sei tu, ma di brutto,
Ogni anno son mille i caduti vedi di farti ricoverar.
nella guerra dello sfruttamento
ma io Europa non vedo e non sento Sempre pronti a dare lezioni
e non voglio nemmeno parlar. imbroglioni dalla mano lesta
ma dovrà pur finire la festa
Comandava una volta chi aveva noi Italiani non vi meritiam.
il coltello col manico in mano
ed invece non vi sembri strano Un po’ d’IVA in più
oggi è l’elsa che devi impugnar. Ecco l’IMU è qua
Poggia lì
Ché di Damocle pende una spada Piglia qui
sopra il popolo stanco ed oppresso Metti l’IMU là
da furbetti che chiaman progresso Cresce l’IVA sì sì
Giù le tasse no no
Tutto questo durare non può

Informazioni

Sull'aria della Badoglieide

pagina 1899
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Quattro passi più in là


(2007)
di Sandra Boninelli
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/quattro-passi-piu-la

Oggi parti mia cara amica Non confondermi mai con nessuna,
te ne vai lontano da me, non cercarmi perchè io ci sarò;
lasci tutto e non riesci a parlare, tutto il bene,tutto il male,
c'è un oceano dentro di te. il vero, il falso, ti racconterò!

Dai uno sguardo al tuo passato. E le canzoni che abbiamo cantato,


un sorriso e poi scendi giù, son rimaste dentro nel cuor;
la collina che segna il confine son segreti, sono parole,
ha un pensiero d'amore più in là. sono formule d'amore per noi!

Quante volte ti ha visto cadere, Io ti voglio sentire contenta,


ma stavolta, stavolta rimani su; che una nuova stagione verrà!
alzi il viso, ti metti a pensare, sarà forte, più bella, più chiara,
questa volta, questa volta o mai più! quattro passi, quattro passi più in là!

Che i colori degli ultimi giorni, Non confonderti mai con nessuno,
ti rimangano dentro nel cuor, tu sei unica soltanto per me,
scalci i passi che abbiamo imparato, sei un gioco lasciato in sospeso,
ciao a presto, io t'aspetterò! quattro passi, quattro passi con te!

E non smettere mai di lottare, Che i colori degli ultimi giorni,


tutto è giusto se c'è dignità! ci rimangano dentro nel cuor,
cara amica che hai scelto di andare, questo amore lasciato in sospeso!
quattro passi, quattro passi più in là. quattro passi, quattro passi,
io ti canterò!

Informazioni

Canto-dialogo dedicato alla ricercatrice e musicista toscana Caterina Bueno.

pagina 1900
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Quelli della Valsusa


(2006)
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: no tav
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/quelli-della-valsusa

Siam la gente di queste contrade Noi a tutti abbiamo mostrato


Siam fratelli sul libero suol Che sperar si può ancor, BOIA FAUS!
Siamo quelli della Valsusa e Nella lotta ci siamo trovati
d abbiamo un bel sogno nel cuor Più fratelli e più uniti che mai
Siamo quelli della Valsusa Siamo quelli della Valsusa,
e quel sogno ci parla d’amor. su di noi tu contare potrai
Siamo quelli della Valsusa,
Dalla Sacra al Rocciamelone noi non ti tradiremo mai!
Dalla piana alle balze scoscese
Noi siam gente di poche pretese Noi faremo di questa vallata
Ma nessuno tradirci dovrà! Un giardino per chi lo vorrà
Noi vogliamo che tutte le genti Nel rispetto di tutto il creato
Siano libere dai prepotenti Qui chiunque venire potrà!
Siamo quelli della Valsusa, Non esiste soltanto il profitto
se lottiam lo facciam con onor Senza scrupoli e senza pietà
Siamo quelli della Valsusa, E la gente della Valsusa
qui è sbocciato un bellissimo fior. a tutto il mondo
mostrar lo saprà bis
Nelle estati assolate ai presidi Noi siam quelli della Valsusa,
Nelle notti gelate a Venaus nostro sogno è la LIBERTA’!

Informazioni

Segnalata da Maria Rollero

Canzone del movimento NO TAV della Valle di Susa.


Testo: Mariano Goitre. Musica: canzone dei coscritti di Mompantero (TO)

pagina 1901
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Rachel Corrie
(2004)
di Alessio Lega
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/rachel-corrie

Ragazza mia, le disse il cingolato Tuonava il ministero del progresso


Chi te l'ha detto di venirti a cacciare Qui non si torna indietro non conviene
Fin dove le mie ruote hanno azzannato Diceva andando dritto verso il cesso
La tua fragilità di respirare.
La conferenza stampa al cimitero
Non vedi? È sufficiente un piede solo Chiarì che non si va contro la storia
Sul pedale dell'accelerazione Ragazza mia, le disse l'uomo nero
Per sprofondarti morta dentro al suolo Chiudiamo nella tomba la memoria
Per soffocare la tua ribellione
Ragazza mia, concluse il presidente
Ragazza mia, diceva poi il soldato La libertà di fare quel che hai fatto
Con gli occhi vuoti e i pugni sul volante A me, così orgoglioso del presente
Io non t'ho vista, non ho mai guardato Perchè hai voluto rompere il contratto?
Oltre questa divisa non c'è niente
La mia ragazza che t'ho regalato
Ci sono un po' di ordini e follia Ti prova quant'è libero il paese
Ed anche un po' di odio personale Diceva il presidente al cingolato
Se ho calpestato un fiore sulla via E non staremo a chiederti le spese!
Presenta il tuo rapporto al generale
Ragazza, infine disse la sua morte
Ragazza mia, chi te l'ha fatto fare Perchè a ventitre anni mi chiamavi
Diceva una famiglia ad un balcone Dal fango delle strade più contorte
Con altre centomila a domandare Lontana dagli dei e dagli schiavi
Una risposta alla televisione
Signora mia, le chiedo scusa, sorry
Ragazza mia perché, di chi sei figlia L'amore non m'ha dato via d'uscita
E poi non hai lasciato manco un rigo M'ha detto corri fuori Rachel Corrie
Si chiese centomila e una famiglia C'è solo da rincorrere la vita
Chiudendo la coscienza dentro al frigo M'ha detto corri fuori Rachel
Cerchiamo di raggiungere la vita
Ragazza mia, ma ci hai pensato bene M'ha detto corri ...
Proviamoci a proteggere la vita

Informazioni

«Rachel Corrie era una ragazza americana travolta e uccisa a 23 anni da una ruspa dell’esercito israeliano mentre
tentava di opporsi alla distruzione delle case nei villaggi palestinesi nella striscia di Gaza. La struttura del testo è
ispirata a una formula popolare tipica della ballata scozzese.» (Alessio Lega)

http://www.rachelcorrie.org

pagina 1902
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RepentiNo
(2016)
di Arricardu Pitau
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: sardo
Tags: referendum
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/repentino

Chi teneis passientzia mi depeis ascutai dichiarat a sa stampa e bogat burrumballa


ca de totu cantus est in giogu su destinu ma sa pampa est de palla fait contus farsus e
e po sinnali foti depeus torrai sceda giogat
Su cuatru de idas depeus votai e burrumballa bogat ca si pigat po tontus
po su referendum de cussu fiorentinu giogat e fait farsus contus ma is risultaus
e deu sciu giai ita ponni in sa scheda funt iscarsus
seus andendu mali meda giogat e fait contus farsus ma ca NO di
oit protegi s'arriali torraus
seus andendu meda mali cudda lista est scarsus funt is risultaus
cancellendu aici est su contu de Renzi su presidenti
meda mali seus andendu aici mancu su fascista at bogau su referendum e po cussu ge votaus
cancellendu est cudda lista po evadi is perou sa costitutzioni 'olit difendia de sa
tassas francu genti
aici su fascista mancu e chi è' a s'esteru e chi su cuatru de idas a s'urna si
felici presentaus
mancu su fascista aici dd olit ponni lei po ddi torrai ca nou e mi parit cosa urgenti
aresti ca sinou prus che a prima mali as essi pigaus
felici chi a s'ester'esti po dd acapiai su e deu cudda matita in sa scheda prepotenti
pei sidda cracu me is nous ca ant essi contegiaus
ddi olit ponni aresti lei po no depi e isperu chi su Nou chi ndi bessat bincenti
espatriai e potzaus nai a renzi “cust'orta no s'as
su pei po dd acapiai prontu trassas a cuncepi frigaus”
espatriai po no depi a nat ca abasciat is est una cosa seria ca deu bollu ardentementi
tassas poita chi bincit su si e ge mi papu is figaus
prontu a cuncepi trassas istrinas rilasciat po custu a su segiu arrespundu presenti
is tassas narat ca abasciat a sa stampa e chi beneis osatrus totus impari votaus
dichiarat po cussu a chi nat ca Nou e ddu pregu
ca abasciat is tassas narat ma de palla est gentilmenti
pampa si tocat chi andeus e ca Nou votaus

Informazioni

Un componimento in sardo per il "No" al referendum costituzionale confermativo, 4 dicembre 2016, della riforma
voluta dal governo Renzi.

pagina 1903
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Resistenza e amore
(2004)
di Alessio Lega
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/resistenza-e-amore

E di chi altri dotrei cantare E a chi mai potrei rivolgere


Se non del mio sogno più bello Il mio pensiero segreto
La bambola che sa lottare La necessità di risorgere

A chi posso dire che quello Mi ha spinto e annaspo sul greto


Spazio in cui lei si muove E attendo la piena del fiume
Si anima e scuote nel ballo E a te fiume io sono grato

Ah, terremoto Ah, tenerezza


Di questa mia esistenza Scomposta, scompigliata
Tranquilla, tranquilla Quanta allegria
Tristezza e camomilla Che splendida follia

Ah, fortunato Ah luce d’occhi


In tutta questa assenza E splendida risata
Di quiete e di lavoro La piaga in fondo al cuore
Trovar la vena d’oro Di resistenza e amore
D’amore e resistenza.
Di resistenza e amore

Informazioni

"Nella miseria delle otto ore giornaliere di fronte al computer il primo atto di resistenza è ancora quello
d’innamorarsi, senza speranza e condizioni. Mi dispiace solo che, per iscritto, questo titolo perda quell’ambiguità
che fa si che la e che sta fra la parola resistenza e la parola amore possa essere congiunzione, ma possa anche
essere verbo." (Alessio Lega)
http://www.alessiolega.it

pagina 1904
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Ricordo il tempo
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: femministi, repressione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ricordo-il-tempo

Ricordo il tempo di Benvegnuda Lei piange e si vergogna.


detta Pincinella di terra di Nave La gente di valle Camonica va a messa
strega qual fu brusada, e la fa finta di niente...
brusada come legna verda,
brusada come l’erba secca, Ha medicato quelli stregati,
ma niente di questa storia può dirsi, ha insegnato a disperdere li puti,
niente può dirsi vero. ha fatto incentamenti d’amore,
incantamenti per rompere la fede,
Oggi davanti alla chiesa di Nave grandi magie per tutto il paese
c’è una donna vestita di bianco e il suo compagno si dice era il diavolo;
con croci rosse sul petto, la gente aveva paura,
chi entra e chi esce la vede. la gente aveva paura.

Informazioni

Benvegnuda nasce a Nave (Brescia) nella seconda metà del 1440. A causa della statura piccola e della corporatura
esile viene sopranominata Pincinella. Figlia di un pastore pascola tutti i giorni il gregge e nel frattempo osserva le
piante, le studia, le assaggia e comincia a scoprirne le qualità curative. Grazie a questa cionoscenza in paese si
rivolgono a lei per guarire malattie anche difficilmente curabili dalla scienza dell'epoca. La sua fama valica la
Valcamonica e, attraverso la delazione di una donna invidiosa, giunge all'Inquisizione che la processa con l'accusa
di praticare la stregoneria. Nonostante i cento e più testimoni in difesa, l'Inquisitore la condanna al rogo.
Benvegnuda viene bruciata a Brescia, sulla piazza della Loggia, nell'anno 1518

pagina 1905
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Risaie
(2007)
di Alessio Lega
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale, risaia/mondine
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/risaie

Va come Cristo un treno sopra l’acqua Risaie, risaie, risaie, risaie


la gazza è lì posata che non pesa la croce della fame che sta fissa
sta tutta ristagnante una risacca risaie, rintocchi dei giorni di festa,
della memoria in polvere sospesa… odore di campane e di panissa.

Risaie, risaie, risaie, risaie E vanno ancora tristi sul lavoro


i chicchi bianchi della fame nera queste mondine al duro faticare
risaie, risaie e polvere in terra precari che non sognano più in coro
fra i sassi alla stazione di Novara. sfruttati che non sanno più cantare.

Il corpo della Mangano si sfalda Risaie, risaie, risaie, risaie


In fondo alla farina di ‘sti grani di noia che ci abbraccia e fa fratelli
rincorre l’onda soffocante e calda risaie invasate di gioia e dolore
del blues che ci cantava la Daffini. fin dall’acciottolarsi di Vercelli.

Informazioni

Nessuno canta più, e un lavoratore che non canta è ancora più sfruttato. (Alessio Lega)

pagina 1906
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Rise Up [No Gelmini]


(2008)
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale, scuola/università
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/rise-no-gelmini

Maestri unici in qualità Le università son


e non in quantità più simili a fondazioni
La ricerca è libera
La politica occupa vite di seguire nuovi padroni
noi occupiamo le facoltà
E' la scuola di elit
Sale la ribellione la sua forza che piace tanto a Berlusconi
mi ha sedotto
Solo un dittatore
Nel parlamento la legge non accetta discussioni
nelle strade il '68
Ministri delle riforme
Tremonti fa più tagli per gli esami vanno a sud
che un oste in osteria
Per le prossime riforme
Ridurre gli sprechi nella scuola noi vogliamo Robin Hood
per aumentarli in polizia
Se non capisce la protesta
Dell'orrendo ventennio per cui mi impegno
pare ci sia nostalgia
Date alla Gelmini
Bambini in grembiulini un insegnate di sostegno
un unico maestro in regia
Una scuola chiusa
Han buttato nel cesso è una prigione aperta
50 anni di pedagogia
Bocciate per condotta
Per gli straniere un'altra scuola il p2ista che governa
un altro futuro un'altra via
Non voglio voti in decimi
Test d'ingresso questa e come postilla
è la loro integrazione
Non è la scuola della Gelmini
Scambian democrazia questa è quella dei balilla
con la repressione.
Non voglio voti in decimi
Noi non abbiam paura mai e come postilla
Rise up
La crisi non la paghiamo noi Non è la scuola della Gelmini
Rise up questa è quella dei balilla
La lotta sarà dura ormai
Rise up
For my people say Noi non abbiam paura mai
Rise up Rise up
La crisi non la paghiamo noi
Tagli del personale Rise up
blocco delle assunzioni La lotta sarà dura ormai
Rise up
Aumentano i precari For my people say
diminuiscono le iscrizioni offline

pagina 1907
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Informazioni

La canzone ha fatto da colonna sonora al corteo promosso dagli studenti contro la Gelmini il 30 ottobre 2008 a
Udine. L'iniziativa "istantanea" di Dj Tubet che ha prodotto una Rise Up (No Gelmini) nello spazio di una notte, con
l'aiuto del preziosissimo Paolo Baldini dietro al mixer e sul riddim.

pagina 1908
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Rom Tiriac rom (Tor de' cenci)


(1998)
di Ivan Della Mea
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: emigrazione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/rom-tiriac-rom-tor-de-cenci

Danilovi? il serbo ha casa in Krajina; ha l'occhio fermo, zombie, da Uomo del


Andri?, croato armato, lo caccia dalla casa, Destino,
con mitra deutschebank gli ruba anche la è l'occhio del potente, fra il trucido e il
terra cretino;
Danilovi? fugge, e questa è la guerra. ha l'occhio fermo, zombie, da Uomo del
Destino,
Rom Tiriac, Rom ha casa vicino a Sarajevo; è l'occhio del potente, fra il trucido e il
Rom Tiriac ha moglie e figli, e suona il suo cretino.
violino.
Danilovi? il serbo arriva, ed è mattino; È l'alba della legge e del passamontagna,
gli ruba casa e terra, e questa è la guerra. del nero che nasconde violenze e sua
vergogna,
Rom Tiriac, Rom raccatta famiglia e pochi distruggono baracche, la ruspa fa la storia;
stracci, Rom Tiriac ora è nulla, è solo una memoria.
- migra migrante migra- e giunge qui da noi,
a Roma fuori porta, in sito Tor de' Cenci, Memoria della casa sua e della sua terra,
città di Dio, di papa e di cristiane genti. ma c'è un ministro Bianco con la sua santa
guerra;
Rom Tiriac fa baracca, spartisce poco pane ricaccia a Sarajevo Rom Tiriac col violino,
condito con dovizia di sporco e di fame, letteratura vuole sia questo il suo destino;
spartisce con i cani, spartisce con i ratti; - migra, migrante, migra -. "Gloria in
Rom Tiriac suona come i disperati e i matti. excelsis Deo",
il Borgomastro canta, e questo è il Giubileo.
Rom Tiriac suona tutto, sia walzer polka o
samba, - Migra, migrante, migra -. "Gloria in
il Borgomastro arriva con ruspe e con excelsis Deo",
caramba, il Borgomastro canta, e questo è il giubileo.

Informazioni

Roma, Marzo 2000. In vista del Giubileo il ministro degli interni Bianco e il sindaco di Rutelli decidono un giro di vite
su tutto ciò che non è conforme e ordinano uno sgombero al campo rom di tor de'cenci. La notte del 3 Marzo, dopo
le identificazioni e gli accertamenti, 37 rom vengono deportati in bosnia. 24 sono minorenni, 15 nati in Italia, non
hanno mai visto il loro "paese d'origine". Della Mea scrive questa canzone, pubblicata su Liberazione a marzo del
2000 e poi inclusa nell'album "La Cantagranda" nell'autunno dello stesso anno. Esistono traduzioni in serbo,
croato,romeno e ungherese.

pagina 1909
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Rosa Bianca
(2005)
di Alessio Lega
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/rosa-bianca

Rosa, Rosa Bianca, dove sei svanita Se l’amore fugge


son tornati i fiori sulla passeggiata vallo ad inseguire
qui la vita intera sembra rifiorita quando arriva il tempo
qui fra i rampicanti della risalita cosa vuoi capire…
fra tutti rimpianti c’è qualcosa in più Avrei preferito aspettare sera
con tutti gli assenti manchi pure tu. per avere tempo per la primavera
Vedi sono assente pure mi son scelta d’essere così
canti una canzone pure sono fiera di esser stata lì…
senti tutti i pianti Ora sopra il muro
fin dal carrozzone proprio affianco al nome
tenti tutti i canti, cosa fai? Ti muovi? passan gli studenti
Cosa fai? Ti fermi e aspetti i tempi buoni? vanno alla lezione.
Cosa fai? Ti fermi e resti bello stanco? Tornan gli studenti e se ne vanno a casa
Cosa vedi quando guardi un uomo affianco?”. e la luna bianca tinge il cielo rosa
e la luna stinge, poi si va posare
Rosa Bianca, Rosa, bianca e coraggiosa come un foglio bianco che non puoi strappare.
ti pareva il caso, ti sembrava cosa?
quanto poco tempo, tanto quanto amore Oggi c’era un sole che mandava braci
quando t’hanno detto qui chi ama muore c’eran due ragazzi che si danno i baci
quanti fiori al vento, come fogli in volo c’era un cielo splendido e un ricordo amaro
sopra i passi svelti dell’amore solo. m’è sembrato tutto, tutto molto chiaro
m’è sembrato chiaro, bello e senza età
come rose bianche della libertà.

Informazioni

La Rosa bianca fu un gruppo di ragazzi che iniziò da solo la resistenza al nazismo nel giugno 1942 nell’università di
Monaco. Furono tutti presi e uccisi. Oggi gli studenti di quell’università, mentre vanno a lezione, passano davanti al
busto della ventiduenne Sophie Scholl. Questa è una canzone d’amore per lei.(Alessio Lega)

La rosa bianca

Sophie Scholl

pagina 1910
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Rosa's lovely daughters


(2000)
di Robb Johnson
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: inglese
Tags: femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/rosas-lovely-daughters

Who’s that walking miles for water? These are Rosa’s lovely daughters
Who’s that sweat-shoppin’ all the day long? These are no man’s blushing bride
In the hot south, in the cold north These are Rosa’s lovely daughters
Who are these so proud and strong? And they will not be denied
From the workbench in the back room
To the cradle to the side of the bed Wearing white scarves in the plaza
From the mad mothers to the peace campers Burning pass-books in the centre of town
Who are these seeing red? We are wildfire in the backyard
And the big white house is a-burning down
These are Rosa’s lovely daughters
These are no man’s blushing bride These are Rosa’s lovely daughters
These are Rosa’s lovely daughters These are no man’s blushing bride
And they will not be denied These are Rosa’s lovely daughters
And they will not be denied
Well their fathers handshake their bargains
And their good wives stand around and they We are Rosa’s lovely daughters
weep We are no man’s blushing bride
But their hearts sing when they’re dancing: We are Rosa’s lovely daughters
‘We are no man’s to give or keep!’ And we will not be denied

Informazioni

Canzone dedicata alle "adorabili figlie di Rosa (Luxemburg)", le donne coraggiose che nella vita quotidiana e nella
militanza portano avanti gli ideali di giustizia ed emancipazione della rivoluzionaria tedesca. Queste donne sono
ad esempio le madri di paza de Mayo (le mad mothers, che indossano white scarves), le militanti pacifiste (peace
campers), le donne sudafricane che bruciarono i loro lasciapassare in piazza (burning pass-books in the centre of
town).

pagina 1911
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Rosso un fiore
(1997)
di Ivan Della Mea
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/rosso-un-fiore

Mi hanno detto: il comunismo dando a democrazia


è la fonte di ogni male acquanuova e nuova terra
mi hanno detto: è assassino
è tiranno è bestiale mi sta bene ma io dico:
non facciamo confusione
mi hanno detto: sì è la tomba se io sto con chi lavora
d'ogni vera libertà io non sto con il padrone
e non c'è democrazia
dove il rosso ancora sta e io che ti penso sempre...

ma io che ti penso sempre Noi abbiamo un bell'orto


e ti cerco con amore che può crescere assai bene
io ti sogno ancora se ci lavoriamo tutti
come un segno rosso rosso un fiore dico tutti quanti assieme
io ti sogno ancora
come un segno rosso rosso un fiore senza voglie di potere
personale e opportunismo
Niente eroi né ideologie se vogliamo questo, bene,
e vien facile la rima io lo chiamo comunismo
chi sapeva poche balle
perché non l' ha detto prima Perché io ti penso sempre
e ti cerco con amore
prima che la nostra idea e ti sogno ancora
così rossa e così pazza come un segno rosso rosso un fiore
ci portasse a lottare
e a morire in ogni piazza ma io che ti penso sempre
e ti cerco con amore
ma io che ti penso sempre... io ti sogno ancora
come un segno rosso rosso un fiore
M' hanno detto si può fare io ti sogno ancora
di bei fiori una gran serra come un segno rosso rosso un fiore

pagina 1912
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Rue de Paname
di Les Ogres de Barback
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: francese
Tags: anarchici, satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/rue-de-paname

Dans une rue de Panam, Qu'iil y a d'la merde partout


Eerran au bord de l'eau de la dro-gue mais surtout
J'fu-mais mon Amsterdam des jeun-esen galère
pour finir... au bistrot qui trafi-quent la misère
Y'avait la deux trois femmes Mais j'doi bien avouer
qui- faisaient le tapin -que j'y passe toutes mes journées
Moi- j'aiguisais ma lame C'est que parfois a Paris
pour planter les rupins c'est la joie et la folie

Les gens de mon quartier Mais croyez moi bientot


les touristes et les viellards les flics a-uront du boulot
aim-ent bien s'pro-mener car tout les vagabonds
le long des grands boulevards parlent dee révolution
Ils achètent des souvenirs ùn jour toutes nos chansons
-des tour Eiffels en plastique Ouais vous désarmerons
Lessal-timbanques les font rire Il n'y aura plu qu'la folie
Mais faudrait qu'on leur explique La joie .... et l'ANARCHIE !

Informazioni

Panam è il modo in cui viene chiamata Parigi in argot. In Francia la conoscono tutti ed è spesso cantata e suonata
nelle manifestazioni (Lorenzo Valera - Voci di mezzo -Milano)

pagina 1913
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S'ora de su fusile
(2013)
di Tzoku
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: sardo
Tags: comunisti/socialisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sora-de-su-fusile

Tottu su mundhu est in framas Itte keres de prus..


dae s' Africa a s' America Latina
sa Palestina juta a sa gana Dae s' Euskal Herria
manifestamus a sa Sardinna
e nos secana s'iskina sos operaios no si virman
in totue sos populos corsos, irlandesos mai arresos
ki pikene cussentzia contr'a colonialismu, capitalismu
e falen in sas prathas sa lota in Palestina no no
kin sa zusta violenza si tzelat
e tandho... contr'a sos oppressores e
contr'a su sionismu
Itte keres de prus e thando...
cumpantzu pro iskire
ki est sonata Itte keres de prus..
s'ora e su fusile?
Paris a sos No Tav
Bancas amerikanas a fiancu e sos furcones
nos jukene a sa gana sa resistenztzia gai si rukrat
sas bancas europeas a meres isfruttatores
nos jukene peleas a bandas da laones
custa democrazia pesamoli sa vune
a sos populos no piaghet pesamoli sa vurca
ti petin cumprendhoniu unitos totu paris
pro ti mantenner bonu fakimoli sa gherra
pro cantu b'hata meres pro gai illiberare
mai b'hata esser pake sos populos de sa Terra
sa pake de sos meres e tandho...
cumbenit a sos meres
e tandho... Itte keres de prus...

Informazioni

Dalla musica di "Eve of destruction" di Barry McGuire, brano ispirato da L'ora del fucile.

pagina 1914
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Sangue di Venaus
(2006)
di Riky Avataneo
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: repressione, no tav
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sangue-di-venaus

C’è stato il tempo dei vigliacchi,


dei silenzi e dei bugiardi, la caccia all’uomo
e poi il tempo nella notte fra i bivacchi,
del “non si accettano ritardi”, se il canto allarga i cuori,
se il fuoco allarga i cuori il dolore li serra
e il freddo li serra il fango di Venaus
il fango di Venaus è il sangue di questa terra
è il sangue di questa terra. il fango di Venaus
è il sangue di questa terra.
C’è stato il tempo
di tattiche e di studi, Voi che vedete
le luci blu a riflettersi quel che non esiste
sui caschi e sugli scudi, per non vedere
se il vino allarga i cuori questa valle che resiste,
e il gelo li serra che chiede verità
il fango di Venaus e voi rispondete guerra
è il sangue di questa terra il fango di Venaus
il fango di Venaus è il sangue di questa terra
è il sangue di questa terra. sangue di Venaus,
il sangue di questa terra
C’è stato il tempo sangue di Venaus,
della violenza il sangue di questa terra.

Informazioni

Seganalata da Maria Rollero

pagina 1915
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Santa Croce di Lecce


(2015)
di Alessio Lega
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/santa-croce-di-lecce

Sulla Basilica di Santa Croce fuori il prefetto, il prefetto scappa


il sole scava senza pietà venga qualcuno che ci risponda
sopra il suo tufo batte feroce ed il Palazzo dentro una cappa
come un gioiello scrostato sta di odio armato tace e sprofonda

la pietra sgretolata geme è un chiuso chiostro è una fortezza


tutto un disegno di facce e mostri architettonica e misteriosa
nel nostro tempio barocco freme serra un quadrato di azzurra brezza
sbriciola i giorni, si affaccia ai chiostri un colonnato che silenzioso

è come l'anima butterata la villa comunale lì vicino


come il progetto che s'incasina dove un bambino che ci giocava
la nostra sete che non ha data colpito a caso il nostro destino
la nostra attesa che non s'inchina e l’innocenza ferita stava

tutto un destino nella facciata fu aperto il fuoco sopra la folla


che perdi l'occhio, che non abbracci sparsero sangue sopra il selciato
la Santa Croce sta stritolata Francesco Schifa dalle budella
da cento vicoli presa nei lacci la baionetta gli aprì il costato

dopo la guerra, i muratori sugli altri cristi che poverelli


senza lavoro, senza più pane il piombo ha sempre l'ultima parola
volsero i passi contro i signori fu ucciso Oronzo Zingarelli
vollero uscirsene dalle tane e un tal Fatano di nome Nicola

se alfine il sangue ci ha liberato due giorni dopo i funerali


versato invano in terre straniere da Porta Napoli mossero lenti
dopo il fascismo qualcosa è nato e della folla si aprì le ali
aprite della fame le galere dall'obelisco, fuori dai denti

i contadini e gli artigiani e dai paesi circonvicini


il venticinque settembre vanno per un dolore che non si estingue
chi senza gambe chi senza mani degli artigiani dei contadini
chi per speranza chi con affanno dal novecentoquarantacinque

ma non c'è pace per chi lavora Ora i turisti che se ne vanno
e Santa Croce sprezzante resta da Santa Croce all'Anfiteatro
mentre la folla minaccia e implora più numerosi anno per anno
lei senza voce gira la testa per Lecce Vecchia, l'Arco di Prato

verso il Palazzo dei Celestini con un sussulto di orgoglio e amore


tutto il corteo s'era riversato e quanti giorni che fanno l'età
calate i prezzi degli olii e i vini e quanto sangue e quanto splendore
rendete il pane a chi l'ha sudato hanno impastato la mia città.

pagina 1916
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Sarà dura!
(2005)
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: repressione, no tav
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sara-dura

Succede un po’ dovunque, una barriera noi faremo


qualcuno che decide Gridando sarà dura!
Di noi, della natura, Non torneranno più!
come una cosa sua
Valsusa l’ha capito, All’ 8 di dicembre a Garda
Valsusa non ci sta. l’han giurato
Il treno di Lunardi Alzando i fucili,
veloce fa paura i nostri partigiani,
Distrugge la vallata, E’ l’ 8 di dicembre,
inquina l’aria pura oggi si lotta come allora
Dilaga la follia di gente Gridando sarà dura!
ingorda e distruttrice Venaus riprenderemo!
Gridando sarà dura!
Non li vogliamo più! Ci dicono: è il progresso!
Ma noi ben lo sappiamo
Sul ponte del Seghino Che questa è distruzione,
non passa il celerino, per sete di profitto,
allerta valsusino! e dalle barricate
Se portan le trivelle e dai presidi lotteremo!
di tutta la Valsusa Gridando sarà dura!
Valsusa salveremo!

Informazioni

Segnalata da Maria Rollero

Ballata del movimento NO TAV della Valle di Susa Parole di Beppe Fiale. Melodia di "Dai monti di Sarzana"

pagina 1917
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Sbandati
(2009)
di Marco Rovelli
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sbandati

Fuochi sulla montagna e sotto il mare che sosteniamo la terra


Un canto s’innalza E’ ora d’andare Miscredenti d’immensa fede
Lasciarsi alle spalle tutto il male noi che spalanchiamo il cielo
Con un inno nuovo da imbracciare
C’è tutta una strada da segnare Apri il cuore all’improvviso
E mentre cammini continua a cantare Faccia a faccia col destino
La tua libertà lo sorprenderà
Cambia identità
Noi sbandati noi disertori
che sosteniamo la terra Fuochi sulla montagna e un altro mare
Miscredenti d’immensa fede Ancora un canto s’innalza E’ ora d’andare
noi che spalanchiamo il cielo Guardarsi in avanti ed iniziare
Guardare in avanti e raccontare
C'è un'altra strada da tracciare
Da una vetta all’altra per il crinale E quando vedi il fuoco riprendi a cantare
Prenditi il tuo tempo per respirare
Lubrifica i sensi per mirare Noi sbandati noi disertori
E sottovoce ricorda di cantare che sosteniamo la terra
Miscredenti d’immensa fede
Noi sbandati noi disertori noi che spalanchiamo il cielo

Informazioni

Scrissi il ritornello di Sbandati (Fuochi sulla montagna) un 25 aprile, al sacrario partigiano di Ca' Malanca, in
Romagna. Quella di sbandati è la condizione della guerriglia partigiana, ma è al tempo stesso una condizione
universale, di resistenza ed esodo.
Per questo ho voluto che a suonarla fossero gli Yo Yo Mundi. Un segno sonoro di fratellanza. Come un 20 luglio a
piazza Alimonda, con Paolo Archetti Maestri, dove si trattava, ancora, di iniziare.
Sbandati, ovvero il corpo in esodo.

(Marco Rovelli, dalle note allegate al cd)

pagina 1918
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Scherza coi santi


(2019)
di Fausto Amodei
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: emigrazione, satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/scherza-coi-santi

La storia autentica del buon Samaritano Fu militare per vent’anni, fu ufficiale,


ve la racconto, se voi state bene attenti: guardia imperiale, insomma, tanto di
c’era un viandante che tre o quattro cappello!
malviventi Ma non s’accorse che, tagliando quel mantello
avevan malmenato in modo disumano; compiva un atto chiaramente criminale,
non era armato e, senza un’arma –che ché dalla legge queste azioni son chiamate
pretesa!- “danneggiamento a beni delle forze armate”.
la fai col cazzo una legittima difesa.
C’è San Cristoforo, gigante col bastone,
Di lì passarono due uomini di chiesa, che aiuta gli altri e li fa traghettare il
un sacerdote ed un levita, gente pia, fiume.
che, visto il tipo lì per terra, andaron via Poco da ridere: per me è un malcostume
dicendo : “Scusa, siam di fretta, senza che favorisce- ahimè la tratta di persone.
offesa! Si tratta infatti di migranti clandestini
“Poich’eri disarmato te la sei voluta! che, grazie a lui, di fatto violano i
“Si dice: AIUTATI, CHE IL CIELO POI TI confini.
AIUTA.”
C’è poi da far chiarezza su Ponzio Pilato,
Passò un samaritano, un uomo senza fede, che, spinto a sceglier tra Barabba e il
un mezzo eretico, non certo uno di noi; Nazareno,
curò il viandante, per far parte degli eroi chiese al suo popolo il parere, e in un
che amano il prossimo,-beato chi gli crede!- baleno
Quello che fece è esercitar la professione, a maggioranza fu così deliberato:
solo però abusivamente, da sbruffone. che fosse libero Barabba, il criminale,
e che Gesù lo condannasse il tribunale.
Che dire poi di quel famoso San Martino,
quel San Martino di Pannonia, proprio quello Mi spiace per Gesù e la sua crocifissione,
che, con la spada, tagliò in due il suo io son devoto, sono in fondo un buon
mantello cristiano,
per darne la metà ad un tipo clandestino. bacio rosari e crocifissi a tutto spiano,
Ed ai buonisti questo gesto piacque tanto però la maggioranza c’ha sempre ragione.
da indurli a fare di questo soldato un santo. Se non credete sia così, siete cretini!
Lancio un bacione a tutti voi: Matteo
Salvini.

pagina 1919
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Scuola ciao
(2015)
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: scuola/università
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/scuola-ciao

Stamattina mi son svegliato E quando tutto fu rottamato,


scuola ciao, scuola ciao, scuola ciao ciao non rimase neanche un fior.
ciao
stamattina mi son svegliato Conserva il fiore della speranza
e ho incontrato il ROTTAMATOR. scuola ciao, scuola ciao, scuola ciao ciao
ciao
Rottama questo, rottama quello Conserva il fiore della speranza
e poi rottama e sì rottama e poi rottama di una società miglior.
ancor...

Informazioni

Parodia di "Bella Ciao" preparato dal sindacato Gilda degli Insegnanti a livello nazionale per la manifestazione del 5
maggio 2015, in occasione dello sciopero generale indetto contro il disegno di legge di riforma della scuola del
governo Renzi "La buona scuola". Raccolto da Francesca Prato a Pisa il 5 giugno 2015 in occasione di un'altra
manifestazione, in cui i delegati locali hanno distribuito il testo.

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ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Se tutto aumenta
(2015)
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale, satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/se-tutto-aumenta

Se tutto aumenta tu non pagare Compro soltanto la pasta e il sugo


che tanto è inutile andare a lavorare, e tutto il resto lo recupero o lo rubo
le case vuote vanno occupate alè alè, alè alè, alè alè alè alè alè alè
e le bollette non vengono pagate, Compro soltanto la pasta e il sugo
viaggiare sempre senza biglietto e tutto il resto le recupero o lo rubo
è conveniente più di ogni abbonamento. alè alè, alè alè, alè alè alè alè alè alè

Informazioni

Registrazione a cura de ilDeposito.org, fatta durante la festa della Lega di Cultura di Piadena 2015, il 22 marzo
2015.
Sono strofette composte dai giovani dell'area "antagonosta" milanese, cantate da un gruppo di ragazze e ragazzi
francesi presenti alla festa.

pagina 1921
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Se, Riflessione
(1991)
di Giovanna Marini
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: strategia della tensione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/se-riflessione

Se quella sera non avesse parlato A Trapani c'è sempre il sole la bella gente
quella sera a Trapani davanti al televisore va su e giù per Corso per salutare e farsi
quella sera che il sole non riusciva a cadere salutare
e il cielo era rosso rosso sangue sparso ma in mezz'a tanta cortesia qui in Sicila
si può morire di televisione si può morire di
Se solo l'avesse guardato e guardando taciuto parole
e il televisore fosse rimasto muto smorto
muto opaco E io che gli volevo stringere la mano!
certo ora Mauro Rostagno sarebbe vivo ancora Mezzanotte e trapassa il tempo
ancora è sparita la luna e io m'addormento da sola.

Informazioni

Mauro Rostagno, studente di sociologia a Trento negli anni caldi della protesta studentesca, dopo un periodo di
ricerca e studio in India, a Puna, si dedicò al lavoro per il recupero dei tossicodipendenti nella comunità Saman
fondata e diretta da Cardella e Patrizia Rovere, a Erice, in Sicilia. Come giornalista e conduttore della televisione
locale Tele Cine, denunciò ripetutamente le collusioni tra mafia e politica locale. Venne ucciso il 26 settembre
1988.

(da "Un Paese Vuol dire" - Giovanna Marini, ed. Nota, 2009)

pagina 1922
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Sebben che abbiam le basi


(2018)
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sebben-che-abbiam-le-basi

Sebben che abbiam le basi, e le esercitazioni


paura non abbiamo insiem facciam finire
ci voglion zitte e buone
ma tanto non ci stiamo la libertà non viene
senza la ribellione
la libertà non viene unite qui noi stiamo
senza la ribellione contro l'occupazione
cacciamo i militari
contro l'occupazione o lì olì olà e la base chiuderà...

olì olì olà e la base chiuderà E noi che siamo donne,


nessuna pace in terra paura non abbiamo
per chi vive di guerra abbiam delle belle e buone lingue
e ben ci difendiamo
olì olì olà e la base chiuderà
nessun viva di guerra la libertà non viene
vogliam la libertà senza la ribellione
le basi invaderemo
La fabbrica di morte contro l'occupazione
vogliamo eliminare
olì olì olà e la base chiuderà...

Informazioni

"Sebben che abbiam le basi" usa la melodia de "La lega", canto delle mondine nato nella valle Padana tra il 1890 e
il 1914.

Il testo è stato modificato collettivamente col desiderio di rappresentare la realtà sarda, teatro di giochi di guerra
di interesse mondiale, tra basi militari e fabbrica di bombe. Ma soprattutto per cantare che noi antimilitariste a
tutto questo ci ribelliamo.

E se la libertà non viene senza la ribellione, cantando ci si ribella con più gioia!".

pagina 1923
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Semira
(1998)
di Claude Semal
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: francese
Tags: emigrazione, repressione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/semira

Dis-moi Sémira coussins.


pour atterrir dans mon pays froid Va dire en Afrique à tous les parents
quel désir ou quel effroi qu'on met des enfants dans les camps.
t'as fait partir de là-bas.
Dis-moi Sémira Dis-moi Sémira
la vie des femmes au Nigéria quand la foule a pleuré sur toi
ton amour tu le choisiras fallait-il pour qu'elle t'admirât
ici ou là-bas. t'arracher la voix.
Dis-moi Sémira Dis-moi Sémira
est-ce un crime d'être né là-bas ? ton corps n'était pas encore froid
pourquoi sans-papiers signifie-t-il sans qu'un journal a craché sur toi
droits pour t'étouffer une seconde fois.
centres fermés ou Sabena? (1)
Va dire en Afrique dans tous les micros
Va dire en Afrique à tous tes voisins ce que les flics en Belgique racontent aux
comment les flics en Belgique accueillent tes journaux,
cousins. mais dis-leur aussi d'en reparler quand
Va dire en Afrique à tous les enfants nous aurons fait fermer ces camps.
qu'on met leur parents dans des camps.
Dis-moi Sémira
Dis-moi Sémira si tu veux nous prêter ta voix
craignaient-ils donc tellement ta voix ta chanson s'envolera
qu'ils se soient mis à douze à la fois ici ou là-bas.
pour te faire cela ? Dis-moi Sémira
Dis-moi Sémira ta chanson s'envolera
le premier te tenait les bras pour répéter comme un coeur qui bat
le second écrasait ta voix la liberté est un combat.
et le dernier filmait tout ça
Ambi Afrika na wara fiki
Va dire en Afrique à tous tes cousins wa toto wako kadika djelle.
ce que les flics en Belgique font avec les Ambi Afika na wa zazi wote
a dissi ya Sémira.

Informazioni

Canzone composta dopo la morte di Semira Adamu, rifugiata nigeriana in fuga da un matrimonio forzato,
rimpatriata a forza su un aereo su cui sarà uccisa, soffocata con un cuscino, da un poliziotto nel tentativo di
impedirle di urlare.

pagina 1924
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Sera Jugoslava
di Renato Franchi
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sera-jugoslava

Dai Balcani all'Occidenteci han pensato poco scura.


o niente
per distruggere un Paese, la sua storia e le Ti hanno dato ferro e fuoco, tutti i diavoli
sue [dell'inferno
[chiese; fango e polvere inquinata, il vento e il gelo
quella terra con le rose che ha baciato dolci [dell'inverno.
spose Nella fabbrica abbattuta dalle bombe e dal
sento ancora in lontananza la sua musica e la dolore
danza. la sirena ora non fischia, non ruggisce più
il motore.
Crolla il ponte di Mostar schiacciato contro
il cielo Muore il sogno di Goran violentato contro il
piove piombo su Belgrado, urla il mitra a cielo
Sarajevo. scende il piombo su Belgrado, canta il mitra
[a Sarajevo.
Nella sera jugoslava c'è una stella di
metallo Nella sesa Jugoslava c'è una stella di
una luna colorata, rosso sangue di corallo; metallo,
nella sera jugoslava c'è una stella di paura, una luce colorata rosso sangue di corallo.
una luna insanguinata nella notte buia e Nella sera jugoslava c'è una stella di paura,
una luna insanguinata nella notte buia e
scura.

Informazioni

Ierina Dabalà - nina.5@tin.it Anche questa, come quella segnalata prima, è tratta dall'album "Sogni e tradimenti" di
www.suonatorejones.it Canzone di Renato Franchi, da un testo di Claudio Ravasi. Oltre al testo, trovo molto bella la
musica. Noi Donne in Nero di Varese abbiamo fatto avere il CD (e la traduzione della canzone)alle Donne in Nero
Bosniache, quelle con cui siamo in contatto. Per quanto riguarda lo spartito o gli accordi, se siete interessati,
rivolgetevi sempre a Renato Franchi: martafra@libero.it

pagina 1925
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Serenata per l'Aquila


(2012)
di Anna Barile
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: abruzzese
Tags: terremoto
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/serenata-laquila

Aquila bella mè, che sei crollata Se non rinasci tu, ecco d’intorno
Sulle macerie te sei addormentata Lo troppo d’aspettà, te porta danno
Ascolta chi te fa sta serenata Ju tempu passa ma è tutto fermo
È na romana che te vole bene Ogni promessa fatta fu n’inganno

Ma dormi dormi in mezzo all’incanto E dormi dormi, fiore de zafferano


Aquila io canto e moro pe’ te Te refacemo, lo giura il mio cuor
Sento na rabbia salirmi dentro Lo giura il mio cuore il mio cuor che ti ama
Aquila io canto e moro pe’ te tanto
Aquila io canto e moro pe’ te
Aquila mè, Aquila mè…
Ohi bella bella bella io moro pe’ te Aquila mè, Aquila mè…
Aquila mè Aquila mè… Ohi bella bella bella io moro pe’ te
Ohi bella bella bella te voglio revetè Aquila mè Aquila mè …
Ohi bella bella bella te voglio revetè

Informazioni

Sulle note della ballata d'amore Alzati oh bella, antica serenata laziale (Anna Barile)

pagina 1926
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Servi
(2015)
di Marco Rovelli
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/servi

Servi che servono a servire morire


e aiutano a svelare è solo un incidente, eventualità incresciosa
la natura criminale di questo patto sociale una cosa da niente che chi serve
l'accumulazione primitiva di ogni cosa viva ha ben scritto sulla pelle
in una caravanserraglio subumano e questo niente non è per niente strano

dalle terre siciliane fino al centro di Servi uomini di sabbia


Milano fantasmi della notte con lingue troppo
in un campo od in cucina una serra od un esposte
cantiere si chiudano le bocche
l'importante è non vedere e tornino al silenzio che compete
ad ogni servo buono
Servi che servono a servire e il fatto di di un caravanserraglio subumano

Informazioni

Dall'album "Tutto inizia sempre" (Materiali Sonori, 2015) - "L'Utopia di un mondo nuovo, della Giustizia, in cui si
debba più faticare come cani. Ne ho incontrati tanti, di migranti clandestini costretti a lavorare per fame, e ne ho
scritto le storie. Qui li canto. E insieme, declamo quella poesia di Pasolini che ne profetizzava la venuta dal mare, a
rinnovare un mondo decadente, a portare finalmente fuoco a questo tempo sterile e infecondo." (Marco Rovelli)

pagina 1927
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Sfracelli d'Italia
(2013)
di Francesco "Ciccio" Giuffrida
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sfracelli-ditalia

Sfracelli d’Italia domani cadrà.


d’Italia che resta?
Chi anela a un lavoro Sfracelli d’Italia
si frange la testa. che Italia è mai questa?
Perché tanta boria Diritti e conquiste:
oh tu che stai a Roma? gli han fatto la festa.
Ci metti la soma È tua la vittoria
la chiami equità. marchionno sparviero,
dimane io spero
Sfracelli d’Italia vedrà chi vivrà.
narriamo le gesta Sfracelli d’Italia
di chi borseggiando Italia in tempesta
ci sfrutta ci appesta. chi affoga chi annaspa
È vana tua gloria chi espatria chi resta.
maligno linfoma, La voce si sente:
l’Italia mai doma ‘Pugnare che vale?’
scacciarti saprà. di chi al capitale
la testa chinò.
Stringiamoci a coorte
chi oggi è più forte Stringiamoci a coorte
chi oggi è più forte
domani cadrà.

pagina 1928
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Siamo i precari
(2009)
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale, scuola/università
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/siamo-i-precari

Nel continente scuola… Non ci sono pi?scuole,


(paraponzi, ponzi, po) Non ci sono pi?scuole.
li’ nel provveditorato…
(paraponzi ponzi, po) Noi siamo quelli a cui il provveditore
ci sta un popolo di precari toglie ogni anno la luce del sole…
sono ATA, so' insegnanti Non ci sono pi?scuole,
li mortacci se son tanti Non ci sono pi?scuole.
Se son tan…ti…
Cara Gelmini non siamo noi tonti,
Siamo i precari, siamo i precari questa riforma te l’ha fatta zio Tremonti
Perdenti di posto. “meno miliardi e pi?alunni gli d
Dopo tanti anni, dopo tanti anni Ai tanti precari un bel no…o…o!”
Lo prendiamo in quel posto
Siamo i precari, siamo i precari
Noi siamo quelli a cui il provveditore Perdenti di posto.
toglie ogni anno la luce del sole… Dopo tanti anni, dopo tanti anni
Lo prendiamo in quel posto

Informazioni

La canzone Siamo i Watussi, riadattata con le parole da Raffaella Lai, Dani Aru, Gianfranco Sperati.

pagina 1929
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Siamo i ribelli sopra la faglia


(2012)
di Anna Barile
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: terremoto
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/siamo-i-ribelli-sopra-la-faglia

Questa bella città data all’ ortica Nero verde il color della bandiera
Devastata da incuria e finanche schernita Di una città ferita forte e fiera
Cercammo però continuar la nostra vita
Nel nostro centro storico sparito Sulle vie dal governo abbandonate
Raccogliemmo con cura macerie crollate
Crollate case scuole ed officine Tagliammo le erbacce, smaltimmo i rifiuti
Resterà una terra tra mille rovine E pure per questo siam stati indagati
Allor ci siamo armati di pala e carriola
Ci siamo sentiti una famiglia sola Siamo i ribelli sopra la faglia
Viviam distanti dal nostro centro
Siamo i ribelli sopra la faglia La nostra legge sta in parlamento
Viviam distanti dal nostro centro Ma in un cassetto per l’avvenir
La nostra legge sta in parlamento
Ma in un cassetto per l’avvenir Siamo i ribelli sopra la faglia
Viviam distanti dal nostro centro
Trasparenza è la nostra disciplina La nostra legge sta in parlamento
E la casa è l’idea che ci accomuna Ma in un cassetto per l'avvenir
Ma in un cassetto per l'avvenir

Informazioni

Sulla melodia di Dalle belle città

pagina 1930
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Siamo stufe
(2019)
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/siamo-stufe

Siamo stufe di avere paura Noi siamo stufe di non poter abortire
vogliamo uscire nella notte più scura secondo gli obiettori dobbiamo soffrire,
senza lo spry al peperoncino il nostro corpo ci appartiene
e senza avere un uomo vicino. per tutto questo lottiamo insieme!

Mi hanno detto che Salvini C’è pure Pillon col suo decreto
vuole riaprire i vecchi casini che vuole farci tornare indietro,
noi siam stufe di essere sfruttate pedofili e violenti vuol riabilitare
puttane o sante esser classificate! per questo, donne, dobbiamo lottare.

Noi siamo stufe della pubblicità Oggi giorno c’è più precarietà
che deforma la nostra realtà, non è il momento giusto per la maternità,
questa eterna schiavitù non ci sono asili a buon mercato
da oggi in poi non l’accettiamo più! e la paternità pare essere un reato.

Ci han diviso tra brutte e belle, Ci dicon sempre di sopportare,


ma tra di noi siamo tutte sorelle, ma da oggi noi vogliamo lottare,
fra di noi non c’è distinzione per la nostra liberazione
all’uomo serve la divisione. facciamo donne la rivoluzione!

Informazioni

Parodia della famosa canzone del movimento femminista romano Noi siamo stufe. E' stata elaborata il 2 marzo
2019 nel corso di un laboratorio autogestito, nell'ambito della festa "Almen nel canto non vogliam padroni!"
organizzata dal coro Pane e Guerra di Bergamo a Ponteranica (BG)

pagina 1931
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Sig. Giuseppe
(2007)
di Dr Drer & CRC Posse
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: disagio mentale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sig-giuseppe

Signor Giuseppe aveva 60 anni un anno fa portato di forza al reparto psichiatrico


faceva l'ambulante in piazza nella sua città sedato legato a un letto di contenzione
cassette di verdura apixedda d'ordinanza rabbia impotenza violenza rassegnazione
tutto di stagione sempre senza licenza Giuseppe non può bere né mangiare né fumare
senza licenza ogni mattina è sempre uguale non può neanche alzarsi per andare a pisciare
sconti al cliente scazzi con la municipale legato mani e piedi con un tappo nel sedere
e multe su multe tutte sempre e solo a lui tortura medioevale dentro un ospedale
perchè signor Giuseppe non sa stare zitto mai condanna esemplare di Comune e polizia
signor Giuseppe gioia festa ed allegria che posson far questo se ti imputano la
cumbidendi in pratza parduledda e malvasia follia
chiaccherando con gli amici mollava la Giuseppe ora è stanco chiede di andare via
verdura ma i dottori gli rispondono che è ancora in
una partita a carte tanto per passarci l'ora terapia
signor Giuseppe impegno fede e passione strana terapia questa tortura disumana
la sede del PCI e poi quella di Rifondazione e non acocrgersi neanche di una mano già in
una casa costruita col lavoro di una vita cancrena
quattro casse di frutta per uscirci la legato mani e piedi ti può scoppiare il cuore
giornata dopo 7 giorni signor Giuseppe muore
Ma la giunta comunale di Quartu Sant' Elena
fa campagna di ripristino della legalità in ospedale è strano morire d'incuria
e vennero i gendarmi vennero con le armi non è poi così strano se subisci tortura
signor Giuseppe è a terra un uomo di 60 anni si apre un inchiesta ma è solo per figura
dopo che i familiari han sputtanato la storia
Signor Giuseppe è a terra qualcuno mi spieghi si apre un inchiesta ma nessuno pagherà
perchè tanto meno i primari della bella società
son arrivati gli infermieri col 113 e signor Giuseppe è solo un caso di ordine
c'è anche un giornalista che è stato pubblico
preavvisato che è stato risolto in un reparto
il trep è preparato Giuseppe sul selciato psichiatrico
sgombero forzato intitola l'Ugnone e quelli che parlano di rispetto del legale
tre pattuglie contro un uomo e la sua hanno fatto tutto questo e non c'è neanche un
reazione verbale
presto circondato per esser catturato e loro che stanno dentro al comune
gli rompono una mano il polso fratturato col silenzio della gente perbene
di un leone ferito che ora emette il suo io non mi attendo giustizia dai banchi dei
ruggito tribunali
proprio quello che asi ttendono i tutori del vogliamo vera giustizia siamo esseri umani
diritto Giuseppe e la sua storia come cento o mille
ricovero coatto t.s.o. altre
Trattamento sanitario obbligatorio voleva stare in piazza gli hanno dato la
preso con la forza ammanettato in un attimo morte

Informazioni

Canzone dedicata a Giuseppe Casu, venditore ambulante di Quartu sant'Elena (provincia di Cagliari), morto dopo
un trattamento sanitario obbligatorio il 22 giugno 2006.

Per maggiori informazioni clicca qui.

pagina 1932
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Sirma in lotta
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: veneto
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sirma-lotta

Senti el mato che sona sto mite ritornello nol pensa a nialtri che gavemo na famegia
una canzone facile che entra nel cervello una coscienza sporca, con tanti bei sorrisi
la Nuova Sirma è bella con tubi e gran in culo ce la mette con la scusa della crisi
mattoni
se non ci fosse Paolo che rompesse i maroni Contratti-formasiòn scadùi e non rinnovài
el me diga dove 'ndemo, el me diga dove
Ti che ti ciapi schei a palanche 'ndemo!
vendi el boschetto con òmini e piante trovarse n'altro lavoro, restar disocupai
baratta la Sirma ogni matina, cossa ti vol gavemo un futuro da italiani malciapài
che
[ciapa bambina Na forsa indescrivibile, no se vardava a
spese
pi-po-pi-po-pi-po i n'ha messo in strada fasevimo 70 anche milla rulli al mese
co l'abito da Sirma e no sera sparìe le materie prime, lavoro solo de
a far el pagiasso per Porto Marghera scarti
che mi ghe vogio cussì tanto ben! la conclusiòn de Paolo: "ghe se la crisi:
(ah si! bueòn! anca iu!) ciapa
[e parti"
Senti Paolino, vien qua e fame un subioto
in 'sti 4 anni ti ga fatto un gran casotto El magna pan e volpe de sera e de matina
se stava cussì ben, schei a sbregabalòn el cerca strategie per farse na fortuna
adesso dentro in Sirma se ghe lassa anca un ne cambia tanti capi, no basta 10 all'anno
polmòn! purchè no li sappia un casso, i vegna e i
fassa el
pi-po-pi-po-pi-po i n'ha messo in strada [danno
co l'abito da Sirma e no da sera
a far el pagiasso per Porto Marghera Ne ga calà anca la mensa, no impiegati e
che mi ghe vogio cussì tanto ben! operai
(ah si! bueòn! anca iu!) el fine suo xe ultimo de farse i capitali
sorrisi e sorrisetti, faccia finta e
Chi xe quel gran moltòn, chi xe quel gran sorrisoni
goldòn el ne par na clonazione del sior Silvio
far nasser sta battaglia, far nasser sta Berlusconi
battaglia
Chi xe quel gran moltòn, chi xe quel gran O cara Saint-Gobain perchè ci vuoi lasciare
goldòn e tu, signor Cacciari, lei ci sa per ben
far nasser sta battaglia che no la ga ragiòn imbrogliare
soffrire è da umani, ma no farse incular!
El vol seràr la Sirma, lassarne tutti a casa sennò semo a le solite, che i operai deve
pagar!

pagina 1933
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Soledad, hermana
(1998)
di Alessio Lega
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: anarchici, carcere, no tav, repressione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/soledad-hermana

Solitudine, compagna… ci ha strappato le armi e spezzato i canini.

In fondo al tuo lenzuolo c’è la nostra Compagna solitudine qui son tutti colpevoli:
disfatta la repressione che ci ammazza senza pausa,
la fine del pensiero, la certezza inutile gli schiavi abbrutiti, il torpore della
che ogni nostra rivolta era una frase fatta causa,
gridata per confondersi a un universo futile. lo Stato assassino i boia consapevoli.
Solitudine, compagna… Solitudine, compagna…

In fondo alla tua vita c’è la roccia perduta Però anche noi tutti, compagni troppo stanchi
la cima irraggiungibile, la distanza infinita troppo occupati a cercare un domani
la nostra vita fatta, quotidiana e fottuta per difendere l’oggi dai colpi sui fianchi
il lavoro, la casa, la tristezza, la vita… per difenderci oggi, per usare le mani.
Solitudine, compagna…
Compagna solitudine, noi partiamo in vacanza
la tua disperazione conservacela in frigo Brindavamo alla chiusura del luglio
ce ne occuperemo alla fine del rigo libertario
dove nei nostri slogan parliamo di speranza. alla nostra sconfitta onorevole e certa
Solitudine, compagna… questo treno in partenza di cui non so l’
orario
In fondo a quest’estate, quando ritorneremo, e non esce più sangue ma la ferita è aperta.
fatti trovare ancòra come un’àncora rotta
ed affondando insieme potrò dirti «Porteremo Compagna solitudine, di te posso dire “morta”
quest’ odio sociale nella storia corrotta» ma io non sono certo di poter respirare
Solitudine, compagna… questo paesaggio aspro di continuo dolore
questo cielo fumoso, questa luna contorta.
La storia ormai è finita e affoga dentro un Solitudine, compagna…
pozzo
se la stanno sbranando questi quattro In fondo al tuo lenzuolo c’è la nostra
assassini, sconfitta
l’urto sui nostri volti, la violenza del la fine del futuro, la perdita d’ orgoglio
cozzo la rivolta ingabbiata, c’è la morte già
scritta
c’è la mia speranza impiccatasi in luglio.

Informazioni

"Questa canzone fu scritta all’indomani della notizia del suicidio di Maria Soledad Rosas, appunto la “Compagna
Solitudine”. Ci sono attaccatissimo, ma non la propongo mai, né nei dischi né in concerto perché tocca il fondo di
un dolore senza fondo. Quel fondo che fa si che nessun anarchico si senta mai del tutto solo, perché ci sono gli altri
anarchici dovunque lui vada ed è pazzesca la solidarietà. Ma per converso quando uno di noi se ne va, la ferita non
può rimarginarsi e butta sangue ancora. E poi è forse troppo disperata… e mi rompe fare canzoni sui fatti sociali
senza un minimo di speranza." - Alessio Lega (da Canzoni contro la guerra)

Vedi anche There will be trouble in town

pagina 1934
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Son valsusina
(2007)
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: no tav
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/son-valsusina

Son valsusina, sono arrabbiata, di giustizia e di vera civiltà.


son la presidiante che giammai tremò:
mi hanno derisa, manganellata, Questa bandiera gloriosa e bella
denunce e violenza, nulla mi fermò. noi l’abbiam creata e la portiam più in là,
dal Tirolo alla Sicilia,
Coi nostri corpi sulle rotaie, segno di democrazia e di libertà.
noi abbiam fermato gli speculator;
tra pensionate e massaie, E se qualcuno vuol far la guerra,
tutte contro il potere ingannator. tutte unite insieme noi lo fermerem:
vogliam la pace sulla terra
E lotteremo per la Valsusa, e più forti del potere noi sarem.
per la pace, il mondo e per la libertà,
e creeremo un mondo nuovo vogliam la pace sulla terra
questa lotta giusta noi la vincerem.

Informazioni

Segnalata da Maria Rollero, che è anche l'autrice del testo.

Canzone del movimento NO TAV della Valle di Susa sull'aria di "Son la mondina son la sfruttata"

pagina 1935
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Sotto questo dolore


(2008)
di Andrea Sigona
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sotto-questo-dolore

C’è una voce che chiama lontano Raccogliesti di tua madre i capelli
Da una parte a quell’altra del mondo Per “la foto” di quell’ultima volta
Mentre la pioggia cade ancora più forte
C’è un dolore che cresce da solo Otto spari otto colpi di mitra
Un po’ in cielo un po’ verso la luna
In una sera di nebbia in pianura Otto lampi e di colpo la vita
In una notte non magica e bella Se ne va come un soffio di schiuma
Perché il cielo sputò lacrime e fango?
Non la vide l’innocenza alla guerra? Ora in silenzio e senza parlare
Solo il sangue che scorre dal cuore
E c’è chi aveva anche solo sei anni Se ne andranno… e se andrà questa notte
E a sei anni non corri veloce E se ne andrà via anche questo dolore
Perché gli spari di quegli ufficiali
Non erano un gioco ma della voce il dolore Ti trovarono ferita ma viva
Partigiana tra la nebbia e l’aurora
Tra le sette e le nove di sera Niente lacrime solo vento e paura
Scuro un uomo che venne alla porta Clara che da oggi non resterai più da sola

Informazioni

La canzone è dedicata a Clara Cecchini, miracolosamente sopravvissuta ad un eccidio nazista nel 1944 a Valla. Di
Clara Cecchini ha parlato anche Alcide Cervi nel libro "I miei 7 figli". (andreasigona@hotmail.it)

pagina 1936
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Sottosopra
(2005)
di Davide Giromini
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale, miniera
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sottosopra

Ora che danno fervidi in cava si sale


l’anima ai malfattori
dei padri miei lo sangue Candido refrattario cieco
trasformo in lacrime e immergo d’ori destino di bianca altura
ma io rimembro un tempo quando lo dio del marmo
in cui furon di noi custodi dell’orizzonte darà premura
già sgretolava il mento alle creature in grembo di madri
calcareo vento che il petto erode avvolte nella tormenta
del canto del demonio
Spacca la roccia bianca che inesorabile il cuor violenta
che sul tuo capo pende
manda un saluto all’inferno Il cuor violenta la roccia bianca
in cava si sale che sul tuo capo pende
in miniera si scende manda un saluto all’inferno in cava si sale
urla di morte bianca in miniera si urla di morte bianca
che quattro soldi vale che quattro soldi vale
mastica il paradiso mastica il paradiso in miniera si scende
in miniera si scende in cava si sale

pagina 1937
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Spartaco
(2005)
di Alessio Lega
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/spartaco

(per Roberto Roversi) Spartaco, Spartaco, Spartaco...


con tutti i suoi spartachisti.
Dicono fosse alto, bello:
un pezzo di manzo il Tracio E poi storia
e che quando scoccasse un pugno di catene tutte scosse
suonasse come un bacio dal fantasma dell'Europa
disertore alla macchia, con la tosse
poi schiavo, gladiatore col rumore che fa
generale ribelle e liberatore. il nulla mentre sale
questi turni sempre
Ottanta legioni più mettono male
col vento nella chioma con i camion scaricati
li crocifissero nudi nel mercato
dalla Lucania a Roma le cassette
ma dal momento che il suo corpo a botte di caporalato
non lo seppero trovare le caselle del lavoro interinale
sono autorizzato a pensare e gli eterni turni
stia lì lì per tornare e pausa all'orinale
come un bacio che non sai
Spartaco, Spartaco, Spartaco... se sia una tregua
con tutti i suoi spartachisti. se preceda l'amore
o se lo segua
Era un'anatra zoppa, quando è troppo è troppo
una rosa feroce e un calcio nel sedere
le ali nel cappello, dato al soprastante,
il vento nella voce al satrapo, al cantiere.
era un'aquila polacca
con gli occhi di stagnola Così se ne va
artigliata all'amore come i giornali al vento
come quando si vola. i giornali gratuiti -
beninteso - però è contento
L'arco sopraccigliare così uguale
le fu spaccato sulla fronte che non fu riconosciuto
una fucilata in bocca la riconoscenza inizia dal rifiuto.
e poi... Hop! Giù dal ponte.
Irriconoscibile Rosa Così se ne va col vento giornaliero
ripescata il mese appresso nel cartoccio bisunto di un pensiero
penso risalga il fiume, fa pensiero a una rivolta nuova nuova
credo che torni adesso lo dicevo, lo sapevo che tornava
Spartaco.

Informazioni

...E allora mi è venuto in mente che se torna di moda la schiavitù, forse dovrebbero tornare di moda anche dei
vecchi liberatori... Spartaco e compagnia bella.(Alessio Lega)

pagina 1938
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Stabat mater dolorosa


(2000)
di Francesco "Ciccio" Giuffrida
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/stabat-mater-dolorosa

Stabat mater dolorosa Stabat mater dolorosa


apri gli occhi tuoi cisposi il diluvio un’ecatombe
stanchi di vedere i figli scava ancora braccio stanco
curvi senza mai sorriso strappa il figlio dalla fossa
con le mani rossi artigli nella bocca solo fango
trascinare vita e pesi acqua e lampi come bombe

Stabat mater dolorosa Stabat mater dolorosa


piange sull’esangue giglio non sa più che cosa fare
sulla carne triturata ventre morto morto cuore
che fu ieri vivo figlio più non vuole generare
ed usato da bersaglio carne amata con dolore
da invisibile macigno infinito come il mare

Stabat mater dolorosa Stabat mater dolorosa


su un cadavere piccino stilla sangue grida prega
piaghe e pustole suo figlio stabat mater dolorosa
per mancanza di un vaccino non sa neanche a chi è rivolta
distruttore del morbillo stabat mater dolorosa
come fosse il suo destino non sa se qualcuno ascolta.

pagina 1939
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Stati di emergenza
(2010)
di Anna Barile
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: terremoto
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/stati-di-emergenza

E zitto zitto pure quest'anno passa Ma uno gioca a golf, quell'altro sta in
lo sanno solo in pochi, e nun lo sa la massa. Regione,
Nessuno se n'è accorto, nessuno ha conoscenza Du' altri all'ospedale e alla ricostruzione,
Ma qui noi stiamo ancora in stato un altro all'assistenza alle popolazioni,
d'emergenza. che cazzo stanno a fa'? Se sprecano i
milioni!
A voce alta se dice: "Guardate, è tutto a
posto, Quanto ce costa a noi 'sta strana dirigenza,
per quanto ci riguarda già è tutto nella totale, bieca, assurda indifferenza
presisposto. Nessuno s'è dimesso, nessuno s'è pentito,
Voi non capite niente, facciamo noi i garanti è tutto fermo e a oggi non hanno mosso un
Però me raccomando: pagateci in contanti. dito.

Però dopo tre anni, abusi e infiltrazioni, E mentre il nostro sguardo rimane spento e
ponteggi finti e sprechi, e pezzi de mattoni fisso
macerie tutt'intorno, so' i soliti scenari, corriamo ignari e dritti verso cotale abisso,
ce sta sempre la cricca dei sette commissari. volgendo il capo altrove, così senza paura,
ci ritroviamo dietro un'altra fregatura [*]

Informazioni

sulla melodia degli Stornelli laziali

[*] Variante:
"Ci ritroviamo immersi in un'altra dittatura".

pagina 1940
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Stato sociale
(2007)
di Germano Bonaveri
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/stato-sociale

Vorresti scrivere una canzone uno per quelli finiti male,


che andasse dritta contro qualcosa uno per quelli usciti di scena.
perche' resistere e' rivoluzione, E senza troppo parafrasare
perche' per vivere serve una scusa. dare uno schiaffo alla banalita'
Una sentenza da pronunciare perche' stupisca cio' che hai da dire
senza l'opzione della pieta', e se ne apprezzi la profondita'...
con gli argomenti per dimostrare
che tieni in tasca la verita'. Attraversando nuove stagioni
muta quel senso di maturita',
Ed inventarsi un nuovo ideale, cambian le idee e le motivazioni
uno di quelli per cui valga la pena: restano il dubbio e la volonta'...
uno per quelli finiti male, Il dubbio sordo di non capire
uno per quelli usciti di scena. qual'e' il valore vero della vita
E senza troppo parafrasare la volonta' di non scomparire
dare uno schiaffo alla banalità, prima di averla davvero capita...
che si capisca ciò che hai da dire
e se ne apprezzi la profondità... e c'e' bisogno di un nuovo ideale,
uno di quelli per cui valga la pena:
Sponsorizzati dalle televisioni, uno per quelli finiti male,
per pilotare certe verita’ uno per quelli usciti di scena.
sono i padroni dell’informazione, E senza troppo parafrasare
gli illusionisti della realta’. dare uno schiaffo alla banalita'
Non c’e’ piu’ etica ne’ morale perche' stupisca cio' che hai da dire
Dietro alle trame di una societa’ e se ne apprezzi la profondita'...
In cui il potere, per restare tale,
gioca la carta dell’immunita’ ma non ci serve un nuovo ideale,
Dove i delitti contro il capitale uno di quelli per cui valga la pena:
sono reati contro l’umanita’, serve indignarsi per il carnevale
e ce lo chiamano stato sociale di vecchie facce mai uscite di scena.
la negazione di ogni dignita’. E che si mostri la fedina penale
Degli intoccabili della citta’,
ed inventarsi un nuovo ideale, che si conosca il loro vero nome
uno di quelli per cui valga la pena: nell’interesse della legalita’.

Informazioni

Inviata da Patrizia Muzzi


patrizia.muzzi@parolemusica.com

pagina 1941
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Strane famigghie
(2010)
di Anna Barile
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: terremoto
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/strane-famigghie

Qui ci stanno troppi bastardi, Senza nessuna garanzia


fanno lavori senza riguardi ogni tanto un lavoro si avvia,
pe' guadagnarsi tanti miliardi, dice che stiamo in democrazia
queste son cricche, cosche e famiglie, fanno rotonde, grossi parcheggi
lasciano tutto a figli e figlie, che ci rovinano tutti i paesaggi,
spolpano all'osso tutta l'Italia. a noi ce restano solo svantaggi.

Vincono sempre tutte le gare, Sempre la cricca vince l'appalto,


sia sulla terra che in cielo e in mare l'ordine viene sempre dall'alto
con questa legge parlamentare, ma specialmente da "Testa d'asfalto",
mentre noi abbiam perso il posto, nel bel paese sorridente
pagheremo tutte le tasse dove si specula allegramente
ma andiamo avanti e terremo tosto. sempre alle spalle della gente.

Questo è il progresso Infrastrutture


senza alcun nesso, insicure
fanno disastri impalcature
fin troppo spesso durature

Pronto, pronto, pronto Tonti, tonti, tonti


stiam diventando tutti coglioni, aprite l'occhi e state in campana,
pronto, pronto, pronto rubano sui conti
con Minzolini e con la Rai. qui nello stato della banana...

Informazioni

sull'aria de La strana famiglia di Giorgio Gaber

pagina 1942
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Straniero
(2000)
di Alessio Lega
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/straniero

E da una riva a un’altra riva La lingua della società


percorsi questo mare Il tarlo nella perla
Quando arrivai all’attracco Sono straniero alla mia via
e scesi a questo nuovo porto Mi sento ignoto anche agli specchi
E trascinavo la mia vita Ai vecchi amici, a casa mia
chissà per arrivare A ciò che guardi o tocchi
Chissà per ritornare Ho fiori secchi sul balcone
o non sentirmi ancora morto… E la pensione per traguardo
Alzo lo sguardo a ogni stazione
Sono venuto a ’sta città Già certo del ritardo mio
Come straniero che non sa
Come un insulto al cielo nero Da vita a morte è solo storia
In questa pioggia ostile di grottesca assenza
Lo stile fosco dell’età Di sete d’aria fresca e nuova
E la pietà per questa gente e fame di vacanza
In tutto questo niente, il vento Così ogni tanto cerco attorno
Che batte il mio pensiero chi dallo sguardo fa sfuggire
E me ne andrò, io mi dicevo Sul piombo grigio d’ogni giorno
Di notte, come uno straniero la voglia di partire
Andrò davvero io non devo Siamo stranieri a ’sta città
Niente a nessuno andrò leggero via. Siamo stranieri a questa terra
A quest’infame e dura guerra
Da marciapiede a marciapiede Alla viltà e al letargo
poi si disperde il sogno Prendiamo il largo verso altrove
Bisogna pur cedere al fondo Dove non seppellisci i sogni
un’ancora d’appiglio Dove non inghiottisci odio
Però io veglio inquieto ancora E arrivi a odiare i tuoi bisogni…
e traccio a questo stagno “O morte, vecchio capitano”
Un punto di fuga Salpiamo l’ancora, su andiamo
che non sia famiglia, Inferno o cielo cosa importa
moglie o figlio mio Da questa vita morta
Come straniero partirò
E così vivo in ’sta città Senza più niente da sperare
Come straniero che non parla Fra quattro assi e dieci chiodi
Vedi c’è odor di mare... e ciao

Informazioni

"Bei tempi quelli in cui i vari Camus potevano discettare di estraneità come di una condizione esistenziale
dell’uomo moderno. Oggi è molto se, dell’essere Straniero, non se ne occupi solo il codice penale. Io che sono un
inguaribile nostalgico, anarco-conservatore, dedico alla questione qualche verso che vuole stare in bilico fra il
significato esistenziale e quello politico. “O morte, o vecchio capitano” è una frase di Baudelaire." (Alessio Lega)

Da "Resistenza e Amore", Nota, 2004

http://www.alessiolega.it

pagina 1943
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Su, all'aquilani vada il capitale...


(2010)
di Anna Barile
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: terremoto
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/su-allaquilani-vada-il-capitale

Siamo i terremotati aquilani ormai la protezione mo' protegge


restiao uniti, nun potemo perde tutta la cricca
in alto solleviamo le bandiere
col nero verde Questa città assuefatta e un po' domata
dai centri commerciali e le rotonde,
Un anno e più di balle agli italiani, ci han dato C.A.S.E. fatte de cartone
di immagini distorte e passarelle pe' ce confonde
ma noi le stemo a toglie le macerie
co' 'e callarelle La dignità dell'Aquila è umiliata,
schiacciati fra miserie, insulti e oltraggi
La farsa del miracolo aquilano, una città ch'è militarizzata
sfruttati pe' campagne elettorali senza più leggi
se so' magnati tutti l'essemmesse
de l'italiani Cominceremo a fa' disubbidienza,
sarem sempre ribelli ma civili
La mafia ci sarà riconoscente, terremo tosto sempre e annamo avanti
appalti e subappalti ci si ficca, forti e gentili,
FORTI E GENTILI !

Informazioni

Sull'aria di Su comunisti della capitale

pagina 1944
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Sul selciato di piazza Garibaldi


(2018)
di Rocco Rosignoli
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sul-selciato-di-piazza-garibaldi

Brenno Monardi era un gerarca del partito, Da giorni i militi li stavan torturando
Un pezzo grosso a Parma ai tempi di Benito. nei sotterranei del palazzo di comando
La braga larga gli era valsa un soprannome, della brigata nera, in una via centrale
Non gli piaceva, ma per tutti era Bragone. a pochi metri dalla piazza principale.
Cadde da porco sul sagrato del macello. E gliene avevan fatte d’ogni sorta,
Il colpo che lo uccise lo sferròil Monello, pietànei cuor di quei malvagi era giàmorta.
Un ragazzino che per strada era cresciuto E quella notte, che quasi era mattina,
E non alzòmai il braccio teso per saluto, vollero chiudere quella carneficina
Un ragazzino che levava la sua mano con un’esecuzione come rappresaglia
Contro i fascisti, un combattente partigiano. perche
́ sapesse che si rischia, la plebaglia.

Questo Bragone andava sempre a far razzia Ognun dei sette, caricato su un furgone,
Di carni fresche, mentre fuori, sulla via, per pochi metri lo portarono al plotone.
Stava la gente, che avvilita dalla guerra Dal comando li portarono alla piazza,
Che aveva pure reso sterile la terra, chi non si regge in piedi al suolo si
Languiva pallida e smagrita dalla fame. stramazza.
E grasso e tronfio li sfotteva, quell’infame. Sorgeva il sole sulla statua a Garibaldi,
E senza padre, senza madre e senza un nome a dare il via ai fucili fu Pino Romualdi,
A far vendetta degli scherni di Bragone capo della Brigata Nera parmigiana
Giunse il monello, coi compagni di ventura, che dirigeva la gazzetta cittadina.
forse fu l’incoscienza a vincer la paura. Dopo la guerra Pino non fu mai punito,
fece carriera in parlamento, il suo partito.
Diedero subito di matto i miliziani,
Briganti neri, non tedeschi, ma italiani. E questa serva Italia, culla di dolore,
Come formiche il cui terrario e
̀ profanato che ha visto sparso sul selciato rosso il
van quei bravacci a perquisire il vicinato. fiore
E se ne van di casa in casa, porta a porta, dei sette martiri di Piazza Garibaldi
son botte e grida per chi incontra quella prima che al sole di settembre si riscaldi
scorta. la piazza vuota, e che si riempia di persone,
Stava Cleonice a rassettare il suo soggiorno, questa cittàe questo paese di ogni nome
sentı̀d’un tratto quel trambusto tutto si son scordati. C’e
̀ una lapide ignorata
attorno, in piazza Garibaldi, sopra la facciata
si affacciòsvelta per capire alla finestra, dell’edificio del Governatore
e quei briganti le spararono alla testa. vicino all’orologio che segna le ore.

Scese la notte, e il coprifuoco sui sentieri. E sia di monito il passare dei minuti
Nelle spelonche di brigata, prigionieri, a noi che, letti i sette nomi sconosciuti,
stavano in sette giàben noti alla marmaglia. tiriamo avanti e non pensiamo a quelle vite
Qualcuno aveva combattuto una battaglia, che per avere sperato il bene son finite,
qualcuno aveva solo un libero pensiero a quegli amori che han lasciato dietro a
che non si accompagnava molto bene al nero. loro,
Eran Massari, con Barbieri e Ferrarini, a chi ha portato il proprio lutto con decoro,
Afro Fanfoni, con Ferrari e Pattacini, e ci scordiamo che la moglie di Massari
e un ragazzino diciottenne, che di nome sfidando il coprifuoco e i fasci sanguinari
faceva Bruno, ed era Vescovi il cognome. prese le carni del marito dalla strada
su un carro di fortuna lo riportòa casa.

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Questo testo ci è stato comunicato dall'autore

pagina 1945
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

ll 31 di agosto del 1944 a Parma tre giovanissimi partigiani tesero un agguato a Brenno Monardi, detto Bragone,
gerarca locale del partito fascista, uccidendolo. Questo evento fece infuriare la Brigata Nera locale, che diede il via
alla rappresaglia più crudele di cui la città abbia memoria che culminò nell'uccisione di sette antifascisti, prigionieri
da giorni nella sede della Brigata Nera di via Walter Branchi (oggi via Giordano Cavestro). Giuseppe Barbieri, Afro
Fanfoni, Vincenzo Ferrari, Gedeone Ferrarini, Eleuterio Massari, Ottavio Pattacini e Bruno Vescovi, già stati
sottoposti a torture indicibili, il primo settembre vennero portati in Piazza Garibaldi, dove Pino Romualdi, in capo
alla brigata nera, diede l'ordine di fucilarli.

pagina 1946
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Svizzero
(2015)
di Giubbonsky
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: morti sul lavoro
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/svizzero

Buongiorno senta io cerco lavoro... La tua coscienza è polvere d’Amianto


Cosa cerca lei? Il conto in banca è polvere d’Amianto
Ma lo sa che non c’è ne più di lavoro Ha tanti zeri e troppo sangue
Si ma io ho bisogno di lavorare... Sia maledetto il tuo contante
e poi so fare un po’ di tutto,
ho studiato, laureato a pieni voti... Avanti un altro, su svelti
insomma se esiste meritocrazia io me lo – siam mica qui a pettinare le bambole,
merito questo è un Interinale,
Ma va la, come direbbe Ghedini non abbiamo tempo da perdere
– quello si che lavora heh – E poi che avete paura? D
giovanotto non si faccia illusioni... ai che io vi risolvo i problemi,
Al limite per trovare lavoro sono il vostro Mister Problem Solving
provi a chiamare Chi l’ha visto venga, venga avanti lei,
si però benedetto ragazzo, lei si presenta
Seduto al tavolo con la triste mietitrice al mio cospetto per cercare lavoro
Io sto cercando quel paese dove Alice con quella macchia lì addosso...
Con meraviglia coltiva la speranza glielo devo dire io che non è creanza?
di questa lotta che ora avanza Che non si fa?? Vabbè va vediamo
E spinge il cielo oltre la stanza che riesco ad inventarmi sta volta
Svizzero?? No Italiano, ah
La tua dimora è polvere d’Amianto Novi?? No, Casale Monferrato, AL
Cioccolato?? No, Eternit... Azz

pagina 1947
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Tammurriata rosa
(1975)
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: femministi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/tammurriata-rosa

La succube del patriarca: Il movimento:

"I' nun capisco bbuone che succede "Uè quale scarsa uè


che vonno cheste femmene né scetate cumpà'
moderne nun se vede. si marito o si dottore
L'ommo che cce vuo' fà è fatt'accussì si cumpagno o monsignore
sta croce ci 'a purtammo semp'a coppa tu me staie
cu pacienza c'aggi'a dì." bello mio nun me fai ochiù!"

Il movimento: La nuova che arriva:

"Uè qua' pacienza uè "Uaglione a me me pare 'n funno 'n funno


né scétate mammà che chiste femministe nun è cosa
stu milord 'e tuo marito 'e l'ato munno
l'hai lisciato l'hai servito Chest'è na cosa grande,è 'na speranza
s'è pigliat' 'a vita toia i' primma nun ce stevo mo'
l'ha spremuta cumm'acché!" però me faccio 'nnanza"

Il rivoluzionario factotum: Il movimento:

"Cumpagna cumpagné' nun ce pensà "Uè benvenuta uè


'a legge dell'abborto t'a facc'io, ja' donne jammo ja
tira a campà. via sti piatt'e caccavelle
Tu si nu poco scarsa, bello core, oggi è sciopero da casa
pe' te deciderrà l'eccellentissimo dottore." viv'a tammuriata rosa
bella bella cumm'acchè!"

Informazioni

Parodia di Tammurriata nera(Mario-Nicolardi, 1944) resa celebre dalla Nuova compagnia di canto popolare nel
1974.
Si tratta di un dialogo tra varie figure e "Il movimento" (femminista).

pagina 1948
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Tanto pe' magnà [sulle disgrazie altrui]


(2010)
di Anna Barile
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: romanesco
Tags: terremoto
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/tanto-pe-magna-sulle-disgrazie-altrui

Parlato:"E' un progetto C.A.S.E. Tanto pe de qua ce metto a guardia sempre un


senza senso, che me so' inventato militare
3 anni fa mentre me facevo la barba, Transenno tutto pe nu fa vedere
anzi barberi... e guai a chi mi osa criticare
è un progetto senza un nesso,
senza un permesso, le c.a.s.e. già prefabbricate
senza 'na relazione ‘na valutazione Da Roma me le so' portate
e lo faccio pure Usate solo pe' un progetto
tutto da me, e me controllo da me..." che ce l'avevo ner cassetto

Pe fa la vita mia più ricca Io qui ce magno a panza piena


perché battevo un po' la fiacca e poi me serve pe’ fa’ scena
me so 'nventato de protegge so er più famoso commissario
senza incappare nella legge... e ciò un potere straordinario

Me piace fa la protezione Tanto pe magnà


tanto c'è un popolo cojone giro co 'a polo e 'a polo guido
che ha smesso un po' di ragionare e de nessuno io mi fido
e riesco a fa come me pare io solo posso spende e spande
e lascio poi tutti in mutande
Tanto p'aiutà perché me sento er mejo
protettore e dò gli appalti a chi me pare
Tanto p'aggiustà ce basta l'euro der senza nemmeno fà le gare
cellulare per favorire la mia cricca
che mi procura tanta gnocca

Informazioni

Sull'aria di Tanto pe'cantà di Ettore Petrolini ed Alberto Simeoni

pagina 1949
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Tarantella della maestra unica


(2008)
di Francesco De Francisco
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: pugliese
Tags: scuola/università
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/tarantella-della-maestra-unica

Ah Gelmini, accomme j'eia fa' p'amà 'sta sola


Gelmini? che magari gli dà il latte da li seni sua
'Nu grembiule haiv da cumprare a li me' e li porta pure a casa
bambini. e li porta pure a letto
Ma forse nun basta ancora a dormire tutti quanti accanto al suo petto
...haiv da cumprare pure dei bavaglini. Gelmini, accomme j'eia fa' p'amà 'sta
Co' le mani legate e i bavagli sulla bocca Gelmini?
per non rischiare di prendere 5 in condotta. 'Nu grembiule haiv da mette a li me'
Ma non è finita ancora bambini...
perchè torneranno pure a avere una maestra

pagina 1950
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Tencere tava havası


(2013)
di Kardeş Türküler
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: Turco
Tags: ambiente
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/tencere-tava-havasi

Bir öyle bir böyle kelamlardan, Aman aman bıktık valla


yasaklardan İllallah Aman aman şiştik valla
Başına buyruk kararlardan, Bu ne kibir, bu ne öfke
fermanlardan İllallah Gel yavaş gel, yerler yaş
Gel yavaş gel, yerler yaş…
Aman aman bıktık valla
Aman aman şiştik valla Hüsnü perişan oldu bibaht
Bu ne kibir, bu ne öfke kaldı aziz İstanbul
Gel yavaş gel, yerler yaş Bu gam, bu gaz bu kederle
taş kalmadı taş üstünde
Satamayınca gölgelerini Ne oldu sana böyle, söyle söyle söyle….
Sattılar ormanları Seni böyle istemem, istemem
Devirdiler, kapadılar Ammaan…
Sinemaları, meydanları
Her tarafın AVM’den Aman aman bıktık valla
Geçesim yok bu köprüden Aman aman şiştik valla
N’oldu bizim şehre n’oldu Bu ne kibir, bu ne öfke
Hormunlu bina doldu Gel yavaş gel, yerler yaş

Informazioni

Le imponenti manifestazioni del 2013, a Istanbul e poi in tutta la Turchia, hanno avuto inizio con l’opposizione degli
ambientalisti alla distruzione di Gezi Park. Le loro rivendicazioni e poi la brutale espulsione dal parco della
cinquantina di persone che l’avevano occupato, portano inizialmente alla mobilitazione dei giovani di Istanbul e poi
degli oppositori del regime del primo ministro Erdogan. Il titolo di questa canzone, Il canto delle pentole in italiano,
si riferisce alle persone che dalle finestre hanno supportato i dimostranti battendo su pentole o altri utensili da
cucina.
Per approfondire l'argomento delle proteste del 2013 in Turchia, Gezi Park, piazza Taksim

E' stato ascoltato da noi al Rencontre de Chorale Revolutionaire nel luglio 2019, a Royere de Vassivier, cantato dal
coro La canaille du Midi di Toulouse

pagina 1951
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There Will Be Trouble In Town


(2010)
di Andrea Sigona
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: anarchici, carcere, no tav, repressione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/there-will-be-trouble-town

Storia di un uomo che aveva coraggio E un calcio nel culo alla democrazia
Nata nei giorni di lotte e allegria
Preso per sbaglio oppure già condannato There Will Be Trouble In Town
Da chi ha voluto portarcelo via There Will Be Trouble In Town
Cinque di marzo si accendono i fari Trouble In Town
In quelle due vite vissute così
Come due fiori in un campo di maggio Fino all’ultimo respiro
Strappati e recisi perché fragili Fino all’ultimo giorno
Fino all’ultimo grido
There Will Be Trouble In Town Fino all’ultimo respiro
There Will Be Trouble In Town Fino a che la parola e la voce non si
spezzerà

Suicidio di stato ventotto di marzo There Will Be Trouble In Town


I cani da guardia e la polizia There Will Be Trouble In Town
L’alba annunciava rumori a palazzo

Informazioni

Canzone dedicata ad Edoardo Massari, detto Baleno, ritrovato impiccato nella sua cella del carcere delle Vallette, a
Torino, il 28 marzo 1998. Accusato di far parte di una associazione sovversiva e banda armata che negli anni 90
avrebbe realizzato diversi sabotaggi in Val di Susa, in particolare contro trivelle e cantieri dell Alta Velocità. Fu
arrestato il 7 marzo del 1998, con Maria Soledad Rosas (suicidatasi l'11 luglio dello stesso anno, agli arresti
domiciliari) e con Silvano Pelissero: tutti saranno assolti alla fine del processo.

Vedi anche Soledad, hermana

pagina 1952
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Ti ricordi?
(2018)
di Ezio Cuppone
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ti-ricordi

Ti ricordi il fattaccio di Ostia, Se i fascisti oggi alzan la testa


l’intervista finita a testate: ci saran pure delle ragioni,
le domande non eran gradite. di certo lo sa Berlusconi
Il fascista ragiona così. e Salvini che è il suo tirapè

Ti ricordi quel dì a Marzabotto C’è chi dice “Il fascismo è già morto”,
la partita con quel di Loiano. state attenti che è quello il fascista,
segna il gol, fa il saluto romano. è un ipocrita, un trasformista
Un fascista più vile dov’è?+ che attenta alla tua libertà

Ti ricordi di quel militare Il fascismo non è un’opinione,


che a Firenze con fiera baldanza è un crimine verso il genere umano
allestiva in caserma una stanza se la destra oggi fa da volano
con cimeli del fascio e del Fuhrer la vergogna d’ Italia sarà.

Ti ricordi perchè a Macerata Se il Berlusca ci ha rotto le tasche,


Il nazista che vota la Lega il Salvini ci ha rotto i marroni,
ha sparato su gente indifesa? pei fascisti e pei vecchi tromboni,
Non voleva immigrati in città. qui in Italia più posto non c’è

pagina 1953
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Tira fiato
(2007)
di Smile Jamaica
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: repressione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/tira-fiato

Metro su metro, il mio piede e’ gia’ qui E la lode in giurisprudenza


davanti prendo il mio posto vorrei gettarla in un cestino
mi difendo dall’idea di globalita’ come legittima difesa
dal mercato della pubblicita’ allo sparo di un celerino
strade bollenti e vapori perche’ la minaccia di un estintore
estate calda che e’ gia’ qui nella bilancia degli interessi
sull’asfalto l’olio dei motori avrebbe fatto solo rumore
cellulari e divise blu e rotolato a pochi passi
che a guardare questa genova ma una pistola dritta in faccia
non mi sembra certo che come lo sparo alla mia altezza
ci sia differenza tra democrazia come in una battuta di caccia
repubblica e stato di polizia la preda nel bersaglio e’ certa
l’idea contro un muro poi perquisizioni, scuole e caserme
brillante come smalto pestaggi stile argentina
passione slogan e risate di un governo liberale
in marcia su un budello d’asfalto per un’italia cretina

Faccio sfida a che grida di piu’ Faccio sfida a che grida di piu’

Tira fiato per gridare, tira fiato per gridare,


alza la voce e fai sentire alza la voce e fai sentire
le ragioni che hai dentro il cuore le ragioni che hai dentro il cuore
scontrano con la realta’ scontrano con la realta’
e l’adolescenza, sublime incoscienza e l’adolescenza, sublime incoscienza
spinge alla liberta’ (cosi’ come) spinge alla liberta’ (cosi’ come)
l’indipendenza, perfetta potenza l’indipendenza, perfetta potenza
e’ contro la globalita’ e’ contro la globalita’

Informazioni

Dal cd “Tira Fiato” (SanaRecords/Venus, 2007), testo di Gianluca Giura.

La canzone “tira fiato” rivive il G8 di Genova 2001, di cui risulta l’esatta cronaca e la giusta sintesi nello scontro tra
libertà e stato di polizia.

pagina 1954
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Tolleranza zero
(2007)
di Alessio Lega
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: emigrazione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/tolleranza-zero

Le tre del pomeriggio, Monte Napoleone che è una condanna a morte questa carneficina
ho troppo gente intorno per esser solo un
uomo "E se fosse tua madre ad esser derubata?"
ho un buco nella pancia e un altro nel dice un impiegato, buon padre di famiglia,
polmone "E se fosse tuo figlio sdraiato sul selciato
son vissuto a Lambrate e crepo in piazza se a essere sparata ci fosse lì tua figlia?"
Duomo
Non solo farabutti, non solo disgraziati
Vedo l'Italia intera che viene a far cordone possiamo essere tutti, per strada, lì,
mentre il mio sangue gela e già cala il sparati
sipario
ho solo sguardi ostili come estrema unzione E il signor mangiapolenta sta ancora lì a
e l'idiozia comune come unico sudario sbroccare
dicendo che la morte che ho avuto è troppo
Sei solo un farabutto te lo sei meritato poco
non porteremo il lutto, sei solo un disperato che sono fortunato di stare lì a crepare
se all'inferno lo incontro gli insegnerò un
Il bottegaio in fondo ha mollato il bancone bel gioco
per vomitar sentenze sul mio sangue gelato
"Io non sono razzista" dice "ma Non son certo un eroe e non mi piango addosso
quest'emigrazione se penso al mio compagno che lui è solo
dove ci son stranieri ci sta sempre un reato" ferito
io quasi preferisco il mio futuro fosso
"Signori, io son stato sul fronte d'Albania" ai giorni tutti uguali di chi sta incarcerato
sbraita un vecchio stronzo che è arrivato
adesso Ma è solo un farabutto, se lo è pur meritato
"Parlare coi selvaggi è solo una pazzia se si è giocato tutto è proprio un disperato
bisogna sparar prima e poi buttarli nel
cesso" Avrà diciassette anni questa ragazza in
pianti
Son solo farabutti, se lo son meritato che vede steso a terra soltanto un uomo morto
c'è da spararli tutti, non da sprecare il e che sia degli sbirri o che sia dei briganti
fiato come se qualche pianto mi desse riconforto

Ci son due punkabbestia che rischiano il Le tre del pomeriggio, Monte Napoleone
linciaggio il sangue scorre a fiumi e intanto io mi gelo
continuando a dire la polizia assassina qui giace il mio bisogno di aver qualche
che siamo esseri umani, che lo Stato è il milione
selvaggio ho milioni di stelle in fondo a questo cielo.

Informazioni

Versione rielaborata da Alessio Lega di Les charognards, di Renaud Séchan

pagina 1955
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Torneremo sulla langa


(1995)
di Mirafiori Kidz
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/torneremo-sulla-langa

Tra Dogliani e Roddino c'è una targa per chi nasconde le verità
che dice i Partigiani infatti, democrazia è telecrazia
qui hanno combattuto e poliziotti sono le tv
Brigata Garibaldi comando di zona che ci comandano e che c'ingannano
tanti son morti in quei boschi là con i sondaggi gli spot e le news
Se i nostri vecchi
ora sapessero chi è Torneremo sulla Langa...
che comanda sta terra qua
certo contenti no non sarebbero Sono in giacca e cravatta
hanno lottato per la libertà con le facce per bene
hanno il portatile e l'auto blu
Torneremo sulla Langa ma poi disprezzano
a combattere diversi e deboli
perché i fascisti sono già qua odiando schiacciano l'umanità
Torneremo sulla Langa Ma a tutti i compagni
a proteggere la che ancora sognano
nostra vita e la Libertà un mondo nuovo nuovi ideali
io dico pronti e attenti
Contro tutti i soprusi contro tutti e che i fascisti hanno già
gli abusi ci fu chi un giorno si ribellò perso una volta qua
Erano giovani caduti invano
Torneremo sulla Langa...

Informazioni

pagina 1956
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Totenweg
(2002)
di Pardo Fornaciari
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/totenweg

Il falco vola, romban i motori L’uccisero con la sua figlioletta.


o Vera cara brillano le stelle
d’armi e provviste ha chiesto il lancio Dopo la rappresaglia in fila indiana
Azzari verso Carrara via voller portare
per rafforzar l’esercito ribelle. dei Forfori la mucca alla catena
Da Vinca son lontani i cavatori A scherno l’organin facean sonare,
Lasciato han case figli e spose belle branco di iene in uniforme umana:
sono ne' boschi dell'Alpi apuane s’erano divertiti a massacrare.
riuniti nelle bande partigiane. Ottantacinque l’anni d’Agostino
Cinque mesi Duilio, il nipotino.
Ecco dal fondovalle si diffonde
Inquietante il sonar dell’organino A Montefiore la III Brigata
Sale pei gioghi, fino al monte Tondo Ai neri sgominò la guarnigione
Un fumo che non esce dal camino La rappresaglia che scattò spietata
Luce di case in fiamme sullo sfondo Fu dietro indicazion d’uno spione
Mentre risuona di tacchi il cammino Contro Regnano che venne assaltata
Con le canne di mitra e moschetti Vittima inerme, la popolazione,
Che urtano l’acciaio degli elmetti. C’era il San Marco con la Monterosa
Coi nazisti alla strage veergognosa.
Giù da Carrara e su da Monzone,
metà settembre, arrivano i tedeschi. A Sant’Anna un mattino era d’estate
Furon cinque d’agosto le persone A raccontare non basta lo sdegno
uccise, rieccoli ora ai primi freschi delle donne sventrate, del neonato
Tornano a assassinare a Tenerano lanciato in aria a far da tiro a segno
le esse esse da’volti banditeschi La fucilava e Genny al soldato
bambini, invalidi, famiglie intere: tirò in faccia lo zoccolo di legno
barbarie ugual mai si poté vedere. Parlavano italian ma, cosa trista
Avevan la divisa da nazista.
Malato, stava sotto il formentone
Antognotti, e vien subito abbattuto. Fu così a Bardine e fu così a Vinca
La bimba in braccio, perse la ragione, A Bergiola e del Frigido alle Fosse,
la moglie, per lo scempio del marito: da San Terenzo fino a Marzabotto
“Me l’avete ammazzato il mi’Adriano” Montagne e valli fur di sangue rosse
Grida,“ perché a me mi lasciate in vita?” Fuggiva al nord l’esercito assassino
I neri allor spararono a Lauretta Lo comandava un monco, un senza nome
L’accompagnava il suon dell’organino
La morte fu scenario alle sue strade.

Informazioni

Il nome del comandante delle SS è taciuto: ma non perché ignoto. Non merita di apparire accanto a quelli delle sue
vittime: meglio scompaia nel gorgo dell'oblìo. (Pardo Fornaciari)

pagina 1957
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Tout ce qu'est dégueulasse porte un joli nom


(2000)
di Romain Didier, Allain Lepreste
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: francese
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/tout-ce-quest-degueulasse-porte-un-joli-nom

Amoco Cadiz, amanite, Sahel, schtroumpfette,


Chrysanthème, canine, morsure, varicelle, Mirador, Stazzi, syphon, baïonnette,
Mygale, tarentule, épine, porte-avions, Fleury Mérogis, la rue Lauriston,
Tout ce qu'est dégueulasse porte un joli nom. Tout ce qu'est dégueulasse porte un joli nom.

Fourmilière, aiguille, acide et calice, Camora, Pepelone, cyanure, mafioso,


Le Chemin des Dames, cercueil, cicatrice, Tien an men, amen, rasoir et ciseaux,
Cyclone, ouragan, camisole, typhon, Hostie, Vatican, Jean-Marie, Bruno,
Tout ce qu'est dégueulasse porte un joli nom. Tout ce qu'est dégueulasse porte un joli nom.

Amygdales, pavot, vérole, aspirine, Picador, arène, dollar et sébile,


Ecchymose, ortie, sanglot, carabine, Ouragan, menottes, acide, Tchernobyl,
Carmélite, javel, les trois petits cochons, Atome et neutron, neurone et citron,
Tout ce qu'est dégueulasse porte un joli nom. Tout ce qu'est dégueulasse porte un joli nom,
Tout ce qu'est dégueulasse porte un joli nom.
Guillotine, cirrhose, nuit blanche, la
Et toi... c'est quoi ton petit nom?

Informazioni

Vedi anche Le cose schifose hanno un gran bel nome, di Alessio Lega

Fonte

pagina 1958
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Tra il 5 e il 6 di dicembre a Torino [Thyssen]


(2007)
di Cristina Tioli
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale, morti sul lavoro
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/tra-il-5-e-il-6-di-dicembre-torino-thyssen

Tra il 5 e il 6 di dicembre a Torino son morti tutti per lor distrazione


un grande incendio, un fuoco assassino: e adesso vanno alla televisione”.
ha deflagrato su sette operai,
una disgrazia da non scordare mai. La verità è che la ditta tedesca
se ne fregava di porte e estintori;
Hanno provato invano ad uscire il sol profitto importa che cresca
la linea cinque dell’acciaieria e per il resto sian pure dolori.
era bloccata c’è poco da dire,
non han potuto scappare via. Ne muoion tanti cadendo dai ponti
la sicurezza non importa nulla
Qualcuno è morto lasciando dei figli ed il profitto nei loro confronti
qualcuno ha avuto una lunga agonia non è per niente una gran novità.
ed alla fine è scampato uno solo:
il gruppo Thyssen la deve pagar. Così piangiamo quei morti a Torino
e tutti gli altri che un crudo destino
Ma si è trovata una lettera infame: ha devastato con la morte bianca
“Quegli operai fan sol delle trame; e rinneghiam del profitto l’orror (2 v)

Informazioni

Testo scritto dal coro Le cence allegre, di Modena, in particolare da Cristina Tioli sulla melodia di Le mondine
contro la cavalleria.
Parla del gravissimo incidente sul lavoro alla Thyssen Krupp di Torino, 6 dicembre 2007, ha ucciso sette operai,
morti per le ustioni. Alcuni subito, altri dopo un’agonia di giorni.

pagina 1959
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Traballera
(2019)
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: sardo
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/traballera

Ma kini mai d'at nau ca a bivi in custu mundu depu cicai un amori siat femina ki mascu
depeus traballai po ingrassai su meri isgurdu
Traballera...
Traballera...
Po una dì 'e cantieri sabadu abarru a lettu
Su lunis scida kitzi ma est mellus sonnai est mellu andai a s'ortu a imbustai su entu
ki mi ndi pesu mali e non bandu a traballai
Traballera...
Traballera...
Duminigu kitzanu de su meri seu andau
Su martis galu istracu e brincu su mengianu a pigai su dinai chi mi seu guadangiau
tengiu un atobiu pustis e depu essi sanu
Traballera...
Traballera...
Mi nc'at mandau a domu a buciacas buidas
Mercuris a lettu cun sa conca chi abruxiat fiat puru incazzau cudda carogna pentia
apu cantau e buffau a sa baracca arrubia
Traballera...
Traballera...
Ma deu ki no seu scimpru nci seu torrau a coa
Giòbia no traballu c'est manifestatzioni cun sa benzina e d'apu alutu sa macchina noa
po liberai sa terra nostra de is
isfruttadoris Traballera...

Traballera... Custa istoria imparat ki liberus est mellus


de tzeracai a sa muda e fai una vida 'e
Cenabara seu solu c'est festa in su sattu strexu

Traballera...

Informazioni

Canzone di non-lavoro ideata dall'Indecoro.

pagina 1960
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Trent'anni (Piazza della Loggia 1974-2004)


(2004)
di Nuovo Canzoniere Bresciano
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti, strategia della tensione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/trentanni-piazza-della-loggia-1974-2004

Troppi anni son passati Altre storie ci han portato


per potere ricordare con violenza i sassi in tasca
veramente cosa è stato a cercare a modo nostro
quell’inferno maledetto una vera verità

Per potere ricordare Ma i ragazzi son cresciuti


quegli sguardi senza vita e qualcosa hanno capito
quella voglia di fuggire e ogni giorno e ogni ora
senza voglia di tornare qui di fronte alla colonna
hanno detto no alla morte
Per potere rivedere han deciso per la vita
un’altra vita in quella piazza han deciso ….per la vita
di ragazzi che in quel maggio
non potevano capire E la storia mai finita
perché uccisa da una storia come tutte queste storie
una storia mai finita spacca il cuore e la sua pietra
una storia ….mai finita e ritrova la sua vita
nei caduti di ogni giorno
Quanta voglia di giustizia dentro agli occhi e alla memoria
ci ha portati in questa piazza di quel giorno maledetto
ogni anno di una storia della guerra mai finita
senza pace ne giustizia della guerra ….mai finita

Informazioni

I canti del Nuovo Canzoniere Bresciano ci sono stati comunicati direttamente dai componenti del gruppo, in
particolare ringraziamo Bruno Podestà.

A trent’anni dalla strage di Piazza Loggia a Brescia, nasce questo ricordo che vuole essere un grido contro
l’ingiustizia e la memoria svuotata di verità che hanno sempre infangato i nomi delle vittime di quel lontano 28
maggio. Una strage di stato a tutt’oggi senza colpevoli nonostante le ben note vicissitudini politiche italiane. Nella
canzone c’è un appello a quei ragazzi del 1974 che oggi hanno “capito qualcosa”, che hanno deciso la vita contro
la morte e che rivivono con gli stessi occhi, nei caduti di ogni giorno, l’orrore vissuto in quella piazza. La memoria
non è un museo, un archivio della storia, la memoria ha un senso nella sua attualità (Nuovo Canzoniere Bresciano).
Testo e musica di Gigi Modiano.

pagina 1961
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U 5 lugli du 60
di Lorenzo Peritore
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: siciliano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/u-5-lugli-du-60

M’arricordu ca era caruseddu, Chi petri ca c’erinu na linia


tri misi menu di quattordici anni, ficiru a fuia contru a Polizia,
quannu a Licata successa un fattu gravi ca p’addifennisi e scuraggiari a tutti
c’un mortu feriti e un saccu i danni. chi lacrimogini a corpu arrispunnia.
N’avivinu prumisu na cintrali
ca pani a tanta genti aviva a dari, Sta mossa pero’ ficia cio’ dannu
ma i politici, comu sempri foristera e i cosi accuminciaru a peggiorari,
st’occasioni na ficiru scappari. a genti continua’ a tirari petri
e a polizia accumuncia’ a sparari.
Chiddi ca cumannavinu a ddi tempi,
tutti di fora, e mancu un licatisi, Cincu feriti si cuntaru o cincu i lugliu
arrinisceru a purtarla ni so parti comu succeda quannu c’e’ na guerra,
abbunnannu di travagliu i maranisi*. mentri un picciottu di vinticinc’anni
hava di tannu c’arriposa sutta terra.
C’e’ co dicia pero’ ca sta centrali
a Licata unn’era propriu distinata, Napoli Vincenzu si ciamava
nu mbrugliaru i politici di tannu e scioperava pi solidarieta’,
p’aggarrarisi i voti di Licata ma pi na causa c’arriguardava a tutti
Cà travagliu ci nn’era picca e nenti di picciutteddu a vita ci appizzà.
e c’era co unn’aviva chi mangiari,
pi chissu tanti patri di famiglia Di tannu menzu seculu ha passatu,
pa Germania accuminciavinu a scappari. a Licata unn’ha cangiatu nenti
Era u cincu di lugliu du sissanta e i picciotti pi truvarisi u travagliu
e ci l’haiu davanti comu se fussa ora, hannu a scappari pi giri n’cuntinenti.
ca pu sciopiru di sta centrali elettrica
tanta genti da so casa scasa’ fora. E’ difficili putiri addigiriri
Fu priparata infatti na protesta ca sti carusi a Licata su mpristati,
in ogni particolari organizzata, e cocchi postu ca c’è a disposizioni
pi circari d’attirari l’attenzioni e’ riservatu pi raccumannati.
dintra un paisi di genti ispirata.
Doppu tant’anni i cosi vannu peggiu
D’apprima i scioperanti foru carmi e i nostri figli ormai sù tutti sdati,
e a forza pubblica ci potta dari mmesta, oltri e m’piegati e quattro cummircianti,
ma u suli forti di ddu cincu i lugliu. stammu arristanu sulu i pinziunati.
a tanti licatisi piglia’ n’testa.
Dittu fattu un si capia ciu’ nenti Sinatura e diputati licatisi
e successa di tuttu mmenzu i strati, o putitri n’ammu avutu picca e nenti,
ci foru scontri contru a polizia e co ha avutu a furtuna d’accianari
ca ebba puru machini abbrusciati. ha pinsatu pi d’iddu e i so’ parenti.

U ponti ca c’era supra u sciumi Co ni ciama “Babbi Licatisi”


tuttu di lignu, fattu di surdati, dicia na cosa sacrosanta e vera,
fu smantillatu di na punta all’attra babbi comu a nattri un ci nni sunnu
di na cricca di picciotti esagitati. ca spartinu tutti i voti e foristera

Ma i cosi gravi successiru a stazioni Se un mittemmu tanticcia di giudizio


unni i genti si nn’eru a protestari. unn’hava sensu ca ni lamintammu,
Supra i binari bloccaru tutti i trena, se ni passammu a manu na cuscenza,
e chi successa ? U Signuri nn’ha scanzari!! avemmu chiddu ca ni miritammu.

* (maranisi=abitanti di Porto Empedocle)

pagina 1962
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Informazioni

Sono trascorsi ormai 47 anni dallo sciopero in cui sono rimasti feriti 5 nostri concittadini, mentre un ragazzo di 25
anni ci ha rimesso la vita. Molti giovani non conoscono questa triste e tragica pagina della nostra storia, che
sarebbe bene ogni tanto ricordare. Il 5 di luglio del 1960 è una data che ha segnato a lutto la città di Licata, e
soprattutto i familiari di Vincenzo Napoli che all’età di soli 25 anni ha cessato di vivere. E’ per questo che con un
racconto in versi dialettali desidero raccontare a tutti i licatesi che allora non c’erano, e ricordare invece a tutti
coloro che c’erano, ciò che è successo in quel “caldissimo” e ormai lontanissimo 5 luglio del 1960, e come si sia
potuto verificare che un giovane di 25 anni, per rivendicare i propri diritti e quelli di una intera popolazione di
quarantamila abitanti esasperata da una infinita quantità di problemi, ci ha rimesso la sua giovane vita. (Lorenzo
Peritore)

pagina 1963
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Un Milione Di Passi
(2015)
di Fiorenzo Gualandris
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: lombardo
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/un-milione-di-passi

Centomila gavette di ghiaccio ma i tudesc han puntà i so canon


chi bestemmia e chi prega il Signore
per compagna la fame e la morte Don Virginio al nost pret
che sorteggia chi torna e chi muore partigian par vucasion
dumanda una stafeta
Sulla pista col gelo che morde si ga vör una stafeta
io trascino i miei piedi e speranza par l' Anselmo cur ad avisà.
sogno casa e il calor di un camino
porco Duce ti vorrei qui vicino Ma par mi ca sun vignù a ca' a pe' da la
Un milione di passi Rusia
sulla steppa gelata sa ga vör a fa una cursa fin là
ogni passo, che fatica la pagüra dacord si l'è tanta
stringo i denti, io vivrò. ma una roba se ghe da fala, la sa fa.

Sinta al Nivili m' al canta “ Cumandant Anselmo, c'al ma 'sculta par


sità giò 'nsu la bancheta fora da ca' piasè
a guardà i tusan alegher che pasen Don Viginio al manda a dì da spicià,
cunt questo so, che al ma scalda i oss. ga pö sciupà una bataglia tremenda,
e tanta gent, la po murì ”
Par no vera de ves rivà a ca' E a l'è stai inscì che sensa fa bataglia,
par no vera da vess sità giò chi sensa nisün che g' ha lasà la pell
cun tucc i pass che ho fai in sura al giasc i tudesc han purtà via i so strasc
e la guera…...par mi l'è finì. e via anca i fas cista, finalment fora di
ball.
Ma gh' è una roba che la ma stà in su i ball
vidè fascista e tudesc ammò chi in Punt Vecc Un milione di passi
duvè scapà a nascundes se pasen han fai i me pè fin da la Rüsia
par la pagüra da vèss minà via e che fadiga, e che sudada,
ma per fa la staffeta, uè …...che allenament.
Ma han vansà poc da fa i ganassa
a Magenta in già prunt i partigian E che fadiga, e che sudada,
gh' è l' Anselmo con la sua brigada la prosima völta…... a ciapi al tram.

Informazioni

Canto del repertorio del gruppo di canto sociale e popolare Polenta Violenta.

Testo in Lombardo ma nel link su You Tube scorre la traduzione italiana in sincrono col canto.

Canzone che racconta di personaggi ed eventi reali nella storia della resistenza e della liberazione della frazione
Ponte Vecchio di Magenta

Protagonista non nominato: Luigi Ferrario giovane reduce di Russia che non ha aderito alla RSI

Don Virginio Colazani: Pretrer Partigiano della Frazione di Ponte Vecchio di Magenta, comandava una trentina di
effettivi.

Anselmo Arioli "Licio" : comandante dellaq 5° Divisione Garibaldi "Magenta"

pagina 1964
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Un tatuaggio nella mente


(2001)
di Pardo Fornaciari, Marco Guercio
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/un-tatuaggio-nella-mente

Ho paura ma non basta Dovevate voi saperlo


non mi avete spaventato che la polizia non basta
Non starò più chiuso in casa per abbattere un'idea
sono ancora più arrabbiato ecco, siamo più di prima
Ho capito cosa siete Un'idea definitiva
siete luridi fascisti di giustizia e libertà
e sparate ed uccidete di uguaglianza, amore, pace
libertari e comunisti e di solidarietà
Noi lottiamo contro chi State attenti voi aguzzini
vuole un mondo diseguale che la lotta è cominciata
noi lottiamo e lotteremo dopo Genova di luglio
contro fame e capitale la rivolta è solo nata

Ed era solo come soli siamo Ed era solo come soli siamo
quando si sta male quando si sta male
e la paura e lo sparo e la paura e lo sparo
d'un servo del capitale d'un servo del capitale
Ora abbiamo Carlo accanto Ora abbiamo Carlo accanto
con il suo passamontagna con il suo passamontagna
è un tatuaggio nella mente è un tatuaggio nella mente
voi fascisti\maledetti\ voi fascisti\maledetti
riscattare\la vergogna! \riscattare\la vergogna!

E voi servi del potere Noi saremo tutti i giorni


massacrate i dimostranti a distruggere l'impero
per il pane, la famiglia del mercato della morte
per i soldi, pochi o tanti della fame del denaro
Noi ci siamo abbiam capito Otto re son così pochi
quello che vi fa paura noi sarem sempre di più
che si mostri che la vostra e sappiate che da adesso
libertà è una dittatura non vi obbediremo più
Noi cresciamo ogni giorno Globalisti affamatori
con la forza delle idee alla fine viene il bello
con cui Carlo vive sempre Globalizzeremo il mondo
vive e lotta accanto a noi con la falce ed il martello

Ed era solo come soli siamo Ed era solo come soli siamo
quando si sta male quando si sta male
e la paura e lo sparo e la paura e lo sparo
d'un servo del capitale d'un servo del capitale
Ora abbiamo Carlo accanto Ora abbiamo Carlo accanto
con il suo passamontagna con il suo passamontagna
è un tatuaggio nella mente è un tatuaggio nella mente
voi fascisti\maledetti\ voi fascisti\maledetti\
riscattare\la vergogna! riscattare\la vergogna!

Informazioni

Composta verso la fine dell'estate 2001 da Marco, avvocato dei COBAS (a lui si devono numerose sentenze pilota,
come quella che obbligò ad assumere a tempo indeterminato i precari dei call-center) e Pardo, inegnante in

pagina 1965
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pensione e cantastorie.

pagina 1966
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Un violador en tu camino
(2019)
di Colectivo Lastesis
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: spagnolo/castigliano
Tags: femministi, repressione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/un-violador-en-tu-camino

El patriarcado es un juez El violador eras tú.


que nos juzga por nacer, El violador eres tú.
y nuestro castigo
es la violencia que no ves. Son los pacos,
los jueces,
El patriarcado es un juez el estado,
que nos juzga por nacer, el Presidente.
y nuestro castigo
es la violencia que ya ves. El Estado opresor es un macho violador.
El Estado opresor es un macho violador.
Es femicidio.
Impunidad para mi asesino. El violador eras tú.
Es la desaparición. El violador eres tú.
Es la violación.
Duerme tranquila, niña inocente,
Y la culpa no era mía, ni dónde estaba ni sin preocuparte del bandolero,
cómo vestía. que por tu sueño dulce y sonriente
Y la culpa no era mía, ni dónde estaba ni vela tu amante carabinero.
cómo vestía.
Y la culpa no era mía, ni dónde estaba ni El violador eres tú.
cómo vestía. El violador eres tú.
Y la culpa no era mía, ni dónde estaba ni El violador eres tú.
cómo vestía. El violador eres tú.

Informazioni

Frutto di un’idea del collettivo cileno Las Tesis, creato poco più di un anno fa a Valparaìso in Cile da cinque donne,
Sibila Sotomayor, Dafne Valdés, Paula Cometa Stange e Lea Cáceres. E' stato "interpretato" per la prima volta
davanti alla Seconda stazione di polizia di a Valparaíso, in Cile il 18 novembre 2019, nel corso di un "flash mob". La
sua portata è diventata mondiale dopo che i movimenti femministi in decine di paesi hanno adottato e tradotto la
performance per accompagnare le loro proteste e rivendicazioni locali per la cessazione e la punizione di
femminicidi e violenza sessuale.
L'azione, nata durante le proteste in Cile contro il governo di Piñera, è stata ideata originariamente per denunciare
gli stupri dei carabinieri cileni rimasti impuniti grazie alla complicita di uno stato corrotto. Il titolo della canzone, Un
violador en tu camino non è casuale. Lo slogan dei carabineros cileni è infatti “Un amigo en tu camino”.

La canzone si basa su un testo dell’antropologa femminista argentino-brasiliana Rita Segado

Maggiori informazioni

pagina 1967
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Una vita normale


(2012)
di Marco Rovelli
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/una-vita-normale

Per vedere il mare in Brianza le prime navi dal ‘67


Ci vuole cuore e tanta fantasia
E tu che avevi il nome di Utopia E il tuo mare racconta, c’è da raccontare,
Vedevi il cielo dentro la tua stanza che cosa si vuole dopo quel terrore
Che non è difficile immaginare
Il cielo aperto che cade nel mare che si vuole una vita normale.
E il mare lo sa di non avere confini
I confini son roba di piccola gente Navigare, navigare
Che vive per poco e muore per niente Mani ferme sul timone
Con il sole sulla faccia
Per vedere ciò che non si vede Barra dritta, Utopia
Bisogna avere fede e coraggio
La fede che qualcosa deve accadere Navigare, navigare
E il coraggio che chiede di volerlo vedere Con le ali di gabbiano
Né bandiere né frontiere
E la tua Utopia ha preso il largo a vent’anni Il mare è di chi resta umano
Hai scelto l’aperto del mare, o del cielo
Che poi è lo stesso concetto: Il silenzio dei bambini
Che qui c’è un mondo da fare che ti guardavano giocare
quel piccolo abbandono
E la tua Utopia è arrivata in barca a Gaza che vi ha fatto abbracciare
E lì ha preso casa
In quella striscia di terra senz’aria Sulle strade troppo strette
C’è bisogno di respirare di un quartiere senza nome
Un gioco che ti consegnava
Navigare, navigare alla tua rivoluzione
Mani ferme sul timone
Con il sole sulla faccia Che poi sarebbe meglio dire
Barra dritta, Utopia che è la tua rivolta
ma il mondo non ascolta
Navigare, navigare e tu ti lasci trasportare
Con le ali di gabbiano
Né bandiere né frontiere Dalle onde così alte
Il mare è di chi resta umano che ti sembrano colline
sono storie, rose, spine,
Le bombe cadevano, bruciavano i corpi che non smetti di ascoltare
Fiorivano gl’incubi al gelo del cielo
Il piombo fuso colava, la gente crepava Hamza, il miscredente
E non c’era misura per questo scempio, che un giorno si è convertito
Per questo massacro portato ad esempio ed è morto, l’arma in pugno
Al mondo intero, e allora scrivevi per farne ma dov’è il suo paradiso?
figura,
per toglier paura a chi non s'è arreso E Maha che in una terra
sempre più verde di martirio
Dicevi dei segni lasciati nei sogni dei si toglie il velo dalla testa,
bimbi, basta con il sacrificio
i visi scalfiti da rughe dei vecchi
che han visto due naqba e aspettan la morte E Fida che al contrario
così come han vissuto, e han vissuto in il velo lei non lo portava
gabbia, e decide di volerlo,
e tu in quella gabbia sei voluto tornare, non vuole essere schiava
in nave, per mare,
in migliaia erano al porto ad aspettare E poi tutti i tuoi amici

pagina 1968
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contadini, pescatori, che si deve liberare


minatori dentro al tunnel,
di una terra senza un fuori Navigare, navigare
Mani ferme sul timone
E chi distilla l’alcool, Con il sole sulla faccia
e chi canta la sua canzone Barra dritta, Utopia
e chi sogna un’altra terra,
e le coppie che fanno l’amore Navigare, navigare
Con le ali di gabbiano
E la vita che ci prova, Né bandiere né frontiere
ci prova ad essere normale Il mare è di chi resta umano
e c’è sempre tutto un mondo

Informazioni

Canzone dedicata a Vittorio Arrigoni (Vik), militante e sostenitore della causa palestinese.

pagina 1969
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Uni ciao
(2010)
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale, scuola/università
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/uni-ciao

Una mattina mi son svegliato che non porta produzion


o uni ciao uni ciao uni ciao ciao ciao
una mattina mi son svegliato E produzione meccanizzata
e ho trovato l'imprenditor o uni ciao uni ciao uni ciao ciao ciao
e produzione meccanizzata
O dottorato vattene via di strumenti d'oppression
o uni ciao uni ciao uni ciao ciao ciao
o dottorato vattene via E non è vero che l'oppressione
non mi sento di investir o uni ciao uni ciao uni ciao ciao ciao
e non è vero che l'oppressione
E di investire nella ricerca passa solo dal balcon (riesce solo con
o uni ciao uni ciao uni ciao ciao ciao l'azion)
e di investire nella ricerca Ma passa sempre per il pensiero
morto di atrofizzazion

Informazioni

Parodia di "Bella ciao" scritta e cantata dagli studenti universitari torinesi del coordinamento SI (Studenti
Indipendenti)

pagina 1970
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Unni si'
(2014)
di Francesco "Ciccio" Giuffrida
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: siciliano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/unni-si

Unni si’ ca ti cercu a tutti banni, Tu si’ lu me pileri forti e duci,


varca sbannuta sugnu ammenzu a l’unni; bannera ca risisti ad ogni ventu,
cimiddìu a lu ventu comu ’i canni torcia ’nciammata fai lustru e n’abbruci
e mi furrianu l’occhi tunni tunni. cu t’astutau n’ha aviri cchiù abbentu.
Si ppo’ fari ’n signali mi lu manni, Lu to silenziu morti n’arridduci,
unn’haju a circari cchiù, dimmillu unni; viniti genti, a unu a deci a centu:
crisci la pena ogni ura cchiù granni è comu vivu si facemu vuci
e li pinseri me cchiù niuri e funni. di novu allatu lu vogghiu lu sentu.

Informazioni

Questo canto, dedicato a Peppino e Felicia Impastato, ha ricevuto il Premio Giovanna Daffini per il 2014. Ci è stato
comunicato direttamente d Francesco "Ciccio" Giuffrida, autore del testo.

pagina 1971
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Vedo l'asino di fronte al Minister


(2011)
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: satirici, scuola/università
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/vedo-lasino-di-fronte-al-minister

Guardo l’ asino E il bidello non c’è più


di fronte al Minister Du du du du du
il futuro dei bambini
Secondo la Gelmini Queste strane cose
è un caccia bombardier vedo ed altro ancor
Più caro dell’ inchiooostro finchè ticchete ticche
ticchete ticche
Vanno i soldi ticchete non sento che e'
sopra il mare tutto blu guarita la scuol
il maestro è cancellato dal partito dell’amor
Evviva il precariato

Informazioni

Cantato dai bambini della scuola pubblica VII circolo Montessori di Roma (che avevevano per l'occasione costruito
un asino con le bottiglie di plastica riciclate), su musica della canzone A Zonzo di Ernesto Bonino, cantata da
Alberto Sordi nell'edizione in lingua italiana del film I diavoli volanti. La canzone, cantata da Oliver Hardy nella
versione originale, è Shine on, harvest moon, composta da Nora Bayes e Jack Norworth nel 1908. Testo
rimaneggiato da Marina Collaci

pagina 1972
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Venditore di sassi
(2007)
di Alessio Lega
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/venditore-di-sassi

Di' papà tutta la tristezza


ma dove sta di un mondo povero che crepa
il venditor di sassi e un altro soffocato
e speriamo che lui passi da tutta la merce invenduta
quand'ho la cartella! nel supermercato.
La maestra dice in classe
la vita è un gioiello Quando offro il mio panino
che i cattivi avran la peggio a chi non mangia mai
che il futuro è bello... quando do tutto il mio amore
a chi ha solo guai
E allora... non è per esser comunista
Perchè i bimbi di Belfast né un buon cristiano
di Harlem, di Palermo cerco solo il gusto nuovo
lottan con le pietre in mano di sentirmi umano.
persi nell' inferno?
Quando raccontavano Di' papà
di Davide e Golia ci son parole
ho creduto fosse storia che fan male alle orecchie
e non solo poesia. son le stesse son le sole
sempre quelle vecchie...
Di' papà Fa' che trovi la mia rabbia
quand'è che passa sotto la pietà
la giostra d¹allegria fa che trovi un'intifada
vedo troppa gente sola in ogni città.
persa nella via
sento un pianto falso e infame Di' papà
dai televisori ma dove sta
mentre c'è chi piange e ha fame il venditor di pietre
a due metri fuori. e, stai attento, se è passato
poi ritorna indietro...
Di' papà Se tu fai del mio dolore
se passerà e dei miei sassi infine
chi vende tenerezza solo un urlo di furore
se potrà consolare per le tue canzoncine!

Informazioni

Si tratta della versione italiana, piuttosto libera in alcuni punti, di Marchand de chailloux, di Renaud Séchan.

pagina 1973
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Vennero
(2017)
di Francesco "Ciccio" Giuffrida
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/vennero

Vennero prima per i comunisti, adesso lo so.


io vidi e muto distolsi lo sguardo.
Ma voi capite, non ero marxista, E fu la volta di nomadi e rom,
e percorrevo la strada mia. io vidi e muto distolsi lo sguardo.
Nella mia casa non giunse un lamento,
Nessuno ha una strada e percorrevo la strada mia.
ch’è solo per lui!
Io non lo sapevo, Nessuno ha una strada
adesso lo so. ch’è solo per lui!
Io non lo sapevo,
Poi presero i capi dei sindacati, adesso lo so.
io vidi e muto distolsi lo sguardo.
Ma io non ero nemmeno iscritto, Quando marchiarono tutti gli ebrei
e percorrevo la strada mia. io vidi e muto distolsi lo sguardo.
“Questi di certo non son fatti miei”
Nessuno ha una strada E percorrevo la strada mia
ch’è solo per lui!
Io non lo sapevo, Nessuno ha una strada
adesso lo so. ch’è solo per lui!
Io non lo sapevo,
Quando colpirono gli omosessuali adesso lo so.
io vidi e muto distolsi lo sguardo.
Non mi importava, ve lo confesso Vennero a prendermi in tanti una notte,
e percorrevo la strada mia. nessuno c’era a vedere, a parlare.
Mentre venivo strappato dal letto
Nessuno ha una strada gli occhi cercavano la strada mia.
ch’è solo per lui! Nessuno ha una strada
Io non lo sapevo, ch’è solo per lui!
Io non lo sapevo,
adesso lo so.

Informazioni

Ispirata a una poesia del Pastore Martin Niemoeller

pagina 1974
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Ventimiglia tu sei maledetta


(2015)
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: repressione, emigrazione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ventimiglia-tu-sei-maledetta

La mattina del 30 settembre, Voi chiamate democrezia


si muovevano le truppe italiane, questa terra di là dei confini,
Ventimiglia le terre lontane qui si muore gridando assasini
e dolente ognun si partì. maledetti sarete un dì.

Sotto il sole che batteva rovente, Cara terra, che tu non mi senti,
si bloccavano i confini vicini, raccomando ai compagni vicini,
e dai monti, colline e gran valli di resistere in mari ostili
si partiva dicendo così: che io parto col ricordo nel cuor.

Ventimiglia tu sei maledetta Traditori voi parlamentari,


per ognicuore che sente coscienza, la frontiera l'avete voluta,
dolorosa ci fu la partenza schernitori di carne venduta
e il ritorno una scelta non fu. questa lotta ci insegna così.

O vigliacchi voi ve ne restate Ventimiglia tu sei maledetta


con le mogli sui letti di lana per ognicuore che sente coscienza,
schernitori di noi carne umana, dolorosa ci fu la partenza
questa guerra ci insegna a partir. e il ritorno una scelta non fu.

Informazioni

Parodia del canto della prima guerra mondiale O Gorizia,


Composta in occasione dello sgombero del presidio “No Border” di circa 150 persone tra migranti e attivisti solidali
da parte dalle forze dell’ordine, ai Balzi Rossi presso Ventimiglia, scogliera che dal giugno 2015 è simbolo della
protesta di chi chiede di poter attraversare la Francia per raggiungere il nord Europa.
Il testo è stato pubblicato sul numero 6 (autunno 2015) della fanzine Carta Forbice Sasso, del Collettivo Anarchico
Studentesco Torinese.

pagina 1975
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Vi ricordate la forza sindacale


(2015)
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/vi-ricordate-la-forza-sindacale

Vi ricordate la forza sindacale Sian maledette le multinazionali


si scioperava e contrattava ancor che cose inutili ci fanno comprare
e nonostante il padrone maiale e che possiedono media e giornali
si confidava trovare lavoro. per molto meglio poterci coglionar.

O voi precari che penate così tanto Vogliam ridurre i loro profitti
per mantenere la nostra gioventù, e finiranno questi tempi brutti:
voi guadagnate pochi euro soltanto rivendichiamo i nostri diritti,
e la speranza va sempre più giù. lavoreremo di meno ma tutti.

Informazioni

Testo composto il 28 febbraio 2015 a Crespi d'Adda nell'ambito della manifestazione "Almen nel canto non vogliam
padroni", organizzato dal coro Pane e Guerra di Bergamo. Sull'aria di "Addio padre e madre, addio".

pagina 1976
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Vi ricordate quel 20 di luglio


(2002)
di Pardo Fornaciari
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: repressione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/vi-ricordate-quel-20-di-luglio

Vi ricordate quel 20 di luglio Scappa un plotone dei carabinieri


Genova calda e incatenata quando un gippone come per vendetta
da otto gangster che a mano armata prende di mira il corteo e si getta
il mondo intero voglion dominar! contro i compagni a gran velocità

Che cosa fa Gianfranco Fini Sbanda e si pianta contro un cassonetto


con la sua mobile in questura e non riesce più a manovrare
ma ill movimento non ha paura ma fra i compagni c’è chi va a provare
difenderemo la libertà una lezione gli vogliono dar

Il blocco nero scorrazza in giro Ma dall'interno per potere sparare


e spacca tutto senz’esser fermato Con l'estintore spaccano il vetro
ma ai pacifisti viene riservato quando Giuliani glielo tira indietro
un trattamento davvero special gli spara in faccia il carabinier

Le tute bianche fanno il corteo L’altro assassino che stava al volante


Per arrivare alla zona rossa stritola Carlo con il gippone
ma un plotone gli si scaglia addosso e il mondo intero in televisione
di poliziotti e di finanzier vede l’orrore e la bestialità

Le prime linee fan l'autodifesa E io vi chiedo miei cari compagni


a protezione di tutti gli altri andare in giro a raccontare
perché una volta che si son sganciati quel che è successo a denunciare
a casa salvi possano tornar per la difesa della libertà

Informazioni

Scritta da Pardo Fornaciari nell'ultima decade di luglio 2001, di ritorno da Genova; rielaborata nel finale (dove si dà
la versione più autentica di quanto è successo) dopo un colloquio con Heidi Giuliani, l'anno dopo. Sull'aria di "Vi
ricordate quel 18 aprile"

pagina 1977
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Viaggiatori viaggianti
(2013)
di Polenta Violenta - Canzoniere Popolare, Roberto Mereta
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: lavoro/capitale, emigrazione
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/viaggiatori-viaggianti

Viaggiatori viaggianti da questa parte del mare.


senza valige da trasportare
viaggiatori viaggianti Sperando che il vostro
senza biglietto da mostrare. Dio sia migliore
Viaggiatori viaggianti sperando che l' onda
che son sempre li a sperare non ci ribalti.
viaggiatori che viaggiano Si sente solo
senza carta da mostrare odore di mare
e le stelle son le uniche
Viaggiatori viaggianti luci da vedere.
con la paura di non arrivare
viaggiatori viaggianti E dopo ore a scutare il mare
che son storie da non sapere. dopo ore a capire questo mare
Storie di fame un mare che può essere fantasia
di sabbia e miseria morte o libertà
storie sbagliate
dall' altra parte del mare. Viaggiatori che navigano
al porto arrivano male
E dopo ore a scrutare il mare viaggiatori che qualcuno
dopo ore a capire questo mare se l'è mangiato il mare.
un mare che può essere fantasia guardando le onde
morte o libertà. tra salsedine e merda
con la paura di non arrivare.
Con la speranza
di una vita migliore Viaggiatori viaggianti
con la speranza senza valige da trasportare
di una vita diversa. viaggiatori viaggianti
Sbattuti dentro un CIE senza biglietto da mostrare.
come cani randagi Viaggiatori viaggianti
storie sbagliate che son sempre li a sperare
viaggiatori che viaggiano
senza carta da mostrare

pagina 1978
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Vigliacca!
(2000)
di Alessio Lega
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: antimilitaristi
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/vigliacca

Ahi guerra che hai fatto vigliacca Ahi guerra che hai fatto assassina.
Ahi guerra che hai fatto vigliacca
Mi hai preso e strappato la giacca Ahi guerra che hai fatto bastarda
E mi hai dato un triste fucile Ahi guerra che hai fatto bastarda
Mi hai detto o spari o sei un vile Vigliacca, vigliacca, codarda
Ahi guerra che hai fatto vigliacca. Mio dio che paura ho nel cuore
Ahi quanto massacro che orrore
Ahi guerra che hai fatto carogna Ahi guerra che hai fatto bastarda.
Ahi guerra che hai fatto carogna
Mi hai preso e mi hai messo alla gogna E son diecimila anni, centomila volte
La gogna, e in mano una bomba Che partiamo verso il fondo della notte
Mi hai fatto scavare la tomba Ubriachi dal terrore di morire
Ahi guerra che hai fatto carogna. Marci di dolore
Ci dicono sempre questa è l’ultima battaglia
E c’è chi ti sogna ancora come il vello d’oro Ma non muovi foglia che guerra non voglia
È il mercante in fiera, fiero di sbranare Persa già in partenza
Un’altra primavera e commerciare morte È la propria esistenza.
Fa sentire forte!
C’è chi dice che sei dolorosa ma necessaria Ahi guerra, ahi quanto sconforto
A volte non è aria, non si può far altro Ahi guerra, ahi quanto sconforto
Che ascoltar la voce di tutti i cannoni Io ero vivo e sono morto
Per mettere pace... Ho sangue su tutte le dita
Ho sangue per tutta la vita...
Ahi guerra che hai fatto assassina Ahi vita in che guerra son morto
Ahi guerra che hai fatto assassina Ahi vita in che guerra son morto
Sciacallo, sciacallo, faina Ahi vita in che guerra sono morto?
Per tutti quei morti che pena
Mi hai fatto sparare alla schiena (La frase “Guerra che hai fatto vigliacca”
è di Bulat Okudzava).

Informazioni

Dice Alessio Lega: "È la mia versione, la mia riscrittura, di un antica canzone popolare: Gorizia. L’ho scritta durante
la guerra del Kossovo."

Dal CD "Resistenza e amore", Nota, 2004

Sito ufficiale:
http://www.alessiolega.it/

pagina 1979
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Viva la guerra!
(2002)
di Luciano Tarabella
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: toscano
Tags: satirici
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/viva-la-guerra

Viva la guerra, li sbudellamenti, e abbasso tutto il resto, l' onestà


le rapine alla banca, le sassate, la fratellanza, l'uso del cervello,
viva li stiaffi, i morsi, le puntate, i bimbi, i vecchi, la cordialità
la droga, la violenza, i rapimenti,
che vien dall'amore e dalla pace
viva la fame, viva l' accidenti, più tutto quanto al mondo c' è di bello
l'operazioni, le revorverate, ma che, si vede, a tutti nun ni piace.
evviva le stazioni bombardate,
i ladri, l’assassini, i delinquenti; Forse la vita è solo una pazzia
che succhia ir sangue e sputa l' armonia.

Informazioni

E’ un sonetto caudato scritto da un poeta livornese, Luciano Tarabella. La musica di impianto popolaresco è di
Pardo Fornaciari. L’abbiam cantata in tanti davanti a Camp Darby (base americana), provocando serie crisi di
identità a polizia e carabinieri a cavallo. Del resto è noto che i cavalli sono animali poco avvezzi ai sarcasmi.

pagina 1980
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Voglio una casa


(1997)
di Lucilla Galeazzi
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: lotta per la casa, terremoto
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/voglio-una-casa

Voglio una casa, la voglio bella Voglio ogni casa, che sia abitata
Piena di luce come una stella E più nessuno dorma per strada
Piena di sole e di fortuna Come un cane a mendicare
E sopra il tetto spunti la luna Perchè non ha più dove andare
Piena di riso, piena di pianto Come una bestia trattato a sputi
Casa ti sogno, ti sogno tanto E mai nessuno, nessuno lo aiuti.
Dididindi, Dididindi... Dididindi, Dididindi...

Voglio una casa, per tanta gente Voglio una casa per i ragazzi,
La voglio solida ed accogliente, che non sanno mai dove incontrarsi
Robusta e calda, semplice e vera e per i vecchi, case capienti
Per farci musica matina e sera che possano vivere con i parenti
E la poesia abbia il suo letto case non care, per le famiglie
Voglio abitare sotto a quel tetto. e che ci nascano figli e figlie.
Dididindi, Dididindi... Dididindi, Dididindi...

Informazioni

Ce l'ha trasmessa la cantastorie aquilana Anna Barile, precisando che Lucilla Galeazzi scrisse questa canzone dopo
il terremoto in Umbria del 1997

pagina 1981
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Volante Cucciolo
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: antifascisti
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/volante-cucciolo

Arca chiama e la volante risponde veloce E i compagni uno a uno morenti, cadere vedrà
E si parte di corsa lontano a cercare i La Volante è già un cuore solo che sempre
compagni vivrà
Quattro chiacchere lungo il sentiero non Vola, Gino, Ermanno,
fanno mai male Villa, Carluccio,
E la lotta che soffoca il mondo più leggera Cesco, Gigetto,
sarà Jubal, Peppo,
La Volante è già un cuore solo che palpita e Ora a Tippererry il sonno e molto profondo
va. E la neve nei prati e sui monti si scioglie
Vola, Gino, Ermanno, di già
Villa, Carluccio, Se ti coglie un triste pensiero pensa a
Cesco, Gigetto, domani
Jubal, Peppo, Da quel sangue nascerà un fiore rosso della
E se l’alba ti coglie e sorprende con delle Libertà
ombre grigie La Volante è già un cuore solo che non morirà
Tu resisti, combatti e soffri per la Libertà La Volante è già un cuore solo che sempre
Una volpe compare tra i lupi che mordon vivrà
feroci La Volante è già un cuore solo…….. che sempre
vivrà

Informazioni

Trarego 25 febbraio 1945. La “Volante Cucciolo “ opera nel Verbano, è un reparto della brigata “C,.Battisti”; si
tratta di una piccola unità combattente composta da 9 uomini, al comando di Nino Chiovini ”PEPPO”.

Gli altri reparti della “Battisti li accolgono con grande simpatia perché quelli della “Cucciolo” sanno infondere
fiducia e coraggio,perché portano allegria, perché le loro azioni si aprono con simpatiche beffe e si chiudono con
brillanti risultati, perché sanno che quelli della “Cucciolo” sono autentici guerriglieri che, pur con allegria, fanno sul
serio.

pagina 1982
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Zona rossa
(2012)
di Anna Barile
Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)
Lingua: italiano
Tags: terremoto
Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/zona-rossa

Qui c'è ancora la zona rossa ci regalano gli auditori


non c'abbiamo la zona franca
non c'abbiamo più soldi in banca Infrastrutture...insicure...
non sappiamomo cos'è crollato impalcature... durature!
tengono tutto transennato,
ma è stato tutto già saccheggiato Tanti tanti tanti
siamo pieni de inquisizioni stan guadagnando tanti milioni
de denunce e investigazioni pure mo' con Monti
per aver organizzato manifestazioni, a spese nostre come non mai.
c'è l'esercito ad ogni pizzo
non ci fanno vedè le piazze Qui la vita non è normale
fanno gli scemi con le ragazze. ci rispondono sempre male
stare all'inferno mi sembra uguale,
Sempre contenti bisogna stare devi fa' 'n modulo per ogni cosa
che il nostro piangere se parti se esci se prendi sposa
fa male al premier... se fa davvero una vita rognosa,
mentre noi abbiamo perso il posto
Tanti tanti tanti a nessuno ie frega questo
stan guadagnando tanti milioni ma andiamo avanti e terremo tosto,
pure mo' con Monti nel bel paese sorridente
a spese nostre come non mai. dove si specula allegramente
sulle disgrazie della gente.
Senza nessuna garanzia
ogni tanto un lavoro si avvia Siamo cortesi... forti e gentili
dice che siamo in democrazia, dove si comprano...quattro fuci...
fanno rotonde, grossi parcheggi quattro badili
che ci rovinano tutti i paesaggi Tanti tanti tanti
a noi ci restano solo i disaggi. stan guadagnando tanti milioni
Mo' ci fanno pagà le tasse pure mo' con Monti
mentre loro giocano a golfe a spese nostre come non mai.
qui ci fanno passà pe' fessi
non cè un piano regolatore Specie mo' con Monti
ci consumano i territori aprite l'occhi e stamo in campana
rubano sui conti
qui nello stato della banana.

Informazioni

Sull'aria de La strana famiglia di Giorgio Gaber

pagina 1983
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Sommario
Le rivoluzioni borghesi e il Risorgimento (fino al 1870) ................................................................................. 3
A tocchi a tocchi ................................................................................................................................................ 4
A Torino, piazza San Carlo ................................................................................................................................. 5
Addio Livorno ..................................................................................................................................................... 6
Ai 24 ma di settembre ....................................................................................................................................... 7
Allons français au champ de Mars ..................................................................................................................... 8
Andiremo in Roma santa .................................................................................................................................... 9
Bel paese l'Italia ............................................................................................................................................... 10
Ça ira ............................................................................................................................................................... 11
Camicia rossa .................................................................................................................................................. 12
Canto degli esuli piemontesi [Numi voi siete spietati] ..................................................................................... 13
Canzone dei bersaglieri ................................................................................................................................... 14
Cari signori mi son presentato ......................................................................................................................... 15
Ch'è beddu Caribardu ca mi pari ..................................................................................................................... 16
Ciapa Cialdini ................................................................................................................................................... 17
Colla testa del Gran Pio .................................................................................................................................... 18
Coraggio fratelli ............................................................................................................................................... 19
Curagi fiöi ........................................................................................................................................................ 20
Di tutti i codini faremo uno scempio ................................................................................................................ 21
E a Roma a Roma ............................................................................................................................................ 22
E Cavour l'ha due donne .................................................................................................................................. 23
E Garubaldo Si Lamenda .................................................................................................................................. 24
E il nostro prete che si chiama Don Luigi ......................................................................................................... 25
E lo mio damo .................................................................................................................................................. 26
E quannu Garibardu s'affacciava ..................................................................................................................... 27
E Roma Roma nova l'è la nostra ...................................................................................................................... 28
E' semo livornesi .............................................................................................................................................. 29
El pover Luisin ................................................................................................................................................. 30
Entra Cadorna .................................................................................................................................................. 31
Ero povero ma disertore .................................................................................................................................. 32
Garibaldi fu ferito ............................................................................................................................................. 33
Garibaldi l'è morto l'è morto ............................................................................................................................ 34
Gigi, 'r fratello der prete .................................................................................................................................. 35
Giovanottino dalla pupilla nera ........................................................................................................................ 36
Gone to weave by steam ................................................................................................................................. 37
Guantanamera ................................................................................................................................................. 38
Guarda, Napoleone, quello che fai ................................................................................................................... 39
Guerra guerra .................................................................................................................................................. 40
I Piemontesi son partiti .................................................................................................................................... 42
I tedeschi par Ravenna .................................................................................................................................... 43
Il cantastorie del tardo settecento ................................................................................................................... 44
Il creatore e il suo mondo ................................................................................................................................ 45
Il garibaldino .................................................................................................................................................... 46
Inno dei socialisti còrsi ..................................................................................................................................... 47
Inno dell'albero ................................................................................................................................................ 48
Io vorrei che a Metternicche ............................................................................................................................ 49
Italiani son stai vincitori ................................................................................................................................... 50
L'abolition des privilèges ................................................................................................................................. 51
L'addio del volontario ....................................................................................................................................... 52
L'aristocratie en déroute .................................................................................................................................. 53
La bersagliera dell'artigiano ............................................................................................................................. 54
La Carmagnola livornese ................................................................................................................................. 55

pagina 1984
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La carmagnole ................................................................................................................................................. 56
La dalha ........................................................................................................................................................... 57
La guillotine permanente ................................................................................................................................. 58
La madre abbandonata in cerca del suo Achille .............................................................................................. 59
La maldicion de Malinche ................................................................................................................................. 60
La Maria Antonia .............................................................................................................................................. 61
La mitraglia de'nostri cannoni .......................................................................................................................... 62
La morte del padre Ugo Bassi .......................................................................................................................... 63
La presa di Roma ............................................................................................................................................. 65
La prise de la Bastille ....................................................................................................................................... 66
La rondinella di Mentana .................................................................................................................................. 67
La rondinella livornese ..................................................................................................................................... 68
La tresca nefanda ............................................................................................................................................ 69
Lamento del contadino .................................................................................................................................... 70
Lamento di un servo a un santo crocifisso ....................................................................................................... 71
Lasselo anna' ................................................................................................................................................... 72
Le chant du 14 juillet ....................................................................................................................................... 73
Le chant du départ ........................................................................................................................................... 74
Le temps des cérises ....................................................................................................................................... 76
Les sans-culottes ............................................................................................................................................. 77
Lettera del brigante Tiburzi dal Paradiso ......................................................................................................... 78
Mie care pute ................................................................................................................................................... 79
Nanneddu Meu ................................................................................................................................................. 80
Noi siamo i Cacciatori delle Alpi ....................................................................................................................... 81
Nun lo vedi ....................................................................................................................................................... 82
O Garibaldi e al Parlamento ............................................................................................................................. 83
O Piamontesi .................................................................................................................................................... 84
O Venezia ......................................................................................................................................................... 85
Oh Poveri Soldati ............................................................................................................................................. 86
Partire partirò, partir bisogna ........................................................................................................................... 87
Povero Napoleone ............................................................................................................................................ 88
Quel uselin del bosch ....................................................................................................................................... 89
Roma capitale d'Italia ...................................................................................................................................... 90
Rondinella d'Aspromonte ................................................................................................................................. 91
Se il papa è andato via .................................................................................................................................... 92
Sei bella negli occhi ......................................................................................................................................... 93
Siège et prise de la Bastille .............................................................................................................................. 94
Sono italiano .................................................................................................................................................... 95
Storia di Rodolfo Foscati .................................................................................................................................. 96
Stornello livornese ........................................................................................................................................... 97
Stornello livornese ........................................................................................................................................... 98
Strofette [anticlericali] ..................................................................................................................................... 99
Su fratelli lasciamo le spose .......................................................................................................................... 100
Su patriotu sardu a sos feudatarios [Procurade de moderare] ...................................................................... 101
Sulla montagna del Monterotondo ................................................................................................................. 105
Sulle mura di Civitella .................................................................................................................................... 106
Tancas serradas a muru ................................................................................................................................ 107
The Internationale [L'internazionale in inglese] ............................................................................................. 108
Triallà ............................................................................................................................................................. 109
Una per tutti i popoli ...................................................................................................................................... 110
Via da noi, tedesco infido ............................................................................................................................... 111
Vinni cu' vinni, e cc'è lu triculuri .................................................................................................................... 112
Vittorio che comandi ...................................................................................................................................... 113
Viva la libertà! ............................................................................................................................................... 114
Volemo vendetta ........................................................................................................................................... 115
L'età dell'imperalismo (1870-1914) ............................................................................................................... 116
1871 .............................................................................................................................................................. 117

pagina 1985
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8 aprile 1887 .................................................................................................................................................. 118


A Fabriano l'han fatta grossa ......................................................................................................................... 119
A Ferrer .......................................................................................................................................................... 120
A Francisco Ferrer .......................................................................................................................................... 121
A morte la casa Savoia .................................................................................................................................. 122
Addio compagni addio [Canto dei coatti] ....................................................................................................... 123
Addio Lugano bella ........................................................................................................................................ 124
Addio, bella, addio! ........................................................................................................................................ 125
Alla mattina presto suonan le campane ......................................................................................................... 126
Alla stazion di Monza ..................................................................................................................................... 127
Alle cinque e mezza ....................................................................................................................................... 128
Amore ribelle ................................................................................................................................................. 129
Anche mio padre ............................................................................................................................................ 130
Andiamo in Transilvania ................................................................................................................................. 131
Bandera Roja ................................................................................................................................................. 132
Bandiera rossa ............................................................................................................................................... 133
Battan l'otto ................................................................................................................................................... 134
Beppino .......................................................................................................................................................... 135
Bevi bevi compagno [La canzone che ammazza li preti] ............................................................................... 136
Boghe longa [E tue senza pane] .................................................................................................................... 137
Bread and roses ............................................................................................................................................. 138
Bruceremo le chiese ...................................................................................................................................... 139
Canto degli affamati ...................................................................................................................................... 140
Canto dei giovani socialisti italiani ................................................................................................................. 141
Canto dei lavoratori [Inno dei lavoratori] ....................................................................................................... 142
Canto dei mietitori ......................................................................................................................................... 144
Canto dei reclusi [I potenti della terra] .......................................................................................................... 145
Canto delle donne affiliate alla Asociación Nacional de Trabajadores de España .......................................... 146
Canzone che recita Giovanni Passannante .................................................................................................... 147
Canzone dei petrolieri .................................................................................................................................... 148
Cara moglie, di nuovo ti scrivo ...................................................................................................................... 149
Carabina 30-30 .............................................................................................................................................. 150
Caserio passeggiava per la Francia ............................................................................................................... 151
Caserne et forêt ............................................................................................................................................. 152
Caviam caviam .............................................................................................................................................. 153
Che cosa vogliamo ......................................................................................................................................... 154
Chiantu de l'emigranti ................................................................................................................................... 155
Cinturini ......................................................................................................................................................... 156
Contrasto tra l'aristocratica e la plebea sulla guerra di Tripoli ....................................................................... 157
Corrido Villista ................................................................................................................................................ 158
Da candu semu nati ....................................................................................................................................... 159
Della moderna scuola il prence ...................................................................................................................... 160
Die Internationale [L'internazionale in tedesco] ............................................................................................ 161
Dimmelo Pietro Gori dove sei ........................................................................................................................ 162
Dimmi bel giovane ......................................................................................................................................... 163
Dio lo vuole .................................................................................................................................................... 164
Down in the Brunner Mine ............................................................................................................................. 165
E i' prete di Marignolle ................................................................................................................................... 166
E l'avvenire è bello ......................................................................................................................................... 167
E la mi' mamma ............................................................................................................................................. 168
E per la strada ............................................................................................................................................... 169
E si alza poi in piedi il presidente ................................................................................................................... 170
E vén quel més .............................................................................................................................................. 171
E verrà il dì che innalzerem le barricate ........................................................................................................ 172
E'giunto Pietro Gori a Rosignano .................................................................................................................... 173
El mayor de los dorados ................................................................................................................................ 174
Elle n'est pas morte [Aux survivants de la Semaine sanglante] .................................................................... 175

pagina 1986
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Er bove Rosello .............................................................................................................................................. 176


Eravamo in ventinove .................................................................................................................................... 177
Evviva la Maria Goia ...................................................................................................................................... 178
Evviva nüm .................................................................................................................................................... 179
Evviva Pietro Gori e il suo ideale .................................................................................................................... 180
Figli della plebe .............................................................................................................................................. 181
Francisco Ferrer ............................................................................................................................................. 182
Fratelli pugniamo da forti ............................................................................................................................... 183
Già allo sguardo [Il ritorno dell'esiliato] ......................................................................................................... 184
Giovinezza (versione dei sindacalisti nazionali corridoniani) ......................................................................... 185
Gli anarchici noi siamo di Milano .................................................................................................................... 186
Gli scariolanti ................................................................................................................................................. 187
Guarda giù dalla pianura ............................................................................................................................... 188
Guarda là 'n cula pianura ............................................................................................................................... 189
I 365 primi maggio dei preti ........................................................................................................................... 190
I socialisti arditi .............................................................................................................................................. 191
Il canto dei Cooperatori .................................................................................................................................. 192
Il canto dei Krumiri ......................................................................................................................................... 193
Il canto della prigione .................................................................................................................................... 194
Il Caserio lui davanti al tribunale ................................................................................................................... 195
Il crak delle banche ........................................................................................................................................ 196
Il feroce monarchico Bava ............................................................................................................................. 197
Il lunedì dei parrucchieri ................................................................................................................................ 198
Il maschio di Volterra ..................................................................................................................................... 199
Il primo furto da me compiuto ....................................................................................................................... 200
Il quindici gennaio [La lega di Genzano] ........................................................................................................ 201
Il soldato Masetti ............................................................................................................................................ 202
Il tragico affondamento del Sirio .................................................................................................................... 203
In Ale Gasn /Hey Hey Daloy Politsey .............................................................................................................. 204
In del Trisòld .................................................................................................................................................. 205
In questa oscura cella .................................................................................................................................... 206
Inno a Oberdan .............................................................................................................................................. 207
Inno a Tripoli .................................................................................................................................................. 208
Inno abissino .................................................................................................................................................. 209
Inno dei lavoratori del mare ........................................................................................................................... 210
Inno dei malfattori ......................................................................................................................................... 211
Inno del Partito Socialista Anarchico .............................................................................................................. 213
Inno del primo maggio ................................................................................................................................... 214
Inno dell'internazionale [Inno della pace] ...................................................................................................... 215
Inno della canaglia ......................................................................................................................................... 216
Inno della libertà ............................................................................................................................................ 218
Inno della rivolta ............................................................................................................................................ 219
Inno della rivoluzione ..................................................................................................................................... 220
Inno delle tessitrici ......................................................................................................................................... 221
Inno individualista .......................................................................................................................................... 222
Inno nichilista ................................................................................................................................................. 223
Internacional [L'internazionale in russo] ........................................................................................................ 224
Internacionala [L'Internazionale in serbo] ...................................................................................................... 225
Italia bella mostrati gentile ............................................................................................................................ 226
L'America ....................................................................................................................................................... 227
L'americanu ................................................................................................................................................... 228
L'avanguardia ................................................................................................................................................ 229
L'eccidio di Ancona ........................................................................................................................................ 230
L'hanno arrestato Errico Malatesta ................................................................................................................ 231
L'Insurgé ........................................................................................................................................................ 232
L'Internationale [L'internazionale in francese] ............................................................................................... 233
L'internazionale ............................................................................................................................................. 234

pagina 1987
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L'interrogatorio di Caserio ............................................................................................................................. 235


L'obolo di S. Pietro ......................................................................................................................................... 236
La Adelita ....................................................................................................................................................... 237
La beghina ..................................................................................................................................................... 238
La boje ........................................................................................................................................................... 239
La canaille ...................................................................................................................................................... 240
La cesa l'è 'na butega .................................................................................................................................... 241
La colonia Cecilia [Il canto della foresta] ....................................................................................................... 242
La Communarde ............................................................................................................................................ 243
La cupacupa ................................................................................................................................................... 245
La danse des bombes .................................................................................................................................... 246
La filanda de Ghisalba ................................................................................................................................... 247
La internacional [L'internazionale in spagnolo] .............................................................................................. 248
La lega ........................................................................................................................................................... 249
La libertat ...................................................................................................................................................... 250
La lingera di galleria ...................................................................................................................................... 251
La malcontenta .............................................................................................................................................. 252
La Marseillaise anticléricale ........................................................................................................................... 253
La marsigliese del lavoro [L'inno dei pezzenti] .............................................................................................. 255
La povera Rosetta .......................................................................................................................................... 256
La Ravachole ................................................................................................................................................. 257
La rivoluzione è come la rugiada ................................................................................................................... 259
La Semaine Sanglante ................................................................................................................................... 260
La Veuve ........................................................................................................................................................ 261
La vittoria dei partiti popolari ......................................................................................................................... 262
La vittoria dei socialisti .................................................................................................................................. 263
Laurina a la filanda ........................................................................................................................................ 264
Lavoura cuntadein a la sbaraja ...................................................................................................................... 265
Le canuts ....................................................................................................................................................... 266
Le Drapeau rouge .......................................................................................................................................... 267
Le quattro stagioni ......................................................................................................................................... 268
Le tombeau des fusillés ................................................................................................................................. 269
Le ultime ore e la decapitazione di Sante Caserio ......................................................................................... 270
Lu sule calau calau ........................................................................................................................................ 271
Ma la vita ....................................................................................................................................................... 272
Mamma mia dammi cento lire ....................................................................................................................... 273
Marcia socialista mondiale ............................................................................................................................. 274
Maremma amara ........................................................................................................................................... 275
Mariolin, bella Mariolin ................................................................................................................................... 276
Me vo' parti de qui ......................................................................................................................................... 277
Milongas sociales del payador libertario ........................................................................................................ 278
Miseria, miseria .............................................................................................................................................. 279
Mo se parte la nave ra lo porto ...................................................................................................................... 280
My family was poor ........................................................................................................................................ 281
Nebbi' a la valle ............................................................................................................................................. 282
Noi siamo i poveri romagnoli ......................................................................................................................... 283
Noi siamo la canaglia pezzente ...................................................................................................................... 284
Noi vogliamo l'uguaglianza ............................................................................................................................ 285
Non esiste Gesù ............................................................................................................................................. 286
Nuovi stornelli socialisti ................................................................................................................................. 287
O cara la mia mama ...................................................................................................................................... 288
O cielo cielo ................................................................................................................................................... 289
O iniqua, o infame Turchia ............................................................................................................................. 290
O Roma Roma ................................................................................................................................................ 291
O sciur padrun, i cavalé van male .................................................................................................................. 292
Padrone mio ................................................................................................................................................... 293
Partito da Milano senza un soldo ................................................................................................................... 294

pagina 1988
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Passannante .................................................................................................................................................. 295


Petroliero ....................................................................................................................................................... 296
Pi l'America partenza ..................................................................................................................................... 297
Piazza Barberina ............................................................................................................................................ 298
Pugnale, pugnaletto ....................................................................................................................................... 299
Quando avevo quindic'àni .............................................................................................................................. 300
Quando che more un prete ............................................................................................................................ 301
Quando l'anarchia verrà ................................................................................................................................ 302
Quaranta ghei d'inverno ................................................................................................................................ 303
Regina Coeli ................................................................................................................................................... 304
Sacco e Vanzetti ............................................................................................................................................ 305
Sante Caserio [Canto a Caserio] .................................................................................................................... 306
Se nasce l'anarchia ........................................................................................................................................ 307
Senti il martello che batte le ore .................................................................................................................... 308
Senti mio caro Adolfo ..................................................................................................................................... 309
Serenata alfonsina ......................................................................................................................................... 310
Si chiama Papa .............................................................................................................................................. 311
Siamo garibaldini ........................................................................................................................................... 312
Siete Leguas .................................................................................................................................................. 313
So stato a lavora' a Monte Sicuro .................................................................................................................. 314
Son cieco ....................................................................................................................................................... 315
Son maritata giovane ..................................................................................................................................... 316
Sorgiamo ....................................................................................................................................................... 317
Squarciate le tenebre .................................................................................................................................... 318
Storia per la morte di Lorenzo Panepinto ....................................................................................................... 319
Stornelli d'esilio .............................................................................................................................................. 320
Stornelli su Caserio ........................................................................................................................................ 321
Su marciam lavoratori ................................................................................................................................... 322
Su moviamo alla battaglia ............................................................................................................................. 323
The girl question ............................................................................................................................................ 324
The Preacher and the Slave ........................................................................................................................... 325
The rebel girl .................................................................................................................................................. 326
The red flag ................................................................................................................................................... 327
Trenta giorni di nave a vapore ....................................................................................................................... 328
Un bel giorno andando in Francia .................................................................................................................. 329
Uno, evviva Giordano Bruno .......................................................................................................................... 330
Usii dall'avansamento allegramente .............................................................................................................. 331
Vittorio Emanuele figlio di un assassino ......................................................................................................... 332
Viva il nostro Bresci ....................................................................................................................................... 333
La prima guerra mondiale (1914-1918) ......................................................................................................... 334
Addio padre e madre addio ............................................................................................................................ 335
Ascoltate o popolo ignorante ......................................................................................................................... 336
Cadorna ......................................................................................................................................................... 337
E anche al mi' marito ..................................................................................................................................... 338
E più non canto .............................................................................................................................................. 339
E quei vigliacchi di quei signori ...................................................................................................................... 340
Finalmente la guerra è finita .......................................................................................................................... 341
Fuoco e mitragliatrici ..................................................................................................................................... 342
Hanging On The Old Barbed Wire .................................................................................................................. 343
Il diciaoto novembre (Addio Venezia addio) ................................................................................................... 344
Il general Cadorna ......................................................................................................................................... 345
Il valzer del disertore ..................................................................................................................................... 346
La chansone de Craonne ............................................................................................................................... 347
La mia morosa cara ....................................................................................................................................... 348
La tradotta che parte da Novara .................................................................................................................... 349
La tradotta che parte da Torino ..................................................................................................................... 350
Lu suldate che va a la guerre ......................................................................................................................... 351

pagina 1989
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Mi abuelo ....................................................................................................................................................... 352


Ninna nanna della guerra .............................................................................................................................. 353
O Gorizia ........................................................................................................................................................ 354
O mamma traditora ....................................................................................................................................... 355
Quand'ero monaca ......................................................................................................................................... 356
Regazzine vi prego ascoltare ......................................................................................................................... 357
Sentite, buona gente ..................................................................................................................................... 358
Sui monti Scarpazi ......................................................................................................................................... 359
The Foggy Dew .............................................................................................................................................. 360
L'Europa e il mondo tra le due guerre (1919-1938) .................................................................................... 361
A las barricadas ............................................................................................................................................. 362
A las Brigadas Internacionales ....................................................................................................................... 363
A las mujeres ................................................................................................................................................. 364
Addio morettin ti lascio .................................................................................................................................. 365
Adelante, Brigada Internacional ..................................................................................................................... 366
All you fascists ............................................................................................................................................... 367
Amarrado a la cadena .................................................................................................................................... 368
Amore mio non piangere ............................................................................................................................... 369
Arroja la bomba ............................................................................................................................................. 370
Arroja la bomba (versione moderata) ............................................................................................................ 371
Au-devant de la vie ........................................................................................................................................ 372
Auf, auf zum Kampf ....................................................................................................................................... 373
Bandera de Gloria .......................................................................................................................................... 374
Belaja armija, čërnyj baron ............................................................................................................................ 376
Bolscevismo ................................................................................................................................................... 377
Buchenwald-Lied ............................................................................................................................................ 378
Cadono a mille a mille i combattenti ............................................................................................................. 379
Canción a Thaelmann .................................................................................................................................... 380
Canción de Bourg Madame ............................................................................................................................ 381
Canción de la Sexta División .......................................................................................................................... 382
Cancion del Frente Unido ............................................................................................................................... 383
Canta di Matteotti .......................................................................................................................................... 384
Canto a la flota republicana ........................................................................................................................... 385
Canto dei confinati ......................................................................................................................................... 386
Canto dei deportati ........................................................................................................................................ 387
Canto dei Partigiani ........................................................................................................................................ 388
Canto nocturno en las trincheras ................................................................................................................... 389
Canzone d'Albania ......................................................................................................................................... 390
Canzone di Karl Liebknecht ............................................................................................................................ 391
Chi non sgobba non magna ........................................................................................................................... 392
Combattete lavoratori .................................................................................................................................... 393
Coplas de Guadalajara ................................................................................................................................... 394
Coplas de la defensa de Madrid [Los cuatro generales] ................................................................................. 395
Delinquenza delinquenza ............................................................................................................................... 396
Die Arbeiter von Wien .................................................................................................................................... 397
Die moorsoldaten [I soldati della palude] ...................................................................................................... 398
Dime donde vas morena ................................................................................................................................ 399
Dio del cielo se fossi una rondinella ............................................................................................................... 400
E quando alfine .............................................................................................................................................. 401
E' ffinidi i bozzi boni ....................................................................................................................................... 402
Einheitsfrontlirf (Frente Unido) ....................................................................................................................... 403
El dio del vilan ............................................................................................................................................... 404
El ejército del Ebro [Ay Carmela] ................................................................................................................... 405
El Quinto Regimiento ..................................................................................................................................... 406
El Trágala ....................................................................................................................................................... 407
El tren blindado .............................................................................................................................................. 408
En el Pozo Maria Luísa ................................................................................................................................... 409

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En la plaza de mi pueblo ................................................................................................................................ 410


Es zog ein Rotgardist hinaus .......................................................................................................................... 411
Eusko gudariak .............................................................................................................................................. 412
Evviva il primo di maggio ............................................................................................................................... 413
Figli dell'officina ............................................................................................................................................. 414
Figli di nessuno .............................................................................................................................................. 415
Figlio del popolo ............................................................................................................................................. 416
Fimmine fimmine ........................................................................................................................................... 417
Fra il '19 fra l'anno 20 .................................................................................................................................... 418
Giovinezza (versione degli Arditi del Popolo) ................................................................................................. 419
Giovinezza pé 'n tal cü ................................................................................................................................... 420
Grabschrift 1919 ............................................................................................................................................ 421
Hijos del pueblo ............................................................................................................................................. 422
Himno del Batallón Mateotti .......................................................................................................................... 423
I fascisti viareggini ......................................................................................................................................... 424
I ne g'ha messo de la Todt ............................................................................................................................. 425
I padroni de le filande .................................................................................................................................... 426
Ignoranti senza scuole ................................................................................................................................... 427
Il cafone sanguinario ...................................................................................................................................... 428
Il piccolo soldato ............................................................................................................................................ 429
Im tiefen Kerker ............................................................................................................................................. 430
Ines ................................................................................................................................................................ 431
Inno Arditi Del Popolo .................................................................................................................................... 432
Inno del Komintern [Fabbriche insorgete] ...................................................................................................... 433
Invano Johnson si opporrà .............................................................................................................................. 434
Iroes ............................................................................................................................................................... 435
Jarama Valley ................................................................................................................................................. 436
L'hanno ammazzato Aldo Massei ................................................................................................................... 438
La battaglia di San Lorenzo ............................................................................................................................ 439
La bessa ......................................................................................................................................................... 440
La Butte Rouge .............................................................................................................................................. 441
La Comune di Parigi ....................................................................................................................................... 442
La guardia rossa ............................................................................................................................................ 443
La jeune garde ............................................................................................................................................... 444
La leggenda della Neva ................................................................................................................................. 445
La leggera ...................................................................................................................................................... 446
La nostra società l'è la filanda ....................................................................................................................... 447
La smortina .................................................................................................................................................... 448
La tabaccara .................................................................................................................................................. 449
La varsovienne [1905 roku] ........................................................................................................................... 450
La vittoria del comunismo .............................................................................................................................. 451
Lacreme e' cundannate ................................................................................................................................. 452
Lamento del carbonaro .................................................................................................................................. 453
Lenin e Stalin ................................................................................................................................................. 454
Les Partisans .................................................................................................................................................. 455
Lottete combattete (Stornelli 1918-1948) ..................................................................................................... 456
Ma lu trenu di Bastie ...................................................................................................................................... 457
Makhnovtchina ............................................................................................................................................... 458
Mano alla bomba ........................................................................................................................................... 459
Màvra koràkia ................................................................................................................................................ 460
Mené Trevès Turati ........................................................................................................................................ 461
My children are seven in number ................................................................................................................... 462
Nati noi siam nell'umida tana ........................................................................................................................ 463
Ningú no compren ningú ................................................................................................................................ 464
Noi siamo la gioventù comunista ................................................................................................................... 465
Nuestro México, febrero veintitrés ................................................................................................................. 466
O cara mamma vienimi incontra .................................................................................................................... 467

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O mamma mia tegnìm a cà ........................................................................................................................... 468


O Russia bella ................................................................................................................................................ 469
Po dolinam i po vzgoriam ............................................................................................................................... 470
Povere filandine ............................................................................................................................................. 471
Povero Matteotti ............................................................................................................................................ 472
Povre filandere ............................................................................................................................................... 473
Preti e borghesi .............................................................................................................................................. 474
Quando sento il primo fischio ........................................................................................................................ 475
Quattro signori ............................................................................................................................................... 476
Sciur padrun da li béli braghi bianchi ............................................................................................................. 477
Se arriverà Lenin ............................................................................................................................................ 479
Secours Rouge ............................................................................................................................................... 480
Semo tute impiraresse ................................................................................................................................... 481
Senti le rane che cantano .............................................................................................................................. 482
Sento il fischio del vapore .............................................................................................................................. 483
Serenata a Benito Mussolini ........................................................................................................................... 484
Sin pan ........................................................................................................................................................... 485
Solidaritätslied ............................................................................................................................................... 486
Son passata di Garlate ................................................................................................................................... 487
Sono andato a Ventimiglia ............................................................................................................................. 488
Spartaco incatenato ....................................................................................................................................... 489
Stornelli di Padule di Fucecchio ..................................................................................................................... 490
Stornelli viterbesi (So'stato al lavorà) ............................................................................................................ 491
Stornello antifascista livornese ...................................................................................................................... 492
Strofette satiriche antifasciste ....................................................................................................................... 493
Sventola bandiera rossa ................................................................................................................................ 495
Un cavallo si lamenta ..................................................................................................................................... 496
Va in filànda laùra bén ................................................................................................................................... 497
Vientos del pueblo ......................................................................................................................................... 498
Viva Lenin ...................................................................................................................................................... 499
¡No pasarán! .................................................................................................................................................. 500
La seconda guerra mondiale e la Resistenza (1939 -1945) ........................................................................ 501
75^ Brigata Garibaldi .................................................................................................................................... 502
Addio Bologna bella ....................................................................................................................................... 503
Addio mammina addio ................................................................................................................................... 504
Addio valle Roja ............................................................................................................................................. 505
Alle fosse ardeatine ....................................................................................................................................... 506
Ardere! ........................................................................................................................................................... 507
Armata Rossa ................................................................................................................................................. 508
Attraverso valli e monti .................................................................................................................................. 509
Avevo una casetta ......................................................................................................................................... 510
Ballata del Partigiano ..................................................................................................................................... 511
Balmafol è un'alta cima ................................................................................................................................. 512
Banditi dell'Acqui ........................................................................................................................................... 514
Basta col manganello [E' arrivato l'ambasciatore] ......................................................................................... 515
Battaglioni del duce ....................................................................................................................................... 516
Bel partigian .................................................................................................................................................. 517
Bella ciao ....................................................................................................................................................... 518
Benito! Benito! ............................................................................................................................................... 519
Beppino .......................................................................................................................................................... 520
Bojorno .......................................................................................................................................................... 521
Boves [Non ti ricordi il trentun di dicembre] .................................................................................................. 522
Brigata partigiana .......................................................................................................................................... 523
Cameraten, questa guerra ............................................................................................................................. 524
Camicia rossa [2] ........................................................................................................................................... 525
Cantano i mitra .............................................................................................................................................. 526
Canto con lo Sten ........................................................................................................................................... 527

pagina 1992
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

Canto del martirio .......................................................................................................................................... 528


Canzone del ghetto di Varsavia ..................................................................................................................... 529
Canzone del gruppo 201 ................................................................................................................................ 530
Canzone del partigiano .................................................................................................................................. 531
Canzone dell'8 settembre .............................................................................................................................. 532
Canzone su Licio Nencetti partigiano ............................................................................................................. 533
Cara mamma sono partigiano ........................................................................................................................ 535
Chi va là! ........................................................................................................................................................ 536
Cime nevose .................................................................................................................................................. 537
Col parabello in spalla .................................................................................................................................... 538
Compagni fratelli Cervi .................................................................................................................................. 539
Compagno partigiano .................................................................................................................................... 540
Complainte du partisan .................................................................................................................................. 541
Con il freddo e con la fame ............................................................................................................................ 542
Con la guerriglia ............................................................................................................................................. 543
Cosa importa se ci chiaman banditi? ............................................................................................................. 544
Cosa rimiri mio bel partigiano ........................................................................................................................ 545
Crematorio nera porta ................................................................................................................................... 546
Dai monti di Sarzana ...................................................................................................................................... 547
Dalle belle città .............................................................................................................................................. 548
Dongo ............................................................................................................................................................ 549
Dopo tre giorni di strada asfaltata ................................................................................................................. 550
Duce, duce, il vestito mi si scuce ................................................................................................................... 551
E giustizia farà ............................................................................................................................................... 552
E la mula ........................................................................................................................................................ 553
E sbarcarà i inglesi ......................................................................................................................................... 554
E' l'alba cupa del dieci aprile ......................................................................................................................... 555
Era una notte nera ......................................................................................................................................... 556
Fischia il vento ............................................................................................................................................... 557
Foglie tremule ................................................................................................................................................ 558
Fronte Liberatore ........................................................................................................................................... 559
Garibaldi, Brigate d'assalto ............................................................................................................................ 560
Guardia regia, guardia regia .......................................................................................................................... 561
I Felsari .......................................................................................................................................................... 562
I partigiani di Castellino ................................................................................................................................. 563
I patrioti della Maiella .................................................................................................................................... 564
Il bersagliere ha cento penne [Il partigiano] .................................................................................................. 565
Il brigadier tre stelle ....................................................................................................................................... 566
Il canto dei sopravvissuti ............................................................................................................................... 567
Il massacro dei trecentoventi ......................................................................................................................... 568
Il parroco di Cinaglio ...................................................................................................................................... 569
Il partigiano di Oliveto .................................................................................................................................... 570
Il partigiano di Pozzaglio ................................................................................................................................ 571
Il traditore Tanturi .......................................................................................................................................... 572
Inno a Curiel ................................................................................................................................................... 573
Inno dei "patrioti della montagna" ................................................................................................................. 574
Inno dei partigiani .......................................................................................................................................... 575
Inno dei partigiani casentinesi ....................................................................................................................... 576
Inno dei partigiani [2] .................................................................................................................................... 577
Inno dei perseguitati antifascisti .................................................................................................................... 578
Inno delle "Fiamme verdi" .............................................................................................................................. 579
Inno delle donne ............................................................................................................................................ 580
Insorgete! ...................................................................................................................................................... 581
Io son nata 'na campagnola ........................................................................................................................... 582
Italia bella ...................................................................................................................................................... 583
Italia combatte ............................................................................................................................................... 584
Italia libera ..................................................................................................................................................... 585

pagina 1993
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L'allegria di Scaletta ...................................................................................................................................... 586


L'armata del popolo [Inno dei volontati della libertà] .................................................................................... 587
L'assassinio di Giacomo Matteotti .................................................................................................................. 588
L'eccidio di Civitella ....................................................................................................................................... 589
L'eccidio di Fucecchio .................................................................................................................................... 590
L'esercito rosso verrà ..................................................................................................................................... 591
L'inverno in Carnia ......................................................................................................................................... 592
L'oriente è rosso ............................................................................................................................................ 593
La badoglieide ............................................................................................................................................... 594
La Brigata Garibaldi ....................................................................................................................................... 596
La canzone dei Garibaldini Reggiani .............................................................................................................. 597
La canzone di Paralup .................................................................................................................................... 598
La canzone di Radio Libertà ........................................................................................................................... 599
La polenta gialla ............................................................................................................................................ 600
La preghiera del partigiano ............................................................................................................................ 601
La ronda ......................................................................................................................................................... 602
Là su quei monti ............................................................................................................................................ 603
La vien giù dalle montagne [La bella partigiana] ........................................................................................... 604
Lamento del prigioniero ................................................................................................................................. 605
Lamento del prigioniero ................................................................................................................................. 606
Lamento per la guerra ................................................................................................................................... 607
Lascia i campi e le officine ............................................................................................................................. 608
Lasciando la sua casa e la sua mamma ......................................................................................................... 609
Lassù a Noveis ............................................................................................................................................... 610
Lassù su quel sentiero ................................................................................................................................... 611
Lassù sui monti .............................................................................................................................................. 612
Lassù sul Monte Grappa ................................................................................................................................. 613
Lassù sulle colline del Piemonte .................................................................................................................... 614
Lassù sulle colline di Bologna ........................................................................................................................ 615
Le chant des partisans ................................................................................................................................... 616
Le tre bandiere .............................................................................................................................................. 617
Lero ................................................................................................................................................................ 618
Ludlow massacre ........................................................................................................................................... 619
Lungo la strada .............................................................................................................................................. 620
Malga Lunga .................................................................................................................................................. 621
Mama mia mi sun stufa .................................................................................................................................. 622
Marcia della VI brigata d'assalto "Garibaldi" .................................................................................................. 623
Marciar Marciar .............................................................................................................................................. 624
Mi avete incatenato ....................................................................................................................................... 625
Na juriš! ......................................................................................................................................................... 626
Ninna nanna della guerra [2] ......................................................................................................................... 627
Noi della Val Camonica .................................................................................................................................. 628
Noi partigiani bolognesi ................................................................................................................................. 629
Noi siamo gli internati .................................................................................................................................... 630
Noi siamo la classe operaia ........................................................................................................................... 631
Noi traditi ....................................................................................................................................................... 632
Noi vogliam Dio .............................................................................................................................................. 633
Non c'è tenente ............................................................................................................................................. 634
Non ti ricordi mamma .................................................................................................................................... 635
Non ti ricordi quel 25 maggio ......................................................................................................................... 636
Non ti ricordi, fanciulla mia cara .................................................................................................................... 637
Notte di neve riposa la Coduri ....................................................................................................................... 638
O coraggiosi fratelli, ....................................................................................................................................... 639
O fucile, vecchio mio compagno .................................................................................................................... 640
O Germania che sei la più forte ..................................................................................................................... 641
O ìmnos tou ELAS .......................................................................................................................................... 642
O mia bella morettina .................................................................................................................................... 643

pagina 1994
ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale

O partigiano ................................................................................................................................................... 644


Odi il rombo del cannone ............................................................................................................................... 645
Ohi partigian, non pianger più ....................................................................................................................... 646
Orsù compagni di Civitavecchia ..................................................................................................................... 647
Parodie antifasciste di "Lilì Marlene" .............................................................................................................. 648
Partigian bel ragazzo innamorato .................................................................................................................. 649
Partigiani di Romagna siam ........................................................................................................................... 650
Partigiani siam del "Lori" ................................................................................................................................ 651
Partigiano di Valle Susa ................................................................................................................................. 652
Partisanen vom Amur .................................................................................................................................... 653
Passa la ronda ................................................................................................................................................ 654
Patria nostra che fosti tradita ........................................................................................................................ 655
Per voi bambine belle della via ...................................................................................................................... 656
Perché porti quel fazzolettino? ....................................................................................................................... 657
Piavola ........................................................................................................................................................... 658
Pietà l'è morta ................................................................................................................................................ 659
Primavera giovanile ....................................................................................................................................... 660
Quando il grano maturò ................................................................................................................................. 661
Quando saremo a Varzi .................................................................................................................................. 662
Quando vedrai ............................................................................................................................................... 663
Quei briganti neri ........................................................................................................................................... 664
Raminghi per le terre ..................................................................................................................................... 665
Rivkele del sabato .......................................................................................................................................... 666
Russia fatale .................................................................................................................................................. 667
Schiavi ........................................................................................................................................................... 668
Se non ci ammazza i crucchi .......................................................................................................................... 669
Se partigiano io son ....................................................................................................................................... 670
Siam soldati dei gruppi Stelina ...................................................................................................................... 671
Siamo di guardia sul Montoso ........................................................................................................................ 672
Son proletari i partigiani ................................................................................................................................ 673
Sono povero ma disertore .............................................................................................................................. 674
Sono un povero innocente ............................................................................................................................. 675
Sorgi Piemonte, è l'ora! ................................................................................................................................. 676
Stalingrado .................................................................................................................................................... 677
Stoppa e Vanna ............................................................................................................................................. 678
Strofette antifasciste sulla fame e "la borsa nera" ......................................................................................... 679
Su al passo dei Guselli ................................................................................................................................... 680
Su comunisti della capitale ............................................................................................................................ 681
Su fratelli su compagni .................................................................................................................................. 682
Su pei monti ................................................................................................................................................... 683
Sui monti di val Trebbia ................................................................................................................................. 684
Sul ponte fiume Sangro ................................................................................................................................. 685
Sutta a chi tucca ............................................................................................................................................ 686
Ta pum ........................................................................................................................................................... 687
Tango di Auschwitz ........................................................................................................................................ 688
Tutti quei monti che io cavalcai ..................................................................................................................... 689
Un giorno Mussolini andò al balcone .............................................................................................................. 690
Und was bekam des Soldaten Weib ............................................................................................................... 692
Union Maid ..................................................................................................................................................... 693
Val Sesia ........................................................................................................................................................ 694
Vigliacco Mussolini ......................................................................................................................................... 695
Viva la Valle Gesso ......................................................................................................................................... 696
La ricostruzione e il boom economico (1946-1966) ..................................................................................... 697
'l nostro prete ................................................................................................................................................ 698
'O millinovicentuquarantottu ......................................................................................................................... 699
A chi chiama rispondiamo NO ........................................................................................................................ 700
A Fiumicino c'è un aeroporto ......................................................................................................................... 701

pagina 1995
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A la Huelga .................................................................................................................................................... 702


A lavorar la terra ............................................................................................................................................ 703
A Portomarghera ............................................................................................................................................ 704
A quel omm ................................................................................................................................................... 705
À tous les enfants .......................................................................................................................................... 706
Al mulin gross ................................................................................................................................................ 707
Al Vent ........................................................................................................................................................... 708
Alice's Restaurant Massacree ........................................................................................................................ 709
All'alba se ne va ............................................................................................................................................. 715
All'alba son giunti .......................................................................................................................................... 716
Alla memoria del compagno J. Grimau ........................................................................................................... 717
Alle monache ................................................................................................................................................. 718
Amore mio non piangere [la Botto Albino] ..................................................................................................... 719
Anche per quest'anno .................................................................................................................................... 720
Arneo ............................................................................................................................................................. 721
Arriba quemando el sol .................................................................................................................................. 722
Balada del carovida ....................................................................................................................................... 723
Ballata ai dittatori .......................................................................................................................................... 724
Ballata del soldato Adeodato ......................................................................................................................... 725
Ballata di Mauthausen ................................................................................................................................... 726
Ballata per l'Ardizzone ................................................................................................................................... 728
Bella ciao (versione in tedesco) ..................................................................................................................... 729
Bella ciao delle mondine ................................................................................................................................ 730
C'era un dì un soldato .................................................................................................................................... 731
Cantata della donna nubile ............................................................................................................................ 732
Canti a méte dell'Alto Lazio ........................................................................................................................... 733
Cantiamo al sole ............................................................................................................................................ 734
Canto a Camilo .............................................................................................................................................. 735
Canto di pesca ............................................................................................................................................... 736
Canto per noi ................................................................................................................................................. 737
Canzone alla mia chitarra .............................................................................................................................. 738
Canzone dei fiori e del silenzio ...................................................................................................................... 739
Canzone del 30 giugno .................................................................................................................................. 740
Canzone del popolo algerino .......................................................................................................................... 741
Canzone della marcia della pace ................................................................................................................... 742
Canzone della Michelin .................................................................................................................................. 743
Canzone di Togliatti ....................................................................................................................................... 744
Canzone di viaggio ......................................................................................................................................... 745
Canzone lieta ................................................................................................................................................. 746
Canzone triste ................................................................................................................................................ 747
Cara maestra ................................................................................................................................................. 748
Che ne sapete voi .......................................................................................................................................... 749
Con De Gasperi alla testa .............................................................................................................................. 750
Con De Gasperi non se magna ....................................................................................................................... 751
Congo [Ballata di Stanleyville] ....................................................................................................................... 752
Contessa ........................................................................................................................................................ 753
Contrasto tra Damiano e il prete ................................................................................................................... 754
Coraggio la Democrazia Cristiana... propone le pensioni a settant'anni ........................................................ 756
De Gasperi bidendesi isoladu ......................................................................................................................... 758
Declaracion .................................................................................................................................................... 759
Deportees ...................................................................................................................................................... 760
Dove vola l'avvoltoio? .................................................................................................................................... 761
E forza comunisti ........................................................................................................................................... 762
E la si liscia .................................................................................................................................................... 763
E lu menestre Cololombe ............................................................................................................................... 764
E poi ci chiamavano teddy boys .................................................................................................................... 765
E' festa d'aprile .............................................................................................................................................. 766

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Ed or gridiamo evviva a tutti i morti .............................................................................................................. 767


El diluvi .......................................................................................................................................................... 768
El me gatt ...................................................................................................................................................... 769
El pueblo [Paseaba el pueblo sus banderas rojas] ......................................................................................... 770
Ero un consumatore ....................................................................................................................................... 771
Evviva il Natale .............................................................................................................................................. 772
Eye of Destruction ......................................................................................................................................... 773
Figlia ti voglio dare ........................................................................................................................................ 774
Forza Giuan l'idea non è morta ...................................................................................................................... 775
Fusiles contra el patrón ................................................................................................................................. 776
Gallo rojo, gallo negro [Lo dos gallos] ............................................................................................................ 777
Gira e rigira .................................................................................................................................................... 778
Ha detto De Gasperi a tutti i divoti ................................................................................................................ 779
Hasta siempre comandante ........................................................................................................................... 780
I girasoli ......................................................................................................................................................... 781
I just want to sing your name ........................................................................................................................ 782
I leventis ........................................................................................................................................................ 783
I patti colonici ................................................................................................................................................ 784
If nothing happens ......................................................................................................................................... 786
Il canto degli italioti ....................................................................................................................................... 787
Il censore ....................................................................................................................................................... 788
Il diciotto aprile .............................................................................................................................................. 789
Il disertore ...................................................................................................................................................... 790
Il dodici dicembre a mattina .......................................................................................................................... 791
Il fazzoletto rosso ........................................................................................................................................... 792
Il Fronte Popolare ........................................................................................................................................... 793
Il gallo ............................................................................................................................................................ 794
Il giorno dell'eguaglianza ............................................................................................................................... 795
Il giuramento ................................................................................................................................................. 796
Il lamento dei mendicanti .............................................................................................................................. 797
Il nostro giorno ............................................................................................................................................... 798
Il padrone del mondo ..................................................................................................................................... 799
Il padrone socialista ....................................................................................................................................... 800
Il papà ............................................................................................................................................................ 801
Il povero Echileo ............................................................................................................................................ 802
Il povero Elia .................................................................................................................................................. 803
Il prezzo del mondo ........................................................................................................................................ 804
Il ratto della chitarra ...................................................................................................................................... 805
Il suo nome era .............................................................................................................................................. 806
Il tarlo ............................................................................................................................................................ 807
Il trenino che parte e va ................................................................................................................................. 808
Il ventitré di Marzo a San Severo ................................................................................................................... 809
Il vestito di Rossini ......................................................................................................................................... 810
Illu Vietnam nostri compagni (Ballo tondo del Vietnam) ................................................................................ 811
Inno dei teppisti ............................................................................................................................................. 812
Inno della gioventù della pace ....................................................................................................................... 813
Inno della Repubblica ..................................................................................................................................... 814
Inquilino e padrone ........................................................................................................................................ 815
Io so che un giorno ........................................................................................................................................ 816
L'affiche rouge ............................................................................................................................................... 817
L'amarezza delle mondine ............................................................................................................................. 818
L'appartamento ............................................................................................................................................. 819
L'attentato a Togliatti .................................................................................................................................... 820
L'ecatombe .................................................................................................................................................... 821
L'intellettuale ................................................................................................................................................. 822
La ballata dell'ex ............................................................................................................................................ 823
La ballata della piccolo-borghese ................................................................................................................... 824

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La canzone della donna del soldato nazista ................................................................................................... 825


La canzone delle reggiane [R60] ................................................................................................................... 826
La carta .......................................................................................................................................................... 827
La confessione [Padre Formicola] .................................................................................................................. 828
La crociata ..................................................................................................................................................... 829
La famigliola .................................................................................................................................................. 830
La leggenda della suora ................................................................................................................................. 831
La madre del partigiano ................................................................................................................................. 832
La morte di Anita Garibaldi ............................................................................................................................ 833
La nostra lotta [La Cavigioli] .......................................................................................................................... 834
La poesia di un cieco ..................................................................................................................................... 835
La santa Caterina dei pastai .......................................................................................................................... 836
La scomunica ................................................................................................................................................. 837
La terribile sciagura di Mattmark ................................................................................................................... 838
La zolfara ....................................................................................................................................................... 839
Lassù sui monti .............................................................................................................................................. 840
Lavoro tra le pecore e li cani .......................................................................................................................... 841
Le basi americane [Rossa provvidenza] ......................................................................................................... 842
Le cose vietate ............................................................................................................................................... 843
Le mondine contro la cavalleria ..................................................................................................................... 844
Lettera dalla caserma .................................................................................................................................... 845
Li mestieri ...................................................................................................................................................... 846
Lu furastiero ................................................................................................................................................... 847
Lu pecurere .................................................................................................................................................... 848
Lu polverone .................................................................................................................................................. 849
Lu trenu da disperaziuni ................................................................................................................................ 850
Lu Trenu di lu suli .......................................................................................................................................... 851
Lupi e agnelli ................................................................................................................................................. 855
Ma 'sti signori ................................................................................................................................................. 857
Ma mi ............................................................................................................................................................. 858
Madame la misère ......................................................................................................................................... 859
Mangia el carbon e tira l'ultim fiaa ................................................................................................................ 860
Marcha del 26 de Julio .................................................................................................................................... 861
Marcinelle ...................................................................................................................................................... 862
Mattmark ....................................................................................................................................................... 863
Melissa ........................................................................................................................................................... 864
Mira la rondondella ........................................................................................................................................ 865
Mo' che pure .................................................................................................................................................. 867
Ni Dieu ni Maitre ............................................................................................................................................ 868
Ninna nanna del capitale ............................................................................................................................... 869
Ninna Nenni ................................................................................................................................................... 870
Noi siamo la mondine .................................................................................................................................... 871
Non date retta ai preti ................................................................................................................................... 872
Nove maggio .................................................................................................................................................. 873
O cancellier che tieni la penna in mano ......................................................................................................... 874
O cara moglie ................................................................................................................................................ 875
O care mamme .............................................................................................................................................. 876
Old Judge Thayer ........................................................................................................................................... 877
Oltre il ponte .................................................................................................................................................. 878
Only our rivers run free .................................................................................................................................. 879
Operai e contadini .......................................................................................................................................... 880
Or che mussolini ............................................................................................................................................ 881
Ormai lontano quel giorno fatale ................................................................................................................... 882
Padrone e Contadino ...................................................................................................................................... 883
Partigiani fratelli maggiori .............................................................................................................................. 884
Partigiano sconosciuto ................................................................................................................................... 885
Passa la banda ............................................................................................................................................... 886

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Per i morti di Reggio Emilia ............................................................................................................................ 887


Per volontà del papa ...................................................................................................................................... 888
Petrolio ........................................................................................................................................................... 889
Piccolo uomo .................................................................................................................................................. 890
Polesine ......................................................................................................................................................... 891
Por allì vinieron .............................................................................................................................................. 892
Qualcosa da aspettare ................................................................................................................................... 893
Quand 'riva 'l cald .......................................................................................................................................... 894
Qué linda es Cuba .......................................................................................................................................... 895
Questa democrazia ........................................................................................................................................ 896
Questa è una storia ........................................................................................................................................ 897
Questo mio amore (Una cosa già detta) ........................................................................................................ 898
Raffaele ......................................................................................................................................................... 899
Red wine ........................................................................................................................................................ 900
Ricordo di Togliatti ......................................................................................................................................... 901
Romanelle ...................................................................................................................................................... 903
Rosso levante e ponente ............................................................................................................................... 904
Saluteremo il signor padrone ......................................................................................................................... 905
Saragat .......................................................................................................................................................... 906
Se il cielo fosse bianco di carta ...................................................................................................................... 907
Se non è oggi ................................................................................................................................................. 908
Se otto ore vi sembran poche ........................................................................................................................ 909
Sei minuti all'alba .......................................................................................................................................... 910
Sent on po' Gioan, te se ricordet ................................................................................................................... 911
Si può morire ................................................................................................................................................. 912
Siamo l'Emilia rossa ....................................................................................................................................... 913
Sixteen Tons .................................................................................................................................................. 914
Soldato Nencini .............................................................................................................................................. 915
Son de la alfabetizaciòn ................................................................................................................................. 916
Son la mondina son la sfruttata [Volontà di pace] ......................................................................................... 917
Strofette della verità ...................................................................................................................................... 918
Suasso lane .................................................................................................................................................... 919
The 1913 Massacre ........................................................................................................................................ 920
Ti passi de giorno da Porto Marghera ............................................................................................................ 921
Ti sa miga ...................................................................................................................................................... 922
Tiro a segno ................................................................................................................................................... 923
Torna a casa americano ................................................................................................................................. 924
Tragoudhi Sotiri Petroula ............................................................................................................................... 925
Tredici milioni di uomini ................................................................................................................................. 926
Tu lo sai compagno a Marzabotto .................................................................................................................. 927
Tutti ciànno quarche cosa .............................................................................................................................. 928
Tutti gli amori ................................................................................................................................................ 929
Two Good Men ............................................................................................................................................... 930
Un bel dì finirà ............................................................................................................................................... 931
Un paese vuol dire non essere soli ................................................................................................................ 932
Una vita di carta ............................................................................................................................................ 933
Uno uguale a me ............................................................................................................................................ 934
Vedrai com'è bello ......................................................................................................................................... 935
Vento portami via a sinistra ........................................................................................................................... 936
Vi ricordate quel diciotto aprile ...................................................................................................................... 937
Vien la primavera ........................................................................................................................................... 938
Vota il Fronte! ................................................................................................................................................ 939
Where have all the flowers gone ................................................................................................................... 940
Yo canto a la diferencia ................................................................................................................................. 941
La contestazione e i movimenti di liberazione (1967-1979) ...................................................................... 943
"La..." ............................................................................................................................................................. 944
'A Flobert ....................................................................................................................................................... 945

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'Na specie di speranza ................................................................................................................................... 947


'Na volta me ricordo ...................................................................................................................................... 948
'Nu frate 'n polizia .......................................................................................................................................... 949
'Sta cità .......................................................................................................................................................... 950
15 ottobre alla Saint Gobain .......................................................................................................................... 951
1° Maggio ...................................................................................................................................................... 952
2 Agosto Oltretorrente ................................................................................................................................... 953
8 marzo .......................................................................................................................................................... 954
8 settembre ................................................................................................................................................... 955
A bas l'Etat policier ........................................................................................................................................ 956
A chi pensa che il partito ............................................................................................................................... 957
A desalambrar ............................................................................................................................................... 958
A Fabrizio Ceruso ........................................................................................................................................... 959
A la mina no voy ............................................................................................................................................ 960
A le case minime ........................................................................................................................................... 961
A Margalida .................................................................................................................................................... 962
A Santa Maria Magiòr ..................................................................................................................................... 963
Abbiamo lottato ogni giorno .......................................................................................................................... 964
Abortire .......................................................................................................................................................... 965
Aborto di Stato ............................................................................................................................................... 966
Aborto sacrificio ............................................................................................................................................. 967
Abril 74 .......................................................................................................................................................... 968
Al compagno presidente ................................................................................................................................ 969
Al compagno Salvador Allende ...................................................................................................................... 970
Al poeta compagno Vinh Long ....................................................................................................................... 971
Al referendum rispondiamo "NO" ................................................................................................................... 972
Alcide Cervi .................................................................................................................................................... 973
All'armi siam digiuni ...................................................................................................................................... 974
All'origine ....................................................................................................................................................... 975
Alla mattina con la luna ................................................................................................................................. 976
Allá Viene Un Corazón .................................................................................................................................... 977
Alle cinque prendo il tè .................................................................................................................................. 978
Alle Sbarre qua di Reggio ............................................................................................................................... 979
Almirante ....................................................................................................................................................... 980
Almirante al Cantagallo ................................................................................................................................. 981
Ama chi ti ama ............................................................................................................................................... 982
Amore ............................................................................................................................................................ 983
Amore e potere .............................................................................................................................................. 984
Anche lo stato ................................................................................................................................................ 985
And the band played Waltzing Mathilda ........................................................................................................ 986
Andare avanti sempre .................................................................................................................................... 988
Andiamo Compagni ........................................................................................................................................ 989
Anni settanta nati dal fracasso ...................................................................................................................... 990
Aqua alta ....................................................................................................................................................... 992
Argento e oro ................................................................................................................................................. 993
Ariva i barbari ................................................................................................................................................ 994
Arma della terra ............................................................................................................................................. 995
Armalite song [My little Armalite] .................................................................................................................. 996
Arrivano gli americani .................................................................................................................................... 997
Arrucunete ..................................................................................................................................................... 998
Asì como hoy matan negros .......................................................................................................................... 999
Aspettando il processo ................................................................................................................................. 1000
Avanguardo ................................................................................................................................................. 1001
Avanti popolo (Poiché non vogliam sfruttati) ............................................................................................... 1002
Avanza senza sosta ..................................................................................................................................... 1003
Avete mai guardato ..................................................................................................................................... 1004
Avola ............................................................................................................................................................ 1005

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Avola, 2 dicembre 1968 ............................................................................................................................... 1006


Ballata autocritica ........................................................................................................................................ 1007
Ballata del piccolo An ................................................................................................................................... 1008
Ballata del Pinelli ......................................................................................................................................... 1009
Ballata dell'affitto ......................................................................................................................................... 1010
Ballata dell'alcolizzato ................................................................................................................................. 1011
Ballata dell'emigrazione ............................................................................................................................... 1012
Ballata per Alfredo Zardini ........................................................................................................................... 1013
Ballata per Ciriaco Saldutto ......................................................................................................................... 1014
Ballata per Franco Serantini ......................................................................................................................... 1015
Bambini pianificati ....................................................................................................................................... 1016
Banane e Coca Cola ..................................................................................................................................... 1017
Baradel ........................................................................................................................................................ 1018
Basta sorrisi a comando! ............................................................................................................................. 1019
Basta y hasta ............................................................................................................................................... 1020
Battipaglia ................................................................................................................................................... 1021
Benedetto .................................................................................................................................................... 1022
Boogie boogie del Papa ............................................................................................................................... 1023
Borghesia ..................................................................................................................................................... 1025
Brescia, 28 maggio ...................................................................................................................................... 1026
Buon lavoro .................................................................................................................................................. 1027
Buone feste compagno lavoratore ............................................................................................................... 1028
C'era una volta ............................................................................................................................................. 1029
Canción A Víctor .......................................................................................................................................... 1030
Canción con todos ....................................................................................................................................... 1031
Canción del poder popular ........................................................................................................................... 1032
Cantata di lupara ......................................................................................................................................... 1033
Cantendi sa storia nosta .............................................................................................................................. 1034
Canto ........................................................................................................................................................... 1035
Canto a los caídos ........................................................................................................................................ 1036
Canto d'emigrazione [I campi si svuotano si riempiono le officine] ............................................................. 1037
Canto del Frente Unido ................................................................................................................................ 1038
Canto per Nguyen van Troi .......................................................................................................................... 1039
Canto popolar .............................................................................................................................................. 1040
Canzone del toco ......................................................................................................................................... 1041
Canzone della libertà ................................................................................................................................... 1042
Canzone della libertà ................................................................................................................................... 1043
Canzone delle donne della Comune di Parigi ............................................................................................... 1044
Canzone di strada ........................................................................................................................................ 1045
Caporetto '17 ............................................................................................................................................... 1046
Cappuccetto Rosso ...................................................................................................................................... 1047
Cara Madre .................................................................................................................................................. 1048
Carcire ca mi tiniti carciratu ......................................................................................................................... 1049
Caro figliolo mio ........................................................................................................................................... 1050
Casa Comigo Marta ...................................................................................................................................... 1051
Case case ..................................................................................................................................................... 1052
Cavàrte dal fredo ......................................................................................................................................... 1053
Centomigliaia di anni ................................................................................................................................... 1054
Certo che se non fosse ................................................................................................................................. 1055
Certo i padroni morranno ............................................................................................................................. 1056
Chacun de vous est concerné ...................................................................................................................... 1057
Che belo el mondo che'l sarìa ...................................................................................................................... 1058
Chi è più ricco .............................................................................................................................................. 1060
Chi non emigra spara [È bello il meridione] ................................................................................................. 1062
Chi non vuol chinar la testa è comunista ..................................................................................................... 1064
Chiarezza chiarezza ..................................................................................................................................... 1065
Ci chiamano a cantare ................................................................................................................................. 1066

pagina 2001
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Ci siam spezzati le mani .............................................................................................................................. 1067


Ciò che voi non dite ..................................................................................................................................... 1068
Coca cola coca Costantino ........................................................................................................................... 1069
Coi comunisti nel governo ........................................................................................................................... 1070
Come fosse un gioco .................................................................................................................................... 1071
Comico ......................................................................................................................................................... 1072
Compagni avanti andiamo ........................................................................................................................... 1073
Compagno emigrato .................................................................................................................................... 1074
Compagno Franceschi .................................................................................................................................. 1075
Compagno Saltarelli noi ti vendicheremo .................................................................................................... 1076
Compagno sembra ieri ................................................................................................................................. 1077
Compra il tuo giornale ................................................................................................................................. 1078
Comu canciari 'stu munnu ........................................................................................................................... 1079
Con la lettera del prete ................................................................................................................................ 1080
Consigli per i turisti ...................................................................................................................................... 1081
Consigli per una buona condotta ................................................................................................................. 1082
Contrasto dei prezzi ..................................................................................................................................... 1083
Creare due tre molti Vietnam ...................................................................................................................... 1085
Crepa ........................................................................................................................................................... 1086
Cruz de Luz .................................................................................................................................................. 1087
Cu' trenta carrini: tarantella dei baraccati ................................................................................................... 1088
Cumiziu ........................................................................................................................................................ 1089
Da quando son partito militare .................................................................................................................... 1090
Da quel giorno d'aprile ................................................................................................................................. 1091
Da quest'autunno giorno per giorno ............................................................................................................ 1092
Da via Tibaldi ............................................................................................................................................... 1093
Dal produttore al consumatore .................................................................................................................... 1095
Dante Di Nanni ............................................................................................................................................. 1098
Dato che [Risoluzione dei Comunardi] ......................................................................................................... 1099
Davanti alla polizia ....................................................................................................................................... 1100
Del '68 resta... ............................................................................................................................................. 1101
Delle vostre galere un giorno ....................................................................................................................... 1102
Devento mata .............................................................................................................................................. 1103
Dì at a benni ................................................................................................................................................ 1104
Dimitrov ....................................................................................................................................................... 1105
Disimpegno disimpegno .............................................................................................................................. 1106
Disoccupato ................................................................................................................................................. 1107
Donne prendiamoci la gioia ......................................................................................................................... 1108
Dopo Ardisun ............................................................................................................................................... 1109
Dove nel maggio splendono ........................................................................................................................ 1110
Dovevo dimostrare ...................................................................................................................................... 1111
Drink americano .......................................................................................................................................... 1112
E a te, Pietro Valpreda ................................................................................................................................. 1113
E allora sai ................................................................................................................................................... 1114
E allora? ....................................................................................................................................................... 1115
E andavo in Fransa ...................................................................................................................................... 1116
È fatalità ...................................................................................................................................................... 1117
E io ero Sandokan ........................................................................................................................................ 1118
E io già ti vedo ............................................................................................................................................. 1119
E lui ballava ................................................................................................................................................. 1120
E qualcuno poi disse .................................................................................................................................... 1121
E subito ci hanno detto ................................................................................................................................ 1122
È un buon padrone, un bravo italiano ma... ................................................................................................. 1123
E' arrivata la letterina .................................................................................................................................. 1124
E' finito il '68 ................................................................................................................................................ 1125
E' mezzanotte .............................................................................................................................................. 1126
Eccellenza .................................................................................................................................................... 1127

pagina 2002
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Eccidio di Modena 9 gennaio 1950 .............................................................................................................. 1128


Ecco s'avanza uno strano soldato ................................................................................................................ 1130
Eccoti lì a pensarla ....................................................................................................................................... 1131
Eh sì governo infame ................................................................................................................................... 1132
El aparecido ................................................................................................................................................. 1133
El derecho de vivir en paz ............................................................................................................................ 1134
El poeta ........................................................................................................................................................ 1135
El pueblo unido jamás será vencido ............................................................................................................. 1136
El svacament ............................................................................................................................................... 1137
El verniciaro ................................................................................................................................................. 1138
Elegia per una ragazza rossa ....................................................................................................................... 1139
Emigrato su in Germania ............................................................................................................................. 1140
Emigrazione Organizzazione I ...................................................................................................................... 1141
Emigrazione Organizzazione II ..................................................................................................................... 1142
Emigrazione Organizzazione III .................................................................................................................... 1143
Emigrazione organizzazione IV .................................................................................................................... 1144
Emigrazione organizzazione V ..................................................................................................................... 1145
En el estadio de Chile .................................................................................................................................. 1146
Era Natale .................................................................................................................................................... 1147
Era sui quarant'anni ..................................................................................................................................... 1148
Fan fan ......................................................................................................................................................... 1149
Fatima e Fawzia ........................................................................................................................................... 1150
Felicità ......................................................................................................................................................... 1151
Fermiamo le centrali nucleari ...................................................................................................................... 1152
Filastrocca del pane ..................................................................................................................................... 1153
Filastrocca vietnamita .................................................................................................................................. 1154
Fiore rosso e fucile ....................................................................................................................................... 1155
Fiori chiari fiori scuri .................................................................................................................................... 1156
Francesco Luigi Ferrari ................................................................................................................................. 1157
Fratello ......................................................................................................................................................... 1158
Frigida .......................................................................................................................................................... 1159
Fucile e bisaccia ........................................................................................................................................... 1160
Garibaldi ...................................................................................................................................................... 1161
Gelem, gelem .............................................................................................................................................. 1162
Giancarlo e gli altri ....................................................................................................................................... 1163
Gianfranco Mattei ........................................................................................................................................ 1164
Gino della Pignone ....................................................................................................................................... 1165
Gira la vite del padrone ............................................................................................................................... 1166
Girotondo della libertà ................................................................................................................................. 1167
Giù le mani dal Vietnam ............................................................................................................................... 1168
Giudeca ........................................................................................................................................................ 1169
Giuramento .................................................................................................................................................. 1170
Giustizia di classe ........................................................................................................................................ 1171
Gli ingranaggi .............................................................................................................................................. 1172
Gli sfruttati ................................................................................................................................................... 1173
Go on home british soldiers ......................................................................................................................... 1174
Grândola, vila morena ................................................................................................................................. 1175
Grecia '67 .................................................................................................................................................... 1176
Grève illimitée ............................................................................................................................................. 1177
Guarda come sono belle le operaie ............................................................................................................. 1178
Guerra per forza .......................................................................................................................................... 1179
Hai sempre qualcosa da fare ....................................................................................................................... 1180
Here's to you Nicola and Bart ...................................................................................................................... 1181
Herminda de la victoria ................................................................................................................................ 1182
Hino dos grevistas ....................................................................................................................................... 1183
Ho comprato un frigorifero ........................................................................................................................... 1184
Ho insultato il movimento ............................................................................................................................ 1185

pagina 2003
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How splendid love in Fiumicino .................................................................................................................... 1186


Hymne du M.L.F. .......................................................................................................................................... 1187
I cavalli di troia ............................................................................................................................................ 1188
I due ruoli ..................................................................................................................................................... 1189
I fioe ............................................................................................................................................................. 1191
I giornali di marzo ........................................................................................................................................ 1192
I giorni di Milano .......................................................................................................................................... 1193
I padroni posson perdere la testa ................................................................................................................ 1194
I persuasori occulti ....................................................................................................................................... 1195
I proti nekri .................................................................................................................................................. 1196
I quattro cavalieri dell'Apocalisse ................................................................................................................ 1197
I treni per Reggio Calabria ........................................................................................................................... 1200
I vietnamiti son piccolini .............................................................................................................................. 1202
I volontari di Bogside ................................................................................................................................... 1203
Il "Che" Guevara .......................................................................................................................................... 1204
Il banditore ................................................................................................................................................... 1205
Il barbiere .................................................................................................................................................... 1206
Il bastone e la carota ................................................................................................................................... 1207
Il Cile è già un altro Vietnam (Morto Allende) .............................................................................................. 1208
Il comandante della mia banda .................................................................................................................... 1209
Il compagno 'Che' Brambilla ........................................................................................................................ 1210
Il complesso ................................................................................................................................................. 1211
Il divorzio ..................................................................................................................................................... 1212
Il divorzio ..................................................................................................................................................... 1213
Il figlio del poliziotto ..................................................................................................................................... 1214
Il fischietto dell'operaio ................................................................................................................................ 1215
Il Fronte ....................................................................................................................................................... 1216
Il funerale di un lavoratore ........................................................................................................................... 1217
Il galeone ..................................................................................................................................................... 1218
Il giraSullo .................................................................................................................................................... 1219
Il guerrigliero ............................................................................................................................................... 1220
Il manovale .................................................................................................................................................. 1221
Il mattatoio .................................................................................................................................................. 1222
Il meridionale ............................................................................................................................................... 1223
Il mestiere più antico ................................................................................................................................... 1224
Il mio capo mi vuol dare ............................................................................................................................... 1225
Il mio partito saluta Mosca ........................................................................................................................... 1226
Il mostro è uscito dal mare .......................................................................................................................... 1227
Il muratore ................................................................................................................................................... 1228
Il nostro maggio ........................................................................................................................................... 1229
Il numero d'appello ...................................................................................................................................... 1231
Il Parlamento ................................................................................................................................................ 1232
Il parto ......................................................................................................................................................... 1233
Il popolo è forte ............................................................................................................................................ 1234
Il rosso è diventato giallo ............................................................................................................................. 1235
Il soldato Bruna ............................................................................................................................................ 1236
Il Sole Rosso ................................................................................................................................................. 1238
Il superuomo ................................................................................................................................................ 1239
Il testamento del parroco Meslier ................................................................................................................ 1240
Il treno degli operai ...................................................................................................................................... 1241
In tutto il mondo uniamoci ........................................................................................................................... 1242
In un anno e più d'amore ............................................................................................................................. 1243
Individuare il nemico da battere .................................................................................................................. 1244
Inno della Tricontinentale ............................................................................................................................ 1245
Io cerco l'uomo nuovo .................................................................................................................................. 1246
Io non sono .................................................................................................................................................. 1247
Io sono una donna ....................................................................................................................................... 1248

pagina 2004
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Io vi parlo di Milano ...................................................................................................................................... 1249


Is chiudendas noas ...................................................................................................................................... 1250
Juan sin tierra ............................................................................................................................................... 1251
KarlMarxStrasse [La lallera] ......................................................................................................................... 1252
Katanga ....................................................................................................................................................... 1253
Klama ........................................................................................................................................................... 1254
L'altra sera ................................................................................................................................................... 1255
L'apprendista ............................................................................................................................................... 1256
L'aqua .......................................................................................................................................................... 1257
L'aria ............................................................................................................................................................ 1258
L'emigrato .................................................................................................................................................... 1259
L'estaca ....................................................................................................................................................... 1260
L'indipendente ............................................................................................................................................. 1261
L'industria dell'obbligo ................................................................................................................................. 1262
L'inferno bianco (Mattmark) ......................................................................................................................... 1263
L'internazionale di Fortini ............................................................................................................................. 1264
L'internazionale proletaria [Lotta continua] ................................................................................................. 1265
L'ora del fucile ............................................................................................................................................. 1266
L'orchestra dei fischietti ............................................................................................................................... 1267
L'orologio del dottore Guida ......................................................................................................................... 1268
L'unioni fa la forza ....................................................................................................................................... 1269
L'urlo di Guevara .......................................................................................................................................... 1270
La 124 .......................................................................................................................................................... 1271
La ballata della DC ....................................................................................................................................... 1272
La ballata della Fiat ...................................................................................................................................... 1273
La ballata di Franco Serantini ...................................................................................................................... 1274
La ballata di Longarone ............................................................................................................................... 1275
La Breda ...................................................................................................................................................... 1277
La canzone del Pinelli ................................................................................................................................... 1278
La canzone della classe dirigente ................................................................................................................ 1279
La cassa integrazione .................................................................................................................................. 1281
La città ......................................................................................................................................................... 1282
La classe morta ............................................................................................................................................ 1283
La Comune non è morta .............................................................................................................................. 1284
La Comune non morrà ................................................................................................................................. 1285
La Crisi ......................................................................................................................................................... 1286
La disperazione del contadino italiano ......................................................................................................... 1287
La fabbrica ................................................................................................................................................... 1288
La Fanfaneide .............................................................................................................................................. 1289
La fermata ................................................................................................................................................... 1290
La fornasa .................................................................................................................................................... 1291
La fretta ....................................................................................................................................................... 1292
La G.A.P. ...................................................................................................................................................... 1293
La Giulia ....................................................................................................................................................... 1294
La grande quercia ........................................................................................................................................ 1295
La guerra degli altri ..................................................................................................................................... 1296
La Java des Bons-Enfants ............................................................................................................................. 1297
La leggenda del soldato morto .................................................................................................................... 1298
La leggenda della donna .............................................................................................................................. 1299
La leva ......................................................................................................................................................... 1300
La linea rossa ............................................................................................................................................... 1301
La mamma rondine ...................................................................................................................................... 1302
La manifestazione ........................................................................................................................................ 1303
La manifestazione in cui morì Zibecchi ........................................................................................................ 1304
La Marta ha vinto ......................................................................................................................................... 1305
La Marta occupata ....................................................................................................................................... 1306
La mia cella .................................................................................................................................................. 1307

pagina 2005
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La montagna ................................................................................................................................................ 1308


La nave ........................................................................................................................................................ 1309
La nave dei folli ............................................................................................................................................ 1310
La Nèbia ....................................................................................................................................................... 1312
La notte in cui mi tolsi l'armatura ................................................................................................................ 1313
La povera Rosetta [versione femminista] .................................................................................................... 1314
La proletarizzazione ..................................................................................................................................... 1315
La pulce ....................................................................................................................................................... 1316
La pulzella .................................................................................................................................................... 1317
La rabbia esplode a Reggio Calabria ............................................................................................................ 1318
La ringhera ................................................................................................................................................... 1319
La rivoluzione ............................................................................................................................................... 1321
La sepoltura dei morti .................................................................................................................................. 1322
La sopravvivenza ......................................................................................................................................... 1323
La taylorizzazione ........................................................................................................................................ 1324
La tierra escrita ............................................................................................................................................ 1325
La violenza [La caccia alle streghe] ............................................................................................................. 1326
Lamento dei terremotati siciliani ................................................................................................................. 1327
Lamento per i compagni usciti dall'organizzazione ...................................................................................... 1328
Lamento per la morte di Pasolini ................................................................................................................. 1329
Lamentu ppi la morti di Turiddu Carnivali .................................................................................................... 1330
Lavorare con lentezza .................................................................................................................................. 1334
Le Chiffon Rouge .......................................................................................................................................... 1335
Le guardie hanno bussato ............................................................................................................................ 1336
Le madri ....................................................................................................................................................... 1337
Le ore scandiscono il tempo ........................................................................................................................ 1338
Le scimmiette .............................................................................................................................................. 1339
Le tessitrici di seta ....................................................................................................................................... 1340
Le vacche fuorilegge .................................................................................................................................... 1341
Les anarchistes ............................................................................................................................................ 1342
Les charognards .......................................................................................................................................... 1343
Lettera a Michele ......................................................................................................................................... 1345
Lettera alla mia amica ................................................................................................................................. 1346
Lettre à Kissinger ......................................................................................................................................... 1347
Libera Belfast ............................................................................................................................................... 1348
Liberare tutti ................................................................................................................................................ 1349
Liberiamo il sud Vietnam ............................................................................................................................. 1350
Liberiamo Marini [Libertà per Marini] ........................................................................................................... 1351
Licenziamo i padroni .................................................................................................................................... 1352
Lo stracchino ............................................................................................................................................... 1353
Los Vietnamitas son pequenitos .................................................................................................................. 1354
Lotta continua .............................................................................................................................................. 1355
Lu patruni è suverchiu ................................................................................................................................. 1356
Lu soprastante ............................................................................................................................................. 1357
Lubiam ......................................................................................................................................................... 1358
Lumantela par tri nôs paisân ....................................................................................................................... 1359
Ma che razza de città ................................................................................................................................... 1360
Ma chi ha detto che non c'è ......................................................................................................................... 1361
Ma non riusciranno ...................................................................................................................................... 1362
Ma per fortuna ............................................................................................................................................. 1363
Ma perchè mi dici sempre ............................................................................................................................ 1364
Ma verrà un giorno ....................................................................................................................................... 1365
Madame Giustizia ........................................................................................................................................ 1366
Mafia e Parrini .............................................................................................................................................. 1367
Mammina Pendolare .................................................................................................................................... 1368
Manifesto ..................................................................................................................................................... 1370
Manifiesto .................................................................................................................................................... 1371

pagina 2006
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Mannaja all'ingegneri ................................................................................................................................... 1372


Marcha de los pobladores ............................................................................................................................ 1373
Marcia con te ............................................................................................................................................... 1374
Marghera adeso ........................................................................................................................................... 1375
Maria Rosa ................................................................................................................................................... 1376
Mario della Piaggio [Povero Mario] ............................................................................................................... 1377
Mario Lupo ................................................................................................................................................... 1378
Marocchini ................................................................................................................................................... 1379
Me pare ........................................................................................................................................................ 1380
Melissa ......................................................................................................................................................... 1381
Merica, Merica .............................................................................................................................................. 1382
Mi guardo in uno specchio ........................................................................................................................... 1383
Mi porti due gassose .................................................................................................................................... 1384
Mi voria saver .............................................................................................................................................. 1385
Mia dolce signora ......................................................................................................................................... 1386
Mio caro padrone domani ti sparo ............................................................................................................... 1387
Mio Dio Teresa tu sei bella ........................................................................................................................... 1388
Moi qui suis une femme ............................................................................................................................... 1389
Monòpoli ...................................................................................................................................................... 1390
Murgia .......................................................................................................................................................... 1391
Muri alti e inferiàe ........................................................................................................................................ 1392
Muttettos ..................................................................................................................................................... 1393
Nascere muli ................................................................................................................................................ 1394
Natale '68 .................................................................................................................................................... 1395
Nei reparti della FIAT ................................................................................................................................... 1396
Nella fotografia ............................................................................................................................................ 1397
Nella terra dei padroni ................................................................................................................................. 1399
Nella testa di Nicola ..................................................................................................................................... 1400
Neppure una Topolino .................................................................................................................................. 1401
Nessuno ha più coraggio (di dir la verità) .................................................................................................... 1402
Nicaragua Nicaragüita ................................................................................................................................. 1403
Nina ti te ricordi ........................................................................................................................................... 1404
Nixon viene a Roma ..................................................................................................................................... 1405
No al Fanfascismo ........................................................................................................................................ 1406
Noi de borgata ............................................................................................................................................. 1408
Noi donne .................................................................................................................................................... 1409
Noi lo chiamiamo Vietnam ........................................................................................................................... 1410
Noi siamo ..................................................................................................................................................... 1411
Noi siamo ..................................................................................................................................................... 1412
Noi siamo stufe ............................................................................................................................................ 1413
Non aspettar San Giorgio ............................................................................................................................. 1414
Non creder che sia l'abito ............................................................................................................................ 1415
Non è finita Piazza Loreto ............................................................................................................................ 1416
Non maledire questo nostro tempo ............................................................................................................. 1417
Non mi scrivere più ...................................................................................................................................... 1418
Non piangere oi bella [Partono gli emigranti] .............................................................................................. 1419
Non spingete, scappiamo anche noi! ........................................................................................................... 1420
Nostro Messico febbraio '23 ......................................................................................................................... 1421
Nuvole a Vinca ............................................................................................................................................. 1422
O dura sorte, in cella (Sonetto sulla dignità del montagnino in cella) .......................................................... 1423
O mamma, mamma, mamma ...................................................................................................................... 1424
O padrone non lo fare [Se c'avessi cento figli] ............................................................................................. 1425
O piscatore rivoluzionario ............................................................................................................................ 1426
Odineide ...................................................................................................................................................... 1427
Oh Giolitti ..................................................................................................................................................... 1430
Onirica ......................................................................................................................................................... 1431
Ostruzionismo .............................................................................................................................................. 1432

pagina 2007
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Otto ottobre 1966 ........................................................................................................................................ 1433


Padrone Olivetti ........................................................................................................................................... 1434
Padroni ci volete spaventare ....................................................................................................................... 1435
Palermo dove stà De Mauro? ....................................................................................................................... 1436
Palestina [La rossa Palestina] ...................................................................................................................... 1437
Panchina di quartiere ................................................................................................................................... 1438
Papà Cervi raggiunge i sette figli ................................................................................................................. 1439
Parco de la fantasia ..................................................................................................................................... 1440
Pelle scura ................................................................................................................................................... 1441
Pensa un po' ................................................................................................................................................ 1442
Per Claudio Varalli ........................................................................................................................................ 1443
Per Giorgiana ............................................................................................................................................... 1444
Per la morte di Giuseppe Pinelli ................................................................................................................... 1445
Perchè lo fai amico? ..................................................................................................................................... 1446
Perchè mai parlarvi di pace ......................................................................................................................... 1447
Perchè una guerra ....................................................................................................................................... 1448
Piazza della Loggia ...................................................................................................................................... 1449
Piazza della Loggia 1974 ............................................................................................................................. 1450
Piazza Fontana [Luna rossa] ........................................................................................................................ 1451
Pincinella di Nave ......................................................................................................................................... 1452
Plegaria a un labrador .................................................................................................................................. 1453
Polka infantile .............................................................................................................................................. 1454
Pontelandolfo ............................................................................................................................................... 1455
Popolo che da sempre .................................................................................................................................. 1456
Portella della ginestra .................................................................................................................................. 1457
Povera gente ................................................................................................................................................ 1458
Povero Calabresi .......................................................................................................................................... 1459
Povero padroncino ....................................................................................................................................... 1460
Povero Pinelli ............................................................................................................................................... 1461
Pozzanghere ................................................................................................................................................ 1462
Pratobello ..................................................................................................................................................... 1463
Preghiera a un contadino ............................................................................................................................. 1464
Preguntitas sobre Dios ................................................................................................................................. 1465
Prendiamoci le città ..................................................................................................................................... 1466
Pretini rossi, moniche bianche ..................................................................................................................... 1467
Primo d'agosto Mestre '68 ........................................................................................................................... 1468
Proclama di Camillo Torres .......................................................................................................................... 1469
Progressio populorum .................................................................................................................................. 1470
Proprio voi .................................................................................................................................................... 1471
Prostituzione ................................................................................................................................................ 1472
Quadernoso iscrittoso .................................................................................................................................. 1473
Quando lo sciopero ...................................................................................................................................... 1474
Quando non c'è più conforto ........................................................................................................................ 1475
Quando sei smarrita .................................................................................................................................... 1476
Quanti occhi ................................................................................................................................................. 1477
Quarto Oggiaro story ................................................................................................................................... 1478
Quatr'asüs par l'Ardizôn ............................................................................................................................... 1479
Quel vaca d'un petrôli .................................................................................................................................. 1480
Quella notte davanti alla bussola ................................................................................................................. 1481
Quelli che tricoloreggiano ............................................................................................................................ 1483
Quello che mai potranno fermare ................................................................................................................ 1484
Quello lì (compagno Gramsci) ...................................................................................................................... 1485
Questa di Marinella ...................................................................................................................................... 1486
Questa prigione è oscura ............................................................................................................................. 1487
Questo è il nostro Vietnam .......................................................................................................................... 1488
Ragazzo gentile ........................................................................................................................................... 1489
Reggio Calabria '72 ...................................................................................................................................... 1490

pagina 2008
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Repressione ................................................................................................................................................. 1492


Ricordate brava gente ................................................................................................................................. 1493
Rita Fenu ...................................................................................................................................................... 1495
Rondinella pellegrina ................................................................................................................................... 1496
Rosso ........................................................................................................................................................... 1497
S'Internatzionale .......................................................................................................................................... 1498
Sa Brigata Sassaresa ................................................................................................................................... 1499
Salina ........................................................................................................................................................... 1500
Saludu a sos emigrados sardos .................................................................................................................... 1501
SAM song ..................................................................................................................................................... 1502
Samba landó ................................................................................................................................................ 1503
San Basilio Rivolta di classe [Rivolta di classe] ............................................................................................ 1504
Sandrino della Solvay .................................................................................................................................. 1505
Saran vint'ann nianca .................................................................................................................................. 1506
Sarete voi padroni ad emigrare ................................................................................................................... 1507
Scade la ferma ............................................................................................................................................. 1508
Scarpe rotte ................................................................................................................................................. 1509
Scimpanzè ................................................................................................................................................... 1510
Sciopero interno ........................................................................................................................................... 1511
Sciopero! ...................................................................................................................................................... 1512
Scuola di classe ........................................................................................................................................... 1513
Sdraiato sul sofà .......................................................................................................................................... 1514
Se c'è la crisi per il padrone ......................................................................................................................... 1515
Se da diecimila anni ..................................................................................................................................... 1516
Se ero io ....................................................................................................................................................... 1518
Se gli agrari ................................................................................................................................................. 1519
Se mi chiedi ................................................................................................................................................. 1520
Se non li conoscete ...................................................................................................................................... 1521
Se potessi capire .......................................................................................................................................... 1522
Se tu bagni il tuo piede ................................................................................................................................ 1523
Sebastiano ................................................................................................................................................... 1524
Sei nato ........................................................................................................................................................ 1525
Sempre partigiani anche per il domani ........................................................................................................ 1526
Sette anni fa ................................................................................................................................................ 1527
Siam del popolo gli arditi ............................................................................................................................. 1528
Siamo al guinzaglio del capitale .................................................................................................................. 1529
Siamo in tante .............................................................................................................................................. 1530
Siamo quelli dell'Alfa Romeo ........................................................................................................................ 1531
Siamo tante siamo belle... ........................................................................................................................... 1532
Signor padrone non si arrabbi ...................................................................................................................... 1533
Signor studente ........................................................................................................................................... 1534
Simona ......................................................................................................................................................... 1535
Socialista che 'l va a Roma .......................................................................................................................... 1536
Soldadito Boliviano [Guitarra en duelo mayor] ............................................................................................ 1537
Somos socialistas ......................................................................................................................................... 1538
Sonetto su Gramsci ...................................................................................................................................... 1539
Sono libero ................................................................................................................................................... 1540
Sora un treno ............................................................................................................................................... 1541
Speta anca ti co mi ...................................................................................................................................... 1542
Stai morendo compagno .............................................................................................................................. 1543
Stalingrado .................................................................................................................................................. 1544
Stato e padroni, fate attenzione .................................................................................................................. 1545
Stato, padroni .............................................................................................................................................. 1546
Storia di una cosa ........................................................................................................................................ 1547
Stornelli pisani ............................................................................................................................................. 1548
Stornelli presidenziali ................................................................................................................................... 1549
Stornello per i compagni .............................................................................................................................. 1550

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Stucky .......................................................................................................................................................... 1551


Studenti a operai ......................................................................................................................................... 1552
Su prantu de una mama .............................................................................................................................. 1553
Sulla strada di Ibiza ...................................................................................................................................... 1554
Suona la sirena ............................................................................................................................................ 1555
Tall el Zaatar ................................................................................................................................................ 1556
Tall el Zaatar ................................................................................................................................................ 1557
Tango dei macellai ....................................................................................................................................... 1558
Tango della femminista ............................................................................................................................... 1559
Tante case ................................................................................................................................................... 1560
Tarantella di via Tibaldi ................................................................................................................................ 1561
Telegrafo, Nazione, la stampa del padrone ................................................................................................. 1563
Tengo na voglia e fa niente ......................................................................................................................... 1564
Terra di Grecia ............................................................................................................................................. 1565
The ballad of Ho Chi Minh ............................................................................................................................ 1566
Ti ho visto là sul tavolo ................................................................................................................................ 1567
Ti ricordi Nina ............................................................................................................................................... 1568
Tira la cinghia .............................................................................................................................................. 1569
Tragedia de Plaza de las Tres Culturas ........................................................................................................ 1570
Tramonta o sole ........................................................................................................................................... 1571
Trasferimento .............................................................................................................................................. 1572
Tre fratelli contadini di Venosa .................................................................................................................... 1573
Trenta luglio alla Ignis .................................................................................................................................. 1574
Tu che hai sbagliato tutto ............................................................................................................................ 1575
Tu che uscirai domani .................................................................................................................................. 1576
Tu compagno, e io, e voi, e noi .................................................................................................................... 1577
Tu Gorizia addolorata ................................................................................................................................... 1578
U programma do Governu rivoluzionariu ..................................................................................................... 1579
Uccidi e capirai [L'uomo che sa] .................................................................................................................. 1580
Uguaglianza ................................................................................................................................................. 1581
Umanità ....................................................................................................................................................... 1582
Un biglietto del tram .................................................................................................................................... 1583
Un tranquillo festival pop di paura ............................................................................................................... 1584
Una donna nella tua vita .............................................................................................................................. 1586
Una Noč ....................................................................................................................................................... 1587
Uomini e soldi .............................................................................................................................................. 1588
Valigie di cartone ......................................................................................................................................... 1589
Valle Giulia ................................................................................................................................................... 1590
Venceremos ................................................................................................................................................. 1591
Venceremos ................................................................................................................................................. 1592
Vendiamo armi! ........................................................................................................................................... 1593
Venessia patria mia dileta ........................................................................................................................... 1594
Veniamo da lontano ..................................................................................................................................... 1595
Venne Maggio (Prologo di un anno) ............................................................................................................. 1596
Vi canteremo la favola ................................................................................................................................. 1597
Vi racconterò ............................................................................................................................................... 1598
Vi sbagliate .................................................................................................................................................. 1599
Via via la polizia ........................................................................................................................................... 1600
Victor Jara .................................................................................................................................................... 1601
Violette ........................................................................................................................................................ 1602
Viva Voltaire e Montesquieu ........................................................................................................................ 1603
Vogliamo andare avanti ............................................................................................................................... 1607
Voglio fare il boia ......................................................................................................................................... 1608
Voglio la mia libertà ..................................................................................................................................... 1609
Voglio parlare con voi .................................................................................................................................. 1610
We shall not be moved ................................................................................................................................ 1611
Yankee tornatevene a casa .......................................................................................................................... 1612

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Zamba del Che ............................................................................................................................................ 1613


Dal riflusso alla fine della guerra fredda (1980 - 1989) ............................................................................ 1614
A Valerio Verbano ........................................................................................................................................ 1615
Bella Bimba .................................................................................................................................................. 1616
Bum ............................................................................................................................................................. 1617
Cambierà ..................................................................................................................................................... 1619
Cancion para el pueblo chileno .................................................................................................................... 1620
E quand la sira ............................................................................................................................................. 1621
Federica ....................................................................................................................................................... 1622
Filastrocca quantocosta ............................................................................................................................... 1623
FMI ............................................................................................................................................................... 1624
Gira la ruota [La ruota del tempo] ............................................................................................................... 1626
I 100 fiori ..................................................................................................................................................... 1627
Il 23 novembre 1980 .................................................................................................................................... 1628
Il vecchio e la sua ombra ............................................................................................................................. 1629
Ke a sos bascos ke a sos irlandesos ............................................................................................................. 1630
L'ombra ........................................................................................................................................................ 1631
La colomba .................................................................................................................................................. 1632
La luna nel pozzo ......................................................................................................................................... 1633
La mia barba ................................................................................................................................................ 1634
La Roma ....................................................................................................................................................... 1635
La storia [Un giorno ti diranno che è una cosa normale] ............................................................................. 1636
Latinoamérica Es Un Pueblo Al Sur de E. U. ................................................................................................. 1637
Le ali della colomba ..................................................................................................................................... 1638
Le belle bandiere ......................................................................................................................................... 1639
Le nostre illusioni ......................................................................................................................................... 1640
Le vecchie signore ....................................................................................................................................... 1641
Ma la storia non dice .................................................................................................................................... 1642
Nella casa di Maria ....................................................................................................................................... 1643
Non si è curata mai ...................................................................................................................................... 1644
Nuestra America .......................................................................................................................................... 1645
Per i figli ....................................................................................................................................................... 1646
Per me, per te .............................................................................................................................................. 1647
Quando chiare fresche acque ...................................................................................................................... 1648
Quando la luna parlò .................................................................................................................................... 1649
Quando la storia .......................................................................................................................................... 1650
Sui miei passi son tornato ............................................................................................................................ 1651
Via Gleno ..................................................................................................................................................... 1652
Vöia de vèss ................................................................................................................................................. 1653
Vorrei parlarti ............................................................................................................................................... 1654
Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi) .......................................................................................................... 1655
'15 - '18 ........................................................................................................................................................ 1656
'nterogermina detta Maria Stella ................................................................................................................. 1657
11 marzo 1977 - Canzone per Francesco ..................................................................................................... 1658
6 dicembre ................................................................................................................................................... 1659
A la huelga compañeras .............................................................................................................................. 1660
A nuis coloradas ........................................................................................................................................... 1661
A Riace ......................................................................................................................................................... 1662
A Silvia [Silvia Baraldini] .............................................................................................................................. 1663
A un pescatore di voci bianche .................................................................................................................... 1664
Abd El Salam ................................................................................................................................................ 1665
Acquorum .................................................................................................................................................... 1667
Ai mamà ...................................................................................................................................................... 1668
Al confine ..................................................................................................................................................... 1670
Al referendum rispondiamo "NO" [versione 2016] ....................................................................................... 1671
Al referendum rispondiamo NO [ver. 2006] ................................................................................................. 1672

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Alla scuola brindisina ................................................................................................................................... 1673


Alle barricate ............................................................................................................................................... 1674
Almeno lo spero ........................................................................................................................................... 1675
Anarcangeli .................................................................................................................................................. 1676
Aprile 74 ...................................................................................................................................................... 1677
Ballata della III Brigata Garibaldi "Oberdan Chiesa" .................................................................................... 1678
Ballata della Thyssen ................................................................................................................................... 1680
Ballata della XXIII Brigata Garibaldi "Guido Boscaglia" ................................................................................ 1681
Ballata di Ustica ........................................................................................................................................... 1683
Ballata Gelmino-Universitaria ...................................................................................................................... 1684
Ballata per Carola ........................................................................................................................................ 1685
Ballata per gli antifascisti di Tatti ................................................................................................................ 1686
Ballata per Isabella Viola ............................................................................................................................. 1687
Ballata per Vanda ........................................................................................................................................ 1688
Ballata per Vik ............................................................................................................................................. 1689
Bandera arrùbia ........................................................................................................................................... 1690
Barche di cartapesta .................................................................................................................................... 1691
Bella ciao della Vodafone ............................................................................................................................. 1692
Bella ciao femminista ................................................................................................................................... 1693
Berlusconeide...e lui rideva .......................................................................................................................... 1694
Berluscrauti .................................................................................................................................................. 1695
Brigata partigiana Alphaville ........................................................................................................................ 1696
Brucia la città ............................................................................................................................................... 1697
Cadaveri vivi ................................................................................................................................................ 1698
Calamandrei ................................................................................................................................................ 1700
Canción sin miedo ........................................................................................................................................ 1701
Cannoni del Sagro ........................................................................................................................................ 1702
Canto del solidale ........................................................................................................................................ 1703
Canto di vita ................................................................................................................................................ 1704
Canto per Adil .............................................................................................................................................. 1705
Cantu pro sos pastores ................................................................................................................................ 1706
Canzone per Ion ........................................................................................................................................... 1707
Canzone urgente ......................................................................................................................................... 1708
Canzoni da amare ........................................................................................................................................ 1709
Carlo assassinato ......................................................................................................................................... 1710
Carlo nel cuore ............................................................................................................................................. 1711
Cavaliere ...................................................................................................................................................... 1712
Chi ha compagni non muore mai, a Ivan Della Mea ..................................................................................... 1714
Classe 1923 ................................................................................................................................................. 1715
Clément Méric .............................................................................................................................................. 1716
Come le cavallette ....................................................................................................................................... 1717
Come votava ................................................................................................................................................ 1718
Contro .......................................................................................................................................................... 1719
Corrido al cavalier Berlusconi ...................................................................................................................... 1720
Cosa rimiri ragazzo padano? ........................................................................................................................ 1721
Cunfessada .................................................................................................................................................. 1722
Custodi ......................................................................................................................................................... 1723
Dall'ultima galleria ....................................................................................................................................... 1724
Delle diversità .............................................................................................................................................. 1726
Dieci Preghiere ............................................................................................................................................ 1728
Difendi l'allegria ........................................................................................................................................... 1729
Disperanza ................................................................................................................................................... 1730
Donne di cielo .............................................................................................................................................. 1731
E più non canto (anti-Gelmini) ..................................................................................................................... 1732
E' arrivatu lu furtu nuevo ............................................................................................................................. 1733
El palass de Lumbardia ................................................................................................................................ 1734
Epitaffio 1919 .............................................................................................................................................. 1735

pagina 2012
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Ero staffetta ................................................................................................................................................. 1736


Fall Down in Barletta .................................................................................................................................... 1737
Fantazzini ..................................................................................................................................................... 1738
Fantozzi Antonio da Campiglia, deportato ................................................................................................... 1739
Fighissime anziane ...................................................................................................................................... 1740
Fiore di campo ............................................................................................................................................. 1741
Fischia il vento a Lampedusa ....................................................................................................................... 1742
Fortza pastores ............................................................................................................................................ 1744
Frizullo ......................................................................................................................................................... 1745
Gappisti ........................................................................................................................................................ 1747
Gelato in Febbraio ........................................................................................................................................ 1748
Genova 2001.Ballata per Carlo Giuliani ragazzo .......................................................................................... 1749
Governo non permette ................................................................................................................................. 1750
Han sequestrato i server .............................................................................................................................. 1751
Huelga feminista .......................................................................................................................................... 1752
I baci ............................................................................................................................................................ 1754
I martiri del caporalato ................................................................................................................................ 1755
I Ministri ....................................................................................................................................................... 1756
I NO TAV a la stasiun ................................................................................................................................... 1757
I tre porcellini ............................................................................................................................................... 1758
I' trescone delle banche armate .................................................................................................................. 1759
Icaro ............................................................................................................................................................. 1761
Ido lagrimas de biancu colore ...................................................................................................................... 1762
Idomeni ........................................................................................................................................................ 1763
Il branco ....................................................................................................................................................... 1764
Il campo ....................................................................................................................................................... 1765
Il Canto della Pie(v)vecchia .......................................................................................................................... 1766
Il crocifisso dell' ARCI di San Miniato ............................................................................................................ 1768
Il morbo infuria ............................................................................................................................................ 1769
Il nucleare lo vogliamo no! ........................................................................................................................... 1771
Il Pistola e il Cavaliere .................................................................................................................................. 1772
Il Ponte Morandi ........................................................................................................................................... 1774
Il rap del precario ......................................................................................................................................... 1775
Il sogno di M.L.K. .......................................................................................................................................... 1776
Il tassello nella porta .................................................................................................................................... 1777
Il teleconcorrente ......................................................................................................................................... 1779
Il testamento di Orso ................................................................................................................................... 1780
Il tragico naufragio del 18 aprile 2015 ......................................................................................................... 1781
In metro a Roma per il referendum .............................................................................................................. 1782
Inno del C.D.A. del M.M.B. ............................................................................................................................ 1783
Insulina ........................................................................................................................................................ 1784
Inverno sulle Langhe .................................................................................................................................... 1785
Isabella di Morra .......................................................................................................................................... 1786
Ivaldi ............................................................................................................................................................ 1787
L'amanti miu ................................................................................................................................................ 1788
L'amore al tempo della rivolta ..................................................................................................................... 1789
L'amore è un brutto vizio ............................................................................................................................. 1790
L'eccidio di Modena ..................................................................................................................................... 1792
L'educazione civica ...................................................................................................................................... 1793
L'infermiera a lavorar ................................................................................................................................... 1794
L'inondasion dël Pò ...................................................................................................................................... 1795
L'omo nero ................................................................................................................................................... 1796
La (Maria) Stella filanda ............................................................................................................................... 1797
La ballata del Tenente Gino ......................................................................................................................... 1798
La ballata della RWM ................................................................................................................................... 1800
La Ballata della Soda (Vai, vai..) .................................................................................................................. 1801
La ballata della Thaumatopoea Pityocampa ................................................................................................ 1802

pagina 2013
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La canzone di Maria Stella [un mistero italiano] .......................................................................................... 1803


La casa sui bastioni ...................................................................................................................................... 1804
La casta dei casti ......................................................................................................................................... 1805
La chansun de Nadou .................................................................................................................................. 1806
La Comunarda ............................................................................................................................................. 1807
La condizione attuale dell'uomo .................................................................................................................. 1808
La cooperativa vapordotti ............................................................................................................................ 1809
La cuda, qualchi vota, si fa testa ................................................................................................................. 1810
La diocesi de Parenzo .................................................................................................................................. 1811
La java delle bombe atomiche ..................................................................................................................... 1812
La mia costituzione ...................................................................................................................................... 1813
La morte di Carlo Giuliani ............................................................................................................................ 1814
La pianura dei sette fratelli .......................................................................................................................... 1815
La piazza la loggia la gru ............................................................................................................................. 1816
La porti un ciaffone anche a Renzi ............................................................................................................... 1818
La riforma .................................................................................................................................................... 1819
La rue de Lilas .............................................................................................................................................. 1820
La ruspa del piacere .................................................................................................................................... 1821
La scoperta di Milano ................................................................................................................................... 1822
La strada del marmo .................................................................................................................................... 1823
La tomba di Bakunin .................................................................................................................................... 1824
La trafila garibaldina .................................................................................................................................... 1825
La triste danza ............................................................................................................................................. 1826
La Val Susa paura non ne ha! ...................................................................................................................... 1827
La valigia dello straniero .............................................................................................................................. 1828
La vigilia di Natale [dall'armadio esci fuori] ................................................................................................. 1829
La violenza sulle donne ................................................................................................................................ 1830
La Viraneide ................................................................................................................................................. 1831
Lasèmela andà, lasèmola andare ................................................................................................................ 1832
Le canzoni in scatola .................................................................................................................................... 1833
Le consorelle di San Pelagio ........................................................................................................................ 1834
Le cose schifose hanno un gran bel nome ................................................................................................... 1835
Le Fosse Ardeatine ....................................................................................................................................... 1836
Leccami il culo ............................................................................................................................................. 1838
Les Oubliés .................................................................................................................................................. 1839
Lettera di Robert Bowman ........................................................................................................................... 1841
Lettera di un pastore macedone alla famiglia .............................................................................................. 1842
Libera Val di Susa - 27 giugno 2011 - .......................................................................................................... 1843
Lunedì del valsusino .................................................................................................................................... 1844
L’inceneritore di Selvapiana ......................................................................................................................... 1845
Maddalena di Val Susa ................................................................................................................................. 1846
Malatesta ..................................................................................................................................................... 1847
Marchand de cailloux ................................................................................................................................... 1848
Mare nero .................................................................................................................................................... 1849
Mari nostru ................................................................................................................................................... 1851
Maria Stella Gelmini, la spazza bambini ....................................................................................................... 1852
Matteorenzi non lo sa .................................................................................................................................. 1853
Matteotti ...................................................................................................................................................... 1854
Mei ros che negher (a Carletto Giuliani) ...................................................................................................... 1855
Mia bella signora .......................................................................................................................................... 1856
Misteri paradisiaci ........................................................................................................................................ 1858
Monte Calvario ............................................................................................................................................. 1859
Morte Bianca ................................................................................................................................................ 1860
Morts les enfants ......................................................................................................................................... 1861
Mostar .......................................................................................................................................................... 1862
Natale 44 ..................................................................................................................................................... 1863
Nessuno chieda ............................................................................................................................................ 1864

pagina 2014
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Ninna nanna dei fattoni ............................................................................................................................... 1865


No "Dal Molin" .............................................................................................................................................. 1866
No freedom (in Palestine) ............................................................................................................................ 1867
Noi siamo gli asini ........................................................................................................................................ 1868
Noi vogliamo l'eleganza ............................................................................................................................... 1870
Norma, per non dimenticare ........................................................................................................................ 1871
O bella Madunina ......................................................................................................................................... 1872
O mia bela signurina .................................................................................................................................... 1873
O pillo pillo pì ............................................................................................................................................... 1874
Ode al Trattore ............................................................................................................................................. 1875
Ode aux casseur/euses ................................................................................................................................ 1876
Omicidi bianchi ............................................................................................................................................ 1877
Operai Invisibili ............................................................................................................................................ 1878
Orizzonti libertari ......................................................................................................................................... 1879
Otto per mille ............................................................................................................................................... 1880
Padreterno@aldilà.com ................................................................................................................................ 1881
Passerà ........................................................................................................................................................ 1882
Passerotto ucciso (Dietro il filo spinato della vergogna -Il canto di Sémira Adamu) .................................... 1883
Pattume ....................................................................................................................................................... 1885
Per fortuna c'è il cavaliere ........................................................................................................................... 1886
Per i morti dell'Aquila ................................................................................................................................... 1888
Per i morti di Lampedusa ............................................................................................................................. 1889
Per Sergio .................................................................................................................................................... 1890
Perla Nera .................................................................................................................................................... 1891
Petri ............................................................................................................................................................. 1892
Pidocchi e Profumo ...................................................................................................................................... 1893
Porrajmos (Si bruci la luna) .......................................................................................................................... 1894
Posti spostati ............................................................................................................................................... 1895
Poveri partigiani ........................................................................................................................................... 1896
Precario se more [1] .................................................................................................................................... 1897
Precario se more [2] .................................................................................................................................... 1898
Professori della Bocconi ............................................................................................................................... 1899
Quattro passi più in là .................................................................................................................................. 1900
Quelli della Valsusa ...................................................................................................................................... 1901
Rachel Corrie ............................................................................................................................................... 1902
RepentiNo .................................................................................................................................................... 1903
Resistenza e amore ..................................................................................................................................... 1904
Ricordo il tempo ........................................................................................................................................... 1905
Risaie ........................................................................................................................................................... 1906
Rise Up [No Gelmini] .................................................................................................................................... 1907
Rom Tiriac rom (Tor de' cenci) ..................................................................................................................... 1909
Rosa Bianca ................................................................................................................................................. 1910
Rosa's lovely daughters ............................................................................................................................... 1911
Rosso un fiore .............................................................................................................................................. 1912
Rue de Paname ............................................................................................................................................ 1913
S'ora de su fusile ......................................................................................................................................... 1914
Sangue di Venaus ........................................................................................................................................ 1915
Santa Croce di Lecce ................................................................................................................................... 1916
Sarà dura! .................................................................................................................................................... 1917
Sbandati ....................................................................................................................................................... 1918
Scherza coi santi .......................................................................................................................................... 1919
Scuola ciao ................................................................................................................................................... 1920
Se tutto aumenta ......................................................................................................................................... 1921
Se, Riflessione .............................................................................................................................................. 1922
Sebben che abbiam le basi .......................................................................................................................... 1923
Semira ......................................................................................................................................................... 1924
Sera Jugoslava ............................................................................................................................................. 1925

pagina 2015
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Serenata per l'Aquila ................................................................................................................................... 1926


Servi ............................................................................................................................................................. 1927
Sfracelli d'Italia ............................................................................................................................................ 1928
Siamo i precari ............................................................................................................................................. 1929
Siamo i ribelli sopra la faglia ........................................................................................................................ 1930
Siamo stufe .................................................................................................................................................. 1931
Sig. Giuseppe ............................................................................................................................................... 1932
Sirma in lotta ............................................................................................................................................... 1933
Soledad, hermana ........................................................................................................................................ 1934
Son valsusina ............................................................................................................................................... 1935
Sotto questo dolore ...................................................................................................................................... 1936
Sottosopra ................................................................................................................................................... 1937
Spartaco ...................................................................................................................................................... 1938
Stabat mater dolorosa ................................................................................................................................. 1939
Stati di emergenza ....................................................................................................................................... 1940
Stato sociale ................................................................................................................................................ 1941
Strane famigghie ......................................................................................................................................... 1942
Straniero ...................................................................................................................................................... 1943
Su, all'aquilani vada il capitale... .................................................................................................................. 1944
Sul selciato di piazza Garibaldi .................................................................................................................... 1945
Svizzero ....................................................................................................................................................... 1947
Tammurriata rosa ........................................................................................................................................ 1948
Tanto pe' magnà [sulle disgrazie altrui] ....................................................................................................... 1949
Tarantella della maestra unica .................................................................................................................... 1950
Tencere tava havası ..................................................................................................................................... 1951
There Will Be Trouble In Town ..................................................................................................................... 1952
Ti ricordi? ..................................................................................................................................................... 1953
Tira fiato ...................................................................................................................................................... 1954
Tolleranza zero ............................................................................................................................................ 1955
Torneremo sulla langa ................................................................................................................................. 1956
Totenweg ..................................................................................................................................................... 1957
Tout ce qu'est dégueulasse porte un joli nom ............................................................................................. 1958
Tra il 5 e il 6 di dicembre a Torino [Thyssen] ............................................................................................... 1959
Traballera ..................................................................................................................................................... 1960
Trent'anni (Piazza della Loggia 1974-2004) ................................................................................................. 1961
U 5 lugli du 60 .............................................................................................................................................. 1962
Un Milione Di Passi ....................................................................................................................................... 1964
Un tatuaggio nella mente ............................................................................................................................ 1965
Un violador en tu camino ............................................................................................................................. 1967
Una vita normale ......................................................................................................................................... 1968
Uni ciao ........................................................................................................................................................ 1970
Unni si' ......................................................................................................................................................... 1971
Vedo l'asino di fronte al Minister .................................................................................................................. 1972
Venditore di sassi ......................................................................................................................................... 1973
Vennero ....................................................................................................................................................... 1974
Ventimiglia tu sei maledetta ........................................................................................................................ 1975
Vi ricordate la forza sindacale ...................................................................................................................... 1976
Vi ricordate quel 20 di luglio ........................................................................................................................ 1977
Viaggiatori viaggianti ................................................................................................................................... 1978
Vigliacca! ..................................................................................................................................................... 1979
Viva la guerra! ............................................................................................................................................. 1980
Voglio una casa ............................................................................................................................................ 1981
Volante Cucciolo .......................................................................................................................................... 1982
Zona rossa ................................................................................................................................................... 1983

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Indice alfabetico

"La..." 944 Abortire 965


'15 - '18 1656 Aborto di Stato 966
'A Flobert 945 Aborto sacrificio 967
'l nostro prete 698 Abril 74 968
'Na specie di speranza 947 Acquorum 1667
'Na volta me ricordo 948 Addio Bologna bella 503
'nterogermina detta Maria Stella 1657 Addio compagni addio [Canto dei coatti] 123
'Nu frate 'n polizia 949 Addio Livorno 6
'O millinovicentuquarantottu 699 Addio Lugano bella 124
'Sta cità 950 Addio mammina addio 504
11 marzo 1977 - Canzone per Francesco 1658 Addio morettin ti lascio 365
15 ottobre alla Saint Gobain 951 Addio padre e madre addio 335
1871 117 Addio valle Roja 505
1° Maggio 952 Addio, bella, addio! 125
2 Agosto Oltretorrente 953 Adelante, Brigada Internacional 366
6 dicembre 1659 Ai 24 ma di settembre 7
75^ Brigata Garibaldi 502 Ai mamà 1668
8 aprile 1887 118 Al compagno presidente 969
8 marzo 954 Al compagno Salvador Allende 970
8 settembre 955 Al confine 1670
A bas l'Etat policier 956 Al mulin gross 707
A chi chiama rispondiamo NO 700 Al poeta compagno Vinh Long 971
A chi pensa che il partito 957 Al referendum rispondiamo "NO" 972
A desalambrar 958 Al referendum rispondiamo "NO" [versione 2016] 1671
A Fabriano l'han fatta grossa 119 Al referendum rispondiamo NO [ver. 2006] 1672
A Fabrizio Ceruso 959 Al Vent 708
A Ferrer 120 Alcide Cervi 973
A Fiumicino c'è un aeroporto 701 Alice's Restaurant Massacree 709
A Francisco Ferrer 121 All you fascists 367
A la Huelga 702 All'alba se ne va 715
A la huelga compañeras 1660 All'alba son giunti 716
A la mina no voy 960 All'armi siam digiuni 974
A las barricadas 362 All'origine 975
A las Brigadas Internacionales 363 Alla mattina con la luna 976
A las mujeres 364 Alla mattina presto suonan le campane 126
A lavorar la terra 703 Alla memoria del compagno J. Grimau 717
A le case minime 961 Alla scuola brindisina 1673
A Margalida 962 Alla stazion di Monza 127
A morte la casa Savoia 122 Alle barricate 1674
A nuis coloradas 1661 Alle cinque e mezza 128
A Portomarghera 704 Alle cinque prendo il tè 978
A quel omm 705 Alle fosse ardeatine 506
A Riace 1662 Alle monache 718
A Santa Maria Magiòr 963 Alle Sbarre qua di Reggio 979
A Silvia [Silvia Baraldini] 1663 Allons français au champ de Mars 8
A tocchi a tocchi 4 Allá Viene Un Corazón 977
A Torino, piazza San Carlo 5 Almeno lo spero 1675
A un pescatore di voci bianche 1664 Almirante 980
A Valerio Verbano 1615 Almirante al Cantagallo 981
Abbiamo lottato ogni giorno 964 Ama chi ti ama 982
Abd El Salam 1665 Amarrado a la cadena 368

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Amore 983 Ballata di Mauthausen 726


Amore e potere 984 Ballata di Ustica 1683
Amore mio non piangere 369 Ballata Gelmino-Universitaria 1684
Amore mio non piangere [la Botto Albino] 719 Ballata per Alfredo Zardini 1013
Amore ribelle 129 Ballata per Carola 1685
Anarcangeli 1676 Ballata per Ciriaco Saldutto 1014
Anche lo stato 985 Ballata per Franco Serantini 1015
Anche mio padre 130 Ballata per gli antifascisti di Tatti 1686
Anche per quest'anno 720 Ballata per Isabella Viola 1687
And the band played Waltzing Mathilda 986 Ballata per l'Ardizzone 728
Andare avanti sempre 988 Ballata per Vanda 1688
Andiamo Compagni 989 Ballata per Vik 1689
Andiamo in Transilvania 131 Balmafol è un'alta cima 512
Andiremo in Roma santa 9 Bambini pianificati 1016
Anni settanta nati dal fracasso 990 Banane e Coca Cola 1017
Aprile 74 1677 Bandera arrùbia 1690
Aqua alta 992 Bandera de Gloria 374
Ardere! 507 Bandera Roja 132
Argento e oro 993 Bandiera rossa 133
Ariva i barbari 994 Banditi dell'Acqui 514
Arma della terra 995 Baradel 1018
Armalite song [My little Armalite] 996 Barche di cartapesta 1691
Armata Rossa 508 Basta col manganello [E' arrivato l'ambasciatore] 515
Arneo 721 Basta sorrisi a comando! 1019
Arriba quemando el sol 722 Basta y hasta 1020
Arrivano gli americani 997 Battaglioni del duce 516
Arroja la bomba 370 Battan l'otto 134
Arroja la bomba (versione moderata) 371 Battipaglia 1021
Arrucunete 998 Bel paese l'Italia 10
Ascoltate o popolo ignorante 336 Bel partigian 517
Aspettando il processo 1000 Belaja armija, čërnyj baron 376
Asì como hoy matan negros 999 Bella Bimba 1616
Attraverso valli e monti 509 Bella ciao 518
Au-devant de la vie 372 Bella ciao (versione in tedesco) 729
Auf, auf zum Kampf 373 Bella ciao della Vodafone 1692
Avanguardo 1001 Bella ciao delle mondine 730
Avanti popolo (Poiché non vogliam sfruttati) 1002 Bella ciao femminista 1693
Avanza senza sosta 1003 Benedetto 1022
Avete mai guardato 1004 Benito! Benito! 519
Avevo una casetta 510 Beppino 135, 520
Avola 1005 Berlusconeide...e lui rideva 1694
Avola, 2 dicembre 1968 1006 Berluscrauti 1695
Balada del carovida 723 Bevi bevi compagno [La canzone che ammazza li preti]
Ballata ai dittatori 724 136
Ballata autocritica 1007 Boghe longa [E tue senza pane] 137
Ballata del Partigiano 511 Bojorno 521
Ballata del piccolo An 1008 Bolscevismo 377
Ballata del Pinelli 1009 Boogie boogie del Papa 1023
Ballata del soldato Adeodato 725 Borghesia 1025
Ballata dell'affitto 1010 Boves [Non ti ricordi il trentun di dicembre] 522
Ballata dell'alcolizzato 1011 Bread and roses 138
Ballata dell'emigrazione 1012 Brescia, 28 maggio 1026
Ballata della III Brigata Garibaldi "Oberdan Chiesa" Brigata partigiana 523
1678 Brigata partigiana Alphaville 1696
Ballata della Thyssen 1680 Bruceremo le chiese 139
Ballata della XXIII Brigata Garibaldi "Guido Boscaglia" Brucia la città 1697
1681 Buchenwald-Lied 378

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Bum 1617 Canto per noi 737


Buon lavoro 1027 Canto popolar 1040
Buone feste compagno lavoratore 1028 Cantu pro sos pastores 1706
C'era un dì un soldato 731 Canzone alla mia chitarra 738
C'era una volta 1029 Canzone che recita Giovanni Passannante 147
Cadaveri vivi 1698 Canzone d'Albania 390
Cadono a mille a mille i combattenti 379 Canzone dei bersaglieri 14
Cadorna 337 Canzone dei fiori e del silenzio 739
Calamandrei 1700 Canzone dei petrolieri 148
Cambierà 1619 Canzone del 30 giugno 740
Cameraten, questa guerra 524 Canzone del ghetto di Varsavia 529
Camicia rossa 12 Canzone del gruppo 201 530
Camicia rossa [2] 525 Canzone del partigiano 531
Cancion del Frente Unido 383 Canzone del popolo algerino 741
Cancion para el pueblo chileno 1620 Canzone del toco 1041
Canción a Thaelmann 380 Canzone dell'8 settembre 532
Canción A Víctor 1030 Canzone della libertà 1042, 1043
Canción con todos 1031 Canzone della marcia della pace 742
Canción de Bourg Madame 381 Canzone della Michelin 743
Canción de la Sexta División 382 Canzone delle donne della Comune di Parigi 1044
Canción del poder popular 1032 Canzone di Karl Liebknecht 391
Canción sin miedo 1701 Canzone di strada 1045
Cannoni del Sagro 1702 Canzone di Togliatti 744
Canta di Matteotti 384 Canzone di viaggio 745
Cantano i mitra 526 Canzone lieta 746
Cantata della donna nubile 732 Canzone per Ion 1707
Cantata di lupara 1033 Canzone su Licio Nencetti partigiano 533
Cantendi sa storia nosta 1034 Canzone triste 747
Canti a méte dell'Alto Lazio 733 Canzone urgente 1708
Cantiamo al sole 734 Canzoni da amare 1709
Canto 1035 Caporetto '17 1046
Canto a Camilo 735 Cappuccetto Rosso 1047
Canto a la flota republicana 385 Cara Madre 1048
Canto a los caídos 1036 Cara maestra 748
Canto con lo Sten 527 Cara mamma sono partigiano 535
Canto d'emigrazione [I campi si svuotano si riempiono Cara moglie, di nuovo ti scrivo 149
le officine] 1037 Carabina 30-30 150
Canto degli affamati 140 Carcire ca mi tiniti carciratu 1049
Canto degli esuli piemontesi [Numi voi siete spietati] Cari signori mi son presentato 15
13 Carlo assassinato 1710
Canto dei confinati 386 Carlo nel cuore 1711
Canto dei deportati 387 Caro figliolo mio 1050
Canto dei giovani socialisti italiani 141 Casa Comigo Marta 1051
Canto dei lavoratori [Inno dei lavoratori] 142 Case case 1052
Canto dei mietitori 144 Caserio passeggiava per la Francia 151
Canto dei Partigiani 388 Caserne et forêt 152
Canto dei reclusi [I potenti della terra] 145 Cavaliere 1712
Canto del Frente Unido 1038 Caviam caviam 153
Canto del martirio 528 Cavàrte dal fredo 1053
Canto del solidale 1703 Centomigliaia di anni 1054
Canto delle donne affiliate alla Asociación Nacional de Certo che se non fosse 1055
Trabajadores de España 146 Certo i padroni morranno 1056
Canto di pesca 736 Ch'è beddu Caribardu ca mi pari 16
Canto di vita 1704 Chacun de vous est concerné 1057
Canto nocturno en las trincheras 389 Che belo el mondo che'l sarìa 1058
Canto per Adil 1705 Che cosa vogliamo 154
Canto per Nguyen van Troi 1039 Che ne sapete voi 749

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Chi ha compagni non muore mai, a Ivan Della Mea Corrido Villista 158
1714 Cosa importa se ci chiaman banditi? 544
Chi non emigra spara [È bello il meridione] 1062 Cosa rimiri mio bel partigiano 545
Chi non sgobba non magna 392 Cosa rimiri ragazzo padano? 1721
Chi non vuol chinar la testa è comunista 1064 Creare due tre molti Vietnam 1085
Chi va là! 536 Crematorio nera porta 546
Chi è più ricco 1060 Crepa 1086
Chiantu de l'emigranti 155 Cruz de Luz 1087
Chiarezza chiarezza 1065 Cu' trenta carrini
Ci chiamano a cantare 1066 - tarantella dei baraccati 1088
Ci siam spezzati le mani 1067 Cumiziu 1089
Ciapa Cialdini 17 Cunfessada 1722
Cime nevose 537 Curagi fiöi 20
Cinturini 156 Custodi 1723
Ciò che voi non dite 1068 Da candu semu nati 159
Classe 1923 1715 Da quando son partito militare 1090
Clément Méric 1716 Da quel giorno d'aprile 1091
Coca cola coca Costantino 1069 Da quest'autunno giorno per giorno 1092
Coi comunisti nel governo 1070 Da via Tibaldi 1093
Col parabello in spalla 538 Dai monti di Sarzana 547
Colla testa del Gran Pio 18 Dal produttore al consumatore 1095
Combattete lavoratori 393 Dall'ultima galleria 1724
Come fosse un gioco 1071 Dalle belle città 548
Come le cavallette 1717 Dante Di Nanni 1098
Come votava 1718 Dato che [Risoluzione dei Comunardi] 1099
Comico 1072 Davanti alla polizia 1100
Compagni avanti andiamo 1073 De Gasperi bidendesi isoladu 758
Compagni fratelli Cervi 539 Declaracion 759
Compagno emigrato 1074 Del '68 resta... 1101
Compagno Franceschi 1075 Delinquenza delinquenza 396
Compagno partigiano 540 Della moderna scuola il prence 160
Compagno Saltarelli noi ti vendicheremo 1076 Delle diversità 1726
Compagno sembra ieri 1077 Delle vostre galere un giorno 1102
Complainte du partisan 541 Deportees 760
Compra il tuo giornale 1078 Devento mata 1103
Comu canciari 'stu munnu 1079 Di tutti i codini faremo uno scempio 21
Con De Gasperi alla testa 750 Die Arbeiter von Wien 397
Con De Gasperi non se magna 751 Die Internationale [L'internazionale in tedesco] 161
Con il freddo e con la fame 542 Die moorsoldaten [I soldati della palude] 398
Con la guerriglia 543 Dieci Preghiere 1728
Con la lettera del prete 1080 Difendi l'allegria 1729
Congo [Ballata di Stanleyville] 752 Dime donde vas morena 399
Consigli per i turisti 1081 Dimitrov 1105
Consigli per una buona condotta 1082 Dimmelo Pietro Gori dove sei 162
Contessa 753 Dimmi bel giovane 163
Contrasto dei prezzi 1083 Dio del cielo se fossi una rondinella 400
Contrasto tra Damiano e il prete 754 Dio lo vuole 164
Contrasto tra l'aristocratica e la plebea sulla guerra di Disimpegno disimpegno 1106
Tripoli 157 Disoccupato 1107
Contro 1719 Disperanza 1730
Coplas de Guadalajara 394 Dongo 549
Coplas de la defensa de Madrid [Los cuatro generales] Donne di cielo 1731
395 Donne prendiamoci la gioia 1108
Coraggio fratelli 19 Dopo Ardisun 1109
Coraggio la Democrazia Cristiana... propone le pensioni Dopo tre giorni di strada asfaltata 550
a settant'anni 756 Dove nel maggio splendono 1110
Corrido al cavalier Berlusconi 1720 Dove vola l'avvoltoio? 761

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Dovevo dimostrare 1111 El aparecido 1133


Down in the Brunner Mine 165 El derecho de vivir en paz 1134
Drink americano 1112 El diluvi 768
Duce, duce, il vestito mi si scuce 551 El dio del vilan 404
Dì at a benni 1104 El ejército del Ebro [Ay Carmela] 405
E a Roma a Roma 22 El mayor de los dorados 174
E a te, Pietro Valpreda 1113 El me gatt 769
E allora sai 1114 El palass de Lumbardia 1734
E allora? 1115 El poeta 1135
E anche al mi' marito 338 El pover Luisin 30
E andavo in Fransa 1116 El pueblo [Paseaba el pueblo sus banderas rojas] 770
E Cavour l'ha due donne 23 El pueblo unido jamás será vencido 1136
E forza comunisti 762 El Quinto Regimiento 406
E Garubaldo Si Lamenda 24 El svacament 1137
E giustizia farà 552 El tren blindado 408
E i' prete di Marignolle 166 El Trágala 407
E il nostro prete che si chiama Don Luigi 25 El verniciaro 1138
E io ero Sandokan 1118 Elegia per una ragazza rossa 1139
E io già ti vedo 1119 Elle n'est pas morte [Aux survivants de la Semaine
E l'avvenire è bello 167 sanglante] 175
E la mi' mamma 168 Emigrato su in Germania 1140
E la mula 553 Emigrazione Organizzazione I 1141
E la si liscia 763 Emigrazione Organizzazione II 1142
E lo mio damo 26 Emigrazione Organizzazione III 1143
E lu menestre Cololombe 764 Emigrazione organizzazione IV 1144
E lui ballava 1120 Emigrazione organizzazione V 1145
E per la strada 169 En el estadio de Chile 1146
E più non canto 339 En el Pozo Maria Luísa 409
E più non canto (anti-Gelmini) 1732 En la plaza de mi pueblo 410
E poi ci chiamavano teddy boys 765 Entra Cadorna 31
E qualcuno poi disse 1121 Epitaffio 1919 1735
E quand la sira 1621 Er bove Rosello 176
E quando alfine 401 Era Natale 1147
E quannu Garibardu s'affacciava 27 Era sui quarant'anni 1148
E quei vigliacchi di quei signori 340 Era una notte nera 556
E Roma Roma nova l'è la nostra 28 Eravamo in ventinove 177
E sbarcarà i inglesi 554 Ero povero ma disertore 32
E si alza poi in piedi il presidente 170 Ero staffetta 1736
E subito ci hanno detto 1122 Ero un consumatore 771
E verrà il dì che innalzerem le barricate 172 Es zog ein Rotgardist hinaus 411
E vén quel més 171 Eusko gudariak 412
E' arrivata la letterina 1124 Evviva il Natale 772
E' arrivatu lu furtu nuevo 1733 Evviva il primo di maggio 413
E' festa d'aprile 766 Evviva la Maria Goia 178
E' ffinidi i bozzi boni 402 Evviva nüm 179
E' finito il '68 1125 Evviva Pietro Gori e il suo ideale 180
E' l'alba cupa del dieci aprile 555 Eye of Destruction 773
E' mezzanotte 1126 Fall Down in Barletta 1737
E' semo livornesi 29 Fan fan 1149
E'giunto Pietro Gori a Rosignano 173 Fantazzini 1738
Eccellenza 1127 Fantozzi Antonio da Campiglia, deportato 1739
Eccidio di Modena 9 gennaio 1950 1128 Fatima e Fawzia 1150
Ecco s'avanza uno strano soldato 1130 Federica 1622
Eccoti lì a pensarla 1131 Felicità 1151
Ed or gridiamo evviva a tutti i morti 767 Fermiamo le centrali nucleari 1152
Eh sì governo infame 1132 Fighissime anziane 1740
Einheitsfrontlirf (Frente Unido) 403 Figli dell'officina 414

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Figli della plebe 181 Gli ingranaggi 1172


Figli di nessuno 415 Gli scariolanti 187
Figlia ti voglio dare 774 Gli sfruttati 1173
Figlio del popolo 416 Go on home british soldiers 1174
Filastrocca del pane 1153 Gone to weave by steam 37
Filastrocca quantocosta 1623 Governo non permette 1750
Filastrocca vietnamita 1154 Grabschrift 1919 421
Fimmine fimmine 417 Grecia '67 1176
Finalmente la guerra è finita 341 Grândola, vila morena 1175
Fiore di campo 1741 Grève illimitée 1177
Fiore rosso e fucile 1155 Guantanamera 38
Fiori chiari fiori scuri 1156 Guarda come sono belle le operaie 1178
Fischia il vento 557 Guarda giù dalla pianura 188
Fischia il vento a Lampedusa 1742 Guarda là 'n cula pianura 189
FMI 1624 Guarda, Napoleone, quello che fai 39
Foglie tremule 558 Guardia regia, guardia regia 561
Fortza pastores 1744 Guerra guerra 40
Forza Giuan l'idea non è morta 775 Guerra per forza 1179
Fra il '19 fra l'anno 20 418 Ha detto De Gasperi a tutti i divoti 779
Francesco Luigi Ferrari 1157 Hai sempre qualcosa da fare 1180
Francisco Ferrer 182 Han sequestrato i server 1751
Fratelli pugniamo da forti 183 Hanging On The Old Barbed Wire 343
Fratello 1158 Hasta siempre comandante 780
Frigida 1159 Here's to you Nicola and Bart 1181
Frizullo 1745 Herminda de la victoria 1182
Fronte Liberatore 559 Hijos del pueblo 422
Fucile e bisaccia 1160 Himno del Batallón Mateotti 423
Fuoco e mitragliatrici 342 Hino dos grevistas 1183
Fusiles contra el patrón 776 Ho comprato un frigorifero 1184
Gallo rojo, gallo negro [Lo dos gallos] 777 Ho insultato il movimento 1185
Gappisti 1747 How splendid love in Fiumicino 1186
Garibaldi 1161 Huelga feminista 1752
Garibaldi fu ferito 33 Hymne du M.L.F. 1187
Garibaldi l'è morto l'è morto 34 I 100 fiori 1627
Garibaldi, Brigate d'assalto 560 I 365 primi maggio dei preti 190
Gelato in Febbraio 1748 I baci 1754
Gelem, gelem 1162 I cavalli di troia 1188
Genova 2001.Ballata per Carlo Giuliani ragazzo 1749 I due ruoli 1189
Giancarlo e gli altri 1163 I fascisti viareggini 424
Gianfranco Mattei 1164 I Felsari 562
Gigi, 'r fratello der prete 35 I fioe 1191
Gino della Pignone 1165 I giornali di marzo 1192
Giovanottino dalla pupilla nera 36 I giorni di Milano 1193
Giovinezza (versione degli Arditi del Popolo) 419 I girasoli 781
Giovinezza (versione dei sindacalisti nazionali I just want to sing your name 782
corridoniani) 185 I leventis 783
Giovinezza pé 'n tal cü 420 I martiri del caporalato 1755
Gira e rigira 778 I Ministri 1756
Gira la ruota [La ruota del tempo] 1626 I ne g'ha messo de la Todt 425
Gira la vite del padrone 1166 I NO TAV a la stasiun 1757
Girotondo della libertà 1167 I padroni de le filande 426
Giudeca 1169 I padroni posson perdere la testa 1194
Giuramento 1170 I partigiani di Castellino 563
Giustizia di classe 1171 I patrioti della Maiella 564
Già allo sguardo [Il ritorno dell'esiliato] 184 I patti colonici 784
Giù le mani dal Vietnam 1168 I persuasori occulti 1195
Gli anarchici noi siamo di Milano 186 I Piemontesi son partiti 42

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I proti nekri 1196 Il giraSullo 1219


I quattro cavalieri dell'Apocalisse 1197 Il giuramento 796
I socialisti arditi 191 Il guerrigliero 1220
I tedeschi par Ravenna 43 Il lamento dei mendicanti 797
I tre porcellini 1758 Il lunedì dei parrucchieri 198
I treni per Reggio Calabria 1200 Il manovale 1221
I vietnamiti son piccolini 1202 Il maschio di Volterra 199
I volontari di Bogside 1203 Il massacro dei trecentoventi 568
I' trescone delle banche armate 1759 Il mattatoio 1222
Icaro 1761 Il meridionale 1223
Ido lagrimas de biancu colore 1762 Il mestiere più antico 1224
Idomeni 1763 Il mio capo mi vuol dare 1225
If nothing happens 786 Il mio partito saluta Mosca 1226
Ignoranti senza scuole 427 Il morbo infuria 1769
Il "Che" Guevara 1204 Il mostro è uscito dal mare 1227
Il 23 novembre 1980 1628 Il muratore 1228
Il banditore 1205 Il nostro giorno 798
Il barbiere 1206 Il nostro maggio 1229
Il bastone e la carota 1207 Il nucleare lo vogliamo no! 1771
Il bersagliere ha cento penne [Il partigiano] 565 Il numero d'appello 1231
Il branco 1764 Il padrone del mondo 799
Il brigadier tre stelle 566 Il padrone socialista 800
Il cafone sanguinario 428 Il papà 801
Il campo 1765 Il Parlamento 1232
Il cantastorie del tardo settecento 44 Il parroco di Cinaglio 569
Il canto degli italioti 787 Il partigiano di Oliveto 570
Il canto dei Cooperatori 192 Il partigiano di Pozzaglio 571
Il canto dei Krumiri 193 Il parto 1233
Il canto dei sopravvissuti 567 Il piccolo soldato 429
Il Canto della Pie(v)vecchia 1766 Il Pistola e il Cavaliere 1772
Il canto della prigione 194 Il Ponte Morandi 1774
Il Caserio lui davanti al tribunale 195 Il popolo è forte 1234
Il censore 788 Il povero Echileo 802
Il Cile è già un altro Vietnam (Morto Allende) 1208 Il povero Elia 803
Il comandante della mia banda 1209 Il prezzo del mondo 804
Il compagno 'Che' Brambilla 1210 Il primo furto da me compiuto 200
Il complesso 1211 Il quindici gennaio [La lega di Genzano] 201
Il crak delle banche 196 Il rap del precario 1775
Il creatore e il suo mondo 45 Il ratto della chitarra 805
Il crocifisso dell' ARCI di San Miniato 1768 Il rosso è diventato giallo 1235
Il diciaoto novembre (Addio Venezia addio) 344 Il sogno di M.L.K. 1776
Il diciotto aprile 789 Il soldato Bruna 1236
Il disertore 790 Il soldato Masetti 202
Il divorzio 1212, 1213 Il Sole Rosso 1238
Il dodici dicembre a mattina 791 Il suo nome era 806
Il fazzoletto rosso 792 Il superuomo 1239
Il feroce monarchico Bava 197 Il tarlo 807
Il figlio del poliziotto 1214 Il tassello nella porta 1777
Il fischietto dell'operaio 1215 Il teleconcorrente 1779
Il Fronte 1216 Il testamento del parroco Meslier 1240
Il Fronte Popolare 793 Il testamento di Orso 1780
Il funerale di un lavoratore 1217 Il traditore Tanturi 572
Il galeone 1218 Il tragico affondamento del Sirio 203
Il gallo 794 Il tragico naufragio del 18 aprile 2015 1781
Il garibaldino 46 Il trenino che parte e va 808
Il general Cadorna 345 Il treno degli operai 1241
Il giorno dell'eguaglianza 795 Il valzer del disertore 346

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Il vecchio e la sua ombra 1629 Io sono una donna 1248


Il ventitré di Marzo a San Severo 809 Io vi parlo di Milano 1249
Il vestito di Rossini 810 Io vorrei che a Metternicche 49
Illu Vietnam nostri compagni (Ballo tondo del Vietnam) Iroes 435
811 Is chiudendas noas 1250
Im tiefen Kerker 430 Isabella di Morra 1786
In Ale Gasn /Hey Hey Daloy Politsey 204 Italia bella 583
In del Trisòld 205 Italia bella mostrati gentile 226
In metro a Roma per il referendum 1782 Italia combatte 584
In questa oscura cella 206 Italia libera 585
In tutto il mondo uniamoci 1242 Italiani son stai vincitori 50
In un anno e più d'amore 1243 Ivaldi 1787
Individuare il nemico da battere 1244 Jarama Valley 436
Ines 431 Juan sin tierra 1251
Inno a Curiel 573 KarlMarxStrasse [La lallera] 1252
Inno a Oberdan 207 Katanga 1253
Inno a Tripoli 208 Ke a sos bascos ke a sos irlandesos 1630
Inno abissino 209 Klama 1254
Inno Arditi Del Popolo 432 L'abolition des privilèges 51
Inno dei "patrioti della montagna" 574 L'addio del volontario 52
Inno dei lavoratori del mare 210 L'affiche rouge 817
Inno dei malfattori 211 L'allegria di Scaletta 586
Inno dei partigiani 575 L'altra sera 1255
Inno dei partigiani [2] 577 L'amanti miu 1788
Inno dei partigiani casentinesi 576 L'amarezza delle mondine 818
Inno dei perseguitati antifascisti 578 L'America 227
Inno dei socialisti còrsi 47 L'americanu 228
Inno dei teppisti 812 L'amore al tempo della rivolta 1789
Inno del C.D.A. del M.M.B. 1783 L'amore è un brutto vizio 1790
Inno del Komintern [Fabbriche insorgete] 433 L'appartamento 819
Inno del Partito Socialista Anarchico 213 L'apprendista 1256
Inno del primo maggio 214 L'aqua 1257
Inno dell'albero 48 L'aria 1258
Inno dell'internazionale [Inno della pace] 215 L'aristocratie en déroute 53
Inno della canaglia 216 L'armata del popolo [Inno dei volontati della libertà]
Inno della gioventù della pace 813 587
Inno della libertà 218 L'assassinio di Giacomo Matteotti 588
Inno della Repubblica 814 L'attentato a Togliatti 820
Inno della rivolta 219 L'avanguardia 229
Inno della rivoluzione 220 L'ecatombe 821
Inno della Tricontinentale 1245 L'eccidio di Ancona 230
Inno delle "Fiamme verdi" 579 L'eccidio di Civitella 589
Inno delle donne 580 L'eccidio di Fucecchio 590
Inno delle tessitrici 221 L'eccidio di Modena 1792
Inno individualista 222 L'educazione civica 1793
Inno nichilista 223 L'emigrato 1259
Inquilino e padrone 815 L'esercito rosso verrà 591
Insorgete! 581 L'estaca 1260
Insulina 1784 L'hanno ammazzato Aldo Massei 438
Internacional [L'internazionale in russo] 224 L'hanno arrestato Errico Malatesta 231
Internacionala [L'Internazionale in serbo] 225 L'indipendente 1261
Invano Johnson si opporrà 434 L'industria dell'obbligo 1262
Inverno sulle Langhe 1785 L'infermiera a lavorar 1794
Io cerco l'uomo nuovo 1246 L'inferno bianco (Mattmark) 1263
Io non sono 1247 L'inondasion dël Pò 1795
Io so che un giorno 816 L'Insurgé 232
Io son nata 'na campagnola 582 L'intellettuale 822

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L'Internationale [L'internazionale in francese] 233 La colomba 1632


L'internazionale 234 La colonia Cecilia [Il canto della foresta] 242
L'internazionale di Fortini 1264 La Communarde 243
L'internazionale proletaria [Lotta continua] 1265 La Comunarda 1807
L'interrogatorio di Caserio 235 La Comune di Parigi 442
L'inverno in Carnia 592 La Comune non morrà 1285
L'obolo di S. Pietro 236 La Comune non è morta 1284
L'ombra 1631 La condizione attuale dell'uomo 1808
L'omo nero 1796 La confessione [Padre Formicola] 828
L'ora del fucile 1266 La cooperativa vapordotti 1809
L'orchestra dei fischietti 1267 La Crisi 1286
L'oriente è rosso 593 La crociata 829
L'orologio del dottore Guida 1268 La cuda, qualchi vota, si fa testa 1810
L'unioni fa la forza 1269 La cupacupa 245
L'urlo di Guevara 1270 La dalha 57
La (Maria) Stella filanda 1797 La danse des bombes 246
La 124 1271 La diocesi de Parenzo 1811
La Adelita 237 La disperazione del contadino italiano 1287
La badoglieide 594 La fabbrica 1288
La ballata del Tenente Gino 1798 La famigliola 830
La ballata dell'ex 823 La Fanfaneide 1289
La ballata della DC 1272 La fermata 1290
La ballata della Fiat 1273 La filanda de Ghisalba 247
La ballata della piccolo-borghese 824 La fornasa 1291
La ballata della RWM 1800 La fretta 1292
La Ballata della Soda (Vai, vai..) 1801 La G.A.P. 1293
La ballata della Thaumatopoea Pityocampa 1802 La Giulia 1294
La ballata di Franco Serantini 1274 La grande quercia 1295
La ballata di Longarone 1275 La guardia rossa 443
La battaglia di San Lorenzo 439 La guerra degli altri 1296
La beghina 238 La guillotine permanente 58
La bersagliera dell'artigiano 54 La internacional [L'internazionale in spagnolo] 248
La bessa 440 La java delle bombe atomiche 1812
La boje 239 La Java des Bons-Enfants 1297
La Breda 1277 La jeune garde 444
La Brigata Garibaldi 596 La lega 249
La Butte Rouge 441 La leggenda del soldato morto 1298
La canaille 240 La leggenda della donna 1299
La canzone dei Garibaldini Reggiani 597 La leggenda della Neva 445
La canzone del Pinelli 1278 La leggenda della suora 831
La canzone della classe dirigente 1279 La leggera 446
La canzone della donna del soldato nazista 825 La leva 1300
La canzone delle reggiane [R60] 826 La libertat 250
La canzone di Maria Stella [un mistero italiano] 1803 La linea rossa 1301
La canzone di Paralup 598 La lingera di galleria 251
La canzone di Radio Libertà 599 La luna nel pozzo 1633
La Carmagnola livornese 55 La madre abbandonata in cerca del suo Achille 59
La carmagnole 56 La madre del partigiano 832
La carta 827 La malcontenta 252
La casa sui bastioni 1804 La maldicion de Malinche 60
La cassa integrazione 1281 La mamma rondine 1302
La casta dei casti 1805 La manifestazione 1303
La cesa l'è 'na butega 241 La manifestazione in cui morì Zibecchi 1304
La chansone de Craonne 347 La Maria Antonia 61
La chansun de Nadou 1806 La Marseillaise anticléricale 253
La città 1282 La marsigliese del lavoro [L'inno dei pezzenti] 255
La classe morta 1283 La Marta ha vinto 1305

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La Marta occupata 1306 La tradotta che parte da Torino 350


La mia barba 1634 La trafila garibaldina 1825
La mia cella 1307 La tresca nefanda 69
La mia costituzione 1813 La triste danza 1826
La mia morosa cara 348 La Val Susa paura non ne ha! 1827
La mitraglia de'nostri cannoni 62 La valigia dello straniero 1828
La montagna 1308 La varsovienne [1905 roku] 450
La morte del padre Ugo Bassi 63 La Veuve 261
La morte di Anita Garibaldi 833 La vien giù dalle montagne [La bella partigiana] 604
La morte di Carlo Giuliani 1814 La vigilia di Natale [dall'armadio esci fuori] 1829
La nave 1309 La violenza [La caccia alle streghe] 1326
La nave dei folli 1310 La violenza sulle donne 1830
La nostra lotta [La Cavigioli] 834 La Viraneide 1831
La nostra società l'è la filanda 447 La vittoria dei partiti popolari 262
La notte in cui mi tolsi l'armatura 1313 La vittoria dei socialisti 263
La Nèbia 1312 La vittoria del comunismo 451
La pianura dei sette fratelli 1815 La zolfara 839
La piazza la loggia la gru 1816 Lacreme e' cundannate 452
La poesia di un cieco 835 Lamento dei terremotati siciliani 1327
La polenta gialla 600 Lamento del carbonaro 453
La porti un ciaffone anche a Renzi 1818 Lamento del contadino 70
La povera Rosetta 256 Lamento del prigioniero 605, 606
La povera Rosetta [versione femminista] 1314 Lamento di un servo a un santo crocifisso 71
La preghiera del partigiano 601 Lamento per i compagni usciti dall'organizzazione 1328
La presa di Roma 65 Lamento per la guerra 607
La prise de la Bastille 66 Lamento per la morte di Pasolini 1329
La proletarizzazione 1315 Lamentu ppi la morti di Turiddu Carnivali 1330
La pulce 1316 Lascia i campi e le officine 608
La pulzella 1317 Lasciando la sua casa e la sua mamma 609
La rabbia esplode a Reggio Calabria 1318 Lasselo anna' 72
La Ravachole 257 Lassù a Noveis 610
La riforma 1819 Lassù su quel sentiero 611
La ringhera 1319 Lassù sui monti 612, 840
La rivoluzione 1321 Lassù sul Monte Grappa 613
La rivoluzione è come la rugiada 259 Lassù sulle colline del Piemonte 614
La Roma 1635 Lassù sulle colline di Bologna 615
La ronda 602 Lasèmela andà, lasèmola andare 1832
La rondinella di Mentana 67 Latinoamérica Es Un Pueblo Al Sur de E. U. 1637
La rondinella livornese 68 Laurina a la filanda 264
La rue de Lilas 1820 Lavorare con lentezza 1334
La ruspa del piacere 1821 Lavoro tra le pecore e li cani 841
La santa Caterina dei pastai 836 Lavoura cuntadein a la sbaraja 265
La scomunica 837 Le ali della colomba 1638
La scoperta di Milano 1822 Le basi americane [Rossa provvidenza] 842
La Semaine Sanglante 260 Le belle bandiere 1639
La sepoltura dei morti 1322 Le canuts 266
La smortina 448 Le canzoni in scatola 1833
La sopravvivenza 1323 Le chant des partisans 616
La storia [Un giorno ti diranno che è una cosa normale] Le chant du 14 juillet 73
1636 Le chant du départ 74
La strada del marmo 1823 Le Chiffon Rouge 1335
La tabaccara 449 Le consorelle di San Pelagio 1834
La taylorizzazione 1324 Le cose schifose hanno un gran bel nome 1835
La terribile sciagura di Mattmark 838 Le cose vietate 843
La tierra escrita 1325 Le Drapeau rouge 267
La tomba di Bakunin 1824 Le Fosse Ardeatine 1836
La tradotta che parte da Novara 349 Le guardie hanno bussato 1336

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Le madri 1337 Ma che razza de città 1360


Le mondine contro la cavalleria 844 Ma chi ha detto che non c'è 1361
Le nostre illusioni 1640 Ma la storia non dice 1642
Le ore scandiscono il tempo 1338 Ma la vita 272
Le quattro stagioni 268 Ma lu trenu di Bastie 457
Le scimmiette 1339 Ma mi 858
Le temps des cérises 76 Ma non riusciranno 1362
Le tessitrici di seta 1340 Ma per fortuna 1363
Le tombeau des fusillés 269 Ma perchè mi dici sempre 1364
Le tre bandiere 617 Ma verrà un giorno 1365
Le ultime ore e la decapitazione di Sante Caserio 270 Madame Giustizia 1366
Le vacche fuorilegge 1341 Madame la misère 859
Le vecchie signore 1641 Maddalena di Val Susa 1846
Leccami il culo 1838 Mafia e Parrini 1367
Lenin e Stalin 454 Makhnovtchina 458
Lero 618 Malatesta 1847
Les anarchistes 1342 Malga Lunga 621
Les charognards 1343 Mama mia mi sun stufa 622
Les Oubliés 1839 Mamma mia dammi cento lire 273
Les Partisans 455 Mammina Pendolare 1368
Les sans-culottes 77 Mangia el carbon e tira l'ultim fiaa 860
Lettera a Michele 1345 Manifesto 1370
Lettera alla mia amica 1346 Manifiesto 1371
Lettera dalla caserma 845 Mannaja all'ingegneri 1372
Lettera del brigante Tiburzi dal Paradiso 78 Mano alla bomba 459
Lettera di Robert Bowman 1841 Marcha de los pobladores 1373
Lettera di un pastore macedone alla famiglia 1842 Marcha del 26 de Julio 861
Lettre à Kissinger 1347 Marchand de cailloux 1848
Li mestieri 846 Marcia con te 1374
Libera Belfast 1348 Marcia della VI brigata d'assalto "Garibaldi" 623
Libera Val di Susa - 27 giugno 2011 - 1843 Marcia socialista mondiale 274
Liberare tutti 1349 Marciar Marciar 624
Liberiamo il sud Vietnam 1350 Marcinelle 862
Liberiamo Marini [Libertà per Marini] 1351 Mare nero 1849
Licenziamo i padroni 1352 Maremma amara 275
Lo stracchino 1353 Marghera adeso 1375
Los Vietnamitas son pequenitos 1354 Mari nostru 1851
Lotta continua 1355 Maria Rosa 1376
Lottete combattete (Stornelli 1918-1948) 456 Maria Stella Gelmini, la spazza bambini 1852
Lu furastiero 847 Mario della Piaggio [Povero Mario] 1377
Lu patruni è suverchiu 1356 Mario Lupo 1378
Lu pecurere 848 Mariolin, bella Mariolin 276
Lu polverone 849 Marocchini 1379
Lu soprastante 1357 Matteorenzi non lo sa 1853
Lu suldate che va a la guerre 351 Matteotti 1854
Lu sule calau calau 271 Mattmark 863
Lu trenu da disperaziuni 850 Me pare 1380
Lu Trenu di lu suli 851 Me vo' parti de qui 277
Lubiam 1358 Mei ros che negher (a Carletto Giuliani) 1855
Ludlow massacre 619 Melissa 864, 1381
Lumantela par tri nôs paisân 1359 Mené Trevès Turati 461
Lunedì del valsusino 1844 Merica, Merica 1382
Lungo la strada 620 Mi abuelo 352
Lupi e agnelli 855 Mi avete incatenato 625
Là su quei monti 603 Mi guardo in uno specchio 1383
L’inceneritore di Selvapiana 1845 Mi porti due gassose 1384
Ma 'sti signori 857 Mi voria saver 1385

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Mia bella signora 1856 Noi siamo gli asini 1868


Mia dolce signora 1386 Noi siamo gli internati 630
Mie care pute 79 Noi siamo i Cacciatori delle Alpi 81
Milongas sociales del payador libertario 278 Noi siamo i poveri romagnoli 283
Mio caro padrone domani ti sparo 1387 Noi siamo la canaglia pezzente 284
Mio Dio Teresa tu sei bella 1388 Noi siamo la classe operaia 631
Mira la rondondella 865 Noi siamo la gioventù comunista 465
Miseria, miseria 279 Noi siamo la mondine 871
Misteri paradisiaci 1858 Noi siamo stufe 1413
Mo se parte la nave ra lo porto 280 Noi traditi 632
Mo' che pure 867 Noi vogliam Dio 633
Moi qui suis une femme 1389 Noi vogliamo l'eleganza 1870
Monte Calvario 1859 Noi vogliamo l'uguaglianza 285
Monòpoli 1390 Non aspettar San Giorgio 1414
Morte Bianca 1860 Non c'è tenente 634
Morts les enfants 1861 Non creder che sia l'abito 1415
Mostar 1862 Non date retta ai preti 872
Murgia 1391 Non esiste Gesù 286
Muri alti e inferiàe 1392 Non maledire questo nostro tempo 1417
Muttettos 1393 Non mi scrivere più 1418
My children are seven in number 462 Non piangere oi bella [Partono gli emigranti] 1419
My family was poor 281 Non si è curata mai 1644
Màvra koràkia 460 Non spingete, scappiamo anche noi! 1420
Na juriš! 626 Non ti ricordi mamma 635
Nanneddu Meu 80 Non ti ricordi quel 25 maggio 636
Nascere muli 1394 Non ti ricordi, fanciulla mia cara 637
Natale '68 1395 Non è finita Piazza Loreto 1416
Natale 44 1863 Norma, per non dimenticare 1871
Nati noi siam nell'umida tana 463 Nostro Messico febbraio '23 1421
Nebbi' a la valle 282 Notte di neve riposa la Coduri 638
Nei reparti della FIAT 1396 Nove maggio 873
Nella casa di Maria 1643 Nuestra America 1645
Nella fotografia 1397 Nuestro México, febrero veintitrés 466
Nella terra dei padroni 1399 Nun lo vedi 82
Nella testa di Nicola 1400 Nuovi stornelli socialisti 287
Neppure una Topolino 1401 Nuvole a Vinca 1422
Nessuno chieda 1864 O bella Madunina 1872
Nessuno ha più coraggio (di dir la verità) 1402 O cancellier che tieni la penna in mano 874
Ni Dieu ni Maitre 868 O cara la mia mama 288
Nicaragua Nicaragüita 1403 O cara mamma vienimi incontra 467
Nina ti te ricordi 1404 O cara moglie 875
Ningú no compren ningú 464 O care mamme 876
Ninna nanna dei fattoni 1865 O cielo cielo 289
Ninna nanna del capitale 869 O coraggiosi fratelli, 639
Ninna nanna della guerra 353 O dura sorte, in cella (Sonetto sulla dignità del
Ninna nanna della guerra [2] 627 montagnino in cella) 1423
Ninna Nenni 870 O fucile, vecchio mio compagno 640
Nixon viene a Roma 1405 O Garibaldi e al Parlamento 83
No "Dal Molin" 1866 O Germania che sei la più forte 641
No al Fanfascismo 1406 O Gorizia 354
No freedom (in Palestine) 1867 O iniqua, o infame Turchia 290
Noi de borgata 1408 O mamma mia tegnìm a cà 468
Noi della Val Camonica 628 O mamma traditora 355
Noi donne 1409 O mamma, mamma, mamma 1424
Noi lo chiamiamo Vietnam 1410 O mia bela signurina 1873
Noi partigiani bolognesi 629 O mia bella morettina 643
Noi siamo 1411, 1412 O padrone non lo fare [Se c'avessi cento figli] 1425

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O partigiano 644 Pattume 1885


O Piamontesi 84 Pelle scura 1441
O pillo pillo pì 1874 Pensa un po' 1442
O piscatore rivoluzionario 1426 Per Claudio Varalli 1443
O Roma Roma 291 Per fortuna c'è il cavaliere 1886
O Russia bella 469 Per Giorgiana 1444
O sciur padrun, i cavalé van male 292 Per i figli 1646
O Venezia 85 Per i morti dell'Aquila 1888
O ìmnos tou ELAS 642 Per i morti di Lampedusa 1889
Ode al Trattore 1875 Per i morti di Reggio Emilia 887
Ode aux casseur/euses 1876 Per la morte di Giuseppe Pinelli 1445
Odi il rombo del cannone 645 Per me, per te 1647
Odineide 1427 Per Sergio 1890
Oh Giolitti 1430 Per voi bambine belle della via 656
Oh Poveri Soldati 86 Per volontà del papa 888
Ohi partigian, non pianger più 646 Perchè lo fai amico? 1446
Old Judge Thayer 877 Perchè mai parlarvi di pace 1447
Oltre il ponte 878 Perchè una guerra 1448
Omicidi bianchi 1877 Perché porti quel fazzolettino? 657
Onirica 1431 Perla Nera 1891
Only our rivers run free 879 Petri 1892
Operai e contadini 880 Petroliero 296
Operai Invisibili 1878 Petrolio 889
Or che mussolini 881 Pi l'America partenza 297
Orizzonti libertari 1879 Piavola 658
Ormai lontano quel giorno fatale 882 Piazza Barberina 298
Orsù compagni di Civitavecchia 647 Piazza della Loggia 1449
Ostruzionismo 1432 Piazza della Loggia 1974 1450
Otto ottobre 1966 1433 Piazza Fontana [Luna rossa] 1451
Otto per mille 1880 Piccolo uomo 890
Padreterno@aldilà.com 1881 Pidocchi e Profumo 1893
Padrone e Contadino 883 Pietà l'è morta 659
Padrone mio 293 Pincinella di Nave 1452
Padrone Olivetti 1434 Plegaria a un labrador 1453
Padroni ci volete spaventare 1435 Po dolinam i po vzgoriam 470
Palermo dove stà De Mauro? 1436 Polesine 891
Palestina [La rossa Palestina] 1437 Polka infantile 1454
Panchina di quartiere 1438 Pontelandolfo 1455
Papà Cervi raggiunge i sette figli 1439 Popolo che da sempre 1456
Parco de la fantasia 1440 Por allì vinieron 892
Parodie antifasciste di "Lilì Marlene" 648 Porrajmos (Si bruci la luna) 1894
Partigian bel ragazzo innamorato 649 Portella della ginestra 1457
Partigiani di Romagna siam 650 Posti spostati 1895
Partigiani fratelli maggiori 884 Povera gente 1458
Partigiani siam del "Lori" 651 Povere filandine 471
Partigiano di Valle Susa 652 Poveri partigiani 1896
Partigiano sconosciuto 885 Povero Calabresi 1459
Partire partirò, partir bisogna 87 Povero Matteotti 472
Partisanen vom Amur 653 Povero Napoleone 88
Partito da Milano senza un soldo 294 Povero padroncino 1460
Passa la banda 886 Povero Pinelli 1461
Passa la ronda 654 Povre filandere 473
Passannante 295 Pozzanghere 1462
Passerotto ucciso (Dietro il filo spinato della vergogna - Pratobello 1463
Il canto di Sémira Adamu) 1883 Precario se more [1] 1897
Passerà 1882 Precario se more [2] 1898
Patria nostra che fosti tradita 655 Preghiera a un contadino 1464

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Preguntitas sobre Dios 1465 Regina Coeli 304


Prendiamoci le città 1466 RepentiNo 1903
Preti e borghesi 474 Repressione 1492
Pretini rossi, moniche bianche 1467 Resistenza e amore 1904
Primavera giovanile 660 Ricordate brava gente 1493
Primo d'agosto Mestre '68 1468 Ricordo di Togliatti 901
Proclama di Camillo Torres 1469 Ricordo il tempo 1905
Professori della Bocconi 1899 Risaie 1906
Progressio populorum 1470 Rise Up [No Gelmini] 1907
Proprio voi 1471 Rita Fenu 1495
Prostituzione 1472 Rivkele del sabato 666
Pugnale, pugnaletto 299 Rom Tiriac rom (Tor de' cenci) 1909
Quadernoso iscrittoso 1473 Roma capitale d'Italia 90
Qualcosa da aspettare 893 Romanelle 903
Quand 'riva 'l cald 894 Rondinella d'Aspromonte 91
Quand'ero monaca 356 Rondinella pellegrina 1496
Quando avevo quindic'àni 300 Rosa Bianca 1910
Quando che more un prete 301 Rosa's lovely daughters 1911
Quando chiare fresche acque 1648 Rosso 1497
Quando il grano maturò 661 Rosso levante e ponente 904
Quando l'anarchia verrà 302 Rosso un fiore 1912
Quando la luna parlò 1649 Rue de Paname 1913
Quando la storia 1650 Russia fatale 667
Quando lo sciopero 1474 S'Internatzionale 1498
Quando non c'è più conforto 1475 S'ora de su fusile 1914
Quando saremo a Varzi 662 Sa Brigata Sassaresa 1499
Quando sei smarrita 1476 Sacco e Vanzetti 305
Quando sento il primo fischio 475 Salina 1500
Quando vedrai 663 Saludu a sos emigrados sardos 1501
Quanti occhi 1477 Saluteremo il signor padrone 905
Quaranta ghei d'inverno 303 SAM song 1502
Quarto Oggiaro story 1478 Samba landó 1503
Quatr'asüs par l'Ardizôn 1479 San Basilio Rivolta di classe [Rivolta di classe] 1504
Quattro passi più in là 1900 Sandrino della Solvay 1505
Quattro signori 476 Sangue di Venaus 1915
Quei briganti neri 664 Santa Croce di Lecce 1916
Quel uselin del bosch 89 Sante Caserio [Canto a Caserio] 306
Quel vaca d'un petrôli 1480 Saragat 906
Quella notte davanti alla bussola 1481 Saran vint'ann nianca 1506
Quelli che tricoloreggiano 1483 Sarete voi padroni ad emigrare 1507
Quelli della Valsusa 1901 Sarà dura! 1917
Quello che mai potranno fermare 1484 Sbandati 1918
Quello lì (compagno Gramsci) 1485 Scade la ferma 1508
Questa democrazia 896 Scarpe rotte 1509
Questa di Marinella 1486 Scherza coi santi 1919
Questa prigione è oscura 1487 Schiavi 668
Questa è una storia 897 Scimpanzè 1510
Questo mio amore (Una cosa già detta) 898 Sciopero interno 1511
Questo è il nostro Vietnam 1488 Sciopero! 1512
Qué linda es Cuba 895 Sciur padrun da li béli braghi bianchi 477
Rachel Corrie 1902 Scuola ciao 1920
Raffaele 899 Scuola di classe 1513
Ragazzo gentile 1489 Sdraiato sul sofà 1514
Raminghi per le terre 665 Se arriverà Lenin 479
Red wine 900 Se c'è la crisi per il padrone 1515
Regazzine vi prego ascoltare 357 Se da diecimila anni 1516
Reggio Calabria '72 1490 Se ero io 1518

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Se gli agrari 1519 Sixteen Tons 914


Se il cielo fosse bianco di carta 907 Siège et prise de la Bastille 94
Se il papa è andato via 92 So stato a lavora' a Monte Sicuro 314
Se mi chiedi 1520 Socialista che 'l va a Roma 1536
Se nasce l'anarchia 307 Soldadito Boliviano [Guitarra en duelo mayor] 1537
Se non ci ammazza i crucchi 669 Soldato Nencini 915
Se non li conoscete 1521 Soledad, hermana 1934
Se non è oggi 908 Solidaritätslied 486
Se otto ore vi sembran poche 909 Somos socialistas 1538
Se partigiano io son 670 Son cieco 315
Se potessi capire 1522 Son de la alfabetizaciòn 916
Se tu bagni il tuo piede 1523 Son la mondina son la sfruttata [Volontà di pace] 917
Se tutto aumenta 1921 Son maritata giovane 316
Se, Riflessione 1922 Son passata di Garlate 487
Sebastiano 1524 Son proletari i partigiani 673
Sebben che abbiam le basi 1923 Son valsusina 1935
Secours Rouge 480 Sonetto su Gramsci 1539
Sei bella negli occhi 93 Sono andato a Ventimiglia 488
Sei minuti all'alba 910 Sono italiano 95
Sei nato 1525 Sono libero 1540
Semira 1924 Sono povero ma disertore 674
Semo tute impiraresse 481 Sono un povero innocente 675
Sempre partigiani anche per il domani 1526 Sora un treno 1541
Sent on po' Gioan, te se ricordet 911 Sorgi Piemonte, è l'ora! 676
Senti il martello che batte le ore 308 Sorgiamo 317
Senti le rane che cantano 482 Sotto questo dolore 1936
Senti mio caro Adolfo 309 Sottosopra 1937
Sentite, buona gente 358 Spartaco 1938
Sento il fischio del vapore 483 Spartaco incatenato 489
Sera Jugoslava 1925 Speta anca ti co mi 1542
Serenata a Benito Mussolini 484 Squarciate le tenebre 318
Serenata alfonsina 310 Stabat mater dolorosa 1939
Serenata per l'Aquila 1926 Stai morendo compagno 1543
Servi 1927 Stalingrado 677, 1544
Sette anni fa 1527 Stati di emergenza 1940
Sfracelli d'Italia 1928 Stato e padroni, fate attenzione 1545
Si chiama Papa 311 Stato sociale 1941
Si può morire 912 Stato, padroni 1546
Siam del popolo gli arditi 1528 Stoppa e Vanna 678
Siam soldati dei gruppi Stelina 671 Storia di Rodolfo Foscati 96
Siamo al guinzaglio del capitale 1529 Storia di una cosa 1547
Siamo di guardia sul Montoso 672 Storia per la morte di Lorenzo Panepinto 319
Siamo garibaldini 312 Stornelli d'esilio 320
Siamo i precari 1929 Stornelli di Padule di Fucecchio 490
Siamo i ribelli sopra la faglia 1930 Stornelli pisani 1548
Siamo in tante 1530 Stornelli presidenziali 1549
Siamo l'Emilia rossa 913 Stornelli su Caserio 321
Siamo quelli dell'Alfa Romeo 1531 Stornelli viterbesi (So'stato al lavorà) 491
Siamo stufe 1931 Stornello antifascista livornese 492
Siamo tante siamo belle... 1532 Stornello livornese 97, 98
Siete Leguas 313 Stornello per i compagni 1550
Sig. Giuseppe 1932 Strane famigghie 1942
Signor padrone non si arrabbi 1533 Straniero 1943
Signor studente 1534 Strofette [anticlericali] 99
Simona 1535 Strofette antifasciste sulla fame e "la borsa nera" 679
Sin pan 485 Strofette della verità 918
Sirma in lotta 1933 Strofette satiriche antifasciste 493

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Stucky 1551 Tiro a segno 923


Studenti a operai 1552 Tolleranza zero 1955
Su al passo dei Guselli 680 Torna a casa americano 924
Su comunisti della capitale 681 Torneremo sulla langa 1956
Su fratelli lasciamo le spose 100 Totenweg 1957
Su fratelli su compagni 682 Tout ce qu'est dégueulasse porte un joli nom 1958
Su marciam lavoratori 322 Tra il 5 e il 6 di dicembre a Torino [Thyssen] 1959
Su moviamo alla battaglia 323 Traballera 1960
Su patriotu sardu a sos feudatarios [Procurade de Tragedia de Plaza de las Tres Culturas 1570
moderare] 101 Tragoudhi Sotiri Petroula 925
Su pei monti 683 Tramonta o sole 1571
Su prantu de una mama 1553 Trasferimento 1572
Su, all'aquilani vada il capitale... 1944 Tre fratelli contadini di Venosa 1573
Suasso lane 919 Tredici milioni di uomini 926
Sui miei passi son tornato 1651 Trent'anni (Piazza della Loggia 1974-2004) 1961
Sui monti di val Trebbia 684 Trenta giorni di nave a vapore 328
Sui monti Scarpazi 359 Trenta luglio alla Ignis 1574
Sul ponte fiume Sangro 685 Triallà 109
Sul selciato di piazza Garibaldi 1945 Tu che hai sbagliato tutto 1575
Sulla montagna del Monterotondo 105 Tu che uscirai domani 1576
Sulla strada di Ibiza 1554 Tu compagno, e io, e voi, e noi 1577
Sulle mura di Civitella 106 Tu Gorizia addolorata 1578
Suona la sirena 1555 Tu lo sai compagno a Marzabotto 927
Sutta a chi tucca 686 Tutti ciànno quarche cosa 928
Sventola bandiera rossa 495 Tutti gli amori 929
Svizzero 1947 Tutti quei monti che io cavalcai 689
Ta pum 687 Two Good Men 930
Tall el Zaatar 1556, 1557 U 5 lugli du 60 1962
Tammurriata rosa 1948 U programma do Governu rivoluzionariu 1579
Tancas serradas a muru 107 Uccidi e capirai [L'uomo che sa] 1580
Tango dei macellai 1558 Uguaglianza 1581
Tango della femminista 1559 Umanità 1582
Tango di Auschwitz 688 Un bel dì finirà 931
Tante case 1560 Un bel giorno andando in Francia 329
Tanto pe' magnà [sulle disgrazie altrui] 1949 Un biglietto del tram 1583
Tarantella della maestra unica 1950 Un cavallo si lamenta 496
Tarantella di via Tibaldi 1561 Un giorno Mussolini andò al balcone 690
Telegrafo, Nazione, la stampa del padrone 1563 Un Milione Di Passi 1964
Tencere tava havası 1951 Un paese vuol dire non essere soli 932
Tengo na voglia e fa niente 1564 Un tatuaggio nella mente 1965
Terra di Grecia 1565 Un tranquillo festival pop di paura 1584
The 1913 Massacre 920 Un violador en tu camino 1967
The ballad of Ho Chi Minh 1566 Una donna nella tua vita 1586
The Foggy Dew 360 Una Noč 1587
The girl question 324 Una per tutti i popoli 110
The Internationale [L'internazionale in inglese] 108 Una vita di carta 933
The Preacher and the Slave 325 Una vita normale 1968
The rebel girl 326 Und was bekam des Soldaten Weib 692
The red flag 327 Uni ciao 1970
There Will Be Trouble In Town 1952 Union Maid 693
Ti ho visto là sul tavolo 1567 Unni si' 1971
Ti passi de giorno da Porto Marghera 921 Uno uguale a me 934
Ti ricordi Nina 1568 Uno, evviva Giordano Bruno 330
Ti ricordi? 1953 Uomini e soldi 1588
Ti sa miga 922 Usii dall'avansamento allegramente 331
Tira fiato 1954 Va in filànda laùra bén 497
Tira la cinghia 1569 Val Sesia 694

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Valigie di cartone 1589 Violette 1602


Valle Giulia 1590 Vittorio che comandi 113
Vedo l'asino di fronte al Minister 1972 Vittorio Emanuele figlio di un assassino 332
Vedrai com'è bello 935 Viva il nostro Bresci 333
Venceremos 1591, 1592 Viva la guerra! 1980
Vendiamo armi! 1593 Viva la libertà! 114
Venditore di sassi 1973 Viva la Valle Gesso 696
Venessia patria mia dileta 1594 Viva Lenin 499
Veniamo da lontano 1595 Viva Voltaire e Montesquieu 1603
Venne Maggio (Prologo di un anno) 1596 Vogliamo andare avanti 1607
Vennero 1974 Voglio fare il boia 1608
Ventimiglia tu sei maledetta 1975 Voglio la mia libertà 1609
Vento portami via a sinistra 936 Voglio parlare con voi 1610
Vi canteremo la favola 1597 Voglio una casa 1981
Vi racconterò 1598 Volante Cucciolo 1982
Vi ricordate la forza sindacale 1976 Volemo vendetta 115
Vi ricordate quel 20 di luglio 1977 Vorrei parlarti 1654
Vi ricordate quel diciotto aprile 937 Vota il Fronte! 939
Vi sbagliate 1599 Vöia de vèss 1653
Via da noi, tedesco infido 111 We shall not be moved 1611
Via Gleno 1652 Where have all the flowers gone 940
Via via la polizia 1600 Yankee tornatevene a casa 1612
Viaggiatori viaggianti 1978 Yo canto a la diferencia 941
Victor Jara 1601 Zamba del Che 1613
Vien la primavera 938 Zona rossa 1983
Vientos del pueblo 498 ¡No pasarán! 500
Vigliacca! 1979 À tous les enfants 706
Vigliacco Mussolini 695 Ça ira 11
Vinni cu' vinni, e cc'è lu triculuri 112 È fatalità 1117
È un buon padrone, un bravo italiano ma... 1123

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