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SCHEDA LIBRO Gaia Arata 1E

Autore: Alessandro Baricco;

Titolo: Omero, Iliade;

Casa editrice: Feltrinelli

Data di pubblicazione: Settembre 2004

Genere del libro: Epico

Personaggi principali:

Achille: figlio di Peleo e per questo detto il Pelide, era il più grande guerriero degli Achei. All’inizio
del racconto non partecipa alla guerra per colpa di un litigio con Agamennone ma, con la morte di
Patroclo, decise di entrare in guerra in guerra per vendicare la sua morte.
Patroclo: grande amico di Achille, ha provato più volte a convincerlo a rientrare in guerra. Non
riuscendoci, decide di vestirsi con l’armatura di Achille e di prendere le sue armi , è ucciso da Ettore
in battaglia.
Ulisse: era il più astuto fra gli Achei, artefice del cavallo di Troia. Con la sua astuzia riesce a porre
fine alla guerra.
Elena: causa scatenante della guerra, era la moglie di Menelao, viene rapita da Paride e portata a
Troia.
Priamo:Re di Troia
Ettore: Il più forte tra i guerrieri Troiani. Figlio di Priamo, uccisore di Patroclo, muore per mano di
Achille.
Paride: Rapitore di Elena e fratello di Ettore, si innamora di Elena e decide di rapirla causando la
guerra.
Menelao: Re di Sparta e Marito di Elena; aiutato dal fratello Agamennone, decide di assaltare Troia
con il suo esercito per riprendere Elena rapita da Paride.
Agamennone: Re di Micene; nel libro viene descritto come un uomo arrogante ed egoista. Sotto
richiesta del fratello Menelao comincia la guerra di Troia al comando degli Achei, è la causa dell’ira
di Achille per avergli sottratto la schiava Briseide.

Luoghi: Accampamento degli Achei e le mura di Troia

Trama: Nove anni prima della vicenda, Elena, moglie di Menelao, venne rapita dal troiano Paride.
Per questo motivo Menelao convinse il fratello Agamennone a porre sotto assedio con l’esercito
degli Achei la città di Troia per liberare Elena.
Il testo si apre con la vicenda della tebana Criseide, figlia di un sacerdote di Apollo e rapita dagli
Achei durante una razzia per procurarsi cibo. Apollo, per vendetta, scatenò la sua ira contro gli
Achei, sotto forma di una pestilenza sull’accampamento che durò nove giorni. Il decimo giorno,
Achille indisse un’assemblea degli Achei, in cui l’indovino Calcante spiegò la vera causa dell’ira di
Apollo. Agamennone pretese un dono dagli achei in cambio della liberazione di Criseide, di cui si
disse innamorato. Achille rifiutò di concedere il dono, per cui Agamennone decise di prendere
Briseide, schiava e amante di Achille, per compensare la restituzione di Criseide.
Da questo momento iniziò l’ira di Achille, che si protrae per gran parte del romanzo. Il Pelide decise
di non combattere più per gli Achei. Rientrò in guerra solo dopo l’uccisione del suo grande amico
Patroclo da parte di Ettore. Per vendicare la sua morte, entrò in battaglia e uccise ferocemente i
nemici, fino giungere a sfidare Ettore in un duello da cui uscì vincitore. Decise poi di legare il
cadavere di Ettore per le caviglie e di trascinarlo con un carro, finché, dopo dieci giorni, venne
convinto da Priamo a restituire il corpo.
La guerra, infine, si concluse grazie ad Ulisse, che ebbe l’idea di nascondere degli uomini in un
cavallo e di lasciarlo davanti alle mura di Troia come dono. I Troiani ingannati, accettarono il dono,
credendo che gli achei si fossero arresi, ed in questo modo resero possibile l’ingresso degli achei
nella città, segnando la loro disfatta.

Commento: Questo libro è stato scritto da Baricco, ed è destinato ad una lettura pubblica
dell’Iliade. Per questo motivo l’autore ha dovuto fare alcuni adattamenti.
In primo luogo, ogni capitolo è raccontato in prima persona da un personaggio diverso del testo.
Questa scelta, credo che sia stata presa per rendere più scorrevole e comprensibile il libro e
renderlo adatto alla rappresentazione.
Il secondo intervento è stato quello di rimuovere completamente gli dei, per rendere la storia più
umana e più moderna.
Il terzo intervento, invece, è stata l’aggiunta di parti nuove al testo, comunque sempre evidenziate
dal corsivo, con lo scopo di chiarire dei concetti che nel testo originale erano scritti in modo
implicito.
In generale, ho trovato che questi interventi sono serviti per modernizzare l’Iliade e per rendere
questo libro scorrevole e leggibile da tutti.
La parte del racconto che mi ha colpito di più, e che ho trovato più interessante, è stato l’ultimo
capitolo, raccontato da Demodoco, in cui viene narrata la fine della guerra grazie allo stratagemma
di Ulisse che, al contrario di tutti gli altri Achei che preferivano combattere, decise di conquistare
Troia utilizzando l’astuzia.
Invece, molte descrizioni dei combattimenti, seppure inevitabili per far capire la vicenda, li ho
trovati meno avvincenti e scorrevoli perché rallentavano il racconto.
Nel complesso, ho trovato il libro di Baricco molto interessante, nonostante conoscessi già la storia,
sia per il modo in cui è scritta sia per il linguaggio utilizzato dall’autore.
Il principale protagonista è Achille,il più grande guerriero Acheo, figlio di Peleo e della ninfa Teti,
che, secondo il mito, lo immerse nel fiume Stige per dargli forza e invulnerabilità.
Durante il racconto ho trovato diverse sfumature contrastanti nel suo carattere. Nella prima parte
del romanzo egli combatte più per il proprio onore che non per vincere la guerra. Quando
Agamennone lo offese, il suo orgoglio lo fece desistere dal combattimento. In seguito l’ira per
l’uccisione del suo amico lo rende una furia incontenibile. Achille è un guerriero conscio della
propria forza ed invincibilità. L’unico affetto che manifesta nella storia è quello, molto profondo,
per Patroclo.
Patroclo era un eroe che si staccava notevolmente dalla immagine tipica degli eroi dell’epoca, in
quanto le sue virtù non erano tanto la forza e la bellezza, ma la comprensione e la disponibilità. .
A lui comunque non mancava il coraggio, come ha dimostrato quando è entrato in guerra,
indossando le vesti di Achille e impugnando le sue armi ed in questo modo perdendo la vita.
La relazione che lega Achille e Patroclo è talmente profonda da far dubitare sulla reale natura di
questa amicizia, anche se questo non viene mai detto esplicitamente.
Altro personaggio di spicco della storia è Ulisse, anch’egli profondamente diverso dal tipico
guerriero. La sua forza è nell’ingegno piuttosto che nel valore, ed è a lui che si deve lo stratagemma
che consente di terminare la guerra. Questa sua intelligenza gli viene riconosciuta anche da
personaggi come Achille ed Agamennone, che invece fondavano la loro superiorità sulla forza
fisica.

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