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Ulisse: eroe liminare: Ci muoviamo sulla soglia: Ulisse, dicevamo, c’è e non c’è. È un
eroe liminare (limine, ossia confine e quindi anche soglia), come vedremo spesso
nell’opera. Le informazioni che sappiamo di lui ci giungono da altri personaggi e
quindi egli si rivela prima nella narrazione e solo dopo nella realtà. La sua vicenda si
propaga nella narrazione, giunge attraverso racconti che sono come onde fluttuanti
nell’immenso mare dello spazio e del tempo, appunto come le onde del mare.
Queste notizie sono raccontate da stranieri e viaggiatori: ne arrivano tanti a Itaca,
con notizie vere e inventate. Atena-Mente è uno di loro e la narrazione ha un effetto
immediato, divino, su Telemaco.
Atena: Telemaco ha intuito di aver ricevuto un messo divino: bisogna, ora, agire in
fretta. I Proci stanno spazientendosi. Penelope dovrà scegliere volente o nolente
uno di loro e prima o poi l’inganno della tela verrà scoperto. Telemaco sta
affrontando il difficile passaggio dall’adolescenza alla maturità. Madrina di questo
momento cruciale non può che essere Atena che funge da padre. Dice Privitera:
«Telemaco non è solo un giovane che cerca suo padre, ma è il giovane che ha
bisogno di un padre. Telemaco è l’icona del figlio. Anche se Odisseo fosse introvabile
o morto, Telemaco avrebbe bisogno lo stesso di un padre. Chiunque sia con lui
affettuoso e gli dia buoni consigli è per lui un padre. Ad Atena-Mente è grato perché
gli dà consigli come li dà un padre a suo figlio».