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ITALIANO, LETTERATURA

NATURALISMO FRANCESE
I CONTENUTI E I PROTAGONISTI
Il naturalismo francese è un movimento letterario che si definisce nella seconda metà dell’800 (dagli
anni ‘70) in Francia anche se possiamo considerare alcune opere precedenti già anticipatrici
dell’atteggiamento e modalità di scrittura dei naturalisti.

La caratteristica fondamentale, dal punto di vista del contenuto, è quella di analizzare la società
industriale, caratterizzata da tutti i fenomeni economici e sociali a cui è stato dato il via con la rivoluzione
industriale. La società è molto problematica e sfaccettata, perché da un lato sta vivendo un
arricchimento economico importante che però riguarda solo una parte delle classi sociali.
Infatti sia in filosofia, per esempio con Marx, che in letteratura si iniziano ad evidenziare queste
caratteristiche contrastanti della società: la rivoluzione industriale sta portando ad un miglioramento
della vita ma solamente per pochissimi.
Coloro che Marx definirà capitalisti, gli imprenditori si stavano arricchendo mentre il resto della società
vive una condizione di grave sofferenza, è schiacciata dalle modalità economiche che mettono in primo
piano l’aspetto della ricchezza e non tengono in considerazione l’aspetto personale, la crescita e
l’affermarsi dell’individuo. Il contesto che il naturalismo analizza è quello della città, non tanto quello della
campagna, le classi analizzate sono quelle che si definiscono dalla rivoluzione industriale: il proletariato e
la borghesia.

IL ROMANZO SOCIALE
L’attenzione per il proletariato ci fa capire un cambio di prospettiva nella letteratura che si definisce
dall’800 e protrae per tutto il ‘900; la letteratura non guarda più i grandi eroi, ma si concentra sugli
individui in difficoltà, coloro che sono schiacciati dalle dinamiche sociali (o dal ‘900 dalle dinamiche
relazionali), i reietti, definiti sempre più antieroi.

Il cambio di prospettiva è molto importante: prima ci si concentrava sugli eroi, dei modelli da seguire;
d’ora in avanti ci si concentra sui personaggi schiacciati. Nascono quindi in questo periodo i romanzi
sociali: che analizza l’individuo ma soprattutto lo inserisce nel ruolo sociale che occupa,
successivamente nel ‘900 verrà abbandonato il romanzo sociale, rimarrà l’idea dell’antieroe ma ci si
concentrerà sulle relazioni umane e l’introspezione psicologica del personaggio, definendo così i
romanzi psicologici.

→ Già Manzoni con l’attenzione verso gli umili comincia a spostare la propria attenzione verso coloro che
non solo i grandi eroi, i grandi protagonisti ma figure più in ombra. In realtà anche a livello temporale, il
periodo in cui elabora Manzoni i suoi testi non si discosta così tanto dal periodo del naturalismo.

LO STILE
A differenza di Manzoni, che era un autore onnisciente, esterno e palese, nelle proprie opere egli stesso
interveniva, commentava e giudicava, con il naturalismo si definisce una concezione diversa.
L’autore durante questo periodo si prefigge come obiettivo: scomparire dietro la propria opera, deve
diventare uno scienziato che semplicemente osserva un fenomeno, lo descrive, ma non commenta.
Anche con il verismo italiano si cerca di fare questo ma con un risultato meno efficace, questo perché
gli autori italiani tendono ad avere una personalità molto forte, che difficilmente scompare del tutto.

TEORIA DELL’IMPERSONALITÀ DELL’AUTORE

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Prima del naturalismo però era già stato fatto ciò con Gustave Flaubert nel romanzo “Madame Bovary”,
romanzo fondamentale per la letteratura francese pubblicato nel 1857.
Lui infatti è considerato il precursore di questa tipologia di scrittura, che prende il nome di teoria
dell’impersonalità dell’autore.
Flaubert esprime questa teoria proprio nella sua opera, esponendo l’idea per cui l’artista deve essere
come Dio nella creazione: invisibile e onnipotente.

L’autore si impone di trasformarsi in scienziato, l’800 è il periodo del positivismo, l’attenzione nei confronti
delle scienze è fortissima, la potenzialità di queste e il metodo che portano diventano un punto di
riferimento, un modello persino per la letteratura. Come uno scienziato, il letterato deve osservare,
descrivere senza intervenire, poiché intervenendo andrebbe a modificare il corso della storia; l’obiettivo è
quello di porsi al di sopra dei sentimenti personali e suscettibilità nervose. Quindi le vicende e i
personaggi narrati diventano dei modelli oggettivi, cercando di eliminare tutto l’aspetto soggettivo.

→ Nel romanzo sociale quindi la società è la protagonista, mentre nel romanzo psicologico è il soggetto
stesso che diviene protagonista. La psicoanalisi che si afferma nel corso del ‘900, con Freud, offre
un’introspezione dell’individuo che prima non esisteva; quindi il letterato ha molti strumenti a suo
vantaggio per definire l’aspetto psicologico dei propri personaggi.

I SOGNI ROMANTICI DI EMMA


PAGINA 105
Madame Bovary è un romanzo fondamentale per la letteratura francese pubblicato nel 1857; la
protagonista è per l’autore interessante in quanto donna borghese.
Ella vive in un piccolo paese francese, è completamente inserita in una dinamica sociale che le dà la sua
identità, è insoddisfatta della sua vita e ama sognare attraverso le sue letture.
Ella interessa come modello di donna, non in quanto Emma, non come singolo individuo con le sue
vicende personali. Molti trovano questo romanzo troppo ottocentesco e ormai superato ma può ancora
trasmetterci qualcosa.

Il brano “I sogni romantici di Emma” descrive la figura femminile di Emma che è combattuta tra la propria
esistenza, che sulla carta non è qualcosa di cui lamentarsi, ma che nella realtà lo è. Emma coltiva sogni
diversi, alimentati dalle letture che fa.

EMILE ZOLA
Emile Zola lo ricordiamo sia come giornalista ma soprattutto come letterato.
L’esperienza fondamentale che fece è “il ciclo dei Rougon-Macquart”, formato da una ventina di
romanzi che sono stati pubblicati in un arco temporale di una ventina di anni, dal 1871 fino al 1893.
Questi romanzi seguono le vicende dei membri della famiglia dei Rougon-Macquart, appartengono alla
classe sociale del proletariato: sono i tipici anti-eroi.
Sono personaggi che vivono in una crisi economica molto forte; vengono ritratti in luoghi disperati in cui
prevale il disagio e la depravazione, come ad esempio nel romanzo “l’Assommoir”, cioè lo scannatoio, è
una bettola in cui i membri del proletariato andavano a bere.
→ l’alcolismo venne espresso anche nell’arte come il dipinto “La prugna” di Manet o “L’Assenzio” di
Degas. Sia nella letteratura che nell’arte vi è un bisogno di descrivere luoghi che fino a quel momento
non avevano mai attirato attenzione.

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Questi luoghi diventano interessanti, perché si possono osservare quegli esemplari umani schiacciati
dalle dinamiche sociali post-rivoluzione, di un’umanità autentica, rappresentata da persone in difficoltà,
che utilizzano l’alcol come modalità di evasione dalla vita difficile in cui si vive.
Del ciclo fa parte anche il romanzo Nanà, che rappresenta un'altra giovane figura femminile della
famiglia Rougon-Macquart che è costretta a prostituirsi per sopravvivere al peso economico.
Lei è una figura interessante perché evidenzia il cambio di prospettiva di questo periodo, ora ci si
concentra su dei personaggi e dei temi che prima non venivano quasi mai trattati, vi è un nuovo sguardo
verso i cosiddetti reietti della società.

LA TRAVIATA DI VERDI
PAGINA 23
Il tema della prostituzione era già stato esplicitato con la traviata di Verdi, che è un'opera lirica che
prende spunto dalla Signora delle Camelie, un romanzo francese che era stato pubblicato nel 1848,
successivamente divenuto nel 1852 un dramma. Verdi recuperò quest’opera di Alexandre Dumas e trae la
traviata.

Quest’opera è stata rappresentata per la prima volta a Venezia alla “Fenice”, il teatro nel 1853;
inizialmente non ebbe un grandissimo successo, probabilmente per la scarsa bravura degli interpreti e
per l’ambientazione moderna ma i veri motivi sono l’audacia del soggetto e la modernità della musica.
La scelta del soggetto era stata ambiziosa, infatti Violetta, la protagonista, è una prostituta, ma non
povera come Nanà, anzi, era di alto livello. Ella viveva gli sfarzi della società, le grandi feste, ma rimane
imprigionata in un ruolo che non condivide: ritroviamo tutto il dramma della figura femminile
imprigionata in un ruolo che la costringe ad assumere atteggiamenti che non condivide fino in fondo.
Il suo ruolo le offre ricchezza ma non le permette di esprimere i propri sentimenti reali, lei infatti è una
persona molto delicata, capace di sentimenti profondi, che vengono a galla nel momento in cui incontra
Alfredo, un uomo che è segretamente innamorato di lei.

Egli inizialmente viene rifiutato, ma successivamente la loro relazione sfocia in una storia d’amore molto
combattuta, perché non viene accettata dalla famiglia del ragazzo.

Una delle arie più famose viene cantata da Alfredo, sotto invito e acclamazione da parte di tutti, nella
quale esprime un certo modo di affrontare la vita, emerge il desiderio di godersi la vita fino in fondo
(come esponeva Lorenzo de’ Medici, di godersi la vita poichè il futuro è incerto); questo aspetto viene
molto criticato inizialmente.
Successivamente si trovò un accordo: si decise di ambientare l’opera nel ‘700, un po’ come aveva fatto
Manzoni nei Promessi Sposi, allontanando le vicende dall’epoca contemporanea. Oggi però si è ritornati
alla rappresentazione ottocentesca.

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