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Il periodo del decadentismo segna la fine dell'era dei poeti vate che avevano Manzoni come uno dei

loro
rappresentanti più importanti. D'Annunzio, l'ultimo poeta vate, sembrava non credere nemmeno lui stesso
nelle sue opere, spesso caratterizzate da conclusioni negative. Questo segna un cambiamento significativo
rispetto agli autori del periodo precedente, come Manzoni e Mazzini, che avevano incitato al riscatto e alla
lotta per il cambiamento.

In questo periodo, gli intellettuali sembrano chiudersi in una sorta di "torre d'avorio," creando una poesia
elitaria e raffinata, difficile da comprendere perché spesso manca di un messaggio chiaro. La poesia
decadentista è più orientata all'espressione delle sensazioni e degli stati d'animo del poeta, piuttosto che
alla comunicazione di un significato specifico. Si fa ampio uso di analogie e sinestesie, che rappresentano
innovazioni espressive che riflettono i cambiamenti nell'animo del poeta.

L'atteggiamento di "disimpegno" risale all'Ottocento e sembra persistere in alcune opere, come quelle di
Ungaretti. Tuttavia, questa poesia non è realmente impegnata in politica; piuttosto, cerca di scavare nelle
profondità dell'animo umano e creare un ponte tra l'interiorità del poeta e ciò che può essere comunicato.
Questa idea si amplifica con l'avvento dell'ermetismo, una corrente che nasce negli anni '30 e che cerca di
scoprire un mondo magico e misterioso, non accessibile a tutti. Il poeta ermetico si impegna a esplorare ciò
che è difficile da comprendere, richiamando il nome di Ermete Trismegisto, autore greco del periodo
ellenistico noto per i suoi scritti magici e arcani.

Il termine "ermetico" fu coniato da Francesco Flora nel saggio del 1936 intitolato "La poesia ermetica," e
successivamente venne discusso in un altro saggio di Carlo Bo intitolato "Letteratura come vita."
Quest'ultimo sottolinea che la letteratura è un mezzo per esprimere se stessi e che la poesia rappresenta
uno scavo interiore alla ricerca del senso della vita. La poesia ermetica si distingue per essere distaccata
dalla politica e impregnata di umanità, rappresentando un'essenza sacra e religiosa all'interno di ciascun
individuo.

Nonostante l'influenza di Ungaretti su questa corrente, egli non viene spesso considerato un membro a
pieno titolo dell'ermetismo. Tuttavia, Ungaretti ha posto le basi per l'ermetismo prima che esso emergesse
come movimento distintivo. La poesia ermetica è caratterizzata da un distacco dalla realtà esterna e si
concentra sull'espressione di sensazioni e stati d'animo profondi e complessi.

Il periodo del fascismo impose restrizioni sul trattamento di temi politici nella letteratura, ma le cose
iniziarono a cambiare durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale. Durante il periodo fascista, molti
intellettuali scrissero romanzi che affrontavano le problematiche legate alla miseria nel sud dell'Italia, ma
molte di queste opere vennero censurate.

Con l'arrivo del neorealismo, negli anni '45, si poneva l'accento sull'impegno politico e la rappresentazione
della realtà. Questa corrente letteraria, che trova espressione anche nel cinema con film come "Roma città
aperta" e "Ladri di biciclette," cercava di raccontare la realtà attraverso storie legate all'occupazione fascista,
alla resistenza partigiana e ad altre lotte del popolo. La lingua del neorealismo era semplice, chiara e
immediata, e gli autori erano spesso affiliati al partito comunista, impegnandosi politicamente per un
cambiamento positivo.

Il neorealismo condivide alcune somiglianze con il verismo, ma si differenzia per l'impegno politico dei suoi
autori, che erano iscritti al partito comunista e cercavano un cambiamento significativo nella società.
Questo movimento nacque in opposizione al regime fascista e rappresenta un importante capitolo nella
storia della letteratura italiana.

Il declino del neorealismo cinematografico è stato inevitabile per due principali ragioni. Inizialmente, esso si
basava fortemente sull'interesse politico, attirando molti intellettuali affascinati dalla Russia, come ad
esempio Togliatti. Tuttavia, con la rivelazione degli orrori commessi da Stalin durante il periodo di
affermazione dell'Unione Sovietica, l'Italia si trovò di fronte a un dilemma: sostenere la Russia, nonostante i
suoi errori, o distaccarsi dall'ideologia russa. Questo portò molti intellettuali di sinistra a allontanarsi
dall'adesione alla Russia, con alcuni che sostennero l'idea che il Partito Comunista Italiano dovesse essere
indipendente.

Un secondo motivo per la caduta del neorealismo è legato alla sua stessa natura: esso cercava di essere una
sorta di cronaca della realtà, ma l'arte, in quanto tale, non può limitarsi a essere semplicemente una
cronaca degli eventi. Tuttavia, va notato che il neorealismo continua ad essere oggetto di studio nell'ambito
cinematografico.

Nel contesto della poesia del primo Novecento, si può osservare un periodo di disimpegno che raggiunse il
suo culmine con l'ermetismo. Durante il periodo fascista, emerse una nuova ideologia che criticava gli
intellettuali che sembravano allontanarsi troppo dalla realtà. Un intellettuale che incarna questa dualità tra
disimpegno e impegno è Salvatore Quasimodo.

Quasimodo era una figura intellettuale unica. Dopo essersi diplomato in una scuola tecnica, viaggiò
ampiamente in Sicilia e successivamente si trasferì a Roma, dove sviluppò un amore per i classici e iniziò a
scrivere profusamente. Compose numerose poesie e ottenne un incarico come professore. La sua relazione
con il cognato, l'importante intellettuale dell'epoca Elio Vittorini, lo introdusse a Montale e ad altri
intellettuali dell'epoca.

Le prime opere poetiche di Quasimodo furono raccolte in opere come "Acque e Terre," che riprendeva i miti
greci, e "Ed è subito sera," titolo tratto dalla sua poesia più celebre, che rappresenta la sua adesione
all'ermetismo. Queste poesie si caratterizzano per la loro brevità e profondità di significato. "Ed è subito
sera" afferma: "ognuno sta solo nel cuor della terra trafitto da un raggio di sole ed è subito sera." Ogni
parola in questa poesia ha un peso significativo nel contesto. Il "cuore della terra" simboleggia la solitudine
umana e la "trafiggere" da un raggio di sole è associato alla vita e al suo calore. La sera richiama molti poeti,
ma il "subito" sottolinea la brevità della vita. Questa poesia breve ma profonda affronta il senso della vita,
l'individualità e la precarietà dell'esistenza.

Quasimodo iniziò poi a occuparsi della realtà circostante, affrontando temi più realistici, come la guerra,
nelle sue poesie. Il poeta abbandonò la sua "torre d'avorio" per immergersi nei problemi del mondo reale.
Un esempio di ciò è la sua poesia "Alle fronde dei salici," che inizia con la domanda "e come potevamo noi
cantare con il piede straniero sopra il cuore." Questa poesia riflette sulla difficoltà dei poeti di creare arte
durante periodi di sofferenza fisica, come l'occupazione nazista di Milano. L’"urlo nero" richiama l'iconica
opera di Munch, mentre il sacrificio degli agnelli è associato al sacrificio di Cristo ai pali del telegrafo,
simboleggiando le vittime innocenti che non possono permettere ai poeti di dedicarsi solo alla poesia. La
menzione delle "cetre" richiama gli strumenti musicali che accompagnavano le poesie, sottolineando il
cambiamento di Quasimodo verso una poetica più impegnata.

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