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Ungaretti

Giuseppe Ungaretti nacque nel 1888 ad Alessandria D’Egitto, lì il poeta


crebbe in una casa di periferia e proprio questa gioventù verrà ricordata
da lui come una “lacerazione” poiché si sentiva tagliato totalmente dal
mondo. Nonostante questo però Alessandria era una città cosmopolita,
si incontrano ebrei, francesi, italiani e arabi.
Durante gli anni della I guerra mondiale nonostante fosse un anarchico si
arruola volontario e tra il 1915 e il 1918 combatte sul fronte del Carso ed
è proprio lì che nasce la sua poesia quasi come un diario di trincea in
versi scritti su dei “rimasugli di carta”. Nasce così nel 1916 un libretto
stampato in 80 esemplari a Udine: è il “Porto Sepolcro” che nel 1919
diventerà “Allegria di Naufragi”. Ungaretti partì volontario come tanti
altri giovani intellettuali si accorsero subito della drammaticità della
guerra.
Si verifica in questo periodo una svolta fondamentale nella vita del
poeta: la sua conversione. L’ispirazione religiosa sarà da quel momento
dominante nella sua poesia. Fu nominato Professore di Letteratura
Italiana all’Università di Roma per fama e muore nel 1970.

Poetica
La poetica di Ungaretti iniziatore dell’Ermetismo si discosta molto dalla
poetica italiana del primo Novecento dominata in gran parte
dell’estetismo dannunziano anzi il poeta concepisce un tipo di poesia
essenziale, priva di punteggiatura i cui temi sono presi da esperienze di
vita vissuta le quali vengono analizzate per trarne riflessioni di carattere
universale.
Ungaretti riduce quindi al minimo la sintassi rifiutando anche i vincoli
della rima e della metrica, i versi sono liberi costituiti da poche parole le
quali sono cariche di significato, per Ungaretti infatti l’utilizzo di poche
parole serve proprio a dare valore a quest’ultime. Inoltre tramite
l’utilizzo dell’analogia una figura retorica che relazione due o i più
elementi che apparentemente non si somigliano vengono eliminati i
collegamenti logici e razionali. Difatto la poesia dell’ermetismo non
segue un filo logico del discorso anzi cosa voglia dire una poesia
ermetica non c’è dato saperlo subito perché è una poesia del mistero, lo
stesso mistero presente nell’esistenza umana.
Iniziando a comporre nel 1919 Sentimento del Tempo Ungaretti coniuga
la poetica dell’analogia col bisogno di ritorno all’ordine molto
probabilmente quest’ordine di cui parla il poeta è lo stesso ordine
millantato dai fascisti. Gli autori a cui si ispira non sono più solo
Baudelaire, Mallarmè (fortemente ispirato al simbolismo francese), ma
anche Petrarca e Leopardi.
La sua poesia vuole caricarsi di memoria storica: “raccordare
modernamente uno strumento musicale”. Di fronte a un mondo
moderno smarrito nel sentimento della precarietà, di fronte al prevalere
della materia sullo spirito, il compito della poesia resta sempre quello di
esplorare il mistero che è in noi.
“La poesia è testimonianza d’Iddio.”

L’Allegria
L’Allegria pubblicata per la prima volta nel 1919 comprende le poesie
scritte tra il 1914 e il 1919, la parte più significativa è formata dalle
liriche del Porto Sepolto ossia quelle scritte durante la Prima Guerra
Mondiale.
Le liriche sono fortemente autobiografiche tanto che ognuna presenta
l’indicazione del luogo e del giorno in cui è stata concepita. Accanto ai
temi della vita di trincea, situazione che metteva il poeta in contatto
quotidiano con la morte, affiorano ricordi della vita precedente con
momenti di desolazione esistenziale.
Il titolo originario dell’opera era “Allegria di naufragi” questo è appunto
un ossimoro tuttavia l’allegria di cui parla Ungaretti è quel sentimento di
euforia che ci assale quando riusciamo a superare un momento difficile.
Le poesie dell’Allegria sono brevi composte da poche e scarne parole,
isolate tra grandi spazi bianchi e senza punteggiatura (influenzato dal
futurismo). L’essenzialità non significa tuttavia trascuratezza, Ungaretti
crea infatti intorno ai suoi versi un alone di suggestione con metafore e
similitudini analogiche.

Sentimento del Tempo


“Sentimento del Tempo” è il titolo della seconda raccolta di liriche scritta
tra il 1919 e il 1935, il poeta si riallaccia alla tradizione letteraria
affrontando temi religiosi. Abbandona quindi lo sperimentalismo della
prima fase passando dal poeta della pena a poeta della fede.
I temi principali di questa raccolta sono temi religiosi.

Poesie
Veglia
Il componimento è estremamente semplice e breve; il poeta si trova in
trincea e veglia per una notte intera il cadavere di un compagno. La
morte e la vita sono avvicinate dalle mani contratte del soldato ucciso,
ma anche nel silenzio solidale e assorto dell’animo del poeta.

Fratelli
Il poeta elabora una riflessione valida per tutta l’umanità: anche nelle
situazioni di maggior sofferenza, l’unico sentimento che può salvare
l’uomo dalla fragilità della sua esistenza è la fratellanza.
Dal testo inoltre si evincono immediatamente le sensazioni di cui è
pervaso un soldato al fronte in piena guerra:
 Sentimento di solidarietà con i commilitoni che condividono la
stessa sorte e di conseguenza senso di appartenenza all’umanità. È
in questo sentimento che il poeta trova la forza di andare avanti.
 Paura se non certezza che da un momento all’altro la morte potrà
arrivare.

San Martino del Carso


Il poeta racconta il paesaggio devastato di San Martino del Carso dopo
che l’esercito è passato. Ora non sono rimasti che alcuni pezzi di muro
ed allo stesso tempo i compagni di guerra non ci sono più nonostante ciò
nel cuore di Ungaretti ci sono ancora tutti.

Soldati
La poesia fa un paragone tra le foglie in autunno ed i soldati in guerra: le
foglie sono così deboli nella stagione autunnale che basta un lieve soffio
di vento per farle cadere, mentre ai soldati basta un colpo di fucile per
essere uccisi. In entrambi i casi le due vite sono attaccate a un filo
rendendo meglio il concetto di precarietà della condizione umana
durante la guerra.

Mattina
In Mattina il poeta riesce a descrivere il desiderio di immensità
dell'uomo e comunica l'incomunicabilità in sole quattro parole:
“M'illumino d'immenso”.
La poesia rappresenta il senso di comunione che l’uomo dovrebbe
trovare.
La luce rappresentata è violenta e copre qualsiasi spazio e distanza, la
mattina rappresenta una rinascita e l'immensità lo spazio, l'orizzonte
davanti a noi.

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