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UNGARETTI

Nato in Africa (Alessandria d’Egitto) nel 1888.


La sua formazione culturale è una formazione diversa dagli altri poeti, proprio perché
non è nato un Italia, i genitori toscani infatti, erano migrati in Alessandria D’Egitto dal
momento che il padre era stato impiegato nella costruzione del canale di Suez.
Ungaretti rimase lì fino alla sua giovinezza, andò poi a studiare alla Sorbona di Parigi,
venendo a contatto con l’ambiente culturale di Parigi.
Iniziò a frequentare un bar (Closerí de lillà) in cui si vedevano artisti di tutto il mondo per
confrontarsi su ciò che scrivevano.
Allo scoppio della prima guerra mondiale, partì per le armi (26 anni) e viene mandato
nella zona contesa dagli austriaci.
La sua vocazione poetica era nata prima della guerra, ma è nella guerra che trova la sua
espressione nella poesia.
Vive una guerra di trincea, una guerra di logoramento.
Durante la guerra comincia a scrivere le prime prove letterarie, caratterizzate da
un’estrema brevità, in cui i versi sono liberi e la parole viene isolata assumendo un
valore fortissimo di urgenza di dover dire qualcosa, come fosse l’ultima cosa che può
dire.
Ungaretti crede che la poesia sia qualcosa che non si crea: la poesia è qualcosa che
esiste ed è vicino alla divinità e il poeta con la sua sensibilità riesce ad attingere a
questo tipo di poesia.
Metafora porto sepolto: raccolta pubblicata nel 1916 in cui esprime l’idea di poesia come
porto sepolto, a cui ci si attinge per cercare di riportarla a tutti.
La poesia però non riesce ad esprimere tutto ciò che c’è nel porto sepolto, ma in parte
rimane un mistero.

IL PORTO SEPOLTO

Questa breve poesia porta il titolo della prima e omonima raccolta di Ungaretti,
pubblicata a Udine nel 1916. La poesia, assieme alle altre del Porto sepolto, confluirà poi
nella Allegria di naufragi del 1919.
La prima caratteristica della poesia di Ungaretti è legame molto stretto tra il titolo e la
prima strofa.
La poesia è qualcosa di nascosto e misterioso, il poeta la porta alla luce e la
condivide con gli altri.
Nel momento in cui il poeta la dona, la poesia viene interpretata in maniera diversa.
La scelta di parole polisemiche deriva da Mallarmé che prende come punto di riferimento.
Aggiunge dicendo che questa poesia rimane un segreto perché può riportare alla luce solo
una parte di questo mistero.
Le poesie di Ungaretti sono molto autentiche perché non scrive per il pubblico, ma per
se.
I FIUMI

Poesia scritta in guerra in cui ripercorre i 4 fiumi che hanno segnato la sua esistenza.
Primo riferimento: fiume Isonzo
Fiume dove combatteva, parte da questa descrizione del luogo intorno al fiume Isonzo.
Ungaretti è di fianco ad un albero mutilato e abbandonato  vuole sottolineare la
solitudine della guerra.
“Languore”: L’albero è solitario proprio come è solitaria la situazione prima o dopo uno
spettacolo  solitudine, desolazione
Sta di fianco a questo albero mentre guarda il paesaggio quiete intorno a lui (è notte).
Nell’altra strofa descrive la situazione del bagno del fiume Isonzo  per descrivere il
fiume usa il termine “urna d’acqua”, termine analogico, idea di protezione e pace in
quanto prova una sensazione simile a quella che si prova quando si è morti.
“Come una reliquia”  si ricollega al tema della morte.
Ungaretti si sente “levigato come una pietra”  tema del contatto con la natura.
È uscito fuori dall’acqua come un acrobata sull’acqua  riprende l’immagine del circo
usato nella prima strofa.
Uscito dall’acqua si è addormentato vicino ai suoi panni sudici di guerra  condanna
guerra.
“Beduino”  come un beduino che prega al sole, allo stesso modo Ungaretti si siede per
sentire i raggi del sole sul suo corpo.
“Questo è l’Isonzo”  con la guerra, rappresentata metaforicamente con l’Isonzo, si è
sentito fragile insieme al resto dell’universo.
La sua sofferenza però è quando non si sente in armonia con gli altri (quando non sente
questo senso di unione all’umanità degli altri), ma le occulte mani (del fiume —> fiume
diventa una persona) gli regalano la felicità rara.

Secondo riferimento: fiume Serchio


Fiume di Lucca, quindi dei suoi genitori in cui si sono bagnati tutti i suoi antenati, suo
padre e sua madre.
Terzo riferimento: fiume Nilo
Fiume della sua infanzia e adolescenza che lo ha visto nascere e crescere  rappresenta
la fase dell’inconsapevolezza.

Quarto riferimento: fiume Senna


Fiume del luogo in cui ha studiato.
La Senna è un luogo dove si è conosciuto  fiume della consapevolezza, ha conosciuto
tante persone, quello che era è cambiato, ma con questa confusione si è conosciuto.
“Contati”  questi fiumi sono riuniti nell’ Isonzo, come se tutta la sua vita fosse confluita
nel momento della guerra.
La guerra per Ungaretti è il momento in cui ha capito realmente se stesso, ha
trovato il suo canto originale con la guerra, nell’Isonzo.
In ognuno di questi fiume traspare nostalgia per la sua vita precedente, adesso che la
vita gli sembra una corolla di tenebre (analogia).

Stile:
1. Verso libero, non ci sono rime e i versi sono di misure diverse.
2. Uso di un linguaggio simbolico (similitudine, metafore e analogie), ripreso dai simbolisti
francesi, soprattutto da Mallarmè.
3. Mancanza di punteggiatura.
4. Uso dei deittici (questo, quello, la, li)
5. La parole assumono un significato, oltre che analogico, molto forte ed è isolata dal
verso, anche lo spazio bianco (il silenzio) ha importanza —> usa versi brevi per dare
significato alla parola e allo spazio bianco.

FRATELLI
Poesia scritta in trincea.
Redazione 1916
Lo poesia parte da uno spunto pratico: “da che reggimento siete fratelli” è la domanda che
un commilitone fece ad Ungaretti e usa la parola fratello.
Da ciò parte una riflessione sulla guerra e sul sentimento di fratellanza che unisce i
soldati durante la guerra.
Fa una riflessione sulla parola fratello dicendo che è una parola tremante (umanizza la
parola), trema nella notte (significato metaforico, questa parola si contrappone alla notte,
cioè al dolore della guerra).
Usa una similitudine: paragona la parola fratello ad una foglia appena nata (immagine del
germoglio debole appena nato).
Nella terza strofa dice che la frase iniziale è un saluto accorato, sentito.
L’idea del sentimento di fratellanza è un sentimento che nasce da un estrema difficoltà,
dal bisogno di aiuto e di confronto “implorazione di soccorso”.
È la richiesta di aiuto di un uomo ad un altro uomo consapevole della propria fragilità, la
vita potrebbe finire da un momento all’altro.
Ciò che rende difficile la poesia:
- analogie (accostamento di due parole che non sono naturalmente accostate ma
dobbiamo fare noi il collegamento).

Redazione 1942
Viene eliminato la parola “Fratello”  spinge all’estremo il processo analogico.
Isola in una terza strofa “foglia appena nata”  elimina la similitudine e isola da sola
un’analogia.
Elimina saluto accorato  lascia l’analogia spasimante e aria.
Invece dell’idea di richiesta d’aiuto, la sostituisce con “involontaria rivolta”
 questa idea di fratellanza che unisce gli uomini è una rivolta involontaria alla
guerra nella consapevolezza della propria fragilità = questo sentimento è un
sentimento istintivo, involontario contro la guerra.
Alla fine isola di nuovo la parola fratelli per formare una composizione ad anello.

Caratteristiche dell’allegria:
- brevità
- Uso analogia molto spinto
- Anafora (fratello)
- Allitterazioni (tremante, nella notte)
- Attenzione al suono (preso dai simbolisti francesi)
- Assenza punteggiatura (preso dal futurismo)
- Enjambement (la sua fragilità)
SAN MARTINO DEL CARSO

La poesia San Martino del Carso appartiene alla raccolta “Il Porto Sepolto”.


Si parte dalla descrizione della distruzione fisica degli edifici, il poeta mette a
confronto il paese devastato che lo circonda, ridotto a un cumulo di macerie, e la
scomparsa dei propri cari: “di loro, come di San Martino, non è rimasto molto”, ("neppure
tanto", v. 8).
Molti sono morti “brandello”  annientamento delle persone.
L’unico luogo in cui di essi resterà traccia è il cuore dell’autore, che come un cimitero ne
accoglierà le croci. È così il cuore, in realtà, “il paese più straziato” (v. 12): da luogo di
vita si fa luogo di morte e memoria pesante e dolorosa.

L’analogia creata da Ungaretti è quindi doppia:

 da un lato, quel poco che resta delle case (con una metafora, il poeta umanizza le
costruzioni “brandelli”, come fossero state di carne) è associato ai
tanti cari scomparsi e abbattuti dalla guerra, anch’essi ridotti in cenere;
 dall’altro Ungaretti instaura un rapporto strettissimo e circolare fra la distruzione
del paese di San Martino e la distruzione del proprio cuore, devastato dalla
guerra e dalle perdite subite.

VEGLIA
La poesia fa parte della sezione “Il porto sepolto” all’interno della raccolta L’allegria.
In Veglia, componimento breve, è concentrata in pochi versi l’intensità dell’allegria che
l’essere umano prova nel momento in cui riesce a vincere la morte.
Giuseppe Ungaretti avverte nella maniera più intensa possibile la presenza della morte
nella vita; la sua reazione è quella di scrivere “lettere piene d’amore”.
Parte dalla descrizione della notte che passa accanto al cadavere morto del compagno, lo
osserva e intanto scrive lettere piene d’amore, risponde alla morte con la vita  visione
vitalistica anche nelle situazioni più tragiche (fede nella vita e in Dio).

SOLDATI
Questo breve componimento di Giuseppe Ungaretti si trova nella raccolta L'Allegria, più
specificatamente nella parte dell'opera intitolata Girovago.
Titolo forte valore simbolico
In questa poesia parla della caducità della vita e della fragilità umana.
Le foglie rinascono  idea che tutto ritorna
Tema ripreso da altri perché anche Dante
aveva paragonato uomo-pianta, caducità tema
tipico della poesia classica

MATTINA
Mattina viene composta da Ungaretti il 26 gennaio 1917 ed entra a far parte della
sezione Naufragi.
La poesia Mattina tutta, si fonda, a livello retorico, su una sinestesia.

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