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II contesto storico-culturale
II Novecento si apre in Europa con la celebrazione dei successi di una civilt
capitalistica. Superata "la grande crisi" o "la grande depressione", portata a termine la
spartizione coloniale dell'Africa e dell'Asia, un'era di progresso e di prosperit sembra
schiudersi davanti alla forza motrice dello sviluppo economico, ma gli interessi
nazionalistici delle grandi potenze europee precipitano presto nella Prima Guerra
Mondiale e avviano lEuropa verso un periodo di crisi e dinstabilit che si concluder
nella Seconda Guerra Mondiale. Tra le due guerre si verificano alcuni fatti sociali di
grande importanza tra cui l'affermazione del primo stato comunista della storia, l'Unione
Sovietica, nonch il costituirsi dei regimi totalitari nazista e fascista, seguiti
dall'esperienza della "grande crisi" del 1929 che coinvolge l'economia dell'intero mondo
capitalistico.
L'Europa vive anch'essa le tendenze mondiali, ma gi perde la funzione dirigente
come centro propulsore della cultura moderna ed anche come dominatrice economica,
politica, culturale del mondo intero. Avviene la fine delle certezze ottocentesche .
La prima met del Novecento si svolge sotto il segno generale della crisi. Una
prima crisi quella delle istituzioni tradizionali e dei valori del liberalismo. Si ha poi la
crisi del Positivismo ottocentesco, crisi che l'arte del Decadentismo aveva gi anticipato.
Si sente una generale sfiducia nel metodo scientifico tradizionale, non si crede pi che
esso sia in grado di spiegare tutto il reale.
La crisi va intesa nel suo duplice significato di crollo delle certezze, dei valori e
della morale tradizionali, e al contempo, spregiudicata ricerca e scoperta di nuovi
contenuti, una pluralit dorientamenti seguita da una gran fecondit di risultati.
Si arriva alla convinzione che non esistono pi valori e verit assolute, ma una
pluralit di prospettive e di punti di vista, ci che si traduce in un atteggiamento
relativistico sia sul piano della coscienza, sia su quello della morale.
Nel pensiero scientifico si hanno la teoria della relativit di Einstein, la teoria dei
quanti di Plank, gli studi sull'atomo di Niels Bohr. Nel pensiero filosofico si registrano
alcune correnti come il Neocriticismo kantiano, il Neoempirismo inglese, il Pragmatismo
americano, l'Esistenzialismo di Heidegger, Jaspers, Sartre e la Fenomenologia di Husserl.
La letteratura
Come la cultura anche la letteratura caratterizzata di:
1. Una pluralit datteggiamenti e dispirazioni diverse da punto di vista formale e
contenutistico;
2. La tensione a riprodurre e interpretare nelle forme dell'arte "la coscienza della crisi"
dell'uomo moderno stretto tra la fine delle certezze del passato e la percezione della
precariet del presente;
3. La consapevolezza dell'autonomia del mondo dell'arte e quindi la massima
disponibilit alla sperimentazione formale;
4. La coscienza della complessit e della difficolt del ruolo del letterato rispetto al
mondo che lo circonda. Questo ruolo oscilla tra la volont di intervenire sul piano del
reale, l'estraniazione nel mondo dell'arte, nella torre davorio", e la mescolanza tra arte e
vita;
5. Una nuova dimensione ed un nuovo rapporto con il mercato e il pubblico. Grazie
allammodernamento dei mezzi di comunicazione le esperienze letterarie acquistano
subito una diffusione internazionale.
La letteratura italiana
confronto con larte classica fondata sullequilibrio, sul superamento delle passioni, sulla
serenit.
I suoi concetti si ritrovano anche nel Breviario di estetica (1913) e ne La poesia
(1936). Il suo vasto pensiero filosofico e culturale viene strutturato in quattro volumi
fondamentali:
1. Lineamenti di una logica come scienza del concetto puro (1905)
2. Filosofia della pratica. Economia ed etica (1909)
3. Teoria e storia della storiografia (1907)
4. Etica
Nella sua "Filosofia dello spirito", lo spirito conosce quattro momenti distinti, ma
collegati dialetticamente:
1. L'estetico, che conoscenza del particolare e che include l'arte come conoscenza
aurorale e intuizione lirica.
2. La logica, cio il giudizio dell'intelletto.
3. L'economia, cio la volont del particolare.
4. L'etica, cio la volont dell'universale.
Temi di verifica
1. Il panorama storico-culturale del primo Novecento
2. I caratteri della letteratura europea
3. I caratteri della letteratura italiana
4. Il ruolo di Benedetto Croce nella cultura e nella letteratura
5. La vita di Italo Svevo
6. I suoi primi romanzi
7. La modernit della Coscienza di Zeno
8. Cenni biografici di Luigi Pirandello
9. Ideologia e poetica dellumorismo
10. Le novelle
11. I romanzi
12. Il teatro
cap. VII La lirica del primo Novecento
IL CREPUSCOLARISMO
Si affermo nel primo decennio del Novecento. Il primo a parlarne fu Giovanni
Antonio Borgese in un articolo del 1910 in cui sottolinea il tono grigio e dimesso della
lirica come un momento del crepuscolo seguito "alla meravigliosa giornata lirica
carducciana". Sempre lui stabilisce un legame con la poesia di Pascoli e di D'Annunzio. Il
Crepuscolarismo caratterizzato da:
- un sentimento della vita fondato su delusione e stanchezza;
- assenza di slanci vitali ed eroici. Se mai ci sono, vengono guardati tra ironia e
nostalgia. Come se non riuscissero a staccarsi dagli ideali del passato, ma neanche a
crederci pi.
- l'amore per "le piccole cose", per gli aspetti pi grigi e banali, quotidiani della
realt, ma mentre in Pascoli c' il sentimento del mistero, e il desiderio di trovarvi una
chiarezza e una totalit di significato perch davanti ad esse il fanciullino, prova un
sentimento di stupore, i crepuscolari sono privi di stupore, sono scettici, distaccati, le
guardano con un sentimento misto dironia e affettivit.
- il tono languido ed estenuato.
Il linguaggio rifiuta l'oratoria dannunziana e carducciana. Il ritmo prosaico e
prosaico e dimesso, il lessico unisce vocaboli aulici e letterari; a quelli del parlato
ad Alessandria d'Egitto (1876). Fece gli studi a Parigi da dove pass all'Universit di
Pavia e di Genova vivendo poi a Milano. Nel 1909 pubblica sulle pagine della rivista
francese "Le Figaro" il Manifesto della letteratura futurista in seguito al quale si ebbero
molte manifestazioni, letture di poesie e di testi provocatori, musiche futuriste costruite
su vari rumori contrastanti, che finivano di solito con insulti e cazzottature col pubblico.
Nel 1914 viaggi in Russia e nel 1919 partecip alla manifestazione nella piazza
di San Sepolcro in cui nacque il movimento fascista. Fece una politica nazionalista,
vicina a Fascismo, diventando accademico d'Italia nel 1924. Mor nel 1944.
Le sue opere sono riunite in due volumi dal titolo Teoria e invenzione futurista,
Milano (1969).
I principi del Futurismo sono esposti nel gi detto Manifesto della letteratura
futurista e nel Manifesto tecnico del 1912. Essi sono:
- l'esaltazione dell'amore del pericolo, della violenza e della guerra, tratto in cui
somiglia al d'Annunzio;
- la celebrazione della macchina come simbolo del vitalismo e del progresso;
- l'esaltazione della velocit come mezzo di potenziamento delle facolt umane;
- il disprezzo del tradizionalismo nell'arte e nella vita;
- lappello alla distruzione dei musei;
- l'abolizione delle regole tradizionali di sintassi e dortografia;
- una percezione che si vuole pi esatta e pi veloce, "simultanea", delle cose
tramite accostamenti diretti di parole, ad esempio sostantivi, aggettivi, ecc senza
connettivi, per esprimere immediatamente l'idea o la sensazione prima del
ragionamento o di una volont logica;
- l'uso di particolari caratteri tipografici per "visualizzare l'idea";
- l'uso dei segni matematici in sostituzione dei nessi sintattici;
- "il paroliberismo" = parole in libert.
I principali volumi di versi sono Zang-tumb-tuum una raccolta che vuol suggerire
la guerra dAfrica; Poemi simultanei futuristi (1933) e Spagna veloce e toro futurista.
Marinetti si esercit anche nel teatro portando in scena elementi simbolici in
atmosfere surreali. Per questo scrisse il Manifesto del teatro sintetico futurista basato sul
principio della simultaneit. Si tratta di composizioni originali in cui la vicenda
tradizionale abolita, i personaggi sono dei simboli immobili e il significato dell'opera
dato dall'accostamento delle immagini, dei rumori e dei colori che vogliono evocare
immediatamente l'idea. Ad esempio in Vengono atto unico, i personaggi sono due sedie
che agiscono come personaggi muti tesi a rappresentare l'idea di un attesa angosciosa,
oppure in Il teatrino dell'amore appare un effetto di sorpresa dovuto all'azione dei mobili
di una stanza. Anche se il Futurismo marinettiano resta nell'ambito sperimentale,
importante perch suggeritore e stimolatore di nuove esperienze letterarie, e perch
Marinetti ha il coraggio di rifiutare le strutture mentali ed espressive tradizionali.
Aldo Palazzeschi (Aldo Giurlani) 1885-1974
Nato a Firenze nel 1885 morto a Roma nel 1974. Fu contrario alla guerra e al
fascismo. Tra le sue pi notevoli raccolte di liriche menzioniamo I Cavalli bianchi (1905)
d'ispirazione crepuscolare per i temi e il tono ironico, dopo di che si avvia al Futurismo,
inteso a sperimentare strutture pi moderne e innovative in quanto ai giochi tecnici. Gli
manca il vitalismo e la serenit di Marinetti. La sua mira quella di rappresentare gli
aspetti pi banali e stereotipati della realt, la sua insignifcanza nella forma di un balletto
tra il grottesco e il comico. Secondo lui il poeta "un saltimbanco dell'anima", il cui
unico scopo "Lasciatemi divertire". caratterizzato da una vena fantastica,
promessa nel senso di un approdo religioso nella fede in Dio. In questa direzione si
muoveranno le successive raccolte della sua lunga stagione poetica tra cui il poema
incompiuto Un grido e paesaggi (1952). Il taccuino del vecchio (1961), Il deserto e dopo
(1961), comprendono prose di viaggi. Tutta la sua opera fu raccolta in volume col titolo
complessivo di Vita di un uomo.
Ungaretti mor a Milano nel 1970, per emorragia celebrale.
EUGENIO MONTALE (1896-1981)
Nacque a Genova nel 1896, fece studi tecnici interrotti per la nuova passione del
canto e del violino. Nel 1917 and al fronte come ufficiale di fanteria. Ritorn a Genova,
si affezion alla letteratura collaborando alle pi importanti e moderne riviste letterarie
del tempo e si fece una ricca cultura da autodidatta; nel 1916 pubblic la sua prima poesia
Meriggiare pallido e assorto e nel 1925 la raccolta che lo consacr Ossi di seppia. Nel
1975 vinse il premio Nobel per la letteratura. Ebbe anche unintensa attivit pubblicistica
collaborando a riviste famose del dopoguerra come "Il Mondo" e "Corriere della Sera" in
cui fece anche cronache musicali. Mor a Milano nel 1981.
Le tematiche della sua poesia sono: la solitudine, l'incomunicabilit, l'angoscia,
l'incapacit di credere ad un futuro migliore ma anche la difficolt di ritrovare il passato
se non in un attimo, durante "il fischio di un rimorchiatore" che poi scomparisce nel
nulla, il male di vivere, (Spesso il male di vivere ho incontrato) dell'uomo moderno
davanti al mondo con cui sente di trovarsi in disarmonia, la possibilit di esprimere solo
la negazione, solo "ci che non siamo, ci che non vogliamo" (Non chiederci la parola)
che caratterizza l'atteggiamento pessimistico e negativo dellautore, atteggiamento che
dallaltra parte deve essere inteso nell'accezione positiva del rifiuto del Fascismo e
dellideologia nazionalistica dominante, dell'attivismo impegnato richiesto dalla cultura
fascista, in fine il paesaggio ligure, un paesaggio prosciugato dal sole, abbastanza aspro
che si ritrova in liriche come Portami il girasole, Gloria del disteso mezzogiorno,
Meriggiare pallido e assorto.
Titolo emblematico, Ossi di seppia vuol definire una poesia che muove da una
vita oggettiva (la seppia) ormai pietrificata (gli ossi) e abbandonata dal mare sulle
spiagge della Liguria. Il volume racchiude gi le costanti della lirica montaliana. Sul
piano tematico-esistenziale, una visione del mondo fondata sulla negativit, sui limiti
umani, sulla sua inevitabile sconfitta, ma pure sulla disperata, angosciosa ricerca del
varco, della maglia rotta nella rete che ci stringe, per trovarvi una via duscita, una
speranza di salvazione. Sul piano stilistico il Montale mantiene, da un lato, il verso
tradizionale organizzato in strofe e scandito da rime e ritmi, e, da un altro lato, crea un
linguaggio antiletterario, distinto da un lessico preciso, misto di dialetto, gergo e
tecnicismo, adatto ad infondere agli oggetti i suoi stati danima, che ricorda il
correlativo oggettivo di Eliot. Manifesto di questa poetica antiletteraria e
antidannunziana la lirica I limoni.
Il suo pessimismo sembra radicale e disperato. Le sole alternative sono certi
momenti in cui pare possibile unevasione dal "delirio d'immobilit" che la vita
(Arsenio), attraverso la rivelazione fuggevole di un mondo diverso e pi alto, ma sempre
irraggiungibile. Sono i momenti religiosi e mistici in cui sembra che la vita si arresti e si
avverte la presenza di una realt ultraterrena che, per, sfugge sempre al poeta. Essa
rivelata da alcune immagini allusive come "il fantasma che ti salva" oppure "il divino
amico che t'afferra"(Falsetto) per cui "il salto in alto possibile" ma non per i semplici
mortali "ti guardiamo noi, bella razza/di chi rimane a terra"(Falsetto).
Il poeta ricorre al simbolo dell' "amuletto", oggetto magico che potrebbe salvare
l'uomo "dal lago dell'indifferenza del cuore" (Dora Markus nella raccolta Le occasioni).
La seconda raccolta di versi, Le occasioni (1939) sincentra per di pi sulle
vicende della vita privata e sull'emblemicit dalcuni oggetti quotidiani e di fantasmi
femminili che potrebbero essere magari salvatrici. Si tratta delle liriche d'amore dedicate
alla Clizia o alla "donna assente". Anche qui appare il paesaggio ligure ma la sua
importanza diminuisce. Manca quasi completamente il riferimento al tempo presente
della storia.
La raccolta seguente La bufera ed altro (1956) si richiama alla realt italiana
presente, storica e politica. Le poesie hanno per tema dominante l'universo sconvolto
dalla guerra e le tensioni politiche del dopoguerra. Le ultime produzioni Satura (1971), Il
quaderno di quattro anni(1977), Altri versi(1980) rivelano un cambiamento di stile nel
senso prosastico e colloquiale e una riflessione ironica sui costumi e sulle convenzioni di
un tempo presente con cui si sente irrimediabilmente in disarmonia.
Montale vintraprende la critica dei miti della societ di consumo verso cui ha un
atteggiamento ironico e sarcastico. Il sentimento dominante quello di una sconfitta
finale che convalida il suo iniziale pessimismo.
Montale ha scritto anche prose come Auto da f, (raccolta di saggi e di riflessioni),
prose autobiografiche e di meditazione sul dibattito culturale del tempo in cui vengono
spiegati anche i motivi della propria poesia. Gli interventi sui giornali sono compresi nel
volume la Farfalla di Dinard e le cronache musicali nel volume Prime alla Scala.
SALVATORE QUASIMODO (1901-1968)
considerato il terzo grande ermetico. Siciliano di nascita, (1901, Modica) visse
sul continente dove svolse un'attivit letteraria e pubblicistica importante nella direzione
della modernizzazione della poesia italiana. Fu collaboratore, come Montale, Vittorini ed
altri, della rivista "Solaria"che promuoveva un'apertura europea per la letteratura italiana.
Le sue prime raccolte di versi Oboe sommerso (1932). Acque e terre (1930) lo
fecero noto come poeta ermetico procurandogli un gran successo letterario. Nel 1959 gli
fu assegnato il Premio Nobel per la letteratura. Mor a Napoli nel 1968.
Si possono distinguere due fasi poetiche: una ermetica, e unaltra colloquiale.
Negli anni '30, quando pubblica Acque e terre, il tema dominante la nostalgia
per la terra natale, -Sicilia- vista come emblema della condizione esistenziale dell'uomo,
che ritroveremo anche nell'opera di un altro grande siciliano, Elio Vittorini. Ad esso si
collega quello della condizione di sradicato, desiliato del poeta, Sicilia diventa nella
memoria, un mito come la Grecia, il paradiso perduto, un luogo dinnocenza e di purezza
con paesaggi arcaici e solari. Lo stile caratterizzato dall'uso dell'analogia, da un
linguaggio ellittico, dall'uso delle parole con valore evocativo, come si visto anche per
gli altri ermetici, ma, rispetto a loro, la poesia di Quasimodo ha una maggiore musicalit
che si spiega anche per l'influsso dei lirici greci (di cui comp unesemplare antologia di
traduzioni intitolata Lirici greci (1940). Per questo il suo canto lirico pi articolato e pi
dispiegato. Nella raccolta Ed subito sera (1942), Quasimodo ripet l'esperienza
ermetica nel tentativo di dare alla parola "una realt autonoma di sentimento
primordiale".
Le raccolte successive siscrivono nel solco della seconda fase poetica. Giorno
dopo giorno (1947) e La vita non sogno (1949) esprimono il dolore della tragica
esperienza della guerra cui aveva partecipato. Le raccolte successive Il falso e il vero
verde (1956) e La terra impareggiabile (1958) mettono in rilievo l'intento di contribuire
al progresso sociale e di denunciare le ingiustizie. In esse, Quasimodo esce
dall'Ermetismo col suo isolamento e tenta una poesia che si apra ad un dialogo tra gli
inizi lattivit letteraria e la collaborazione alla rivista 900; viaggi come inviato
speciale in Russia e in Turchia. Mor a Roma nel 1956.
Intellettuale meridionale che visse nella propria esperienza il distacco dalla sua
terra, coinvolto da ventenne nel dramma della guerra, giornalista dorientamento
meridionale e antifascista, Alvaro ricrea nella sua opera un mondo morale che
personale, ma anche del Meridione italiano filtrato attraverso queste molteplici
esperienze.
I temi centrali della sua narrativa sono:
1) la rievocazione del mondo calabrese che d vita alle sue opere migliori come:
Gente in Aspromonte (1930) in cui presenta la vita di miseria dei pastori
calabresi, il loro mondo chiuso in una secolare arretratezza, i valori antichi e
salvi come la fede religiosa, le loro passioni, gli amori e le vendette. Il
protagonista un pastore vinto nella lotta con il padrone sostenuto dallo stato
italiano, sentito come stato nemico, ma nel rievocare la lontananza della sua
terra, Alvaro la sente, un po come Grazia Deledda, al di l della secolare e
realistica miseria e povert come un universo primitivo darmonia e di pace, un
universo alquanto leggendario che lui finisce per mitizzare.
2) la vita cittadina vista come una civilt caotica e disumana nel romanzo Luomo
nel labirinto (1926): luomo vive in una specie di terrore e dinsicurezza
paralizzanti perch costretto a menare la sua vita sotto la dettatura. La sua
opera Luomo forte (1938) allude tanto al fascismo quanto allo stalinismo.
Prende le mosse dalla rappresentazione di stampo verista, ma al contempo
raffigura il reale attraverso il filtro della memoria e lo trasporta in un mondo quasi di
sogno, soprattutto in Gente in Aspromonte. Qui i pastori calabresi diventano figure
mitiche allinfuori del tempo e della storia cosicch il contenuto storico e reale sembra
passare in una dimensione lirica, quasi favolosa.
MASSIMO BONTEMPELLI (1878-1969)
Nacque nel 1878 a Como e mor nel 1969 a Roma. Fu il fondatore della rivista
900 e il teorico del movimento conosciuto sotto il nome di novecentismo. Dapprima
incline allideologia ufficiale del regime fascista, tanto che fu segretario del Sindacato
fascista degli scrittori e membro dellAccademia dItalia, verso la fine degli anni 30 la
sua posizione cambia in una critica verso il regime, ci che gli vale lespulsione dal
partito.
Da punto di vista letterario, Bontempelli considerato linventore della poetica
del realismo magico che definisce come lirruzione dellassurdo nella realt
quotidiana. Lui vuol far rivivere nel romanzo moderno situazioni misteriose in
unatmosfera o in un contesto di quotidianit apparentemente normali.
Le sue principali opere sono: La vita interiore (1919) e La vita operosa (1920) in
cui si propone di rinnovare il romanzo tradizionale frazionando il racconto in episodi che
si costituiscono poi in un romanzo di romanzi. I suoi volumi pi famosi sono: La
scacchiera davanti allo specchio (1921), Eva ultima (1923), la cui protagonista una
marionetta; Il figlio di due madri (1928) che la storia della reincarnazione di un
bambino, prima figlio di Adriana e poi figlio di Luciana.
Vita e morte di Adria e dei suoi figli (1930) tratta dellimpossibilit di conservare
una bellezza eterna assoluta oltre il tempo. Nel suo tentativo di farlo allontanandosi dalla
vita con le sue passioni, e dallamore come donna e madre in una completa chiusura,
Adria fallisce sicch, alla fine, si uccide per scomparire in piena, anche se effimera
bellezza.
Gente nel tempo (1937) narra di una misteriosa legge che porta ogni cinque anni
alla morte di uno dei membri della famiglia. Bontempelli vi crea unatmosfera angosciosa
perch tensionata dallapprossimarsi di un destino di morte inspiegabile, tensione spinta
fino alla pazzia della protagonista.
Anche il teatro del Bontempelli ispirato alla poetica del realismo magico, tanto
in Nostra Dea quanto in Minnie la Candida.
IGNAZIO SILONE (1900-1978)
Dal suo vero nome Secondo Tranquilli, visse tra 1900-1978, e fu un caso molto
interessante del suo tempo. Militante politico, iscritto nel Partito Comunista Italiano,
rappresentante di questo partito insieme a Togliatti presso il Komintern, ebbe loccasione
di conoscere la dittatura stalinista nonch quella fascista, perci si allontan dal partito e
visse in Svizzera come esule politico antifascista. Qui inizi la sua attivit letteraria con il
romanzo Fontamara (1930) che resta il migliore della sua opera. Interessante che i suoi
romanzi, perch proibiti dalla censura fascista, uscivano prima in tedesco o inglese e poi
in italiano. Nel dopoguerra fu presente pi come figura politica che letteraria menando
una battaglia da ex-comunista contro il comunismo in nome di valori dimpronta
cristiana.
I principali temi dei suoi romanzi scritti nel primo periodo, quello degli anni 30,
sono: la denuncia della povert e della miseria dei contadini, il loro sfruttamento da parte
dei proprietari agrari e il ruolo antipopolare del fascismo.
Fontamara narra la storia dei contadini di questo paese, la loro ribellione contro
gli agrari che viene repressa dalle squadre fasciste. Bernardo Viola, uno dei contadini
partiti a Roma in cerca di lavoro qui ingiustamente incarcerato e finisce la sua vita in
prigione. Prima, per, vi conosce un politico e prende coscienza dei fatti politici e
sociali del paese, mentre a Fontamara continua e si approfondisce la lotta contro il potere.
In quanto allo stile si deve notare che limpianto narrativo naturalistico come pure il
linguaggio, la presenza del narratore essendo ridotta al minimo.
Le opere ulteriori alla sua conversione religiosa sono dorientamento cristiano,
cattolico. Le pi importanti sono: Pane e vino (1937), Il seme sotto la neve (1942)
pubblicati in esilio, sempre dambientazione contadina e di stampo narrativo
naturalistico. Pi prettamente religiosi sono i romanzi Una manciata di morte (1952); Il
segreto di Luca(1956) come pure Lavventura di un povero cristiano (1968).
Tra i suoi saggi, menzioniamo Uscita di sicurezza (1965) in cui Silone ripercorre
la sua esperienza politica, polemizzando tanto con il fascismo quanto con il comunismo.
Sono pagine di diario estremamente sconvolgenti ed interessanti perch costituiscono
testimonianze autentiche dincontri con personaggi politici del tempo di primo piano
come Stalin, Mussolini, Ante Pavelic, ecc.
ALBERTO MORAVIA (1907-1990)
Dal suo vero nome Alberto Pincherle, nacque a Roma nel 1907. Nel 1916 si
ammal di tubercolosi ossea ci che lo costrinse a stare a letto in vari sanatori per nove
anni, perci la malattia ebbe uninfluenza decisiva sulla sua formazione da uomo e
scrittore. Si fa una cultura da autodidatta, lontano dalle correnti e scuole letterarie, ci che
spiega la sua originalit. Moravia confessa i due elementi importanti nella sua vita: la
malattia fisica del corpo, e quella dello spirito, cio il fascismo, malattia spirituale della
societ italiana. rilevante lautoritratto proposto nellAutodizionario degli scrittori
italiani: Io di me stesso. Alberto Moravia (Moravia non uno pseudonimo, un
secondo nome) nato a Roma il 28.11.1907. Altezza: metri 1,80; capelli castani (ora
bianchi), occhi verdi. Segno distintivo: claudicante (ora con bastone). Non ha titoli di
questo romanzo sembra chiudersi larco evolutivo del personaggio di Michele Ardengo.
Il nuovo Michele un giovane intellettuale, uno studente impegnato nella lotta
antifascista. Lui si salva dallindifferenza che avvolge Cesira mediante limpegno
politico. Nel suo sacrificio per gli altri vede una liberazione, un gesto daltruismo
assoluto. In questaltra dimensione storica, quella della guerra lanormalit la guerra
che sembra disgregare il tessuto connettivo della societ e le basi stesse della convivenza
civile, la condizione umana che sconvolta, oppressa, umiliata o annullata. La
normalit si disegna ora come termine contrapposto di segno positivo e coincide con un
modo di vivere civile, in pace, con laspirazione verso un mondo di valori umani come la
solidariet, la difesa daffetti e di sentimenti fondamentali, la dedizione, laltruismo, il
sacrificio, ecc.
ELIO VITTORINI (1908-1966)
Elio Vittorini una presenza originale nel panorama della cultura italiana, quella
di un intellettuale la cui produzione letteraria si alterna e sintreccia con lattivit
dorganizzatore di cultura.
Nacque nel 1908 a Siracusa, visse linfanzia in vari luoghi della Sicilia seguendo i
trasferimenti del padre ferroviere.
A 16 anni fugg dallisola nellItalia settentrionale, facendo diversi mestieri e
coltivando la vocazione letteraria.
Nel 1930 si stabil a Firenze dove fece il correttore di bozze e poi il consulente
editoriale nella Editrice Einaudi. Autodidatta studi da solo la letteratura inglese e
americana.
Sulla rivista Solaria uscirono i suoi primi racconti Piccola borghesia nel 1931 e
il primo romanzo a puntate Il garofano rosso (33-34).
Nel 38 si trasfer a Milano. La guerra civile di Spagna gli rivel il volto
reazionario del fascismo.
Scrisse i suoi romanzi pi significativi: Conversazione in Sicilia (38-39),
Uomini e no (1945), cur lantologia Americana, partecip alla Resistenza, siscrisse al
Partito Comunista Italiano. Nel dopoguerra fu uno dei principali animatori del dibattito
sul rinnovamento della letteratura con le riviste da lui fondate, prima Il Politecnico
(1945-47) poi Il Menab(1959). Mor a Milano nel 1966.
La sua concezione della letteratura come letteratura davanguardia ed impegnata
nei problemi dattualit lo porta a svolgere un ruolo centrale nella battaglia per il
rinnovamento della letteratura italiana del dopoguerra, attraverso:
- le riviste: Il Politecnico, nel quale sostiene le tesi di unarte impegnata
e dellautonomia dellarte dalla politica; Il Menab, sul quale avvi
negli anni sessanta il dibattito su Industria e Letteratura;
- lattivit di traduttore dei romanzieri americani come Faulkner,
Steinbeck, Saroyan, Poe, Caldwell;
- lattivit editoriale, con un programma di rinnovamento e la scoperta di
giovani talenti come Calvino e Fenoglio.
La sua opera caratterizzata da due elementi ricorrenti:
1. linteresse per la realt contemporanea, nella sua concretezza politica e sociale (il
fascismo, la Resistenza);
2. la tendenza ad una prosa lirica, derivata dalla sua formazione solariana che trasfigura
il tema storico e concreto e gli conferisce un carattere simbolico e universale.
Conversazione in Sicilia (38-39, in vol. nel 41) il romanzo in cui la poetica di
Vittorini raggiunge i migliori risultati narrativi. Motivo ispiratore del romanzo la
denuncia degli orrori del fascismo (dalla guerra di Spagna alla miseria della Sicilia del
tempo), ma sono gli astratti furori che agitano il protagonista Silvestro e ne
determinano il ritorno alla terra natia.
Il viaggio reale diventa il percorso simbolico della presa di coscienza del dolore
che domina il mondo, della necessit di altri doveri (il motivo dellopposizione), della
perennit delle offese fatte al genere umano. Silvestro Ferraguto, tipografo in una citt
del Nord, torna per tre giorni in Sicilia a trovare la madre. Attraverso di lei ripercorre la
sua infanzia, incontra personaggi simbolici come Calogero larrotino, Ezechiele il sellaio,
Porfirio il commerciante, il Gran Lombardo, uomini che soffrono per il dolore del
mondo offeso. Dopo il colloquio con lombra del fratello morto, saluta la madre e riparte
per il Nord. Il finale del libro uno aperto che lascia la possibilit di molteplici
interpretazioni, una parola suggellata.
Uomini e no (1945) una rievocazione ora epica ora lirica della guerra partigiana
a Milano; Il Sempione strizza locchio al Frejus(1947), e Le donne di Messina (1949),
trattano della ricostruzione del dopoguerra. Il Diario in pubblico (1957) raccoglie gli
interventi politici, letterari e culturali.
La sua poetica caratterizzata dalla trasfigurazione del reale con uno stile liricoevocativo
e dalla ricostruzione del mito della condizione umana con i suoi valori
universali.
Lui trasporta su un piano simbolico loggettivit delle vicende. Considerato un
maestro del Neorealismo ne infatti lontano per il suo stile narrativo.
CESARE PAVESE (1908-1950)
Pavese nacque nel 1908 in Piemonte in provincia di Cuneo e pass la sua infanzia
a Santo Stefano Belbo, in campagna, nelle langhe. Fece gli studi a Torino. Qui segu i
corsi della Facolt di lettere e prese la laurea con una tesi sulla poesia di Whitman.
Per la sua attivit di scrittore, traduttore dei romanzieri americani (Melville,
Anderson, ecc.), e di consulente editoriale, Pavese lasci unimpronta paragonabile a
quella di Vittorini.
Ma quel che ne fa una figura unica la sua solitudine. Una lucida ricerca
esistenziale, il suo sentire la disperazione del mestiere di vivere percorrono le sue
pagine e si concludono nel tragico suicidio. Perci la sua opera e la sua figura
diventeranno emblematiche per la crisi esistenziale della giovane generazione del
dopoguerra in Italia.
Per Pavese lartista colui che scava nella profondit del proprio io e torna
allinfanzia, al momento nel quale scopre per la prima volta la realt, quando le cose
simprimono nella memoria in forma di miti ed assumono cos un valore simbolico.
La vita sar, successivamente, il doloroso distacco da quei miti, lo sradicamento
dal mondo dellinfanzia, il difficile adeguamento ad un mondo diverso; di qui le
condizioni di solitudine e limpossibilit di comunicare con gli altri.
La produzione letteraria di Pavese esprime la sua disperata ricerca di come
rompere la propria solitudine, come comunicare con gli altri, ma il suo tentativo di
vivere nel mondo, di impegnarsi nella lotta politica e damare si conclude con la tragica
constatazione della sua incapacit di vivere. Nei suoi romanzi, racconti, poesie, nel suo
diario sintrecciano alcuni temi ricorrenti che caratterizzano il suo mondo poetico:
1. il contrasto citt-campagna e il difficile adattamento nella citt di chi
abbandona la campagna; (La bella estate (1949), La spiaggia (1941), Il diavolo sulle
colline)
2. il mito dellinfanzia e il tema del ritorno dellespatriato (La luna e i fal (1950),
La casa in collina)
3. la solitudine e la difficolt di comunicare con gli altri (Il carcere, Tra donne
sole, Il mestiere di vivere, postumo, 1952).
Egli anche autore di versi raccolti nei volumi Lavorare stanca (1936) in cui
pratica una poesia-narrazione, e Verr la morte e avr i tuoi occhi (1951) che segna
lapprodo ad una lirica sentimentale e metaforica.
Lapparente realismo descrittivo, il naturalismo dei paesaggi e dei personaggi,
luso di una lingua impastata di dialetto si caricano di toni allusivi, simbolici, lirici.
CARLO EMILIO GADDA (1893-1973)
Nacque nel 1893 a Milano. Si laure in ingegneria. Combatt nella guerra e venne
fatto prigioniero. Nel 1926 cominci a frequentare il circolo della Solaria dove
pubblic le prime prose. Nel 1931 lasci lingegneria per la letteratura. Nel 1950 s stabil
a Roma dove lavor per la RAI. Ebbe un successo di critica tardivo, nel 1957, con Il
pasticciaccio. Mor a Roma nel 1973.
Scrittore irregolare ed estraneo a qualsiasi scuola, inconfondibile per lesuberante
novit del suo linguaggio, divenne un caso letterario negli anni 60, quando fu scoperto
come uno degli innovatori del Novecento. I tratti peculiari della sua narrativa sono:
lossessione della conoscenza e la sperimentazione linguistica.
Dalla sua formazione borghese e scientifica, fiduciosa nelloggettivit e
conoscibilit del reale, Gadda prende le mosse nella sua narrativa per analizzare la realt,
e quindi la pluralit di elementi di cui costituita. Ma la realt gli si presenta come una
catena dinfinite relazioni, un concatenamento ininterrotto di significati che assume la
forma del groviglio, del pasticciaccio, del caos informe e vitale.
Nel tentativo di svolgere il filo ingarbugliato del caos, di evocare con parole tutti i
ventitr significati che esprimono la pluralit delle relazioni tra le cose, Gadda foggia
una lingua barocca, definita da lui maccheronica (impasto di termini tecnici e aulici,
di dialetto e di colti arcaismi) che deforma grottescamente il reale.
I principali temi narrativi sono:
1. la satira feroce della piccola borghesia milanese come in Adalgisa (1944), affresco
storico della borghesia milanese allinizio del secolo;
2. la stupidit della vita sociale durante il fascismo, (Quer pasticciaccio brutto de via
Merulana, 1957), un giallo affascinante ambientato nella Roma fascista;
3. la nevrosi del figlio nel rapporto con la madre e con il mondo (La cognizione del
dolore, 1963). Nel paese immaginario di Maradagal, dopo una guerra, vive in solitudine
lhidalgo Don Ponzalo Pirobutirro, con la vecchia madre. Dai colloqui con il dottor
Lakones, e dal difficile rapporto con la madre sorge man mano la nevrosi.
Il motivo della sua misantropia il disprezzo per un mondo fatto solo di
apparenze, donde lisolamento come rifiuto verso le forme del mondo.
Ne emerge la tensione morale di Gadda nel suo affermare il valore della
conoscenza in un mondo dominato dal dolore e dalla vanit delloperare umano.
Temi di verifica
1. I caratteri della narrativa novecentesca
2. Lopera di Corrado Alvaro
3. Lopera di Ignazio Silone
4. Lopera di Massimo Bontempelli
5. Alberto Moravia
6. Le tematiche moraviane
7. La presentazione del romanzo Gli Indifferenti
(che abbiamo incontrato nel caso di Svevo e Pirandello). Nella modernit questassenza
di significati vissuta in un modo drammatico, nel Postmoderno, invece, il dramma si
trasformato in normalit, non si cerca pi il significato e si d per scontato che si vive in
un universo insignificante. Se lOttocento romantico si pu considerare il secolo del
dolore e il Novecento modernista il secolo dellangoscia esistenziale, nel Postmoderno il
senso del disorientamento umano si risolve in un sorriso nellautocompiacimento, nel
gioco o nellallegoria
7) la tendenza a ridurre tutto solo a parole, a puri significanti sganciati dalla storia
e da ogni funzione referenziale. Adso, uno dei protagonisti del Nome della rosa
dichiara che possibile possedere solo dei nomi vuoti dogni rapporto con la verit delle
cose.
ITALO CALVINO (1923-1985)
nato in Cuba nel 1923 da genitori liguri che erano agronomi e insieme ai
quali si trasferito ben presto in Italia a San Remo. Si laureato in lettere presso
lUniversit di Torino e ha svolto unintensa attivit di giornalista, consulente editoriale
per la Casa Editrice Einaudi, e scrittore. Fu scoperto da Elio Vittorini che lo incoraggi a
scrivere, con cui collabor alla rivista Il Menab. Sempre Vittorini pubblic i primi
romanzi di Calvino nella collana I Gettoni nella quale promuoveva giovani scrittori
italiani. La collaborazione con Vittorini continu nel senso della partecipazione al
dibattito culturale sulla letteratura e lindustria. Calvino mor nel 1985 in seguito ad un
ictus cerebrale mentre stava preparando una serie di conferenze per lUniversit di
Harvard.
Lopera narrativa caratterizzata da due costituenti fondamentali,
apparentemente contrastive: da una parte una linea fantastico-allegorica e dallaltra parte
una linea realistica. Lui forse perci il narratore pi mobile, capace di sperimentare ad
alto livello vari generi letterari con uguale successo. unintelligenza acutissima, svelta,
lucida e al contempo altamente fantasiosa e immaginativa. Eredit, forse dal Vittorini,
una formazione ottimistica e illuministica, fiduciosa tanto nelluomo quanto nella
capacit conoscitiva ed espressiva dello scrittore. In questa direzione si muovono le sue
principali prove letterarie.
Il primo romanzo Il sentiero dei nidi di ragno (1947) rievoca la sua prima
esperienza di vita partigiana durante la lotta resistenziale, ma sin dora la
rappresentazione realistica della guerra partigiana, delle crudelt e atrocit, si mescola
con una vena lirica e fantasiosa, poich la guerra vista attraverso gli occhi del
protagonista che un ragazzo, Pim, e che la trasfigura secondo la sua visione infantile.
Ultimo viene il corvo (1947) una raccolta di racconti di guerra.
Con il romanzo Il visconte dimezzato (1952), Calvino sviluppa pienamente la
sua inclinazione alla favola, al mito e allallegoria. la storia del visconte Medardo di
Terralba, dimezzato in seguito ad una cannonata durante le crociate, sicch nel paese
dorigine erano tornate successivamente, per primo la parte cattiva, la met grama e
solo dopo la met buona. Lo scrittore vuol rappresentare lallegoria delluomo completo
nella sua integralit umana, delluomo che non pu essere n completamente cattivo n
completamente buono, ma un insieme di queste due parti.
Il romanzo seguito nel 1957 di un altro pi ampio, Il barone rampante,
ambientato nel Settecento illuministico. Si tratta della storia di Cosimo Piovasco di
Rond, un ragazzo il quale, per opposizione allautoritarismo della famiglia e alle
convenzioni sociali, decide di menare una vita libera fra gli alberi senza mettere mai pi
il piede in terra.
luomo dispone per orientarsi nel mondo... il compito di chi ama gli uomini di far ridere
della verit, fare ridere la verit perch lunica verit imparare a liberarci dalla passione
insana della verit. Cos che, le uniche verit che servono sono strumenti da buttar
Temi di verifica
1. I caratteri del Postmodernismo
2. Temi e motivi postmoderni
3. La poetica postmoderna nelle Postille di Eco
4. Italo Calvino
5. La dimensione realistica della narrativa di Calvino
6. La dimensione fantastica della sua narrativa
7. La tappa combinatoria postmoderna
8. Vita e opera di Umberto Eco
9. Presentare la trama del romanzo Il nome della rosa
10. Identificarvi gli elementi postmoderni
Test di autovalutazione finale
1. Giacomo Leopardi fu poeta
A) classico
B) romantico
2. Il romanticismo italiano
A) rifiuta la continuit
B) rifiuta la mitologia classica
3. Quando nacque A. Manzoni?
A) nel 1875 a Milano
B) nel 1876 a Milano
4. Manzoni ha scritto la tragedia
A) Ettore Fieramosca
B) Adelchi
5. La lingua del romanzo I promessi Sposi diventa un modello di lingua nazionale.
6. Che opera leopardiana segna lapprodo al pessimismo cosmico?
A) Aspasia
B) Operette morali
7. Il pessimismo personale di Leopardi significa
A) la coscienza della propria infelicit esistenziale
B) la coscienza dellallontanamento dalla natura
8. Quali poesie appartengono a Carducci?
A) Dopo Aspromonte
B) Inno a Satana
C) Alla luna
D) Mors
9. Che personaggi del romanzo I Malavoglia riescono a salvare la famiglia e la
casa?
A) PadronNtoni
B) Alessi
C) Mena
D) Lia
10. La poesia di Pascoli innovatrice per
A) lessico antiletterario
B) sintassi frammentaria
C) temi storici
D) valore evocativo della parola
11.I miti del Decadentismo italiano sono
A) il santo
B) il fanciullino
C) il poeta-vate
D) il superuomo
12. Quali sono i nomi delle due grandi scuole poetiche allinizio del Novecento?
Il ..... e il .....
13.Quali sono due parole chiave nella narrativa sveviana?
l..... e la .....
14.Che romanzo pirandelliano ha per tema limpossibilit di vivere in una forma?
.....
15.Che romanzo pirandelliano tratta dellillusoriet dellidentit individuale?
.....
16.Combinate autori ed opere
1-Montale a-Allegria
2-Ungaretti b-Il Canzoniere
3-Saba c-La bufera e altro
4-Quasimodo d-Acqua e terre
5-Gozzano
17.La poesia I limoni di Ungaretti costituisce una dichiarazione di poetica
antidannunziana.
18.Combinare correttammente autori e titoli
1-Silone a-Fontamara
2-Bontempelli b-Gente in Aspromonte
3-Alvaro c-Gente nel tempo
4-Gadda d-Il pasticiaccio
5-Pavese
19.Pavese e Vittorini contribuiscono al rinnovamento della letteratura italiana grazie
alle loro traduzioni dalla letteratura .....
20.La trilogia I nostri antenati di Italo Calvino comprende i romanzi:
il ....., il ....., e il .....
R:
1. b
2. a,b
3. a
4. b
5. v
6. b
7. a
8. a,b,d
9. b,c
10. a,b,d
11. a,b,d
12. crepuscolarismo,futurismo
13. inettitudine,malattia
14. Il fu Mattia Pascal