Gabriele d’annunzio.
Nasce a Pescara, si trasferisce a Roma, ma attratto dalla vita
mondana si allontana dagli studi, per poi comporre e
pubblicare “Il piacere”, romanzo che ebbe molto successo.
Luigi Pirandello.
Italo Svevo.
Di origini tedesche si trasferisce in Italia, a Trieste, sotto il nome
di Italo Svevo. A seguito di un incontro con James Joyce e
Freud, intraprende la stesura del suo maggior romanzo, “La
coscienza di Zeno”. Questo romanzo inaugura la stagione
letteraria italiana, e non solo, del novecento. È il primo romanzo
mondiale nel quale l’autore intende analizzare i tratti psicologici
del protagonista, svolgendo un lavoro di psicoanalisi, introdotta
da Freud qualche anno prima.
Giuseppe Ungaretti.
Fu uno dei padri fondatori dell’ermetismo assieme a Montale.
La poesia ungarettiana, così come montaliana, viene de nita
ermetica per via della complessità del messaggio contenuta nei
componimenti, espressa da semplici espressioni simboliche ed
aride. Si nota un forte distacco dall’articolata poesia classica. I
poeti ermetici, infatti, a ermano di voler restituire il prestigio
perso dalla poesia sempre più abusata. Ricorda la poetica
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francese di Baudelaire e quella tedesca di Rilke, per l’utilizzo di
simboli per spiegare concetti ben complessi. La poesia per
questi autori deve essere libera, ri utano schemi metrici così
come le gure retoriche. Lo scopo non è quello di realizzare
una poesia aulica, ma quello di sottolineare l’importanza
dell’espressione del pensiero. Ungaretti, arruolatosi
volontariamente per la Grande Guerra, compone poesie sulla
caducità della vita umana, in uenzato dagli scenari di battaglia.
Soldati è un componimento di soli 4 versi. I combattenti
vengono paragonati a delle foglie in autunno, in bilico tra la vita
e la morte. Non sanno quando cadranno, ma sono consapevoli
che accadrà.
Eugenio Montale.
Esponente ermetico insieme ad Ungaretti, Montale viene
in uenzato indubbiamente dal ventennio di guerre che travolse
l’Europa. Montale utilizza un espediente poetico che prende il
nome di “correlativo oggettivo”, tratto dalla poetica dell’autore
americano Thomas Eliot. Consiste nell’inserire all’interno del
testo oggetti reali che siano in grado di descrivere e suscitare
emozioni nel lettore alla sola idea dell’oggetto. Ricorrenti sono
le descrizioni del paesaggio ligure arido e ostile all’esistenza
umana.
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Umberto Saba.
Nella poesia “A mia moglie”, Saba riutilizza forme metriche
tradizionali, ritorna la purezza e l’intimità dei sentimenti
esportati nel mondo reale. La moglie viene descritta tramite
l’utilizzo di numerosi paragoni col mondo animale. Il testo
assume le sembianze di una lode religiosa, idealizzando ed
eternizzando la gura della moglie amata.
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