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Marco Alessandrini

Letteratura Italiana
dal 1200 a oggi
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Il Pensiero

2005 Marco Alessandrini e-mail: ilpensiero.mensile@infinito.it sito web: web.infinito.it/utenti/i/ilpensiero.mensile

Indice
p. 5 p. 7 p.XX p.XX p.XX p.XX p.XX p.XX p.XX p.XX p.XX p.XX p.XX p.XX p.XX p.XX p.XX p.XX p.XX p.XX p.XX p.XX p.XX p.XX p.XX p.XX p.XX p.XX Premessa Capitolo I Capitolo II Capitolo III Capitolo IV Capitolo V Capitolo VI Capitolo VII Capitolo VIII Capitolo IX Capitolo X Capitolo XI Capitolo XII Capitolo XIII Capitolo XIV Capitolo XV Capitolo XVI Capitolo XVII Capitolo XVIII Capitolo XIX Capitolo XX Capitolo XXI Capitolo XXII Capitolo XXIII Capitolo XXIV Capitolo XXV Capitolo XXVI Capitolo XXVII Nascita del volgare in Europa Scuole e stili del Basso Medioevo Guido Cavalcanti (1250 1300) Letteratura comico-realistica Dante Alighieri (1265 1321) Francesco Petrarca (1304 1374) Giovanni Boccaccio (1313 1375) Umanesimo Pico della Mirandola Lorenzo de Medici Ludovico Ariosto (1474 1533) Niccol Machiavelli (1469 1527) Il Seicento e il Barocco Galileo Galilei (1564 1642) Il teatro del 1600: Molire e la commedia dellarte Caratteri generali del Settecento Giambattista Vico (1668 1744) Caratteri generali dellIlluminismo Cesare Beccaria (1738 1794) Carlo Goldoni (1707 1793) Giuseppe Parini (1729 1799) Vittorio Alfieri (1749 1803) Neoclassicismo e Preromanticismo Vincenzo Cuoco (1770 1823) Ugo Foscolo (1778 1827) Romanticismo Alessandro Manzoni (1785 1873) Giacomo Leopardi (1798 1837)

Premessa
Uno dei problemi pi grandi, per chi studia, riuscire a fare una sintesi degli argomenti svolti per fissare meglio i concetti principali. In prima persona ho avuto bisogno di prendere appunti, in questo caso di letteratura italiana. Perch, allora, non mettere a disposizione di tutti questo capitale di sapere, facente tra laltro parte della storia italiana? Attenzione: non si tratta di un manuale, o di un libro di testo; e questa non stata la mia intenzione. Sono nozioni varie, che hanno bisogno di essere integrate con un buon testo specifico sullargomento, ma che possono essere utilizzate per conoscere in misura importante i personaggi e i movimenti pi rilevanti. Il livello della trattazione si riferisce al triennio della scuola secondaria superiore, ma (chiss?) potrebbe essere apprezzato anche da ragazzi pi giovani. Buona lettura. lautore

Capitolo III Guido Cavalcanti (1250 1300)


Tra gli autori pi caratteristici del Dolce Stil Novo c Guido Cavalcanti. Proviene da una delle pi potenti casate della Toscana, e per questo impegnato politicamente come guelfo bianco. amico di Dante Alighieri, ma sar da lui mandato in esilio per motivi politici (nel 1300) quando Dante priore delle arti e, in citt, scoppiano degli scontri tra guelfi bianchi e neri, causati anche dal suo tentativo di uccidere Corso Donati. Gli esiliati sono i pi violenti delle due fazioni; per Cavalcanti previsto un breve esilio, poi rientra a Firenze, ma vi muore poco tempo dopo di malaria. La fazione bianca fa capo alla famiglia Cerchi: sono legati agli antichi valori di societ, meno mercantile. Non accettano il legame troppo stretto con il denaro, fonte di barbarie e decadimento sociale, la mancanza di solidariet, lingiustizia. I guelfi neri, legati alla famiglia Donati, si oppongono ai bianchi.

La peculiarit di Cavalcanti, come uno dei massimi stilnovisti, ha origine nel suo carattere, ombroso, iroso, difficile. La sua poesia eccessivamente filosofica e razionale, di difficile comprensione; il suo carattere si ripercuote sulla poesia (circa 52 componimenti poetici). Anche trattando di amore si discosta dai canoni dello Stil Novo: talvolta segue i canoni formali; spesso emergono dramma, tormento, dolore, paura di abbandono. La poesia di Cavalcanti si pone su un piano molto pi complesso e spirituale; con frequenza si trova nellimpossibilit di descrivere per il dolore che provoca anche il solo pensare alloggetto del componimento.

Capitolo IV Letteratura comico-realistica


Si intende per letteratura comico-realistica tutta la produzione letteraria, contemporanea allo Stil Novo, basata su unottica della realt completamente diversa. Mentre gli stilnovisti, sullesempio francese, esaltavano le virt astratte delle dame di corte (donna angelicata), questi letterati si divertivano a rappresentare la realt comera, concentrando la loro attenzione sulla vita reale, riportata come effettivamente vissuta (dunque senza filtri di sorta) e talvolta accompagnata da una spiccata ironia. Anche la situazione politica diventa oggetto dellironia dei comico-realisti. La donna, in questa concezione reale, non era certo un angelo titolare dellamore pi puro, ma anzi un essere vivente con tutti i difetti possibili e immaginabili. Lo sviluppo di questo stile legato soprattutto agli ambienti goliardici. La goliardia si sviluppa in questo periodo nelle comunit universitarie, nelle quali gli studenti trascorrevano il tempo divertendosi, bevendo e giocando. Il pi famoso rappresentante del movimento, Cecco Angiolieri , trasse ispirazione proprio dal gioco per scrivere il sonetto Tre cose solamente mnno in grado, nel quale esprime la sua preferenza per tre soli elementi della vita: la donna, la taverna (il bere) e il gioco dei dadi. Non potendo permettersele, inveisce contro il padre tirchio tanto da volerlo morto ( tanto difficile toglierli un soldo di mano che sarebbe pi facile per un piccolo uccello catturarne uno pi grande). Laltro famoso sonetto Si fosse fuoco, ardere l mondo mostra bene, invece, la diversa visione della donna: per s vorrebbe

solo le belle, lasciando le zoppe agli altri. Anche qui esiste il contrasto interfamiliare per il denaro (con ulteriore desiderio di morte dei genitori), mentre accanto alla beffardaggine nello scrivere traspare una vena pessimistica nella visione della realt.

Capitolo V Dante Alighieri (1265 1321)


Universalmente riconosciuto come uno dei massimi poeti di sempre, Dante Alighieri il massimo rappresentante del Dolce Stil Novo: lui a definirlo con tale nome per la prima volta, nel canto XXIV del suo Purgatorio. Proveniente da una famiglia della piccola nobilt fiorentina, Dante cresce studiando la cultura classica, in modo particolare il latino e Virgilio (non pot studiare mai il greco, suo grande rimpianto). Nel 1277 le famiglie Alighieri e Donati (potente casato di guelfi neri) stipulano un contratto di matrimonio per Dante e Gemma, che si sposano. Purtroppo, nel 1275, avviene il primo incontro di Dante con Beatrice, la donna che lo ispira e che ama segretamente. Il secondo incontro nel 1283 (dopo che il poeta ha combattuto a Campaldino, nel 1281, con i feditori a cavallo contro i ghibellini): ne nasce una storia sentimentale e spirituale che segna Dante, poich Beatrice diventa la musa ispiratrice dellamor cortese e spirituale per Dante. Morendo presto Beatrice, Dante sconvolto si ritira nel convento di Santa Croce a Firenze fino al 1290: studia San Tommaso, Cicerone e Orazio, legge e traduce Virgilio. Qui scrive la Vita nuova, opera dedicata a Beatrice, una specie di diario della storia amorosa tra Dante e la donna fino alla sua morte e alla successiva rigenerazione del poeta. Lo studio di San Tommaso fondamentale nellopera di Dante. La massima si crede per capire, si capisce per credere seguita alla lettera dal poeta, anche in base alla scala medioevale che poneva la teologia in posizione superiore rispetto alla filosofia (ancella della teologia): quindi dalla teologia (dalla fede) discende tutto. Non c ragione senza fede e non c fede senza ragione. Lintelligenza il mezzo per disporre del libero arbitrio, ed quindi il dono di Dio per il quale luomo lessere pi perfetto delluniverso: il libero arbitrio, infatti, alla base della religione cristiana. Dante, credente, il primo a battersi per un mondo meno legato al denaro, al commercio (modello no-global).

Dante anche uomo impegnato politicamente e socialmente; un attivista nella lega guelfa. Quando nel 1294 riprende la vita politica attiva, uno dei massimi rappresentanti dei guelfi bianchi, difensori della libert di Firenze dagli interessi, della giustizia e dei sani principi morali, che combattevano per una Firenze in condizione corretta. Dante, al proposito, sognava una citt piccola, col solo primo giro di mura: linglobamento del contado circostante portava, secondo lui, imbarbarimento e cambiamento dei buoni costumi. Dopo liscrizione allarte dei Medici e Speziali (droghieri), ne diventa consigliere. Quando diventa priore delle arti, si trova nel periodo dei contrasti tra i guelfi bianchi (capeggiati dalla famiglia Cerchi, e ai quali appartiene) e i guelfi neri (capeggiati dalla famiglia Donati, cui appartiene la moglie Gemma). Per questo, deve esiliare i personaggi pi pericolosi delle due parti (tra cui lamico Cavalcanti). Accade che: papa Celestino V, alla fine del secolo 1200, abdica per mancanza di carattere nellaffrontare i problemi papali non pi spirituali, ma politici; viene eletto papa Bonifacio VIII, che manda truppe in aiuto dei guelfi neri; Dante, che si trova in viaggio, colpito da condanna a morte in contumacia, cos come i suoi famigliari, e gli sono sequestrati i beni di famiglia (1302 1303); Dante si rifugia in citt diverse, dalla Romagna al Veneto, tra le quali Forl; mentre si trova in esilio comincia la stesura della Divina Commedia. Pi volte Dante tenta di affrontare il problema politico italiano, sia nelle sue opere sia avendo contatti con i potenti dellepoca. Giudica lamico Cangrande Della Scala, signore di Verona, possibile monarca unico dItalia (se lItalia fosse ununica monarchia). Affronta la situazione delle zone in cui esiliato in alcuni canti dellInferno (p.es. la situazione della Romagna, quella di Firenze). Nei primi anni dellesilio tenta anche di tornare a Firenze, perfino unendosi ad alcuni ghibellini gi esiliati. Non riuscendoci, decide di fare parte per se stesso e di non tornare pi a Firenze. In questo periodo scrive i suoi trattati: il De vulgari eloquentia sulla lingua volgare e sul suo uso, il De monarchia sui problemi tra papato e impero, il Convivio per la formazione culturale delluomo. Le Rime sciolte sono poesie dedicate ad amici, anche stilnovisti. Per proseguire la sua opera politica, Dante tenta di farsi ricevere dallimperatore Enrico VII, sceso in Italia e visto come salvatore della pace. Non riesce a vederlo: limperatore muore durante il suo viaggio.

Nel 1315 Firenze proclama unamnistia, che prevede la cancellazione della pena per svariati reati, tra i quali quelli di Dante, che pu dunque tornare a casa. Rifiutandosi di tornare, fu decretata, per la seconda volta, la sua condanna a morte. Nel 1315 muore a Ravenna, presso la famiglia dei Da Polenta, allet di 56 anni. Vita nuova Si tratta di una serie di liriche in volgare, con dei capitoli in prosa in latino posti come spiegazione alle poesie. Lo sfondo fondamentalmente quello dellincontro tra Dante e Beatrice, quando il poeta aveva 9 e 18 anni. Centrale il tema del saluto, nel doppio concetto stilnovistico di saluto e di salvezza dellanimo. Temendo che la gente possa sparlare di Beatrice, Dante finge di amare due donne dello schermo, intendendo per schermo quello presente tra realt e fantasia. Beatrice, per, toglie il saluto a Dante. Nelle rime in lode (di Beatrice) spiega cosa successo e cosa ha provato questo processo, ragiona sullAmore usando modelli di Guinizzelli con schemi cavalcantiani. Quando Beatrice muore, Dante decide di non scrivere pi finch non fosse stato in grado di comporre cose nuove su Beatrice (cio il Paradiso, terza cantica della Commedia, quella pi spirituale, simbolo di salvezza). La Vita nuova, di base, un diario senza riferimenti: tutto riportato mediante trasfigurazioni simboliche e spirituali, i riferimenti sono sfuggenti e ci si concentra sui fatti. Dante gioca coi numeri, e in particolare col 3 e i suoi multipli (numero perfetto, che si ritrova frequente anche nella Commedia). La numerologia era vista come scienza perfetta gi a partire da Pitagora (filosofomatematico); si attribuiva un valore simbolico e quasi divino ai numeri, anche a causa di legami con la Bibbia. Convivio un trattato in volgare sulla filosofia; la scelta del volgare deve far riflettere perch fatta al fine che tutti possano leggere il Convivio per imparare la filosofia e, per la legge di San Tommaso, elevare lanima a Dio. La filosofia, per Dante, un elemento importantissimo nella formazione culturale delluomo, e sente lesigenza di divulgare tutto ci. Convivio infatti un incontro, un banchetto per cibarsi di cultura. Nel proposito iniziale di Dante i libri dovevano essere 15 ma, avendo iniziato la Commedia (che gli serve per spiegare le sue intenzioni), ne scrive solo 4, in esilio. Il primo trattato proemiale: un incontro di sapienti che banchettano con la cultura.

Il secondo trattato il commento di 3 canzoni (sullordine delluniverso, e introduttive ai trattati seguenti). Da questo libro si ricava linterpretazione di un testo letterario che nello studio di Dante e della Commedia fondamentale. I significati di un testo possono essere: letterale; allegorico (nascosto dietro la lettera); morale (insegnamento in funzione o religiosa o politica); anagogico (insegnamento spirituale, metafisico, p.es. dalla lettura di un testo sacro). Il terzo trattato incentrato sulla perfezione delluomo e delluniverso. La concezione geografica del Basso Medioevo prevedeva che la Terra fosse un cerchio piatto, diviso in un emisfero superiore (boreale o delle terre) abitato e in uno inferiore (australe o delle acque) in cui sono presenti solo oceani. Nel vertice superiore c Gerusalemme, in quello inferiore la montagna del Purgatorio (con in cima il Paradiso Terrestre), in quello sinistro le Colonne dErcole e in quello destro la foce del fiume Gange (i due limiti del mondo conosciuto). Al centro del disco presente Lucifero, che si trova sul fondo di unenorme voragine (lInferno) creata dalla sua caduta sulla Terra sotto Gerusalemme (aveva osato credersi pi grande di Dio).
Gerusalemme Inferno Colonne dErcole Lucifero foce del Gange

Purgatorio

Attorno alla Terra si trovano 9 cieli concentrici e il cerchio delle stelle fisse; tutto contenuto dentro lEmpireo, che corrisponde al Paradiso e a Dio. LUniverso perfetto perch incorruttibile e racchiuso in Dio. Il quarto trattato si riferisce alla vera nobilt, che non quella di sangue, ma quella spirituale (concetto base dellamor cortese).

De monarchia Gi dalla lingua in cui scritto (il latino) si capisce che questo un trattato politico riservato agli esperti, e non di divulgazione. Si intende monarchia come gestione politica dellimpero: analizzando il rapporto tra papa e imperatore, Dante ritiene di dover delimitare i campi di azione dei poteri delle due massime autorit (cio i loro ruoli e competenze, senza prevaricazioni). Lopera si compone di 3 libri. Il primo libro una storia dellimpero e del perch debba essere presente in Italia. Limportanza del potere imperiale (inteso come personalit attente ai bisogni della gente) tale da essere necessaria per portare giustizia e ordine. Il terzo libro riservato ai rapporti tra papa e imperatore: due potenze indipendenti, ma limperatore deve rispetto al pontefice. De vulgari eloquentia Questo trattato (in latino perch non divulgativo) scritto da Dante per dimostrare che il volgare italiano lingua paritaria al latino, e deve essere utilizzata in quanto tale. La volont del poeta era di scrivere 4 libri, ma ne completa solo 1, lasciandone il secondo a met (con tanto di frase in sospeso). Il primo libro dedicato alla distinzione tra lingua madre (imparata da bambino) e grammatica. La distinzione sta tra la lingua parlata e quella studiata: la lingua madre parlata, ma non conosciuta se non si studia a scuola. Unulteriore diversit risiede tra la lingua parlata spontaneamente e la lingua scritta. Lo scopo di fondo dellanalisi dantesca che, essendo il volgare appena nato, necessita di essere conosciuto nella sua struttura. Per far ci, riportata la storia dellorigine della lingua e lanalisi dai testi sacri: allinizio (dice la Bibbia) tutti parlavano lebraico, poi fu costruita la torre di Babele e si ebbero tante lingue diverse. Dopo aver giustificato la differenziazione in lingue e aver analizzato quelle extraeuropee, si sofferma sui tre ceppi linguistici europei: lingua doc (provenzale) lingua doil (francese del nord) lingua del s (italiano) Dante si sofferma su di loro perch titolari di produzioni letterarie. Riguardo il volgare, ne d tre definizioni: aulico: elegante, raffinato, degno di essere parlato e ascoltato a corte;

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cardinale: cardine della produzione dei letterati (alludendo a quelli come lui, in grado di produrre) presso una corte cui danno lustro; curiale: dovrebbe essere la lingua parlata presso la corte dItalia, se ci fosse. Anche attraverso queste caratteristiche, la lingua italiana identifica lItalia in Europa, cos come la sua cultura e letteratura. Lanalisi di Dante prosegue con lo studio dei tipi di stile letterari: la tragedia la forma pi importante, che necessita di un linguaggio superiore e impegnato, caratterizzata da un inizio positivo e una fine drammaticissima; la commedia necessita di uno stile mediocre, inferiore rispetto alla tragedia, poich da un inizio negativo si giunge a un finale positivo; il linguaggio pi comune, meno difficile; lelegia la forma poetica sulla situazione psicologica di infelicit, e il suo linguaggio deve essere adeguato alla materia che deve cantare (cio tristezza e malinconia). Divina Commedia lopera di Dante, quella che lo rende immortale. Vanno fatte alcune premesse importanti per non cadere in inganno: allepoca non cera differenza tra morale e politica: cos il reo considerato anche peccatore, e viceversa; Dante era convinto che il mondo fosse corrotto perch ci si era gettati alla ricerca del potere economico, quindi serviva un impero universale portatore di giustizia: lumanit afflitta da cupidigia, ovvero da sete di denaro e potere, chi pi ha pi vuole. Linizio della prima cantica probabilmente scritta in Firenze, ma non certa la data dinizio. Sicuramente impiega numerosi anni per scrivere lintera opera, praticamente tutta in esilio. Con la comoedia (alla latina) Dante vuole unopera in grado di far uscire gli uomini dal buio del peccato e della cupidigia, attraverso la consapevolezza del male. Per questo, sfrutta lidea del viaggio nelloltretomba, attinta dalla tradizione classica, secondo la quale il passaggio dal buio alla luce rappresenta allegoricamente il transito dal peccato alla salvezza dellanima. Esempi classici sono: nellEneide, Enea scende agli inferi per interrogare lombra del padre (tradizione pagana); San Paolo scendeva agli inferi per tornare sulla Terra (credenza cristiana). Nel Medioevo il male era personificato nel Diavolo (dal greco colui che inganna), angelo ribelle (Lucifero) cacciato da Dio per superbia, in quanto voleva essere come il Supremo, e posto

nellInferno, del quale signore. La purificazione dantesca deve arrivare attraverso un viaggio attraverso la consapevolezza del male, e dunque anche attraverso lInferno; si deve rifiutare il male per arrivare al bene, attuando dunque una libera scelta dettata dallintelligenza umana (libero arbitrio). Per salvarsi occorre conoscere lerrore ed evitarlo. Gli insegnamenti ricavabili dal percorso sono di variegate tipologie: morali-religiosi; filosofici-teorici; storico-politici. Autore, protagonista e giudice del viaggio Dante, che liberamente colloca e giudica i personaggi secondo diversi criteri. Nella struttura dellopera ricorrente il numero 3 e un frequente ricorso alla numerologia. La Commedia si snoda attraverso 3 cantiche: Inferno, Purgatorio e Paradiso (che sono poi i tre libri di cui si compone lopera). Ciascuna cantica consta di 33 canti, pi un ulteriore canto posto, come proemio allinizio dellInferno, in cui spiegata la ragione del viaggio. Tutti i canti sono in terzine. Il canto VI di ogni cantica specificamente politico, cio tratta argomenti di carattere politico: nellInferno si parla di Firenze; nel Purgatorio si affronta la situazione italiana; nel Paradiso si tratta dellImpero. Sono comunque frequenti i riferimenti politici e storici, nel corso della narrazione. I luoghi sono descritti secondo la cosmologia tolemaica, gi illustrata da Dante nel Convivio: tutto deriva e ritorna a Dio, nella cui mente contenuto lUniverso; i cieli sono incorruttibili e governati ciascuno da una presenza angelica; lInferno stato creato dalla caduta di Lucifero che, sprofondando dallEmpireo, ha creato una voragine col vertice al centro della Terra; il Purgatorio un cono montagnoso su unisola nellemisfero delle acque; in cima al Purgatorio c il Paradiso, con 9 cieli rappresentanti i pianeti (tra cui c il Sole) e il cielo delle stelle fisse. Le guide di Dante sono: Virgilio (simbolo dellintelligenza umana) nellInferno e nel Purgatorio; Dante lo incontra nel I canto dellInferno; Beatrice (simbolo di grazia, purificazione, beatificazione) nel Paradiso. 12

Spesso Dante ricorre a personaggi mitologici nella narrazione, per rappresentare caratteristiche delluomo, soprattutto nellInferno. Questo rientra nel plurilinguismo di Dante, che fa uso di molti stili diversi a seconda del contesto in cui si trova. NellInferno si trovano i peccatori, dannati in eterno. AllInferno non esiste tempo, spazio, luce, suono (si sentono solo lamenti e grida): mancano gli elementi fisici. I peccati sono divisi in 3 categorie: incontinenza: uso smodato di un bene lecito; violenza; frode. Tra gli incontinenti troviamo i golosi e i lussuriosi (coloro che si fanno trascinare dai sensi). I violenti sono ulteriormente suddivisi: violenti contro gli altri (ladri, omicidi); violenti contro se stessi (suicidi); violenti contro Dio e contro natura (bestemmiatori, sodomiti, omosessuali, usurai). Anche i fraudolenti sono ripartiti in base alloggetto di frode: contro chi non si fida (traditori del nemico, come Ulisse); contro chi si fida (traditori della patria, dei benefattori, dei parenti). Tutti i peccati sono uguali e i peccatori sono ugualmente dannati; i peccati sono considerati secondo la concezione religiosa dei 10 comandamenti. La punizione inflitta da Dante secondo la legge del contrappasso: la pena o abissalmente contraria o totalmente uguale al comportamento tenuto in vita. Per esempio, i suicidi (torturatori del proprio corpo) sono tramutati in arbusti nodosi sensibili al dolore, provocato dalle arpie che ne strappano i rami. I golosi, al contrario, sono immersi nel fango, tormentati da pioggia e controllati dal cane Cerbero, che li tormenta coi suoi latrati (questa locazione puzzolente , figurativamente, un porcile). Prima della voragine infernale posto un antiinferno, nel quale sono collocati gli ignavi (chi non esercita il libero arbitrio), che devono correre dietro ad una bandiera (che simboleggia lobiettivo, la scelta). Il I cerchio il limbo, nel quale si trovano i bambini morti prima del battesimo e gli adulti vissuti, in modo virtuoso, prima di Cristo. La pena cui sono sottoposti il desiderio di vedere la luce di Dio. Il Purgatorio radicalmente opposto allInferno. Lidea del Purgatorio nasce nellAlto Medioevo, legata alla concezione (di alcuni cardinali) del perdono derivante dal pentimento. Il Purgatorio

cos luogo di espiazione e purificazione, dove scontare la penitenza prima di poter accedere al Paradiso. Si tratta, in fondo, di un luogo di transizione, in cui i penitenti (secondo i vizi capitali) devono percorrere tutta laltitudine della montagna per entrare nellEmpireo. Il fatto che si tratti di un luogo transitorio concorre alla reintroduzione degli elementi fisici terreni: spazio: i penitenti devono percorrere tutto il Purgatorio, dalla spiaggia allEmpireo, sempre in movimento; luce: simbolo di purificazione, pi intensa alle altitudini maggiori; tempo: la penitenza non eterna; suono: non pi grida, ma canto e preghiere. Sono assenti i mostri infernali; domina lamicizia tra i penitenti. Dante cerca di dimostrare come tutto dipenda da Dio e il suo giudizio sia diverso da quello delluomo: si trovano personaggi che, secondo lidea comune, dovrebbero essere allInferno, mentre Dio a decidere la loro collocazione. Tutti i penitenti, indistintamente, chiederanno a Dante di chiedere ai propri parenti di pregare per loro, poich le preghiere accelerano il processo di purificazione delle anime. A guardia del Purgatorio posto Catone uticense, personaggio della Roma antica che si uccise per non diventare succube del dominio di Giulio Cesare. Egli rappresenta chi cerca di realizzare il proprio ideale e, in nome della libert, preferisce la morte (libert assoluta).

Capitolo VI Francesco Petrarca (1304 1374)


Francesco Petrarca nasce ad Arezzo il 20 luglio del 1304. Il padre, notaio guelfo bianco, amico di Dante Alighieri; sar poi trasferito alla corte di Avignone. Petrarca trascorre cos gli anni dellinfanzia e della prima adolescenza in Francia, dove compie i primi studi. In seguito a Bologna per studiare giurisprudenza, nonostante lamore per i classici: per questo, entra in un Ordine Minore, cos da avere uno stipendio senza dover occuparsi obbligatoriamente delle anime altrui. Petrarca, al contrario di Dante uomo del comune, si proietta verso il futuro, con caratteristiche dellUmanesimo e del Rinascimento. intellettuale di corte, ama la vita lussuosa; protetto dai Colonna di Roma, e pu approfondire gli studi nella loro biblioteca; ambizioso e amante dei riconoscimenti (ottiene la

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nomina a poeta laureato, cio a sommo poeta, con cerimonia ufficiale a Roma). La storia di Petrarca legata a Laura, la donna amata. Si dice che conosca Laura per la prima volta il Venerd Santo del 1327, nella chiesa di Santa Chiara ad Avignone, senza poter pi smettere di amarla. Unipotesi suggerisce che Laura non sia mai esistita, e sia una personificazione di laurum (che in latino significa alloro, cio onori, gloria...). La caratteristica principale del personaggio Petrarca , senza dubbio, laccidia, ovvero la consapevolezza di peccare senza avere la volont di porre rimedio. I peccati di cui si autoaccusa sono: troppo desiderio di riconoscimenti e onore; amore morboso per Laura. Petrarca anche uomo del dubbio e delle ambiguit di scelta (mentre Dante ha certezze): a momenti di desiderio di mondanit e lusso alterna momenti di isolamento totale per rifugiarsi in Francia, dedito allotium (in senso latino) di studio dei classici greci e latini. Vive durante lepoca della repubblica romana di Cola di Rienzo e ne appassionato (fino al cambiamento in dittatura); ci nonostante, il suo impegno in politica solo intellettuale, ne scriveva e poco pi. Si pone contro la lotta tra le signorie e luso di truppe straniere, ma non parteggia, critico secondo la situazione in cui si trova. Allattivismo preferiva lo studio della storia che, secondo Petrarca, fondamentale perch essa maestra di vita e perch luomo fa sempre gli stessi errori. Il fatto che Petrarca fosse accidioso porta a considerare che fosse uomo del dissidio (contrasto) interiore: capisce di amare certe cose le quali, per, sono sbagliate. Dopo i 50 anni riconosce che ci che piace al mondo ha vita breve, sintesi del concetto di caducit delle cose: tutto finisce, quindi non esistono valori assoluti. possibile analizzare comparativamente i personaggi Dante e Petrarca, per vedere come possono cambiare le caratteristiche di un letterato in pochi decenni. Dante mentalit carattere Petrarca

medioevale-comunale Umanesimo (1300) (1200) verso il futuro Impero portatore di vita cosmopolita giustizia confronto con altre culture e correttezza del Papato situazioni sociali certezze cultura provenzale libero arbitrio ama viaggiare e essere ospite esilio come umiliazione delle grandi corti

(cortigiano) ma con propria libert non vuole onori ama gli onori (Roma, Parigi): grandissima autostima vede Cola di Rienzo come capace di riportare la repubblica: lo sostiene solo scrivendo Cicerone, Virgilio ritiro da vita attiva in otium (Valchiusa, Provenza, Padova): dedica totale allo studio padre della FILOLOGIA: studio studio preciso del costrutto della parola e del suo significato e derivazione (contesto letterario), nel latino papato impero non pi ottica politica papato politica impero latino medioevale, volgare latino classico, volgare 1. Vita nuova (canone POETA LIRICO (poesia produzione stilnovista superato) soggettiva) 2. Divina Commedia non poesia lirica La produzione di Petrarca in volgare e in latino classico. LAfrica la storia di Scipione lAfricano. Il Secretum (Il Segreto) ispirato allo studio di SantAgostino, mentre lopera pi famosa resta il Canzoniere. Secretum Il segreto sarebbe quello del cuore di Petrarca. Lautore immagina di avere un incontro con SantAgostino, che ha affascinato Petrarca per Le confessioni, lopera in cui il santo rivela il suo dramma e i suoi dubbi di cristiano, di uomo peccaminoso poi convertito (e santificato) che si confessa. Il dubbio di SantAgostino assimilabile a quello petrarchesco. Il faccia a faccia con SantAgostino svolto alla presenza di una donna, personificazione della Verit; Petrarca deve rispondere alle accuse del santo. Nel III libro gli sono comunicati i suoi difetti pi grandi: laccidia; lamore per Laura e per la gloria. 16

Quando SantAgostino gli chiede di pentirsi, Petrarca sa che non lo far mai, poich pu rinunciare alla gloria ma non a Laura, e per di pi non sa combattere laccidia. Canzoniere Il Canzoniere raccoglie 366 componimenti in tutte le forme metriche (tra cui 317 sonetti). Si tratta di versi della giovinezza, che raccoglie in maniera organica come un libro compiuto, non come rime sparse. La costruzione ideale (secondo gli schemi) per sfumare la realt: i particolari compongono unimmagine indefinita di Laura (che comunque una donna molto pi concreta delle donne letterarie precedenti); il luogo ameno classico indefinito; non esiste realt storica, ma solo situazioni di lirica amorosa, quindi non esiste realt esterna al poeta (si tratta di esperienza soggettiva e privata). La raccolta stata composta in 9 redazioni successive, lultima in parte autografa e ci sono meno dubbi sulla trasmissione del testo. La forma di Petrarca unilinguista, con pochi vocaboli piani e generici, con fluidit musicale e spiccata armonia dinsieme, per lasciare al lettore linterpretazione. Esiste anche un codice degli abbozzi, cio componimenti con note a margine. Il titolo scelto da Petrarca cambi nel tempo: Rerum vulgarium fragmenta (Frammenti di cose in volgare); Rime sparse (dal primo verso del proemio); Petrarca non crede nelle proprie opere in volgare, che considera bazzecole, al contrario del suo latino che avrebbe dovuto dargli gloria postera. Nel 1348 muore Laura; Petrarca compone cos delle rime in morte che, assieme alle precedenti rime in vita, formano il Canzoniere. Si ha anzi una netta divisione tra i due gruppi di versi. Nelle rime in morte il poeta rimarca come il mondo sia diventato scolorito e squallido, pur rimanendo la passione; sente ora maggiormente il peso del peccato e una conseguente ricerca di purificazione (aspirando alla pace prega la Vergine). Nonostante questo, al centro dellopera c Petrarca: Laura solo la causa scatenante dei sentimenti del poeta, e a causa dei quali egli portato a scrivere.

Capitolo VIII Umanesimo


Si intende con Umanesimo la rivalutazione dello studio della produzione classica greca e latina (studia humanitatis) e la ricerca dei testi antichi (humanae litterae) in giro per lEuropa. LUmanesimo

non ateo e materialista, ma ridimensiona la concezione dellintervento di Dio nella vita delluomo (che diventa artefice del suo destino). Il nesso con i letterati precedenti costituito da Petrarca e Boccaccio . Sono loro a iniziare lanalisi dei testi classici latini e ad essere cultori del latino classico. Petrarca il padre della filologia, che ora diventa una vera e propria scienza. Si sviluppa una nuova figura di intellettuale legato alla corte, alla quale d lustro in cambio di riconoscimenti ed onori. Essendo economicamente supportato dal signore, pu alternare momenti di vita mondana ad altri di otium (lozio in senso latino, cio riposarsi per studiare; la concezione positiva, perch legata a un concetto di produttivit); non appartenendo ad alcuna fazione politica, non impegnato civilmente o politicamente. Per dare lavoro a questi artisti nascono nuovi luoghi di cultura. Nelle accademie si incontrano gli intellettuali per liberi convivi per confrontare le proprie opinioni (verranno poi riconosciute ufficialmente come istituzioni culturali). I teatri sono invece luoghi di rappresentazione di commedie, tragedie e simili; talvolta, anche la corte dotata del proprio teatro.

Capitolo X Ludovico Ariosto (1474 1533)


Ludovico Ariosto collocabile tra Umanesimo e Rinascimento: i suoi tratti caratteristici, dunque, sono ibridi. Si tratta di un esempio dintellettuale cortigiano (fu tale a Ferrara), anche se non per libera scelta ma per necessit. Reggio Emilia, sua patria, si trovava sotto la signoria degli Este di Ferrara; suo padre funzionario del duca dEste. Nonostante fosse destinato agli studi di diritto (per fare carriera giuridica a corte), amava lo studio del mondo classico, del latino, della poesia, della scrittura. Nel 1500 il padre muore e, essendo il maggiore di 10 fratelli, ne deve fare le veci, garantendo la dote alle sorelle. Per finanziarsi, va a servizio come segretario presso il cardinale Ippolito dEste, controvoglia. Diventa cos uomo di corte, ma scopre tutte le difficolt di quel mondo. Parla malissimo del trattamento che gli riserva il cardinale: gli deve far da cameriere, lo deve vestire, deve accudire i cavalli. In seguito viene usato come ambasciatore presso Giulio II (il papa battagliero) da Alfonso dEste; peccato che il papa trattasse malissimo gli ambasciatori, cosicch in Ludovico costante la paura 18

per le rappresaglie del pontefice. Ariosto , infatti, un uomo mite e amante della vita semplice, tollerante e moderato, amante della vita sedentaria, libera, contemplativa, di studio, e che tra laltro odiava le imposizioni e le prepotenze. Nelle Satire (7 lettere ad amici e parenti in forma di poesia) descrive la vita che desidererebbe, e che invece il destino non gli permette di fare. Ariosto, in effetti, detesta il cardinale, il duca Alfonso, la vita di corte, ma vi costretto. Per sostenere la famiglia prende gli ordini minori: in questo modo non pu costruire la famiglia con la quale avrebbe voluto vivere tranquillo. Infatti non ama viaggiare (si definisce pigro), ma costretto dalla sua attivit di ambasciatore. Quando si stabilisce, per, scrive il suo poema, lOrlando furioso, che lo rende immortale e noto a tutti. Satire Ispirate a quelle composte da Orazio nellantichit, come critica di stampo politico, le Satire di Ariosto sono lettere di autoconfessione ad amici e parenti, riguardanti se stesso e il mondo che frequenta. Come interpretazione della vita e nelluso dellironia, Ariosto e Orazio sono molto simili. La poesia assume un tono prosaico, semplice, con accenni ironici. Centralmente lidea ariostiana della vera vita. Nella Satira III, rivolta al cugino Annibale Malaguzzi e composta nel 1518, il poeta tratta della sua condizione presso il duca Alfonso e ribadisce la sua necessit di autonomia attraverso alcuni concetti: gli uomini sono tutti diversi; questa idea pi volte riproposta in diverse forme; la corte come una gabbia in cui c chi sta bene e chi vi pu morire; preferisce mangiare poco ma a casa sua libero, piuttosto che tanto a corte ma oppresso; dorme bene sotto una coperta grezza come sotto una di seta; preferisce visitare il proprio quartiere che lEuropa; ha visto poche regioni, Alpi e Appennini; ama viaggiare sulla carta geografica, con la fantasia, senza dover pagare nessuno. indubbio che lideale di vita di Ariosto basato sulla semplicit. Al riguardo dei rapporti interpersonali la sua idea : ogni uomo dovrebbe essere tollerante con gli altri e rispettare le idee di tutti; ogni uomo dovrebbe essere ci che vuole.

Orlando furioso Definito poema di una vita perch scritto in oltre 20 anni con continue rivisitazioni del poeta, lOrlando furioso un poema epicocavalleresco, perch basato su guerre e su imprese cavalleresche e amor cortese. Si tratta del capolavoro di Ariosto, che si basa sui cicli bretone e carolingio e sullunione delle loro caratteristiche: ciclo bretone: Carlo Magno e i suoi paladini (Orlando, Rinaldo); scontro con gli arabi (mori dAfrica); ciclo carolingio: amore, magia, maghi ed elementi soprannaturali. Nel 1400 cera gi stato un recupero di questi cicli con la stesura di poemi, che venivano poi letti durante feste e serate a corte. Il Tulci compose il poema Morgante, mentre lOrlando innamorato di Boiardo la base di partenza di Ariosto. La vicenda di Orlando, infatti, riprende dal punto dinterruzione del racconto di Boiardo. Orlando da innamorato diventa furioso per amore e gelosia nei confronti di Angelica (innamorata di Medoro), attraverso una trama difficile, composta dallintreccio di pi storie che si intersecano di modo che, quando una sta per finire, ne comincia unaltra e si rimanda la fine a dopo (come in una giostra); manca la linearit del racconto. I 3 nuclei sui quali si basa la vicenda sono: Carlo Magno contro i mori dAfrica, con sconfitta dei mori; Orlando e Rinaldo si contendono Angelica (amore platonico); ricerca di Angelica scappata con Medoro in Catai. Allinizio dellopera Ariosto deve inserire un encomio del casato estense. Per questo, attribuisce allunione tra Ruggiero e Bradamante la formazione della dinastia dEste: tale situazione ritrovabile, oltre che nel Proemio, anche in diverse altre situazioni nel corso della storia. Un importante tema sviluppato da Ariosto quello della ricerca. Secondo Ariosto, tutti cercano qualcosa, quasi sempre con esito negativo (soprattutto quando si tratta di ricerche disperate): luomo si d da fare per false ricerche, falsi ideali. LOrlando furioso nasce anche dallesigenza di spiegare tutti i pregi e difetti delluomo, anche attraverso elementi fantastici e immaginari. Il senno perso da Orlando, furioso, si trova sulla Luna. Astolfo, per recuperarlo, compie il primo viaggio di un uomo sulla Luna. Essa la metafora dellaltra faccia della Terra, in cui si raccoglie tutto quello che luomo perde (tranne la follia, che non pu mai essere persa): senno di individui; ami doro e dargento, rappresentanti lodi e adulazioni; tempo inutile speso al gioco; 20

bellezza delle donne; minestra versata, cio lelemosina che gli eredi dovrebbero fare rispettando le volont del defunto; falsa donazione di Costantino, indicante linizio della corruzione della Chiesa perch titolare anche di potere temporale. La Luna rappresenta i fallimenti delluomo (che crede di essere immortale e punta sulle cose effimere) e non, dunque, lastro in s: quindi descritta in maniera fantastica, cos come la Terra. La vicenda termina con un duello tra mori e cristiani, con i tre migliori cavalieri di ogni schieramento e la vittoria finale dei cristiani, dopo che Orlando ha potuto recuperare il suo senno.

Capitolo XV Caratteri generali del Settecento


Si sviluppa nel Settecento il concetto di civilt governata dalla luce dellintelligenza. Questa luce deve illuminare le menti dei regnanti per portare progresso e prosperit; perci questa et detta dellIlluminismo. Lo sviluppo illuministico si ha soprattutto nella prima met del secolo. Attenuandosi la paura dellInquisizione, nasce un nuovo modo di intendere la figura dellintellettuale: ora la sua opera ha funzione divulgativa e di miglioramento della societ. Si sviluppa la filosofia e tutta una serie di nuovi prodotti letterari: romanzi (soprattutto di viaggi), giornali, opuscoli. Lopera illuminista contribuisce a creare una mentalit aperta nei confronti delluomo e della societ. Leconomia diventa importantissima, grazie anche alla colonizzazione e alloperato delle compagnie orientali. Si comincia a studiare leconomia politica, nascono le prime teorie economiche grazie a nuove figure intellettuali, gli economisti. La letteratura diventa veicolo di diffusione scientifica e filosofica. Parallelamente alleconomia, c lo studio del diritto civile, specifico del contesto nazionale. Si sviluppa anche il diritto penale (tra i cui massimi esponenti Cesare Beccaria ) per regolamentare le pene dei condannati, in relazione al diritto naturale, sul quale ormai si fonda la giurisprudenza.

Capitolo XVI Giambattista Vico (1668 1744)

Considerato pi storico e filosofo che letterato, Giambattista Vico sicuramente un personaggio in controtendenza della propria epoca. In prima analisi, si tratta di una importante testimonianza della fusione possibile tra la letteratura e le altre discipline: si comincia cos a pensare a unespansione del campo di influsso della letteratura, presagio anticipatore del Romanticismo. Entrando pi in dettaglio, si scopre linfluenza di Cartesio e del Razionalismo (Cogito ergo sum) nelleducazione di Vico, che lo porta a contrastare linterpretazione razionale dominante delluomo: occorre recuperare la fantasia, il sentimento, limmaginazione e la creativit (secondo i concetti umanistici) e contemporaneamente esprimerli attraverso il linguaggio. Questo il veicolo con il quale luomo esprime se stesso: diventa dunque un mezzo di studio per capire la societ, assieme alla produzione letteraria e al folklore. in questo periodo che nasce lo studio della storia dei popoli, con un rigoroso metodo scientifico per capirne le regole (descritte nella sua opera Scienza nuova). 1. La storia segnata da continui corsi e ricorsi storici: ciclicamente ritornano momenti di gloria e momenti di crisi, diversi tra loro come caratteristiche ma uguali nella sostanza, anche a distanza di centinaia di anni. 2. Il progresso delluomo stato segnato da 3 et, considerate in base allevoluzione della conoscenza e della capacit intellettiva delluomo: conoscenza oscura e bruta: tirannide; prima consapevolezza con elementi bruti: monarchia; consapevolezza della ragione: et dei lumi. Nellottica storica di Vico rientra anche il recupero di Omero in quanto celebratore della grandezza della civilt greca antica, esempio di periodo di gloria delluomo. Le opere di Omero, inoltre, proprio per quello che raccontano hanno segnato la storia. Per completare la sua opera di avversione, Vico contest ladagio della sua epoca la conoscenza vera solo se scientifica: era sua convinzione che luomo potesse conoscere solo ci di cui creatore, quindi non pu certo conoscere la natura. Lunico campo in cui pu esserci totale conoscenza, da parte delluomo, la storia, perch essa fatta dalluomo e dai popoli. Si ritorna cos ai concetti prima esposti.

Capitolo XX Giuseppe Parini (1729 1799)

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Giuseppe Parini definibile come primo poeta italiano con intendimento civile e politico in Italia, dopo Dante Alighieri. Tra questi due personaggi ricordiamo per Machiavelli, autore del saggio sul buon governo Il Principe, e Ariosto che, poeta, canta luomo nelle sue forme diverse, ma sempre alla ricerca di qualcosa. Dopo la remissivit della Controriforma, Beccaria pu combattere la sua battaglia per i diritti del colpevole, ma non certo definibile poeta. Parini, al contrario, intende svergognare la classe dominante, laristocrazia, attraverso la satira e lironia. Tutto ci partendo dalla povert: stato uno dei pochissimi autori italiani a condurre una vita misera. Nato a Milano quasi povero, Parini rischia di non poter finire gli studi, per i quali veramente portato. Ottiene uneredit da una zia, ma solo a costo che Giuseppe si ordini prete: e cos . Parini diventa, oltre che prete, gran studioso e uomo di cultura, ma leredit non gli consentiva di compiere la vita agiata cui ambiva. Deve lavorare, per cui diventa precettore della nobile famiglia Serbelloni. Vivendo con loro ogni giorno per anni, impara a conoscere tutte le caratteristiche, positive e negative, della classe aristocratica. Quando, un giorno, il padrone di casa schiaffeggia il maestro di musica dei figli, si apre un aperto contrasto tra Parini e la famiglia, che porta il poeta a partire. Limpegno civile di Parini lo porta ad assumere incarichi sociali e politici a Milano (che gode della situazione di benessere provocata dalla riforme austriache). Prima dirige un giornale, poi entra nella municipalit dopo la Rivoluzione Francese, di cui (solo inizialmente) fervente ammiratore: qui scopre che luomo, una volta raggiunto il potere, perde facilmente di vista i suoi obiettivi. Lascia, con sgomento, lincarico; lamico Ugo Foscolo, fuggito da Venezia, nel suo Ultime lettere di Jacopo Ortis attribuir a Parini frasi sconfortanti sulla situazione vissuta, in cui ormai tutto perduto e veramente poco possibile fare. Un quadro altamente pessimistico per un Parini ormai alla fine dei suoi giorni. Il Giorno Lesperienza di Parini d lidea per la sua opera pi famosa. In essa il poeta descrive la giornata di un giovane nobile, dal risveglio alla notte, con lobiettivo finale di evidenziare linutilit di una vita cos condotta.

Capitolo XXI

Vittorio Alfieri (1749 1803)


Pur essendo contemporaneo di Giuseppe Parini, Vittorio Alfieri abissalmente diverso dal milanese. un nobile piemontese, essendo un ricco proprietario terriero; per questo la lingua con la quale si esprime abitualmente il francese, e questa anche la lingua con la quale scrive le prime opere (non conoscendo litaliano, che imparer solo in un secondo tempo). Luomo Alfieri iroso, iracondo e umorale. Dopo il compimento degli studi viaggia per lEuropa, cercando realt diverse ma soprattutto alla ricerca della pace interiore. Il viaggio cio visto come un desiderio personale da aristocratico, non con fini culturali illuministici. La caratteristica che distingue Alfieri la naturale avversione per la tirannide, che porta a diverse conclusioni: sente il bisogno di comunicare i caratteri positivi e negativi della tirannide per combatterla; occorre eliminare la tirannide tramite grandi personalit (eroi); esiste la possibilit di autodistruzione della tirannide; il tiranno sa di non essere amato e di temere leliminazione; bisogna scuotere lopinione pubblica con azioni forti, magari con il suicidio (visto come gesto estremo per la conservazione della libert). Il potere, secondo Alfieri, genera oppressione e violenza. La conseguente lotta per la libert una idea assoluta, che contrasta con la realt dei fatti (cio il mondo della delusione). Nel momento in cui si tenta di realizzare lidea astratta, questa da infinita diventa finita e, anche nella migliore delle ipotesi, porta ad un insuccesso. In altre parole, la tesi (ideale) contro lantitesi (reale) porta a una sintesi con compromessi; lo scontro tra ideale e reale genera una visione assolutamente negativa e pessimista della realt in Alfieri. Con queste idee uno degli anticipatori del Romanticismo. Il contributo letterario di Alfieri di tutto spessore. Le opere teatrali sono scritte seguendo il metodo classico (o aristotelico), secondo il quale le tragedie devono avere delle precise unit che le compongono: unit di tempo: non oltre 24 ore; unit di luogo: scena fissa; unit di azione: pochi personaggi (tutti principali) in scena, talvolta solitari; presenza di un coro rafforzativo e introduttivo.

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Tutto volto a dare drammaticit alla storia, ad evitare la cantilena e la musicalit della recita; la sintassi contorta, con frequenti inversioni della logica del periodo. Tra le tragedie pi conosciute ricordiamo Saul, che tratta della vicenda del grande tiranno biblico che, ormai vecchio, contrastato dal giovane astro nascente David. Il dramma costituito dalla decadenza delluomo di potere. Tra le opere politiche, Della tirannide certamente quella che pi risente del pensiero alfieriano; esistono poi trattati minori, ma sempre incentrati sul tema della libert e delle gerarchie sociali, e comunque pervasi del costante pessimismo dellautore.

Capitolo XXII Neoclassicismo e Preromanticismo


Tra la fine del 1700 e linizio del 1800 si sviluppano i due movimenti stilistici che divideranno gli artisti in neoclassici e romantici, in netta antitesi e con illustri rappresentanti da ambo le parti. Il neoclassicismo si propone un nuovo recupero della classicit, della mitologia, delle divinit, per comunicare concetti contemporanei. Il recupero dello stile classico solo una fase del processo di recupero della civilt, di rinnovamento, di riforma. Dominante il gusto del bello, della perfezione, della misura. Dalla ricerca dei reperti classi antichi nasce larcheologia, che si propone di ricercare, classificare e divulgare le testimonianze del mondo antico. Impulsi fondamentali al movimento e alla nuova scienza sono dati, negli anni dal 1780 al 1790, dalla scoperta di Pompei ed Ercolano, che entusiasma gli amanti del mondo classico, e dalla campagna dEgitto di Napoleone. Tra chi lavora a Pompei presente Johann Joachim Winckelmann (studioso tedesco di storia dellarte), che elabora la teoria estetica del Neoclassicismo, ovvero la concezione del bello artistico. Si intende per bello qualunque espressione artistica in grado di suscitare un sentimento di serenit e armonia; questo possibile attraverso una forma armoniosa e perfetta, come pu essere un corpo umano non deforme (che d anche misura di perfezione). Il neoclassicismo influenza tutti i campi, dalla scultura (Canova) allarchitettura (Palladio). Sotto Napoleone si sviluppa lo stile Impero, che copiava perfettamente lo stile greco antico. La produzione letteraria neoclassica riguarda 2 sfere principali: ambito civile e sociale: Parini , Foscolo ;

ambito encomiastico: Vincenzo Monti (traduce Iliade e Odissea; compone odi per i maggiori avvenimenti, tra cui unode ai fratelli Montgolfier). Il preromanticismo contrasta col neoclassicismo, poich qui la concezione di bello legata al sublime, allessere fuori misura. Non c armonia nella produzione preromantica; le forme espressive devono suscitare sgomento e paura in chi osserva o legge. Le immagini sono acquisite dalle manifestazioni pi violente della natura, come tempeste, burrasche e simili. Si ha il recupero di forti emozioni, della fantasia e della creativit. importante sottolineare come, in questo movimento, siano presenti solo alcuni accenni alle caratteristiche dominanti del futuro Romanticismo. Il prefisso pre- ha proprio il significato di anteprima di quanto dovr ancora venire, ma si sta nel frattempo sviluppando. I maggiori rappresentanti del movimento preromantico sono Alfieri (culto delleroe) e Foscolo (solo nei contenuti che trasmette, mentre la forma classica). Si ritrovano, comunque, rappresentanti in tutta Europa, su tutti i tedeschi Schiller e Wolfgang von Goethe , precursori dello Sturm und Drang (impeto e tempesta, il Romanticismo tedesco.

Capitolo XXIII Vincenzo Cuoco (1770 1823)


Vincenzo Cuoco si distingue come uno dei massimi intellettuali presenti nella Repubblica Partenopea (1796-99) di stampo francese rivoluzionario. Come insegna la Storia, tale repubblica ha breve vita, fondamentalmente perch non appoggiata dai francesi o dalle altre repubbliche giacobine e per lestraneit del popolo napoletano alla rivolta. I Borboni, quindi, dopo essere stati cacciati tornano al loro posto di comando e, dichiarando terminata lepoca repubblicana, organizzano la repressione. Moltissime sono le condanne disposte, e tanti quelli che fuggono cercando la salvezza. Tra loro c Cuoco, saggista di alta classe sociale. Sulla base dellesperienza rivoluzionaria scrive un Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799, nel quale analizza le cause dellinsuccesso del tentativo rivoluzionario. La conclusione cui giunge Cuoco che, per avere una rivoluzione giusta, bisogna coinvolgere il popolo e ispirarsi ad esso materialmente (condizione di rivoluzione attiva); le classi intellettualmente pi elevate, invece, 26

pensando di poter parlare al popolo come dentro un circolo letterario, sono incomprese e non riescono a trasmettere lidea rivoluzionaria. La rivolta di Napoli, al contrario, passiva perch: spera nellaiuto di un popolo straniero, che nessun interesse pu avere nellaiuto se non quello di conquistare il territorio dei ribelli; si basa su idee astratte e straniere, quindi lontane dai bisogni reali del popolo in lotta.

Capitolo XXIV Ugo Foscolo (1778 1827)


Limportanza di Ugo Foscolo nella letteratura del 1800 eccezionale, e tutta connessa alla situazione storica da lui vissuta. Nato a Zante (isola greca appartenente alla Repubblica di Venezia), figlio di un medico veneziano, mentre la madre greca. In adolescenza subisce il fascino della Grecia classica, che si manifester poi nei suoi scritti. Alla morte del padre deve trasferirsi a Venezia, in una situazione di povert; con la seduzione ( amante di molte donne) riesce ad accedere ai salotti cittadini, dove incontra le migliori intelligenze. Nonostante questo e laiuto costante di Isabella Roncioni, la sua condizione non cambia: sempre povero, malvestito e denutrito. Quando Napoleone, nel 1797, firma il trattato di Campoformio, la vita di Foscolo cambia radicalmente. La Repubblica di Venezia viene smembrata e distribuita tra vari stati; Foscolo, di idee giacobine, costretto a scappare da una Venezia divenuta austriaca. quindi testimone dellet napoleonica: dallamore giovanile (compone unOde a Napoleone Imperatore) allodio dopo Campoformio (ode A Napoleone tiranno). La sua vita si trasforma in un esilio perpetuo, tra Italia, Francia, Inghilterra, che durer fino alla morte (a Londra). I problemi economici continuano a perseguitarlo; arriva anche ad arruolarsi nellesercito francese. La grande passione e lo spirito focoso distinguono Foscolo come uomo e come autore. La formazione, materialistica e sensistica, lo rende pieno di illusioni e ideali che servono per ammettere che non esiste unanima immortale. Per continuare a vivere avendo qualche ragione di farlo, Foscolo si inventa una propria religione delle illusioni, sulla quale si basa per non scadere nella depressione interiore. Gli elementi sono: patria (in quanto giacobino);

libert (in quanto giacobino); amore (sentimento forte per vivere); bellezza (per rasserenare, secondo la dottrina neoclassica); poesia (per eternare ci che, invece, morirebbe); sepolcro (luogo di incontro e ricordo, di affetto per corrispondenza di amorosi sensi, purch chi morto abbia lasciato in eredit sentimenti positivi). Il tema del sepolcro torna spessissimo nella produzione di Foscolo come conseguenza del suo esilio che, sa, lo condanna a non avere sepoltura in patria (lacrimata sepoltura). Dopo il romanzo giovanile, Ultime lettere di Jacopo Ortis, che contribuisce in maniera decisiva alla nascita del romanzo in Italia, una fetta amplissima della produzione in poesia rimanda al tema della morte. Tra i sonetti che scrive, Alla sera, In morte del fratello Giovanni e A Zacinto; compone unode (carme) specifico, I sepolcri. La prospettiva di Foscolo si avvera: muore a Londra, lontano dalla patria. Anni pi tardi, il suo feretro trasferito a Firenze, in Santa Croce, accanto ai grandi della Storia. Ultime lettere di Jacopo Ortis Si tratta di un romanzo epistolare sulla falsa riga de I dolori del giovane Werther di W. Goethe. La trama riprende in gran parte la vita dello stesso Foscolo, escludendo il finale (Ortis si uccide, mentre Foscolo non lo far mai); sembra quasi unautobiografia ideale. Al contrario del romanzo di Goethe, nel quale si parla solo damore, qui presente la considerazione politica di Ortis, specchio del pensiero dellautore. Luomo rappresentato in maniera romantica: la vita unalternanza di delusioni e illusioni, che provocano uno scetticismo totale e costante nei confronti della realt. Un esempio di delusione fornito dallepisodio dellincontro con Teresa. Si svolge a casa del signor T. (liniziale perch si tratta di un ricercato), padre di Teresa; Jacopo la incontra e scocca lamore a prima vista. Teresa per promessa a Odoardo: dallillusione iniziale (avere la donna amata) si giunge alla delusione (per non poterla avere). Alla sera Questo sonetto un invito alla meditazione (come momento introspettivo) e alla quiete. La sera unimmagine della morte (come pace eterna); desiderata sia se serena, sia se portatrice di tempesta, poich sempre raggiunge il cuore e pacifica lanimo. La purificazione avviene mentre il reo tempo presente (reo per le delusioni e per lepoca negativa) fugge e si consuma assieme allautore.

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La divisione evidente tra le quartine e le terzine. Nelle quartine Foscolo descrive il proprio stato danimo. Nelle terzine analizza i processi dinamici di trasformazione dovuti alla sera: la morte liberatoria perch annullamento totale (si cancellano conflitti e sofferenze). In tutto il sonetto esiste un rapporto tra gli elementi positivi (nulla eterno, pace della sera) che annullano quelli negativi (reo tempo, spirto guerrier). La tematica la stessa dellOrtis: la morte vista come unica soluzione per una situazione insostenibile. In altre parole, leroe (generoso e appassionato) si oppone alla realt storica (negativa), ma sconfitto. In morte del fratello Giovanni Giovanni Dionigi, fratello di Ugo Foscolo, apparteneva allesercito cisalpino. Il vizio del gioco lo porta ad accumulare un debito tale da uccidersi. Il sonetto scritto in suo onore dal fratello di consolazione per la madre, rimasta sola. Il desiderio del poeta quello di rivedere la tomba del fratello, al termine del proprio esilio; vorrebbe tornare, ma sente lavversit degli di (secondo i canoni classici, e come Ulisse) e i tormenti interiori del fratello. Lunica speranza rimastagli la morte. Nel finale invoca di essere sepolto in patria (presso la madre mesta) per poter riunire la famiglia. I due temi di sviluppo sono lesilio e la tomba. Il primo legato al senso di sradicamento e di precariet; il sepolcro invece visto come centro di raccoglimento famigliare e come immagine della madre. Gli avversi numi rappresentano un potere contro il quale vano lottare. La struttura circolare, con i concetti tomba e madre racchiusi entro quello dellesilio e, da esso, annullati. La morte lunica soluzione per il ricongiungimento della famiglia (lacrimata sepoltura); il fatto che sia lacrimata indica che esiste un legame con la vita, e che la morte non nulla eterno. Il ritorno presso la madre , comunque sia, unillusione. A Zacinto Zacinto il nome greco antico (quindi classico) di Zante: dove trascorre linfanzia Foscolo (simbolo della famiglia); dove nacque Venere (da classica), simbolo di bellezza rasserenatrice) e fertilit; in Grecia, patria di Omero (che come Foscolo se ne and, e che canta di Ulisse, punto di paragone per lautore). Il poeta consapevole che non torner mai pi, e che alla fine rester solo la sua poesia.

La sintassi anomale e tortuosa, per vari motivi: indice dellinquietudine della passione soggettiva; un flusso appassionato; simile allerrare dei due protagonisti, durante il loro esilio. Ritorna la circolarit del discorso, che punta al ritorno al punto di partenza (del discorso e del viaggio, cio le due isole di Itaca e Zante). Leroe classico (positivo) ottiene il suo risultato e fa ritorno. Leroe romantico (negativo) non riuscir mai a tornare, generando un sentimento di smarrimento e incertezza. Rifiutando questultimo la societ in cui vive, si rappresenta miticamente come un esule. Si nota una regressione materna legata a Venere, a Zacinto e alla madre di Foscolo. Lacqua oggetto di una doppia visione: d vita (immagine materna); senza acqua (illacrimata sepoltura) c la morte lontano da casa.

Capitolo XXVII Giacomo Leopardi (1798 1837)


Giacomo Leopardi, da Recanati nelle Marche, sicuramente una delle intelligenze pi acute e sviluppate del suo periodo storico. La definizione, che gli stata data in seguito, di pensiero poetante adatta a un personaggio che ha lungamente interpretato il pensiero dell'uomo e della vita, trasponendo le proprie idee in poesia. L'origine nobile di Leopardi, primogenito di una famiglia comunque non ricca, in un piccolo borgo in collina e sul mare, condiziona la vita del giovane autore. Il padre, il conte Monaldo, un funzionario dello Stato Pontificio assente e autoritario. La madre, Adelaide Antici, una donna tirchia (al punto da misurare le uova portate dai contadini, mantenuti in condizioni feudali) e senza senso materno, attenta solo all'amministrazione delle propriet di famiglia. Leopardi avverte la mancanza di affetto familiare, che trova solo nell'amicizia, soprattutto epistolare, con Pietro Giordani, che considera suo "padre putativo". L'educazione del piccolo Leopardi privata e affidata ad un precettore fino ai 10 anni. Seguono sette anni di studio "matto e disperatissimo" nella biblioteca di famiglia: in questo tempo, impara latino, greco, ebraico, studia l'astronomia, la fisica, la matematica, la filosofia. La sua conoscenza enciclopedica ne fa un erudito, tanto da conoscere pi del proprio precettore.

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A 17 anni abbandona gli studi eruditi e passa alla poesia, sia classica che contemporanea. Questo passaggio definito dall'erudizione al bello. Nel frattempo, si manifesta in maniera evidente la solitudine che caratterizza la vita di Leopardi: non ha confidenza con i genitori; trascorre solo qualche ora con i fratelli, troppo piccoli per capire. Si sente incompreso, diverso, in un borgo "selvaggio", cio ignorante, anche se "nato": non pu comunicare, n avere scambi con alcuno. L'amicizia epistolare con Pietro Giordani lo risolleva parzialmente e gli consente di trascorrere diverse ore in tranquillit.

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