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Cavalieri templari

Cavalieri medioevali, autori delle crociate religiose

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Ordine dei Templari


Pauperes commilitones Christi templique Salomonis

La Croce templare, simbolo per eccellenza dell'ordine


Tipologia ordine religioso cavalleresco
Motto Non nobis Domine, non nobis, sed
nomini tuo da gloriam
Status cessato
Istituzione 1119 circa
Primo capo Hugues de Payns
Cessazione 1312
Ultimo capo Jacques de Molay
Motivo della Soppressione dell'ordine ad opera di
cessazione Filippo IV di Francia e requisizione di
tutti i suoi beni
Ordine più alto Gran maestro
Quello dei Pauperes commilitones Christi templique
Salomonis ("Poveri compagni d'armi di Cristo e del tempio
di Salomone"), meglio noti come cavalieri templari o
semplicemente templari, fu uno dei primi[1] e più noti ordini
religiosi cavallereschi cristiani medievali.

La nascita dell'ordine si colloca nella Terra santa al centro


delle guerre tra forze cristiane e islamiche scoppiate dopo
la prima crociata indetta nel 1096. In quell'epoca le strade
della Terrasanta erano percorse da pellegrini provenienti da
tutta Europa, che venivano spesso assaliti e depredati. Per
difendere i luoghi santi e i pellegrini, nacquero diversi ordini
religiosi. Intorno al 1118-1119 un pugno di cavalieri decise
di fondare il nucleo originario dell'ordine templare, dandosi il
compito di assicurare l'incolumità dei numerosi pellegrini
europei che continuavano a visitare Gerusalemme. L'ordine
venne ufficializzato nel 1129, assumendo una regola
monastica, con l'appoggio di Bernardo di Chiaravalle. Il
doppio ruolo di monaci e combattenti, che contraddistinse
l'Ordine templare negli anni della sua maturità, suscitò
naturalmente perplessità in ambito cristiano.[2]

L'ordine templare si dedicò nel corso del tempo anche ad


attività agricole, creando un grande sistema produttivo, e ad
attività finanziarie, gestendo i beni dei pellegrini e arrivando
a costituire il più avanzato e capillare sistema bancario
dell'epoca. Cresciuto nei secoli in potere e ricchezza,
l'ordine si inimicò il re di Francia Filippo il Bello e andò
incontro, attraverso un drammatico processo iniziato nel
1307, alla dissoluzione definitiva nel 1312, a seguito della
bolla "Vox in excelso" di papa Clemente V che sospese
l'ordine in via amministrativa. Le recenti ricerche storiche
hanno rivelato in maniera inequivocabile che il Papa
Clemente V in realtà così facendo decise di non decidere:
non voleva creare un nuovo scisma con la corona francese
(come minacciato da Filippo il Bello) così, per evitarlo,
sospese l'ordine del Tempio senza condannarlo.

Nell'immaginario popolare la figura dei templari rimane


controversa a causa delle tante leggende nate tra il XVIII ed
il XIX secolo che parlano di strani riti e di un legame mai
avuto con la massoneria (nata circa 400 anni dopo la
sospensione dell'ordine). In realtà tutte queste leggende
sono frutto dell'immaginario collettivo dei movimenti
culturali dell'illuminismo, del romanticismo e della
massoneria che hanno dipinto l'ordine dei Templari in
maniera così fosca senza aver condotto degli accurati studi
storici e per attaccare la Chiesa Cattolica. In epoca recente
tutti questi falsi miti sono stati sconfessati dagli atti del
processo che sono stati studiati a fondo ed hanno rivelato
che in realtà le accuse erano montate ad hoc sulla base di
confessioni estorte con la tortura dall'inquisizione francese
che a sua volta era stata manipolata da Guillaume de
Nogaret, guardasigilli di Filippo il Bello, per permettere al re
di impossessarsi degli ingenti averi appartenenti all'ordine
del Tempio e per sanare l'enorme debito contratto dallo
stesso re di Francia nei confronti dell'ordine stesso (circa
400.000 fiorini, che corrispondono al bilancio attuale della
Francia). Infatti la legge canonica del tempo prevedeva che
chi veniva accusato di eresia perdeva tutti i crediti contratti
e tutti i propri averi.[3]

Storia

Origini Modifica

Fortezze templari in Terrasanta

La nascita dell'ordine templare è da collocarsi


territorialmente e storicamente nella Terra santa al centro
delle guerre tra forze cristiane e islamiche scoppiate dopo
la prima crociata, indetta da papa Urbano II al concilio di
Clermont nel 1096. In quell'epoca le strade della Terrasanta
si credeva fossero fortemente infestate da predoni e
fanatici musulmani, che assalivano e depredavano i
pellegrini. Nel 1099 i cristiani riconquistarono la Terrasanta
in mano ai musulmani. L'opinione generale, però, era che la
situazione, col tempo, sarebbe peggiorata: la maggior parte
dei cavalieri di ritorno in Europa sarebbe stata attaccata; le
esigue milizie cristiane rimaste nei territori conquistati si
sarebbero dovute arroccare nei pochi centri abitati.

Alla fine dello stesso 1099 si presentò il problema di come


difendere i luoghi santi e dare un passaggio sicuro alle
migliaia di pellegrini che giungevano da tutta Europa.
Nacquero così diversi ordini religiosi che si prefissero
l'obiettivo di garantire l'incolumità dei devoti. Il primo fu
l'Ordine dei canonici del santo Sepolcro, fondato nel 1099
da Goffredo di Buglione. Subito dopo vennero a costituirsi
quello di San Giovanni dell'Ospedale e quello del Tempio,
che, secondo teorie non da tutti accettate, risalirebbe agli
anni 1118-1120.

Hugues de Payns con il compagno d'armi Goffredo di Saint-


Omer e ad alcuni altri cavalieri, decise di fondare il nucleo
originario dell'Ordine Templare, dandosi il compito di
assicurare l'incolumità dei numerosi pellegrini europei che
continuavano a visitare Gerusalemme.

La mancanza di documenti dell'epoca rende impossibile


l'esatta ricostruzione dei primi anni dell'Ordine del Tempio.
Dunque è solo possibile impostare la ricerca attraverso
ipotesi e supposizioni, basate sui diversi documenti
successivi.
«Durante il suo splendido regno [l'Autore sta parlando
di Goffredo di Buglione] alcuni [cavalieri o crociati]
decisero di non tornare fra le ombre del mondo, dopo
aver così intensamente sofferto per la gloria di Dio. Di
fronte ai principi dell'armata di Dio essi si votarono al
Tempio del Signore, con questa regola: avrebbero
rinunciato al mondo, donato i beni personali,
rendendosi liberi di perseguire la purità e conducendo
una vita comunitaria, con abiti dimessi, usando le armi
solo per difendere le terre dagli attacchi incalzanti dei
pagani, quando la necessità lo richiedeva.»

(Simone di St. Bertin, Gesta degli Abati di San Bertino,


annali, c. 1140[4])

Con queste parole il cronista Simone di Saint Bertin, in data


anteriore alla sua morte, 1140, documenta la nascita del
gruppo di cavalieri che si votarono al Tempio del Signore.
Simone è contemporaneo agli eventi di cui tratta e, sulla
base delle sue parole, pone la data di nascita dell'Ordine nel
1099, prima della morte di Goffredo di Buglione, che aveva
rifiutato di essere re della città santa, per assumere il titolo
di Avvocato di Gerusalemme. Simone associa questa nuova
milizia al Tempio avvalorando così la qualifica di templari,
rivelando anche una forma comunitaria di convivenza assai
prossima al monachesimo.
Baldovino II cede la sede del Tempio di Salomone a Hugues de Payns e
Gaudefroy de Saint-Homer. Miniatura da Histoire d'Outre-Mer di Guglielmo di
Tiro, XIII secolo

«Nello stesso anno (1118), alcuni nobili cavalieri, pieni


di devozione per Dio, religiosi e timorati di Dio,
rimettendosi nelle mani del signore patriarca per
servire Cristo, professarono di voler vivere
perpetuamente secondo le consuetudini delle regole
dei canonici, osservando la castità e l'obbedienza e
rifiutando ogni proprietà. Tra loro i primi e i principali
furono questi due uomini venerabili, Hugues de Payns
e Goffredo di Santo Aldemaro…»

(Guglielmo di Tiro, Historia rerum in partibus


transmarinis gestarum (La storia delle gesta in
Oltremare), c. 1184)

In queste righe[5], scritte alla fine del XII secolo, Guglielmo di


Tiro narra i primi anni dei pauperes milites Christi. La sua
Historia, però, compilata successivamente alla fondazione
della Nova Militia e durante il regno di Amalrico I di
Gerusalemme (1162-1174), come quella di Giacomo di Vitry,
vescovo di San Giovanni d'Acri (Historia orientalis seu
Hierosolymitani scritta nel XIII secolo) non conobbe gli anni
in cui i primi cristiani giunsero in Outremer per la riconquista
della Terrasanta e non vide la nascita di quegli Ordini che
tanti onori meritarono sul campo.

Uno dei pochi documenti coevi all'epoca di fondazione fu il


testo della regola dei templari, conosciuto come Regola
Primitiva, approvata nel 1129[6] con il Concilio di Troyes:

«...pertanto, in letizia e fratellanza, su richiesta del


maestro Ugo, dal quale fu fondata, per grazia dello
Spirito Santo, convenimmo a Troyes da diverse
province al di là delle montagne, nel giorno di S. Ilario,
nell'anno 1128 dall'incarnazione di Cristo, essendo
trascorsi nove anni dalla fondazione del suddetto
Ordine, ci riunimmo a Troyes, sotto la guida di Dio,
dove avemmo la grazia di conoscere la regola
dell'Ordine equestre, capitolo per capitolo, dalla bocca
dello stesso Maestro Ugo. Pur nella nostra modesta
conoscenza, approvammo ciò che ci appariva buono e
utile.»

(Regola dei Templari[7])

La Regola Primitiva è stata tramandata in latino, come


proposto nel Concilio di Troyes, nel 1129, e in antico
francese, datato fra il 1139 e il 1148. Il testo, seppur diffuso
dagli stessi Templari, poco aiuta ad identificare con
esattezza i momenti della fondazione. Il terzo capoverso del
prologo di questa regola si riferisce al 1119 come anno di
nascita dell'Ordine, ma lascia aperta la possibilità che
l'inizio delle attività di protezione dei pellegrini possa essere
avvenuta anche in tempi precedenti[8]:

Un testo del 1468, Libro nel quale si dimostra la nobiltà


dell'antica famiglia Amarelli Della Nobilissima Città di
Rossano, custodito nella Biblioteca privata della Famiglia
Amarelli, a Rossano, riporta la versione italiana di una
lettera, firmata da Ugo de Paganis e datata 1103,[9] nella
quale si asserisce che la prima intenzione di costituire la
milizia sia stata formulata a Goffredo di Buglione, nel 1099.
Benché certificata da un sigillo notarile, e nota agli studiosi
già nei secoli passati,[9] la Lettera Amarelli è stata
contestata e sottoposta ad un vaglio critico tuttora
controverso.[10]

Gli elementi di incertezza sono molteplici e gli studiosi non


sono concordi sull'interpretazione di questi documenti.
Anche il numero esatto dei cavalieri che vi aderirono è
oggetto congetture non sempre concordi. Mentre il testo
della Regola parla di sei cavalieri, la tradizione parla di nove
cavalieri ("Nove uomini aderirono a questo patto santo e
servirono per nove anni in abiti laici che i credenti avevano
dato loro in elemosina.")[11], ma tale numero avrebbe un
significato soprattutto allegorico. La scarsa disponibilità di
documenti non esime gli studiosi dal tracciare, comunque,
una storia della sua fondazione, stando a testimonianze e
scritti successivi, e alle motivazioni che spinsero alcuni
cavalieri ad abbandonare gli agi di corte e ad abbracciare la
povertà. Alcuni studiosi, comunque, collocano ufficialmente
la fondazione nel 1118/1119. Sarebbe stato in quell'anno
che il re Baldovino II di Gerusalemme avrebbe dato,
secondo Giacomo di Vitry nel suo Historia orientalis seu
Hierosolymitana, ai "poveri cavalieri di Cristo" alcuni locali
del palazzo reale, presso la moschea di al-Aqsā, situata in
prossimità del Tempio di Salomone, dal quale l'ordine prese
il nome. Resta comunque possibile che, pur senza una
fondazione formale, i cavalieri possano aver iniziato ad
operare fin dal 1099.

L'Ordine, in ogni caso, assunse reale importanza solo a


partire dal 1126, in seguito al viaggio compiuto in Europa
dal Maestro Ugo e con l'ingresso del conte Ugo di
Champagne, quando iniziarono a pervenire donazioni e
lasciti.[12]

Il Krak dei Cavalieri

Ulteriore definizione del ruolo e delle prerogative dell'Ordine


fu espressa il 29 marzo 1139 dalla bolla Omne Datum
Optimum di Innocenzo II. La bolla fu di vitale importanza per
l'Ordine dei cavalieri templari perché sancì la totale
indipendenza del suo operato e l'essere esente dal pagare
tasse e gabelle.

Attività militare in Terrasanta Modifica

La parabola storica dei Cavalieri Templari è strettamente


connessa con lo svolgimento delle Crociate. Se la
fondazione dell'Ordine trova le sue ragioni nelle vicende
legate alla conquista di Gerusalemme, lo svolgersi delle
Crociate determina il suo sviluppo e vede i Cavalieri sempre
più coinvolti negli eventi bellici. La fine dei Templari, al di là
degli episodi sconcertanti che la caratterizzano, è la
naturale conseguenza del termine dell'avventura in
Terrasanta. Seppure con qualche approssimazione, è
pertanto possibile tracciare una sequenza della loro storia
militare sulla base dello svolgersi delle varie Crociate.

Prima crociata Modifica

La Prima crociata, la cui fase bellica durò dal 1096 al 1099,


non vide i Templari in veste di corpo combattente, non
essendo ancora stato creato formalmente il loro Ordine. Fu
solo negli anni seguenti che essi organizzarono il loro
contingente e si impegnarono prevalentemente nella
protezione armata dei pellegrini. In tale veste i Cavalieri
ricevettero i riconoscimenti e i favori dei primi re di
Gerusalemme, fra i quali l'assegnazione dei locali presso la
Moschea al-Aqsa, da parte di Baldovino I, re di
Gerusalemme, e le prime donazioni in terre e di denaro. Solo
verso il 1125 l'ambiente religioso europeo e i governanti di
Gerusalemme si resero conto della loro potenzialità bellica.
Il Maestro Hugues de Payns fu inviato sul continente
europeo, dal 1125 al 1129, per raccogliere adesioni,
donazioni e denaro.[13]

Guido di Lusignano rende le armi a Saladino dopo la disastrosa battaglia di


Hattin.

Il primo scontro militare a cui partecipano dei Templari è


riportato dal cronista inglese Matteo Paris, si verifica nel
1133 e si risolve in una sconfitta. Un secondo scontro
coinvolge la guarnigione di Gerusalemme chiamata a
respingere un attacco di predatori beduini e turcomanni a
sud di Betlemme; anche questa volta l'esito è nefasto.

Seconda crociata Modifica

La Seconda crociata (1147), indetta per il recupero della


contea di Edessa, caduta in mano Turca, fu predicata da
Bernardo di Chiaravalle che, dopo le esitazioni dei primi
tempi, sembrava aver sposato la causa dei Crociati. Fu
condotta da Luigi VII di Francia e dall'imperatore Corrado III
di Svevia. Nell'estate del 1147 i Templari guidati da Everard
des Barres, loro precettore in Francia, si dimostrano decisivi
nel riportare all'ordine l'esercito di Luigi VII che, in seguito a
numerose imboscate turche nei pressi del monte Honaz, era
finito allo sbaraglio e rischiava di essere massacrato dalle
frecce turche. Dopo aver riportato la disciplina nei ranghi
dell'esercito francese, alcuni gruppi di soldati guidati
ciascuno da un Templare riescono prima a proteggersi dalle
frecce creando colonne protette da scudi triangolari ai
fianchi, poi ad infliggere pesanti perdite ai Turchi nel corso
di diverse sortite, fino a raggiungere la salvezza nel porto di
Antalya da cui poi l'esercito si imbarcherà per Antiochia.

Un attacco a Damasco (1148) in cui partecipò anche un


gruppo di Templari guidati dal maestro Robert de Craon
ebbe un secondo insuccesso e pose praticamente fine
all'avventura di Luigi VII e Corrado III.[14] Negli anni seguenti
i Templari evolsero in un corpo combattente a tutti gli
effetti. Protessero le forze crociate in rotta dopo la sconfitta
di Cadmos (1148) e di Inab (1149).[15] Entrarono in
possesso di Gaza[16] (1149) e parteciparono alla conquista
di Ascalona (1153). Nel frattempo andava consolidandosi
una fitta rete di castelli e di guarnigioni affidata ai Cavalieri
templari.[17] Fu il periodo della loro affermazione, attraverso
vicende complesse e conflittuali. La bolla Omne Datum
Optimum, del 1139, e le successive Milites Templi (1144) e
Militia Dei (1145) avevano già da tempo dato all'Ordine
un'autonomia e un'indipendenza che risultò sgradita a molti.
Si creò una forte ostilità nei loro confronti che esplose in
questo periodo.[18] La battaglia di Damasco, nel 1149, finì in
un bagno di sangue, nel quale, secondo alcuni cronisti,
venne trucidato l'intero corpo dei monaci combattenti. Fra il
1162 e il 1174 ebbe luogo un lungo contrasto con Amalrico
I, re di Gerusalemme[19], che giunse ad impiccare dodici
cavalieri colpevoli di aver ceduto una postazione militare in
seguito ad un attacco nemico. La comparsa di Salah ad Din,
il Saladino, capace di dare maggiore coordinamento alle
forze musulmane locali, cambiò lo scenario della regione,
portando alla disfatta nella battaglia di Hattin (1187, dopo la
quale i Templari prigionieri furono ferocemente
massacrati[20]) e alla caduta di Gerusalemme. In
precedenza gli Ordini cavallereschi avevano già subito una
terribile sconfitta nella battaglia di Cresson.[21]

Terza crociata Modifica

Una Terza crociata, denominata "parata dei principi", fu


indetta da papa Gregorio VIII nel 1187 e vide la
partecipazione di Federico Barbarossa, Filippo II Augusto, re
di Francia e Riccardo Cuor di Leone, re d'Inghilterra, nel
tentativo di riconquistare Gerusalemme e di contrastare i
successi del Saladino. Nel 1191 i Templari si stabilirono ad
Acri, riconquistata da re Riccardo, e nel settembre dello
stesso anno, insieme agli Ospitalieri contribuirono in modo
decisivo alla battaglia di Arsuf, dove il Saladino fu sconfitto
e con lui il mito della sua invincibilità. Nel 1192 I Templari
occuparono Cipro.
Successive crociate Modifica

Nel 1199 ebbe inizio una serie di operazioni, intensamente


volute da papa Innocenzo III e variamente attuate dalle
signorie e dai regni europei, volte all'invio di armati verso il
Vicino Oriente. La spedizione che ne conseguì, da molti
considerata come Quarta crociata, non raggiunse mai la
Terrasanta.

Eventi verificatisi fra il 1208 e il 1217 crearono le condizioni


per l'attuazione di una nuova Crociata, solitamente
individuata come la quinta. L'obiettivo della spedizione fu in
realtà l'Egitto e il vari corpi di spedizione raggiunsero
Damietta nel 1218. Il tentativo di conquistare la città vide
coinvolti i Templari, ma la situazione strategica e tattica fu
talmente sfavorevole che nel 1221, nonostante le velleità di
Pelagio, l'esercito cristiano rinunciò all'impresa. I Templari,
che pure persero il Maestro nei combattimenti, tennero una
condotta non sempre limpida[22] e si attirarono ostilità e
polemiche che sarebbero riemerse per secoli, comparendo
anche nei versi della Divina Commedia.[23]

Nel 1225 l'imperatore Federico II, protagonista di un ripetuto


e acceso contrasto con il papato, decise di recarsi in
Terrasanta per riconquistare Gerusalemme. L'evento,
usualmente indicato come Sesta crociata, fu condotto sul
campo diplomatico ed ottenne realmente la riconquista
pacifica della Città Santa. Federico si autonominò re.[24]
Con la sola eccezione della corte imperiale, l'intera vicenda
suscitò un'ostilità generale, sia in campo islamico che in
campo cristiano. Si creò un conflitto insanabile fra
l'imperatore e i Templari, che avevano perso, oltre al ruolo
ormai consolidato sui campi di battaglia, anche i diritti sui
locali del Tempio, a causa degli accordi stipulati
dall'imperatore. Nel 1244 l'impazienza di alcuni comandanti
cristiani condusse il grosso delle forze crociate in un tragico
scontro con forze islamiche inferiori, per numero e per
organizzazione, ad al-Harbiyya (o La Forbie). Nonostante il
vantaggio numerico dei crociati, la loro sconfitta fu totale:
dei trecento Cavalieri templari riuscirono a salvarsi solo una
trentina di uomini. I vantaggi ottenuti durante anni di
diplomazia, accortamente gestiti dagli ordini religiosi
cavallereschi e dai Templari in particolare, furono azzerati,
riconducendo i cristiani del Medio Oriente in uno stato di
profonda e disastrosa crisi.[25]

Luigi IX il Santo, re di Francia. Interpretò autenticamente il significato della


crociata.

Una successiva serie di spedizioni in Terrasanta, sotto la


guida di Luigi IX di Francia, ebbe inizio nel 1249. Gli storici
usano distinguere due episodi diversi, indicandoli come
Settima e Ottava crociata. Le navi crociate si diressero
verso l'Egitto e Damietta, ancora in mani islamiche, fu
rapidamente riconquistata. Sull'onda di questa vittoria i
franchi non seguirono i consigli dei Templari, ma si
gettarono sulla città di Mansura, senza le necessarie
precauzioni (1250). Il disastro fu totale. Dei
duecentonovanta cavalieri templari che avevano
partecipato al combattimento pur avendo ripetutamente
cercato di dissuadere i comandanti franchi, se ne salvarono
solo cinque. Ma la tragedia continuò: in fase di ritirata i
soldati cristiani furono attaccati e decimati. I prigionieri
furono così numerosi (e fra questi il re Luigi) da creare un
grave problema logistico ai vincitori. Nel 1266 avvenne la
caduta di Safed, per opera di un cavaliere traditore.

Luigi IX promosse una seconda spedizione, indicata come


Ottava Crociata. La spedizione partì da Aigues-Mortes nel
luglio del 1270. Il re sbarcò a Tunisi assieme al fratello Carlo
I d'Angiò, ma l'assedio si prolungò molto: la peste e la
dissenteria decimarono l'esercito e uccisero lo stesso re
nell'agosto dello stesso anno.

Nel 1270 Edoardo I d'Inghilterra e Carlo d'Angiò, re di Sicilia,


giunsero in Terrasanta con l'intento, rivelatosi tardivo, di
soccorrere Luigi IX. Proseguirono nelle operazioni militari,
cercando di sfruttare i dissidi variamente articolati fra Ugo
III, formalmente re di Gerusalemme, i Templari e i veneziani.
Fu riconquistata Acri, ma la situazione era confusa e i
cristiani erano ormai in condizioni precarie su tutto il
territorio. Nel 1291 alcuni cristiani attaccarono una
carovana siriana provocando la morte di 19 mercanti
musulmani. Il sultano mamelucco Khalīl (al-Malik al-Ashraf),
che aveva invano richiesto un risarcimento, decise di porre
sotto assedio Acri, ultimo avamposto crociato in
Terrasanta. La città cadde dopo 43 giorni di resistenza.
Dopo il massacro di almeno 60.000 cristiani, i Templari, in
considerazione dello stato di debolezza territoriale
conseguente, decisero di evacuare Tortosa e Athlit. Nel
1302 la perdita di Ruad e il massacro della guarnigione
templare pose definitivamente fine alle Crociate e
all'avventura dei cristiani in Terrasanta. Sporadici tentativi e
velleitari pronunciamenti dei decenni successivi non
avrebbero incitato nessuno a prendere nuovamente le armi
in nome della fede. La ragione stessa dell'esistenza dei
Poveri Cavalieri aveva cessato di esistere.

Pochi anni dopo, nel 1307, con l'arresto dei Templari in


Francia, sarebbe iniziato il processo di dissoluzione
dell'Ordine, concluso nel 1314 con l'esecuzione di Jacques
de Molay e di Geoffrey de Charnay. L'archivio templare di
Cipro sarebbe stato distrutto, nel 1571, dagli Ottomani,
venendo così cancellata la memoria diretta dei molti eventi
che avevano coinvolto i Cavalieri.
Oltre che in Palestina, l'Ordine combatté successivamente
anche nella Reconquista di Spagna e Portogallo,
guadagnandosi estesi possedimenti e numerosi castelli
lungo le frontiere tra le terre cattoliche e quelle musulmane.
Arrivarono ad ereditare, insieme con gli altri Ordini militari, il
Regno d'Aragona, che però rifiutarono dopo lunghe
trattative.

Caduta e sospensione Modifica

Dopo la caduta di San Giovanni d'Acri nel 1291, trecento


baroni crociati, francesi e germanici, alla guida di Giovanni
di Montfort (Maestro dei Templari) sbarcarono a Cipro e qui
vissero come monaci eremiti (distribuiti in vari eremi),
onorati e tenuti per santi dalla popolazione locale. L'Ordine,
comunque, dopo la definitiva perdita degli Stati Latini in
Terra Santa, si avviò al tramonto: la ragione fondamentale
per la quale era nato, due secoli prima, era ormai venuta
meno. Il suo scioglimento, tuttavia, non fu mosso per via
ordinaria dalla Santa Chiesa, ma attraverso una serie di
accuse infamanti esposte dal re di Francia Filippo IV il Bello,
desideroso di azzerare i propri debiti e impossessarsi del
patrimonio templare, riducendo nel contempo il potere della
Chiesa.
Il rogo sul quale arsero vivi l'ultimo Maestro Jacques de Molay e Geoffrey de
Charnay, acceso su di un'isoletta sulla Senna a Parigi, davanti alla Cattedrale
di Notre-Dame, il 18 marzo 1314 (manoscritto della fine del XIV secolo).

Il 14 settembre 1307 il re inviò messaggi sigillati a tutti i


balivi, siniscalchi e soldati del Regno ordinando l'arresto dei
templari e la confisca dei loro beni, che vennero eseguite il
venerdì 13 ottobre 1307. La mossa riuscì in quanto fu
astutamente avviata in contemporanea contro tutte le sedi
templari di Francia; i cavalieri, convocati con la scusa di
accertamenti fiscali, vennero tutti arrestati.

Le accuse che investirono il Tempio erano infamanti:


sodomia, eresia, idolatria. Vennero in particolare accusati di
adorare una misteriosa divinità pagana, il Bafometto (o
Banfometto, forse la storpiatura in lingua occitana di
Maometto). Nelle carceri del re gli arrestati furono torturati
finché non iniziarono ad ammettere l'eresia. Il 22 novembre
1307 il papa Clemente V, di fronte alle confessioni, con la
bolla Pastoralis præminentiæ ordinò a sua volta l'arresto dei
templari in tutta la cristianità.

Il 12 agosto 1308 venne promulgata da papa Clemente V la


bolla Faciens misericordiam in cui furono definite le accuse
portate contro il Tempio. Il re fece avviare dal 1308 sino al
1312, grazie anche alla debolezza di papa Clemente V,
diversi processi tesi a dimostrare le colpe dei cavalieri
rosso-crociati di Parigi, Brindisi, Penne, Chieti e Cipro. Nel
generale clima di condanna ci fu l'eccezione rappresentata
da Rinaldo da Concorezzo, arcivescovo di Ravenna e
responsabile del processo per l'Italia settentrionale: egli
assolse i cavalieri e condannò l'uso della tortura per
estorcere confessioni (concilio provinciale di Ravenna,
1311).

L'Ordine fu ufficialmente sospeso in via amministrativa con


la bolla Vox in excelso[26] del 3 aprile 1312 ed i suoi beni
trasferiti ai Cavalieri Ospitalieri il 2 maggio seguente (bolla
Ad providam). Jacques de Molay, l'ultimo maestro
dell'Ordine, il quale in un primo momento aveva confermato
le accuse, le ritrattò, venendo arso sul rogo assieme a
Geoffrey de Charnay il 18 marzo 1314 davanti alla
cattedrale di Parigi, sull'isola della Senna detta dei giudei.

Filippo il Bello distrusse il sistema bancario dei templari, e,


benché una bolla papale avesse trasferito tutti gli averi dei
Templari agli Ospitalieri, riuscì ad addurre a sé parte del
tesoro. Questi eventi e le originali operazioni bancarie dei
templari sui beni depositati, che furono improvvisamente
mobilitati, costituirono due dei molti passaggi verso un
sistema di stampo militare per riprendere il controllo delle
finanze europee, rimuovendo questo potere dalle mani della
Chiesa. Visto il destino dei templari, gli Ospitalieri di San
Giovanni furono ugualmente convinti a cessare le proprie
operazioni bancarie.

Molti sovrani e nobili inizialmente sostennero i cavalieri e


dissolsero l'Ordine nei loro reami solo quando fu loro
comandato da papa Clemente V. Roberto I, re degli Scoti,
era già stato scomunicato per altri motivi e quindi non era
disposto a prestare attenzione ai comandi papali; di
conseguenza, molti membri dell'Ordine fuggirono in Scozia;
in Portogallo i Cavalieri e il patrimonio del loro ordine
confluirono in un nuovo ordine, fondato col permesso del
Papa[27] per combattere contro i mori nell'Algarve, l'"Ordine
del Cristo". Il principe Enrico il Navigatore (1394 - 1460)
guidò per vent'anni, fino alla propria morte, tale ordine,
utilizzandone il denaro[28] per organizzare la prima scuola
per navigatori, preparando la via alla supremazia marittima
portoghese che porterà alle grandi esplorazioni
cinquecentesche. In Spagna, dove il re di Castiglia a sua
volta si opponeva all'incorporazione del patrimonio
templare da parte dell'Ordine degli Ospitalieri, l'Ordine di
Montesa subentrò a quello dei templari.

Persecuzione e perdono Modifica


Illustrazione di un manoscritto (1350 circa) che allude all'accusa di "baci
osceni"

Filippo IV assiste al rogo dei Templari, manoscritto del XV secolo.

I templari furono accusati di "connivenza col nemico", in


quanto spesso strinsero rapporti di buon vicinato, se non di
amicizia, con signori musulmani. Con alcuni di loro, come
Usama ibn Munqidh, arrivarono a veri e propri favori, come
quello di concedergli di pregare nella Cupola della Roccia,
benché già trasformata in chiesa cristiana.

È tuttora aperto il dibattito sulla fondatezza delle accuse di


eresia formulate agli appartenenti dell'Ordine. I templari
furono accusati di rinnegare Cristo, di sputare sulla Croce, di
praticare la sodomia e di adorare un idolo barbuto, il
Baphomet o Bafometto. Il maestro Jacques de Molay, che
aveva ceduto inizialmente di fronte alla marea di accuse, si
riebbe e rigettò le sue parziali ammissioni. Ma era tardi, il
rogo accolse il maestro e i suoi dignitari e l'Ordine fu
sciolto.

Studi recenti accreditano sempre più la teoria secondo la


quale la vera causa della fine dei templari fu dettata dalla
volontà di impossessarsi del loro patrimonio, tesi peraltro
già sostenuta da Dante Alighieri nel canto XX del
Purgatorio,[29] e si concretizzò attraverso una cospirazione
indotta dal re di Francia Filippo IV il Bello. Infatti, mentre il re
si trovava quasi in bancarotta e il popolo francese era
esasperato per la grave crisi economica, accentuata dalla
svalutazione della moneta ad opera del re medesimo,
l'Ordine risultava proprietario di terre, castelli, fortezze ed
abbazie: un tesoro immenso. Fu probabilmente il sovrano
che, dopo aver tentato inutilmente di entrare a farne parte,
incaricò i propri consiglieri (capeggiati dall'astuto Guglielmo
di Nogaret) di formulare delle precise accuse contro l'Ordine
e di richiedere l'intervento del papato, da poco trasferitosi in
Francia. Quando la Chiesa si rese conto dell'errore nella
condanna e di essere stata manipolata, fu troppo tardi.

La studiosa italiana Barbara Frale[30] ha rinvenuto agli inizi


degli anni duemila negli Archivi vaticani un documento, noto
come pergamena di Chinon, che dimostra come papa
Clemente V intendesse perdonare i templari nel 1314
assolvendo il loro maestro e gli altri capi dell'ordine
dall'accusa di eresia, e limitarsi a sospendere l'ordine
piuttosto che sopprimerlo.[31]

Organizzazione e diffusione dei Templari

Portale di una commenda templare a Chanonat (Puy-de-Dôme, Francia).

Ricostruzione di una commenda templare, quella di Coulommiers nella


regione dell'Île-de-France

Il sistema templare Modifica

Nel corso della sua esistenza l'Ordine Templare svolse


sostanzialmente tre azioni, oltre a quella religiosa: l'attività
militare, la coltivazione delle terre, la gestione di sistemi
economici e finanziari. Queste azioni furono consentite
dalla formazione di un'imponente struttura territoriale,
organizzativa ed economica, che interessò non solo il
Vicino Oriente, ma anche una grande parte delle regioni
europee. Il mantenimento di un ingente gruppo di armati in
Terrasanta richiedeva infatti un adeguato sforzo
produttivo[32] anche sul continente europeo, non solo per
rifornire di vettovagliamenti le milizie, ma soprattutto per
sostenere i costi legati alle armi, ai cavalli,[33] alla flotta
navale,[34] alle attrezzature di servizio e alla costruzione di
edifici e fortificazioni.

Tunica e simboli

I templari erano identificabili per la loro sopravveste bianca,


nera, o bigia (con mantello bianco solo per i fratelli cavalieri),
alla quale in seguito si aggiunse una distinta croce patente
rossa, ricamata sul lato sinistro.

Tale croce era di piccole dimensioni (come ben si evince dalle


rappresentazioni dell'epoca) e non di grandi dimensioni sul
torace o sulla schiena, come si vede invece in varie
rappresentazioni ottocentesche o nella filmografia moderna.

Fra i simboli dei templari vi era il beauceant, caratterizzato


appunto dalla croce patente rossa in campo bianco e nero.

I Templari usarono in realtà una cospicua parte delle loro


ricchezze per costruire numerose fortificazioni in tutta la
Terrasanta.[35] In questa prospettiva la crescita dell'Ordine,
che inizialmente si era retto sulle donazioni dei primi
cavalieri, fu ben presto accentuata dal favore del papa
Innocenzo III, che aveva concesso all'Ordine la totale
indipendenza dal potere temporale, compreso l'esonero dal
pagamento di tasse e gabelle, oltre al privilegio di rendere
conto solo al pontefice in persona e alla possibilità di
esigere le decime.

La presenza dei Templari sul territorio di entrambi i


continenti, asiatico ed europeo, era assicurata dalle diverse
sedi templari: le Precettorie, le Mansioni e le Case fortezza o
“Capitanerie” (queste ultime due meno importanti delle
Precettorie), largamente autonome dal punto di vista
gestionale[36] Precettorie e Mansioni distribuite in Oriente e
in Occidente, Capitanerie soprattutto in Terrasanta.

Nelle grandi capitali (Parigi, Londra, Roma e altre) vi erano le


Case, ognuna delle quali aveva il controllo di una delle sette
grandi province dall'Inghilterra alle coste dalmate in cui i
templari avevano diviso la loro organizzazione
monastica.[37] Al massimo del loro fulgore arrivarono
presumibilmente ad avere migliaia di sedi,[38] distribuite
capillarmente in tutta Europa e Medio Oriente, il che indica
la loro notevole influenza economica e politica nel periodo
delle Crociate.

Dal punto di vista organizzativo, si potevano distinguere


sommariamente quattro tipologie di confratelli:

i cavalieri, equipaggiati come cavalleria pesante;


i sergenti,[39] equipaggiati come cavalleria leggera,
provenienti da classi sociali più umili dei cavalieri;
i fratelli di mestiere e i fattori, che amministravano e
operavano nelle proprietà dell'Ordine;
i cappellani, che erano ordinati sacerdoti e curavano le
esigenze spirituali dell'Ordine.

Vari gradi di responsabilità di comando e amministrazione


erano attribuiti al Maestro (Gran Maestro secondo una
dizione diffusa ma inesatta), ai Commendatari, ai
Siniscalchi, ai Marescialli, ai Gonfalonieri e ad altri ruoli.[40]
Alcuni confratelli si occupavano esclusivamente di attività
bancarie, in quanto l'Ordine trattava frequentemente il
denaro e le merci preziose connessi con lo svolgimento
delle Crociate. La parte più significativa dei Cavalieri
templari si dedicava tuttavia alle azioni militari ed erano
probabilmente le unità da combattimento meglio addestrate
e disciplinate del proprio tempo,[41] precursori dei moderni
corpi speciali o unità d'élite, identificabili, almeno per quanto
riguarda i Templari delle origini, in una forma embrionale dei
corpi di protezione civile e di difesa civile. A sostegno del
corpo militare dell'Ordine venivano aggregate truppe
ausiliarie, anche mercenarie, come i Turcopoli.[42] Ciascun
cavaliere disponeva sempre di due o tre sergenti che lo
accompagnavano in battaglia e un gruppo di sei o sette
scudieri per assisterlo sia in tempo di pace che di guerra,
nonché di più cavalli.

A differenza della totalità degli altri ordini monacali, non


sembra che i Templari abbiano dedicato una parte
significativa del loro tempo all'elaborazione di testi o
documenti, religiosi o d'altro genere: a parte le copie della
Regola che ci sono pervenute, non lasciarono tracce
consistenti del loro pensiero;[43] in ogni caso, la damnatio
memoriae a cui furono soggetti avrebbe nel tempo
cancellato le loro produzioni. Il maggiore influsso dei
Templari non fu comunque di tipo militare, quanto piuttosto
di tipo culturale ed economico sotto il profilo della
diffusione di strumenti economico-finanziari, con la
distribuzione del reddito attraverso la creazione di posti di
lavoro: con le abbazie ed i loro terreni agricoli, con la
costruzione delle cattedrali, l'ordine portò sviluppo e lavoro
in molte parti dell'Europa medioevale, attraverso un'estesa
rete di succursali. Molti governi europei (ed italiani in
particolare) ricorsero ai loro servizi per ottenere
finanziamenti, per gestire le contabilità e le finanze
pubbliche.

La Regola Modifica

Una raffigurazione tipica dei cavalieri templari in un manoscritto inglese del


1250
Le prime testimonianze sulla nascita dei Templari non
consentono di definire con certezza se essi si fossero
aggregati sulla base di una regola precisa. Solo durante il
Concilio di Troyes del 1129 essi assunsero una regola di
forma monastica, avallata anche dall'appoggio di Bernardo
di Chiaravalle, sostanzialmente basata su alcuni elementi
della Regola benedettina.

Della Regola Templare originale possediamo alcuni


esemplari, redatti in latino, in quel periodo storico lingua
ufficiale usata nei testi formali, religiosi e laici.[44] Versioni
successive privilegiano invece la lingua francese antica.[45] I
testi che ci sono pervenuti conservano le tracce di un
rimaneggiamento: agli originali cinquanta capitoli,
formalmente conclusi dall'esortazione di osservanza rivolta
ai destinatari, risultano aggiunti altri ventidue capitoli, una
sorta di appendice, dotata di un secondo prologo.

I tre classici voti degli ordini monastici - povertà,


obbedienza e castità – non risultano esplicitamente
espressi. La formulazione della castità appare solo nei
capitoli dell'appendice e sembra soprattutto volta a
scoraggiare la convivenza fra fratres e sorores (cap. 56),
implicitamente ammessa però come usanza pregressa, da
evitare per il futuro. Risulta esplicito il consenso all'ingresso
degli uomini sposati (cap. 55) e alla possibilità di
un'adesione temporanea all'Ordine, sostanzialmente
inconciliabile con una castità permanente. Si scoraggia poi,
sempre in appendice, la frequentazione e l'intimità con
donne, madri comprese (cap. 72). In merito alla povertà, si
esortano i cavalieri a donare tutti i loro beni (solo metà se
sposati) a sostegno dell'Ordine, consentendo però il
possesso di terre e l'asservimento di uomini e agricoltori
(cap. 51).

In altri testi posteriori si ammette anzi che sia giustificata la


pratica del bottino di guerra.[46] In relazione all'obbedienza,
appare chiaro l'intento di conservare una disciplina
collettiva, con limiti soprattutto indirizzati all'ostentazione
degli abiti e degli accessori, al decoro personale, alle regole
quotidiane, alla preghiera, all'alimentazione e alla solidarietà
collettiva. Preciso è il divieto alla pratica di atti di violenza
superflua (caccia e uso di archi e balestre - cap. 46 e 47). Le
successive versioni della regola pervenute, redatte in
francese, risultano molto più dettagliate e ricche di
prescrizioni inerenti soprattutto la vita militare, risultando
più adatte ad un Ordine ormai altamente strutturato.[47]

Crescita dell'Ordine e ramificazione in Europa Modifica

Per oltre due secoli, i Cavalieri templari, grazie anche ai


concili loro favorevoli (Concilio Pisano, 1135 e Lateranense
II, 1139), acquisirono - attraverso lasciti, donazioni e altre
forme di liberalità laiche ed ecclesiastiche - terre, castelli,
casali in quantità tali da farli diventare l'Ordine più potente,
dunque invidiato e temuto, dell'epoca. La bolla pontificia
Omne Datum Optimum di Innocenzo II del 29 marzo 1139 fu
di vitale importanza per l'Ordine dei cavalieri templari
perché sancì la totale indipendenza del suo operato e
l'essere esente dal pagare tasse e gabelle. Essi avviarono
con meticolosità e professionalità la loro organizzazione
nell'intero Occidente, trasformandolo in un gran magazzino
per l'approvvigionamento dell'Oltremare, costituendo in tutti
gli Stati d'Europa propri insediamenti agricoli, economici e
politici.

Cavalieri templari che giocano a scacchi in un manoscritto del 1283

Grandi insediamenti ed edilizia templare Modifica

Un alone di leggenda ha sempre circondato le attività


templari nel campo dell'edificazione di grandi strutture
militari e religiose. Il mito delle segrete tecnologie, trovate
nelle fondamenta del Tempio ed utilizzate dai Templari per
realizzare opere edilizie eccezionali, non poggia su nessun
dato reale[48], ma certamente trova una certa comprensibile
suggestione nelle imponenti opere realizzate in Terrasanta
per presidiare il territorio, dai monti dell'Amano, fino alle
regioni a sud di Gerusalemme.
Strutture militari Modifica

Destroit, primo insediamento fortificato templare. Legenda 1: entrata; 2:


tetto di avvistamento; 3: cisterna; 4: scale; 5: cortile; 6: fossato; 7:
mangiatoie; 8: stalla.

In campo militare, come gli altri Ordini cavallereschi, i


Templari realizzarono castelli, ribāṭ[49], cittadelle fortificate,
posti di guardia in genere, con caratteristiche di grande
solidità e di notevole funzionalità bellica. Da questi presidi
erano pronti a partire piccoli drappelli o grandi corpi militari,
per le azioni di soccorso o di protezione dei pellegrini e
degli eserciti cristiani.

Gli insediamenti più significativi furono, secondo i dati


disponibili, oltre quaranta, distribuiti strategicamente sui
confini della Terrasanta, in prossimità delle vie di
comunicazione più frequentate o delle aree militarmente più
critiche. Parte di essi era localizzato nella zona
settentrionale, nella regione di Antiochia, partendo dal mare
e giungendo ad est oltre il gruppo di rilievi del monte
Amano. Fra essi rivestiva particolare importanza Bagras, in
prossimità del passo di Belen.[50] Più a sud, non lontano da
Tripoli, si trovavano Tortosa, Al-Arimah e Chastel Blanc
(Safita). In Galilea furono affidati ai Templari i castelli di
Safed e di Chastellet, presso il Guado di Giacobbe. In
prossimità del mare si localizzavano Atlit e Destroit,
quest'ultimo ritenuto storicamente il primo presidio dei
Templari.[51] Oltre il Giordano si localizzava Ahamant.[52]
Lungo la costa i Cavalieri Templari disponevano anche di
strutture fortificate ad Acri, a Cesarea, ad Ascalona, a
Tripoli.

Sotto il profilo strategico, i più importanti erano ritenuti


Bagras, Tortosa e Safed, ma l'intera rete consentiva un
controllo capillare del territorio. Il piccolo isolotto di Ruad,
arido e privo di sorgenti d'acqua, ma potentemente
fortificato, fu l'ultimo ad essere abbandonato dai Templari,
nel 1303, sotto l'impeto degli invasori Mamelucchi.

Edifici religiosi Modifica


Bolle e documenti religiosi riguardanti l'Ordine Templare

1129 - Atti del Concilio di Troyes: Approvazione della Regola


da parte dei Padri Conciliari
1130 circa – De laude novae militiae ad Milites Templi: San
Bernardo loda la nuova cavalleria e consacra i Templari
1135 - Concilio di Pisa: Ratifica della Regola e concessioni ai
Templari
29 marzo 1139 - Omne Datum Optimum: Papa Innocenzo II
approva la regola ed accorda la protezione papale.
9 giugno 1144 - Milites Templi: Celestino II fornisce
protezione ecclesiastica e sollecita elargizioni.
7 aprile 1145 - Militia Dei: Papa Eugenio III concede di
raccogliere decime e sepoltura autonoma. Il pontefice
concede anche l'uso della croce patente.
22 novembre 1307 - Pastoralis Praeminentiae: Clemente V
ordina l'arresto dei Cavalieri e la confisca dei beni.
12 agosto 1308 - Faciens Misericordiam: Clemente V dispone
la procedura per perseguire i Templari.
12 agosto 1308 - Regnans in Coelis: Clemente V convoca il
Concilio di Vienne per discutere dei Templari.
1312 - Concilio di Vienne: 20 marzo: si decide la
soppressione dell'Ordine.
22 marzo 1312 - Vox in Excelso: Clemente V scioglie l'ordine
dei Cavalieri Templari.
2 maggio 1312 - Ad Providam Christi Vicarii: Clemente V
concede le proprietà dei Templari agli Ospitalieri.
6 maggio 1312 - Considerantes Dudum: Clemente V -
Definisce le sorti dei confessi e dei relapsi.

Se l'architettura militare si localizza prevalentemente in


Terrasanta, l'edilizia religiosa trova importanti realizzazioni
anche nelle regioni europee. Esiste una molteplice varietà di
chiostri, chiese e cappelle che in genere risentono delle
forme architettoniche proprie dei tempi e dei luoghi di
edificazione.[53] Fra queste possono essere citate le
modeste cappelle di Frosini, nel senese, di Magrigne, presso
St. Laurent d'Arce, di Santa Croce ad Ascoli Piceno, di San
Bevignate a Perugia. Di maggiore dimensione e di più ricca
fattura, si possono citare Santa Maria La Major, di
Villamuriel di Cerrato, Santa Maria La Blanca, di Villalcazar
de Sirga, di San Pietro alla Magione a Siena, di San Jacopo
in Campo Corbolini a Firenze. Più articolato è il complesso
di Ognissanti a Trani, considerato un insediamento non solo
religioso ma anche militare, preesistente alla creazione
dell'Ordine utilizzato fin dai tempi della Prima Crociata, per
l'imbarco delle truppe crociate, e poi passato alla gestione
templare. Occorre tuttavia precisare che tale complesso è
ritenuto templare solo dalla tradizione, non vi è alcun
documento nel quale si menzionino legami tra l'abbazia di
Ognissanti e i cavalieri del Tempio.[54]

Un secondo gruppo di chiese e cappelle, di grande rilevanza


architettonica, appare più chiaramente ispirato alla forma
ottagonale della Cupola della Roccia, che i Templari
osservarono a lungo sulla spianata del Tempio, a
Gerusalemme, in prossimità della loro residenza nella
Moschea Al-Aqsà. Il nome Templari con cui i Cavalieri sono
popolari allude infatti al loro storico quartier generale non
lontano dalla Cupola della Roccia (Qubbat al-Sakhrā'),
santuario islamico in cima al Monte Moriah a
Gerusalemme. L'area circostante è sacra ad ebrei e cristiani
come Monte del Tempio così come ai musulmani, che
usano il nome di Monte Majid (o al-Ḥaram al-Šarīf). Si
credeva erroneamente che la Cupola della Roccia e la vicina
moschea di Al-Aqsà costituissero i resti del biblico Tempio
di Gerusalemme. Il Templum Domini con la sua pianta
centrale, di forma ottagonale divenne il modello per molte
chiese edificate successivamente dai Cavalieri. Fra queste
realizzazioni si annoverano: Santa Maria di Eunate, in
Spagna, la Cappella templare di Laon, la Cappella Templare
di Metz, la Round Church del Tempio di Londra, San Michele
di Fulda (Germania), la Cappella di Athlit, Vera Cruz di
Segovia.[55]

Organizzazione agricola Modifica

In funzione delle attività militari i Templari crearono un


grande sistema agricolo e produttivo. Le aziende agrarie del
Tempio si chiamavano casali, grange, masserie.[56] I casali
della Puglia talora ricordavano le fattorie fortificate
d'Oltremare. I templari davano da lavorare le loro terre a
concessionari (conductores); ma, dove il personale delle
commende rurali era più numeroso, essi coltivavano
direttamente il suolo. In tal caso, secondo il modello
cistercense, si ricorreva per il lavoro dei campi ai membri
più umili dell'Ordine, quando non addirittura alla
manodopera servile, rappresentata dai contadini Saraceni
del regno di Sicilia o di Siria. L'allevamento del bestiame da
carne, da latte, da lana e da lavoro costituiva una voce
primaria nel bilancio del Tempio: le fertili campagne della
Puglia offrivano ricchi pascoli alle mandrie di buoi e bufali di
proprietà dei templari, mentre in Toscana le loro greggi di
pecore praticavano la transumanza; allevamenti di suini nei
boschi del Tempio erano infine segnalati in Piemonte, come
in Sicilia. Le colture più diffuse erano quelle dei cereali, della
vite, dei legumi. Generalmente in Italia la produzione
agricola dell'Ordine serviva al consumo interno, le
eccedenze erano destinate alla vendita e parte del ricavato
veniva versato al tesoro centrale sotto forma di
responsiones; ma è soprattutto dai porti della Puglia che
nella seconda metà del Duecento salpavano navi cariche di
cereali e legumi, per andare a rifornire le case dei templari in
Siria, rese sempre più dipendenti dalle occidentali sotto
l'aspetto alimentare a causa della progressiva perdita di
territori e aree coltivabili a vantaggio dei Saraceni. Dopo la
catastrofe del 1291 divenne Cipro la destinazione delle
vettovaglie pugliesi.
Attività bancarie Modifica

I templari entrarono nelle attività bancarie quasi per caso.


Quando dei nuovi membri si univano all'ordine,
generalmente donavano ad esso ingenti somme di denaro o
proprietà, poiché tutti dovevano prendere il voto di povertà.
Grazie anche ai vari privilegi papali, la potenza finanziaria
dei Cavalieri fu assicurata dall'inizio. Poiché i templari
mantenevano denaro contante in tutte le loro case e templi,
fu nel 1135 che l'ordine cominciò a prestare soldi ai
pellegrini spagnoli che desideravano viaggiare fino alla
Terra Santa.

Il coinvolgimento dei Cavalieri nelle attività bancarie crebbe


nel tempo verso una nuova base per il finanziamento, dato
che fornivano anche servizi di intermediazione bancaria.

Sotto l'aspetto economico-finanziario, i templari rivestirono


un ruolo così importante da arrivare a "prestare" agli stati
occidentali ingenti somme di denaro e gestire perfino "le
casse" di stati come la Francia.

Un'indicazione dei loro potenti legami politici è che il


coinvolgimento dei templari nell'usura non portò a
particolari controversie all'interno dell'ordine e nella Chiesa
in generale. Il problema dell'interesse fu generalmente eluso
grazie ai complicati tassi di cambio delle valute e grazie ad
un accordo con cui i templari detenevano i diritti della
produzione sulle proprietà ipotecate.
Le connessioni politiche dei templari e la consapevolezza
della natura eminentemente cittadina e commerciale delle
comunità d'oltremare portarono l'Ordine a raggiungere una
posizione significativa di potenza, sia in Europa che in
Terrasanta. Il loro successo attrasse la preoccupazione di
molti altri Ordini, come pure della nobiltà e delle nascenti
grandi monarchie europee, le quali a quel tempo cercavano
di monopolizzare il controllo del denaro e delle banche,
dopo un lungo periodo nel quale la società civile, non
escludendo la Chiesa ed i suoi ordini, aveva dominato le
attività finanziarie. Le tenute dei templari erano estese sia in
Europa che nel Medio Oriente e tra queste vi fu, per un certo
periodo, l'intera isola di Cipro.

Sistema navale Modifica

La necessità di trasporto delle vettovaglie, degli uomini, dei


cavalli e delle armi generò la necessità di istituire un vasto
ed articolato sistema di navigazione, sia per i Templari che
per gli altri Ordini cavallereschi.[57] Si ricorse
sostanzialmente alle due principali categorie di navi in uso
nel medioevo:

Le navi lunghe (galee) destinate agli scopi bellici, dalle


forme allungate, spinte soprattutto dai remi, con
l'eventuale ausilio di una vela, in genere la vela latina,
triangolare, reintrodotta dagli arabi, che permetteva di
navigare parzialmente contro vento. Gli equipaggi
giungevano fino a 250 uomini, in genere prigionieri di
guerra resi schiavi e incatenati permanentemente ai remi.
Le navi tonde erano destinate fondamentalmente al
trasporto di materiali e, occasionalmente, di truppe e
animali. Corte, tozze e panciute, era mosse a vela e aveva
un equipaggio più ridotto, Nel caso specifico del trasporto
dei cavalli le navi erano attrezzate con un grande
portellone laterale, che permetteva di movimentare gli
animali. Durante il viaggio le fessure del portellone
venivano accuratamente calafatate.

Le navi degli Ordini cavallereschi si prestarono


occasionalmente anche ad attività corsare e di pirateria.[58]

Diffusione in Italia Modifica

La vastissima diffusione delle sedi dell'Ordine, in Europa ed


anche in Italia, fu legata anzitutto alla necessità di
mantenere attiva in Terrasanta la forza combattente, in
termini economici e finanziari. La maggioranza degli
insediamenti era rivolta alle colture agricole, ma non
mancavano le sedi dedicate alla gestione amministrativa
delle proprietà, al reclutamento, o al controllo di attività
complementari, come l'allevamento di cavalli da trasporto e
da combattimento, o le attività metallurgiche connesse con
la produzione di armi. La presenza delle sedi templari in
Italia[59] ammontava ad almeno 200 località, dal nord al
sud.[60]
Nel nord si annoveravano, fra gli altri, Milano[61], Pavia[62],
Piacenza[62], Mantova[63], Novara[62], Ferrara, Genova[62],
Torino[62], Trieste, Venezia. Fra gli edifici dell'Ordine tuttora
meglio conservati si segnala la commenda di Castel
Negrino, ad Aicurzio. Vasta la diffusione in Toscana, dove
rivestiva un particolare ruolo la sede di Frosini, nel senese,
in prossimità delle Colline Metallifere, dove si estraevano
metalli di particolare interesse e valore commerciale, ferro,
rame e allume.

In Italia centrale si trovavano gli insediamenti di Roma, di


Civitavecchia, di Ancona, di Perugia. Se la presenza nel nord
rivestiva un aspetto eminentemente agricolo, le sedi più
meridionali erano spesso connesse con i trasferimenti
verso la Terrasanta.

L'Ordine approdò precocemente anche nel Regno di Sicilia e


vi si diffuse in epoca normanna, successivamente al 1139,
anno in cui fu raggiunta la pace tra Ruggero II d'Altavilla
(fedele alla causa di Anacleto II) e Innocenzo II. La Puglia fu
la regione italiana che prima fra le altre accolse le domus
gerosolimitane rosso-crociate grazie all'importanza
strategica e commerciale dei suoi porti e delle sue città.
Tutto il Meridione d'Italia venne compreso inizialmente nella
provincia templare d'Apulia e, solo in epoca sveva, indicato
quale provincia d'Apulia e Sicilia. Tra le prime fondazioni
dell'ordine, oltre quella di Trani, va ricordata la casa di
Molfetta (documentata nel 1148), Minervino Murge
(documentata con un atto di proprietà, infatti, qui un gruppo
di templari acquistò dei terreni coltivabili), Barletta (1169),
Matera (1170), Brindisi (1169) con possedimenti nel
leccese, Bari, Andria, Foggia (nel periodo di transizione
normanno-svevo), Troia (anteriore al 1190), Salpi
(documentata nel 1196) e Monopoli (documentata nel
1292). Tra le sedi più importanti, va menzionata la Casa
templare di Barletta, che ricoprì il ruolo di Casa Provinciale
sino al processo del 1312.[64]

Ordini moderni e rivendicazioni di


discendenza
Lo stesso argomento in dettaglio: Neotemplarismo.

Il sigillo dei templari: i due cavalieri che condividono la cavalcatura sono


stati interpretati come simbolo di povertà o della dualità del
monaco/soldato

Alla tradizione dei cavalieri templari si rifanno numerosi e


variegati gruppi e associazioni, talora rivendicando una
qualche forma di derivazione diretta dall'ordine. Si tratta di
un fenomeno moderno che va sotto il nome di templarismo
o neotemplarismo, sorto a partire dal XVIII secolo in Francia,
in coincidenza con la diffusione dell'Illuminismo.

Le moderne associazioni neotemplari sono laiche e,


sebbene si rifacciano ai valori religiosi cristiani e caritativi,
non hanno alcun tipo di riconoscimento ufficiale da parte
della Chiesa cattolica.[65] Dal 2012, però, una di queste
realtà di aggregazione laicali ha iniziato ad ottenere un
vasto consenso locale in numerose Diocesi italiane:
l'associazione Templari Cattolici d'Italia, infatti, vanta da
alcuni anni l'autorizzazione ad operare e il riconoscimento
diocesano da parte di almeno sette vescovi di grandi città
italiane, tra cui Verona, Napoli, Ascoli Piceno, ed altre [66].

Altri gruppi neotemplari sono invece caratterizzati da uno


stampo massonico e, specie nel mondo anglosassone, da
un'aperta ostilità nei confronti della Chiesa cattolica.
Occorre anche tenere presente che papa Clemente V con la
bolla Vox in excelso, emessa durante il Concilio di Vienne
del 1312, con la quale sospendeva l'Ordine del Tempio, ha
espressamente proibito qualsiasi forma di ricostituzione
dello stesso, sotto pena di automatica scomunica, in modo
perenne e irrevocabile.[67]

Altra caratteristica che accomuna molti dei gruppi


neotemplari è poi un'alta conflittualità l'uno rispetto all'altro,
dato che molti di essi rivendicano di essere gli unici
"autentici" eredi degli antichi templari, a scapito degli altri.
Non esiste tuttavia alcuna prova storicamente accertata
della sopravvivenza dell'Ordine Templare dopo il 1314, né
del resto appare possibile tracciare, dopo quasi sette secoli
dall'abolizione di tale ordine religioso da parte del papa, una
qualche forma di discendenza storicamente valida.[3]

Molti gruppi neotemplari sostengono la tradizione che


l'ordine sarebbe sopravvissuto nascostamente anche dopo
la morte dell'ultimo Maestro, Jacques de Molay, il quale
prima di affrontare il rogo avrebbe affidato la propria carica
al cavaliere Jean-Marc Larménius (o de l'Armenie).
Quest'ultimo avrebbe redatto un documento, la cosiddetta
Charta di Larménius, che successivamente sarebbe stata via
via firmata dai Maestri segreti succeduti nel tempo. La gran
parte degli storici tuttavia non riconosce l'autenticità del
documento.

L'idea di una nascosta continuazione dell'ordine dei templari


si è diffusa anche nella massoneria, in particolare in Francia
e in Germania, e in alcuni casi riti massonici (come il Rito
scozzese antico ed accettato e il Rito Scozzese Rettificato)
adottano riferimenti templari. Alcuni ritengono che i
templari siano all'origine sia dei riti che di vari rami
cavallereschi della massoneria ma, malgrado alcuni storici
abbiano tentato di disegnare una successione tra i due
fenomeni storici, un collegamento di questo tipo non è mai
stato provato; taluni studiosi che si sono occupati del
problema, come Michele Moramarco, sono tassativi nel
rigettare la "leggenda templare". La tesi di una prosecuzione
segreta dell'ordine è stata definita da specialisti di storia
medievale quali Régine Pernoud come «completamente
demenziale» e legata a pretese e leggende «uniformemente
sciocche».[3][68]

Leggende
Lo stesso argomento in dettaglio: Leggende sui Templari.

Rotolo in pergamena con il sigillo dei Templari

Stemma dei Gonzaga dal 1433 con la croce patente rossa, simbolo forse
del Cavalieri templari[63]
La rapida successione dell'ultimo diretto re della dinastia
dei Capetingi di Francia tra il 1314 e il 1328, i tre figli di
Filippo il Bello, ha portato molti a credere che la dinastia
fosse maledetta, da cui il nome di "re maledetti" (rois
maudits). Infatti Jacques de Molay, ultimo gran maestro
dell'Ordine, mentre giaceva sulla pira, avrebbe maledetto il
re Filippo e addirittura il Papa, profetizzando che sarebbero
morti presto. Clemente in effetti morì un mese dopo di
dissenteria e Filippo il Bello fu stroncato nel dicembre
successivo dalle conseguenze di una caduta da cavallo.[69] I
commentatori dell'epoca, compiaciuti da un simile sviluppo
della vicenda, riportavano spesso questa storia nelle loro
cronache. Poiché, inoltre, sempre al momento della morte
sul rogo, Jacques de Molay avrebbe dannato la casa di
Francia "fino alla tredicesima generazione", in tempi più
recenti si è diffusa la leggenda secondo cui l'esecuzione di
Luigi XVI durante la Rivoluzione francese - che pose fine in
qualche modo alla monarchia assoluta in Francia - sarebbe
stata il coronamento della vendetta dei templari (alcuni
storici sensazionalisti dell'epoca riportarono la notizia che il
boia Charles-Henri Sanson, prima di calare la ghigliottina
sulla testa del sovrano, gli avrebbe mormorato: «Io sono un
Templare, e sono qui per portare a compimento la vendetta
di Jacques de Molay»).[70]

In realtà i Cavalieri templari in seguito alla loro scomparsa


cessarono ben presto di fare notizia: già alla fine del XIV
secolo ci si era dimenticati di loro e della loro triste fine.[71]
Solo molti secoli dopo, durante l'Illuminismo, il tema dei
templari tornò in auge e la fama degli antichi cavalieri fu
sommersa da leggende riguardanti segreti e misteri che si
vogliono tramandati da prescelti fin dai tempi antichi. Forse
i più noti sono quelli riguardanti il Santo Graal, l'Arca
dell'Alleanza e i segreti delle costruzioni. Alcuni autori
dicono che il Santo Graal sarebbe stato ritrovato dall'ordine
e portato in Scozia nel corso della caduta dell'ordine nel
1307, e che ciò che ne rimane sarebbe sepolto sotto la
Cappella di Rosslyn. Altre voci sostengono che l'ordine
avrebbe ritrovato anche l'Arca dell'Alleanza, lo scrigno che
conteneva gli oggetti sacri dell'antico Israele, compresa
l'"asta di Aronne" e le tavole di pietra scolpite da Dio con i
Dieci comandamenti.

Questi miti sono connessi con la lunga occupazione, da


parte dell'ordine, del Monte del Tempio a Gerusalemme
come loro quartier generale. Alcuni autori[72] sostengono
che avrebbero scoperto i segreti dei maestri costruttori che
avevano costruito il tempio originale e il secondo tempio,
nascosti lì assieme alla conoscenza che l'Arca sarebbe
stata spostata in Etiopia prima della distruzione del primo
tempio. Viene fatta allusione a questo in rappresentazioni
nella Cattedrale di Chartres (considerata con le cattedrali di
Amiens e di Reims come uno degli esempi migliori di
gotico), sulla cui costruzione ha avuto grande influenza
Bernardo di Chiaravalle, che fu egualmente influente nella
formazione dell'ordine. Ulteriori collegamenti sia sulla
ricerca da parte dell'ordine dell'Arca che della relativa
scoperta degli antichi segreti del costruire sono suggeriti
dall'esistenza della chiesa monolitica di San Giorgio (Bet
Giorgis) a Lalibela in Etiopia, tuttora esistente, la cui
costruzione è erroneamente attribuita ai templari. Vi è allo
stesso modo una chiesa sotterranea che risale allo stesso
periodo ad Aubeterre in Francia. Si stanno poi sviluppando
speculazioni sulla possibilità che i Cavalieri templari
avessero intrapreso viaggi in America prima di Colombo.

Alcuni ricercatori e appassionati di esoterismo ed


ermetismo hanno sostenuto che l'ordine sarebbe stato
depositario di "conoscenze segrete".[3] Secondo costoro, nei
200 anni della loro storia i monaci-militari si sarebbero
rivelati anche un'organizzazione sapienziale esoterica e
occultistica, custode di conoscenze iniziatiche. Inoltre, in
quest'ottica, i templari sono stati collegati ad altri argomenti
leggendari o fortemente controversi come Rosacroce,
Priorato di Sion, Rex Deus,[73] catarismo, ermetismo,
gnosticismo, Esseni e, infine, a reliquie o supposti
insegnamenti perduti di Gesù, tra cui la Sacra Sindone[74] o il
"testamento di Giuda". Alcuni ipotizzano che i Cavalieri del
Tempio avrebbero avuto legami, oltre che con la tradizione
esoterica di ispirazione cristiana ed ebraica, anche con
organizzazioni mistico-esoteriche ispirate all'Islamismo tra
cui quella dei Nizariti.
La grande quantità di testi non rigorosi su questo tipo di
teorie ha portato Umberto Eco ad affermare che "l'unico
modo per riconoscere se un libro sui Templari è serio è
controllare se finisce col 1314, data in cui il loro Gran
Maestro viene bruciato sul rogo."[75]

Forse l'unico mistero di cui si debba fare approfondimento è


come un ordine di guerrieri esperti con un esercito senza
precedenti si sia lasciato distruggere senza abbozzare la
più timida reazione, benché le avvisaglie di cospirazioni nei
loro confronti da parte di Filippo il Bello ci fossero e fossero
note. Con ogni probabilità, non si ribellarono perché il papa
aveva tolto loro il suo appoggio ed essi, essendo un ordine
cristiano e il simbolo della lotta per la fede, non vollero
opporsi alla decisione di Clemente V, di cui rispettavano e
riconoscevano l'autorità papale.

I Gonzaga, a partire del 1433, inserirono nel loro stemma la


croce patente rossa, simbolo forse del Cavalieri templari.[63]

I templari nelle opere di fantasia

Ricostruzione stereotipata dell'aspetto di un Cavaliere del Tempio (museo


Duinenabdij, Koksijde, Belgio)
La suggestione per i Cavalieri templari e i misteri che sono
stati a loro collegati (come il Graal) è un elemento centrale
della trama di varie opere di fantasia, dai romanzi ai film, dai
fumetti alle serie televisive. Celebri esempi ne sono il
romanzo di Pierre Klossowski Il Bafometto (1965), il
romanzo di Umberto Eco Il pendolo di Foucault (1988), il
romanzo di Steve Berry L'ultima cospirazione (2006) e il film
Indiana Jones e l'ultima crociata di Steven Spielberg (1989).

Una delle prime opere di fantasia interamente dedicata a


quest'ordine è I figli della valle (Die Söhne des Thales, 1806)
di Zacharias Werner, uno dei principali tragediografi del
primo romanticismo tedesco e autore di numerosi drammi
fatalistici. I sei atti di questo lunghissimo dramma sono
imperniati sulla fine dell'ordine dei Templari, alla vigilia della
partenza dell'ultimo Maestro per la Francia dove troverà la
morte. Al centro dell'opera spicca la figura carismatica di
Jacques de Molay, con la sua rettitudine morale condotta
fino all'estremo sacrificio. Il dramma suggerisce altresì un
legame dei Cavalieri con i massoni (nella descrizione
dettagliatissima, sebbene un po' fantasiosa, del cerimoniale
di ammissione dei nuovi adepti che, per quanto basato sui
documenti dell'epoca, presenta numerosi riferimenti a riti
esoterici, soprattutto alla figura di Baphomet ed è per di più
ambientato in una cripta sotterranea); allude anche a una
possibile sopravvivenza dell'ordine dopo la sua
soppressione: alcuni testi fondamentali per l'ordine
vengono infatti trafugati in segreto dal Gran Maestro e dai
suoi sei sapienti e portati in Francia. Viene inoltre introdotta
la figura di Robert d'Heredon, nobile scozzese espulso
dall'ordine, che sarà presente all'esecuzione di Molay e
porterà con sé i preziosi testi nella sua Madrepatria, dove
secondo alcune leggende sarebbero ancora custoditi.

Una serie italiana a fumetti che ha esplorato a lungo i luoghi


legati ai templari e i miti connessi è Martin Mystère, il
detective dell'impossibile ideato da Alfredo Castelli nel 1982.
Di recente l'interesse per il mito templare si è ulteriormente
diffuso grazie alla sua riproposizione nel romanzo di Dan
Brown intitolato Il codice da Vinci (The Da Vinci Code, 2003),
trasposto in un film omonimo nel 2006, nel film Il mistero
dei Templari - National Treasure (National Treasure, 2004) e
nelle miniserie televisive La maledizione dei Templari (2005)
e Knightfall (2017).

I templari sono divenuti anche un tema dei videogiochi,


come nella serie di Broken Sword (dal 1996) e nell'avventura
tridimensionale Time Gate: il segreto dei Templari (1996), in
Knights of the Temple: Infernal Crusade (2004), in Deus Ex:
Invisible War e nella serie di Assassin's Creed (dal 2007),
dove combattono una guerra millenaria contro gli Assassini.

Un altro mondo in cui sono presenti i templari è quello dei


Gioco di ruolo, con I Cavalieri del Tempio.

Gran maestri dell'Ordine del Tempio


Lo stesso argomento in dettaglio: Gran Maestri dell'Ordine

Jacques de Molay in una cromolitografia ottocentesca di Chevauchet

1. Hugues de Payns (1120-24 maggio 1136)


2. Robert de Craon (1136-13 gennaio 1147)
3. Everard des Barres (1147-1151)
4. Bernard de Tremelay (1151-1153)
5. André de Montbard (1153-17 gennaio 1156)
6. Bertrand de Blanchefort (1156-1169)
7. Philippe de Milly (1169-3 aprile 1171)
8. Eudes de Saint-Amand (1171-18 ottobre 1179)
9. Arnau de Torroja (1179-30 settembre 1184)
10. Gérard de Ridefort (1184-1º ottobre 1189)
11. Robert de Sablé (1189-13 gennaio 1193)
12. Gilbert Hérail (1193-20 dicembre 1200)
13. Philippe de Plaissis (1201-12 novembre 1209)
14. Guillaume de Chartres (1209-26 agosto 1218)
15. Pierre de Montaigu (1218-1232)
16. Armand de Périgord (1232-1244)
17. Richard de Bures (1244-1247) (?)
18. Guillaume de Sonnac (1247-3 luglio 1250)
19. Renaud de Vichiers (1250-19 gennaio 1252)
20. Thomas Bérard (1252-25 marzo 1273)
21. Guillaume de Beaujeu (1273-18 maggio 1291)
22. Thibaud Gaudin (1291-16 aprile 1292)
23. Jacques de Molay (1292-18 marzo 1314)

Luoghi templari

Pianta della Cupola della Roccia (con alcune linee di costruzione), una
possibile sorgente di ispirazione per le chiese templari

Elenco di alcuni luoghi in cui è storicamente accertata la


presenza di sedi templari.

(Per un elenco di alcuni dei luoghi che sono stati associati ai


Cavalieri templari nella tradizione, nelle leggende o nelle
opere di fantasia, ma di cui non vi è una presenza
storicamente accertata, vedi Leggende sui Templari.)
Medio Oriente
Monte del Tempio, Cupola della Roccia e Muro
Occidentale a Gerusalemme
San Giovanni d'Acri (Akko), Israele
Chastel Blanc a Safita, Siria
Safed, Israele
Italia

Lo stesso argomento in dettaglio: Sedi templari in Italia.

Regno Unito
Chiesa del Tempio, Middle Temple e Inner Temple,
Londra, Inghilterra
Temple Dinsley, Hertfordshire, Inghilterra
Hertford, Hertfordshire, Inghilterra[76]
Royston Cave, Royston, Hertfordshire, Inghilterra
Cressing Temple, Essex, Inghilterra[77]
Templecombe, Somerset, Inghilterra[78]
Temple Balsall, Warwickshire
Westerdale, North Yorkshire, Inghilterra
Great Wilbraham Preceptory, Cambridgeshire
Abbazia di Bisham, Berkshire
St. Mary's, Sompting, West Sussex, Inghilterra[79]
Portogallo
Convento dell'Ordine di Cristo, Castello di Tomar e Chiesa
di Santa Maria do Olival a Tomar[80]
Castello di Almourol, Idanha, Monsanto, Pombal e Zêzere
Castello di Soure, Coimbra[81]
Spagna
Sistema di irrigazione in Aragona
Iglesia Veracruz, Segovia[82]
Altri
Castello di Kolossi, Cipro
Tempelhof a Berlino, Germania

Altri ordini monastico-cavallereschi


Lo stesso argomento in dettaglio: Ordini religiosi
cavallereschi.

Motto latino dei cavalieri templari: "Non a noi, non a noi Signore da' gloria,
ma al nome tuo" (salmo 114,1 della Bibbia CEI; salmo 115,1 della Bibbia
Diodati)

La novità assoluta rappresentata dai Templari fu quella che,


per la prima volta, due dei tre grandi ordini su cui si reggeva
la società medievale (Oratores, Bellatores e Laboratores)
venivano riuniti insieme. Il principio su cui si basava questo
ardito accostamento fu ideato da Bernardo di Chiaravalle,
che attribuendo ai Templari il compito di proteggere i
pellegrini che andavano verso i luoghi santi, non attribuiva la
qualifica di omicidio alla morte dei sacrileghi assalitori, ma
quella di malicidio.

Su questa falsariga nacquero altri ordini (o si trasformarono


ordini preesistenti):

Ordine dell'Ospedale di San Giovanni di Gerusalemme o


dei Cavalieri Ospitalieri
Ordine di Santa Maria Teutonica o dei Cavalieri Teutonici
Ordine dei Cavalieri di Livonia o dei Cavalieri portaspada,
poi confluito nell'Ordine Teutonico
Ordine Militare e Ospedaliero di San Lazzaro di
Gerusalemme o Cavalieri di San Lazzaro, una parte del
quale, e precisamente il ramo italiano con sede a Capua,
confluì nell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro mentre il
ramo francese, con sede a Boigny, continuò il suo
percorso, come Ordine di San Lazzaro, sotto la protezione
dei re di Francia ed è attivo anche ai nostri giorni.

Successivamente allo scioglimento dei Templari nacquero


altri ordini, specialmente nella penisola iberica i cui regnanti
erano fortemente legati ai templari per il loro importante
contributo alla Reconquista, o furono utilizzati ordini
preesistenti in cui far confluire i Templari dopo lo
scioglimento dell'ordine:

Ordine militare di Calatrava, attivo in Spagna


Ordine militare di San Benedetto d'Avis, attivo in
Portogallo
Ordine di Santiago, sorto nel Regno di León
Ordine di Montesa, sorto nel Regno di León
Ordine del Cristo, attivo in Portogallo
Ordine militare di Alcántara, attivo in Spagna

Note
1. ^ Solo l'Ordine dei canonici del Santo Sepolcro era sorto
prima, nel 1100.
2. ^ Franco Cardini e Marina Montesano, Storia medievale,
Le Monnier Università, 2006, p. 257.
3. L'«infinita» storia dei Templari - Una recensione di
Templari. Il martirio della memoria. Mitologia dei
cavalieri del Tempio di Mario Arturo Iannaccone
(Sugarco, Milano 2005)
4. ^ Simone di san Bertino, “Gesta abbatum Sancti Bertini
Sithiensium”, ed. O. Holder-Egger, in Monumenta
Germaniae Historica Scriptores, vol. 13, p. 600.
5. ^ Guilelmus Tyrensis - Historia rerum in partibus
transmarinis gestarum – Guilelmus Tyrensis - Chronique
[de] Guillaume de Tyr / édition critique par R.B.C.
Huygens; identification des sources historiques et
détermination des dates par H.E. Mayer et G. Rösch. -
Turnholti: Typographi Brepols, 1986, pag. 553: Eodem
anno quidam nobiles viri de equestri ordine, deo devoti,
religiosi et timentes deum, in manu domini patriarchi
Christi servizio se mancipantes, more canonicorum
regularium in castigate et obedientia et sine proprio velle
perpetuo vivere professi shunt. Inter quod primi et
precipui fuerunt viri venerabiles Hugo de Paganis et
Gaufridus de Sancto Aldemaro.
6. ^ Lo studio completo dedicato alla regola del Tempio è
certamente quello che Gustav Schnurer pone come
introduzione alla sua edizione. Tuttavia le recenti
ricerche di Rudolf Hiestand hanno davvero distrutto il
fondamento stesso della tesi di Schnurer. Il nucleo della
teoria di Schnurer si fonda su questo postulato: il nome
del patriarca di Gerusalemme citato nel prologo della
regola, Stefano, è stato aggiunto dopo il concilio di
Troyes. Nel 1128, il patriarca era Gormond […] Ma la
scoperta di Rudolf Hiestand cambia completamente […]
il concilio di Troyes ha avuto luogo il 13 gennaio del
1129 e non del 1128, perché nella Champagne l'anno
cominciava o il 25 marzo, o all'Annunciazione, o a
Pasqua, in ogni caso dopo il 13 gennaio. Al momento
del concilio, Gormond era già morto e Stefano era già
stato eletto patriarca di Gerusalemme (Cerrini, 2008:88)
7. ^ La Regola Primitiva afferma: Nos ergo cum omni
granulazione, ac fraterna pietate precibusque Magistri
Hugonis, in que prӕdicta militai sumpsit exordium, cùm
Spiritu Sancto intimante ex diversis ultramontanӕ
provinciӕ mansionibus, in solemnitates S. Hilarij, anno
1128 ab incarnato Dei folio, ab inchoatione prӕdictӕ
militiӕ nono, ad Trecas, Deo Duce, in usum
convenimmo, et modum, et observantiam Ordinis
Equestris per singola Capitula, ex ore ipsius prӕdicti
Magisteri Hugonis audire meruimus, ac iuta notitiam
exiguitatis nostrӕ scientiӕ, quod nobis videbatur
bonum, et utile, collaudavimus.
8. ^ Franco Cardini, I Templari - Testo a cura di Goffredo
Viti, Certosa di Firenze 1995, pag. 88
9. Luigi Accattatis, Le biografie degli uomini illustri delle
Calabrie , Vol. I - Dai tempi primitivi a tutto il secolo XV,
Tipografia Municipale, Cosenza 1859, p. 68
10. ^ Moiraghi, pag. 73 (In sintesi anche in [1] )
11. ^ Giacomo di Vitry, Historia orientalis seu
Hierosolymitani; citazione tratta da M.Bauer, Il mistero
dei templari, Newton & Compton 2005, p. 13. Guglielmo
di Tiro afferma fossero non nisi novem espressione non
del tutto convincente, interpretata come solo nove.
12. ^ M. Bauer, op. cit., p. 18
13. ^ Runcimann, pag. 432. - Robertus de Torigny, Chronica,
Ed. Léopold Delisle 1872, (Publications del la Société de
l'histoirede Normandie, Rouen 1872 – 1873) p. 178: Illos
quos Hugo de Paganis secum duxerat ad Jerusalem,
male contingit. In vigilia Sancti Nicholai a paucis
paganorum multi christianorum devicti sunt, cum antea
soleret e contrario contingere. - Bartholomaeus de
Cotton - Historia anglicana (AD 449-1298) Ed. H.R. Luard
(Londra 1859) pag. 62: "Eodem anno interfecti sunt
omnes milites Templi. Eodem anno tenebrae factae sunt
in Anglia...” - Cit. anche da Marie Louise Bulst Thiele
Sacrae Domus Militiae Templi Hierosolymitani Magistri
Ed. Volumnia, Perugia, 2004, pag. 29.
14. ^ Barber, pag. 85.
15. ^ Barber, pag. 84 e 88.
16. ^ Barber, pag. 91.
17. ^ Barber, pag. 97 e seguenti.
18. ^ Barber, pag. 118 e 119.
19. ^ Barber, pag. 115 e 120.
20. ^ Barber, pag. 81.
21. ^ Barber, pag. 106.
22. ^ Runcimann, pag. 824.
23. ^ Inferno, canto XIV, verso 103 e seguenti: Dentro dal
monte sta dritto un gran veglio, - che tien volte le spalle
inver Damiata - e Roma guarda come süo speglio. Fra le
varie interpretazioni di questi versi, potrebbe essere
contenuto un riferimento alla vicenda di Damietta. Dante
Alighieri fu sempre sensibile alla vicenda dei Templari.
Fece riferimento a loro in vari punti della Commedia e fu
ritenuto, da fonti esoteriche, terziario dell'Ordine
templare. Si veda, in proposito il testo di Robert John,
Dante templare.
24. ^ Runcimann, pag. 847.
25. ^ Runcimann, pag. 878.
26. ^ Testo della bolla papale Vox in Excelso del 1312
Archiviato il 22 aprile 2005 in Internet Archive.
27. ^ Il nuovo Ordine venne approvato con la bolla Ad ea ex
quibus del 14 marzo 1319 da papa Giovanni XXII
28. ^ Nel 1460 re Alfonso V garantì ai Cavalieri dell'Ordine
del Cristo il 5% delle rendite delle terre africane del regno
del Portogallo.
29. ^ "Veggio il novo Pilato sì crudele, / che ciò nol sazia, ma
sanza decreto / portar nel Tempio le cupide vele". Dante
Alighieri, Purgatorio, XX, 91-93.
30. ^ Barbara Frale. Il Papato e il processo ai Templari.
L'inedita assoluzione di Chinon alla luce della
diplomatica pontificia, Viella, 2003
31. ^ "Le carte originali del processo ai Templari rinvenute
nell'Archivio Segreto Vaticano dimostrano l'infondatezza
delle accuse di eresia". Barbara Frale, ne L'Osservatore
Romano, 21 agosto 2008.
32. ^ Barber, pag. 267.
33. ^ Barber, pag 271.
34. ^ Barber, pag 274.
35. ^ Bordonove, Vita quotidiana, pag. 147-156.
36. ^ Bordonove, Vita quotidiana, pag. 110 e 140.
37. ^ Bordonove, Vita quotidiana, pag. 129.
38. ^ Barber, pag. 266 Si parla di 9000 feudi, di cui almeno
200 in Italia.
39. ^ dal francese "sergents" a sua volta dal latino
"servientes", letteralmente "servi": da Helen Nicholson,
Knight Templars, Oxford, Osprey, 2004.
40. ^ Bordonove, Vita quotidiana, pag. 157.
41. ^ Pomponio pag.12.
42. ^ Pomponio pag.16.
43. ^ Cerrini pag. 17.
44. ^ Moiraghi cit., pag. 191. Si veda, per riferimento diretto,
il testo in latino della Regola Templare .
45. ^ La vita dell'Ordine del Tempio fu regolata, in fasi
successive, dai seguenti documenti:
la Regola primitiva, scritta in latino, approvata dal
Concilio di Troyes nel 1129;
la versione francese, con varianti, della Regola
latina, scritta intorno al 1140;
i Retraits, raccolta di usi e costumi dell'Ordine,
redatta intorno al 1165;
gli Status hiérarchiques, che trattano
principalmente delle cerimonie, scritti intorno al
1240-1250;
gli Egards relativi alla disciplina, scritti intorno al
1257-1267.
46. ^ Ne sono testimonianza la Lettera di Ugo e la Lettera di
Guigo. Cerrini pag. 28, 29 e passim.
47. ^ Cerrini pag.181.
48. ^ Si vedano, in proposito, Fulcanelli, Il mistero della
Cattedrali, Ed. Mediterranee, pag. 53, e ancora molti altri,
come Christopher Knight e Robert Lomas, La chiave di
Hiram, Ed. Mondadori.
49. ^ Ribat è vocabolo arabo che definisce una struttura
volta alla difesa delle frontiere, abitata da volontari
organizzati su base religiosa e monacale.
50. ^ Barber, pag. 98.
51. ^ Régine Pernoud, Les templiers, Parigi, 1977. Ed. ital.
Effedieffe, pag. 9
52. ^ Barber, per questi insediamenti, da pag. 96 a 108.
53. ^ Di particolare completezza in materia, si veda il testo
di Goffredo Viti O. Cist. (a cura di), Monaci in armi, Ed.
Certosa di Firenze, 1995
54. ^ Si veda quanto riportato in F. Bramato, Il Templum
Domini e la Militia Templi nella diocesi di Trani. Elementi
e prospettive per la ricerca, in Barletta crocevia degli
ordini religioso-cavallereschi medioevali. Seminario di
studio, Barletta 16 giugno 1996, Taranto 1997, pagg.
57-60 e V. Ricci, La chiesa di Ognissanti di Trani non fu
templare , in Cronache medievali, n. 32, 2010, pagg.
7-11.
55. ^ Goffredo Viti, Monaci in armi, cit. rispettivamente
pagine 41, 169, 31, 164, 214, 236, 248 e seg., 27, 46, 50,
59, 63, 75, 117.
56. ^ Barber, pag. 268 e seguenti.
57. ^ Barber, pag. 274 e seguenti.
58. ^ Barber, pag. 278.
59. ^ Capone – Imperio – Valentini, Guida all'Italia dei
Templari, Ed. Mediterranee. Si tratta di un'opera generale
sugli insediamenti nella penisola.
60. ^ Una sommaria elencazione è reperibile anche in Sedi
templari in Italia.
61. ^ Viti, Templari, pag. 221
62. (EN) The Templar Order in North-west Italy, (1142-
c.1330) (The Medieval Mediterranean) - PDF Free
Download , su epdf.pub. URL consultato il 2 settembre
2019.
63. Alberto Cavazzoli, Alla ricerca del Santo Graal nelle terre
dei Gonzaga, Reggio Emilia, 2008, pp. 47-49.
64. ^ Capone, cit.
65. ^ Come più volte l'Osservatore Romano ha precisato, la
Santa Sede riconosce ufficialmente e tutela solamente il
Sovrano militare ordine di Malta e l'Ordine equestre del
Santo Sepolcro di Gerusalemme. Nel 2005 il cardinale
vicario Camillo Ruini ha invitato le chiese della diocesi di
Roma a non ospitare le cerimonie dei cosiddetti gruppi
neotemplari, dichiarando esplicitamente che la Chiesa
riconosce solo il "Sovrano militare ordine di Malta e
l'Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme.
(*Andrea Tornielli, "Riti, cavalieri e scomuniche: è la
guerra dei Templari italiani" articolo da Il Giornale del 1º
luglio 2005.)
66. ^ [2] articolo del periodico diocesano Nuova Stagione
del 12 febbraio 2017 - pag.7
67. ^ Ecco cosa dice un passo finale della bolla: …Anche in
altri casi, pur senza colpa dei frati, la chiesa romana
qualche volta ha soppresso ordini di importanza assai
maggiore per motivi senza paragone più modesti di
quelli accennati, pertanto con amarezza e dolore, non
con sentenza definitiva, ma con provvedimento
apostolico, noi, con l'approvazione del santo concilio,
sopprimiamo l'ordine dei Templari, la sua regola, il suo
abito e il suo nome, con decreto assoluto, perenne,
proibendolo per sempre, e vietando severamente che
qualcuno, in seguito, entri in esso, ne assuma l'abito, lo
porti, e intenda comportarsi da Templare. Se poi
qualcuno facesse diversamente, incorra la sentenza di
scomunica ipso facto….
68. ^ I Templari, trad. it. Effedieffe, Milano 1993, p. 11.
69. ^ M. Bauer, op.cit., cap.IV, pag.154
70. ^ Massoneria , Firenze, Giunti, 2002, pag.51,
ISBN 88-440-2502-7.
71. ^ M. Bauer, op. cit., cap. V, pag. 162
72. ^ Si veda in proposito il già citato testo: Christopher
Knight e Robert Lomas, La chiave di Hiram, Ed.
Mondadori
73. ^ Hopkins, Marilyn; Simmans, Graham; Wallace-
Murphy, Tim, Rex Deus: The True Mystery of Rennes-Le-
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storico dell'università di Torino, Andrea Nicolotti, ha
sostenuto in "Templari e la Sindone, Storia di un falso,
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Bibliografia
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online .

Voci correlate
Bafometto
Castello di Ponferrada
Crociata
Cavalieri Ospitalieri
Massoneria
Monachesimo
Neotemplarismo
Ordini religiosi cavallereschi
Terrasanta
Via Francigena

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Collegamenti esterni
Cavalieri templari , su thes.bncf.firenze.sbn.it, Biblioteca
Nazionale Centrale di Firenze.
(IT, DE, FR) Cavalieri templari , su hls-dhs-dss.ch, Dizionario
storico della Svizzera.
(EN) Cavalieri templari , su Enciclopedia Britannica,
Encyclopædia Britannica, Inc.
(EN) Cavalieri templari , in Catholic Encyclopedia, Robert
Appleton Company.
Testo latino della Regola templare , su scriptorium.it.
Traduzione in italiano della Regola templare , su
medievale.it.
La pergamena di Chinon negli archivi vaticani , su
asv.vatican.va. URL consultato il 26 ottobre 2008
(archiviato dall'url originale il 6 dicembre 2008).
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Templari tra fonti, mito e fiction. A proposito di un libro
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Medievali (pdf)
I segreti dei templari , su web.infinito.it. URL consultato il 9
giugno 2016.
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