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delle crociate
I primi cavalieri
La diffusione delle signorie di banno incentrate sui castelli rese
necessario un numero crescente di esperti della guerra: milites
(inizialmente uomini di bassa estrazione sociale).
Nel corso dell’XI secolo il mestiere del cavaliere si specializzò: sviluppo
di nuove tecniche di combattimento basate sullo scontro individuale,
specializzazione nella lancia, nuove armature, nuovi elmi e scudi.
L’armamento divenne sempre più costoso e i cavalieri aumentarono il
loro prestigio=> chiusura della cavalleria in una élite, composta di
persone d'alto rango. Inoltre, a causa delle signorie di banno, era
importante non suddividere il patrimonio familiare, perciò, si affermò
una struttura familiare verticale che privilegiava i primogeniti. I
primogeniti ottenevano l’eredità e gli altri figli (cadetti) erano costretti a
cercare fortuna altrove, nella cavalleria=>contrasti tra i figli. I cavalieri
non ancora affermati si univano a compagnie che si spostavano di corte
in corte, partecipando a combattimenti e tornei, il cui principale fine era
quello di costituire una base economica e di sposarsi.
Per disciplinare il comportamento di queste compagnie di cavalieri, si
diffuse il movimento della “pace di Dio”: i vescovi, con l’appoggio dei
signori locali, convocavano assemblee per assicurarsi che i cavalieri si
astenessero da violenze ingiustificate e non usassero le armi durante le
festività. Inoltre, il cavaliere doveva difendere i poveri, i deboli, le donne
e i fanciulli. Società tripartita: oratores (salvezza dell’anima),
bellatores (difesa del corpo) e laboratores (sostentamento
materiale).