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TERESIANUM
PONTIFICIA FACOLT TEOLOGICA PONTIFICIO ISTITUTO DI SPIRITUALIT

MONDO PRIMARIO E MONDO SECONDARIO: SOVRAPPOSIZIONI E SEPARAZIONI


IL SAGGIO SULLE FIABE DI J.R.R. TOLKIEN E LA SUA RILEVANZA PER UN'ANALISI DELLE DISTORSIONI
PROCURATE DALLE SETTE E DALLE SPIRITUALIT 'FAI DA TE' NELLA PERCEZIONE DEL MONDO

Elaborato per il corso S02800 Nuove saggezze e nuove spiritualit all'alba del XXI secolo
del Prof. Alessandro Olivieri Pennesi

Studente: Quagliaroli Alberto

Roma 2008

INTRODUZIONE
Concetti di Mondo Primario e Secondario
La realt dell'uomo, quella della vita di ogni giorno e degli avvenimenti che accadono in ogni parte del mondo e ci raggiungono per lo pi con i mass-media, si pu anche chiamare Mondo Primario, mondo creato da Dio, in cui viviamo, ci muoviamo, intrecciamo relazioni reali e dirette. Con una intuizione non originalissima, ma molto ben motivata e descritta1, J.R.R. Tolkien, autore inglese di narrativa fantastica di enorme successo (e di grande impatto culturale)2, ma anche stimato filologo che insegn, tra l'altro, ad Oxford, descrive i prodotti delle arti dell'uomo (narrativa, pittura, musica ecc., nati dalla fantasia, ma anche dalla ragione) come caratterizzati da una consistenza propria derivata necessariamente dal mondo Primario, e li classifica come afferenti al Mondo Secondario o Sub-Creazione. Il primo termine pi elegante in italiano, il secondo pi efficace per chiarire il pensiero di Tolkien (che, c' da aggiungere, era cattolico).

J.R.R. Tolkien, i mondi secondari e il Racconto Fantastico


Tolkien3 ha svolto quello che si pu considerare un vero e profondo trattato sui mondi secondari della narrativa fantastica nel suo saggio On Fairy Stories, tradotto in italiano con il titolo Sulle Fiabe. necessario sottolineare che se in italiano 'fiaba' richiama subito alla mente i racconti fantastici per bambini, in inglese 'Fairy Story' significa semplicemente 'racconto di fate'; ma T. usa un capitolo di 16 pagine4 per sostenere che il termine Fairy Stories non deve essere considerato nel suo significato letterale e neppure essere attribuito a favole con animali che parlano o storie di folletti o racconti fantasiosi di viaggi. Altre quindici pagine del saggio5 sono spese da T. per sostenere la posizione che i racconti fantastici non sono neppure indirizzati direttamente ai bambini, ma che sono creati e raccontati per gli adulti. Le conclusioni di T. sul valore da dare al termine Fairy Stories si
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J.R.R.TOLKIEN, Albero e foglia (Saggio sulle fiabe), Rusconi Libri S.p.A., Milano 1989. autore, tra l'altro, de Il Signore degli Anelli, probabilmente una delle opere letterarie pi vendute nel mondo dalla seconda met del XX secolo. Da questo momento citer Tolkien usando l'abbreviazione T. per rendere pi corto e scorrevole il testo. J.R.R.TOLKIEN., Albero e foglia, Rusconi Libri S.p.A., Milano 1989, pp. 14-30. J.R.R.TOLKIEN. Albero e foglia, Rusconi Libri S.p.A., Milano 1989, pp. 49-65.

3 possono riassumere traducendolo in italiano con 'Racconto Fantastico', narrazione di fantasia. In pratica la posizione di T. sui racconti fantastici che fanno parte di mondi secondari creati con la fantasia umana, ma sono dotati di una logicit interna, costruiti facendo uso della ragione, rivolti a tutti gli uomini senza distinzioni di et e dotati della capacit di impartire anche insegnamenti esistenziali. Una delle considerazioni pi interessanti di T. sui mondi secondari proposti dall'arte narrativa la seguente:
Possiamo stendere un ferale verde sul volto di un uomo e generare un orrore; possiamo far germogliare boschi di argentee foglie e far indossare agli arieti velli d'oro, possiamo mettere fuoco caldo nel gelido ventre del drago. Ma tali 'fantasie' come si usa chiamarle, sono la matrice di nuove forme; ha inizio Feeria; l'uomo diviene subcreatore. Un potere essenziale di Feeria dunque quello di rendere immediatamente effettive con un atto di volont, le visioni della 'fantasia'. Non tutte sono belle, e neppure salubri, in ogni caso non lo sono quelle dell'Uomo caduto. Il quale ha bruttato della sua stessa macchia gli elfi che possiedono questo potere (in realt o nella favola). Quest'aspetto della 'mitologia' subcreazione, pi che rappresentazione o interpretazione simbolica delle bellezze del mondo - a mio avviso sottovalutato6.

Ancora pi chiaro sul ruolo subcreativo, ma anche sui rischi di questo ruolo che appartiene all'uomo, una brano, sempre del saggio Sulle Fiabe, ove T. tratta della fantasia7:
La Fantasia pu naturalmente essere portata all'eccesso; pu essere deforme; se ne pu fare cattivo uso. Pu persino illudere le menti dalle quali sortita. Ma per quale realt umana, in questo mondo, tale affermazione non vale? Gli uomini hanno concepito non soltanto gli elfi: hanno immaginato gli di, li hanno venerati, persino quelli resi deformi dalla malizia dei loro stessi autori. Ma hanno fabbricato falsi di con altri materiali: le loro nozioni le loro insegne, i loro quattrini; persino le loro scienze e le loro teorie sociali ed economiche hanno richiesto sacrifici umani. Abusus non tollit usum. La Fantasia rimane un diritto umano: creiamo alla nostra misura e nel nostro modo derivativo perch siamo stati creati, e non soltanto creati, ma fatti a immagine e somiglianza di un Creatore8.

In sostanza, in questi brani T. afferma che i mondi della creativit umana (che afferiscono alla sub-creazione o mondo secondario) sono importanti per il mondo reale (primario) in cui si vive, esercitano sull'uomo una grande attrattiva e sono una esigenza creativa dell'uomo in quanto lui stesso creato ad immagine e somiglianza dell'unico Creatore dell'Universo. La creazione dei mondi secondari secondo questa posizione una esigenza umana e, derivando dal creatore, deve essere anche un bene per l'uomo. La seconda citazione mette anche in guardia dai pericoli reali che corre la fantasia dell'uomo
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J.R.R. TOLKIEN, Albero e foglia, Rusconi Libri S.p.A., Milano 1989, p. 35-36. Anche per 'Fantasia' opportuno sottolineare che in italiano e in inglese (come testimonia T. stesso nel saggio Sulle Fiabe a p. 65) si tende a stabilire una sorta di graduatoria tra Immaginazione e Fantasia; si attribuisce alla prima il ruolo di organizzatore anche razionale dei dati forniti dalla Fantasia, considerata la facolt che propone alla mente umana dati inventati non strutturati. Nell'uso che ne fa T., esattamente il contrario, la Fantasia vista come dote organizzatrice subcreatrice dei dati proposti dall'Immaginazione. Io user le accezioni di T. di Fantasia e Immaginazione, anche perch oggi 'Fantasy' ha assunto ormai il significato di narrativa fantastica modellata sulla base dell'opera pi famosa di T.: Il Signore degli Anelli. J.R.R. TOLKIEN, Albero e foglia, Rusconi Libri S.p.A., Milano 1989, p. 76.

4 incarnata in racconti fantastici (mondi secondari) se non tenuta a freno lucidamente dalla ragione e dalla coscienza che il mondo primario il solo in cui l'uomo pu e deve vivere con tutto se stesso.

Sovrapposizione indebita tra i mondi


Intendo porre alla base del presente studio l'ultima considerazione del paragrafo precendente. Le creazioni dell'uomo, oggi soprattutto, nel campo della letteratura e, nei tempi passati, nella mitologia, nella leggenda o nella magia, possono essere molto belle, possono essere di sollievo per l'umanit che si trova ogni giorno ad affrontare le difficolt della vita concreta, possono anche insegnare cose sulla natura e sull'esistenza dell'uomo ai giovani e agli adulti, possono creare luoghi del cuore o della mente in cui piacevole lasciarsi cullare, possono promettere improbabili quanto attraenti riscosse nei confronti del mondo, hanno anche altre propriet positive per l'uomo, ma sono, e rimangono, creazioni umane che dipendono in tutto e per tutto dall'unica Creazione divina, dal mondo primario in cui l'uomo vive effettivamente la sua vita con le sue difficolt, i suoi impegni, le sue gioie, i suoi dolori, le sue relazioni con gli altri. Purtroppo assistiamo, in questi ultimi decenni ancora pi che nel passato, con la globalizzazione delle comunicazioni e la frammentazione dei rapporti, ad una tendenza a sovrapporre le creazioni della mente e del cuore dell'uomo alla realt concreta. Vi sono non pochi 'personaggi' che si adoperano per creare o usare mondi secondari allo scopo di attirare e spingere le persone meno forti spiritualmente e/o psicologicamente a farsi avvolgere da essi e a perdere progressivamente il contatto con il mondo primario. Questi 'personaggi', presentandosi come delle specie di Guru, come degli illuminati, come persone beneficiate di particolari rivelazioni, spacciano per realt primaria le loro invenzioni narrative (anche solo presentate come tradizioni orali oppure addirittura come nuove scienze positive) o riprendono mitologie, leggende, esoterismi vari, per attirare a s persone in difficolt spirituale o anche semplicemente curiosi imprudenti carenti di spirito critico. Una volta che una persona si sente accolta, protetta, si sente detentrice di qualche potere da sviluppare e pensa di aver trovato una guida nella temperie del mondo, viene assorbita nel mondo secondario fatto su misura dei suoi bisogni e desideri e subisce un progressivo distacco dalla realt concreta, divenendo prono al potere psicologico ed intellettuale della guida o della dottrina cui ha aderito.

5 Ecco finalmente il programma che intendo svolgere negli spazi e nei tempi concessi da una ricerca di questo genere. Vagliando gli attributi della fantasia e del suo campo operativo consistente nella creazione di mondi fantastici cos come T. li ha esaminati nel suo saggio Sulle Fiabe, cercher di far emergere tra essi gli attributi a duplice effetto, cio quei fattori che, se da una parte rendono i prodotti letterari e narrativi della fantasia attraenti, belli e piacevoli per l'uditore o il lettore, dall'altra, se si troppo permeabili a questa efficacia creativa, possono essere usati come mezzi per ingabbiare l'uditore o lettore in una trappola psicologica e spirituale che opera direttamente nell'ambito del mondo primario e pu riuscire a separare dal resto della realt chi vi cade.

1. GLI ATTRIBUTI DELLA FANTASIA


La fantasia9 fornisce ed elabora immagini di cose che non sono concretamente presenti, n reperibili direttamente nel mondo primario e presenta una serie di caratteristiche che la rendono pi o meno evasiva, attraente, piacevole, efficace ed educativa. Intendo trattare queste caratteristiche una per una come T. le ha proposte.

1.1

Il Meraviglioso

Uno dei primi fattori che la caratterizzano la 'stranezza che attira'10, vista con sospetto dalla mentalit razionalista e positivista degli ultimi tre secoli, ma alla base del gusto per la lettura della narrazione fantastica, altres delineata con l'espressione 'Il Meraviglioso'. Questo fattore certamente attivo nei confronti dei bambini, ma si pu facilmente notarne il ruolo importante svolto soprattutto nell'ultimo quarto del XX secolo con l'esplosione della letteratura e del cinema Fantasy e Fantascientifici 11 apprezzati da schiere di appassionati adolescenti e giovani adulti, che, tra l'altro, non infrequentemente continuano ad esserne attratti per tutta la vita12.
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Nell'accezione tolkieniana di cui ho discusso in una nota precedente. J.R.R. TOLKIEN, Albero e foglia, Rusconi Libri S.p.A., Milano 1989, p. 67. Basti ricordare Tolken stesso, ma pure la Rowling autrice del ciclo di Harry Potter per la Fantasy, Isac Asimov autore del ciclo della Fondazione e di numerosissimi racconti sui Robot e la Saga cinematografica di Guerre Stellari creata da George Lucas. Ma l'offerta di fantasy e fantascienza ormai sterminata in questo nostro mondo globalizzato post-moderno. Oggi nel 2008, le generazioni della seconda met del XX secolo contano tra le loro fila persone che sono arrivate alle soglie dell'anzianit. Chi nato nel 1954 (anno in cui stato pubblicato Il Signore degli Anelli in lingua inglese) oggi ha 54 anni, e se un ventenne del 1954 ha letto e si appassionato ai libri di Asimov o di T., a questo punto ha 74 anni ... e ritengo che questa passione non si spenga, se vero che l'et non di ostacolo alla persistenza di hobby e interessi.

1.2

La coerenza interna

Il Meraviglioso per, sostiene T., ha bisogno, per essere accolto e apprezzato, di essere affiancato da un elemento essenziale, 'l'intima consistenza della realt':
La Fantasia presenta anche un inconveniente essenziale: difficile pervenirvi: la fantasia pu, a mio giudizio, essere non meno, ma anzi pi subcreativa; in ogni caso, per, facile constatare che, in pratica, l'intima consistenza della realt tanto pi difficile da produrre, quanto pi disparate sono le immagini o le rielaborazioni del materiale primario rispetto alle effettive strutture del Mondo Primario. [...] Chiunque erediti lo straordinario strumento del linguaggio umano, in grado di dire sole verde; molti sono anche capaci di immaginarselo o raffigurarlo. Ma questo non basta, [...] Costruire un Mondo Secondario dentro il quale il sole verde risulti credibile, imponendo Credenza Secondaria, richieder probabilmente fatica e riflessione, e certamente esiger una particolare abilit, una sorta di facolt magica. Pochi si cimentano in compiti cos ardui; ma quando li si affronta e li si attua in misura maggiore o minore, si ottiene un risultato artistico senza pari: arte narrativa, insomma, elaborazione di racconti nella forma primaria e pi pregnante13.

Si pu usare anche per definire questo attributo della fantasia l'espressione 'Credenza Secondaria' e, in altri brani, T. parla anche di 'coerenza interna'. Per fare un po' di ordine, ci che sostiene T. che, per realizzare racconti fantastici, la Fantasia elabora dei mondi che possono avere leggi proprie diverse da quelle del mondo primario (per esempio la possibilit di volare magicamente con il corpo umano, di parlare senza difficolt con gli animali, il fatto che il sole sia un carro di fuoco trasportato da una divinit e cos via), ma devono essere tra loro coerenti, non contraddirsi tra loro; altrimenti come se si raccontasse un sogno pieno di incongruenze che non attira nemmeno se contiene situazioni o cose meravigliose per l'essere umano. Se si crea un mondo che 'stia in piedi da solo', allora chi pi portato per la creazione di fantasia, ama assaporare realt insolite e piacevoli e desidera avere un certo sollievo dalle fatiche e dalle croci di ogni giorno, sar meglio disposto a entrare nell'atmosfera del racconto e ad apprezzarne il risultato artistico. Quanto accade al lettore descritto da T. come 'Credenza Secondaria'. Questa stessa credenza secondaria per a parere dell'autore pu essere addirittura trascesa:
Ora il 'Teatro Feerico', vale a dire quelle rappresentazioni che, stando ad abbondanti testimonianze, gli elfi hanno spesso recitato per gli esseri umani, pu produrre Fantasia con un realismo e un'immediatezza che supera di gran lunga ogni umano meccanismo. Ne consegue che l'effetto normale che esso produce su un essere umano, di trascendere la Credenza Secondaria. Chi assista a una Rappresentazione Feerica, si trova ad essere, o si crede, fisicamente dentro il Mondo Secondario di essa14.

opportuno chiarire che il tono di cui stato appena dato un esempio viene mantenuto in quasi tutto il testo del saggio Sulle Fiabe; T., cio, parla di Feeria15 come se
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J.R.R. TOLKIEN., Albero e foglia, Rusconi Libri S.p.A., Milano 1989, pp. 67-68. J.R.R. TOLKIEN, Albero e foglia, Rusconi Libri S.p.A., Milano 1989, pp. 72. Cfr. anche p. 75. Definibile come insieme dei mondi della fantasia umana.

7 fosse un regno esistente, una realt con cui, e attraverso cui, dialogare e convivere, chiarendo in una nota che, pur essendo creazioni della mente dell'uomo, i racconti fantastici sono 'veri' solo in quanto 'riflettono una particolare modalit delle concezioni della Verit proprie dell'uomo16. Di seguito a questo brano citato, T. fa considerazioni che saranno riprese nel prossimo capitolo, perch riguardano l'uso distorto della credenza secondaria quando viene volutamente trasformata in Credenza Primaria per permettere di esercitare il potere in questo mondo, il dominio di cose e volont17. Per ora basti osservare che esiste la possibilit di fare esperienze anche molto intense attraverso l'arte; per l'arte pittorica e poetica si pi inclini a capire questo effetto, ma anche per l'arte narrativa fantastica T. sostiene che ci sia possibile: L'Incantesimo genera un Mondo Secondario nel quale possono entrare sia l'artefice sia lo spettatore, a soddisfazione dei loro sensi mentre vi si trovano; ma nella purezza esso artistico quanto a desiderio e scopo18. Qui con Incantesimo si intende la peculiare relazione che si instaura tra artista e osservatore dell'opera artistica, di cui le teorie dell'interpretazione dell'Ermeneutica novecentesca hanno parlato con una certa insistenza19. Nella stessa pagina T. dice ancora: L'Arte il processo umano che produce anche (ma non il suo unico scopo) credenza secondaria. Prendendo spunto da queste parole, passo ai successivi fattori che T. elabora: Ristoro, Evasione, Consolazione.

1.3

Ristoro, Evasione, Consolazione

T. tratta insieme Ristoro, Evasione e Consolazione. Neppure io credo che sia necessario, o che si possa, separarle nettamente; ciononostante si pu chiarire, prima,
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Sostiene che Feeria in effetti indescrivibile in modo compiuto, mentre possibile percepirla, da ci discende che non si pu dare una adeguata definizione di favola, si pu tuttavia dire: che una fiaba, o racconto fantastico, tocca Feeria o se ne serve, che cosa non fiaba (non lo sono, come ho gi osservato, la storia di animali, la storia di viaggi avventurosi e strani, la descrizione di un sogno) e che la fiaba deve essere presentata come 'vera'. Cfr. J.R.R. TOLKIEN, Albero e foglia, Rusconi Libri S.p.A., Milano 1989, p. 73. J.R.R. TOLKIEN, Albero e foglia, Rusconi Libri S.p.A., Milano 1989, p. 73. Cfr. anche G. VATTIMO, Interpretazione in Enciclopedia di filosofia, Garzanti Libri S.p.A., 1999, pp. 556-557.

8 separatamente, il concetto di ristoro.


Il ristoro (che implica il ritorno alla salute e il suo rinnovamento) un riguadagnare, un ritrovare una visione chiara. [...] Dobbiamo in ogni caso, pulire le nostre finestre, in modo che le cose viste con chiarezza possano essere liberate dalla tediosa opacit del banale o del familiare dalla possessivit. [...] Le cose che sono trite o familiari in senso peggiorativo, sono le cose di cui ci siamo appropriati, legalmente o mentalmente. [...] Le abbiamo acquisite e acquisendole abbiamo cessato di guardarle20.

T. poi prosegue dicendo che per liberarci di questa possessivit banalizzante basta anche l'umilt; guardare una vetrina a rovescio e scoprire una parola nuova che pu aprire qualche orizzonte della fantasia (T. fa l'esempio di Coffeeroom/Mooreeffoc). Ma la fantasia creativa pu trasformare la banalit di uno specchio in una apertura su un altro mondo e, di converso, permettere di immaginarsi nell'altro mondo a guardare di qua dallo specchio, oppure si possono immaginare alberi che parlano e camminano e guardare ed udire attraverso i loro occhi e le loro orecchie la comica eccentricit, imposta dalla moda, del nostro modo di vestire o di parlare, o il nostro frenetico ritmo di vita; oppure, ancora, immaginare razze di creature immortali che guardano alla nostra mortalit con un'ottica talmente differente da considerarla un dono21, quando noi, invece, siamo sempre pi abituati a vederla come l'abituale minaccia alla nostra pretesa onnipotenza di uomini moderni capaci di dominare tante forze della natura e di conoscere la complessit del DNA fino a poterlo ri-sintetizzare. Ci sarebbe da citare buona parte delle parole di T. per rendersi conto di ci che egli intende per ristoro, ma credo che i pochi esempi che ho fatto siano sufficienti per capire l'importanza e la necessit di guardare, per quanto possibile, ogni tanto, con un occhio rinnovato, le cose semplici e fondamentali della nostra condizione umana e della nostra vita: un buon pasto, la luce, i mezzi di locomozione di cui oggi abbiamo una scelta impensabile appena un secolo fa, ma anche la nascita, la morte, il dolore che tendiamo a considerare in modo sempre pi ostile e altrettanti affronti alla nostra indipendenza e autonomia. Anche la gioia e il piacere, banalizzati, e vissuti in modo sempre pi frammentato ed estemporaneo, se visti e assunti in noi sotto una luce diversa, con gratitudine verso il mondo che ci precede e se inseriti stabilmente nella rete di relazioni di cui la vita composta, vengono apprezzati e valorizzati conferendo alla nostra realt personale nuova linfa e nuovo slancio. Questo ristoro non viene solo dalle fiabe, ma T. afferma: stato nelle fiabe che, per la prima volta, ho scoperto la potenza delle parole e la
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J.R.R. TOLKIEN., Albero e foglia, Rusconi Libri S.p.A., Milano 1989, pp. 78-79. esattamente il caso degli Elfi del mondo fantastico creato da T..

9 meraviglia delle cose come la pietra, il legno, il ferro, la casa e il fuoco, il pane e il vino22. L'evasione e il suo corrispettivo, la consolazione, ritenuta da T. una delle funzioni 23 principali delle fiabe. Come per il significato di Fairy Stories e per l'attribuzione ai bambini di essere destinatari esclusivi delle fiabe, anche per l'evasione T. si getta in un attacco all'uso ordinario che viene fatto del vocabolo. Di una chiarezza cristallina l'espressione:
Usando Evasione in questo senso, i critici hanno scelto la parola sbagliata e, ci che pi importa, confondono, non sempre in buona fede, l'Evasione del Prigioniero con la Fuga del Disertore. [...] Appiccicano l'etichetta del vilipendio, non soltanto alla Diserzione, ma anche alla vera e propria Evasione e a quelli che sono spesso i suoi compagni, Disgusto, Rabbia, Repulsione e Rivolta24.

Non va sottovalutato, anche in questo caso (come per le considerazioni sull'uso della fantasia allo scopo di esercitare potere sulle menti e sui cuori altrui), il duplice effetto della contestazione, pur giusta, nei confronti di certi aspetti del mondo moderno. T. si riferiva in particolare alla societ delle macchine e dei drammi, per non dire disastri, ecologici che la modernit ha prodotto sulla Terra e che, ai tempi del saggio (1938-39), erano ancora poco conosciuti e addirittura ammirati25. Non un grande sforzo estendere la negativit di questa realt delle macchine e delle fabbriche che sono capaci anche di imprigionare e danneggiare gravemente l'uomo e il suo ambiente, all'attuale situazione del mondo industrializzato, 'interconnesso', globalizzato, fluido quanto a qualsiasi valore, frammentato in mille rivoli di fugaci esperienze, disorientato dalle infinite luci del consumismo che tocca la stessa dimensione spirituale dell'uomo. Ben venga dunque la possibilit, che anche i racconti fantastici offrono, di evadere dall'eccessiva invadenza della realt primaria cos come l'uomo l'ha spesso peggiorata; tuttavia esiste anche il rischio che il rifiuto di questo eccesso di pressione del mondo contemporaneo sull'uomo, non trovando sufficiente ristoro in mondi secondari opportunamente modellati e vissuti secondo un criterio di equilibrio e di complicit ragionevole, sia sfruttato da chi a conoscenza dei meccanismi che rendono questi mondi secondari attraenti e ristoranti, per costruire nuove forme di oppressione psicologica, sociale e spirituale che vanno a sostituirsi alla realt primaria divenendo nuove e pi terribili forme di oppressione e invadenza rispetto allo stesso mondo contemporaneo. A proposito della consolazione si pu aggiungere una funzione della fantasia, che
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J.R.R. TOLKIEN., Albero e foglia, Rusconi Libri S.p.A., Milano 1989, p. 81. Per semplificare ho parlato di attributi o fattori della fantasia, ma ristoro, evasione e consolazione potrebbero essere meglio definite come funzioni ed effetti delle fiabe (quando ben riuscite). J.R.R. TOLKIEN., Albero e foglia, Rusconi Libri S.p.A., Milano 1989, p. 82. Per lo meno nei casi meno gravi dell'inquinamento acustico, del traffico e della esponenziale crescita delle periferie brutalmente industrializzate e delle vie di trasporto. Ma anche nei casi di cui oggi siamo ancora pi amaramente a conoscenza della corsa agli armamenti, della costruzione di armi sempre pi distruttive, pericolose e numerose.

10 finora ho solo sfiorato, quella della soddisfazione di antichi desideri umani. Il desiderio di conversare con altri esseri viventi, l'aspirazione a volare senza rumore come uccelli26, il poter conoscere e conversare con altre creature intelligenti e spirituali, il poter tornare a parlare con parenti e amici defunti, la conoscenza del futuro o di cose passate, e soprattutto: il pi antico e profondo desiderio, la Grande Evasione: l'Evasione dalla Morte27. Anche l'evasione dalla Morte un potente fattore che pu essere distorto una volta che si creato un mondo secondario e lo si intende usare per esercitare potere sulle menti e sul cuore degli uomini nel mondo primario, le promesse di vita immortale o lunghissima si sprecano tra coloro che intendono sfruttare mondi di fantasia ben costruiti per fini di potere.

1.4

Eucatastrofe

Non va trascurato, per ultimo, un desiderio che secondo T. costitutivo dell'essenza delle fiabe:
Ben pi importante la Consolazione del Lieto Fine, al punto che quasi mi azzarderei ad affermare che tutte le fiabe completamente tali dovrebbero averlo. [...] E, poich a quanto pare non disponiamo di una parola che possa esprimere tale opposto, lo chiamer eucatastrofe. Il racconto eucatastrofico la vera forma di fiaba e ne costituisce la suprema funzione28.

Dir ancora che l'eucatastrofe:


una grazia improvvisa e miracolosa; non c' da far conto che possa ripresentarsi, Questo non smentisce la discatastrofe, del dolore e del fallimento: la loro possibilit anzi necessaria alla gioia della salvazione; smentisce per, nonostante le molte apparenze del contrario, l'universale sconfitta finale, e pertanto evangelium, in quanto permette una fugace visione della Gioia, Gioia al di l delle mura del mondo, acuta come un dolore29.

Anche per questo attributo della fiaba, che pare sia fondamentale nella visione di T., esiste il duplice effetto, lo vedremo nel capitolo successivo; per ora anticipo che la speranza molto spesso un'altra chiave con cui possibile penetrare le difese delle persone che cercano aiuto nelle difficolt e la promessa del lieto fine capace di dare un senso anche alle vite pi disperate. Il problema come viene proposta e come viene considerata questa speranza.
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Questi due esempi sono fatti da T. stesso, come quello mostrato dalla citazione sulla morte che segue poche righe pi avanti. J.R.R. TOLKIEN., Albero e foglia, Rusconi Libri S.p.A., Milano 1989, p. 90. J.R.R. TOLKIEN., Albero e foglia, Rusconi Libri S.p.A., Milano 1989, p. 91. J.R.R. TOLKIEN., Albero e foglia, Rusconi Libri S.p.A., Milano 1989, p. 92.

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2. LA SOVRAPPOSIZIONE INDEBITA 30
Ora intendo scorrere con ordine la serie di fattori, attributi e funzioni della fantasia che ha trattato T. per coglierne il lato, per cos dire oscuro. Preavviso che non tratter della sfera psichica dei capi e dei fondatori, sebbene ci sia molto da dire sui loro profili psicologici e psichiatrici, di norma segnati da varie forme di infermit e di squilibri di personalit, pur essendo, costoro, non di rado dotati di qualche forma di intelligenza o di carisma sopra la norma. I profili psicologici e psichici dei fondatori e dei capi appartengono pi propriamente, in campo spirituale, a tutto quell'insieme di intrecci tra sfera psicologica e spirituale che oggi costituisce un campo nuovo e molto fruttuoso della teologia spirituale e della psicologia, ma che richiederebbe molto pi spazio e un taglio nettamente diverso da quello del presente lavoro.

2.1

Aspirazione alla soddisfazione artistica e aspirazione al

potere
Posto che una narrazione fantastica sia ben riuscita, vi sono due tipi di intenzioni con cui pu essere distribuita e partecipata agli altri uomini: desiderio e scopo artistico31, aspirazione al dominio di cose e volont. L'intenzione di qualsiasi attivit umana, se il desiderio di (sub-)creare dell'uomo dovuto alla sua somiglianza voluta da Dio creatore, dovrebbe rispondere ad una seconda esigenza di cui questa immagine e somiglianza con Dio portatrice: il dono disinteressato di quanto prodotto. Come Dio ha donato la creazione a se stessa e all'uomo, cos l'uomo dovrebbe donare ci che inventa, costruisce e compie, all'altro da s, o inventare, costruire e compiere azioni che siano di aiuto e al servizio della libert e della liberazione dell'uomo. Nella prospettiva dell'esercizio del potere, invece, i talenti o carismi umani di carattere spirituale, psicologico e anche artistico, finiscono per diventare strumenti potenti come le armi o come le coercizioni dittatoriali e fortemente legalistiche.
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Ho tratto questo titolo dalle parole di T. a pagina 73 del saggio Sulle Fiabe, perch mi pare sia sufficientemente esplicativo di cosa intendo per sovrapposizione indebita tra mondo primario e mondo secondario. Non ho citato lo scopo economico che tra l'altro alla base dell'estesissima produzione letteraria (fumettistica e cinematografica) fantasy; ma l'obiettivo economico si pu comunque sempre associare, a sua volta, all'intenzione artistica legittimamente remunerata o a quella dell'esercizio del potere a scopo anche di arricchimento.

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2.2

Il 'Meraviglioso' distorto

Sulla meraviglia, sullo stupore, si possono fare due considerazioni, legate al motivo con cui vengono ricercati. Il mondo, sappiamo, non tutto rose e fiori, amore, novit, piacere; c' la banalit o routine, la paura del dolore o della sofferenza, l'odio verso il prossimo o se stessi (che in qualche modo l'altra faccia dell'odio verso il prossimo). Il meraviglioso, non , poi, necessariamente bello, pu essere grandioso anche in senso pi negativo, un grande potere, una grande forza, qualcosa che si mostra di gran lunga superiore alla realt che ci circonda; pu anche essere un castello in cui vive un essere spaventoso, un vampiro o un mostro terribile, o un lago maledetto che assorbe le energie vitali o incita all'odio chi gli si avvicina. Le espressioni del meraviglioso possono essere desiderate da chi vuole provare pace, novit, la stessa grandiosit di alcune manifestazioni del mondo reale in contesti nuovi, ad esempio un monte altissimo con un castello favoloso, o un piccolo mondo fresco (o tiepido se si preferisce) e rilassante, o un immenso vulcano pieno del potere dalla natura da cui trarre forza e coraggio prodigiosi; oppure questa ricerca guidata da chi anela ad accrescere la propria natura umana al di l della scialba e ordinaria normalit quotidiana. Ma il meraviglioso pu essere ricercato come una forma di rivincita contro qualcuno che si odia, contro la vita considerata nemica dell'uomo, per veder trionfare i pi cattivi in una sorta di anarchico 'muoia Sansone e tutti i Filistei' o anche solo per odio verso una vita considerata egocentricamente, banale e nemica delle 'potenzialit intrinseche' dell'individuo. Il meraviglioso pu essere buono o malvagio32. Nell'ottica di T. l'orrido (e talora il bello pericoloso) maestoso, incombente sulla povera vita dei semplici o degli onesti, il brutto, che minaccia con (credibile) possanza i coraggiosi e i buoni, va sconfitto per salvare chi lo merita33. Invece a causa delle motivazioni negative per cui si cerca il meraviglioso che ho esposto sopra, sempre possibile proporre da parte del creatore di mondi secondari, un male grandioso, potente, invincibile o equiparato a Dio, che pu e deve vincere, e
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Nei racconti fantastici c' una tendenza alla polarizzazione buono/malvagio, anche se la rigida separazione tra i due poli non una necessit assoluta, quantunque, nelle narrazioni ben riuscite esistano valori che ne permettono il discernimento. In ogni modo sia buono che cattivo non mancano mai nei racconti fantastici che altrimenti perderebbero la loro natura profonda. In tutta una serie, soprattutto di film degli ultimi trent'anni c' anche l'essere o uomo straordinario brutto/ex cattivo e odiato dalla comunit (di solito ingiustamente, o giustamente per qualcosa di cattivo compiuto nel passato, che in qualche modo verr redento, per) che collabora alla vittoria del bene.

13 ovviamente per questo si rif a contro-valori della sottomissione dell'altro, allo sfruttamento dei deboli, alla morte dei 'buoni' coraggiosi o no, che si oppongono al male. evidente una asimmetria assiologica tra le due posizioni. La posizione positiva in cui c' un bene, almeno in parte, onesto con se stesso, rispettoso dei pi deboli e dei semplici, desideroso del bene altrui, anche dal solo punto di vista letterario ha una funzione positiva. La posizione negativa, in cui il bene fondamentalmente egoistico e autocentrato, letterariamente tende ad essere deleterio, anche se talvolta viene propagandato come immagine di quello che potrebbe accadere nel caso in cui il male trionfasse o come immagine di qualcosa causato da fattori esterni alla volont dell'uomo. Non pu essere che peggio quando proprio il male all'altro (e se vogliamo a se stessi) collocato come punto di riferimento. Il problema grave , appunto, quando questo meraviglioso negativo inventato viene collocato con malizia e delirio di onnipotenza nel mondo primario; il caso delle sette sataniche. Partendo dal gusto per l'orrido smisurato, potente, di cui sono la massima simbolizzazione i demni34 si promette agli adepti forza, energia, salute, potere sugli altri e, alle menti pi distorte (forse sarebbe meglio dire: pi ferite), l'autodistruzione personale che distrugge il mondo circostante. Se questo meraviglioso creato e proposto con grande maestria e se indirizzato alle persone giuste e sufficientemente ferite o acritiche, diviene certamente un fattore importante di reclutamento e di isolamento distruttivo di adepti. Credo che la semplice comunicazione della distinzione della realt secondaria da quella primaria, sottolineando la stupidit di una tale confusione e sovrapposizione possa bastare per le persone meno squilibrate e ferite, purtroppo se alla base vi una malattia spirituale o una forte debolezza psicologica o una storia difficile o anche una scala valoriale relativista o, peggio, capovolta, sono necessari interventi e iniziative che toccano le persone in profondit.

2.3

Coerenza interna e Credenza Secondaria come armi

psicologiche
Sarebbe necessario riportare per intero il brano che ho gi citato a pagina 2, tratto
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Ma si pu associare ad essi tutta la miriade di mostri delle antiche mitologie, dei bestiari medioevali, o di quelli inventati dalla penna qualitativamente prolifica di Lovecraft (erede del romanzo gotico fantastico dell'ottocento, tra l'altro contemporaneo di T.), autore di una serie di racconti horror, chiamati ciclo di Cthulu, in cui i vengono trattati numerosi argomenti relativi a licantropi, antichi e potenti demni, ghouls ecc. ; anche se siamo ancora, per quanto mi consta, nel campo della pura narrazione di fantasia.

14 dalla pagina 76 del saggio Sulle Fiabe; non posso che limitarmi a rimandare a tale citazione ed esaminare i passi pi importanti. T. dice che la fantasia pericolosa, pu essere deforme e/o se ne pu fare cattivo uso. Per quanto riguarda il pericolo della deformit, credo che possa bastare quanto ho scritto sul meraviglioso quando celebrazione dell'abbruttimento e della ribellione distruttiva e autodistruttiva ad una errata percezione del mondo, del prossimo e, si pu aggiungere, di Dio. Il cattivo uso della fantasia ha una storia millenaria, a partire dalle mitologie pagane e da certe religioni animistiche fino ad arrivare, sostiene T. alle stesse ideologie moderne che non di rado si sono mascherate di una pretesa ed illusoria scientificit. Come non collocare tra i cattivi usi della fantasia molte delle spiritualit discutibili, pseudoscientifiche e pericolosamente indottrinanti di tante sette? T. osserva che la fantasia mal-impiegata ha richiesto anche sacrifici umani, da quelli di certe religioni pagane a quelli delle ideologie totalitarie, ma anche economiche. Una persona indottrinata e rinchiusa in una gabbia di invenzioni spesso molto ben architettate e coerenti tra loro, non rischia di essere sacrificata a menzogne che ne possono segnare la vita e lo spirito in modo esiziale? Per non parlare, ovviamente dei veri e propri sacrifici o suicidi di massa e individuali, che non mancano certo neppure nel XXI secolo. Per questi casi molto giusta l'osservazione di un esperto che ha lavorato per lungo tempo a contatto con persone influenzate pesantemente da idee religiose settarie ed intransigenti: chi vuole aiutare queste persone deve, per prima cosa, approfondire molto bene il credo religioso in questione, sar cos pi facile individuare le incoerenze che, pur esistendo, nelle dottrine meglio architettate sono di difficile individuazione. La critica esterna, in questi casi, intellettualmente sarebbe vincente perch capace di cogliere bene le incongruenze tra il fatto immaginato, l'idea filosofica o religiosa e il mondo primario, tuttavia non pu funzionare bene a causa del coinvolgimento affettivo e psicologico della persona circuita, coinvolgimento che blocca lo spirito critico della ragione. Nei confronti di certi fondatori di sette e del loro proselitismo battagliero non una errata procedura di intervento rendere noto all'opinione pubblica che la sospensione della credenza secondaria o la sospensione della ordinaria diffidenza verso il non direttamente percepibile della realt, se pu essere piacevole e quasi estatica nel rapporto uomo-arte, va evitata quando qualcuno cerca di usarla per convincerci di cose false e tendenziose relative

15 alla realt. T. distinguendo Magia da Arte35, dice: La Magia produce o finge di produrre, un'alterazione del mondo primario. [...] Non un'arte, ma una tecnica; aspira al potere in questo mondo, al dominio di cose e volont36.

2.4

Le false promesse di ristoro, evasione, consolazione

Dall'esperienza dell'opacit della vita quotidiana nessun uomo esente. Prima o poi chiunque ha dei momenti di stanchezza e di ignavia spirituale, tanto pi questo accade oggi con un mondo che gira a ritmo frenetico, che riempie di stimoli di tutti i generi i cittadini del mondo, in special modo, quelli del mondo pi avanzato tecnologicamente e culturalmente, che rende necessario il superfluo e fa credere che il necessario sia superfluo o inutile. Allora il desiderio di ristoro, di 'restauro' dello spirito e di evasione e consolazione si fanno pi forti. Purtroppo, proprio questa realt che tende a mercificare tutto, che propone stimoli sempre pi sofisticati e variegati, si arroga anche il diritto di essere l'unica fonte anche per il ristoro e l'evasione/consolazione di chi essa stessa ha spinto alla banalit e alla prigionia spirituale. Quando dico 'questa realt', ovviamente intendo gli uomini che in questa realt vivono; tra essi c' chi moltiplica e vende le proposte pi disparate di revisione della concezione del mondo o dell'universo, di improbabili auto-realizzazioni portatrici di novit ed energie insospettate presenti nel profondo dell'uomo o in potenti fonti sovrumane. Talvolta, costoro hanno ben chiaro che ci che propongono un ristoro assolutamente illusorio, quantunque credo che ci possa essere anche chi, vedendo i risultati di questa sua illusione (e di altri che la condividono), o per desiderio di riscossa nei confronti del mondo che lo ha ferito, finisce per crederci veramente. Coloro, invece, che hanno ben chiara l'illusoriet del ristoro e la 'Fuga del disertore' che propongono, sono in mala fede e hanno esattamente lo scopo di sottomettere gli altri uomini alla propria vuota volont di potenza o per lo meno di sfruttarli e rovinare loro la vita per averne il massimo profitto economico possibile.
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T., usando il suo metodo espositivo assimila l'Arte all'Incantesimo degli Elfi (una razza che, da lui reinventata sulla base di materiale tradizionale delle leggende popolari o colte cui appartiene, non forza la natura, ma la fa diventare pi libera e bella, come fa l'Arte nel mondo primario), e distingue queste due categorie dalla Magia e dalla Tecnica (pi caratteristica del mondo primario) che sono contro la libert della natura perch vogliono piegare egoisticamente l'altro da s alla volont di chi le usa. T. in questo modo contrappone due coppie di categorie: Arte-Incantesimo e Tecnica-Magia, distinguendole per lo scopo di fondo, nel primo caso il libero scambio e la reciproca soddisfazione e arricchimento di chi ne usufruisce, nel secondo caso l'autoaffermazione e l'esercizio del potere e della costrizione di una parte sull'altra. J.R.R. TOLKIEN., Albero e foglia, Rusconi Libri S.p.A., Milano 1989, p. 73.

16 Le contromisure che possono aiutare ad evitare la trappola del ristoro illusorio e dell'evasione che spesso anche Fuga del disertore, possono ricercarsi nel proporre Ristori ed Evasioni vere che non pretendono di modificare il mondo reale, ma intendono solo offrire momenti di rilassamento spirituale e psicologico rafforzando eventualmente anche i valori umani del rispetto, del servizio all'altro, della 'libert per', dell'amore. Nello stesso tempo occorre mettere in guardia da facili ricette per risolvere i grandi e piccoli problemi quotidiani o per rispondere alle domande profonde sul senso della vita. ovvio che, soprattutto per i grandi problemi esistenziali, il vero ristoro e la vera evasione non possono risiedere solo in racconti fantastici ben fatti e positivi dal punto di vista assiologico, ma, e questo T. non lo dimentica assolutamente, risiedono nell'impostare la vita secondo convinzioni e fedi, come quella cristiana, orientate alla crescita nella libert e nella responsabilit della persona, e alla valorizzazione delle relazioni con l'altro da s viste come fonte di ricchezza e di liberazione per s e per l'altro. Inoltre il cristianesimo ha un ulteriore grandissimo pregio: quando vissuto pienamente valorizza i limiti dell'uomo e lo aiuta a convivervi e a trarne persino beneficio come dice S. Paolo: Ed egli mi ha detto: Ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza. Mi vanter quindi ben volentieri delle mie debolezze, perch dimori in me la potenza di Cristo37. Per quanto concerne la consolazione in specifico (o evasione dai limiti umani), appunto questa teologia e antropologia del limite a rivelarsi vincente in chi segue Cristo. Le malattie, il fatto che non ci possiamo fare da soli e che dipendiamo dalla nostra storia, dai nostri genitori, dalla nostra fisiologia e dalla societ in cui viviamo, il fatto che la morte l'immancabile e definitiva fine della vita, nella fede possono essere accettati e si possono incorporare in una visione 'cristica' totale, piena e positiva della propria e altrui persona e natura. Tutto, o in parte, questo spettro di limiti esistenziali invece spesso indicato, da chi inganna il prossimo per esercitare potere su di esso, come qualcosa da gradualmente ridurre ed infine da cancellare mediante le energie, le forze, le illuminazioni che vengono contrabbandate come la soluzione definitiva alle difficolt della vita e della morte. Anche un sano spirito scientifico e critico pu aiutare molto per evitare di cadere in certe trappole; in questo senso il positivismo che la scienza mette alla base della visione del mondo, quando non travalica i confini sperimentali e il suo ambito di analisi della realt, senz'altro opportuno; servizi come quello svolto, ad esempio, dal CICAP (Comitato
37

2 Cor 12,9.

17 Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale)38 sono certamente ammirevoli e necessari per aiutare le persone a rischio di inganni e falsificazioni della realt.

2.5

L'Eucatastrofe come abuso e sfruttamento della speranza

umana
In T. l'Eucatastrofe l'elemento pi essenziale per la fiaba, il lieto fine, secondo lui, attinge alla realt primaria.
I Vangeli contengono una favola o meglio una vicenda di un genere pi ampio che include l'intera essenza delle fiabe. I Vangeli contengono molte meraviglie, di un'artisticit particolare39, belle e commoventi: mitiche nel loro significato perfetto, in s conchiuso: e tra le meraviglie c' l'eucatastrofe massima e pi completa che si possa concepire. Solo che questa vicenda ha penetrato di s la storia e il mondo primario; il desiderio e l'anelito alla subcreazione sono stati elevati al compimento della Creazione. La nascita del Cristo l'eucatastrofe della storia dell'Uomo; la Resurrezione, l'eucatastrofe della storia dell'Incarnazione. Questa vicenda si inizia e si conclude in gioia, e mostra in maniera inequivocabile la intima consistenza della realt. Non c' racconto mai narrato che gli uomini possano trovare pi vero di questo, e nessun racconto che tanti scettici abbiano accettato come vero per i suoi propri meriti. Ch l'Arte di esso ha il tono, supremamente convincente, dell'Arte Primaria, vale a dire della Creazione. E rifiutarla porta o alla tristezza o all'iracondia.40 Il Vangelo non ha abrogato le leggende; le ha santificate, e ci vale soprattutto per il lieto fine. Il cristiano deve ancora operare, con la mente come con il corpo, soffrire, sperare, morire; ma ora pu rendersi conto che tutte le sue inclinazioni e facolt hanno uno scopo, il quale pu essere redento.41

Sembrerebbe che l'attributo eucatastrofe delle fiabe debba essere privo di controindicazioni per T.; tanto pi che una caratteristica anche dell'annuncio cristiano. Forse, T., parla soltanto bene del lieto fine perch siamo alla fine del saggio o forse perch stava difendendo i racconti fantastici e non accusando chi li usa come falsificazione del mondo primario. In effetti neppure il lieto fine esente da mistificazioni e utilizzi distorti per penetrare le difese delle persone che cercano aiuto nelle difficolt o che cercano disperatamente un significato per la loro vita. Se si legge bene il secondo brano citato traspare qualche indicazione in questo senso. Il cristiano deve ancora operare, con la mente come con il corpo, soffrire, sperare, morire e tutte le sue inclinazioni e facolt hanno uno scopo, il quale pu essere redento. Il lieto fine non la sicurezza che tutto finir bene che induce
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40 41

Queste sono le parole che presentano il sito internet del CICAP, http://www.cicap.org/new/index.php: Il CICAP un'organizzazione educativa e senza finalit di lucro, fondata nel 1989 per promuovere un'indagine scientifica e critica sul paranormale. Fa parte dell'European Council of Skeptical Organizations. In questo punto T. mette una nota: Qui l'arte nella vicenda stessa pi che nello svolgimento narrativo, e ci perch l'Autore della vicenda non era l'evangelista. J.R.R. TOLKIEN., Albero e foglia, Rusconi Libri S.p.A., Milano 1989, pp. 95-96. J.R.R. TOLKIEN., Albero e foglia, Rusconi Libri S.p.A., Milano 1989, p. 97.

18 all'ignavia, n un'utopia che alla nostra portata qui ed ora e che qualcuno pu darci senza che noi ci assumiamo le nostre responsabilit, non neppure la perfezione della vita che ci attribuita da qualche entit superiore o guru fidato e potente; il lieto fine la conclusione di una lotta svolta nella libert dei figli di Dio, faticosa, consapevole, con le sue contraddizioni, con ritorni sui propri passi, con il confronto aperto e libero con ogni altro uomo, con le scelte difficili e l'attivo discernimento di situazioni e azioni. I doni e i limiti di ognuno sono inoltre a disposizione per essere indirizzati verso uno scopo; potremo sbagliare obiettivo, anzi, certamente ci capiter di fare errori anche sull'indirizzo da dare alla nostra vita; tuttavia sar sempre possibile rivedere la nostra posizione e, alla luce di una scala di valori in cui al primo posto vi sia il rispetto di se stessi e dell'altro, della propria e altrui libert e al secondo posto l'apertura alla realt come ci si presenta senza rifiuti preconcetti o senza abbandoni totali fuori luogo ad essa; potremo giocarci la vita con massima responsabilit e dominio di s. Un lieto fine dunque, che non pu, n deve, accecare il cammino di ogni giorno nella libert, nella responsabilit e in relazione con gli altri e con il mondo. Le eucatastrofi promesse nel concreto ed attuale mondo primario, al contrario, tendono ad indebolire la volont e la responsabilit o a orientarle verso occupazioni e relazioni esclusive ed escludenti dal contatto col mondo. Un indirizzamento delle forze e delle energie della persona verso utopie irrealizzabili fatte passare per le uniche cose che danno senso alla vita, affatica profondamente lo spirito, provoca scompensi psicologici o psichici e relazionali; anche se si riesce ad uscirne rimangono sensi di colpa che si assommano all'indebolimento generale della persona spossata da tanto dispendio di energie spirituali riconosciuto ormai totalmente inutile.

CONCLUSIONE
Mi auguro di aver offerto un contributo utile e facilmente applicabile al discernimento delle distorsioni che pu provocare l'abuso della fantasia e delle sue funzioni quando viene orientato a sottomettere le volont altrui al potere di una idea o di qualche maestro spirituale interessato ad affermare il proprio predominio sulle altre persone. Ho volutamente escluso ogni riferimento esplicito a sette, religioni, idee filosofiche o ideologie, sia per non prolungare ulteriormente la gi eccessiva estensione del presente lavoro, sia perch ho inteso proporre un'analisi della tematica a livello generale che fosse

19 applicabile il pi liberamente possibile ai casi concreti. Ho prolungato, forse pi del dovuto, la parte relativa agli attributi (funzioni, caratteristiche) della fantasia come li ha presentati T.; ma l'ho fatto, da una parte per mostrare il meglio possibile la sua posizione, tra l'altro chiaramente intrisa dei valori e della fede cattolici, dall'altra per salvaguardare gli aspetti positivi della Fantasia, tutt'altro che trascurabili specialmente nel mondo d'oggi che in pi parti ho descritto nei suoi aspetti meno piacevoli e favorevoli all'uomo. Pu darsi che il mio modo di tratteggiare il mondo contemporaneo sia sembrato eccessivamente pessimistico, al limite del catastrofico; ho intenzionalmente messo in evidenza gli aspetti meno positivi perch credo che siano da collocare tra i fattori maggiormente responsabili del disorientamento e della debolezza spirituale e psicologica all'origine della grande diffusione nel mondo di sette di ogni genere e delle innumerevoli spiritualit fai da te. Come ho osservato all'inizio della conclusione, il mio scopo stato di offrire un contributo alla difesa della libert spirituale profonda della persona di fronte ai tentativi, numerosissimi oggi, di contrabbandare delle creazioni di pura fantasia, per quanto presentate molto bene, attraenti, in s particolarmente coerenti, come realt vere esistenti e concretamente visitabili e vivibili dall'uomo. La difesa da queste incursioni dannose nel pensiero e nell'affettivit non trascurata dalla Chiesa, da non pochi autori e organizzazioni presenti in Italia e nel mondo. Esistono ottimi compendi in cui si elencano tutti i fattori principali che rendono possibile il raggiro psicologico, affettivo e pseudo scientifico di sette e di quelli che si potrebbero anche chiamare '(ab-)battitori liberi dello spirito'. Manca forse la circolazione costante e pianificata di informazioni su questi fattori negativi, che se fossero conosciuti si potrebbero pi facilmente evitare. E, a quanto si dice tra gli addetti ai lavori, manca un serio impegno dei Pastori e delle comunit cattoliche nella comunicazione dei rischi cui pu andare incontro ben pi di un fedele di fronte a proselitismi accaniti spesso proprio verso i cattolici, reputati, a quanto sembra, facili prede. Per le ragioni che ho gi citato, il pericolo tocca in effetti tutta la societ, anche gli atei e gli agnostici, come pure chi per ragioni personali, non sempre poco motivate, rifiuta la Chiesa come istituzione. Il mio contributo si limitato a proporre un punto di vista forse insolito, che per, data l'enorme diffusione della letteratura e cinematografia Fantasy, Gotica, Horror, Fantascientifica, costituente un sottofondo socio-culturale e psicologico che pervade la

20 mentalit contemporanea, ha l'obbiettivo di separare il meglio possibile le creazioni di fantasia dalla realt primaria salvaguardando, allo stesso tempo, gli aspetti positivi dei mondi secondari. Come ultima considerazione, vorrei mettere in rilievo che esiste una variet sterminata di concezioni e idee religiose, filosofiche e spirituali, ed sbagliato sostenere che siano tutte o in gran parte altrettanti pericoli esiziali per la persona umana, guai se la pluralit delle visioni del mondo fosse impoverita da costrizioni o accuse fuori luogo. pericoloso invece ci che isola l'uomo dalle sue relazioni libere con se stesso, con il mondo e con gli altri uomini, che favorisce il dominio sulla volont altrui, che spinge gli uomini all'autodistruzione e alla distruzione del mondo o del prossimo in nome di qualsiasi idea o utopia o ideologia; da questo punto di vista tutti i fondamentalismi sono un percolo per la vita di chi vi aderisce e per la libert di tutti gli altri.

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BIBLIOGRAFIA
CICAP, http://www.cicap.org/new/index.php. PONTIFICIO CONSIGLIO DELLA CULTURA - PONTIFICIO CONSIGLIO PER IL DIALOGO INTERRELIGIOSO, Ges Cristo portatore dell'acqua viva, Libreria Editrice Vaticana, Citt del Vaticano 2003. PONTIFICIO CONSIGLIO DELLA CULTURA, Per una pastorale della cultura, Libreria Editrice Vaticana, Citt del Vaticano 1999. PONTIFICIO CONSIGLIO DELLA CULTURA, Sfide della secolarizzazione in Europa, Urbaniana University Press, Citt del Vaticano 2008. PONTIFICIO 1984. POUPARD P. CARDENAL CONSEJO PONTIFICIO DE LA CULTURA, Dnde est tu Dios?, EDICEP C.B., Valencia 2005. TOLKIEN J.R.R., Albero e foglia, Rusconi Libri S.p.A., Milano 1989. VERNETTE J., Il XXI secolo o sar mistico o non sar, Edizioni OCD, Roma Morena 2005. CONSIGLIO PER IL DIALOGO INTERRELIGIOSO, L'atteggiamento della Chiesa di fronte ai seguaci di altre religioni, Citt del Vaticano

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Indice generale
INTRODUZIONE .................................................................................................................2 Concetti di Mondo Primario e Secondario........................................................................2 J.R.R. Tolkien, i mondi secondari e il Racconto Fantastico..............................................2 Sovrapposizione indebita tra i mondi................................................................................4 1.GLI ATTRIBUTI DELLA FANTASIA...............................................................................5 1.1 Il Meraviglioso...........................................................................................................5 1.2 La coerenza interna.....................................................................................................6 1.3 Ristoro, Evasione, Consolazione................................................................................7 1.4 Eucatastrofe..............................................................................................................10 2.LA SOVRAPPOSIZIONE INDEBITA ............................................................................11 2.1 Aspirazione alla soddisfazione artistica e aspirazione al potere ..............................11 2.2 Il 'Meraviglioso' distorto...........................................................................................12 2.3 Coerenza interna e Credenza Secondaria come armi psicologiche..........................13 2.4 Le false promesse di ristoro, evasione, consolazione...............................................15 2.5 L'Eucatastrofe come abuso e sfruttamento della speranza umana............................17 CONCLUSIONE..................................................................................................................18 BIBLIOGRAFIA..................................................................................................................21

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