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Le Crociate.

La storia, l'idea, il
mito
Storia Medievale
Università degli Studi di Roma La Sapienza
51 pag.

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LE CROCIATE
L’IDEA, LA STORIA, IL MITO
ANTONIO MUSARRA

1. L’ABBRIVIO

27 novembre 1095 (nell’ambito di un concilio tenutosi a Clermont): Papa Urbano II (colui che
convocò la prima crociata) esortò l’Europa cristiana a imbracciare le armi, in difesa dei Cristiani
d’Oriente, promettendo a coloro che fossero partiti ricompense materiali e spirituali.
Da tempo contrasti con risvolti militari:
- Cristianità latina: impegnata nel tentativo di strappare terre al nemico saraceno
- Cristianità orientale: subiva l’aggressività del sultanato selgiuchide (fede sunnita) e del
califfato fatimide d’Egitto (fede sciita ismailita)
Il marzo prima, in una sinodo celebrata a Piacenza: richiesta di mercenari da parte dell’imperatore
d’Oriente, al Papa, per contrapporre questi ai Turchi + volontà di ottenere consenso, nel contesto dello
scontro col clero di fedeltà imperiale
Concilio: culmine di un viaggio Italia sett. - Francia merid. volto a rinsaldare la fedeltà nel papato
riformatore, esule da Roma
- Roma: fedele a Clemente III (antipapa e arcivescovo di Ravenna, sostenuto da Enrico IV)

➤ Clemente III (Guiberto, 1025/29 - 1100) e Enrico IV di Franconia (1084 - 1105)


Guiberto fu nominato arcivescovo di Ravenna da Enrico IV.
Clemente iniziò a mostrare riluttanza contro alcune proposte dell’allora Papa Gregorio VII
(nuove leggi contro il concubinato)
Lotta aperta di Enrico IV contro Gregorio VII: fu deposto. Una serie di scomuniche.
Gregorio VII venne deposto e fu eletto Guiberto, col nome di Clemente III.
Clemente III non ottenne mai, però, ampio riconoscimento al di fuori dei territori controllati
direttamente dall'imperatore, dove fu considerato come un suo fantoccio privo di qualsiasi
iniziativa politica autonoma.

In territorio francese, Urbano entra in contatto con Raimondo, conte di Tolosa, che fu uno dei baroni
della Prima Crociata (Crociata dei baroni).
Causa riformatrice: sanare la frattura tra le due chiese + accrescere interesse di città, vescovadi,
monasteri, signori e cavalieri -> raggiungere Gerusalemme come obiettivo, non tanto militare, quanto
penitenziale.

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L’appello di Clermont (del concilio), fu accolto al grido ‘Dio lo vuole’ (lat + franc).

Chi coinvolse?
- Vertici ecclesiastici
- Punte di diamante della grande feudalità europea
- Gruppi di milites: cavalieri
- Gruppi di pauperes: deboli, inermi
- Flotte, cariche di pellegrini e cives et bellatores Dei

Tra l’estate e l’autunno del 1096 una moltitudine di pellegrini in armi partirono muovendo verso la
capitale dell’impero. La costa siro-palestinese vedeva l’instaurarsi di una nuova compagine politica,
incentrata sul regno di Gerusalemme + alcuni potenti satelliti.
Ben presto si resero conto che era necessario istituire una forza militare stabile, permanente:
creazione degli ordini monastico-militari, volto a separare oratores e bellatores.
-> Alcuni: Templari, Ospitalieri, Teutonici, garantivano un presidio importante a tutela di quanto conquistato.

2. LE MASSE ENTRANO IN SCENA

La Crociata si affaccia per la prima volta nel contesto dell’XI secolo, e si sviluppa poi come guerra
per la conquista, la conservazione o il recupero della Terrasanta. Ebbe una lenta formalizzazione
ufficiale.
Nacque innestandosi nell’attività bellica contro i mori nella penisola iberica, i musulmani di Sicilia, i
corsari saraceni del Mediterraneo + se ne discostava, considerando la questione di Gerusalemme e
quella della penitenza.
Divenne poi strumento formale ecclesiastico, per il governo del corpus Christianorum, mutando i suoi
obiettivi nel tempo, pur mantenendo la sua vocazione primaria: la pace interna alla Cristianità.
Diverrà un pilastro del moto di teocratizzazione del papato.
Assumerà aspetto difensivo tra il XIV e XV secolo, con la minaccia ottomana.
La costante è che la crociata è sempre stata un’’idea-forza’: fattore di aggregazione, d’unità, di
definizione tra i più efficaci e carismatici che la Cristianità abbia conosciuto.

Per la prima volta le masse si fanno protagoniste:


…le popolazioni europee, la cui lingua di cultura è il latino, le popolazioni che riconoscono il primato
religioso al vescovo di Roma, prendono coscienza della propria unità e, al di là dei particolarismi
etnici, si associano nel compimento di un’impresa comune: la liberazione di Gerusalemme, la sola città
verso la quale si potesse indirizzare un tale concorso di uomini e di energie, perchè essa è il simbolo al
contempo della presenza di Dio fra gli uomini e del suo estremo avvento, alla fine dei tempi.
Andrè Vauchez, medievista francese

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Liberazione della Città Santa, sin dall’inizio? Resta oggetto di discussione.
Certezze: la crociata metteva in discussione il primato assoluto della contemplazione sull’azione,
idea che promuoveva l’ambiente monastico, assieme al moto di riforma della Chiesa -> aveva
caratterizzato tutto l’XI secolo. Combattendo per una giusta causa, ci si guadagnava un posto in cielo.
La crociata ha iniziato poi ad adottare linguaggi e aspetti tipici del pellegrinaggio: le fatiche del
viaggio terreno erano figura di quello dell’anima.
L’aspirazione del pellegrino, deciso a purgare l’anima raggiungendo Gerusalemme, così come il miles
che poneva la sua spada al servizio del potere ecclesiastico, convinto di operare per il bene e di
ottenere salvezza, trovavano nella crociata uno sbocco comune.
-> Prima crociata: letta nei termini di un pellegrinaggio armato.

Scritti di Urbano II: a causa dei peccati, Dio aveva permesso ai saraceni di occupare i Luoghi Santi
e, giacchè il popolo cristiano era deciso a correggersi, questi ne sosteneva le conquiste.

3. ILIADE DI BARONI, ODISSEA DI MERCANTI, PEREGRINATIO DI PAUPERES


E’ una definizione di Lopez, opportunamente
completata da Cardini.

L’aspirazione di liberare il Santo Sepolcro non era una novità.


Urbano II, con tutta probabilità, pensò che fosse giunto il momento di ricucire la frattura col mondo
orientale, avvenuta nel 1054, così da ottenere legittimazione nella lotta contro il clero scismatico.
-> Il bando da parte del papato di una spedizione militare, sanciva l’effettiva superiorità del potere
papale su quello imperiale, cui era strappata la prerogativa di gestire attività belliche.

Quella che chiamiamo ‘prima crociata’, nel momento in cui avvenne, essa non esisteva ancora. Non
esisteva il termine, affermatosi più tardi rispetto a iter, expeditio, peregrinatio, succursus; ed il concetto
stesso non era ben definito. Comprendeva una serie frammentaria di azioni belliche e penitenziali,
fondata sulla pratica del pellegrinaggio, quanto sull’ideologizzazione, favorita dall’ufficialità
dell’evento promosso da Urbano II, ma nell’aria da tempo, dell’esistenza di un’insanabile
contrapposizione tra Cristianesimo e Islam.

Al principio vi erano i crucesignati:


pellegrini armati o disarmati, di vari strati sociali, che si riconoscevano per avere
assunto sulle vesti una croce, e che marciavano per soccorrere i cristiani d’Oriente,
oppressi dal dinamismo turco, si ritrovarono a restituire alla Cristianità il Sepolcro
di Cristo. -> Massa inconsapevole, che avrebbe dato origine a un più ampio e
complesso movimento.

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Processo elaborato: genesi -> Sant’Agostino, che si rifaceva all’antichità romana
Il bellum era iustum se comandato da Dio, attraverso un’autorità legittima, investita
dall’alto: quella imperiale.

XI secolo: frattura Impero-Chiesa -> la possibilità per l’imperatore di indire guerre volute da Dio,
viene inevitabilmente meno.
Papato riformatore: intervenne, facendosi interprete del (presunto) volere divino, fornendo la
propria approvazione per determinate guerre.

> 1063, papa Alessandro II, riguardo la pratica da seguire per quei milites che
scendevano in guerra nella penisola iberica, contro i mori:
…leviamo loro questa penitenza e rimettiamo i loro peccati.

Non è un’indulgenza, ma una commutazione: la spedizione faceva le veci della penitenza. Ed è cio che
avvenne con la ‘prima crociata’.

4. GUERRA SANTA, JIHAD E CROCIATA

Le crociate non sono mai state lette come ‘guerre di religione’, nè come parallele o alternative
all’impegno conversionistico nei confronti di eretici, pagani, scismatici o infedeli.
Così è da intendere anche la jihad: non è una ‘guerra santa’, ma la si identifica con lo sforzo assunto
dal credente per una causa ritenuta teologicamente e giuridicamente gradita a Dio. La maggior
parte dei musulmani ritiene che la morte nell’ambito di un conflitto difensivo comporti ricompense
spirituali e rifiuta di considerare martiri i combattenti suicidi o i responsabili di attacchi diretti
contro civili.
Dal punto di vista musulmano, ignaro di voti e indulgenze, la crociata era soltanto una guerra
scatenata dal papa, cui era necessario rispondere militarmente.
Furono chiamate da questi guerre dei franchi, guerre della croce.

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PARTE PRIMA: L’IDEA

CAPITOLO PRIMO: IL CRISTIANESIMO E LA GUERRA

1. CRISTIANI IN ARMI

Si trattava di un Cristianesimo d’impronta vetero-testamentaria, particolarmente consono all’universo


alto-medievale, preferendo il ‘Dio degli eserciti’, con un rimando all’armata celeste dell’Altissimo.
Episodi che alimentano l’immaginario di una società fondamentalmente guerriera, usa a risolvere le
controversie con la violenza.

> Ma come è stato possibile che i vertici di una religione, improntata alla charitas , siano giunti ad
ammettere la violenza nel proprio stesso seno?
Nuovo Testamento: non crediate che io sia venuto a portar pace, ma son venuto a portar spada
Io: d’altronde in che modo riuscire ad innestare quel timore nei confronti di Dio, se non con un cenno
alla violenza? La stessa arma degli uomini.

II - V secolo: la funzione degli eserciti romani si fece anzitutto difensiva -> non fu arduo conciliare
fede cristiana/pace con il servizio militare.
Gli Acta martyrum mostrano come un buon numero di cristiani popolasse i ranghi legionari.
Es. Passio di San Marcello: il 30 ottobre 298, dopo due interrogatori, fu condannato a morte per aver
gettato la spada, segno di aver abbracciato la fede cristiana.
Forse i convertiti imbracciavano armi, senza troppe crisi di coscienza. L’esempio di Gesù insegnava
a non opporsi al male con la forza. Come fare con coloro che si convertivano quando erano già
soldati? L’incompatibilità riguardava più l’ufficialità di alcuni momenti, di alcuni riti:
es. Tertulliano ci parla di un soldato cristiano, gratificato da Settimio Severo, nell’ambito della cerimonia del
donativum, che si rifiutò di cingersi il capo con la tradizionale corona d’alloro, dicendo Christianus sum e venendo
poi incarcerato.

IV secolo: l’atteggiamento della maggior parte dei credenti, era mutato in forza alla diffusione della
fede cristiana in seno all’impero.

2. LA LEGITTIMAZIONE DELLA GUERRA

Ciò si verificò nel momento in cui l’impero abbracciò il Cristianesimo, in maniera comunque
progressiva e mai del tutto totale.
Un momento storico assimilabile a quest’idea sarebbe la vittoria di Costantino su Massenzio, a Ponte Milvio, nel
312, conseguenza di una visione celeste e dell’adozione di un Signum Dei sul labarum = l’insegna militare romana.

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Presunta conversione costantiniana a parte (quindi Musarra crede che Costantino non sia stato
realmente cristiano), è certo che le chiese presenti sui territori dell’impero, avrebbero ottenuto -
contestualmente all’accostarsi dei vertici alla nuova fede - una serie di benefici, tali da porre le basi
per future alleanze.
380: Graziano, Teodosio e Valentiniano II proclamarono che l’intero popolo romano avrebbe dovuto
votarsi alla fede cristiana -> ed è in questo contesto che iniziò a farsi strada l’idea per cui, giacchè
l’imperatore era cristiano, combattere per lui era moralmente lecito, poichè si contribuiva al
mantenimento dell’ordine che Dio stesso aveva impresso alla società.

Astensione dalla guerra: prerogativa di quella parte del popolo deputata ai misteri divini o di chi
compiva la scelta monastica.
Ben presto al monaco sarebbe stato richiesto il martyrium sine cruore, segnato dall’astensione dalla
sessualità e dalla guerra.
Altri: guerra di difesa dell’impero e della Chiesa.

VI - V secolo: riflessione sistematica sulla guerra, sul bellum iustum


Concetto introdotto da Aristotele, Politica. Per lui l’imbracciare armi non doveva essere fine a sè stesso, ma era
lecito in caso di difesa o per prevenire l’asservimento della cosa pubblica, ma anche per conquistare un impero e
asservire popolazioni meritevoli di schiavitù + in vista della pace.
Si era creato un ampio dibattito: causa belli di Livio, ricercata nell’infrazione dei patti, bellum iustum e iniustum di
Cicerone… riprese da Agostino d’Ippona (inizio V secolo) che giustificava il ricorso alle armi, sottolineando la
minaccia dei barbari contro l’impero e degli eretici contro la Chiesa.

XII secolo: affinazione del concetto, una guerra si definiva legale, quando era il princeps a
legittimarla, e doveva essere volta alla difesa o al recupero di beni sottratti in maniera illecita, al fine
di ripristinare la pace e ristabilire l’ordine violato.

3. L’IMPERO, LA GUERRA, IL SACRO

Il processo che si era innescato era quello di ‘sacralizzazione della guerra’, al fine di fornire una
spinta decisiva alla società cristiana. Un elemento importante a tal proposito è la progressiva
integrazione tra romani e barbari, a partire dal III secolo, fino poi al VI, che aveva costretto le
Chiese a confrontarsi con una mentalità nuova, prettamente bellica.
I germani riservavano alla guerra un posto particolare, arricchendola di tratti sacrali, e la conversione
di questi popoli al cristianesimo, ha dato avvio ad un processo di contaminazione di tutta una serie di
usi e costumi, tra cui ad esempio la consuetudine di incastonare reliquie nei pomi delle spade. Così si
cristianizzavano pratiche e costumi pagani, inestirpabili e dunque solo riconvertibili.
Es. Chanson de Roland, Durlindana nel pomo dicevano fosse conservato un dente di San Pietro, del sangue
di San Basilio, alcuni capelli di San Dionigi e un brandello del vestito della Vergine

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Connubio tra mondo romano e germano caratterizzò la Gallia dei franchi: lo notiamo con i
Merovingi, i Pipinidi e i Carolingi. Si sviluppò una stretta alleanza tra Pipinidi e papato:
- Carlo Martello, maggiordomo di palazzo, presso i Merovingi, esercitò un potere reale, pur
non avendo il titolo di re,
- Pipino il Breve, suo figlio, ottenne dal Papa Zaccaria nel 750 il riconoscimento di Re dei
Franchi, avviando così un’alleanza con la Chiesa di Roma.

L’alleanza tra Pipinidi e papato serviva ad entrambe le parti, poiché erano alla ricerca di una
legittimazione, e venne cementata poi dalla riproposizione dell’impero di Roma nella sua facies
cristiana. La ‘renovatio imperii’ aveva legittimato anche la guerra, poiché proclamata da un’autorità
che potesse farlo, il cui volere rispettava quello divino.

L’imperatore aveva iniziato ad assolvere un duplice compito, quello di difendere l’impero e la


Chiesa, e le guerre assumevano sempre più caratteri sacrali.

Piano teorico: la santità era prerogativa del singolo partecipante, nel momento in cui questi
s’accostava al conflitto, esercitando in maniera eroica le virtù cristiane.
Realtà: Chiesa santificava fior di combattenti che, nell’esercizio delle armi, avevano dato prova di
possedere quelle virtù. -> Affermazione del nuovo tipo di conflitto, che era:
- sorto seguendo le migrazioni delle popolazioni germaniche
- diffusosi durante le invasioni saracene, ungare e normanne
- contestualizzato al periodo in cui l’usanza di combattere a cavallo e di servirsi di pesanti armamenti in
ferro, aveva reso la condizione di guerriero un privilegio costoso, che non richiedeva più soltanto forza e
coraggio, ma anche il godimento di determinate ricchezze materiali.

La werra era divenuta un grande massacro che non conosceva alcun limite, nè rispettava alcun divieto.
Elemento di innovazione: idea della remissione dei peccati.
-> Sacco saraceno di Roma, 846 - appello ai Franchi, di papa Leone IV.
Papa Leone IV scrive: …il regno dei cieli sarà dato come ricompensa a coloro che saranno uccisi in questa guerra…

Vescovi franchi chiedevano chiarimenti riguardo chi fosse caduto in guerra, combattendo in difesa
della fede, contro i pagani e gli infedeli.
Papa Giovanni VIII (872-882) scrive: …il Signore si è degnato di dire: ‘A qualunque ora il peccatore si penta, io non mi
ricorderò più di tutte le sue iniquità…

Non significava però cancellare il peccato, ma il papa così si arrogava il diritto di assicurare
l’ingresso nel regno dei cieli, per coloro che combattevano nel nome di Dio.
> Non siamo di fronte a un’indulgenza, ma è uno dei passi verso quel concetto.

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4. IN DIFESA DELLA CHIESA

X secolo: importante per la maturazione di tali istanze.


Saraceni, ungari e normanni colpivano principalmente i monasteri, all’interno dei quali si
concentrava un grado maggiore di ricchezza e il livello minore di difesa: promuovevano la
sacralizzazione del guerriero -> culto di ‘santi militari’, Mercurio, Sebastiano, Maurizio, Giorgio,
Martino, archetipo dei quali l’arcangelo Michele, insieme ad altre figure che militavano in difesa dei
monasteri, praticando un tipo di violenza che era ‘benedetto dalla Chiesa’.
Milites cristiani: era concesso, tramite investitura, il titolo di advocatus.
Clero era così difeso e incentivava un’idea di guerra e violenza che andavano definendosi.

X - XI secolo: si ricorreva spesso alla convocazione di assemblee locali o regionali per porre
fine ai soprusi.
> Nel corso di un concilio, fu proclamata la Pax Dei = salvaguardia di beni e persone, pena la
scomunica. In particolare furono dichiarati intoccabili i monaci, gli ecclesiastici, i deboli, le vedove, i
poveri, gli inermi + certi luoghi, le chiese, le abbazie, i mercati.

Si aggiunsero norme di natura temporale:


> Tregua Dei, che vietava ogni forma di combattimento in determinati periodi dell’anno, in base al
calendario liturgico (Abbazia di Cluny: promuoveva).
Concilio: celebrato a Roma, 1059, da Niccolò II -> le misure entrarono stabilmente nella politica
ecclesiastica. Tali provvedimenti rispondevano alla volontà della Chiesa di preservare le proprie
prerogative, in assenza di un potere pubblico capace di mantenere l’ordine. Potremmo definirla una
pace funzionale all’’autoconservazione’.
-> Paci e tregue (X-XI secolo) prevedevano sanzioni spirituali: tra cui, anatema e scomunica.

Già nell’891 troviamo un primo accenno a tale idea, ossia una concessione e una divisione di
competenze: in un capitolare emanato da Guido di Spoleto, Re d’Italia e da poco imperatore, egli
autorizzò il vescovo di Modena a circondare l’abitato con una struttura fortificata, a scavare fossati, a
fondare mulini e a riscuotere pedaggi.

Nel 1023, alcuni vescovi riuniti nel palazzo di Compiègne, si preoccuparono di questioni quali la tutela
di contadini, servi e mercanti, con l’obiettivo di preservare i beni dalla werra = oggi, faida.
-> Faida: guerra privata, in una società aristocratica fondata su quella che possiamo definire ‘cultura
guerriera’, in cui il guerriero è tutto, ossia governante, giudice, gestore della ricchezza; e il
non-guerriero vive in funzione e grazie a lui, ricevendone protezione e mantenendolo in cambio col
proprio lavoro.
In un ambiente del genere la violenza era all’ordine del giorno, come strumento per mantenere e
garantire l’ordine. Non vi erano leggi scritte, ma ci si basava sul principio della riparazione.

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5. IL ‘MILES CHRISTIANUS’

Importante: nel corso del concilio di Arles (1037 o 1041) alle consuete sanzioni per gli ‘effractores
paci’, iniziò ad affiancarsi il pellegrinaggio penitenziale alla volta di Gerusalemme, in particolare per
coloro che violavano la tregua stabilita commettendo omicidio.

Urbano II non aveva introdotto alcuna novità.


Gli elementi caratterizzanti la prima crociata in realtà erano già in circolazione da diverso tempo:
aspirazione alla pace, necessità di arginare la violenza dei milites, l’applicazione di sanzioni spirituali,
così come di premi, l’invito a prendere le armi in difesa della Chiesa. Urbano non aveva fatto altro che
raccogliere e ricapitolare le istanze.
I concili di pace dettavano le norme di comportamento, anticipando quell’etica cavalleresca che si
sarebbe affermata fra il XII e il XIII secolo.

La Chiesa tentava di fornire ai guerrieri di professione, una serie di motivazioni legittime,


consigliando di mostrare umiltà nei casi di vittoria; tuttavia la guerra restava un’azione deplorevole e
della quale vergognarsi.

> Vicenda della Battaglia di Hastings:


Guglielmo il Conquistatore ascese al trono dopo la vittoria ad Hastings, contro i Sassoni. Col suo regno
iniziò la conquista normanna.
Il futuro re inglese aveva ricevuto il supporto da Roma (papa Alessandro II) e la stessa battaglia di
Hastings avrebbe dato prova del favore divino nei confronti del Duca.
Nel 1066 la Chiesa normanna era maggiormente in sintonia con Roma rispetto a quella inglese e la
reputazione di riformatore dei costumi ecclesiastici di Guglielmo, lo favorì a ottenere il supporto papale
per la sua impresa.
Il sostegno della Chiesa, permise ai guerrieri della battaglia di Hastings (quattro anni prima) di essere
purificati pur avendo preso parte ad una guerra.
Si narra poi che Guglielmo eresse un monastero, l’Abbazia di Battle, sul luogo della battaglia, ma alcune
fonti parlano del fatto che a Guglielmo fosse stato imposto nel 1070 dai legati papali.

Progressivo affermarsi dell’idea che combattere in nome della Chiesa potesse fungere da penitenza.
Etica nuova, prospettata ai milites, fondata sul rispetto della volontà di Dio e la difesa dei più deboli: i
poveri, gli oppressi, le vedove.
Nuova tipologia di combattente: il favore concesso dalla Chiesa al guerriero a cavallo ebbe un peso
nella definizione di un nuovo archetipo dell’uomo a cavallo, rendendolo così un miles Christi,
un’espressione che indicava inizialmente un dissidio interiore, per arrivare poi ad indicare colui che
decideva di porre la propria spada al servizio della Chiesa.

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> Fondamenti:
- Paolo di Tarso che parlava di arma lucis, gladium spiritus, quod est verbum Dei
- Prudenzio (fine IV-inizio V secolo) aveva tradotto in termini allegorici un’immagine dei Sette
contro Tebe di Eschilo, ripresa poi anche nella Tebaide, di Stazio:
eroi nell’atto di prendere posizione per attaccare o per difendere Tebe,
intesa come simbolo dell’anima umana, rappresentavano i Vizi e le Virtù
cristiane.

La Chiesa di Roma incitava i guerrieri ad attuare una conversio particolare:


invece di invitarli a deporre le armi e a condurre una vita monastica, com’era accaduto fino a quel
momento, ora essi erano incoraggiati a conservare il loro posto nel mondo, ad avere parte attiva, ed in
particolare ad allinearsi con quei programmi ‘di pace’, subordinandosi alla volontà riformatrice della
Chiesa -> causa della libertas Ecclesiae.
E’ l’inizio di un processo che vedrà il papato agire con modalità feudali: ad es. la concessione del
vexillum Sancti Petri, per coloro che proclamavano di combattere in sua difesa.

> Chiesa: impegnata in un profondo moto di revisione del suo status


Riuscì a conferire un senso ecclesiale a tutta una serie di guerre, inculcando ai guerrieri, ideali di
servizio alla causa cristiana.
I guerrieri avanzavano portando alto il vexillum, che giustificava e legittimava, le loro guerre, le loro
conquiste, instaurando un rapporto feudale con quello che non si mostrava più soltanto come il
vescovo di Roma.

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CAPITOLO SECONDO: CROCIATA E RIFORMA DELLA CHIESA

1. L’ORDINE TRINITARIO DEL MONDO

Esposizione sul salmo 132, riferendosi ad un brano di Ezechiele,

Anche se nel paese vivessero questi tre uomini: Noè, Daniele e Giobbe, essi con la loro giustizia salverebbero solo se stessi,
dice il Signore Dio.

Agostino tratteggiava i contorni di tre forme di vita:

Anche Ezechiele parla di tre personaggi, nei quali non è assurdo vedere le tre categorie sopra elencate. Dice: Se il Signore
mandasse la spada sulla terra e fra la gente ci fossero Noè, Daniele, e Giobbe, non si salverebbero né figli né figlie, ma solo
questi tre. Loro personalmente sono stati liberati già da un pezzo, ma nei loro tre nomi intese riferirsi a tre categorie di
persone. Noè rappresenta i presuli della Chiesa, in quanto fu lui a dirigere l'arca durante il diluvio. Daniele si scelse una
vita di quiete, servì Dio nel celibato, cioè senza prender moglie. Fu un uomo santo che trascorse la vita in desideri di cielo e,
sebbene sottoposto a molteplici prove, risultò temprato come l'oro di zecchino. Quanto doveva essere interiormente pacato
se riuscì a conservarsi tranquillo anche in mezzo ai leoni! Col nome di Daniele, chiamato anche l'uomo dei desideri
(desideri certo santi e casti), si indicano dunque i servi di Dio, dei quali è detto: Ecco com'è buono e giocondo che i fratelli
vivano nell'unità. Col nome di Giobbe si designa quell'una delle addette alla molitura che venne prelevata. Egli infatti
aveva moglie, figli e abbondanti ricchezze; anzi tanta era l'abbondanza dei beni da lui posseduti che il diavolo poté
rinfacciargli di servire Dio non disinteressatamente ma per quel che ne aveva ricevuto. Questo rinfacciava il nemico
[infernale] a quel sant'uomo; ma nella prova si poté dimostrare quanto fosse disinteressato il culto che Giobbe prestava a
Dio e com'egli l'amasse non per i beni ricevuti ma per l'attaccamento al donatore.

Noè = coloro cui spettava la guida della Chiesa, perchè lui aveva condotto l’arca
Daniele = i monaci, poichè aveva scelto una vita di quiete
Giobbe = coloro che servivano Dio col duro lavoro in maniera disinteressata

Tripartizione che, nel corso dell’Alto Medioevo va incontro a modifiche. Non pochi leggevano nella
res publica cristiana (comunità dei credenti, formata da massa di fedeli e pastori), una tripartizione:

1. oratores, deputati alla preghiera

2. bellatores, i combattenti - milites, signori capaci di un potere di coercizione


- coloro che con il loro lavoro mantenevano il sistema: le masse

3. laboratores, che si guadagnavano da vivere con la fatica del lavoro

- Clero: prima categoria, categoria che poteva accogliere anche coloro che, pur non essendo
sacerdoti, si dedicavano allo studio e alla meditazione del silenzio nel chiostro
- Laicato: seconda e terza categoria

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La tripartizione rimaneva un pio tentativo di rappresentare la società desiderata da Dio. In realtà il
quadro era ben più complesso.

-> Mondo ecclesiastico: alto e basso clero, clero secolare e universo monastico
-> Bellatores: divisione per censo, legami politici locali e sovralocali
-> Laboratores: molteplici articolazioni = base della società

Celebre sistematizzazione di Adalberone, vescovo di Laon:


Perciò la città di Dio che si crede essere una sola, è divisa in tre: certuni pregano, altri combattono e gli altri lavorano.
Questi tre ordini vivono insieme e non possono essere separati; il servizio di uno solo permette le azioni degli altri due; con
alterne vicende si aiutano. Come è prevalsa la legge allora il mondo ha goduto la pace.

Corrisponde ad un desiderio frustrato: livello politico, vista la debolezza del regno di Francia, inizio
XI secolo; la società era molto più complessa di così in realtà. La sua visione era anti-monastica e
anti-egualitaria e non rappresentava i fatti.
La commistione fra classi era all’ordine del giorno e se vi era una distinzione di qualche tipo, allora
questa era a livello cetuale.

2. UN SECOLO DI RIFORME

‘Rivoluzione crociata’: capacità di smuovere masse laicali

Elementi fondamentali:
- soglie del XII secolo, tripartizione della società valeva ben poco
- riforme per rendere la società rigidamente tripartita, ma non fecero altro che favorire la
presa di coscienza della crescente articolazione del corpo sociale
- favore concesso dalla Chiesa al guerriero a cavallo, ruolo nel ridefinire l’archetipo del
cavaliere -> miles = cavaliere di Cristo -> miles Christi
- nascita di una nuova etica cavalleresca rivolta a un ceto di guerrieri, ora autorizzato a
risolvere le controversie con la violenza e all’uso delle armi per un fine superiore

Progressiva sintesi di contrastanti idee e strutture -> riforma della Chiesa (XI secolo e seguenti)
> Azione degli imperatori sassoni e franconi: avevano contribuito a moralizzare l’universo
ecclesiastico legandolo al potere laico -> moto di ‘restaurazione’: monasteri, fulcro principale

Papato: aveva visto succedersi uomini provenienti dall’universo monastico -> andò promuovendo
una sorta di ‘bonifica’ della gerarchia dei suoi membri
-> es. Milano: sviluppo della pataria, ossia reclutamento di membri fra i ceti umili

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Frivolezza dei principi-prelati > riformatori, promotori di:
- rinnovamento etico delle strutture ecclesiastiche
- riduzione della distanza fra la gerarchia sacerdotale e il restante popolo di Dio

I riformatori, nel tentativo di arginare l’eccessiva intraprendenza dei laicato (Milano e Firenze) in
materia religiosa, inaugurarono una politica assai rigida dal punto di vista dogmatico:
- 1059, concilio in Laterano, papa Niccolò II dichiarava l’incompetenza imperiale a
intervenire nell’elezione del vescovo di Roma e degli altri vescovi, anche di coloro che
avevano ottenuto incarichi pubblici
-> Aveva inizio la cosiddetta ‘lotta per le investiture’, tra i massimi protagonisti Gregorio VII e
l’imperatore Enrico IV.
Molti vescovi presero le parti dell’impero, ma il clero regolare si schierò con la curia romana.

Vescovo di Roma: iniziò a rivendicare il diritto di esercitare qualcosa di più di un semplice primato
onorifico, iniziando a porsi al di sopra di qualsiasi re o imperatore.

> Veniva abbandonata così la dottrina gelasiana delle due spade,


secondo cui l’umanità è governata contemporaneamente dall’autorità civile e da quella religiosa, con
giurisdizioni e competenze distinte, per il benessere materiale e la salute spirituale della società.
Papa Gelasio I, V secolo, in una lettera all’imperatore di Bisanzio, ricorse
all’immagine di due spade per reclamare l’autonomia degli ecclesiastici,
nell’esercizio del loro magistero.

I riformatori compresero che v’era bisogno di spade, di forze armate, da controllare: non il laicato, ma
la cavalleria, per la vicinanza di mentalità.

3. IL PAPATO E I NORMANNI

> Riforma: riaffermazione di una netta divisione fra clero e laicato, con la superiorità del primo sul
secondo.

Ordine divino, improntato su una inaequalitas = promuoveva una gerarchia


> Ordo superiore, quello clericale:
istituzionalizzato, modellato su forme d’impronta monastica, che prevedevano la vita comune
del clero
-> completo monopolio del sacro, che avrebbe trovato nelle crociate una valvola di sfogo e
uno strumento dei propri desideri e delle proprie frustrazioni

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Papato: necessitava di braccia armate e doveva trovare un modo per legare a sè i disordinati e
indisciplinati gruppi di cavalieri
> Papa Leone IX: agì per primo in tal senso, definendo ‘martiri’ i caduti nella battaglia di Civitate,
combattuta nel 1053, contro i normanni stanziati nel Meridione italico
Da qui inizierà un vero e proprio uso di tale pratica: dichiarare martiri, i caduti in nome della Chiesa.
Si creò una sorta di procedura di ‘servizio e riconoscimento’, tipicamente feudale:
chi prestava servizio e diveniva un fidelis della Chiesa, tanto da
ottenere un titolo giuridico che permetteva di possedere a buon
diritto ciò che avevano acquisito con le armi.

Concedendo il vexillum Sancti Petri, i papi non facevano altro che legittimare le guerre e gli atti di
sopraffazione.
Il movimento di riforma si tradusse, per molti milites, in occasione di conversione, che poteva
avvenire senza abbassare le armi, nel caso in cui combattessero per un ideale, quello di difesa della
Chiesa e dei pauperes: i deboli, gli orfani, le vedove e i fanciulli.
> Si va a delineare un’etica cavalleresca:
…i gloriosi cavalieri di Dio lottino per la verità, gareggino per la giustizia, combattano con animo vero contro
l’eresia, innalzando loro stessi contro chiunque si faccia chiamare o adorare come dio.
Bonizone, Liber ad Amicum

I papi si resero conto di poter fare affidamento sui normanni, la cui fedeltà era acquistabile mediante
la legittimazione delle loro conquiste.

> Normanni: stanziati nel ducato di Normandia, assimilati ai franchi per lingua e costumi,
dimostrarono grande dinamismo. > X secolo

Gruppi di Normanni si diressero verso il sud Italia (1000-1016), inizialmente prestando i loro servizi per
vari compiti, come la protezione a pagamento dei pellegrini che si recavano o tornavano dal santuario
di San Michele Arcangelo a Monte Sant'Angelo nel Gargano.

Successivamente furono ingaggiati come mercenari nella difesa delle città costiere dagli attacchi dei
Saraceni e soprattutto nelle ribellioni anti-bizantine in Puglia. In particolare, un gruppo di Normanni
con almeno cinque fratelli della famiglia Drengot combatté i Bizantini in Puglia sotto il comando di
Melo di Bari.

Dopo alcuni successi iniziali, i Normanni furono sconfitti a Canne nell'ottobre 1018. A quel punto Melo
riparò a Bamberga, in Germania, dove morì nel 1022.

Invece molti Normanni, capeggiati da Gilberto Buatère, si stabilirono ad Ariano (allora sede di
un'importante contea longobarda), ove nel giro di qualche anno riuscirono a usurpare il potere. Pertanto
la contea di Ariano, riconosciuta formalmente proprio nel 1022 dall'imperatore Enrico II di
Franconia, può essere considerata come il primo organismo politico posto in essere dai Normanni
nell'Italia meridionale.

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A capo dei Normanni in Italia era Rainulfo Drengot che, dopo aver ottenuto nel 1030 un
palazzo-castello in prossimità della chiesa votiva di Sancte Paulum at Averze, fondò la cittadina di
Aversa che divenne ben presto il punto di riferimento di tutti i Normanni che giungevano in Italia.

> Roberto il Guiscardo

Battaglia di Civitate, 1053, papa Leone IX contro i Normanni, guidati dagli Altavilla, i quali vinsero e
riuscirono anche a catturare il papa. Ecco che il papa nei nove mesi di prigionia, valutò un’alleanza con i
Normanni. Leone riconobbe il dominio normanno nel Meridione, ricevendo da questi l’impegno per
proteggere la Chiesa e recuperare i regalia Sancti Petri, in Apulia e Basilicata.

4. UN DINAMISMO CRESCENTE

Melfi, capitale della contea di Puglia (caput Apuliae) fin dal 1043, fu sede di cinque concili tra il 1059 e il 1101.
Durante il concilio indetto da Niccolò II nel 1059, Roberto il Guiscardo degli Altavilla strinse un patto con il
pontefice (il concordato di Melfi), con cui si dichiarava formalmente suo vassallo, ottenendo in cambio i titoli
(ancora solo nominali) di duca di Puglia (che comprendeva anche la Basilicata e parte della Campania) e di
Calabria (che era però ancora in parte in mano ai Bizantini) oltre che conte di Sicilia (che però era ancora sotto il
dominio arabo).

Da questo momento Roberto il Guiscardo offriva il suo sostegno armato alla Chiesa.

I Normanni riuscirono ben presto a scacciare dal Meridione la presenza bizantina con ripetute
spedizioni che culminarono nel 1060 con la conquista a opera di Roberto il Guiscardo della città di
Reggio Calabria, dove egli confermò il suo titolo di duca di Calabria.

In seguito gli Altavilla con Roberto il Guiscardo (dal francese vissart = "volpe"), già duca di Puglia,
scalzarono l'ultimo principe longobardo con la conquista di Salerno nel 1077, che divenne così la
nuova capitale del ducato di Puglia e Calabria, mentre in Sicilia ancora si combatteva contro gli Arabi.

I successi normanni preoccupavano Venezia e Costantinopoli, per via della loro occupazione delle
principali città costiere pugliesi -> minavano la regolarità dei traffici

> I Normanni minacciano la potenza di Venezia:

Anticamente provincia dell'Impero bizantino, la Repubblica di Venezia si era progressivamente slegata


dal controllo imperiale, divenendo di fatto uno stato indipendente già nel IX secolo. Nell'XI secolo
buona parte dell'interscambio commerciale della Repubblica di Venezia gravitava sull'Impero bizantino,
rendendolo sempre più dipendente dalle rotte veneziane.

Nel 1081, appena salito al trono, Alessio I Comneno si era trovato scomunicato da papa Gregorio VII e
minacciato dai Normanni di Roberto il Guiscardo, che avevano invaso l'Epiro assediando Durazzo. La
crescente minaccia normanna costrinse l'imperatore a chiedere l'intervento della potente flotta

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veneziana. Nel giugno dello stesso anno i Veneziani bloccarono le navi del Guiscardo all'interno del
porto, costringendo prima il Guiscardo a trattare con loro e poi spingendolo ad attaccare, distruggendo
la sua flotta nel corso di una breve battaglia navale. Mentre contemporaneamente la guarnigione
bizantina sconfiggeva le truppe assedianti.

Tuttavia l'imperatore bizantino non disponeva della forza necessaria per scacciare definitivamente i
Normanni, minacciato com'era lungo tutti i confini di un impero che, dopo la disastrosa sconfitta di
Manzicerta, si trovava mutilo della sua più importante provincia: l'Anatolia. Così non fu possibile
sfruttare appieno l'esito dell'intervento marittimo di Venezia. In breve Alessio si trovò incalzato dai
Normanni, che, sconfittolo nell'ottobre del 1081 nella battaglia di Durazzo, occupavano Corfù,
sconfiggendovi una flotta veneziana (periva nello scontro il figlio dello stesso Doge), e minacciando la
stessa Grecia.

Di fronte alla propria debolezza militare Alessio Comneno doveva cercare quindi di mantenere
assolutamente il legame coi propri alleati occidentali: l'imperatore tedesco Enrico IV e il doge
veneziano Domenico Silvo. L'imperatore decise così di emanare la "crisobolla" nel maggio del 1082,
concedendo ai Veneziani libero accesso ai porti delle diverse province dell'impero bizantino; così
facendo, gli Amalfitani furono costretti a passare sotto il controllo veneziano. Vediamo così i Veneziani
commerciare in tessuti provenienti da Bisanzio, e specialmente in quelle stoffe di seta che gli artisti di
epoca romanica ritraggono nelle loro statue.

-> Morte di Roberto il Guiscardo, 1085, 17 luglio, Cefalonia.

5. I VIAGGI DI URBANO II

Legame tra papato riformatore e universo normanno:


ruolo importante nel definire l’orizzonte di Urbano II.

> Urbano II

- appartenente ad una modesta famiglia di milites


- avviato alla carriera ecclesiastica
- aveva frequentato la scuola della cattedrale di Remis
- entrato successivamente nelle grazie del Papa (Gregorio VII), tanto da rientrare nel consiglio
per l’opera riformatrice
- vescovo di Ostia
- poi inviato in Germania, per sostenere la candidatura per la corona tedesca

-> Nominato papa, 12 marzo 1088 - conclave a Terracina


Una volta eletto, riuscì a rientrare a Roma, ma fu costretto a restare sull’Isola Tiberina

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-> Situazione non era facile: Clemente III, che era stato scomunicato, era riconosciuto dall’Impero e
dalla maggioranza dei cardinali, dai re d’Inghilterra, Serbia e Ungheria > si era insediato a Castel
Sant’Angelo

- per sostenere la sfida, pensò bene di trasferirsi nel meridione, rivolgendosi ai normanni e
rinsaldando il rapporto nominando Ruggero, figlio del Guiscardo, duca di Puglia e Calabria
- concesse al clero greco di mantenere i propri riti, se avesse riconosciuto la sua autorità
- iniziò a guadagnare consensi (mosse politiche): strumento conciliare per affermare i principi
della riforma
- volse la sua attenzione all’Italia Settentrionale
- giunse anche in Francia, percorrendo la via Francigena
- qui emergono alcuni temi importanti: disciplina del clero e le investiture
- invito a intraprendere una peregrinatio armata in Oriente
- ritorno in Italia, importante per la propaganda del papa, in favore dell’iter orientale, che si
presentava come uno strumento per affermare l’autorità papale

-> Attenzione, perchè bisognava assicurarsi che lo schieramento riformatore non rimanesse troppo
sguarnito: difatti abbiamo notizia di un divieto di partecipare all’expeditionem, rivolto ai monaci di
Vallombrosa.

- a Lucca, si incontrò con le schiere franco-normanne > Roma, da cui erano stati scacciati i
seguaci di Clemente III, che riusciva però a mantenere Castel Sant’Angelo
- 1097, concilio in Laterano: iter

Informazioni che abbiamo riguardo le prime mosse di Urbano II in merito:


una lettera del clero di Lucca rivolto ai fedeli in cui si fa già cenno all’iniziativa del papa di partire
per la Terrasanta, così come prospettato da Gregorio VII.

- concilio Roma, 1099 parlò nuovamente della spedizione, incoraggiando la partecipazione


dell’arcivescovo milanese
- morì il 29 luglio, qualche giorno dopo la presa di Gerusalemme (assedio 7 giugno - 15 luglio
1099)
- Roma: preda degli scontri di fazione -> gli successe Pasquale II (Raniero Ranieri)

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CAPITOLO TERZO: IL MEDITERRANEO ALLA VIGILIA DELLA CROCIATA

1. MONDI MEDITERRANEI

Clemente III morì nel 1100, dopo aver trovato rifugio a Civita Castellana. Resti, tumulati nella
cattedrale, divennero oggetto di culto, tanto da costringere papa
Pasquale II a disseppellire le spoglie e farle disperdere nel Tevere.

Il partito riformatore aveva vinto, ma la riconciliazione con l’impero era ancora lontana.
Azione papale -> si inseriva in un contesto più ampio, ossia il policentrismo di un mare abitato da
molteplici civiltà

> Mare nostrum: luogo d’incontri, di scontri e di contaminazioni, nel corso di tutto il millennio
medievale, fu al centro dell’attenzione di diversi soggetti (attivismo giustinianeo, quello arabo,
dinamismo delle comunità ebraiche, italiane, espansionismo latino e turco)
Rappresentò fondamentalmente, per quanto scenario di scontri, uno spazio conteso, anche
ideologicamente, con molti episodi di incontro = spazio d’interazioni, e coloro che lo attraversavano
dovevano essere contemporaneamente mercanti e guerrieri.

XI secolo: idea di orbis tripartitum = mare diviso fra area latinofona, grecofona e arabofona era una
realtà con la prima crociata
Universo mediterraneo rimarrà a lungo formato da una miriade di isole socioculturali, caratterizzate
da intensi scambi.
> Frequentatori: marinai, pellegrini, mercanti, crociati, ambasciatori, ecc.. erano parte di una
sorta di koinè mediterranea, basata sulla condivisione d’esperienze.
Questi rapporti, scambi, incontri e scontri, determinarono i profili culturali e ne definirono
alcune caratteristiche. Le molteplici anime mediterranee si incontravano all’interno di un
quadro articolato su un triangolo: guerra, commercio e scambio culturale.

Sullo sfondo:
- VIII e IX secolo, incursioni barbariche sulle coste latine, agareni, saraceni e mauri
- XV e XVIII secolo, turchi e barbareschi

2. PRE-CROCIATE?

Mediterraneo: più ampia cornice in cui collocare il grandioso progetto di allargamento del nome
cristiano, propagandato dal papato, a partire dall’XI secolo -> crociata strumento principale, da
intendere come prodotto della riforma

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> XI e XII secolo: tre nuovi regni, frutto di conquista
- Inghilterra
- Gerusalemme
- Sicilia = non è una contemporaneità occasionale

Pensiero di Urbano II: completamento dell'occupazione del suolo siciliano da parte dei normanni,
nel 1091, si legava al dinamismo dei potenti cristiani della penisola iberica e alla spedizione in
Oriente, conclusasi con la conquista di Gerusalemme.

Lettera del papa:


…(Dio) ha debellato i turchi in Asia e i mori in Europa con le forze cristiane (christianorum viribus)...

La prospettiva è quella di una generale riconquista alla Cristianità dell’universo mediterraneo,


nell’ottica di una ‘restaurazione’ di quanto era andato perduto.

Impianto ideologico che si ritrova anche nel mondo arabo. In una testimonianza troviamo che si era
soliti riunire sotto un’unica impresa fenomeni diversi:
la conquista cristiana del Meridione iberico, quella del Meridione italico,
quella del suolo siriaco.

Paradigma che porta a incomprensioni, perchè si tende ad identificare ad esempio la conquista


normanna della Sicilia, così come la conquista cristiana del suolo iberico, con delle ‘pre-crociate’.

> Principio dell’XI secolo:


non esisteva alcuna crociata, esistevano i crucesignati, che portavano sulla spalla o sulla bisacca una
piccola croce, la stessa che il papato aveva offerto come strumento di controllo feudale a Guglielmo
il Conquistatore, per conquistare l'Inghilterra, così come fece anche con altri soggetti.

Spedizioni: volontà di affermare le proprie prerogative, quelle venute codificandosi nell’ambito della
riforma della Chiesa.

Discorso tenuto da Urbano II a Clermont (presunto discorso, non sappiamo se fu pronunciato così):
- soccorrere i fratelli orientali, hanno richiesto aiuto e ne hanno bisogno
- turchi, gente che viene dalla Persia, hanno moltiplicato le guerre, hanno occupato le terre
cristiane sino ai confini della Romania, uccidendo e schiavizzando, rovinando chiese e
devastando il regno di Dio
- essi sono giunti fino al Mediterraneo
- bisogna fermare la loro avanzata, altrimenti opprimeranno il popolo di Dio

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3. ‘IN EUROPA MAUROS’

Metà del VII secolo: mondo musulmano aveva iniziato ad affacciarsi sul mare, contro le isole e le
coste egee, ioniche e tirreniche.
-> Veri e propri tentativi di conquista, dettati da piani egemonici predeterminati: non erano mai
azioni del tutto sconnesse tra loro, ma essi miravano all’impianto di insediamenti, costituiti da una
piazzaforte militare > islamizzazione del territorio circostante, con l’intromissione nelle contese fra i
signori locali.

Arabizzazione della penisola iberica: avvenne così.


> Governatore di Tangeri, Taric el Tuerto, attraversò lo stretto e occupò l’area che da lui
prese il nome: Gibilterra.

> Avanzata islamica, fermata poi da Carlo Martello, nonno di Carlo Magno, nella battaglia di
Poitiers, nel 732/733, ma fu uno scontro di dimensioni ridotte, ma vittima di quel processo di
assimilazione di una serie di battaglie a quelle che vengono definite ‘pre-crociate’.

Area sottoposta all’Islam, nota come al-Andalus (etimologia incerta):


- controllata dal califfato damasceno
- prosperò velocemente
- massimo splendore, sotto la dinastia omayyade di Cordova, sotto cui poi fu proclamato il
califfato (929)
- XI secolo questa dinastia iniziò a cedere, davanti al crescente policentrismo che
caratterizzava il territorio, lasciando spazio ai governatori locali, resisi via via indipendenti +
dinamismo dei regni cristiani del settentrione, come quello di Navarra e Aragona, che tuttavia
incontrarono non poche difficoltà nell’interazione con il califfato e col quale cercarono una
tregua, cedendo dei territori in cambio di pace

-> Cade nel 1031:


- dissoluzione in molteplici principati retti da sovrani autonomi (Re delle Taifas)
- avvio di periodiche campagne militari = la ‘Reconquista’

Ci furono anche tentativi di conquista rivolti verso l’Italia:


- attacco di Siracusa, 652 > intensificati nell’VIII secolo
- progressiva occupazione della Sicilia da parte degli Aghlabidi, dall’827
- anche sulle coste settentrionali, insediamento provenzale di Fraxinet: forse parte di un più
ampio progetto di dominio mediterraneo, dipendente dal califfato omayyade di Cordova
- Roma: 846, saccheggiarono le basiliche di Pietro e Paolo, fuori le mura
-> Questo evento spinse papa Leone IX a dare avvio alla costruzione delle mure leonine

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- conquistarono anche Bari (sede dell’emirato)
- sconfitti vicino Ostia da una flotta di amalfitani, gaetani, napoletani e sorrentini
- contrastati da forze romano-orientali superstiti lungo la penisola > attacchi dal mare contro le
principali postazioni saracene
- svolta: avvento dei normanni, sostenuti dal papato -> nel 1059 rovesciarono gli equilibri

Cessione della legatia apostolica a Ruggero d’Altavilla, da Urbano II, nel 1098:
- confermava la posizione preminente negli affari della chiesa siciliana
- sottolineava la dipendenza da Roma

4. ‘IN ASIA TURCOS’

Alcuni sostengono che la crociata abbia avuto origine per via dell’appello di Alessio Comneno, che
ricercava sostegno in Europa, in particolare dal papato, per contrastare la minaccia turca.
A sostegno di ciò:
- presenza di ambasciatori greci al concilio di Piacenza (1095, poco prima di quello di
Clermont
- utilizzo massiccio di truppe mercenarie ai confini del mondo romano-orientale

> Alessio Comneno, salì al trono nel 1081 e si trovò a gestire una complessa situazione nei territori
vicino-orientali. -> Inizio XI secolo: imperatore disponeva di ingenti forze militari, che però
necessitavano di importanti spese per il mantenimento.

Così pian piano entrò in uso la pratica di assoldare contingenti di mercenari (tra cui anche i
normanni, gli inglesi, i francesi, i tedeschi, russi, scandinavi, ecc), nel caso di bisogno, a cui non era
necessario fornire l’equipaggiamento -> preferenza per i mercenari occidentali, per le loro tattiche
belliche e la cavalleria pesante

Richiesta di truppe al papa, del 1095: rientrava in una prassi in via di consolidamento.

5. ‘RECONQUISTA’ TIRRENICA

Le città marinare italiane presero parte al moto di contrasto della componente islamica
mediterranea.
In particolare Pisa e Genova, caratterizzate da un crescente dinamismo:
- forte spinta espansionistica
- decisa carica ideale > ruolo anti-saraceno

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Impegno delle città marinare nel Tirreno:

Pisa: > Presa di Palermo, delle Baleari


> Impegno crociato di arcivescovi della città
> Culto locale di santi e reliquie provenienti dalla Terrasanta

Genova: > Nascita della ‘compagna’


> Partecipazione alla conquista del litorale siro-palestinese
> Veneziani: milites Dei, non mercatores

Venezia: > Identità municipalistica veneziana, grazie alla quarta crociata

- XI secolo: Genova e Pisa protagoniste di spedizioni predatorie (definite ‘pre-crociate’) volte


al saccheggio di basi saracene tirreniche.

Immagine da evitare: risposta corale della Cristianità nei confronti di un Islam altrettanto unito e
aggressivo.

> Le fonti si limitano a narrare:


migliaia di fanti e cavalieri, dalla città e dal contado, ammassati a bordo di decine di unità
navali, con macchine e trabucchi, pronti a fare scalo sulle coste nemiche e decisi a combattere
e fare bottino.

Mantennero una politica aggressiva, forse dettata dal desiderio di ricchezze (tributi in oro e proventi
di riscatto dei prigionieri + azione di difesa) -> più remunerativa rispetto alle pratiche commerciali.

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CAPITOLO QUARTO: METAMORFOSI DI UN’IDEA

1. ‘CROCIATA-MOVIMENTO’, ‘CROCIATA-ISTITUZIONE’

La prima crociata era andata configurandosi come:


- iter = viaggio militare, volto alla difesa dei cristiani orientali, oltre che del suolo che aveva
ospitato la vicenda terrena di Cristo;
- peregrinatio penitenziale verso i Luoghi Santi, assumendo le forme del pellegrinaggio armato,
inteso poi in epoche posteriori come ‘moto di riconquista’ degli spazi mediterranei.

Concettualizzazione della crociata, presente negli scritti di Urbano II, si inseriscono nel quadro di
una vera e propria ‘teologia della Storia’ -> il papato aveva un ruolo fondamentale
Strumento: monopolio della guerra legittima per portare a compimento la missione
- conquista di Gerusalemme, 15 luglio 1099
- instaurazione di un regno lì dove Cristo aveva espresso la propria regalità terrena
= assunsero un importante valore fondativo > canonizzazione dell’idea

La crociata a lungo rimase un oggetto informe, privo di nome, di linee teoriche, perché la Chiesa non
si curò di questo, finché non ce ne fu bisogno, ma si preoccupò piuttosto di disciplinarne la parte
pratica:
> prendere la croce = combattere in nome della Chiesa dopo aver pronunciato un
voto, cui erano annesse determinate indulgenze, in caso di adempimento, e sanzioni,
in caso contrario
-> Non tutti dovevano partire, Urbano II dispose anche limitazioni alle partenze, per non
sguarnire il fronte riformatore.

Possiamo affermare che in origine la crociata abbia funto da valvola di sfogo per le attese religiose del
laicato, relegato dai riformatori a poco più che una comparsa nella gestione del sacro.

Aspirazione strettamente legata all’immagine di una Gerusalemme apocalittica, come


preludio alla realizzazione del regno di Dio -> Episodi connessi con tale aspirazione:
- spedizione del 1096, guidata da Pietro l’Eremita
- spedizione dei pueri, del 1212
- agitazioni dei pastoreaux, in Francia, nel 1251, 1309 e 1320

= ‘crociata popolare’ sarebbe rimasta a lungo viva, con caratteristiche di fondo che trovano le radici
in un disagio che cresceva quanto più si scendevano i gradini della scala sociale.

Erano vere e proprie rivolte contro la società urbana vs ricchi, preti ed ebrei, e si andò adottando un
linguaggio militaristico che, dietro al mito della riconquista di Gerusalemme e della Fine dei Tempi,

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millantava l’avvento imminente di un Regno di Giustizia, che avrebbe rovesciato le sorti dei più
sfortunati. -> Anno Mille, caratteri apocalittici
Crociata: presentata dalla Chiesa come un tempo di grazia e redenzione, con cui ottenere il perdono
attraverso l’indulgenza
> finì per favorire il diffondersi di quella religiosità penitenziale, che avrebbe caratterizzato
il XII e XIII secolo, con l’introduzione nella dottrina ecclesiastica del Purgatorio.
Laicato inquieto, alla ricerca di un posto nel mondo.
Penitenza, non come punizione, ma come programma = restaurazione della vita apostolica attraverso
la carità, la povertà evangelica e l’itineranza
-> nascita degli ordini mendicanti

> ‘Crociata-movimento’: particolare complesso di miti e rappresentazioni strettamente legato alla


pratica della peregrinatio e all’idea di redenzione, incanala tutti i movimenti
all’interno della società in trasformazione
> ‘Crociata-istituzione’: ne disciplina le caratteristiche

2. ‘CRUX CISMARINA’, ‘CRUX TRANSMARINA’

Progressivamente si impose la necessità di giustificare la natura della crociata:


> sforzi di teologi e canonisti -> ridefinire l’apparato dei voti e delle decime
> si ritornò anche sulla questione di una guerra contro l’infedele, si dovette giustificare
un’azione del genere

Tema della riflessione-presa di coscienza > verso la canonizzazione della crociata:


- Compilatio decretalistica (1191, e una seconda nel 1210)
- Innocenzo III
↳ Non era possibile convertire a forza gli infedeli. In questa riflessione si inseriscono anche:
- Tommaso D’Aquino
↳ Se non si poteva muovere guerra all’infedele per convertirlo, allora si sarebbe potuto
fare come punizione, in quanto l’infedele non riconosceva come tale il vero Dio.
- Cardinal Ostiense
↳ Crociata contro gli infedeli era legittima per definizione > richiamo al diritto
romano, considerava la Chiesa come vera erede dell’Impero Romano -> Incarnazione:
aveva tolto ogni diritto agli infedeli, trasferendolo ai fedeli di Cristo.
> Crociata: ‘guerra romana’ vs ‘barbari’
- Innocenzo IV, Apparatus (1245)
- Enrico di Susa, Summa Aurea (1253), Commentaria (1268)

= si giunge a qualche elaborazione canonistica

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Chiesa: diritto di governare tutta l’ecumene -> crociata lecita, perchè volta a far riconoscere agli
infedeli la sovranità

Fra le cose di cui si occupava la Chiesa: ridefinire gli obiettivi di ogni crociata.

> ‘Crux transmarina’: condotta al di là del mare, in Terrasanta -> esterna


> ‘Crux cismarina’: finalizzata a contrastare i nemici politici e religiosi, del papato -> interna
= eretici, pagani, scismatici

Si andò affermando l’idea che gli infideles e i mali christiani fossero dannosi allo stesso modo,
all’interno del sistema ecclesiastico:
-> Legittime crociate contro > l’imperatore costantinopolitano = scismatico
> gli eretici
> i pagani
> oppositori politici
> famiglie poco gradite
↳ la crociata di Bonifacio VIII contro i Colonna

Ogni operazione volta alla difesa dell’integrità della Chiesa e ad ampliare i confini della
Christianitas, iniziò ad essere presentata come parte di quell’iter e come suo presupposto, a livello
propagandistico.
Ogni possibile minaccia per il tessuto cristiano, andava estirpata.

Innocenzo III, IV concilio lateranense, costituzione Excommunicamus, poi inserita dal Cardinal
Ostiense fra i testi basilari della legislazione crociata:

I cattolici che, presa la croce, si armeranno per sterminare gli eretici, godano delle indulgenze e dei
santi privilegi che sono concessi a quelli che vanno in aiuto della Terra Santa.

La crociata assumeva sempre più la forma di una macchinosa operazione politica ed


economica, funzionale all’affermazione teocratica del papato.

> La Terrasanta andò sostituendosi con una questione più urgente, e chi prendeva parte avrebbe
ottenuto comunque gli stessi privilegi.
> Inoltre vanno inserendosi anche nuove modalità di svolgimento:
era possibile anche versare alla Chiesa una certa quantità di denaro, in qualità di finanziatore, per
sostenere la partenza di un combattente ( = acquistare l’indulgenza)

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3. ‘PASSAGIUM GENERALE’, ‘PASSAGIUM PARTICULARE’

A partire dalla cosiddetta ‘terza crociata’ + nel corso del XIII secolo, la crociata avrebbe conosciuto
un crescente moto di pianificazione: mezzo scelto = navis
L’iter avrebbe mutato il nome in passagium,
per indicare lo spostamento, dall’altra parte del mare.
> Facilitava il trasporto di ingenti truppe

Aumento della portata delle spedizione, necessità di una maggiore pianificazione:


- papato spinto a richiedere consigli in forma scritta presso chi aveva
informazioni sulla situazione orientale
↳ deciso a sostituirsi ai principi nella guida delle operazioni militari

Innocenzo III, 1199:


chiede al patriarca di Gerusalemme, al vescovo di Lydda e ai maestri degli ordini militari,
informazioni sulla situazione orientale (nomi, forze dei capi musulmani, ecc…)
> Lettere di risposta con relazioni dettagliate
> Alcune parlavano anche della possibilità di accordi diplomatici con l’avversario

Troviamo anche dei riferimenti ad un’alleanza franco-mongola, contro il comune nemico


musulmano; interessi prettamente di tipo militare > secondo concilio di Lione, 1274.
> Gregorio X chiese pareri riguardo il modo di procedere concretamente per il recupero e la
conservazione dei Luoghi Santi + la bolla di convocazione del concilio conteneva la richiesta di consilia
per le tre questioni all’ordine del giorno: - negotium crucis (crociata)
- causa unionis (unione con la Chiesa greca)
- causa reformationis (riforma dei costumi del clero)

4. ‘PERFIDI SARACENI’, ‘CRUDELI TURCHI’

Fallimento dell’alleanza franco-mongola, caduta di Acri, il Giubileo del 1300, l’eliminazione


dell’ordine del Tempio = ruolo importante nel processo di ridefinizione della crociata
-> Iniziarono a mutare gli obiettivi.

Caduta di Acri:
L'assedio di San Giovanni d'Acri (noto anche come caduta di San Giovanni d'Acri) fu un evento bellico
che ebbe luogo nella primavera del 1291 e si concluse con la conquista della città da parte dei
musulmani, che la strapparono ai Crociati. L'episodio segnò la fine delle Crociate in Oriente e il crollo
del regno di Gerusalemme, a cui seguì l'estromissione dei Franchi dalla Terrasanta.

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Nel 1187, con la battaglia di Hattin, i crociati avevano subito una decisiva sconfitta da parte del sultano
ayyubide Salah al-Din, che nel giro di pochi anni aveva riconquistato Gerusalemme e buona parte della
Palestina. Con l'aiuto delle armate della Terza Crociata i cristiani avevano ripreso possesso di alcuni
territori perduti, compresa Acri, che divenne capitale del ricostituito regno di Gerusalemme (noto perciò
anche come regno di Acri). La morte di Saladino nel 1193 provocò l'arresto delle campagne contro i
crociati e segnò l'inizio di un periodo di frammentazione politica della regione siro-palestinese
destinata a durare oltre mezzo secolo.

Con l'avvento al potere dei Mamelucchi in Egitto, nel 1250, le ostilità contro i cristiani ripresero,
soprattutto per iniziativa del sultano Baybars (1260-77), che nel 1265 strappò ai crociati Caesarea, Haifa e
Arsuf e nel 1268 conquistò Antiochia. Queste perdite territoriali allarmarono l'Occidente: Luigi IX di
Francia decise di intervenire guidando una spedizione militare direttamente contro l'Egitto, per
fiaccarne la capacità offensiva. La crociata terminò prima ancora di iniziare, con la morte del re a Tunisi
nel 1270. L'ultimo tentativo fu compiuto dal principe Edoardo d'Inghilterra nel 1271-72, ma anch'esso
fallì.

Il successore di Baybars, Qalawun, proseguì l'opera del suo predecessore, smantellando pezzo per pezzo
ciò che restava del regno crociato: conquistò la fortezza degli Ospitalieri di Qala'at Marqab, nel 1287
prese Laodicea e nel 1289 Tripoli. Alla sua morte, nel novembre del 1290, gli succedette il figlio
Al-Ashraf Khalil, deciso a chiudere definitivamente i conti con i cristiani.

La caduta di San Giovanni d'Acri segnò la fine del regno crociato. Nel giro di pochi mesi tutte le altre
fortezze cristiane sul litorale siriano furono conquistate dai musulmani: Tiro, Sidone, Beirut, Tortosa.
L'ultima resistenza fu ancora una volta quella dei Templari, che si rifugiarono sull'isoletta di Ruad, dalla
quale furono scacciati agli inizi del nuovo secolo. Il titolo sovrano di Gerusalemme fu mantenuto dalla
dinastia dei Lusignano di Cipro e da questi trasmesso ai Duchi di Savoia (poi re di Sardegna e infine re
d'Italia).

Trasferimento della sede papale ad Avignone: teneva impegnata la Chiesa in questioni interne.
L’impegno contro i musulmani assunto:
- cavalieri dell’Ospedale
- dinastia cipriota dei Lusignano
- genovesi e pisani

Nuovo pericolo: nuova tribù turca, ottomana, si era insediata in Anatolia e aveva iniziato ad
espandersi verso Costantinopoli.
> Impero greco, restaurato nel 1261, dopo la parentesi d’occupazione latina, era diventato l’ombra di
sé stesso, perennemente preda delle congiure di palazzo.
> Minaccia turca e conquiste:
- 1354 i Turchi occuparono Gallipoli, sulla sponda europea dei Dardanelli
- 1362 la vittoria ottomana di Adrianopoli

Avanzata ottomana minacciava di allargarsi verso occidente: si ripresenta nuovamente la necessità


di richiamare la Cristianità alle armi -> questo trasformò la crociata in qualcosa di diverso

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Trecento, nuove spedizioni:
- comando: principi, signori, avventurieri
- assenza di un papato forte
richiamato all’ordine da voci forti, come quella di Caterina da Siena, nel nome del
negotium crucis, quale mezzo di pacificazione interna alla Cristianità

> Cambio di prospettiva: non più al centro la liberazione dei Luoghi Santi, ma l’obiettivo erano
diventati i turchi.
L’ultima crociata a dirigersi esplicitamente in Terrasanta sarebbe stata promossa da Pietro di
Lusignano, 1365, che finì però per scagliarsi contro l’Egitto mamelucco.

-> Rientro del papa a Roma, 1378: periodo di insicurezza = inaugura una nuova fase della storia
delle crociate.
Il nemico diventano i turchi e i saraceni e i papi sono decisi a contrastarli entrambi.

> Gregorio IX avrebbe parlato espressamente di negotium contra thurcos, cui avrebbero dovuto
partecipare latini e greci.
> Urbano IV: concesse all’ennesima lega antiturca formatasi nell’Egeo, i medesimi benefici
spirituali del passagium oltremarino.

Alle soglie del Quattrocento la crociata poteva considerarsi una grande guerra antiturca, pur
mantenendo gli stessi benefici materiali e spirituali delle precedenti crociate.

5. ‘IN SPIRITUALIBUS’, ‘IN TEMPORALIBUS’

Papa deteneva la presidenza della sancta unio, ma principi, prelati, cardinali dovevano dare il loro
consenso > nuovo modello ‘federale’
Erano tramontati i tempi in cui la Cristianità ecumenica veniva concepita come un corpo
unico, avente due capi: papa, in spiritualibus e l’imperatore, in temporalibus.

-> Conquista di Costantinopoli (1454) fece risollevare il papato, ridandogli il ruolo che aveva perduto.
Turchi ottomani minacciavano l’europa, sotto Maometto II.

> Callisto III:


- fece costruire una potente flotta per contrastare per mare l’egemonia turca
- chiese anche ai principi cristiani di unirsi per una nuova crociata, volta alla liberazione di
Costantinopoli e di Gerusalemme.

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L’Occidente si dimostrò sordo:
si trincerò dietro la Prammatica Sanzione, con cui la corona francese aveva preso distanze
dal papato e l’Università di Parigi aveva sentenziato che la riscossione della decima apposta in
Francia dal papato, era illegittima.

> Pio II, uno dei pontefici più significativi del XV secolo: onere di rendere la crociata ancora attuale, e
il fallimento della dieta di Mantova, lo convinse ad agire in prima persona, così emanò:
- Ecclesiam Christi, con cui bandiva la crociata
- Execrabilis, per proclamare la supremazia del romano pontefice

Elaborò delle tesi: Europa = patria et domus della christiana religio -> qualsiasi europeo poteva
ritenersi cristiano

Colmo di disprezzo per il disinteresse dell’occidente alla proposta di contrastare l’avanzata ottomana
e alla partecipazione ad una nuova crociata, Pio II fece circolare in Europa, a scopo polemico, una
lettera indirizzata al sultano Maometto II:
il papa gli offriva, se avesse voluto ricevere il battesimo, il titolo di imperatore romano, per
il quale nessun monarca cristiano era più degno, agli occhi del pontefice. Il papa si candidava
a fare di lui il nuovo Costantino.

Morì mentre era ad Ancona, per condurre la crociata di persona.

> Sisto IV:


dovette contrastare gli attacchi musulmani nella città di Otranto, che fu liberata l’anno successivo,
non senza conseguenze

Spinta ottomana: 1529, 1683 vs Vienna -> battaglia di Lepanto sarebbe stata combattuta in un clima
di crociata -> vedi, produzione letteraria contemporanea, Tasso, La Gerusalemme Liberata

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CAPITOLO QUINTO: GLI STRUMENTI

1. LA DISCIPLINA ‘DE VOTO’

XIII secolo:
papi e canonisti furono impegnati in quella che era l’inizio di una definizione del voto crociato:
la promessa solenne che i crucesignati erano chiamati a formulare, prima
della partenza, impegnandosi ad osservare le indicazioni contenute nella
bolla papale, tramite cui era bandita la spedizione.

> La ‘prima crociata’ (iter) era stata il risultato di un moto spontaneo, certo incanalato dal papa e da
signori europei.
Ciascuna crociata assunse una propria forma, con obiettivi e modalità via via differenti, ma alcune
caratteristiche rimasero costanti, rifacendosi alle disposizioni date da papa Eugenio III con la
Quantum praedecessores.

Innocenzo III: novità importanti


> Costituzione Ad Liberandam del IV concilio lateranense (1215)
Trasformava quell’indefinito insieme di operazioni belliche e penitenziali, che aveva
caratterizzato le principali spedizioni del XII secolo, in un insieme coerente, senza però
arrivare ad una definizione canonica del fenomeno.

Voto crociato: oggetto di ampie discussioni.


- segno della croce assunto platealmente il in una cerimonia non ben codificata e che mutava
in base alla regione
- crucesignatus sottoposto ad una disciplina simile a quella in uso per i peregrini
(contemporanea emissione di entrambi i voti + talvolta le due cerimonie coincidevano)

Ruolo del papato


- ambito materiale:
> si impegnava nella tutela dei beni, eventualmente anche delle persone, anche
appartenevano a colui che aveva fatto il voto, durante il periodo di assenza del crociato -> per
cui fu anche stabilito un tempo per la durata dell’impiego = tre anni
In quei tre anni era prevista la possibilità di sospendere o
dilazionare debiti, pene, anche penali = non poche critiche

- ambito spirituale
> concedeva un tipo di perdono, divenuta poi ‘indulgenza plenaria’, legata alla remissione
della pena temporale meritata per i peccati commessi, la cui colpa era già stata rimessa

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Questo processo andò affinandosi fra il XII e il XIII secolo
> sistemazione concettuale del Purgatorio

Voto pronunciato: vincolava il crucesignatus al suo espletamento, senza possibilità di essere rescisso.
Esistevano però due modi di emissione:
- pro subsidio, con l’intenzione di recare aiuto alla Terrasanta > eredi > ‘missionario’
- pro devotione, col solo fine di visitare i Luoghi Santi > solo dal contraente > ‘penitenziario’

La disciplina de voto andò affinandosi, senza mai essere codificata del tutto.
> Chiesa: approvò la possibilità della commutatio, ossia mutare di obiettivi o di solvere il voto in
maniera differente -> es. versando una somma in denaro
- contrario l’Ostiense: non era possibile variare i termini di un contratto tra Dio e l’uomo)
- ma altri pensavano che fosse lecito, perchè era fra i diritti e i poteri del papa, in quanto
rappresentante di Dio

> Non si poteva negare la croce a chi volesse assumerla.


‘Inabili’ alla guerra: si doveva garantire una modalità di espiazione e di ‘partecipazione’ indiretta al
modo crociato a questa categoria = ammalati, chierici, donne, fanciulli, anziani ecc…
Per cui in tale ambito, la Chiesa predispose alcune modalità. Essi cioè potevano accedere:
- per redemptio -> finanziando un guerriero che potesse impegnarsi militarmente al suo posto
- contando sulla dilatio -> procrastinando la partenza
- per dispensatio -> rimettendo il voto, in ragione di situazioni particolari,
es. chi veniva indotto in punto di morte > eredi, che solitamente si svincolavano,
pagando somme di denaro

Crucesignatus = status particolare, affine a quello del pellegrino, di cui ricalcava le orme, ponendosi al
servizio della Chiesa.

2. L’INDULGENZA CROCIATA

Riflessione sullo statuto del crucesignatus -> anche quella sull’indulgenza, strettamente connessa alla
disciplina penitenziale
In tale contesto la crociata fu definita anche come iubileum = tempo di grazie e di perdono.

Idea: condono della pena temporale per i peccati potesse essere acquistato attraverso l’intervento
della Chiesa si affermò lentamente, nell’ambito della dottrina della riconciliazione (mai una decisa
formulazione).
> Critiche: forma di perdono attraverso una guerra?

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Prime tracce di una codificazione - genesi dell’indulgenza:

1. Alessandro II:
Scrivendo al clero di Volterra (1063) aveva concesso ai milites che avevano intrapreso la guerra
scendendo in guerra nella penisola iberica, contro i mori, la remissione dei loro peccati
> Non una vera e propria indulgenza, ma una commutazione: la spedizione faceva le veci della
penitenza.

2. Gregorio VII:
Dichiarò in svariate lettere (1074-1075) di volersi porre personalmente alla guida di un esercito per
liberare il Santo Sepolcro e fece riferimento alle ricompense spirituali di chi avesse partecipato alla
spedizione

3. Urbano II:
Concilio di Clermont. Canone 9, il ‘canone dell’indulgenza’:

A chiunque, per sola devozione, non per guadagnare onori o denaro, si recherà a Gerusalemme allo
scopo di liberare la chiesa di Dio, questo viaggio sarà computato come penitenza completa.

Pose l’accento sulla penitenza, ma creò confusione rispetto a ciò che veniva rimesso.
Probabilmente fu emesso un canone simile (perduto, ma di cui abbiamo traccia) dedicato alaa
situazione iberica, equiparata a quella orientale:
in una lettera (1089) indirizzata ai combattenti per il recupero della Terragona, compare per la
prima volta il termine indulgentia.

-> Troveremo venia o remissio peccatorum fino a tutto il Duecento.

> Canone XI del primo concilio lateranense (1123) parlava ancora di remissione dei peccati,
rifacendosi al modello di Urbano II, il quale operato viene spesso ripreso dalle successive bolle.

> Canone XXVII del quarto concilio lateranense (1179) introduceva invece un’indulgenza di due
anni (biennium de penitentia iniucta relaxamus) -> il concetto di indulgenza iniziava a definirsi.

> Gregorio VII, Audita tremendi


Fu forse per contrasto, in ragione della nobiltà della meta, che si iniziò ad associare al viaggio in armi
verso Gerusalemme la completa remissione della pena temporale = plenam indulgentiam.

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> Quarto concilio lateranense (1215) estendeva l’indulgenza plenaria -> finanziatori, ripresa dal
primo e secondo concilio di Lione (1245-1274). In quest’ultimo si procedette alla definizione del
concetto purgatoriale.

3. LA PREDICAZIONE

Modalità per ottenere la remissione della pena temporale:


- concessione dell’indulgenza, anni Settanta del Duecento
- Celestino V, vent’anni dopo, avrebbe istituito la celebre ‘perdonanza’
- Giubileo del 1300 porterà a maturazione quel moto di traslazione della sacralità dei Luoghi
Santi in Occidente

Problematica: le intenzioni papali non erano tematizzate, nè applicate ovunque alla stessa maniera.
> Applicazione del dettato delle bolle papali e dei decreti conciliari: il papato si affidò alla
predicazione modellata sull’esempio di papa Urbano II, invitando vescovi e abati a
trasmettere il messaggio nelle proprie aree di competenza.

Figure dei predicatori erranti:


- si esprimevano in volgare
- facevano uso di immagini semplici e comprensibili al pubblico
- carismatici
- predicazioni:
> incentrate sull’imitazione delle sofferenze di Cristo e sulla potente simbologia della croce
> si svolgevano solitamente approfittando dei giorni di festa o di mercato
> forte carattere penitenziale, che faceva leva sulle risposte emotive del pubblico
> infondevano nei fedeli sentimenti di vergogna, contrizione e rabbia
> cerimonie elaborati: canti, processioni, esposizione di reliquie e alla fine lettura della bolla
papale e delle promesse d’indulgenza
> cerimonia del voto: il penitente riceveva la croce, mostrando platealmente il passaggio allo
status di crucisignatus

L’obiettivo era la realizzazione di una nuova ‘societas Christiana’, a cui tutti dovevano partecipare
attivamente, con ciò che possedeva.
I veri crociati non erano pomposi e ricchi: difficoltà del viaggio senza alleviare i disagi, farsi poveri
come era Cristo. I ricchi erano chiamati a distribuire i propri beni, aiutando i meno abbienti a coprire
le spese.
-> Ruolo economico della Chiesa: livellava i ceti sociali.

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4. L’ORGANIZZAZIONE DEL CONSENSO

Ottica innocenziana: crociata = pellegrinaggio armato


- esperienza spirituale, nella misura in cui il crociato adempiva a un voto legato a un’indulgenza
- esperienza materiale, nella misura in cui prendeva parte fattivamente a un iter guerriero

L’attività dei predicatori era funzionale alla liberazione di Gerusalemme, meta capace di consenso.
Si inseriscono in questo contesto gli ordini mendicanti: i francescani e i domenicani che, con la loro
opera, prestavano il loro servizio nei confronti della crociata e del papato.
Erano considerati personale qualificato per la macchina propagandistica promossa dal papato per la
causa: grazie alla struttura gerarchica assunta da entrambi gli ordini fra gli anni Venti e Trenta del
Duecento, erano coloro che meglio avrebbero potuto svolgere tale compito.

> Bolla papale emanata da Onorio III, 7 ottobre 1225 - S.Francesco era ancora in vita:
Conferiva a entrambi gli ordini una serie di prerogative, inizialmente limitate ai territori nordafricani.
= predicare liberamente, battezzare i saraceni, riconciliare gli apostati, emettere sentenze di scomunica
o revocarle, comminare penitenze + divieto per ogni cristiano di contrastare il loro operato

> Gregorio IX:


Equiparò il loro status a quello dei crucesignati, concedendo loro la medesima veniam peccatorum.
I frati dovevano quindi impegnarsi nell’opera conversionistica a sostegno della crociata tramite la
predicazione, l’esempio e lo stabilirsi di rapporti proficui con gli infedeli, con l’obiettivo di facilitare le
future spedizioni.

> Innocenzo VI:


Conferì agli ordini mendicanti un esplicito mandato apostolico, con anche la possibilità di
un’alleanza con i mongoli, previa loro conversione.
Aumentò i loro compiti, e assegnò loro anche:
- gestione dei privilegi materiali e spirituali associati alle spedizioni
- requisire i beni confiscati agli usurai
- gestione delle risorse e gli strumenti economici da reimpiegare per la crociata

A minori e domenicani fu anche permessa la concessione di indulgenze sia per chi si recava in
Terrasanta, sia per coloro che favorivano la spedizione, partecipando attivamente, ad esempio
finanziandola.
Questi avrebbero poi dovuto tutelare il crociato, sia la sua persona, che le sue proprietà, per tutta la
durata del negotium Christi.

-> Avvio di un’organizzazione capillare.

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5. IL FINANZIAMENTO

Affinamento dei mezzi necessari per garantire economicamente la realizzazione dell’impresa:


organizzazione del viaggio costosa e non tutti potevano provvedere personalmente.

Necessaria tesaurizzazione delle risorse:


- persuadendo il cristiano in punto di morte a destinare parte dei propri beni pro passagio in
suffragio alla propria anima e a sconto dei propri peccati.

Principi e sovrani disponevano di redditi importanti derivanti dai propri possedimenti e potevano
disporre grandi provvedimenti per le riscossioni:

> Luigi VII (1147), ricorse ad un’imposta rivolta a tutti i sudditi, sia laici che ecclesiastici a sostegno
della partenza per la seconda crociata.

> Enrico II (1166) impose un tributo all’Inghilterra, per la seconda crociata alla quale partecipò suo
figlio Riccardo Cuor di Leone, istituendo così la decima Saladini (imposta del 10% su redditi e beni
immobili).

Chiesa: si mosse in maniera tale da rendere questi provvedimenti stabili, imponendo nei decenni a
venire la ‘decima apostolica’ = segno della volontà della Chiesa a voler dichiarare la propria
superiorità su signori e principi.
In origine: imposta straordinaria sui redditi degli enti ecclesiastici -> far fronte alle
necessità finanziarie della spedizione.

> Innocenzo III, 1199: impose la prima tassazione diretta sui redditi del clero (1/40, poi 1/30), che
divenne regolare col quarto concilio lateranense e con Gregorio IX (1228) arrivò a 1/10 dei redditi
annui degli ecclesiastici, per finanziare ogni impresa crociata promossa dal papato, a partire dal
conflitto contro Federico II.

> Urbano IV, 1263: impose al clero una decima di tre anni per sostenere Carlo d’Angiò contro
Manfredi.

> Gregorio X, 1274, secondo concilio di Lione: sviluppo di un sistema centralizzato, ma capillare, con
cui si dividevano i territori in collectoriae, ossia delle circoscrizioni di natura fiscale, al fine di
garantire di incamerare risorse (moneta d’oro).

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PARTE SECONDA: LA STORIA

CAPITOLO SESTO: LA PRIMA CROCIATA

1. I FANATICI DELL’APOCALISSE

Discorso pronunciato a Clermont da Urbano II -> mobilitò decine di migliaia di persone:


- miles = cavalieri, uomini abituati alla violenza
- pauperes = umili, inermi, spinti da motivazioni materiali (bottino) e dalle istanze di
rinnovamento religioso promosse dal papato riformatore

Fra i protagonisti, troviamo figure carismatiche che si dedicarono a grandi campagne di


predicazione:
> Pietro l’Eremita: promuoveva un movimento salvazionista, tra i cui scopi vi era la
redenzione di quelle donne che avevano perso ogni rispettabilità, per via anche delle
condanne del nicolaismo = costumi sregolati degli ecclesiastici
Temi delle predicazioni:
- descrizione delle violenze subite dai pellegrini in viaggio per la Terrasanta
- condanna del comportamento di ebrei e saraceni
- condanna dell’esibizione di excitatoria: lettere fittizie, redatte da grandi personalità quando
non piovute dal Cielo o consegnate da presenze angeliche a qualche pellegrino
- forte centralità di Gerusalemme, in questo caso, quella celeste, meta ultima del cristianesimo
e archetipo di quella terrestre, che avrebbe ospitato il giudizio finale
= messaggio profondamente evocativo

‘Fanatici dell’Apocalisse’:
Trovavano soddisfazione nel predicare l’avvento di un Regno di Giustizia e erano portavoci d’istanze
di rinnovamento sociale:
> Rivolta dei tessitori di Cambrai vs vescovo locale = simoniaco (commercio peccaminoso di
beni sacri spirituali)
> Predicazione contro il concubinaggio, la ricchezza, la rapacità dei prelati

Molti trovarono nell’appello del papa, opportunamente elaborato da Pietro e da qualche altro
predicatore itinerante, uno sbocco per le proprie attese:
i pauperes furono accompagnati da un nutrito gruppo di cavalieri appartenenti alla nobiltà
minore, alcuni senza scrupoli, decisi a ergersi a paladini di questa massa indefinita, co da
guadagnare fama, onori e qualche ricchezza.
> Emicho Von Flonhein, fu responsabile dei primi pogrom antiebraici della storia

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Primi gruppi franco-tedeschi (12.000/20.000 persone): partirono verso la metà di aprile 1096, dopo
aver celebrato la Pasqua, privi d’organizzazione e ignari del percorso da compiere.
Ingenti perdite per questi motivi e perchè la ‘spedizione’ prese via via dei caratteri negativi,
contro la volontà dei vescovi locali e di Enrico IV di Franconia.
> saccheggiarono villaggi e campagne, diedero fuoco a castelli e città,
massacrarono comunità ebraiche

Coloro che giunsero a Costantinopoli furono velocemente trasferiti oltre il Bosforo, ma tra i capi
sorsero discordie, tanto che, approfittando dell’assenza di Pietro,
- i francesi mossero contro Nicea,
- i tedeschi si scagliarono contro il sultano turco, venendo però sconfitti
= vecchi, malati, donne e bambini furono uccisi senza pietà, mentre i più giovani
furono venduti come schiavi
Pietro pensò bene di attendere le milizie baronali.

2. VERSO COSTANTINOPOLI

La spedizione era iniziata nel peggiore dei modi.


Urbano II: - si affrettava a mantenere un ordine sociale, vincolando le partenze dei
chierici, ai permessi dei superiori, e quelle delle persone sposate, ai permessi
del coniuge
- si rivolse ai potenti, cercando di sottrarli all’obbedienza imperiale

Primi contingenti: estate 1096


- Guidati da prestigiose figure della Cristianità, tra cui
> Ugo di Vermandois, fratello di Filippo I, re di Francia
> Roberto, conte di Fiandra
> Roberto, figlio di Guglielmo il Conquistatore
Ecclesiastico: > Arnolfo di Chocques, cappellano del secondo
> Stefano, conte di Chartres e di Blois

- Successivamente, in agosto, partirono:


> Goffredo, duca della Bassa Lorena = suddito di Enrico IV
> assieme ai fratelli Eustachio e Baldovino

- Dal Meridione invece partirono:


> Raimondo di Saint-Gilles, conte di Tolosa
> Ademaro, vescovo di Le Puy, scelto da Urbano come legato pontificio per
accompagnare Raimondo nella spedizione

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La spedizione coinvolse fortemente la penisola italiana -> all’impresa presero parte:
> i normanni del Mezzogiorno
> i cives delle principali città marinare
> gli habitatores di quelle città collegate al mare da buone strade o situate sulle
grandi arterie di pellegrinaggio

Molti si aggregarono alle grandi schiere che attraversarono la penisola:

- Schiera Provenzale: Italia, Susa, Torino, Pavia, Verona > Istria e Dalmazia

- Schiera franco-normanna: itinerario della Via Francigena, sino a Lucca, dove incontrò papa
Urbano II che approfittò per rientrare a Roma, presidiata dai seguaci di Clemente III
> Puglia: Montecassino, fino a Brindisi, punto di partenza per mare verso la
Terrasanta (alcuni qui abbandonavano per la stanchezza o per altri il viaggio
rallentava, a causa delle poche navi a far da sponda)
> Sponda epirota, seguendo la Via Egnazia
> Costantinopoli

- Schiera normanna dal Meridione: al seguito di Boemondo d’Altavilla


In contrasto col fratellastro Ruggero Borsa per i possedimenti pugliesi, dopo
la morte di Roberto il Guiscardo (padre).
-> intervento di papa Urbano II, aveva assegnato a Boemondo il tarantino,
ma questi aveva anche altre mire.

Già il Guiscardo aveva effettuato spedizioni vs l’Epiro (1080-1085) e lui pare avesse lo stesso desiderio
di espansione di suo padre.
Non appena seppe della spedizione si mise in marcia, assieme al suo esercito, distribuendo ai suoi
uomini croci che aveva realizzato col proprio mantello di seta.
> Esercito: 500 cavalieri e 3000 o 4000 fanti (numeri incerti), formato da campani, calabri,
lucani e pugliesi, che dovevano essere di costumi greci (o grecizzanti), se delle coste, o
longobardi, se dell’interno.

3. ANTIOCHIA, 1098

Le schiere raggiunsero Costantinopoli -> preoccupazione della corte imperiale alla notizia = schiere
così ampie di barbari (li definisce così Anna Comnena
nell’Alessiade) + disordini causati dai pauperes guidati da
Pietro d’Amiens.

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Comportamento non era disciplinato + intenzioni poco chiare.

- Alessio > doni e onori, facendo intendere di considerarli al proprio servizio, costringendoli a
prestargli omaggio mediante un giuramento di fedeltà:
in cambio di vettovaglie e truppe ausiliarie, pretendeva la
restituzione delle città eventualmente conquistate che un tempo
appartenevano all’impero.

Non tutti accolsero la proposta:


- Goffredo di Bouillon
- Raimondo di Saint-Gilles > si limitò a giurare che non avrebbe recato danno alla corona
Anche i Normanni, divisi:
- Tancredi d’Altavilla > decise di passare il bosforo in incognito, vestito da fante
- Boemondo > si mostrò assai docile, mostrando apparentemente di voler ricucire i rapporti
con l’imperatore

I baroni latini non avevano un programma ben definito.


Idea di conquistare Gerusalemme era forse più appannaggio dei pauperes e probabilmente
nessuno conosceva le reali complessità che potevano incontrare nell’attraversamento
dell’Anatolia.

-> In generale, la maggior parte accettò l’aiuto bizantino.

> 6 maggio 1097:


I latini + piccolo contingente greco > assediano Nicea
che si arrenderà al basileus il 19 giugno.

I crucesignati furono ricompensati con larghezza, ma invitati a proseguire velocemente verso est,
guidati da una pattuglia greca, al comando del generale Tatikios.
Per facilitare, esercito diviso in due schiere:
- avanguardia, capeggiata da Boemondo - fu attaccata da truppe selgiuchidi
- guidata da Ademaro di Le Puy - contribuì a risolvere la situazione
Proseguirono congiuntamente.
↳ Problematiche: approvvigionamento -> marcia dura e penosa

Altra battaglia presso Eregli, in cui emerse la forza militare della cavalleria pesante europea > quella
normanna fiore all’occhiello.

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-> Ben presto fu chiaro che si dovesse puntare su Antiochia.
Problematica dell’approvvigionamento sempre più complessa: su consiglio delle guide bizantine, il
grosso dell’esercito accettò di raggiungere la Siria, mediante un largo ma comodo itinerario =
Cesarea-Mazacha -> Antitauro -> Marash -> Porte Siriache.

Tancredi e Baldovino di Boulogne: via più breve, attraverso le Porte Cilicie, con forti difficoltà,
passando da centri armeni popolati da cristiani -> cercavano forse sostegno.
- Baldovino: si ricongiunse a Marash col grosso dell’esercito > rese l’ultimo saluto alla moglie
morente > proseguì verso est abbandonando la spedizione per occupare Edessa.
- Tancredi: occupò Mamistra, Alessandretta, raggiunse i crucesignati presso Antiochia

- Antiochia, era stata strappata ad Alessio Comneno nel 1085 e dipendeva nominalmente
dall’emiro di Aleppo.
Assedio assai difficoltoso: Boemondo risolse la situazione, organizzando un attacco di comune
accordo con il responsabile della difesa di alcune torri, il quale permise ai normanni di scalare le
difese.
-> 3 giugno 1098: Antiochia era in mano ai latini, ad eccezione della Cittadella.
Il giorno seguente delle truppe di Kurboga giunsero sotto le mura, mettendo in difficoltà i cristiani,
che però reagirono con vigore, anche grazie al discusso ritrovamento della reliquia identificata con la
Lancia della Passione.

Qualcuno pensò di fuggire:


- Conte di Chartres e Blois, Stefano II, uno dei leader di questa ‘prima crociata’
durante la fuga incontrò Alessio Comneno e gli sconsigliò di inviare
soccorsi, poichè l’armata era in procinto di cadere.

-> Il mancato supporto bizantino avrebbe segnato la fine di ogni possibilità di riconciliazione fra
le due parti.

4. GERUSALEMME, 1099

Disfatta delle truppe nemiche il 28 giugno, favorita da un attacco furioso e disperato dei crucesignati,
sembrò qualcosa di miracoloso. Fondamentale anche l’apporto delle marinerie italiane, in particolar
modo dei genovesi > sostegno richiesto da Urbano II.
-> La strada per Gerusalemme sembrava spianata.

Complicazioni:
- rivalità fra i principi e i baroni per le nuove conquiste

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- spedizione priva di un vero e proprio capo militare: 1 agosto morì Ademaro, l’unico capo
spirituale rispettato e stimato da tutti
- epidemia fra le schiere > quando finì i capi scrissero a Urbano II
> lo informarono dei successi e della morte del legato, Ademaro +
chiesero al papa di raggiungerli e di guidare la spedizione
personalmente
Successivamente:
Si misero in cammino, ad eccezione di Boemondo che restò ad Antiochia e assieme ad alcuni
contingenti genovesi si preoccupò di non lasciare la città sguarnita > politica di alleanza

La marcia riprese lentamente:


- assedio di Ma’arrat al-Nu’man, durò un mese e viene raccontata con caratteri disumani, con
scene di violenza inaudite, atti di cannibalismo, che sarebbero però da ricondurre alle
condizioni dei soldati, stremati
In questa occasione, pare, si riconciliarono Raimondo e Boemondo > incontro, promosso dal conte di
Tolosa, per chiudere la questione antiochena > propose agli altri principi di porsi sotto il suo servizio
in cambio di denaro.
- Tancredi e Roberto di Normandia acconsentirono
- Altri declinarono e proseguirono verso sud, attraversando un territorio desolato e
abbandonato dalla popolazione

> 7 giugno
I crucesignati scorsero Gerusalemme (che era in mano ai fatimidi egiziani), da un colle non lontano.
- 12 giugno: primo attacco, senza risultati
- 15 giugno: consiglio di guerra, si decise di mettere in campo quante più forze possibili ->
serviva legname
- 17 giugno: giunsero delle galee (sei o nove), due genovesi
- 18 giugno: imponente flotta egiziana -> si adoperarono per smontare il campo, caricare i
viveri, le galee furono date alle fiamme per impedirne la cattura > verso Gerusalemme,
passando per il Giordano
- 15 luglio: attacco -> i fratelli Letaldo ed Engelberto di Tournai (del contingente di Goffredo di
Bouillon) riuscirono ad oltrepassare le mura, poi i provenzali, al comando del conte di Tolosa
-> La città cadde nel giro di poche ore.
Ebrei e musulmani furono massacrati, chi non riusciva a dimostrare di essere cristiano fu ucciso.
Raimondo d’Aguilers (membro del corpo d’armata di Raimondo di Tolosa) raccontò la vicenda:
Descrizione di una strage -> es. Tempio di Salomone il sangue arrivava alle ginocchia

Obiettivo raggiunto: Gerusalemme conquistata.


Urbano II morì due settimane dopo, ignaro dell’esito della spedizione.

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5. UN RE PER GERUSALEMME

Organizzazione del territorio:


Arcivescovo di Pisa, Daiberto = acclamato patriarca, al posto di Arnolfo, cappellano di
Roberto di Normandia, che era stato eletto il 1 agosto precedente (due partiti:
franco-normanno-lorenese / provenzale), ma senza ratifica papale -> sostituzione facile.
Politica di Daiberto: improntata su ideali della riforma, indirizzata in senso teocratico
> La Chiesa di Roma doveva regnare di diritto su Gerusalemme = centro e cuore della Cristianità

Questo si scontrava con la volontà dei capi crociati -> cercavano domini personali lungo la fascia
costiera + necessitavano di un re, la cui potestas si limitasse alla sola Gerusalemme e al suo circondario
↳ 22 luglio 1099: Goffredo di Bouillon = nomina ad advocatus (titolo di chi si impegnava ufficialmente
nella difesa di un bene ecclesiastico) del Santo Sepolcro
Non si dimostrò del tutto favorevole nei confronti del patriarca.

> Pasqua 1100: Goffredo concesse alla chiesa gerosolimitana la cittadina costiera e Gerusalemme, con
la cittadella e la torre di David -> Accordo: se fosse morto, sarebbe passato tutto al patriarcato
Questione delicata, ma si tentava di dare un sistema stabile per garantire la presenza latina in
Terrasanta. (elenca una serie di signorie, contee, ecc che si erano formati con le conquiste -> urge cartina!)

> Natale 1100: Baldovino fu unto e incoronato re nella basilica della natività, a Betlemme, per
acclamazione del clero, principi e del popolo.
Inizialmente Daiberto si mostrò favorevole verso il principe crociato, da lui stesso consacrato, ma la
pace durò poco: Baldovino iniziò ad accusare il patriarca = Daiberto, di ogni malefatta, es.
compravendita di reliquie, e vincolò la sua ‘colpa’ ad un pagamento in denaro.
-> Obiettivo: privare la Chiesa di ogni potere.

Daiberto: fu privato così - dopo le accuse - di ogni diritto sulle proprietà del Santo Sepolcro, e fuggì
ad Antiochia, da Tancredi.
Baldovino riusciva così ad impadronirsi del tesoro e delle rendite patriarcali.

Si aprì un’inchiesta: condanna di Daiberto per simonia, occultamento di denaro + partecipazione ad


azioni predatorie nell’Egeo.
Tornò poi in Italia, Puglia > Roma -> Papa Pasquale II lo trattenne nell’attesa delle prove per la sua
colpevolezza, queste non arrivarono e così il papa lo reintegrò, ma morì poco dopo, prima di poter
ripartire per la Terrasanta.

Ricerca di equilibrio durerà molto: soluzione nel concilio di Nablus, nel 1120, evento che anticipa il
concordato di Worms, due anni dopo.

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CAPITOLO SETTIMO: LA RISPOSTA MUSULMANA

1. LA CROCIATA DI PASQUALE II

Principale frutto della prima crociata: instaurazione di entità politiche nei territori di conquista.
Ma: caratterizzate da debolezze strutturali, dalla mancanza di un capo con autorità
indiscutibile e da divisioni interne da parte dei baroni.

Morte di Urbano II.


> 13 agosto 1099
Eletto papa Pasquale II: ampio progetto volto a rinsaldare la conquista effettuata mediante il
coinvolgimento di alcuni presuli riformatori
Scrisse all’arcivescovo di Milano: Anselmo IV da Bovisio, il quale partì nel settembre 1100 alla testa
di varie schiere di crucesignati dell’area padana.

> Marzo 1101: la schiera attraversa la Dalmazia, i Balcani > Costantinopoli


= per procurarsi viveri, solite violenze, fino
ad assaltare il palazzo imperiale

Alessio li traghettò attraverso il Bosforo > si accamparono a Nicomedia > raggiunti da truppe
franco-tedesche e decisero poi si lanciarsi contro i turchi danishmenditi.
> Avevano preso in ostaggio Boemondo di Antiochia (scelta pessima): l’esercito, spintosi oltre
Ankara, fu battuto ripetutamente, e fu schiacciato nei pressi nel Mar Nero.
> Anselmo + un manipolo di cavalieri si salvarono > tornarono a Costantinopoli (Anselmo morì
poco dopo)

Spedizione milanese: parte di un ampio progetto -> organizzazione di una grande armata navale,
destinata a recare in Terrasanta il nuovo legato papale, Maurizio di Porto (doveva sostituire
Daiberto, divenuto patriarca latino di Gerusalemme) = affermare il controllo papale sulla conquista.
> Flotta: 26 galee e 4 (o 6) navi cariche di pellegrini -> salpò il 1° agosto del 1100

Legato (Maurizio) e Baldovino (primo re di Gerusalemme) si incontrarono: Maurizio sposò la causa


nel quadro della crescente opposizione al sovrano mostrata da alcuni capi crociati.
- Assaltarono: Arsuf, Cesarea
- Ripresero il mare, forse portando con loro il ‘Catino’ dell’ultima cena, lo stesso che Nicodemo
usò per raccogliere il sangue di Cristo sulla croce
Durante il viaggio di ritorno: scontro con flotta imperiale -> i greci furono sconfitti e furono
costretti a trattare -> i legati genovesi si recarono presso il basileus a Costantinopoli, ma non
sappiamo i dettagli dell’incontro

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Politica di Baldovino, re di Gerusalemme:
- campagne militari = ampliare e consolidare la conquista + arrivo nuove flotte, cariche di nuovi
pellegrini in armi
- scopo: creare una serie di signorie dipendenti > estendere il raggio territoriale della corona
- costruzione di castelli sulla strada per il Mar Rosso
- conquista di porti litoranei, essenziali per i rifornimenti
= controllo latino: da Giaffa al golfo di Alessandretta.

2. GLI ORDINI MILITARI

Gli ‘stati crociati’ avrebbero assunto la forma di grandi signorie, sottoposte al formale dominio della
corona gerosolimitana.
> Ciascun principe aveva i propri vassalli -> quelli dei re (soprattutto i feudatari del Giordano
si rivelarono difficili da controllare)
> Problemi esterni: crucesignati rimasti in Terrasanta erano pochi -> i più, scioglievano il voto
sulla pietra del Sepolcro e ritornavano in patria

Politica di tolleranza di Baldovino = equilibrio, forma di convivenza:


- atteggiamento aperto nei confronti dei nativi
- libertà di culto
- sposò una principessa armena
- incoraggiò i vassalli a far lo stesso
- rapporto di reciproca acculturazione tra le varie etnie presenti in Terrasanta
↳ componente latina era scarsa e in
progressiva diminuzione
> Mondo musulmano invece non faticava a riorganizzarsi, superando le ostilità interne.
↳ si rivelò necessario disporre di una forza militare stabile

Si favorì l’aggregazione di milizie armate tra coloro che avevano deciso di rimanere in Oriente.
Tra questi si distinse particolare gruppo di cavalieri -> avevano adottato una forma di vita religiosa:
- clero in armi era un fenomeno ormai conosciuto e che destava poco scalpore
- ma: cavalieri che avevano pronunciato i tre voti monastici (castità, povertà e obbedienza)
non era mai successo prima

Discusso politicamente e allo stesso tempo autorizzato dai canoni promulgati, ad esempio durante il
concilio di Nablus (1120): il chierico che avesse imbracciato armi per ragioni difensive, non doveva essere
considerato colpevole
-> questo lasciava campo aperto al sorgere della cavalleria templare

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Guglielmo di Tiro, Historia rerum in patribus transmarinus gestarum (entro il 1183):
…alcuni nobili cavalieri dell’ordine equestre, devoti a Dio, uomini religiosi e timorosi di Dio,
consacrandosi al servizio di Cristo nelle mani del patriarca…
Tra di essi, i primi: Ugo “de Paganis” e Goffredo di Sancto Aldemaro -> si è ipotizzato milites ad terminum?
= laici che prestavano servizio militare temporaneo

Parla inoltre di permessi e concessioni fatte loro dal re e dai canonici: questi ultimi in particolare
avrebbero concesso loro di esercitare il loro servizio presso la piazza del Templum Domini.

E’ anche possibile che il primo nucleo della futura cavalleria templare fosse legato all’ospedale
amalfitano di San Giovanni Battista (nei pressi del Sepolcro):
> membri si erano costituiti come ordine religioso, su impulso del prepositus Gerardo, sotto la
protezione della Chiesa grazie alla bolla Pie postulatio voluntatis (Pasquale II)
↳ a quanto pare, alcuni oblati avrebbero ricevuto dai frati ospitalieri il compito di proteggere i
pellegrini in cambio dei resti dei pranzi

Il Tempio si sarebbe poi staccato dall’Ospedale, mantenendo però tale diritto.


+ sappiamo anche del legame dei primi membri con i canonici del Santo Sepolcro (istituiti da
Goffredo di Bouillon, 1099) = primo ordine formatosi
= tradizioni complementari

Si può supporre che Baldovino II, nel 1120, avesse accolto un gruppo di cavalieri inizialmente legati
all’Ospedale o ai canonici del Santo Sepolcro, o a entrambi, o (meno probabile) ai canonici del
Templum Domini (forse posteriore).
↳ Baldovino II concesse un’ala della moschea al-Aqsa = residenza reale, che si riteneva
edificata sulle fondamenta del Tempio di Salomone

Ne derivò che:
furono emancipati dall’obbedienza al priore del Santo Sepolcro per sottoporli a quella del
patriarca gerosolimitano
-> Nasceva così il primo nucleo dell’ordine che sarebbe stato noto come Pauperes commilitones
Christi Templique Salomonici (i poveri cavalieri di Cristo e del Tempio di Salomone)

> Onorio II, 1129: riconobbe la regola che ne disciplinava la forma di vita, concedendo la
fraternità, guidata da magister Hugo
> Innocenzo II, 1139: li definì religio et institutio (= come uso per gli ordini religiosi) e li
sottopose alla propria autorità, svincolandoli da quella in Terrasanta

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Ruolo importante: Bernardo di Clairvaux, col De laude novae militiae (manifesto dell’ordine):
- si scagliava contro mondanità, sfarzo, violenza privata, vanagloria dei cavalieri
- contrapponeva i milites novi ed esaltava la loro povertà assoluta e l’impegno contro gli infedeli
-> originaria connotazione assistenziale non verrà mai abbandonata, tuttavia, nel terzo decennio del
secolo: Raimondo di Le Puy (successore di Gerardo, fondatore dell’ordine) la fraternità avrebbe
iniziato a militarizzarsi, seguendo l’esempio del Tempio.

Successivamente:
> Ospitalieri entrarono di diritto nei ranghi dell’esercito: presidiavano importanti fortificazioni in tutto il
territorio
> Altri ordini si affiancarono: es. Teutonici (terza crociata), sorto da comunità di combattenti tedeschi radunatesi
nei porti di Brindisi e Messina

3. JIHAD

Dinamismo latino spinse i potentati musulmani ad abbandonare il frazionamento politico, dovuto


alla divisione fra i due califfati:
- abbaside di Baghdad
- fatimide del Cairo

I franchi si videro costretti a sostenere la controffensiva egiziana e a contrastare i tentativi di


espansione di Zangi, capostipite della dinastia dei Zengidi, all’insegna della jihad.
- 1130 mosse contro gli antiocheni, approfittando della morte di Boemondo II
- vs Damasco, ma dovette abbandonare l’assedio per ordine del sultano, che temeva il suo
prestigio
- fu attaccato da Giovanni II Comneno, figlio di Alessio, senza successo
↳ morto nel 1143: fine dei tentativi di rimettere mano su quanto perduto

Sempre nel 1143 morì Fosco d’Angiò -> gli successe Baldovino III, 15 anni, affidato alla tutela della
madre = intrighi di palazzo + vassalli di Tripoli e Antiochia sviluppare autonomie

Debolezza del regno di Baldovino III -> tale contesto: libertà di azione per Zangi.
- Mosse vs Edessa, approfittando dell’assenza di Joscelin II -> la conquistò e la popolazione
cristiana - eccetto armeni, greci e siriani - fu massacrata
Zangi fu ucciso dopo qualche anno nel sonno (1146), per ordine di un emiro selgiuchide -> Joscelin
tornò.
- Edessa fu riconquistata dal figlio e successore di Zangi, il Norandino.

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Minaccia incombente sui regni principati cristiani di Terrasanta:
- Papa Eugenio III proclamò nuova spedizione (1 dicembre 1145)
- bolla Quantum praedecessores -> rivolta al re di Francia e a tutti i fedeli d’Oltralpe
- rinnovò l’appello tramite la Divina dispensatione
Approfittò della sistemazione giuridica della guerra contro gli infedeli operata dalla Causa
XXIII del Decretum di Graziano (1140).

Sperava nell’intervento dei francesi: il re Luigi VII si rese disponibile > prese la croce
↳ fu necessaria un’importante opera di predicazione e propaganda, svolta ad opera di
Bernardo, un cistercense
Notizia del pericolo fu seguita da una serie di dicerie riguardo un re-sacerdote della
stirpe dei Magi, intenzionato a marciare verso Occidente, successivamente noto come
‘presbyter Iohannes’

> Altri racconti di carattere apocalittico:


Re di Francia (o di Germania) = diverse versioni, avrebbe regnato come ‘imperatore degli Ultimi
Giorni’, deponendo sul Calvario le insegne regali > venuta dell’Anticristo e Teofania Finale.

Suggestioni che giocarono un ruolo fondamentale nella partecipazione di grandi masse.


Molti giunsero dalla Germania: violenti richiami di Rodolfo, forse un cistercense, che diceva di aver
ricevuto l’ordine da Bernardo -> ampia campagna di predicazione.

Fra coloro che presero la croce:


- Duca Guglielmo di Baviera
- Corrado III di Svevia, re d’Italia e di Germania, nonostante la sua presenza fosse richiesta dal
papa al fine di tenere a bada i normanni nel Meridione
- Federico Barbarossa

4. LA SECONDA CROCIATA

Il secondo grande pellegrinaggio non si risolse in un susseguirsi di spedizioni, ma fu caratterizzato


da un muoversi organico e ordinato di due corpi di spedizione: francese e tedesco.

Imperatore costantinopolitano Manuele:


- non vedeva di buon occhio la spedizione (determinata dalla caduta della contea di Edessa)
- agosto 1146: promise al papa e al re di Francia solleciti aiuti in cambio di un giuramento di
fedeltà da parte dei crucesignati (come aveva fatto Alessio Comneno)

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> Maggio 1147:
Corrado (re d’Italia e Germania) si mosse per primo > Costantinopoli, settembre.
Parentela tra i due sovrani = cognati: la presenza tedesca creò non pochi problemi, a causa
delle inevitabili devastazioni
-> Per motivi logistici si decise di non attendere la schiera francese
L’esercito fu traghettato in Asia > poi proseguirono secondo l’itinerario della prima spedizione, ma
subirono una violenta imboscata turca.

Corrado ferito > Nicea > incontrò Luigi VII, re di Francia


↳ partito a giugno, assieme alla moglie Eleonora + contingenti provenienti da
tutta la Francia, dalla Savoia e dal Monferrato
> Costantinopoli, ottobre.

I due eserciti proseguirono congiuntamente, ma durante la marcia l’avanguardia francese subì una
sconfitta -> si iniziò a vociferare di un tradimento delle guide greche (accusa che rimase sempre viva)
> Così Manuele, per far cadere i dubbi, inviò una flotta per il loro trasporto -> fu insufficiente

- Luigi VII partì alla volta di San Simeone, porto di Antiochia (marzo), dove fu accolto da
Raimondo di Poitiers, zio della regina di Francia.
- Il resto dell’esercito: fine miserabile, nonostante il pagamento di 500 marchi d’argento alle
autorità greche per garantire la difesa.
= per la prima volta si dimostrò la differenza di vedute (destinata a diventare cronica) fra: crucesignati
venuti dall’Europa e la feudalità franca di Siria.

Luigi, da Antiochia > Gerusalemme, entrò solenne giugno 1148 -> trovò Corrado, ammalato e amareggiato
↳ con la moglie, accusata di infedeltà

> 24 giugno
Acri: grande assise -> Baldovino III, sua madre, grandi maestri ordini militari e baroni influenti
↳ si decise di attaccare Damasco (buoni rapporti) per controllare le retrovie e garantire la sicurezza
della Transgiordania > fallirono, a causa di mancanza di macchine belliche

L’iter promosso da Eugenio III falliva miseramente, aprendo la strada al nolite confidere in principibus.

Fronte orientale non era l’unico aperto dall’appello papale:


- campagne militari contro i Vendi (gruppi e tribù slave stanziate fra l’Elba e l’Oder)
↳ evangelizzazione e conquista territoriale
- terre baltiche
- penisola iberica
= tramite assunzione del signum crucis

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Si comprese la malleabilità dello strumento crociato: applicabilità a campi e obiettivi diversi.
- Assedio di Lisbona: partecipazione di numerosi crucesignati fiamminghi e anglo-normanni
- Presa di Almeria e Tortosa: partecipazione di contingenti genovesi

Papa Eugenio era pisano e ben comprendeva l’importanza di un appoggio marittimo per portare a
termine l’impresa -> si rivolse quindi alle città marinare italiane.
- Veneziani erano troppo impegnati a mantenere libere le acque adriatiche dalla presenza
normanna
- Genovesi si mossero verso occidente per ragioni principalmente economiche

5. L’ASCESA DI SALAH AL-DIN

Fallimento seconda crociata permise alla dinastia zengide di rafforzarsi.

> Nur al-Din: strumento della jihad, assoldando dei predicatori sunniti per procedere contro gli
adoratori della croce
- 1154: conquistò Damasco e unificò così i domini musulmani compresi tra il Nilo e l’Eufrate.
- Anni successivi: numerosi scontri con le forze di Baldovino III
↳ matrimonio con Teodora Comnena, favorì l’intervento di Manuele
Comneno, che giunse ad Antiochia ottenendo la sottomissione di un
cavaliere senza scrupoli: Rinaldo di Chatillon, asceso da poco al principato
- 1159: pace tra l’imperatore e Nur al-Din.

Ruolo fondamentale: luogotenenti del condottiero zengide


↳ tra questi spiccava un certo Ayyub (origine curda), padre di Yusuf, passato
alla storia col nome di Salah al-Din
Il giovane Yusuf ottenne numerosi successi:
- eliminazione del vizir Shawar, accusato di aver complottato con i crociati -> ne prese il posto,
per volere del califfo fatimide al-Adid
- dopo la morte di suo zio, al-Adid lo nominò visir -> iniziò a minare l’istituzione fatimide
- dopo la morte di al-Adid, si impadronì delle ricchezze del califfo e le distribuì tra i fedeli e i
parenti

Salah al-Din riuscì ad affermarsi sul dinamismo crociato e, dopo aver eliminato le opposizioni
interne, si rivolse ai domini latini, guidati da Baldovino IV
↳ sovrano giovanissimo, sottoposto alla reggenza della madre,
Agnese di Courtenay e alla tutela dello zio materno, Joscelin III

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Baldovino IV era malato di lebbra (conosciuto come il ‘re lebbroso’) regnò per pochi anni: 1177-1185,
ma con saggezza.

> Sibilla, sua sorella:


- matrimonio con Guglielmo Lungaspada, cavaliere italiano, figlio del marchese di
Monteferrato, fedele amico dell’imperatore Federico Barbarossa.
Guglielmo morì e lasciò un figlio avuto con Sibilla: Baldovino.

- matrimonio con Guido di Lusignano, un francese, vassallo del re d’Inghilterra


↳ inizialmente Baldovino IV si mostrò favorevole, ma deluso dalla sua
avarizia e dal suo scarso coraggio, lo aveva privato del suo sostegno
= Baldovino nominò suo nipote, il figlio di Sibilla, come erede -> Baldovino V.
Guido cercò di resistere, ma fu battuto ripetutamente.

Il problema della successione rimaneva aperto: Baldovino V morì subito dopo, nel 1186.
> Guido e Sibilla ottennero la corona regale -> opposizioni > ne approfittò Salah al-Din

Si giunse alla guerra nello stesso anno: Salah al-Din, alla testa di un grande esercito, marciò verso il
Giordano: occupò Tiberiade.
Nel frattempo: forze del regno > Acri > incertezza, ma alla fine i crociati mossero verso Tiberiade.
- Combattenti cristiani, preceduti dalla reliquia della Vera Croce, trovarono difficoltà per
l’approvvigionamento idrico e tentarono di creare un varco verso il lago.
- Furono però accerchiati e la maggior parte venne massacrata.
- La reliquia cadde in mano nemica.

Il sultano incontrò:
- Guido di Lusignano e suo fratello
- Gerardo di Ridefort, Gran maestro dell’ordine templare -> salvato perché avrebbe reso al
sultano favori ambigui
- Rinaldo di Chatillon -> venne decapitato + stesso destino di Templari e Ospitalieri

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