Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
INTRODUZIONE
IL FENOMENO DELL’ESILIO
Un destino comune a molti uomini della modernità è stato quello di decidere se fuggire via dal
luogo in cui sono nati, oppure restarvi. Anabattisti olandesi, calvinisti italiani, cattolici inglesi, e
hussiti boemi venne offerta la medesima opzione, o accettare, o andare in un altro paese.
Il processo di migrazione aumentò col tempo, soprattutto nel 1600 quando vi era un maggiore
controllo sociale da parte dell’autorità
COSCIENZA D’ESILIO
Tra i primi ad avere coscienza del proprio esilio religioso furono i puritani inglesi, quando partirono
dall’Inghilterra diretti in America (1620) la loro esperienza dell’esilio li portò a considerarsi quale
popolo eletto. La percezione di essere una nazione eletta con un destino divino, è una delle
principali cause per cui un popolo riuscì a giustificare e reiterare le dinamiche di esilio delle
persone, e questa identità di popolo eletto p stata fatta propria sia dagli ebrei, sia dai musulmani, che
dai cristiani.
L’esilio venne concepito da molti gruppi di rifugiati come elemento identificativo. Divenne
ad esempio per i calvinisti una medaglia al coraggio, una forma di disciplina.
Molti degli interventi fatti per confinare determinate comunità, rese le stesse comunità (per
ironia della sorte) più consolidate, come avvenne per quelle ebraiche dove si rafforzò
l’autorità dei rabbini. Questo frustrò le autorità cristiane, che fecero erigere “case di
rieducazione” immediatamente fuori dal ghetto per costringere gli ebrei a convertirsi
La riforma fu vista come un periodo fondamentale per un inizio della storia della modernità.
NIREMBERG
Ha intuito che la violenza a volte poteva trasformarsi in una messinscena ritualizzata, come le
violenze contro gli ebrei durante la settimana santa. Egli ammette il concetto di fenomeni
persecutori, ma non quello di società persecutoria.
BENEDICT ANDERSON: 5 FATTORI DEL NAZIONALISMO
1- Territorialità delle fedi religiose
2- L’idea della regalità sacra
3- Lo sviluppo del capitalismo e della stampa
4- L’emergere dei dialetti come lingue nazionali
5- Un diverso concetto di tempo
L’esodo degli ebrei spagnoli è il primo di una lunga serie di atti statali che serviranno a creare
comunità immaginate religiose.
Bisogna definire il corpo di cristo, e le implicazioni di questa enorme metafora che ha attraversato
tutta la cristianità. Il corpus christianum, attraverso riti e immagini venne messo al centro
dell’immaginario cristiano. Le pestilenze e le carestie venivano interpretate come purghe del corpo
inviate dal signore per la sua guarigione.
IL CORPO DI CRISTO
È una delle metafore più potenti, ed ha tre forme:
1- Fisico: l’essere umano del Cristo
2- Spirituale: l’eucaristia
3- Simbolico: la chiesa come luogo dove si radunava l’ampia comunità dei credenti. Troviamo
nel 1cor 12, 12.27: “voi siete corpo di Cristo e, ognuno secondo la propria parte, sue
membra”.
Le persone discutevano duramente e spesso sulla religione, il rituale religioso era anche un modo
particolarmente efficace di gestire la mancanza di unità. Il corpus christianum era un modello ed
una meta.
1- ISLAM
La minaccia principale che spaventava gli europei erano i musulmani, la fede fondata sulle
profezie di Maometto nel 570-632 (Testo religioso: Corano) Interessante notare che accanto
alle frequenti battaglie (come quella di Salonicco saccheggiata nel 1430 – o la caduta di
Costantinopoli nel 1453 il quale furono le battaglie principali che allarmarono l’occidente)
sia i sultani ottomani, sia i governanti cattolici, sia i papi e gli imperatori asburgici
indicarono in sé stessi il compimento delle antiche profezie sull’avvento di un impero
universale alla fine dei tempi.
2- ERETICI: Nel XVI ripresero di nuovo le eresie, tra questi eretici ci sono gli ariani, i
pelagiani, i Donatisti, i catari e gli albigesi, gli alumbrados
o Nella lotta contro l’eresia, i principali ordini religiosi a contrastarla erano i
domenicani e i francescani. i domenicani svilupparono studi teologici, predicazioni e
s’impegnarono nella diffusione delle università e nell’organizzazione
dell’inquisizione, i francescani invece credevano che una vita di povertà, carità e
predicazione fosse il modo più efficace per combattere l’eresia. Entrambi istituirono
ben presto delle confraternite laiche di supporto.
o Il linguaggio usato circa la minaccia dell’”impurità” erano più pericolose e reali dei
disaccordi delle idee religiose. Questo linguaggio di infezione, contagio e
perfezionamento sul corpo e il sangue, divenne in Europa un discorso condiviso, le
cui autorità usarono per giustificare la persecuzione.
o L’idea che certi movimenti fossero eretici era dovuta spesso a 3 punti: Mettere in
discussione i poteri spirituali, mettere a disposizione una bibbia nella lingua comune,
rendere più coinvolgente il sacramento della comunione.
o Lollardi: (coloro che borbottano) comparvero verso il 1350 facendo proprie alcune
idee del teologo John Wycliffe dove la maggior parte degli adepti era favorevole al
sacerdozio di uomini sposati, ad escludere il clero dalla politica, e a rendere semplice
il rito dell’eucaristia, dove tutti i credenti avrebbero condiviso pane e vino in ricordo
del sacrificio di Cristo, senza considerarsi mistici portatori del potere divino. Le
autorità li considerarono sovversivi e nel 1380 furono perseguitati.
o Hussiti: Jan Hus, influenzato dagli scritti di John Wycliffe, fortemente critico
dell’autorità papale, promotore delle scritture vernacolari, fu bruciato come eretico.
Il corpo di John Wycliffe fu riesumato e bruciato. Dopo l’esecuzione di Hus, in
Boemia si scatenò la reazione: si creò un movimento che mirava sia a rafforzare la
comunità ceca all’interno del sacro romano impero, sia a sostenere credenze
religiose, riuscendo a sviluppare nel 1430 una chiesa cattolica separata, caratterizzata
da una comunione più aperta, alla devozione alle sacre scritture e al rifiuto
dell’autorità papale.
o La visione dell’eucaristia era fondamentale perché rifiutarla significava rifiutare
l’idea stessa della società cristiana come corpo di Cristo, misticamente unito
nell’adorazione della messa.
3- STREGHE: la paura del diavolo aumentò nel XV secolo. Nel 1484 Innocenzo VIII emanò
la bolla pontificia Summis desiderantes affectibus, nella quale affermava la necessità di
perseguire gli indemoniati. Vi furono probabilmente circa 50.000 esecuzioni in tutta Europa
nel corso dei secoli, ma sono comunque dati imprecisi perché ha lasciato pochi documenti
giudiziari essendo processi grossolani.
Tra i libri che hanno contribuito alla formazione di questo immaginario collettivo vi sono:
o Formicarius di Johannes Niders (1475)
o Malleus maleficarum di Heinrich Kramer: qui emersero idee ce verranno poi riprese
un secolo più tardi, ovvero che tuta la stregoneria è adorazione del diavolo, che le
streghe facciano un patto col diavolo, che le streghe possono causare malattie e
carestie, che le donne sono meno razionali e più propense ad essere tentate dal
diavolo
o Demon-maria di Jean Bodin (1580) scrisse che la stregoneria sia principalmente una
minaccia politica, e non come un problema religioso.
4- EBREI: i cristiani pensarono di aver superato e sostituito gli ebrei come popolo eletto da
Dio. A differenza dei cristiani, gli islamici erano meno ostili al giudaismo perché non
vedevano competizione nella fede di Abramo, in quanto reputata incompleta e non
pericolosa per l’islam, e considerava gli ebrei come dei sudditi. I cristiani invece
consideravano gli ebrei come una minaccia: l’ebraismo era il confronto più immediato, e
mentre i musulmani vivevano oltre i confini orientali dell’Europa, gli ebrei erano sparsi in
piccoli gruppi in tutta Europa continentale.
SANGUE DI CRISTO: Erano inoltre accusati di essere ossessionati dal sangue di Cristo e
dal sangue dei cristiani. Volevano rubarlo per profanare il corpus christianum,
argomentazione presa molto spesso dai predicatori per infervorare le folle, per giustificare
l’espulsione o la conversione forzata degli ebrei: un pogrom violento diventava un atto di
pietà.
5- DIVISIONI: la chiesa aveva bisogno di dare una risposta unitaria a queste minacce, tuttavia
essa stessa era divisa profondamente. Per alcuni decenni ci furono persino 3 papi in
competizione per la supremazia.
- CATTIVITA’ AVIGNONESE: Ciò che preoccupava di più era la progressiva
francesizzazione della chiesa dopo mille anni che la chiesa sia stata nel cuore
di Roma. 8 papi eletti ad Avignone erano francesi, una chiesa che si proclami
universale non dovrebbe essere esclusivo di una nazione: furono le pressioni
dall’Italia che indussero Gregorio XI a tornare a Roma nel 1377. Durante la
cattività avignonese, questo scisma in due corpi fu un paradosso che negò il
concetto stesso di Corpus Christianum.
- CONCILIARISMO: portando una soluzione radicale: frenare il potere del
papa attraverso la condivisione della sua autorità con i ranghi inferiori della
gerarchia ecclesiastica, ovvero attraverso il conciliarismo. Fu convocato un
concilio a PISA nel 1408 ripudiò entrami i papi e elesse un terzo papa al loro
posto, ma ebbe poca efficacia. Ne fu svolto un altro a COSTANA nel 1414,
riuscendo a deporre tutti e 3 i papi (oltre che condannare al rogo Hus,
Girolamo da Praga, e Wycliffe).
- Gli sforzi papali per ridare autorità al pontefice trovarono resistenza,
soprattutto al concilio di BASILEA. Papa Eugenio IV cerco di spostare il
concilio al sud delle alpi, ma i padri conciliari lo destituirono sospettosi, e
elessero papa Felice V. presto compresero che fosse meglio l’unità e
rafforzarono questa strategia, dichiarando eretico il conciliarismo e adottando
simboli regali come fossero i nuovi imperatori di Roma.
- DIVISIONE ORDINI: oltre ad esserci una divisione al vertice, si ebbero altre
divisioni all’interno del clero regolare, ovvero coloro che seguivano una
regola. Vi erano spesso forti critiche verso frati grassi, suore, sacerdoti con
concubine e vescovi inadempienti. Tutto questo era una sfida alla purezza del
corpus christianum. i francescani si divisero quando alcuni frati si avvidero
che i loro fratelli non seguivano la regola di povertà. I movimenti riformisti
del XV secolo erano emersi in quasi tutti gli ordini religiosi e confraternite,
causando divisioni e moti d’eresia.
Erasmo infatti scrisse “il papa giulio scacciato dai cieli” (1514) in cui san
Pietro si rifiuta di lasciare entrare il papa per il suo militarismo e orgoglio.
- Tuttavia l’opinione sul clero era nettamente divisa, in quanto sappiamo che i
critici come Savonarola ed Erasmo furono considerati pericolosi.
6- PESTILENZE: la realtà della morte era presente ovunque, sia dentro la famiglia, sia come
epidemie che attraversavano la città (come ad esempio la Peste nera nel 1346). La morte
perseguitava il Corpus Christianum in n modo da indurre le persone a portarsi domande
difficili sulla propria esistenza e su quella dei vicini: il rapporto con la morte, e dunque con
la vita, era completamente diverso e ricco di significati altri. Tra questi potevano esserci:
- Era opera del diavolo che agiva attraverso le streghe
- Cristo era adirato dalla mancanza di purezza e dall’eresia
- La madonna aveva serrato il mantello con disappunto davanti a una comunità
che ammetteva al proprio interno eretici
La morte modellò anche la devozione individuale e soprattutto il pensiero comune: iniziarono a
circolare trattati sull’”arte della buona morte” e furono spinti a considerare ogni aspetto della vita
propedeutico ad essa. Ogni sacramento, dal battesimo all’estrema unzione percorreva la via del
giudizio universale.
Se la morte in massa era dovuta al giudizio, significava accettare che la fonde dell’infezione fosse
all’interno del corpo, e quindi usare forme di purificazioni.
Ciò che contribuì allo sviluppo di una cultura che legittimasse la purezza fu:
- La proliferazione di testi medici
- La predicazione pubblica
- Testi vernacolari di teologia a buon mercato
1- SEPARAZIONE
- Alcuni la videro come una frattura del corpo di cristo
- Divennero istituzioni sempre più potenti (gestivano ospedali e università
- Col 4 concilio lateranense del 1215 si è posto un freno all’approvazione di nuove regole
- Monaci e frati ponevano maggiore attenzione verso le pratiche devozionali, per questo
furono detti osservanti
- Predicatori osservanti si scagliarono contro l’ozio spirituale, come bernardino da Siena,
Johann Schilling, e Savonarola.
- Gli osservanti influenzarono la politica, come XIMENEZ, ascetismo, rese famoso,
confessore regina isabella, permessi per riforme intransigenti e punitive.
RETORICA ANTICRISTO
Lutero usò un linguaggio simbolico dell’apocalisse, dove accusava il papa non soltanto di essere in
errore, ma di essere l’anticristo stesso. Tuttavia col progredire del secolo le chiese protestanti
sorsero da reali posizioni politiche più che dalla retorica.
ROVESCIAMENTO RESPONSABILITA’
La sua retorica rovesciò la responsabilità della separazione: non era lui a separarsi da una chiesa
considerata una santa cattolica e universale, ma erano i massimi esponenti ad aver abbandonato
quelle verità che lui continuava a sostenere
SEPARAZIONE A PRESCINDERE DAL COSTO
Gli osservanti sia cattolici sia protestanti si dimostrarono i modelli più dinamici e influenti nella
riforma religiosa. Tutti credevano che la riforma delle proprie comunità richiedesse una
separazione, a prescindere da quanto fosse il costo, a differenza di Erasmo che si allontanò da
Lutero preferendo una riforma spirituale che non provocasse spaccature nella chiesa
I GESUITI
Erano persuasi che fosse necessario lavorare con i leader al fine di orientare più efficacemente la
politica e plasmare la cultura. I loro missionari, confraternite si dimostrarono gli agenti più efficaci
nel programma di ricattolicizzazione tra il 1500 e il 1600.
2- CONTENIMENTO
Michel Foucault lo definirà “il grande isolamento” e ne traccerà la continuazione nel XX secolo.
Sebbene egli lo abbia considerato come un prodotto delle visioni illuministiche sulla perfettibilità
umana (dato dal pensiero di Rousseau), e della difficoltà di controllare quanto erano meno
perfettibili, possiamo cogliere l’origine già nell’ethos della riforma osservante
3- PERSECUZIONE
INQUISIZIONE E CONVERSIONE
- La chiesa cattolica sviluppò molto presto strumenti istituzionali per identificare ed eliminare
l’eresia.
- Fino alla fine del XVI secolo, il sacramento della confessione ebbe luogo in pubblico, i
credenti erano autorizzati a confessare i peccati dei loro vicini il tutto con un profondo
significato di rituale penitenziale comunitario.
- Nicholas Eymerich, un inquisitore, pubblicò il “directorium inquisitorium”, un manuale
procedurale che divenne un riferimento fondamentale per l’inquisizione.
- Il primo rogo pubblico autorizzato dei conversos si ebbe nel 1491, e questi atti di fede rituali
si sarebbero trasformati in rievocazioni teatrali del giudizio universale.
- Nel corso del tempo l’inquisizione spagnola spostò l’attenzione dagli ebrei conversos ai
moriscos, ai protestanti, alle streghe e ai crimini sessuali. Dal 1540 al 1700 ci furono circa
90.000 cause e 1300 esecuzioni: la cifra bassa suggerisce che l’inquisizione spagnola non
fosse in realtà come si credeva.
- Dal 1581 al 1600 i tribunali portoghesi condannarono al rogo 3000 giudaizzanti. In questo
periodo l’inquisizione spagnola cessò quasi del tutto la persecuzione dei conversos, e quini
molti di loro ritornarono nuovamente in spagna. Tuttavia questo fatto aumentò l’attenzione
degli spagnoli che ricominciarono a inquisire nuovamente i conversos, in particolare quelli
giunti dal portogallo.
- PUREZZA: le leggi iberiche sulla purezza del sangue costrinsero molte persone ad occultare
la propria discendenza, alcuni agendo sui documenti stessi.
DISCIPLINAMENTO
- I protestanti formalizzarono i tribunali religiosi che investigavano sugli errori morali. Alcuni
di questi indirizzarono la loro attenzione sull’eresia e si occuparono di emettere le condanne
a morte. Sebbene avessero abbandonato il sacramento della confessione, avevano
criminalizzato l’immoralità, trattando questi come se fossero crimini civili. In una chiesa di
stato la linea di demarcazione tra eresia e tradimento era completamente confusa.
- DISCIPLINAMENTO I cristiani non furono gli unici a sviluppare forme di disciplinamento.
Le comunità ebraiche svilupparono nella diaspora forme più rigide di disciplina comunitaria,
il sefardita Pareyra scrisse un trattato nel 1666 estrapolando interi passaggi da opere di
cattolici spagnoli, e adattò le loro idee di una forte disciplina politico religioso al contesto
della nazione ebraica, sostenne che i sindaci dovevano obbedienza ai rabbini, in quanto
erano i più abili in interpretazione di leggi divine, ed erano in grado di indicare al meglio
come dovessero conformarsi le comunità ebraiche tramite il sostegno o l’epurazione, con
avvertimenti, sanzioni o espulsioni dal culto.
ESPELLERE SE STESSI
L’espulsione si complicò ulteriormente quando la cristianità si frammentò in tutta una serie di
gruppi confessionali. Luterani calvinisti anglicani cattolici anabattisti ecc. sfidarono l’unità
religiosa, fondamentale per l’ideologia del Corpus Chirsianum.
2- 1550-1600: avvenne quando l’identità religiosa divenne una questione connessa alle dispute
politiche, la pace di Augusta del 1555 permise ai governanti del sacro romano impero di
determinare se la loro città sarebbe stata cattolica o luterana. Già nel 1600 ogni stato era
fermamente instradato verso una particolare confessione religiosa, e da qui partirono
l’espulsione religioso-politica in molti stati
- ESEMPIO: i movimenti più vasti si ebbero nei paesi bassi, nel 1566 i rivoltosi entrarono
nelle chiese e distrussero immagini sacre nella cosiddetta furia iconoclasta, terrorizzò i
ministri cattolici al punto che fuggirono i molti in Francia e Germania. Ciò fece reagire la
corona spagnola che mandò il duca d’Alba a ripristinare l’ordine
3- 1600-1750
CAPITOLO 3 – I RIFUGIATI
4- MARTIN LUTERO
La sua conversione fu determinata dal timore ce i suoi peccati lo avrebbero condannato all’inferno,
pertanto si convinse di dover seguire con maggiore senso di purezza le regole della fede cattolica. Si
trattava di prendere una posizione audace e assoluta, ad aiutarlo c’era la consapevolezza di non
essere stato il primo a farlo, prima di lui ci furono infatti Hus e Wycliffe che avevano enfatizzato la
purezza e la semplicità delle scritture.
5- GIOVANNI CALVINO
Ha trascorso la maggior parte della sua vita in esilio o da rifugiato e questo ha avuto un profondo
impatto sul suo pensiero. Connessa all’idea che dio disciplina le persone che ama, l’elezione
garantiva di fatto una vita difficile; i pensatori ebrei erano arrivati alla medesima considerazione. La
grazia di Dio che selezionava i credenti era irresistibile, il credente è accolto nel sicuro rifugio egli
eletti.
CRITICA DI CALVINO: Criticò chi evitava la persecuzione e l’esilio scegliendo la vita sotterranea
e di facciata fingendo di accettare dottrine in cui non si credeva, e, riferendosi all’immagine del
leader religioso ebreo Nicodemo, che per timore si recò a parlare con Gesù di notte, definì queste
persone come nicodemiti
INDIPENDENZA: la realtà dell’esiliato emerge nell’enfasi dell’auto sufficienza, che Fornì un
modello di separazione, autogoverno e disciplina sociale che ben si adattava ai bisogni dei rifugiati
e delle comunità di migranti.
CREDO DI MINORANZA: Era un po’ ovunque un credo di minoranza, escluso dalla pace religiosa
di augusta del 1555. Venne soppresso da una serie di monarchi francesi e imperatori e dalle
campagne di ricattolicizzazione della polonia, Ungheria e Transilvania.
5- ELIZABETH DIRKS
6- MARY WARD
VITA: Venne espulsa dall’Inghilterra da bambina perché cattolica, e per la medesima ragione non
vi fece ritorno se non negli ultimi anni della sua vita.
NUOVO MODELLO: Condusse giovani suore fuori dalla clausura per creare un nuovo modello di
comunità religiosa basato sulla scuola per ragazze. Prendendo a modello la compagnia di Gesù,
fondò gli istituti della Beata Vergine Maria, che riunivano le donne che desideravano fare la carità
in comunità libere dalla clausura e consuetudini religiose.
SOPPRESSIONE: Fondò istituti, le Beghine nelle Fiandre, le pinzochere in Italia, e le orsoline sia
in Italia che in Francia, esprimevano il desiderio di tante donne cattoliche di essere missionarie
attive e pubbliche. Le autorità religiose videro con sospetto queste comunità, pochi infatti
condividevano la convinzione della Ward sulla parità intellettuale e spirituale tra uomo e donna, e la
compagnia venne comunque soppressa nel 1631.
RICONOSCIMENTO: La loro opera di educazione e della carità cattolica nel contesto di una
spiritualità ignaziana, alla fine venne accettata solo quando Clemente 9 nel 1703 approvò l’esistenza
del gruppo. Ma siccome la sua opera era stata formalmente soppressa dalle autorità cattoliche, esse
dovettero operare sotto un altro nome e senza un formale riconoscimento della Ward come
fondatrice fino al 1909.
7- ADAM NEUSER
CAPITOLO 4
INIZIAZIONE
- Paura che i bimbi potessero morire prima del battesimo – chiunque poteva battezzare nel
caso estremo
- QUANDO FARLO: Linee di pensiero per cui il battesimo dovesse essere fatto poco prima
della morte poiché si credeva che ciò avrebbe ripulito l’anima dal peccato nel momento in
cui ne aveva maggior bisogno (così pensò l’imperatore Costantino)
- Alla fine la chiesa cattolica ordinò che i credenti fossero battezzati una sola volta e quanto
prima perché il sacramento doveva iniziare alla vita, e non preparare alla morte.
- RITO STESSO: Per i cristiani la grazia era scaturita in virtù dal rito stesso. Questo assicurò i
credenti che i sacramenti fossero validi a prescindere se questo prete fosse immorale e
ignorante.
- TEOLOGIE IBRIDE: Alcuni conversos e moriscos avevano sviluppato teologie ibride
combinando le loro antiche tradizioni con le credenze cristiane, e credevano di essere stati
scelti due volte da Dio, in virtù della circoncisione e del battesimo. Alcuni ritenevano
un’ortodossia il loro essere ibridi tra cattolicesimo e islam in quanto l’islam aveva inglobato
alcuni elementi delle scritture ebraiche e cristiane superandole entrambe.
- CONVERSIONE FORZATA: Il concilio di Trento confermò il fatto che non si dovesse
usare come strumento per imporre con fora il cristianesimo ai convertiti. Anche se in Europa
continuarono lo stesso a farlo confidando nei suoi poteri magici, mostrando il fallimento nel
tentativo di convertire le persone.
- PROTESTANTI: nonostante fossero molte le differenze tra i gruppi protestanti, furono
concordi su degli aspetti.
1- L’eliminazione del potere miracoloso. Tutti i protestanti credevano che il battesimo non
desse la grazia, ma fosse un segno di grazia ricevuta. Vale a dire che conferma la grazia, ma
non la conferisce.
2- La grazia era solo per il credente che aveva fede. Ma questo portò dei problemi perché allora
ci si chiese se avesse senso battezzare i bambini. (i riformatori risolsero il problema
battezzando all’età di 14 anni)
3- Ricevere un qualsiasi sacramento non trasformava lo stato del credente, ma solo la visione
di Dio nei confronti di Lui.
i protestanti non credevano si potessero purificare, erano troppo coinvolti nel peccato. I cattolici
non accettavano questa definizione assoluta del peccato, pensavano invece che dio avesse
concesso agli uomini una certa capacità di fare del bene.
PRESENZA
Per quanto riguarda la comunione, Lutero condannò i cattolici per aver adorato un “Dio di pane”, ed
i musulmani non riuscivano a comprendere come un Dio onnipotente si sia fatto uccidere in un
modo così umiliante. Questo ci fa capire già la profonda scissione su questo sacramento.
Il sacramento dell’ostia ha 3 sviluppi principali secondo quanto analizzato da Terpstra:
1- Tommaso d’Aquino usò la metafisica di Aristotele per spiegare la trasformazione dell’ostia
nel corpo di Cristo senza cambiare forma
2- I miracoli sull’ostia che gronda di sangue, fa scatenare una nuova devozione basata su di
questa. Nasce così la festa del corpus Domini.
3- Le comunità scendono in piazza, e con le processioni le comunità sono per le strade in
compagnia di Cristo steso. Idea elettrizzante, unificante per la comunità, e diede potere ai
sacerdoti.
SUPERSTIZIONI: Con la crescente importanza data all’eucaristia, sono nate le leggende delle
streghe e degli ebrei assetati del sangue di Cristo. E questo aumentò ancora di più la fede dei
cristiani circa la preziosità del sangue. Interessante l’evento successo nel 1558 a Tournai: un uomo
salì sull’altare, afferrò l’ostia consacrata e gridò: “popolo ingannato, credi che questo sia il Re, Gesù
Cristo, il vero Dio e Salvatore? Guarda!” e sbriciolò tra le mani l’ostia e scappò.
ZWINGLI E SPIRITUALISTI: Agli inizi del 500 i riformatori utilizzarono il calice di legno,
Zwingli rese visibile in realtà un significato che va al di là della semplice materialità del calice,
questo era infatti il simbolo che respingeva il concetto stesso della presenza reale del sangue di
cristo, dicendo che questa fosse in realtà solo una metafora, una dichiarazione retorica. Nella sua
chiesa non c’era altare, ma un semplice tavolo a indicare la comunione, e non un rito magico
inscenato da un prete, ma un pasto condiviso da eguali in memoria e ringraziamento per la morte e
la resurrezione di Cristo. Neanche i lollardi e gli Hussiti si spinsero fino a tanto.
Radicali e anabattisti rimasero sulle posizioni di Zwingli, considerando i rituali richiami simbolici.
Per la loro idea di sacramento puramente spirituale, vennero chiamati “spiritualisti” o
“sacramentalisti”. Molti religiosi del movimento umanista, furono di opinioni simili.
POSIZIONI SULL’EUCARISTIA:
- LUTERO: La posizione di Lutero fu nettamente in contrasto dello spiritualismo radicale.
Affermava che il pane e il vino non cessavano di essere prodotti alimentari, ma che queste
sostanze coesistevano al corpo e il sangue di cristo nella “consustanziazione”.
- CALVINO: Calvino affrontò la situazione sul piano intellettuale sostenendo che la
comprensione umana fosse limitata per comprendere i “misteri della fede”
- CATTOLICI: I cattolici, nel concilio di Trento alla fine stabilirono tutti i punti già
precedentemente affermati, ossia che il corpo di cristo fosse il reiterato sacrificio di un
Cristo realmente presente.
FARE CAMBIAMENTI: Cambiare la messa era un atto che poteva essere traumatico, significava
cambiare le abitudini consolidate nel tempo: alcune parrocchie inglesi reagirono seppellendo coppe
della comunione nella speranza di un ritorno.
Anglicani e luterani mantennero molti dei riti liturgici del cattolicesimo, mentre i calvinisti e in
particolare i radicali eliminarono la maggior parte delle consuetudini legate alla magia clericale.
USARE L’EUCARISTIA: il clero usò la comunione per affinare le linee confessionali ed
identificare i diffidenti. Il prete girava casa per casa, e i fedeli dovevano mostrare reverenza
togliendosi il capello o inchinandosi in onore di cristo. Questo scatenò eventi conflittuali, un
musulmano non si inchinò rischiò la morte, un ugonotto francese non fece in tempo a togliersi il
cappello, o una protestante “Toinette” che fu condannata per non aver mostrato reverenza verso
l’ostia, processata nel 1646. (in certe chiese ugonotte e scozzesi usarono persino i gettoni)
La comunione definiva davvero la comunità e il proprio credo, l’unica prova per determinare
l’appartenenza alla comunità di riferimento.
CONCEZIONE DEL TEMPO: la dottrina cattolica della presenza reale teneva il tempo sospeso,
finché la messa reiterava il sacrificio di Cristo sottolineando la presenza immediata e permanente
del sacro nel mondo.
Al contrario, l’esaltazione protestante della presenza simbolica e commemorativa dimostrava una
visione del tempo più lineare e cronologica, con il sacrificio di cristo come evento storico
irripetibile che tutti i credenti potevano ricordare.
AUTORITA’
Due sono gli elementi secondo cui i seguaci di una fede entrano in contatto con Dio
- Le scritture
- I sogni e le profezie
Tuttavia su scritti e visioni vi è il problema su chi potesse essere l’autorità per interpretarli.
Una delle motivazioni che rese il protestantesimo così diviso è stata quella di aver accettato una
volta una possibile diversità, a da lì si iniziò a considerare tutte le possibili nuove prospettive sulla
religione. Il loro rifiuto per una tradizione rese aperti all’infinita serie di dispute e divisioni sulla
dottrina. La sola scriptura divenne la sola dottrina sula quale i protestanti potevano concordare.
Nel 1523 a Berna fu approvata una legge che imponeva ai sacerdoti di attingere unicamente dalle
scritture per predicare. Il che non era scontato. La sola scriptura era il purgante più potente del
protestantesimo, e ogni laico lo sapeva.
Le autorità ecclesiastiche si preoccupavano non dei “fioretti” (passaggi del vangelo tradotti, molto
popolari) ma delle bibbie integrali vernacolari, perché mostravano dettagli marginali eterodossi.
La resistenza cattolica a rendere ampiamente disponibile la bibbia derivava dalla convinzione che si
trattasse di un testo per nulla trasparente e accessibile. Loro avevano le competenze per consultare e
individuare il significato del testo secondo 4 diversi livelli del testo:
- Letterale
- Profetico (anagogico)
- Allegorico (tipologico)
- Morale (tropologico)
LIMITAZIONI DI LUTERO: Per quanto Lutero dicesse che la scrittura fosse interpretabile
indipendentemente da un’autorità che ne imponesse l’interpretazione, cercò anche lui in qualche
modo di limitare il dilagare delle numerose interpretazioni che non andavano secondo la sua idea.
CULTURA UMANISTICA DELLE GLOSSE: Il movimento della sola Scriptura scaturì dalla
spinta della cultura umanistica derivante dalla lettura delle fonti classiche integrali senza la
distrazione di commenti e note interpretative. Infatti pubblicare un testo senza glosse era di per sé
un atto purificatore.
LORENZO VALLA: preparò una guida alla traduzione scritturale che Erasmo usò per la traduzione
della bibbia. La cultura umanistica rilevò molti difetti nella traduzione della bibbia latina del IV
secolo tradita da san Girolamo.
Il problema si spostò dal considerare le scritture come testo su cui verificare le visioni, al
considerare la validità stessa dei testi. Girolamo già indentificò nel IV secolo che alcuni libri erano
apocrifi, edificanti ma non autorevoli, come quelli di Tobia, Giuditta, Esdra, Maccabei, che la
bibbia di Zurigo mise in appendice nel 1530.
VANGELO DI BARNABA: interessante un vangelo emerso dai circoli dei convertiti moriscos nel
XVI secolo, probabilmente un falso, che cercava di creare un’unione tra cristianesimo ed islam. In
questo vangelo cita Maometto, rifiuta la Trinità e la crocifissione, e Gesù solo un profeta che ascese
al cielo. (fu giuda ad essere crocifisso al suo posto). Questo è molto importante perché mostra il
pensiero che i musulmani erano in grado di accettare. sì che Gesù ascendesse al cielo, ma non la
trinità in quanto ne verrebbe meno la portata del nuovo messaggio messianico di Maometto. Infatti
molto spesso accolsero caldamente gli antitrinitari come Adam Neuser, che aveva condotto
all’islam molti convertiti tedeschi.
BIBBIA DEGLI EBREI: fatta a Ferrara nel 1553. Molti usarono la loro traduzione della bibbia
perché considerata libera sia dalle influenze cattoliche che da quelle protestanti.
TOLEDOT YESHU: storie di Gesù parodiche iniziate nel XI e diffusesi nel XVII in aree islamiche,
come spagna, Galizia, Afganistan. Parlavano di Gesù come un bastardo concepito da Maria,
ciarlatano che sfruttò gli ingenui con trucchi e magie, fin quando non fu impiccato ad una palma, e
il suo corpo fu trascinato a Gerusalemme per confutare l’affermazione che fosse asceso al cielo.
Oppure di lui che nella notte di natale strisciava attraverso le fogne a caccia di bambini ebrei. Questi
testi furono usati per riportare i convertiti alla fede ebraica
Il vangelo di Barnaba e le Toledot Yeshu, indicano le diverse posizioni che si avevano nei confronti
del messaggio cristiano. Una di rispetto (Isa, ovvero Gesù, nel primo caso era visto pur sempre
come il profeta venuto prima di Maometto).
POVERTA’
Vi è una differenza fondamentale della beneficenza medievale e moderna. Nel periodo medievale
c’erano le sette opere di carità che consistevano nell’azione immediata a breve termine. Mentre nel
periodo moderno le comunità religiose di tutta Europa cercarono soluzioni per un periodo più
lungo. Anche perché L’aiuto informale non riusciva a far fronte alle nuove forme di povertà, e di
rifugiati.
Chi volesse governare, doveva assicurare necessariamente assistenza ai poveri. Fallire in questa
sfida poteva minare la legittimità di un re cattolico, ebreo, luterano o musulmano che sia.
I riformatori credevano che non tutti meritassero la carità, ma solo coloro che fossero veramente
incapaci di aiutare sé stessi. Gli orfani, i ciechi, i feriti, gli ammalati e gli anziani erano degni. Le
vedove erano considerate con cautela, soprattutto se giovani, poiché il rifiuto poteva indurle alla
prostituzione. I giovani in buona salute erano esclusi dalla lista, e vi era astio tra viaggiatori e
vagabondi.
TOMMASO MORO: a influire molto sulla gestione di questi luoghi è stata l’utopia di Tommaso
Moro, ad esempio Vasco de Quiroga, la messe in pratica, nei due complessi ospedalieri: la loro
funzione era soprattutto quella di convertire al cattolicesimo le comunità indigene devastate dagli
inquisitori. Era loro convinzione che l’elemosina dovesse essere bandita dalle strade. Credevano che
coloro che rifiutavano di emanciparsi nel lavoro, dovessero essere costretti, ed è per questo che
spesso le strutture chiuse si trasformavano in prigioni.
Cassa comunale per aiutare i poveri. Tuttavia non c’erano abbastanza fondi.
I cattolici nel XVI iniziarono a sostenere una seconda lista di 7 opere parallela a quelle delle opere
corporali di misericordia, ovvero le opere spirituali di misericordia, che mostrano l’importanza della
santificazione personale proprio in risposta a queste nuove realtà di carità non materiale:
1- Insegnare
2- consigliare i dubbiosi
3- consolare gli afflitti
4- ammonire i peccatori
5- sopportare con pazienza
6- perdonare le offese
7- pregare per i vivi e i morti.
I protestanti respingevano queste opere di misericordia in quanto l’uomo non poteva ascendere al
cielo attraverso le sue azioni.
BENEFICENZA
La beneficenza poteva essere usata come segno di confine, spesso i confini geografici stabilivano
l’esclusione degli estranei, o la punizione dei vagabondi con la minaccia di esse condannati a morte
per coloro che chiedevano l’elemosina di fronte alla parrocchia.
A bologna vi erano grandi recinzioni, ma non tutti potevano permetterselo, era più economico
cercare di aiutare le persone nelle loro case. La carità come esercizio religioso di marcatura era
radicata nell’ethos comunitario. Questo veniva usato come forma di disciplinamento: chi non
rispettava le norme disciplinari veniva cacciato dalla comunità diventando immediatamente povero.
Molti dei poveri restavano all’interno della comunità più per paura dell’indigenza.
Pace di augusta: alcune città del sacro romano impero diventarono biconfessionali.
CAPITOLO 5
Pensando agli strumenti, il personale gli spazi e la vita della comunità religiosa che vi furono
durante il modellamento della coscienza collettiva.
STRUMENTI
LA STAMPA: È affermazione comune che il protestantesimo si sia sviluppato grazie alla stampa, ma è
possibile dire anche il contrario. C’erano così tanti autori che volevano dichiarare discutere e influenzare il
corso degli eventi, che questo portò alla nascita della stampa.
OPUSCOLI; Vi erano anche molti opuscoli, strumenti di dibattito su concetti quali iniziazione, presenza e
soprattutto autorità, ed erano di vitale importanza per i riformatori. Accanto a almanacchi, storie romantiche
la maggior parte dei titoli trattava di controversie religiose, tra cui testi di catechesi, libretti sui sacramenti,
dibattiti teologici e un numero enorme di storie di santi sotto forma di romanzi, soprattutto in Francia.
PERSONALE
Il sacerdote doveva tenere registri delle nascite, dei matrimoni e delle morti. Essendo all’epoca uno
dei pochi letterati affidabili e disponibili, i laici lo interpellavano per chiedere consigli, scrivere
lettere o intervenire presso le autorità. Sacerdoti e pastori stavano diventando burocrati, e questa
professionalizzazione rafforzò l’autorità locale della chiesa
Si assisteva a un maggior numero di casi in cui i laici rifiutavano le concubine, segnalavano le
inadempienze, riservando ai preti maggior rispetto ma solo a condizione che questi abbandonassero
la vita laica ordinaria.
SPAZI
I teorici dell’architettura del XV secolo erano indecisi se le chiese dovessero essere piene di luce o
buie:
- l’oscurità del santuario non trasmetteva solo i misteri della fede, sottolineava che la fede
stessa fosse un mistero, alla quale il credente tendeva solo attraverso un aiuto che non
avrebbe potuto sperare di comprendere affondo. È profumata d’incenso e dal latino.
- Per i protestanti, papa Pio II fu spesso un esempio da seguire nella ricerca di santuari
semplici pieni di luce nei quali aggiungere panche attorno a un pulpito ben visibile.
È una scelta che andava al di là della semplice scelta di stile. Il santuario cattolico doveva essere
uno spazio ricco di sensazioni, distanti dal disordine del mondo esterno. In una chiesa come la
cattedrale, il fedele era richiamato dalle campane che annunciava la funzione religiosa.
Attraverso la porta principale si passava sotto un’immagine del giudizio universale, il riferimento
più immediato alle ragioni d’accesso a quel luogo. Appena entrati il passaggio accanto al fonte
battesimale rappresentava l’appartenenza al corpus Christianum.
Anche la più piccola chiesa odorava d’incenso e vi era la lingua latina, e immagini di Maria, cristo e
dei santi, ed era illuminata dalle candele. Il suono l’odore e la vita al suo interno rimandava
all’autorità della chiesa universale, ed era proprio per questo che i protestanti volevano eliminare
tutto questo.
Alcuni ugonotti e calvinisti olandesi trasferirono il culto completamente all’aperto, fu una necessità
pratica perché spesso si trattava di convegni segreti, oltre al fatto che simbolizzava che è il culto a
rendere speciale il luogo, e non il contrario.
La bibbia nel pulpito significava la vera presenza di Dio tra i credenti, non come il corpo fisico e il
sangue di Gesù, ma come lo spirito santo che portava la parola di Dio dalle parole del predicatore
agli ascoltatori. Il culto protestante riempiva lo spazio più con il suono che con il profumo, si
basava maggiormente sul canto dell’assemblea che sulla preghiera del pastore.
Anche nel complesso architettonico e negli affreschi c’era un manifesto intento catechistico.
Le prime sinagoghe erano spesso in luoghi quasi nascosti. Dopo che le comunità della diaspora
ebraica si stava assestando, la loro espressione architettonica iniziò a rispecchiare una nuova
fiducia, soprattutto nelle aree tollerate.
IMMAGINAZIONE
A formare l’immaginazione degli esuli lungo l’età moderna furono i racconti presenti nella bibbia, la vita dei
santi e dei martiri
BIBBIA:
- Esodo
- Ester
La domanda scabrosa per ogni esiliato e rifugiato era: che cosa sta facendo Dio? Cosa abbiamo fatto noi?
Punizione e liberazione erano fattori interconnessi nei racconti biblici. Le peregrinazioni degli israeliti per
giungere nella terra promessa in Palestina furono ritardate a causa della loro disobbedienza.
Sofferenza e punizione erano viste come prove di obbedienza.
Santa Ester: per loro era l’esempio dell’ebreo che aveva nascosto la sua fede, diventando importante e
utilizzando poi tale posizione per salvare la propria gente. A Purim gli ebrei si riunivano per ascoltare come
Ester avesse superato in astuzia Haman, il funzionario persiano che aveva progettato il massacro.
Nell’immaginario ebraico Haman personificava il diavolo.
Il dio dell’antico Testamento aveva ordinato di eliminare cananei e filistei, e alcuni coloni arrivarono a
credere che questo fosse ciò che dio chiedeva di compiere nei confronti di coloro che non si erano convertiti
al cristianesimo.
Solitamente predicatori e divulgatori non evocavano la narrativa biblica relativa a punizione come
ispirazione alla gufa, tanto meno per spiegarla o giustificarla molti cattolici e protestanti durante gli
sconvolgimenti della metà del XVI secolo ritennero che la fuga fosse una resa ingiustificata e l’abbandono
del corpus Christianum.
Al contrario, l’esperienza della fuga radicalizzava gli esuli, in quanto iniziavano a credersi il popolo eletto
rispetto a chi era rimasto sotto regimi religiosamente diversi da ciò che realmente professavano
UGONOTTI: Jacques abadie che guidava le congregazioni ugonotte a Berlino e Londra, dice che se i fedeli
subiscono persecuzioni e se sono esposti a tutte le furie del mondo e dei suoi governanti non dovremmo e
Uno dei libri fondamentali sulla vita dei santi fu la “LEGENDA AUREA” di JACOPO DA VARAGINE, un
testo scritto attorno al 1260, diffondendosi per tutto il 1450 e formando il mondo immaginario del
cattolicesimo.
In Inghilterra abbiamo ATTI E MONUMENTI di JOHN FOXE, tradotto nel 1563, si ampliò fino a
raggiungere 4000 pagine in fogli di grandi dimensioni, con immagini tragiche, fu il libro più presente dopo la
bibbia nelle case inglesi.
LO SPECCHIO DEI MARTIRI di THIELEMAN VAN BRAGHT: un memoriale di anabattisti e martiri
radicali, apparve tardi, nel 1660. I martirologi insegnarono non solo chi ammirare, ma anche chi disprezzare.
Ad aiutare l’accettazione del proprio esodo, furono le storie dei martiri, che poi vennero rivisitate dai gesuiti.
I cristiani richiesero maggiore razionalità investigativa nel selezionare le storie, epurando superstizioni, per
stabilire la verità e l’accuratezza, tipiche della concezione umanistica testuale. Le vite dei santi, o ACTA
SANCTORUM, è UN progetto associato a JEAN BOLLAND 1596 (Un gesuita che diede inizio a questi
studi) tanto che il gruppo di cui si occupava di questo lavoro furono chiamati bollandisti.
NOMI: l’attribuzione di nomi di santi e martiri era una delle vie più potente per definire l’identità religiosa di
ciascuno, dai bambini ai neo-convertiti, per sottolineare proprio il cambio di professione religiosa.
Alcune famiglie di conversos ad esempio potevano essere intercettati dal tribunale dell’inquisizione grazie
all’utilizzo dei nomi della discendenza di Abramo, Mosè, Davide, Ester, Fatima etc. che stavano a significare
come la vita rituale familiare fosse ancora legata alla vecchia fede ebraica piuttosto che al cristianesimo.
- Intessente notare ciò che scrive YOSEF KAPLAN delle comunità ebraiche diasporiche che
considerano l’Europa cristiana come un punto di riferimento centrale e fonte di ispirazione, ma al
contempo cercavano di distinguersi dal cristianesimo; una volta raggiunto il popolo ebraico, la
disputa con il cristianesimo ora un’esigenza esistenziale, parte del processo stesso di socializzazione
ebraica.
Scuole, catechismi, spazi, canzoni, dibattiti, iconografia, santine, martirologi, sono tutti elementi che hanno
formato il pensiero di una comunità, e di quello che credevano.
Sbagliamo a credere che la fuga dei fedeli fosse solamente, per quanto pieno di difficoltà, lo spostamento da
un punto all’altro di uno spazio più o meno favorevole. La mente del cristiano esule attraversa dilemmi che
sono percepiti più pericolosi della migrazione stessa, in quanto mette in discussione la salvezza della propria
anima nella prospettiva di una dannazione eterna.
CAPITOLO 6
Moore sostiene nel suo libro “the formation of a Persecuting Society” che le ansie generate da eretici,
lebbrosi ed ebrei dal X al XIII secolo sarebbero state marginali se non ci fossero state élite politiche disposte
a manipolarle.
Per definire il processo di utilizzo degli strumenti religiosi per sostenere il potere politico e la disciplina
sociale, gli storici tedeschi Wolfgang Reinard e Heinz schilling coniarono il termine “confessionalizzazione”
nel 1970.
Per godere dei benefici dello stato e partecipare alla vita politica e sociale, bisognava aderire alla confessione
che lo stato o il monarca aveva approvato.
Questo avveniva attraverso lo spazio i sensi, le emozioni, l’immaginario, le tradizioni che diedero un’identità
alle nazioni, compreso l’insieme di minacce e nemici da sfidare.
Secondo la visione di Bossy, mentre la chiesa altomedievale valorizzava le somiglianze, la chiesa moderna
valorizzò le differenze.
L’obbiettivo ultimo delle recinzioni era l’aspettativa che le persone emarginate interiorizzassero le regole
formulate da élite sociali in modo da condurre una vita disciplinata nella società civile.
Le buone maniere fornivano alla società civile delle basi di autodisciplina sobrietà. Ad alimentare questo
senso comune di disciplinamento, oltre che alla cultura umanistica che attingeva a Epicuro, Aristotele, gli
stoici. Vi erano testi quali:
- il libro del cortegiano – Baldassare Castiglione 1526
- galateo – Giovanni della Casa 1558
- Il maestro Roger Ascharm 1570
- L’arte della conversazione civile – Stefano Guazzo 1579