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IL CRISTIANESIMO E LA FILOSOFIA 1. L'avvento della filosofia cristiana: Nel mondo occidentale si diffuse il cristianesimo che influenz la filosofia.

Ogni religione ha delle proprie credenze che non sono frutto di ricerca ma di una testimonianza superiore. Quindi la religione esclude la ricerca e quando l'uomo si chiede quale sia il significato della verit rivelata, rinasce l'esigenza della ricerca. In questo modo l'uomo pu comprenderla e conviverci. A questo punto risponde la ricerca filosofica, e rinasce con tutti i suoi caratteri e con tanta forza quanto il valore attribuito alla verit in cui si crede. Dalla religione cristiana nasce la filosofia cristiana che aiuta l'uomo a comprendere la verit rivelata da Cristo. Inoltre, la filosofia cristiana non solo chiarisce una verit nota fin dalle origini, ma cerca di chiarirla in una collettivit in modo che ciascun individuo riesca a trovare una guida e un limite autonomamente, anche se i termini e la natura del problema le sono gia dati. 2. Caratteri e novit del messaggio cristiano: 2.1. La nuova parola: L' ebraismo insegna la credenza di un Dio unico che sorreggeva il suo popolo nei pericoli, nelle difficolt, ma che lo puniva anche per le sue mancanze morali. All'ebraismo si ricollega la predicazione di Cristo che rinnova la tradizione ebraica espandendo l'insegnamento dal solo popolo ebraico a tutti gli uomini di buona volont della terra indipendentemente dalla loro razza o grado sociale. Inoltre il messaggio di Cristo vuole trasformare ogni carattere politico e temporale in rinnovamento spirituale in modo tale che "il regno di Dio", pur essendo una realt invisibile, sia nel cuore di ogni individuo e porti questo ad abbandonare gli interessi mondani per affidarsi totalmente a lui. Nel "Discorso della montagna" Dio pi che signore dell'universo padre di tutti gli uomini e fonte inesauribile di amore, infatti comanda a tutti gli uomini che il primo dovere l'amore verso il prossimo, quindi anche il rapporto tra l'uomo e Dio dev'essere fondato sull'amore in quanto l'uomo deve aver fiducia di Dio e abbandonare tutto per lui. Ges afferma che il regno dei cieli per coloro che soffrono, per quelli che desiderano la giustizia, per i perseguitati, per gli umili, proprio perch questi sono gli uomini che attendono il regno di Dio e aspirano alla pace e all' amore. Ges non si rivolge a quelli che sono soddisfatti di s e che non hanno nulla da chiedere alla vita. 2.2. Le lettere paoline: Le lettere di Paolo di Tarso contengono consigli, prescrizioni rituali, capisaldi concettuali della nuova religione che servivano come punti di riferimento per le inerpretazioni filosofiche degli scritti evangelici. I capisaldi sono i seguenti: > La tesi della conoscibilit naturale di Dio: Dio si pu conoscere nelle sue opere nelle quali appaiono la sua potenza e la sua gloria. > La dottrina del peccato originale e l' affermazione della possibilit per l'uomo di riscattarsi mediante la fede in Cristo. > Il concetto di grazia come azione salvifica di Dio attraverso Cristo. > Il contrasto tra la vita seconso la carne e la vita secondo lo spirito. > L'identificazione del regno di Dio con la vita e con lo spirito della comunit dei fedeli (chiesa): La chiesa il corpo di Cristo. Nelle lettere paoline sorge il tema della "vocazione" attraverso la quale la grazia divina agisce sull'uomo. Quindi ogni uomo pu possedere una funzione carismatica diversa da quella di un altro, ma tutti insieme formano la comunit dei cristiani (la chiesa). E questa diversit di funzioni favorisce l' armonia spirituale della chiesa attraverso l'amore. 2.3. Il quarto vangelo: Nei vangeli sinottici la predicazione di Cristo legata al suo comportamento e alla sua persona e da testimonianza di ci che insegna facendo riferimento a colui che lo ha mandato nella terra, ai miracoli che compie, e alla sua resurrezione. Nel vangelo di Giovanni si cerca di intendere filosoficamente la figura di Cristo e il principio del

suo insegnamento: > Cristo il logos divino: ha la funzione di mediatore tra Dio e il mondo. >cristo salvatore di tutti gli uomini: Cristo deriva da Dio. 3. Caratteri della patristica: Il cristianesimo, poich dovette chiarire i propri presupposti teorici e di insegnamento per garantire l'unit delle proprie dottrine, si affianc al pensiero greco affermando l'unit della filosofia e della religione, quindi attraverso i concetti della filosofia greca si interpretava la religione cristiana. Questo fu l'essenza dell'elaborazione dottrinale del cristianesimo, e il periodo in cui avenne l'elaborazione prende il nome di "PATRISTICA": I padri della chiesa contribuiscono a scrivere l'elaborazione dottrinale del cristianesimo. La patristica pu essere distinta in tre periodi: > fino al 200: Difesa del cristianesimo >dal 200 al 450: formulazione dottrinale delle credenze cristiane. >dal 450 in poi: Rielaborazione delle dottrine gia formulate. 4. Gli apologisti cristiani e gli gnostifi: I padri del I secolo illustrano i punti fondamentali della dottrina cristiana ma non affrontano problemi filosofici. L'attivit filosofica cristiana comincia nel II secolo con gli apologisti che sono i padri che scrivolo in difesa del cristianesimo: i cristiani erano osteggiati dagli ebrei come stranieri ed erano anche oggetto di satira di molti scrittori pagani. Da qui nascono le apologie. 4.1. Giustino: l'elaborazione filosofica della fede Giustino un padre apologista considerato il fondatore della patristica. Figlio di genitori pagani.Frequenti i rappresentanti di varie scuole filosofiche e professava le dottrine platoniche fino a quando non trov ci che cercava, e cio il cristianesimo, e lo riteneva l'unica vera filosofia. Tra le opere di Giustino ritroviamo: > "il dialogo con Trifone giudeo":disputa tra Giustino e Trifone. Giustino vuole dimostrare che la predicazione di Cristo realizza l' insegnamento del vecchio testamento. > due apologie: la prima diretta all' imperatore Antonino Pio, la seconda fu redatta in occasione della condanna di 3 cristiani. Secondo Giustino: Socrate ed Eraclito non conobbero tutta la verit ma c'erano in loro dei "semi" di verit nel senso che potevano immaginare la verit attraverso un seme di ragione, ma nulla di pi. Per i maggiori filosofi greci sono stati in grado di anticipare il cristianesimo: Giustino identifica la verit cristiana con la verit filosofica. 4.2. Lo gnosticismo: Nel II secolo d.c. Le varie sette, anche se avevano pensieri diversi, tutte quante davano grande rilievo alla conoscenza come via di salvezza religiosa. Le origini dello gnosticismo sono state rintracciate in alcune filosofie greche (platonismo e stoicismo)favorevoli al dualismo.Gli gnostici miravano ad assimilare e strumentalizzare la dottrina cristiana, e il loro universo popolato da entit astratte: eoni, pleroma, demiurgo, materia, anima (principio spirituale imprigionato nel corpo). Inoltre, per loro la fede viene considerata come una scelta provvisoria alla conoscenza intellettiva, la sola in grado di elevare l'uomo a Dio. 4.3. Tertulliano: la condanna della filosofia: Tertulliano fu il maggiore rappresentante dell'apologetica latina. Nacque da genitori pagani ed ebbe una eccellente educazione e dopo essersi convertito al cristianesimo divenne sacerdote e in seguito fond una sua setta (tertullianisti). Egli condanna la filosofia e crede che la verit della religione non ha nulla a che fare con la filosofia, e inoltre che bisogna cercare la dottrina di Cristo finch non si arivva a credere in essa senza dimostrazioni della verit, e non dopo essere arrivati alla fede.

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