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TEOLOGIA MORALE
VATICANO II E ACCADEMIA ALFONSIANA
NEGLI ULTIMI 50 ANNI
Sabatino Majorano C.Ss.R.*
Il cammino della teologia morale in questi ultimi decenni ha conosciuto sviluppi significativi, in risposta allistanza conciliare di una
specialis cura per il suo rinnovamento1. La chiarificazione dello
statuto epistemologico e la conseguente ristrutturazione metodologica sono state accompagnate e sollecitate dalla necessit di affrontare,
in maniera significativa, le nuove problematiche poste dal rapido
evolversi di un mondo sempre pi globalizzato.
Il convenire su alcune acquisizioni a livello sia di fondazione (come la centralit dellistanza cristologico-trinitaria e la prospettiva
personalistico-comunitaria) sia di risposta a problemi specifici (quali
la difesa della vita e la solidariet a tutti i livelli) accompagnato da
un crescente pluralismo nellarticolazione della proposta. un plu-
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ralismo molto pi accentuato di quello che da sempre ha caratterizzato la riflessione teologico-morale. Su di esso influiscono fattori numerosi e diversi: le esigenze dellincarnazione nei molteplici contesti
culturali; la pluralit di cammini etico-spirituali presenti oggi nella
Chiesa; la necessit di evidenziare che lunica santit va vissuta nelle condizioni, nei doveri o circostanze specifiche della vita di ogni
battezzato e per mezzo di tutte queste cose2; lurgenza di spiegare adeguatamente i motivi della posizione della Chiesa, sottolineando soprattutto che non si tratta di imporre ai non credenti una prospettiva di fede, ma di interpretare e difendere i valori radicati nella
natura stessa dellessere umano3.
Questa articolazione al plurale costituisce certamente un arricchimento per la teologia morale4. Occorre per che venga vissuta non
secondo la logica della contrapposizione, che assolutizza un percorso
escludendo gli altri, ma secondo quella della reciprocit, che porta ad
affermare il proprio approccio e le proprie conclusioni come ricchezza da condividere e, al tempo stesso, come bisogno di integrazione, aprendosi costruttivamente a quelli degli altri. Credo debba
valere per la teologia morale quello che la Gaudium et spes afferma
parlando del discernimento che i laici devono operare nel loro impegno quotidiano: Per lo pi sar la stessa visione cristiana della realt che li orienter, in certe circostanze, a una determinata soluzione.
Tuttavia, altri fedeli altrettanto sinceramente potranno esprimere un
giudizio diverso sulla medesima questione, come succede abbastanza
spesso e legittimamente. Ch se le soluzioni proposte da un lato o
dallaltro, anche oltre le intenzioni delle parti, vengono facilmente da
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molti collegate con il messaggio evangelico, in tali casi ricordino essi che nessuno ha il diritto di rivendicare esclusivamente in favore
della propria opinione lautorit della Chiesa. Invece cerchino sempre di illuminarsi vicendevolmente attraverso un dialogo sincero,
mantenendo sempre la mutua carit e avendo cura in primo luogo del
bene comune5.
La specificit del contributo, che lAccademia Alfonsiana (= AA)
ha cercato di dare alla ricerca e allinsegnamento della teologia morale6, stato retto da questa tensione dialogica positiva nei riguardi
degli altri percorsi e pu essere compresa solo alla luce di essa.
5 Gaudium et spes, n. 43. Precedentemente si ricorda la diaconia che i pastori svolgono nei riguardi del discernimento della coscienza: Dai sacerdoti i laici si aspettino luce e forza spirituale. Non pensino per che i loro pastori siano
sempre esperti a tal punto che, ad ogni nuovo problema che sorge, anche a quelli gravi, essi possano avere pronta una soluzione concreta, o che proprio a questo li chiami la loro missione; assumano invece essi, piuttosto, la propria responsabilit, alla luce della sapienza cristiana e facendo attenzione rispettosa alla dottrina del magistero (ivi). Si tratta di una indicazione importante anche
per larticolazione della stessa proposta morale.
6 Per una visione dinsieme del cammino dellAA, cf. A. CRDOBA CHAVES,
La Academia Alfonsiana: cincuenta aos al servicio de la teologa moral, in
StMor 37/1 (1999) 229-268; S. MAJORANO, Cinquantanni di impegno per il
rinnovamento della teologia morale, in ACCADEMIA ALFONSIANA, Cinquantanni di storia, quarantanni di incorporazione nella Pontificia Universit Lateranense,
Roma 1999, 21-40. Per gli aspetti pi propriamente metodologici, restano fondamentali le pagine di D. CAPONE, Historia e Ratio studiorum, in [R. ROY
(a cura)], Academia Alfonsiana, 1957-1982. A pontificia approbatione XXV anniversarium, Roma 1982, 21-33 e 93-109. Sullo sviluppo della teologia morale proposta dallAA negli anni post-conciliari, cf. i saggi contenuti in StMor 20/1
(1982) e quelli de La recezione del Concilio Vaticano II nella teologia morale. Atti del
convegno dellAccademia Alfonsiana (Roma, 25-26 marzo 2002), in Supplemento a StMor 40/2 (2002); cf. anche S. ORIORDAN, Il teologo moralista nellAccademia Alfonsiana, in StMor 33/1 (1995) 46-56; D. BILLY, The Vocation of
the Catholic Moral Theologian Formed in the Alphonsian Tradition, in
StMor 46/1 (2008), 105-114; B. FORTE, Attualit della morale alfonsiana. SantAlfonso e la coscienza morale, ieri e oggi, in StMor 45/1 (2007) 163-183; R.
GALLAGHER, Forty Years of Studia Moralia. A view from the inside, in StMor
40/2 (2002) 271-290.
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7 Negli Statuti Generali della CSSR (Roma 2001) si afferma nei riguardi dello studio della teologia morale e pastorale: Secondo i desideri della Chiesa, i
congregati si applicheranno allo studio delle scienze divine e umane per dare al
popolo di Dio, nella vita di ogni giorno, il nutrimento necessario alla salvezza.
Si applicheranno in modo particolare allo studio della teologia morale e pastorale e della spiritualit, secondo la storia e lindole della Congregazione. Per
conseguire tale scopo stata eretta a Roma lAccademia Alfonsiana. Il suo fine
coincide perfettamente con quello della Congregazione: essa perci va sostenuta e favorita da tutta la Congregazione (n. 023).
8 GIOVANNI PAOLO II, Spiritus Domini, in AAS 79 (1987) 1367. Pi recentemente Benedetto XVI ha affermato: SantAlfonso, soprattutto nella sua opera
principale intitolata Teologia Morale, propone una sintesi equilibrata e convincente tra le esigenze della legge di Dio, scolpita nei nostri cuori, rivelata pienamente da Cristo e interpretata autorevolmente dalla Chiesa, e i dinamismi della coscienza e della libert delluomo, che proprio nelladesione alla verit e al
bene permettono la maturazione e la realizzazione della persona. Ai pastori danime e ai confessori, Alfonso raccomandava di essere fedeli alla dottrina morale cattolica, assumendo, nel contempo, un atteggiamento caritatevole, comprensivo, dolce perch i penitenti potessero sentirsi accompagnati, sostenuti, incoraggiati nel loro cammino di fede e di vita cristiana. SantAlfonso non si stancava mai di ripetere che i sacerdoti sono un segno visibile dellinfinita misericordia di Dio, che perdona e illumina la mente e il cuore del peccatore affinch
si converta e cambi vita (OR, 31 marzo 2011, 8).
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bastanza articolata a forma di anno accademico organico con 8 professori e 21 alunni9. Il progetto ben sintetizzato nel discorso inaugurale dal Superiore Generale L. Buijs: lAccademia Alfonsiana un
Istituto Superiore per la promozione degli studi morali. Muovendosi in spiritu et virtute S. Alfonsi si propone di costruire una
teologia morale cattolica nella sua interezza e tale che risponda allo
stato odierno di questa disciplina e con tutte le forze cerchi la soluzione ai problemi anche pi recenti della nostra epoca. Si tratta di
uno studio in senso ampio, in maniera da comprendere universam de
vita christiana doctrinam, perci anche lo studio della teologia pastorale e spirituale (ascetica e mistica). Si realizzer cos un curriculum
formativo valido, dato che una formazione completa e rispondente
alle esigenze del nostro tempo finora non esiste in nessuna parte per
questa disciplina. Il modello di teologia morale avr unimpronta
chiaramente teologica, allontanandosi dai modelli pi diffusi, in cui
predomina il rapporto con il diritto canonico: Inizialmente si era
pensato non solo alla teologia morale ma anche al diritto canonico; e
in realt la dottrina morale, come oggi viene presentata soprattutto
nei manuali, molto spesso ripiena di dottrine canoniche. Alla fine
per siamo giunti a questa convinzione: la dottrina morale occorre
che venga separata con cura dalla dottrina dei sacri canoni per imprimerle una connotazione chiaramente teologica10.
Il radicamento nel magistero alfonsiano si fonde con lascolto attento della novit delle problematiche etiche e con il dialogo con i
fermenti di rinnovamento gi presenti nella Chiesa. Ne deriva una
proposta che recuperando la fondamentale unit della vita cristiana,
mette in dialogo la riflessione morale con la spiritualit e la pastorale e valorizza i contributi che possono venire dalle scienze umane. La
praticit alfonsiana spinger a mettersi al servizio del vissuto quotidiano, cercando risposte evangeliche alle problematiche nuove poste dallevolversi della societ.
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finalit, meglio nel valore assoluto di finalit, sotto le forme psicologiche della preghiera e dellamore di Dio, la MENS caratteristica di
S. Alfonso, visibile in ogni sua pagina; questa MENS lo rende vero
Doctor, e pi ancora: Doctor salutis; perch, come egli dice basandosi sulla gerarchia dei valori, che non estrinseca ma intrinseca alla verit entitativa ed assoluta, omnium scientiarum finis nihil aliud esse
debet quam salus aeterna (Prax. Conf. Ed. Gaud, IV / n. 17). Non
agnosticismo scientifico, ma sintesi ascensionale della Sapienza che
risolve il molteplice nellUno12.
Il 2 agosto 1960 lAA diventa parte della Facolt di Teologia
della Pontificia Universit Lateranense, con la possibilit di conferire il dottorato in teologia re morali specialiter exculta. Il 29 ottobre,
inaugurando lanno accademico, il Rettore Magnifico, Mons. A. Piolanti, si esprime in questi termini: lAA un vero e proprio Istituto
di teologia morale, il primo del genere in tutta la storia della Chiesa,
che, ispirandosi allinsegnamento di S. Alfonso de Liguori, intende
approfondire tutti i problemi della vita morale nei suoi aspetti naturali e soprannaturali, secondo le istanze del mondo moderno e sotto
la guida del Magistero della Chiesa13.
Scorrendo la programmazione dei primi anni Sessanta appare
chiaro che queste istanze di rinnovamento determinano la scelta dei
corsi e dei seminari che vengono tenuti in AA14. un rinnovamento che confluisce e trae nuovo impulso dai lavori del Vaticano II, ai
quali lAA partecipa attivamente. Mi limito a trascrivere il ricordo
di uno dei maggiori protagonisti della vita dellAA in quegli anni, il
prof. S. ORiordan: Gli stessi testi del Concilio rispecchiano il contributo dellAccademia al rinnovamento conciliare della teologia
morale. Porto due esempi tra i tanti che si potrebbero citare. Il primo il tanto discusso articolo della Gaudium et spes sulla dignit della coscienza morale delluomo (art. 16) nel quale si trova linsegna12 S. Alfonso Doctor salutis, dattiloscritto conservato nellarchivio dellAA, 14b.
13 D. CAPONE, Historia, 29.
14 Per un quadro sintetico cf. S. MAJORANO, Cinquananni di impegno,
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mento del P. Capone su questo argomento. Il secondo lintero trattato sulla dignit del matrimonio e della famiglia nel medesimo documento (art. 47-52), dovuto in gran parte agli interventi del P. Hring nelle lunghe discussioni che hanno preceduto la redazione del
testo definitivo15.
Non fa perci meraviglia che negli anni successivi il riferimento al
Concilio caratterizza tutto linsegnamento e la ricerca dellAA. Anzi
dallinsieme dei corsi appare con chiarezza che essa ha fatto suo lauspicio di B. Hring: Nutriamo la speranza che il Concilio avr una
forte ripercussione sullinsegnamento della morale, rendendo letica
parte integrante dellintera struttura dellinsegnamento cristiano16.
Nel primo articolo degli Statuti, approvati dalla Congregazione
per lEducazione Cattolica il 30 marzo 1995, viene cos delineato il
modello di teologia morale a cui tende limpegno dellAA: theologiam moralem sub lumine Mysterii Christi, ita excolere atque provehere, ut, novis progredientibus aetatis inventis atque culturae instantiis consideratis, veritas vitae moralis hominis in Historia salutis et
Christi Mysterio fundata profundius penetretur; systematice enucleatur et problemata moralia recte investigantur et pro posse solventur,
respectu Magisterii Ecclesiastici semper habito. Pur proponendosi di
dare specialisationem veri nominis in theologia morali, la far alla
luce dellunit del soggetto della teologia e ratione habita oecumenismi, doctrinarum moralium religionum non christianarum atque
atheismi moderni. Perci linsegnamento della teologia morale riguarder eius fontes, principia, methodos, applicationes et omnes
scientias cum ipsa connexas, methodo interdisciplinari servata17.
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Theologia moralis, lib. VI, tract. IV, cap. II, n. 628, ed. L. Gaud, III, Poliglotta Vaticana, Roma 1909, 652-653. quanto ricorda anche ai confessori,
contestando la posizione di coloro che dicono che basta, per confessore, possedere i principi generali della morale, poich con quelli possono sciogliersi tutti i casi particolari. Chi niega che tutti i casi si hanno da risolvere coi principi?
Ma qui sta la difficolt: in applicare a casi particolari i principi che loro convengono. Ci non pu farsi senza una gran discussione delle ragioni che son dalluna e dallaltra parte; e questo appunto quel che han fatto i moralisti: han
procurato di chiarire con quali principi debbano risolversi molti casi particolari (Pratica del confessore per ben esercitare il suo ministero, cap. I, III, n. 17, Casa Mariana, Frigento 1987, 26).
21 Nella programmazione, prevista per lanno accademico 2012-2013, i corsi
sono cos distribuiti: 1 nellarea metodologica, 4 in quella biblica, 4 in quella patristico-storica, 10 in quella sistematico-fondamentale e 9 in quella sistematicospeciale, 3 in quella antropologico-sistematica e 3 in quella antropologico-empirica. Quanto ai seminari, 5 appartengono allarea biblica, 1 a quella storica, 9 a
quella sistematico-fondamentale, 6 a quella sistematico-speciale, 2 a quella antropologico-sistematica, 2 a quella antropologico-empirica (Ordo, 43-45 e 79-82).
22 Gaudium et spes, n. 46. Resta significativa la confessione di S. Alfonso sulla sua conversione dal probabiliorismo della sua prima formazione: In seguito, scrive lo stesso Alfonso, nel corso del lavoro missionario, abbiamo scoperto
che la sentenza benigna comunemente sostenuta da numerosissimi uomini di
grande onest e sapienza... Ne abbiamo perci ponderato accuratamente le ragioni e ci siamo accorti che la sentenza rigida non solo ha pochi patroni e seguaci e questi dediti forse pi alle speculazioni che allascolto delle confessioni ,
ma anche poco probabile, se si vagliano i principi, e per di pi circondata da
ogni parte da difficolt, angustie e pericoli. Al contrario abbiamo scoperto che la
sentenza benigna accettata comunemente, molto pi probabile dellopposta,
anzi probabilissima e, secondo alcuni, non senza un fondamento molto grave,
moralmente certa (Dissertatio scholastico moralis pro usu moderato opininis probabilis
in concursu probabilioris, in Dissertationes quatuor, Corbetta, Monza 1832, 77-78).
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Ivi, 15-16.
Ordo, 17. Credo sia degno di nota il fatto che nel programma dellAA non si
diano corsi obbligatori, tranne quello iniziale di metodologia. La determinazione
concreta del piano di studio affidata allo studente con laiuto di un consulente,
scelto dallo stesso studente, che deve garantire della sua completezza e organicit: La definizione del piano di studio sar fatta con laiuto e lapprovazione del
Consulente Accademico, rispettando le indicazioni del regolamento (ivi, 12).
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cifici, nel contesto sempre di una formazione integrale: Nel rispetto di questa formazione globale, gli studenti che lo desiderano possono accentuare nel loro curriculum un indirizzo pi specifico (morale fondamentale, bioetica, morale sociale). Lindirizzo scelto verr
segnalato sul Diploma di licenza28.
28
Ivi, 12.
I teologi, ricorda la Commissione Teologica internazionale, hanno ricevuto una particolare chiamata al servizio nel corpo di Cristo. Per questa chiamata e per i doni ricevuti sono in un rapporto particolare con il corpo e tutti i
suoi membri (La teologia oggi, n. 94; cf. CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA
DELLA FEDE, Donum veritatis, n. 6-7).
30 Cf. S. MAJORANO, Knosis y verdad moral: el significado de la visin alfonsiana, in M. RUBIO V. GARCIA V. GMEZ MIER (eds.), La tica cristiana
hoy: horizontes de sentido. Homenaje a Marciano Vidal, Ed. Perpetuo Socorro
Instituto Superior de Ciencias Morales, Madrid 2003, 193-211.
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progresso della scienza, i tesori nascosti nelle varie forme di cultura umana, attraverso cui si svela pi appieno la natura stessa delluomo e si aprono nuove vie
verso la verit, tutto ci di vantaggio anche per la Chiesa Anzi, la Chiesa confessa che molto giovamento le venuto e le pu venire perfino dallopposizione
di quanti la avversano o la perseguitano (n. 44).
34 Liberi e fedeli n Cristo, I, San Paolo, Cinisello Balsamo 19873, 18. Vi ritorna in seguito: la teologia morale cristiana pi di unetica normativa; la teologia della vita in Cristo Ges, uno sforzo per giungere alla piena intelligenza di
ci che significa sequela per i cristiani e per il mondo. Comunque letica normativa costituisce una parte indispensabile della morale cristiana (400).
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ra di grazia che ha ricevuto e che in tal modo tutti assolvano cristianamente i propri compiti nella comunit umana35.
Il riferimento alle indicazioni conciliari viene sviluppato dallAA
facendo propria la visione alfonsiana della centralit della coscienza.
Basta ricordare le parole iniziali della Theologia moralis del Santo. La
coscienza aditus ad universam moralem Theologiam, perch
regola formale dellagire umano: Duplex est regula actuum humanorum; una dicitur remota, altera proxima. Remota, sive materialis, est
lex divina; proxima vero, sive formalis, est conscientia: quia, licet conscientia in omnibus divinae legi conformari debeat, bonitas tamen
aut malitia humanarum actionum nobis innotescit, prout ab ipsa conscientia apprehenditur36.
una circolarit che deve ispirare tutto il cammino della teologia
morale. La verit morale va proposta in maniera che venga riconosciuta come tale dalla coscienza: le stesse esigenze etiche della legge naturale, scriveva Giovanni Paolo II, non si impongono alla volont come un obbligo, se non in forza del riconoscimento previo
della ragione umana e, in concreto, della coscienza personale37. Se
infatti la teologia morale deve affermare con forza che la ricerca e ladesione alla verit sono essenziali per la dignit della coscienza, deve
ugualmente affermare che esse sono doveri che attingono e vincolano la coscienza degli uomini38.
35 Presbyterorum ordinis, n. 6. un progetto formativo in sintonia con la descrizione della condizione battesimale sintetizzata in Lumen Gentium: Questo
popolo messianico ha per capo Cristo Ha per condizione la dignit e la libert dei figli di Dio, nel cuore dei quali dimora lo Spirito Santo come in un tempio. Ha per legge il nuovo precetto di amare come lo stesso Cristo ci ha amati
(cf. Gv 13,34). E finalmente, ha per fine il regno di Dio, incominciato in terra
dallo stesso Dio, e che deve essere ulteriormente dilatato, finch alla fine dei secoli sia da lui portato a compimento (n. 9).
36 Theologia moralis, lib. I, tract. I, Monitum e, cap. I, n. 1, ed. L. Gaud, I,
Poliglotta Vaticana, Roma 1905, 3.
37 Veritatis splendor, n. 36; cf. S. MAJORANO, Il riconoscimento previo della
coscienza, in F. ATTARD P. CARLOTTI, Teologia e pastorale in dialogo. Studi in
onore del prof. Guido Gatti, Las, Roma 2002, 183-197.
38 Dignitatis humanae, n. 1. Il Concilio poi afferma: Luomo coglie e riconosce gli imperativi della legge divina attraverso la sua coscienza, che tenuto a se-
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Una teologia morale, che riconosce la profondit e il ruolo formale della coscienza, permette di ridare significativit vera allimperativit morale, riconducendola allamore: Nellintimo della coscienza luomo scopre una legge che non lui a darsi, ma alla quale
invece deve obbedire. Questa voce, che lo chiama sempre ad amare,
a fare il bene e a fuggire il male, al momento opportuno risuona nellintimit del cuore: fa questo, evita questaltro. Luomo ha in realt
una legge scritta da Dio dentro al cuore; obbedire la dignit stessa
delluomo, e secondo questa egli sar giudicato Tramite la coscienza si fa conoscere in modo mirabile quella legge che trova il suo
compimento nellamore di Dio e del prossimo39.
Le due encicliche di Benedetto XVI sulla carit (Deus caritas est e
Caritas in veritate) sono stimoli preziosi per lulteriore approfondimento. Mi limito solo a ricordare linsistenza sulla priorit dellamore di Dio: Egli per primo ci ha amati e continua ad amarci per primo; per questo anche noi possiamo rispondere con lamore. Dio non
ci ordina un sentimento che non possiamo suscitare in noi stessi. Egli
ci ama, ci fa vedere e sperimentare il suo amore e, da questo prima
di Dio, pu come risposta spuntare lamore anche in noi40.
Credo che la teologia morale debba dire con maggiore chiarezza
questo prima dellamore di Dio come esigenza e fondamento della
risposta delluomo. Questo le permetter di aiutare gli uomini di oggi a riscoprire il perch del bene e di contribuire allimpegno di
nuova evangelizzazione, prioritario per tutta la comunit cristiana.
La visione di S. Alfonso stimolante al riguardo. Egli infatti riconduce tutta la vita cristiana allamore: Tutta la santit e la perfeguire fedelmente in ogni sua attivit per raggiungere il suo fine che Dio. Non si
deve quindi costringerlo ad agire contro la sua coscienza. E non si deve neppure
impedirgli di agire in conformit ad essa, soprattutto in campo religioso (n. 3).
39 Gaudium et spes, n. 16.
40 Deus caritas est, n. 17. Nel paragrafo seguente il Papa aggiunge: Amore di
Dio e amore del prossimo sono inseparabili, sono un unico comandamento. Entrambi per vivono dellamore preveniente di Dio che ci ha amati per primo.
Cos non si tratta pi di un comandamento dallesterno che ci impone limpossibile, bens di unesperienza dellamore donata dallinterno, un amore che,
per sua natura, deve essere ulteriormente partecipato ad altri (n. 18).
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zione di unanima consiste nellamare Ges Cristo nostro Dio, nostro sommo bene e nostro Salvatore. Si tratta per di amore che
scaturisce dallesperienza e dalla memoria dellanticipo di amore, che
Dio non si stanca di farci in Cristo: il Redentore ci am e, perch ci
amava, si diede in mano de dolori, dellignominie e della morte pi
penosa che abbia patito alcun uomo sovra la terra. Quindi ebbe a dire il grande amante di Ges Cristo, S. Paolo: Caritas... Christi urget
nos (2Cor 5,14). E volle dire lApostolo che non tanto ci che ha patito Ges Cristo, quanto lamore che ci ha dimostrato nel patire per
noi, ci obbliga e quasi ci costringe ad amarlo41.
La prospettiva allora non potr essere altra che quella della santit: un grande errore poi quel che dicono alcuni: Dio non vuol tutti santi. No, dice S. Paolo: Haec est... voluntas Dei, sanctificatio vestra
(1Ts 4,3). Iddio vuol tutti santi, ed ognuno nello stato suo, il religioso da religioso, il secolare da secolare, il sacerdote da sacerdote, il
maritato da maritato, il mercadante da mercadante, il soldato da soldato, e cos parlando dogni altro stato42.
Conclusione
NellInstrumentum laboris del recente Sinodo dei Vescovi, dopo
aver ricostruito sinteticamente gli scenari che caratterizzano il
mondo attuale, si osserva: lesame di questi scenari permette di fare
41 Pratica di amar Ges Cristo, cap. 1, n. 1 e 7-8, in Opere ascetiche, I, SantAlfonso, Roma 1933, 1 e 5. Dovr essere questo limpegno centrale di chi evangelizza: da noi non si parla daltro che della passione del Redentore, affin di lasciare le anime legate con Ges Cristo. Occorre infatti persuadersi che le
conversioni fatte per lo solo timore de castighi divini son di poca durata... se
non entra nel cuore il santo amore di Dio, difficilmente perseverer. Perci
limpegno principale del predicatore nella missione ha da esser questo, di lasciare in ogni predica che fa i suoi uditori infiammati del santo amore (Foglietto in cui si tratta brevemente di cinque punti su de quali nelle missioni deve il predicatore avvertire il popolo di pi cose necessarie al comun profitto, in Opere, III, Marietti, Torino 1847, 288-289).
42 Pratica di amar, cap. 8, n. 10, 79.
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una lettura critica degli stili di vita, del pensiero, dei linguaggi proposti attraverso di essi. Questa lettura serve anche come autocritica
che il cristianesimo invitato a fare su di s, per verificare quanto il
proprio stile di vita e lazione pastorale delle comunit cristiane siano state realmente allaltezza del loro compito evitando limmobilismo attraverso una attenta lungimiranza (n. 68).
Si tratta di un discernimento al quale la teologia morale deve contribuire in maniera convinta. Lobiettivo una proposta morale che
porti a rinnovare noi stessi, per rendere presente con maggiore incisivit nel mondo in cui viviamo la speranza e la salvezza donataci da
Ges Cristo. Si tratta di imparare un nuovo stile, di rispondere con
dolcezza e rispetto, con una retta coscienza (1Pt 3,16). un invito a
vivere con quella forza mite che ci viene dalla nostra identit di figli
di Dio, dallunione con Cristo nello Spirito, dalla novit che questa
unione ha generato in noi, e con quella determinazione di chi sa di
avere come meta lincontro con Dio Padre, nel suo Regno (n. 118).
Il cammino finora compiuto deve essere di stimolo per lAA a contribuire costruttivamente a queste nuove sfide, continuando sempre
a lasciarsi guidare dalle prospettive delineate dal Vaticano II e dalle
intuizioni alfonsiane, sviluppandole alla luce dei segni dei tempi.
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SUMMARIES
The research and teaching of the Alphonsian Academy appear as supported
by three fundamental aspirations: the actualization of the moral and pastoral
proposal of Saint Alphonsus, the fidelity to the renewal aspirations of the Second Vatican Council, and the practicality which is the fruit of an attentive listening to the signs of the times. From these emerge a moral theology that, in
dialogue with other disciplines, aims at placing itself at the service of the full
maturing of consciences and consequently capable of contributing to the
challenges of the new evangelization.
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La investigacin y la enseanza de la Academia Alfonsiana aparecen orientadas por tres instancias fundamentales: la actualizacin de la propuesta moral
y pastoral de San Alfonso, la fidelidad a las instancias renovadoras del Vaticano II, la practicidad como fruto de la escucha atenta a los signos de los
tiempos. De ah surge una teologa moral que, en dilogo con las otras disciplinas, tiende a servir a la madurez integral de las conciencias y, por eso, est en capacidad de colaborar a los desafos de la nueva evangelizacin.
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La ricerca e linsegnamento dellAccademia Alfonsiana appaiono retti da tre
istanze fondamentali: lattualizzazione della proposta morale e pastorale di S.
Alfonso, la fedelt alle istanze di rinnovamento del Vaticano II, la praticit frutto di un ascolto attento dei segni dei tempi. Ne deriva una teologia morale che,
in dialogo con le altre discipline, mira a porsi al servizio della maturazione piena delle coscienze e perci capace di contribuire alle sfide della nuova evangelizzazione.