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LA RIVOLTA DEI CIOMPI

• Chi erano i ciompi:


Nella Firenze medievale, venivano chiamati ciompi i lavoratori tessili salariati,
ritenuti il gradino più basso delle classi sociali di quel periodo, e proprio per
questo motivo erano esclusi dalla vita politica.
• Suddivisione del potere oligarchico:
La costituzione della
repubblica affidava il
governo a una signoria
composta di otto priori e
un gonfaloniere di giustizia,
il vertice del potere politico
era rappresentato da un
“popolo grasso” cioè dalle
Arti Maggiori (il popolo più
ricco), poi c’era il “popolo
medio” le Arti Minori (la
borghesia), e infine il
“popolo magro” formato dal proletariato: piccoli commercianti, braccianti,
operai.
• Inizia la rivolta:
.
Tra il 1375 e il 1378, forti tensioni furono derivate dalla guerra che
la opponeva all’ esercito papale: il comune non voleva che il
pontefice rafforzasse il proprio dominio in Emilia; così scoppiò una
guerra tra il ceto oligarchico guelfo e le famiglie di più recente
ascesa (Medici, Alberti) appoggiati dalle Arti Minori, e riuscirono
a far eleggere una nuova signoria. Ma delusi dall’
attività del nuovo governo, provocarono un’ altra
sommossa alleandosi con i ciompi. Subito venne
attuata una nuova riforma istituzionale: i nove posti
che costituivano la signoria furono divisi fra le Arti Maggiori, le Arti Minori, i
ciompi, i farsetti, le tre nuove arti create per i tintori.

• Conclusioni:
Nell’ Agosto del 1378 i ciompi chiesero maggiori garanzie per la loro
occupazione e un peso maggiore nella borghesia. In brevissimo tempo i ciompi
furono sconfitti e la loro corporazione venne soppressa. Seguì la sconfitta dei
ceti artigiani dei tessili e dei tintori, e le Arti Minori vennero estromesse dal
governo.
Il potere passa nelle mani dei mercanti e dei banchieri che riacquistarono la
vecchia veste oligarchica.

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