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Come sostiene Soboul (223): “Dai termidoriani, ai direttoriali, agli uomini di brumaio il regime dei notabili
si consolidò: brumaio costituisce la tappa di un processo già iniziato, non una rottura come vuole la leggenda
napoleonica”
Nap. batte Vittorio Amedeo III di Savoia, che cede Nizza e la Savoia alla Fr. La
Armistizio di Cherasco Rep. D’Alba sorta per opera dei giacobini piemontesi viene lasciata in mano ai
28 apr. 1796 Savoia, che la reprimono. Fin dall’inizio i giacobini italiani vengono sacrificati
alla ragion di Stato di Napoleone.
Trattato di Tolentino
Il Papa costretto ad accettare la neutralità
19 feb. 1797
Le trattative iniziano a Leoben in apr., a sett. si ha il II Direttorio, a ott. si
conclude e si formalizza il trattato che viene reso pubblico.
Trattato di
Possesso francese del Belgio (Paesi Bassi austriaci), la Fr ottiene il confine sul
Campoformio 17 ott.
Reno (nel nord), spartizione della Valle padana: Lombardia ed Emilia (Rep.
1797
Cisalpina) ai francesi e Veneto e Venezia agli austriaci!
I patrioti italiani sconfitti dalla ragione di Stato.
Milano, ducati di Parma e di Modena, Repubbliche di Genova e di Lucca, parte
settentrionale dello Stato della Chiesa.
Controffensiva austriaca: Nap. insegue l’esercito nemico che sconfina nel
conquiste territoriali
territorio della Rep Veneta, dichiaratasi neutrale, e lo sconfigge. Cade l’antica
(situazione
Repubblica di Venezia!
geografico-miltare)
Il Doge fugge (12 maggio ’97) viene proclamata dai giacobini italiani una Rep.
I campagna 1796-97
democratica, lo stesso accade a Genova, nel 6 giu. 1797 Rep. democratica ligure.
Infine Nap. espugna le fortezze di Mantova e insegue gli austriaci oltre le Alpi,
puntando su Vienna.
gen. ’97 Rep. Cispadana (ex ducati di Modena, Reggio, ed ex legazioni pontificie
di Bologna e Ferrara) governo provvisorio a Reggio e bandiera tricolore. (227)
maggio ’97 Rep democratica veneta
Evoluzione delle
6 giu. 1797 Rep. democratica ligure.
repubbliche patriottiche
lug. ’97 Repubblica Transpadana proclamata in Lombardia ottiene una
in Italia
Costituzione da Parigi. (227)
27 lug. ’97 Nap. unifica Cispadana e Transpadana nella Rep. Cisalpina
aggiungendovi le provincia venete comprese tra Adda ed Adige (228)
Feb. ’98 Stato della Chiesa, occupazione di Roma, Rep. Romana
Mar. ’98 Svizzera
Mag. ’98 inizia spedizione d’Egitto
1798-‘99 Ago ’98: Seconda coalizione: Inghilterra, Austria e Russia + Turchia e Regno di
nuove offensive Napoli.
militari Gen. ’99 proclamazione Rep. Napoletana
e controffensiva austro- Feb. ’99 annessione del Piemonte
russa. Mar. ’99 occupazione militare del Granducato di Toscana.
Ma la popolazione civile insorge in tutta la penisola.
La guerra civile favorisce la controffensiva austro-russa nel corso della
primavera-estate del ’99 che sconfigge i francesi in Italia (Nap. è in Egitto).
Le repubbliche sorelle La “Grande Nazione” assume il patrocinio dei popoli in lotta per la libertà.
in Europa Si possono distinguere due modelli di espansione rivoluzionaria.
Primo gruppo: gli stati in cui i patrioti locali sono radicati nella società e hanno
quindi discrete possibilità di conseguire e mantenere il potere. (Paesi Bassi,
Svizzera, area italiana del Centro-Nord)
Secondo gruppo: stati in cui solo la conquista francese può imporre la
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Rivoluzione. (Spagna, maggior parte della Germania occidentale, Italia del
Centro e del Sud) Qui i patrioti sono solo gente colta, borghesia illuminata, logge
massoniche, il movimento non fa presa sulle masse popolari e i patrioti possono
soltanto appoggiare i conquistatori (Hobsbawm) (228)
I patrioti comprendono presto la necessità di saldare la frattura tra il popolo ricco
e colto, aperto alla lezione della libertà, e il popolo povero e ignorante, rassegnato
a servire. (229)
I regni conquistati subiscono pesanti contribuzioni in denaro, opere d’arte e
manoscritti preziosi. (226)
L’entusiasmo delle minoranze dei patrioti o giacobini italiani incontra talvolta
il consenso degli strati popolari e medi, ma le speranze sono subito deluse dalla
spietata condotta di guerra dei francesi, requisizioni e saccheggi.
Le autorità francesi cercano il consenso della borghesia moderata, dei ceti
proprietari, del patriziato più moderno e isolano i patrioti come estremisti.
Non è quindi possibile perseguire una politica sociale che incontri il consenso
delle plebi, le quali rifluiscono su posizioni reazionarie o nella passività. (226)
(leggere citazione a margine 227)
Bonaparte appoggia il sorgere spontaneo delle repubbliche per consolidare il
proprio potere in Italia e contrapporlo a quello del Direttorio.
Tali esperimenti politici sono la prima esperienza italiana di autogoverno dopo
secoli e rendono consapevole la borghesia dei problemi politico-
amministrativi italiani. Per esempio: Ago. 1796 Amministrazione Generale della
Lombardia (organismo indipendente) (227)
Nonostante la pluralità delle repubbliche, i temi della libertà e dell’uguaglianza
emergono ovunque e si inizia a parlare di unità! (227)
La Rep. Cisalpina (lug ’97) appare come il primo nucleo di uno stato nazionale
italiano. Capitale Milano, esercito, amministrazione e bandiera propri. Uno stato
vitale ed economicamente autonomo, ma che poi non godrà di alcuna reale
autonomia politica. (228)
La classe dirigente cisalpina, fedele al Direttorio, deve affrontare l’opposizione
dei patrioti radicali a cui si uniscono membri del patriziato e intellettuali, che
rivendicano autonomia e sovranità rispetto alla Francia.
I francesi chiudono clubs, società popolari, censurano la stampa. I patrioti
vengono emarginati (leggi cit. a margine p. 227) il governo è affidato a esponenti
della borghesia moderata, patrizi illuminati, ovvero i rappresentanti della rendita
terriera a cui garantiscono pace sociale e modernizzazione. (229)
Rep. Romana (15 feb. ’98): piccolo gruppo di patrioti appoggiato dai francesi,
governo costituito da patrizi e gradito al Direttorio, ottiene la Costituzione
dell’anno III, ma scarsa opera legislativa, interrotta dai francesi che tutelano
interessi dei ceti medi e borghesi. (230)
Il governo della giacobina e R. Romana (come quello della R. Cisalpina) è
sostenuto da numerosi gruppi della borghesia terriera, commerciale e
professionista, molti componenti del basso clero e qualche rappresentante
dell’aristocrazia illuminata.
Le masse nei primi mesi non manifestano ostilità alla Repubblica Romana, ma la
sobillazione reazionaria, l’opera di spoliazione dei francesi e la paralisi legislativa
(che mostra l’involuzione moderata del governo) determinano le successive
insurrezioni violente. (230)
Rep. Napoletana (gen. 1799 – giu. 1799) dopo la fuga in Sicilia di Ferdinando
IV di Borbone. Sostenuta dai nomi migliori dell’intellettualità napoletana, viene
abbandonata dai francesi che rifluiscono verso Nord per fronteggiare la
controffensiva austro-russa, cerca di resistere da sola ma i patrioti si ritrovano
isolati rispetto alle masse contadine e anche alla popolazione di Napoli.
Il cardinale Fabrizio Ruffo, incaricato dal re, riesce a mobilitare contro i
Giacobini l’esercito della Santa fede, composto da migliaia di contadini
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inquadrati in bande. Vi aderiscono anche i vecchi ceti terrieri e i gruppi borghesi
delle province e di campagna, impauriti dalla rivoluzione. I pochi nuclei di
patrioti dovettero cedere nel giu. 1799. (230-231)
I patrioti napoletani non restano isolati per l’astrattezza dei loro programmi
(famosa opinione di Vincenzo Cuoco). I giacobini napoletani osano schierarsi
dalla parte della Rivoluzione francese mentre la maggior parte dei contemporanei
ne prendeva le distanze. Attraverso la troppo breve opera di governo promuovono
il riscatto civile e sociale delle masse contadine, sottraendole alla servitù di baroni
e delle decime per la Chiesa. Ma la loro azione è troppo lenta (contrasti interni tra
destra moderata e sinistra radicale) e inefficace dato il breve periodo. Le masse
non hanno il tempo di comprendere l’importanza dei nuovi atti legislativi e
cadono vittime della propaganda del clero. (231)
Differenze tra giacobinismo francese e italiano.
Francia: il giacobinismo realizza un’alleanza tra borghesia avanzata e forze
popolari, quest’alleanza diventa una forza egemone e riesce a spezzare lo
schieramento avversario interno ed esterno al paese. Il giacobinismo italiano non
riesce a stabilire rapporti organici con le forze popolari e contadine, né riesce a
impedire che tali forze siano assorbite entro il blocco reazionario. (231)
Nel triennio 1796-99 l’esperienza giacobino è quella di una minoranza sconfitta,
ma sul lungo periodo la connessione tra patria e libertà tipica dei Giacobini resta
alla base del Risorgimento italiano. (231)
La nuova carta politica italiana (240) (vedi cartina p. 252)
Dopo la vittoria di Marengo (giu. 1800) Nap. guadagna il consenso dell’opinione
con l’ostentato rispetto per la Chiesa (Concordato con la Santa Sede, 16 lug.
1801) e con la promessa di un’Italia libera e unità: convocazione a Lione (dic.
1801) di un’assemblea di 450 rappresentanti lombardi, venti e emiliani, scelti
dall’autorità francese, per definire l’assetto del nuovo Stato italiano (ex Rep.
Cisalpina) (240)
Nap. diventa il presidente della nuova Repubblica italiana (il nobile Melzi
D’Eril il vicepresidente) che comprende però solo Lombardia, Emilia-Romagna
e Veneto. La sua Costituzione concentra il potere nelle mani dell’esecutivo: il
presidente nomina i ministri, i quali governano e propongono leggi da approvare
a un legislativo composto di 75 membri, solo per metà eletti e divisi per
corporazioni.
Dopo l’incoronazione imperiale (2 dic. 1804) la Repubblica italiana cessa di
esistere e diventa Regno d’Italia (mar. 1805), sotto lo scettro di Nap.
Feb.-mar. 1806: I francesi occupano il Regno di Napoli, il sovrano si rifugia in
Sicilia protetto dalle truppe inglesi. Nap. dichiara decaduta la dinastia dei
Borbone, suo fratello Giuseppe Bonaparte diventa re di Napoli, fino al mag. 1807
in cui diventa Re di Spagna. Il Regno di Napoli è affidato a Gioacchino Murat.
Solo Il Regno d’Italia e il Regno di Napoli continueranno ad esistere, tutte le
altre regioni italiane diventano regni di cui Nap. dispone personalmente come
merce di scambio nelle varie trattative diplomatiche oppure affida ai nuovi
principi imperiali e vengono infine annessi direttamente al Regno di Francia.
Con il Trattato di Luneville (1801, sancisce la conquista del Belgio e
dell’Olanda e del confine sul Reno): il Piemonte è annesso, il granducato di
Toscana sottratto all’arciduca austriaco, unito al ducato di Parma diventa Regno
d’Etruria e viene assegnato a un principe spagnolo, fino alla sua annessione nel
dic. 1807.
Giu. 1805: la Rep. Ligure è annessa. (Nasce il Principato di Lucca, che unisce
anche i territori di Massa e Carrara, affidato ad Eloisa Bonaparte.)
Pace di Presburgo (dic. 1805, Nap. entra Vienna e stipula una nuova pace con
l’Austria) Il Regno d’Italia s’ingrandisce con i territori di tutto il Veneto, Istria
e Dalmazia.
(Nov. 1807 i francesi occupano le Marche, poi unite al Regno d’Italia apr. 1808)
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(dic. 1807: Regno d’Etruria annesso)
(mag. 1809: Umbria e Lazio annesse all’impero)
Dopo la rottura con il Papa (imprigionato nel lug. 1809) Lo Stato pontificio
viene annesso e Roma dichiarata libera città imperiale.
Trattato di Schömbrunn (ott. 1809) formazione del nuovo Stato delle Province
Illiriche e unione del Trentino e parte dell’Alto Adige al Regno d’Italia.
Economia, riforme e politica napoleoniche in Italia
Elementi contraddittori:
- trasformazioni che tendono a realizzare i principi della Riv. Fr.:
autogoverno nazionale, riforme legislative e riforme delle strutture;
- assoggettamento dei nuovi stati a una politica di potenza e di guerra, stati
vassalli rispetto alla politica e all’economia francesi.
Soprattutto al Nord: le condizioni della società sono trasformate attraverso la
riorganizzazione dello Stato: creazione infrastrutture (strade, canali, bonifiche),
abolizione barriere doganali, legislazione civile e commerciale, riforma fiscale,
unificazione di moneta, pesi e misure. Sono tutti fatti che incidono
profondamente sulla società e che restano anche dopo Nap. La proprietà terriera e
la borghesia commerciale e industriale sono di fatto avvantaggiate dal trovarsi in
uno stato moderno più efficiente. (241)
L’opinione pubblica è coinvolta positivamente: l’ordinamento amministrativo
diventa un mezzo di evoluzione civile e politica; la coscrizione obbligatoriaun
elemento di unificazione ed educazione del popolo; nelle amministrazioni e
nell’esercito si mescolano uomini di diverse province e condividono interessi
nazionali e non più locali. Si condivide un’esperienza italiana ed europea. (242)
Nap. considera il Regno d’Italia un’appendice agraria dell’Impero francese, per
cui la borghesia industriale e commerciale del Nord viene sacrificata e
danneggiata dal blocco continentale e diventa insofferente rispetto al regime.
(242)
Il malcontento popolare è causato dalla coscrizione obbligatoria, dal fiscalismo e
dopo lo scontro con il papato diventa facile la sobillazione clericale delle masse.
(242)
Nel regno del Sud: soprattutto con Gioacchino Murat (1808, succede a Giuseppe
Bonaparte) iniziano le riforme. 1807-1809 promulgate le “leggi eversive del
feudalesimo”. Riordino politico e amministrativo delle terre secondo il moderno
concetto di proprietà.
Ai baroni viene concessa la proprietà di una parte dei vecchi domini; l’altra parte
viene attribuita ai comuni, “quotizzata” e distribuita ai contadini dietro
versamento di una somma rateizzata.
Si vuole formare una nuova classe di piccoli proprietari che costituisca una base
sociale al nuovo regime.
Purtroppo non i contadini bensì la borghesia rurale si impadronisce di queste
terre.
Ovvero i “ceti civili” (piccoli e medi proprietari, professionisti e impiegati) che
fanno parte dei municipi in età murattiana riescono ad appropriarsi delle terre
baronali.
Le terre sono gestite con la vecchia pratica degli affitti dai contadini poveri e la
conduzione capitalistica delle terre non decolla.
La borghesia provinciale si sostituisce al feudalesimo nel controllo delle
campagne meridionali e conquista le finzioni direttive a tutti livelli
dell’amministrazione statale.
Le nuove figure dei funzionari non sono più fedeli al principe bensì alla carriera e
al ruolo. (242)
Il bilancio della dominazione napoleonica in Italia è positivo.
CRONOLOGIA ESSENZIALE