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PROTAGORA

L’uomo è misura di tutte le cose,


di quelle che sono in quanto sono e di quelle che non sono in quanto non sono

se per uomo intendiamo… e se per cose intendiamo…

verità soggettiva,
relativa al singolo individuo,
le cose sono così
singolo individuo gli oggetti sensibili o le loro individuale
come appaiono ai
(uno) qualità ci sono tante verità quanti sono gli uomini e
singoli individui
quindi equivale a dire che la verità non
esiste

verità soggettiva
relativa a un gruppo,
le cose appaiono
gli usi e costumi, le intersoggettiva
un gruppo (sociale o politico) più o meno giuste a
convinzioni morali; i valori e ci sono tante verità quanti gruppi di uomini,
(molti) seconda dei gruppi
le leggi quindi la verità è relativa a seconda delle
sociali
civiltà, dei popoli, delle nazioni ecc.

verità soggettiva
relativa a tutta l’umanità (la specie umana)
le cose appaiono
l’intera umanità la realtà in generale, la natura, intersoggettiva
allo stesso modo a
(tutti) il mondo, l’universo universale (valida per tutti)
tutti gli uomini
quindi la verità è relativa all’intera umanità
ed è universale
Riflettiamo sull’uso di alcuni termini che si riferiscono alla verità (oggettiva, soggettiva, individuale, intersoggettiva, relativa, assoluta, universale),
e sulle loro relazioni; alcuni si escludono a vicenda, altri si implicano e possono avere diverse estensioni.
soggettiva oggettiva
relativa
individuale intersoggettiva
universale universale assoluta

GORGIA
NULLA E’
Caratteristiche scetticismo: Skepsis significa ricerca, indagine, dubbio; gli scettici sostengono che intorno alle questioni ultime (ovvero le
questioni metafisiche, che vanno al di là dell’orizzonte dell’esperienza) non è possibile sapere/decidere e che quindi è più saggio e rigoroso fare
epochè ovvero sospendere il giudizio o l’assenso. (spiegato molto bene pp. 71/72 vol. 1B) (tutte le dottrine sono ugualmente fallaci, solo i fenomeni
sono veri, ma non le dottrine che cercano di spiegarli)

Sesto Empirico (attivo tra 180 e 210 d. C.) è l’ultimo degli scettici (vedi SCETTICISMO E Sesto Empirico vol 1B p. 82-83; 86-87).
Ci sono arrivati ben tre scritti che rappresentano la summa dello scetticismo antico, ovvero riassumono e rendono sistematiche l’insieme delle
dottrine scettiche, elaborate da Pirrone (365-275 a. C.; il primo degli scettici) in poi.
Sesto Empirico ritiene che Gorgia sia stato il primo scettico, in quanto per primo ha negato radicalmente l’esistenza di una verità assoluta.
Sesto Empirico riporta l’argomentazione attraverso cui Gorgia confuta la dottrina dell’essere di Parmenide. Sesto Empirico è infatti concentrato
nello studiare attraverso quali tropi Gorgia confuta la dottrina di Parmenide.

I tropi (p.79 vol 1B) (tropos plurale tropoi) Sono le vie o i modi del dubbio adoperati dagli scettici contro i dogmatici, per confutare le loro dottrine
e arrivare all’epoché (sospensione del giudizio o dell’assenso). Gli scettici raccolsero in elenchi sistematici i diversi tipi di tropi e ne aggiunsero altri
nel corso del tempo.

Il tropo del circolo vizioso o diallele: si assume come dimostrato (o come presupposto) proprio ciò che si deve dimostrare, il che chiarisce che la
dimostrazione è impossibile (ovvero dimostra che non si può dimostrare).
Ed è proprio su questo tropo che si fonda la confutazione di Gorgia della dottrina dell’essere di Parmenide.
GORGIA PARMENIDE
(485-376) (550-450 circa)

Le sue tre tesi sono contenute nel suo scritto Sul non
Nel suo poema Sulla Natura
Essere o Sulla natura,
(dal greco Περί Φύσεως, Perí Physeos),
di cui restano solo frammenti e l’importante
di cui ci restano solo 154 versi
testimonianza si Sesto Empirico

L’essere è non può non essere il non essere non è non può
Nulla è
essere.
(non esiste alcun essere o alcuna realtà ultima al di là
del pensiero)
(una via dice) che è e che non è possibile che non sia (T3)

E’ necessario il dire e il pensare che l’essere sia: infatti l’essere


Se anche fosse, sarebbe inconoscibile è; il nulla non è. (fram. 6, p. 56)
Bisogna che il dire e il pensare sia l’essere (T4)

E’ la stessa cosa pensare ed essere (fram. 3; p.56)


La stessa cosa è pensare e pensare che qualcosa è (T6)

Il non essere né o puoi pensare (non è infatti possibile), né lo


Se anche fosse conoscibile, sarebbe incomunicabile puoi esprimere. (T3)

(Infatti) non si può né dire né pensare ciò che non è. (T5)

Parmenide usa una logica binaria, ovvero una logica una logica a due valori (vero/falso).
Il modo di ragionare o di procedere di Parmenide è tipico della mentalità greca. Ed è un modo di procedere dialettico, ovvero si pongono due
giudizi o proposizioni, una tesi e una antitesi, di solito una che afferma e l‘altra che nega; se è vera una l’altra è necessariamente falsa.
Parmenide non dimostra che esiste una corrispondenza necessaria tra essere, pensiero e linguaggio; la sua dimostrazione si fonda sulla confutazione
della tesi opposta: ovvero se non ci fosse una corrispondenza tra essere, pensiero e linguaggio, allora sarebbe impossibile pensare, ragionare e
confrontarsi con gli altri. Per cui deve necessariamente esserci una corrispondenza tra essere, pensiero e linguaggio. Tale corrispondenza viene
quindi data per presupposta ovvero data per scontata come un fatto “naturale”, ovvero: per loro “natura” (per loro statuto ontologico) l’essere, il
pensiero e il linguaggio devono corrispondere. Pensare il contrario di questo significa cadere nell’irrazionalità.

Gorgia si rende conto che la dottrina di Parmenide si fonda su un diallele o circolo vizioso, secondo cui si assume come dimostrato (o come
presupposto) proprio ciò che si deve dimostrare, il che chiarisce che la dimostrazione è impossibile (ovvero dimostra che non si può dimostrare).
Per cui l’intento di Gorgia non è tanto confutare la dottrina di Parmenide dimostrando che è vero il suo contrario.
La sua tecnica di confutazione è più raffinata. Gorgia mostra che non si può dimostrare né che esiste una corrispondenza tra essere, pensiero e
linguaggio né che non esiste una corrispondenza tra essere, pensiero e linguaggio. Per cui, fondandosi sulla medesima logica di Parmenide si può
ben dimostrare sia che l’essere è e il non essere non può essere; sia che Nulla è (il non essere è).
Quindi Gorgia dimostra che su queste questioni ultime (questioni metafisiche) concernenti l’essere è impossibile esprimere una verità definitiva e
che quindi la verità assoluta non esiste.

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