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CAPITALISMO
Per Capitalismo si intende un tipo di economia che si fonda sul mercato, e infatti economia di mercato e
Capitalismo possono essere considerati sinonimi. Il Capitalismo è caratterizzato dall’investimento di denaro
nella produzione e/o nel traffico di merci richieste sul mercato.
Per esempio il surplus agricolo (ciò che non viene immediatamente consumato) viene venduto e il ricavato viene
reinvestito per aumentare la produzione e quindi il profitto. Il denaro guadagnato non viene quindi tesaurizzato
(tipico della mentalità aristocratica o speso in lussi) bensì investito per aumentare la possibilità di profitto. Allo
stesso modo le prime botteghe cittadine dopo il Mille approfittano della maggiore richiesta di merci reinvestendo
i guadagni in modo da aumentare la propria produzione e cercando di allargare sempre di più il proprio raggio
d’azione sul mercato partecipano a fiere sempre più lontane dai luoghi di origine. Questo è appunto il ruolo dei
mercanti-imprenditori che dopo l’anno Mille, grazie all’incremento demografico e alla crescita delle città,
diventano il soggetto propulsore della nuova forma di economia borghese e non più feudale. Alcuni di essi
arrivano ad essere banchieri, ovvero prestano denaro, anticipano somme di denaro o le incassano per conto di
altri sulle varie piazze europee.

CAPITALISMO MEDIEVALE E CAPITALISMO MODERNO


Si fanno risalire le origini del Capitalismo alla ripresa economica dopo l’anno Mille. Tuttavia si usa il termine
Capitalismo Medievale per distinguerlo dal Capitalismo Moderno, ovvero il Capitalismo commerciale che
ottiene un enorme sviluppo coi traffici atlantici, dopo le grandi scoperte geografiche (a partire dal 1492 scoperta
dell’America). Dopo tali scoperte geografiche il volume degli affari dei traffici commerciali cresce talmente
tanto da costituire un fenomeno qualitativamente nuovo. Spesso infatti un grosso cambiamento in termini
quantitativi dà luogo in economia a un cambiamento qualitativo, ovvero la natura del fenomeno che si è così
tanto sviluppato cambia fino a costituire un nuovo fenomeno.

CAPITALISMO COMMERCIALE E CAPITALISMO D’IMPRESA


In linea teorica il Capitalismo Commerciale dovrebbe interessarsi solo della distribuzione delle merci e non
intervenire nella loro produzione. Mentre il Capitalismo d’impresa si riferisce proprio all’investimento di denaro
per migliorare e aumentare la produzione. In realtà, fin dall’inizio, il commercio è un determinante fattore di
stimolo per la produzione. Più mercati si riesce a trovare per vendere le merci e più aumentano i profitti di chi
distribuisce, ma anche di chi produce le merci. Fin dall’inizio infatti si parla di un mercante-imprenditore.
In prospettiva storica si parla di Capitalismo Commerciale per intendere il Capitalismo Moderno che si sviluppa
dopo le scoperte geografiche e per distinguerlo dal Capitalismo d’impresa che si sviluppa enormemente dopo la
rivoluzione industriale inglese (1770 circa). In quanto, grazie alle nuove invenzioni tecnologiche, diventa molto
lucroso investire denaro nell’acquisto di macchinari da impiegare nella produzione di merci. Questi macchinari
accrescono nel giro di pochi anni in modo impressionante il volume delle merci prodotte e disponibili per il
mercato, abbassandone il prezzo e allargandone quindi il consumo.
Karl Marx sostiene che sia una pia illusione pensare di poter produrre ricchezza semplicemente spostando le
merci sul mercato. In realtà ciò che produce ricchezza è il lavoro umano e più si riesce a tenere basso il prezzo
del lavoro, maggiori sono le possibilità di profitto.
L’economia di mercato o economia capitalistica è caratterizzata dall’equazione: D. M. D.’ (si legge: Denaro,
Merce, più Denaro). Ovvero: il denaro viene impiegato per acquistare o produrre merce che viene poi venduta
per ottenere più denaro (che viene di nuovo reinvestito). Ovvero il capitale produce capitale.
Nel Capitalismo Commerciale il denaro è investito nei traffici: acquisto di merci, noleggio navi, spese di viaggio
e per poi vendere le merci in un'altra zona del mercato, ottenendo più denaro da poter reinvestire. Nel
Capitalismo d’impresa il denaro è il investito nella produzione: acquisto di materie prime, forza lavoro, utensili e
poi macchinari per la produzione veloce e a basso costo di merci.

CAPITALISMO FINANZIARIO
Si tratta della forma più tarda, più matura e più evoluta del Capitalismo. Il denaro viene in questo caso investito
per acquistare altro denaro, ovvero quote di capitale di aziende e attività produttive. I banchieri in realtà hanno da
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sempre svolto questo ruolo di “vendere” denaro sul mercato prestandolo o anticipandolo richiedendo un
interesse. Spesso le banche prestano del denaro alle grandi aziende, ovvero anticipano per loro dei capitali
necessari per investimenti produttivi (p. es. acquisto e rinnovo di macchinari). Allo stesso tempo le banche
acquistano e vendono sul mercato le azioni delle aziende, diventando così in parte proprietarie di tali aziende. Gli
Stati moderni spesso quando hanno bisogno di denaro mettono in vendita dei titoli di Stato, ovvero chiedono in
prestito sul mercato del denaro, alla scadenza del titolo restituiranno maggiorata di un interesse la somma
ricevuta. Le banche spesso comprano tali titoli di stato dalle banche centrali dei vari Stati. La Borsa è il luogo in
cui avvengono queste transazioni finanziarie ovvero è il mercato in cui si acquistano e si vendono quote di
capitale e di denaro connesse a vari titoli privati (azioni) o pubblici (titoli di Stato).

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