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STORIA ECONOMICA E DEL CAPITALISMO

Cos’e storia econ?


Carlo Cipolla= è la storia dei fatti e vicende economiche a livello individuale (persone), aziendale
(imprese) e collettivo (paesi)= disciplina pluridisciplinare= per essere considerata opera di storia
economica ricerca deve rispondere a uno dei quesiti fondamentali dell’econ:
1) cosa produce
2) come produce
3) come distribuire quanto prodotto.

St econ e econ però restano 2 discipline diverse= storia economica si interessa a questioni
economiche, ma non crede sia sufficiente usare solo teorie economiche per rispondere ai quesiti che
pone alla storia. Quindi inserisce la storia politica e sociale.

3 tipi di approcci nella storia economica v/ il passato:

- Approccio micro-economico: si guarda alle unità più piccole dell’economia (imprenditori e


imprese).
- Approccio meso-economico: interesse alla storia di intere industrie (siderurgia/industria chimica).
- Approccio macro-economico: si focalizza su stati, paesi e sul globo.

Fare attenzione all’aspetto micro, meso o macro comporta domande e risposte diverse= esempi
macro:
1. dinamiche storiche che hanno fatto sì che alcuni paesi sono ricchi e altri poveri? (domanda tipica
tra 1960-2000).
2. cause storiche che determinano disuguaglianza? (domanda odierna).

Differenza tra le 2 domande= disuguaglianza può essere interna allo stato= per molti
anni storici credevano che problema sviluppo economico fosse legato al grado di sviluppo del
paese= ma così come ci sono poveri nei paesi ricchi, ci sono ricchi nei paesi poveri= storia serve a
capire come si è arrivati a determinato punto.

Il legame tra storia e presente


SE = disciplina fondamentale per capire dinamiche che contribuiscono a creare società
contemporanea da POV socio-economico= prevale ricostruzione storico-economica con al suo
centro:
- La modernizzazione
- L’industrializzazione
- Lo sviluppo economico
- La globalizzazione
- L'economia di mercato o le sue alternative

Capitalismo
Termine adottato sia da pensatori contrari al capitalismo (Marx), come da chi lo appoggiava
(Schumpeter)= proviene dai pensatori liberali per spiegare un atteggiamento specifico nei confronti
del denaro= diviene capitale quando viene utilizzato per investire.
- Adam Smith e Ricardo= capitale come fattore di produzione assieme a terra e lavoro.
- Karl Marx= lo fa suo e dice che contribuisce a mercificare il tutto, a trasformare i rapporti
personale e generare fenomeni di dominazione di un ceto su un altro.
- Max Weber= lo vede come fattore di trasformazione storica molto importante che modernizza le
società contemporanee,
- Joseph Schumpeter= capitale come ciò che rende possibile i sogni degli imprenditori.
- Karl Polanyi= focus su problema capitalismo: può esistere con interventi statali e anche se non
c’è un mercato libero.

Termine stato divisivo per molto tempo ma oggi ha carattere + generale e condiviso che ci aiuta a
capire le dinamiche.

Kocha
Secondo Kocka ha 3 criteri principali:
1) si basa su proprietà privata e decisioni private: paesi, imprese e persone hanno proprietà e
prendono decisioni sulla base che esse sono loro= risultati dipendono da chi ha preso queste
decisioni.
2) coordinazione economica attraverso mercato= incontro tra domanda e offerta= mercificazione
delle cose= tutto ha un prezzo.
3) capitale è centrale: denaro non solo come mezzo di scambio ma come investimento per
accrescerlo.

Braudel
Vuole capire dove e come era nato il capitalismo= vede nascita nel Medioevo= non come prevalente
nella società ma solo piccola parte= 3 livelli di attività economica:
1) La vita materiale= 95% delle persone= sussistevano sia per produzione come per consumo.
2) Il mercato= luogo di scambio sia in baratto come monetario= soldi usati per scambiare.
3) Il contro-mercato= élite economica (grandi mercanti, banchieri) che può accedere a mercato
globale= base del loro arricchimento= chiamato cosi pk controllato da questa elite che ha legami col
pot pol.

Arrighi
Secondo lui il capitalismo moderno nasce con i banchieri e mercanti genovesi= mod pk a Genova
pot pol ed econ si separano= si diffonde dal 3 al 1 grazie all’industrializzazione= rende capitalismo
modello economico principale.

L’economia contemporanea
Douglass North
Afferma che in tutti i sistemi economici esistono due tipi di categorie:
1) Istituzioni= sono le regole del gioco= diverse in ogni fase storica= sono le regole scritte
(sanzioni, leggi, codici) e non scritte (modificazioni nel tempo) che si sono portate avanti nel tempo
seguendo logiche non riconducibili a regole scritte) cambiate dalle organizzazioni.
2) Organizzazioni= sono gli attori economici (imprese, stati, governi) che dialogano con le
istituzioni = organizzazioni + forti si adattano alle regole e sono in grado di modificarle a suo
favore.

In questo corso studieremmo la st ecom come st del capitalismo= processo di lungo periodo che
inizia con la rivoluzione industriale ma che ha radici nell’imperialismo del’500 e nel ‘sistema
mondo’ e che arriva fino ad oggi.

1. LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE INGLESE

Prima dell’industria

La società e l’economia agraria dell’epoca tardo-medievale/moderna


- circa 90-95% della popolazione europea viveva nelle campagne= società agraria.
- società basata su auto-produzione, auto-consumo e sussistenza= piccola parte scambiata nei
mercati locali.
- moneta non molto usata e scambi basati sul baratto.
- per motivi precedenti= società molto fragile= trappola malthusiana= Malthus= quando le risorse
sono insufficienti c’è calo demografico (carestie, morti, pestilenze).

L’economia e società urbana


- Circa il 5-10% della popolazione viveva in città
- economia organizzata in corporazioni= regolano produzione, scambi e valori per ogni mestiere=
regole del gioco
- produzione molto rigida e mancanza di stimolo all’innovazione tecnologica= corporazioni
interessate perpetuare un mestiere attraverso tradizione e apprendistato.
- scambi erano locali o di corto raggio prevalenti
- imp ruolo amministrativo e normativo= regolano l’attività economica anche in campagna.

Il sistema mondo e il capitalismo commerciale moderno


- a partire del’500=1% popolazione crea mondo di scambi commerciali di beni di lusso (spezie, oro,
argento) a lungo raggio= prima economia ‘globalizzata’ e base materiale del capitalismo
mercantile= integrazione di aree extra-europee attraverso imperi coloniali= prima di Portogallo e
Spagna (XV -XVII sec.), poi delle Province unite e GB (XVII -XVIII sec).

La rivoluzione industriale inglese


- concetto controverso ma ancora valido per spiegare cambiamento epocale di circa 140-150 anni.
- alcuni storici affermano che si sviluppò in Inghilterra e si diffuse in tutta Europa (focus su pk in
Inghilterra) ma altri parlano specificamente di riv in inglese e di industrializzazione europea (focus
su pk in europa)

La nascita del termine


- introdotto dallo storico inglese Arnold Toynbee in ‘Lectures on the Industrial Revolution in
England’, per definire frattura nell’economia e società inglesi tra 1760 e 1830.
- secondo Toynbee è frattura (per questo «rivoluzione») epocale caratterizzata da:
• Rapida urbanizzazione
• Accumulazione di capitale
• Crescita della produttività agricola
• Crescita dei redditi e della ricchezza
- idee convincenti ma non confermate da studi storici= evidenzia gli aspetti positivi.
- termine ancora usato per indicare frattura col mondo precedente che provoca trasformazione della
economia, tecnologia, società e cultura.

Gli storici contrari a questo termine


- pensano che non ha nessun valore scientifico e che trasmette idea fuorviante di questo cambio
economico.
- elementi a favore di questa idea:
> crescita non fu rapida ma graduale= processo di lunga maturazione.
> forti squilibri regionali e settoriali da POV industriale.
> non fenomeno «endogeno»: imp ruolo del commercio estero e delle colonie.
> impoverimento e nascita del «proletariato» urbano= non prosperità per tutti.

Inoltre, alcuni elementi alla base della RI risalgono a molto prima come per es. La rivoluzione
agricola o la colonizzazione.
Quindi fu veramente una rivoluzione?
- David Landes a favore del termine nel ‘Prometeo liberato’ pk non si riferisce a rivoluzione nel
senso politico ma simile a gesto compiuto da Eva= mondo cambia.

- a favore anche Eric Hobsbawn=trasformazione + imp della vita umana.

Cosa cambiò?
La GB (1o paese industriale) guida un processo di industrializzazione che determina la nascita
dell’industria moderna e con essa una serie di cambiamenti:
- economico/industriali
- sociali
-intellettuali/culturali
Quindi, non nasce solo l’industria ma anche tutto ciò creato da essa (società ind, capitalismo ind,
economia di mercato,...)

Cambiamento economico/industriale: la nascita della crescita economica


GB inizia a crescere economicamente ma questo non significa che l’economia dell’epoca
precedente fosse completamente immobile, ma:
- da POV macro-economico, PIL (Prodotto interno lordo= valore complessivo di tutti i beni e
servizi prodotti all’interno di un paese in un anno) pro-capite registra crescita graduale ma continua.
- può sembrare crescita lenta e graduale, ma dietro questo dato ci sono crescite settoriali molto
importanti= alcuni settori diventano subito industriali mentre altri no.
- lo stesso per ascesa di nuova classe sociale= imprenditori industriali (vs. nobiltà terriera).
- Inghilterra cresce applicando per prima nuove tecnologie= all’inizio rudimentali e inefficienti ma
migliorate progressivamente e applicate a + settori = da qui la gradualità della crescita.

Cambiamento economico/industriale: il cambiamento tecnologico


Si hanno nuove invenzioni, prodotti e fonti di energia a basso costo che una volta applicate, trovano
progressivamente applicazioni a cascata= invenzioni + importanti:
- macchina a vapore (carbone) Watt come perfezionamento della Newcomen= usata in diversi
ambiti.
- macchina per filare e tessere il cotone= settore imp pk 1) tecnologia progressivamente
automatizzata (da Jenny Machine a mule-jenny) e 2) introduce cotone= + economico e igienico.
- nascita siderurgia moderna e migliorie produzione acciaio attraverso puddellaggio di Cort = prima
bassa qualità pk prodotto da carbone di legna > ora con coke.
- espansione industria meccanica grazie a domanda di prodotti siderurgici= macchinari prima in
legno ma ora in ferro.

Cambiamento economico/industriale: la fabbrica e la sua organizzazione


- da POV microeconomico nasce e si generalizza il lavoro di fabbrica= nuovo tipo di
organizzazione della produzione basata sulla divisione del lavoro e nascita del concetto di
«produttività»= produrre + prodotti nel minor tempo possibile.
- esso mette fine al lavoro a domicilio nelle campagne= putting out sytem (POS)= mercante
imprenditore porta materie prime ai contadini, che le lavorano nel loro tempo libero.
- mette fine anche al lavoro delle corporazioni artigiane= basate su maestri e apprendisti.
- prodotti iniziano ad essere standardizzati= prodotto non dipende + dalle abilità, velocità e capacità
dell’artigiano ma di quelle della macchina.

Cambiamenti sociali: Urbanizzazione e proletariato urbano


- sistema di fabbriche provoca fenomeno di inurbamento= urbanizzazione e creazione di città
industriali da persone che vivevano prima in campagna..
- provoca trasformazione della struttura sociale inglese= passaggio da occupazione agricola a
industriale= nasce il proletariato industriale= passa dall’auto-sussistenza e auto-consumo VS salario
e mercato (all’inizio solo per housing e food).
- progressiva mercificazione di ogni bisogno dell’uomo.

Cambiamenti sociali: La demografia


Inizia la transizione demografica= cioè il passaggio:
- da regime demografico antico (alta natalità e alta mortalità)
- a regime demografico moderno (bassa natalità e bassa mortalità)
Durante questa transizione si produce un aumento della popolazione (alta natalità e calo progressivo
della mortalità).

Cambiamenti intellettuali, culturali e politici


- POV intellettuale = sviluppo illuminismo industriale= scienza e tecnica usate in chiave
utilitaristica= nasce nuovo sapere pratico= ingegneria (conoscenze tecniche per risoluzione
problemi industriali).
- POV culturale= creazione di prima società di consumi grazie anche all’abbassamento dei prezzi
(anche alimentari)= mercato non è + un lusso.
- però si produce anche aumento povertà= persone vivono di vagabondaggio= problemi di igiene e
criminalità= legge sui poveri= creazione delle «workhouses»= vagabondi rinchiusi alla forza e
inseriti in fabbrica.
- POV politico= predominio militare inglese + nascita economica politica (Hume, Smith, Malthus e
Ricardo)= propongono teorie per spiegare sviluppo economico di un paese.

I fattori di lunga durata


La RI si sviluppo anche grazie ad aspetti già presenti nella società, politica ed econ inglese.

Il fattore agricolo: la «rivoluzione» agricola


- che dal 16o sec aumenta la produttività della terra con nuove culture, rotazioni e bonifiche= si
rompe il vincolo della sussistenza e autoconsumo= generazione surplus= possibilità di mercato
urbano.
- agricoltura + produttiva consente calo progressivo della popolazione impegnata nel settore
primario.
- introdotte progressivamente le enclosures (recinzioni) = privatizzazione degli spazi pubblici e
della campagna= cambia consuetudine legata a uso gratuito e in comune della terra (open fields)=
da un lato favorisce creazione aziende agricole (agricoltura diventa commerciale) ma dall’altro
spinge spostamento in città.
- infatti aumento della popolazione durante RI fu sfamata dall’aumento di produzione agricola= non
si produce né la trappola Malthusiana né aumento dei prezzi agricoli (anzi calano)= meglio nutriti
ma salari + bassi.

Il fattore politico/sociale: enclosures, industriosità e proto-industria


- enclosures considerate da Marx uno dei principali agenti di cambiamento= hanno rappresentato
accumulazione originaria= chi ha avuto questi territori è partito con vantaggio in accumulare
capitale= infatti pensa che capitalismo nasce nell’agricoltura e poi nelle fabbriche.
- ruolo imp del POS= porta alla proto-industrializzazione (accentrare lavoratori in un capanno) e poi
alla alla industria come soluzione ai suoi punti deboli.
- situazione politica = GB era imperio coloniale grazie ad atti di navigazione (monopolio
rotte/prodotti) e protezionismo (protezione grandi commercianti).
- storico Jan van der Vries parla di rivoluzione industriosa per spiegare pk RI avviene in GB=
imperio coloniale che accesso a prodotti sconosciuti all’epoca (caffè, tè,)= suscita bisogno nel
popolo di trovare forma monetaria di acquistarli.
NB= Marx e Vries propongono teorie opposte= M in conseguenza degli enclosures e V incentivato
dai nuovi prodotti.

Il fattore commerciale: Imp./Exp. e imperialismo


- GB era grande potenza imperiale e coloniale, che ha «superato» i suoi concorrenti (Portogallo,
Spagna, Olanda e Francia).
-Ruolo centrale dello stato «fiscale-militare», come grande attore del processo di accumulazione e
espansione commerciale
- tesi di Landes: GB costruisce impero + efficiente pk ha incentivo= a differenza di Spagna e
Portogallo non aveva ricchezze nelle sue colonie= decidono di produrre + prodotti particolari da
scambiare per oro.
- tesi di Adam Smith (ripresa da Landes)= colonie diventano luogo di popolamento inglese come
valvola di sfogo (livello insoddisfacente di vita in GB) e grazie a aumento popolazione diventano:
> fonte di approvvigionamento per l’industria (cotone)
> sbocco per la propria produzione industriale

NB= bilancia commerciale= differenza tra quello che uno stato esporta e quello che importa= se
importa> esporta= passiva= Gb passa nel 18o sec da passiva a positiva.

Il fattore infrastrutturale: i trasporti


- intensificazione di rete infrastrutturale precedente= all’inizio via fluviale poi via ferrovia
- questo consente creazione mercati urbani interconnessi e anche di nuovi mercati
- favorendo approvvigionamenti alimentari di masse di lavoratori
- favorendo approvvigionamenti di carbone (energia chiave) in luoghi non vicini ai coalfields
- simile nel trasporto marittimo= si sviluppa su preesistente rete commerciale globale e coloniale=
permette diffusione di nuovi prodotti= crea nuovi bisogni

Il fattore energetico
Carbone spiega RI sia avvenuta in GB= incentivi creazione «coal economy»:
- GB ha vantaggio naturale= carbone in abbondanza e di qualità
- questo permette delle innovazioni «a cascata» a partire esso= applicato come sostituto a basso
costo e alta resa del legno (base metallurgia epoca precedente)
-rapida crescita popolazione non avrebbe consentito espansione industria basata sul legno
-infatti carbone comincia ad essere applicato a tutto tondo (industrie a base di bollitura, saponifici,
zuccherifici, cartiere, vetrerie, mattonaie, lavorazione non ferrosi).

Alcune interpretazioni

Perché il carbone e perché l’industria: tesi di Robert Allen (2011)


- carbone fu incentivo solo dove c’era senso di creare strategie labour-saving= mix di salari alti e
costo energico basso= basso costo carbone spinge a sostituire manodopera costosa con macchinari.
- in altri paesi macchina a vapore non avrebbe avuto stessa diffusione= o per costo alto del carbone
o per costo basso della manodopera.
- successivamente, carbone diviene utilizzabile anche in contesti di manodopera a basso costo.
- negli Usa= costo lavoro sarà ancora maggiore= da vita a meccanizzazione + importante e a
standardizzazione precoce.

Gli incentivi del capitale umano e l’illuminismo: tesi di Mokyr


- esistenza di sostrato culturale basato su sapere «utile» (legato a illuminismo e utilitarismo) +
concezione di potere «sfruttare» la natura (Bacon, Newton, Royal Society).
- secondo Ashton infatti: ‘cambiamenti non solo economici e sociali, ma anche culturali e
intellettuali’.
- tesi di Joel Mokyr: progressiva formazione di sapere pratico orientato verso meccanica, ingegneria
e altri mestieri di «illuminismo industriale» è stata sostenuta da elevata alfabetizzazione
- tesi di Max Weber: grazie allo spirito protestante (idee orientate v/progresso).

Tesi di David Landes


- l’imprenditorialità= motore dello sviluppo attraverso fattori culturali, politici e istituzionali= bassi
investimenti iniziali ma poi stimolo all’avvio di imprese industriali (struttura della proprietà,
struttura dell’innovazione, incentivi, ricompense):
« La superiorità tecnologica della Gran Bretagna fu frutto del lavoro, dell’ingegnosità, della
fantasia e dell’intraprendenza»

2. L’INDUSTRIALIZZAZIONE EUROPEA ED EXTRAEUROPEA NELL’OTTOCENTO


La storiografia economica si è a lungo interrogata:
- su sviluppo comparato tra Inghilterra e resto del mondo= propongono divisione tra first mover e
late comers.
- su diversi modelli di sviluppo con punti in comune e differenze rispetto a quello inglese.
- su alcuni casi extraeuropei e in che modo sono legati o slegati al caso europeo.
- sulle interconnessioni tra i paesi nello sviluppo europeo= quindi non trasferimento dal centro alla
periferia, ma diffusione pluri-centrica.

Il problema storico della «arretratezza» come chiave per capire i modelli di sviluppo
industriale dei paesi.
- per parlare di sviluppo comparato si usa termine arretratezza economica= industrializzazione
permette ridurre AE di un paese= storici= 2 filoni di pensiero a riguardo:
- Rostow: considera modello inglese come applicabile agli altri casi ma non nella lunga durata=
sono necessari prerequisiti per incentivare industrializzazione= se li ha si produce take off dello svil
econ.
-visione superata da Gerschenkron= pensa caratteristiche dei processi di industrializzazione degli
altri paesi dipendono da grado di arretratezza prima dello sviluppo economico= da considerare i:
> fattori quantitativi = determinano velocità di sviluppo e industrializzazione (paesi + arretrati
crescono + intensamente).
> fattori qualitativi= «fattori sostitutivi» rispetto al modello inglese basato sulla gradualità della
trasformazione.
> fattori istituzionali= gli «ostacoli» all’industrializzazione.

I fattori sostitutivi sono quelli che rompono l’arretratezza= sono principalmente 3:


- banche di investimento= sono le nuove banche miste= specializzate in investimento industriale.
- Stato= politiche statali che incentivano l’industrializzazione.
- ideologia= approcci che vedono l’industria come qualcosa di positivo.
Dopo questi fattori sostitutivi, c’è una fase di decollo.

La tecnologia e il fenomeno dell’imitazione


- i late comers hanno vantaggio tecnologico rispetto ai first movers= producono subito in grande
quantità, utilizzando l’ultima tecnologia e in tempi ridotti.
- accumulazione di innovazioni= non c’è la gradualità della RII.
- fattore decisivo= possibilità di importare tecnologia.
- però hanno anche delle difficoltà= necessità di:
> capitali per avviare processo di sviluppo «in grande» per motivo di innovazione e dimensione.
> manodopera disponibile subito senza lunga transizione da economia agraria a urbana.
- Qui entrano in gioco i «fattori sostitutivi».
La banca e il finanziamento industriale
- industrializzazione inglese fu possibile senza intervento di banche d’investimento a lungo
termine= ruolo della City e delle banche commerciali inglesi esterno all’industria.
- in un paese arretrato invece, industrializzazione rapida, diversificata, subito in grande, e
tecnologicamente avanzata ha avuto bisogno di strutture finanziarie adeguate.
- nasce la banca mista e l’investimento industriale:
> associano attività di breve termine (raccolta e operazioni commerciali) con una a lungo termine
(investimenti industriali coi soldi depositati).
> nascono nuove banche (es francese del Crédit Mobilier).
> queste nuove banche influenzano le vecchie banche commerciali (per es I Rothschild seguono
l’esempio del Crédit Mobilier).
> diffusione nei diversi paesi europei del modello di banca mista.

Il ruolo dello stato


- nel caso dell’Inghilterra, lo stato e le istituzioni pubbliche erano un fattore di lungo periodo, ma
non un attore diretto dell’industrializzazione.
- lo stato, invece, può diventare attore diretto dell’industrializzazione:
> con riforme agrarie (per es. abolizione servitù della gleba= base creazione della manodopera
moderna).
> con riforme istituzionali sul mercato o sull’amministrazione (per creare mercato nazionale, per es
esempio Zollverein tedesco= unificazione mercati degli stati; ma anche infrastrutture
francesi=creazione canali, strade, ferrovie,...)
- ci sono anche altri modi di intervenire:
> ottimizzando risorse naturali di un paese= caso della Francia e del «Code minier»= Napoleone
stava perdendo guerra contro GB quindi stabilisce che tutte le risorse del sottosuolo fr sono dello
stato ma date ai privati per essere usate in modo corretto.
> istruzione e formazione di competenze tecniche specifiche= caso Ecoles ingegneri francesi o
riforma Humboldtiana prussiana.

L’ideologia «industrialista»
- banche e stato da sole non bastano a spiegare fenomeno dell’industrializzazione europea.
- sono i livelli di arretratezza che rendono inutili questi primi fattori sostitutivi se manca un
ideologia (es. Russia zarista).
- gioca ruolo decisivo l’ideologia:
> es. Saint Simon nel caso della Francia= ideologia «industrialista» (industria è positiva in sé=
fattore di miglioramento, modernizzazione e crescita) come religione della «vera nobiltà».
> es. Frederich List nel caso della Germania= ideologia «nazionalista» come base per
l’industrializzazione= idea di una grande Germania accomunata da unificazioni monetarie e
commerciali.

Esempio di «incentivo ideologico» o di ideologia come «fattore sostitutivo»


- in Inghilterra= rivoluzione industriosa o imprenditorialità come spinta verso l’industria (e i suoi
profitti).
- nel caso francese= industria come missione, come «nuovo cristianesimo» o «religione
dell’industria», come «completamento della Rivoluzione», come valore superiore verso il quale
concentrare i propri sforzi.
- serve a rompere uno dei freni principali all’industrializzazione= perpetuarsi modalità di
investimento e arricchimento Ancien régime ed economia preindustriale.
- ruolo saint-simoniani:
> stimolo culturale= creazione ideologia che vede nell’industria stadio superiore dello sviluppo
politico e economico (es. La Marseillaise de l’industrie).
> tra i saint-simoniani si ritrovano personaggi chiave dell’economia e politica francese di metà XIX
secolo (Chevalier, i Pereire, De Lesseps, etc.).

Il «big spurt» o «take off»


- altro concetto di Gerschenkorn= «big spurt» (decollo industriale)= ripreso da concetto di Rostow
di «take off» e da Kutznez (pensa che processo di industrializzazione passa attraverso fase di
crescita intensa).
- secondo Rostow take off precede l’industrializzazione e secondo Kutznez è anticipato da fase
intensa di investimenti e accumulazione che incide nella disuguaglianza (poi diminuito durante
pieno sviluppo).
- Gerschenkron lo colloca dopo fase di sviluppo di «fattori sostitutivi».
- questo concetto è - utile e + controverso pk si individua difficilmente il «take off» o «big spurt»
industriale a livello nazionale pk ogni paese ha diversi ritmi di crescita.
- però problema non è solo quello del »decollo» nazionale (quindi fase iniziale) ma i modelli di
sviluppo nazionali e sovranazionali.

Manodopera, salari e consumi


- industrializzazione europea avviene in contesti che, diversamente dal caso inglese, non avevano
livelli salariali equiparabili, né mercato interno che garantisse sbocco alla produzione industriale.
- molti paesi «late comers» non avevano neanche colonie come riserva di terra, prodotti e mercati.
- dotazioni naturali diverse+ livelli salariali più bassi non rendevano evidente vantaggio di adottare
tecnologie «labour saving».
- molti fattori di lungo periodo spiegano diverse vie dell’industrializzazione europea.

Quale modello per lo sviluppo economico europeo?


- crescita regionale dell’intera Europa (con collaborazione tra vari paesi che si industrializzano
simultaneamente).
- ma con forti differenze al suo interno= «dualismo» o «divario regionale»= ci sono anche vaste
aree di sottosviluppo.
- Sidney Pollard paragona industrializzazione a conquista pacifica dell’industria su territori=
bisogna analizzare industrializzazione guardando all’Europa come regioni diverse non i paesi.
- distinguere quindi fra dato nazionale e dato regionale, costituito da regioni che si industrializzano
seguendo dinamiche comuni.

POV Gerschenkron e Pollard


- Gerschenkron= si interessa al contesto internazionale per capire processo di industrializzazione.
- Pollard= si interessa alle politiche nazionali e contesto regionale che si influenzano mutualmente.
- però in ottica che P. definisce di «differenziale della contemporaneità»= influisce a creare diverse
versioni di capitalismo industriale che assegnano diversa importanza a industrie specifiche.
- esempio chiave di Pollard= ferrovie= chiave per l’Inghilterra ma - rilevanti per Russia o Impero
Austro-Ungarico.
- quindi tecnologie uguali corrispondono fasi di sviluppo e significati diversi rispetto ai sistemi
nazionali e regionali.

Il carbon-coke, «l’esempio» inglese e le vie nazionali


- carbone come fonte primaria non ovunque= solo nelle regioni dove rappresenta alternativa
all’energia idraulica= dove non era un vantaggio, persiste la forza idraulica (e poi idroelettrica).
- non ovunque come base del tessile (persiste energia idraulica).
- obbligata per siderurgia e industria pesante (non solo in Europa, ma anche USA e Giappone).
- innovazioni per generalizzare tecnologia: da puddellaggio a metodi più moderni come convertitore
Bessemer= recupera molta energia e produce acciaio migliore.
- base per industria chimica.
- sviluppi asincroni (per es. Usa) per grande disponibilità di legname.
- compresenza di diverse energie e paradigmi tecnologici nell’evoluzione della tecnologia e
dell’industria.

Alcuni casi nazionali: affinità e divergenze dal “modello” inglese?


Belgio
- grande dotazione naturale di Coke= parte dei «Paesi neri».
- nuclei di industrializzazione pesante a partire da siderurgia importata da Inghilterra= caso di John
Cockerill= imprenditore inglese che emigra in Belgio.
- nuclei di industrializzazione leggera= industria tessile laniera e cotoniera.
- caso tipo di somiglianza al modello inglese (similarità risorse naturale, tradizione marittimo
commerciale e proto-industria nelle Fiandre).
- con estensioni progressive: importante vetro (base coke), meccanica e cantieristica, oltre che paese
pioniere nell’industria chimica moderna (Solvay). Inoltre= «fattore sostitutivo» importante= banca
mista= Société Générale de Belgique.
- ma con caratteristiche di «piccolo paese»: poca popolazione= necessità importare risorse e trovare
mercati d’esportazione.

Francia
- a lungo perdurano interessi agrari e settore primario e scarso «spirito imprenditoriale»=
contraddetto da Barjot nell’indagine ‘Patrons du 2° empire’)= dimostra persistenza artigianato e
«industrie naturali».
- ma importanti eccezioni:
> imprese siderurgiche come Schneider a Le Creusot per carbone e acciaio;
> imprese tessili (cotone, lana e seta= Lione) e meccaniche (Peugeot) e nuove industrie (Michelin).
- anche fattori sostitutivi:
> nel lungo periodo= ruolo dello stato= = colbertismo= intervento dello stato nell’economia= es.
Saint Gobain= impresa statale per produrre vetro e non importarlo da Venezia.
> nel breve periodo= stato= ferrovie, infrastrutture (canali) e formazione (tecnica e gratuita= es.
ingegneria).
> fattore ideologico= banche saint-simoniane= Crédit Mobilier dei fratelli Perèire= saint-
simoniani= riprese da banche + moderne come Crédit Lyonnais.
- però= ituazione nazionale non rappresenta fiorire di vasto mercato interno ma grande mercato
concentrato a Parigi= dualismo= da una parte città moderna dove c’è consumismo ma dall’altra
territorio agrario legato a sussistenza= imprese industriali rimangono di piccola taglia e seguono la
traiettoria tecnologica inglese (dove possibile).

Germania
- paese favorito per «dotazioni naturali» ma sfavorito per frammentazione politica.
- per questo= ruolo centrale dello Zollverein (unificazione commerciale e monetaria) e
dell’unificazione politica.
- sviluppo che si discosta fortemente dall’es inglese:
> attiva partecipazione dello Stato nella creazione di un mercato nazionale.
> stretto rapporto tra banche e imprese= imp ruolo della banca mista)= si produce effetto che
Hilfering definisce come Das Finanz Kapital= capitalismo finanziario= banche non solo finanziano
ma possiedono.
> stretto rapporto tra scienza e industria= secondo Murmann esisteva co-evoluzione= nuova
industria ha bisogno di nuove competenze.
- settori chiave= tipici RII (ferrovia, siderurgia, metallurgia, meccanica) ma anche elettromeccanica
(Bosh) e carbochimica (Bayer).
- uno dei paesi con + crescita industriale= 3%
- concentrazione industriale in cartelli= accordi per evitare concorrenza interna= puntano sulla
esportazione.
- industrializzazione non di beni di consumo ma di «beni strumentali» che possano penetrare i
mercati d’esportazione.

Russia e Impero Austro-ungarico


- forti freni istituzionali e regione largamente contadina e agricola per la Russia (servitù della
gleba).
- forte regionalismo nell’impero asburgico= Boemia simile al Belgio, ma resto profondamente
arretrato.
- Russia dei zar promuove industrializzazione dall’alto= es delle ferrovie= si sviluppa sistema
ferroviario più esteso d’Europa in km= ma non trionfa pk non collega mercati e poggia su fattori
esterni (imprese e tecniche provenienti dall’estero).
- reddito pro-capite bassissimo + analfabetismo + freni istituzionali= stato come fattore sostitutivo=
non sufficiente, anzi «aggravante»:
> si crea circolo vizioso= zar cerca investimenti esteri= neutralizzati dalla società= stato si indebita.
- In definitiva= sforzo enorme dello stato ma effetti molto modesti pk non si sviluppa spirito
imprenditoriale.

Italia
- forte dualismo tra Nord e Sud.
- attività proto-industriali tessili= in alcuni diventano attività industriali anche nella seta (non solo
cotone e lana) ma contesto agricolo e settore primario non declinano. Inoltre, dualismo causa
divisioni politiche.
- assenza di carbone e industria pesante salvo eccezioni nel «triangolo industriale» Milano- Torino-
Genova (Fiat ma anche industrie nuove, come Pirelli).
- Gerschenkron nota che dopo unificazione= fattore sostitutivo importante= intervento Stato=
favorisce sviluppo industrie pesanti=es Terni (dipende da stato sia per finanziamento come per
domanda).
- altro fattore sostitutivo= banche miste= Credito mobiliare, Banca generale, Banca Commerciale
Italiana (oggi Intesa) e Credito Italiano (oggi Unicredit).

Stati Uniti
-distacco profondo dal caso inglese ma non per fattori sostitutivi:
- per l’American System of Manufacturing= nuovo tipo di produzione.
- teoria di Habakkuk= maggiore standardizzazione, meccanizzazione e strategie di labour saving
causate da:
> scarsezza manodopera specializzata;
> vasto territorio;
> salari industriali + alti ancora di quelli inglesi.
- ricadute profonde sul mercato (semi-consumismo) e sulla struttura delle imprese (big business).
- guerra di secessione= svolta chiave per storia industriale americana= spinge domanda di
armamenti.
- conseguentemente porta a sviluppo anche di settori di alta meccanizzazione (armi, macchine
agricole, macchine da cucire, serrature, pentole etc.)= seguono strategie di «dimensione e
diversificazione» ma orientate sui beni di consumo e sul mercato nazionale.

Giappone
- rottura profonda che permette industrializzazione grazie alla «restaurazione Meji» (dopo periodo
dello shogunato Tokugawa):
> prima chiusura netta verso l’estero e potere centrale molto debole;
> poi apertura al commercio e tecnologia e ritorno (per quello restaurazione) del potere imperiale:
1) importazione massiccia di tecnologia estera;
2) invio di giovani in formazione in Europa con borse di studio.
- possibile pk imprenditorialità già c’era nel lungo periodo (fine feudalesimo nel XVIII secolo)=
pensavano che aumento produzione determina aumento ricchezza.
- industrializzazione attraverso famiglie «nobili» (arricchite nei sec precedenti grazie al settore
agricolo) che creano forme specifiche di imprese= Zaibatsu (Mitsubishi).

3. L’apogeo della capitalismo liberale ottocentesco

Il modello di globalizzazione del XIX secolo

Karl Polanyi, La Grande Trasformazione, 1944


- prima del 1914 e in maniera crescente da metà del 19° secolo in poi, l’economia globale era
liberale e i paesi partecipanti erano indipendenti ma interconnessi tra di loro.
- per essere così, questa economia poggiava su 3:
> laissez-faire= libero scambio;
> Gold Standard
> Haute finance= classe di finanzieri e banchieri. Che tenevano insieme i centri finanziari
internazionali.

I capisaldi della globalizzazione liberale ottocentesca


1. adesione del paese + forte industrialmente (UK) al libero scambio= punto di svolta=1846=
abolizione delle Corn Laws (protezioni doganali della produzione agricola)= focus sulla
specializzazione industriale a scapito dell’agricoltura.
2. adesione degli altri paesi alle regole gioco commerciali= punto di svolta=1860= trattato
commerciale Cobden Chevalier con la Francia (per abbassare tariffe doganali) che contiene clausola
della «most favoured nation» (MFN)= obbliga di offrire le stesse condizioni commerciali a tutti i
partner commerciali= condizione + favorevole applicata a tutti i partner.
3. adesione progressiva degli altri paesi alle regole del gioco monetarie e finanziarie= sistema della
parità aurea o «Gold Standard»= creato dalla Bank of England nel 1819.

Le origini del Gold Standard


- prima, i sistemi monetari erano praticamente tutti «bimetallici»= basati su pagamento in oro e
argento.
- base del bimetallismo era garantita dal contenuto metallico delle monete = ma i governi facevano
di tutto per impedire l’uscita di metallo (politiche «mercantiliste»).
- fine XVIII secolo in UK oro si impone sempre + come base monetaria= base delle grandi
transazioni (ne serve - per via del valore maggiore), mentre c’è ritirata dall’argento (che si svaluta).
- con guerre napoleoniche= sospensione convertibilità.
- 1819 = ripristino convertibilità e vittoria della corrente «bullionista» (economista Ricardo)= basata
sull’oro e libero-scambio per quanto riguarda il movimento dei metalli preziosi.

Le caratteristiche del «gold standard»


- oro come base (standard) del valore delle valute nazionali.
- basato su cambi fissi= ogni valuta ha un valore fisso rispetto all’oro e dunque c’è un valore fisso
tra tutte le monete nazionali aderenti.
- basato sull’idea che i prezzi interni di un paese siano in relazione alla sua posizione internazionale
- essa si esprime attraverso la bilancia dei pagamenti= se entra o esce oro in un sistema monetario,
si hanno degli effetti momentanei (inflazione/deflazione) per poi tornare ad un equilibrio.
- questo si basa sulla teoria dell’equilibrio automatico della bilancia dei pagamenti di David Hume
= ripresa da Ricardo= riassunta nella formula M•V = P•T (massa monetaria x velocità di
circolazione= prezzi x numero di transazioni)= esportazione>entrata di oro>aumento massa
monetaria>inflazione>aumento prezzi>importazione>uscita oro>diminuisce massa
monetaria>prezzi diminuiscono.
NB= bilancia commerciale= importazioni – esportazioni;
bilancia dei pagamenti= bilancia commerciale+ partite invisibili (entrate e uscite finanziarie).

Il problema politico dell’adesione al «Gold Standard»


- si deve aderire non solo all’oro come base, ma anche alle «regole del gioco» e obiettivi politici che
implicano la sua adozione:
> libera circolazione dei capitali e delle merci:
1) i paesi non devono prendere iniziative per accumulare «troppo» oro, ma quello che serve alla
circolazione interna (riserve);
2) la protezione doganale è inutile (e dannosa) pk sistema è efficiente se lasciato libero;
3) tutti i paesi possono trarre vantaggi dal commercio estero se aderiscono al sistema.
> accettazione del sistema dei «cambi fissi».
> accettazione delle regole del gioco= politica monetaria indipendente.
- Trilemma di Obstfeld-Taylor= creato da 2 economisti che pensano che solo 2 dei 3 macro-
obiettivi di questo sistema sono perseguibili assieme= nel caso del GE il cambio fisso è
obbligatorio.

Non solo automatismi


nonostante economisti abbiano descritto GS come legato ad automatismi (processo logico-
matematico), per funzionare ha bisogno:
- di un’economia leader che controllasse il sistema (es= operazioni sui tassi di cambio per attirare
oro o fare uscirne se il meccanismo si inceppa).
- cooperazione delle banche centrali ma anche loro indipendenza nell’attuazione del sistema=
politiche che mantengano i cambi fissi tra le varie monete.
- adesione politica agli obiettivi economici (creando politiche monetarie e fiscali «sane»).
- libero scambio senza che gioco di import e export sia falsato e che la libera circolazione dei
capitali non sia ostacolata.

Cronologia e alternative al «Gold Standard»


- 1865: unione monetaria latina (bi-metallico, centrato su Parigi)= monete interscambiabili con
parità moneta da 25 Franchi in oro = 1 sterlina.
- aderiscono Francia, Belgio, Italia, Spagna, Austria-Ungheria, Grecia…

Adesione al «gold standard»


1871: Germania
1874: Danimarca, Olanda, Norvegia, Svezia
1878: fine bimetallismo
1886: Giappone
1892: Austria-Ungheria
1896: India
1895-1897: Russia
1900: Stati Uniti

Ricadute positive del «Gold Standard»


- tasso di inflazione molto moderato, quasi inesistente nonostante la crescita economica (aumento
domanda e offerta globali).
- fortificazione delle finanze statali= buone pratiche e creazione della banca centrale moderna.
- sistema «+ solido» del bimetallismo, che invece comporta tensioni continue sul valore tra oro e
argento dando vita a speculazioni e difficoltà di mantenere il sistema di parità.
- sistema + solido perché poggia sulla capacità di coordinazione del Bank of England.
- essa compiva operazioni di bilanciamento macro-economico attraverso utilizzo del tasso di
interesse: drenaggio riserve oro doveva essere controbilanciato da aumento tasso di sconto, mentre
aumento riserve doveva essere controbilanciato da diminuzione del tasso di sconto.

L’integrazione dei mercati


- innovazioni nelle comunicazioni= decisive per interconnessione= telegrafo, telegrafo
transatlantico, ufficio internazionale del telegrafo= permette trasmissione info in tutto il mondo in
poche ore.
- estensione sempre + capillare delle ferrovie e applicazione del vapore alla navigazione.
- nuove infrastrutture= canale di Suez e canale di Panama.
- tutte queste innovazioni portano a esplosione nel volume commercio merci: 25 volte tra 1800 e
1913.

Accordi commerciali (MFN)


- tra 1840 e 1860= Inghilterra fa accordi di libero scambio con Olanda, Scandinavia, Portogallo,
Svizzera= economie relativamente piccole.
- salto di qualità= 1860= Francia= idee che spinsero la Francia erano molto diverse da quelle che
avevano spinto la GB ad optare per il libero scambio
- In FR= tagli doganali non così importanti per il reddito, ma comunque accompagnati ad un
prestito di 38,4 milioni di franchi per modernizzare l’industria.
- da lì in poi, MFN anche tra Italia, Zollverein, FR e GB nei loro accordi bilaterali con successive
riduzioni.
- in questi anni= Germania è ancora prevalentemente agricola.

Aspetti importanti da tenere presenti quindi


- Gold standard, libero scambio e MFN= regole del gioco= UK= organizzazione leader a livello
globale.
- importanza delle «infrastrutture finanziarie e commerciali»
- fine mentalità mercantilista per aderire al libero scambio come:
> motore sviluppo industriale;
> via necessaria per «partecipare» alla prima globalizzazione.
- tuttavia:
> finalità e modalità diverse nella partecipazione al commercio internazionale.
> ambiguità tra industrializzazione e libero mercato e esiti diversi nella partecipazione alle regole
del gioco.
- da qui= ripensamento del libero mercato stesso (cf. prossimi capitoli).

Bilancia dei pagamenti UK specifica


- negli anni 1850= bilancia commerciale UK deficitaria= importazioni maggiori rispetto alle
esportazioni= importa materie prime ed esportare manufatti.
- questo «deficit» era compensato da transazioni «invisibili»= di natura commerciale e finanziaria
(profitti ottenuti da trasporti, assicurazioni, interessi sugli investimenti esteri, ecc).
- però hanno struttura commerciale estera diversificata (importano da molti paesi ed esportano per
altrettanti)= questo non crea dipendenze da uno specifico paese/merce.
NB=
> bilancia dei pagamenti è sempre in pareggio= non vuol dire in «equilibrio» ma pari a 0= surplus
o deficit ricompensato da crediti o debiti.

La Gran Bretagna ha tutto da guadagnare dal sistema liberale


- importa derrate alimentari e materie prime industriali a basso costo.
- esporta prodotti industriali ad alto valore aggiunto.
- partecipa all’economia globale come esportatore di capitali e come commerciante.
- gli altri paesi invece possono partecipare al sistema liberale come:
> esportatore= di beni industriali, di beni agricoli o di capitali;
> importatore= di beni industriali, di beni agricoli o di capitali.
- ci sono diverse modalità di partecipazione:
> volontaria: paese aderisce volontariamente;
> semi-volontaria: paese è spinto ad aderire;
> «imperiale»= paese è obbligato ad aderire.

1. Gli scambi volontari


- paesi europei:
> Francia= gran desiderio industriale= prevalentemente come esportatore di beni agricoli
(soprattutto v/ UK) e capitali= ruolo finanziario diventa + importante.
> Germania= fino a 1870 partecipazione con l’agricoltura=poi con industria, investimenti esteri
(Siemens) e intermediari commerciali (creano reti commerciali che importano materie prime che
non passano dai commercianti inglesi).
> Russia= esporta grano ma importa tecnologia e capitali.
- paesi non europei:
> Canada= partecipazione con materie prime e grano (regione di Manitoba).
>Tailandia= esporta riso.
> Lagos (attuale Nigeria)= esporta cotone e olio di palma.

2. Gli scambi «semi-volontari»


- è il caso dell’America Latina= contraddizione interna
- da un lato=indipendenza nel’ 800.
- dall’altro= partecipazione al commercio internazionale come «cash crops»= economie di
piantagione di beni agro-alimentari= dipendenza economica dai paesi «clienti».
- però ci sono anche nuove produzioni legate a innovazioni tecnologiche= carne Angus in
Argentina e guano (escrementi gabbiano come fertilizzanti) in Perù.
- loro infrastrutture sono finanziate, gestite e volute da interessi industriali europei (principalmente
UK, FR e poi USA)= quindi non è fenomeno di integrazione commerciale ma sfruttamento di
queste risorse.
- problema della «staple economies»= + lavoro è produttivo> - produzione è costosa in termini di
risorse naturali e + scambio con prodotti importati è positivo.

3. Gli scambi imperiali


- nasce termine imperialismo (cognato da Hodson)= fenomeno in cui maggior commercio
internazionale ha portato a crescente rivalità tra le potenze= nuova colonizzazione di territori
africani e asiatici per ottenere risorse da inserire all’interno della propria economia nazionale,
estendendone i confini.
- permette integrazione dei mercati ma anche vantaggi finanziari pk permette realizzare investimenti
esteri= 2 grandi potenze che investono sono UK e FR.
- pk investire all’estero?= secondo Hodson pk garantisce tassi di interesse maggiore (pk zone
vergini= senza globalizzazione) e permette di remunerare meglio gli investimenti.
- evoluzioni successive:
> politiche protezionistiche= critica al libero scambio.
> imperialismo coloniale= fine XIX secolo (cap. 5).

Globalizzazione ottocentesca: problema dell’egemonia inglese e dei vantaggi dello scambio


degli altri paesi
- globalizzazione del’800 è liberale pk poggia sul liberalismo come ideologia e come istituzione
economica.
- infatti mercato globale è una regola del gioco pk come istituzione cambia modus operandi
economico dei paesi.
- comporta nascita di «one market»= mercato con convergenze e unificazione dei prezzi= prima
erano su base regionale.
- in seguito, questa fase sarà ribaltata da:
> seconda rivoluzione industriale (cap. 4);
> crisi di fine secolo (cap. 5);
> sepolta dalla deglobalizzazione tra le due guerre mondiali (cap. 6) .

Divergenze e convergenze

Effetti globali dell’industrializzazione europea (e americana) e delle regole del gioco


rappresentate dalla «globalizzazione liberale ottocentesca»
- storici americani negli anni 2000 si chiedono sulle radici della Grande Divergenza (motivi per cui
Europa e USA ottengono tutti i vantaggi di questo sistema ma altre aree no)= molti storici pensano
abbia radici antiche.
- però, Pomeranz nota come i livelli di vita, di consumo, le istituzioni commerciali etc. si
rassomigliano tra Europa e Asia fino al XIX secolo.
- poi, rapida accelerazione nel XIX secolo= industria, tecnologia e capitalismo in Europa e Usa=
quindi da la colpa della divergenza all’industrializzazione a alla globalizzazione.

Pensiero di Pomeranz
- secondo Pomeranz, in Cina nel’800 c’era un livello di produttività pari a quello inglese ma quando
globalizzazione inizia la situazione cambia= Cina si trova a metà tra partecipazione non-volontaria
e imperiale.
- nel’600 la Cina si era chiusa ma gli inglesi iniziano guerra dell'oppio per costringerli ad
acquistarlo= questo porta al trattato di Nanchino= apre i porti cinesi e stabilisce dei protettorati sotto
controllo occidentale.

4. La seconda rivoluzione industriale e la grande impresa

Non esattamente una prima, seconda, terza, una quarta… rivoluzione industriale
- pk nessuna ha avuto impatto della prima ma piuttosto:
> nuovi paradigmi tecnologici (elettricità, petrolio, nuovi materiali…) e scientifici (relazione tra
scienza e industria più urgente).
> nuovi paradigmi produttivi/organizzativi= nascita del «big business» (capitalismo manageriale) e
del management moderno.
> nuove potenze industriali e nuovi equilibri internazionali= USA, Germania sfidano industria
inglese (declino UK).
- queste nuove tecnologie si inseriscono insieme a quelle precedenti, non le sostituiscono.
- questa rivoluzione avviene in un contesto di forte integrazione dei mercati= capitali, merci e forza
lavoro si muovono con grande facilità.

Dal sistema tecnologico «carbone-ferro-vapore» a quello «elettricità-petrolio-acciaio»


- Cos’è un sistema tecnologico ?= secondo Gill, è l’insieme di tecniche interdipendenti e coerenti
tra di loro.
- altri lo definiscono come un paradigma tecnologico che porta a diverse innovazioni a cascata, che
generano cicli di sviluppo economico definiti (secondo Schumpeter).
Schumpeter
- da spiegazione ai cicli di Kondratiev sull’andamento circolare dell’economia = secondo lui i
paradigmi tecnologici seguono un ciclo d’affari= nascono, si sviluppano ed entrano in declino=
pensa che i nuovi sistemi tecnologici creano nuove opportunità, ulteriori innovazioni a cascata e
possibilità alle vecchie industrie di ammodernarsi, ma non eliminano completamente le tecnologie
del sistema precedente.
- per capire funzionamento innovazione la distingue dalla invenzione= una invenzione diventa una
innovazione solo se trova applicazione economica= ci sono innovazioni di rottura (creano cose
nuove) e incrementali (migliorie).
- 5 tipi di innovazioni di rottura:
1. di prodotto= si crea prodotto che non esisteva prima;
2. di processo= nuovo modo di produrre un prodotto;
3. di approvvigionamento= si usa materia prima diversa per produrre prodotto;
4. commerciale= viene trovato nuovo utilizzo;
5. organizzativa= nuova organizzazione della produzione.

Le innovazioni «schumpeteriane» della Seconda Rivoluzione industriale


Convertitore Bessemer e Siemens/Martin, coloranti sintetici, dinamite, plastica, industria elettrica,
telefono, navi frigorifero, bicicletta, procedimento acciaio Gilchrist Thomas, fonografo e
cinematografo, automobile, alluminio, petrolio, grattacieli, pneumatici, aspirina, radio.

Esempio di tecnologia della seconda rivoluzione industriale: l’acciaio «elettrico» e l’elettro-


metallurgia
- elettricità permette di produrre cose che prima erano prodotte con altre fonti energetiche= ‘acciaio
elettrico’= apre porte alla elettrometallurgia= uso forni elettrici= permette ottenere acciaio + puro
- elettricità modifica problema carbone come «dotazione naturale» per ’industrializzazione.
- elettricità cambia geografia produttiva e viene usata come base per:
> siderurgia (acciaio);
> nuova metallurgia (alluminio, etc.);
> chimica e elettrochimica (carburi, etc.).

La nascita del Big Business americano


- attenzione= nuovo paradigma non sostituisce totalmente il vecchio.
- carbone, siderurgia etc. continuano ad esistere (compresenza) e anzi vengono integrate da nuove
tecnologie e innovazioni tecnologico-produttive.
- i settori vecchi (per es. tessile) crescono di taglia e sono + meccanizzati ma restano con gran
manodopera.
- invece, nei settori tipici della 2RI, dovuto al loro aumento di dimensione comporta una
riorganizzazione del sistema di fabbrica per ridurre i costi unitari al crescere del volume di
produzione= questo si chiama rivoluzione manageriale e nasce negli USA.

Il nuovo paradigma organizzativo


- nei settori della 2RI si produce fenomeno= economia di scala= consente abbassamento
progressivo dei costi man mano che cresce la produzione (taglio di efficienza minima= limite al di
sopra del quale costo unitario inizia ad abbassarsi). Questo succede pk ci sono investimenti fissi
indipendenti dal volume di produzione.
- questo fenomeno è accompagnato anche da rivoluzione del pensiero economico= nascono le teorie
marginaliste= pensano che il valore di un oggetto dipende dall’incontro tra utilità e offerta=
manager cominciano ad avere libri di questi economisti per formarsi matematicamente.
- NB= si possono produrre diseconomie di scala se il manager non ha le competenze per guidare la
produzione e finisce avendo costi unitari maggiori.
- un altro fenomeno possibile sono le economie di flusso= imprese hanno bisogno di coordinazione
estrema tra merci e persone per sfruttare meglio l’economia di scala.
- in sintesi, le e economie di scala dipendono soltanto dalla tecnologia, mentre quelle di flusso
dipendono dall’organizzazione umana per sfruttare il potenziale tecnologico.

Big business all’americana


- Chandler pensa che questo sistema ha avuto successo pk queste imprese hanno compiuto un
triplice investimento iniziale in:
> economie di scala (che raggiungono taglio efficienza minima) e di integrazione verticale (che
permette creare economia di flusso).
> marketing e diversificazione= impresa deve saper vendere.
> management moderno= creare gerarchie manageriali per gestire meglio l’industria.
- i «first movers» della 2RI hanno eseguito questi 3 investimenti, creando imprese moderne.
- dopo aver organizzato le imprese in maniera moderna per gestire i nuovi flussi, queste imprese
continuano a crescere con vantaggio pk sono state le prime a seguire queste strategie.
-aspetti specifici del big business:
> nuovo rapporto tra impresa e mercato: necessità di marketing e di avere rapporto diretto con la
clientela (inizia «società dei consumi»).
> imp ruolo della R&D (ricerca e sviluppo)=bisogno di gran numero di laboratori di ricerca e di
persone con competenze tecniche e scientifiche.
> nasce organizzazione scientifica del lavoro (es. Taylorismo e Fordismo) = standardizzazione
compiti, uso catena di montaggio, cronometraggio tempo impiegato= uomo diviene ingranaggio di
macchina= lavoro diventa alienante e ripetitivo.

Evoluzione della struttura della grande impresa americana


- secondo Chandler le imprese americane dal 19° sec passano da forma «multifunzionale» (U-
Form= utility form)= avevano una certa gerarchia.
- a forma «multidivisionale» (M-Form) pk sono talmente grandi che devono essere divise in settori.
- questa crescita è caratterizzata da livelli gerarchico-organizzativi sempre più complessi,
caratterizzati anche da grandi laboratori di ricerca dedicati alla «R&D».
- l’impresa americana era anche «multinazionale»?
- NO!=ci sono casi emblematici= es Singer= prima multinazionale americana.
- grande imprese americana in questa fase è concentrata sul proprio mercato nazionale.
- forma «multinazionale» è successiva e Chandler la colloca negli anni 1950-60.

Big business: opportunità e vincoli


- emerge negli USA= diventa modello internazionale per «large corporations».
- emerge in maniera diversa in Germania= poggia sull’industria pesante.
- non emerge in maniera diffusa in UK= ci sono casi di imprese manageriali (Pilkington),ma non si
generalizzano.
- in sintesi= opportunità della 2RI non vengono colte nella stessa maniera dai 3 paesi + avanzati a
livello internazionale.

Il big business americano:prerequisiti del suo sviluppo specifici


• alto livello di meccanizzazione e standardizzazione= base dell’American System of
manufacturing= produrre meccanismi composti da parti che si adattano tra loro con tale precisione
che si può inserire componente di uno in un altro senza aggiustamenti.
• reddito procapite e salari industriali + elevati= permette comprare beni non solo di sussistenza.
• vasto mercato nazionale.
• West= valvola di sfogo per cittadini insoddisfatti dai salari.
- tutto questo alimenta spinta ricerca scientifica, utilizzo dell’ingegneria, emergere di R&D e
creazione di prodotti sempre più complessi.
- in questo ha ruolo chiave dell’istruzione: MIT, Harvard,...=formazione tecnico-scientifica privata
ma promossa dall’industria (paga professori, concede borse, ecc).
- ha anche un ruolo molto imp la Guerra civile americana:
> prima guerra industriale moderna;
> modifica gli equilibri economici nazionali (nord industriale v. sud agricolo);
> NB= dopo 1860= modello economico americano comincia ad essere in modo crescente
protezionistico (cap. 5).

Le caratteristiche del big business americano


• il settore principale in cui si svolge la rivoluzione manageriale è le ferrovie:
> famoso esempio= Andrew Carnegie= manager di una delle principali imprese ferroviarie;
• permette sviluppo Wall street e delle banche d’affari americane (es. Rockefeller).
• che hanno sistema di finanziamento diverso di quello delle banche miste europee= le europee sono
bank oriented (finanziano le imprese) mentre le americane sono market oriented (favoriscono
inserimento in borsa= classe media sviluppata può comprare azioni).
• si crea capitalismo molto competitivo= nasce Sherman Act= prima legge anti-trust della storia=
per evitare abusi legati al potere delle big business.

Big Business e casi nazionali: Germania e UK


- Chandler analizza diversità e analogie tra questi 2 casi.

Per Chandler
- Stati Uniti= capitalismo manageriale competitivo= efficienza e crescita è garantita dalla
concorrenza.
- Germania= capitalismo manageriale cooperativo= non c’è istituzione che spinga concorrenza
quindi cooperavano attraverso accordi e cartelli.
- Gran Bretagna= ferma a capitalismo famigliare.

Altri approcci
Chandler si limita ad analizzare il contesto micro-economico ma si possono adottare altri approcci:
- dinamiche finanziamento industriale= come e da chi è finanziata l’industria;
- mercati di riferimento= se è nazionale o estero.
- ruolo innovazione tecnologica e ricerca
- ruolo politiche nazionali= scambi con l’estero e istituzioni economiche nazionali.
Questi fattori dimostrano che in alcuni paesi non si produce la rivoluzione manageriale per
mancanza di opportunità.

Grande Industria Inglese


- esistono alcuni esempi di imprese manageriali= Pilkington.
- ma in generale l’industria si concentra in beni di largo consumo e prodotti che non richiedevano
tecnologie troppo sofisticate.
- struttura imprese resta ancorata a capitalismo famigliare= imprese di piccola-media taglia senza
gerarchie manageriali.
- questo è causato da scarsa importanza dell’educazione «industriale»: mancano managers e tecnici
con formazione specifica (Cap. 2).
- inoltre, non c’è sistema di finanziamento industriale non basato sulla City= centro finanziario
globale ma che non investe nell’industria inglese e le sue necessità.
- possiede ancora una leadership finanziaria internazionale ma perde progressivamente leadership
industriale.
- resta ancorata alle tecnologie della 1RI per diversi motivi:
> struttura molto + «ineguale» della società inglese= pochi borghesi ricchi e molti proletari;
> ancorata al capitalismo famigliare= successione generazionale = si produce legge dei
Buddembruck= nonno crea impresa> padre la porta avanti anche senza essere visionario> figlio la
rovina.
> finanza non interessata all’industria= è focalizzata sui profitti finanziari/commerciali.= City non
interessata ai bassi profitti industriali= adottano «Exit strategy» o «gentlemanly capitalism»=
investimento all’estero legati alla struttura della bilancia dei pagamenti inglese= in deficit
commerciale quindi quella finanziaria deve essere tenuta in equilibrio con profitti di finanze
internazionali= questi investi menti però rimangono come «free standing company»= investimento
non creano forma organizzativa tra i 2 paesi ma rimane puro investimento finanziario.
> mancanza mercato unitario comparabile a quello Usa= però mercati esteri erano ancora decisivi=
esportava merci per il 30% del PIL, ma concentrandosi nei settori della Prima rivoluzione
industriale (ferro, filati di cotone e carbone)= esportano prodotti non + innovativi e che producono
tanti altri paesi.

Il big business alla tedesca


- capitalismo manageriale concentrato in settori di investimento e ad alto contenuto tecnologico
(siderurgia, chimica e meccanica, elettromeccanica), che richiedevano:
> gerarchia manageriale
> grandi investimenti
> intensa attività di R&D
> ma questo non vuol dire orientate al consumo (caso USA) ma per realizzare ‘business to
business’= fornitori di altre imprese.
- però, caratteristica specifica del modello tedesco= «Finanzkapital» (= banche diventano
proprietarie e gestori delle grandi imprese) e nascono banche specializzate nell’industria (es.
Deutsche Bank).

Ruolo delle banche tedesche


- banche sono al centro del sistema ma non come intermediari (USA) ma come proprietari
«azionisti» che influenzano le scelte strategiche delle imprese.
- management caratterizzato da:
> interlocking directorates= banca finanzia diverse imprese dello stesso settore mettendo come
direttore la stessa persona;
> per questo motivo c’è alta cartellizzazione (Kartell, Konzern)= non sanzionata dal potere
pubblico, ma anzi aiutata= base del capitalismo manageriale «cooperativo»;
> centralità mercati esteri per esportazione di beni industriali= cartelli aiutano a sviluppare alta
competitività all’estero (invece che tra imprese nazionali).
> paese ancora agricolo= non ha bisogno di importare dall’estero.

Sistema educativo tedesco


- sistema industriale tedesco era sostenuto da sistema educativo efficace basato sulle:
> Technische Hochschulen (Ingegneri) per la tecnologia;
> Handels-Hoschschulen (managers) per economia, diritto etc.
- Nel caso della tecnologia= esempio dei colorant= secondo Murmann= invenzione inglese ma
sfruttato a pieno dalla Germania c’è collaborazione tra:
> imprese;
> tecnologia;
> istituzioni;
- quindi= stato= fattore sostituivo chiave= aiuta sviluppo assumendosi responsabilità
dell’educazione e alta formazione.

5. La crisi di fine secolo, l’imperialismo e i nuovi equilibri internazionali


- fine ‘800 definita come belle époque= periodo ambivalente: da un lato rappresenta nascita
capitalismo liberale ma dall’altro ci sono eventi negativi= adozione politiche protezioniste+
neocolonialismo+ crisi economiche.

Il «modello inglese» di globalizzazione contestato, ma non distrutto


- l’espansione economica basata sul commercio e sul libero scambio che arriva nella «Belle
époque» aveva permesso:
> aumento mercato globale per manufatti;
> cambiamento della sua composizione;
> competitività
- tuttavia ci sono 3 contraddizioni principali:
1) natura politica= alcuni paesi adottano politiche protezioniste (Stati Uniti, Germania,…);
2) natura economica= fine crescita ininterrotta e inizio crisi cicliche come risultato della crescente
integrazione dei mercati;
3) esistenza dello scambio non libero (imperialismo e colonialismo) e di politiche imperiali che
accompagnano processo di integrazione dei mercati.
NB= tutto questo significa globalizzazione contestata ma non de-globalizzazione (cap 7).

L’economia della «Belle époque» (1880-1914)


- termine coniato dopo IWW per descrivere contesto di «prima» come migliore.
- caratterizzato da grande integrazione economica, crescita e massima libertà nei movimenti di
persone, beni e capitali.
- era una «società planetaria»= cambio percezione tempo e spazio= esempio= adottate zone di fuso
orario basate sul meridiano di Greenwich.
- periodo di pace= assenza di guerre.
- contrasto con periodo successivo= 2 guerre mondiali in 30 anni.

Realtà
- in realtà, economia di fine 19o secolo è caratterizzata da serie di crisi economiche che spingono
molti paesi a mettere in discussione la globalizzazione ottocentesca.
- sono crisi di tipo diverso rispetto a quelle del Ancien régime (legate a crisi alimentari e con effetti
locali):
- queste sono crisi «industriali»= si estendono velocemente, durano di + e colpiscono tutto il
mercato:
>1857= crisi per sovrapproduzione grano negli USA= si estende al resto dell’economia e del
mondo;
> 1866= scarso cotone per guerra civile USA= si estende al resto dell’economia e del mondo;
> 1873= «grande depressione»= per quasi 20 anni i prezzi mondiali delle materie prime rimangono
bassi= nasce come crisi finanziaria dopo guerra franco-prussiana= GER chiede riparazioni di guerra
alla FR.
> 1890= crisi di Baring= dinastia inglese che investe in Argentina che ha crisi agraria e finanziaria>
famiglia legata alla City= si propaga internazionalmente (anche IT per rimesse immigrati).
> 1907= crisi del Trust Knickerboker= banca Wall Street fallisce= si diffonde al resto del mondo
dovuto ai collegamenti con altri centri finanziari internazionali.
> 1914= crisi di Borsa a Londra.= Bank of England tenta di rimediare alterando tasso interesse ma
fallisce e IWW peggiora situazione= secondo De Cecco se IWW non fosse scoppiata, questa crisi
avrebbe messo fine al GS.

L’economia globale come sistema unitario


1. finanza diventa problema per contagio crisi internazionali dalla periferia al centro oppure da un
settore all’altro
2. integrazione dei mercati ordinato dal «one price» (grano ha stesso prezzo in ogni paese) provoca
trasmissione crisi da un paese all’altro= impatto diverso da un paese all’altro:
> importante per «staple economies» pk hanno economie molto specializzate (es Argentina con
grano e carne);
> minore per paesi con economie diversificati (dipende anche delle politiche industriali).
3. problema GS= permette diffusione del contagio= Bank of England svolge compito del
«pompiere» in casi di crisi.
4. flussi migratori globali come risposta alle crisi= consento no di migliorare situazione economica
delle persone ma anche dei paesi di arrivo e partenza.

I flussi migratori della belle époque


I flussi migratori globali
- molti paesi partecipano all’economia internazionale del’800 esportando manodopera (Italia,
Germania, Cina,...).
- come avviene la migrazione?= in maniera libera e non regolata (non significa non controllata):
> assenza passaporto e permessi di soggiorno= solo ispezioni e riconoscimenti;
> controllo quasi sempre all’entrata;
> selezione per motivi medici.

Esportare manodopera: una logica macro-economica


- impatto sull’economia di partenza:
> creazione « partite invisibili » della bilancia dei pagamenti= rimesse immigrati;
> accesso a questa moneta forte o oro permette inserzione nell’economia globale;
> aumento salari e/o condizioni di vita;
> incremento potere d’acquisto.
- impatti sul « host country »:
> riduzione costi di produzione;
> aumento popolazione;
> creazione di legami commerciali e finanziari nuovi con altri paesi.
- 2 tipi di immigrazione: maschile (crea rimesse ma non consuma tanto) v. famiglie intere (non ci
sono rimesse ma aumento consumo).

Ancora sulla manodopera, sulle migrazioni e sul commercio internazionale


- con integrazione mercati e migrazione manodopera il costo del lavoro diventa fattore di
competitività= però è stata evitata la« race to the bottom »= non si è spinto verso abbassamento
standard vita e diritti dei lavoratori.
- non pk globalizzazione aumenta di per sé standard di vita ma pk UK ha spinto i governi ad
adottare clausole sul lavoro.
- esempio:
> abolizione lavoro schiavista oppure regolamentazione del lavoro minorile e femminile;
> legame tra MNF clause e leggi su lavoro minorile e femminile negli accordi commerciali;
> diffusione della Fair trade league= organizzazione che cerca di stabilire standard internazionali
per costo lavoro e competizione.

Protezionismo e imperialismo
Contraddizioni o ripensamento dell’ordine liberale ottocentesco?
- entrambi fanno parte della «politica di potenza» che caratterizza l’economia internazionale della
Belle époque.
- sono un ripensamento parziale delle regole del gioco «liberale» ma non una loro contraddizione.
- anzi, gli stati continuano ad accettare queste regole ma ci giocano in un modo diverso.
- sono conseguenza del gioco economico internazionale pk:
> como conseguenza dell’industrializzazione europea;
> sono legati al libero movimento di capitali e all’integrazione economica internazionale.

Commercio internazionale
- in questo periodo continua aumento commercio mondiale anche:
> durante Grande depressione;
> dopo svolte protezionistiche/imperiali.
- in un contesto di calo dei prezzi che sono collegati all’integrazione dei mercati e all’aumento della
competizione internazionale.
- solamente Grande Guerra segna calo significativo del commercio (cap. 6).
- quindi protezionismo e imperialismo ≠ de-globalizzazione.
- anzi= arrivano in fase di integrazione dei mercati senza comprometterla.

Il protezionismo
- è figlio della crescita della competizione internazionale anche come conseguenza
dell’industrializzazione degli altri paesi (Usa e Ger diventano esportatori anche di beni « inglesi »).
- è anche risposta alle crisi economiche.
NB= però non è la sola risposta= esempio dei cartelli industriali.
- adozione protezionismo permette alleanze a livello nazionale tra « blocchi agrari e industriali »=
gruppi agrari cominciano anche loro a chiedere protezione= interessi agrari e industriali coincidono
e chiedono protezione allo Stato.
- non tutti i paesi possono optare a politiche protezioniste= benefico solo per economie
diversificate. Inoltre, dipende anche dai vincoli esterni.

Altre dinamiche importanti


Ci sono altre dinamiche che permettono vedere effettività protezionismo per un paese:
- « dimensione »= paese= + vasto= + risorse=alternativa all’importazione.
- sviluppo bilanciato:
> paese senza agricoltura dovrà continuare ad importare derrate=esempio UK;
> paese privo di industria dovrà continuare a importare tecnologia e/o manufatti= esempio Canada,
India, Latam,...
> si ottiene uno sviluppo + bilanciato se paese importa ed esporta vasta varietà di prodotti,
diversificando la propria bilancia commerciale.

Esempi significativi che si discostano dal modello « liberale »


- Stati Uniti:
> 1856 - prossimi al libero scambio e partecipazione al commercio estero grazie all’agricoltura del
Sud;
> 1857 - tariffe si alzano per crisi del grano;
> 1861 – durante guerra civile=Tariffe Morrill= sistema tariffario moderno= ‘dazi ad valorem’=
dazio segue valore delle merci;
> 1865 – fine guerra civile= protezionismo si diffonde in alcuni prodotti;
> 1890s – tariffe McKingley e Dingley creano protezionismo generalizzato.
- Germania:
> 1879- dazi di Bismarck= primi dazi protezionisti= tolti negli anni 1880 ma innalzati negli anni
1890= sia per agricoltura come per industria.
- Francia:
> 1878- dazi prima per i prodotti agrari;
>1881- anche per prodotti industriali.

- Italia:
> 1886-1889= adotta protezionismo = guerre tariffarie con Francia dopo abrogazione clausola
MFN.
- Svizzera:
> 1892- tariffe in risposta anti-francese e anti-italiana.

Conseguenze del protezionismo (teoriche)


- protezionismo incentiva industrializzazione e diversificazione produttiva su basi artificiali da POV
di competitività (rende competitivo ciò che non lo era) e fattori naturali (alcuni paesi con dotazioni
competitivi hanno barriere per esportarli).
- un altra conseguenza è la sostituzione di importazioni anche dove non ci sono vantaggi.
- però, per alcuni settori rappresenta stimolo alla produzione nazionale e a considerare importazione
come complementaria.
- ci sono grandi differenze secondo grado di protezione:
> Germania= molto positivo pk stimola competitività;
> Usa= positivo ma non così necessario pk già avevano vasto mercato= critiche al protezionismo
bilanciate da leggi anti-trust;
> UK= rimane liberale ma avrebbe beneficiato di un po’ di protezione.

L’imperialismo e lo « scramble » africano


- periodo caratterizzato da neo-colonialismo che deriva da crescente rivalità tra i paesi industriali e
porta allo scramble africano= corsa per ottenere territori africani.
- dovuto a questo, territori sconfinati cominciano a partecipare al commercio internazionale di
forma « non libera » o « vincolata ».
- alle conquiste danno giustificazioni politiche: per necessità, per bisogno spazio vitale, ma anche
per retoriche di superiorità come « fardello dell’uomo bianco » (compito di portare scienza e
progresso) e missione civilizzatrice.
- ma anche giustificazioni economiche: per GB come « exit strategy » per l’industria= non +
remunerativa a causa dell’alta concorrenza quindi dovevano trovare territori come opportunità di
investimento, materie prime e risorse.

Un nuovo tipo di colonialismo e le sue relazioni con il potere politico


- questo nuovo tipo di colonialismo propone nuovo rapporto tra potere politico e economico=
nel’500 colonie portate avanti da ‘charted companies’= imprese gestivano le colonie. Nel’800 stato
gestisce le colonie pk – costoso= esempio Cameroon= passa da colonia di impresa ad essere colonia
tedesca.
- quindi si crea distinzione tra colonizzazione politica ed economica:
> politica: stato applica leggi, regole e amministrazione per includere i territori nelle norme
giuridiche e finanziarie;
> economica: imprese si interessano solo alla produzione e al commercio, senza avere potere
politico delle regioni dove operano.

Effetti dello scramble africano


- non solo le potenze industriali classiche colonizzano territori:
> anche Belgio (Congo);
> Italia;
> Giappone inizia conquista Corea.
- ha diverse fasi:
> tra anni 1860 e 1880= colonialismo cresce in modo disordinato a prevalenza di GB e FR;
> « scramble » con congresso di Berlino= imposte regole per gestione conquiste africane,
spartendosele.
- diversi modelli di colonizzazione:
> indirect rule (UK)= lascia poteri locali liberi di gestire leggi imposte;
> direct rule (FR e GER)= gestione e amministrazione applicata da funzionari propri;
> nuovo regno= caso del Congo Belga= stesso re ma norme diverse.
- differenza con le colonizzazioni precedenti= fine « charted companies » che avevano sia potere
economico che amministrazione coloniale.

6. La Grande Guerra e l’economia mondiale negli anni 1920


Un conflitto « mondiale »
- si tratta della prima guerra mondiale ma centro del conflitto è in Europa.
- però coinvolge anche:
> Giappone;
> Russia (fino rivoluzione di ottobre);
> Grecia;
> Stati Uniti;
- i luoghi di combattimento sono concentrati in Europa, ma includono anche le loro colonie.

Una guerra « industriale »


- ma combattuta da paesi con gradi di industrializzazione molto diversi.
- esso dipendeva dalle competenze accumulate precedentemente (tecnologie, risorse naturali ed
economiche
- ma anche attraverso ruolo inedito di organizzatore e coordinatore della macchina bellica per
vincere da parte:
> prima dallo stato (dispongono gestori di economia);
> poi da organizzazioni inter-governamentali (creazione alleanze).
- questo nuovo ruolo dello stato altera economia:
> non vige + relazione domanda-offerta;
> investimenti in industrie necessarie,
> modifiche nel commercio e produzione= si commercia con i paesi alleati= si interrompe la
globalizzazione.
> ha spin-off tecnologici molto importanti (es. aereo metallico).

Altre modificazioni di lunga durata nell’economia


- vengono modificate le industrie e investimenti degli stati.
- modificati anche i patterns del commercio e della produzione.
- fine globalizzazione ottocentesca.
- fine predominio inglese ma senza immediato nuovo leader egemonico mondiale (Usa).
- leadership industriale acquisita grazie alla guerra (posizione specifica degli Usa durante il
conflitto=come arsenale).
- leadership finanziaria in corso di acquisizione ma senza giocare un ruolo simile alla City nel
dopoguerra dovuto ai debiti di guerra pk loro erano i creditori dell’intero sistema economico.

Impatti della grande guerra


- uno degli impatti + profondi della Grande guerra fu « dislocazione »
economico/industriale/produttiva/di risorse che generò
- investimenti dettati dalle necessità di guerra che vennero mantenuti anche dopo senza «
sanzionamenti » da parte del mercato.
- questa dislocazione fu possibile pk Grande Guerra fu « backlash » (contraccolpo) della
globalizzazione liberale ottocentesca.
- che ne generò a sua volta altri:
> 1929 (2° Backlash)= grande depressione e fine tentativo ritorno all’economia del’800.
> 1939 (3° backlash)= Seconda Guerra mondiale.
- Harold James pensa che globalizzazione non è finita con IWW ma crea i presupposti per la sua
distruzione= ha 3 tappe= IWW, grande depressione e IIWW. Inltre, pensa che nasce niova
globalizzazione negli anni ‘90 del ‘900.
Riconfigurare la produzione durante la Grande Guerra negli Imperi centrali
- gli imperi centrali (Germania, impero austro-ungarico, Bulgaria e impero ottomano) combattono
insieme= dal POV industriale sono molto diversi
- con scoppio guerra Germania ha problema rifornimento materie prime= spostamento rifornimenti
v/ alleati nell’est ma anche invadono territori alleati v/ovest (Belgio e nord Francia)
- guerra spinge GER a riorganizzare materie prime disponibili attraverso
- Piano Von Mollendorf= creazione del Ufficio Centrale delle Materie Prime (UCMP) che gestisce
le materie prime e le distribuisce tra le imprese.
- L’UCMP è gestito da Walter Rathenau (Presidente Aeg)= stato affida ripartizione a imprenditore
privato per garantire razionalità economica.
- con passaggio a guerra di trincee= Piano Hindenburg e creazione ufficio centrale di guerra= GER
estende controllo sull’economia (fissa produzione, organizza rifornimenti, distribuisce mercati,…)=
quindi crea politica economica di guerra.

Walter Rathenau
- era un industriale che diventa presidente di Aeg e altre imprese elettromeccaniche tedesche e
svizzere.
- scrive ‘Die neue Wirtschaft’ dove afferma:
• visione sociale dell’impresa: suo scopo non è profitto privato, ma bene collettivo della nazione;
• favorevole alla co-gestione con lavoratori e sindacati e loro partecipazione ai dividendi;
• favorevole al ruolo dello stato come « regolatore » dell’economia.
- imp. pk segna passo v/nuovo ruolo dello stato nella gestione dell’economia in forma duratura.
- guerra lascia eredità importante= creazione imprese pubbliche gestite da holding di stato, VIAG
(imprese industriali unite).

La Grande guerra nei paesi Alleati


- i paesi alleati sono FR, UK, BEL e RUS= profondi squilibri regionali ma:
> con grande impero coloniale;
> appartenevano stati + industriali.
> estendono coalizione ad altre potenze industriali (Usa) e a emerging countries (Giappone).
- problema istituzionale= in Germania= presenza dello stato nell’economia anche prima della
guerra= riescono all’inizio ad essere molto efficaci produttivamente.
- situazione molto diversa nei paesi alleati= pk economia liberale non riesce a offrire efficienza
necessaria alla guerra= provoca disorganizzazione e crisi.

Alleati: dalle organizzazioni nazionali a quella collegiale


I paesi alleati portano avanti una pianificazione nazionale e poi internazionale seguendo il modello
ted degli uffici di pianificazione centrale:
- UK= creato Ministry of Munition, gestito da Lloyd George.
- Francia= creato sottosegretario all’interno del ministero delle armi= poi diventa un ministero
separato= gestito da Loucheur (imprenditore).
- Italia= sottosegretariato per le armi e munizioni= generale Alfredo Dallolio.
- Usa= War Industries Board coordinato da Bernard Baruch.
- problema della coordinazione interalleata pk trasformazione improvvisa da produzione civile a
militare crea inflazione= creano Inter-allied Munitions Commitee= poi + stabile come Inter-allied
Munitions Board= primo tentativo di strumento di governo sovranazionale= controllano flussi,
prezzi e distribuzione merci.

Finanziamento pubblico della guerra e il problema del debito nei paesi alleati
- dissoluzione sistema monetario internazionale (GS)= paesi iniziano a stampare soldi > porta a
inflazione.
- si altera ruolo di UK e USA=UK dipende da import e prestiti usa mentre usa diventa centro pk
export merci e prestito capitali.
- si alterano i sistemi di finanziamento nazionale e internazionale:
> esplosione del debito= alcuni paesi così disperati di capitali e merci che fanno aumentare loro
debito pubblico;
> inflazione= causa a sua diminuzione potere d’acquisto;
> 2 strade per finanziare spesa militare: finanziamento diretto (tasse o emissione carta moneta) v.
finanziamento indiretto (prestiti).
> prestiti: Usa diventano imp finanziatori (prima sono le banche, poi tesoro).
- Problema economico centrale: prestiti sono in dollari (moneta internazionale= altera commercio).
- Problema politico-economico: convinzione di guadagnare molto dalla guerra e pensano che chi ha
perso sanerà i debiti.

Il finanziamento della guerra negli imperi


- GER organizza mercato interno creando scambi bilaterali e risparmiando l’oro e le monete
internazionali per i pagamenti= grande sforzo pk non hanno finanziatore come gli Usa.
- quindi spesa sostenuta da:
> tasse e crescita del debito pubblico;
> prestiti di guerra;
> aumento circolazione monetaria.
- Problema economico: inflazione e peso dello sforzo bellico sostenuto da politica monetaria molto
fragile= costi della guerra ricadono sui cittadini.
- Problema politico: imperi centrali perdono la guerra= debiti chiesti ai cittadini.

Il periodo post-bellico: i problemi economici della pace


Un nuovo colosso economico
- emerge la potenza americana= però non si assume ruolo di guida dell’economia globale simile a
quello di UK.
- pk? Posizione economica diversa tra UK e USA, tra City e Wall St:
> posizione di bilancia dei pagamenti: UK era negativa compensata da esportazione capitali mentre
USA positiva legato alla esportazione di merci;
> posizione di politica economica: liberale il primo, protezionista il secondo.
- quindi essendo così diversi, non può sostituire UK= una delle cause principali in questo periodo
di instabilità economica e monetaria internazionale.
- GS infatti non era stabile da solo ma era stabile grazie agli interventi della Bank of England e dal
suo potere di intervento in caso di tensioni (capitolo 3).

Le conseguenze economiche della Pace (secondo Keynes)


> trattato di Versailles attribuisce responsabilità piena alla Germania= molto duro= gli furono tolti
territori, divieti di produzione e riparazioni di guerra da pagare:
> riparazioni impossibili da ripagare.
> vista grandezza debito, poi aperti a pagare con le proprie risorse= ma fu anche peggio= occupano
zona Ruhr.
- queste misure secondo Keynes sono la causa dei futuri squilibri del sistema economico
internazionale:
• solo una Germania « dopata » poteva ripagare= bisognava garantire loro sviluppo economico e
industriale.
• benessere degli altri paesi dipendeva da quello tedesco= tutti i paesi erano indebitati e
dipendevano da che Ger ripagasse il debito.
Il nuovo sistema economico internazionale degli anni ‘20
- finisce il mercato globale del’800 e l’URSS esce dagli scambi internazionali scegliendo sistema
socialista-comunista= si crea mondo diviso in 2: URSS v. Occidente= causa squilibri= investimenti
in Russia confiscati, debiti dello Zar non riparati da Lenin e separazione con il resto del mondo.
- in occidente= spostamento baricentro dell’economia mondiale da UK a Usa.
- modificazione profonda degli equilibri commerciali= in USA si produce quanto in tutta Europa.

Conseguenze della guerra sugli assetti internazionali


- interruzione regole del gioco precedenti = GS non esiste +.
- alcuni settori sovra-dimensionati e produzioni squilibrate:
> industrie pesanti e legate alla guerra;
> anche agricoltura= sia per morti di guerra e di influenza spagnola milioni) che per spostamento
produzione (quando Eur ritorna a produrre, USA si trova con sovrapproduzione).
- fine migrazioni e libertà dei movimenti di persone (anche di merci e capitali)= stabiliti forti
controlli e quote di immigrazione.
- fine sistema finanziario internazionale: prestatori diventano debitori.
NONOSTANTE ciò= politiche post-belliche orientate a ricostruire il mondo precedente=
pianificano ritorno GS, abolizione protezionismo, ricreazione globalizzazione,...
Anche se con nuove istituzioni= prime organizzazioni internazionali multilaterali= League of
Nations (tutti tranne USA e GER= per ritorno a normalità pol e diplomatica) e International
Chamber of Commerce (uomini di affari=per ridurre tariffe doganali e discriminazioni
commerciali).

Disordini monetari nel periodo post-bellico


- transizione da economia di guerra a quella di pace provoca diversi disordini monetari= monete
svalutate (inflazione) e problema di debito pubblico.
- paese che + risente= Germania= iperinflazione e assalto ai mercati internazionali:
> grave svalutazione moneta;
> emissione eccessiva di carta moneta;
> fine autonomia monetaria= nuova moneta legata al piano Dawes= prestiti internazionali.
> accordi di Locarno (inserita nel contesto diplomatico internazionale) e ammessa alla LoN.
- senza questo piano= sistema internazionale a rischio= conseguenza= fine equilibrio della guerra.
-paesi pol miravano al ritorno del libero scambio, non fanno niente= es. LoN promuove
applicazione« proposta Loucheur » per creare mercato unico europeo senza dogane= mai fatto.

Gold Standard Exchange


- ‘22= conferenza di Genova per GSE= ‘25= sterlina convertibile alla parità prebellica.
- ma la sterlina non può sorreggere il sistema senza cooperazione internazionale e senza la
cooperazione degli Stati Uniti.
- impedimento al meccanismo= la banca centrale per aumentare valore propria moneta deve
acquistare sterline o aumentare riserve oro= rovina cooperazione internazionale.
- paesi competono tra loro per ottenere parità auree= ottengono effetti contrari= svalutano moneta
per esportare> prendere oro e riequilibrare bilancia pagamenti.
- in italia= quota 90= stabilisce valore alto della lira per attirare investimenti esteri ma mette in
ginocchio le industrie nazionali.

Il recupero e la crescita economica degli anni 1920


Ruolo di spin-off tecnologico della guerra
Aspetto positivo guerra secondo Trevilcock= spin-off tecnologici:
- nuovi prodotti= aviazione moderna;
- nuove produzioni= alluminio, metallo,…;
- nuovi mercati;
- nuove dimensioni= economie di scala e di flusso ancora +grandi;
- fenomeni di crescita tecnologica accelerati= guerra come opportunità per investimento tecnologico
e industriale;
- ruolo dello stato non eliminato= nasce il ‘warfare state’= stato interessato a mantenimento di
industrie strategiche, militari e produttive.

7. La Crisi degli anni 1930 e la Seconda Guerra mondiale


Il doppio paradosso di Polanyi
- 1) introduzione libero mercato non elimina necessità di controllo, regolamentazione e intervento
ma invece la aumenta
- 2) mentre libero mercato è nato da azione volontaria dello stato, le sue restrizioni sono nate in
modo spontaneo= libero scambio è stato pianificato mentre pianificazione non lo è stata.

Crash di Wall street


- all’inizio assomiglia crisi episodica ma diventa crisi « epocale »: crisi di borsa ma radici radicate
nell’industria e finanza internazionale.
> New York= nuovo centro finanziario mondiale (Wall Street);
> USA= paese + dinamico degli anni ‘20;
> crescita e benessere aumentano = ma dai piedi d’argilla (basi fragili).
- infatti= assenza meccanismi di autoregolazione:
> GSE= soluzione temporanea pk City non poteva riequilibrare o aveva potere limitato;
> pk sua ricostruzione poggiava su logiche nazionali, spesso in contraddizione tra loro
> pk non esistevano teorie economiche che potesse spiegare il blocco: la deflazione era la risposta
alla crisi, ma non non riesce a sbloccare la situazione.

L’indice Dow Jones


- questo è l’indice azionario + famoso della borsa di NY
- Galbrait lo analizza per dare spiegazione a questa crisi= dice che è per eccesso di speculazione.
- ma questa speculazione era legata a dinamiche di lungo periodo (secondo Svennilson le bolle
speculative hanno acceso la speculazione ma si è arrivati a crisi sistemica pk mancano regole del
gioco che consentono aggiustamenti ai progressivi squilibri):
> mancanza di aggiustamenti legati al mercato;
> squilibri finanziari e monetari irrisolti;
> politiche nazionalistiche idiosincratiche con il GSE.
- l’eccesso della caduta non è dato solo dalla speculazione ma da le cause elencate sopra= negli
USA coincidono gli operatori di borsa con le banche commerciali= non tutti sanno come rivolgersi
alla borsa quindi chi ha le perdite in borsa – non potendo riparare il debito – fa sì che andamenti
negativi nella borsa trasferiscano i problemi dalla borsa alla banca.
- creata security exchange commission= controlla la speculazione e legge Glass Seagall= separa
mestiere del banchiere commerciale da quello dell’operatore di borsa.
- quando crisi arriva in Europa= prima moneta che esce dal GSE è sterlina= GSE termina pk non
c’è + convertibilità.

Nuova « Grande depressione »


- durata e intensità senza precedenti, con diffusioni capillari nel mondo.
- da crisi di borsa al centro si trasferisce nella periferia= colpisce finanzia, industria e anche
agricoltura:
> speculazione a Wall Street = federal reserve restringe crescita monetaria= colpite tutte le
economie periferiche destinatarie degli investimenti americani.
> si traduce in crisi industriale, crollo dei prezzi ovunque…
>…che si traduce nella fine del GSE= tassi fissi sono problematici pk aiutano la diffusione del
contagio senza dare rimedi « automatici ».
- caduta dei prezzi si traduce in blocco, anziché aumento della domanda.

Fine del GSE


- 1931: fine convertibilità sterlina
- 1933: fine convertibilità in oro del Dollaro
- « blocco aureo » (non + convertibile in oro) di Francia, Belgio, Olanda, Svizzera, Polonia, Italia.
-ma senza i presupposti precedenti= per mantenere parità aurea, si adottano forti misure
protezionistiche.
- funzionamento commercio internazionale legato a « clearing » (approcci bilaterali) anziché ad
approcci multilaterali= non potendo usare oro, si accettano cambi in natura per la compensazione.

L’approccio Keynesiano alla crisi


- anni ‘30= approccio keynesiano= mainstream= tutti lo applicano per uscire dalla crisi= alcuni però
pensano a keynesismo militare= politiche non legate a questa teoria=oggi considerato pensatore di
sinistra ma fu in realtà pensatore autonomo che ha impatto su tutti i partiti.
- sin da giovane approccio non ortodosso economia = crede che sistema monetario non debba
ricostruire autorità monetarie pre-belliche (GS)= serve invece ridurre valore sterlina per aumentare
esportazioni.
- contro ortodossia monetaria nel’ 30 scrive trattato della moneta=secondo lui regole del gioco sono
inadeguate a risolvere crisi pk loro principale problema è salvaguardare valute del GSE=
impossibilita intervento stato in economia.
- contro libero scambio pk crea problemi al commercio internazionale.
- stato deve intervenire ma in maniera diversa= distingue risparmio (capitali non investiti) da
investimento= eccesso di risparmio causa disequilibrio tra domanda e offerta= stato deve rompere
risparmio e trasformarlo in investimento attraverso delle politiche:
M (carta/moneta stampata dallo stato) → R (reddito) → D (domanda) → O (offerta) → I
(investimenti)
- periodo dopo IIWW è di economie keynesiane= autorità monetarie controllano tutto.
- stato riesce a riattivare reddito, domanda, offerta e investimenti pk ha ruolo moltiplicatore= può
riaccelerare capitale che inserisce nel sistema economico pk non va solo speso ma anche a pagare
varie attività.

Politiche anti-crisi degli anni ‘30


- con elezione Roosevelt= nuova visione politica= New Deal (nuovo corso)= allontanarsi
dall’ortodossia economica e monetaria per risanare economia americana e garantire ridistribuzione
reddito e creazione impieghi:
> ‘33 US fuori dal GE= sospensione convertibilità dollaro e iniezione liquidità nel sistema.
> interventi in vari settori:
1) finanziario= Glass-Steagall act (separa banca di investimento da banca di deposito) e creazione
della Security Exchange Commision (SEC= per controllare mercato azionario).
2) industriale= creazione della Reconstruction Finance Corporation (RFC= per acquistare azioni e
sostenere imprese rovinate) e poi National Recovery Administration (NRA=per investiventi diretti
dello stato).
3) infrastrutture= creazione di board da parte dello stato per dare finanziamenti a infrastrutture
strategiche= es. Tennessee Valley Authority (TVA=finanziamento infrastrutture nella valle del
Tennessee).
4) agricolo= Agricultural Adjustment Act (AAA= stato interviene per regolare prezzi agricoli).
- molte di queste riforme sono state definite come anticostituzionali dalla corte suprema.
Spesa a debito per il riarmo o « keynesismo militare » (termine improprio)
- nel ‘33 in Germania= svolta nazista e presa potere di Hilter= politiche di Schacht (ministro
economia) dette di keynesismo militare pk come USA fanno leva su capacità stato di intervenire
direttamente nell’economia ma a differenza di USA fu orientato v/ politiche di riarmo per
combattere una guerra.
- queste politiche e uso di banca centrale ted come finanziatore portano all’aumento della spesa
pubblica e a un indebitamento crescente.
- tutto questo fu possibile con fine GS.
- conseguenza uscita GS= adozione autarchia non come scelta politica (quella è la narrazione) ma
come unico modo per stampare carta moneta senza controllo ed essere svincolati dall’esterno.
- rapporti con estero non eliminati ma si importa solo il necessario oppure si estende sfera
d’influenza v/Europa dell’est e del sud= creazione scambi impari in natura e compensati da sistemi
di clearing bilaterali.
- però ci sono beni che devono essere pagati con monete forti= ministro crea i Bond-Geschäfte=
sistema che permette alle imprese di realizzare esportazioni a basso costo e ottenere valuta forte.

L’Italia autarchica e lo stato imprenditore: scelta politica o necessità?


- in Italia le scelte autarchiche sono legate alla necessità di importare beni, capitali e prodotti
necessari alla sua industria.
- 1932= dopo crisi si trova « sull’orlo del collasso »= stato realizza serie di misure= es. creazione
Istituto Mobiliare Italiano (IMI=per acquistare azioni industriali alle banche indebitate)= misure
insufficienti a risanare squilibri della bilancia dei pagamenti.
- 1933= creazione Istituto per la ricostruzione Industriale (IRI)= stato diventa proprietario delle
industrie pesanti (es= Terni) e nazionalizzazione principali banche « miste » italiane.
- 1934=orlo del fallimento della bilancia dei pagamenti= comincia svolta autarchica forzata e
politiche imperiali.
- NB=si considera fase autarchica come post-1935 (aggressione all’Etiopia e sanzioni della LoN)=
in realtà comincia prima= non come scelta ma come unica via rispetto alla situazione monetaria.
- accompagnata da legge bancaria del 1936= forte specializzazione del credito e controllo dello
stato.
- come la Germania?= Italia ha sistema industriale - sviluppato e non competitivo= possibilità di
espandersi all’estero + difficile.

Regno Unito
- responsabile fine GSE nel’31= non tanto autarchica ma + imperiale.
- conferenza imperiale di Ottowa= decide di adottare protezionismo alto per merci estere e creare
preferenze imperiali (import e export simile al libero scambio nel Commonwealth ma fortemente
ostacolato fuori).
- imp politiche keynesiane di riarmo= sovvenzioni alle imprese di guerra, in particolare
all’aviazione.
- politiche monetarie non ortodosse pk basate sulla svalutazione della sterlina ma sull’estensione del
suo utilizzo.

Giappone
- mentre anni 20 caratterizzati da sforzo per entrare nel commercio internazionale attraverso
esportazioni (grazie a politiche di inflazione/svalutazione competitiva).
- politiche autarchiche dal ‘31 in poi= sviluppo industriale dei Zaibatsu favorito dallo stato:
> industria pesante;
> industria elettrica ed elettromeccanica;
> industrie al alta intensità di tecnologia (aviazione);
- fine adesione al GSE nel ‘31= vuole attivare scambi bilaterali con USA= impossibile pk usa non
trova motivo per scambiare= G deve orientare economia v/autarchia.
- adottano anche politiche di espansione militare:
> invade Manciuria (attuale Corea)= espulsi dalla LoN;
> tentativo invasione Cina.

Unione sovietica
-paese + autarchico di tutti dovuto alle politiche del regime comunista.
- con rivoluzione ottobre ‘17 Russia diviene URSS= taglia ponti con occidente creati dallo zar=
percorso con diverse fasi:
1)18-21= fase comunismo di guerra= escono dalla guerra= carestie+ guerre interne +
disorganizzazione sociale e produttiva= stato accentra tutto e elimina l’economia di mercato;
2)21-28= Bucharin idea NEP (nuova politica economica)= ripristino parziale dell’economia di
mercato.
3) dal 28= stalinismo= vuole trasformare economia agricola in industriale= creazione piani
quinquennali (ogni 5 anni lo stato si pone degli obiettivi da raggiungere)= prevede
collettivizzazione agricoltura, creazione di sistemi pubblici agricoli (Kolchoz) ed eliminazione dei
Kulaki (contadini con proprietà privata)= industrializzazione forzata.

Alcune considerazioni generali e di comparazione


- autarchia fu fase della deglobalizzazione non scelta politica= fu determinata da cause macro-
economiche.
- autarchie sono sistemi parzialmente chiusi v/esterno vs. sistemi aperti.
- scambi secondo logiche imperiali vs. Cooperazione.
- bilateralismo vs multilateralismo.
- deglobalizzazione vs globalizzazione.
- nuovo ruolo dello stato= organizzatore, imprenditore o controllore.

La Seconda Guerra Mondiale


La seconda guerra mondiale
- conseguenza diretta delle politiche imperiali e di riarmo degli anni ‘30.
- ha imp conseguenze per equilibri economici, politici e geopolitici internazionali.
- si volge a scala globale= per geografia e impatto.
- guerra + tecnologica= da luogo a innovazioni inedite.
- guerra tra potenze industriali ma anche tra modelli di sviluppo economico diversi.

Conflitto mondiale
- coinvolge quasi tutto il globo, anche i paesi neutrali.
- 2 fasi e scontro 2 modelli di sviluppo economico:
> iniziale= Ger sfonda resistenza pk + avanzato militarmente= segue« keynesismo militare »
> dal 1942 in poi= progressivo rovesciamento:
1) Usa nel conflitto= già prima ruolo importante attraverso Lend-Lease Act (aiutano come arsenale
e concedendo prestiti)= entra in guerra dopo bombardamento Pearl Harbor= mostra superiorità
industriale;
2) Italia= insufficientemente preparata= mette in difficoltà la strategia tedesca;
3) errori tattico-militari.
- 4 grandi regioni di commercio:
> anglosassone= include USA, UK e Latam;
> europa centro-orientale (varia con conquiste Ger);
> sovietica (blocco autarchico e chiuso salvo per aiuti ricevuti dal Lend Lease);
> orientale (Giappone).
Una guerra tecnologica, amministrativa e industriale
- grande differenza tra prima e seconda guerra= nella prima i paesi imparano guidare economia di
guerra mentre nella seconda entrano in guerra con apparato burocratico già costituito.
- trasformazione + imp= USA= ruolo inedito stato= finanzia industrie necessarie alla guerra= es.
Progetto Manhattan= creazione bomba nucleare.

8. Gli anni del miracolo economico e del Sistema di Bretton Woods (1946-1973)
Lo sviluppo grazie alla cooperazione
- anni di forte crescita economica per alcuni paesi= periodo chiamato « Il miracolo economico »
oppure« les trente glorieuses » in Europa.
- basi per sviluppo di economie asiatiche (Giappone, ma anche Hong Kong, Taiwan, Corea del
Sud…).
- basi invece per povertà e mancato sviluppo per altre economie (Africa e alcuni paesi Latam).
- nuove regole del gioco = sistema di Bretton Woods= UK e USA si riuniscono e creano nuovo
sistema economico che cerca di integrare i mercati e creare sistema pagamenti internazionale= non
significa ri-globalizzazione) ma di approccio multilaterale attraverso delle istituzioni comuni.
-tutto questo avviene nel contesto della guerra fredda= egemonia USA in occidente e URSS in area
sovietica.

Il sistema di Bretton Woods


- finisce bilateralismo nelle relazioni economiche internazionali (anni ‘30) e si crea sistema
multilaterale
- questo sistema è garantito da istituzioni internazionali che svolgono un ruolo di governance
economica internazionale= pensano a 3 organizzazioni specifiche:
> FMI (Fondo Monetario Internazionale)= per sorvegliare questioni relative alle monete e alla
bilancia dei pagamenti= in caso di squilibri prestano soldi/capitali ma se è squilibrio grave, svaluta
la moneta.
> IBRD (International Bank for Reconstruction and Development)= presta soldi a basso interesse
per creare politiche di sviluppo economico.
> ITO (International Trade Organization)=per controllare gli scambi globali di merci= mai nato pk
rappresenta visione troppo stringente= sostituito dal GATT (General Agreement on Trade and
Tariffs) dopo la Carta dell’Havana e che contribuisce ad abassare progressivamente le tariffe
doganali.
- in generale= sistema che mirava all’integrazione e alla cooperazione in cui ci sono regole strette a
cui gli stati partecipano attivamente.

Principi del sistema di Bretton Woods: politici e monetari


- scopo della politica economica= favorire pieno impiego e sviluppo economico internazionale.
- basato su cambi fissi= logica simile al GSE= però questa volta poggia sulla moneta dell’economia
più forte= dollaro.
- per far si che questo sistema non fallisca, gli stati si impegnano a rispettare le regole del gioco.
- in caso di difficoltà FMI interviene per correggere squilibri della bilancia dei pagamenti (invece
che siano i singoli paesi a intervenire con proprie politiche):
> in caso di squilibri lievi compie iniezioni monetarie;
> in caso di squilibri gravi ha la possibilità di svalutare (non si resta ancorati a valori impossibili da
sostenere per l’economia reale).

Il problema della politica internazionale


- la politica internazionale di questo periodo genera rischi ma anche opportunità di sviluppo
- sotto egemonia degli USA= si manifesta in 3 fattori:
> monetario= dollaro al centro del sistema su cui poggia la stabilità degli altri paesi (Keynes
contrario= proponeva creazione Bancor= nuova moneta internazionale).
> industriale= lanciano l’European Recovery Programme (ERP) o Piano Marshall per aiutare i paesi
europei a recuperare dopo la guerra.
> contesto della Guerra Fredda ma con attività «calde»:
* guerra di Korea;
* crisi di Suez;
* crisi di Cuba;
* guerra del Vietnam.
- guerra fredda e questi scontri fanno emergere secondo Eisenhower il ‘complesso militare-
industriale’=paese per essere militarmente forte deve avere non solo tecnologie militari ma anche
un’industria civile produttiva.
L’egemonia americana e la politica verso l’Europa
- USA si rifiuta di ripetere « errori » post-1918 (volontà punire Germania).
- crea piano Marshall.
- idea= fornire all’Europa ciò di cui ha bisogno per ripartire immediatamente e permettere
ricostruzione rapida, industriale e continentale.
- e di favorire:
> incremento della produzione industriale;
> produttività lavoro e innovazione tecnologica;
> commercio con l’estero.
- come ?= 13,5 miliardi di dollari sotto forma di materie prime e beni d’investimento ceduti alle
imprese locali in moneta locale (che restavano a disposizione dei governi locali).
- piano gestito creando la OECE (Organizzazione Europea di Cooperazione economica)= agenzia
europea con il compito di redistribuire gli aiuti ai vari paesi.

L’economia europea
- nascita « economia mista »= libera iniziativa privata è accompagnata da controllo dello stato in
alcuni settori.
- nuovo ruolo dello stato= deve pianificare l’economia, distribuire welfare e diffondere benessere.
- però in alcuni settori si riconosce che investimenti privati sono inefficienti quindi stato interviene=
creazione imprese pubbliche pk stato crede risorse sono beni pubblici= non devono avere logiche di
mercato ma stato deve garantire che i settori che le usano si sviluppino.
- massimo sviluppo imprese pubbliche= alcuni paesi nazionalizzano interi settori= es Francia e UK
con carbone ed elettricità.

Il cammino europeo
- in questo periodo inizia il cammino europeo= si immaginano delle istituzioni che favoriscano
l’integrazione del continente per garantire pace e sviluppo economico.
- prima istituzione= CECA (Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio)= coordina produzione
carbone e acciaio.
- con Trattato di Roma= creazione Comunità economica europea (EEC).
- 6 paesi originari (Fra, Ger, It, Bel, Pa Bas e Luss) ma poi estensione ad altri.
- volontà= creazione mercato unico.
- creazione tariffa unica europea= poi abbassamento progressivo tariffe interne e all’estero.
- un’altra istituzione= EFTA (Associazione Europea del Libero Scambio)= creata dai paesi del nord
europa per unificare i mercati.

L’URSS e l’organizzazione dell’economia socialista


- USA e URSS sono 2 mondi separati che non possono commerciare= altro elemento che descrive
impossibilità ritorno alla globalizzazione ottocentesca.
- regionalizzazione del commercio attraverso Comecon.
- formano parte Bulgaria, Ungheria, Cecoslovacchia, Polonia, Romania, Urss= poi esteso a tutte le
repubbliche socialiste sovietiche.
- funzioni= coordinamento pianificazione economica interna e commercio all’interno del blocco
sovietico.
- im= mercato non esiste pk prezzo non deciso dal mercato= paesi stessi lo decidono.
- coordinazione flussi merci in entrata e uscita difficile.

Nord-Sud: le nuove relazioni economiche internazionali


- i paesi del sud del mondo= indipendenza politica raggiunta in diverse fasi.
- in alcuni casi indipendenza pacifica con referendum mentre in altri indipendenza violenta con
guerre civili e rivoluzioni.
- colonie belghe e francesi erano gestite da entità come AEF e AOF= collegate alla madrepatria=
momento euro-africano= i colonialisti adottano politiche di sviluppo per valorizzare le materie
prime di questi luoghi e portarle nel mercato unico eur= con decolonizzazione rimangono fuori
dall’integrazione europea= trovano sostituto in relazioni con USA e URSS.
- quindi si passa da mondo coloniale a quello della guerra fredda.
- indipendenza politica ≠ indipendenza economica= però base di molti processi di
industrializzazione periferica.

La situazione della bilancia commerciale


-paesi del sud subiscono forti deficit della bilancia commerciale= secondo tesi di Bairoch= fattori
sostitutivi non possibili per terzo mondo pk:
> ritardo troppo grande;
> impossibilità di utilizzare l’ultima tecnologia;
> carenze strutturali e istituzionali;
> ruolo delle multinazionali e delle politiche di sviluppo del nord= usano Terzo Mondo come
«risorsa»:
* imprese multinazionali = una volta ottenuta l’indipendenza le loro risorse vengono usate dalle
mult=indipendenza politica ≠ indipendenza economica.
* ma anche organismi dediti allo sviluppo come Banca Mondiale= investimenti controllati dai
bisogni delle mult.

Sviluppo bloccato o sviluppo impossibile?


- in alcuni paesi= sviluppo industriale e tecnologico durante periodo di Bretton Woods:
> Giappone= eliminazione saibatzu dopo controllo usa e gov crea politiche di aiuto
all’industrializzazione
> Corea del Sud= politiche di intervento per creare grandi imprese investendo in tecnologia.
- alcuni paesi=sviluppo centralizzato e pianificato ma che non emergono in questa fase:
> Cina= gran politica di industrializzazione ma non immediato pk ancora arretrata e agricola.
> India= stato nazionalizza molte imprese= getta le basi.
- paesi a sviluppo bloccato:
> terzo mondo;
> molte aree di Latam.
A.H. Amsden
- analizza processo di investimenti degli stati (istituzioni create, trasferimento tecnologie, etc)=
risultano:
1) staying behind= paesi che rimangono indietro= Pakistan e Filippine;
2) stumbling back= paesi che retrocedono= Argentina;
3) sneaking up= silenziosa ascesa=Taiwan, Singapore, Hong Kong, Corea del Sud;
4) soaring ahead= emergenti= Brasile, Cile.

Il ruolo del governo giapponese nel finanziamento


- strumento principale del governo per adottare politiche industriali= MITI (Ministero del
commercio e dell’industria)= ministero stesso crea politiche di integrazione.
- poggia su presenza dei« Keiretzu » (nuova forma aziendale che prende il posto degli « Zaibatsu
»)= grado di integrazione inferiore ma alto grado di concorrenza interna.
- base del toyotismo= forma di gestione - rigida che punta alla competitività anche all’interno del
gruppo.

9. La lunga crisi del sistema keynesiano e la fine del blocco sovietico


Introduzione: la lunga fine di Bretton Woods
- anni ‘70= avvio processo fine regole del gioco di Bretton Wood =keynesismo persiste ma si
pongono le basi per la sua fine.
- infatti= crisi economica torna= crescita bloccata accompagnata da fenomeno nuovo= «
stagflazione »= situazione economica in cui la crisi non è causata dall’abbassamento dei prezzi ma
dall’insieme di immobilità economica e inflazione elevata= governi rispondono aumentando spesa
pubblica= non risolve il problema= spesa pubblica si trasforma in debito pubblico.
- anche nelle economie socialiste= crisi del sistema e riforme impossibili.
- anni ‘70, ‘80 e ‘90 pongono basi per nuova globalizzazione (cap 10) caratterizzata da assenza
intervento statale e alternativa socialista.
I punti deboli del sistema di Bretton Woods
Il doppio ruolo del dollaro
• mezzo di pagamento internazionale;
• riserva delle altre banche centrali
- quindi essendo sia una moneta di scambio come di riserva= significa che per espandere liquidità
del sistema economico internazionale (necessaria per crescita economica) si deve anche espandere
la base monetaria (e le riserve di oro) nazionali.
- i dollari richiesti erano sempre di + rispetto a quelli che la Federal Reserve poteva stampare=
questo rappresenta il problema del dollar gap= problema principale del betton woods.
Il « dollar gap »
- è « la differenza tra quantità di dollari necessari all’economia internazionale e quelli a disposizione
» (si posson stampare a seconda delle proprie riserve di oro).
- emerge nei ‘40=Usa esportano ma auto-sufficienti e non devono importare quasi niente= attirano i
dollari nel sistema e non li fanno uscire dal mercato nazionale.
- allora per evitare squilibri della bilancia dei pagamenti devono importare capitali= come?:
1. prestare capitali coi quali comprare merci (creando« zona dollaro »);
2. investire all’estero (FDI= direct foreign investment).
3 crisi del dollar-gap
- anni ‘40= piano Marshall serve come valvola di sfogo alla mancanza dei dollari nel sistema per
riequilibrare la bilancia dei pagamenti;
- anni ‘60= anni Kennedy= promuove liberalizzazione scambi e crea politica della « nuova
frontiera»= incoraggia imprese americane a investire all’estero diventando multinazionali=
McNamara ipotizza soluzione al dollar gap= riduzione spesa pubblica;
- anni ‘70= Nixon pone fine al problema della parità aurea= decide di stampare cartamoneta
indipendentemente dalle riserve auree.

Perché gli Usa smettono di sostenere la base monetaria del sistema di Bretton Woods?
- insostenibilità dollar-gap = secondo« dilemma » di Triffin (derivato dall’Obstfeld-Taylor= capitolo
3):
« Quando moneta nazionale di paese è usata come base del sistema internazionale (a cambi fissi),
all’interno di questo paese si genera tensione tra interessi nazionali e internazionali di sistema »
- per contenere dollar gap USA ha 2 opzioni:
1) o forniscono liquidità al sistema svalutando dollaro (pk ne stampano nuovi)= ma così facendo la
svalutano + svalutano tutte le altre monete a catena + inflazione= scelta individualista;
2) oppure mantengono convertibilità in oro alzando tasso d’interesse= ma così facendo generano
scarsa valuta di riserva (riduce capacità di esportare degli Usa) e contrazione monetaria interna
(blocca crescita nazionale).

La scelta politica di Nixon


- decide di mettere fine alla convertibilità dollaro= agosto 1971= questo si traduce in svalutazione
immediata= provoca svalutazione altre monete= convocato G10= si modificano parità monetarie.
- conseguenza= corsa all’oro= economie internazionali sostituiscono riserve in dollari con riserve in
oro per garantire parità monetarie.
- si produce shock petrolifero= suo aumento dei prezzi causa ritorno all’inflazione pk petrolio usato
per produrre e trasportare tutto= inizio fase fortemente inflazionistica.
- principali paesi abbandonano Bretton Woods= comincia era dei « tassi flessibili »= monete
lasciate libere di cambiare loro valore= periodo di forte instabilità= ogni stato adotta politiche
monetarie autonome
- nel ‘75 convocato G7a Rambouillet= nascita nuova globalizzazione= basata su integrazione dei
mercati, sistema di cambi variabili e deregolamentazione.

La crisi economica degli anni ‘70 -’80 e le trasformazioni economiche globali nel medio
periodo
- in questi anni situazione economica mondiale modificata da 2 grandi crisi petrolifere:
- nel ‘73 e nel ‘79= mercato del petrolio modificato dopo ascesa OPEC (Cartello dei Paesi
Esportatori di Petrolio)= accordo tra paesi esportatori e produttori di petrolio che cambia politica
dei prezzi imponendo tariffa diversa
- per i paesi + sviluppati questo causa stop crescita economica= genera stagflazione (inflazione
associata a stagnazione economica che blocca dinamiche keynesiane di sviluppo) che si mescola
con i problemi monetari.
- nelle economie occidentali ritorna disoccupazione e impegno dello stato in economia si estende.
- con la stagflazione lo stato diventa « assistenzialista »= interviene per mantenere alto
artificialmente lo stato di occupazione.

Nascono nuovi approcci rispetto alla logica keynesiana: la « scuola di Chicago»


- pensano che principale problema dell’economia sono le politiche degli stati per superare crisi e
disoccupazione= scuola crede nel controllo offerta monetaria e combattere inflazione e deficit
spending= problema politiche degli stati è che incentivano l’inflazione= ma + aumenta> +
aumentano i tassi di interesse> - investimenti.
- domanda (matrice keynesiana) non + al centro= stati non devono far nulla per sostenere la
domanda.
- a loro interessano invece le politiche supply-side (di offerta)= per abbassare i costi attraverso
competizione, riduzione delle tasse e dei servizi.
- secondo questo approccio lo stato deve lasciare spazio al mercato pk considerato elemento di
inefficienza nel sistema= bisogna liberalizzare, deregolamentare e privatizzare.
- lotta alla disoccupazione e pieno impiego non priorità del governo pk obiettivo non realizzabile=
esiste « tasso naturale » di disoccupazione.
> questa scuola ha impatto globale sull’economia di tutti i paesi dopo anni ‘90= ispira politiche
monetarie ed economiche Usa degli anni di Raegan, Thatcher (1979-1991) e dei paesi europei.

Gli Usa negli anni di Reagan (‘81 -‘89) e Bush (‘89 - ‘93)
- anni di Reagan= periodo di ritirata dello stato come ente regolatore + abbattimento pressione
fiscale+ taglio spesa pubblica in generale (welfare) ma non per armamenti.
- anni ‘70: stagflazione con aumento della disoccupazione e calo dei profitti.
- anni ‘80: ricetta reaganiana= rivalutazione del dollaro attraverso aumento tasso d’interesse=
vantaggio per importare materie prime.
- risultati= inflazione sotto controllo (imp. per finanza e investitori ma anche per salariati)= tuttavia
con crescita molto rallentata e aumento disuguaglianze.
- da questa nuova struttura nascono 2 industrie imp:
> industria finanziaria;
> industria informatica= offre tassi di profitto elevati che attirano investimenti.
- anni ‘90= epoca Bush= crescita economica basata su nuove tecnologie.

Evoluzione delle politiche europee


- disordini monetari negli anni ‘70 come conseguenza della fine del sistema di Breton Woods (e
delle politiche Usa).
- aggravate dal fatto che questo portava gli stati ad adottare politiche non ortodosse che garantivano
possibilità di svalutazioni competitive.
- svalutano moneta per incrementare competitività sopratutto da parte di economie + deboli= gravi
conseguenze sul bilancio pk costa di + importare dall’estero e chiedere prestiti in valuta estera=
esplosione del debito.
- per risolvere questi problemi si crea= Sistema Monetario Europeo nel ‘79:
- si ha sistema di cambi flessibili legata al rapporto dollaro/marco (moneta europea + forte)= questo
fa si che inizino ad essere applicate politiche deflazionistiche per riportare ordine monetario.
- Europa smette di essere insieme di paesi con politiche keynesiane ad avere unione monetaria
basata su politiche restrittive e deflazionistiche.
- viene creata moneta finta= ECU (Unità di Conto Europea)= permette creazione basi di autorità che
coordina politiche deflattive, controllo della spesa pubblica e riduzione del debito.
- trattato di Maastricht nel ‘92= passaggio fondamentale nella svolta che ha portato all’Euro.
- problema fondamentale dello SME= impossibilità di adottare politiche monetarie comuni=crisi
valutarie e inflazioni tornano a colpire all’inizio degli anni ‘90= Italia ad esempio uscì dallo SME.
- contesto internazionale completamente nuovo= fine URSS e blocco sovietico= Europa come
nuovo attore.

Privatizzazioni
Da anni ‘80= in Europa politiche per ridurre spesa pubblica= inizio processo di privatizzazione:
- UK= apripista con la Thatcher= privatizzazioni petrolio, telefono e ferrovie per creare entrate con
le quali pagare lo sgravio fiscale.
- Francia= politiche di Jacques Chirac= privatizzazioni TV, banche e chimica, metallurgia etc= stato
conserva « Golden Share »= partecipazione minoritaria che ha diritto di veto su decisioni
importanti.
- Italia= smantellamento dell’impresa pubblica italiana che non aveva cessato di crescere negli anni
‘80 a partire del trattato di Maastricht.
- Est-Europa= massiccia dopo fine URSS.

La sfida giapponese: gli anni ‘80 e i primi anni ‘90


- ascesa Giappone nel lungo periodo= matura dinamiche iniziate nel 2o dopoguerra= politiche MITI
(ministero che univa politiche economiche interne con obiettivi di commercio internazionale) e
creazione nuovo modello di impresa= es. Toyotismo= impresa gestita in modo veloce con poche
scorte di magazzino pk diverse unità collegate tra loro efficacemente= slogan just in time= pk tutto
viene accellerato.
- anni ‘80: Giappone diventa minaccia per USA pk principale beneficiario delle politiche monetarie
di Reagan= gran parte dei prodotti industriali che importavano erano giapponesi= si crea
commercio bilaterale particolare= Giappone comincia ad avere bilancia commerciale attiva= questo
disavanzo positivo è espresso in dollari pk esportano sopratutto negli USA= decidono di investire
negli usa= es. acquisto da Sony di RCA records oppure palazzi a Manhattan.
- nonostante questo negli anni ‘90 non riescono a spiccare volo pk:
> dipendenza geopolitica dagli Usa= G non aveva permesso di controllare pienamente alcune
attività americane;
> bolle speculative immobiliari (legate alle espansioni finanziarie di Tokyo).
> governo risponde con politiche di aumento del costo del denaro (riduzione liquidità) ma che si
rilevarono negativi per gli investimenti.

Una conseguenza degli stock petroliferi: i « Rentier States »


- sono i paesi che vivono di rendite legate ai prezzi del petrolio.
- emergono come esportatori globali con posizioni attive nella bilancia commerciale in dollari
(nasce termine ‘petrodollari’) che reinvestono nella finanza internazionale
- in questi stati il potere politico ed economico coincide quindi il petrolio è posseduto dallo stato=
potere politico concentra le ricchezze= investono internazionalmente creando il fondo sovrano=
strumento finanziario detenuto dallo stato che usa il disavanzo per compiere investimenti
internazionali= prevalentemente in USA.
- esempi= Emirati Arabi, Qatar, Bahein, ma anche Norvegia.

Ascesa e declino del blocco sovietico


- anni di Stalin erano stati di industrializzazione pesante orientata all’economia di guerra che creano
basi per sviluppo economico + bilanciato.
- anni ‘50 e ‘60= momento di rapida crescita e sviluppo tecnologico che coincide con fine
stalinismo e periodo di Kruschev= nascita società sovietica.
- fase successiva (Breznev) invece= progressiva crisi e « stagnazione ».
Principi della divisione del lavoro tra i paesi sovietici
- sistema sovietico ha contraddizione= nonostante boom economico non continua nell’epoca
successiva= causa mancanze= prima= molti paesi che partecipano alla Comecon hanno sviluppo
industriale minore rispetto alla russia = inizia a sfruttare proprie risorse (gas e petrolio).
- problema sviluppo economico sovietico= ideato come sviluppo integrato non di mercato= gran
pianificazione centrale della russia e poi gli altri paesi (satellite) chiamati a contribuire.
- sviluppo industriale ha anche diverse contraddizioni:
> da un lato ci sono politiche di industrializzazione mentre dall’altro si creano basi sfruttamento
materie prime.
> innovazioni tecnologiche hanno forte dualità= da un lato sviluppo di tecnologie sofisticate ma
dall’altro non riesce a innovare nel settore civile solo in quello militare= per risolvere importano.
- non potendo partecipare liberamente al commercio sviluppano al massimo l’esportazione di
materie prime con paesi di moneta forte per importare tecnologia.

Tentativi di riforma
- fine anni ‘60 e anni ‘70= nuovi modelli di economia parzialmente di mercato in alcuni stati
satellite che hanno bisogno di commercializzare (come Ungheria, Polonia, Romania e altri paesi).
- meccanismo NON di mercato viene progressivamente modificato dopo lo « shock » petrolifero=
rappresenta « turning point » anche per l’URSS= non seguendo logiche di mercato, non ottiene
profitti dal petrolio quindi decide di aumentare l’esportazione di prodotti per ridurre il gap
tecnologico.

Le riforme di Gorbachev (‘85 - ‘91): il « socialismo dal volto umano»


- si passa dal sistema di pianificazione centrale a sistema democratico e + libero (anche nei
consumi): combinando aspetti positivi della pianificazione centrale con elementi del management
moderno.
- anni di crisi economica+ calo demografico+ arretratezza tecnologica= tentativi di riforma
falliscono
- fine dell’URSS= dicembre ‘91= Eltsin prende potere e introduce economia di mercato.

10. La nuova globalizzazione


- nel’94 Fukuyama pubblica «La fine della storia e l’ultimo uomo»= afferma che dopo caduta muro
Berlino, fine guerra fredda e l’alternativa al capitalismo finisce la storia come la conosciamo=
diventa solo serie di date che non portano + a modificare struttura del mondo= identifica unico
modello di politica e società verso il quale l’umanità converge= democrazia liberale e capitalismo.
- in realtà dal POV economico:
> persiste problema delle «regole del gioco» del sistema capitalistico.
> democrazia liberale non ha coinciso con economia di mercato, né paesi liberal-democratici sono i
soli ad aver beneficiato della crescita economica degli ultimi decenni.
> nuovi attori non sempre democratici (e neanche «capitalistici») hanno tratto beneficio delle
nuove regole del gioco internazionale.
- in economia questa fase è caratterizzata dalla nuova globalizzazione o «iperglobalizzazione» che è
una fase nuova nello sviluppo economico.

Caratteristiche della nuova globalizzazione


- chiamata di iperglobalizzazione per aumento assoluto del commercio internazionale.
- però ci sono nuovi patterns nel commercio internazionale e degli investimenti= accanto agli assi
già esistenti nord-sud per scambiare i prodotti avanzati con materie prime, emergono anche quelli
sud-sud e sud-nord.
- politiche neo-liberali e fenomeno di privatizzazione, regolamentazione e riduzione del potere del
governo= ma non ovunque!= riguarda l'Europa= in altri stati lo stato non si ritira e investe nella
crescita.
- finanziarizzazione dell’economia= ruolo nuovo della finanza= principale e non + subordinato
all’economia.
- dal POV geopolitico emergono paesi nuovi (BRICS), dal POV militare e strategico emerge nuova
potenza (la Cina)e nascono anche nuovi leader tecnologici= paesi che nonostante non essere leader
economici, sono molto importanti militarmente (corea del sud).
- ‘94= data inizio di questa epoca pk :
> GATT rinominato WTO (World Trade Organization)= punto partenza per creazione nuove regole
del gioco che porta a integrazione mercati fisici e finanziari.
> grande differenza= gatt trattava solo merci mentre wto anche i servizi e le proprietà intellettuali
(brevetti, innovazione, tecnologia,...).
> tendenza alla creazione di vaste aree di libero scambio= non solo Europa ma anche Nafta
(nordamerica) e TTP (transpacifico).
> anni ‘90= disintegrazione blocco sovietico e progressiva integrazione nell’economia globale=
seguì anche la Cina.

Finanziarizzazione dell’economia
- economia degli ultimi 30 anni interessa anche i beni e servizi finanziari= sociologa Krippner
definisce finanziarizzazione come dinamica di accumulazione in cui si ottiene + profitto attraverso
canali finanziari invece che con produzione e commercio merci.
- questo non porta però a riduzione della produzione globale ma da un lato alla finanziarizzazione e
terziarizzazione dell’economia del nord ma dall’altro a dislocamento della produzione verso altri
territori dovuti a costi di manodopera + bassi e per liberalizzazione mercati (costi trasporti nulli).
- negli anni ‘90- ‘00= emerge nuovo attore economico internazionale= Hedge Funds= fondo di
investimento= organizzazione che accumula piccoli investitori e gestisce i risparmi investendoli in
attività finanziarie= si spersonifica rapporto tra persone e imprese= non investono + i cittadini
privati ma i grandi investitori attraverso il mercato finanziario.

I nuovi attori della globalizzazione: la Cina


- prima del ‘78= economia relativamente chiusa= poi avvio riforma di Deng Xiaoping= politiche
della ‘porta aperta’.
- trasformano economia socialista, centralizzata e pianificatrice in progressiva liberalizzazione.
- ma senza che lo stato sparisca dall’economia e scompaia anche il socialismo economico (stato
possiede mezzi di produzione).
- X realizza riforme per fare dello stato un’agente di apertura commerciale e protagonista nella
pianificazione dell’entrata di Cina nell’economia internazionale= 3 riforme principali:
> settore agricolo= introdotte riforme per creare elementi di mercato= collettivizzazione terre
ridotta per dare spazio a imprese agricole. Inoltre creazione di mercato semi-libero= nuovi attori
possono prendere decisioni produttive e di investimento autonome. Stato però continua a controllare
i prezzi de prodotti agricoli quindi non c’è un vero e proprio libero mercato.
> settore finanziario= si passa da situazione in cui stato investe direttamente in economia a creare 4
grandi banche statali: Bank of China, People’s Bank of China for Industry and Commerce, China
Construction Bank e Agricultural Bank of China= controllate però dallo stato.
> settore industriale= si creano zone economiche speciali (ZES) dove c’era la possibilità di creare
imprese possedute da capitale straniero= attraverso questa riforma attira investimenti esteri ma
senza lasciare loro il pieno controllo delle imprese= investitore straniero deve trovarsi partner
cinese= investono attraverso le Joint Ventures= imprese controllate da investitori esteri e locali.
Inoltre, stato ha controllo su tecnologie e settori importanti= alcuni incentivati e altri evitati= stato
crea cataloghi.

Cina: accelerazione all’apertura dopo la fine dell’URSS


- nel ‘92 dopo caduta URSS la Cina lancia formula dell’economia socialista di mercato’= stato
progressivamente aumenta elementi di mercato nell’economia:
- trasformazione delle imprese di stato in società per azioni= mantenimento di controllo diretto solo
nei settori strategici (energia, trasporti e milizia) ma con nuove dinamiche di espansione:
- aumentano le ZES e permette che gli stranieri possano investire anche fuori dalle ZES
mantenendo sempre il principio delle Joint Venture
- ‘02= Cina entra nel WTO= paese partecipa direttamente all’integrazione internazionale.= apertura
completa v/ mondo ma natura economica non cambia= stato controlla i setttori strategici.
- entrata nella WTO provoca boom esportazioni= porta a creazione di fondo sovrano= China
Investment Corporation= posseduta dallo stato e finanziata dal disavanzo della bilancia
commerciale= compra obbligazioni, azioni e titoli di stato (sopratutto negli USA ma anche Africa).

Riflessioni
- queste politiche hanno progressivamente trasformato la Cina in una delle principali ‘economic
powerhouse’ della globalizzazione.
- come l’inghilterra e + dell’inghilterra?= simile ma differenze come ruolo dello stato (minimo in
UK ma imp in Cina
- crescita basato sulle esportazioni e sull’importazione di tecnologie/know-how.
- ruolo finanziario internazionale (in crescita).
- Ma forte guida statale.
- multi-polarità (forte diversificazione produttiva).
- Cina e sviluppo regionale.
- paese del sud o del nord.

La Russia post-sovietica
- periodo di Eltsin= percorso che ha portato il paese dall’economia socialista a quella di mercato=
non lineare ma vero e proprio ‘shock therapy’ e regressione.
- inizia periodo di inflazione, disordini monetari e politiche di privatizzazione ‘selvagge’:
- privatizzazioni non attraverso il mercato libero ma è stata data ai cittadini russi l’opportunità di
acquistare le azioni delle imprese attraverso ‘voucher’= favorisce in alcuni casi i vecchi gruppi della
‘nomenklatura’, in altri l’emergere di una nuova classe, quella degli ‘oligarchi’= riescono ad
impadronirsi di settori molto importanti.
- anni ‘90= si creano i presupposti per economia basata su fornire materie prime ed energie = porta
a profonda deindustrializzazione del paese.
- anni di Putin Russia emerge come attore imp da esportatore ma non paese competitivo e mercato
internazionale beneficia principalmente lo stato e gli oligarchi.

I BRICS
- acronimo per Brasile, Russia, India, China e Sudafrica= paesi che hanno caratteristiche
demografiche e geografiche simili ma poche caratteristiche economiche comuni.
- dal POV economico sono considerate economie ‘emergenti’ con mercato interno debole e non
pienamente sviluppato= considerati come blocco unico pk loro peso nell’economia internazionale è
cambiato negli ultimi 40 anni (anni ‘80 rappresentano 30% dell’economia globale mentre nel ‘10
rappresenta il 70%).
- caratteristiche comuni:
>PIL enorme (oltre 600 miliardi di $).
> popolazione vasta (oltre 100 milioni di persone).
> superficie vasta (oltre 2 milioni di km2)= tante risorse.
> alti tassi di crescita.
> ruolo dello stato (anche se diverso)= ruolo imp per indirizzare crescita economica.
- loro capacità di crescita economica ha fatto in modo che questi paesi hanno progressivamente
cercato di federarsi e hanno iniziato a costruire delle organizzazioni per promuovere una
cooperazione tra questi paesi che permette di influire nelle politiche globali= es + imp= NDBB
(nuova banca di sviluppo) con sede a Shanghai come alternativa al FMI.
- Fmi nel frattempo ha cambiato funzioni dopo la fine del Bretton Woods= diventa istituzione che
presta soldi ai paesi in difficoltà in cambio di riforme economiche istituzionali che cercano di
promuovere la liberalizzazione dell’economia, la privatizzazione degli asset pubblici e la
deregolamentazione dei servizi.

Le Tigri asiatiche
- anni ‘90 e ‘00 emergono paesi che hanno ruolo regionale imp e offrono forti penetrazioni
nell’economia internazionale:
- Corea del sud= forte sviluppo economico continuato capace di cambiare le sorti del paese= virano
verso economia radicata sulle nuove tecnologie attraverso alleanza tra stato e Chaebol= gruppi
economici delle aziende vaste e diversificate (ad es Samsung, Kia).
- passano da sviluppo nei settori ‘maturi’ sviluppati sotto un regime di rigido protezionismo (anni
‘70 e ‘80) a New Economy e liberalizzazioni:
> a profitto dei grandi gruppi (Chabeol)= controllano 80% economia nazionale;
> apertura internazionale caratterizzata da R&S.
- Taiwan= avversafrio della Cina con politiche economiche simili alla Corea ma con componente
imp anche nel settore primario e minerari. Dagli anni ‘90 si sviluppa anche come centro finanziario
dai quali transitavano le imprese occidentali prima di dirigersi verso Cina.
- Singapore e Hong Kong= città-stato o quasi che mescolano apertura internazionale e intervento di
stato. Imp posizione strategica che attira traders, finanza, … pk dai loro porti passano molte
commodities prodotte in estremo oriente.
> loro crescita anche legata all’emergere della Cina= porta molte imprese occidentali a investire in
questi paesi prima di investire in China.

I paesi sviluppati negli anni ‘90 e ‘00


- globalizzazione ha significato avvio di progressiva ‘de-industrializzazione’
- un legame sostanzialmente nuovo legato alla:
> crescita industriale produttiva di altre regioni (Cina e Brics in generale).
> finanziarizzazione dell’economia e riduzione della parte ‘produttiva’
> in europa legato anche alle dinamiche di allargamento= si passa da europa ‘zona euro’ a paesi di
recente inclusione.

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