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2016-'17
MACROTEMATICA DISTITUTO
EQUO
VIVIBILE
SVILUPPO
SOSTENIBILE
Dopo lAmbiente, nella sua Biodiversit e la Societ, nelle sue Diversit Culturali, il
percorso formativo interesser lEconomia come modello etico-ecologico in
interconnessione con Ambiente e Societ in funzione dello Sviluppo Sostenibile.
MATERIA
MATERIA
NATURA
ENERGIA
ESTRAZIONI
RIFIUTI
ECONOMIA
ENERGIA
NATURA
ECONOMIA
Immagine rovesciata del rapporto tra Economia e Natura
La profonda diversit filosofica di queste due immagini del rapporto tra economia e natura
spiega il prolungarsi della controversia sui limiti dello sviluppo.
Per i sostenitori dellimmagine tradizionale, in anni passati la natura non rappresentava
un vincolo allo sviluppo soltanto perch era enormemente estesa rispetto alle esigenze
delleconomia.
Erano i tempi della cowboy economy, per riprendere una frase resa popolare da Kenneth
E. Boulding, quando territori immensi si aprivano davanti allintraprendenza umana, cos
estesi da sembrare infiniti. Tuttavia, come si evince dalla figura a sinistra, lo sviluppo
delleconomia necessariamente trova un limite superiore (si pensi ad un processo in cui il
rettangolo che raffigura lattivit economica in crescente espansione, sino a riempire
lintero rettangolo rappresentante la natura). Al contrario, nellimmagine a destra,
implicita nellapproccio della maggioranza degli economisti, non c alcun limite superiore
allo sviluppo economico: la natura non racchiude la sfera economia, ma al contrario una
sua componente.
Da una testimonianza di Boulding (1910-1993 economista, pacifista e poeta inglese):
Sia pure in modo pittoresco chiamer economia del cowboy leconomia aperta; il
cowboy il simbolo delle pianure sterminate, del comportamento instancabile, romantico,
violento e di rapina che caratteristico delle societ aperte.
Leconomia chiusa del futuro dovr rassomigliare invece alleconomia dellastronauta: la
Terra va considerata una navicella spaziale, nella quale la disponibilit di qualsiasi cosa ha
un limite, per quanto riguarda sia la possibilit di uso, sia la capacit di accogliere i rifiuti, e
nella quale perci bisogna comportarsi come in un sistema ecologico chiuso capace di
rigenerare continuamente i materiali, usando soltanto un apporto esterno di energia .
E inoltre la nave spaziale ha due ponti: nel ponte superiore si trovano gli abitanti opulenti
del Nord del mondo; nella stiva la maggior parte dei terrestri, abitanti dei paesi poveri del
Sud del mondo, il cui numero aumenta continuamente, come aumenta la consapevolezza
delle condizioni inique in cui sono stati finora relegati.
Boulding ha percorso un cammino parallelo a quello di Nicholas Georgescu-Roegen
(1906-1994 economista rumeno, fondatore della bioeconomia (o economia ecologica) e
della decrescita.
Georgescu-Roegen sostiene che qualsiasi scienza che si occupi del futuro dell'uomo, come
la scienza economica, deve tener conto della ineluttabilit delle leggi della fisica ed in
particolare del secondo principio della termodinamica, secondo il quale alla fine di ogni
processo la qualit dell'energia (cio la possibilit che l'energia possa essere ancora
utilizzata da qualcun altro) sempre peggiore rispetto all'inizio.
Qualsiasi processo economico che produce merci materiali diminuisce la disponibilit di
energia nel futuro e quindi la possibilit futura di produrre altre merci e cose materiali.
Inoltre, nel processo economico anche la materia si degrada, ovvero diminuisce
tendenzialmente la sua possibilit di essere usata in future attivit economiche: una volta
disperse nell'ambiente le materie prime precedentemente concentrate in giacimenti nel
sottosuolo, queste possono essere reimpiegate nel ciclo economico solo in misura molto
minore ed a prezzo di un alto dispendio di energia.
Materia ed energia, quindi, entrano nel processo economico con un grado di entropia
relativamente bassa e ne escono con un'entropia pi alta.
Da ci deriva la necessit di ripensare radicalmente la scienza economica, rendendola
capace di incorporare il principio dell'entropia e in generale i vincoli ecologici.
La teoria della bioeconomia poi stata tradotta nel sistema economico della decrescita:
visto che materia-energia entrano nel processo economico in uno stato di bassa entropia e ne
escono in uno di alta formula la sua controversa quarta legge che dice: in un sistema chiuso
(come la terra) il lavoro meccanico non pu crescere ad un tasso costante per sempre o, pi
semplicemente, la materia non pu essere completamente riciclata. Una tecnologia che
diminuisca irrimediabilmente le riserve di materie o generi inquinamento o violi la capacit
delle stesse di rigenerarsi, non sostenibile.
La rilevanza di ci, che tutti i processi produttivi sono caratterizzati dallafflusso di
materie dalla natura e dal deflusso di rifiuti alla natura e sono, dunque, limitati.
Il PIL
Il grande dono degli economisti al mondo rappresentato dalle statistiche del reddito
nazionale, del Prodotto Interno Lordo (PIL), e della sua crescita percentuale.
Per, come ogni economista sa, il calcolo del PIL un puro esercizio di fantasia e, anche se
i numeri fossero veri, il PIL una ben miserabile misura del benessere. Il PIL pu crescere
grazie alla corsa agli armamenti o alla costruzione di dighe inutili.
Il Prodotto Interno Lordo dovrebbe essere depurato dai costi della produzione di armi e di
mantenimento degli eserciti, costi che non hanno niente a che fare con la difesa. Dovrebbe
essere depurato anche dai costi del pendolarismo e dellinquinamento.
Quando qualcuno inquina qualche cosa e qualcun altro depura, le spese per la depurazione
fanno aumentare il PI, ma il costo dei danni arrecati dallinquinamento non viene sottratto,
il che, ovviamente, ridicolo.
DISEGUAGLIANZA INTERNAZIONALE: la mappa indica la distribuzione dei guadagni mondiali nel 2015. Quanto pi un
Paese appare grande, tanto pi ricco. L'immagine qui sopra rappresenta un mondo economicamente diseguale, in cui qualcuno
guadagna molto e qualcuno poco, cos poco da avere spesso difficolt a vivere, a comprare cibo a sufficienza e di qualit sufficiente,
a mandare i figli a scuola, ad avere una casa decente.
met della popolazione (poco pi d 10 milioni di abitanti) vive con meno di 1 dollaro
al giorno, mentre circa l80% del paese vive con meno di 2 dollari al giorno.
Oggi non c' pi cibo, c' solo pi merce. Non conta quanto vale ma quanto costa. La
nostra agricoltura al disastro e lo in modo strutturale. Uno che decide di tornare alla
terra riesce a farlo solo se si inventa un metodo di distribuzione capace di creare reddito.
In Italia celebriamo la retorica dell'Expo ma contemporaneamente stiamo chiudendo i
caseifici che producono Parmigiano Reggiano. E' una logica perversa, un elemento
distruttivo che ha generato il depauperamento del terreno agricolo. Il lavoro agricolo,
peraltro, era anche un presidio per la pulizia dei fossi, dei boschi e il mantenimento delle
colline affinch non franassero.
Lo scellerato consumo di suolo libero, la cementificazione selvaggia, lincuria cui sono
sottoposti i terreni demaniali in svendita, i boschi, le coste e i suolinon c cura.
Non c cura se non si cura la piccola agricoltura di qualit, non c cura se si preferisce
lagricoltura dei grandi numeri, quella industriale che dicono competitiva, che alla fine
desertifica. Non c cura se c cemento ovunque
Un poeta come Tonino Guerra un anno fa mi ha detto: LItalia non pi bella come una
volta perch una volta cera chi la curava. Non erano dieci persone messe l e pagate dallo
Stato, erano quelli che labitavano: i contadini. Dobbiamo riapprendere quella forza
damore che avevano loro.
Bisogna tornare ad amare per davvero questa terra
E dovr essere green leconomia della rinascita
Un processo gi in atto, promosso e accelerato da due crisi: quella climatica e quella
economica, iniziata con la recessione del 2008- 2009 e in molti paesi ancora in corso.
Il perch lo spiega autorevolmente lOcse: le misure green incrementano la produttivit
delle risorse naturali, ormai scarse, rafforzano la fiducia degli investitori, aprono nuovi
mercati, contribuiscono al risanamento dei conti pubblici con misure di fiscalit ecologica e
attraverso leliminazione dei sussidi pubblici dannosi per lambiente e riducono i rischi
degli impatti delle crisi ambientali.
La green economy comincia a proporre risposte anche alla domanda di nuove qualit dello
sviluppo, sollecitando nuovi indicatori capaci di andare oltre il Pil e di dare indicazioni pi
ampie e complete sul benessere.
Un benessere che, per essere reale, deve affrontare le problematiche dellimpatto che il
cibo ha sui cambiamenti climatici (e viceversa!), del suo ruolo nel garantire uno sviluppo
rispettoso dell'ambiente e della societ contro lingiusto quotidiano spreco (circa 1,3
miliardi di tonnellate di cibo, ovvero un terzo degli alimenti prodotti, buttati via).
Un concetto che si deve estendere a un'ampia fascia di lavori e di
comportamenti, valorizzando chi re-impara il savoir faire del cibo e lo mette a
disposizione della comunit con attivit educative e di recupero, rivalutando prodotti
tradizionali.
Non si fa green economy solo con il solare o l'eolico ma con una vera rivoluzione che ci
permette di lottare attivamente contro i cambiamenti climatici, ricostruendo l'intero
sistema proprio partendo dal cibo.
Anche con i piccoli gesti quotidiani, modificando la dieta o la nostra spesa o riducendo
gradualmente lo spreco di cibo, possiamo influire su un nuovo modo di fare economia...
A cura della DIRIGENTE